ANALISI DI RISCHIO A01 - Provincia di...

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Regione Veneto Provincia di Treviso Comune di Trevignano DISCARICA PER RIFIUTI INERTI DENOMINATA "POSTUMIA 2" Nuova valutazione dei limiti di accettabilità dei rifiuti in discarica VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ ALLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE PROGETTO PRELIMINARE ANALISI DI RISCHIO Data: Aprile 2015 Cod.: 1423/7 Committente Studio Tecnico Conte & Pegorer ingegneria civile e ambientale Via Siora Andriana del Vescovo, 7 – 31100 TREVISO e-mail: [email protected] tel. 0422.30.10.20 r.a. - fax 0422.42.13.01 A01.1

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Regione Veneto

Provincia di Treviso Comune di Trevignano

DISCARICA PER RIFIUTI INERTI DENOMINATA "POSTUMIA 2" Nuova valutazione dei limiti di accettabilità dei rifiuti in discarica VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ ALLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE

PROGETTO PRELIMINARE

ANALISI DI RISCHIO

Data: Aprile 2015 Cod.: 1423/7

Committente

Studio Tecnico Conte & Pegorer ingegneria civile e ambientale

Via Siora Andriana del Vescovo, 7 – 31100 TREVISO e-mail: [email protected]

tel. 0422.30.10.20 r.a. - fax 0422.42.13.01

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STUDIO TECNICO CONTE & PEGORER – VIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO, 7 – 31100 TREVISO L:\Postumia Cave srl - Discarica Trevignano - cod. 1423 - MARZO 2009\Ver_07 - Verifica VIA limiti - Marzo 2014\Relazioni\A01.1 - ADR.doc

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INDICE

1 PREMESSA ................................................................................................................................................ 3

2 RICHIESTA ................................................................................................................................................. 3

3 ANALISI DI RISCHIO ................................................................................................................................. 4

3.1 RIFERIMENTI NORMATIVI .......................................................................................... 4

3.2 IINQUADRAMENTO TERRITORIALE .......................................................................... 5

3.2.1 Caratteristiche geologiche generali .................................................................................................. 5

3.2.2 Geologia locale ................................................................................................................................. 7

3.2.3 Idrografia ed idrogeologia ................................................................................................................. 7

3.2.4 Quota di massimo livello della falda sotto la discarica. ................................................................... 11

3.3 APPLICAZIONE DELL’ANALISI DI RISCHIO .............................................................. 16

3.4 GENERALITÀ SULL’ANALISI DI RISCHIO ................................................................. 18

3.5 DETERMINAZIONE DEL RISCHIO ............................................................................ 20

3.5.1 Determinazione del flusso di percolato (Lf) ..................................................................................... 21

3.5.2 Fattore di attenuazione nel mezzo insaturo (SAM). ........................................................................ 23

3.5.3 Determinazione del fattore di diluizione da parte dell’acquifero (LDF). .......................................... 25

3.5.4 Determinazione del fattore complessivo di lisciviazione e diluizione (LF) ...................................... 29

4 CONCLUSIONI ......................................................................................................................................... 31

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1 PREMESSA

La Ditta Postumia Cave intende richiedere, come previsto all’art. 10 del D.M. 27/09/2010,

l’autorizzazione al conferimento, presso la Discarica denominata Postumia 2, di rifiuti con

valori limite in eluato superiori ai limiti di concentrazione previsti dalla tabella 2 dell’art. 5

del citato Decreto per la tipologia rifiuti inerti. Alla richiesta viene allegata una valutazione

del rischio per le emissioni di percolato conseguenti all’adozione di valori di eluato

maggiori di quelli previsti, redatta ai sensi della DGRV n. 1360 del 30/07/2013 allegato A.

2 RICHIESTA

Nella tabella seguente si riportano le concentrazioni limite sull’eluato oggetto di richiesta

per i rifiuti ancora conferibili.

Tabella 1 Limiti di concentrazione oggetto di richiesta sull’eluato

Limiti di concentrazione nell'eluato per l'accettazione in discarica

Sostanza

Limiti di concentrazione in eluato

(Tab. 2 - D.M. 27 settembre 2010)

[mg/l]

Limiti di concentrazione oggetto di

richiesta

[mg/l]

Arsenico 0,05 0,15

Bario 2 6

Cadmio 0,004 0,012

Cromo totale 0,05 0,15

Rame 0,2 0,6

Mercurio 0,001 0,003

Molibdeno 0,05 0,15

Nichel 0,04 0,12

Piombo 0,05 0,15

Antimonio 0,006 0,018

Selenio 0,01 0,03

Zinco 0,4 1,2

Cloruri 80 240

Fluoruri 1 3

Solfati 100 300

DOC 50 500

TDS 400 2000

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3 ANALISI DI RISCHIO

La procedura di verifica di analisi di rischio è stata applicata seguendo le indicazioni della

DGRV n. 1360 del 30/07/2013, pubblicata sul BUR n. 72 del 20/08/2013.

La verifica è stata condotta applicando i criteri metodologici individuati dalla suddetta

delibera, sui cinque lotti 1, 2, 3, 4 e 5.

L’analisi considera le concentrazioni iniziali dell’eluato dei rifiuti in arrivo all’impianto,

concentrazioni superiori ai limiti di accettabilità di cui alla tabella 2 del D.M. 27/09/2010.

Le concentrazioni sono fatte coincidere con le concentrazioni del percolato prodotto dai

rifiuti di cui si ipotizza il fenomeno di lisciviazione attraverso la barriera di fondo della

discarica ed la percolazione attraverso lo strato insaturo verso la falda idrica sotterranea

sottostante la discarica.

