all'italiana fra cultura e opere di bene - Universitiamo · quindi, solo di velleitari progetti di...

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all'italiana fra cultura e opere di bene Per progetti creativi (37%) e sociali (34%), la «colletta 2.0»vale 56 milioni di euro di Martina Pennisi olletta. E questo il termine no- strano con cui andrebbe tradotta la parola «crowdfunding» per i neofiti. Letteralmente «finanzia- mento dalla folla» è uno dei tanti fenomeni digitali che abbiamo importato dagli Stati Uniti. Come spesso accade, i numeri che arri- vano da Oltreoceano sono roboanti: 20 milioni di dollari per progettare un orologio connesso a Internet, pochi mesi prima che arrivasse l'Ap- pie Watch. 11 Pebble Time. io milioni per il modello precedente dello stesso dispositivo. Più di 13 milioni di dollari per un frigorifero portatile con tanto di porta Usb per ricaricare lo smartphone. Funziona così: chi ha un'idea la propone e mette sul piatto una ricompensa per i possibili donatori, si tratti del prodotto stesso in pre- vendita o a un prezzo speciale o di una versione ad hóc per la campagna. A rendere (potenzial- mente) possibile la 'raccolta sono due fattori: la piattaforma su cui viene proposta, con l'amen= cana Kickstarter capace di' muovere le cifre so- pracitate, e la capacità di chi si propone di rendersi convincente con modalità che in realtà poco differiscono dal marketing tradizionale. Globalmente, secondo un rapporto di Massolu- tion, si tratta di un mercato che dovrebbe chiu- dere il 2015 a 31,5 miliardi di euro. Non si tratta, quindi, solo di velleitari progetti di giovani aspiranti Bill Gates o Steve Jobs ma di soldi veri e propri. Sempre dagli Stati Uniti arrivano storie di successo che vanno oltre le raccolte, su tutte quella di Oculùs, capace di raccogliere 2,4 mi- lioni di dollari su Kickstarter e di farsi acquista- re da Mark Zuckerberg per 2 miliardi di dollari. In Giappone è stata Sony ad aprire una piatta- forma dedicata alle idee dei suoi dipendenti. In Italia non solo ci siamo dimostrati partico- larmente reattivi, ma possiamo anche conside- rarci dei precursori: Produzioni dal basso na- sceva nel 2005, prima di Kickstarter, e negli stessi anni di Facebook o YouTube. Oggi le piattaforme disponibili, secondo un rapporto dell'Università Cattolica redatto da Ivana Pais, sono addirittura 69. Un numero addirittura ec- cessivo, se si considera che nelle statistiche di Kickstarter figurano più di 25 mila donatori nostrani che `.preferiscono misurarsi con una realtà più nota e consolidata piuttosto che av- venturarsi nelle iniziative tricolori. «Sì,.sono troppe, ma l'aspetto interessante è che oltre ad aumentare si stanno verticalizzan- do molto. Cercano tutti di individuare un'iden- tità più chiara», spiega Pais. Per le cosiddette Ivana Pais: «Le piattaforme sono troppe ma si stanno verticalizzando: ora si trovano quelle specializzate in musica, editoria o ambiente»

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all'italianafra cultura e opere di benePer progetti creativi (37%) e sociali (34%), la «colletta 2.0»vale 56 milioni di euro

di Martina Pennisi

olletta. E questo il termine no-strano con cui andrebbe tradottala parola «crowdfunding» per ineofiti. Letteralmente «finanzia-mento dalla folla» è uno dei tantifenomeni digitali che abbiamoimportato dagli Stati Uniti. Comespesso accade, i numeri che arri-

vano da Oltreoceano sono roboanti: 20 milionidi dollari per progettare un orologio connessoa Internet, pochi mesi prima che arrivasse l'Ap-pie Watch. 11 Pebble Time. io milioni per ilmodello precedente dello stesso dispositivo.Più di 13 milioni di dollari per un frigoriferoportatile con tanto di porta Usb per ricaricare losmartphone.

Funziona così: chi ha un'idea la propone emette sul piatto una ricompensa per i possibilidonatori, si tratti del prodotto stesso in pre-vendita o a un prezzo speciale o di una versionead hóc per la campagna. A rendere (potenzial-mente) possibile la 'raccolta sono due fattori: lapiattaforma su cui viene proposta, con l'amen=cana Kickstarter capace di' muovere le cifre so-pracitate, e la capacità di chi si propone direndersi convincente con modalità che in realtàpoco differiscono dal marketing tradizionale.Globalmente, secondo un rapporto di Massolu-tion, si tratta di un mercato che dovrebbe chiu-dere il 2015 a 31,5 miliardi di euro. Non si tratta,quindi, solo di velleitari progetti di giovani

aspiranti Bill Gates o Steve Jobs ma di soldi verie propri. Sempre dagli Stati Uniti arrivano storiedi successo che vanno oltre le raccolte, su tuttequella di Oculùs, capace di raccogliere 2,4 mi-lioni di dollari su Kickstarter e di farsi acquista-re da Mark Zuckerberg per 2 miliardi di dollari.In Giappone è stata Sony ad aprire una piatta-forma dedicata alle idee dei suoi dipendenti.

