Altino paleo cristiana

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TARCISIO ZANCHETTA ALTINO PALEOCRISTIANA 1

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Documentazione della Altino Paleocristiana attraverso le lettese di San Girolamo scritte a San Eliodoro artefice della evangelizzazione.

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TARCISIO ZANCHETTA

ALTINO PALEOCRISTIANA

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A mio padre, per la capacità di ricerca nel buio dei fatti, che seppe insegnarmi.

Alla coerenza delle proprie convinzioni, quando queste siano oneste per se stesso e per gli altri.

Ringrazio gli amici che hanno collaborato alla realizzazione del libro in modo particolare il professor Savino Gola per la sua disponibilità nella messa a punto del testo, il signor Pier Giorgio Bertomoro e l'ingegner Francesco Pescarollo, per gli utili consigli e insegnamenti durante le mie ricerche.

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Documentazione più seguita nel corso dell'opera:

1 - Autori attuali più notevoli:Pio Paschini "Storia del Friuli" Udine 1975Pier Angelo Passalonghi "Il monachesimo benedettino nella diocesi Trevigiana" Treviso 1980Antonio Niero, Silvio Tramontin, Giorgio Fedalto, Antonio Carile, Giuseppe Cuscito,Sergio Tavano, Carlo Guido Mor, Mario Mirabella Roberti, nelle loro specifiche ricerche del primo cristianesimo, nelle raccolte di Antichità Alto Adriatiche (AAAd).

2 - Le lettere di S.Gerolamo dirette a Eliodoro o con riferimento ad esso:L. III da Antiochia a.375, indirizzata a RuffinoL. IV dalla Calcide a.375, indirizzata a Fiorentino L. VI dalla Calcide a.375, indirizzata a Giuliano L. IX dalla Calcide a.376, indirizzata a CrisocomasL. XIV dalla Calcide a.376, indirizzata a EliodoroL. LII da Betlemme a.394, indirizzata a NepozianoL. LX da Betlemme a.396, indirizzata a Eliodoro.

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ALTINO PALEOCRISTIANA

Numerosi storici Veneti hanno più volte scritto sul tema della cristianizzazione della città di Altino, in modo alquanto sintetico o avendo a cuore argomenti specifici. Mai l'argomento è stato approfondito mettendo a fuoco gli aspetti difficili che sono oggetto di questa ricerca.

Non posso dire di aver risolto tanti problemi, ma spero di proporre al dibattito generale questioni importanti, anche prendendo posizioni suscettibili di critica.

L'elemento portante di tutta la ricerca è la documentazione di S.Girolamo, nelle lettere indirizzate all'artefice della evangelizzazione di Altino: Eliodoro.

Da questi documenti sono stati ricavati elementi utili a chiarire questo periodo storico della città di Altino. Penso che poche città antiche dispongano di documentazioni storiche precise che parlano della loro organizzazione religiosa come Altino.

Ho confrontato la storia di Altino con quella delle altre città della Venezia, sulle quali esiste una documentazione storica importante: Concordia, Trento, Verona e soprattutto Aquileia che era di fatto la capitale.

Non va trascurata la ricca tradizione di cronaca che non può essere considerata vera alla lettera, ma nemmeno può essere respinta come fonte di interpretazione storica: è necessario analizzarla per interpretare correttamente il significato originale e le successive deformazioni. Il lavoro quì svolto è solo un punto di partenza per offrire spunti a studiosi più qualificati che vorranno indagare in modo più approfondito su Altino Paleocristiana.

L'autore Tarcisio Zanchetta

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LA PRIMA CRISTIANIZZAZIONE DELLA

VENEZIALe memorie più antiche di cristiani nella nostra terra

provengono dalla città più importante della regione: Aquileia, centro commerciale e culturale di primaria importanza (foto n 1)(1). Al suo porto, assieme alle merci del vicino Oriente, approdano i primi portatori della nuova fede; i commerci aquileiesi toccano tutte le coste del Medi-terraneo, dalla Siria alla Palestina, all'Africa, paesi in cui la religione cristiana è già da tempo diffusa e organizzata.(2)

1 - oltre alle memorie archeologiche che non risalgono a prima dell'inizio del IV secolo, vedi, per Aquileia, B. Forlati Tamaro L. Bertacchi "Aquileia Il Museo Paleocristiano ^ Antoniana PD 1962 per ConcordiaG. Bovini "CONCORDIA Paleocristiana Patron Bologna 1973 per OderzoB. Forlati Guida del Museo civico di Oderzo Pleion Milano per Altinonon esistendo nessuna pubblicazione in merito, si possono vedere alcuni reperti nel museo di Torcello datati, V secoloMuseo di Torcello Provincia di Venezia 1978.

La tabula Peutingeriana, particolare della zona dell’alto Adriatico con Altino Concordia ed Aquileia lungo la via Annia.Copia medievale di un originale del III

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Per le testimonianze letterarie si vedano le lettere di S. Girolamo, l'Apologia di Costantino la Vita di S. Martino, di Venanzio Fortunato, gli elenchi dei concili di Arles di Sardica ecc Ma anche queste testimonianze non sono precedenti ai primi decenni del IV secolo.2 - Paschini Storia del Friuli "Udine 1975 S. Tavano in AAAd. vol. I - pag.110.

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Nella città adriatica si erano già da tempo consolidati culti orientali, relativi a vari stanziamenti, sia militari che com-merciali, provenienti dal bacino Mediterraneo; tra questi, una fitta comunità ebraica sempre presente nelle città dedite ai traffici.(3)

E' proprio nell'ambito di tali presenze straniere, che si sarebbe sviluppato il culto cristiano che agli inizi doveva essere visto dalla popolazione locale come un fatto interno alla comunità giudaica della città.

Come questa nuova religione abbia preso piede in queste zone è alquanto oscuro e misterioso.

Probabilmente le diatribe nella stessa comunità ebraica hanno portato ad una sua divisione; successivamente l'apporto di genti greche e siriane già cristiane ha aumentato il numero degli aderenti alla nuova religione, a poco a poco anche gli autoctoni avranno aderito a quei gruppi religiosi, considerando il fatto che le comunità straniere erano decisamente benestanti e non poca gente locale gravitava nell'ambito dei loro interessi economici.(4

Aquileia Basilica del Monastero, epigrafe sepolcrale scritta in greco IV sec.d.C.

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3 - B. Forlati ecc. o.C4 - Le comunità giudaiche in Alessandria e in Grecia, in Siria ed in Asia minore erano molto attive: all'inizio i Giudei cristiani erano integrati nell'intera comunità giudaica ed i contrasti tra i due gruppi, sono documentati da E. da Cesarea - Rusconi 1979, nota 1 pag. 143.Che le prime comunità cristiano-giudaiche si siano riunite nelle stesse sinagoghe è cosa accertata (vedi S. Paolo), anche le originarie aule di culto nelle case, potrebbero avere origine giudaica.

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Storicamente la vicenda di S. Marco portatore della nuova fede ad Aquileia, non ha fondamento ma non si può escludere a priori una sua visita alla comunità giudaica come già aveva fatto Paolo a Salona; comunque i legami tra Aquileia e Alessandria furono sempre stretti ed è probabile che il diacono Ermagora, primo presule della comunità Aquileiese, sia stato mandato proprio da Marco, allora vescovo della città egiziana.

Se questo fosse vero, si potrebbe ipotizzare l'esistenza di una prima cellula cristiana nella città adriatica già alla fine del I secolo (5).

La via Claudia Augusta ad Altino quasi completamente sbancata, dalla fornace che si intravede a nord. Foto deglianni 70

5 - Il rinvenimento della celebre Pisside di Pola in cui sarebbero raffigurati S. Marco e S. Ermagora, potrebbe cambiare l'atteggiamento fin'ora tenuto dagli storici sulla leggenda Marciana; approviamo quindi l'atteggiamento prudente di S. Tavano in o.c..