Il presupposto di partenza è che vi sia su tutto il fondo della discarica un battente di

percolato pari ad un metro, ipotesi molto cautelativa in quanto il sistema di captazione del

percolato è predisposto per mantenere a zero il battente.

3.1 RIFERIMENTI NORMATIVI

La normativa, cui è stato fatto riferimento ai fini dello sviluppo dell’analisi di rischio, è la

seguente:

− D.Lgs. 36 del 13 gennaio 2003: Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle

discariche di rifiuti;

− Criteri metodologici per l’applicazione dell’analisi assoluta di rischio alle discariche

(revisione 0, giugno 2005), ISPRA;

− Circolare del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

relativa a chiarimenti operativi riguardanti il D.Lgs. 36 del 13 gennaio 2003 e il D.M.

3 agosto 2005;

− Nota inerente l’utilizzo del Manuale “Criteri metodologici per l’analisi assoluta di

rischio applicata alle discariche” (ISPRA ex APAT, giugno 2005) in attuazione di

quanto disposto dalla Circolare MATTM Prot. n. 14963 del 30/06/09, predisposta da

ISPRA;

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− D.M. 27 settembre 2010: Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica

in sostituzione di quelli contenuti nel decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela

del territorio 3 agosto 2005;

− Deliberazione della Giunta Regionale Veneto n. 1360 del 30 luglio 2013

“Autorizzazioni alle sottocategorie di discarica. Deroghe ai limiti di accettabilità dei

rifiuti. Decreto Legislativo 13.01.2003 n. 36 – DM 27.09.2010. Criteri ed indirizzi

operativi. Presa d’atto degli esiti del tavolo tecnico regionale istituito con DGRV n.

1766/2010” pubblicato sul BUR n. 72 del 20/08/2013.

3.2 IINQUADRAMENTO TERRITORIALE

Il sito è ubicato nell’alta pianura della provincia di Treviso, nel territorio compreso fra i

centri abitati di Montebelluna, Castelfranco Veneto e Treviso.

La cava “Postumia 2” è ubicata, in particolare, nel settore meridionale nel Comune di

Trevignano, in località “Pilastroni” immediatamente a Nord del Canale denominato “Della

Vittoria” che segna anche il confine con il comune di Istrana.

3.2.1 CARATTERISTICHE GEOLOGICHE GENERALI

L'area interessa un territorio pianeggiante ricadente nell'Alta Pianura Trevigiana,

caratterizzata da lineamenti dolci ed uniformi, anche se l'intervento antropico, soprattutto a

causa della fitta rete viaria e dello sfruttamento intensivo del suolo a fini agricoli e

dell’estrazione di ghiaia, ha in gran parte obliterato gli originali lineamenti morfologici.

I terreni circostanti sono attualmente ad uso agricolo.

La litologia dell'area è nota nei suoi caratteri generali dalla bibliografia e da tutta una serie

di indagini condotte in zona per studi di carattere stratigrafico ed idrogeologico.

La pianura alluvionale compresa tra gli attuali corsi dei fiumi Brenta e Piave, è costituita

da tre grandi conoidi alluvionali, i cui sedimenti sono di natura prevalentemente

carbonatica (20-35% di carbonati i depositi del Brenta, più del 40% quelli del Piave –

Jobstraibizer et al., 1973).

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Schema geomorfologico della pianura veneta centrale

Il sito in esame ricade nella porzione centrale del conoide costituito da due lobi

coalescenti, con gli apici ubicati rispettivamente a ovest della collina di Biadene, e nel

varco tra questo colle isolato e il rilievo del Montello, presso Montebelluna. Questo sistema

deposizionale (conoide di Montebelluna) era alimentato da rami di un "paleo-Piave" che

giungevano in pianura ad Ovest del Montello, invece che ad Est come avviene

attualmente. Di ambedue i lobi, orientati complessivamente N-S, le uniche porzioni

affioranti sono quelle prossimali, costituite quasi esclusivamente da ghiaie, mentre le

propaggini medio-distali sono sepolte al di sotto dei depositi del conoide di Bassano. L'età

di disattivazione del conoide di Montebelluna non è nota con certezza, ma da evidenze

stratigrafiche risulta essere probabilmente precedente all'ultimo massimo glaciale avutosi

20.000 - 18.000 anni da oggi.

Le dimensioni medie delle ghiaie permettono di classificarle come ghiaie grossolane con

ciottoli.

A profondità maggiori aumenta la presenza di sabbia e la dimensione media della ghiaia

tende a scendere.

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Data la loro origine i sedimenti quaternari hanno localmente composizione granulometrica

variabile sia in senso verticale che laterale e quindi tra le ghiaie più o meno sabbiose

dominanti compaiono localmente livelletti o lenti di sabbia od anche livelli o lenti limoso-

argillosi e sottili intercalazioni argillose.

Questi sedimenti fini presumibilmente provengono dalle alterazioni dei conglomerati del

Montello e costituiscono eventi eccezionali.

3.2.2 GEOLOGIA LOCALE

Sul fondo della cava sono stati realizzati nel 2009 tre sondaggi a carotaggio continuo le cui

stratigrafie indicano la presenza di ghiaia media e grossa arrotondata poligenica e ciottoli

in matrice sabbiosa marrone chiaro.

Le analisi granulometriche su campioni prelevati presso la cava nell’ambito del progetto di

ampliamento permettono di classificare il materiale come ghiaia media e grossa con

sabbia. In particolare la ghiaia rappresenta mediamente il 80% in peso dei campioni, con

percentuale di sabbia del 15%.

