ANALISI SPERIMENTALE DI COLLEGAMENTI TRAVE-COLONNA EQUIPAGGIATI CON DISSIPATORI AD ATTRITO E...

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SALERNO Facoltà d’Ingegneria Settore Tecnica delle Costruzioni Tesi di Laurea Specialistica in Ingegneria Edile Architettura (Classe 4/S) ANALISI SPERIMENTALE DI COLLEGAMENTI TRAVE-COLONNA EQUIPAGGIATI CON DISSIPATORI AD ATTRITO E PROGETTAZIONE DI UN EDIFICIO PILOTA Relatore Candidato Prof. Vincenzo Piluso Mariarosaria Ariano Matr. 0630100084 Correlatori Prof. Gianvittorio Rizzano Ing. Elide Nastri ANNO A.A. 2010/2011

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  • UNIVERSITA DEGLI STUDI DI SALERNO Facolt dIngegneria

    Settore Tecnica delle Costruzioni

    Tesi di Laurea Specialistica in

    Ingegneria Edile Architettura (Classe 4/S)

    ANALISI SPERIMENTALE DI COLLEGAMENTI

    TRAVE-COLONNA EQUIPAGGIATI CON

    DISSIPATORI AD ATTRITO E PROGETTAZIONE

    DI UN EDIFICIO PILOTA

    Relatore Candidato

    Prof. Vincenzo Piluso Mariarosaria Ariano

    Matr. 0630100084

    Correlatori

    Prof. Gianvittorio Rizzano

    Ing. Elide Nastri

    ANNO A.A. 2010/2011

  • Ai miei adorati Genitori

  • SOMMARIO

    I

    La progettazione di sistemi intelaiati in acciaio, condotta secondo

    sofisticate procedure di progettazione fondate sui teoremi del collasso

    plastico, garantisce adeguate prestazioni in termini di duttilit e

    resistenza, massimizzando la capacit dissipativa della struttura, sotto

    azioni orizzontali.

    Nellottica delle strategie per la dissipazione supplementare dellenergia

    sismica risulta vantaggioso, per i sistemi sismo-resistenti verticali,

    linstallazione di dispositivi smorzatori atti a ridurre e/o eliminare

    limpegno plastico delle membrature strutturalmente connesse sotto

    terremoti di natura distruttiva.

    Nellambito del seguente lavoro di ricerca, la possibilit di perseguire

    questo ambizioso obiettivo si realizza mediante la progettazione e

    sperimentazione di collegamenti trave-colonna innovativi di tipo Double

    Split Tee (DST) a parziale ripristino di resistenza, equipaggiati con

    dissipatori ad attrito caratterizzati da parti intercambiabili e facilmente

    riparabili. Lenergia sismica si concentra nei suddetti dissipatori,

    generalmente posti in corrispondenza delle flange delle travi e agenti

    come componenti pi deboli, specificamente progettate per la

    dissipazione e concepite al fine di semplificare le eventuali operazioni di

    sostituzione a seguito di danneggiamento.

    Una campagna sperimentale stata condotta presso il Laboratorio

    Prove Materiali e Strutture dellUniversit degli Studi di Salerno allo

    scopo di investigare il comportamento ciclico-rotazionale di

  • II

    collegamenti di tipo innovativo, al variare di alcuni parametri di

    progetto significativi per la concezione innovativa dei collegamenti

    stessi.

    Nella fase preliminare di sperimentazione stato analizzato il

    comportamento ciclico della sola componente preposta alla dissipazione

    dellenergia. Sulla scorta dellevidenza sperimentale, stata effettuata la

    determinazione del coefficiente dattrito per le differenti interfacce di

    scorrimento investigate, quali ottone, materiali compositi a matrice

    fibrosa ed acciaio rivestito con alluminio termicamente spruzzato

    allarco elettrico.

    La fase sperimentale successiva ha evidenziato le ottime prestazioni dei

    collegamenti cos concepiti, confermando la validit dei criteri di

    progettazione adottati, nonch la governabilit dei meccanismi

    dinterazione che si manifestano localmente sotto carichi ciclici ripetuti

    e, soprattutto, la possibilit di pervenire a collegamenti trave-colonna

    praticamente privi di danneggiamento.

    Ad una pi ampia scala, la possibilit di conseguire lambizioso

    obiettivo di strutture prive di danneggiamento anche in occasione di

    eventi sismici distruttivi stata investigata mediante la progettazione di

    un Edificio Pilota, con il quale stata condotta una prima applicazione

    di suddette strategie ad un caso di studio realistico. In particolare, le

    capacit sismoresistenti del complesso strutturale, sono state affidate a

    telai perimetrali (MRF), provvisti di controventi concentrici destremit,

    atti esclusivamente a ridurre la deformabilit laterale della struttura.

  • III

    Linstallazione dei suddetti collegamenti innovativi trave-colonna,

    equipaggiati con dispositivi dissipatori e ladozione alla base delle

    colonne del primo impalcato di collegamenti a perno, atti a trasmettere

    gli sforzi assiali e di taglio, equipaggiati con dissipatori ad attrito

    posizionati con opportuno braccio di leva al fine di garantire la

    resistenza flessionale desiderata, mira alla prevenzione dei danni

    strutturali, anche nel caso di completo sviluppo di un meccanismo di tipo

    globale che, in ogni caso, si rende necessario al fine di garantire che le

    colonne rimangano in campo elastico.

    Lo sviluppo di un modello agli elementi finiti (FEM), mediante software

    di calcolo SAP2000, ha consentito lanalisi della risposta sismica di tale

    edificio di concezione innovativa tenendo conto della risposta non

    lineare dei collegamenti trave-colonna e colonna-fondazione

    caratterizzata dalla presenza di dissipatori ad attrito.

    Le analisi dinamiche condotte hanno evidenziato gli elevati valori di

    accelerazione spettrale, ossia della misura dellintensit sismica, che la

    tipologia strutturale innovativa proposta consente di sopportare con

    danneggiamenti praticamente trascurabili.

    La comparazione di un quadro cos ampio di risultati chiarisce

    lefficacia dellapproccio progettuale utilizzato, nonch le potenzialit

    applicative di una strategia innovativa di prevenzione del danno nel caso

    di strutture intelaiate in acciaio.

  • IV

  • Ringraziamenti

    V

    Ed eccomi qui, al termine di un incredibile percorso, di una irripetibile

    esperienza di vita, in cui le emozioni, il sacrificio, le difficolt e lentusiasmo

    non sono mai mancati.

    Non mai macata la curiosit per le nuove sfide universitarie, la tentazione

    di andare a fondo alle nuove cose, la determinazione di riuscirci ad ogni

    costo, a volte ferma nelle proprie idee, altre volte alla disperata ricerca di

    un riferimento.

    Penso ai miei Genitori, e penso che senza di loro tutto questo non avrebbe

    avuto ragion dessere. Sopra ogni cosa, entrambi mi hanno spronato a

    seguire la mia strada, evitando quei percorsi fuorvianti che sempre si

    incontrano lungo il cammino, istruendomi al rispetto, alla lealt e alla

    dignit. Credo che da Loro non smetter mai di imparare.

    Penso al mio percorso, a tutte quelle persone che inevitabilmente lo hanno

    segnato negli anni ed in particolare in questi ultimi mesi.

    Un ringraziamento va al Prof. Vincenzo Piluso, che con la sua sorprendente

    regia ha dato continuo impulso a questo lavoro, nonch al Prof. Gianvittorio

    Rizzano, che mi ha dato la possibilit di sperimentare e sperimentarmi nel

    campo della ricerca. Entrambi hanno contribuito alla mia crescita culturale.

    Ancora lIng. Massimo Latour che mi ha seguita nellattivit di laboratorio e

    mi ha aiutata nellardua impresa di destreggiarmi tra chiavi inglesi,

    rondelle e bulloni.

    Un pensiero speciale va agli amici di sempre, che in questi anni mi hanno

    vista cambiare, ma sempre mi sono stati accanto. In particolare ringrazio

    Anna e Patrizia, compagne di lungo viaggio, per i momenti di sana follia

    trascorsi insieme, per i sorrisi e le parole che mi hanno riservato, per la

    fiducia che sempre in me, incondizionatamente hanno riposto.

  • VI

    Penso ad Aniello, lamico per antonomasia, che con la sua semplicit e

    genuinit ha avuto il merito di comprendere al volo i miei silenzi e

    soprattutto i miei sguardi.

    Ripenso ai rapporti umani che questa esperienza mi ha regalato. Ho spesso

    temuto che il tempo, la distanza e la mancanza di una quotidianit

    accademica potessero spazzarli via.

    Eppure ho imparato che la volont e lautenticit delle persone fa la

    differenza, e che unesperienza conclusa solo lincipit di una nuova storia da

    scrivere insieme.

    Un ringraziamento va ai miei colleghi sempre entusiasti e disponibili al

    confronto, in particolare Paolo, mio socio storico che con la sua ironia e il suo

    umorismo ha illuminato i momenti difficili di questi studi, lasciandomi degli

    indimenticabili ricordi.

    E poi Vincenza, amica oltre che irreprensibile collega di sempre, arrivata in

    punta di piedi, silenziosamente ha preso il sopravvento. La sua preziosa

    vicinanza mi ha insegnato ad apprezzare le piccole cose, pur puntando

    sempre allorizzonte, senza aver paura di sognare in grande.

    Grazie a tutti Voi.