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E' certo, comunque che la comunità cristiana di Aquileia all'inizio è composta in prevalenza da cittadini non originari della città, ma provenienti oltre che dalla Grecia, dalla Siria e dall'Africa; si può anzi pensare ad una loro egemonia culturale religiosa fino alla fine del IV secolo.Infatti i nomi Ermagora, Teodoro e Cromazio sono di origine orientale, ed inoltre tra gli offerenti dei mosaici delle basiliche, notevole è la presenza di comunità straniere che partecipano alla loro esecuzione (6).Dando per scontato quanto abbiamo detto sull'origine del cristianesimo nella comunità aquileiese bisognerebbe dimostrare la stessa cosa per le altre città della Venezia ed in particolare per Altino di cui ci interessiamo in questo studio (foto n 2).

E' certo che dal I secolo sino al IV, nella regione esistevano altri grossi centri come Verona, Padova; ad Altino però non mancavano né i commerci via mare, né quelli via terra se è stata costruita la grande via Claudia Augusta per i traffici verso la Germania.

La città si acresce di popolazione, tra cui una classe borghese arricchita dai commerci della lana, del legname ecc.Forse per Altino è ridotta la componente militare della popolazione per cui sono più rari che ad Aquileia gli scambi con genti provenienti da altre regioni; (foto n 3) questo potrebbe aver rallentato notevolmente la nascita della nuova religione. Ma non mancano comunque i rapporti tra le due città, collegate facilmente via mare e via terra; quindi è probabile che la prima cellula cristiana sia pervenuta dalla stessa Aquileia (7).

Vasca battesimale proveniente da Altino V sec.

Torcello

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6- Le donazioni musive nelle basiliche aquileiesi erano prevalentemente offerte da cittadini stranieri che avevano un ruolo economicamente importante nella città, questo implica anche un giro di servi, amici, dipendenti ecc. che gravitavano su queste famiglie e che furono i primi ad accettare la nuova religione sia per convenienza che per convinzione.Il progressivo diffondersi del cristianesimo sia ad Aquileia che ad Altino e nelle altre città delle Venezia è per ora un fatto oscuro, in quanto non si conoscono le modalità specifiche con il quale si allargò dalla primitiva cerchia siriaco-giudaica al resto della popolazione; ci sono barlumi di informazione di quel periodo, tali però da complicare, alle volte, e non da risolvere la questione (8).

Uno di questi è la festa del sabato: era in uso nella regione trasportare la festa della domenica al giorno precedente con grave scandalo, ancora nel

7 - Nella Venezia nel I secolo ci sono, senza dubbio un nucleo di città che si Equivalgono per importanza a Verona, Padova, Altino e Aquileia; successivamente, dal II al IV secolo solo Aquileia, Verona e Concordia crescono di importanza grazie alla loro funzione militare, B. M. Scalfì in A.A. vol XXXI p. 176.L'ultima fonte storica che parla di Altino è del 169, in relazione alla morte di Lucio Vero; poi silenzio fino al Iv secolo. Questo periodo senza informazioni scritte è rischiarato solo dall'Archeologia che dà risposte lacunose ma che avvallano l'ipotesi di crisi economica e demografica del centro lagunare.

La basilica del Monastero ad Aquileia,qualche storico ha riconosciuto una origine giudaica del IV sec, l’edificio originario è sto modificato nell’ottocento

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8 - Sicuramente, vedi l'episodio dell'assedio di Aquileia da parte di Massimino nel 238, la popolazione della città è tutta pagana nel corso del III secolo; il cristianesimo è un fatto ancora privato anche nel resto della regione; vediamo per esempio che Paolo di Concordia alla fine del III secolo conosce Ponzio, segretario di S. Cipriano, il quale aveva nella sua casa una ricca biblioteca: Paolo è visto come un isolato studioso che, formatosi a Roma, agisce da tramite fra la chiesa Aquileiese e quella d'Africa, e prepara il campo allo sviluppo della nuova comunità religiosa della sua terra.Gerolamo de Viri Illustribus, 53 PL XXIII, col. 968 Gerolamo, ep. X, ep. V.

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IV secolo, dalla ortodossa chiesa aquileiese, di questa anomalia si erano occupati numerosi storici senza venire a capo di niente: trascurando laboriose spiegazione, mi pare evidente una origine giudaica della festa (foto n 4)(9).

Un altro punto in discussione è la vicenda dei martiri; la persecuzione contro il cristianesimo era imposta da leggi di stato; è evidente che tali repressioni erano tanto più cruente quanto più la popolazione della città manifestava una forma di ostilità verso il potere di Roma, ed anche il cristianesimo era in contrasto con il potere imperiale, il quale poteva prendere a pretesto la religione cristiana per soffocare nel sangue scintille di ribellione (10).

9 - S. Tavano o.c. p. 110.Credo di vedere nella benedizione dell'acqua Santa nei giorni di sabato Santo e di Pentecoste, un residuo di quella tradizione, per altro comune, se il concilio di Laodicea del 381 la condannava.

10 - Fin dall'origine la religione cristiana ha esercitato la sua funzione sempre in rapporto con il potere politico. La caduta del paganesimo, non è avvenuta per semplice scelta popolare; in fondo la gente non si po-neva il problema di cambiare religione, tanto che sono sopravvissuti credi antichissimi dentro lo stesso cristianesimo.Sin dagli inizi il cristianesimo fu una organizzazione culturalmente eli-taria: il Battesimo e la preparazione dei catecumeni ne sono una prova; solo dopo l'editto di Costantino la nuova religione diventa partito di go-verno e quindi ha la strada aperta per svolgere le sue funzioni nella le-galità. Eusebio da Cesarea "Storia Ecclesiastica" Rusconi 1979 nota 2 p. 155.

La via Annia nei pressi di Concordia, il ponte posto all’entrata della città a occidente

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Per ridimensionare la questione dei martiri, vorrei dire che all'inizio furono gli stessi Giudei a uccidere i primi cristiani, perchè visti come diaspora pericolosa allo loro stessa esistenza: pensiamo al martirio di Giacomo e di Stefano.La persecuzione Neroniana del 62 avviene dopo l'espulsione dei Giudei da Roma da parte di Claudio nel 49; nel 66 si ri-voltano contro Roma gli abitanti di Gerusalemme ed è l'inizio di quella rivoluzione che solo Tito riuscirà a domare con la distruzione della città nel 70 d.C..Roma ebbe ancora problemi con i Giudei di Palestina ma da allora il destino dei cristiani è diviso da quello degli Ebrei; ormai la religione di Cristo è definitivamente separata dalla sua matrice originaria.I cristiani si danno un'organizzazione con i loro capi spirituali, in autonomia, nelle varie città: Roma Alessandria, Antiochia, Gerusalemme.Marco Aurelio nel 177 riprende con violenza le persecuzioni soprattutto nelle regioni orientali, mentre non è provata la repressione nelle Gallie.Ancora vanno ricordate le persecuzioni di Severo nel 202, di Massimo del 235, di Decio del 250, di Valeriano nel 253 ed infine di Diocleziano del 287.Nella Venezia il problema dei martiri è abbastanza limitato "in confronto a quanto succedeva in oriente o nella stessa Roma; questo perchè la religione aveva fatto presa nella Venezia in un periodo abbastanza tardo, quando gli editti contro i cristiani erano molto più permissivi che in origine ed anche perchè le piccole comunità cristiane esistenti nelle varie città, non costituivano certo un pericolo per Roma e per l'ordine pubblico: esse venivano confuse con la miriade di culti misterici esistenti in quel periodo storico.Di Aquileia sono noti i martiri e da una documentazione probante ne sono accertate le vicende.Sono undici: ILARIO e TIZIANO, CANZIO, CANZIANO, CANZIANILLA, PROTO ?, FELICE e FORTUNATO, FORTUNATO, CRISOGONO ed infine ERMAGORA unico a non avere unna documentazione.I nomi Proto, Crisogono ed Ermagora sono di derivazione Greca ed in uso verso il III secolo.

