Alpennino 2012 n 1

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Notiziario trimestrale delle Sezioni del Club Alpino Italiano di Alessandria, Acqui Terme, Casale Monf., Ovada, San Salvatore Monf., Tortona, Valenza Autorizzazione Trib. di Casale n. 155 del 27.2.1985 - Direttore Responsabile Diego Cartasegna - Direzione e Amministr. Via Rivetta, 17 Casale Monferrato Redazione Stampa Tipografia Barberis snc San Salvatore Monferrato “Spedizione in a. p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Alessandria” Anno XXIII - Num. 1 - GENNAIO 2012__________________________________________________ Ci sono pareti e pareti: la Nord delle Grandes Jorasses (4.208 m), nel massiccio del Monte Bianco, appartiene per varie ragioni alla categoria più prestigiosa. La roccia e il ghiaccio di questa muraglia, al- ta più di 1.000 metri, si confondono con le gesta e il valore di grandi alpinisti del pas- sato e del presente: Gervasutti, Cassin, Bo- natti, Gogna, Desmaison, Gabarrou, Baba- nov, Steck. Ma la Nord delle Jorasses non è solo cari- ca di storia, è anche una parete di una bellezza senza pari. Colpisce alla vista cer- tamente per le dimensioni ma ancor di più per l’architettura delle sue forme, po- tenti ed esteticamente irripetibili. Lo spe- rone Walker e lo sperone Croz dominano il bacino del Leschaux quasi come fossero due enormi torri… Ricordate le torri ge- melle di New York? Dunque, esse avevano un’altezza di 415 metri ciascuna. Nemme- no se ponessimo idealmente le due Twin Towers l’una sopra l’altra, riusciremmo a replicare l’altezza dello sperone Croz! È di questo che vi voglio parlare. Courmayeur, sabato 1 ottobre ore 8. Do- po un sosta veloce al market, sparpaglia- mo cibo e materiale sul piccolo piazzale davanti a casa. Sacchi a pelo, friends, chio- di da roccia, viti da ghiaccio, corde, cordi- ni, cordoni, torrone e fichi secchi… Nel sacco riponiamo anche qualche pensiero e facciamo una foto ricordo. Ci dirigiamo verso Chamonix accompa- gnati da un tiepido sole. È ottobre e la lu- ce è dolce, assai diversa rispetto a quella estiva. È comunque una luce inebriante, l’erba dei prati comincia a far spazio a qualche filo giallo e le foglie a cambiare colore. La montagna si prepara a salutare l’estate e ad accogliere i rigori dell’inver- no. Ma lassù, sulla Nord, forse è il periodo migliore dell’anno. La leggera perturba- zione settembrina ha buttato giù un po’ di neve, non tanta, ma sufficiente per contribuire alla formazione della maggior parte delle linee di salita della parete. Da distante, i nastri ghiacciati e i diedri incro- stati di ghiaccio sembrano quasi dei drap- peggi disegnati con estro da un’artista folle ma talentuoso. Tra i tanti “drappeggi”, nel luglio del 1977 quattro alpinisti sloveni individuano una linea di goulotte che s’insinua sulla faccia destra dello sperone Croz sino sfio- Il 21 novembre scorso, alle 21,15, presso la se- de del Club Alpino Italiano di Alessandria, si sono riuniti tutti i presidenti delle sezioni del- la provincia per discutere un corposo ordine del giorno. Il direttore della scuola intersezio- nale Alphard, Gianni Ghiglione (INA-CAAI), ha illustrato le attività che saranno svolte nel corso del 2012 nei vari settori, attività che ver- ranno divulgate e reclamizzate a tempo debi- to; inoltre ha precisato che la Scuola si rende disponibile a collaborare per serate e relative uscite pratiche per l’introduzione all’arrampi- cata e all’alpinismo, di cui sono state già fissa- te date e luoghi, lasciando alle sezioni interes- sate la diffusione della notizia, con la fattiva collaborazione con la scuola Alphard. Inoltre è stato deliberato di effettuare un corso per la formazione di accompagnatori sezionali di escursionismo (ASE), previa costituzione di una scuola; in tal senso si è auspicata una col- laborazione con la sezione di Asti per attuare tale iniziativa e pertanto è stato programma- to un incontro (poi avvenuto) con la stessa per esaminare le possibilità di dare concreta attuazione al progetto. E’ stata inoltre ribadi- ta la necessità di una raccolta di firme contro la proposta di legge regionale che permette- rebbe l’acceso delle moto sui sentieri. Tale ini- ziativa sarà messa in atto nel momento del rinnovo delle tessere. Sono stati anche pre- sentati due corsi per la formazione di accom- pagnatori sezionali di alpinismo giovanile (ASAG), previa costituzione di scuole, in diffe- renti sedi atte a coprire tutto il territorio pro- vinciale; anche per questi corsi sarà chiesta al- la sezione di Asti un’eventuale collaborazio- ne. Infine, nell’ambito della riunione, è stato nominato il rappresentante del CAI nella Con- sulta Provinciale della sentieristica, come da recente legge regionale. (U.P.) Sulla parete nord, per la “via degli Sloveni” GRANDES JORASSES: SOGNO VISSUTO t Segue a pag. 3 Intersezionale TRE NUOVI CORSI L’impressionante parete nord delle Grandes Jorasses, al centro lo sperone Croz Rievocazione di un’ascensione sulle Alpi Marittime negli anni ottanta TORRE GIALLA, UN’IDEA DI FRANCO In questo scritto, spostandomi avanti e in- dietro nel tempo di quegli anni, racconto dei significativi momenti pertinenti sia a Franco Piana amico e alpinista, che agli amici con cui, sulla Torre della parete est della Testa del Claus( * ) abbiamo diviso passione ed emozioni. Nasce così la storia della Torre Gialla da un’idea; in essa Franco intravide la possi- bilità di aprire due vie sulla parete, le stu- diò e valutò la convenienza ma in un pri- mo momento tenne la “cosa” per sé. A consolidata amicizia mi comunicò il pro- getto e combinammo, se non che quel giorno l'inclemenza del tempo ci obbligò al ripiego e, ambedue, dimenticammo la Torre... L'UOMO... Franco Piana è di Genova, appartiene al gruppo elitario dell'alpinismo ligure di punta, a metà degli anni ‘70 con Lorenzo Pomodoro forma la cordata più prepara- ta nell'ambiente alpinistico occidentale; al loro attivo due ascensioni a pochi riser- vate: il Pilone Centrale del Freney e la Ovest delle Petites Jorasses per la via Con- tamine (1 a Italiana). Da Genova, l'imme- diata vicinanza delle Alpi Marittime con- sente a Franco notevoli possibilità di fo- calizzare spazi liberi di pareti o spigoli ove visualizzare e tracciare nuove vie, ma, altresì, valutare attentamente il proble- ma alpinistico su cui cimentarsi, infatti co- sì è stato per la nord del Corno Stella lun- go la via dei francesi Ughetto/Ruggeri; qui la maestria di Franco si è profusa non solo nella tecnica e stile personale, ma al- l'ingegno nel costruirsi i cunei regolabili fino a 26 cm di larghezza per superare il tratto chiave della salita (**). Si trattava allora, se non mi sbaglio, della terza sali- ta, e ad oggi, l'alone reverenziale che la circonda, non vede candidati in lizza alla prova. t Segue a pag. 2

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Notiziario trimestrale delle Sezioni del Club Alpino Italiano di Alessandria,Acqui Terme, Casale Monf., Ovada, San Salvatore Monf., Tortona, ValenzaAutorizzazione Trib. di Casale n. 155 del 27.2.1985 - Direttore ResponsabileDiego Cartasegna - Direzione e Amministr. Via Rivetta, 17 Casale MonferratoRedazione Stampa Tipografia Barberis snc San Salvatore Monferrato“Spedizione in a. p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Alessandria”Anno XXIII - Num. 1 - GENNAIO 2012__________________________________________________

Ci sono pareti e pareti: la Nord delleGrandes Jorasses (4.208 m), nel massicciodel Monte Bianco, appartiene per varieragioni alla categoria più prestigiosa. Laroccia e il ghiaccio di questa muraglia, al-ta più di 1.000 metri, si confondono con legesta e il valore di grandi alpinisti del pas-sato e del presente: Gervasutti, Cassin, Bo-natti, Gogna, Desmaison, Gabarrou, Baba-nov, Steck.Ma la Nord delle Jorasses non è solo cari-ca di storia, è anche una parete di unabellezza senza pari. Colpisce alla vista cer-tamente per le dimensioni ma ancor dipiù per l’architettura delle sue forme, po-tenti ed esteticamente irripetibili. Lo spe-rone Walker e lo sperone Croz dominanoil bacino del Leschaux quasi come fosserodue enormi torri… Ricordate le torri ge-melle di New York? Dunque, esse avevanoun’altezza di 415 metri ciascuna. Nemme-no se ponessimo idealmente le due TwinTowers l’una sopra l’altra, riusciremmo areplicare l’altezza dello sperone Croz! È diquesto che vi voglio parlare. Courmayeur, sabato 1 ottobre ore 8. Do-po un sosta veloce al market, sparpaglia-mo cibo e materiale sul piccolo piazzaledavanti a casa. Sacchi a pelo, friends, chio-di da roccia, viti da ghiaccio, corde, cordi-ni, cordoni, torrone e fichi secchi… Nelsacco riponiamo anche qualche pensiero efacciamo una foto ricordo. Ci dirigiamo verso Chamonix accompa-gnati da un tiepido sole. È ottobre e la lu-ce è dolce, assai diversa rispetto a quella

estiva. È comunque una luce inebriante,l’erba dei prati comincia a far spazio aqualche filo giallo e le foglie a cambiarecolore. La montagna si prepara a salutarel’estate e ad accogliere i rigori dell’inver-no. Ma lassù, sulla Nord, forse è il periodomigliore dell’anno. La leggera perturba-zione settembrina ha buttato giù un po’di neve, non tanta, ma sufficiente percontribuire alla formazione della maggiorparte delle linee di salita della parete. Dadistante, i nastri ghiacciati e i diedri incro-stati di ghiaccio sembrano quasi dei drap-peggi disegnati con estro da un’artistafolle ma talentuoso.Tra i tanti “drappeggi”, nel luglio del1977 quattro alpinisti sloveni individuanouna linea di goulotte che s’insinua sullafaccia destra dello sperone Croz sino sfio-

Il 21 novembre scorso, alle 21,15, presso la se-de del Club Alpino Italiano di Alessandria, sisono riuniti tutti i presidenti delle sezioni del-la provincia per discutere un corposo ordinedel giorno. Il direttore della scuola intersezio-nale Alphard, Gianni Ghiglione (INA-CAAI),ha illustrato le attività che saranno svolte nelcorso del 2012 nei vari settori, attività che ver-ranno divulgate e reclamizzate a tempo debi-to; inoltre ha precisato che la Scuola si rendedisponibile a collaborare per serate e relativeuscite pratiche per l’introduzione all’arrampi-cata e all’alpinismo, di cui sono state già fissa-te date e luoghi, lasciando alle sezioni interes-sate la diffusione della notizia, con la fattivacollaborazione con la scuola Alphard. Inoltreè stato deliberato di effettuare un corso perla formazione di accompagnatori sezionali diescursionismo (ASE), previa costituzione diuna scuola; in tal senso si è auspicata una col-laborazione con la sezione di Asti per attuaretale iniziativa e pertanto è stato programma-to un incontro (poi avvenuto) con la stessaper esaminare le possibilità di dare concretaattuazione al progetto. E’ stata inoltre ribadi-ta la necessità di una raccolta di firme controla proposta di legge regionale che permette-rebbe l’acceso delle moto sui sentieri. Tale ini-ziativa sarà messa in atto nel momento delrinnovo delle tessere. Sono stati anche pre-sentati due corsi per la formazione di accom-pagnatori sezionali di alpinismo giovanile(ASAG), previa costituzione di scuole, in diffe-renti sedi atte a coprire tutto il territorio pro-vinciale; anche per questi corsi sarà chiesta al-la sezione di Asti un’eventuale collaborazio-ne. Infine, nell’ambito della riunione, è statonominato il rappresentante del CAI nella Con-sulta Provinciale della sentieristica, come darecente legge regionale. (U.P.)