    Mariarosaria

  • Indice

    VII

    Sommario I

    Ringraziamenti V

    Indice VII

    Indice Appendice XII

    1. Inquadramento delle strategie per la protezione sismica

    1.1 Equazione del bilancio dellenergia per un sistema SDOF 1

    1.2 Strategie di progettazione per la protezione sismica 2

    1.2.1 Strategie di tipo tradizionale 3

    1.2.2 Strategie di tipo innovativo 9

    1.3 Sistemi attivi di controllo strutturale 10

    1.4 Sistemi semi-attivi di controllo strutturale 11

    1.5 Sistemi passivi di controllo strutturale 12

    1.6 Sistemi ibridi di controllo strutturale 12

    1.7 Classificazione dei dispositivi passivi per il controllo strutturale 13

    1.8 Motivazioni del lavoro di ricerca 17

    1.9 Bibliografia 20

    2. Dispositivi Dissipatori ad Attrito

    2.1 Meccanismi dinterazione tra superfici metalliche 23

    2.1.2 Meccanismi di usura 27

    2.2 Teoria classica dellAttrito 28

    2.3 Influenza dei dispositivi ad attrito sulla risposta simica di un

    sistema SDOF 33

    2.4 Analisi dei dispositivi esistenti 38

    2.5 Bibliografia 43

  • Anal is i Sperimentale d i Col legamenti Trave -Colonna equipaggiat i con Diss ipatori ad Attri to e Progettazione di Edi f ic io P i lota

    VIII

    3. Prove Cicliche su collegamenti Trave Colonna di tipo DST

    equipaggiati con dissipatori ad attrito

    3.1 Premessa 46

    3.2 Idea di Progetto per collegamenti di tipo innovativo 53

    3.3 Progettazione collegamenti oggetto di sperimentazione 54

    3.3.1 Nodo TS-CYC 12 54

    3.3.2 Nodo TS-CYC- 13 60

    3.4 Programma sperimentale 63

    3.5 Prove su componente dissipativa 63

    3.5.1 Comportamento ciclico per Interfaccia Acciaio Acciaio con

    rondelle circolari 67

    3.5.2 Comportamento ciclico per Interfaccia Ottone Acciaio con

    rondelle circolari 73

    3.5.3 Comportamento ciclico Interfaccia Materiale M0 Acciaio con

    rondelle circolari 76

    3.5.4 Comportamento ciclico Interfaccia Materiale M1 Acciaio con

    rondelle circolari 81

    3.5.5 Comportamento ciclico Interfaccia Materiale M2 Acciaio con

    rondelle circolari 85

    3.5.6 Test sperimentale con rondelle coniche 89

    3.5.7 Comportamento ciclico Interfaccia Alluminio Termicamente

    spruzzato allarco elettrico Acciaio 95

    3.6 Prove su nodo 113

    3.6.1 Setup di prova 113

    3.6.2 Schematizzazione e modalit di prova 114

  • Indice

    IX

    3.7 Bibliografia 149

    4. Progettazione di Edificio Pilota equipaggiato con dispositivi di

    dissipazione supplementare

    4.1 Descrizione Caso di Studio 152

    4.1.1 Sistema di orizzontamento 153

    4.2 Analisi dei carichi 155

    4.3 Sistema sismo-resistente perimetrale 156

    4.3.1 Progettazione Travi di Impalcato 155

    4.3.2 Meccanismi di dissipazione dellenergia 158

    4.3.3 Condizioni di progetto per meccanismo di collasso controllato 163

    4.3.4 Applicazione a Caso di Studio 167

    4.3.5 Progettazione Nodi Trave-Colonna 175

    4.3.6 Calcolo della rigidezza rotazionale dei collegamenti mediante il

    metodo delle componenti 180

    4.3.7 Dispositivi di base: Progettazione e Verifica 184

    4.3.8 Elementi di controvento 190

    4.3.8.1 Elementi di controvento 191

    4.4 Sistema pendolare interno

    4.4.1 Progettazione travi di impalcato 194

    4.4.2 Colonne: Progettazione e Verifica 196

    4.4.3 Unioni bullonate: Progettazione e Verifica 199

    4.5 Bibliografia 206

    5 Analisi della risposta sismica

    5.1 Definizione modello di analisi 208

  • Anal is i Sperimentale d i Col legamenti Trave -Colonna equipaggiat i con Diss ipatori ad Attri to e Progettazione di Edi f ic io P i lota

    X

    5.2 Analisi Statiche Non Lineari 209

    5.3 Analisi Dinamiche Incrementali (IDA) 213

    5.3.1 Telaio Longitudinale 214

    5.3.2 Telaio Trasversale 222

    5.4 Bibliografia 228

    Conclusioni 230

    Appendice

    Relazione di calcolo

    Elaborati progettuali esecutivi

    Tav 4.1 Sistema pendolare

    Tav 4.2 Telaio longitudinale

    Tav 4.3 Telaio trasversale

  • XI

  • Indice Appendice

    XII

    1. Sistema Sismo-Resistente Perimetrale

    1.1 Progettazione Travi di Impalcato 3

    1.2 Progettazione Nodi Trave Colonna Telaio Longitudinale 7

    1.3 Progettazione Nodi Trave Colonna Telaio Longitudinale 8

    1.4 Calcolo della rigidezza rotazionale dei collegamenti mediante

    Metodo delle Componenti 11

    2. Sistema Pendolare Interno

    2.1 Progettazione Travi di Impalcato 19

    2.2 Unioni Bullonate: Progettazione e Verifica 31

    2.2.1 Unioni Trave Trave 31

    2.2.2 Unioni Trave Colonna 41

  • 1

    CAPITOLO 1

    Inquadramento delle strategie per la protezione

    sismica

    1.1 Equazione del bilancio dellenergia per un sistema SDOF Dalla Dinamica delle Strutture noto che lequazione del moto di un

    sistema strutturale ad un solo grado di liberta (Figura 1. 1), soggetto ad

    uneccitazione sismica alla base, esprimibile mediante la seguente

    formulazione:

    (Eq. 1. 1)

    Tale equazione risulta valida per un oscillatore semplice a comportamento

    non-lineare, in presenza di smorzamento di tipo viscoso, sottoposto ad una

    forzante pari a F(t) = . Tale azione detta di trascinamento,

    compie lavoro imponendo al sistema una storia di spostamento funzione

    del tempo.

    Figura 1. 1: Sistema SDOF

    Suddetto lavoro, corrisponde alla variazione dellenergia meccanica del

    sistema, da ci si ricava lequazione del bilancio energetico secondo:

  • Equazione del bi lancio del l energia per un s istema SDOF

    2

    (Eq. 1. 2)

    Essendo lo spostamento che la massa m compie nellintervallo

    infinitesimo di tempo .

    Dalla (Eq. 1.2) mediante opportune sostituzioni si ricava:

    (Eq. 1. 3)

    = Energia cinetica

    = Energia dissipata per smorzamento viscoso

    Sia Ee lenergia potenziale elastica immagazzinata nel sistema, ed Eh

    lenergia dissipata per via isteretica, fornita dalla struttura stessa a prezzo

    di notevoli escursioni in campo plastico.

    Lintegrale della forza nellintervallo di tempo dt fornisce, di fatti lenergia

    sismica in ingresso pari a:

    .

    La (Eq. 1.3) pu essere scritta nella forma:

    (Eq. 1. 4)

    In condizioni di quiete, allarrestarsi dellevento sismico, seppur si

    registrino ulteriori oscillazioni in prossimit della struttura, la (Eq. 1.4) si

    traduce nella seguente espressione:

    (Eq. 1. 5)

    1.2 STRATEGIE DI PROGETTAZIONE PER LA PROTEZIONE SISMICA

    Dalla (Eq. 1.5) appare evidente la possibilit di minimizzare la risposta

    sismica dei complessi strutturali, governando le diverse forme di energia

  • Inquadramento del le strategie per la protezione s ismica

    3

    presenti nel sistema. Sulla scorta del bilancio energetico possibile

    distinguere differenti strategie di progettazione delle strutture sismo-

    resistenti, al fine della mitigazione del rischio sismico.

    Nello specifico si distinguono :

    - Strategie di progettazione sismica di tipo tradizionale

    - Strategie di progettazione sismica di tipo innovativo

    1.2.1 Strategie di tipo tradizionale

    Levidenza sperimentale a scala reale degli eventi sismici verificatisi negli

    ultimi secoli, ha dato impulso ad una densa attivit di ricerca nel campo

    dellIngegneria Sismica. Numerosi studi nel corso degli anni, hanno

    sottolineato la possibilit{ di dissipare lenergia in ingresso, mediante

    escursioni di natura plastica, tali da risultare perfettamente compatibili con

    le capacit meccaniche di un sistema strutturale.

    In generale, la duttilit rappresenta la capacit di una membratura o di un

    sistema di membrature, di esibire notevoli escursioni deformative, senza

    significative perdite di resistenza.

    E evidente che ad una scala globale, il grado di duttilit{ atteso sia

    notevolmente influenzato dalle capacit locali esibite dal materiale, dalle

    membrature e/o dal generico sotto-assemblaggio strutturale.

    Gli attuali codici normativi, governano le procedure di progettazione,

    ovvero gli eventuali meccanismi di collasso, nonch i livelli di duttilit

    desiderati per un complesso strutturale, mediante il fattore di struttura q,

    che nella generalit dei casi dato dal rapporto tra la massima

    accelerazione orizzontale attesa al suolo Au, e il valore di accelerazione che

    conduce al primo superamento della soglia di snervamento Ay [1].

  • Stategie di progettazione per la protezione s ismica

    4

    (Eq. 1. 6)

    Tale fattore riduce il il tagliante sismico alla base, richiesto dalla struttura

    per rimanere in campo elastico durante un evento sismico di tipo

    distruttivo.

    La capacit propria di dissipare energia, influenzata dalla distribuzione

    delle masse e delle rigidezze in pianta ed in elevazione del particolare

    sistema strutturale. I dati sperimentali hanno dimostrato che il valore di q

    dipende dal tipo di materiale impiegato, dalle tecnologie costruttive

    adottate nonch dalle tipologia strutturale prevista.

