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AN- NOLXXXI - N.7 APRILE1957

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AN-NO LXXXI - N. 7 • 1° APRILE 1957

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Lettera di Sua Santità PIO XII

Ptuo ~J~.~ZIIQuemadmodum Mandi vertente anno,

q-uem Nos ubique gentium celebrandumindiximus, primo exeunte saeculo a defi-nito Immaculatae Conceptionis B . MariaeVirginis dogmate, (Cfr . Litt. Enc. « Ful-gens corona », A.A.S. XLV, a. 1953,p. 577 sq.) summa laetitia affeeti sumusquod Nobis licuit in Petriani Fori ma-jestate, ingenti adstante moltitudine, Sanc-torum Caelitum honoribus adulescenteminnocentissimum decorare Dominicum Sa-vio, ita in praesens, primo exeunte saeculoex quo idem ad Superos evolavit, placetadmodum celebrationes ejusmodi partici-pare vestras, et christiftdeles omnes, eospraesertim, qui juvenili agitate fruentes,rite a vobis diligenterque instituunturatque edueantur, paterno adhortari animout carissimum hunc Joannis Bosco disci-pulum in exemplum intucantur .

Nihil pro f etto pulchrius, nihil ama-bilius quam candida juventus, quae mentisanimique ornamentis niteat, ac praesertimsanctitatis splendoribus refulgeat, ut inhoc Legiferi Patris vestii alumno conti-gisse laetamur. Cujus quidem vitam con-

Nel centenario della morte di San Domenico Savio

A quel modo che nel corso dell'Anno Ma-riano, la celebrazione del quale fu da Noiindetta per il mondo intero in occasione del1o centenario dalla definizione dogmaticadell'Immacolata Concezione della B . Ver-gine Maria, Noi provammo sommo gaudioperchè Ci fu concesso nella grandiosità dellaPiazza San Pietro, alla presenza di un'in-gente moltitudine, di decorare con gli onoridei Santi del Cielo l'innocentissimo adole-scente Domenico Savio, così al presente,chiudendosi il 1o secolo da quando Egli volòtra i Celesti, Ci torna sommamente graditoprender parte alle vostre celebrazioni in suoonore ed esortare paternamente tutti i fe-deli cristiani, e specialmente quelli che inetà ancor giovanile vengono da voi nel de-bito modo e con tanta cura istruiti ed edu-cati, a fissare attentamente lo suardo, comea modello, in questo carissimo' discepolo diGiovanni Bosco .

Senza dubbio non v'è niente di più bellonè- di più amabile che una giovinezza imma-colata, la quale brilli per belle doti di mentee di cuore e soprattutto risplenda per i ful-gori della santità, come con gioia constatiamoessere avvenuto in questo alunno del vostro

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IL SANTO PADRE PIO XII, desideroso di par-tecipare alla nostra letizia per le celebrazionicentenarie della morte di S . Domenico Savio,

si è degnato di indirizzare al Rev .mo Rettor Mag-giore, don Ziggiotti, la venerata lettera che pubbli-chiamo nel testo originale e in una nostra tra-duzione; e con pensiero paternamente delicato,ha voluto portasse la data della festa del nostroSanto Fondatore .

Sua Santità è il grande esaltatore di S. Do-menico Savio, avendone recinto il capo dell'au-reola dei Beati e dei Santi . Ma in questo nuovodocumento Egli ritorna a magnificare il caroSantino con parole di tale elogio, che debbonoriempire di gioia sentitissima tutti i Figli dellaFamiglia Salesiana .

Il Sommo Pontefice non vuole che DomenicoSavio, passate le feste della sua santificazione,se ne ritorni nascosto e quasi ignorato nell'elencodei Santi .

Secondo il Papa la Provvidenza divina lo hasuscitato per ben più alta missione . Parve chelo tenesse in serbo, nell'ombra: quasi, nei lunghidecenni dell'attesa, perchè proprio in questo se-colo di generale sbandamento della gioventù « as-sediata da tanti pericolosi agguati », egli si le-vasse allo sguardo ammirato del mondo, e inlui, quasi in «tipo ideale», si specchiassero edu-candi ed educatori .

Ad una gioventù che, a passo veloce, correverso la rovina, viene contrapposto come modelloun Adolescente che s'avviò, con passo ancor piùrapido, verso l'apice della santità .

Pio XII è un grande Papa costruttore, semprein ansia per portare l'umanità verso un « mondomigliore ». E il miglioramento del mondo co-mincia dalla gioventù. Non c'èda illudersi : l'educazione diquesta gioventù, se la si vuolereale ed efficace, deve poggiaresui pilastri che il Savio eressea sostegno della sua santità eche il Papa ricorda : l'odio alpeccato, qualunque_ peccato, cuivien preferita la morte ; amoreintenso all'Eucarestia e allaSanta Vergine; fiamma viva diapostolato in favore dei coe-tanei ; candore di angelica purità .

Gli adolescenti, quanti spe-cialmente sono educati allascuola di Don Bosco, debbonoonorare il piccolo Santo e sfor-zarsi di imitarlo: solo così laChiesa e la civile Società siallieteranno di una gioventù« casta, serena, lieta e forte».

Il Santo Padre, che canonizzando il Savio ha,in certo qual modo, canonizzato il metodo edu-cativo di Don Bosco, con questa Sua lettera pre-ziosa conferma, se pur ve ne fosse bisogno, la suafiducia nell'efficacia educativa di tale metodo, emette in guardia dal pericolo che le teorie impe-ranti nel campo pedagogico, tutte impregnate dilaicismo positivista e di attivismo spesso mate-rialista, solo fiducioso delle umane energie, lofacciano ritenere superato di fronte alla frene-tica corsa di idee e di prassi, sempre mutevoli .

Un metodo educativo che esprime un fruttocosì nobile e delicato qual è il Savio, non è pressoal tramonto . Poichè trae la sua linfa vitale dalleprofondità del Vangelo, viene per così dire apartecipare della stabilità di questo Libro eterno,e, come questo, sa adattarsi alle mutabili neces-sità della storia, pur restando tenacemente fe-dele a quei dettami che soli lo rendono fecondoe fruttuoso .

La triplice Famiglia Salesiana, nella personadel Rev.mo Rettor Maggiore Don Ziggiotti, ma-nifesta al Sommo Pontefice Pio XII la sua fi-liale vivissima gratitudine per un dono così pre-zioso e di tanto alto encomio e promette fedeltàincrollabile a quei principi educativi che DonBosco attinse dal Cuore di Maria, fin dal primosogno a lui data per Maestra, e che, amorosa-mente attuati, diedero alla Chiesa il primo deiSanti Adolescenti, al sèguito del quale schiereimmense di giovinetti salgono ardite il montedella virtù e della santità .

TORINO - Feste Centenarie di San Domenico SavioL'Urna del Santo portata in trionfo in un tripudio di giovinezze devote .

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LA CHIESA

Una precisazione

Il più importante documento della Chiesasull'educazione cristiana è l'enciclica di Pio XI,il Papa che tanto bene comprese la grandezza diDon Bosco educatore e del suo santo allievo,Domenico Savio. Al termine dell'enciclica nelriepilogare il suo insegnamento, il grande Pon-tefice non mancò di mettere in rilievo qualedebba essere il frutto dell'educazione cristiana :e cioè l'uomo che pensa, giudica e opera secondoi dettami della retta ragione e della dottrina diGesù Cristo ; ovvero, « per dirla con il linguaggio,ora in uso, il vero e compìto uomo di carattere » .

Vero e compìto uomo di carattere, precisòI io- XI. Avere carattere, dunque, non basta .Per cui a maggior chiarimento aggiunse : « Nonogni coerenza e tenacia di condotta secondoprincipi soggettivi costituisce il vero carattere,ma soltanto la costanza nel seguire i principieterni della giustizia » .Nulla si può obiettare contro questa precisa-

zione, che nei fatti di ogni giorno trova continuaconferma . Chi non lo vede? Si può avere carat-tere ed essere un pessimo carattere .

Qualcuno, giovane e non più giovane, puòilludersi di aver carattere perchè è sorretto daun grande orgoglio, da una passione che guidatutte le sue energie, che lo rende duro (o, comeegli preferisce dire, indipendente) anche di fronteCile esigenze dell'onestà e degli altrui diritti .

Qualcun altro magari dice: « Ho il mio carat-tere, sono fatto così» e con ciò si sente autoriz-zato a ritenere che nulla e nessuno abbia il di-ritto di chiedergli che si modifichi : sarebbe unapretesa, un insulto alla sua personalità .

Ora sono proprio questi i casi che ci induconoa dire che soltanto la Chiesa possiede i mezziveramente efficaci per la formazione del ca-rattere .

Perchè ?

Le tendenze di natura

I sistemi a ispirazione razionalista facilmentevi parleranno di curare lo sviluppo della perso-nalità, così come insisteranno sull'esigenza di ri-spettare la spontaneità dell'individuo da educare .

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Cose vere, senza dubbio ; punti di vista da tenerpresenti ; ma che espongono al rischio di unavisione incompleta del problema, prestandosi agrossi equivoci e fraintendimenti . Infatti essi unpo' favoriscono e un po' sottintendono l'idea chesia buono tutto ciò che è istintivo in, noi, comeispirazione e tendenza della natura .

La visione completa della nostra condizionedi uomini, invece, non deve dimenticare che esi-stono in noi, con radici profonde, delle vigorosetendenze negative che vanno vigilate e combat-tute . Esse infatti, oltre a essere cattive, hannouno slancio inesausto e invadente: minaccianodi sopraffare l'anima, rovinando il carattere .

Fa d'uopo estirparle, bisogna contrastarne ilcontinuo risorgere .

Nessun giardiniere semina senza aver primapulito il terreno. Nessun giardiniere, dopo averseminato, trascura di sradicare le erbacce risor-genti . Il buon germe ha una sua poderosa spintavitale: ma occorre favorirla; se no, sarà so-praffatta .

Un insegnamento divino

È fuor di dubbio che Gesù, Divino Agricol-tore, sia stato un profondo conoscitore di uo-mini. Ma è singolare che i suoi uditori (proprioquelli preoccupati di cogliere i punti basilaridella sua dottrina per farsene banditori) non loabbiano sentito propugnare le esigenze dellapersonalità . Al contrario li ha colpiti questo in-segnamento del Maestro : « Se uno vuol esseremio discepolo, rinneghi se stesso » .

Disposizione fondamentale: rinnegare se stessi!Non uno dei nostri atteggiamenti riprovevoli,

non una delle nostre inadempienze regge, messaa confronto con questa divina norma di vita edi formazione . Non ci sarebbero in noi quegliatteggiamenti, non cadremmo in quelle man-canze se fossimo capaci di rinnegare noi stessi .I Dieci Comandamenti sono una legge naturale ;ma anche il più naturale tra essi (quello di ono-rare il padre e la madre) può entrare in colli-sione con qualche nostra tendenza . Ne salveremol'osservanza, se avremo un carattere allenato alrinnegamento di noi ; diversamente prevarrà lanostra tendenza di quel momento, anche controil padre e la madre .

Insomma, nelle condizioni concrete della nostranatura (decaduta, devastata dal peccato originale)dimenticare l'urgenza del rinnegamento è perlo meno un errore di tattica, che in campo edu-cativo si risolve con una disfatta, in un falli-mento: si affermerà un carattere pessimo .

Il mondo è sempre stato pieno di uomini mi-ranti all'affermazione della propria personalità :•

dalle schiere di costoro sono usciti quei con-dottieri che hanno fatto versare fiumi di sangue•

di lacrime. Caratteri tremendi!Benefattori dell'umanità, invece, risultarono

coloro che vissero con l'impegno di rinnegarsi,• che nel rinnegamento di se stessi trovaronol'arma e il segreto per cesellare «un vero e com-pìto carattere» .

Per questo la Chiesa è formatrice di caratteri :perchè avvia i suoi fedeli alle vittorie più difficili,alle vittorie contro se stessi ! Di nessuno si puòdire che abbia tanto carattere, come di chi pa-droneggia se stesso, sovrastando con deliberatavolontà a ogni suo impulso e istinto . Eguale ase stesso, immune dagli sbandamenti inevitabilia chi è solito cedere alla corrente dei suoi umori,egli avrà un vero carattere .

L'importanzadi un Sacramento

La norma divina delrinnegamento, poi, trovala necessaria integrazio-ne (quasi il controllo)nella Confessione Sa-cramentale . Questo sa-cramento risponde, sì,al nostro bisogno dipurificazione . col per-dono delle colpe, ma

Don Bosco ascolta le confessioni dei giovani dell'Oratorio .

SAN GIOVANNI BOSCO DICEVA COSÌ

Chi vuol pensare poco alla sua anima, vada alla Confessioneuna volta al mese ; chi vuol salvarla, vada ogni quindici giorni ;'chi poi volesse arrivare alla perfezione, vada ogni settimana .

Mem. Biogr., XII, 566

anche adempie un'altra funzione : confessandosiil credente si rinnega ancora una volta .In qual modo?Nel normale dei casi avviene che degli altri è

l'accusa e nostra è la difesa : per istinto si di-fende il proprio operato, e lo si difende a ol-tranza. La confessione invece capovolge la dispo-sizione abituale dell'anima e, facendoci diventareaccusatori . di noi stessi, ci fa chinare sul cam-picello della nostra anima per strappare con lenostre mani quelle male erbe che volevamo sal-vare dalle mani altrui .

La Confessione ci purifica, sì ; ma ci purificaa condizione di rinunciare alla nostra difesa, acondizione di riprendere con più vigore la lottacontro quelle tendenze che, assecondate, diven-nero colpa .

E questo è pure un decisivo contributo allaformazione del carattere .

Di una cosa, ora, c'è da dolersi: che a unmezzo sì efficace si faccia ricorso non troppofrequente. Confessarsi a Pasqua è senz'altro unbel segno di attaccamento ai valori cristiani dellavita: ma non oltrepassa il valore di un minimo .Chiedete a un giardiniere che cosa succederebbe

se si accontentasse disarchiare le male erbeuna volta all'anno : iprodotti delle sue aiuoleintristirebbero !

Cosa che nessun giar-diniere permette!Cosa che permetto-

no, invece, molti cri-stiani nella loro anima :la lasciano intristire, inpreda a colpe e difetti

E la Confessione lista ad aspettare!

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A quasi mezzo secolo dall'anno in cui il Ven . DonMichele Rua lasciava la terra per ricongiungersi aDon Bosco in cielo, sono ancora presenti sale-siani, cooperatori, ex-allievi che lo conobbero elo avvicinarono . Essi conservano viva nell'animal'impressione della spiritualità potente, che ema-nava dalla sua persona e la loro testimonianzaha indubbio valore elogiativo .

Altre e più autorevoli testimonianze lasciaronomolti, ormai passati all'eternità, che, essendovissuti a fianco del Venerabile per lungo periododi tempo, ebbero modo di constatare la virtùdella sua vita esemplare .

Però la testimonianza più autorevole, la testi-monianza fondamentale è quella di Don Bosco .Poichè Don Rua ebbe la ventura, non comunenella storia agiografica, di essere stato elogiatodal Santo (e quale santo!) che gli fu Padre e guidaspirituale per quarant'anni e cioè dalla fanciul-lezza sino al giorno in cui a Lui successe nellacarica di Rettor Maggiore .

Volendo fare l'elogio del Ven . Don Rua, se-guiamo dunque Don Bosco .

E pacifico che la Divina Provvidenza assistèin modo singolare Don Bosco nel gettare le basidell'opera in favore della gioventù più bisognosa,che gli aveva'affidato . E poichè strumenti delleopere di Dio sono gli uomini, la Provvidenza,che fa tutte le cose bene, fin dall'inizio mandòa Don Bosco, tra i cento e cento giovani, alcunidestinati ad essere i suoi futuri collaboratori .Tra questi il fanciullo Michele Rua è il prescelto,eletto ad essere il più valido cooperatore diDon Bosco nella grande impresa . Don Boscoconosce tale elezione .

Non questo forse dimostrano le parole : « Prendi,Michelino, prendi!» che Don Bosco dice al'fan-ciullo incontrato per via, presentandogli la manosinistra e facendo con la destra atto di tagliarlaa, mezzo? Il fanciullo, ogniqualvolta incontravaDon Bosco per via, gli correva incontro festoso ;

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scopertosi il capo, gli baciava devotamente lamano; poi, sollevando lo sguardo limpido, avan-zava la domanda confidenziale : «Don Bosco, midà una immagine?». Ed ogni volta Don Boscoripeteva le stesse parole, lo stesso gesto . Il fan-ciullo ingenuo non comprendeva, ma incidevaparole e gesto nella memoria fresca e tenace .E più tardi, quando ebbe indossato l'abito ec-clesiastico per fermarsi definitivamente con DonBosco, ne domandò la spiegazione . « 0 mio buonfigliuolo, rispose il buon Padre, ormai tu dovresticomprenderlo ; ma lo comprenderai meglio inseguito . . . Don Bosco voleva dirti che un giornoavrebbe fatto con te a metà! » .

Le parole di Don Bosco contengono implicito ilprimo elogio, che il Santo fa del giovane Michele, nelquale elogia non la virtù acquisita, ma il candoredell'anima e la sua elezione ad un'alta missione .

.1CID., tardi, quando il chierico Rua vive al fiancodi Don Bosco e lavora nel campo di apostolatoda lui coltivato, l'elogio si concreta con mag-giore precisione. Attento osservatore, profondoconoscitore delle anime, molto sovente illumi-nato dall'alto, Don Bosco ha seguito passo passocon cuore di Padre questo suo figliuolo spiritualeed è penetrato in profondità nella cognizionedella sua vita morale. Il santo equilibrato, chenon si lascia sviare dal sentimento, misura ilvalore delle' parole e le proporziona alla realtà,è inaspettatamente sorpreso per l'abbondanzadi virtù constatata e « vista» in lui ; abbon-danza che supera ogni sua aspettazione .