Sulla parete nord, per la “via degli Sloveni”

GRANDES JORASSES:SOGNO VISSUTO

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Intersezionale

TRE NUOVI CORSI

L’impressionante parete nord delle GrandesJorasses, al centro lo sperone Croz

Rievocazione di un’ascensione sulle Alpi Marittime negli anni ottanta

TORRE GIALLA, UN’IDEA DI FRANCOIn questo scritto, spostandomi avanti e in-dietro nel tempo di quegli anni, raccontodei significativi momenti pertinenti sia aFranco Piana amico e alpinista, che agliamici con cui, sulla Torre della parete estdella Testa del Claus(*) abbiamo divisopassione ed emozioni.Nasce così la storia della Torre Gialla daun’idea; in essa Franco intravide la possi-bilità di aprire due vie sulla parete, le stu-diò e valutò la convenienza ma in un pri-mo momento tenne la “cosa” per sé. Aconsolidata amicizia mi comunicò il pro-getto e combinammo, se non che quelgiorno l'inclemenza del tempo ci obbligò

al ripiego e, ambedue, dimenticammo laTorre...L'UOMO...Franco Piana è di Genova, appartiene algruppo elitario dell'alpinismo ligure dipunta, a metà degli anni ‘70 con LorenzoPomodoro forma la cordata più prepara-ta nell'ambiente alpinistico occidentale;al loro attivo due ascensioni a pochi riser-vate: il Pilone Centrale del Freney e laOvest delle Petites Jorasses per la via Con-tamine (1a Italiana). Da Genova, l'imme-diata vicinanza delle Alpi Marittime con-sente a Franco notevoli possibilità di fo-calizzare spazi liberi di pareti o spigoli

ove visualizzare e tracciare nuove vie, ma,altresì, valutare attentamente il proble-ma alpinistico su cui cimentarsi, infatti co-sì è stato per la nord del Corno Stella lun-go la via dei francesi Ughetto/Ruggeri;qui la maestria di Franco si è profusa nonsolo nella tecnica e stile personale, ma al-l'ingegno nel costruirsi i cunei regolabilifino a 26 cm di larghezza per superare iltratto chiave della salita (**). Si trattavaallora, se non mi sbaglio, della terza sali-ta, e ad oggi, l'alone reverenziale che lacirconda, non vede candidati in lizza allaprova.

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L'INCONTRO...Provenendo da siti diversi per un sopral-luogo ambientale ci incrociammo a metàmattino dell'8 dicembre ’75 sul ghiacciaiodel Gigante; Franco e Lorenzo proveniva-no dal Mont Maudit, io e Comino dalMont Blac du Tacul; intenzioni comuni diobiettivi diversi all'imminente inverno.Brevi presentazioni, il resto al comodo ecaldo rifugio Torino e, come si convieneper l'occasione, reciproco scambio dei nu-meri telefonici un “...Ci sentiamo percombinare, ciao...”.Poi la tragedia che scosse l'ambiente alpi-nistico occidentale, Lorenzo Pomodoro,amico e compagno di Franco con cui divi-deva le sorti in parete, morì assieme adaltri in un incidente d'inverno sul montePisanino nelle Alpi Apuane.La casualità della vita, di per sé impreve-dibile, il suo desiderio di continuare, per-mise un rapporto di amicizia che nel pro-sieguo delle stagioni armonizzò i caratte-ri nella comune passione. In ferie, passammo alcune estati in ValFerret dedicandoci al versante sud delleJorasses ripetendo vie (es. Bonatti/Peyro-nell alla punta Yang) e aprendone (es.Tour Des Jorasses, integrale sperone sud)ed in autunno, nel magico ambiente del-le Marittime a noi caro. La sincera confi-denza, tra noi, mi permise - apparente-mente - un recupero psicologico dall'inci-dente sulla Nord del Cervino nel 75: nonmi pareva vero...DESTINO...Settembre 1980, sera: le poche parole cheal telefono udii mi comunicavano che lavita di Franco era terminata, il desiderioche lo aveva portato all’Everest, l'energiae l'impegno profusi in esso segnarono, alcolle sud, il destino... per sempre.DISCORRENDO...Della Torre Gialla me ne accennò Francochiacchierando di vie nuove da aprire.“Vedi, mi disse, anche gli alpinisti soventesi condizionano al luogo e altro non ve-dono; al rifugio Questa, ad esempio, mi-rano tutti alla zona del Prefouns o allecreste Savoia; è anche vero che chi dal ri-fugio sale al passo delle Portette, sonoescursionisti o alpinisti cui l'interesse di ri-cerca non coinvolge... Per effetto di pro-spettiva - continuò - si coglie l'essenzadella Torre all'inizio dei tornanti verso ilpasso: anzi, più che una Torre pare laprua di una nave che si impone dalla te-sta del Claus.INSIEME…1976, primavera avanzata: nel tardo po-meriggio di un sabato deponiamo gli zai-ni innanzi la porta del rifugio, di neve neabbiamo pestata a sufficienza, guardan-do a valle, la pista sembra uno sghiribizzodi quadro d’autore.Mattino: alla base della Torre la mia sen-sibilità è scossa; nella geometrica struttu-ra vi è riposta la fantasia poetica di ognialpinista: un muro giallo/rosso, liscio, siinnalza verticale fino a due sbarramentidi tetti posti asimmetrici in obliquo dadestra a sinistra di pronunciati diedri; ol-tre, ancora diedri; la logicità di due viepassanti ai lati dei tetti è palese all'evi-denza.Il tempo imbronciato di primo mattino è,di per sé, un avvertimento, un valore cuiprestare attenzione nel prosieguo del

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giorno, ma, qui non siamo in quota ma inun posto tranquillo.Ci innalziamo nel diedro di destra perdue lunghezze di corda tra fessure e die-dri giocando d'equilibrio sul verticale del-la parete... Comodi al terrazzino del se-condo tiro ci domandiamo che fare, ifiocchi di neve, che in prima battuta figu-ravano scomposte lettere di un annuncia-to messaggio, ora, grevi e silenziose, dan-zano al vento: veloce calata con buonipropositi... disattesi.L'IDEA SI RIPROPONE...Fine autunno ’85: è mio carattere, ovepossibile, fare il sopralluogo nella zonaove d'inverno intendo mettere le mani,così mi trovo, un giorno, diretto al colledelle Portette intenzionato a scenderenella combe per visionare la W della testadel Claus.Sono solo, è questione di un attimo, unafrase smarrita nella memoria mi scuote;“…Gli alpinisti altro non vedono..” LaTorre!, accusai un botto di calore corpo-reo, avvertendo in me il disagio al ricor-do... ”Più che una torre sembra...”. Rinsa-vito, osservai la torre che come un iconarifletteva il vissuto della nostra storia, igiorni pieni e intensi su tante pareti, pro-seguii turbato monologando nei ricordi.PENSANDO A FRANCO...Estate ‘86: con Gene e Mario è il secondotentativo sul percorso del 1976; memoredell'esperienza precedente porto duechiodi a pressione per una sosta alquantoprecaria, veloci superiamo le prime duelunghezze, la terza, pervenendo in sostaforo e fisso i chiodi; recuperati, gli amicigongolano sulle staffe per la sosta sicura.Il prosieguo è una fessurina che incide lostrapiombo da destra a sinistra, lo supe-riamo in delicato artificiale su chiodipiantati dal basso verso l'alto, poi in libe-ra per otto lunghezze su roccia di mediadifficoltà pervenendo in cima.Scendendo, ci soffermiamo al colle pervalutare il vero problema della Torre: lalinea di diedri che si innalza a sinistra deitetti.LA PRIMA VOLTA... NEI DIEDRI DI SINI-STRA...Giugno ‘87: il baldanzoso quintetto, nel-l'insieme festaiolo, muove verso la Torreassaporando preventivamente il risulta-to... “Massì, godiamoci la domenica,apriamo la via che è pur sempre esperien-za e poi via...via?..” Dall'attacco, il primotiro spicca in tale evidenza da non porredubbi: il diedro, lo strapiombo, il muret-to, la sosta. Mi innalzo, supero il diedro,gli strapiombi, libera stupenda, qualchechiodo, ma giunto al muretto la sorpresa:in realtà è un blocco semistaccato di no-tevoli dimensioni pencolante nel vuoto,provo ad aggirare l'ostacolo, ma privo dialtra soluzione lo affronto. Con cautelami innalzo sfruttando la fessura per alcu-ni metri; un passo prudente in artificialeseguito la libera delicata e sosto. Dalla so-sta, ciò che segue da l'impressione di mol-to impegnativo e, essendo noi in cinque, iconti non tornano e il tempo vola, invitoGene a salire informando gli amici chescendiamo,... Scendete?.. amichevole con-traddittorio, un po' di scena... Ci avevipromesso che... Già, avevo promesso...IL CHIODO A PRESSIONE...28 Giugno, mattino: Gene, Ferrero ed io

sostiamo al primo tiro, la partenza del se-condo mi mette a dura prova proseguen-do costante fino ad una placca che inibi-sce la continuità; non passo! e il chiodinoextrapiatto nell'esile fessurina non miconvince, provo in artificiale e volo; ripro-vo idem, scendo o buco? ecco il dilemma,dalla sosta gli amici non esitano: “Buca”e vai, con te… noi… pochi minuti e ilchiodo infisso luccica come un diamante.Proseguo su costanti difficoltà pervenen-do nel diedro intravisto dal basso, un’ al-tra lunghezza fra diedri e strapiombi nelcomplesso molto impegnativa adduce acomoda sosta.. Ancora un tiro, un passoimpegnativo, poi lo sperone di media dif-ficoltà invita alla cima.CONFIDENZE...Nel periodo in cui Franco gestiva il rifugioGenova combinammo alcune salite sulversante est dell’Argentera. Una di que-ste, la sera antecedente la salita, sedutifuori dal rifugio avvolti nell'atmosferamutante della luce, ci confidammo comeadolescenti sul perché della vita e dellapassione per l'alpinismo che, per noi, erail gioco con l'io, consapevoli del limite al-la libertà di agire.Le parole, scevre dall'abituale inibizione,si dissolvevano alla sinfonia naturale delluogo.Ad un certo punto della conversazione,preveggendo la casualità o fatalità dellavita, Franco mi disse che, in caso di mor-tale incidente all'Everest, desiderava chela spoglia rimanesse in luogo; accusai unoscossone ma non dissi nulla, poco doporientrammo in rifugio, domani ci aspetta-va una via classica, al caldo sole e azzurrocielo...Fu l'ultima volta, l’imminente partenza,gli ultimi preparativi non permisero altroincontro. Ci sentimmo alcuni giorni primadel viaggio, una telefonata breve, senzagiri di parole, perché l'esperienza matu-rata nelle Alpi non abbisognava raggua-gli, eppoi non era la prima spedizioneche Franco affrontava questa, semmai,aggiungeva un di più che egli agognava.Al termine mi disse.: “Tienti in forma, unmese passa in fretta...”.“Certo, - dissi - non mancherò...”.Ciao Franco.