    Lanalisi della risposta sismica di un sistema sottoposto ad azioni

    orizzontali, cos ridotte, garantisce un adeguato livello di sicurezza rispetto

    agli stati limite di riferimento.

    E interessante sottolineare che in accordo alla definizione del fattore di

    struttura, ed al suo significato fisico, le tipologie strutturali si dividono in

    due categorie fondamentali:

    - Strutture non dissipative

    - Strutture dissipative

    Le strutture non dissipative sono dimensionate al fine di trasferire azioni

    sismiche rimanendo in campo elastico. In tal caso q assume un valore q = 1.

    Le strutture dissipative hanno la capacit{ di dissipare lenergia sismica in

    ingresso, a seguito del comportamento isteretico delle loro component. Il

    corrispondente fattore di struttura sempre q > 1.

    Il comportamento di entrambe le tipologie strutturali dipende dal numero

    di zone dissipative e zone non dissipative di cui risultano caratterizzate.

  • Inquadramento del le strategie per la protezione s ismica

    5

    Per il 1 Principio del Capacity Design, le zone non dissipative delle

    strutture dissipative, debbono essere progettate sulla scorta delle

    massime sollecitazioni interne che le zone dissipative sono in

    grado di trasmettere.

    Per il 2 Principio del Capacity Design, le zone dissipative debbono

    essere progettate in funzione delle massime sollecitazioni attese a

    seguito di un evento sismico.

    E evidente, secondo tale filosofia di progetto, che le zone non dissipative

    vengono progettate al fine di esibire una risposta elastico-lineare,

    diversamente le zone dissipative risultano interessate da uno snervamento

    ciclico ripetuto.

    Tale precisazione consente di individuare le principali tipologie di strutture

    dissipative sismo-resistenti in funzione della tipologia e del numero di zone

    dissipative, che potenzialmente possono svilupparsi (Figura 1. 2):

    - Telai con controventi concentrici (CBF)

    - Telai con controventi eccentrici (EBF)

    - Telai sismo-resistenti (MRF)

    I telai con controventi concentrici, consentono il trasferimento dellazione

    sismica o di una parte di essa. Nel primo caso, i collegamenti travecolonna

    provvedono allassorbimento di soli sforzi taglianti, nel secondo caso

    invece sono preposti al trasferimento sia di sforzi taglianti che di momenti

    flettenti. In entrambi casi, risulta per necessario concepire collegamenti a

    completo ripristino di resistenza. Le zone dissipative, sono collocate a

    ragione, in corrispondenza delle diagonali tese. Di fatto le capacit

    prestazionali sotto azioni cicliche, possono risultare pressoch

    insoddisfacenti a causa dellinstabilizzarsi ripetuto delle diagonali

  • Stategie di progettazione per la protezione s ismica

    6

    compresse, comportando una riduzione dellenergia dissipata dal sistema

    con il perdurare dellevento sismico.

    I telai con controventi eccentrici, costituiscono una valida alternativa alla

    precedente tipologia strutturale. La rigidezza del sistema notevolmente

    influenzata dalla presenza delle diagonali, che sono collocate

    eccentricamente rispetto agli elementi che compongono il telaio sismo-

    resistente. I controventi scompongono le membrature in due o pi parti di

    diversa lunghezza. La parte di lunghezza minore, cosiddetta link, funge

    propriamente da zona dissipativa, atta ad assorbire sollecitazioni di

    flessioni e taglio, quando sottoposta ad azioni sismiche.

    I telai sismo-resistenti trasferiscono le azioni orizzontali principalmente

    attraverso sollecitazioni flettenti. La dissipazione dellenergia avviene in

    corrispondenza delle estremit delle membrature, dove si registra la

    formazione di cerniere plastiche, atte ad esibire un comportamento ciclico

    rotazionale, compatibile con le capacit della struttura. Tali sistemi

    vengono progettati, con lintento di garantire un meccanismo di collasso

    controllato atto a massimizzare il numero di cerniere plastiche nella

    struttura, scongiurando di fatti i meccanismi di tipo parziale. Nello specifico

    caso, le cerniere plastiche si concentrano allestremit{ delle travi, piuttosto

    che allestremit{ delle colonne fatta eccezione per le membrature di base.

    Tale tipologia strutturale trova largo impiego nel campo degli edifici di

    media e/o bassa altezza, poich garantisce unadeguata dissipazione

    dellenergia sismica in ingresso, indispensabile per prevenire il collasso a

    seguito di eventi sismici di notevole intensit.

  • Inquadramento del le strategie per la protezione s ismica

    7

    Telai con controventi concentrici

    X-braced frame V-braced frame Inverted V-braced K-braced frame frame frame

    Telai con controventi eccentrici

    D-braced frame K-braced frame V- braced frame

    Telai momento-resistenti

    Figura 1. 2: Tipologia di srutture dissipative tradizionali

  • Stategie di progettazione per la protezione s ismica

    8

    Tuttavia i requisiti prestazionali imposti dagli attuali codici di

    progettazione sismica, atti a limitare la deformabilit laterale del sistema,

    sotto sismi di bassa intensit ma di maggiore frequenza, possono rivelarsi

    piuttosto severi. In particolare la rigidezza laterale della struttura

    diminuisce allaumentare progressivo della sua altezza, con conseguente

    incremento degli spostamenti relativi di piano.

    In accordo con la definizione di zone dissipative e zone non dissipative [2],

    interessante sottolineare che il comportamento post-elastico delle

    membrature in acciaio, pu determinare linsorgere di differenti

    meccanismi dissipativi, quali lo snervamento del materiale, la

    plasticizzazione del pannello nodale o degli elementi di connessione, il

    rifollamento dei bulloni, nonch la formazione di cerniere plastiche

    allestremit{ delle travi. Linsorgere di meccanismi non dissipativi pu

    determinare diversamente, fenomeni indesiderati di instabilit locale,

    snervamento dei bulloni e/o impegno plastico delle unioni saldate.

    Al fine di ottenere una progettazione controllata, risulta possibile conferire

    alle componenti potenzialmente pi deboli un grado di sovra-resistenza

    rispetto alle componenti propriamente dissipative, evitando di fatto

    linsorgere di meccanismi non dissipativi nel caso di strutture con

    comportamento duttile.

    Nellottica delle strategie tradizionali per la protezione del rischio sismico,

    alloccorrenza di eventi sismici di modesta entit{, e con bassi periodi di

    ritorno, lenergia sismica in ingresso viene dissipata esclusivamente per via

    viscosa, per tali ragione la (Eq. 1.5) assume la forma:

  • Inquadramento del le strategie per la protezione s ismica

    9

    Nel caso di eventi sismici distruttivi, con elevati periodi di ritorno, la (Eq.

    1.5) risulta:

    Lenergia sismica in ingresso viene dissipata maggiormente per via

    isteretica, e solo in misura minore tramite smorzamento viscoso. Le zone

    dissipative sono sottoposte ad un notevole impegno plastico, che conduce

    ad un progressivo danneggiamento delle membrature coinvolte.

    1.2.2 Strategie di tipo innovativo

    Come gi{ ampiamente discusso, ladozione di strategie tradizionali di

    progettazione opera ai fini della mitigazione del rischio sismico, riducendo

    lentit{ del danneggiamento in corrispondenza della struttura primaria.

    Una soglia di danno risulta ugualmente accettata, a condizione che la

    struttura, anche a seguito di eventi sismici dirompenti, preservi le capacit

    di resistenza e rigidezza rispetto alle azioni verticali ed ozzontali, tali da

    garantire la messa in sicurezza degli utenti, durante il perdurare

    dellevento sismico.

    La sperimentazione a scala reale, evidenzia una pi elevata rischiosit,

    direttamente connessa ai danni indiretti, che interessano ulteriormente le

    componenti non strutturali ed impiantistiche, i beni esposti, nonch

    persone e/o cose nellimmediato intorno di una costruzione.

    Non di minore rilevanza risulta laspetto meramente economico: i costi

    sostenuti, per il ripristino a seguito di danni strutturali permanenti,

    possono risultare significativi rispetto ai casi di progettazioni ex-novo.

    Al fine di limitare il danno eccedente, diretto ed indiretto, eventualmente

    registrato in corrispondenza di un sistema strutturale, le ricerche

  • Stategie di progettazione per la protezione s ismica

    10

    scientifiche degli ultime decenni, hanno proposto un approccio innovativo

    ai fini della protezione da rischio sismico. A ragione, appare indispensabile

    governare il moto proprio della struttura, auspicando desiderati

    meccanismi di dissipazione, in accordo con una filosofia progettuale

    cosiddetta Motion Based Structural Control.

    Tale strategia di Controllo Struttrale, prevede una progettazione sismica

    integrata, mediante limpiego di dispositivi addizionali, atti a modificare

    direttamente la risposta dinamica del sistema.

    I dispositivi di controllo si dividono in:

    - Attivi

    - Semi-attivi

    - Passivi

    - Ibridi

    1.3 SISTEMI ATTIVI DI CONTROLLO STRUTTURALE

    I sistemi di controllo attivo sono azionati medianti fonti di energia esterne al

    complesso strutturale. Essi sono costituiti mediante lassemblaggio di

    componenti integrate: gli attuatori, capaci di applicare le forze o gli

    spostamenti richiesti dal sistema di controllo, atti a contrastare gli input

    esterni in tempo reale. I sensori, installati per monitorare la struttura in

    continuo, ed acquisire i dati raccolti mediante dispositivi elettronici

    (controller). Tali sistemi di controllo, processano i risultati registrati dalle

    apparecchiature di misura, imponendo le azioni di contrasto utili a

    minimizzare la risposta dinamica della particolare costruzione. Di seguito,

    nella Figura 1. 3 si propone uno schema semplificato di funzionamento nel

    caso di dispositivi di controllo di tipo attivo [3].