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I nomi Felice, Fortunato e Ilario sono di origine cristiana anche questi del III secolo: questo dovrebbe dimostrare che solo con Decio e Diocleziano siano avvenute nella nostra zona le prime persecuzioni e che in quel periodo nelle maggiori città la comunità cristiana fosse effettivamente or-ganizzata.Per Altino non abbiamo nessun martire documentato; penso che non ce ne siano stati; ma da cronache molto tarde affiorano i nomi di Liberale, Teonisto Tabra e Tabrata, Fidenzio, Vittore, Corona e Albano.

Concordia La tricora

11 - Nessuno degli scrittori Ecclesiastici nomina i martiri della Venezia, solo Cromazio nei suoi sermoni ne fa cenno; anche Massimo di Torino fa un omelia sulla tomba dei martiri Canziani.Cromazio IX 31-40Max Taur. Hom. 57-426vogliamo far notare che Cromazio, nella omelia della consacrazione della Basilica di Concordia ser. XXVI, non nomina nessuno dei supposti martiri concordiensi.

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Non è dimostrato che Liberale, discepolo di Eliodoro, fosse un martire della fine del IV secolo.Teonisto, Tabra e Trabrata, i cui nomi sono di chiara origine greca, secondo la tradizione vennero uccisi a Musestre, sul ponte del Sile, dagli ariani nel IV secolo. Le cose che non quadrano nella passio di tali santi sono che nessuna guerra di religione tra cristiani portò a persecuzioni con l'avvallo governativo e che non è possibile considerare Teonisto come vescovo altinate prima di Eliodoro il quale fu effettivamente il primo presule della città.Il problema non è così semplice da risolvere: si può pensare anche che a poche miglia dalla città di Altino esistesse ef-fettivamente il luogo delle esecuzioni capitali, lungo la Claudia Augusta nella località di Musestre.

Treviso si appropria dei corpi dei martiri che servono alla creazione della sua sede vescovile (foto n 5).Un altro fatto analogo riguarda Vittore e Corona che dalla città di Altino passano alla fondazione della sede vescovile di Feltre.In conclusione penso che Altino non abbia avuto dei veri martiri, altrimenti in qualche modo ne sarebbe rimasta una forte tradizione (12).Si può ragionevolmente affermare che, s sono esistiti dei piccoli nuclei cristiani nella Venezia, tra la fine del I sec. e nel II sec. nell'ambito di immigrati Giudaici o orientali, tale fatto restò una cosa poco importante per lungo tempo; ma è soprattutto nel III sec. che il cristianesimo prende piede anche nel resto della popolazione urbana in modo lento ma progressivo, tanto che alla fine del secolo il potere pubblico decide misure persecutorie che però riguardano soprattutto quella classe dirigente della nuova religione, che era rimasta un po' estranea alla comunità locale perchè proveniente da zone lontane come la Palestina, la Grecia, la Siria e l'Africa, dove la religione dei cristiani era ormai da molto tempo ben organizzata. I martiri ci sono stati, ad Aquileia, a Verona, a Padova e forse anche in altre città, ma è difficile documentare con precisione la situazione allora esistente.

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12 - Si può dire riflettendo che i martiri documentati nella Venezia nel periodo delle persecuzioni sono concentrati nelle città a carattere cosmopolita nelle quali c'erano grosse concentrazioni militari durante il III secolo: Verona, Padova, Trieste oltre che Aquileia e Milano.

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IL IV SECOLO, LA STRUTTURA DELLA PRIMA CHIESA NELLA VENEZIA E AD

ALTINO

E' ormai accertato che dopo la libertà di culto ai cristiani concessa da Costantino (1) la chiesa mette in moto rapidamente la sua organizzazione, soffocata da lungo tempo, portando a compimento rapidamente quelle strutture che le permetteranno di espandere sempre più la sua influenza nelle città.

Ad Aquileia il vescovo Teodoro già nel 320 ha innalzato le due aule per il culto; (foto n 6) a Padova in quegli anni si innalza una basilica sulla tomba di S. Giutina; a Concordia viene costruita in area cimiteriale una piccola memoria per conservare i corpi dei martiri. A Vicenza dopo aver ricevuto da Aquileia il corpo di Felice si costruisce un piccolo Martirium (2).

La stessa cosa doveva in qualche modo essere successa ad Altino, anche se nessuna prova archeologica lo dimostra.

1- L'editto di Costantino del 313 in effetti sanciva la completa libertà non solo al culto cristiano ma anche agli altri culti politeistici extraromani compreso il Giudaismo; della religione giudaica comunque, già liberalizzata sotto i Severi per cui un ebreo poteva accedere alla curia, Costantino frena lo sviluppo impedendo pena la morte, a nuove persone di aderire ad essa. Costantino concede ai cristiani anche i loro beni singoli e quelli della comunità, che in precedenza erano stati confiscati.Eusebio da C. o.c; p. X, 5; 1-32 - Le due aule Teodoriane di Aquileia, legate da una terza ad U, vengono costruite subito dopo l'editto; erano ad unica navata e tre colonne per parte sostenevano il tetto, le aule erano perfettamente rettangolari e misuravano 17,25x37,40 metri quella Nord; 20,45x37,10 quella Sud e quella in mezzo 13,7x29; servivano rispettivamente per il sacrificio, per i catecumeni, per i battesimo.S. Tavano o.c. p. 195

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Le caratteristiche di questa architettura sono: mancanza di Abside, l'altare ai trequarti della navata, struttura a nave unica; esse differenziano Aquileia da Roma.Possiamo datare la prima basilica di Concordia, quella della tricora, attorno alla metà del IV secolo. P. Zovatto, Concordia e dintorni - Protogruaro 1972.A Vicenza il Martirium di Di S. Felice è ascrivibile alla stessa epoca.Attilio Previtali "S. Felice una dimora dello Spirito" Vicenza 1988.

Nelle nostre città, nella prima metà del IV secolo, una buona parte della popolazione è cristiana; con i successivi editti, promulgati dai vari imperatori che lasciano libertà di professare la fede, cristiana la quale viene favorita anche economicamente, e che vietano il culto della religione pagana, alla fine del secolo, quasi tutti i cittadini erano cri-stiani (3). La situazione era diversa nelle campagne dove la conversione fu più lenta e non priva di ostacoli. Abbiamo già detto di Altino: è logico pensare che nella città lagunare succedesse quello che comunemente avveniva nelle altre città: l'unica documentazione sono gli scritti di Gerolamo che ci danno informazioni sulla vita religiosa di Altino; anche se sono scarse queste notizie sono pur sempre una testimonianza per ricostruire la storia religiosa, della città nel corso del IV sec..Gerolamo conosce Eliodoro ad Aquileia durante un famoso cenacolo a cui parteciparono altri giovani della regione come Ruffino, Evagrio, Miceta, Ilas ecc. tutti seguiti da Cromazio; siamo nel 370 sotto il pontificato di Valeriano (4). Nel 374 Gerolamo è costretto a partire dalla città Adriatica e va ad Antiochia.