Alessandro Nebiolo(*) Montagne Nostre n. 154, Agosto 2003, Numerospeciale ”Cento anni di Corno Stella”

(**) Alpi Marittime ed. 1990, Vol. 2, foto n. 42 conitinerari

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Il lago delle Portette dal Rifugio Questa

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rare timidamente il suo stesso profilo ver-so la cima. Questa linea diverrà per tutti eper sempre la Via degli Sloveni, testimo-nianza e segno indelebile della loro primaascensione. Da allora solo una manciata diripetizioni e poche le informazioni affida-bili a riguardo.Ormai sono le 11 e siamo a Montanvers:da qui la parete quasi non si vede. Scen-diamo le scalette che portano sul ghiac-ciaio. Mettiamo piede sul Mer de Glace einiziamo il lungo avvicinamento. È incre-dibile come in questi stessi luoghi, d’inver-no, in pochi minuti con gli sci si possascendere verso valle. Ora invece, si risalecon penoso zig-zag una pietraia, per ore.Alla confluenza del bacino del Tacul equello del Leschaux ci fermiamo per unbreve spuntino, la temperatura al sole èancora gradevole. Poco dopo entriamo nel cono d’ombradella parete. Quanto più ci si avvicina ver-so di essa tanto più il ghiacciaio divienetormentato. In direzione del Croz ci sonodei crepacci enormi… difficilmente aggi-rabili. Dunque, ci dirigiamo verso laWalker per poi traversare decisamenteverso destra. Arriviamo sotto l’ultimoostacolo prima di giungere all’attacco. Èun seracco, all’apparenza poco stabile,che cerchiamo di superare velocemente.Da qui le prospettive sono davvero ingan-nevoli, la parete non sembra nemmenopoi tanto grande. Mi rendo conto del mioerrore di valutazione solo quando scorgouna cordata sulla Colton-McIntyre… I duealpinisti sono due puntini piccoli, piccoli ela parete è impressionante! Sono circa le 18. Individuiamo un postoadatto ad accogliere il nostro bivacco. Ho-tel Grandes Jorasses, 4 stelle in ridenteambiente alpino, nemmeno troppo caro,solo… un poco fresco.Non impieghiamo molto a preparare lapiazzola nella neve, solo quel che bastaper rimanere in piano da sdraiati. Ci sareb-be voluto troppo tempo per scavare unatruna nella neve, preferiamo quindi soffri-re un poco di freddo in più ma risparmiarele energie per la scalata. Bivacco all’ad-diaccio dunque. Questa è l’immagine piùnitida e profonda che conservo di questastraordinaria esperienza. La foto “a sor-presa” che mi ha scattato Arnaud è emble-matica. Io assorto nei miei pensieri, con losguardo volto nel vuoto e alle spalle ilCroz illuminato dagli ultimi raggi di sole.Lunghi periodi di tempo passano senza la-sciare traccia nel nostro animo. Giorni vuo-ti e uguali che si recriminano come perdu-ti, senza avere l'impressione di avere vera-mente vissuto. Queste ore restano inveceindelebili nei nostri ricordi a vivificare conun soffio eroico le nostre piccole ipocrisiequotidiane. Solo il morso della fame riescead interrompere questo idillio. La serata passa tranquilla sotto una miria-de di luminosissime stelle. Verso le 3.30superiamo la crepaccia terminale nel pun-to più accessibile. Questo ci costringeperò, per raggiungere il primo nevaio, adeffettuare un lungo traverso orizzontale(circa due tiri di corda). Il traverso si rivelapiuttosto delicato a causa del ghiaccio ne-ro e marmoreo. Attraverso poi una brevee ripida goulotte giungiamo sul primo ne-vaio. Da qui una rampa di neve (50-55gradi) ascendente verso sinistra per circa

150/200 m conduce al primo sistema digoulotte. La progressione è continua epiuttosto veloce in conserva protetta, maitroppo difficile, sui 60-65 gradi per circa200 m. Una brezza fresca ci annuncia l’al-ba mentre giungiamo finalmente al secon-do nevaio. Dalla fine del secondo nevaiole cose si fanno indiscutibilmente più serie.Superiamo un diedro canale in dry e poitre tiri di corda di circa 50 metri ciascuno,su ghiaccio a tratti molto sottile, inclinatosino a 80-85 gradi. Arriviamo al terzo edultimo nevaio. Oramai, abbiamo superatooltre due terzi di parete e ci fermiamo perfare “rifornimento”. Ci mancano gli ultimi250/300 m di salita… i più difficili. Superia-mo una goulotte completamente secca,arrivando sul filo di cresta dello speroneCroz, qui l’ambiente è davvero notevole.Dopo un tiro su roccia di IV/IV+ la progres-sione verso l’alto sembra sbarrata da unmuro di roccia verticale, qualche dubbio ineffetti ci viene. Poi, proseguiamo per l’uni-co itinerario logico, affrontando un lungotraverso ascendente verso destra, su nevedura ma sottile, dove risulta arduo proteg-gersi adeguatamente.Alla fine del traverso si gira dietro unospigolo verticale, con roccia abbastanzamarcia, che pare precludere la via. Il com-pagno appronta una sosta improvvisata:un friend, un microfriend, un chiodo for-se. Dei tre punti di sosta non so quale fos-se il più aleatorio. E dopo? Dopo, solo ilpassaggio chiave della via… a soli 80 me-tri dall’uscita. Là, su quella rampa fatta adiedro, avrebbe dovuto esserci del ghiac-cio, poco forse, ma del ghiaccio. Ora inve-ce la rampa si presentava come una placcadi roccia ricoperta da uno strato di verglasdi circa 2 o 3 centimetri, improteggibili.Erano 10 metri in dry difficili, poi la ram-pa mollava e il ghiaccio diventava più ab-bondante. La sosta, la rampa, la consape-volezza del “vietato cadere” per non ri-schiare un rientro express verso l’hotelGrandes Jorasses. Lassù, qualcosa di noi èrimasto. Qualche istante, un pugno diemozioni, un angolo di vita. M5 o forse M5+ dirò poi io, M6+ dice in-vece l’ultima relazione recuperata daMaurizio! Ma chi può dirlo? Non sarannodegli sterili numeri a mettere al guinza-glio le nostre emozioni.Arnaud si toglie lo zaino, troppo greve perun simile passaggio. Io mi slego da unacorda per legarvi lo zaino dell’amico e ri-mango solo su una corda… gemella. Tremetri in traverso verso destra, due in verti-cale, le punte delle picche su due scheggedi roccia, il monopunta del rampone sini-stro appoggiato delicatamente sul leggerostrato di verglas e l’altro in spaccata sulla

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faccia destra del diedro. Arnaud riesce aproteggersi su un chiodo a lama sottile la-sciato dagli sloveni. Alla fine cosa sono nelquotidiano 8 metri messi in orizzontale?Nulla. Messi in verticale invece, sulla Norddelle Jorasses possono anche dare sensopregnante a 40 minuti di arrampicata stre-nua e a un turbinio di emozioni. Click… èil secondo chiodo (nascosto) lasciato daglisloveni che Arnaud riesce prima ad indivi-duare e poi a moschettonare. Il suo oc-chiello però è rivolto verso il basso e la suatenuta è molto aleatoria.Il compagno accascia la testa sulla picca si-nistra, il momento di crisi interiore ha rag-giunto il suo culmine. Alè, Arnaud, alègrido io! E lui stesso ripete quelle paroleper scuotersi. Fortunatamente l’amico èun ragazzo con delle risorse morali ine-sauribili e supera quel difficile momento.Le due piccozze appoggiate delicatamen-te sulla placca verglassata, 1.000 metri diaria sotto i piedi! Un lamento coraggiosorimbomba poco sotto la cima del Croz…Riposizionare l’equilibrio e spostare ilrampone verso una tacca con la speranzadi proteggersi. Un Camalot n. 2 entra inun buco quadrato verso destra. È finita.Ancora 3 metri, entrano 2 viti da ghiaccio.Il mio compito è ben più facile. Arriviamoalla breccia tra la cima del Croz e la puntaMagali. Un sole caldo sul versante sud ciaccoglie. La Nord delle Jorasses è fatta. Non lo sappiamo ancora ma ci attendonogli orrendi e pericolanti sfasciumi del Crozversante sud. Sei calate a corda doppia, inmezzo al terreno più scabroso in cui siamai passato, ci separano dai Rochers duReposoir. Alle 20 siamo al Boccalatte, alle23 a Courmayeur.Il mattino seguente a Parma, al lavoro.Tutti gli uomini sognano. Non però allostesso modo. Quelli che sognano di nottenei polverosi recessi della mente si sve-gliano al mattino per scoprire che il sognoè vano. Ma quelli che sognano di giornosono uomini pericolosi, giacché ad essi èdato di vivere i sogni ad occhi aperti e farsi che essi si avverino. Fate che i sogni di-vorino la vostra vita, affinché la vita nondivori i vostri sogni.

Emanuele Camera - sezione di Ovada

Bivacco alla base della parete

Il lungo traverso verso destra per giungere alcrux dell’intera salita

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lire il canalino dell’Innominata per vederelo scenario di quella che ritengo la paginapiù drammatica della carriera di Bonatti,quella ritirata dal Pilone Centrale che nel1961 costò la vita a quattro alpinisti che fa-cevano parte della cordata (i francesi An-toine Vieille, Robert Guillaume e PierreKohlman ed il nostro Andrea Oggioni). Perun motivo o per l’altro più volte la salitasaltò all’ultimo momento ma finalmente,nell’agosto del 2009, par-tito alle 5 dalla Baita Ze-rotta con l’amico Andrei-no alle 13 siamo sul colledell’Innominata e conmolta emozione mi affac-cio sul tormentato ghiac-ciaio del Frêney. Sul colletre lapidi ricordano il sa-crificio di Oggioni e mi ri-vedo la pagina de “I gior-ni grandi” nella quale Bo-natti racconta di esserestato assalito da un doloreincontenibile alla notizia,portatagli da Gaston Re-buffat al rifugio Gamba,della morte dell’amico.Dopo aver ammirato lecreste della Noire e dellaBlanche di Peterey inizia-mo la discesa e, passando a fianco dei rude-ri del rifugio Gamba non posso fare a menodi ricordare una frase de “I giorni grandi”in cui Bonatti, giunto stremato al rifugio,afferma che “i dispersi avevano finalmentetrovato gli uomini che erano andati a cer-carli”. Per quella tragica scalata Bonattisubì diversi attacchi dai giornali e ricevetteaccuse ingiustificate che lo ferirono nelprofondo. Viceversa uno dei superstiti, Pier-re Mazeaud, (l’altro fu Roberto Gallieni) so-stenne che senza la forza e l’abnegazionedi Bonatti sarebbero morti tutti e la Franciagli assegnò la Legione d’Onore ‹‹per la con-dotta coraggiosa e la solidarietà fraternamanifestate nella drammatica impresa››.L’anno successivo, quasi a voler suggellareil loro legame di stima ed amicizia, Bonattie Mazeaud aprirono una nuova difficile viasulla parete sud delle Petites Jorasses chevollero chiamare “Via dell’Amicizia”Voglio infine raccontare un episodio che mifece molto piacere. Intorno a capodannodel 2002, come faccio tutti gli anni, parto

dalla Baita Zerotta (quella volta con vecchisci da fondo) con uno zainetto leggero, conl’intenzione di salire al Combal a fare duefoto e ridiscendere in tempo per il pranzo.Mentre sto per raggiungere La Visaille sen-to in lontananza il rumore di una grossamotoslitta che risale la Val Veny e giunta altermine del piano, al bivio per il Monzino,si ferma. Ne discendono 4 persone, duedonne e due uomini, che scaricano gli sci

d’alpinismo dalla slittaagganciata dietro, li cal-zano ed iniziano a sali-re, piuttosto lentamen-te, per la verità. Incurio-sito, mi soffermo a scat-tare qualche foto conl’intento di farmi rag-giungere e vedere chisono “questi qui chevanno in giro con la mo-toslitta e meno male chesi sono fermati li sotto”.L’ultimo della fila seguecon particolare atten-zione l’andatura delladonna che lo precede edè prodigo di consigli.Man mano che si avvici-nano mi sembra di rico-noscerlo ma mi sembra

impossibile. Quando mi raggiunge, il primodella fila risponde al mio saluto dicendomi:“che bella macchina, chissà che belle fotoriesci a fare!” Essendo ormai certo di averloriconosciuto, gli indico l’ultimo della fila erispondo: “Certo che a lui basta la Polaroidper fare belle foto” e scoppiamo a ridere.Dopo un attimo, con grande piacere, strin-go la mano di Walter Bonatti che mi pre-senta la sua signora, la ancora affascinanteRossana Podestà (alla prima esperienza conle pelli di foca), ed i suoi amici di cui pur-troppo non ricordo il nome. Gli ricordo lasua venuta ad Alessandria di pochi anni pri-ma e, con mia meraviglia, risponde che si ri-corda perfettamente della maglietta del70° che gli avevamo regalato ma anche deimaleducati che aveva scaraventato durantel’incontro con i ragazzi. Saliamo tra unachiacchiera e l’altra, tra una pelle che fazoccolo ed uno scarpone che fa male finchènon decidono di fermarsi “che tanto è l’oradi mangiare qualcosa”. Faccio per salutaree proseguire la salita quando Walter mi of-fre un pezzo di pane e di formaggio. Nontento neanche di rifiutare: anche se mancapoco, al Combal ci andrò domani! Termina-to il frugale pasto iniziamo la discesa ma,giunti quasi al piano, nell’attraversare il co-noide della valanga sotto La Visaille finiscocontro un blocco di neve e mi si apre unascarpa. Raggiungo gli sciatori vicino allamotoslitta con gli sci a spalle (uno con lasuola della scarpa fissata all’attacco) ed ilbellissimo calzettone rosso incrostato di ne-ve. Vista la situazione Bonatti mi invita asedermi sui loro sci sistemati sulla slitta e miporta sino alla Zerotta. Un cordiale saluto evia di corsa non vedendo l’ora di raccontarea qualcuno del piacevole incontro. Ovvia-mente, giunto in baita nessuno dei presenticrede al mio racconto ma tant’è: nessuno diloro potrà mai raccontare di essere stato inmontagna con Walter Bonatti!