3.2.3 IDROGRAFIA ED IDROGEOLOGIA

L’elemento idrografico principale è il fiume Piave il cui corso dista dall’area in esame circa

17,5 km in direzione Nord Est.

L’elevata permeabilità dei terreni della zona non ha permesso lo sviluppo di una rete

idrografica naturale minore. La rete idrografica artificiale è caratterizzata da canalette in

calcestruzzo o tombate, che si diramano nelle aree agricole lungo i confini degli

appezzamenti o a lato della rete viaria.

Sotto l’aspetto idrogeologico l’area in esame ricade all’interno della zona di Alta Pianura

caratterizzata dalla presenza di un potente acquifero libero contenuto nel materasso

alluvionale ghiaioso con spessore di almeno 100 m come indicato anche nella relazione

geologica allegata al PAT.

L’acquifero indifferenziato è alimentato in parte dalle infiltrazioni efficaci di acque

meteoriche, data la notevole permeabilità dei terreni superficiali e la bassa pendenza della

superficie topografica, in parte dalle perdite di subalveo dei corsi d’acqua, soprattutto del

Piave, e in parte da deflussi sotterranei provenienti dalle zone montane.

La direzione di deflusso varia da NNW/SSE a WNW/ESE.

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Le quote variano sui 29 m s.l.m a monte della cava e sui 27-28 m s.l.m. a valle della cava.

In sito attualmente sono presenti 8 piezometri per la misura della falda fino all’agosto 2013

ne venivano monitorati 4. Le misure coprono il periodo dal febbraio 2007 al marzo 2014 e

comprendono i rilievi di febbraio 2014 relativi ad una fase di piena eccezionale

paragonabile alla piena del 1966.

Livello freaticoPeriodo giugno 2007÷2014

25

26

27

28

29

30

31

32

33

34

28-fe

b-07

23-a

pr-0

7

27-g

iu-07

24-a

go-0

7

25-o

tt-07

24-d

ic-07

27-fe

b-08

28-a

pr-0

8

25-g

iu-08

24-a

go-0

8

23-o

tt-08

19-d

ic-08

25-fe

b-09

24-a

pr-0

9

29-g

iu-09

3-ag

o-09

6-ot

t-09

4-dic

-09

2-fe

b-10

1-ap

r-10

1-giu-

10

6-ag

o-10

7-ot

t-10

2-dic

-10

10-fe

b-11

4-ap

r-11

3-giu-

11

7-ag

o-11

5-ot

t-11

9-dic

-11

10-fe

b-12

12-a

pr-1

2

3-giu-

12

3-ag

o-12

11-o

tt-12

2-dic

-12

11/

02/2

013

10/

04/2

013

11/

06/2

013

5-ag

o-13

10-o

tt-13

12-d

ic-13

13-fe

b-14

Data effettuazione misure

Quo

ta in

met

ri s

.l.m

.

Piezometro P1 Piezometro P2 Piezometro P3 Piezometro P4

Sono state rappresentate le misure della falda in diversi periodi, quattro dei quali sui dati di

5 piezometri e altri quattro relativi alle ultime campagne che, basate sui dati rilevati in 8

piezometri, forniscono un andamento più preciso. Si è potuto quindi verificare le varie

direzioni di deflusso della falda in fase di piena e di magra alternate ed i gradienti relativi.

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Dall’analisi degli andamenti si deriva che quello con gradiente minore (più cautelativo ai

fini dell’analisi di rischio) si è verificato in fase di magra nel dicembre 2013 , con direzione

di deflusso WNW/ESE.

In questa campagna di dicembre 2013 si ha la sezione della discarica di maggiore

ampiezza con direzione ortogonale alla direzione di deflusso della falda (246 m, vedi

planimetria allegata), tale dato verrà utilizzato in seguito nell’elaborazione dell’analisi di

rischio

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Per valutare la permeabilità dei terreni sondati, in fase progettuale, è stata effettuata una

prova di permeabilità in foro tipo “Le Franc” nel piezometro P2. I risultati indicano un valore

di permeabilità di 0,04374 m/s, caratteristico delle ghiaie sabbiose.

Dati: portata estratta 2,48 litri/secportata estratta 0,00248 mc/sec

livello statico -33,74 mlivello dinamico -33,95 mdepressione 0,21 m

Formula:K = Q/F*Hc

con Q = portata estratta 0,00248 mc/secHc=depressione 0,21 m F=coefficiente di forma* 0,27 m *(2,75xDiametro pozzo = 0,27)

Risultato:K = 0,04374 m/sec

DATI PROVA DI PERMEABILITA'

3.2.4 QUOTA DI MASSIMO LIVELLO DELLA FALDA SOTTO LA DISCARICA.

Di seguito vengono riportati i dati relative alle quote massime annue raggiunte dalla falda

nei pozzi monitorati dall’allora Magistrato alle acque di Venezia.

Grazie all’interpolazione di questi dati storici in fase progettuale si è determinata, per l’area

in esame, la massima escursione di falda.

Il sito Postumia cave si pone, analizzando la direzione di deflusso della falda tra il pozzo di

Vedelago ed il pozzo di Istrana.