Eliodoro nasce probabilmente da una famiglia pagana poi convertitasi al cristianesimo (foto n 7), forse nel 347; fa il servizio militare e poi segue il richiamo di Cristo all'inizio da asceta come l'amico Gerolamo; in seguito, per intervenute difficoltà familiari, la sorella era rimasta vedova con un bambino, preferisce rimanere nella sua città.

Con l'aiuto economico di Fiorentino, Eliodoro giunge ad Antiochia e incontra colà l'amico Gerolamo (375).Che cosa sia andato a fare Eliodoro nella Siria non si sa, ma è certo che fin dall'inizio l'Altinate non desiderava seguire Gerolamo, perchè le sue condizioni economiche no glielo avrebbero permesso ed inoltre

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S.Eliodoro nei mosaici di Torcello sec. XIII

perchè i suoi problemi familiari erano tali da non consentirgli una assenza prolungata da Altino (5).

Nel 376, Gerolamo dalla Calcide richiama Eliodoro, sapendo però che il suo amico è già destinato a seguire un'altra strada; evidentemente tra i due ci sono stati degli screzi, in relazione alla maniera di seguire gli insegnamenti di Cromazio il quale intendeva la militanza del cristiano nell'ambito della gerarchia della città; Gerolamo invece pretendeva la completa estraneità dal mondo in una vita ascetica di ricerca e di studio (6).

3 - Per valutare il grado di cristianizzazione nelle città in questo periodo abbiamo molte testimonianze:S. Agostino, S. Massimo di Torino, e Cesario di Ales.Tutti riferiscono che almeno il 50% della popolazione seguiva pratiche pagane.

4 - Ruffino - apologia 1, 4Dopo la visita di S. Atanasio ad Aquileia, anno 345, si era costituito un monastero; alla guida di quel cenobio passò nel 370 il prete Cromazio poi, l'arcidiacono Jovino e il diacono Eusebio, Gerolamo lascia il cenacolo aquileiese nel 374 per "Subito turbo, un'impia avulsio"??.Paschini - o.c. p. 64

5 - vedi nota 2 introduzione. Il comportamento di Eliodoro, a prima vista sembrerebbe incongruente, infatti tutti i discepoli di Cromazio erano partiti verso la libera scelta ascetica.Bonoso era andato in un isoletta della Dalmazia, Ruffino a trovare gli eremiti d'Egitto, altri seguirono le orme di Gerolamo in Siria; mi sembra chiaro che Eliodoro, pur avendo una stretta amicizia con il Dalmata, segua al di fuori delle parole di Gerolamo, uno scopo ben preciso nel mi-nistero Episcopale della sua città.

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Eliodoro è un uomo che ama e vive nella sua "patria" e con decisione si dedica alla sua missione evangelica.Gerolamo è un insofferente, non radicato in una terra che non sente più sua, alla ricerca di se stesso mediante la religione e la purezza di questa, al di fuori delle meschine dispute che facevano solo allontanare dalla fede vera il clero.Gerolamo è anche un istintivo e per questo crede, che tutti debbano avere una fede come la sua ed il suo bisogno di ricerca; la realtà sarà per lui dura: anche i suoi amici Eliodoro e Ruffino lo abbandonano e seguono altre strade.

6 - Gerolamo Ep. XIVSeguendo il ragionamento fatto nella nota 5, Eliodoro per mezzo di Fiorentino suo amico, forse suo concittadino, riceve il denaro per fare questo viaggio in Siria, ma qual'era lo scopo dell'altinate se non quello di seguire l'amico nella vita ascetica, nel deserto della Calcide???Nelle lettere III, IV, VI, si capisce che Eliodoro si incontra nel Deserto con Gerolamo alla fine del 375 mentre era partito dalla Venezia nello stesso anno: quindi un periodo brevissimo.Che era andato a fare Eliodoro da quelle parti?. Sarebbe logico pensare che egli abbia fatto visita a Fiorentino, suo benefattore, a Gerusalemme e forse questi potrebbe averlo aiutato per la chiesa che Eliodoro aveva intenzione di costruire in Altino.Gerolamo Ep. IV, 1Ma qual era la situazione ad Altino in quel periodo nell'ambito dell'organizzazione religiosa?.Sappiamo che, oltre ad Aquileia, anche Padova e Verona avevano un vescovo (7); Concordia aveva già costruito la sua prima chiesa nell'area della tricora che conteneva le reliquie dei martiri e disponeva quindi di sacerdoti e chierici. Nella città di Altino esisteva una situazione analoga a quella di Concordia, anche se non ne siamo certi; è evidente però che la comunità era numerosa se già nel 376 si pensava di dargli un vescovo (8).

E' assodato (9) che, dopo la metà del IV secolo, anche Treviso e Vicenza hanno il loro centro di culto cristiano; la popolazione urbana ormai è in buona percentuale cristiana, ma rimangono sacche di paganesimo (10) e tra i cristiani ci sono delle spaccature tra ortodossi e ariani (11). Pur non essendoci una giurisdizione sul territorio (12) di fatto è Aquileia il centro propulsore di iniziative; è in questa città che si formano i chierici e i diaconi dei vari centri della Venezia. Solo verso il 370 esiste una supremazia giuridica della sede vescovile aquileiese e quindi la sua possibilità di nominare vescovi della Venezia.

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6 - Gerolamo Ep. XIVSeguendo il ragionamento fatto nella nota 5, Eliodoro per mezzo di Fiorentino suo amico, forse suo concittadino, riceve il denaro per fare questo viaggio in Siria, ma qual'era lo scopo dell'altinate se non quello di seguire l'amico nella vita ascetica, nel deserto della Calcide???Nelle lettere III, IV, VI, si capisce che Eliodoro si incontra nel Deserto con Gerolamo alla fine del 375 mentre era partito dalla Venezia nello stesso anno: quindi un periodo brevissimo.Che era andato a fare Eliodoro da quelle parti?. Sarebbe logico pensare che egli abbia fatto visita a Fiorentino, suo benefattore, a Gerusalemme e forse questi potrebbe averlo aiutato per la chiesa che Eliodoro aveva intenzione di costruire in Altino.Gerolamo Ep. IV, 1Dalla lettera V apprendiamo che Fiorentino doveva conoscere anche Ruffino, quindi sarebbe logico pensare che egli fosse effettivamente cittadino di Altino o di Aquileia; certo è che Fiorentino dà un contributo decisivo al viaggio di Eliodoro, viaggio che probabilmente l'altinate avrebbe fatto soprattutto per procurarsi le reliquie dei santi martiri, per la fondazione della eclesia di quella città. Proprio a Gerusalemme si potevano trovare quei segni antichi di cristianesimo cui poteva ispirarsi la futura comunità altinate.

7 - Paschini, o.c. p. 49

8 - Gerolamo Ep. XIV, 8

Ipotesi della situazione urbanistica nell’area della cattedrale di Treviso in età tardo romana, tra le rovine del teatro sorse la basilica martiriale seguita da quella apostolo rum nel V secolo d.C.