  • Inquadramento del le strategie per la protezione s ismica

    11

    Figura 1. 3: Schema di controllo attivo

    Tali sofisticati sistemi, tuttavia presentano inevitabili criticit applicative,

    connesse alla stabilit{ e allaffidabilit{ delle apparecchiature impiegate,

    nonch ai costi di gestione e/o manutenzione richiesti in fase di esercizio,

    comportandone di fatti un limitato impiego.

    1.4 SISTEMI SEMI-ATTIVI DI CONTROLLO STRUTTURALE

    I sistemi di controllo semi-attivo esibiscono una risposta affine ai sistemi di

    controllo attivo, ma vengono azionati da un limitato impegno energetico

    poich operano senza monitoraggio in continuo, comportando cos

    labbattimento dei costi di gestione, nonch di manutenzione. In altri

    termini tali dispositivi, hanno la capacit di variare dinamicamente le

    proprie caratteristiche meccaniche, al fine di adeguarsi sensibilmente alle

    azioni a cui la struttura risulta sottoposta. In tale categoria ricadono i

    dispositivi a rigidezza variabile (Kobori et al., 1991),i dispositivi semiattivi

    ad attrito (Ferri & Heck, 1992), gli smorzatori semiattivi a fluido viscoso

  • Stategie di progettazione per la protezione s ismica

    12

    (Kwashima & Unioh, 1994), gli smorzatori elettroreologici (Ehrgott e Masri,

    1994; Gavin,1995; Makris 1997) e magnetoreologici (Spencer & Carlson,

    2001). Suddetti sistemi manifestano comportamenti maggiormente stabili,

    consentendone di fatti una pratica applicazione [4].

    1.5 SISTEMI PASSIVI DI CONTROLLO STRUTTURALE

    I sistemi di controllo passivo, risultano perfettamente integrati con la

    struttura; essi alterano opportunamente la risposta dinamica del

    complesso strutturale, influenzandone lo smorzamento e la rigidezza

    laterale, durante leccitazione sismica. Tali dispositivi operano in assenza di

    fonti energetiche esterne, e non richiedono alcun sistema di monitoraggio.

    Nellottica di tale sistemi di controllo, con riferimento alla (Eq. 1.4),

    possibile adottare differenti strategie atte ad:

    - Incrementare lenergia dissipata per smorzamento viscoso ,

    mediante limpiego di smorzatori viscosi opportunamenti collocati.

    - Incrementare lenergia dissipata per via isteretica , mediante

    linstallazione di dispositivi dissipatori isteretici.

    - Ridurre lenergia sismica in ingresso mediante dispositivi

    isolatori.

    - Prevedere la combinazione delle tre suddette stategie

    1.6 SISTEMA IBRIDI DI CONTROLLO STRUTTURALE

    I sistemi di controllo ibrido sono caratterizzati da una combinazione in

    serie o parallelo, di sistemi attivi e semiattivi con sistemi passivi.

    Linteresse di questi assemblaggi risiede nella somma dei vantaggi

    derivanti da ogni sistema: i dispositivi passivi veicolano la risposta,

  • Inquadramento del le strategie per la protezione s ismica

    13

    dinamica della struttura, diversamente i sistemi attivi operano sul moto

    proprio indotto, riducendo spostamenti ed accelerazioni.

    E interessante sottolineare che questi sistemi, costituiscono parte

    integrante del sistema strutturale principale; essi non sono progettati per

    resistere ai carichi verticali, e possono essere installati temporaneamente,

    per la manutenzione riparazione o sostituzione, fatta eccezione per i

    dispositivi isolatori. In particolare i sistemi passivi sono di pi facile

    impiego, pi economici, resistenti e maggiormente affidabili rispetto ai

    differenti sistemi sopra menzionati, per tali ragioni sono maggiormente

    impiegati rispetto agli altri sistemi di controllo.

    1.7 CLASSIFICAZIONE DEI DISPOSITIVI PASSIVI PER IL CONTROLLO

    STRUTTURALE

    Si rivolge nel seguito una particolare attenzione ai dispositivi impiegati per

    il controllo di tipo passivo. In particolare, possibile distinguere:

    - Dispositivi dissipatori supplementari

    - Dispositivi isolatori

    - Dispositivi misti

    Ai fini della trattazione, si propone una classificazione accurata dei soli

    dispositivi dissipatori presenti in commercio.

    I sistemi di dissipazione supplementare dellenergia sono costituiti da

    dispositivi di limitate dimensioni, installati al fine di dissipare lenergia

    sismica in ingresso, attraverso la formazione di cerniere plastiche

    localizzate allestremit{ delle travi, negli elementi di connessione, in

    corrispondenza del pannello a taglio, o allestremit delle colonne.

  • Classi f icazione dei disposit ivi pass iv i per i l control lo strutturale

    14

    Tale approccio, riduce la domada plastica della struttura primaria

    minimizzando lentit{ dei danni.

    Attraverso formulazioni di carattere analitico, si individuano nel seguito

    quei parametri atti ad influenzare la risposta del generico dispositivo,

    ovvero velocit e spostamento registrati dalla struttura, alloccorrenza di

    un evento sismico.

    Dissipatori attivabili per effetto dello spostamento

    - Dispositivi isteretici

    Il legame costitutivo di tali dissipatori esprimibile mediante la seguente

    legge:

    In commercio, sono disponibili numerose tipologie di dissipatori isteretici

    in acciaio, essenzialmente costituiti da elementi dissipativi di differente

    morfologia, capaci di garantire una uniforme plasticizzazione del

    dispositivo. Allinterfaccia tra la struttura ed il dissipatore, non di rado

    vengono installati sistemi di vincolo di tipo dinamico che lavorano in serie

    con il dispositivo stesso.

    Essi consentono i movimenti di modesta entit{, senza lattivazione degli

    elementi dissipativi in condzioni di servizio. Al manifestarsi di eventi

    sismici distruttivi si arrestano, trasmettendo le azioni orizzontali

    esclusivamente ai dissipatori. Limpegno plastico dellelemento, pu

    manifestarsi mediante sollecitazioni assiali di trazione-compressione,

    momenti flettenti, torcenti o meccanismi combinati tra essi. In particolare

    negli edifici, assai frequente limpiego di dispositivi isteretici assiali ad

    instabilit impedita (BRAD), agenti in trazione-compressione,

    particolarmente indicati nei controventi dissipativi (Figura 1. 4).

  • Inquadramento del le strategie per la protezione s ismica

    15

    Figura 1. 4: Dispositivi isteretici tipo BRAD Liceo Classico Perticari, Senigallia

    Dissipatori attivati dalla velocit

    - Smorzatori viscosi lineari

    - Smorzatori viscosi non lineari

    I dissipatori viscosi, e pi in generale i dissipatori viscosi a comportamento

    non lineare presenti in commercio, includono sistemi a cilindro,

    caratterizzati da due camere comunicanti, riempite di fluido siliconico.

    Questultimo viene messo in moto mediante un pistone, in grado di

    scorrere in entrambe le direzioni. La dissipazione dellenergia avviene a

    seguito dei movimenti relativi dele due estremit del dispositivo,

    solitamente realizzate mediante snodi sferici, atti ad assicurare un perfetto

    allineamento fra pistone e cilindro, assorbendo di fatto eventuali tolleranze

    nella fase di posa in opera.

  • Classi f icazione dei disposit ivi pass iv i per i l control lo strutturale

    16

    Figura 1. 5: Dispositivi Dissipatori Rion Antirion Bridge, Grecia.

    - Dispositivi ad attrito

    Tale tipologia viene approfonditamente trattata nel capitolo successivo.

    Dispositivi attivabili per effetto di spostamento e velocit:

    - Dispositivi viscoelastici

    - Dispositivi viscoelastici non lineari

    In commercio si possono trovare dei dissipatori viscoelastici elastomerici,

    costituiti da uno o pi strati di elastomero, vulcanizzati a piastre in acciaio,

    che consentono il collegamento con gli elementi strutturali adiacenti. La

    dissipazione di energia si concentra in corrispondenza degli strati di

    elastomero, questi caratterizzati da un elevato smorzamento, sono in grado

    di assorbire notevoli deformazioni taglianti sotto lavvento di azioni

    orizzontali. Sono solitamente combinati con strutture controventate, al fine

    di realizzare controventi dissipativi a comportamento visco-elastico per la

    protezione sismica delle strutture intelaiate, in c.a., c.a.p. o acciaio [5].

  • Inquadramento del le strategie per la protezione s ismica

    17

    Figura 1. 6: Dispositivi Dissipatori Scuola Media Gentile Fermi di Fabriano

    1.8 MOTIVAZIONI DEL LAVORO DI RICERCA

    Le argomentazioni fin qui proposte, consentono di effettuare unanalisi

    critica delle strategie di progettazione per la mitigazione del rischio

    sismico, nonch sottolineare una scelta operativa atta a favorire limpiego

    di sistemi di controllo passivo. Tale filosofia di progetto consente di

    ridurre lentit{ dei danni diretti ed indiretti in corrispondenza di un

    sistema strutturale, garantendo il perfetto equilibrio tra costi e benefici,

    nonch stabilit ed efficienza.

    Di fatto, la struttura primaria, risulta ugualmente interessata da

    meccanismi di danneggiamento, ma in misura limitata rispetto ad una

    struttura di tipo tradizionale, in quanto esibisce una capacit di

    dissipazione supplementare, ovvero addizionale, per mezzo dellimpiego di

    particolari dispositivi.

  • Motivazioni del Lavoro di Ricerca

    18

    Lattivit{ di ricerca del seguente lavoro, si svilupper nei successivi capitoli,

    con lambizioso intento di eliminare del tutto il danneggiamento in

    corrispondenza delle membrature strutturali facente parti di un complesso

    sistema. A tale scopo, nel caso di telai Moment Resisting Frame, le zone

    dissipative tradizionalmente collocate allestremit{ delle travi saranno

    sostituite con collegamenti di tipo Double Split Tee (DST) equipaggiati con

    dissipatori ad attrito, non diversamente alla base delle colonne del primo

    impalcato si provveder{ allinstallazione di collegamenti a perno

    ugualmente equipaggiati con dissipatori ad attrito, posizionati con

    opportuno braccio di leva, al fine di garantire un pre-fissato livello di

    resistenza flessionale.