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MISURE FREATICHE POZZO VEDELAGO - MAGISTRATO ALLE ACQUE DI VENEZIA

35,07

31,04

31,85 31,6532,05

31,85

33,25

32,05

32,93

30,65

32,8433

32,1832,532,45

33,08

34,17

28

29

30

31

32

33

34

35

36

1965

1966

1967

1968

1969

1970

1971

1972

1973

1977

1978

1979

1980

1981

1982

1983

1984

Anni

Qu

ota

slm

QUOTE MASSIME DELLA FALDA PRESSO IL POZZO DI ISTRANA

25,86

26,1426,19

25,82

25,18

24,87

25,10

25,40

25,2025,17

25,43

25,25

24,89

25,23

24,75

25,35

24,76 24,80

25,10

24,59 24,6424,58 24,60

25,50

24,35

24,10

23,72

24,3324,20

23,40

23,81

24,32

22,00

22,50

23,00

23,50

24,00

24,50

25,00

25,50

26,00

26,50

1964

1965

1966

1967

1968

1969

1970

1971

1972

1973

1974

1975

1976

1977

1978

1979

1980

1981

1982

1983

1984

1985

1986

1987

1988

1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

TEMPO

QUOTE m

s.l.m.

quota falda Lineare (quota falda)

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Come si deriva dalla tabella sottostante, tratta dalla Carta idrogeologica di Dal Prà, la

quota massima nel pozzo di Vedelago è stata di 35,07 m s.l.m. nel 1965 mentre per

Istrana è stata di 27,11 m s.l.m. nel 1960.

Basandosi sulla più recente ricostruzione dell’andamento della falda realizzato dalla

Provincia di Treviso sui rilievi freatimetrici del 2002, si può determinare la quota di

massima escursione della falda presso il sito in esame:

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Figura 1 Estratto della carta freatimetrica provinciale.

Secondo la carta la quota della falda a Istrana (22,4 m s.l.m.) è più alta di 5,2 m rispetto

alla quota di monte del sito in esame (17,2 m s.l.m.) e di 6,1 m rispetto alla quota di valle

del sito in esame (16,3 m s.l.m.) mentre a Castagnole la quota (16,7 m s.l.m.) è più bassa

di 0,5 m rispetto alla quota di monte del sito in esame (17,2 m s.l.m.) e più alta di 0,4 m

rispetto alla quota di valle del sito in esame (16,3 m s.l.m.).

Raffrontando questi dislivelli alla massima del pozzo di Istrana, la massima escursione di

falda presso la cava risulta pari a:

27,11 m-5,2 m = 21,91 a monte

27,11 m-6,1 m = 21,01 a valle

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Raffrontando questi dislivelli alla massima del pozzo di Istrana, la massima escursione di

falda presso la cava risulta pari a 35,07 m-2 m = 33,07

In via cautelativa si è assunto che la massima escursione di falda per il sito di cava

denominato Postumia 2 fosse di 33,07 m s.l.m.

La piena eccezionale che si è verificata nel mese di febbraio 2014 ha fornito quote di

falda di 32,38 m s.l.m. a monte della discarica , inferiori al massimo storico stimato.

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3.3 APPLICAZIONE DELL’ANALISI DI RISCHIO

Per sostenere la richiesta di aumentare i limiti di concentrazione per l’eluato rispetto alla

tabella 2 dell’art. 5 del Decreto 27/09/10 per i rifiuti inerti ancora da conferire nella

discarica in oggetto l’articolo 10 comma 1 lettera a) del suddetto Decreto è necessario

valutare il rischio che tale concessione comporta.

A tale scopo la procedura di verifica del rischio è stata applicata a tutti e 5 i lotti di

discarica in quanto i rifiuti che saranno conferiti nei due lotti in ampliamento (lotto 4 e 5)

non avranno separazione fisica dai rifiuti conferiti nel primi tre lotti di discarica.

Figura 2 Individuazione dei lotti ed evidenziazione del perimetro del fondo discarica (tratteggio rosso).

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L’analisi di rischio considera che il percolato prodotto dai rifiuti, a prescindere dal codice

CER, con eluato in concentrazioni 3 volte superiori a quelle della tabella 2 dell’art. 5 del

Decreto 27/09/10, filtri attraverso la barriera di fondo della discarica. La sorgente è quindi il

percolato che si considera distribuito sul tutta la superficie del fondo della discarica con un

battente di un metro, anche se il sistema di captazione del percolato e di rilancio alle

cisterne è dimensionato per garantire un battente pari zero.

Il quantitativo di percolato quindi è determinato a priori, come carico idraulico, in modo

cautelativo, senza considerare le quantità reali determinate dal tipo di rifiuto, dalle

precipitazioni atmosferiche, dalle modalità di gestione della discarica che sono variabili e

fornirebbero un carico idraulico inferiore e diversamente distribuito sulla discarica quindi

meno cautelativo.

Altra ipotesi cautelativa adottata è che tutto il percolato abbia per tutte le sostanze

chimiche le massime concentrazioni possibili in entrata nel sistema, ipotesi alquanto

improbabile poiché è inverosimile che tutti i rifiuti conferiti possano essere caratterizzati da

un eluato che raggiunge per tutte le sostanze chimiche le nuove concentrazioni.

L’analisi di rischio quindi risulta valida a prescindere dalla caratteristiche dei rifiuti che

comunque devono essere inerti.

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3.4 GENERALITÀ SULL’’’’ANALISI DI RISCHIO

L'analisi del rischio è definita come:

"Il processo sistematico per la stima di tutti i fattori di rischio significativi che intervengono

in uno scenario di esposizione causato dalla presenza di pericoli."

In altri termini essa rappresenta la valutazione delle conseguenze sulla salute umana e

sull'ambiente di un evento potenzialmente dannoso, in ordine di probabilità che detto

accadimento abbia effettivamente luogo.

Il concetto di rischio è a sua volta definito come la concomitanza delle possibilità di

accadimento di un evento dannoso e delle relative conseguenze.

Nel caso in esame, la valutazione del rischio è stata applicata ai sensi dell’art. 10 comma

1 lettera a) del decreto 27/09/2010, sui limiti di concentrazione delle sostanze conferibili in

discarica.

