AMORI PROIBITI

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Serie diCARLO LANNA

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7 – DALLA PARTE DI CHRIS

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Solitamente Chris era una personariservata, preferiva non rivelareparticolarità sul suo passato, preferiva chefossero i suoi lavori a parlare. Andavamolto fiero delle foto che scattava, per luinon erano semplici foto, ma dei quadri indigitale che rappresentavano la realtà dioggi, la quotidianità, gli usi e costumi dellasocietà moderna. Eppure, per la primavolta dopo tanto tempo, si era sentitoindifeso, insicuro di sé stesso. Trovava unappiglio solo ricordando lo sguardo diMichael. Non era il suo tipo d’uomo. Chrislo doveva ammettere. Lui preferiva lepersone più giovani, preferiva uscire con ipoco più che ventenni. “Carne fresca”

pensava ogni volta che su Grindradocchiava un ragazzo giovane, bello eapparentemente perfetto. Lo faceva perchénon voleva vincoli, voleva solo divertirsi, epoi via di corsa alla ricerca del prossimogiovanotto da sedurre. Solo una volta si erainnamorato in tutta la sua vita, di quelragazzo con cui aveva condiviso il viaggio

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on the road per tutta l’Europa, che gliaveva fatto capire cosa vuol dire amare edessere amati. Forse per quel motivo eramolto legato alle foto che aveva scattato inquel viaggio di corse forsennate, pranzifugaci e scopate al chiaro di luna.

L’intervista gli aveva sbattuto in facciasensazioni che lui stesso non provava datempo, sentimenti che aveva dimenticato, enon capiva se era una buona o una cattivasensazione. Quel ragazzo, quel giornalistatanto carino quanto emotivo, con poche esemplici domande, aveva sconvolto la suagiornata. Infatti ogni cosa era passata insecondo piano. In questo momento a Chrisnon interessava più delle pubblicherelazioni o di fare qualche moina a ungiornalista sciatto e con la puzza sotto ilnaso per comprarsi una buona recensione,voleva solo uscire da lì e rincorrereMichael prima che salisse sulla metro.Voleva guardarlo di nuovo negli occhi,sentire nuovamente quella sensazione diserenità che il ragazzo gli trasmetteva.

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Chris mascherava bene i suoi sentimenti,voleva sembrare una persona dura eimpassibile, ma in realtà era insicuro, conun peso costante sul cuore e con unperenne senso di inadeguatezza. Avevafaticato molto per farsi apprezzare comefotografo e, soprattutto, cercare dimantenere lo stile di vita che aveva. Non sipagava da solo quell’attico nel cuoredell’Upper West Side. Chris aveva tutto manon si sentiva completo, voleva qualcosa dipiù da quella vita agita che, a fatica, si eracostruito. Non sapeva neanche lui cosacercasse in verità, aveva tutto ciò chedesiderava: un cospicuo conto in banca,abiti firmati, veniva etichettato come geniodella fotografia, molti ragazzi gli andavanodietro, quasi si ammazzavano per riceverele sue attenzioni e si facevano guerra perfinire a letto con quell’uomo virile edaltamente carismatico, ma niente di questolo rendeva felice. Chris non diceva mai dino, molto spesso oltrepassava i suoi stessilimiti perché si sentiva vuoto dentro, e ora

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quel vuoto all’improvviso era sparito, erastato riempito dallo sguardo dolce esconsolato di Michael. Quel ragazzo con lasua timidezza, aveva azionato di nuovo ilsuo cuore e gli aveva fatto riviveresensazioni che da troppo tempo avevadimenticato. Ecco perché aveva deciso difare quello slancio e baciarlo sulla guancia,ecco perché voleva avere un contatto con ilsuo corpo, per capire cosa aveva dispeciale quel ragazzo che, seppur nonrispondeva ai suoi canoni di bellezza, loeccitava da matti. Non era un fattore fisico,Chris sentiva qualcosa dentro di lui, unaspecie di scintilla, una fiamma che ardevaforte e che non voleva spegnersi.

Nella quotidianità era Chris che portavagioia e ilarità, nessuno si era mai lamentatodella sua compagnia, dei suoi discorsiimpreziositi da citazioni letterarie e,soprattutto, le sue conquiste non silamentavano mai di quello che Chrisfaceva sotto le lenzuola. Benché fosse unattivo dominante, sapeva come soddisfare

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un uomo. Lui scopava forte, era dolce maegoista, non pensava a soddisfare il suoamante di turno nei modi più impensati.Nessuno però rimaneva deluso dalle sueperformance sessuali, e anche seraggiungeva l’orgasmo per primo, sapevaallungare il piacere.

