Ambienti sospetti di inquinamento o confinati · con aria. Anche se i cereali che vengono deposit...
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Ambienti sospetti di pinquinamento o confinatiParte II
Mauro Pepe
Infortuni: alcuni dati
• Purtroppo, negli ultimi anni la cronaca abbonda di articoli e
notizie che interessano gli infortuni mortali avvenuti durante lenotizie che interessano gli infortuni mortali avvenuti durante le
attività di lavoro all’interno di spazi confinati.
• Per evitare che queste situazioni si ripetano, è necessario
rendere pubblico ogni evento incidentale.
• La divulgazione dei risultati è un utile ed
efficace strumento di prevenzione!
Infortuni: alcuni dati
L li à A bi fi N i CiLocalità Ambiente confinato Numero morti Circostanza
Villachiara BS2006
Silos, esalazioni prodotte dal foraggio
1 Lavoratore precipitato all’interno di un
silos, stordito dalle esalazioni
Porto Marghera VE 2007
Stiva di una nave 2Morti per asfissia, addetti ai lavori di
pulizia stiva di una nave
Molfetta BA Autocisterna 5L i di b ifi
2008 contenente zolfo (4 soccorritori)Lavori di bonifica
Mineo CT2008
Impianto di depurazione
6(4 soccorritori)
Pulizia vasca depuratore
Sarroch CA2009
Cisterna in impianto di desolforazione
3(2 soccorritori)
Manutenzione di impianti di desolforazione
Imperia 2Imperia2009
Vasca depuratore 2
(1 soccorritore)Pulizia vasca depuratore
Sale AL2010
Ex deposito carburante 2Lavoratori investiti da un forte getto che
ha provocato la morte per asfissia2010 ha provocato la morte per asfissia
Capua CE2010
Silos fermentazionefarmaci
3Esalazioni per un probabile processo di
fermentazione
Sarroch CA2011
Colonna impianto combustibile
1Manutenzione di impianti di
desolforazione
Infortuni: alcuni dati
20 gennaio 2008 ‐ Un operaio muore a Castel Bolognese (Ravenna)i it d i il di t i di d tti l l i d llprecipitando in un silo di stoccaggio di prodotti per la lavorazione della
ceramica mentre ne puliva l'imboccatura.
18 gennaio 2008 ‐ Due operai addetti ai lavori di pulizia della stiva di una navea Porto Marghera (Venezia) muoiono asfissiati dalle esalazioni di gas.
12 ottobre 2007 ‐ Un operaio muore in una cartiera di Varazze (Savona),precipitando in una cisterna contenente acqua e solvente, durante operazionidi manutenzione.di manutenzione.
13 agosto 2007 ‐ Un operaio muore dopo essere caduto in una cisterna dilavorazione del vino in un'azienda vinicola di Dozza Imolese (Bologna)lavorazione del vino in un azienda vinicola di Dozza Imolese (Bologna).
2 aprile 2007 ‐ Un operaio muore per asfissia in un cantiere edile di Noicattaro(B i) d d t i i t l di bbi(Bari), dopo essere caduto in una cisterna colma di sabbia.
Infortuni: alcuni dati
16 2007 D l t i i C ll di T (V )16 marzo 2007 ‐ Due lavoratori muoiono a Cogollo di Tregnago (Verona),uccisi dalle esalazioni provenienti dalla cisterna in cui si erano calati pereseguire lavori di manutenzione.
8 gennaio 2007 ‐ Due operai muoiono a Pegognaga (Mantova) dopo unacaduta nell'imbuto di un silo di una azienda agricola, durante operazioni dipulizia.
8 settembre 2006 ‐ Un agricoltore muore a Villachiara (Brescia) dopo essere8 settembre 2006 Un agricoltore muore a Villachiara (Brescia) dopo essereprecipitato all'interno di un silo, stordito dalle esalazioni prodotte dalforaggio.
18 agosto 2006 ‐ Due operai muoiono cadendo in una cisterna, storditidalle esalazioni in uno stabilimento oleario di Monopoli (Bari).
Infortuni: alcuni dati
Infortuni: alcuni dati
Infortuni: alcuni dati
Infortuni: alcuni dati
SILOS PER CEREALI
Per silo di cereali si intende un deposito o un locale all’esternoo all’interno di un edificio separato e chiuso nel quale sonoo all interno di un edificio separato e chiuso, nel quale sonoimmagazzinati prodotti dell’industria agroalimentare (frumento,grano, riso, legumi e similari). Le operazioni di caricoavvengono in genere con mezzi meccanici quali ad esempiotubazioni, nastri trasportatori, ecc., attraverso bocche di caricoposte nella parte superiore della torre silo.
Una volta stoccati, i prodotti, vengono prelevati da portelloni di scarico posti nella parteinferiore della torre silo e, a seconda del ciclo di lavorazione, possono essere raccolti etrasportati mediante convogliamento pneumatico (sistema di trasporto dei cereali con l’ausiliodi una corrente d’aria attraverso tubazioni o canali) oppure manualmentedi una corrente d aria attraverso tubazioni o canali), oppure manualmente.Nell’industria agroalimentare, tutti i prodotti contengono carbone, idrogeno, azoto, zolfo,ossigeno, ecc.Essi sono dunque combustibili e, di conseguenza, in grado di provocare incendi ed esplosioni.
