Ambiente_e_Paesaggio_Dell_Arco_Ionico

12
18 basilicata regione notizie pagina C on la Legge 9 gennaio 2006, n. 14, lo Stato italiano, nel ratificare la Convenzione europea sul paesaggio, fatta a Firenze il 20 ottobre 2000, ha san- cito come il paesaggio debba svol- gere importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, eco- logico, ambientale e sociale. Essa co- tituisce una opportunità favore- vole per le attività economiche. Il paesaggio, solo se salvaguardato, gestito e pianificato in modo ade- guato, può contribuire alla creazione di attività economiche e nuovi po- sti di lavoro. Le Regioni, in base alla nuova leg- ge, dovranno individuare i pae- saggi tipici caratterizzanti le di- verse aree geografiche, la loro di- mensione ecologica, produttiva e forestale incentrata sul rapporto uomo-natura, soprattutto in ter- mini di relazione d’uso, conside- rando i paesaggi agrari e foresta- li come forme assunte dai pae- saggi naturali a causa dell’intervento dell’uomo. L’arco ionico comprende i territo- ri rivieraschi che si affacciano sul Golfo di Taranto. A partire dal 1950 i cambiamenti territoriali ra- dicali introdotti dalla Riforma Fondiaria, hanno determinato una struttura economica scarsamente integrata con il territorio della re- gione. Questa caratteristica, anco- ra oggi prevalente, è spesso con- siderata un fattore negativo nei processi di sviluppo regionali, scar- samente analizzato, unitamente alle trasformazioni del paesaggio naturale in paesaggio agricolo che, per la costa ionica lucana, riflette il possesso della terra. In questa direzione, le politiche comunitarie riconoscono al pae- saggio non solo un valore in sé ma un fattore determinante nei processi economici di crescita per l’identità europea. La Convenzione Europea del Paesaggio constata come le evoluzioni delle tecniche di produzione agricola, forestale, industriale, mineraria e delle pras- si in materia di pianificazione ter- ritoriale, urbanistica, trasporti, re- ti, turismo e svago, abbiano acce- lerato le trasformazioni del pae- saggio in modo irreversibile. L’uso agricolo del suolo e le ca- ratteristiche naturali ed ambientali costituiscono un binomio fonda- mentale su cui si fondano i fattori sociali ed economici della costa ionica e ne strutturano il paesaggio agrario definito da Emilio Sereni co- me “quella forma che l’uomo, nel cor- so ed ai fini delle sue attività produt- tive agricole, coscientemente e siste- maticamente imprime al paesaggio naturale”. Nella moderna defini- Spazio naturale, paesaggio agrario e nuove potenzialità per la χ≈ρα metapontina Metaponto (Bernalda): le colonne del Tempio di Hera, VI sec. a. c. Antonio Bavusi AMBIENTE E PAESAGGIO DELL ARCO IONICO

description

Spazio naturale, paesaggio agrario e nuove potenzialità per la χ≈ραmetapontina Antonio Bavusi 18 basilicata regione notizie Metaponto (Bernalda): le colonne del Tempio di Hera, VI sec. a. c. pagina 19 C ONSIGLIO R EGIONALE Metaponto, (Turris Maris) B ASILICATA pagina D E L L A L ACHORAMETAPONTINA 20 basilicata regione notizie Ponte sul fiume Cavone - 1932 pagina 21 C ONSIGLIO R EGIONALE Scanzano, Palazzo Federici B ASILICATA pagina D E L L A

Transcript of Ambiente_e_Paesaggio_Dell_Arco_Ionico

Page 1: Ambiente_e_Paesaggio_Dell_Arco_Ionico

18basilicata regione notiziepagina

Con la Legge 9 gennaio 2006,n. 14, lo Stato italiano, nelratificare la Convenzione

europea sul paesaggio, fatta aFirenze il 20 ottobre 2000, ha san-cito come il paesaggio debba svol-gere importanti funzioni di interessegenerale, sul piano culturale, eco-logico, ambientale e sociale. Essa co-tituisce una opportunità favore-vole per le attività economiche. Ilpaesaggio, solo se salvaguardato,gestito e pianificato in modo ade-guato, può contribuire alla creazionedi attività economiche e nuovi po-sti di lavoro.Le Regioni, in base alla nuova leg-ge, dovranno individuare i pae-saggi tipici caratterizzanti le di-verse aree geografiche, la loro di-mensione ecologica, produttiva eforestale incentrata sul rapportouomo-natura, soprattutto in ter-mini di relazione d’uso, conside-

rando i paesaggi agrari e foresta-li come forme assunte dai pae-saggi naturali a causa dell’interventodell’uomo. L’arco ionico comprende i territo-ri rivieraschi che si affacciano sulGolfo di Taranto. A partire dal1950 i cambiamenti territoriali ra-dicali introdotti dalla RiformaFondiaria, hanno determinato unastruttura economica scarsamenteintegrata con il territorio della re-gione. Questa caratteristica, anco-ra oggi prevalente, è spesso con-siderata un fattore negativo neiprocessi di sviluppo regionali, scar-samente analizzato, unitamentealle trasformazioni del paesaggionaturale in paesaggio agricolo che,per la costa ionica lucana, rifletteil possesso della terra. In questa direzione, le politichecomunitarie riconoscono al pae-saggio non solo un valore in sé

ma un fattore determinante neiprocessi economici di crescita perl’identità europea. La ConvenzioneEuropea del Paesaggio constatacome le evoluzioni delle tecnichedi produzione agricola, forestale,industriale, mineraria e delle pras-si in materia di pianificazione ter-ritoriale, urbanistica, trasporti, re-ti, turismo e svago, abbiano acce-lerato le trasformazioni del pae-saggio in modo irreversibile.L’uso agricolo del suolo e le ca-ratteristiche naturali ed ambientalicostituiscono un binomio fonda-mentale su cui si fondano i fattorisociali ed economici della costaionica e ne strutturano il paesaggioagrario definito da Emilio Sereni co-me “quella forma che l’uomo, nel cor-so ed ai fini delle sue attività produt-tive agricole, coscientemente e siste-maticamente imprime al paesaggionaturale”. Nella moderna defini-

Spazio naturale, paesaggio agrario e nuove potenzialità per la χ≈ρα metapontina

Metaponto (Bernalda): le colonne del Tempio di Hera, VI sec. a. c.