Bruno Penna (sezione di Alessandria)

In queste settimane, successive alla suascomparsa, le imprese di Walter Bonatti so-no state ricordate e rievocate da televisionee giornali, non solo quelli della stampa spe-cializzata perchè Bonatti era un “personag-gio”, osannato dai moltissimi ammiratori ecriticato dai pochi, per la verità, detrattori.Non è pertanto il caso di parlare delle im-prese ma del ricordo che la figura di Bonat-ti mi ha lasciato. Per me, bambino innamo-rato della montagna, era un mito e tale èrimasto sino alla sua improvvisa scomparsa.Ho letto tutti i libri scritti magistralmenteda lui ed altri, di autori diversi, che comun-que parlano delle sue imprese e delle sueavventure e mi sono fatto una idea sull’uo-mo Bonatti: il fatto che non sia mai sceso acompromessi con gli altri e, tanto meno,con se stesso ne ha fatto un esempio di raraonestà morale. Personaggio famoso ma maiinvadente, disponibile al colloquio ed affa-bile oratore è stato per me un piacere aver-lo ascoltato dal vivo in due occasioni (1988e 1998) quando fu ospite ad Alessandria inaltrettante serate organizzate dal CAI. Nel’98, oltre alla conferenza serale, fu organiz-zato anche un incontro con gli studenti del-le scuole cittadine e la partecipazione el’interesse dimostrato dai ragazzi superaro-no ogni aspettativa ed anche se la maggiorparte di loro non aveva mai sentito parlareprima di Walter Bonatti ascoltava con at-tenzione il racconto delle imprese e delleavventure dalla viva voce del protagonistaintervenendo con domande pertinenti eopportune. I pochi maleducati disturbatorierano stati, nel frattempo, energicamenteinvitati da Bonatti stesso a lasciare la sala ea non rompere le scatole. Quell’interessedei ragazzi mi ricordò di quando, a mia vol-ta ragazzo, aspettavo l’arrivo di “Epoca”, acui mio padre era abbonato, sperando ditrovarvi il racconto dell’ultima avventura diWalter Bonatti: staccavo con cura quei fa-scicoli dalla rivista e dopo averli letti e rilet-ti li raccoglievo in una cartella di cartoneed ancora oggi li conservo, da qualche par-te, in cantina. Nel 1968 mi regalarono “Lemie montagne” che penso di aver letto al-meno una decina di volte ed ogni volta so-gnavo di poter ripetere almeno una salitadi Bonatti ma immediatamente mi rendevoconto che sarebbe stato impossibile. Unacosa che era alla mia portata di modesto al-pinista, mi ero sempre ripromesso però: sa-

Un grande alpinista, un grande uomo

RICORDO DI WALTER BONATTI

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la Scuola di sci-alpinismo IntersezionaleAlphard che organizza quest’anno il 16°corso di base. Il corso, organizzato su seiuscite nel periodo gennaio-aprile intendeavvicinare a questa meravigliosa specialità,adatta a tutti e sicura se svolta con pruden-za e preparazione.In merito all’avvicinamento della montagnaper i giovani è stata proposta alle scuoledella città un programma di attività di Alpi-nismo Giovanile, guidata dall’Accompagna-tore di Alpinismo Giovanile Giulio Salini,con lo scopo di avvicinare le nuove genera-zioni a questo mondo. Ci saranno poi tuttauna serie di gite, soprattutto a inizio stagio-ne, in cui l’obiettivo principale è portaregruppi familiari a contatto dell’ambienteescursionistico ma ancora di più a contattofra di loro: i bambini ed i ragazzi superanola fatica se si trovano fra di loro in un am-biente giocoso che li distrae e li motiva.Le prime date 22 gennaio e 26 febbraio. In-fine si ripropone un fine settimana per fa-miglie con permanenza di una notte in am-biente con accampamento in tenda (possi-bile alternativa in rifugio per chi avesseproblemi o in caso di maltempo; periodometà luglio, località probabilmente Lagodel Laus, Valdieri). Anche questa attività halo scopo di avvicinare le famiglie fra di loroed all’ambiente montano e di avvicinaretutti ad un rapporto più stretto con l’am-biente naturale come succede nel trekking.Questa iniziativa, nonostante un buon inte-resse e numerose adesioni, si è dovuto can-cellarla nel 2011 causa maltempo dopo duetentativi. Ahimè, la montagna questo ci na-sconde: l’imprevedibilità delle condizionimeteorologiche. E questo ci insegna, abi-tuati a programmare tutto e a tempi con-tingentati per cui la più piccola variazionedi programma ci manda nel panico: ci inse-gna che ci sono cose più grandi di noi, chenon possiamo gestire o controllare.Insomma la Sezione di Alessandria propo-ne da sempre percorsi di conoscenza primaancora di semplici percorsi da camminare:quelli si fanno comunque!Buon 2012 con il CAI.

Max Avalle - sezione di Alessandria

Anche quest’anno si programmano le atti-vità. Bilancio di un 2011 con molte ombreanche se alpinisticamente il sole splendesempre. E nel 2012 sarà ancora più brillan-te. La sezione di Alessandria presenta il pro-gramma delle sue attività per l’anno 2012.Il programma del prossimo anno sarà ispira-to e guidato da tre vie principali: l’avvicina-mento dei giovani alla montagna, la neve eil trekking. Caso mai fosse da ribadire per trekking siintende l’attività escursionistica (per questasolamente il termine inglese corretto èhiking) che si sviluppa su più giorni possibil-mente in autonomia senza aiuti esterni. Siinizia con 4 giorni nel ponte del 1° maggiocon Bruno Penna nella Penisola Sorrentina.L’ultimo weekend di giugno tre giorni ditraversata nelle Alpi Liguri per completareun itinerario già iniziato gli anni preceden-ti. Tra luglio ed agosto si proporrà l’attivitàprincipale: la Grande Randonée GR20 attra-verso la Corsica (parte sud, circa una setti-mana; la parte nord, già fatta in diverseedizioni, sarà riproposta il prossimo anno;possibilità di unire una settimana di vacan-za sulle magnifiche spiagge dell’île deBeauté). A maggio potrebbe essere propo-sto, a richiesta, uno dei più bei trekkingd’Europa: Selvaggio Blu in Sardegna. Vistol’impegno il numero dei partecipanti saràmolto ridotto.Per quanto riguarda le attività sulla neveoltre alle periodiche gite sociali con le rac-chette da neve o ciaspole (periodo gennaio-aprile; inclusa la ciaspolata al chiaro di lunail primo weekend di marzo) si organizza uncorso di avvicinamento alle medesime perchi se ne voglia avvicinare per la prima vol-ta. I punti salienti saranno soprattutto la si-curezza nell’ambiente innevato.Il tema della sicurezza in montagna è cen-trale da parecchi anni per il CAI (tanto daavere una commissione tecniche e materialiper gli studi sulla sicurezza, in cui la sezioneha da poco tempo un membro effettivo, eduna commissione medica per le problemati-che della salute in montagna).Il CAI di Alessandria ha inoltre da parecchianni un ruolo di leadership nell’attività del-

Sezione di Alessandria

IL PROGRAMMA 2012

Il CAI di Casale torna in Sardegna, terra aspra,selvaggia, affacciata su un mare cristallino,già conosciuta nei due trekking, alla fine de-gli anni 90 e nel 2001 nel golfo di Orosei e nelSupramonte. Questa volta il territorio saràquello minerario dell’Iglesiente, se possibileancor più selvaggio e poco conosciuto dal tu-rismo. Un territorio di 600 km2 scarsamenteantropizzato, ricco di una natura mediterra-nea estremamente varia, che si affaccia sulmare lungo 50 km di spiagge sabbiose, falesiea strapiombo, fiordi e calette; un territorioestremamente tormentato da un susseguirsidi valli, crinali, torrioni e pareti strapiombanti,brulle distese di roccia, sorgenti e fitte fore-ste. Gli fanno da cornice piccoli centri abitati,Vallermosa, Vuillacidro, Domusnova, Iglesias,Buggerru, Fluminimaggiore, in cui le antichetradizioni fanno ancora parte della vita quoti-diana. Un’area caratterizzata da interessantis-simi fenomeni geologici che ne hanno deter-minato una lunghissima storia mineraria chedal primo millennio a.C. è arrivata agli ultimidecenni del 1900. Una storia che andremo ascoprire con interessanti visite guidate, che ciaiuteranno a conoscere in profondità, non so-lo gli straordinari aspetti naturalistici, ma lamillenaria storia dell’uomo in questo affasci-nante territorio. La data, inizialmente previstatra il 25 aprile ed il primo maggio, è stata spo-stata alla settimana tra lunedì 30 aprile e do-menica 6 maggio, per evitare la sovrapposi-zione con il trekking del CAI Valenza in CostaAzzurra, cui ha aderito la nostra sezione.Questo spostamento ci permetterà peraltro diassistere, il primo maggio, alla grande festa diS. Efisio, a Cagliari, con la sfilata dei diversi co-stumi tradizionali dell’isola. Negli altri giornisi effettueranno le più interessanti escursionidel territorio, con partenza in pullman dall’al-bergo di Iglesias dove saremo alloggiati. Leadesioni si raccolgono da inizio gennaio intempi rapidi per la prenotazione del volo.Per maggiori informazioni telefonare a:sede CAI il giovedì dopo le 21,30 (tel.0142/454911); Franco Barbano (3358067796);Enrico Bruschi (3472448070).

Sezione di Casale Monferrato

RITORNO INSARDEGNA

La presenza dei soci, che per anni continua-no a rinnovare l’adesione, permettono allesezioni di crescere e di svolgere tute le atti-vità istituzionali del Club Alpino Italiano,organizzate dalla sezione di appartenenza.L’augurio che si può rivolgere ai soci pre-miati è di raggiungere un traguardo succes-sivo e trasmettere ad altri la passione per lamontagna, continuando a rinnovare l’iscri-zione al sodalizio.

Umberto Pallavicino

Questi i soci cui è stato consegnato il rico-noscimento: Gianna Marchione, UmbertoPallavicino, Franco Pastore (50 anni: aquilad’oro). Franco Campassi, Bruno Demichele,Mauro Fornaro, Fabrizio Ghè, Pietro Leonci-ni, Maria Luisa Marchetti, Andrea Omodeo,Pio Pesce, Franco Ravera, Pier Franco Robot-ti, Farshad Sabahi e Claudio Trova (25 anni:aquila d’argento).