Per l’identificazione dei percorsi di esposizione che potrebbero comportare rischio per la

salute pubblica è indispensabile descrivere un modello concettuale del sito che ha lo

scopo di schematizzare la situazione reale definendo i percorsi attivi da quelli non attivi o

non “completi”.

Un percorso di esposizione è composto essenzialmente da tre elementi fondamentali:

La sorgente è la fonte di contaminazione, le sostanze inquinanti possono essere presenti

nel suolo e sottosuolo. Essa può costituire una continua fonte di alimentazione per il

successivo percorso di esposizione.

Nel nostro caso la sorgente è rappresentata dal percolato con concentrazioni superiori ai

limiti previsti dalla tabella 2 dell’art. 5 del citato Decreto per la tipologia rifiuti inerti.

SORGENTE PERCORSO DI ESPOSIZIONE RECETTORE

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Il percorso di esposizione è definito dal tragitto che le sostanze inquinanti seguono per

arrivare al recettore. I veicoli di diffusione sono costituiti da componenti ambientali

attraverso le quali avviene la migrazione della contaminazione.

Nel nostro caso il percorso di esposizione è rappresentato dalla percolazione del refluo

attraverso lo strato a bassa permeabilità che costituisce la barriera di fondo della discarica.

Il recettore è il bersaglio della contaminazione, l'oggetto dell’eventuale danno

sanitario/ambientale. Recettori possono essere gli esseri umani, la risorsa idrica

sotterranea la risorsa idrica superficiale o altri recettori ambientali.

Nel nostro caso recependo le indicazioni della DGRV n. 1360 del 30/07/2013 il recettore è

la falda sotto il sedime della discarica, quindi si considera pari a “zero” il punto di

conformità.

Il modello concettuale applicabile al caso in esame vede quindi un fondo omogeneo di

discarica (lotti 1, 2, 3, 4, e 5) con sorgente rappresentata da un battente di percolato pari a

1 metro, percolato prodotto da rifiuti con concentrazioni in eluato pari a quelle massime

richieste.

L’analisi quindi dovrà stimare l’impatto che la percolazione del refluo in uscita dallo strato a

bassa permeabilità al fondo della discarica , attraversando lo strato insaturo di terreno e

giungendo in falda, produrrà sulla falda stessa al di sotto del sedime della discarica quindi

a distanza orizzontale pari a 0 rispetto alla sorgente, trascurando tutti quei fenomeni di

diluizione e advezione correlati al trasporto in falda.

Queste assunzioni risultano cautelative come già accennato in quanto il sistema di

gestione del percolato non prevede la possibilità che si realizzai un battente di un metro.

L’analisi precederà con il determinare:

− Il flusso di percolato in uscita dal fondo della discarica;

− L’azione attenuante data dall’attraversamento dello strato insaturo sotto la

discarica;

− La capacità della falda di diluire il percolato giunto in falda sulla verticale.

− Determinazione della concentrazione attesa sotto la discarica per la falda e

confronto con i valori limite previsti dalla norma. L’Allegato A della D.G.R.V. n. 1360

del 30/07/2013, stabilisce infatti che il POC (punto di conformità) deve essere posto

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immediatamente sotto la potenziale sorgente di contaminazione (discarica) lungo la

verticale, ovvero a distanza zero dalla sorgente.

3.5 DETERMINAZIONE DEL RISCHIO

La determinazione del rischio è stata effettuata applicando le formulazioni riportate nell’

nell’Allegato A della D.G.R.V n. 1360 del 30/07/2013.

Nella tabella seguente si riassumono le concentrazioni oggetto di nuova richiesta così

definite dalla tabella 2 all’art. 5 del DM 27/09/10 per i rifiuti conferibili.

Limiti di concentrazione nell'eluato per l'accettazione in discarica

Sostanza

Limiti di concentrazione in eluato

(Tab. 2 - D.M. 27 settembre 2010)

[mg/l]

Limiti di concentrazione oggetto di

richiesta sull'eluato

[mg/l]

Arsenico 0,05 0,15

Bario 2 6

Cadmio 0,004 0,012

Cromo totale 0,05 0,15

Rame 0,2 0,6

Mercurio 0,001 0,003

Molibdeno 0,05 0,15

Nichel 0,04 0,12

Piombo 0,05 0,15

Antimonio 0,006 0,018

Selenio 0,01 0,03

Zinco 0,4 1,2

Cloruri 80 240

Fluoruri 1 3

Solfati 100 300

DOC 50 500

TDS 400 2000

Le formule citate dall’Allegato A della DGRV n. 1360 del 30/07/2013 sono riportate di

seguito e tratte dall’allegato stesso.

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La prima formulazione indica che le concentrazioni di percolato attese in falda sotto la

discarica (Cacc(acque sotterranee)) sono determinabili a partire dalle nuove concentrazioni di

eluato richieste (Cacc (discarica)) per un fattore LF.

LF è pari al rapporto tra SAM (il coefficiente di attenuazione dovuto alla filtrazione del

percolato nel suolo insaturo) e LDF, fattore di diluizione delle falda che dipende dal

rapporto tra la portata di infiltrazione e la portata della falda nella zona di miscelazione, ed

è determinabile come segue:

dove:

vgw è la velocità darciana dell’acquifero, calcolata come prodotto tra gradiente idraulico e

conducibilità idraulica.

δgw è lo spessore della zona di miscelazione dell’acquifero calcolato come proposto dalle

Linee Guida ISPRA (pag. 37 manuale “Criteri metodologici per l’applicazione dell’analisi di

rischio ai siti contaminati”).