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9 - Per quanto riguarda (foto n10) Treviso, il mosaico scoperto una quindicina di anni fa e datato inizio IV secolo, obbliga a rivedere la tradizione fin'ora accettate che voleva che la fondazione della comunità cristiana di Treviso non fosse avvenuta prima del V sec. A tale proposito vedi: G. Netto "Guida di Treviso" Lint Trieste. C.Agnoletti "Treviso e le sue Pievi" 1987 Treviso G. Renucci - Le chiese e i conventi in Treviso Nostra A. Tarvisium 1980. Non esite ancora uno studio approfondito sul pavimento musivo delle canoniche; a mio parere non si tratta di un battistero bensì di un martirium simile a quello di Concordia o Parenzo, lo farebbe pensare la sua struttura, con le sette piccole absidi circolari; per quanto riguarda la vasca centrale, sarebbe un adattamento successivo a battistero dell'edificio.Il pavimento a mosaico sicuramente del periodo Teodoriano (inizi del IV sec.), rappresenta simbolicamente con pesci, uva il sacrificio eucaristico; tale simbologia è molto usata sulla grafia delle lapidi dei primi cristiani, quindi non avrebbe nessuna connessione con la cerimonia battesimale. D'altra parte il battistero primitivo, come per esempio quello di Aquileia posto tra le due aule Teodoriane, era una costruzione angusta, a pianta rettangolare, con vasca poligonale, cosa assai diversa dalla nostra.Importante potrebbe essere il fatto che l'area del cosiddetto battistero trevigiano è posta in un luogo in cui spesso si sono trovati reperti di necropoli e quindi al di fuori della porta occidentale della primitiva cerchia di mura della città, evidentemente in una posizione più arretrata rispetto all'idea corrente che pone la cerchia difensiva in riva alla Roggia.

10 - Arcidiocesi di Trento S. Vigilio Trento 1975 p. 1411 - P. Paschini o.c. p. 5212 - G. C. Menis in AAAd. Giurisdizioni Metropolite vol. IV.

LA QUESTIONE DEI MARTIRI E DELLE RELIQUIE E LA FONDAZIONE DELLE

PRIME CHIESE.

E' chiaro da quanto è stato detto, che le prime aule di culto sono sorte in area cimiteriale, intorno ad edicole che contenevano le spoglie di Martiri del posto o importate da altri luoghi.

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Aquileia stessa cede a Vicenza reliquie di Felice martire, sopra le quali si costruiscono il martirium ed il primo edificio di culto (1); lo stesso succede a Concordia; nella Tricora erano conservati i corpi dei martiri (2). La chiesa costruita successivamente in quel contesto era in funzione del culto dei martiri e non apostolico, a cui invece va riferita la basilica parallela.Possiamo dedurre le caratteristiche particolari dell'edilizia cristiana nella città di Altino, basandoci sulla testimonianza di Gerolamo che aveva visitato la città probabilmente verso il 370 (3). Scrive Gerolamo nella lettera a

1 - Attilio Previtali "Guida Illustrata della basilica di S. Felice e Fortunato in Vicenza".

2 - Storicamente non sembra che a Concordia ci siano state delle persecuzioni, ma la tradizione tarda parla di una serie di martiri portati al supplizio da Eufemio, prefetto della città, nel 304C. Agnoletti o.c. p. 34.

3 - Gerolamo ep. LX.

I mosaici del IV secolo a Treviso in quello che originariamente dovette essere una basilica martiriale

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Nepoziano, nipote del vescovo Eliodoro, "...decorava le basi-liche della Chiesa e le cappelle dei martiri".

Se intendiamo come chiesa l'adunanza delle persone credenti, si può pensare per Altino ad una fisonomia costruttiva di due aule parallele (basiliche) come ad Aquileia.

Le caratteristiche dei due edifici sono relative alla simbologia cristiana che predisponeva in uno l'adunanza dei catecumeni e nell'altro la celebrazione eucaristica; fra i due il battistero che segnava il passaggio da uno stato di peccato originale alla salvezza nella comunione cristiana.

L'esempio di Aquileia vale per tutta l'area a questa città soggetta: Parenzo, Pola, Nesanzio e Concordia (4).

Gerolamo si trovò nel 370, ad Altino, difronte ad una situazione edilizia mutata rispetto alle origini (foto n 12); l'edificio martiriale era ormai stato conglobato nella basilica successiva, come del resto era avvenuto a Concordia.

La situazione descritta potrebbe far pensare ad una comunità cristiana ricca e numerosa; in essa sarebbe cresciuto Eliodoro, pronto a ricevere le insegne episcopali.

Dalle parole di Gerolamo, (egli parla delle cappelle dei martiri e dell'esistenza perciò delle reliquie e di un edificio che le conteneva) si può pensare ad un edificio con le caratteristiche della tricora di Concordia.

Particolare dei mosaici trevigiani un offerente o un martire

4 - M. Mirabella Roberti AAAd. vol II p. 199

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Ma chi erano i martiri conservati ad Altino?.

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Non è semplice rispondere a questa domanda; ma, prendendo in esame due questioni, una relativa ai titoli confinari della diocesi e l'altra alle notizie pervenuteci attraverso le cronache antiche, cercheremo di dare qualche risposta al quesito posto.

In campo religioso, nel definire i confini delle diocesi antiche, si poneva come segno la titolazione di pievi e cappelle ai martiri fondatori dell'episcopato cittadino (5).

Tale consuetudine non è riferita alla costituzione della sede vescovile cittadina, ma è da mettere in relazione alla evangelizzazione del territorio della città e alla successiva costituzione della diocesi dopo il V secolo (6).

La diocesi altinate si sviluppa tra il V e VI secolo in concomitanza con quella di Treviso; troviamo nei confini tra le due chiese i martiri: Mauro, Teonisto Vittore e Corona; comunque tutti e quattro i Santi sono riferiti della diocesi altinate.Ricordiamo che nel concilio di Sardica del 343, a cui avevano partecipato i vescovi Fortunaziano di Aquileia, quello di Verona e quello di Padova, unici presuli della Venezia orientale; venne stabilito nel canone VII, tra l'altro, che Aquileia avesse il metropolita a capo della provincia e che fossero creati nei municipi più popolati altri vescovi, mentre per quelli più piccoli, fossero dati dei presbiteri.

Reperto paleocristiano di Torcello di provenienza altinate forse una vasca battesimale

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5- C. Agnoletti o.c. p. 38A. Barzon Padova cristiana ecc. 1955 p. 61,68.

6 - F. Quai "La sede Episcopale del Forum julium carnico UD 1973 p. 31

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A Padova invece, i titoli di Giustina e Prosdocimo si riferiscono ai confini di quella diocesi che inizialmente poteva estendersi anche in area trevigiana (7).

La cronachistica antica ci tramanda, come martiri altinati, Teonisto Tabra e Tabrata, Fidenzio, Vittore e Corona e Albano (8).

Sui primi tre, (foto n 13) adottati anche da Treviso, non abbiamo notizie certe, ma secondo la tradizione i loro corpi arrivarono ad Altino all'inizio del V secolo, una passio relativa ai tre martiri li vorrebbe uccisi a Musestre dagli ariani (9).Fidenzio sembra abbia trovato il martirio alla fine del III secolo sotto Massimo, ma anche se la tradizione lo vuole altinate sembra avere più riferimenti con Padova (10).

Vittore e Corona sono originari della Cilicia, arrivano ad Altino nel V secolo e successivamente, come Teonisto e soci, vanno a fondare la chiesa di Feltre (11).

Oltre a questi un altro culto di martire ci viene tramandato sia dalle cronache antiche sia dalla toponomastica confinaria: si tratta di S. Mauro vescovo della città istriana di Parenzo, martirizzato in quella città alla fine del III secolo (12).

7 - In origine il Vescovo aveva il compito della evangelizzazione della città, senza una particolare funzione sulla provincia, solo più tardi il vescovo si interessa anche del territorio circostante, mandando dei suoi presbiteri nei paghi più popolati; si veda la lettera di Ambrogio vescovo di Milano a Vigilio di Trento Migne, P.L. XIV col. 982.8 - Dandolo o.c. p. 56.9 - S. Teonisto e compagni secondo A. Niero, 67 A.A.vv "Culto dei santi in terraferma Veneziana. Sarebbero venuti dalla Macedonia, da Filippi, di cui Teonisto era vescovo; dopo un soggiorno a Roma, sulla tomba di S, Pietro, a Milano si incontrano con Ambrogio; di qui proseguono per la Gallia, dove sarebbero stati Martirizzati Orso ed Albano, mentre Teonisto, Tabra e Tabrata, nella via di ritorno ad Altino, avrebbero subito il Martirio da parte degli ariani, con il taglio della testa, su ponte del fiume Sile a Musestre.10 - Per Fedenzio vedi De Natalibus X cap. LXVI; armeno, sarebbe stato martirizzato ad Altino alla fine del III secolo e poi trasportato a Polverara in territorio patavino.11 - A. Marchesan "Treviso Medievale" vol. I p. 2-C. Agnoletti o.c. p. 214I due ex soldati feltrini sarebbero stati martirizzati in Cilicia e poi tra-sportati ad Altino attraverso l'antico corso del Piave a Feltre.