“Ma Michael cederà mai al mio

fascino?” si domandò mentre sorseggiavaun bicchiere di vino. Non poteva smetteredi pensare a quel ragazzo. “Speriamo di

avere sue notizie prima o poi. Dovevo

chiedergli il numero di cellulare.”

«Vero Chris?» disse Serenaall’improvviso, facendo tornare il fotografobarbaramente alla realtà.

«Scusa, cosa dicevi?» domandò Chrisstranito.

«Chiedevo conferma se questa foto fossestata scattata a Londra.»

«Mmm, si esatto. È un tramonto nelquartiere di Nothing Hill» disse.

«Ecco signor Smith, avevo ragione» disseSerena, cercando di contenere l’assenza di

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Chris e salvare le apparenze. «Questo è ilmio biglietto da visita, quando vuolepossiamo discutere dell’acquisto.»

Chris ringraziò il signor Smithsollevando in aria il calice di vino e poi sidileguò. Serena lo afferrò per un braccio.

«Ma sono comportamenti questi? Io misto facendo in quattro per te di fronte aquesti critici spocchiosi, e così mi ringrazi?Il signor Smith ha offerto cinquemiladollari per la tua foto. Dovresti esserecontento.»

«Ma cosa ti sei mangiata a colazione,Serena? Hai ingoiato una vipera?» disseChris, guardandola in viso. «Oggi sei piùscostante del solito. È il tuo lavoro farepubbliche relazioni, lo sai che noi artistiabbiamo la testa fra le nuvole.»

«Stai pensando ancora a quel ragazzino,vero?» chiese. «Pensavi che non miaccorgessi dell’aria vogliosa che avevimentre lo guardavi? Lo hai anche difesoquando gli ho chiesto per quale testatalavorasse. Sei un debole Chris, pensi solo

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ed esclusivamente al sesso e a portarti unaltro ragazzo fra le lenzuola.» Le parole diSerena lo toccarono profondamente.

«E se anche fosse? Ti sei comportatacome una borghesotta con la puzza sotto ilnaso. Quel ragazzo, Michael, sta lottandoper farsi valere in questo mondo di ladri.Sono cose che tu non puoi minimanteimmaginare, dato che grazie a tuo padrehai avuto vita facile» continuò. «Sei il mioufficio stampa, curi le mie pubblicherelazioni, ti pago per questo, non pergiudicare se io ho flirtato con un ragazzo ose lo voglio portare a letto. La mia vita èprivata, non pubblica.» Erano parole fortiquelli di Chris.

«La tua vita non sarà mai privata. Iblogger e i giornali di gossip fanno a garaper fotografarti insieme alla tua ultimaconquista. Se non fossi belloccio e nonsapessi usare la macchina fotografica, nonsaresti nessuno.»

Chris posò il bicchiere sul tavolo alle suespalle. «Capisco che la tua vita è

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assolutamente triste e vuota, mia caraSerena, ma non puoi trattarmi così soloperché durante la settimana della moda nonti ho scopato. Ti rammento che io sono unomosessuale, mi piace fare sesso con unuomo. Le donne come te mi fanno schifo.Fa il tuo dovere o dovrò licenziarti.»

Uscì dalla casa d’Aste come una furia.Non ricordava neanche se aveva con sé ilgiacchetto, la temperatura si era abbassatae minacciava di piovere. «La mancanza dicazzo porta a questo» disse il fotografo,mentre si accendeva una sigaretta.Controllò distrattamente la mail dalcellulare e, tra i messaggi dicongratulazioni di amici e conoscenti,sperava di trovare la mail di Michael.

Sì, Chris si era invaghito di quel ragazzo.Ricordava ancora quel suo flebile sorriso,quei lunghi capelli biondi che avrebbetanto voluto accarezzare, quella barbaincolta che lo faceva sembrare più virile, epoi quello sguardo, così giovane, pieno divitalità ma così triste e sconsolato. Non

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riusciva a pensare ad altro. Guardò l’orologio, erano quasi le quattro,

non aveva mangiato, gli girava la testa e ilsuo stomaco cominciava a gorgogliare.Guardò per un attimo fra i vetri della casad’Aste e vide Serena ancora intenta adammiccare con i possibili acquirenti e conalcuni giornalisti. Era una stronzapatentata, ma sapeva fare il suo lavoro. Iloro sguardi si incrociarono. Serena fece uncenno con la testa, Chris fece lo stesso. Poiandò via.