« Se Dio mi avesse detto : - immagina un gio-vane adorno di tutte quelle virtù che tu potrestidesiderare, chiedimelo ed io te lo darò - ionon mi sarei mai immaginato un Don Ru_a > .

Di quali virtù desiderava Don Bosco vedereornato il cuore dei suoi figli? Egli voleva purezzaangelica, pietà vera alimentata dalla preghierae consolidata con la frequenza della confessioneben fatta e della comunione fervorosa, divozione

e confidenza filiale in Maria SS ., pratica costantedella mortificazione cristiana, amore al dovere,spirito di sacrifizio a tutta prova . . . Tutte questevirtù Don Bosco le vide possedute da Don Rua.

Attorno a Don Bosco si è formato il primogruppo di salesiani . Sono il « piccolo gregge alquale è piaciuto al Padre di dare un regno»(Luca, XII-32) ; il nucleo vitale di un futurosolido organismo, la Congregazione Salesiana,alla quale la Provvidenza si è compiaciuta diaffidare un vasto campo di apostolato nel mondo .Don Rua compare subito primo nel gruppo :

per capacità, laboriosità, virtù religiosa. DonBosco può fare pieno assegnamento su di lui nel-l'affidargli molteplici incombenze . Sull'esempio delPadre, che non conosce riposo, perchè il demonionon cessa di insidiare le anime dei suoi giovani,e tramanda il riposo al Paradiso, il discepolo nonmisura le ore di lavoro, impegna tutte le sueenergie, accetta serenamente ogni fatica, di-

illustrazionedella paginaprecedente

LOMBRIASCO (Torino), anno zgoz, da una fotografia di Don Rua tra i novizi .Si noti il Venerabile, che incrocia le braccia, piegando visibilmente il busto, e posa la mano destrasul chierico che gli sta a sinistra, e la sinistra sul capo dell'altro, ripetendo il gesto di Giacobbesu Efraim e Manasse . Il Rev .mo Don Pietro Tirone (a destra di Don Rua), gli fece notare laposizione scomoda assunta, causa l'incrocio delle braccia . Il Venerabile la mantenne. Previsione?Sta il fatto che il chierico su cui Don Rua posò la sinistra, l'anno seguente si ritirò ; l'altroperseverò nella vocazione salesiana e vive tuttora .

simpegna le varie mansioni, che non accennanomai a diminuire e non concedono pause .

Avverrà che il troppo lavoro uccida i salesiani?Don Bosco esclude che ciò sia avvenuto al temposuo, ma aggiunge : « Chi si potrebbe chiamarequasi vittima del lavoro è Don Rua » . Si noti iltemperamento di quel «quasi*, che non dimi-nuisce il valore dell'elogio, bensì lo illumina .Don Rua nel dispendio delle sue energie raggiungeil limite massimo, nia non lo oltrepassa ; se an-dasse oltre, il sacrificio noti potrebbe continuare .Ma tale sacrificio, compiuto giornalmente conassoluta esclusione di ricompensa umana, è pos-sibile solo quando è sostenuto da costante fervoredi spirito, quando la pietà è solida, stabilizzatain abito acquisito . Questo fatto è realmente av-venuto in Don Rua . A nessuno sfuggiva il suoesempio luminoso, ma non a chiunque era con-cesso di penetrare l'accrescimento della vita in-teriore, da cui proveniva l'esempio . Don Boscolo vede ed ecco il suo elogio: <,Se io volessi,dirò così, mettere il dito sopra Don Rua in uripunto ove non vedessi in lui la virtù in gradoperfetto, non potrei farlo perchè non sapreidove posare il dito* .

Don Bosco ha assistito al primo sviluppo dellasua Congregazione, che si è dilatata da Torinoal Piemonte, poi all'Italia, all'Europa, all'Ame-rica. Inoltre nei «sogni» ne vide la futura dilata-zione nel mondo .La. Congregazione è il capolavoro della santità

di Don Bosco e la sua stabilità voleva dire lacontinuazione dell'opera da lui iniziata a van-

taggio della gioventù. Egli pensa che verrà an-che per lui il giorno in cui dovrà lasciare ad altriil posto di comando. Ma tale pensiero non loconturba. Egli sa che Don Rua, il quale da anni« ha fatto con lui a metà », è degnamente prepa-rato per continuare da solo .

« Se Dio mi dicesse: - preparati che devi mo-rire e scegli un tuo successore, perchè non voglioche l'opera da te incominciata venga meno ;chiedi per questo tuo successore quante grazie,virtù, doni e carismi credi necessari perchè possadisimpegnare bene il suo ufficio, chè tutte glieledarò io non saprei che cosa domandare alSignore per questo scopo, perchè tutto questogià lo vedo posseduto da Don Rua » .

Come si vede, l'elogio cresce d'intensità lu-minosa. La «virtù in grado perfetto» prima elo-giata è relativa al religioso, che ha raggiunto laperfezione, come richiede la sua vocazione ; quisi afferma e si elogia l'esistenza delle virtù ne-cessarie per il buon governo della Congregazione .

Don Rua durante i 40 anni passati a fianco diDon Bosco godette sempre della sua fiducia ; dipiù, egli si dice « il suo confidente intimo » ; masi era mantenuto volutamente sempre nell'ombra .Così esigeva la sua umiltà . Nel cuore umile sicompiono i prodigi della grazia : solo l'umiltà per-mette lo sviluppo rigoglioso della vita spirituale,perchè solo nella umiltà le altre virtù trovano lacondizione indispensabile per crescere e fiorire .Don Rua, vissuto in urniltà, s'innalzò tantopresso Dio che Don Bosco non dubitò di asserire :«Don Rua potrebbe fare miracoli, se volesse» .Se volesse! Perchè Don Bosco mise questa con-dizione? Forse sapeva che Don Rua «non vo-leva»,

-perchè preferiva stare nell'oscurità? Co-

munque sia la cosa, ricordiamo un fatto . Nel1886, trovandosi Don Bosco a Barcellona, venneportato al Santo un bambino spedito dai medici• quasi in fin di vita, perchè lo benedicesse .Don Bosco era stanco e impedito di dare udienza• fece rispondere ai richiedenti di rivolgersi aDon Rua . Questi ubbidì; diede la benedizione• il bambino moribondo risanò all'istante . Dichi il merito? Don Rua attribuì il prodigio allasantità di Don Bosco ; egli era stato il sempliceesecutore della volontà del Padre. E sia purecosì. Si può però pensare, rispettando la con-vinzione voluta dall'umiltà del Venerabile, chel'obbedienza, quando è perfetta, è atto di fedecapace di fare miracoli .

Abbiamo ricordato l'elogio di Don Rua fattoda Don Bosco . Attendiamo con fiducia che laChiesa lo confermi pienamente .

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In cerca di agnelli sbandati - L'avvicinarsi della santa Pasqua ci fa riandare col pensiero all'apo-stolato più caro al cuore di Don Bosco : quello della santa Confessione e della santa Comunione . Egli chevide sempre nella Confessione e nella Comunione due fattori ineguagliabili di educazione e di santità divita e che consacrò al ministero delle confessioni tanta parte della sua esistenza, quanto gradirebbe che isuoi Cooperatori e le sue Cooperatrici gli dessero man forte per portare al precetto pasquale anime cheforse da anni lo trascurano! Soprattutto vogliano guardarsi attorno per vedere se vi siano dei giovanettie delle giovanette che abbiano già oltrepassato l'età necessaria e non abbiano ancora fatto la primaComunione. Come sarebbe bello se ognuno dei nostri Cooperatori e Cooperatrici adocchiasse una diqueste anime e con carità e grazia riuscisse a condurla al proprio parroco ; oppure, a secondadell'opportunità, ad un _ Oratorio salesiano o ad un Oratorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice!

S . AGATA DI MILITELLO -Laboratorio missionario e ce-nacolo

Dal 9 gennaio scorso è in attivitàil « Laboratorio missionario » con unbuon gruppo di Cooperatrici volen-terose . Si è fissato il mercoledì diogni settimana, con inizio alle ore i 5 .

Il lavoro si chiude con il « Ce-nacolo », istituzione meravigliosache fra quelle zelanti Cooperatriciè in vigore da quattro anni, inseguito ad istruzioni particolari ri-cevute dal Rev. Padre Rivilii,Francescano, ideatore della « Cro-ciata del Vangelo s, .

i2»

il Cenacolo è un incontro dianime che si uniscono in ispiritodi cristiana amicizia per conoscere,amare e vivere il Vangelo . La se-duta si svolge così : dopo la pre-ghiera, si legge un passo del S . Van-gelo, precedentemente fissato . L'in-caricata commenta il brano scelto .Segue la conversazione, nella qualeciascuno può dire la sua parala,chiedere la spiegazione di un dub-bio ; si sciolgono le difficoltà e sicontribuisce, con un fraterno scam-bio di idee e di esperienze, ad unamaggiore comprensione della Let-tera e dello spirito del Vangelo .In fine l'assistente sintetizza il

lavoro comune, segnala il motivodominante del Vangelo commen-tato e trae la pratica per la vitadi ogni giorno .

LODI - I Cooperatori paganola festa ai poveri

La città di Lodi, che pur nonavendo potuto realizzare l'anticosogno di avere i Salesiani, tantoama Don Bosco e ne possiede lospirito attraverso al movimentodei Cooperatori e delle Coopera-trici, in occasione della festa diDon Bosco, al tradizionale spetta-

colo di fede e di pietà Eucaristica,quest'anno ha aggiunto un altromagnifico spettacolo di carità conla distribuzione di 150 pacchi aipoveri della città . L'iniziativa èdovuta ai Cooperatori salesiani,diretti dal sig . Clemente Grozzani,e dallo zelante parroco Don GiulioMarazzina, Direttore Diocesanodei Cooperatori .

CAMARO INFERIORE (Mes-sina) - Per la prima volta il iofebbraio scorso si è celebrata lafesta di Don Bosco . Il merito èdi quella . recentissima Pia Unionedi Cooperatori, che fecero le cosecon tanta solennità da interessaretutta la Parrocchia . Le esecuzionimusicali della Schola cantorumdell'Istituto Teologico Salesianodi Messina e la Messa cantatadal Direttore Diocesano dei Coo-peratori, Mons. Minutoli, furonoun avvenimento . Quel giorno sidistribuirono 28 nuovi diplomi .Per l'occasione venne pure inau-gurato il Circolo Ricreativo gio-vanile S . Giovanni Bosco . L'ideanacque in alcuni giovanotti chenel passato anno parteciparonoagli Esercizi dei Cooperatori aZafferana Etnea . Guidati dal Par-roco Don Maiorana, che tantasimpatia nutre per Don Boscoe la sua Opera, poterono tradurlain realtà, ripromettendosi di por-tare la gioventù della parrocchiaad una vita cristiana più intensa .

ri

Conferenza annualeC'è da benedire il Signore per il deciso risveglio che caratterizza oggila vita della Terza Famiglia Salesiana . Ne è una prova la prima Con-ferenza annuale, che quest'anno fu tenuta in quasi tutti i Centri, con lapartecipazione di un numero assai rilevante di Cooperatori . Piace il tonosempre più familiare di questi convegni, perchè dà ai partecipanti l'im-pressione di un gradito incontro con persone di famiglia . E l'improntadata alle prime Conferenze dallo stesso santo Fondatore, che amavaraccogliere i Cooperatori in una cornice di solennità, ma anche ditanta familiarità e confidenza da dar loro la sensazione di essereparte viva della famiglia salesiana . Soprattutto dove la Conferenzafu tenuta per la prima volta destò l'interesse, la sorpresa, la gioia di unarivelazione. E molti che non erano ancora Cooperatori, si affrettaronoa chiedere l'iscrizione alla Pia Unione, considerando una grazia apparte-nere alla famiglia di Don Bosco.L'argomento svolto in linea di massima dai conferenzieri fu quello propostodal Rettor Maggiore, quale parola d'ordine per la santa battaglia annuale :fermezza di carattere e fedeltà al dovere, sull'esempio di Domenico Savio .In questa occasione si presero anche accordi per intensificare le attivitàproprie della Pia Unione, si lanciarono proposte e si concretarono ini-ziative . Tra queste ricordiamo i pellegrinaggi a carattere locale e re-gionale con meta Torino nell'anno centenario del transito felice diS. Domenico Savio ; l'impianto o l'incremento dei Laboratori per Cooperatrici a favore delle chiese povere e dei giovani bisognosi ; l'organiz-zazione di centri per la diffusione della buona stampa ; e soprattuttol'impegno di fedeltà alla Conferenza mensile e all'Esercizio della BuonaMorte, fidando nella parola di Don Bosco, che dà per assicurata la sal-vezza eterna di chi fa bene ogni mese questo Esercizio .Concludiamo riassumendo le impressioni generali in una sola parola :un'ora di serena, benefica letizia .

ROMA - Basilica Sacro Cuoreli 27 gennaio scorso, in una cornicedi grandiosità romana e di cordialitàsalesiana il Rev .mo Rettor Maggioreha tenuto la sa Conferenza annualeai Cooperatori e alle Cooperatricidella città eterna .

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nel centenariodella morte

di San Domenico Savio

Un aspettodella Piazza Maria Ausiliatrice

dopo lasolenne processione

Il lo marzo. dell'anno 1857, Domenico Saviolasciava l'Oratorio di Don Bosco e ai compagniche gli si stringevano attorno per augurargli diritornare presto, il fanciullo agitava in segno disaluto la mano e alzava gli occhi verso il Cielopresentendo la fine dei suoi giorni . Sono trascorsicento anni da quel triste addio e i ragazzi di DonBosco, di tutti gli Istituti e Oratori di Torino,si sono nuovamente radunati domenica 10 marzoper portare in trionfo il loro compagno, per ac-compagnare il glorioso ritorno del Ragazzo santonella terra a lui tanto cara .

Fu una giornata di primavera salesiana vi-brante di autentico entusiasmo giovanile . « Piùche un'urna, -- disse S. E . Mons. Angrisani aigiovani, -- avete recato in trionfo un'Arca . Comeil popolo eletto, dovendo attraversare le acquedel Giordano o abbattere le mura di Gerico,portava con sè l'Arca Santa, così voi, o giovani,dovete recare e tenere costantemente dinanzi agliocchi Domenico Savio, con i suoi esempi e in-segnamenti, perchè vi sia guida e scudo nei pe-ricoli .

I giovani di Valdocco e di Torino hanno di-mostrato col loro entusiasmo quanto amino illoro 'celeste patrono . In prima fila i cantori del-l'Oratorio, che svolsero in suo onore uno sceltoprogramma musicale a 4 voci, e i ragazzi delPiccolo Clero, che prestarono servizio nei giornidel triduo e della festa . Durante il triduo si sonoavvicendati nella Basilica di Maria Ausiliatricegli allievi dei numerosi istituti salesiani di To-rino per ascoltare la S. Messa e rendere omaggioal Santo; nella mattinata del 9 marzo giunge-vano da Arese (Milano) i giovani del CentroAddestramento « Domenico Savio », già casa dirieducazione Cesare Beccaria . Bisognava sentire

con quale entusiasmo pregavano e cantavano .Si sentiva nei loro cori tutta la fierezza e la gioiadi trovarsi presso l'urna del loro Patrono .

Predicò il solenne triduo di preparazione allafesta don Favini, segretario generale dei Coope-ratori, presentando il Santo come gloria dellafamiglia cristiana, della scuola cristiana e capo-lavoro del sistema educativo di Don Bosco .v Genitori ed educatori - ammoniva l'oratore -ascoltino il monito dell'Arcivescovo di Tolosa,Card. Saliège, il quale invitando i fedeli dellaDiocesi alle feste in onore di S . Domenico Savio,non potè tenersi dal gridare : Avete paura difare dei Santi, e fate degli egoisti!» .

La sera del 9 marzo, nell'ora stessa in cui Do-menico Savio volava al Cielo, si svolse nel nuovocortile di Valdocco che a Lui s'intitola, unasuggestiva cerimonia . Davanti alla statua del-l'Adolescente che campeggiava in un trionfo diluci e di colori, tra il profondo silenzio di tuttala famiglia dell'Oratorio radunata attorno ai Su-periori del Capitolo, un dialogo radiotrasmessorievocò dalle pagine scritte da Don Bosco le ul-time ore mortali del Savio . Quindi il Prefettogenerale, Rev .mo Don Albino Fedrigotti, lesse,con voce che tradiva la gioia, il prezioso docu-mento inviato in occasione delle feste centenarieda Sua Santità Pio XII . Subito dopo il cielo diValdocco s'illuminò di mille luci e risuonò di scoppifestosi . È il cammino dei Saliti: cento anni faera la lettera di Carlo Savio, l'umile fabbro diMondonio, che giungeva a Don Bosco annunziandola morte del suo piccolo Domenico, oggi è il Padredi tutta la Cristianità che scrive al Successoredi Don Bosco per avvalorare il tripudio giova-nile che esplodo attorno all'immortale figura delRagazzo santo .

11 10 marzo, prima domenica di Quaresima,vide l'epilogo trionfale delle feste centenarie . Persingolare concessione della S . Congregazione deiRiti, si potè cantare con i paramenti bianchi laMessa del Santo . 11 solenne pontificale fu tenutoda uno degli ex allievi dell'Oratorio più illustrie affezionati, S . E . Mons. Angrisani, Vescovo diCasale Monferrato, il quale tessè l'elogio del Santoal mattino e poi ancora nel pomeriggio, dopo laprocessione .L'eccellentissimo Oratore, che conosce bene

l'anima dell'educazione salesiana, parlò con fer-vore e calda ammirazione del Fanciullo santo,augurandosi che il messaggio di Domenico Saviosi moltiplichi attraverso i vir-gulti forti e generosi di unanuova primavera giovanile, chefaccia rivivere a tanta gioventùdi oggi, stanca e disorientata,l'ideale gioioso di una vita cri-stiana integralmente vissuta .