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Il trasporto di martiri attraverso i fiumi e la fondazione di varie pievi a loro dedicate nelle cosiddette soste del sacro corteo, è fatto comune nelle passio per spiegare la fondazione di una chiesa; ricordiamo oltre ai citati Teonisto e Vittore e Corona anche S. Tiziano.12 - Per S. Mauro vedi Mirabella Roberti in origini Cristiane in Istria AAAd. vol. II p. 141.Duje Rendc-Miocevic - Zborinik Porestine Parenzo 1987 p. 80 Mauro primo vescovo di Parenzo martirizzato alla fine del III secolo.

Sulla tradizione di cronaca (13) di S.Mauro, esiste la testimonianza indiretta del Bonifaccio (14) nella sua Storia Trevigiana: rifacendosi a tradizioni molto antiche sulla passio di S. Liberale, egli parla della chiesa di S. Mauro posta fuori dalla città (15).Concludendo possiamo dire che per Altino originariamente si possono elencare le reliquie dei martiri (foto n 14) Mauro, Teonisto e Tabra, Tabrata, Vittore e Co-rona; questi ultimi usati per la fondazione delle chiese di Treviso e Feltre (16).

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.13 - Parlano di S. Mauro ad AltinoC. Agnoletti p. 728 v. I

Il Cronicon Altinate, Origo, 156 si riferisce forse ad una chiesa allo sbocco del Piave Vecchio al mare, di difficile identificazione.

14 - G. Bonifaccio "Historia di Trevigi p. 30 1591C. Agnoletti vol II p. 847"Orando Liberio, nella chiesa di S. Mauro, posta fuori d'Altino ......un giorno d'inverno egli andava alla chiesa della beata Vergine che era la cattedrale di Altino, vestito della sua veste un poverello ignudo, che tremante andava verso la porta Padovana".Esiste pure nella tradizione toponomastica di Altino un località chiamata Fossa S. Mauro che partiva dal fiume Zero, cioè posta a sud della città presso la via Annia, la strada che conduceva a Padova; sarebbe ovvio pensare che la chiesa di S. Mauro si trovasse nella località nominata dal Bonifaccio come Porta Padovana.

Altino-foto aerea sono evidenziate le strutture, nella parte occidentale della città : La via Annia e la sua uscita da Altino, presumibilmente nel punto segnato dovevano trovarsi le basiliche paleocristiane.

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15 - G. Maffioli in Treviso Nostra v. II p. 236 le cronache medioevali parlano di rappresentazioni sacre che si svolgevano nelle varie festività; evidentemente lo scrupolo di ricerca del Bonifaccio avrà attinto a queste informazioni; ma è anche pensabile che, avendo i Collalto in proprietà le terre altinati nel primo Medioevo, ed avendo egli scritto per quella nobile famiglia, abbia attinto a documenti particolari riferiti all'antica città. 16 - Questo fatto è abbastanza comune nel IV secolo; ricordiamo che Feltre era collegata facilmente con Altino con la Claudia Augusta e la sua economia gravita-va, per disponibilità di legname, sulla città lagunare. G. Cuscito Argenterie pa-leocristiane in Val Padana in AAAd. vol. IV p. 316.

16 - Questo fatto è abbastanza comune nel IV secolo; ricordiamo che Feltre era collegata facilmente con Altino con la Claudia Augusta e la sua economia gravita-va, per disponibilità di legname, sulla città lagunare. G. Cuscito Argenterie pa-leocristiane in Val Padana in AAAd. vol. IV p. 316.

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Altino zona bel giardino resti di una banchina del canale che circondava la città a pochi metri dalla porta padovana

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Che le reliquie di S. Mauro siano giunte ad Altino da Parenzo è possibile dato l'intenso traffico commerciale tra le due coste dell'Adriatico 17) testimoniato anche da Gerolamo (18).

Considerando una ricerca con foto aerea, ed accettando per buona l'ubicazione della porta da cui usciva dalla città la via Annia per dirigersi verso Padova, possiamo dedurre con buona approssimazione che la chiesa si trovi lungo il tracciato di tale arteria poco lontano dalla porta stessa, in località denominata Belgiardino, alla sinistra della strada (19).

17 - S. Pancera "Porti e Commerci dell'Alto Adriatico" AAAd. v. II, 1972 CISP. Anacleta Pomposiana, A. Benati vol. IV, Fe, 1978 p. 27 Ricordiamo i rapporti tra la chiesa di Ravenna e l'Istria; Massimo da Pola fu arcivescovo di Ravenna nel 546; la lettera di Cassiodoro del 537 parla di un collegamento endolagunare, dall'Istria a Ravenna.Un collegamento tra la chiesa Veneta e Istriana sembra esistere già da tempo se pensiamo anche alle architetture paleocristiane come quelle di Aquileia.

Dosson- Treviso Villa Reali reperto altinate della basilica palocristiana

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18 - Gerolamo ep. LX19 - M. Tirelli "Cent'anni di Ricerche Archeologiche" relazione

1983.Da un esame dei reperti funerari conservati ad Altino, si può dedurre che l'area più ricca, per quanto riguarda la zona di necropoli, sia il territorio lungo la via annia in uscita dalla città verso sud-ovest; penso si possa identificare in tale zona la prima basilica cimiteriale cristiana di Altino; una situazione comune esisteva nelle altre città come Concordia, Padova, Trento e Verona; in effetti le aree cimiteriali a fianco della strada principale che conduceva verso la città più importante più vicina, Padova, avevano un valore più alto, rispetto a quelle relative a strade meno importanti o meno frequentate.Il reperto altinate, conservato a Dosson nella villa dei reali Canossa, de-scritto come acquasantiera, credo sia piuttosto un capitello per colonna, potrebbe essere del VI secolo, epoca della ricostruzione seguita alla distruzione di Attila.

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Poiché le reliquie dei santi Tabra e Tabrata e Teonisto sono venerate sia a Treviso che a Torcello, viene spontaneo domandare quali di queste siano autentiche e quali no; ma il quesito è inopportuno se consideriamo le reliquie di Treviso e di Torcello di provenienza Altinate, ripetendo il fatto che queste testimonianze martiriali sono state alla base della nuova chiesa di Altino, ed anche di quella Trevi-giana e di Torcello, ambedue eredi della prima (20).

I pluttei di Torcello sono i resti probabili della basilica cittadina di S, Ma-ria.

Parenzo- basilica Eufrasuiana. Secondo le testimonianze archeologiche databili metà del IV secolo simile a quello Aquileiese, qui sono conservate le spoglie del primo vescovo Mauro Martire

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Reperti più antichi che io sappia non ci sono pervenuti ad Altino; se dunque, come prospettato, la basilica cimiteriale si trovava a Belgiardino, quella vescovile del VI secolo è senz'altro dislocata nel centro cittadino come affermato dal Bonifaccio; i Reali infatti erano proprietari del terreno che corrisponde al supposto cuore della città.Riassumendo, le ragioni per cui noi crediamo che dedicata a S. Mauro sia stata la basilica originaria di Altino, sono queste:1 - La chiesa di S. Mauro è posta fuori dalla città (foto n 17);2 - Il titolo si trova ai confini della diocesi;3 - La via Annia è la zona più probabile.Sono inoltre propenso a credere, che la chiesa cimiteriale sia ancora rilevabile sotto il terreno attuale in quanto la zona è nelle estreme vicinanze della confluenza tra lo Zero e il Dese, quindi soggetta nel passato a numerosi apporti di terreno alluvionale dei fiumi; è possibile che la profondità dei reperti abbia garantito la loro conservazione.