Sw è pari alla dimensione della discarica in direzione ortogonale al flusso di falda (in metri).

LF è il flusso di percolato uscente dalla discarica (in mc/s).

3.5.1 DETERMINAZIONE DEL FLUSSO DI PERCOLATO (LF)

Per prima cosa si procederà a quantificare il flusso di percolato (Lf) in uscita dal fondo

della discarica, utilizzando le formule individuate da ISPRA nel documento “Criteri

metodologici per l’applicazione dell’analisi di rischio ai siti contaminati”

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Lf = Ki * if * Af

dove:

Lf = è il flusso di percolato che attraversa lo strato di fondo a bassa permeabilità (m3/s)

Ki = è la conducibilità dello strato di fondo a bassa permeabilità (m/s)

Af = è la superficie del fondo della discarica sui 5 lotti (m2 )

if = gradiente idraulico verticale (adimensionale)

hperc + di

if = ______________

di

dove:

(hperc) = altezza del battente di percolato al di sopra del sistema barriera (m) supposta pari

a 1 metro

(di) = spessore dello strato a bassa permeabilità attraversato (m)

Il dato della permeabilità dalla barriera geologica costituita da materiale a bassa

permeabilità è derivato dalle prove di permeabilità con permeametro a carico variabile

effettuate su campioni indisturbati prelevati dal fondo dei lotti in fase di fine lavori e

collaudo, tra questi quello più conservativo per la discarica esistente (lotto 1, 2, 3) risulta

essere il Campione F1=1,33*10-09 m/s prelevato dal lotto 3 mentre per l’ampliamento della

discarica (lotti 4 e 5) risulta essere k = 1,39*10-09 m/s relativo al Campione “C” del lotto 4

(vedi fine lavori e collaudo Lotto 4):

− Campione F1= 1,39*10-09 m/s (lotto 1)

− Campione 6 = 2,34*10-09 m/s (lotto 2)

− Campione F1=1,33*10-09 m/s (lotto 3)

− Campione F2=1,43*10-09 m/s (lotto 3)

− Campione C = 1,39*10-09 m/s (lotto 4)

− Campione D =7,48*10-10 m/s (lotto 4)

− Campione L4C2 =1,87*10-09 m/s (lotto 4)

− Campione L4SNC3 =7,98*10-10 m/s (lotto 4)

− Campione A = 6,09*10-10 m/s (lotto 5)

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− Campione B =9,89*10-10 m/s (lotto 5)

− Campione E =2,64*10-11 m/s (lotto 5)

Visto che la permeabilità dello strato di fondo è confrontabile, è stato applicato il valore più

cautelativo 1,33*10-09 m/s (lotto 3) alla superficie di fondo complessiva.

Lo spessore dello strato è di 1 m come da progetto e come verificato in sede di collaudo.

La superficie complessiva del fondo dei 5 lotti è di circa 21.200 mq

Dalle formulazioni di ISPRA, si ricava il flusso di percolato (Lf) complessivo per l’impianto

considerando i contributi di flusso di tutti i lotti.

Flusso di percolato (Lf) è il flusso di percolato che attraversa lo

strato minerale in mc/s Ki * i f * Af 5,6392E-05

dove:

Ki è la conducibilità dello strato minerale, espressa in m/s 1,33E-09

Af è la superficie del fondo della discarica lotti 4 e 5, espressa in mq 21.200

if gradiente idraulico = (h perc + di)/ di 2

dove:

di è lo spessore dello strato di fondo della discarica 1

hperc altezza del battente di percolato al di sopra del sistema barriera 1

Tabella 2 Determinazione del flusso di percolato potenzialmente in uscita dal

fondo dei Lotti 1, 2, 3, 4 e 5

3.5.2 FATTORE DI ATTENUAZIONE NEL MEZZO INSATURO (SAM).

Il Fattore di attenuazione nel mezzo insaturo (SAM) quantifica l’attenuazione delle

concentrazioni che le varie sostanze chimiche del percolato subiscono attraversando lo

strato di terreno insaturo compreso tra la massima quota di falda stimata presso il sito in

esame e la base dello strato a bassa permeabilità che costituisce il fondo della discarica.

Questo fattore, nella formulazione adottata, è puramente geometrico ed è dato dal

rapporto tra la soggiacenza rispetto al piano campagna del livello massimo della falda

sotto il sito e la soggiacenza della base dello strato a bassa permeabilità del fondo

discarica.

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Questa applicazione tralascia, in via cautelativa, tutti i fenomeni chimici e fisici che si

realizzano nell’interazione terreno/percolato che porterebbero ad un’ulteriore riduzione

delle concentrazioni delle sostanze che compongono il percolato.

dd

SAM =___

Lgw

dove:

dd = la profondità rispetto al piano campagna dello strato a bassa permeabilità di fondo

(punto di immissione del percolato) (m)

Lgw= soggiacenza delle acque di falda rispetto al piano campagna (m)

Nel caso in esame, il valore dd è stato associato a titolo conservativo al percorso minore,

misurato dal letto dell’argilla nel punto più profondo (35 m s.l.m.) in corrispondenza

dell’intersezione tra l’arginello di separazione tra i due lotti 4 e 5 e l’argine di contenimento

e rapportato al valore del piano campagna medio 65 m slm.

Come massima quota della falda in sito si è assunta la quota, come calcolata al paragrafo

3.2.4, di 33 m s.l.m..

SAM (soil attenuation model) e corrisponde al rapporto tra

la profondità del punto di emissione del percolato (misurato

da p.c.) e la soggiacenza della falda.

dd/Lgw

0,9375

dd è lo spessore della sorgente di alimentazione rispetto al

p.c. posto a 65 m s.l.m.. 65 m s.l.m. – 35 m s.l.m.= 30 m

Lgw è la soggiacenza della falda rispetto al piano

campagna posto a 65 m s.l.m..