Alle 15,30 del pomeriggio perquelle stesse vie di Valdoccoche aveva percorso ragazzo, lesacre spoglie di Domenico Saviofurono portate in trionfo trauna folla in preghiera, accom-pagnate da una massa impo-nente di giovani, tra le ar-monie di sei complessi bandi-stici salesiani . Onorarono lacerimonia, oltre S . E . Mons .Angrisani, le LL. EE . i Mon-signori Pintonello, Arcivescovocastrense, e Arduino, salesiano,e gli onorevoli Rapelli e Quarollo .A suggellare i propositi e le im-

pressioni della grande giornata, Sua Em . - ilCard. Maurilio Fossati, arcivescovo di Torino,impartiva alle masse giovanili che gremivano iltempio e la piazza, la S . Benedizione Eucaristica .

Attorno all'urna del santo figliuolo del fabbrodi Riva di Chieri avevano portato una simpaticanota di solidarietà nel lavoro illuminato dallafede parecchie centinaia di lavoratori della Fiat-Mirafiori, i quali alle 9 di quel mattino. guidatidal loro presidente in,- . Chialva, si erano recatia Valdocco per assistere alla Messa celebratadal cappellano don Pelli, salesiano, e ascoltarela brillante conferenza del Sottose' retario allaDife- .f, on. Bovetti .

SAN DOMENICO SAVIOritorna trionfante nei cortili che furono campo delle sue allegre ricreazioni .

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Sabato 9 marzo l'eroico Allievo di Don Bosco erastato commemorato attraverso le onde della radiodal Ministro di Grazia e Giustizia on . Aldo Moro .

Nello stesso pomeriggio, a Mondonio di Asti,dove conto anni fa Domenico chiuse i suoi giorniterreni, S . E . Mons. Cannonero, Vescovo di Astiaveva celebrato una solenne Messa vespertinaall'aperto, nel cortile prospiciente la casetta delSanto, il cui transito edificante era stato rievo-cato con una commovente radioscena e con unaaccademia poliglotta, alla quale avevano parte-cipato le principali nazioni del mondo nella per-sona degli studenti del Pontificio Ateneo Sale-siano e degli aspiranti missionari dell'IstitutoBernardi Semeria del Colle Don Bosco .

MONDONIO D'ASTI(in alto) La folla in preghiera davanti alla casetta

che vide l'angelica morte di San Domenico Savio :1857 - 9 marzo - 1957

S . E . Mons. Giacomo Cannoneropronunzia una commossa allocuzione commemorativa

del transito felice del Ragazzo Santo

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Cooperatrice che si avvia alla gloria dei SantiLa mattina del 5 marzo, nel Palazzo Apostolico Vaticano si adunò la S . Congregazione deiRiti Ordinaria, nella quale gli Em .mi e Rev .mi Signori Cardinali e i Rev .mi Prelati Officiantidiscussero sull'introduzione della Causa della Serva di Dio Dorotea De Chopitea VilotaSerra, madre di famiglia, Cooperatrice salesiana .I Cooperatori Santi o avviati alla gloria degli altari sono già parecchi, ma l'appellativo Coopera-trice salesiana attribuito ufficialmente a una Serva di Dio compare per la prima volta . E quindimotivo di legittimo orgoglio e di esultanza per tutti i membri della Terza Famiglia Salesiana .Della santa cooperatrice nata in Cile e vissuta nella Spagna, dove è considerata come la veramadre delle Opere Salesiane, parleremo in altro numero . Per ora ci limitiamo a dire che lo stessosanto Fondatore la ebbe in tanta considerazione che nel 1886, quando la vide per la prima voltaalla stazione di Barcellona, la salutò con queste parole : « Oh, signora Dorotea! Ogni giorno iopregavo Iddio che mi facesse la grazia di conoscere lei prima di morire» .

Questa Repubblica è in fase digrande sviluppo per le ricchezze delsottosuolo. Quanto a petrolio essaoccupa il secondo posto nel mondocon una produzione di 2 .380 .000fusti al giorno . 1MZa si sono scoperteanche ricche miniere di ferro e dialluminio . Inoltre la febbrile costru-zione di strade e di case sta dandoun volto nuovo al paese .Contrasta dolorosamente con que-sto progresso materiale la scarsitàdi clero, dovuta a diverse causestoriche e all'influsso del liberalismoe della massoneria . Ciò ha impe-dito finora che in una nazione distragrande maggioranza cattolica

uando Don Ziggiotti scese all'aeroporto diMaiquetía, trovò ad attenderlo qusttro Ve-

scovi, autorità civili e militari, salesiani, coope-ratori ; ex allievi e un largo stuolo di giovani .Erano le ore 2o del 6 febbraio .

Formatosi un lungo corteo di macchine, per-correndo la modernissima e monumentale au-topista, si giunge a Caracas, la città dell'avve-nire, a cui il continuo sviluppo edilizio dà l'a-spetto di un immenso cantiere che sta trasfor-mando l'antico agglomeramento urbano in una

(98%) ci sia una rigogliosa vitacristiana . L'avvenire presenta peròbuone prospettive dovute all'inde-fesso lavoro dei Vescovi nel pro-muovere le vocazioni sacerdotali .L'opera salesiana diretta dal ve-nerando signor Ispettore Don Pie-tro Tantardini, vi è dovunque ap-prezzata e gode le generali simpatiedelle autorità civili ed ecclesiastiche :lo dimostra la trionfale accoglienzaal nostro venerato Rettor Maggiore .

I Salesiani hanno nel Venezuela 24case distribuite in i9 centri, dellequali 7 sono nella Missione di PuertoAyacucho . Le Figlie di Maria Au-

siliatrice vi lavorano in 13 casedistribuite in io centri . Alle con-tinue richieste di nuove fondazionisi è costretti a rispondere con unapenosa negativa dovuta alla grandescarsità di vocazioni .

Gia la notizia della visita del Suc-cessore di Don Bosco alle case sale-siane del Venezuela aveva suscitatoansia, aspettativa, entusiasmo inde-scrivibili . Per Salesiani così lontanidal Centro, che hanno sempre gliocchi fissi su Torino, una visitadel Rettor Maggiore è Don Boscostesso che visita . Ciò spiega le grandimanifestazioni in sito onore .

metropoli di primo ordine . Per dare un'ideadella trasformazione della città basta dire chenegli ultimi io anni la popolazione è aumen-tata di 536.coo ab . ; si è quindi raddoppiata .Alla mancanza di alloggi è venuto incontro ilGoverno mediante il Banco Obrero che ha co-struito i superblocchi di 4-Io-I5 piani peroperai, potendo così provvedere a I56 .ooo per-sone .

Entrato in città, la prima sua visita è allaCasa della Regina delle opere salesiane, il tempio

CARACAS - Il trionfale ricevimento del Rettor Maggiore all'Aeroporto Internazionale di Maiquetía (Venezuela) . Tra ipresenti S . E . il Nunzio di S . S ., l'Arcivescovo di Caracas, i Vescovi Salesiani di Coro e di Puerto Ayacucho e nume-rose personalità civili e militari .

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di Maria Ausiliatrice, dove, circondato dalNunzio Apostolico S . E. Mons. Forni, affezio-natissimo ex allievo, dall'Arcivescovo S . E. Mons .Arias Bianco e dai due nostri Vescovi Mons .Iturriza e Mons . Garcia, canta col popolo ilsolenne Te Deum di ringraziamento .Tra gli omaggi resi al Successore di Don

Bosco il giorno dopo, ricorderemo quello pre-paratogli al Palazzo Municipale, dove il Presi-dente del Consiglio, attorniato dai suoi Asses-sori, proclamò solennemente il V Successore diDon Bosco « Ospite d'onore» della capitale . Eraanche presente l'Ambasciatore d'Italia conteGiusto Giusti . Il Rettor Maggiore ringraziò incorretto spagnolo e illustrò le finalità dell'operasalesiana .

Nel pomeriggio volle deporre una coronadi fiori sulla tomba di Simon Bolivar, liberatoree Padre della Patria, a cui è dovuta l'indipendenzadi sei Repubbliche sudamericane . Prima di farritorno all'istituto salesiano, accettò un'inter-vista dal giornale cattolico La Religion, il de-cano della stampa venezuelana, fondato nel 1884 .

Rientrato in casa, ecco un'imponente manife-stazione in suo onore offerta dai 1200 allievidel Collegio S . Francesco di Sales e trasmessaper radio e televisione . Circondano il RettorMaggiore autorità, cooperatori, ex allievi e amicidell'opera salesiana . A rendergli onore si trovanoanche tre Ministri, tutti e tre nostri ex allievi.

Il 9 febbraio è consacrato allo Studentatofilosofico di Caracas-Altamira, costruzione mo-derna in amenissima posizione ; ma per il pranzoè ospite dell'Ecc.mo Nunzio Apostolico, inmezzo a distinte personalità, tra cui i tre Mi-nistri ex allievi e l'Ambasciatore d'Italia .

1 nostri aspiranti di Caracas-Bolea lo accol-gono festanti il uiorno dopo . L'Istituto « Do-

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CARACAS - Omaggio giovanile al Rettor Maggiore.

menico Savio» ospita 200 giovani che aspiranoal sacerdozio, mentre quello di «San Giu-seppe» accoglie 90 aspiranti artigiani . Tutti edue gli edifizi, che sorgono a breve distanzal'uno dall'altro, si presentano in veste modernacon ampio terreno all'intorno .

Le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno in Ca-racas ben cinque Istituti, il più grande dei qualiè un modernissimo collegio con una popolazionescolastica di 700 allieve. In tutti il Rettor Mag-giore viene ricevuto con grandissima gioia .

Il 12 febbraio i novizi salesiani di Los Te-ques-Santa Maria vivono ore di paradiso: nonpar loro vero di avere con sè il Successore diDon Bosco in persona e vogliono offrirgli unricordo perpetuo della visita battezzando colsuo nome il bel viale d'ingresso, che il Muni-cipio ha fatto asfaltare a sue spese in omaggioal Rettor Maggiore. Ma a Los Teques, simpaticacittadina a 1200 m., chiamata la Svizzera vene-zuelana per le sue verdi pinete e il perenneclima primaverile, abbiamo altre due Case . C'èsoprattutto il rinomato « Liceo San José », fon-dato e diretto dal venezuelano Don Isaia Ojeda,costruzione moderna con giardino ed ampi cor-tili, in posizione dominante, tra il verde deiboschi e ai piedi di una collina. Là lo attendonoimpazienti i 500 alunni, a cui si sono unitiquelli del vicino Istituto « S . Domenico Savio »,le allieve delle Figlie di M . A., larghe rappre-sentanze degli istituti cittadini, gran numerodi cooperatori, ex allievi e le autorità . Alle 15il Governatore in persona va al noviziato perprelevare il sig. Don Ziggiotti. La polizia glifa scorta d'onore. Appena arriva, viene accoltoa suon di banda e si dà inizio al solenne ricevi-mento, nel quale il Rettor Maggiore viene di-chiarato ospite onorario e il Governatore gl'im-

pone la medaglia del Cacico« Guaicaipuro », la più altadecorazione dello Stato di Mi-randa. I giovani del Liceo infiammanti divise eseguisconoevoluzioni e giochi ginnastici,mentre le varie bande e i corirallegrano la manifestazione. Asera oltre trecento ex allievicircondano la mensa del RettorMaggiore, e il Vicepresidentedel Collegio degli Avvocati diCaracas, ex allievo del Liceo,in un sentito discorso gli offreuna graditissima targa d'orocon lo stemma salesiano, il ri-lievo del Venezuela e l'iscri-zione ricordo della visita . Mala cosa che più impressiona ecommuove il signor Don Zig-giotti è l'amore a Don Bosco•

la stima che godono ovunquei suoi figli .

Il io febbraio è ricevuto inudienza dal Presidente dellaRepubblica, Gen . Marcos PérezJiménez. L'illustre personaggiolo tratta con affabile cordialità esi compiace d'intrattenerlo sulprogramma del suo governo esull'importanza che egli dà allaformazione spirituale e moraledel popolo. Si professa catto-lico e manifesta il suo compia-cimento per l'opera del Clero•

dei Religiosi .A Los Teques - come si è

detto - c'è anche il CollegioDomenico Savio, che accogliezoo allievi interni delle elemen-tari . Sono i più piccoli, i be-niamini: il buon Padre nonpuò privarli di una sua visita,anche se l'hanno già festeggiatonel grande Liceo. Perciò, con-gedatosi dal Presidente dellaRepubblica, eccolo tra i bam-bini del « Domenico Savio »,che gli offrono una graziosaaccademia e una preziosa col-lezione di i8 monete d'oro,raffiguranti i principali Cacichiindi del Venezuela .

Più tardi si reca all'Istitutodelle Figlie di Maria Ausilia-trice della città per inaugurarvi• benedirvi la nuova artisticachiesa. Quindi nel vasto teatro,presenti le autorità civili edecclesiastiche, le alunne por-gono al Rettor Maggiore i loroomaggi, svolgendo con grazia earte un bel programma di rap-presentazioni, cori e danze .

CARACAS

Il Rettor Maggiore in preghiera davanti al mausoleo che contiene iresti mortali del Liberatore Simón Bolívar nel Panteon Nazionale .A sinistra S . E . Mons. García .(sotto) Il Rev .mo Don Ziggiotti in cordiale colloquio col Ministro diGiustizia, ex allievo salesiano, Dr . Filippo Urbaneja .

Il iS febbraio un aereo della LAV lo trasporta all'oriente delVenezuela, con prima tappa a Barcelona. Qui gli vengono in-contro S . E. il Vescovo Mons . Umberto Paparoni, il Presidentedel Consiglio municipale, un rappresentante del Governatore, sa-lesiani, giovani, cooperatori e amici . All'istituto salesiano, rigur-gitante di giovani, riceve il primo omaggio. Quindi visita, aimargini della città, gli allievi della scuola gratuita « San José » .A pochi chilometri da Barcelona si trova Puerto La Cruz,

dove abbiamo una grande e bella chiesa parrocchiale e un collegiointitolato a Sua Santità Pio XII . È un edificio moderno conampio porticato e vastissimi cortili . La città che fino a pochi annifa aveva 6ooc abitanti, oggi ne conta oltre 70.000 e va crescendod'importanza, perchè qui arriva il petrolio dall'interno, che dàlavoro alle grandi raffinerie e viene esportato per mezzo dellepetroliere, che continuamente affluiscono al porto . La visita aPuerto La Cruz è laboriosa, •ma tanto cara al cuore di Don Zig-giotti, che vede succedersi nel rendergli omaggio tanta gioventùdel « Pio XII », della Scuola parrocchiale e della Scuola serale .Tornato a Barcelona, si reca al Municipio, dove trova tutto il

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Buon sangue non mente . Il sig . Don Ziggiotti, anche tra i ragazzi Vene-zuelani, non dimentica di essere il Successore del Santo dell'allegria!

Consiglio radunato in seduta straordinaria per rendere onore alvenerato Ospite e offrirgli una medaglia d'oro .

La giornata ha termine con un messaggio del Rettor Maggiorealla Radio Portena .

Il giorno 16 lo passa parte a Barcelona e parte a PuertoLa Cruz, facendosi tutto a tutti per- dare a tutte le categorie dipersone la soddisfazione di rendere omaggio al Rappresentante diDon Bosco . Anche nel Municipio di Puerto La Cruz il Sindacodella città con tutti gli assessori lo proclama Ospite d'onore e gliconsegna una simbolica chiave d'oro . Il Governatore di Barce-lona a sua volta vuole onorare il Capo dei Salesiani invitandoloa pranzo in un Club cittadino insieme con le più alte perso-nalità. Il buon Padre accetta, felice che non solo il popolo maanche le autorità circondino l'opera nostra di tanta cordialità esimpatia. Poi quaranta minuti di volo lo riportano alla capitale .

Passata la mattinata del 17 coi chierici di Altamira, giungein auto a Valenza, capitale dello Stato di Carabobo e sede didue istituti salesiani e di un collegio delle Figlie di M . Ausiliatrice .La strada si snoda in mezzo a ubertose vallate ricche di fruttae di canna da zucchero . Prima che il Rettor Maggiore entri inValenza, un'auto con radio trasmittente annunzia a tutta la cittàil solenne ingresso del Superiore Generale dei Salesiani . Sullapiazza della cattedrale si svolge la sfilata della gioventù . Quindiil Rettor Maggiore entra nel tempio . S . E. il Vescovo Mons. Adamlo abbraccia e lo accompagna fino al presbitero . Poi sale sulpulpito e scioglie un inno alle benemerenze salesiane nel Ve-

solenne inizio del

Mese di MARIA AITSIlIATRICE-

SACRE FUNZIONIOre 6,30Sac. Fortunato Faggion - Salesiano

Ore 17Soc. Oddone Pelli - Salesiano, Cappel-lano del Lavoro (FIAT - Torino).

Ore 29,30Soc . Antonio Bretto - Santuario Basilicadella Consolata - Torino .

nezuela e a Valenza . Segue ilcanto del Te Deum e la bene-dizione eucaristica. Lasciamoimmaginare ai lettori le filialiaccoglienze ricevute nelle trecase e ci limitiamo a dire chenell'istituto « Don Bosco» ebbeil conforto di benedire un edi-ficio nuovo e un altro in co-struzione .

Quindi in Municipio vieneaccolto a suon di banda e de-corato di aurea medaglia dalPresidente della Giunta .