Lo scorso 20 novembre, nel corso dell’an-nuale pranzo sociale della sezione dei CAIdi Alessandria, sono stati consegnati i rico-noscimenti di appartenenza al sodalizio da25 e 50 anni: una semplice cerimonia, comedi consuetudine, ma piena di significato. Il Club Alpino Italiano non richiede ai suoisoci capacità alpinistiche particolari, bensìun autentico amore per la montagna e ladisponibilità a coltivare quello spirito asso-ciativo che è il lievito di tutta la prestigiosae impegnativa attività del sodalizio.L’appartenenza al CAI significa condivideregli ideali dell’associazione e rinnovare l’a-desione per vari anni significa credere inquesti ideali e nutrire una forte passioneper la montagna.Solo chi sa apprezzare con la difficile scala-ta anche la semplice passeggiata nel boscoè degno di percorrere le grandi vie e sem-pre la montagna lo gratificherà.

Sezione di Alessandria

AQUILE D’ORO E D’ARGENTO

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Settembre è ora di partire. Il nostro viaggiodi fine estate ci porta quest’anno in Abruz-zo: terra di aspre montagne, fitte foreste,sorgenti purissime, antichi borghi, stermina-ti pascoli e grandi silenzi. Si parte domenica18: siamo ottanta soci tra le sezioni di Va-lenza, Casale, Ovada e Acqui Terme.Tempo soleggiato, soste culturali a San Ma-rino e a Loreto, per arrivare nel tardo pome-riggio a Roseto degli Abruzzi che sarà la no-stra base logistica. Sul pullman facciamo unaprima indagine per sapere chi farà l’escur-sionista e chi il turista: la proporzione saràmediamente circa 30 e 50. Per la cena saran-no nostri ospiti alcuni amici del CAI di Tera-mo che con grande entusiasmo e professio-nalità ci accompagneranno alla scoperta delterritorio. Dato che il tempo volge al brutto,concordiamo di posticipare la salita al CornoGrande per il fine settimana anticipando iltrekking urbano a Roma per gli escursioni-sti, mentre i turisti visiteranno L’Aquila ed illago di Campotosto. Saggia decisione: infat-ti nella notte sul Gran Sasso cade la neve.Il lunedì si parte con un tempo pessimo cheperò migliora verso la Capitale tanto da far-ci trascorrere una bellissima giornata allascoperta di una Roma insolita con una ina-spettata guida locale, Claudio cugino di Si-sto, che con grande passione ci descrive iluoghi visitati attraverso aneddoti e richiamistorici. Il sacchetto pranzo viene consumatosugli scalini della fontana di piazza S. Mariain Trastevere davanti ai magnifici mosaicidella facciata. I turisti hanno visitato con leguide la parte accessibile dell’Aquila. Allasera sono turbati e silenziosi.Martedì si va comunque in montagna suiMonti della Laga sfidando il tempo minac-cioso. Gli amici Luciano, Pino e Luca, che ca-richiamo a Teramo, ci guideranno partendoda Cesacastina tra ampi pascoli e secolarifaggete verso un bellissimo anfiteatro dettodelle cento fontane dove nascono tutti i ri-voli che creano i caratteristici scivoli. Il tem-po tiene fino alla sosta pranzo poi la piog-gia ci accompagnerà fino al paese. Qui altriamici ci accolgono con un fumante piatto dipenne all’arrabbiata in attesa del gruppo dituristi che ci raggiungerà, dopo aver visitatoi borghi incantati di Campo Imperatore, perla mitica “pecora alla callara”, tipico piattolocale dagli intensi profumi di tradizione pa-storale, offerto dalla sezione di Teramo. Pergli onori di casa saranno presenti anche ilpresidente Luigi De Angelis con alcuni consi-glieri. Mercoledì il tempo migliora decisa-mente sul versante aquilano e l’amico Filip-po ci consiglia la magnifica salita al MonteCamicia. Si parte da Fonte Vetica, 930 m didislivello senza un attimo di respiro con bal-

conate panoramiche sui pascoli di CampoImperatore e la verticale parete nord di que-sta montagna che ricorda molto l’ambientedolomitico. In vetta panorama grandioso fi-no all’orizzonte con in primo piano il GranSasso che ci sfida nella sua selvaggia bellez-za. Prima di tornare, breve sosta in un alle-vamento-macelleria con barbecue per assag-giare i famosi “arrosticini”. Giovedì tutti alleTremiti con veloce motonave da Termoli. Gliescursionisti vanno alla scoperta dell’isola diS. Domino percorrendo ombrosi sentieri fra ipini di Aleppo alla ricerca delle calette piùsuggestive per un piacevole bagno. Rientroveloce in hotel perché alla sera abbiamo no-stro ospite il presidente della sezione dell’A-quila Bruno Marconi con signora. Durante lacena ci ricorda la tragedia del terremoto cheha reso inagibile la bella sede sociale situatain un antico palazzo del centro storico e ledifficoltà per mantenere in vita l’attivitàdalla provvisoria sistemazione in un contai-ner di un supermercato. Ci ha fatto omag-gio di alcune interessanti pubblicazioni sullastoria del CAI aquilano ed alla consegna del-la nostra targa commemorativa dell’incon-tro con il motto “uniti dall’amore per le no-stre montagne” ha ringraziato commossoperché non abbiamo dimenticato la sezionee la città. Venerdì solita levataccia. Con gliamici Filippo, Ilaria e Gennaro saliamo aCampo Imperatore con l’aspro massiccio delCorno Grande illuminato dal sole. Alcuniguardano perplessi e preferiscono la più fa-cile salita al M. Aquila per poi tenere com-pagnia a Ettore davanti alla solita grigliatadi Fonte Vetica. Altri titubanti riusciamo aconvincerli ed iniziamo la salita con passoadeguato in considerazione che il dislivelloè poco più di 800 metri ma il percorso è lun-go con alcuni falsopiani. Durante il tragittoci supera di corsa il figlio di Filippo, guida al-pina, che va ad arrampicare su uno spigolodel Corno. Alla Sella del Brecciaio si presen-tano a noi il Corno Piccolo con i suoi irti pin-nacoli ed il paretone tormentato del CornoGrande, con chiazze di neve, che dobbiamosalire. Non è una salita banale ma gli accom-pagnatori rinfrancano gli indecisi. In cinqueoptiamo per la via delle creste, fantastica sa-lita aerea con alcuni passaggi alpinistici. Ciincontreremo in vetta. Fa freddo, le nuvolehanno il sopravvento, qualcuno sotto l’oc-chio vigile di Giovanni Sisto inizia la discesache si presenta molto insidiosa per le rocceumide e la neve marcia mista a pietrisco. Co-munque tutti arriviamo alla Conca degli In-validi dove ricompattiamo e sostiamo per unbreve spuntino. Il cielo si riapre e ci gratificaancora di splendide visioni: chi aveva per-plessità è felice come un bambino. Si scende

Sezione di Valenza. Cronaca di un viaggio a fine estate

MAGICO ABRUZZO

rapidamente perché arrivano nuvoloni neriche scaricheranno su di noi un violento mafortunatamente breve acquazzone. Tornia-mo in hotel prima dei nostri turisti che, do-po la mattinata in spiaggia ed il pranzo inristorante, hanno visitato la bellissima cittàdi Ascoli Piceno con passeggiata finale a S.Benedetto del Tronto. Ci prepariamo per lacena di ringraziamento con ospiti i nostri ac-compagnatori, il presidente della sezione diTeramo, il vicepresidente, alcuni consiglieritra cui la dolce Ilaria che è stata la nostraconsulente per la stesura del programma. Ottima cena tipica abruzzese, eccellenti vini,signore eleganti, bella serata! Dopo l’omag-gio alle gentili ospiti della caratteristica stel-la alpina, opera del nostro maestro orafo ilvicepresidente Omodeo, la serata proseguecon saluti e ringraziamenti di rito e lo scam-bio di doni: la nostra targa commemorativadell’evento contraccambiata da un artisticopiatto in ceramica di Castelli dipinto a manodedicato alla nostra sezione e pubblicazionivarie edite dai due sodalizi. Sabato mattina-ta libera, tempo splendido. Chi va in spiag-gia, chi in bici, Giuseppe porta un gruppocon il pullman in una azienda agricola doveè conservata la più grossa botte d’Europa,mille ettolitri, con possibilità di acquistareprodotti tipici. Ottimo pranzo in hotel e sitorna. Rimandiamo i saluti con la promessadi ritrovarci presto. Poi mentre i pullmancorrono veloci verso casa ripensiamo alla no-stra intensa vacanza: abbiamo scoperto evissuto una terra bellissima che ci ha donatocolori, profumi, amicizie nuove e ritrovate,sensazioni, emozioni; è stato proprio un ma-gico Abruzzo.

Enea Robotti sezione di Valenza

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blea da parte della Sezione Centrale. Il mo-mento più qualificante dell’Assemblea èstato quello relativo ad una mozione pre-sentata dalla Presidente della Sezione diCuneo e approvata dall’Assemblea che im-pegna il Club Alpino Italiano ad operare se-condo modalità ecosostenibili e limitandoal massimo l’impatto ambientale, evitandodi organizzare e/o realizzare, direttamenteo indirettamente, autonomamente o in col-laborazione o compartecipazione con altrisoggetti pubblici o privati, iniziative che im-plichino o promuovano l’uso di veicoli mo-torizzati (auto, motocicli, quad, motoslitte)fuoristrada su sentieri, mulattiere o tratturie di veicoli a motore (elicotteri ed aeropla-ni) per finalità diverse da quelle di soccorsoe protezione civile, approvvigionamento emanutenzioni rifugi, manutenzione sentierie ricerca scientifica.Il presidente del CAI Piemontese inoltre hachiesto alle Sezioni di promuovere una rac-colta di firme in occasione del tesseramentoper far pesare ancor più la posizione delCAI contraria a qualsiasi proposta di LeggeRegionale che tenda a consentire l’utilizzodei mezzi motorizzati sui sentieri, mulattie-

re e tratturi anche regolamen-tandone l’utilizzo. Sono seguitidiversi interventi tra cui quellodella Sezione di Varallo che hapresentato il libro dei 40 annidel GRIM, ricordando il fonda-tore padre Gallino. Una copiadel libro è stata omaggiata alPresidente della Sezione ospi-tante e l’altra a Franco De Gio-vanni amico di Don Gallino,

per l’attività svolta a favore dell’AlpinismoGiovanile. Infine è stato presentato il progetto di uncorso per addetti stampa sezionali per ilPiemonte, a cui ha aderito anche il GR dellaValle d’Aosta, con lo scopo di realizzare unarete informativa che supporti il CDR e sia ri-volta sia alla comunicazione esterna al CAIsia a quella interna tra le Sezioni e lo stessoCDR.Nel corso della mattinata, durante i lavoridell’assemblea, si è organizzata una visitaguidata della nostra città a cui hanno parte-cipato gli accompagnatori dei delegati. Lavisita è stata particolarmente gradita daipartecipanti che hanno apprezzato la pro-fessionalità della guida che li ha accompa-gnati . Davvero una bella giornata, nonostante ilfreddo, che si è conclusa per alcuni consu-mando il pranzo nei locali del Kursaal peraltri visitando la nostra città e i mercatini diCorso Bagni apprezzando entrambi. La Sezione di Acqui del CAI e la città che laospita hanno superato l’esame e davveropossono candidarsi ad ospitare manifesta-zioni di ancora maggiore importanza.