Antonio Bavusi

AMBIENTE E

PAESAGGIO

DELL’ARCO IONICO

BRN 113-114-def 15-03-2006 21:41 Pagina 18

Page 2: Ambiente_e_Paesaggio_Dell_Arco_Ionico

19pagina

C O N S I G L I O R E G I O N A L E D E L L A B A S I L I C A T A

zione fatta dalla convenzione eu-ropea, il paesaggio designa invece“una parte di territorio, così come è per-cepita dalle popolazioni, il cui carat-tere deriva non solo dai fattori umanima anche da quelli naturali e dalla lo-ro interrelazione”. Partendo da questa constatazio-ne dell’Unione Europea è necessarioidentificare i caratteri naturali delpaesaggio adottando politiche checonsentano di salvaguardarne gliaspetti salienti.Una nuova politica per il paesag-gio per la costa ionica richiede-rebbe il superamento della piani-ficazione paesistica adottata dallaRegione con la L.r. n.3/1990 con l’a-dozione di modelli dinamici che ten-gano conto della salvaguardia, ge-stione e pianificazione durevole esostenibile dei paesaggi agricoliintegrati con le risorse naturali re-siduali della costa, che sono con-centrate in prossimità delle focifluviali. L’evoluzione dei processidi trasformazione del territoriodeve pertanto salvaguardare levocazioni territoriali attraverso lasaldatura tra le aree naturali resi-due della costa, le aree destinate adattività agricole, e le preesistenzestorico-archeologiche. I processi di trasformazione dellarendita fondiaria, la parcellizza-zione agricola, la dismissione de-gli ex beni della Riforma, pur conle limitazioni contenute (Delibera-zione Consiglio Regionale dellaBasilicata n.691 del 5 agosto 2003)rischiano di depauperare irrever-sibilmente i caratteri identificatividi quest’area. L’evoluzione delleforme del paesaggio della costaionica è riconducibile “alle inno-vazioni tecniche, ma anche e so-prattutto alle modificazioni deirapporti di produzione dominan-

ti delle campagne e, più specifica-tamente, da certi risultati delle lot-te che le masse dei lavoratori e deipiccoli produttori agricoli hannocombattuto sia per un loro riscat-to sociale, sia per un progresso ve-ro e proprio dell’agricoltura (EmilioSereni, Storia del paesaggio agrario ita-liano, INU edizioni, Roma 1997).Tra gli effetti rilevanti sul paesag-gio operati Riforma Fondiaria, inbase alla legge, Stralcio 21 ottobre1950, n.841, attraverso gli Enti diRiforma, vi è, stata l’eliminazionedel latifondo e la trasformazione del-l’agricoltura. Per la costa ionica, illatifondo era caratterizzato dallapresenza di grandi proprietari ter-rieri con una agricoltura preva-lentemente cerealicola e granaria,alternata ai pascoli, utilizzati daimandriani, alle dipendenze deigrandi proprietari, che si spostavanostagionalmente verso le “marine”.Nel periodo storico caratterizzato

dal latifondo, sui terreni agricoli nonera necessario che vi fossero abi-tazioni poiché la manodopera erastagionale. Essa era legata ai ciclinaturali di aratura, semina e rac-colta. Per fare fronte alla necessi-tà di manodopera, il sistema dellatifondo faceva ricorso a vere eproprie migrazioni stagionali dimanodopera che si insediava neiborghi ai confini del latifondo (untipico esempio della tipologia in-sediativa sono i casalini di Scanza-no e Policoro). Il latifondo era ca-ratterizzato da “terreni nudi”, ov-vero privi di alberi, con pochemasserie e con una popolazioneconcentrata prevalentemente neipaesi.Il paesaggio agricolo metapontinosubì nel dopoguerra bonifiche suvasta scala con canalizzazioni, di-struzioni di ampie estensioni bo-schive e, negli anni Sessanta, lamodifica del regime idraulico del-

Metaponto, (Turris Maris)

BRN 113-114-def 15-03-2006 21:41 Pagina 19

Page 3: Ambiente_e_Paesaggio_Dell_Arco_Ionico

20basilicata regione notiziepagina

la pianura operato a monte attra-verso la realizzazione di dighe e de-rivazioni delle acque dei princi-pali fiumi lucani che hanno vistoridurre drasticamente la loro por-tata. Nei terreni espropriati e quel-li bonificati furono realizzate in-frastrutture, opere irrigue, case co-loniche oggi inglobate in un pro-cesso di trasformazione caotico enon pianificato che si rileva digran lunga più distruttivo di quel-lo operato dalla Riforma sul pae-saggio naturale, in qualche modorisparmiato dal latifondo. La bonifica, la irregimentazione el’imbrigliamento dei fiumi, con lacreazione di dighe nelle valli internealla regione negli anni Settanta,hanno ridotto notevolmente l’ap-porto solido verso il mare. Fenome-no questo che ha innescato il pro-cesso di erosione costiera e l’in-trusione di acqua salmastra nellefalde di acqua dolce con gravi pro-blemi alla qualità dei terreni agri-

coli. L’utilizzo turistico massivonei residui lembi dello spazio na-turale costiero ed il fenomeno dinuove rendite fondiarie ed urbanestanno stravolgendo l’identità delterritorio della costa ionica. Al fi-ne di comprendere l’attuale asset-to e le cause degli stravolgimentidel territorio, dovuto sia a cause na-turali sia ad opera dell’uomo, va-le la pena riportare quanto anno-tato da Dinu Adamesteanu (D.Adamesteanu, La Basilicata Antica,Di Mauro Editore, Cava dei Tirreni,1974): “La tragedia di Metaponto, ladistruzione sistematica ed implaca-bile della città antica, inizia nei primianni dell’800, per aggravarsi nei pri-mi decenni del 900 e culminare con laRiforma Agraria “. Da una visionedelle sequenze fotografiche rife-rite a diversi anni fa, riportate neltesto Basilicata Antica di Adame-steanu si evidenzia come al postodell’impianto urbanistico dell’an-tica città greca siano stati realizzati

impianti agricoli e frutteti. Unadistruzione ancora più evidente èavvenuta per il territorio agricolocompreso verso nord tra i fiumiBasento e Bradano, in cui i greciattuarono una lottizzazione piani-ficata nel tempo.