    Si sottolinea altres lapproccio innovativo qui di seguito proposto, volto

    esclusivamente alla sostituzione delle zone dissipative con elementi

    dissipatori, indipendentemente dalle capacit di dissipazione proprie della

    struttura.

    Una mirata progettazione consente di concentrare lenergia sismica in

    ingresso esattamente in corrispondenza di suddetti dissipatori, che di fatto

    risultano facilmente sostituibili, nel caso si registri una perdita di

    funzionalit, a seguito di un evento sismico.

    Lanalisi critica dei dissipatori ad attrito attualmente presenti in letteratura

    e/o commercio, presentata al Capitolo 2, conduce ad una innovativa idea di

    progetto, le cui prestazioni saranno accuratamente investigate nellambito

    di un programma sperimentale condotto presso il Laboratorio Prove

    Materiali e Strutture dellUniversit{ degli Studi di Salerno, cos come

    mostrato nel Capitolo 3. In particolare, una fase preliminare di

    sperimentazione, ha investigato le propriet attritive di differenti materiali,

  • Inquadramento del le strategie per la protezione s ismica

    19

    quali acciaio, ottone, materiali compositi a matrice fibrosa ed acciaio

    rivestito con alluminio termicamente spruzzato allarco elettrico, al fine di

    consentire lulteriore ottimizzazione della suddetta idea.

    Gli ottimi risultati ottenuti, hanno dato ulteriore impulso allattivit{ di

    ricerca, prevedendo una prima applicazione ad ampia scala di suddette

    strategie, nel caso di edificio multipiano in acciaio. Auspicando un

    approccio multidisciplinare di tale lavoro, al Capitolo 4 si riporta lesito

    della procedura di progettazione delle componenti essenziali del suddetto

    complesso strutturale, quali travi, colonne, nonch sistemi di connessione,

    corredato dagli elaborati grafici ritenuti maggiormente significativi, al fine

    di evidenziare le scelte tecnologiche intraprese.

    Al Capitolo 5, lo sviluppo di un modello agli elementi finiti (FEM), mediante

    software di calcolo SAP2000, ha conportato lennesimo momento di

    sperimentazione, volto alla valutazione delle prestazioni di un pi

    complesso sistema strutturale. Le analisi dinamiche non lineari (IDA)

    condotte sistematicamente, hanno sottoposto la struttura a differenti

    registrazioni accelerometriche, opportunamente selezionate dal database

    del Pacific Earthquake Engeneering Research Center (PEER), scalati per

    differenti livelli di intensit, in funzione della pericolosit del sito di

    riferimento.

    Lanalisi dei dati cos disponibili, ha confermato le potenzialit{ applicative

    di suddette strategie, nonch lefficacia dellapproccio innovativo, qui di

    seguito proposto, evidenziando elevati valori di accelerazione spettrale,

    ossia di misura dellintensit{ sismica, che la tipologia strutturale proposta

    consente di sopportare con danneggiamenti sostanzialmente trascurabili.

  • Bibl iograf ia

    20

    1. 9 BIBLIOGRAFIA

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  • Inquadramento del le strategie per la protezione s ismica

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    [11] Mazzolani, Federico M., 1991.Seismic Behaviour of Steel Structure,1st

    National Conference on Steel Structure, Athens, June 1991.

  • 22

    CAPITOLO 2

    Dispositivi Dissipatori ad attrito

    In accordo con gli sviluppi scientifici degli ultimi decenni nel campo

    dellIngegneria sismica, lattrito risulta un efficiente meccanismo per la

    dissipazione supplementare dellenergia, atto ad incrementare lo

    smorzamento in corrispondenza di una struttura sottoposta a carichi ciclici

    dinamici.

    La dissipazione si realizza per mezzo di fenomeni attritivi che si sviluppano

    a seguito dello scorrimento di due superfici a contatto, adeguatamente

    trattate. Lentit{ delle tensioni normali allinterfaccia capace di favorire il

    meccanismo di frizione, pu essere controllata mediante lapplicazione di

    pressioni idrauliche o forze elettromagnetiche, diversamente nei casi pi

    frequenti, sufficientemente significativi ai fini del seguente lavoro, si

    prevede limpiego di bulloni ad alta resistenza.

    In particolare, per le costruzioni in acciaio, le unioni bullonate ad attrito,

    favoriscono il trasferimento degli sforzi di taglio, in corrispondenza degli

    elementi connessi, attraverso lo scorrimento relativo delle interfacce a

    contatto. Tale cinematismo, possibile mediante limpiego di piatti asolati,

    viene di fatto influenzato dalle tensioni normali superficiali, applicate

    mediante il pre-serraggio dei bulloni.

    Diversi studi [1][2] hanno evidenziato laffidabilit{ e lefficienza di tali

    dispositivi, capaci ad esibire una risposta ciclica stabile, esercitando un

    valore di resistenza allo scorrimento costante nel tempo. I vantaggi

    operativi si sommano allestrema semplicit{ di progettazione,

    fabbricazione ed installazione, nonch ai bassi costi di manutenzione che

  • Dispositivi dissipatori ad attrito

    23

    essi comportano, auspicandone di fatto lintegrazione nel caso di sistemi

    simo-resistenti verticali.

    Nei capitoli successivi, unaccurata analisi discuter{ in merito ai dispositivi

    fin qui proposti, fornendone i principali indirizzi progettuali e sperimentali.

    Al fine di una pi ampia comprensione degli argomenti investigati, si

    riportano brevemente i principi posti a fondamento della teoria classica

    dellattrito, con particolare attenzione ai meccanismi dinterazione che si

    esercitano nel caso di superfici metalliche.

    2.1 MECCANISMI DINTERAZIONE TRA SUPERFICI METALLICHE

    La Tribologia la scienza che studia i fenomeni dattrito, di lubrificazione e

    di usura delle superfici a contatto, in moto relativo tra loro.

    Nonostante eminenti studiosi (Bowden and Taylor 1950, Rabinowicz 1965;

    Sarkar 1980), abbiano formulato teorie atte a prevedere lentit{ della forza

    dattrito sotto carichi di natura statica e dinamica, il fenomeno dello

    scorrimento appare piuttosto complesso, a causa dei numerosi meccanismi

    dinterazione che di fatti vengono ad innescarsi.

    Lo scorrimento relativo di parti metalliche in contatto, determina

    linsorgere di una forza dattrito, per effetto delladesione e/o dei legami

    intermolecolari che caratterizzano linterfaccia di contatto. Lazione statica

    resistente risulta influenzata dallapplicazione di uno sforzo, normale alla

    superficie di scorrimento, allorch il materiale registra deformazioni

    elastiche e/o plastiche. Larea effettiva di contatto aumenta

    progressivamente fino al raggiungimento di una nuova configurazione di

    equilibrio. Durante questo processo, il contributo delle forze di attrazione

  • Meccanismi dinterazione tra superfici metalliche

    24

    intermolecolare, si sovrappone alleffetto dellazione normale,

    contribuendo alla formazione di micro-saldature superficiali, che come

    tante molle in serie, deformano elasticamente.

    Figura 2. 1: Fenomeno di adesione

    Generalmente la forza dattrito, si oppone al moto, di contro necessario

    incrementare progressivamente lazione esterna, nonch lentit{ dello

    spostamento, fino ad uguagliare suddetta azione resistente. Al

    raggiungimento del valore di taglio critico delle micro-saldature, si assiste

    alla rottura dei legami intermolecolari, che genera di fatto il moto relativo

    delle parti a contatto. In tale fase, il valore della forza dattrito dinamica

    risulta dipendente dai valori di velocit{ registrati allinterfaccia; essa va

    riducendosi progressivamente abbattendo il corrispondente valore del

    coefficiente dattrito [2] .

    Tale fenomemo risulta notevolmente influenzato dai legami di adesione

    superficiale, ovvero dalla tessitura delle interfaccie a contatto, nonch dalle

    loro caratteristiche meccaniche e termiche. In particolare, alla scala

    microscopica, i metalli risultano caratterizzati per strati, quali substrato

    metallico, strato di materiale indurito, ossido, gas adsorbito, contaminanti

    (Schmaltz 1936).

  • Dispositivi dissipatori ad attrito

    25

    Figura 2. 2: Composizione a strati per superfici metalliche

    Lo strato di materiale indurito possiede una struttura che dipende dalla

    composizione e dalla storia di lavorazione del metallo.

    Al di sopra di esso, pu essere presente uno strato amorfo o cristallino,

    formatosi a seguito di notevoli stress termici. Uno strato di ossido

    generalmente ricopre lo strato di materiale indurito (ad eccezione dei

    metalli nobili); il suo spessore e la sua stabilit dipendono dalla particolare

    composizione chimica del metallo, nonch dellatmosfera in cui esso stato

    esposto.

    Su tale strato, in condizioni normali, pu essere presente uno strato di gas

    adsorbito ed eventualmente contaminanti come polvere, grasso e/o

    inquinanti provenienti dallambiente circostante.

    Ancora nel caso di contatto tra metalli di analoghe caratteristiche, laffinit{

    dei legami intermolecolari determina una resistenza allo scorrimento

    maggiore, diversamente la resistenza caratteristica del materiale, influenza

    limitatamente i fenomeni di adesione.

  • Meccanismi dinterazione tra superfici metalliche

    26

    Contrariamente a quanto si ritiene, il valore del coefficiente dattrito, non

    dipende direttamente dalla rugosit superficiale, poich lattrito si esercita

    a parit di area di contatto.