SILOS PER CEREALI
I cereali in deposito possono avere granulometria molto fine se subiscono operazione di macinatura prima dello stoccaggio caso in cui la dimensione media delle particelle può essere inferiore stoccaggio, a 500μm ed originare atmosfera esplosiva qualora miscelateessere inferiore stoccaggio, a 500μm ed originare atmosfera esplosiva qualora miscelate con aria. Anche se i cereali che vengono depositati in silo, hanno dimensioni superiori, si deve considerare che le parti solide dei cereali generano polveri e quindi è da tenere presente la regola che “le polveri generano polveri sempre più fini”. La presenza di polvere combustibile comporta pericoli di esplosione e/o di incendio. In generale:polvere combustibile comporta pericoli di esplosione e/o di incendio. In generale:
Pericoli da nubi di polvere (esplosione). Nei silos (sistema di contenimento) contenenti aria, vi sono cereali immagazzinati e la polvere non in movimento è sempre depositata Per questo si assume che tali straticereali immagazzinati e la polvere non in movimento è sempre depositata. Per questo si assume che tali strati originano sempre una nube continua, a causa del movimento dovuto alla circolazione di aria e durante le operazioni di carico e prelievo/scarico. Polveri combustibili disperse in aria formano miscele (nubi) di combustibile (polveri di farina, grano, riso, cacao, ecc.) e comburente (ossigeno). Le nubi, se innescate, sono in grado di ossidarsi in modo talmente rapido da generare il fenomeno esplosivo La reattività della polvere è tanto maggioreossidarsi in modo talmente rapido da generare il fenomeno esplosivo. La reattività della polvere è tanto maggiore quanto più piccole sono le particelle che la compongono: le polveri costituite da particelle di grandezza maggiore di 500 μm (grandezza media delle particelle) in genere non determinano una nube esplosiva. Inoltre affinché la nube sia esplosiva è necessaria una concentrazione di polvere (g/m3) all’interno del campo di esplodibilità (la concentrazione di polvere deve essere compresa tra LEL e UEL espressi in grammi di polvere in volume di ariaconcentrazione di polvere deve essere compresa tra LEL e UEL, espressi in grammi di polvere in volume di aria, g/m3).Pericoli da strati di polvere (esplosione, incendio). La polvere di cereali depositata nel silo è da considerarsi uno stratoche di fatto diventa causa di formazione di nube e quindi una SE a tutti gli effetti Se sono verificate le condizioniche, di fatto, diventa causa di formazione di nube e quindi una SE a tutti gli effetti. Se sono verificate le condizioni descritte sopra per i pericoli da nubi, lo strato sollevato in nube comporta pericolo di esplosione. Lo strato che non viene sollevato in nube, ma che non viene mai asportato, genera pericolo di incendio (si veda il successivo box “Rischio d’incendio”).. 0
Imparare dagli errori: gli incidenti con l’acido solfidrico
L’acido solfidrico (H S) chiamato anche idrogeno solforato o solfuro di idrogeno è un gasL acido solfidrico (H2S), chiamato anche idrogeno solforato o solfuro di idrogeno, è un gas incolore più pesante nell’aria “dal caratteristico odore di uova marce, estremamente infiammabile”. In realtà – come riportato nel documento “La valutazione e la prevenzione del rischio chimico negli ambienti confinati: un caso storico di rischio chimico per la sicurezza” – “la sensazione olfattiva non aumenta con la concentrazione del gas nell’aria; può accadere che l’odore, percepibile a bassissime concentrazioni (0,0081 ppm), si attenui o sparisca alle alte concentrazioni per esaurimento funzionale dei recettori”.
Il gas è ad esempio utilizzato “nel ciclo produttivo in metallurgia per eliminare impurità. Si produce anche per reazione tra solfuri e acidi, da reazioni anaerobiche, in attività di depurazione, bonifiche industriali, produzione biogas e agricoltura”. E ci sono casi di infortuni mortali causati dall’esposizione indebita ad acido solfidrico in operazioni di pulizia.
Gli incidentinel primo caso “durante le operazioni di bonifica di un’autocisterna un operaio rimane vittima-nel primo caso durante le operazioni di bonifica di un autocisterna un operaio rimane vittima
delle esalazioni di idrogeno solforato. In sequenza 4 colleghi vengono coinvolti durante i tentativi di soccorso. L’autocisterna era adibita al trasporto di zolfo; l’idrogeno solforato era un sottoprodotto del processo industriale di produzione dello zolfo”;
-nel secondo caso “in una conceria, a seguito di un travaso errato di solfato -basico di cromo in soluzione nella cisterna dei solfuri, si sviluppa una nube diacido solfidrico che si accumula nello spogliatoio all’ora di uscita provocandoacido solfidrico che si accumula nello spogliatoio all ora di uscita provocando la morte di alcuni lavoratori”.
acido solfidrico: tossicitàL'acido solfidrico è considerato un veleno ad ampio spettro, ossia può danneggiare diversi sistemi del corpo. Ad alte concentrazioni paralizza il nervo olfattivo rendendo impossibile la percezione del suo sgradevole odore e può causare incoscienza nell'arco di pochi minuti. Agisce come l'acido cianidrico inibendo la respirazione mitocondriale.Un'esposizione a bassi livelli produce irritazione agli occhi e alla gola, tosse, accelerazione del respiro e p p g g , , pformazione di fluido nelle vie respiratorie. A lungo termine può comportare affaticamento, perdita dell'appetito, mal di testa, disturbi della memoria e confusione.Questa è la scala degli effetti sul corpo umano del solfuro di idrogeno espressa in parti per milione (1 molecola di H2S tra 999 999 altre molecole = 1 ppm)molecola di H2S tra 999.999 altre molecole 1 ppm)• 0,0047 ppm è la soglia di riconoscimento, la concentrazione a cui il 50% degli esseri umani può percepire il caratteristico odore del solfuro di idrogeno, normalmente descritto come odore di uova marce[2.Meno di 10 ppm è il limite di esposizione senza danni 8 ore al giornoMeno di 10 ppm è il limite di esposizione senza danni 8 ore al giorno.• 10–20 ppm è il limite oltre il quale gli occhi vengono irritati dal gas.• 50–100 ppm causano un danno oculare.• 100–150 ppm paralizzano il nervo olfattivo dopo poche inalazioni, impedendo di sentire l'odore e quindi di riconoscere il pericolo• 320–530 ppm causano edema polmonare con elevato rischio di morte.• 530–1000 ppm stimolano fortemente il sistema nervoso centrale e accelerano la respirazione, facendo inalare ancora più gas e provocando iperventilazione.p g p p
800 ppm è la concentrazione mortale per il 50% degli esseri umani per 5 minuti di esposizione (DL50).Concentrazioni di oltre 1000 ppm causano l'immediato collasso con soffocamento, anche dopo un singolo respirorespiro
"colpo di piombo dei bottinai", chiamato così perché vittime ne erano gli addetti alle botti utilizzate nella concia delle pelli
MISURE DI MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONEPROTEZIONE
Ingresso in spazio confinato
Si ha l’ingresso in spazi confinati
quando:quando:
• una persona passa attraverso
un accesso che consenteun accesso che consente
l’ingresso nell’area confinata
• una persona varca l’accesso
anche con solamente una
parte del proprio corpo (ad
esempio, si affaccia, ecc.)
Cosa fare?