Quella sera si svolse ancorauna scena molto suggestiva . A3o chilometri da Valenza sitrova il Campo di Carabobo,dove Bolivar vinse la battagliaper l'indipendenza del Vene-zuela. Il Rettor Maggiore vifu accompagnato con una ca-rovana di macchine . Lo seguìuna folla di gioventù e di po-polo . Giunti nel magnificoparco illuminato a giorno, gliallievi in divisa con la fanfarain testa sfilarono davanti algrandioso monumento e all'arcotrionfale ; quindi il rappresen-tante del Municipio pronunciòun discorso e il sig. Don Zig-giotti sì avanzò per deporreuna corona di fiori .

Il giorno dopo, la nostrascuola agricola di Naguanagua- bel fabbricato con aranceti,piante tropicali e giardini -gli offrì la possibilità di godereper qualche ora la pace deicampi, pur continuando infati-cabile le conferenze, i colloquiprivati coi confratelli e le visite.Anche il vicino istituto delleFiglie di Maria Ausiliatriceebbe la grazia della visita edella benedizione del Succes-sore di Don Bosco .

(continua)

Col mese di Maria Ausiliatrice comincia l'afflusso dei pellegrini .

• Diamo fin d'ora il più cordiale benvenuto nella Casa della Madreai Cooperatori salesiani e ai divoti di Maria Ausiliatrice che ac-correranno a Valdocco .

• Preghiamo i Rev .mi Sacerdoti che organizzeranno pellegrinaggia voler preavvisare il Rettore della Basilica, indicando possibilmenteil numero dei pellegrini, l'ora dell'arrivo e l'altare preferito per lacelebrazione della santa Messa .

« Ormai Don Bosco è popolare tra i nostri ra-gazzi della parrocchia . Spesso passando per lestrade si sente canticchiare : " Viva papà, vivapapà Don Bosco . .." e in questo modo la figuradel simpatico e caro Santo passa attraverso lanostra parrocchia portato sul cuore dei nostrifanciulli» . Così L'Amico del Popolo di Chieti par-lando della Parrocchia di S . Andrea a Pescara,dove non ci sono i Salesiani . Ed è proprio questauniversalità dell'amore e del culto a San Gio-vanni Bosco che ci ha colpiti di più mentre scor-revamo gl'innumerevoli ritagli di giornali forni-tici dall'Eco della Stampa e le relazioni giuntealla nostra Redazione. È una gioia vedere comeogni anno attorno al Santo dei giovani l'entusiasmosi rinnovi con un crescendo di fervore e di sim-patica e spontanea pietà eucaristica . Ormai la

Mons. Cimatti, stella d'oroLa festa di Don Bosco a Tokyofu onorata dalla

presenza di Sua Ecc . il Marchese Cristoforo Fra-cassi, nuovo Ambasciatore d'Italia a Tokyo, checonsegnò a Mons . Cimatti la Stella della solida-rietà umana, concessa dal Governo Italiano inriconoscimento dei suoi trent'anni di lavoro mis-sionario in Giappone .

La suggestiva cerimonia si svolse in casa, nostra,alla presenza del personale dell'Ambasciata conil primo Consigliere Marchese Cornaggia, e dinumerosi confratelli e ammiratori, in un'atmo-sfera di viva soddisfazione generale . Fra i cantieseguiti piacque assai un inno d'occasione musi-cato dallo stesso Mons . Cimatti in onore del-l'Ecc.mo Ambasciatore .

Prima di consegnare la decorazione, Sua Ec-cellenza pronunciava elevate parole di ammira-zione per il lavoro compiuto dai missionari sa-lesiani in Giappone, sotto l'abile guida di Mons .Cimatti, e concludeva: « Questa decorazione è ungiusto riconoscimento di un trentennio di nobileapostolato religioso e umanitario, con il qualeMons. Cimatti ha veramente onorato la Chiesa,l'Italia e la Congregazione di Don Bosco» .

DON BOSCO. . . è un canto infinito"festa di Don Bosco è per moltissime anime unannuale appuntamento di fede e di letizia eun efficace richiamo per i genitori e per i figliuoli .

Non potendo fare sul nostro Bollettino un cennoneppure delle celebrazioni più grandiose, ne chie-diamo venia agli organizzatori e presentiamo daqueste colonne l'espressione devota della nostrariconoscenza agli Em .mi Cardinali e agli Ecc .miVescovi che le hanno onorate con la loro pre-senza e in particolare a quelli che tennero ancheil Pontificale e l'Omelia in onore del Santo ; aiRev .mi Direttori Diocesani e Decurioni dei Coo-peratori; ai Parroci e Sacerdoti che organizza-rono tridui e feste tra i fedeli affidati alle lorocure. A tutti benedica il nostro Santo .

Ed ora una parola su alcune iniziative connessecon la festa di Don Bosco .

MONSIGNOR VINCENZO CIMATTIIl Governo Italiano, decorando con la " Stella dellasolidarietà umana " il Fondatore dell'Opera Sa-lesiana in Giappone, ha onorato l'intera FamigliaSalesiana nella persona di uno dei suoi membripiù amati e venerati .

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Giornata mondiale dei Seminaristi

Il 31 gennaio è stato scelto - come è noto -per la Giornata Mondiale dei Seminaristi . Aquesto riguardo, scriveva Sua Em. il Card . Piz-zardo nel novembre scorso in occasione dell'an-data a Roma del Presidente della « Crociata perla parola di Dio» : «Raccomando caldamente laGiornata del Seminarista nella Festa, del ferventemoderno Predicatore e Maestro Don Bosco, 31 gén-naio, come giorno di unità di preghiere e di fermarisoluzione di predicare a tutte le messe la domenica .Vis unita fortior . Possa questo giorno unire sal-damente tutti i Seminaristi del Mondo a pregarel'un per l'altro, in modo che in questi giorni di pro-paganda atea possano essi tutti usare le loro vociper la causa di Cristo, il divino Predicatore » .

Don Bosco nella Scozia

Quantunque Edinbnrg non abbia ancora CasaSalesiana, tuttavia anche quest'anno vi si è ce-lebrata, con grande concorso di fedeli e speciedi giovani, la festa di S. Giovanni Bosco, orga-nizzatavi dall'Associazione Don Bosco dei Mae-stri cattolici . La solenne celebrazione ebbe luogonella cattedrale, presenti l'Arcivescovo e Mons .Breen. La messa Cum Jubilo cantata dai maestrie numerosissimi loro allievi fu un vero avveni-mento . L'inno proprio dell'Associazione in onoredel Santo chiuse la funzione . Da notare che pocolontano esiste ancora la casa dell'eresiarca Gio-vanni Knox, che tanto fece per cancellare lafede e specialmente la Messa da Edinburg e dallaScozia. Anche nella diocesi di Motherwell ebbeluogo la stessa festa, organizzata pure dall'Asso-ciazione Don Bosco dei Maestri cattolici .

Nel nome di Don Bosco

Nell'occorrenza della festa di Don Bosco aViareggio, nella nuova chiesa parrocchiale de-dicata al Santo della gioventù l'Arciv . Mons . Tor-rini benedisse le quattro campane dedicate allaMadonna di Fatima, a Cristo Re, a S . Giuseppee a S. Giovanni Bosco . Quest'ultima porta l'ef-figie e il nome del Santo con l'iscrizione : « Il suonodella campana più piccola è la voce di S . GiovanniBosco : o Padre, proteggi noi e i nostri figli!» .

Altrove fiorirono altre iniziative. Così a Sa-lite Terme (Pavia) è stato inaugurato il nuovoOratorio « S. Giovanni Bosco» ; invece a l3re-flanze (Vicenza) si è raccolta la prima offertaper l'Oratorio che si spera di aprire nellafesta di Don Bosco l'anno venturo ; a Poden-zano (Piacenzà) quest'anno la festa fu più so-lenne per l'inaugurazione d'importanti opere nellachiesa e nell'Oratorio » Don Bosco»; nella par-rocchia faentina di Pieve Cesato (Ravenna) fuaperto il nuovo « Teatro S . Giovanni Bosco» ;a Cutrofiano (Lecce) la Scuola media ha sco-perto un busto a Don Bosco, al cui nome è stataintitolata ; a Manduria (Taranto) si celebrò perla prima volta la festa a Don Bosco e fu tale il

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concorso già nelle sere del triduo che fu neces-sario trasformare in chiesa un grande salone . . .

Iniziative non meno gradite al Santo dei gio-vani furono quelle dirette ad un rinnovamentospirituale della gioventù, quali le « Tre sere » pergiovani e specialmente « La Settimana del Gio-vane», che in alcuni luoghi, come a San Donàdi Piave, ha raccolto per una settimana attornoal Santo, in due turni - fanciulli e giovani -un migliaio di anime giovanili .

Don Bosco all'Università di Napoli

In alcune città, con le feste religiose si sonosvolte commemorazioni civili, tenute in sale pub-bliche da illustri uomini di stato e da esimi pro-fessori . Particolarmente numerose le conferenzesul sistema preventivo di Don Bosco organizzatedalle varie sezioni dell'Associazione Italiana Mae-stri Cattolici (A .I .M.C .) . . Qui vogliamo ricordarela più solenne, quella di Napoli . Per la sera del31 gennaio la Direzione dell'Università mise adisposizione la sala più nobile per tradizione :l'aula Francesco De Sanctis . L'iniziativa era sortadal vivo interesse che il Sistema Preventivo avevacreato nei Docenti partenopei, desiderosi di averepiù ampi e precisi ragguagli sui metodi pedagogiciche resero celebre Don Bosco al suo tempo e chevia via si sono affermati per opera dei suoi disce-poli. Quando giunsero Sua Em . il Card . MarcelloMimmi e le moltissime autorità invitate, la capa-cità dell'aula era sopravanzata dalle centinaia didocenti intervenuti . E tutti rimasero affascinatidalla figura di Don Bosco educatore, stupenda-mente modellata dal dire smagliante e insiemeprofondo del nostro Don L'Arco .

Giubileo d'oro a San Paolo

Tl 21 gennaio u . s . - festa patronale di S . Agnese- il grande collegio » S. Inés » delle Figlie diM. Ausiliatrice in S . Paolo diede inizio alle festegiubilari, offrendo a Dio il 'Sacro Calice perle mani di_ cinquanta Sacerdoti, in ringrazia-mento dei benefici ricevuti nei cinquant'anni divita. Si ebbe così lo spettacolo più unico che rarodi venticinque Messe celebrate contemporanea-mente ai venticinque altari eretti allo scopo nellacappella. E a queste ne seguirono immediata-mente altre venticinque, sempre accompagnatedal canto di sacri mottetti .

Alle ore otto salì l'altare l'Em .mo ArcivescovoCard. de Vasconcelos Mota per chiudere, con lasua, la preziosa corona di Sante Messe . L'Éminen-tissirno Porporato ebbe parole di ammirazione edi gratitudine per l'opera svolta dai Salesiani edalle Figlie di Maria Ausiliatrice nella sua Archi-diocesi . Passò poi in cortile a benedirvi la nuovabellissima statua marmorea di Maria Ausiliatrice,recante nel basamento la scritta: h LEI CILE HAFATTO TUTTO .

Una moderna

scuola di arti e mestieri

a NapoliL'u Istituto Salesiano, Fon-dazione Banco di Napoli»ospiterà un migliaio di ra-gazzi napoletani poveri e limetterà in condizione diaffrontare la vita modernacon una adeguata prepa-razione professionale.

La visita che S . E. Leone,Presidente della Camera, accom-pagnato da un gruppo di Parla-mentari, ha compiuto il 21. gen-naio u . s . alla nuova opera, cioffre l'occasione di parlare diquesta grandiosa realizzazionein corso .Chi da Piazza Carlo III sale perVia Nuova del Campo non puònon rimanere colpito dalla impo-nenza di alcuni edifici che, amezza strada, creano un leggia-dro e solenne motivo ornamen-tale sullo sfondo del panorama . Questi edifici appartengono all'istituto Salesiano - Fondazione Banco diNapoli. Il terreno è dovuto alla generosa carità del nostro compianto benefattore Comm . Ernesto Me-nichini; la Fondazione Banco di Napoli ha offerto ai Salesiani la possibilità di creare a Napoli un Istitutoprofessionale per la gioventù bisognosa . Così dall'incontro di due gesti di generosa carità è nato quell'im-ponente complesso di locali ampi e luminosi, nei quali circa un migliaio di ragazzi, tra interni ed esterni,troveranno un'adeguata istruzione tecnica e ogni possibilità religiosa, culturale e ricreativa .L'Istituto si, propone inoltre un'altra nobilissima finalità : quella di togliere dalla strada e dai cattiviesempi il maggior numero possibile di fanciulli del rione . E pertanto è previsto che almeno 2000 ra-gazzi potranno accedere ai campi sportivi e alle palestre elio sorgeranno sull'area della Fondazione .Si spera che la Scuola possa cominciare un'attività parziale il prossimo ottobre .Al centro del vasto complesso edilizio la Regina dell'Opera Salesiana, Maria Ausiliatrice, avrà la suareggia nella chiesa che fu già eretta in parrocchia l'8 gennaio dello scorso anno .

ERMAN aAMABIENHAIJSEN - Gli angeli alla radio

La stazione radio di Francoforte ha voluto que-st'anno che alla mezzanotte di Natale fosse uncoro di ragazzi a trasmettere il messaggio ange-lico . Fu scelta a tal fine la Schola Cantorum dellaCasa salesiana di Marienhausen, nota nell'Assiaper le sue belle esecuzioni . Sotto la direzione del1V1° Don Puetz, salesiano, i ragazzi si prepara-rono con impegno straordinario alla eccezionale

NAPOLI - 5 . E . Leone, Presidente della Camera, accompagnato da un gruppodi Parlamentari e guidato dal sig . Ispettore Don Pilotto, visita la grande Opera sa-lesiana - Fondazione Banco di Napoli - che sta sorgendo in Via Nuova del Campo .

esecuzione natalizia . La vigilia di Natale venneroinstallati nella bella nostra chiesa di Marienhausencinque microfoni coi relativi cavi di trasmissione .A mezzanotte in punto col suono delle campaneebbe inizio la funzione . La chiesa era gremitaall'inverosimile . Vennero eseguiti magistralmentei più bei canti natalizi del secolo XIV, XV e XVI .Per un'ora e un quarto le voci limpide dei ragazzidi Don Bosco fecero l'effetto del canto degli an-geli sulla Grotta di Betlemme : così assicurano lemoltissime lettere gratulatorie pervenute da ogniparte della Confederazione Germanica alla Dire-zione salesiana .

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ACCADEMIA ALL'APERTO A HONGKONG - Mentre inemici di Dio incrudeliscono contro i sacerdoti e i mis-sionari, i nostri aspiranti inneggiano alla Madonna e Lapregano per i persecutori dei benefattori e padri delleloro anime .

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Testimoni di Cristo

Dal Sunday Examiner di Hongkong del 26 di-cembre 1956 si apprende : « È giunta notizia dellamorte del sacerdote salesiano don Simone LeongTak-Leong della, Diocesi di Shiuchow . Egli morìdopo orribili torture inflitteglidai comunisti nelle carceri diLinchow. Don Simone Leongnacque a Shiuhing ; sentì lachiamata al sacerdozio mentrefaceva i suoi studi nella scuolasalesiana di Macao . Fece il no-viziato e gli studi filosofici adHongkong. Insegnò per varianni nella scuola salesiana diKungming. Ripresi i suoi studi,fu ordinato sacerdote a Shan-ghai nel 1948 . Dopo un annopassato nel collegio di Macao,chiese di andare in missione enel 1949 fu destinato al di-stretto di Linchow . Un mesedopo i comunisti occuparono lacittà. Nel 1951 fu imprigionatouna prima volta . Durante unafarsa di processo fu fatto in-

ginocchiare davanti al pubblico e battuto sel-vaggiamente . Era stato accusato di predicaredottrine imperialiste e di forzare ragazzi e ragazzea farsi preti e suore. Scacciato dalla residenzamissionaria, fu prima obbligato a risiedere aTungpi e poi, ritornato a Shiuchow, fu costrettoad abitare in una stalla mezzo diroccata . Perevitare che i cristiani subissero molestie per causasua, clandestinamente lasciò Linchow e andò aShanghai per rimanere con i confratelli del col-legio Don Bosco. I comunisti gli diedero il per-messo di fermarsi solo tre mesi . Andato a Pechino,fu arrestato con gli altri salesiani quando la scuolafu occupata dalle autorità comuniste; rimandatonel Kuongtung, fu rinchiuso nel carcere di Lin-chow. Vi rimase due anni soffrendo molte torturee vi morì alla fine dell'estate del 1956 » .

25 anni a servizio della gioventù della

«Costa do Sol»

Oggi Estoril è la parte più aristocratica delPortogallo. Per la bellezza del luogo, la mitezzadel clima e la facilità delle comunicazioni, è lameta preferita dai turisti e visitatori. Si trovaa 20 km . da Lisbona . Ma se i ricchi abbondano,non mancano i poveri. E dove ci sono poveric'è posto per i Salesiani . Ivi si trova infatti unacasa salesiana con circa 800 ragazzi, che ricevonoformazione e istruzione nelle scuole elementari,liceo, avviamento tecnico e oratorio .

Era prima un piccolo monastero del 1500, chesorgeva al centro di un fitto boschetto . Con lasoppressione degli ordini religiosi nel sec . XVIIIè passato ad altri padroni, e nel 1932 vi entra-rono i Salesiani, giacchè l'ultimo proprietario perlegato testamentario lo destinava ad un'operadi formazione per ragazzi poveri. Così al silenziomonastico successe la gioia chiassosa della gaiagioventù di Don Bosco .