LA CHORA METAPONTINA

I coloni greci fondarono le lorocittà in luoghi che hanno mutato no-tevolmente le proprie caratteristi-che naturali ed ambientali comeMetapa (Metapontum, territorio chesta nel mezzo, tra le foci dei fiumiBradano e Basento) e Syris, ubi-cata alla foce del Sinni. Oltre il fiu-me era situato il territorio di Sibari,dominio Acheo contrapposto al-l’espansione di Taranto. La ricerca archeologica di DinuAdamesteanu ha significativa-mente evidenziato come l’impiantourbanistico di Metaponto, oggi oc-

Ponte sul fiume Cavone - 1932

BRN 113-114-def 15-03-2006 21:41 Pagina 20

Page 4: Ambiente_e_Paesaggio_Dell_Arco_Ionico

21pagina

C O N S I G L I O R E G I O N A L E D E L L A B A S I L I C A T A

cupato da terreni agricoli, prose-guiva a nord, tra i fiumi Basento eBradano, dove la colonizzazionerealizzò la lottizzazione con nu-merosi poderi di forma regolarecomposti da lotti larghi 220 metricon uno sviluppo complessivo di14 chilometri. Numerose erano lefattorie (circa 700) con poderi cheche occupavano le alture poste a,corona della città di Metaponto, anord dell’attuale S.S. 106 Ionica.Nelle aree comprese tra i fiumiSinni (Siris), Agri (Akiris), Cavone,Basento e Bradano i greci crearonole condizioni favorevoli per lo svi-luppo delle attività agricole, pre-valentemente basate sui cicli naturalicerealicoli, come attesta simboli-camente la spiga di orzo rappre-sentata sulla monetazione diMetaponto. La spiga di orzo denotaanche come il clima fosse più sec-co di oggi, permettendo la colti-vazione di specie, oggi inadatte adessere coltivate nelle stesse zone. La Siritide si estendeva tra i fiumiSinni e Agri. Appartenne ora aMetaponto, ora a Siris. La città diMetaponto fu fondata nel VII secoloa.C. da popoli greci provenientidall’Acaia. I periodi di maggiore flo-ridezza furono la seconda metàdel VI e la prima metà del IV seca.C; in età romana la città attraversòuna fase di decadenza con la con-trazione dell’abitato, limitato allazona del Castrum. Le polis grechetraevano il loro sviluppo dall’a-gricoltura così come dimostrano glistudi in fase di pubblicazione daJoseph Coleman Carter e SteveThompson dell’Università del Texas– Istituto di Archeologia Classica.Gli studiosi americani hanno evi-denziato che già nel V secolo ve-nivano realizzati ampi canali didrenaggio. Ciò confermerebbe il pre-

cario equilibrio idraulico della pia-nura alluvionale, soggetta a con-tinue esondazioni dei fiumi ed alconseguente innalzamento dellafalda freatica che causava proble-mi alle produzioni agricole. La produzione di ceramica deco-rata attesta inoltre la presenza diuna società agricola ove la pre-parazione dei cibi e la conserva-zione delle derrate alimentari as-sumeva grande rilievo.Il successivo progressivo abbandonodella pianura da parte delle po-polazioni fu segnato da continueinondazioni, trasformando la fasciacostiera in paludi circondate dafitti boschi planizari. Il sistemaidrografico e lacustre comprende-va numerosi bacini retrodunali. IlLago di S. Pelagine era ubicatoove si trovava l’antico porto grecodi Metaponto, esistente in forma dipalude fino al 1800, nei luoghi in cuiil fiume Basento, dopo aver lambito

l’acropoli, sfociava nel mar Ionio.Alla fine del 1700 L. J. Desprez an-notava, di passaggio da Metaponto,l’enorme ovale del porto nel qua-le il mare entrava attraverso ungrande canale di duecentocin-quanta tese (400 metri circa - misuradi lunghezza pari all’apertura del-le braccia circa 160 cm) popolato dauccelli acquatici. La toponomastica locale, di epocamedioevale, rievoca le caratteri-stiche idrografiche della costa io-nica lucana (Pantano Stornara, Lagod’Anici, Lago Lungo, Lama di Lennee ancora Lago Santa Pelagina e TorreMare di Bernalda, Bufalaria di Pisticci,Lago della Torre, Lago Dolce, Lago eLago Frassino di Scanzano Ionico,Lago del Prete, Vecchio Lago dell’Ortodel Moscio e Pantano Soprano e Sottanodi Policoro, etc). La foce del Bradanomutò il suo corso originario per oc-cupare l’attuale sede, nei territoricomunali di Bernalda, Monte-

Scanzano, Palazzo Federici

BRN 113-114-def 15-03-2006 21:41 Pagina 21

Page 5: Ambiente_e_Paesaggio_Dell_Arco_Ionico

22basilicata regione notiziepagina

scaglioso e Ginosa in provincia diTaranto. Nell’alveo fossile del fiu-me si formò il Lago Salinella, un im-portante biotopo umido separatodal mare dalla piccola cimasa di du-ne calcaree del Quaternario. Le valli fluviali furono coloniz-zate dagli antichi popoli ellenici,insediatisi in origine nei luoghi chei fiumi avevano strappato al ma-re, nonostante le paludi ne ren-dessero precaria la permanenza,fortemente condizionata dal pre-cario equilibrio idrogeologico pro-vocato da forti precipitazioni neiperiodi primaverili-autunnali edalla siccità estiva, in periodoestivo.La studiosa L. Bocciero definisce lospazio e la sua gestione negli in-sediamenti coloniali greci. Esso sisviluppava tra la città, come luogodella convivenza dei cittadini conpieni diritti, ed il territorio agricolo,spesso sentito come staccato dallacittà, anche se da esso ne derivava

il sostentamento; il territorio era po-polato da agricoltori, non semprecittadini a pieno titolo, che lavo-ravano per conto dei proprietari deifondi, i quali avevano ricevuto,all’atto della fondazione della co-lonia, il proprio klèros, ovvero illotto di terra sorteggiato dall’ecistadopo la definizione del tèmenos(territorio recintato) della divinitàpoliade e dello spazio koinòn, de-stinato cioè all’uso comune (luoghipubblici ove si espletavano i pro-cessi decisionali e le attività com-merciali come il Bouleuterion el’Agorà). Questa presenza mistaera spesso funzionale ad un precisoprogetto, teso ad assorbire i non cit-tadini, per lo più indigeni, nel nuo-vo programma di sfruttamentodel territorio. L’antica lottizzazione greca (strigas)era costituita da appezzamenticomposti da lotti modulari (skoinos)pari a 1.100 metri quadrati. Questaera in rapporto agli spazi urbani di