Prima di accedere ad uno spazio confinato:
• ventilare e verificare i potenziali pericoli dell’atmosfera presente
nello spazio confinato
• disconnettere e sigillare tutte le linee di produzione che
possono immettere sostanze pericolose nello spazio confinato
• segnalare con idonea cartellonistica la presenza di uno spazio
confinatoconfinato
• effettuare prove di “abitabilità” e di “esplosività”
Prove di abitabilità e di esplosività
• Le prove di abitabilità hanno lo scopo di
garantire la presenza di ossigeno ingarantire la presenza di ossigeno in
quantità sufficiente nello spazio
confinato in modo da escludere ilconfinato, in modo da escludere il
rischio di asfissia
• Le prove di esplosività hanno lo scopo di
escludere il rischio inerenti la
formazione di atmosfere esplosive
Misure di Prevenzione e Protezione
•personale formato e addestrato
•adozione di idonee procedure•adozione di idonee procedure
•bonifica efficace e verificata
•adeguata ventilazione•adeguata ventilazione
•verifica dell’assenza di agenti pericolosi
•assistenza agli addettiassistenza agli addetti
•attrezzature antideflagranti
•corretto utilizzo dei DPIcorretto utilizzo dei DPI
•indumenti antistatici; no scarpe con chiodi ad
•evitare la formazione di scintille
•adeguato sistema di comunicazione
•misure d’emergenza, disponibilità personale e mezzi di soccorso
Misure di Prevenzione e Protezione: in-formazione e addestramento
Gli addetti a lavori in ambienti confinati devono essere “informati, formati eaddestrati” alla loro mansione specifica, tenendo conto, tra gli altri, dei
ti ttiseguenti aspetti:•esposizione ai rischi chimici•esposizione ai rischi fisiciesposi ione ai rischi infort nistici•esposizione ai rischi infortunistici
•condivisione e padronanza delle procedure e delle modalità operativenecessarie per ridurre al minimo i rischi lavorativi•utilizzo corretto dei Dispositivi di Protezione Individuali (anche di terza categoria•utilizzo corretto dei Dispositivi di Protezione Individuali (anche di terza categoria,cioè salvavita, per i quali è obbligatorio un addestramento) e delle relative indicazioni econtroindicazioni all’uso•significato della segnaletica di sicurezza e degli allarmi ottico/acustici•significato della segnaletica di sicurezza e degli allarmi ottico/acustici•gestione ed esecuzione delle procedure di salvataggio/evacuazione
Su questa base, si ricorda che il datore di lavoro, nell’affidamento dei compiti ai lavoratori, deveq ptenere conto delle specifiche capacità, competenze e attitudini professionali, come previsto dall’art.18 comma 1 lettera c) del D. Lgs. 81/2008: “Il datore di lavoro, nell’affidare i compiti ai lavoratori,deve tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e allasicurezza”. Concetto ribadito, nell’ambito della valutazione dei rischi, dall’articolo 28 comma 2 letteraf) del medesimo decreto: “individuare le mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischispecifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguataformazione e addestramento”.
Misure di Prevenzione e Protezione: in-formazione e addestramento
Misure di Prevenzione e Protezione: Identificazione dei ruoli
Ne abbiamo già accennato in precedenza (vedi paragrafo 5.2): nell’ambito di una corretta “procedura di lavoro” in ambienti confinati è fondamentale definireuna corretta procedura di lavoro in ambienti confinati, è fondamentale definire in modo rigoroso i vari ruoli del personale coinvolto nei lavori, ovvero “chi fa che cosa”. Vediamo ora nel dettaglio questi ruoli:
preposto: chiamatelo pure supervisore, capoturno, caposquadra, capocantiere, o comevi pare, ma la sostanza non cambia. Il preposto è colui che “in ragione delle competenzeprofessionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico
f it li i t d ll tti ità l ti ti l’ tt i d ll di tticonferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttivericevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando unfunzionale potere di iniziativa” (articolo 2 comma 1 lettera e) D. Lgs. 81/2008). In altritermini, il preposto può essere definito “l’anello di congiunzione” tra il datore di lavoro e itermini, il preposto può essere definito l anello di congiunzione tra il datore di lavoro e ilavoratori, e il suo ruolo è stato molto rafforzato dalle ultime modifiche legislative. Nel casospecifico dei lavori in ambienti confinati, il preposto è il lavoratore più esperto, meglioformato e addestrato, in grado di dirigere i lavori e di decidere “cosa fare e cosa non fare,
d ” Il t d t d t i l i i bi ti fi tie quando”. Il preposto deve sempre essere presente durante i lavori in ambienti confinati,vigilandone lo svolgimento, pronto ad intervenire in caso di necessità o, peggio,d’emergenza. Ricordiamo che il preposto deve essere formalmente nominato, e devericevere una formazione specifica e mirata alle sue funzioni e alle sue responsabilità;ricevere una formazione specifica e mirata alle sue funzioni e alle sue responsabilità;
Misure di Prevenzione e Protezione: Identificazione dei ruoli
lavoratori addetti: come già evidenziato (vedi paragrafo 5.3), “Il datore dilavoro nell’affidare i compiti ai lavoratori deve tenere conto delle capacità elavoro, nell affidare i compiti ai lavoratori, deve tenere conto delle capacità edelle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza”, comeprevisto dall’art. 18 comma 1 lettera c) D. Lgs. 81/2008. Nel caso specifico deilavori in ambienti confinati, ciò significa che i lavoratori devono essere inlavori in ambienti confinati, ciò significa che i lavoratori devono essere inpossesso di una adeguata esperienza professionale pregressa, oltre ad averpartecipato a un sufficiente percorso formativo e addestrativo. In altri termini,non si possono affidare lavori in ambienti confinati “a chi capita” o al primop p poperaio che ha tempo: il datore di lavoro deve eseguire un’attenta valutazionedelle capacità e delle professionalità, e scegliere i lavoratori più adatti.
Misure di Prevenzione e Protezione
L’importanza dei “permessi di lavoro”Uno dei punti qualificanti di una “procedura di lavoro” in ambienti confinati è, senzad bbi il “P di l ” “A t i i l l ” I ti i t tt didubbio, il “Permesso di lavoro”, o “Autorizzazione al lavoro”. In pratica, si tratta di unformale “via libera” all’inizio dei lavori, dopo che sia stata verificata l’attuazione di tuttele misure preventive e di sicurezza.