65 m s.l.m. – 33 m s.l.m.= 32 m

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3.5.3 DETERMINAZIONE DEL FATTORE DI DILUIZIONE DA PARTE DELL’ACQUIFERO (LDF).

Quando il percolato, attraversati lo strato a bassa permeabilità e lo strato insaturo,

raggiunge la falda, si attiva un processo di diluizione che dipende da diversi fattori:

− velocità della falda

− spessore della falda dove avviene la miscelazione

ed è direttamente proporzionale alla portata della falda ed inversamente proporzionale al

flusso di percolato.

La formulazione che regola il fattore di diluizione in falda è la seguente come riportata

nell’allegato A della DGRV n. 1360 del 30/07/2013 e prima citata:

LDF = 1 + (vgw * δgw * Sw)/LF

dove:

vgw è la velocità darciana dell’acquifero, calcolata come prodotto tra gradiente idraulico (i) e

conducibilità idraulica (K, m/s).

Vgw - velocità darcyana della falda (m/s) K* i 4,8989E-05

K = permeabilità dell’acquifero (m/s) 0,04374

i = gradiente idraulico 0,00112

δgw è lo spessore della zona di miscelazione dell’acquifero calcolato come proposto dalle

Linee Guida ISPRA (pag. 37 manuale “Criteri metodologici per l’applicazione dell’analisi di

rischio ai siti contaminati”).

Per determinare il valore di δδδδgw è stata applicata la formulazione citata nell’Allegato A

della Delibera n. 1360 del 30/07/2013 (pag. 37 del manuale ISPRA modificata):

δδδδgw= (2 * av * W )0,5 + b ( 1- exp [(-W * If )/( Vgw *b ) ]

dove:

av (cm)= dispersività verticale

W(cm)=lunghezza sorgente nella direzione della falda

b(cm)=spessore acquifero

Vgw (cm/anno)= K*i= velocità darcyana della falda

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δδδδgw (m) = spessore della zona di miscelazione in falda 30,69

Vgw - velocità darcyana della falda (cm/anno) 154491,08

W(cm)=lunghezza sorgente nella direzione della falda 29000

av(cm)=0,0056*W 162,4

b(cm)=spessore acquifero saturo 6800

Sw è pari alla dimensione della discarica in direzione ortogonale al flusso di falda (in m).

E’ desumibile dalla planimetria allegata alla presente relazione che individua le dimensioni

della discarica lungo le direzioni di deflusso della falda estreme

Sw(m) = larghezza della sorgente misurata in

direzione ortogonale al flusso della falda 275

LF è il flusso di percolato uscente dalla discarica (in mc/s).

Riportiamo di nuovo la formulazione già descritta:

Flusso di percolato (Lf) è il flusso di percolato che

attraversa lo strato minerale in mc/s Ki * i f * Af 5,6392E-05

dove:

Ki è la conducibilità dello strato minerale, espressa in m/s 1,33E-09

Af è la superficie del fondo della discarica, espressa in mq 21200

if gradiente idraulico = (h perc + di)/ di 2

dove:

di è lo spessore dello strato di fondo della discarica (m) 1

hperc altezza del battente di percolato al di sopra del sistema

barriera pari a 1 (m) 1

Nella tabella seguente si riportano in maniera sintetica i parametri sopra citati e alcune

note su come sono stati derivati.

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STUDIO TECNICO CONTE & PEGORER – VIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO, 7 – 31100 TREVISO L:\Postumia Cave srl - Discarica Trevignano - cod. 1423 - MARZO 2009\Ver_07 - Verifica VIA limiti - Marzo 2014\Relazioni\A01.1 - ADR.doc

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PARAMETRO sigla U. M. FORMULA VALORE note

conducibilità idraulica

acquifero K m/s

0,04374

Prova Lefranc

gradiente idraulico acquifero i 0,00112

Valore minimo

derivato dagli

andamenti della falda

in fase di magra tra

le campagne assunte

come

rappresentative e

citate al paragrafo

3.2.3 (campagna del

12/12/13

Velocità darcyana

dell’acquifero vgw m/s K * i 4,8989E-05

Soggiacenza della falda Lgw m 32

Massima quota

piezometrica 33 m

s.l.m.

spessore dell’acquifero e m 100 Relazione geologica

PAT

spessore dell’acquifero

saturo b m e - Lgw 68

spessore della zona di

miscelazione in falda δgw m

(2 * av * W )0,5 +

b ( 1- exp [(-W *

If )/( Vgw *b ) ]

30,69

Dimensione della discarica

in direzione ortogonale al

flusso di falda

Sw m

Vedi allegato

A01.1.1 alla

presente

relazione

275

Valore massimo

misurato tra le

diverse campagne

considerate verificato

nella campagna del

12/12/13

flusso di percolato

complessivo uscente dalla

discarica

Lf m3/s Vedi paragrafo

3.5.1 5,6392E-05

infiltrazione/flusso percolato

unitario(Lf/superficie) If m3/s

Vedi formula

δgw 2,66E-9

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La formula indicata in precedenza per determinare il fattore di diluizione da parte

dell’acquifero (LDF):

LDF = 1 + (vgw * δgw * Sw)/LF

Fornisce, inserendo i valori determinati come sopra descritto, il seguente risultato:

LDF = 1 + (vgw * δgw * Sw)/LF

LDF= 1+ (4,8989E-05 *30,69 *275)/ 5,6392E-05 = 7333

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3.5.4 DETERMINAZIONE DEL FATTORE COMPLESSIVO DI LISCIVIAZIONE E DILUIZIONE (LF)

Si ricorda ora la formula dell’Allegato A della DGRV n. 1360 del 30/07/2013 per la

determinazione del fattore complessivo di lisciviazione e diluizione

Dove:

LF = fattore complessivo lisciviazione e diluizione

SAM = fattore di attenuazione nel non saturo

LDF = fattore di diluizione da parte dell’acquifero

Con le sostituzioni determinate otteniamo:

LF = 0,94/7333= 0,000128

Questo fattore di riduzione rappresenta la lisciviazione e la diluizione che il percolato

subisce attraversando la barriera di fondo, lo strato insaturo e la miscelazione in falda

sotto il sedime della discarica.