ESTORIL (Portogallo) - Il solitario monastero del i5oo è oggi una piccolacittà risonante della rumorosa allegria di 8oo ragazzi di Don Bosco .

Nell'ottobre 1933, dopo parecchi adattamenti,il monastero incominciò ad essere anche casa diformazione salesiana, accogliendo successivamentei novizi, gli studenti di filosofia e quelli di teo-logia. I ragazzi aumentavano . Erano tante le dif-ficoltà, tanto numerose le domande, che nel 1943il direttore don Bartolo Valentini si vide costrettoa incominciare le opere di ingrandimento . Primasi fece un nuovo padiglione per le scuole, poi ilteatro, poi la chiesa : tutto ampio, tutto candido .

Benefattori e benefattrici insigni, strumentidella Divina Provvidenza, hanno realizzato que-st'opera . Migliaia di ragazzi della riviera porto-ghese benedicono oggi nelle fabbriche, nelle offi-cine, nelle famiglie, il nome di Don Bosco .

tNgIlqNDlq

Un salesiano tiene conferenza ai mo-naci buddisti

Per invito del Supremo Amministratore dellaChiesa Buddista in Thailandia, il nostro donUlliana ha tenuto una conferenza alla « MahaChulalongkorn Accademyi, che è il maggiorcentro di studi buddisti in Thailandia .

Qualche anno fa dori Ulliana era stato invitatodallo stesso Supremo Amministratore del Bud-dismo a far parte del corpo dei professori di dettaAccademia come Ordinario di Cattolicismo . Nel1954 aveva lasciato la Thailandia per un viaggionegli Stati Uniti a favore della Città dei Ragazzidi Don Bosco a Bangkok . Al suo ritorno ebbeun caloroso benvenuto all'Accademia e fu onoratocon l'invito a parlare a tutti gli studenti Buddisti- circa 300 - e a molti distinti membri del sacer-dozio buddista della Thailandia sul tema «Libertàreligiosa e prosperità negli Stati Uniti d'America » .

In quell'occasione il SupremoAmministratore ebbe parole dialto encomio per lui come mem-bro della Facoltà dell'Accademiae chiuse il suo dire con pa-role di ammirazione per quantoaveva udito, chiedendo che l'o-ratore tenesse altre conferenzedel genere. Don Ulliana avev imesso in rilievo l'organizzazioneed il profondo spirito di fededella Chiesa Cattolica . Dopoquesta conferenza il Vice-Capodecise di lasciare l'abito giallodi Bonzo e chiese di studiarecattolicesimo . Attualmente l'exBonzo lavora come segretarionella «Città dei Ragazzi diDon Bosco» in Bangkok .

Notiamo di passaggio che ilCattolicesimo insegnato dal sa-lesiano in detta facoltà è ma-teria obbligatoria d'esame peri Buddisti che. desiderano otte-nere i gradi accademici .

V100114 THU DUC

L'Ispettore Salesiano di Hongkong, Filippinee Viet Nam, don Mario Acquistapace, scrive :

« Sono a Thu Duc perchè ho la fortuna di farparte della Delegazione Filippina di Vescovi epreti in visita al Viet Nam e ospiti del Governo .Ho partecipato con vantaggio delle nostre operea ricevimenti ufficiali ed ho potuto avvicinarepersone influenti. Il Presidente stesso, ottimocattolico, dietro mio invito, ha onorato di unasua visita questa casa di Thu Due. t rimastoveramente soddisfatto ed ha promesso delle mac-chine per la Casa di Govap . Domenica saròa Dalat per combinare qualche cosa di definitivoper l'acquisto del monastero Benedettino, aiutatoin gran parte da Propaganda Fide, grazie alleraccomandazioni di Mons. Caprio, inviato dellaSanta Sede al Viet Nam, e del Vescovo locale,che disse una delle sue prime messe a Maria Au-siliatrice in Torino . Stabiliremo a Dalat, luogofresco, tranquillo e di villeggiatura, il nostroaspirantato . Non si può immaginare la bellezzadi una casa salesiana vietnamese quando ci siaun minimo di personale . È davvero un piccoloparadiso! A questa casa di Thu Due sono affiliatequella di Govap, Ospizio per piccoli operai conalcune macchine, e quella di Dalat, ove si trovaun gruppo di orfani grandi che lavorano il belterreno annesso al Convento . Qui a, Dalat mette-remo l'Aspirantato richiamando quelli che tem-poraneamente abbiamo mandato ad Hongkong,affincliè insieme formino un bel gruppo e pren-dano i titoli di studio della loro Nazione . . . Èveramente consolante il prodigioso fiorire dellevocazioni in questo Paese . . .» .

BANGKOK (Thailandia) - Prima di ascoltare il nostro Don Ulliana, i MonaciBuddisti lodano Budda, mentre il Missionario chiede al Signore luce e graziaper quelle anime pronte a sentirlo . Dei primi tre, quello di mezzo è il SupremoAmministratore del Buddismo in Thailandia .

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CITTÀ DEL VATICANO IIl Procuratore Generale dei Sale-siani ha presentato al S . Padrel'omaggio dei volumi editi a curadell'Istituto Superiore di Pedagogiadel Pontificio Ateneo Salesiano. Inuna lettera del Sostituto Mons . Del-l'Acqua il S. Padre si compiace delfervore di opere in un campo cosicaro ai Figli di Don Bosco e bene-dice lo zelo di cui è animata la lorodidattica educativa, facendo voti chesia leva possente per una soda for-mazione cristiana .

FRANCIA IGAND - La nuova Scuola Tecnica,realizzata coi concorso dei Coope-ratori, benefattori, divoti di S . Gio-vanni Bosco e delle autorità provin-

ciali e comunali, è stata benedettae aperta da S . E . Mons . Joliet con lasemplicità di un ricevimento fami-liare e nella calda atmosfera di unsuccesso .

BRASILE IRECIFE - La «Crociata degli Edu-catori Cattolici», fondata dal Sale-siano don Carlo Leoncio da, Silva,attuale direttore della Facoltà Sale-siana di Lorena, ha commemoratoi suoi 25 anni di vita . Gli Educatoriintervennero numerosi, attratti an-che dalla notizia, diffusa dalla stam-pa e dalla radio . che sarebbe inter-venuto il Fondatore .

SANGRAOOURO - Celebrandosi il500 della Missione, s'inauguraronoil nuovo educandato delle Figlie diMaria Ausiliatrice, le installazioniidro elettriche e due nuovi padi-glioni nelle opere già esistenti . Fu-rono anche benedette e poste leprime pietre di un Asilo, di unaScuola sperimentale e della chiesa.

FILIPPINE IVICTORIAS-BACOLOD - La Scuolaprofessionale Don Bosco è moltostimata dalle Autorità del Paese. Loscorso dicembre fu onorata da unavisita del Ministro dell'Educazione,con tutto il suo seguito, visita eliosi protrasse per due giorni, accura-tissima. « Sembrava, scrive il diret-tore, che volessero scoprire il mec-

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cinismo segreto che fa funzionarecosì bene la scuola salesiana ; poidichiararono apertamente che noncapivano come mai le loro scuoleprofessionali non riuscissero così,mentre qui trovavano una delle mera-viglie del Paese, e ne erano orgo-gliosi. Il sacrificio diuturno dei sale-siani coadiutori è il segreto delsuccesso. È sempre il metodo diDon Bosco che fa miracoli » .

PARAGUAY IYPACARAI - lì Presidente dellaRepubblica, Generai Stroesner, vi-sitò la Scuola agraria di Ypacarai.È la prima del genere aperta daiFigli di Don Bosco nel Paraguay edè circondata di universale stima . IlPresidente rimase tanto soddisfattoche offerse il suo appoggio per

l'ampliamento della Scuola in modoche possa triplicare gli alunni .

ASUNCION - Nel mese di dicembrerisultò Campione di resistenza nelnuoto Gilberto Ruiz, Ex-allievo sa-lesiano . Cominciò il suo percorso inConcepciún tacendo il segno dellaCroce davanti ad un imponente pub-blico, dopo aver ricevuto la Bene-dizione di Maria Ausiliatrice. Sullapoppa del vaporetto che lo prece-deva volle che fosse appesa l'effigiedell'Ausiliatrice e di Don Bosco .Quando, dopo 105 ore e mezzo,avendo percorso più di 200 Km., sitrovò in mezzo a un'ingente mol-titudine che lo applaudiva, egli of-frì il suo trionfo a Maria Ausilia-trice recitando, senza rispetto umano,un'« Ave Maria » insieme con tutti isuoi auuniratori .

GIAPPONE

TOKYO-MEGLJRO - La funzione diNatale, con chiesa strapiena di fedeli_e di pagani curiosi, In messa in ondadalla televisione di Tokyo. La' Scholacantorum' eseguì la Messa a 4 vocidel nostro Mons. Cimatti, sul temadella musica di Don Bosco nellalode « Ah, si canti in suon di giu-bilo » . Il giorno dopo la ripresa futrasmessa alle ore 12, sempre pertelevisione, a tutto il Giappone.Dopo il Natale pagano, balli cantipranzi ecc., appariva la nostra Chiesadi Meguro, col suo campanile e laCroce illuminata, poi la suggestivafunzione cattolica.

SPAGNA

MADRID - Il Rev.mo don ModestoBellido, Consigliere Generale dei Sa-lesiani per le Missioni, e i cinqueIspettori di Spagna sono stati rice-vuti, per una visita di omaggio,da S. E . il Capo dello Stato, Gen .Franco, che si è congratulato viva-mente per lo sviluppo dell'OperaSalesiana nel Paese e ha accettatocon piacere la Presidenza Onorarladei festeggiamenti per il 75 0 dei Sa-lesiani in Spagna .

SANTANDER - - A complemento deiCollegio Maria Ausiliatrice è statoinaugurato un modernissimo padi-glione per Scuole Professionali, at-trezzato secondo la tecnica più mo-derna e capace di accogliere 600allievi .

INGHILTERRA ILONDRA - Don Mc Carthy di 84anni é il primo sacerdote salesianod'Inghilterra. Ordinato con la di-spensa di un anno per la debolesalute, ha recentemente cantato consicurezza laa sua Messa di diamante .Nei suoi 60 anni di sacerdozio havisto il crescere dell'Ispettoria An-glo-Irlandese dalla prima casetta diBattersea alle attuali 25 fondazioni .

ITALIA

TORINO - Il salesiano don Paolo Ar-naboldi, fondatore dei F. A. C.(Fraterno Aiuto Cristiano), ha pre-parato due cortometraggi sulla « Cro-ciata della Bontà » : l'uno a colori,per entusiasmare i giovani a questaCrociata, e l'altro in bianco e nero,per far vedere come si organizza laCrociata .

i INDIA I

I

ERNAKULAM - Gli Arcivescovi At-tipetty e Parecattil e molte Autoritàparteciparono all'inaugurazione delnuovo Oratorio Salesiano. S. E .Mons. Attipetty ringraziò l'Ispettoree lo pregò di recare al Rettor Mag-giore i ringraziamenti dell'Archidio-cesi e dell'intera città per questafondazione che potrà attrarre mi-gliaia di giovani alla causa di Cristo .

Il potere delle tenebreMana e tabù

Nei miei anni di contatto con i selvaggi sonovenuto a conoscere molte cose terribili . I selvaggipensano che gli spiriti cattivi circolino dovunque,s'infiltrino dappertutto, di giorno, ma soprat-tutto di notte . L da notare che i selvaggi maio rarissime volte si muovono di notte . Appenasi fa buio, dovunque si trovino, sostano e ac-cendono un gran fuoco ; lì passano la notte.All'alba riprendono il cammino .

II selvaggio teme il buio della notte, perchècrede che nelle tenebre vagolino misteriosamentegli spiriti cattivi, pronti a scagliare i loro ma-lefici . Di notte i selvaggi gettano alte grida estanno attenti che il fuo-co non si spenga ; fannocosì per spaventare glispiriti cattivi . Quandoodono il verso di unuccello notturno, rispon-dono con grida, ravvi-vando il fuoco e, mentrela fiamma lingueggia, si coricano stretti gli uniagli altri. Essi pensano che se vengono gli spiritiin cerca di qualche individuo, non possono tro-varlo, perchè nascosto nel gruppo e frammischiatoagli altri .

La paura è sempre presente nel cuore deiprimitivi, la paura li stringe in organizzazionisociali, la paura li impegna all'osservanza delleleggi, al rispetto dei tabù e delle tradizioni .

Ciò che incute terrore è il Maua .La parola « Mana ~> non è originaria delle zone

americane, ma è un nome preso a prestito dagliindigeni della Malesia . L difficile darne una spie-gazione esatta, come è altrettanto difficile pernoi europei comprendere in pieno la psicologiadei primitivi. Il Mana è una potenza, un fluidomisterioso che risiede in una persona o in unoggetto : è come l'elettricità in una pila o laradioattività in un grammo di uranio . L unaenergia e una forza che si irradia e agisce : puòessere buona e può essere cattiva, amabile oterribile. Il selvaggio la considera sempre peri-colosa. Ogni persona, ogni oggetto può avereil suo liana. Quando un Bororo muore, i sel-vaggi si fanno premura di distruggere tutti gli

Relazione delSac. ANTONIO COLRACCIIINI

2a puntuta

MISSIONIoggetti personali del . defunto; bruciano anche lacasa in cui abitava . Hanno paura che il Mana delmorto permanga in quegli oggetti e vi sprigioniuna radiazione nefasta, procurando malattie emorte ai suoi familiari e alla tribù .

Tabù invece è una cosa o persona che non sipuò toccare e nemmeno vedere ; intangibile einterdetta . Come nei cavi elettrici ad alta ten-sione, chi tocca, muore . Ogni individuo di razzadiversa, ogni straniero viene considerato tabù .I selvaggi non lo devono nè avvicinare nè toccare .Perchè? Naturalmente perchè porta in sè un Manamalefico, che può cagionare disgrazie . Essi reagi-giscono con tutte le loro forze e si difendonoda. ogni intrusione di stranieri . La guerra spietata

tra bianchi e selvaggi,le violenti rappresaglie,le tragiche imboscate nonsi spiegano altrimenti chenella volontà disperatadei selvaggi di difendersicontro le forze occulte,contro il Mana degli stra-

nieri. E quando, per necessità o per convenienza,devono avvicinare altra gente, usano un com-plicato cerimoniale di riti per immunizzarsi dalletossine del Mana .

Ricordo il mio primo incontro con i Xavantes .Essi si tenevano discosti da noi e con la mano cifacevano cenno di non muoverci, di non fare un -passo avanti. A un tratto un vecchio Xavantesi staccò dal gruppo: portava in mano una zuc-chetta. Si volse direttamente a me, che ero ilpiù anziano, mi alitò in faccia parecchie volte,mugugnando non so quali strani scongiuri, ro-vesciò dalla zucchetta nel palmo della sua manouna polvere scura di farina, me la gettò in fac-cia, la spruzzò sulle mie spalle, sulla testa, sullebraccia, lungo il corpo, giù fino ai piedi . Sputòsulla mano ; impastò un po' di polvere con lasaliva e me ne spalmò il viso, alitando e soffiandoprofondamente . Poi mi afferrò una mano e mifece sedere per terra al suo fianco e dette ordinea tutti di sedere . Solo allora chiamò i Xavantes,che stavano lì raccolti in silenzio . Essi si avvici-narono e avvenne un pacifico e fraterno contatto .Così ebbero inizio le nostre prime relazioni diamicizia .

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Chi viola un tabù, chi trasgredisce un interdetto, rischia ditirarsi addosso un cumulo di guai . Solo lo stregone ha il potere,per un tempo più o meno lungo, di levare l'interdetto .

Mi trovavo un giorno con un gruppo di Bororo sulle sponde delRio das Mortes; si era prossimi al tramonto e si lavorava per al-lestire un bivacco per la notte . Era l'ora in cui fanno la loro com-parsa i capivaras . L'Ilidroehoeurus capibara in lingua lupi è chia-mato coapi-guara, cioè, mangiatore di erba, ed è il più granderoditore che io conosca ; vive ai margini dei fiumi tropicali o inlaghi e conche d'acqua . Può rimanere immerso sott'acqua moltotempo e in tal modo sfugge alla caccia del giaguaro e dell'uomo .Per i Bororo il capivara è tabù : nessuno lo può toccare, nessunolo può uccidere, nessuno ha il coraggio di mangiarne le carni . Chilo tocca . muore. L'unico immunizzato è lo rtregone . Orbene, un

Tipo Xavante della Missione Salesiana Santa Teresina . Si notino le caratteri-stiche principali della tribù : - la pettinatura . . . alla moda - la tonsura ben visi-bile - l'ornamento all'orecchio - il cordone al collo, legato di dietro .

giovanotto Bororo sui vent'anni, educato nella nostra missione,e quindi cristiano, quella sera mi chiese il fucile : voleva uccidereun capivara . Sapeva che quell'animale è tabù, ma pensava dipotersene infischiare di tutte le vecchie superstizioni e di poteragire come un bianco . I suoi amici Bororo tentarono di dissuaderlo ;gli ricordarono i castighi che si sarebbe tirato addosso . Il giovanesi strinse nelle spalle . Con un colpo infallibile di fucile stese mortoun capivara e lo portò trionfalrnente all'accampamento . I Bororonon sollevarono nemmeno gli occhi a guardare la selvaggina ;borbottarono a voce bassa . La carne del capivara, arrostita, fusaporitissima. Il giovanotto ne mangiò a sazietà, indifferente airimproveri muti e agli sguardi di commiserazione dei suoi amici .A notte alta, quando tutti erano piombati nel sonno, un vecchiotacito bororo mi venne a trovare . Era inquieto. Mi chiamò e midisse con aria di mistero : « Ascolta la mia parola, uomo bianco .Io sono Bororo e sono vecchio ; ho visto molte cose che tu nonhai visto, perchè nelle tue vene non scorre sangue bororo . Tu forsenon mi credi. Lo Spirito Supremo che comanda voi, uomini bian-chi, è buono. I vostri spiriti superiori sono buoni ; non sono cat-tivi e vendicativi come i nostri . Se voi li disobbedite, essi si disgu-stano e si allontanano da voi e voi non vi sentite più bene, manon vi uccidono ; i nostri, invece, non ci perdonano, si arrabbianoe ci fanno morire. Questa sera la contentezza è fuggita dal miocuore; sono triste al pensiero della grave sciagura che minaccialo sventurato giovane che ha ucciso il capivara e ne ha mangiatola carne» . Parlava con un tono di profonda mestizia, mentre la

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notte era alta nel cielo . Io vo-levo convincerlo del contrarioe rassicurarlo che non sarebbeaccadutó nulla. Egli scosse latesta : « Tu non credi, perchè nonsei Bororo; ma presto vedraiquello che farà il Bope e quandovedrai quel giovane morire, micrederai » .