Il “Permesso di lavoro” è uno strumento organizzativo volto ad assicurare che tutti glielementi del “sistema sicurezza” siano stati messi in atto prima che ai lavoratori vengapermesso di entrare e/o lavorare negli ambienti confinati. Il “Permesso” è altresì unot t di i i t il d t di l il t i l t istrumento di comunicazione tra il datore di lavoro, il preposto e i lavoratori.
Elementi essenziali di un “Permesso di lavoro” sono, tra gli altri:•la chiara identificazione della figura professionale e gerarchica che autorizza quella chiara identificazione della figura professionale e gerarchica che autorizza quelparticolare lavoro (con eventuali limiti di responsabilità) e di quella che ha la responsabilitàdella messa in opera delle misure preventive e di sicurezza (confinamento area, verificacondizioni aria, verifica DPI, collaudo attrezzature etc.). Queste due figure potrebbero ancheg pcoincidere, specie nelle piccole realtà;•l’individuazione dei vari soggetti interessati all’attività (committente, appaltatore etc.)con definizione degli esatti nominativi, dei ruoli e delle responsabilità;l hi i di i d i l t i i i ti di i i l i•la chiara indicazione dei lavoratori incaricati di eseguire i lavori;
•l’eventuale necessità di un costante monitoraggio dei lavori, sia strumentale cheumano.
Misure di Prevenzione e Protezione: procedure
Prima di iniziare l’attività:
• indossare i necessari dispositivi di protezione individuale verificandonepreventivamente l’integrità e/o lo stato di efficienza;
i ifi l tti ità i d d id l i i il t di• pianificare e programmare le attività in modo da ridurre al minimo il tempo dipermanenza all’interno degli spazi confinati;• avvertire e coordinare con i propri colleghi l’inizio delle attività all’interno dispazi confinati;spazi confinati;• valutare e misurare (o far misurare) la quantità di ossigeno presente, e/o lapresenza di gas nocivi.• calare dall’esterno nel punto più alto e nel punto• calare dall esterno nel punto più alto e nel puntopiù basso dello spazio confinato i rilevatori di gasin dotazione al cantiere di riferimento.
L’inizio è la parte più importante di un lavoro!(Platone, 427 a.C.)
Misure di Prevenzione e Protezione: procedure
Durante l’attività:
• prestare attenzione agli eventuali segnali di pericolo (spie luminose e segnalatori acustici dei rilevatori gas);
t tt i li t li li lf tti i• prestare attenzione agli eventuali segnali olfattivi;
• sostare all’interno degli spazi confinati chiusi il minor tempo possibile.possibile.
Misure di Prevenzione e Protezione: procedure
Misure di carattere generale
• segnalare lo spazio chiuso con apposito cartello;• segnalare lo spazio chiuso con apposito cartello;
• effettuare la regolare manutenzione dei dispositivi di protezioneindividuale e degli strumenti atti alla rilevazione;
• evitare di utilizzare, ove possibile, sostanze che potrebbero ridurre laconcentrazione di ossigeno presente;
• OPERAREOPERARE SEMPRESEMPRE CONCON ALMENOALMENO UNAUNA PERSONAPERSONA ININ ASSISTENZAASSISTENZAOPERAREOPERARE SEMPRESEMPRE CONCON ALMENOALMENO UNAUNA PERSONAPERSONA ININ ASSISTENZAASSISTENZAALL’ESTERNO!ALL’ESTERNO!
Misure di Prevenzione e Protezione: bonifica e verifica
• Provvedere dall’esterno alle operazioni di svuotamento
• Provvedere dall’esterno alle operazioni di lavaggio e bonificap gg
• Provvedere allo scollegamento e ciecamento delle tubazioni e linee di comunicazionecomunicazione
• Provvedere al blocco degli organi meccanici (es. agitatori) mediante il sezionamento delle fonti di energia (procedure di LockOut/TagOut)LockOut/TagOut)
• Installare su tutti i punti di sezionamento avvisi dal significato “Vietato manovrare – Pericolo –Uomini al lavoro”
Procedure specifiche: es. raffreddamento forno, valvole metano intercettate e legate (cecate), apertura passi d’uomo
Misure di Prevenzione e Protezione: ventilazione
Verificare se è possibile aumentare il numero di aperture e migliorare pertantola ventilazione. La ventilazione meccanica può risultare necessariaper assicurare una adeguata fornitura di aria fresca. Assicurarsi che non sipossano sviluppare fumi da residui o simili, quando si eseguirà il lavoro
PROCEDURE DI EMERGENZA
Misure di Prevenzione e Protezione: ventilazione
Risanamento/bonifica atmosfera ambiente confinato
Per tenere il tasso di ossigeno quanto più possibile prossimo al 20%, e diluire gliagenti contaminanti aerodispersi mantenendone la concentrazione ad un livelloigienicamente accettabile occorre utilizzare un impianto di ventilazioneigienicamente accettabile, occorre utilizzare un impianto di ventilazione.
Questa soluzione impiantistica prevede il prelievo di aria fresca all’esterno e,tramite idoneo ventilatore il suo invio nell’ambiente di lavoro confinato mediantetramite idoneo ventilatore, il suo invio nell ambiente di lavoro confinato mediantetubazione deformabile. Il posizionamento dell’impianto di ventilazione devetenere conto delle geometrie del luogo e delle potenziali sorgenti delcontaminante in quanto l’aria, dopo aver lambito il fondo, viene sospinta versoq , p , pl’uscita, attraversando l’ambiente confinato, che si comporta come una vera epropria tubazione di riflusso.
La portata dell’aria deve essere dimensionata considerando che, a secondadella gravosità del lavoro svolto, un soggetto adulto consuma da 20 a 50 l/h diossigeno e ne produce altrettanto di anidride carbonica.
Misure di Prevenzione e Protezione: verifica ambiente
Verifica dell’aria contenuta nell’ambiente confinatoÈ necessario verificare che l’aria sia libera da agenti chimici asfissianti, tossici ed infiammabili e che sia adatta alla respirazione.Qualora la valutazione del rischio evidenzi variabilità delle condizioni (o anche come ulteriore precauzione), è necessario predisporre un continuo monitoraggio dell’aria.