Il 23 Ottobre scorso, presso ilSalone Kursaal in Zona Bagni siè svolta la 6a Assemblea delleSezioni Liguri - Piemontesi -Valdostane del Club Alpino Ita-liano. La manifestazione, orga-nizzata dalla locale Sezione delClub Alpino Italiano, ha avutoinizio con un minuto di racco-glimento per ricordare ungrande alpinista, un grandeuomo, un amico che non c’è più: Walter Bo-natti. Dopo il saluto dei partecipanti, anchea nome di tutte le Sezioni della Provincia diAlessandria, da parte del Presidente dellaSezione di Acqui Valentino Subrero è segui-to l’intervento del Presidente dell’Assem-blea Comunale Mirko Pizzorni, a nome del-la Città di Acqui; Pizzorni ha espresso il piùvivo apprezzamento per il lavoro svolto dalCAI per il territorio, ricordando anche laraccolta di fondi in favore di World Friendspromossa dalla Sezione. Mirko Pizzorni hainoltre candidato la nostra città ad ospitarel’Assemblea Nazionale del CAI in una delleprossime edizioni. L’assemblea è poi entra-ta nel vivo dei lavori con le relazioni deiPresidenti Regionali del CAI del Piemonte,della Liguria e della Valle d’Aosta rispetti-vamente Gino Geninatti, Giampiero Zuninoe Sergio Gaioni che hanno descritto l’atti-vità svolta dal CAI nel 2011 sul territoriodelle tre Regioni auspicando per il futurouna ancora più marcata sinergia fra le se-zioni Liguri, Piemontesi e Valdostane. Sonointervenuti diversi Consiglieri Centrali delCAI e il Vice Presidente Nazionale EttoreBorsetti che ha portato il saluto all’Assem-

Sezione di Acqui Terme - L’assemblea interregionale

INCONTRO TRA PIEMONTE, LIGURIA E VALLE D’AOSTA

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Con la tradizionale fiaccolata notturna a San Lorenzo si sono con-cluse le attività. E’ stato un anno ricco di iniziative e caratterizza-to come sempre da un’ampia varietà di proposte, dall’escursioni-smo all’alpinismo, dalle ciaspolate allo sci escursionismo ed allaspeleologia. Il programma del 2012 riconferma questo tipo discelta per offrire a tutti la possibilità di salire in montagna, conuna gamma di difficoltà adatta ad ogni tipo di gamba. Ma l’annoprossimo ricorre anche il 30° anniversario di fondazione della Se-zione e il consiglio direttivo sta studiando alcune iniziative parti-colari per festeggiare la ricorrenza. Quasi sicuramente ci sarà unamostra in cui esporranno gli artisti del CAI ovadesi.

Sezione di Ovada

UN ANNOSULLE MONTAGNE

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ciò), perché è dalla conoscenza del passatoche si può avere una chiara idea di dove si èe verso dove si sta andando”.Un secondo importante evento ha segnatol’esperienza formativa della sezione di Casa-le Monferrato nel 1990 contribuendo allosvolgimento del 5° Corso LPV per Accompa-gnatori di Alpinismo Giovanile organizzato aCrea, in cui si è diplomata l’attuale presiden-te della Commissione AG LPV Carla Rolando. Successivamente alla fine del 1995 venne or-ganizzato il 1° corso Intersezionale per AiutoAAG, a cui aderirono, oltre alle sezioni diAlessandria, Casale Monferrato e Novi Ligu-re, anche Biella, Trivero e Valsessera; in tuttoi partecipanti furono ben 37. Negli anni suc-cessivi i corsi per aiuto AAG continuarono inmodo regolare coinvolgendo un po’ tutte lesezioni dell’alessandrino (tra cui Casale Mon-ferrato, Alessandria, San Salvatore, Tortona,Ovada, Novi Ligure) oltre ad altre sezioni vi-cine quali Asti e Vercelli. Da segnalare che lelezioni e gli incontri avvenivano presso le va-rie sezioni in modo da far conoscere agli al-lievi le diverse realtà sezionali; ciò ha consen-tito di stimolare le potenzialità di ogni sin-gola sezione facendo emergere anche forzenuove che hanno dato un notevole contribu-to al CAI e all’AG. Tra gli altri l’attuale diret-tore della Scuola Centrale di Alpinismo Gio-vanile Giancarlo Berchi, viene proprio daquell’esperienza, in particolare ha frequen-tato il terzo corso Aiuto che si è svolto nelperiodo novembre 1997 - marzo 1998 coin-volgendo sei sezioni con 21 allievi. Molti de-gli aiuto hanno poi frequentato il corso re-gionale tanto che del VIII corso Accompa-gnatori LPV ben dieci allievi, pari a quasi adun terzo, avevano frequentato i corsi di aiu-to della nostra provincia. Tuttavia l’attività dialpinismo giovanile è molto impegnativa enon tutti i diplomati hanno continuato nel-l’impegno preso così che alcune sezioni, qua-li Alessandria, Asti, Tortona, San Salvatore eVercelli, non hanno mantenuto l’attività dialpinismo giovanile. Anche a livello di volon-tariato le adesioni ai corsi si sono rarefatte ecosì anche i corsi intersezionali sono cessati.Solo la sezione di Casale ha continuato adot-tando una strategia “sezionale”, ovverostrutturando la formazione in ambito localesu tre livelli, visto che i soci non erano dispo-nibili a frequentare corsi impegnativi e “lon-tani” che richiedono molto tempo, forti im-

pegni oltre che costosi. Così la sezione di Ca-sale ha avviato una serie di corsi base perOSAG - Operatori Sezionali di Alpinismo Gio-vanile - come previsto nel progetto educativooriginario, sviluppando poi in proprio i corsidi Aiuto Accompagnatore ed anche di Ac-compagnatore Sezionale. (Per inciso la figuraè poi stata ripresa a livello ufficiale dal CAI).L’esperienza è stata molto positiva ed ha con-sentito alla sezione di Casale di continuare leattività di alpinismo giovanile, in perfetta sin-tonia con i principi fondanti del progettoeducativo, aumentando anche considerevol-mente il numero dei soci giovani, in modo ta-le da essere tra le prime sezioni del CAI comerapporto tra soci giovani su totale soci. Nel2004 con la presidenza dell’AG LPV di Degio-vanni è stato fatto anche un tentativo di pro-porre il modello alle sezioni del convegno,tuttavia l’iniziativa era stata bloccata.L’esperienza formativa e la realtà operativadi Casale veniva comunque recepita nel 2007nel nuovo statuto della sezione con la costi-tuzione della Scuola Sezionale di Montagnae delle terre alte; la scuola era finalizzata al-la formazione dei quadri sezionali principal-mente dell’alpinismo giovanile, ma anchedell’escursionismo e di altre discipline delCAI. Avendo come base la Scuola di Monta-gna e considerato che la normativa generalesi è evoluta sul “sentiero” già percorso dallasezione di Casale, nel 2010 veniva creata undipartimento (sezione) della scuola dedicatoappositamente all’alpinismo giovanile, cheper adeguarsi ai regolamenti coinvolgevaanche accompagnatori di altre sezioni. Que-sta iniziativa veniva prima accettata dallacommissione LPV e Centrale, ma successiva-mente veniva richiesto che la Scuola diven-tasse intersezionale. Per questo veniva richiesto alle sezioni di rife-rimento degli accompagnatori l’approvazio-ne della Scuola e successivamente venivanoespletate tutte le formalità per la costituzio-ne ufficiale della Scuola stessa. Questo nuovoorganismo operativo dal 2012 potrà quindiaffiancarsi agli altri già esistenti e contribuireal alla formazione dei quadri sezionali del-l'AG, nella convinzione che la formazione èindispensabile alla vita delle sezioni. La scuo-la sarà al servizio delle sezioni ( e non al con-trario), permettendo di attirare nuovi volon-tari e di svolgere la formazione il più vicinopossibile ai soci ed alle stesse sezioni.

Nel recente Convegno LPV dell’AlpinismoGiovanile svoltosi a Saluzzo è stata presenta-ta ufficialmente la Scuola Intersezionale diAlpinismo Giovanile delle sezioni di Asti, Ca-sale Monferrato, San Salvatore Monferrato eVercelli.E’ un evento importante perché viene ad ar-ricchire le strutture formative della nostraprovincia e delle sezioni vicine e permette didiplomare direttamente gli ASAG (Accompa-gnatori Sezionali di Alpinismo Giovanile) equindi di sviluppare nelle sezioni l’attivitàdedicata ai giovani. Il traguardo della costituzione della Scuola èstato raggiunto percorrendo un “sentiero”non privo di ostacoli, ma superando proble-mi che denunciano una situazione generalee locale del CAI non sempre limpida ne li-neare e comunque non sempre finalizzata al“bene comune”; tuttavia grazie all’ostina-zione di qualche socio, e nonostante i “rego-lamenti”, la scuola ha visto finalmente la suanascita ufficiale. La scuola infatti è stata approvata da quat-tro sezioni e fanno parte dell’organico sei ac-compagnatori titolati: cinque AAG ( Massa-rotto Egisto, Pasquino Roberto, Reita Davi-de, Salini Giulio, Tassi Giovanni) e un ANAG(Degiovanni Franco), che ricopre, come daregolamento centrale, la funzione di diretto-re della Scuola. Inoltre è stato nominato dal-la Commissione AG LPV come Tutore dellaScuola l’ANAG Santeusanio Antonio. Il pro-getto della Scuola è di avviare nei primi mesidel 2012 un corso per la formazione degliASAG di tutte le sezioni della zona di com-petenza, oltre a proporre alla commissioneAG LPV ulteriori eventi formativi, quali ag-giornamenti e seminari di approfondimento,contribuendo in modo sostanziale allo svi-luppo dell’attività di alpinismo giovanileconsiderata dagli accompagnatori dellascuola “praticamente indispensabile” per igiovani di oggi.Questo importante evento, foriero di sviluppipositivi per il CAI e per l’Alpinismo Giovaniledelle nostre sezioni, viene in verità da lontanoe le radici si perdono nella “notte dei tempi”... Infatti nel lontano 1984 l’allora presidentedella sezione di Casale Monferrato Degiovan-ni aveva avviato una serie di mini corsi sezio-nali il cui contenuto era il nocciolo delle at-tuali materie trattate nei corsi ufficiali, e quel-lo che è più significativo è che la strategia è lastessa delle attuali scuole sezionali.Queste positive esperienze erano poi statetrasferite all’intersezionale alessandrina, co-stituita alla fine del 1987: infatti nel1989,con il coinvolgimento della sezione diVercelli, venne organizzato un corso perOperatori Sezionali di Alpinismo Giovanilecon l’intervento del Presidente della Com-missione Centrale TAM Bruno Corna, delpresidente del Comitato Scientifico LPV Gio-vanni Agnesod, di una esperta esterna pro-fessoressa di geografia Teresa Perre, oltre alfattivo contributo dell’INA Edo Ferrero e del-l’immancabile dott. Enrico Bruschi. Il corsoera stato chiuso con l’intervento del presi-dente della Commissione Centrale di AG Ful-vio Gramegna: “Ho voluto ricordare questetappe del cammino, non solo per il debito diriconoscenza verso i docenti che aveva pre-stato la loro opera, ma per testimoniare la“storia” (ed io sono stato testimone di tutto

NASCE LA SCUOLA INTERSEZIONALEDI ALPINISMO GIOVANILE

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giocato molto l’uscire dall’aula chiusa inaperta campagna), dall’altro una diffusatendenza al sovrappeso, ben spiegabile conl’abbondante dotazione di generi alimentariper lo spuntino di mezza mattina.Da qui l’idea di contattare l’amica Dottores-sa Gabriella Caprino, responsabile del servi-zio di Dietologia della nostra ASL per pro-porre alle scuole un progetto pilota di edu-cazione al movimento e alla corretta ali-mentazione. Si è pensato di rivolgersi alleclassi terza delle scuole primarie, quindi abambini di otto anni sufficientemente auto-nomi da poter fare escursioni di 2/3 ore sulnostro territorio, ma ancora abbastanza gio-vani da poter modificare facilmente abitudi-ni alimentari scorrette.Il progetto prevede un primo incontro coninsegnanti e genitori, in cui viene illustratadalla dietologa la necessità di assumere legiuste porzioni, al fine di evitare l’assunzio-ne eccessiva di calorie che portano alla for-mazione di massa grassa, e dal gruppo degliaccompagnatori, di cui fa parte un fisiotera-pista ed un educatore, l’utilità del movimen-to al fine di eliminare le calorie in eccesso edi attivare i processi metabolici.Particolarmente adatto allo scopo è proprioil camminare, che contrariamente a quantoavviene nelle attività sportive agonistiche,non induce a saltuarie performance ma ri-crea la naturale abitudine all’uso delle pro-prie gambe e alla vita all’aria aperta e, so-

prattutto, non emargina i meno dotati,spesso coloro che più di altri necessitanodell’esercizio fisico.Gli incontri sono già stati effettuati, perquesto primo anno, in due scuole elementa-ri di Casale e due di paesi del circondario. Ilprogetto avrà seguito, a fine inverno, conuna prima valutazione impedenziometricaeffettuata dalla dietologa sui bambini, pervalutare il rapporto massa magra / massagrassa, un’escursione settimanale in orarioscolastico per otto settimane sul nostro ter-ritorio e, a fine anno scolastico una secondavalutazione impedenziometrica, per valuta-re gli eventuali benefici.Partecipa al progetto anche una primariaditta alimentare del territorio, la Bistefani,che fornirà gratuitamente le merendine perlo spuntino di mezza mattina con contenutocalorico porzionato a 110 Kal. idoneo abambini di questa età.La speranza è che il progetto “crescita equi-librata”, oltre ad evidenziare i molteplici in-teressi del CAI, alcuni con importanti risvoltisociali, contribuisca a far crescere diffusa-mente la consapevolezza di quanto sia im-portante praticare con costanza l’attività fi-sica ed alimentarsi correttamente, preve-nendo l’obesità, all’origine di gravi patolo-gie ormai largamente diffuse nei paesi occi-dentali, e spesso causa di perdita,specie neigiovani, della propria autostima.Enrico Bruschi - sezione di Casale Monferrato