Sei mesi dopo però, il gio-vanotto, improvvisamente, co-minciò a dimagrire a vista d'oc-chio. Un misterioso malessere lostava distruggendo ; nel giro dipochi giorni non riuscì nean-che a reggersi in piedi . Si usa-rono tutte le medicine e imezzi possibili, ma senza ri-sultato . I Bororo vollero chia-mare lo stregone per sentireun suo consiglio . Lo stregonevenne, usò gli scongiuri, in-vocò lo spirito ; e la risposta fuche il Bope, cioè lo spirito cat-tivo, voleva punire quel gio-vane. Qualche giorno dopo ilgiovanotto morì, dicendo chemoriva punito dal Bope . Quandolo ebbero sepolto, il vecchio Ca-cico mi venne vicino e con lastessa profonda tristezza diquella sera fatale mi disse :«Hai visto, uomo bianco? Seiconvinto ora?». Poi, con untremito nella voce, aggiunse:« Noi non siamo come voi . Inostri spiriti non perdonano » .

11 selvaggi hanno orrore deitabù .Mi trovavo sul Rio das

Mortes in un viaggio di esplo-razione. Le nostre provviste diviveri si erano quasi esauritee noi, sotto i morsi della fame,arrivammo verso il tramontosulla sponda del fiume . Ordinaiagli uomini di fare subito lapesca. Alcuni Bororo, che miaccompagnavano, accesero ifuochi di bivacco; altri getta-rono gli ami nelle acque delfiume. All'improvviso vidi unuomo lottare disperatamenteper trascinare a riva un grossopesce che aveva abboccato .Stavo aspettando di vedere ilpesce prodigioso che ci avrebbesfamati, quando l'uomo gettòun grido terribile e abbandonòtutto : « Bope, Bope » . Dal-l'acqua era spuntata la testadi un pesce tabù. A quell'urlotutti lasciarono la pesca e fug-

girono nella foresta, tenendosipiù lontano che fosse possibiledalle acque malefiche del fiume .Li raggiunsi; sconvolti e at-territi mi spiegarono : « È me-glio per noi soffrir la fame cheaver da morire male» .

Nli ricordo anche di un uomodi 30 anni, che un giorno co-minciò a sentirsi male. Il ventregli si gonfiava e peggiorava senzache si riuscisse a mitigare i suoidolori . I parenti chiamarono ilBari, lo stregone . Questi fece gliscongiuri, sputò sul ventre delmalato e si mise a succhiarea tutta forza. Poi si contorseimplorando una risposta dellospirito . Come una ventosa siattaccò di nuovo al ventre delpaziente, ricominciando a suc-chiare. Quando si rizzò in piedi,cacciò fuori dalla bocca unchicco di granoturco : « Ecco ilsuo male», disse, mostrando atutti il chicco . « Il Bope è ar-rabbiato perchè quest'uomo hamangiato granturco senza primafarlo passare dalle mie, mani » .Purtroppo era vero . Avevaviolato il tabù del granturco,perchè questo cereale è riser-vato e nessuno se ne può ci-bare prima che lo stregone neabbia- offerto le primizie allospirito . Non c'era speranza :quell'uomo di 30 anni era con-dannato inesorabilmente a mor-te. Così fu . Qualche giorno dopomoriva .

Ancora più mostruoso è l'in-fanticidio per tabù . Se unagiovane madre fa un bruttosogno, sognando, supponete,una disgrazia, o il morso di unserpente o qualche altra scia-gura, è tenuta a denunciarlo .La creaturina che nascerà dalei è tabù . Il Bope la vuole,il Bope la esige . Non è possi-bile sottrarsene. I malanni delsogno ricadrebbero fatalmentesu tutta la tribù . Succedequindi che la madre deve stroz-zare il suo piccolo innocente o,se il cuore non le regge, un'altradonna sua parente lo soffocheràsotto i suoi occhi, turando ilnaso e la bocca del piccino .Allo strazio è presente tutta lafamiglia, padre e familiari, im-passibili : così vuole la leggedella tribù .

(covviii, ' i ione alla terza puntata) L

CAMPO GRANDE (Brasile) - Il Xavante Mario - 14 anni - visti gliallievi esterni del Collegio Don Bosco giungere in bicicletta, ne inforcauna, e dopo poco tempo, passeggia per il cortile con aria da padrone.

I primi due Xavantes a Campo GrandeSabato z7 ottobre, ecco giungere inattesi a Campo Grande

i primi due Xavantes che la storia registra, accompagnati dalmissionario Don Pietro Sbardellotfo . È facile immaginarel'aspettativa e il fermento che la notizia suscitò in tutta lacittà . Nel cortile del « Don Bosco » l'apparire dei due Xa-vantes (Mario di 14 anni, e Bruno di 12) provocò un assem-bramento di masse che non lasciava più respiro . Per fortunaessi sapevano solo la loro lingua, e i nostri giovani solo il por-toghese ; ma per intendersi non ci fu bisogno nè di lingua, nèdi discorsi, l due ragazzi non si meravigliavano di nulla : unmondo sì diverso dalla placida e silente quiete del Rio dasMortes pareva loro la cosa più naturale . In settembre eranostati fra loro Don Cesare Albisetti e Don Angelo Venturelli pertrascorrere là qualche settimana e fissare sul filo magneticocanti e tradizioni xavantes . Quando io volli riudirne la musica,presenti i nostri ospiti seduti in poltrone, i due balzarono inpiedi come al cerino del loro capo, e al ritmo di quella musicaben nota scandirono la danza tradizionale, come se fosseroin un coro di Xavantes .

Nel cortile trovarono interessante l'arrivo degli alunniesterni in bicicletta : detto fatto, il maggiore dei due ne inforcauna e dopo poco tempo, eccolo li in bicicletta a passeggiaresu e giù per il cortile .

Essi potranno ora contare le tante cose viste e udite durantei dieci giorni di Campo Grande : è la nuova tribù che avanzaverso la civiltà, e avanza proprio, perchè mentre scrivo questerighe, mi giunge lettera dal Direttore di Araguaiana che an-nunzia che oltre loo Xavantes stanno accampandosi là presso,giunti dal Rio das Mortes. Don Balzala, qo anni fa, andavaaffannosamente incontro ai Bororos tanto restii e nascosti ;ora sono i Xavantes che si spingono risolutamente al nostroincontro. Forse non è lontano il giorno che una rappresen-tanza ben più numerosa giungerà dal Rio das Mortes per rin-graziare la Chiesa e la Congregazione del sangue sparso per loroe dei sacrifici che affrontiamo giorno per giorno : Dio lo voglia!

Campo Grande, 6-11-1957

Don GUIDO BORRA, Ispettore

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nn geode missiooarioIl giorno 2 febbraio in Shillong veniva portata alla sua ultima

dimora la salma del missionario salesiano Don COSTANTINOVENDRAME . Mai la città di Shillong vide un funerale cosìimponente per partecipazione di popolo e per il cordogliosincero di migliaia di cattolici .

Questo umile sacerdote venne in Assain 32 anni or sono evisse sempre fedele al motto di Don Bosco : Datemi anime epvendete tutto il resto . Don Vendrame fu un cacciatore di animeper eccellenza, movendosi « quasi torrente ch'alta vena preme » .Come San Francesco Saverio, con il solo bastone in una manoe il S. Rosario nell'altra, percorse a piedi in tutte le direzionile Colline Khasi, non curandosi del sole cocente o delle pioggetorrenziali, dormendo per terra, cibandosi di quello che gliveniva offerto .

I suoi viaggi apostolici sono circondati di un'aureola leggen-daria e ovunque Don Vendraine è ricordato colpe Eroe e Ca-valiere di Cristo . La sua frase caratteristica era : « Bisogna sfon-dare, entrare in tutte le capanne e predicare . . . » . Conosceval'arte di aprire la via, perchè nessuno poteva resistere al fascinodella sua avvincente parola, corroborata da tanto spirito disacrificio e di carità .

In una visita pastorale nel distretto del Maharan l'accoglientecasa del Catechista mi aveva dato ospitalità . Si era in marciadal mattino e solo a notte inoltrata, stanchi, affamati, pote-vamo sedere e rifocillarci attorno al focolare . Il Catechista cinarrò la storia della sua conversione . « Quindici anni or sono,a mezzanotte fumino svegliati dall'abbaiare furioso e insolitodei cani del villaggio . Improvvisamente una voce fuori dellacapanna si tece udire : " Per carità, un posto per passare lanotte! " . Tutti erano spaventati ; nessuno fiatava . A ere quellavoce non risuonò nuova : l'avevo già udita su di un mercato apredicare. Ebbi compassione: aprii e Don Vendrame entrò .Donde veniva? Come mai a quell'ora? Da quanto tempo cam-minava? Dio solo lo sa . Quando raggiunse, verso mezzanotte,il villaggio, tutte le capanne avevano le porte sbarrate e allesue suppliche rispondeva l'abbaiare ringhioso dei cani. Stettecon noi tutto il giorno, ci parlò del Signore Gesù, visitò altrecase, e noi tutti vedemmo in lui l'uomo di Dio . Per questodecideremo di farci cattolici . . . » .

Così ebbe inizio la conversione di quel villaggio, allora tuttopagano .

Quanti di questi episodi potremmo contare! Don Vendramenon teneva nulla per se : i vestiti che indossava erano regali diconfratelli o di persone generose ; tutto quanto aveva distribuivain carità ; la sua felicitàà era immolarsi per gli altri e circondarsidi fanciulli come Nostro Signore. Era uno dei suoi segreti perannunziare il Cristo : farsi precedere dai fanciulli come daaraldi . Sapeva guadagnarsi il cuore dei piccoli e per mezzoloro entrare nelle famiglie.

Un male insidioso minava da lungo tempo la sua forte co-stituzione . Ma egli seppe nasconderlo, e con ferrea volontà con-tinuò a lavorare, finchè il orale ebbe il sopravvento ed eglidovette cedere e farsi portare alla casa del Vescovo e porsi aletto . Il riposo, l'unico che si era concesso in 32 anni, gli giovòalquanto. Dopo 1,5 giorni, volle alzarsi per essere presente allavisita pastorale del Vescovo nella sua parrocchia di Mawkhar

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L'ASSAM HA PERSO

SHILLONG (Assam-India) -Il compiantoDon Vendrame con S . E. Mons . Ferrandotra cattolici Nepalesi .

in Shillong. « Una cosa sola è ne-cessaria - diceva - lavorare perle anime » . E ritornò alla sua par-rocchia per un giorno, lavorandocome se nulla fosse da mane a sera,anzi fino a notte inoltrata . Vi fu-rono prime comunioni, cresime, ac-cademia e teatro, e mai Don Ven-drame parve così felice. Poi con lelacrime agli occhi partì . Lo porta-rono lontano, lontano, all'Ospedaledi l)ibrugarh, che dista 500 chilo-metri. Quando ritornò, dopo t?emesi di sofferenze continue (aveval'artrite ossea con altre complica-zioni che lo inchiodavano a lettocorre Nostro Signore in croce) eracadavere e fu accolto non piùda inni festosi, ma da un piantouniversale .

Da degno figlio di Don Bosco,era caduto sul campo del suo la-volo, fedele fino all'ultimo alla suavocazione di sacerdote, di missio-nario, di salesiano .

rji STHcANO lù';RRANnoVescovo di Shilong

• Le radiografie davano per disperate lesue condizioni - Nel giugno del 1954 miomarito veniva ricoverato in una clinica di Na-poli per un intervento chirurgico, di cui i mediciavevano prognosticato più che incerto l'esito .Dalle radiografie infatti le condizioni risulta-vano disperate . Tuttavia .urgeva porre fine allesofferenze atroci del povero paziente . Non mirestava che confidare nel valido aiuto della Ver-gine Ausiliatrice e di S . G. Bosco, di cui altrevolte avevo sperimentato la protezione . L'ope-razione fu fatta e lo specialista con grande suasorpresa trovò del tutto differenti le condizionidel malato, tanto che poté eseguire con ottimoesito l'atto chirurgico .

Mio marito andò migliorando fino alla guari-gione, che fu veramente completa : lo posso as-sicurare a tre anni di distanza, mentre ilmarito continua instancabile il suo lavoro .Pesco Sannita (Benevento)

Cooperatrice MARIANNINA SILVANO

• Guarisce mentre riceve la benedizione diM. A. - La mia bambina Giuseppina soffriva daquattro anni all'osso del calcagno sinistro . Furicoverata quattro volte all'ospedale, ma ognicura riuscì vana . Alla vigilia della festa di DonBosco, implorai fiduciosamente la grazia da luie, mentre il parroco salesiano le impartiva labenedizione di Maria Ausiliatrice, io sentivo inme la certezza di essere esaudita. E realmenteogni dolore cessò. Oggi dopo un anno, inviandola mia modesta offerta in ringraziamento, con-fermo quanto la Madonna e Don Bosco hannooperato per la mia bambina .Latina

MARIA Ricci

• Sopravvissuta ad un grave caso di avve-lenamento -- In paese ci furono due casi diavvelenamento per funghi : una mia amica e unmaestro elementare . I medici giudicarono laloro condizione molto grave e dissero che soloper un miracolo poteva avvenire la loro guari-gione. Io ero particolarmente addolorata perl'amica, che affidai a Maria Ausiliatrice e aS. Giovanni Bosco, del quale le offrii anche unareliquia animandola ad aver fede viva . Dopo al-cuni giorni il maestro purtroppo dovette soc-

combere al male, mentre la mia amica cominciòa migliorare con grande meraviglia e gioia ditutti . Profondamente commosse, ringraziamo in-sieme Maria Ausiliatrice e Don Bosco per laloro potente intercessione presso il misericor-dioso Gesù .Mirabella Imbaccari (Catania)

MARIA GAGLIANO ex allieva F. M . A .

* « Sono rassegnata a tutto, se però volessiesaudirmi. ..» - Da tempo ero tormentatada un male alla schiena . Dopo una radiografia,i medici mi ordinarono il busto di gesso, ma anulla valse . Soffrivo dolori atroci ed ero quasipiegata in avanti. Mi decisi quindi a farmi ope-rare, prima però mi raccomandai a Maria Au-siliatrice e le dissi : « Io sono rassegnata a tutto ;se però volessi farmi passare questi dolori senzaintervento, sarei felice» . Al mattino, alzandomi,mi accorgo che i dolori sono cessati completa-mente. Fino ad oggi del male non ho più sen-tito nessun sintomo e sto benissimo .Cornigliano (Genova)

GIUSEPPINA FERRARO

. . « Ricórdati che sono tua figlia! » - Dacirca sei anni soffrivo di un male inspiegabile,per il quale riusciva inefficace ogni cura . Peggio-rando sempre più il mio stato di salute, si ricorsea tutti i mezzi di cui la scienza medica dispone,ma rivelandosi questa incapace di scoprire lavera natura del male e quindi di curarlo, si pensòperfino che fosse dovuto a fattori psichici . Con-vinta che nulla sarebbe valso a restituirmi lasanità, senza un intervento divino, mi abbandonainelle mani di Maria Ausiliatrice e approfittaidella data mensile a Lei sacra - si era al 24 lu-glio - per rivolgerLe con tutta la fede di cuiero capace questa preghiera : : « Ricordati che sonotua figlia!» . Ed Ella mi si mostrò veramenteMadre. Quel giorno stesso si ebbe finalmentela diagnosi del terribile male, che stava perstroncare la mia esistenza . Fu necessario un in-tervento chirurgico, che, per quanto difficile,ebbe un esito insperato . Completamente guarita,desidero esternare la mia filiale gratitudine versola Celeste Madre Ausiliatrice .l'orino

Sr. ANGELINA i\/IARANO, F . M . A .