Per verificare l’idoneità dell’aria alla respirazione, è necessario procedere all’identificazione del contaminante ed alla determinazione della sua
t iconcentrazione:• identificazione del contaminante: in base all’ambiente in cui vengono svolte le lavorazioni è opportuno individuare il nome chimico e la formafisica dell’inquinante: polvere nebbie di acqua o olio gas o vapori Queste fasifisica dell inquinante: polvere, nebbie di acqua o olio, gas o vapori. Queste fasi devono essere seguite da un esperto di indagini ambientali;• determinazione della concentrazione del contaminante: determinare mediante sistema di rilevazione la concentrazione del contaminante presentemediante sistema di rilevazione la concentrazione del contaminante presente in ambiente di lavoro (ppm o mg/mc): l’ossigeno presente non dovrà mai essere inferiore al 20%. (Se il tasso di ossigeno risulta inferiore a tale valore è opportuno effettuare un risanamento dell’atmosfera dell’ambiente di lavoro)opportuno effettuare un risanamento dell atmosfera dell ambiente di lavoro)
Misure di Prevenzione e Protezione
• I lavoratori che entrano in uno Spazio Confinato devono essere iti di i t di i ll t f i di l t i t tmuniti di cintura di sicurezza collegata a funi di salvataggio tenute
all’esterno da personale appositamente formato• La comunicazione tra il personaleLa comunicazione tra il personale
interno ed esterno allo Spazio Confinato deve essere costantemente assicurata
• Il personale esterno deve essere in grado di recuperare il collega all’interno mediante idonee attrezzature
• Il personale all’esterno deve avere ad immediata disposizione gli stessi DPI a di i i d l P l h tdisposizione del Personale che entra nello Spazio Confinato
Misure di Prevenzione e Protezione: DPI
Per tutti i DPI di IIIUtilizzare gli appropriati indumenti protettivi
Per tutti i DPI di III categoria è
OBBLIGATORIAla Formazione eObbligatorio l’uso di imbragature
Proteggere le vie respiratorie
la Formazione e l’Addestramento all’uso art 77, comma 5, D.Lgs 81/08gg p
Dispositivi e ausili di protezione e prevenzioneprotezione e prevenzione
I dispositivi di protezione
I Di i i i di P i I di id l i ddi id i iI Dispositivi di Protezione Individuale si suddividono in tre categorie:
• prima categoria: DPI di progettazione semplice destinati a
salvaguardare la persona da rischi di danni fisici di lieve entità
• seconda categoria: DPI che non rientrano nelle altre due categorieseconda categoria: DPI che non rientrano nelle altre due categorie
• terza categoria: DPI di progettazione complessa destinati a
salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere
permanente
I dispositivi di protezione
Prima di iniziare l’attività all’interno
di uno spazio confinato bisogna:p g
• verificare preventivamente
l’integrità e/o lo stato di
efficienza dei dispositivi di
protezione
• indossare i necessari dispositivi
di protezione
Dispositivi di protezione
Elmetti
Indumenti
Otoprotettori
ImbragaturaCalzatureGuanti
Otoprotettori
Dispositivi di protezione
DPI e DPC D. Lgs 475/92
Prima categoria: DPI di progettazione semplice destinati asalvaguardare la persona da rischi di danni fisici di lieve entitàg p
Seconda categoria: DPI che non rientrano nelle altre due categoriecategorie
Terza categoria: DPI di progettazione complessa destinati asalvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di caratteresalvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di caratterepermanente
Dispositivi di protezione
Qualora non sia possibile adottare misure di protezione collettiva, iQualora non sia possibile adottare misure di protezione collettiva, i
lavoratori devono utilizzare idonei sistemi di protezione individuale.
I più importanti DPI sono:I più importanti DPI sono:
• imbragature
bit i di i• assorbitori di energia
• connettori
• dispositivi di ancoraggio
• cordini
• dispositivi retrattili
• guide o linee vita flessibili e rigide
Imbragatura
Imbragatura anticaduta
Si tratta di un DPI studiato, progettato realizzato e certificato,
in maniera tale che possa sostenere il corpo di un operatore
senza rilasciarlo durante una eventuale caduta.
L’imbragatura costituita da:
• bretelle e cosciali con un sistema di regolazione che
consentono l’adattabilità al corpo dell’operatore
• attacchi idonei al collegamento, o solo dorsali o dorsali e
sternali
Imbragatura
Assorbitori di energia
Dispositivi anticaduta retrattili
• I dispositivi anticaduta retrattili sono apparecchiature robuste
e compatte, hanno un complesso di congegni interni che
permette all’utilizzatore di muoversi in ogni direzione senza
preoccuparsi della fuoriuscita e del rientro del cavo di p p
collegamento.
• La funzione essenziale è quella di proteggere• La funzione essenziale è quella di proteggere
dalle cadute dall’alto
Linee vita fisse e flessibili
Linee vita fisse
Linee vita flessibili
MASCHERINA IGIENICA MONOUSOE’ UN DPI?
Approfondimento: Protezione vie respiratorie
Sono da considerarsi dispositivi filtranti di protezione delle vie respiratorie:
• facciali filtranti antipolvere (particelle solide, nebbie, fumi)
• facciali filtranti antigas e vapori
• semimaschere con filtri intercambiabili
• maschere intere con filtri intercambiabili
Tutti i dispositivi appartengono alla III categoria (rischi di morte o lesione grave)
Approfondimento: Protezione vie respiratorie
Non sono da utilizzare facciali filtranti o respiratori a filtro nei seguenti casi:
• insufficienza di ossigeno (concentrazione < 19%)
t i d l t i t ll’ i i i li iti di i i• concentrazione del contaminante nell’aria superiore ai limiti di esposizioneconsentiti dai respiratori a filtro
• se i contaminanti hanno soglia olfattiva superiore al TLV (non percepibilig p ( p pall’olfatto).
PRIMA DELL’UTILIZZO DI QUALSIASI DISPOSITIVO DI PROTEZIONEPROVVISTO DI FILTRO E’ NECESSARIO VERIFICARE SEEFFETTIVAMENTE C’E’ OSSIGENO NELL’AMBIENTE.
ATTENZIONE: NR=NON RIUTILIZZABILE R=RIUTILIZZABILE
Approfondimento: Protezione vie respiratorie
AD OGNI TIPOLOGIA DI FILTRO, IL SUO COLORE (ALCUNI ESEMPI):
Vapori e gas organici (es.: solventi) A
B Gas e vapori inorganici tipo cloro idrogeno solfaratoB Gas e vapori inorganici tipo cloro, idrogeno solfarato, acido cianidrico
Polveri
K
P
Ammoniaca
CO Monossido di carbonio
Approfondimento: Protezione vie respiratorie
Quanto dura un filtro deiQuanto dura un filtro deirespiratori R?