Rincasò giusto in tempo, poco prima chetutta New York fosse bagnata da unapioggia battente. Chris viveva in unappartamento bellissimo, che rispecchiavaalla perfezione lo stile di vita tantomillantato da Serena. Abitava in un loft cheaffacciava su Central Park, un open spaceilluminato e curato nei minimi dettagli. Dalletto con il materasso molto basso, alleparti tappezzate di foto da lui stessoscattate, dalla cucina minimalista, alloschermo al plasma che troneggiava nel

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salotto. Era molto geloso del suoappartamento, lo curava come se fosse unbambino.

Difficilmente portava le sue conquiste acasa, tranne quando era ubriaco fradicio.Solitamente si recava in un alberghetto frala quinta e la sesta, dotato di ogni confortpossibile, e lì poteva dar libero sfogo aisuoi bollenti spiriti. “Chissà se un giorno

potrò portaci anche Michael” pensò,mentre si toglieva la camicia. Aveva unfisico molto curato, spalle larghe, pettovilloso e addominali scolpiti. Si tolse ancheil jeans, voleva farsi una doccia, ecamminò per un po' in casa con soloindosso i suoi boxer neri. Aprì il frigoriferoe bevve tutto d’un sorso mezza bottigliad’acqua. Ebbe un sussulto quando sentì unrumore proveniente dal suo PC. Eraarrivata una nuova mail. Pensò che fosseMichael, invece si trattava di un altromessaggio di auguri, questa volta dallaredazione di Wired. Chris però era curioso,voleva leggere a tutti i costi l’articolo di

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Michael. “Come diavolo si chiamava il

giornale su cui scrive?” Fece una rapida ricerca sui social

network, e gli apparve il profilo Facebookdi Michael. Chris lo guardò con attenzione.Aveva la bacheca pubblica, almeno per lefoto, e sbirciò dentro come uno scolaretto.C’erano foto di panorami, foto di DVD ecofanetti di serie TV, e poi, fra le fotoprofilo, scovò anche una foto di Michael incostume da bagno, risalente a un paio dianni fa. “Non è niente male, il ragazzino

nasconde bene le sue forme.” Si passò unamano fra i capelli e continuò a sbirciare ilsuo profilo. Notò che era single, che glipiacevano le canzoni dei Metallica e deiBon Jovi. «Un omosessuale che ascoltamusica rock. Incredibile. È proprio diversodagli altri» disse fra sé e sé. Notò che,qualche minuto fa, aveva caricato una fotosul suo profilo e aveva anche condivisol’intervista. Rimase un po’ interdetto, inverità. Era la prima volta che un ragazzoresisteva al suo fascino. Preso dalla

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curiosità, lesse l’intervista scritta e rimaseterribilmente colpito da come lo avevadescritto.

“Affascinate, sicuro di sé e dal grandetalento.” Erano parole semplici ma sincere,non riusciva a togliersele dalla testa.

Fu portato alla realtà dal suono del suocellulare.

- Hey stasera sei libero? Ti aspetto al

‘Just Kiss’, se vuoi mi trovi nella Dark

Room. Non vedo l’ora che mi scopi.

Era il messaggio di un suo ammiratore,ma quella sera Chris non aveva voglia difare niente. Voleva stare a casa, guardarsiun film e dormire in santa pace. Fu unagiornata strana, non faceva altro chepensare a Michael, alle parole che avevascritto nell’articolo, al modo in cui loaveva guardato durante l’intervista. Volevaconoscerlo, a ogni costo.

***

Alle 11 passate Chris si rotolava ancora

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nel letto. Non riusciva a dormire. «Non avrei dovuto ordinare del pollo

fritto» disse. Per mantenere perfetto il suofisico, aveva un regime alimentare moltorigido, fatto di verdure, carne biologica efrullati iper-proteici ma, quella sera, avevavoglia di sgarrare, di mangiare qualcosa didiverso, ma il suo stomaco non era abituatoa quel tipo di cibo. Si alzò dal letto,indossava solo un pantaloncino corto comepigiama, prese la sua vestaglia di setapoggiata sul divano e si sedette vicino alpc. Il suo appartamento era immerso in unsilenzio tombale. Controllò di nuovo lacasella di posta elettronica e, quella volta,trovò la mail di Michael. “Nulla è

perduto” sorrise. “Ora vediamo cosa mi

dice se lo invito per un caffè.” Digitò leparole sui tasti e poi inviò la mail. “Questa

volta gli ho allegato il mio numero. Ha

abboccato al mio fascino, lo sapevo.” Un po’ più rilassato, si stese sul letto e

subito si addormentò. L’unica cosa a cuipensava era Michael, lo immaginava nel

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suo letto, nudo, a contatto con la sua pelleliscia. Questo pensiero erotico lo feceaddormentare placidamente.

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