Metaponto in stretto collegamen-to con il porto. Il modello urbano-agricolo diMetaponto della polis-chora com-prendeva i resti monumentali delsantuario urbano dedicato adApollo Licio e l’adiacente agorà.Quella sacra racchiude ancoraquattro templi: il più antico, era de-dicato ad Atena, fu fondato all’iniziodel VI sec. a.C.; i templi di Apolloe di Hera furono costruiti nel 570a.C., tutti in stile dorico; intorno al470 a.C. venne edificato il monu-mentale tempio ionico dedicatoad Afrodite. Il tempio dedicato ad Hera, edifi-cato nel VI secolo a.C. in stile do-rico, segna i confini territoriali del-l’antica città. Oltre il tempio eranosituate le fattorie metapontine. Gliargoi lithoi, cippi in pietra del tipousato per gli horoi (horos=confini ter-ritoriali e divisioni inter-poderali)recano iscritti i nomi delle divini-tà (vedasi quello dedicato ad ApolloLiceo, ora presso il Museo Provincia-le di Potenza oppure quello rive-nuto presso il santuario di S.Biagioed oggi custodito presso il Museodi Metaponto con la dedica a Zeussplendente). Conficcati in circolo inuno spazio pubblico, i “cippi” mo-strano quanto stretto fosse il le-game con il territorio e quanto sot-tile fosse il confine tra sacro, pub-blico e privato (categorie che inGrecia sono autentici comparti-menti stagni, almeno in età arcai-ca). Lo spazio pubblico, coniuga-zione del presente, veniva dun-que vissuto, come una autorap-presentazione dell’esperienza co-loniale, e risulta rigidamente arti-colato in forme, lettere e contesti ur-banistici greci (anche se talvoltarielaborati e rifunzionalizzati).Il modello agricolo-urbano di Siris-

Casa colonica della riforma fondiaria

BRN 113-114-def 15-03-2006 21:41 Pagina 22

Page 6: Ambiente_e_Paesaggio_Dell_Arco_Ionico

23pagina

C O N S I G L I O R E G I O N A L E D E L L A B A S I L I C A T A

Herakleia appartiene invece aduna diversa origine etnica. La cit-tà, distrutta ancor prima di Sibari(intorno al 570 a.C.), fu fondatada un gruppo di Colofoni prove-nienti dall’Asia Minore, rifugiati po-litici che fuggivano la tirannide. Lenecropoli di Policoro (odierno no-me del luogo dove sorgeva la cit-tà), testimoniava la presenza diuna comunità mista dove gli in-digeni venivano sepolti con ritua-le greco ed i greci raccoglievano nel-le loro tombe vasellame di culturaindigena, documentanto così lainterpretazione fra individui diorigine diversa che venivano sepoltil’uno accanto all’altro. Ciò è indiceinoltre di un diverso modello di in-sediamento urbano, dove l’inte-resse non era più soltanto quellodel possesso del luogo quantoquello di assicurare una ricom-posizione territoriale unitaria consignificativo riconoscimento e rac-

cordo con le presistenze insedia-tive e di utilizzazione del terri-torio da parte dei greci etnici locali.L’economia di Heraclea era fondatasulla coltivazione dei cereali, del-l’olio e del vino. Le “Tavole diHeraclea”, in lingua greca, furonorinvenute nel 1732 in localitàAcinapura. Sono oggi conservatenel Museo Archeologico di Napolie costituiscono un importante do-cumento sulla conduzione agri-cola dei fondi che a partire dal II se-colo a.C. furono abbandonati conla conseguente occupazione illegaledei terreni appartenenti ai san-tuari di Atena e Dioniso da partedi nuovi agricoltori. Nel periodosuccessivo si procedette a mettereordine al possesso delle aree de-maniali: a causa degli sconfina-menti durante le guerre furonorestituite ai due templi e, attra-verso l’accatastamento, furonodefiniti i nuovi contratti per rego-

larizzare la locazione delle terresacre da affidare a privati cittadi-ni. Le tavole di Heraclea distin-guono tra locazione di tipo enfi-teutico, cioè a lungo termine per iterreni di Dioniso, e locazione a sca-denza quinquennale per le terre diAtena, ritenute più fertili. Le Tavoledi Heraclea rappresentano unaprima forma di organizzazione esfruttamento del territorio agrico-lo, con la trascrizione in lingua diusi e consuetudini antichi dellapolis e della loro χ≈ρα. Successiva-mente i romani sul retro delleTavole bronzee scrissero la “LexJulia Municipalis”.