    Un ulteriore meccanismo dinterazione si manifesta, quando sono poste a

    contatto tra loro superfici a spigolo vivo, il moto relativo induce striature

    allinterfaccia provocando lincremento della forza dattrito.

    Ai fini del bilancio energetico, il lavoro compiuto dalle azioni esternamente

    applicate risulta pari allenergia potenziale elastica di deformazione,

    immagazzinata nel sistema. Allatto dello scorrimento tale contributo viene

    dissipato per via cinetica, sotto forma di deformazioni plastiche, energia

    termica, di vibrazione e/o rumore.

    In particolare lenergia termica diffonde per conduzione, convezione e

    irraggiamento, dagli strati pi interni agli strati pi esterni, causando un

    progressiva variazione del profilo di temperatura locale. Suddetta

    variabilit dipender direttamente dallentit{ e dalla durata dello

    scorrimento, nonch dallefficienza del meccanismo di diffusione, dalla

    conducibilit termica e dal calore specifico del materiale.

    Un notevole quantitativo di energia termica solitamente concentrata in

    corrispondenza delle micro-saldature che si rompono e si ricreano durante

    lo scorrimento. Poich hanno una limitata resistenza, la temperature varia

    continuamente lungo linterfaccia e influenza il meccanismo di

    scorrimento.

    Il massimo valore, che pu essere registrato non pu superare il punto di

    fusione dei due metalli in contatto.

    Se la temperatura di fusione raggiunta allinterfaccia di uno dei due

    metalli, un film di metallo fuso si forma. In tale circostanza la superficie non

  • Dispositivi dissipatori ad attrito

    27

    pi in grado di esibire una propria resistanza a taglio, il coefficiente

    dattrito si abbatte significativamente.

    Laumento della temperatura aumenta la possibilit{ di formare uno strato

    di ossido, riducendo la resistenza dei legami e di conseguenza il coefficiente

    dattrito.

    Quando la temperatura di fusione registrata nel materiale indurito, si

    forma unampia area di contatto, determinando un elevato coeffciente

    dattrito

    2.1.1 MECCANISMI DI USURA

    Lusura un processo che comporta la progressiva asportazione di

    materiale dalla superficie di scorrimento per effetto dellattrito generatosi

    allinterfaccia. Le pi comuni forme di usura sono:

    - Adesione

    - Abrasione

    - Corrosione

    Lusura adesiva si manifesta, allorch allatto dello scorrimento, si registra

    lasportazione di materiale in corrispondenza di una delle due superfici a

    contatto. Al progredire del cinematismo, le micro-particelle risultanti

    possono collocarsi in aderenza ad una delle due superfici, trasferirsi

    nuovamente sulla superficie originaria o distaccarsi definitivamente in

    particelle sciolte. Daltro canto, il materiale sciolto derivante dai fenomeni

    dinterazione favorisce la formazione di asperit{, determinando un

    aumento del coefficiente dattrito.

    Qualora si impieghino due differenti materiali, le micro-particelle si

    collocheranno in corrispondenza del materiale pi debole, determinando di

  • Teoria Classica dellAttrito

    28

    fatto un elevato valore del coefficiente dattrito, come nel caso di superfici

    affini.

    Lusura abrasiva si manifesta qualora le superfici risultino interessata da

    scanalature superficiali e/o striature atte a ridurre lo spessore del

    materiale. I frammenti derivanti da tale interazione, favoriscono

    ulteriormente al meccanismo di usura.

    Lusura corrosiva, si realizza con liinescarsi reazioni chimiche superficiali,

    con la progressiva formazione di un film sottile, che gradualmente produce

    un impatto irreversibile per linterfaccia.

    In altre circostanze, lindesiderato fenomeno pu prevenire lusura

    adesiva, preservando di fatti le caratteristiche superficiali.

    Tali fenomeni, determinano una progressiva riduzione dello spessore

    allinterfaccia, facendo registrare progressive diminuzioni del coefficiente

    dattrito.

    2.2 TEORIA CLASSICA DELLATTRITO

    Come gi accennato lorigine del fenomemo attritivo risiede nellentit{ delle

    forze di adesione e coesione che si innescano tra due superfici a contatto.

    Da un punto di vista essenzialmente geometrico, possibile di distinguere

    contatti di tipo puntuale e contatti di tipo conforme.

    Nel primo caso, larea di contatto degenere, si riduce ad un punto o ad una

    linea (elementi volventi posti su piste di rotolamento) e risulta

    proporzionale al carico normale superficiale e alla resistenza del materiale.

    Nel secondo caso, larea di contatto non degenera e risulta proporzionale

    alle dimensioni delloggetto coinvolto (slitte piane, cuscinetti di

    scorrimento).

  • Dispositivi dissipatori ad attrito

    29

    Innumerevoli modelli teorici sono stati sviluppati nei secoli per descrivere

    la complessa interazione attritiva che si genera tra due materiali.

    Nella generalit{ dei casi, lattrito risulta notevolmente influenzato dalla

    velocit, nonostante dipenda da altri fattori, quali le pressioni di contatto

    allinterfaccia, la temperatura, il grado di usura, le caratteristiche dei

    lubrificanti. Tale dipendenza pu essere matematicamente espressa

    secondo:

    (Eq. 2. 1)

    FA la forza dattrito, che si oppone allazione di scorrimento; N lo sforzo

    normale agente sulla superficie di contatto e rappresenta la velocit

    relativa tra le due superfici [3].

    Tuttavia, possibile ricorrere a modelli matematici semplificati, atti a

    garantire un sufficiente grado di approssimazione alla scala macroscopica

    della pratica ingegneristica.

    In particolare, nel caso di superfici metalliche, secondo la teoria di Bowden

    & Tabor [4], le forze di adesione dipendono dal valore di resistenza a taglio

    esibito dalle micro-saldature, e risultano direttamente proporzionali

    alleffettiva area di contatto.

    Nel caso di metalli a comportamento elasto-plastico, si pu assumere:

    (Eq. 2. 2)

    A la reale area di contatto, 0 la durezza alla penetrazione del materiale

    e N lo sforzo normale agente sulla superficie di contatto.

    La forza ad attrito dovuta alladesione FA pu essere espressa come :

    FA = As =

    (Eq. 2. 3)

    Laddove s rappresenta la forza per unit di area necessaria per attivare lo

    scorrimento relativo tra le micro-saldature.

  • Teoria Classica dellAttrito

    30

    Diversamente il contributo derivante dalle asperit superficiali, pu essere

    stimato secondo:

    FP = nrh0 (Eq. 2. 4)

    Dove n il numero delle asperit, r la profondit delle asperit dimezzata

    e h laltezza delle asperit{.

    La forza di scorrimento complessiva risulta:

    F = FA + FP (Eq. 2. 5)

    La componente FP offre un contributo significativo durante il processo di

    abrasione. Tuttavia stato dimostrato per il particolare caso dei metalli,

    che suddetto contributo risulta trascurabile.

    Dalla (Eq 2.3) si ricava il postulato fondamentale alla base della teoria

    classica dellattrito, secondo cui il rapporto tra la forza di attrito e il carico

    normale applicato allinterfaccia, risulta di fatto costante e non dipende

    dallarea effettiva di contatto. Sia il coefficiente dattrito dellinterfaccia a

    scorrimento:

    (Eq. 2. 6)

    s rappresenta la tensione di aderenza del materiale pi debole e 0 la

    durezza alla penetrazione del materiale pi duro.

    Il modello teorico valido nel caso di attrito a secco [5], assume a proprio

    fondamento i seguenti postulati:

    1. La forza dattrito indipendente dallarea di contatto.

    2. La forza dattrito risulta direttamente proporzionale allazione

    normale applicata.

    3. La forza dattrito complessiva indipendente dalla velocit di

    scorrimento, qualora il suo valore risulti di modesta entit.

  • Dispositivi dissipatori ad attrito

    31

    I primi due postulati sono spesso conosciuti come Leggi di Amontons, dal

    nome del fisico francese Guillaume Amontons, che per primo le ripropose

    nel 1699. La terza legge, venne successivamente proposta dallingegnere

    francese Charles Augustin Coulomb (Halling, 1978; Persson, 2000), che

    stim sperimentalmente il valore delle forza dattrito statica e dinamica

    secondo la seguente legge:

    F = N (Eq. 2. 7)

    Sia N lo sforzo assiale applicato sulla superficie e il coefficiente di attrito

    corrispondente.

    In accordo con la Legge di Coulomb, lEurocodice 3 [6] definisce la

    resistenza di progetto allo scorrimento, nel caso di unioni bullonate ad

    attrito pari a :

    (Eq. 2.

    8)

    ks funzione della configurazione del foro

    m il numero di superfici in contatto

    rappresenta il valore del coefficiente dattrito determinato

    sperimentalmente

    Fp,c rappresenta lazione di pre-carico del singolo bullone ad alta

    resistenza, che risulta pari:

    (Eq. 2. 9)

    M3 rappresenta il coefficiente parziale di sicurezza pari ad 1,25.

    Dalla (Eq. 2.8), evidente come la progettazione di suddetti collegamenti

    risulti facilmente governabile assegnando opportunamente il valore della

    coppia di pre-serraggio, il numero e il diametro dei bulloni. In particolare al

  • Teoria Classica dellAttrito

    32

    fine di ottimizzare il comportamento dellinterfaccia ad attrito, necessario

    impiegare materiali con elevato coefficiente di scorrimento, garantendo il

    mantenimento dellazione di pre-carico in corrispondenza dellasse del

    bullone.

    Tuttavia, il moto relativo delle superfici a contatto, favorisce i meccanismi

    di usura gi menzionati, che di fatto determinano la progressiva riduzione

    dello spessore dellinterfaccia, con conseguente riduzione del coefficiente

    dattrito e del precarico del bullone.