20 - Fatto strano è per me probante della estraneità della chiesa di Torcello, almeno all'inizio, dell'eredità di Altino è che i martiri altinati non vengano neppure menzionati nei titoli delle chiese veneziane, mentre sono frequenti i titoli nelle dediche delle pievi di Terraferma.

E' strano che di S. Mauro si sia persa traccia a Torcello e a Treviso, ma bisogna pensare alle vicende (foto n 16) a cui fu sottoposta Altino, soprattutto alla distruzione Unna. La demolizione di chiese e la dispersione delle reliquie è una vicenda comune anche ad Aquileia e Concordia (foto n 18)(21).

Un'altra spiegazione della dispersione dei corpi dei martiri potrebbe essere la perdita di importanza di quel culto quando si crearono le basiliche apostolorum; il cambiamento delle strutture edilizie delle basiliche, portò inevitabilmente alla demolizione o al cambiamento dei precedenti edifici (22).

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Altino località Belgiardino questa zona era appena fuori delle mura della città dove usciva la via Annia proveniente da Padova

21 - Sia ad Aquileia che a Concordia alcuni martiri sono migrati in altre sedi, per altri si è perso la traccia.

22 - La santità dei martiri viene riconosciuta molto dopo il loro sacrificio, inizialmente essi erano solo testimoni di fede.

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ELIODORO PRIMO VESCOVO ALTINATE; LA BASILICA APOSTOLORUM, LA

CATTEDRALE VESCOVILE; LA DIOCESI ALTINATE E I SUOI CONFINI

Verso il 380 (1), Eliodoro viene consacrato vescovo di Altino; in quella circostanza si inaugura la basilica Apostolorum, come era avvenuto a Concordia nel 389 (2).Sappiamo che Ambrogio, vescovo di Milano, giunge ad Altino a trattare "certi affari" (3); si può pensare che sia venuto per l'inaugurazione della basilica stessa, certamente dopo il 389, se quella di Concordia fu costruita per prima, nell'ambito della provincia Aquileiese (4). Abbiamo supposto precedentemente che Eliodoro ricevesse aiuti dall'amico Fiorentino per la costruzione della basilica degli apostoli (5) e che sia andato in Palestina per procurarsi le reliquie degli apostoli necessarie per la consacrazione della chiesa; tali circostanze ci fanno pensare al notevole impegno economico che la comunità cristiana di Altino profuse per dare lustro alla città con la prima basilica vescovile; in effetti fra le città neo elette alla cattedra vescovile c'era una gara per esternare in queste chiese la cultura e la fede del popolo cristiano. (6)

1 - Nel 381 Eliodoro è già vescovo; nel 375 sappiamo da Gerolamo (ep. VI) che lo chiama "santo fratello", che non ha ancora avuto la consacrazione episcopale; quindi l'elezione deve essere avvenuta tra il 375 e il 381, anno del concilio di Aquileia; Eliodoro, consacrato dal vescovo aquileiese Valeriano, mantenne con la sede metropolita costanti rapporti, soprattutto dopo l'elezione ad Aquileia di Cromazio, suo vecchio amico, nel 388.G. Cuscito "Cromazio di aquileia e l'età sua"A.N.A. 1980;

2 - Cromance d'Aquilèe Sermons - J. Lemariè Paris 1969;3 - P. Paschini o.c. P. 75.4 - A. Vecchi "Il sermone XXVI di Cromazio in A.A. p. 135 v.

XXXXI.

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5 - Le reliquie degli apostoli sono state portate probabilmente da Eliodoro dalla Palestina, come riferisce anche A. Vecchi per Concordia, è Aquileia che ha il potere ecclesiastico della consacrazione della basilica; ma visti i rapporti tra Eliodoro e Cromazio, le reliquie necessarie a tale operazione dovevano essere procurate dalla città e date al metropolita che le restituiva con la funzione della consacrazione.Anche se ciò non è documentato, l'acquisizione delle reliquie degli apo-stoli era un'operazione difficile e dispendiosa e non poteva essere affidata, per tutte le chiese della provincia, ad Aquileia. Quali fossero queste reliquie non lo sappiamo, ma potremmo, vista la tradizione storica, fare riferimento per esempio a quella di S. Giacomo riportata dal Dandolo e usata per la consacrazione della chiesa di Rialto.Ricordiamo per Concordia, che le reliquie degli apostoli erano state probabilmente, come riferisce A. Vecchi, portate dalla Palestina dal futuro vescovo concordiese, secondo la tradizione liturgica tramandata da Cromazio nel suo sermone in occasione della consacrazione della basilica apostolorum; gli apostoli rappresentati erano: Andrea, Luca Tommaso e S. Giovanni Battista.Per Altino, solo in via di supposizione, oltre a Giacomo già ricordato, forse Andrea di cui il Lanfrachi Zille ricorda una chiesa nella città.

6 - Nulla ci è rimasto di questa basilica: alcuni reperti trovati a Torcello, ascrivibili al VI secolo, non vi appartengono. Provincia di Venezia "Museo di Torcello 1978" p. 11-12.

Concordia- Resti della basilica Apostolorum, mensa d’altare fine IV secolo

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Volendo localizzare tale basilica nell'ambito urbanistico della città, di Altino, si può pensare che fosse ricavata da una di quelle due aule ricordate da S. Gerolamo; lo stesso del resto succede anche in altre località della Venezia; per esempio a Parenzo.

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La basilica apostolorum altinate è costruita dunque sopra precedenti strutture cristiane della città, in analogia con tutte le città della Venezia, e rimane fuori dalle mura, segno evidente che il cristianesimo era ancora religione minoritaria.

No vi è dubbio che ad Altino, dopo la creazione della cattedra vescovile, si pensasse di costruire, all'interno della città, una chiesa cattedrale per abbandonare le vecchie aule cimiteriali poste fuori dalle mura Per raggiungere tale obiettivo la condizione essenziale era che tutta la popolazione di Altino fosse convertita al cristianesimo, inoltre era necessario che i templi pagani fossero chiusi.

Visione ipotetica della città di Altino A-basilica Martiriale-B Porta padovana- C basilica di Santa Maria secondo il racconto del Bonifaccio

7 - Con l'appoggio imperiale la religione cristiana, alla fine del IV secolo, ebbe un incremento notevole tanto che S. Gaudenzio da Brescia poteva dire che la conversione dei pagani "avveniva con la ce-lerità di una ruota che corre". se questa era la situazione nelle città, nelle campagne i culti pagani erano ancora frequenti.Su tale argomento vedi la vicenda dei martiri ananuensi.Arcidiocesi di Trento "S. Vigilio" 1975.

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Teodosio con una legge del 391 (7) elevò il cristianesimo a religione di stato, vietando i culti pagani; ciò favorì la nuova

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religione in Altino, ma gli avvenimenti politici di quegli anni (foto n 19)(8) e le condizioni economiche non portarono alla costruzione di una nuova chiesa.