LE UNITÀ RELIGIOSE, IL LATIFONDO

E LA RIFORMA FONDIARIA

L’arco ionico costituisce un territoriocaratterizzato dalla storia e dina-miche storico-demografiche omo-

Recoleta, ex Palazzo Federici

BRN 113-114-def 15-03-2006 21:41 Pagina 23

Page 7: Ambiente_e_Paesaggio_Dell_Arco_Ionico

24basilicata regione notiziepagina

genee tali da definire una specifi-ca unità di paesaggio. La cono-scenza della dinamica degli inse-diamenti può far comprendere gliassetti futuri e le politiche più ido-nee per lo sviluppo dell’area. Adifferenza di altri territori, la costaionica segue un processo univocodi trasformazione agricola ed in-sediativa, iniziato con la coloniz-zazione greca, con le unità agricoleappartenenti nel medioevo agliordini monastici sino agli anni cin-quanta con la Riforma Fondiaria.Ad eccezione di Policoro e ScanzanoIonico, aggregatosi intorno ai pa-lazzi baronali nell’Ottocento, glialtri centri abitati sorsero distantidalla costa, interessata da conti-nui impaludamenti, dalla mala-ria e caratterizzati dalle marine,ovvero luoghi utilizzati prevalen-temente per la transumanza delbestiame allo stato brado. Intorno al 1243, le foci dei fiumi lu-cani modificarono la loro sede ori-

ginaria a causa di violente allu-vioni e dell’enorme quantità didetriti trasportati verso il mare daifiumi, in un epoca in cui il bilanciodegli apporti di detriti dai fiumi con-sentiva l’avanzamento della ter-ra rispetto alla linea della battigiamarina. Tale fenomeno si aggraò neisecoli successivi a causa del dila-vamento delle montagne all’in-terno della regione, provocato dal-l’intenso sfruttamento dei boschi. La Basilicata, nella descrizione delgeografo Edrisi al quale il Norman-no Ruggero di Sicilia aveva affidatoil compito di tracciare i confini delregno appare, all’inizio del XII se-colo, segnata da numerosi fiumi ecorsi d’acqua, di cui alcuni navi-gabili, come il Sinni e il Bradano sul-le cui rive - scrive Edrisi- cresconoin abbondanza i pini che tagliativengono trasportati al mare dallacorrente fluviale e se ne estrae pe-ce e catrame di cui i vari paesi si ap-provvigionano. Solo nel periodo

normanno fu tentato un nuovo ri-popolamento realizzando nuovefortificazioni che tuttavia rimase-ro isolate in una pianura disabita-ta, paludosa e malarica. Nuovi impaludamenti delle fascieretrodunali con un cambiamento ra-dicale delle condizioni di umiditàdel terreno e la formazione di laghisalmastri provocarono infatti unnuovo abbandono della pianura.Delle 7 torri costiere originariepresenti nel 1569 sull’arco ionico lu-cano, ne restano solo due (TorreMattoni sull’alveo fossile del fiu-me Bradano e Torre Mozza oggi de-nominata Torre Agri). La loro po-sizione attuale è verso l’interno,ad una distanza dal mare oggicompresa tra i 1.500-2.000 metriche tende a ridursi a causa dell’e-rosione marina recente. Nel trattocompreso da Nova Siri al territoriodi Pisticci fonti cartografiche e do-cumentarie antiche riportano lapresenza di sette torri costiere

Ex latifondo Recoleta

BRN 113-114-def 15-03-2006 21:41 Pagina 24

Page 8: Ambiente_e_Paesaggio_Dell_Arco_Ionico

25pagina

C O N S I G L I O R E G I O N A L E D E L L A B A S I L I C A T A

(Torre Bollita e Torre de Sino- NovaSiri), Torre di San Basile e Torre deAgri (Policoro), Torre della Scanzana(Scanzano Ionico), Torre Salandrellae Torre Basiento (Pisticci).Gli abitanti preferirono insediarsisui terrazzi collinari, lontano allapianura. Qui soprattutto i monaciaggregarono le popolazioni intor-no alle unità agricole ed agli inse-diamenti religiosi ricostituendopresidi a difesa della pianura. Continuarono a sopravvivere sul-la costa nel medioevo solo i centridi Civita S. Trinistatis sui resti diMetaponto ed il nucleo fortificatodi Eraclea. La studiosa G.Bertelli (cfr.L’insediamento medievale di Torre diMare ed i suoi rapporti con il territo-rio) riferisce come l’insediamentomedievale di Torre di Mare si situaad immediato ridosso della odier-na stazione ferroviaria di Metaponto(Matera) ed in linea d’aria a qua-si 1 km verso Sud rispetto all’in-sediamento della Metaponto dietà magno-greca e poi romana. Leindagini archeologiche hanno evi-denziato che la città in età tardo an-tica aveva in parte occupato l’areadella polis greca ed in parte la zo-na costiera ionica nella contrada“Mele”. Nell’area del castrum èstato identificato un complessocostituito da una basilica cristianapriva di abside e da un battisterocon vasca, ascritti alla prima metàdel IV secolo. L’insediamento diTorre di Mare appartenne all’Ab-bazia di S. Michele di Montesca-glioso, il cui toponimo comparesolo nel XIII secolo, mentre pertutto il XII sec. la località è detta ci-vitas sancte Trinitatis Nel 1222Federico II riconferma agli abi-tanti di Montescaglioso i privilegidei suoi predecessori … terras, vil-las, ecclesias, possesiones, tenimen-

ta, medietatem etiam totius reddituscivitatis sancte Trinitatis quae hodie di-citur Turrismaris”, sancendo cosìufficialmente l’avvenuto cambia-mento del nome della città diMetaponto.Per molti secoli questo paesaggiorestò quasi immutato. Prima ancoradella Riforma Fondiaria, la linea fer-roviaria Taranto-Sibari fu un primomotivo di rottura dell’unità terri-toriale costiera. Essa creò le con-dizioni per nuovi insediamentinella pianura intorno alle stazioni.Quella di Metaponto venne inau-gurata nel 1876 e fu realizzata dal-la Società Strade Ferrate Meridionali.La tratta faceva parte della reteFerrovie Mediterranee che si svi-luppava nelle regioni Puglia,Basilicata e Calabria. L’opera della Riforma, a seguito del-la Legge Stralcio del 1950, ripercorreidealmente la rioccupazione dellospazio fisico del Chora metapon-tino. Secondo Dinu Adamesteanu“l’insediamento agricolo dell’EnteRiforma Agraria rispetto a quello an-tico ci appare più denso di fattorie... mol-te delle linee di divisione antiche di ter-re sono state riutilizzate, certamenteinconsapevolmente, per le nuove stra-de interpoderali, che servono ancheper l’allineamento delle case coloniche”. Non si vuole qui affrontare il temadel dibattito politico che ha ri-guardato la Riforma Fondiaria va-rata in Italia nel 1950. A partire daquesto periodo la costa ionica lu-cana ha visto in linea generale au-mentare la propria popolazione. LaRiforma fu subito oggetto di forticritiche da parte delle forze di si-nistra. Queste ultime, soprattuttoattraverso gli scritti di Manlio RossiDoria che fu un convinto sosteni-tore di quell’iniziativa, contestaronol’eccessivo frazionamento fondia-