Misure di Prevenzione e Protezione: DPI
DPI specificiI sistemi filtranti vannoutilizzati in presenza dipiccole concentrazioni diinquinanti.
È necessario saperÈ necessario saperscegliere il filtro adatto inbase ai rischi di ogni spazioconfinato!confinato!
IN ASSENZA O CARENZA DI OSSIGENO NON SERVONO A NULLA!!!SERVONO A NULLA!!!
Attenzione modalitàAttenzione modalità conservazione e durata (72h da primo utilizzo – 6 mesi da apertura)
Filtri
Tipo Colore Protezione da:
AMarrone
vapori organici > 65 °C
AX vapori organici < 65 °C
B Grigio vapori inorganici
E Giallo anidride solforosa / acido cloridrico
K Verde ammoniacaK Verde ammoniaca
CO Nero ossido di carbonio
Hg‐P3 vapori di mercurio e particelleBianco‐rosso
NO‐P3 ossido d’azoto e particelleBianco‐azzurro
Reattore‐P3 iodio radioattivo e particelleBianco‐arancio
Filtri
Autorespiratori
Gli autorespiratori garantiscono
una totale protezione delle vie
respiratorie, in quanto l’apparato
respiratorio viene isolato p
dall’ambiente esterno e l’aria
pulita è garantita da una o piùpulita è garantita da una o più
bombole.
Bombole
• Il sistema con bombole in spalla o su carrello• Il sistema con bombole in spalla o su carrello
con tubo di prolunga, permette di lavorare anche
i di t i i i i i it ti hin presenza di gas tossici, nocivi o irritanti anche
per periodi relativamente lunghi
• Esistono in commercio piccole bombole di aria
compressa per le emergenze della durata di 10 ocompressa per le emergenze, della durata di 10 o
15 minuti, che garantiscono all’operatore di poter
uscire in tutta sicurezza dallo spazio confinato inuscire in tutta sicurezza dallo spazio confinato in
caso di interruzione del sistema aria principale
Misure di Prevenzione e Protezione: DPI
DPI specifici
Con concentrazioni di ossigeno inferiorial 20% (o superiori al 22%) è
i i t di dd i dinecessario un sistema di adduzione diaria esterno.
Il sistema con bombole (in spalla osu carrello con tubo di prolunga)su carrello con tubo di prolunga)permette di lavorare anche inpresenza di gas tossici, nocivi oi it ti l tirritanti per lungo tempo.
Misure di Prevenzione e Protezione: DPI
Misure di Prevenzione e Protezione: DPI
E se il tubo di alimentazione si rompe/ hi i l b b l i/ schiaccia o se le bombole sisvuotano prima del previsto???
E i t i i i l b b l diEsistono in commercio piccole bombole diaria compressa per le emergenze, delladurata di 10 o 15 minuti, che garantisconoall’operatore di poter uscire in tutta sicurezzadallo spazio confinato in caso di interruzionedel sistema aria principalep p
Maschere e filtri
Autorespiratori
Tripode
I dispositivi di sollevamento e discesa sono normalmente integrati in
un dispositivo di ancoraggio tipo tripodeun dispositivo di ancoraggio tipo tripode.
Misure di Prevenzione e Protezione: DPI
DPI specifici
PROCEDURE DI EMERGENZA
Nel corso di lavori in ambienti confinati, un incidente o un infortunio –Nel corso di lavori in ambienti confinati, un incidente o un infortunioo comunque un qualche imprevisto - potrebbero esporre i lavoratori arischi gravi e immediati, e a volte mortali. Risulta quindiindispensabile la preventiva predisposizione di un sistema di allarmeindispensabile la preventiva predisposizione di un sistema di allarmee successivamente di soccorso in emergenza. In una parola, occorrepredisporre un “Piano (o procedura) di emergenza”.
Dispositivi di salvataggio
I dispositivi di salvataggio si dividono in:
• dispositivi di sollevamento
• dispositivi di discesa
Quando si lavora in spazi confinati questa attrezzatura
risolve i problemi che possono derivare da malori p p
improvvisi, avvelenamenti da gas o sostanze chimiche
presenti, ecc.presenti, ecc.
Le emergenze
Le emergenze
D fi i iDefinizione
Si definisce “emergenza” una situazione inconsueta, incontrollabile, g , ,
pericolosa e non interamente codificabile che può evolvere fino a
procurare rischi a persone o a coseprocurare rischi a persone o a cose.
Pertanto, l’emergenza richiede
un intervento immediato!
Le emergenze
Eventi interniEventi interni
Tra i principali eventi interni causa di emergenze nei luoghi di lavoro
si ricordano:
d d ll’ d d f• principio di incendio all’interno di un edificio
• esplosione
• fuga di gas
• allagamento per cause interne
• dissesto statico
• mancanza di energia elettrica
Le emergenze
Eventi esternie t este
Tra i principali eventi esterni causa di emergenze negli ambienti di lavoro si
ricordano:
• terremoto
• alluvione
• franafrana
• nube tossica
• aggressione al personale• aggressione al personale
• minaccia terroristica
Definizioni
In emergenza la comunicazione è essenziale!
SalvataggioAzione singola che ha come obiettivo il mettere in sicurezzaAzione singola che ha come obiettivo il mettere in sicurezza la persona in difficoltà in modo da poter prestare i primi soccorsi.
Il primo soccorsoÈ l’insieme delle azioni che permettono di aiutare una o più persone in difficoltà (ferita o che si èuna o più persone in difficoltà (ferita, o che si è sentita improvvisamente male), nell’attesa dell’arrivo dei soccorsi qualificati (medico, infermiere o personale dell’ambulanza)personale dell ambulanza).
73
Il piano di emergenza
Il piano di emergenza è un documento che
contiene le informazioni necessarie a
fronteggiare situazioni di emergenza, di grande
e piccola entità.
Stabilisce le linee guida comportamentali e
procedurali da attuare per gestire in modoprocedurali da attuare per gestire in modo
efficace l’emergenza.
Cosa contiene un piano di emergenza?