Sempre più l’Alpinismo Giovanile è l’attivitàtrainante del CAI di Casale Monferrato: nonsolo grandi numeri tra i bambini e ragazziche aderiscono, divisi per età, Esploratori,Pionieri, Guide, Trekker, ma sempre maggio-re collaborazione con le scuole casalesi e delcomprensorio, che sempre più frequente-mente organizzano gite in montagna, richie-dendo il supporto degli accompagnatori diAG della Sezione. Richieste cui si può dare ri-posta positiva grazie al ricco organico di ac-compagnatori, spesso genitori che, al segui-to dei figli, si iscrivono al CAI e partecipanoai corsi per accompagnatori sezionali, che “ilDegio” organizza a tamburo battente.La collaborazione con le scuole del Monfer-rato sta assumendo un carattere quasi istitu-zione dopo l’enorme successo e apprezza-mento che ha avuto l’iniziativa del “Cammi-no dei 150 anni”, che ha coinvolto quasi tut-te le scuole del vasto comprensorio, la scorsaprimavera, in una suggestiva staffetta al se-guito del tricolore, portato dagli alpini del-l’ANA, e consegnato, alla presenza delle Au-torità del paese alla scuola che l’indomaniavrebbe continuato la staffetta .Proprio nel corso di questa bella manifesta-zione, cui ovviamente non partecipavanosolo i ragazzi più motivati, come nelle atti-vità di AG, ma le intere classi, abbiamo po-tuto constatare da un lato la scarsa predi-sposizione al camminare, cui sopperiva co-munque il contagioso entusiasmo (certo ha

IL PROGETTO “CRESCITA EQUILIBRATA”

Il 7 ottobre scorso si è riunita l’assembleadei soci della Sezione di Ovada del ClubAlpino Italiano per il rinnovo delle carichesociali. E’ stato eletto presidente DiegoCartasegna (che subentra a Franco Rolan-do), mentre il consiglio direttivo risultacomposto da Giorgio Bello, Franco Rolan-do, Ilario Ferrando, Silvia Torrielli, AndreaCartosio, Marcella Caneva, Maria Puppo eSandro Dagnino. Nella prima seduta poisono stati poi nominati il vice presidentenella persona di Franco Rolando, il segre-tario (Maria Puppo) e il tesoriere (ClaudioCoppa). Il nuovo consiglio direttivo si èmesso immediatamente al lavoro per pre-disporre il calendario delle iniziative per il2012 anche perché, tra l’altro, propriol’anno prossimo, si festeggerà il trenten-nale di fondazione della Sezione.

Sezione di Ovada

ELETTO IL NUOVODIRETTIVO

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Come ogni anno ci permettiamo di ricor-dare a tutti i soci CAI che il bollino di ade-sione al Club deve essere rinnovato entroil 31 marzo 2012 per non perdere la co-pertura assicurativa e il diritto a riceverele pubblicazioni sociali, tra cui Alpennino.Rivolgetevi alle vostre sezioni per averemaggiori particolari sulle coperture assi-curative.

RINNOVODEL BOLLINO

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PROGRAMMA ATTIVITAʼCASALE

ESCURSIONISMO1 APRILE RAPALLO - ZOAGLI - CHIAVARI

Sentiero verde-azzurro (E) Org. Piotto, Rossi15 APRILE LAVAGNA - MONTE CAPENARDO - SESTRI L.

(E) Org. Piotto, Rossi22 APRILE GIRO DELLE CINQUE TORRI (E) Org. CAI Acqui28 APR-1 MAGG COSTA AZZURRA - MASSICCIO

DELLʼESTEREL Org. CAI Valenza30 APR-6 MAGG TREKKING IN SARDEGNA

Sulcis tra miniere, mare e dune. Org. Barbano6 MAGGIO DA OMEGNA A ORTA

Sullʼanello azzurro (E) Org. Piotto, Rossi19 MAGGIO GITA - PELLEGRINAGGIO

Varzi, Monte Penice, Castello Malaspina, Basilicadi San Colombano, Bobbio. Org. Padre Angelo

SCIALPINISMO15 GENNAIO MONTE CARLEI Val Susa (BS) Org. Mazzuccato5 FEBBRAIO PUNTA CIALANCIA - Val Germanasca

(BS) Org. Pesce26 FEBBRAIO BIVACCO DELLA SASSA - Valpelline

(BS) Org. Corino11 MARZO MONTE SELLETTA - Val Germanasca

(BS/OS) Org. Mazzuccato17-25 MARZO SETTIMANA NELLA OTZTAL (TIROLO)

Org. Mazzuccato, Bobba14-15 APRILE GRAN ZEBRUʼ m 3859 - (OSA) Org. Pesce

SCI NORDICO - ESCURSIONISMO INVERNALE8 GENNAIO GRESSONEY Org. Sirchia

15 GENNAIO AISONE Org. Ubertazzi22 GENNAIO RHEMES NOTRE DAME Org. Marangoni29 GENNAIO RIVA VALDOBBIA Org. Ubertazzi5 FEBBRAIO BRUSSON Org. Sirchia

12 FEBBRAIO RIALE Org. Marangoni26 FEBBRAIO PRAGELATO Org. Sirchia4 MARZO VAL FERRET Org. Marangoni

11 MARZO SAINT BARTELEMY Org. Sirchia

PROIEZIONI BIBLIOCAI20 GENNAIO SICHUAN BIKE - In viaggio tra Cina e Tibet

a cura di Grazia Franzoni e Marco Berta3 FEBBRAIO PERUʼ E BOLIVIA 2011 Nella terra degli Incas

tra i colori della natura e le alte vettea cura di Marco Moro e Emanuela Patrucco

17 FEBBRAIO GIAN CARLO GRASSI, lʼuomo del giardino dicristallo - a cura di Angelo Siri

2 MARZO CORSICA unʼisola, due trekking. GR20 mare emonti. Di Gianluca Manzan

16 MARZO UNA MONTAGNA DI RICORDI 2011a cura di Emanuela Patrucco

ALPINISMO GIOVANILEGruppo esploratori26 FEBBRAIO IL MONFERRATO CASALESE11 MARZO IL SACRO MONTE DI CREA25 MARZO IL SENTIERO DI TREVILLE15 APRILE I FOSSILI DI VALLANDONA29 APRILE VEZZOLANO E LA SUA ABBAZIA13 MAGGIO VERRUA SAVOIA, UNA FORTEZZA SUL POGruppo pionieri26 FEBBRAIO PUNTA MANARA E IL SUGHERO15 MARZO FORTI DI GENOVA22 APRILE BIELLESE E IL GIOCO DELLʼARRAMPICATA20 MAGGIO CASA DI CACCIA DI ORVIELLEGruppo guide22 GENNAIO RHEMES, USCITA CON CIASPOLE19 FEBBRAIO VALNONTEY, USCITA CON CIASPOLE25 MARZO MONTE BEIGUA, ALTA VIA MONTI LIGURI15 APRILE PONTEY, IL GIOCO DELLʼARRAMPICATA20 MAGGIO LAGO DJUAN, VALSAVARANCHE

ESCURSIONISMO 8 GENNAIO ANELLO DI VARIGOTTI

15 GENNAIO RACCHETTE DA NEVE22 GENNAIO MONEGLIA29 GENNAIO RACCHETTE DA NEVE5 FEBBRAIO S. PIETRO AI MONTI (BOISSANO)

12 FEBBRAIO RACCHETTE DA NEVE19 FEBBRAIO BIASSA - PORTOVENERE26 FEBBRAIO RACCHETTE DA NEVE4 MARZO WHITE DAY (TUTTI INSIEME SULLA NEVE)

10-11 MARZO CIASPOLATA NOTTURNA E DIURNA18 MARZO LIERNA - VARENNA (LAGO DI LECCO)25 MARZO RACCHETTE DA NEVE1 APRILE CASTELLERMO (ALBENGA)9 APRILE BICICLETTATA (LAGO DʼORTA)

19 APRILE CAMMINATA SULLE NOSTRE COLLINE22 APRILE VIA FRANCIGENA28 APR - 1 MAGG ESTEREL (FRANCIA)13 MAGGIO SELVAPIANA - BRUGGI27 MAGGIO RIFUGIO ROSALBA (PIAN DEI RESINELLI)10 GIUGNO MONTE MEABEʼ (TORGNON)24 GIUGNO LAGHI DEL LONGET (CHIANALE)

VALENZA

ESCURSIONISMO 22 GENNAIO MONTE MONEGLIA m 512

Da Moneglia (E) - D.G. Accornero, Torti26 FEBBRAIO MONTE DI PORTOFINO m 612

da Camogli (E) - D.G. Avalle, Salini25 MARZO ANELLO DI ALPICELLA

da Alpicella (E) - D.G. Accornero, Firpo15 APRILE SASSO DEL FERRO m 1062 - Lago Maggiore

Traversata da Cittiglio a Laveno (E)D.G. Penna, Tibaldi

27 APR-1 MAGG TREKKING SUI MONTI LATTARIPenisola Sorrentina - D.G. Penna

20 MAGGIO GRIGNA MERIDIONALE m 2177dal Pian dei Resinelli (EE) - D.G. Penna, Torti

RACCHETTE DA NEVE 15 GENNAIO In località da destinarsi. (EI) - D.G. Fei, Penna

In collaborazione con la nostra stazione diSoccorso Alpino, esercitazione pratica diautosoccorso con uso di ARTVA, pala e sonda.

5 FEBBRAIO In località da destinarsi. (EI) - D.G. Fei, Penna19 FEBBRAIO In località da destinarsi. (EI) - D.G. Fei, Torti3-4 MARZO NOTTURNA AL CHIARO DI LUNA In Val Veny

o località da destinarsi (EI) - D.G. Penna, Torti

CULTURA DELLA MONTAGNA 2012 13 GENNAIO OLTRE LE CIME - Catherine Destivelle.27 GENNAIO LA MISURA DEL CONFINE

Un film di Andrea Papini.10 FEBBRAIO LAND OF MIST AND FIRE - Patagonia.17 FEBBRAIO IL CAI E LA SUA ORGANIZZAZIONE

A cura di Umberto Pallavicino.9 MARZO IN CERCA DI... - Documentario, scialpinismo.

16 MARZO IL CORAGGIO DELLE AQUILE. LES AIGUILLESROUGES. Un film di Jean-Francois Davy.

13 APRILE CANNABIS ROCK - Documentario.27 APRILE THE WILDEST DREAM - CONQUEST OF

EVEREST. Un film di Antony Geffen .4 MAGGIO CORSICA HARD 2010. Immagini del trek.