rio introdotto dalla legge e la suasostanziale incapacità di promuo-vere un energico sviluppo capita-listico dell’agricoltura. D’altro can-to esponenti come E. Sereni e R.Grieco, evidenziavano come la leg-ge rispondesse a un disegno poli-tico conservatore, investiva un’a-rea troppo limitata, imponeva aicontadini il pagamento di inden-nizzi troppo elevati e, attraverso ilrigido controllo esercitato dagliEnti di Riforma, non scalfiva difatto l’egemonia del capitale mo-nopolistico nelle campagne.La Riforma operò sui terreni espro-priati al latifondo agricolo, ex pos-sedimenti dei diversi ordini mo-nastici, circoscritto e limitato alle po-che aree non impaludate come letenute dei Ferrara a Recoleta diScanzano, dei Berligieri a Policoro,dei Doria a Tursi e Rotondella op-pure non sfruttate dal punto divista agricolo, come il Bosco diPolicoro che fu in gran parte mes-so a coltura nel dopo guerra. I cen-tri di Policoro e Scanzano si svi-luppano proprio in seguito allaRiforma Fondiaria e grazie al mi-glioramento della qualità della vi-ta, a seguito della realizzazionedi importanti infrastrutture. Oltrealla ferrovia che attraversava lacosta, il litorale ionico era quasiimpenetrabile per il completo dis-ordine idraulico del territorio, perla ridottissima viabilità tra i centriabitati, per le disagevoli condi-zioni di vita degli abitanti e per lacontinua minaccia costituita dallamalaria (G. Settembrino, Policoro,gli anelli del bosco, BMG, Matera,1988). Nel litorale ionico l’unicapossibilità di transito era costitui-ta dal Tratturo del Re, percorribi-le solo nel periodo estivo. Nel 1921venne istituito il Consorzio di

BRN 113-114-def 15-03-2006 21:41 Pagina 25

Page 9: Ambiente_e_Paesaggio_Dell_Arco_Ionico

26basilicata regione notiziepagina

Bonifica di Metaponto. Nel 1928 ilConsorzio avviò la costruzionedella litoranea ionica (oggi stra-da statale 106) dal Bradano al Sinnie, a partire dal 1931, intraprese labonifica idraulica del territorio perconsentire la messa a coltura del-le terre che si presentava com-plessa per le caratteristiche strut-turali dei terreni e per la presenzain determinate zone di cospicua fal-da acquifera. Intorno al 1930 furealizzato dal Genio Civile l’Acque-dotto dell’Agri (un cippo monu-mentale ne ricorda l’inaugurazio-ne a Scanzano) che in un braccio se-condario raggiungeva Recoleta eScanzano. L’opera acquedottisti-ca, di grande importanza per icentri costieri, con la legge n. 664del 28 maggio 1942, passò all’EnteAutonomo Acquedotto Puglieseche realizzò successivamente ul-teriori collegamenti. Scanzano,frazione di Montalbano Ionico,diventò comune autonomo nel1974. Policoro si sviluppò a par-tire dagli anni ’50. Il feudo di Policoro, passato ineredità nel 1920 dal nonno Luigi albarone Giulio Berlingieri, vennecondotto in fitto dalla società Padulae soci di Moliterno (una societàche investì nell’azienda cospicui ca-pitali e introdusse per la primavolta nella regione l’uso di mo-derne macchine agricole). L’aziendaagricola estesa su 6.000 ettari, situatafra i fiumi Sinni e Agri, compren-deva 1.600 ettari di bosco, 2.100di seminativo, 450 di seminativo ar-borato, 380 di oliveto specializza-to con 32.000 piante, 6 ettari diagrumeto, 1.040 di pascolo, 110 distagno, 288 di incolti sterili e 26 et-tari di tare.La Riforma Fondiaria espropriò albarone Berlingieri 5.625 ettari, sud-

dividendoli tra piccole aziende di 5-6 ettari ciascuna, sulle quali furonoinsediate le famiglie provenientida ogni parte della Basilicata (ungruppo cospicuo di abitanti daAvigliano), in particolare dalla pro-vincia di Matera, ma anche delle con-finanti regioni di Puglia e Calabria.La popolazione, che all’inizio del-la riforma era costituita da 861abitanti, superò i 4.000 abitanti nel1957. Fu proprio in quell’anno chevenne promossa la pratica di co-stituzione in comune autonomo(Policoro, all’epoca, era frazionedi Montalbano ionico), istituito ri-conosciuto nel 1959.

GLI AGRO TOWN

E LE FRATTURE TERRITORIALI

Con il termine agro-town è possibiledefinire i luoghi abitati presentiin territorio agricolo che storica-mente hanno connaturato il loroprocesso di sviluppo con la pro-duzione e le attività di trasforma-zione agricola. Sulla costa ionica lu-cana, ad eccezione di Policoro eScanzano, gli altri centri abitatisono distanti dalla costa. Questa ca-ratteristica deriva dall’evoluzio-ne storica dei processi insediativi. Il modello insediativo organicocon il territorio (confinazioni, po-lis, chora, latifondo, riforma) si è og-gi interrotto. La polarità del territorioagricolo è stata spezzata dalla nascitae dal proliferare di un sistema urbanoiniziato negli anni Settanta in con-tinua espansione con la creazionedi insediamenti turistici, periferie abi-tate e attività commerciali diffuse.Nel periodo compreso tra gli anni1991 e 2001, la popolazione dei seicomuni segnano una crescita di4.272 abitanti.