Il piano di emergenza descrive:
• le azioni che i lavoratori devono mettere in e a o c e a o ato de o o ette e
atto in caso di emergenza
• le procedure per l’evacuazione del luogo dile procedure per l evacuazione del luogo di
lavoro
• le disposizioni per chiedere l’intervento del• le disposizioni per chiedere l’intervento del
soccorso esterno
l l d b l• le misure per assistere le persone disabili
eventualmente presenti nei locali
I soggetti coinvolti
In tutti gli ambienti di lavoro è necessario individuare uno o più addetti
alla gestione delle emergenze.
Il numero degli addetti può variare in relazione alla tipologia ed alla
i l ità d ll’ tti ità ltpericolosità dell’attività svolta.
I soggetti incaricati all’emergenza sono:
• il coordinatore dell’emergenza
• gli addetti antincendio
• gli addetti al primo soccorso
• gli addetti all’evacuazioneg
Coordinatore dell’emergenza
Il di t d ll’ dIl coordinatore dell’emergenza deve:
• conoscere bene il contesto aziendale per gestire efficacemente le squadre internesquadre interne
• coordinare le procedure di emergenza stabilite dal piano
ff tt l’ ll d i l t i ti• effettuare l’appello dei lavoratori evacuati
Inoltre, il coordinatore deve decidere:
• se procedere all’evacuazione
• se, in caso di incendio, chiamare i vigili del fuoco
Addetti interni
Datore di lavoro e Dirigente hanno l’obbligo di
designare i lavoratori incaricati dell’attuazione delle
misure di:
• prevenzione incendi e lotta antincendioprevenzione incendi e lotta antincendio
• evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di
l dpericolo grave e immediato
• salvataggio, primo soccorso e, comunque,
gestione dell’emergenza
Addetti interni
I lavoratori designati:
• non possono, se non per giustificato
motivo, rifiutare l’incarico
• devono essere formati
d d d• devono poter disporre di attrezzature
adeguate
Piani e procedure d’emergenza
In caso di emergenza / infortunio è necessario:
• mantenere la calma
• allertare i soccorsi interni o esterni (118 e 115)
• comunicare ai soccorritori:
nome e cognome di chi sta chiamando
breve descrizione dell’evento breve descrizione dell’evento
luogo dell’evento ed eventuale via per raggiungere il luogo
stato dell’infortunato (nel caso di infortunio)
• rimanere in attesa dei soccorsirimanere in attesa dei soccorsi
80
Piani e procedure d’emergenza
In caso di malore all’interno dello
spazio confinato, gli operatori in
supervisione non devono mai
accedere all’interno, ma procedere,
se possibile, all’estrazione del p ,
collega col dispositivo di recupero.
81
Come allertare i soccorritori
Chiamata di emergenza
Attualmente in Italia il numero d’emergenza per
effettuare la chiamata di primo soccorso è il 118.
Fare attenzione!
Dal 2012 è in fase di attivazione (a partire dalla
Regione Lombardia) il numero unico per le
emergenze 112 che smisterà tutte le chiamate dirette
a carabinieri, polizia, vigili del fuoco e 118.
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Come allertare i soccorritori
Chi diChiamata di emergenza
È importantissimo garantire il
raccordo tra il sistema di primo
soccorso interno all’azienda ed il
sistema di emergenza sanitaria a
livello territoriale.
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Esempio: la chiamata
D è ?Dove è successo?
Buon giorno, sono Stefano Rossig f
mi trovi nell’azienda Pallino, in Milano, in Via Bianchi al n 8Bianchi al n. 8
84
Esempio: la chiamata
C èCosa è successo?
È successo un incidente all’interno di un silossilos.
All’interno ci sono due lavoratori...
…uno dei quali ha il volto a terra e perde q pmolto sangue da una gamba...
85
In caso di inforunio
Infortunio
Intervienel’incaricato al
primo soccorsoInformare il
preposto
Caso lieve Caso non urgente
Caso graveed urgente
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Procedure da attuare in caso di incendioin caso di incendio
Compiti degli addetti
Gli dd tti ti di ti ll’i t d ll’ i d dd t tiGli addetti antincendio presenti all’interno dell’azienda sono addestrati per:
• dare l’allarme interno iniziando ad allontanare le persone più a rischio
• tentare lo spegnimento di un
principio di incendio tramite gli
estintori, solo se in sicurezza
• disattivare gli impianti tecnologici,
quali energia elettrica, gas, ecc.
• chiudere porte e finestre
Compiti degli addetti
f
Qualora l’incendio non sia controllabile, gli addetti devono:
• allertare i vigili del fuoco, numero
telefonico unico 115
• su indicazione del Coordinatore
dell’emergenza, procedere
all’evacuazione totale o parziale
dell’edificio fino al punto di raccolta
• cooperare con i vigili del fuoco
al loro arrivo
Come allertare i soccorritori
Le modalità di richiesta di soccorso sono fondamentali!Le modalità di richiesta di soccorso sono fondamentali!
Ecco cosa si deve comunicare:
• indirizzo completo del luogo dell’emergenza,
con eventuali riferimenti geograficicon eventuali riferimenti geografici
• tipologia ed estensione dell’emergenza, ad esempio incendio,
incidente, crollo, ecc.
• presenza di soggetti in pericolo o di eventuali feriti e vittime
• nome e numero di telefono del chiamante
Come comunicare con i soccorritori
Nelle situazioni di emergenza una comunicazione efficace è essenziale!
I soccorritori giungeranno sul posto con le attrezzature idonee e le idee
chiare rispetto alla situazione da gestire e risolvere.
Punto di raccolta
Una volta raggiunto il punto di raccolta il
Coordinatore delle emergenze o unCoordinatore delle emergenze o un
addetto alla squadra di emergenza
procede:procede:
• all’appello dei presenti
• a comunicare messaggi informativi
• a comunicare la fine dell’emergenza
• a dare istruzioni su cosa fare
Non trovarsi impreparati!
Il piano di emergenza è un documento dinamico ed elastico che deveIl piano di emergenza è un documento dinamico ed elastico, che deve
essere revisionato ed integrato ogni qualvolta se ne presenti la
itànecessità.
Esso deve, inoltre, essere
redatto garantendo la
partecipazione diretta dei p p
lavoratori, che sono gli
esecutori materiali delleesecutori materiali delle
procedure in esso contenute.