1r.-7

Erminia Mercandalli ved. Ostini (Erba-Como) si racco-mandò a M. A., S . G. B . e S . D. S . e potè vincere unacausa molto importante per lei .Amelia Pesenti (Bergamo) rende grazie a M . A . e a S . G . B .per la guarigione della cognata da grave malattia, per laquale si sentivano impotenti anche i più insigni medici .Carla Colombo (Bergamo) è riconoscente a M . A. e aS. G. B . per la protezione e assistenza avuta nel superareuna difficile prova .Giorgina Oddono (Ivrea-Torino) dichiara che il suo bimbodi soli 15 giorni fu in fin di vita per un'infezione e che fusalvo all'invocazione di S . G. B., sotto la cui protezionepone riconoscente tutta la sua famiglia .Carmela Ovola in Fresca (Riesi-Caltanissetta) rende pub-blica la sua riconoscenza a S . G. B. per una bella graziaricevuta .Teresa Ambrogio ringrazia di cuore M . A . e S . G . B . perla guarigione propria e del piccolo Pier Giuseppe .L . Fornaciari (Reggio Emilia) è grato a M . A ., a S . G. B.e a I) . F . R . per il buon esito di un concorso che si pro-spettava oltremodo difficile .Maria Cascella (Aversa) ringrazia S . G . B. e S . D . S . peraver ricevuto la grazia della guarigione di un suo nipotino .Ius . Severina Mogavero (Montemaggiore B .-Palermo) adem-pie alla promessa fatta a S . G . 13 ., che l'ha assistita in modoparticolare durante gli esami del concorso magistrale .Giustina Garbino (Montebelluna) ha avuto una prcva checon la preghiera tutto si può ottenere, vedendo guarire lamamma di quattro figli che, a detta di tutti, solo un mi-racolo del cielo avrebbe potuto salvare .Ferdinando Lazzarini (Torino) è riconoscente a M . A . ea S. G . B . per la protezione accordatagli in una dolorosacircostanza.Ernestina Casalone (Calliano-Asti) ringrazia S . G. B. perl'aiuto prodigioso concessole in circostanza critica .Riconoscenti a M . A . e a S . G. B . per aver loro fatto tro-vare lavoro ed evitato un disastroso crollo finanziario,rendono nota la grande grazia, omettendo il nome perovvie ragioni .Attilia Tosco (Villastellone-Torino) affidò al cuore maternodi M . A . il dolore della mancanza di lavoro per il maritoe fu esaudita .La Famiglia Toletti e gli abitanti della frazione Tocco diMombercelli (Asti) ringraziano M . A. per la guarigionedi Toletti Edoardo da una forma gravissima di reumatismocerebrale.Ernesto Sala (Carbana-Pavia) ottenne da S . G . B . - cheafferma essergli apparso - la guarigione da una forte ar-trite alla spalla sinistra che gl'impediva i lavori dei campi .Elena P. nel 21)° anno di matrimonio ringrazia col maritoM. A . e S . G . B . per la protezione avuta sulla famiglia, chefu loro consacrata fin dal principio .Agostino Biggi (Amborzasco-Genova) invocando M . A. eS. G . B . ottennero che la figlia Tomasina evitasse un'ope-razione .Rachele Magistrati (Sassuolo-Modena) afferma che avevaun nipote diplomato e senza impiego . Fiduciosa invocòS. G . B . e il nipote trovò pronta e buona sistemazione .Domenico Allemanno (Faule-Cuneo) in occasione di unafistola dentaria di una certa gravità potè constatare il be-nevolo, materno intervento della Madonna di Don Bosco .Maria Anselmino (Torino) ringrazia M . A . e S . G. B . perla loro visibile assistenza in una operazione chirurgica assaipreoccupante .Maria Paire ved . Bosio (Bagnolo Piemonte) è grata a M . A.per la tangibile protezione avuta per sè e per il figlio Marioin circostanze penosissime .Anna Maria Berrone (Fossano-Cuneo) affetta da esauri-mento nervoso che tanto la tormentava, invocò M . A . eS. G. B . ottenendone subito sollievo .Benedetto Benedini (Mantova) è grato a S . G . 13 . per unagrazia che venne a ridargli serenità e coraggio proprio

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mentre era in pericolo di una grave depressione mentaleper le difficili condizioni in cui si trovava .Suor Carmela Longo F . M. A. (Modica) si rivolse congrande fede a S . G. B. sperando contro ogni speranza, epotè vedere la nipote superare le difficoltà che si frappo-nevano alla sua entrata tra le F . M. A .Carlo Coggiola (Ronsecco-Vercelli) colpito da grave in-farto cardiaco, si affidò a M . A . e a S . G. B . e fu salvo dacerta morte .Coniugi Gina e Vittorio Sperino (Torino) col cuore pienodi riconoscenza ringraziano M . A. e S. G. B. per unagrazia ottenuta e implorano ancora le benedizioni del Cielo .Il M° Cav . Uff. Ettore Cordone (Alessandria d'Egitto)rende pubblica testimonianza a M. A ., a S . G. B. e aD. F . R . per grazie ricevute .M. Mussin (Montreal-Canadà) applicando la medagliettadi M . A . al bambino ammalato e pregando con fede lei esuo marito, ne ottennero subito la guarigione .Luigi Pelassa e Famiglia (Montà d'Alba-Cuneo) sono ri-conoscenti a S . G. B . per una segnalata grazia e suggeri-scono a tutti di sperimentare la sua potente intercessioneGiuseppe Gianni (Vanzone Orsola-Novara) ottenne daM. A. e da S . G. B. la guarigione da tifo ed ora lietoscioglie la sua promessa .Elvira e Sebastiano Viberti (Cortemilia-Cuneo) ringrazianoM. A. e S . G. B. per la visibile protezione accordata alloro figlio Giorgio in un pericoloso incidente e attendonofiduciosi altra grazia .

ottenute per l'intercessione di Maria Ausiliatrice e di S . Gio-vanni Bosco, di S. Maria Mazzarello, di S . Domenico Savioe di altri Servi di Dio - alcuni hanno tipiche inviato offerteed elemosine per sante Messe di ringraziamento - i seguenti :Abate D. Gaetano - Abba M . e L . - Abbo Elena - Accos-sato M . - Anselmo Lorenzo - Armando Severino - Basetta C .- Bassi Maria - Beccaria avv . G . - Bernini S . - Bianco C . -Bonino M . - Borello M . - Bortolani sorelle - Brunelle Luigi- Capello A . - Caprioglio G . - Cardone F . - Casassa Carli C .Ceriani Maria - Ciarocchi A. - Conti Zaira - Cordero S .

- Corna Fam. Cortopassi Eugenia - Costanza R . - De Am-brosio R . - Delpiano Vittoria - De Maria - Di Censi L . -Dotti Fam . - Falugi Maria - Ferrario Ercole - Ferraris R .- Gabri Carlo - Galbiati Giovanna - Gal!enca M . - GalliAlice - Gallino L . - Gallo M . T . - Garetto G . - Garigliano- Giacometto G . - Gori Colombo - Graglia D . - Griffa LenaGriffa M . - Grosso M . - Guardamagna - lopolo - Lanza P .Marchetti R . - Marinetti M . - Marturana F . - Migliora C . -

Morandini Francesco - Mossino Fam . - Mottura L . - Musso T .- Novara G . - Novello Fam . - Occhiena G . - Negro E . -Palumbo M. - Peretti Fani . - Pilone C . - Pogliano Fam .Paletti I . - Porta G . - Rainero C . - Ravizza L . - Re Ida -Richetto Giovanni - Ronco E . - Rossetto A . - Sabadon Fam .- Schellino C . - Sola I . - Strumia Orsola - Tarabra C . - Tar-diti M . - Toleetti P . - Traversa Maria - Trevisan G . - Trin-chero P . - Trisoglio A . - Trosati C . Vaglio Luigi - Van-drone A . - Veriucca G . - Virano Domenico - Zanone Do-menico .

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI consede in TORINO, eretto in Ente Morale conDecreto iz gennaio 11)24, n. 22, può legalmentericevere Legati ed Ereditci . Ad evitare possibili con-testazioni si consigliano le seguenti formule :Se trattasi d'un Legato : i . . lascio all'Istituto Sale-siano per le Missioni con sede in- Torino a titolo dilegato la somma di Lire . . . (oppure) l'immobilesito in . . . » .Se trattasi, invece, di nominare erede dì ogni so-stanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa :a . . . Annullo ogni mia precedente disposizione testa-mentaria. Nomino mio erede universale l'IstitutoSalesiano per le Missioni con sede in Torino, lasciandoad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo » .(luogo e data)

(firma per esteso)

Tu che sei il protettore dei fanciulli, melo devi salvare - Il 2 febbraio u . S . il mionipotino Italo di cinque mesi incominciò apiangere e dimenarsi disperatamente per doloriacutissimi al ventre . Portato d'urgenza all'ospe-dale di Udine, il professor Venturi disse trat-tarsi di occlusione intestinale, ormai senza pos-sibilità di rimedio . La sfiducia del dottore nel-l'intervento chirurgico aumentò la mia fiducianell'aiuto di S . Domenico Savio .

Con tutta la fede che può avere una mamma,presi il quadro di S. Domenico e lo pregai così :«Caro giovinetto, questo nipotino l'ho desi-derato tanto e tu che sei il protettore dei fan-ciulli, me lo devi salvare» . La preghiera fu esau-dita e in pochi giorni il piccolo Italo si ri-mise completamente . Il dottore stesso lo chiamò« il miracolato « .Variano (Udine) MERCEDES TEGHIL in FABBRIS

Quando si svegliò, era guarita --- Unadelle mie gemelle, Gabriella, di soli pochi giorni,si era ammalata. Seguendo il consiglio di per-sona creduta competente, applicai sul corpicinoun pannolino imbevuto di medicinale . Ma labimba peggiorava a vista d'occhio . Non sa-pendo più che cosa fare per salvarla, la portaida uno specialista, che riscontrò una gravescottatura provocata dal medicinale e dichiaròche non c'era più nulla da fare . La bimba gri-dava continuamente ed io ero desolata, tantopiù che mi ero sentito dire dal professore cheero stata io a uccidere la mia bimba .

Nel colmo del mio dolore di madre, applicaisul corpicino martoriato l'abitino miracoloso diS. Domenico Savio. La bimba si addormentò,dormì tranquilla per diverse ore e quando sisvegliò e la sfasciai, era scomparso persino ilsegno della scottatura .Rapallo (Genova)

RINA e MARIO CASTAGNETO

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í k . DOT- NI(0 SALA MORTE, MA NON PECCATI

I

R. Morasca (Catania) aveva un figlio da sette anni quasidisoccupato . Avendo sentito parlare di S . D. Savio, co-minciò una novena in suo onore . Al secondo giorno si pre-sentava già un'ottima occasione per sistemarsi .Amato Calogero (Agrigento) dichiara che suo padre ot-tenne da S . D . S . la liberazione da un calcolo senza bi-sogno dell'intervento chirurgico .Giovanni Battista e Ines Paravagna (Molassana-Genova)avevano il bambino con 40° di febbre e delirio per un'in-fezione . Invocarono S . D . S . e poche ore dopo la febbreera completamente caduta e il figlio fuori di pericolo .Giuseppe Scavo (Cicala-Catanzaro) dichiara di non avermai fatto ricorso a S . D . S . senza essere stato esaudito ; masoprattutto gli è grato per l'aiuto che ne ebbe in un avve-nimento di capitale importanza per lui .Margherita Colombara in Elafro (Morbello-Alessandria)sotto la vigile protezione di S . 1) . S . sopportò serena unagrave operazione. Ormai ristabilita, ringrazia e invia offerta .Guglielmina Bernardini (Lucca) raccomandò a- S . D, S .il figlio e ne ottenne la guarigione e la promozione .Filomena Garofolo in Letta (Crema) dichiara : , Nell'oc-casione della nascita di un bambino il professore disse che,dovevo essere operata urgentemente. Mi rivolsi con vivafede a S . D . S . e non ebbi più bisogno d'intervento chi-rurgico , .Emilia e Gina Ferrero con la preghiera a S . D . S . e aDon Rinaldi ottennero la guarigione della zia in pericolodi vita per embolia postoperatoria .Bernardo geom . Angelacci (Dragoni-Caserta) è grato aS. D . S . per la propria guarigione.Anna Avataneo attribuisce a S . D. S . la guarigione dellamamma e invia offerta di ringraziamento .D. Giovanni Maria Mantelli (Udine) ottenne da S . D . S .due segnalate grazie in circostanze tali da rendere evidentel'intercessione del caro Santo .Luisa Lodati (Caserta) rende noto che una sua amica gra-vemente ammalata e ridotta in fin di vita, guarì per in-tercessione di S . D. Savio .Angelina Romagnoli in Frera (Verona) dopo il dolore dellanascita della primogenita morta e una dolorosa operazioneal fegato, si affidò a S . D . S . e vide con gioia gli effetti dellasua fede in occasione della nascita del secondogenito, incondizioni tali da rendere evidente l'intervento del pic-colo Santo .Irene Scotti G . (Nesso-Como) ringrazia S . D. S . per lafelice nascita del suo primogenito Pier Domenico .Tomasina Bergamo (Bra-Cuneo), sofferente per un ascesso,deve la sua guarigione a S . D. Savio .Lauretta Anna (Ragusa) dichiara che nella sua famigliaormai è spontaneo invocare S . D . S . per necessità tempo-rali e spirituali e che sono prontamente esaudite .Teresa Fracchia Fantino (Torino) scrive : , L'Abitino diDomenico Savio mi è stato di grande conforto e di pro-digioso aiuto durante il parto . Nel rendere pubblico ilmio ringraziamento al Santo, Gli offro l'innocenza dei mieifigli e la devozione della mia famiglia.Giuseppina Parodi ved. Rebora (Isoverde-Genova) dopola morte della primogenita, era preoccupatissima per l'av-venire, anche perchè i medici erano pessimisti . Essa si affidòa S . D . Savio, ne indossò l'abitino e tutto riuscì a meraviglia .

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Riconoscenti al Veneraùíle

pon (RICI1ELE pini4. Guarito da diabete - Da qualche tempomio marito era affetto da diabete . Il medico cu-rante si era pronunziato in senso negativo, di-chiarando che la guarigione non sarebbe avve-nuta. Allora mi rivolsi con fede al venerabileDon Rua e posso dichiarare che per sua in-tercessione il diabete è scomparso . Compio perciòla promessa di rendere pubblica la nostra rico-noscenza a Don Michele Rua .Abbiategrasso (Milano)

ANGELA MERLINO

. All'invocazione di Don Rua segue un no-tevole miglioramento - I-lo pregato mio ma-rito, cooperatore salesiano, di versare un'offertaalle opere di Don Bosco per mantenere unapromessa fatta .

Le condizioni di salute di mia mamma, daanni sofferente per gravi disturbi alle vie dige-renti e conseguente deperimento organico, de-stavano serie preoccupazioni .

Mi rivolsi con fiducia a Don Rua e a Don Ri-naldi, chiedendo la guarigione per loro inter-cessione .

Si è subito constatato un notevole migliora-mento nella condizioni generali, che si spera con-tinui fino a guarigione definitiva .Genova-Quinto

ANNA MARIA ANNARATONE MARTELLI

. Attende da Don Rua «la grazia piùgrande » - Da molto tempo soffrivo di maldi cuore con gravi complicazioni che mi ren-devano difficile la respirazione e la nutrizione .Il medico, da me consultato, mi prescrisse unacura che però non mi produsse alcun sollievo .Allora mi rivolsi al Ven. Don Rua perchè miottenesse da Maria Ausiliatrice la guarigione . Altermine della novena il respiro era libero, l'ap-petito era tornato. L'anno 1894 mi confessai daDon. Rua e da quel momento concepii l'idea cheDon Rua fosse un santo . Ora continuo a pre-garlo perchè mi ottenga la grazia più grande,che è quella di fare una buona morte .Mapello (Bergamo)

GIOACHINo GELPI

1511

Clementina Bona ('l'orino) aveva pregato a lungoe inutilmente per ottenere una grazia importante . Congrande fede si raccomandò al Ven . Don Rua e a DonRinaldi : alla fine della novena ottenne quanto desiderava .

Anna De' Rossi (Napoli) prega di pubblicare che,avendo chiesto per intercessione del Ven . Don Ruala guarigione di una persona a lei carissima e il mi-glioramento di due situazioni, una finanziaria e unamorale, nel termine di otto giorni ottenne le tre graziechieste .

Giuseppina Molo Tononi (Bergamo) dovendo su-bire un intervento chirurgico, si raccomandò al Ven .Don Rua perchè le ottenesse la calma e la forza ne-cessarie e fu pienamente esaudita .

Clara Fioretto (Pianezza-Torino) dichiara che unapersona a lei cara versava in grave pericolo ; essa in-vocò di gran cuore il Ven . Don Rua e in pochi giornitutto si risolvette nel miglior modo, liberandola dal-l'angoscia che l'opprimeva .

L'Ispettrice delle Figlie di M. A . (Banpong-Siam) invia un'offerta per la causa di beatificazionedi Don Rua in ringraziamento per la guarigione diuna suora ammalata .

Felicina Martinotti (Abbiategrasso-Milano) con-ferma, per esperienza fatta in merito a salute, la va-lida protezione del Ven . Don Rua .

Caterina Galliano (Torino) ringrazia pubblica-mente il Ven . Don Rua e S . Maria Mazzarello peraverne ottenuto una grazia tanto desiderata .

Luigina Casanova (Genova) con tutto il cuoreringrazia Don Rua, che le ottenne, dopo due mesi dilotta e di sofferenze, una grande grazia .

Antonio Leardini (San Leo-Pesaro) invia la mer-cede della prima giornata di lavoro di un suo nipotesedicenne che, subita l'operazione di appendicite,lottò con la morte per oltre 70 giorni, ma guarì perl'intercessione del Ven. Don Rua .

Maria Lasagno (Torino) fu liberata da tormentosiaffanni che da tempo la facevano soffrire molto .

Maria Marchetti (Balangero), trovandosi in criticasituazione finanziaria, si rivolse con fiducia a Don Ruae dopo poco tempo ottenne quanto desiderava .

Ferdinando Ronco (Torino) è molto riconoscente aDon Rua, che lo guarì da malattia assai preoccupante .

Maddalena Rodigari (Trepalle-Sondrio) ringraziaMaria Ausiliatrice e il suo Servo Don Rua per averleottenuto una grazia tanto desiderata .