L’aumento riguarda prevalente-mente i comuni di Scanzano ePolicoro, mentre la popolazioneresidente a Bernalda e Pisticci, nel-l’immediato entroterra, rimanestabile, con la sola eccezione diNova Siri che vede aumentare lapropria popolazione residente.Rotondella è l’unico Comune incui la popolazione è in regressio-ne negli anni considerati a causa delridotto territorio costiero. All’evo-luzione demografica di tipo stan-ziale si deve aggiungere il fenomenodella stagionalità, dovuto a flussitemporanei turistici concentratiper lo più nei mesi estivi. La costa ionica conserva tuttavia an-cora la vocazione agricola con untasso di Produzione Lorda Vendibileconcentrata su circa 35 Km. Favoritadal clima caldo- semi-arido, la ve-getazione è ascrivibile alla zonafito-climatica del “Lauretum”, conla presenza lungo la fascia costie-ra di una diffusa macchia medi-terranea e di pinete introdotte ar-tificialmente tra il 1935 ed il 1950,durante i lavori di bonifica. L’origi-naria zona umida è oggi limitata apoche aree paludose quali il BoscoPantano di Policoro e le aree resi-due situate presso le foci fluviali. Il tasso di occupazione dell’area èpari al 38%, quello di disoccupa-zione a poco meno del 17% della po-polazione attiva. La vocazione am-bientale dell’area fa dell’agricolturauna delle attività principali occu-pando il 26% della popolazioneattiva. L’attività agricola è con-dotta da addetti (circa 5.000) dietà superiore ai 45 anni, preva-lentemente di sesso maschile ap-partenente a famiglia imprendi-trice con una crescente femmini-lizzazione delle aziende agricole.I giovani, là dove le condizioni

BRN 113-114-def 15-03-2006 21:41 Pagina 26

Page 10: Ambiente_e_Paesaggio_Dell_Arco_Ionico

27pagina

C O N S I G L I O R E G I O N A L E D E L L A B A S I L I C A T A

strutturali aziendali lo consentono,affiancano o subentrano nella con-duzione diretta dell’attività im-prenditoriale. Questa strutturaaziendale assicura un discreto ri-cambio generazionale. Nel mercato del lavoro sono ancorapresenti fenomeni distorti legatialla presenza dell’antica figuradell’intermediario, che aumenta ipassaggi ed i costi delle produ-zioni dal produttore (più penaliz-zato) al consumatore, con la pre-senza del fenomeno del “capora-lato”, che, fatti questi determina-no una sotto-remunerazione dellavoro salariato, soprattutto ex-tracomunitario.I comparti produttivi che mag-giormente fanno ricorso a mano-d’opera salariata sono quelli trai-nanti e nello specifico l’orticolo, ilfrutticolo e l’olivicolo. I salariatisono per lo più locali e delle aree in-terne della Basilicata, ma non man-cano gli extraregionali (Puglia,

Calabria) e gli extracomunitari(nordafricani e albanesi).Rilevante è la richiesta di mano-dopera femminile specializzata inalcune operazioni colturali quali laselezione del grappolo (toiletta-tura), la raccolta ed il confeziona-mento in campo del prodotto.La SAU (Superficie AgrariaUtilizzata) è pari a 74.281 ettari, leaziende sono invece 12.977. Negliultimi anni nell’area si è andatasempre più intensificando l’orto-frutticoltura; la superficie investi-ta a tali colture è aumentata nel-l’ultimo decennio di oltre il 50% e,dalla fascia costiera irrigua è pe-netrata sempre più verso l’interno,sui pianori del metapontino, manmano che si rendeva disponibilenuova superficie.Le potenzialità del settore non so-no ancora sfruttate, mentre un mo-dello di sviluppo turistico di mas-sa rischia di vanificare le potenzialitàdi un ulteriore e diverso sviluppo

dell’area. I grandi insediamentituristici, i villaggi da decine di mi-gliaia di posti-letto, i porti-villag-gi territoriale oltre che paesaggisticomettendo a rischio la qualità am-bientale, le risorse naturali ma an-che le radici agricole. L’ecosistema della costa Jonica, l’at-tività balneare, la presenza di uncircuito archeologico - paesaggisti-co, i buoni collegamenti con l’im-mediato entroterra, dai calanchi al per-corso archeologico dei Sassi di Matera,alla Rabatana di Tursi, porgono nuo-ve problematiche ambientali comela conservazione e tutela delle risorsenaturali e di una corretta convi-venza fra agricoltura e turismo, i bo-schi del Pollino rappresentano fattoridecisivi per un modello di sviluppodolce. Per la costa ionica la rinatu-ralizzazione rappresenta una stradapraticabile per valorizzare le innu-merevoli risorse, favorendo occa-sioni per una fruizione diffusa e diqualità delle risorse territoriali.

Scanzano, Casalini

BRN 113-114-def 15-03-2006 21:41 Pagina 27

Page 11: Ambiente_e_Paesaggio_Dell_Arco_Ionico

28basilicata regione notiziepagina

RICOMPOSIZIONE DEL PAESAGGIO NA-TURALE E NUOVA IDENTITÀ RURALE

L’attività agricola di tipo preva-lentemente intensivo del Meta-pontino ha generato una serie di im-patti negativi sull’ambiente conla massimizzazione delle produ-zioni per unità di superficie. È av-vertita l’esigenza di riconvertirele produzioni verso una agricolturasostenibile di qualità. La ricom-posizione del paesaggio ruralerappresenta un obiettivo che puòunificare i processi di sviluppo e ra-zionalizzare le risorse idriche at-traverso scelte strategiche. La sa-linizzazione del suolo è infatti cau-sa di degradazione che a lungoandare porta alla desertificazio-ne. Tale fenomeno si evidenziamaggiormente nelle zone prossimeal litorale marino ed è il risultatocombinato delle pratiche dell’a-gricoltura intensiva e della ge-stione irrazionale della risorsa idri-

ca. L’eccessivo accumulo di salinello strato di suolo occupato dal-le radici, si traduce in una parzia-le o completa perdita di produtti-vità da parte delle colture, in quan-to la concentrazione di sali ostacolail normale assorbimento di acquae di elementi nutritivi e, a lungo an-dare, rende del tutto sterile il terreno. Altro elemento negativo è rap-presentato dalle arature profon-de e, in genere, le continue lavo-razioni del terreno causano la ri-duzione della sostanza organica(humus). La sostanza organica pre-sente in un terreno può essere unindice dello stato di salute di un ter-ritorio. La progressiva diminuzio-ne della sostanza organica è l’indicepiù significativo del processo didesertificazione in atto con un fe-nomeno di degrado, lento e co-stante che ha subito un’accelerazionenegli ultimi due o tre anni, collegatoall’evoluzione del clima. La richiesta di prodotti agricoli di