    In fatti, le oscillazioni del livello di precarico del bullone possono condurre

    in alcuni casi a cicli di isteresi instabili, per cui il quantitativo di energia

    dissipata non risulta di fatti prevedibile aprioristicamente.

    Al fine di ridurre tale inconveniente, possibile utilizzare rondelle coniche,

    ad alta resistenza, in grado di deformarsi elasticamente quando sottoposte

    allapplicazione di sforzi assiali; esse a seguito di rilascio, assumono

    nuovamente la configurazione indeformata.

    Qualora si verifichi lusura del materiale ad attrito, le rondelle coniche

    ripristinano lentita della forza di pre-compressione, preservando lo stato

    di trazione del bullone. La loro particolare forma, consente differenti

    combinazione [7]:

    - Combinazione in serie, quando orientate nella stessa direzione, atte

    a costituire un sistema pi rigido

    - Combinazione in parallelo quando orientate con direzioni alternate,

    atte a costituire un sistema maggiormente deformabile

    - Combinazione di rondelle in parallelo disposte serie atte ad ottenre

    di ottenere un sistema di pre-fissata rigidezza e/o deformabilit.

  • Dispositivi dissipatori ad attrito

    33

    In verit, i test sperimentali condotti nel caso di unioni ad attrito in cui

    previsto limpiego di rondelle coniche (vedi 3.4.6 Test sperimentale con

    rondelle coniche) evidenziano limitati benefici.

    Tuttavia recenti studi [8] hanno dimostrato come il serraggio dei bulloni

    risulti influenzato da fenomeni di rilassamento a breve termine, nelle 12

    ore immediatamente successive allassemblaggio dellunione;

    diversamente i fenomeni a lungo termine si protraggono asintoticamente

    durante il tempo di funzionamento.

    Ancora quando si effettua il pre-serraggio di un gruppo di bulloni, si

    registra una perdita di carico a seguito dei mutui effetti dinterazione: dopo

    il serraggio di ogni bullone successivo, il precedente sperimenta una caduta

    di tensione.

    Per le suddette ragioni nella pratica comune si provvede alladozione di

    rondelle coniche, al fine di garantire il mantenimento del pre-carico nei

    bulloni durante la vita utile del dispositivo, nonch durante la fase di

    scorrimento.

    2.3 INFLUENZA DEI DISPOSITIVI AD ATTRITO SULLA RISPOSTA

    SISMICA DI UN SISTEMA SDOF

    Come gi evidenziato nel precedente paragrafo, nella generalit dei casi gli

    smorzatori ad attrito, esibiscono una risposta ciclica, funzione della

    velocit registrata in corrispondenza delle superfici di contatto. Il modello

    meccanico rappresentativo di tale comportamento costituito da un

    legame rigido-plastico, la cui soglia di resistenza risulta pari ad :

    (Eq. 2. 10)

  • Influenza dei dispositivi ad attrito sulla risposta sismica di un sistema SDOF

    34

    Figura 2. 3: Legame rigido-plastico per dispositivo ad attrito

    Al fine di chiarire linfluenza dei dispositivi ad attrito sulla risposta sismica

    globale di un complesso strutturale MDOF, si analizza preliminarmente il

    comportamento di un sistema SDOF equipaggiato con dissipatore ad

    attrito, in presenza di smorzamento, soggetto ad eccitazione sismica.

    Siano ud ed rispettivamente lo spostamento relativo e la velocit

    relativa registrata in corrispondenza del dissipatore, funzioni della

    variabile tempo.

    Ancora x ed , rispettivamente lo spostamento e la velocit registrati dal

    sistema SDOF, al variare del tempo. Per la continuit fisica delle parti

    costituenti il sistema, vale:

    (Eq. 2. 11)

    In tale circostanza, portando in conto le forze inerziali, leffetto dello

    smorzamento dovuto alle caratteristiche intrinseche della struttura,

  • Dispositivi dissipatori ad attrito

    35

    nonch la distribuzione delle forze elastiche di richiamo, e il contributo del

    dispositivo installato, lequazione del moto assume la forma :

    (Eq. 2. 12)

    Figura 2. 4: Schema Sistema SDOF equipaggiato con dispositivo ad attrito

    La risposta meccanica del sistema in serie, di cui sopra, rappresentata per

    la sovrapposizione degli effetti mediante la :

    (Eq. 2. 13)

    Si individua in accordo con il Principio di uguale energia, un sistema

    equivalente, caratterizzato da una rigidezza pari a:

    (Eq. 2. 14)

    Sia ceq, la costante di smorzamento del medesimo sistema, il contributo

    della viscosit dinamica dato da:

    m

  • Influenza dei dispositivi ad attrito sulla risposta sismica di un sistema SDOF

    36

    (Eq. 2. 15)

    Figura 2. 5: Risposta ciclica per sistema SDOF equivalente

    Si assume lipotesi di moto armononico, durante il ciclo disteresi che fa

    registrare il massimo valore di spostamento in corrispondenza del

    dispositivo. Sia la pulsazione naturale del sistema o frequenza angolare,

    al variare del tempo risulta:

    (Eq. 2. 16)

    Sia lo spostamento infinitesimo in corrispondenza del dispositivo:

    (Eq. 2. 17)

    Il lavoro compiuto dal dispositivo per tale spostamento risulta:

    (Eq. 2. 18)

    Larea sottesa al ciclo forza-spostamento, rappresentativo della risposta del

    dispositivo (Figura 2. 5), rappresenta lenergia effettivamente dissipata per

    via isteretica:

    F

  • Dispositivi dissipatori ad attrito

    37

    (Eq. 2. 19)

    Dalla Eq. 2.18 si ricava il valore della costante di smorzamento:

    (Eq. 2. 20)

    Lentit{ dello smorzamento equivalente, funzione dello smorzamento

    critico del sistema risulta:

    (Eq. 2. 21)

    Essendo

    Con riferimento allo schema in Figura 2. 4 risulta:

    (Eq. 2. 22)

    Osservando la Figura 2. 5, si ricava:

    (Eq. 2. 23)

    La Eq. 2.20, si riscrive nella forma:

    (Eq. 2. 24)

    Lo smorzamento complessivo del sistema SDOF equipaggiato con

    dissipatori ad attrito, si ricava secondo:

    (Eq. 2. 25)

    Il periodo di vibrazione equivalente:

  • Bibl iograf ia

    38

    Sia 0 lo smorzamento del sistema SDOF sprovvisto di dispositivo ad

    attrito. La procedura di calcolo risulta iterativa in quanto lentit{ del

    massimo spostamento non risulta nota a priori: la determinazione di

    procede per step successivi, a partire da valori di tentativo.

    Impiegando spettri di risposta a smorzamento fissato, possibile

    risalire ai corrispondenti valori di accelerazione spettrale, nonch di

    spostamento registrato, effettuando un controllo della convergenza

    fino al soddisfacimento della Eq. 2.24, con unopportuna tolleranza

    fissata per una soglia del 5%.

    Tale procedura, risulta approssimata, in quanto riferita ad un

    sistema SDOF sottoposto ad una particolare storia di spostamento.

    Diversamente nei casi reali, alloccorrenza di un evento sismico, la

    risposta del sistema risulta notevolmente variabile, ai fini della sua

    determinazione, a rigore, necessario condurre unanalisi dinamica

    non lineare, che porti in conto la variabilit dello smorzamento

    equivalente nei cicli di carico e scarico successivi, in funzione dello

    spostamento massimo registrato dalla struttura.

    Tuttavia, la metodologia consente la stima degli effetti derivanti

    dallinstallazione di suddetti dispositivi. Appare evidente,

    lincremento di energia dissipata alloccorrenza di un evento sismico,

  • Disposit ivi diss ipatori ad attr ito

    39

    nonch linfluenza della risposta dinamica del sistema, che di fatti

    assume un grado di smorzamento superiore rispetto ai casi

    tradizionali.

    E ovvio che tali prestazioni valgono ancor pi nel caso di sistemi

    MDOF, laddove linstallazione di tali dispositivi consente di ridurre

    gli spostamenti relativi dinterpiano, in condizioni di servizio, e

    favorire la massimizzazione delle zone dissipative nel caso di eventi

    sismici di elevata intensit.

    2.4 ANALISI DEI DISPOSITIVI ESISTENTI

    La seguente fase di analisi, volta ad individuare nuovi indirizzi di ricerca,

    finalizzati alla progettazione di dispositivi ad attrito di tipo innovativo, da

    integrare, nel caso di costruzioni in acciaio, ai sistemi sismo-resistenti

    verticali. Tale approccio critico passa in rassegna i principali sistemi, che

    negli anni, hanno dimostrato requisiti di affidabilit e robustezza, nel

    campo dellIngegneria Civile. La classificazione qui di seguito proposta,

    metta in evidenza le caratteristiche tecnologiche e meccaniche

    fondamentali, nonch la funzionalit{ e lefficienza di ciascuna tecnologia

    presa in considerazione, al fine di valutarne le ulteriori potenzialit

    applicative.

    In particolare possibile distinguere dispositivi:

    - Rotazionale

    - Assiale

  • Bibl iograf ia

    40

    Uno dei primi dispositivi ad attrito di tipo assiale stato sviluppato da Pall

    & Marsh [9], prevedendone limpiego in corrispondenza delle zone

    dintersezione delle diagonali di controvento dei sistemi intelaiati in

    acciaio. Lo scorrimento si concentrava in prossimit{ dellinterfaccia tra la

    trave e il piatto di acciaio, atto ad accogliere le diagonali di controvento. La

    dissipazione dellenergia veniva auspicata mediante linterposizione di

    materiale ad attrito a matrice asbestosa.