Salesiani defuntiSac . Carlo Lecchi, t a Bellano (Como) a 73 anni .Don Lecchi è caduto sulla breccia . Nonostante i suoi 73 anni,occupava infatti la carica di Direttore dell'Istituto Salesianodi Vendrogno . Era una delle figure più belle e caratteristichedell'Ispettoria Lombarda . Gli ex allievi di Milano, dovepassò quasi tutta la sua vita salesiana, conservano di lui ilpiù caro ricordo . Il viso sorridente, il modo di fare espan-sivo e bonario, il cuore aperto ad ogni miseria gli attiravanola confidenza e facevano di lui un padre, a cui volentieri siricorreva per consiglio e conforto .Sac. Giuseppe Dunne, t a Newcastle-upon-Tyne a 74 anni .Don Dunne fu uno dei Salesiani pio amati e stimati del-l'Ispettoria Inglese . Occupò per molti anni cariche di respon-sabilità nel Sud Africa, nell'Australia e in Inghilterra, rive-landosi ovunque sacerdote ricco di pietà e di zelo, salesianofedelissimo a Don Bosco e religioso modello di povertà edi ubbidienza . Anima veramente eletta e candida, rappre-sentava al vivo il Santo Fondatore e Padre .Sac. Giuseppe Regís, t ad Alessandria d'Egitto a 77 anni .Sac. Andrea Caamano Branas, t a Vigo (Spagna) a 68 anni .Sac . Piero Serafino Colombo, t a Marina di Pisa a iz anni .Coad. Costantino Maggi, t a Bologna a 85 anni .Coad . Francesco Junilt, t a Vercelli a 72 anni .

Cooperatori defuntiIng. ANGELO PROVERA, t a Roma il 12-1-1957 a 73 anni .Orfano di padre a 8 anni, fu dalla mamma inviato al CollegioBarnabita di Lodi, ove si distinse così da essere effigiato tra imigliori allievi . Laureatosi a pieni voti al Politecnico di Torino,a z6 anni era già direttore della Società Cannovale e Delle Piane .Nel 19t2-r3 fondava a Roma una società che nel 1918 divenivala « Provera & Carassi n . Da allora lavorò in tutta Italia in ognigenere di edilizia . Chiamato a rivestire diverse cariche per l'in-telligenza acuta e il sereno giudizio, sempre seppe coneliare lagenerosità dell'animo con la più radicata onestà .Fin dagli anni della giovinezza prese fervido contatto con le or-ganizzazioni sociali e politiche di ispirazione cristiana ; collaboròattivamente alle Conferenze di S . Vincenzo ; aderì, eletto, al Par-tito Popolare prima e alla Democrazia Cristiana in seguito . Delbene fece il grande scopo della sua vita, che tutta dedicò allafamiglia circondandola dell'affetto più tenace e profondo, illu-minandola con quella Fede cristiana che fortemente sentiva eprofessava . Sapeva elargire a tutti i bisognosi ; ma particolarmenteaveva nel cuore le Missioni : pensare ad esse era il suo rifugio neimomenti tristi, la sua migliore distrazione .Cooperatore salesiano, fu amico personale del Servo di Dio Don Fi-lippo Rinaldi e del compianto Don Pietro Ricaldone, -suo com-paesano . Essi a Torino gli affidarono l'impresa importante e de-licata dell'ampliamento di Maria Ausiliatrice, della costruzionea Roma della chiesa di Maria Ausiliatrice, del monumentaletempio a S . Giovanni Bosco e- del grandioso Istituto MarchesaT . Germi TorloniaNel paese natìo di Mirabello il suo nome è particolarmente le-gato al nostro Istituto Missionario, intitolato al nome della suavenerata Mamma, Luisa Provera . Fu per il suo munifico inter-vento se detto Istituto, il primo aperto da S . Giovanni Boscofuori Torino, potè essere riacquistato dopo che per circa 70 anniera stato proprietà del municipio .Concluse la stia vita cristianamenre e santamente, accettando lamorte cori serenità e calma . « Vedo le cose dall'alto della mon-tagna e mi sento tranquillo s, disse negli ultimi giorni . Nonn te-meva la morte : è la grazia che Dio concede ai giusti che hannovissuto secondo la sua legge .Con modesta cerimonia, perchè così aveva egli disposto, fu se-polto a Mirabello accanto alla diletta Madre .Avv. Domenico Righettí, t ad Acqui l'8-1-1957 a 6o anni .Cooperatore salesiano affezionatissimo e pronipote dellaServa di Dio Madre Maddalena Morano, armonizzava insè le più belle qualità del cristiano, del padre di famigliae dell'amico . La sua innata rettitudine, il cuore sensibilis-simo e la condotta integerrima lo resero stimato e caro a tutti .Narciso Trovò, r il t4-u-1957Animato dalla Fede, dedicò la vita alla famiglia, orgogliosodell'offerta fatta a Don Bosco di un suo figliuolo .Gabriele Ferraro, t ad Alessandria a 8o anni .Visse nell'intensa e dura fatica agricola, nell'amore per inumerosi figli, forte e sereno nelle difficoltà perché seppeorientare verso Dio tutta la sua vita . Trovò in Don Bosco laguida spirituale per sè e per la famiglia, il' protettore amato,al quale affidò un suo figlio .

Matilde Buzzetti ved . Trinchierí, i a Torino a 86 anni .Affezionata patronessa salesiana, apprese ad amare DonBosco dai suoi cari, che lavorarono nella costruzione di chiese• case della incipiente Congregazione salesiana . Forte nellafede, adamantina nelle avversità, dolce e serena negli affetti,vicina agli umili con il cuore e con il soccorso, volle generosa-mente ricordare alla sua morte le Opere e le Missioni salesiane .A breve intervallo di tempo il Signore ha chiamato al premiotre sorelle, umili, pie, laboriose e zelanti Cooperatrici :Buratti Cristina ved . Garbolino, t il 3-XI-t956 a 77 anni .Buratti Angela ved . Giacometti, t il 29-xt-t956 a 83 anni .Buratti Anna ved . Merlo Pich, t il 2-11-1957 a 77 anni .Quest'ultima, superato il dolore della prima separazione, fusempre lieta di aver donato a Don Bosco un figlio sacerdote .Anna Gheno ved . Bordígnon, t a Bessico di Loria (Tre-viso) il z6-i-1957 a 75 anni .Fu madre esemplare di undici figli, alla cui cristiana educa-zione provvide da sola dopo la morte prematura del marito .Una delle sue gioie più grandi fu quella di aver donato ilfiglio Settimo a Don Bosco nella Congregazione Salesiana .In ogni circostanza fu sorretta da una fede candida e traspa-rente e da una d rittura morale senza compromessi .Giuseppina Catania ved . Palla, t a Catania a 86 anni .Fervente cooperatrice, fu vera « Mamma dei Salesiani n . .Benchè di modeste condizioni, fu generosa con le Operedi Don Bosco, in particolare con )'Ospizio S . Cuore, a fa-vore di tanti giovanetti poveri . Aiutò anche le vocazioni . La-voro e preghiera, Messa e Comunione furono la sua vita .Anna Zancaríni, t a Salsomaggiore .Insieme con la sorella Maria fu ammiratrice entusiasta di5 . Giovanni Bosco e zelatrice fervida delle Opere Salesianee dii ogni attività che tornasse a gloria del Santo dei giovani .Grazie alla sua generosità, potè seguire la vocazione salesiana• sacerdotale il salesiano Don Giacomo Busani . Nella chiesadi S . Vitale di Salsomaggiore fece erigere uno splendido al-tare a S . Giovanni Bosco . Una zona sprovvista di servizioreligioso fu da lei dotata di una chiesa modernissima de-dicata a Maria Ausiliatrice .Elisa Demíchelís, t a Pianezza (Torino) a 78 anni .Cooperatrice ricca di fede e di generosità, amò Don Bosco•

ne beneficò i figli, sempre pronta a donarsi dove scorgevauna necessità da soccorrere o un dolore da lenire .Maddalena Zavattaro in Torelli, t a Borgo S . Martino .Madre esemplare e Cooperatrice fervente, si compiaceva diavere un fratello missionario salesiano e un figlio ex allievodi Don Bosco .

Altri Cooperatori defuntiAbatti Carlo - Acciari Mario - Airola Giuseppina - AlessioMarengo Antonia - Azzani Ludovico - Balla Francesca -Baraldi Edesio - Baratti Lina - Bertoldi D . Vittorio - Berto-lino Augusto - Bertotti D . Luigi - Bichi Enrico - Bonzanocav . Ernesto - Borgialli Francesco - Brossa Antonio Bruz-zese cav . Pasquale - Caldera Angela - Camelli Alba - Ca-stagnolo Vincenzo - Cantoni Maria - Cantoni Olimpio -Chiusano Gioachino - Cima Battista - Colla Litigi - CoronaMaria Alfea - Corradi D . Sigismondo - Cova Giuseppina -Dagnino D. Santino - Daquarti Luigi - Debattistis FerrandoErnesta - Della Donna Maria Vittoria - Di Nisio Egisto -De Rossi Lina - Favaro dott . Federico - Ferri Giuseppe -Ferro Cornelio - Finco Giovanni - Fontana Teodolinda -Frank Arcangelo - Fragano Gaetano - Fusco Cesira - Gam-barova Regis . Maria - Garbaccio Annetta - Gatti Luigi -Gianola Battista - Giardina Filippo - Grea Emilio - GrivaOrsola Barberis - lacovone Giuseppe - Lafranconi Miche-lina - Lingeri Mosè - Luino Anna V . Tornatore MaffeoAntonia - Magra Garassino Maddalena - Marinelli D . Fran-cesco - Mauri Antonio - Mayneri Ceriana conte Giuseppe- Mazzoletti Maestri Teresa - Mazzoni Lodolini Antonia -Milesi Caterina V . Paleni - Moretti Carmela - MosconiD. Mario - Nervo Filippo - Noseno Prassede - OddeninoTeresa - Odicino Antonio - Pandolfi Anna - Paradisi Mi-cene Gaetano - Perin Vittoria - Pessione D . Giacomo - Pe-titti Isabella - Piazza Martino - Pujatti Antonietta - Ramac-ciotti Romilda - Realdon Elisa - Ricciulli avv . Nicola - RigoElvira - Rivetti Giuseppe - Rizzi Luigi - Robba Luigia -Rossetto Umberto - Rossi Dina - Rudari Silvino - Ruffi-natto Virginia - Sartori Magnabosco Lucia - Sasia D . Sil-vestro - Scoppa D . Raffaele - Signorastri Luigi - SperoniD. Benvenuto - Tardito Giovanni Tomass Vittore - TorlaiCaterina - Tuca Emilio - Ubertazzi Armando - Vassallo Te-resa - Vassena Celeste - Vassena Maria - Veglio Maddalena .

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TOTALE MINIMO PER BORSA L . 50.000

Borse da completareBorsa Madonna di Rosa S. Vito al T. (Udine) (7°), in suffr .di Arnaldo Garlatti, a cura dei congiunti - A. G. 5000 ;Grossacques Tebaldo 5000 - Tot. 26 .380.Borsa Maria Ausiliatrice e Don Rua Michele, Servo di Dio,a cura di D . S. G. (Ivrea) - i° vers . 30 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, a cura di VittoriaBallami - N. N . 25 .000 ; Forni Rosina 50o - Tot. 45 .700.Borsa Maria Ausiliatrice, S . Domenico Savio, Suor Mariadella Mercede, a cura della famiglia Casalegno Stefano -Tot . 26 .700 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . Giovanni Bosco, proteggetela mia famiglia, a cura di Bernotti Stefano e Caterina(Pavia) - Tot. 45 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . Giovanni Bosco, invoco salutee lavoro, a cura di Gianna-Aldo Torgano (Milano) - To-tale 42 .350 .Borsa Maria SS . Ausiliatrice e Don Bosco, proteggete e aiu-tate i miei cari, a cura di Perroni Maria Fiore (Messina) -Amalia Verderone 10 .ooo ; Maria Berloffa 5000 - Tot . 27 .000 .Borsa Masera Giuseppe, Michele e defunti, aa cura del ge-nero cav. Ferruccio Lantieri - Tot . Is .ooo .Borsa Maria Ausiliatrice e S . Giovanni Bosco, a cura diAvidano Benvenuto - i° vers . 20 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . Giovanni Bosco, p . g. r . eguarigione di Sandro, a cura di Ceresa Maria (Torino) -i° vers . 10 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco, in suffr . deigenitori Alfonso e Antonietta Liguori, a cura della figliaPia Liguori (Napoli) - i° vers . 20 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . Giovanni Bosco, concedetecile grazie urgenti di cui abbiamo bisogno e in suffr . dei nostrimorti, a cura dei con . Miceli (Roma) - I° vers . Io .ooo .Borsa Mamma, grazie!, a cura di Elena Frisanco (Trento)- I° vers . 10 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e Don Rinaldi, p . g . Y . e per avere

- continua protezione in vita e in morte, a cura di Isidoro-Rosa-Bruni (Modena) - io vers . 25 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a cura della fa-miglia Meschiari (Modena) - i° vers . 25 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, Don Bosco e Domenico Savio,guidateci e pregate per la salvezza spirituale di tutti, a curadi Anna Mario Di Ciclo (Pisa) - i° vers . Io .ooo .Borsa Maria Ausiliatrice, Don Bosco e Domenico Savio,secondo le intenzioni di Maria Avesani (Verona) - i° vers .I0 .ooo .Borsa Maria Ausiliatrice, S . Giovanni Bosco e S . Dome-nico Savio, secondo le intenzioni di Capraro Carolina (Cal-tanissetta) - i° vera. 25 .000 .Borsa Mamma Margherita, a cura di Maria Genovesi (Man-tova) - i° vers . 30 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, proteggi i nostri bimbi, a curadi Aglietta ing . Umberto (Savona) - Tot. 20 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, nostra potente Avvocata presso iltrono dell'Altissimo, prega per noi, a cura di C . M . T . (Mes-sina) (z") - i° vers . 20 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e Don Rua Venerabile Michele,in suffr . dei nostri snorti, a cura di Anna Sauro Filippeschi(Firenze) - Tot. 28 .000 .Borsa Mamma Margherita, a cura di O . C . (Chieti) - i° vers .20 .000 .

Z%f'I~IZ~!%!filBorsa Mamma Margherita (4°), Nina e Guido in memoriadei cari scomparsi 10 .ooo - Tot . 46 .450 .Borsa Maria Ausiliatrice, S . Giovanni Bosco e Don Ri-naldi, guaritemi!, a cura di Galluzzi-Barsotti Anna (Roma)- Tot . 44 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, concedi la salute e la risoluzionedi problemi familiari, a cura di Pia e G . Battista LonghiBracaglia - i° vers, io .ooo .

(continua)

Borse completeBorsa Maria Ausiliatrice e S . Giovanni Bosco, per la celestecontinua protezione, a cura di G . S . (Trapani) - L . 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, proteggete la miofamiglia e il mio lavoro, a cura di M . S . (Vercelli) - L . 53 .325 .Borsa Maria Ausiliatrice, in suffr. dei nostri benefattori, acura di Assuntina Baiardi e Valentino Mocci (Frosinone)- L . 50 .000 .Borsa Maccono Don Ferdinando, a cura del nipote M .Francesco - L . 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, perché trionfi ilRegno di Gesù, a cura di Calandra B . - Gerbino Maria 500- Tot . 50 .377 .Borsa Sardo Giuseppe e Maria Cerro coniugi, in suffr ., acura della fam . Torterolo Giovanni - L . 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco, in suffr .delle anime del Purgatorio e conversione dei peccatori, a curadi Tallone Lucia (Cuneo) - L . 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, Don Bosco, Domenico Savio, acura di N. G. (Catania) - L . 50 .000 .Borsa Mamma Margherita, a cura dei Cooperatori di Va-rese - L . 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . Giovanni Bosco, in i . deiconiugi Rosario Famiano-Estella Fucd, a cura di CerritoM . Teresa insegnante (Messina) - L . 50 .000 .Borsa S . Giovanni Bosco, aiuta sempre le nostre famiglie,a cura di Gaetano Seghetti (Taranto) - L . 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, proteggetemi con imiei cari vivi e defunti, a cura di Maria Prato (Cuneo) -L . 50 .000 .Borsa Per un novello sacerdote, secondo le intenzioni diFrancesca Biscozzi ved. Zanframundo (Taranto) - L . 5o .ooo,Borsa S . Domenico Savio, in ringraziamento e implorandocontinua protezione, a cura di A. F . (U .S .A .) - L . 61 .750 .Borsa Baldi Dott . Fernando, Tenente disperso in Russia,in suffr. e ricordo, a cura della sorella Maria Teresa (Fi-renze) - L. 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e Santi Salesiani, proteggetemi sempre,a cura della fam . Vincenzo Bossetti (Novara) - L . 50 .000 .Borsa SS . Cuori di Gesù e di Maria, a cura di Chiesa Ce-lestina (Pavia) - L . 50 .000 .Borsa A Maria Ausiliatrice e a S . Giovanni Bosco, a suffr.di Ines Granero, a cura di Maria Granero (Torino) -L . 100 .000 .Borsa Giraudi Don Fedele, ad onore di S. G. Galgani -Dama dott . Diomede 30 .000 ; Sac . Cerruti Biagio loop ;Vittorio Villata 1000 ; Can. Erminio Fustinoni 5ooo ; UgoEquini zooo ; Sac. Gio . Battista Novo i000 ; Can. Gio-vanni Manega 5ooo ; Giuseppe Bellotti 2000 ; Sac . . Gia-comuzzi Paolo 500 ; Sebastiano Maroni 20 .000 ; CavalleroGio. Battista 5oo ; Merlino Comm. Alessandro 500 ; Giu-seppe Giacobini 5oo - Tot. 125 .000 .

(continua)

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Autorizzazione del Tribunale di 'forino in data 16-z-1949 - n . 403 . Con approvazione ecclesiastica .I° APRILE 1957 ANNO LXXXI . N . 7

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