qualità e di cibi sicuri richiedonoun ambiente sano. L’agricolturabiologica rappresenta una forma diproduzione in grado di favorireil raggiungimento delle finalità e de-gli obiettivi della collettività e,quindi, del consumatore. In so-stanza si tratta di proseguire, sul-la scia delle vocazioni agricole del-l’area, uno sviluppo incentrato sulriequilibrio dei fattori di produzione,sia dal punto di vista ambientale siadal punto di vista sociale. L’adeguamento delle struttureaziendali dal punto di vista dellaqualità delle produzioni, va ac-compagnato da misure di pianifi-cazione del paesaggio rurale. Un bi-nomio questo essenziale per ri-comporre l’unità agricola territorialeattraverso un processo di moder-nizzazione che integri settori eco-nomici oggi slegati fra di loro (agri-coltura, turismo, cultura, etc), ri-costituendo l’identità delle pro-duzioni agricole e sociali.

Policoro, ex Castello Berlingieri

BRN 113-114-def 15-03-2006 21:41 Pagina 28

Page 12: Ambiente_e_Paesaggio_Dell_Arco_Ionico

29pagina

C O N S I G L I O R E G I O N A L E D E L L A B A S I L I C A T A

basilicata regione notizie

Le foto a corredo dell’articolo sono state realizzate dall’autore.

Non si tratta di inquadrare talitrasformazioni nell’ambito dellascelta etica dei singoli, ma piut-tosto nell’ambito di strumenti pro-grammatici e finanziari elaborati alivello comunitario, nazionale eregionale in materia di politicaagricola La presenza di cordoni dunali di va-rio ordine, oggi in alcuni trattismantellati dall’erosione o dalleattività antropiche, ha determina-to per tutta l’area una difficoltà didrenaggio delle acque e la forma-zione in passato di ampie depres-sioni, che mal drenate per l’affio-ramento di lenti di argilla o di limo,formavano ampi tratti paludosi.Negli ultimi cinquanta anni taliaree sono state bonificate con la rea-lizzazione di impianti idrovori cheraccolgono le acque e le convo-gliano tramite reti idriche al mare.A compromettere l’equilibrio del li-torale si aggiungono altri proces-si antropici di modificazione am-bientale quali: lo sfondamento o lospianamento dei cordoni dunalia ridosso delle spiagge per scopi ur-banistici o balneari; la costruzionedi strade parallele o perpendicolariai cordoni, di ampi parcheggi emanufatti di ogni tipo che fini-

scono per interrompere il profilo didifesa naturale della costa;la costruzione di opere marine cheinterferiscono direttamente sulla di-namica dei litorali e di porti, tuttociò determinerebbe infatti un ag-gravio dell’erosione per chilome-tri di costa.Laddove la protezione delle dunelitorali è venuta a mancare le pinetee la vegetazione arborea, infattisono state inesorabilmente de-pauperate.Il sistema di dune costituisce unabarriera naturale contro l’ingressionemarina, a danno, proprio deglispazi balenari e delle strutture tu-ristico ricettivo. Il progressivosmantellamento della duna, oltrea determinare danni alle struttureturistiche e un indebolimento del-le difese naturali atte a protegge-re il litorale ionico, favorisce la pe-netrazione delle acque marine nel-l’entroterra, alterando in modo ir-reversibile i parametri chimico-fi-sici delle falde acquifere, con larisalita di acqua salmastra nei poz-zi irrigui. Il territorio però, anche se ampia-mente rimaneggiato dall’inter-vento antropico, conserva ancoraaspetti naturali dell’ampia pianu-ra metapontina.Oltre questi ambienti, importantiper il mantenimento della biodi-versità nell’Unione Europea, è pre-sente una fascia forestale. All’internoricadono siti archeologici dellaMagna Grecia, emergenze am-bientali e biotopi naturali. Ad estl’area è delimitata dal parco ar-cheologico di Metapontum ed asud dalla Riserva Naturale Regio-nale Bosco Pantano di Policoro. Èl’area naturale più importante, dalpunto di vista naturalistico e scien-tifico, dell’intero arco jonico. Per

le peculiarità e per la presenza di spe-cie faunistiche nuove per la scien-za, la sua importanza scavalca iconfini nazionali.La ricomposizione del paesaggiodell’antico chora metapontino po-trebbe essere basato su un sistemaagro-naturalistico integrato conuna forte accentuazione di areeper la produzione biologica e diqualità. Questa caratterizzazione,unitamente all’estensione delleaziende, alle condizioni podolo-giche, alll’integrità degli agro-si-stemi, sono il fondamento per l’at-tuazione dell’iniziativa che pre-senta un elevato valore non solo eco-nomico. Basti pensare, oltre allariconversione del sistema agrico-lo, al recupero e all’adeguamentodei manufatti (case, masserie, re-cinzioni, impianti, areee archeo-logiche, etc), all’uso applicativodelle energie dolci per l’agricol-tura e il turismo, all’attivazionedi facoltà universitarie in questisettori innovativi aperte alle re-gioni ioniche ed ai paesi delMediterraneo. Fattori questi stra-tegici per rilanciare lo sviluppodell’area ionica situata al centrodel Mediterraneo, che può segui-re un percorso unitario di svilup-po analogo a quello perseguitoper le coste della Manica, dellaBretagna, della Scozia, dellaBiscaglia, delle coste francesi, olan-desi, greche, e del Portogallo.

SITI BIOITALY

Bosco Pantano di Policoro eCosta Jonica Foce Sinni Policoro650 ha Costa Jonica Foce AgriPolicoro, Scanzano Jonico 659ha Costa Jonica Foce BasentoBernalda, Pisticci 499 ha CostaJonica Foce Bradano Bernalda468 ha Costa Jonica Foce Ca-vone Pisticci, Scanzano Jonico433 ha.

BRN 113-114-def 15-03-2006 21:41 Pagina 29