18 MAGGIO ORIENTAMENTO E GPS.Aggiornamento a cura di Roberto Mandirola, ISA.

8 GIUGNO K2 - SOGNO E DESTINO.Film documentario di Kurt Diemberger.

22 GIUGNO 127 ORE. Un film di Danny Boyle.Le proiezioni in sede sono gratuite e limitate esclusivamente ai soci.

ALESSANDRIA

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PROGRAMMA ATTIVITAʼ

OVADA

RACCHETTE DA NEVE 15 GENNAIO In località da destinarsi.29 GENNAIO In località da destinarsi.12 FEBBRAIO In località da destinarsi.

ESCURSIONISMO 26 FEBBRAIO VARIGOTTI - CAPO NOLI (E)4 MARZO BORGIO VEREZZI DA PIETRA LIGURE

con visita alle grotte18 MARZO VAL GARGASSA anello nel Parco del Beigua (E)1 APRILE RIFUGIO FORTE DEI MARMI

Ferrata facoltativa Monte Procinto, m 103915 APRILE FORTI DI GENOVA (T)22 APRILE GIRO DELLE CINQUE TORRI (10a edizione)

(E) Org. CAI Acqui Terme25 APRILE SENTIERO DEI SANTUARI

San Salvatore - Crea, km 39 (T)6 MAGGIO RAMA - Via normale

20 MAGGIO SENTIERO DEGLI ALPINI (E)

ALPINISMO 1 APRILE FERRATA MONTE PROCINTO6 MAGGIO RAMA - Vie di arrampicata3 GIUGNO FERRATA DEL REOPASSO (A)

SAN SALVATORE

ESCURSIONISMO15 GENNAIO GITA IN RIVIERA (E) Org. Piana, Piccardo12 FEBBRAIO I CAMPANILI DI LEIVI (Riviera Ligure di Levante)

(E) Org. Rolando, Barisione4 MARZO GIORNATA NAZIONALE FERROVIE

DIMENTICATE (E) Org. Bruzzone, Caneva9 APRILE PASQUETTA CON IL CAI (E) Org. Cons. Dir.22 APRILE GIRO DELLE CINQUE TORRI (10a edizione)

(E) Org. CAI Acqui Terme29 APRILE PARCO DEL BEIGUA, ACQUABIANCA (E)

Org. Piccardo, Alloisio4-6 MAGGIO MAREMMA, VAL DI CORNIA

(E) Org. Bruzzone, Caneva20 MAGGIO INTERSEZIONALE AL MULINO NUOVO

(E) Org. Consiglio Direttivo8-9 GIUGNO PASSO DELLO SPLUGA Val Chiavenna

(EE) Org. Bruzzone

SCI FONDO ESCURSIONISMO - RACCHETTE28 GENNAIO LOCALITAʼ DA DEFINIRSI

Org. Ferrando, Barisione26 FEBBRAIO LOCALITAʼ DA DEFINIRSI

Org. Bruzzone, Caneva18 MARZO LOCALITAʼ DA DEFINIRSI Org. Bello

ALPINISMO13 MAGGIO CANALE DEI CAMPANILI

Valle Po, Viso Mozzo m 3019 (PD)Org. Paravidino, Timossi

IN SEDE30 MARZO ASSEMBLEA DEI SOCI

ESCURSIONISMO 12 FEBBRAIO MONTE TOBBIO E MONTE FIGNE18 MARZO TORTONA - SERRA DEL MONTE 25 km22 APRILE VIA FRANCIGENA (MORTARA-GARLASCO) 13 MAGGIO SELVAPIANA-CAPANNE DI COSOLA

MTB 15 GENNAIO SANTUARIO DI MONTALLEGRO DA RAPALLO19 FEBBRAIO FINALE LIGURE 18 MARZO RIVE ROSSE (BIELLA)15 APRILE BONASSOLA20 MAGGIO VAL CURONE - SENTIERO DELLE GINESTRE

ARRAMPICATA 29 GENNAIO MONTESTRUTTO26 FEBBRAIO LA FALESIA DE CROVEO

TORTONA

ESCURSIONISMO 15 GENNAIO GITA NEL FINALESE19 FEBBRAIO CAMOGLI - S. MARGHERITA

Sentiero delle Batterie4 MARZO DA SESTRI LEVANTE A MONEGLIA

18 MARZO MONTE CARMO23-25 MARZO LES CALANQUES - CASSIS (FRANCIA)22 APRILE GIRO DELLE CINQUE TORRI (10a edizione)5-6 MAGGIO ACQUI - MADONNA DELLA GUARDIA20 MAGGIO GITA INTERSEZIONALE - CAI Ovada

MTB1 MARZO PRESENTAZIONE PROGRAMMA MTB1 APRILE GIRO DEL GORREI

22 APRILE GIRO DELLE CINQUE TORRI (10a edizione)13 MAGGIO SUI CALANCHI DI MERANA

FERRATA27 MAGGIO FERRATA CAPRIE

ACQUI TERME

SCI CLUB VERDEFONDO15 GENNAIO BRUSSON (AO)22 GENNAIO PRAGELATO (TO)29 GENNAIO AISONE (CN)5 FEBBRAIO VALMALA (CN)12 FEBBRAIO CERESOLE REALE (TO)19 FEBBRAIO COGNE (AO)24-26 FEBBRAIO DOBBIACO (BZ)4 MARZO S. MICHELE IN VAL FORMAZZA (VCO)11 MARZO ARPY (AO)18 MARZO BAGNI DI VINADIO (CN)25 MARZO RHEMES NOTRE DAME (AO)Il programma delle gite potrà subire variazioni in base allʼinnevamen-to delle località sciistiche. In ognuna di esse ci sarà la possibilità diaffittare tutta lʼattrezzatura. La partenza delle gite avverà a lato delpiazzale Pacto in Spalto marengo ad Alessandria alle ore 7. La scuo-la di sci di fondo sarà tenuta dal nostro maestro FISI e articolata su 4livelli: alternato e skating base; alternato e skating perfezionamento.Per informazioni: Giovanna 0131 343479; www.verdefondo.it

APERTURA SEDIACQUI TERMEVia Monteverde, 44Venerdi 21,00 - 23,00ALESSANDRIAVia Venezia, 9Tel. 0131 [email protected]@cai.itwww.caialessandria.itMartedi, Venerdi 21,30 - 23,00Mercoledi e Venerdi 18,30 - 19,30

CASALE MONFERRATOVia Rivetta 17 - Tel. 0142 454911www.monferrato.net/cai/Giovedi 21,30 - 23,00NOVI LIGURECorso Marenco 21Mercoledi e Sabato 18 - 19,30;Venerdi 21,00 - 23,00OVADAVia Gilardini, 9 - Tel. 0143 822578Mercoledi e Venerdi 21,00 - 23,00

SAN SALVATOREPiazza Carmagnola, [email protected] www.caisansalvatore.itMartedi 21,00 - 23,00TORTONAVia Trento 31 (c/o Palestra Fausto Coppi) - C.P. [email protected] www.caitortona.netGiovedi 21,00-23,00VALENZAGiardini Aldo Moro - Tel. 0131945633 - [email protected] - Martedi e Venerdi 21,00 - 23,00

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Caratteristiche dell'escursioneDislivello: 810 m circaEsposizione: SudDifficoltà: E; EE nell'ultimo tratto (80 m didislivello) se in condizioni sfavorevoli.

Descrizione del percorsoCon l'auto, seguendo una strada asfalta-ta che dopo Forno si fa assai stretta (evi-tare quindi giorni di possibile affolla-mento), si raggiunge la caratteristica fra-zione di Campello Monti, a quota 1305m: qui si può parcheggiare su di un co-modo piazzale.Ci si dirige quindi verso la chiesa, attra-versando dapprima un ponte e seguendoquindi una strada gradinata, avendo co-me riferimento un segno a tre righe oriz-zontali rosso/bianco/rosso; si sale fino allaparte più alta del paese, dove le viuzzeformano un T: si prosegue verso sinistraimboccando la "Via Mulattiera del Lagodel Capezzone". Dopo circa 100 m si svol-ta a destra, lasciando il sentiero principa-le ed imboccando una diramazione co-munque evidente, caratterizzata dallapresenza di un segno bianco/rosso e dal-l'indicazione "monte Ronda".Seguendo sempre la bandierina a righerossa/bianca/rossa, lasciato ad un certopunto il sentiero che staccandosi sulla si-nistra porta verso il monte Ronda (indica-zione scritta), si avanza prima tra faggi e

La valle Strona si apre tra le più celebriValsesia e valle Anzasca; breve, stretta edimpervia ha avuto un destino completa-mente diverso da quello delle vallate li-mitrofe, assai più frequentate e turisti-che. La mancanza di cime di grande rile-vanza, in particolare del Monte Rosa el’aspetto angusto del solco vallivo hannolimitato certamente lo sviluppo delle atti-vità antropiche, sia quelle tipicamentecollegate alla più antica tradizione mon-tanara (agricoltura ed allevamento, conl’eccezione di un relativamente diffusoartigianato del legno), sia quelle collega-te allo sviluppo turistico: borghi e frazio-ni, ancorché suggestivi, restano conosciu-ti per lo più ad un turismo locale, quasiessenzialmente estivo. Tra i centri turisticidella vallata Campello Monti, forse per lasua posizione alla testata del solco valli-vo, è certamente il più conosciuto: abita-zioni suggestive, con caratteristici trattiarchitettonicamente giunti a noi quasi in-tegri, anche se non più utilizzate comeinsediamento stabile, restano vive graziead un turismo basato su antichi legamifamiliari con il territorio. Il borgo fu uninsediamento Walser e conservò a lungocontatti con le comunità valsesiane e os-solane di lingua germanica; Campello co-nobbe anche un periodo di sviluppo eco-nomico legato alla presenza di una mi-niera di nichel. Proprio attorno al paesinoalla testata della valle Strona, si innalza-no le cime più note della vallata: la cimaCapezzone ed il monte Ronda. La cimaRavinella è una vetta sicuramente menonota e meno frequentata: essa rappre-senta tuttavia una meta di sicuro interes-se. Relativamente di facile accesso graziead un itinerario che si sviluppa per interosu sentiero ben segnalato, con l’eccezio-ne della parte finale, la cima si raggiungeper pendii orientati prevalentemente asud, tanto da rendere la camminata pia-cevole soprattutto nelle stagioni interme-die (autunno e tarda primavera). Sicura-mente interessante è infine il panoramache il punto culminante può offrire: oltreallo suggestivo scenario della testata del-la valle Strona, dalla vetta si aprono ampiorizzonti sia verso la pianura, sia verso ilsolco vallivo del Toce, che si apre nel ma-re di vette ossolane.

poi tra pascoli: si scende quindi un pocoper attraversare il torrente, si risale, siriattraversa il torrente e si raggiungequindi l'Alpe Cunetta di sotto, quasi a1600 m. Raggiunta l'ultima casa (impor-tante!), si imbocca il sentiero che si svi-luppa in costa a destra (non prendere néla traccia di sinistra né quella che, a de-stra, scende e, riattraversato il torrente,raggiunge l'Alpe Cama).Salendo, il sen-tiero si porta a sinistra di una dorsale eraggiunge quasi l'Alpe Cunetta di sopra,poco prima della quale devia a destra:guidati da evidenti segni, si raggiunge fa-cilmente l'altrettanto evidente colle del-l'Usciolo (m 2037). Fino a questo puntol'escursione non presenta alcuna diffi-coltà: gli ultimi 80 m circa di dislivello sisviluppano invece prima su di un ripidopendio erboso, abbastanza scivoloso spe-cie in presenza di neve gelata, e quindilungo un breve tratto di cresta; per questimotivi l'ultima parte del percorso può es-sere considerato EE se le condizioni sonosfavorevoli.Dalla vetta lo sguardo spazia verso la pia-nura, verso l'alta valle Strona con le suecime più famose e verso la valle del Toce;si noti che la zona presenta altro motivodi interesse nella possibilità di avvistarepiccoli gruppi di camosci.

Claudio [email protected]

Una giornata, una vetta…

CIMA DELLA RAVINELLA (m 2117)Valle Strona

Verso la testata della valle Strona

Dalla vetta verso la bassa valle Strona