Come da applicazione delle formulazioni dell’Allegato A della D.G.R. n 1360 del

30/07/2013, le concentrazioni in falda, sulla verticale immediatamente di sotto della

“sorgente discarica”, risultano il prodotto del fattore di lisciviazione e diluizione (LF) per la

concentrazione stimata nella sorgente percolato e corrispondente alle nuove

concentrazioni richieste.

C acc (acque sotterranee) = C acc (discarica) * LF

L’applicazione del fattore LF, consente di passare dalla concentrazione potenzialmente in

uscita dal fondo della discarica alla concentrazione in falda al di sotto della discarica.

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Nella tabella seguente si riportano gli esiti dell’applicazione delle formulazioni di cui alla

dell’Allegato A della D.G.R. n 1360 del 30/07/2013, rispetto alle concentrazioni oggetto di

rivalutazione.

Tabella 3 Determinazione delle concentrazioni in falda al di sotto dei lotti 1,2,3,4 e 5.

PARAMETRO

C acc

(discarica)

NUOVA

RICHIESTA

DI ELUATO

(mg/l)

LF

C acc (acque

sotterranee)

Concentrazioni attese in

falda al di sotto della

discarica=

C acc (discarica) x LF

(mg/l)

Concentrazione limite

di riferimento al punto

di conformità (mg/l)

VERIFICA

DELLA

CONFORMITA'

SOTTO

L'IMPIANTO

Arsenico 0,15 0,000128 1,91772E-05 0,01 verificata

Bario 6 0,000128 0,0008 0,1 verificata

Cadmio 0,012 0,000128 1,53417E-06 0,005 verificata

Cromo totale 0,15 0,000128 1,91772E-05 0,05 verificata

Rame 0,6 0,000128 7,67086E-05 1 verificata

Mercurio 0,003 0,000128 3,83543E-07 0,001 verificata

Molibdeno 0,15 0,000128 1,91772E-05 0,05 verificata

Nichel 0,12 0,000128 1,53417E-05 0,02 verificata

Piombo 0,15 0,000128 1,91772E-05 0,01 verificata

Antimonio 0,018 0,000128 2,30126E-06 0,005 verificata

Selenio 0,03 0,000128 3,83543E-06 0,01 verificata

Zinco 1,2 0,000128 0,0002 3 verificata

Cloruri 240 0,000128 0,031 200 verificata

Fluoruri 3 0,000128 0,0004 1,5 verificata

Solfati 300 0,000128 0,038 250 verificata

DOC 500 0,000128 0,064 30 verificata

TDS 2.000 0,000128 0,256 450 verificata

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4 CONCLUSIONI

L’analisi di rischio, effettuata applicando le formulazioni individuate nell’Allegato A della

DGRV n. 1360 del 30/07/2013, dimostra che i parametri per i quali viene richiesta la

rivalutazione non determinano un rischio per la matrice acque sotterrane in quanto le

concentrazioni, lisciviate dall’attraversamento della barriera di fondo della discarica, dello

strato insaturo e diluite nella zona di miscelazione della falda, rispettano ampiamente i

limiti della tabella 2 del D.M. 27/09/10.

L’analisi condotta, come spiegato, risulta cautelativa in quanto presuppone una perdita

costante su tutto il fondo della discarica di percolato con carico idraulico pari ad un metro,

condizione che potrebbe verificarsi solo in caso di malfunzionamento prolungato del

sistema di captazione e rilancio alle cisterne di raccolta percolato, che è progettato per

mantenere un battente di percolato a zero.

Inoltre sempre a favore di sicurezza sono stati trascurati i processi chimico fisici di

riduzione delle concentrazioni nell’interazione percolato/terreno.

La permeabilità dell’argilla alla base dei lotti è stata posta pari al valore più permeabile

riscontrato su campioni prelevati in sito.

L’altezza della falda è stata considerata pari al massimo storico adottato per la

progettazione della discarica.

Le dimensioni della discarica rispetto alla direzione di deflusso della falda sono state

determinate considerando più campagne di misurazione della falda, a seguito della

realizzazione dei nuovi piezometri, nelle fasi di piena e di magra considerando quindi il

massimo range di variazione della direzione di deflusso.

L’analisi di rischio, poiché considera le concentrazioni dell’eluato prodotto dai rifiuti,

risulta valida a prescindere dal diverso codice CER dei rifiuti, che comunque devono

essere inerti.

Come specificato nell’allegato A della D.G.R. n 1360 del 30/07/2013, al fine di tenere

costantemente monitorata la gestione dell’impianto, il Piano di Monitoraggio e Controllo

(PCM) recepirà le condizioni ipotizzate nel presente documento e sarà integrato al fine di

garantire il monitoraggio di tutti i parametri chimici oggetto della presente specifica

richiesta.

Allegato A01.1.1 - Dimensioni della discarica considerate in analisi di rischio

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