    Il sistema, veniva gi concepito al fine di evitare lo scorrimento sotto

    carichi di servizio; diversamente sotto terremoti distruttivi, lattivazione in

    corrispondenza di un prefissato livello di carico, scongiurava lingresso in

    campo plastico egli elementi strutturali primari, favorendo ugualmente la

    dissipazione dellenergia, senza linsorgere di danneggiamento.

    Figura 2. 6: Pall Pall & Marsh, 1981

    Ancora si auspicava la loro applicazione nel caso di strutture pre-esistenti,

    al fine di migliorarne la risposta sismica.

    Ancora gli studi di Tremblay & Stiemer, propongono dissipatori ad attrito di

    tipo assiale, realizzati unioni bullonate ad alta resistenza, con piastre

    asolate atte a favorire lo scorrimento allestremit{ delle membrature

    controventate tradizionali.

    Tra i dissipatori di tipo rotazionale, ritroviamo il dispositivo proposto da

    Mualla [10], per sistema intelaiati esistenti.

    Slip joint with

    fiction pad brace

    Friction pad

    brace

  • Disposit ivi diss ipatori ad attr ito

    41

    Figura 2. 7: Dispositivo Dissipatore, Mualla 2002

    Figura 2. 8: Mualla 2002 Meccanismo di funzionamento

    A seguito delle azioni orizzontali, lo smorzatore segue il moto di

    oscillazione delle struttura. In particolare il piatto centrale subisce

    dapprima spostamenti orizzontali e successivamente ruota intorno alla

    cerniera, trascinando nella medesima direzione piatti destremit{. Al

    raggiungimento della resistenza allo scorrimento il piatto centrale registra

  • Bibl iograf ia

    42

    rotazioni relative rispetto ai dischi di materiale ad attrito. Ancora

    auspicabile limpiego di tali dispositivi, nel caso di struttura in cemento

    armato precompresso.

    Gli studi di Kurama & Morgen [11] dimostrano, i notevoli vantaggi di tale

    tecnologia costruttiva, quali la possibilit di ricentrare il sistema nella

    configurazione indeformata a seguito di un evento sismico, o sopportare

    spostamenti significativi, registrando danni piuttosto limitati.

    Tuttavia al fine di ridurre la richiesta sismica in termini di spostamento, i

    dispositivi dissipatori proposti vengono installati in corrispondenza dei

    collegamenti trave-colonna, tali da favorire il meccanismo di dissipazione

    mediante lo spostamento relativo che si verifica tra ambo le membrature.

    La Figura 2. 9, di seguito riportata, chiarisce il meccanismo attritivo

    auspicabile allinterfaccia.

    Figura 2. 9: Kurama & Morgen, 2004

    Le applicazioni pi moderne e sofisticate, presenti in commercio [12],

    prevedono limpiego di dissipatori ad attrito multi unit{ (Figura 2. 10). Essi

  • Disposit ivi diss ipatori ad attr ito

    43

    possono essere installati in corrispondenza dei sistemi intelaiati provvisti

    di controventi, cosi come proposto in Figura 2. 11

    Figura 2. 10: Dispositivo dissipatore multi-unit

    A seguito dellapplicazione di una forza orizzontale, la struttura subisce

    oscillazioni orizzontali. Nel caso di azioni spingenti da sinistra verso destra,

    il dissipatore posto alla sinistra subisce un allungamento, diversamente lo

    smorzatore posto alla destra registra una contrazione.

    Figura 2. 11: Dissipatori ad attrito multi-unit Meccanismo di funzionamento

  • Bibl iograf ia

    44

    A seguito di un evento sismico, una struttura assume differenti

    configurazioni in entrambe le direzioni consentendo di fatti la dissipazione

    dellenergia, contestualmente mediante entrambi i dispositivi.

    2.5 BIBLIOGRAFIA

    [1] I. H. Mualla, L.O. Nielsen, B. Belev, W. I. Liao, C. H. Loh, A. Agrawal.2002

    Performance of friction-damped frame structure: shaking table testing and

    numerical simulation. 7th U.S. National Conference on Earthquake

    Engineering, Boston, USA.

    [2] Tremblay, R., 1993. Seismic behavior and design of friction concentrically

    braced frames for steel buildings. Phd Thesis, Department of Civil

    Engineering, University of British Columbia.

    [3] Guglielmino, E., Sireteanu, T., Stammers, C.W., Ghita, G., Giuclea, M.,

    2008. Semi active Suspension Control Improved Vehicle Ride and Road

    Friendliness. Berlin, Springer.

    [4] Michael F. Ashby, DRH Jones, 2005. Engineering Materials 1: An

    Introduction to Properties, Applications and Design. Butterworth-

    Heinemann, pagg. 241-249.

    [5] Bowden, F. & Tabor, D., 1950. The Friction and Lubrication of Solids: part

    I. Oxford: Oxford University Press.

    [6] Popov, Valentin L., 2010. Contact Mechanism and Friction Physical

    Principles and Applications. Berlin, Springer.

    [7] Almen J.O. & Laszlo A. 1936. The uniform-Section Disck Spring. Trans.

    ASME 58 (1936), pagg. 305 314.

  • Disposit ivi diss ipatori ad attr ito

    45

    [8] Heistermann, C., 2011. Behaviour of Pretensioned Bolts in Friction

    Connections. University of Technology.

    [9] CEN, 2003b. Eurocode 3: Design of steel structures - Part 1-8: Design of

    joints.

    [10] Pall, A.S. and Marsh, C., (1982) "Response of Friction Damped Braced

    Frames", Journal of Structural Division, ASCE, Vol. 108, No. ST6, June, pp.

    1313-1323, (American Society of Civil Engineer's Raymond C. Research

    Prize 1983)

    [11] Mualla, I. & Belev, B., 2002. Seismic Response of Steel Frames Equiped

    with a New Friction Damper Device Under Earthquake Excitation.

    Engineering Structures, 24(3), pp.365-71.

    [12] Morgen B. G. & Kuram Y. C., 2004. A friction damper for post-tensioned

    precast concrete beam-to-column joints. Paper no. 3189, 13th Word

    Conference on Earthquake Engineering Vancouver, B.C., Canada.

    [13] Damptech, Earthquake Protection, 2013. Damper for Building.

    Denmark.

  • Premessa

    46

    CAPITOLO 3

    Prove Cicliche su Collegamenti Trave Colonna di tipo

    DST equipaggiati con dissipatori ad attrito

    3.1 PREMESSA

    Come gi ampiamente discusso, la progettazione di sistemi intelaiati in

    acciaio, condotta secondo sofisticate procedure a collasso controllato,

    garantisce adeguate prestazioni in termini di duttilit e resistenza,

    massimizzando la capacit dissipativa propria della struttura, sotto lazione

    di eventi sismici distruttivi.

    Nellottica delle strategie per la dissipazione supplementare dellenergia

    sismica, risulta vantaggioso per i sistemi sismo-resistenti verticali,

    linstallazione di dispositivi smorzatori, atti a ridurre e/o eliminare

    limpegno plastico delle membrature strutturalmente connesse,

    concentrando lenergia sismica in ingresso, in corrispondenza di

    componenti dissipative, facilmente sostituibili a seguito di

    danneggiamento.

    La possibilit di perseguire questo ambizioso obiettivo, si realizza nel

    seguito, mediante la progettazione e sperimentazione di collegamenti

    trave-colonna di tipo Double Split Tee (DST), caratterizzati da parti

    chiaramente identificabili e allo stesso tempo intercambiabili.

    Nello specifico, le capacit dissipative di suddetti collegamenti, possono

    essere investigate impiegando un modello meccanico, cosiddetto a T-stub

    equivalente, atto a schematizzare la risposta delle singole componenti, che

    in tale circostanza, costituiscono il sistema di connessione [1]. E ben noto

  • Prove Cicliche su Collegamenti Trave-Colonna equipaggiati con dissipatori ad attrito

    47

    dalla letteratura scientifica [2] che un elemento T-stub, caratterizzato da

    due o pi elementi a T, connessi mediante file di bulloni in corrispondenza

    delle flange degli elementi strutturalmente connessi.

    Nella Figura 3. 1, vengono chiaramente identificati gli elementi T-stub, e i

    loro possibili orientamenti, in presenza di flange di estremit, per colonne

    munite o sprovviste di soluzioni di irrigidimento.

    Figura 3. 1: Identificazione di elemento T-stub in corrispondenza di flange di estremit (Yee and Melchers, 1986)

    Laccuratezza del modello, consente di prevedere il comportamento

    ciclicorotazionale dei nodi flangiati travecolonna, ovvero effettuare una

    stima della rigidezza rotazionale propria del collegamento, attraverso lo

    studio di un sistema semplificato caratterizzato da un T-stub a due bulloni,

    soggetto esclusivamente ad azioni di tipo assiale, cos come riportato in

    Figura 3. 2.

    Il suddetto sistema, pu essere interessato da tre possibili meccanismi di

    collasso [3], in funzione del rapporto relativo tra la resistenza di progetto a

    flessione delle flange e la resistenza assiale di progetto propria dei bulloni:

    (Eq. 3. 1)

  • Premessa

    48

    PIANTA SEZIONE X-X VISTA LATERALE

    Figura 3. 2: Modello T-stub a due bulloni

    Tabella 3. 1: Notazioni

    m = Distanza tra lasse dei bulloni e la sezione di raccordo tra anima e

    flangia del modello T-stub

    n = Distanza tra lasse dei bulloni e il punto di localizzazione delle azioni

    di contatto Q

    d = Distanza tra lasse dei bulloni, e lasse dellanima del Modello T-stub

    r = Raggio di raccordo tra anima e flangia del Modello T-stub

    Q =

    BRd =

    Azioni di contatto

    Resistenza a trazione dellelemento di connessione

    Fi,Rd = Azione resistente per i-esimo meccanismo di collasso

    Nella Tabella 3. 1, sopra riportata, si precisano le notazioni adottate nel

    corso della trattazione.

  • Prove Cicliche su Collegamenti T