Prevenzione antincendio
P t i i ti i it i di èPer non trovarsi impreparati in una situazione di emergenza è essenziale procedere a:
di tti i it i i l tt ifi• prove di attivazione: esercitazioni sul campo atte a verificare se la catena di comando è preparata e pronta per gestire una emergenza
• prove di evacuazione: momenti durante i quali viene simulata l’emergenza in un reparto ed effettuata l’evacuazione, di norma almeno una volta all’anno
• revisione periodica: valutazione delle criticità emerse durante le di tti i di i l fi di d tt idprove di attivazione e di evacuazione al fine di adottare idonee
azioni correttive e migliorative
Riepilogo
Spazio confinato
• Spazio confinato: ambiente limitato, in cui il pericolo è molto elevato,
a causa della presenza di sostanze o condizioni particolari (ad
esempio, carenza di ossigeno).
• Normativa: D. Lgs. n. 81/2008 art. 66, comportamenti da adottare; g / , p ;
DPR 177/2011, qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi
operanti in ambienti confinatioperanti in ambienti confinati
• Coordinatore della sicurezza: vigila e coordina le attività dei
l f d l dlavoratori impegnati in spazi confinati; coordina le situazioni di
pericolo o di emergenza
Spazio confinato: valutazione dei rischi
• Livello di ossigeno, quando sotto il 19,5% o sopra il 23,5%
• Atmosfere esplosive, quando eccedono del 10% il campo di
infiammabilità ed i limiti esplosività
• Sostanze pericolose, quando eccedono i limiti di esposizione e i p , q p
dosaggi massimi di esposizione consentiti
• Rischi fisici• Rischi fisici:
intrappolamento, seppellimento, annegamento
rischi elettrici, rumore
scivolamento, cadute dall’alto
Spazio confinato: cosa fare?
• Risanamento dell’atmosfera mediante ventilazione o altri mezzi
• Prove di “abitabilità” e di “esplosività”Prove di abitabilità e di esplosività
• Lavoratori legati con cintura di sicurezza
• Lavoratori vigilati per tutta la durata del lavoro
• Lavoratori dotati di apparecchi di protezione
• Apertura di accesso di dimensioni sufficienti per consentire il
recupero di un lavoratore in stato di incoscienzarecupero di un lavoratore in stato di incoscienza
• Segnaletica per indicare lo spazio confinato
Emergenze
• Emergenza: situazione inconsueta, incontrollabile, pericolosa e non
interamente codificabile che può evolvere fino a procurare rischi a
persone o a cose; richiede un intervento immediato!
• Piano di emergenza: documento che contiene comportamenti e
procedure per fronteggiare situazioni di emergenza
• Soggetti coinvolti: coordinatore addetti antincendio primo soccorso• Soggetti coinvolti: coordinatore, addetti antincendio, primo soccorso,
evacuazione
• Punto di raccolta: luogo “sicuro” dove devono recarsi i lavoratori in
caso di evacuazione
In caso di incendio
• Triangolo del fuco: combustibile (sostanza che brucia), comburente
(ossigeno), innesco (scintilla, calore, ecc.)
• Addetti antincendio:
tentare di spegnere di un principio di incendio tramite gli estintoritentare di spegnere di un principio di incendio tramite gli estintori
disattivare gli impianti tecnologici, quali energia elettrica, gas, ecc.
chiudere porte e finestrechiudere porte e finestre
allertare i soccorsi esterni (vigili del fuoco)
e ac are i l li ( it di di d l di t )evacuare i locali (a seguito di ordine del coordinatore)
cooperare con i soccorritori esterni
In caso di incendio
• Prove di attivazione: esercitazioni sul campo per verificare se la
catena di comando è preparata e pronta per gestire una emergenzap p p p g g
• Prove di evacuazione: simulazioni di situazioni di emergenza con
conseguente prova di evacuazione (di norma, una volta all’anno)
• Revisione periodica: valutazione delle criticità emerse durante le p
prove di attivazione e di evacuazione al fine di adottare idonee azioni
correttive e migliorative al piano di emergenzacorrettive e migliorative al piano di emergenza
Dispositivi di protezione
P i di i i i l’ tti itàPrima di iniziare l’attività
• Verificare preventivamente l’integrità e/o lo stato di efficienza dei
di iti i di t idispositivi di protezione
• Indossare i necessari dispositivi di protezione
Dispositivi di protezione individuale
• imbragature, assorbitori di energiaimbragature, assorbitori di energia
• Connettori, dispositivi di ancoraggio
• Cordini, dispositivi retrattili
• guide o linee vita flessibili e rigide
• maschere, autorespiratori
Dispositivi di soccorso
Collare cervicale
Il collare cervicale è utilizzato nel primo soccorsoIl collare cervicale è utilizzato nel primo soccorso,
nell’emergenza, per prevenire la flessione,
l’ i l i i ll’estensione o la rotazione cervicale.
L’ importanza della protezione delle vertebre cervicali deriva dalla
possibilità di morte o lesioni permanenti come conseguenza del
danneggiamento del nervo spinale.
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Dispositivo di estricatore - KED
Il dispositivo di estricazione KED è un
dispositivo di primo soccorso che viene
impiegato per l’estrazione da un veicolo di impiegato per l estrazione da un veicolo di
un traumatizzato.
Il KED viene sempre utilizzato dopoIl KED viene sempre utilizzato dopo
l’applicazione del collare cervicale per
mantenere l’immobilizzazione e l'asse testamantenere l’immobilizzazione e l'asse testa,
collo, tronco.
Tale accorgimento permette di ridurre i rischi di danni secondari a
tali regioni durante l’estrazione dal veicolo.tali regioni durante l estrazione dal veicolo.
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Triangolo d’evacuazione
Il triangolo di evacuazione è
indispensabile per il rec pero eindispensabile per il recupero e
l’estrazione; è un presidio di facile e
rapida istallazione.
Si adatta senza regolazioni a differenti
corporature e può supportare il KED
in fase di salvataggio.
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La barella a cucchiaio o pettine
La barella a cucchiaio è una speciale barella, è
formata da due valve.
Il telaio della barella a cucchiaio deve avere
una struttura robusta e leggera, con
impugnature incorporate; risulta più pratica
da usare ed essendo realizzata in materiali
plastici è radiotrasparente.
È utile per sollevare e trasportare un feritoÈ utile per sollevare e trasportare un ferito
che presenti traumi.
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