Altre città della Venezia, rinnovarono le basiliche esistenti alla fine del IV secolo, con la creazione delle sedi episcopali; nel periodo che va dall'inizio alla fine del V secolo ci fu la creazione delle chiese episcopali all'interno delle città, quasi sempre in prossimità del foro antico, ristrutturando o un antico tempio pagano o una basilica (9).Altino, supponiamo, ebbe la sua cattedrale solo dopo la distruzione di Attila: la tradizione storica parla del duomo della città dedicato alla beata Vergine; esso secondo la descrizione del Bonifaccio; doveva essere dislocato nel centro cittadino (10); la nuova chiesa dovette essere edificata tra l'altro, per la necessità di ripristinare un nuovo luogo di culto dopo la probabile distruzione delle antiche basiliche paleocristiane da parte degli Unni . Elementi superstiti di questa chiesa sono forse i resti di plutei conservati al museo di Torcello ed i reperti esistenti a Dosson di Treviso presso la villa Reali; i Reali erano proprietari dell'area centrale dell'antica Altino (Pastoria, Fornasotti, Rialto) dove la tradizione pone l'antica cattedrale cittadina (11).

8 - Nel 401 che l'invasione dei G oti di Alarico, nel 406 quella dei Vandali e Gepidi condotti da Radagaiso.

9 - Per Vicenza: Ministero della Pubblica Istruzione Ed. Archeologica della carta d'Italia FI 1959 F. 50 il duomo, nel centro cittadino, V secolo. Per Padova, nel centro cittadino, S. Eufemia, V secolo;per Verona il duomo, inizio VI secolo.Lorenzo Franzoni "Verona Testimonianze Archeologiche" 1965per Trieste - L. Ruaro Loseri "Il Colle di S. Giusto" la cattedrale di S. Giusto è della seconda metà del VI sec.

10 - Il Bonifaccio o.c. p. 30 descrive l'incontro di Liberio con un povero: "incrociò un poverello, mentre andava alla cattedrale di Altino, che scendeva verso la porta padovana". La frase è interessante perché fornisce due elementi importanti per la topografia della città; primo, ci fa capire che la cattedrale era posta in asse con la porta padovana, l'uscita del cardo massimo della città verso ovest, dove si immetteva nell'Annia verso Padova; in secondo luogo è da fare attenzione al termine "Scendeva" che ci conferma una situazione ormai accertata: il centro di Altino era in leggera sopraelevazione.Con ciò si può pensare che la cattedrale altinate fosse dislocata nelle vicinanze del foro della città. Per quanto riguarda la dedicazione a S. Maria della chiesa altinate vedi: Marchesan o.c. p. 459; C. Agnoletti o.c. v. I p. 848, Dandolo - e Muratori.

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Il titolo alla Beata Vergine non può precedere l'anno 431, anno del concilio di Efeso nel quale viene decretato il culto alla madre di Dio.C.G. Mor "in A.A. vol. XV p. 665; secondo questo autore, le chiese con tale de-dica sono ascrivibili al V secolo.

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Sopra la zona occidentale della antica città in fondo la PastoriaSotto- Zona della città vista da sud, il rialzo a destra ne era il centro dove sorgeva la cattedrale di Santa Maria

11 - Ivano Sartor "Altino Medievale e moderna" Quarto d'Altino 1990 p. 170; i pezzi di Plutei conservati a Torcello e datati VI secolo, non coincidono con il periodo da noi prospettato per la costruzione della cattedrale Altinate cioè la fine del V secolo; però esaminandoli attentamente potrebbero essere retrodatati alla fine del V e all'inizio del VI secolo.

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Il vescovo di Altino in quegli anni prende non solo possesso della città, ma anche della provincia in seguito all'espandersi della evangelizzazione nel territorio.

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Ciò succedeva nelle città più importanti della Venezia mentre nei centri periferici esempio S.Giovanni Al Timavo , S. Canziano d'Isonmzo e Noventa, la nascita di pievi ed oratori cristiani avviene solo dopo il VI secolo (12).

Anche se il battesimo era somministrato solamente nella cattedrale cittadina (13) venivano via via costruite delle chiese a capo delle quali si poneva un presbitero per la predicazione e le funzioni religiose ai villici; queste rispondevano alla autorità del vescovo della città a cui appartenevano. Per Altino il vescovo, preso possesso dell'area municipale, costruiva, nei paghi più abitati, delle cappelle e più tardi delle pievi la cui giurisdizione era determinata da confini precisi; gli stessi termini di competenza esistevano anche tra vescovi dei vari municipi; quindi il presule Altinate; non veniva in conflitto con quello trevigiano o quello patavino o Opitergino, perché ben definiti erano i confini entro i quali egli poteva esercitare il suo ministero episcopale. Per Altino il vescovo, preso possesso dell'area municipale, costruiva, nei paghi più abitati, delle cappelle e più tardi delle pievi la cui giurisdizione era deter-minata da confini precisi; gli stessi termini di competenza esistevano anche tra vescovi dei vari municipi; quindi il presule Altinate; non veniva in conflitto con quello trevigiano o quello patavino o Opitergino, perché ben definiti erano i confini entro i quali egli poteva esercitare il suo ministero episcopale.

La storiografia antica aveva sempre dato grande importanza ai limiti confinari che considerava sacri (14) ed erano tutelati da divinità. Anche per la giurisdizione religiosa cristiana avveniva la stessa cosa (15).

12 - A. Samaritani in Anacleta Pomposiana p. 69 o.c.In origine le chiese locali potevano essere un "monasterium" cioè organizzate da un solo presbitero, senza prerogativa del battesimo che spettava solamente alla cattedrale cittadina. Solo a cominciare dal VIII - IX secolo il battesimo venne esteso alle chiese del territorio.

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Per Noventa sembra evidente la somiglianza dei mosaici scavati nel 1976 con quelli di Concordia. Anche se gli esperti non si sono pronunciati in questo senso, credo di poter affermare, in considerazione del luogo di ritrovamento, che si tratti del pavimento di un piccolo sacello paleocristiano databile al V secolo.Michele Tombolani "Gli scavi archeologici nell'area della distrutta chiesa di S. Mauro" in Noventa di Piave 1980.Per S. Giovanni al Timavo metà del V secolo. Per S. Canzian d'Isonzo costruzioni che vanno dal IV sec. al VI.S. Tavano in AAAd. vol II p. 270

r Altino il vescovo, preso possesso dell'area municipale, costruiva, nei paghi più abitati, delle cappelle e più tardi delle pievi la cui giurisdizione era determinata da confini precisi; gli stessi termini di competenza esistevano anche tra vescovi dei vari municipi; quindi il presule Altinate; non veniva in conflitto con quello trevigiano o quello patavino o Opitergino, perché ben definiti erano i confini entro i quali egli poteva esercitare il suo ministero episcopale.

I titoli sono stati ereditati dalle cappelle che successivamente si sono formate con l'incremento della popolazione; quindi se ora noi identifichiamo un titolo di qualche chiesa nei pressi del confine del territorio altinate, anche se le memorie storiche dell'edificio risalgono ai secoli X, XI, la chiesa avrà ereditato il titolo da un temine vicino

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.13 - Anche le pievi più antiche venivano dedicate col titolo della cattedrale cittadina.14 - "Testimonianze Agrarie Romane nel Territorio Patavino"

Catalogo mostra a Padova 1984.C. Agnoletti o.c. V.I p. 268 E. Bellis "Oderzo Romana" 1978 p. 30.15 - Il discorso è menzionato da vari autori: Agnoletti, Fedalto, Barzon ecc; a parer mio è una conseguenza logica dettata

Venegazzù- comune di Volpago del Montello, Sottofondazione di villa rustica I sec.d.C. sopra la quale era stata costruita l’antica chiesa di S.Andrea.Molte delle nostre chiese sono state fabbricate su preesistenti edifici di epoca romana.