In Italia non solo ci siamo dimostrati partico-larmente reattivi, ma possiamo anche conside-rarci dei precursori: Produzioni dal basso na-sceva nel 2005, prima di Kickstarter, e neglistessi anni di Facebook o YouTube. Oggi lepiattaforme disponibili, secondo un rapportodell'Università Cattolica redatto da Ivana Pais,sono addirittura 69. Un numero addirittura ec-cessivo, se si considera che nelle statistiche diKickstarter figurano più di 25 mila donatorinostrani che `.preferiscono misurarsi con unarealtà più nota e consolidata piuttosto che av-venturarsi nelle iniziative tricolori.

«Sì,.sono troppe, ma l'aspetto interessante èche oltre ad aumentare si stanno verticalizzan-do molto. Cercano tutti di individuare un'iden-tità più chiara», spiega Pais. Per le cosiddette

Ivana Pais: «Le piattaforme sonotroppe ma si stanno verticalizzando:ora si trovano quelle specializzate inmusica, editoria o ambiente»

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generaliste come Eppela , altra iniziativa dellaprima ora , ci sonò portali più mirati come Mu-sicraiser, per il mercato musicale, o BookaBook,per quello editoriale, o destinate al territoriocome Ginger. Senza dimenticare che rientranonella definizione di piattaforme di crowdfun-ding i portali come Smartika e Prestiamoci, perprestare soldi ad altri privati.

Sempre secondo l'analisi della Cattolica, siparla di 56,8 milioni di euro complessivi (pocopiù dei due Pebble e del frigorifero , per render-si conto delle proporzioni). Sensibile la crescitanegli ultimi mesi: il dato del maggio del 2014era 30,6 milioni . Una nicchia, però, sempre piùvivace. I limiti della stessa fanno capolino nellastruttura . delle piattaforme : «Il profilo è quellodelle startup (con un impatto occupazionalecon soli 5,7 lavoratori per piattaforma e un altotasso di mortalità , nda) e i numeri più preoccu-panti sono quelli relativi ai finanziamenti. Adifferenza di quanto accade all 'estero, moltitentativi sono fatti a costo zero», spiega Pais.

Le buone notizie sono due. La prima è checavalchiamo il fenomeno statunitense fino a uncerto punto : ad andare per la maggiore sullepiattaforme italiane sono le campagne creativee culturali (37%) e quelle sociali (34%) piuttostoche quelle dedicate allo sviluppo o alla realizza-zione di dispositivi. Non a caso anche SabinaGuzzanti ha scelto di provare la via di Produzio-ni dal Basso per realizzare la seconda stagionedel suo satirico Tg Porco. E , ancora, non a casogli italiani più tecnologici hanno trovato fortu-na all'estero: Matteo Lai (foto in alto a destra),

ad esempio, che con il suo dispositivo indoma-bile in grado di segnalare a chi soffre di epiles-sia il rischio di un attacco imminente ha raccol-to 78o mila dollari su Indiegogo, piattaformacaliforniana.

La seconda buona notizia è relativa all'equitycrowdfunding, il sottoinsieme del settore chepermette alle startup e alle piccole e medieimprese innovative di raccogliere finanziamentionline. L'Italia è stata fra i primi Paesi a regola-mentarlo con la normativa Consob del 2013. -Daallora sono stati raccolti circa i milione e 700mila euro, secondo l'Osservatorio dedicato delPolitecnico di Milano. Anche in questo caso,limiti burocratici come l'intervento di una ban-ca per investimenti superiori ai 50o euro hanno

L'Italia è stato tra i primi Paesi aregolamentare l'equity crowdfundingche permette alle startupe alle Pmi finanziamenti orlline

reso più appetibili piattaforme straniere. Lastartup Bidtotrip di Cesena, ad esempio, ha'deciso di raccogliere capitali in Gran Bretagna(150 mila sterline) ottenendo anche il supportodi 13 donatori italiani, come segnala in unalettera aperta alle autorità vigilanti il fondatoredi CrowdFundMe Tommaso Baldissera, chie-dendo - appunto - una semplificazione delregolamento.

Il primo e più importante passo può comun-que essere considerato fatto. Come ne sonostati compiuti altri degni di nota fuori dallepiattaforme e su portali nati appositamente perchiedere soldi alla comunità: il festival del Gior-nalismo di Perugia, che nel 2oi4 ha superato iZoo mila euro di raccolta, o di Bologna, che harastrellato 340 mila euro per restaurare il Porti-co di San Luca. «Conviene muoversi con un sitoad hoc per campagne molto grosse o se si haintenzione di farne più di una», spiega a questoproposito Pais. Agli italiani, in una forma onell'altra, sembra iniziare a piacere il crowdfun-ding. O, come lo hanno più semplicementesempre chiamato, la colletta.

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ProgettiDa sinistrain senso orario:i Get, bracciale«connesso»che cerca30 mila euro2 SabinaGuzzanti, che haportato su Pdbil suo Tg Porco3 Matteo Lai conil suo «Embrace»4 Eric Migicovsky,fondatoredell'orologioPebble dei record5 Cynny, startupche ha raccolto54 milionicon l'equity6 Gli Shakersvoglionoregistrareil primo album

Giovanni Gulino,siciliano,fondatore nel2012 insiemealla compagnaTania VarunidellapiattaformaMusicraiser, èdal 2002 ilcantante dellaband indie rockMarta sui Tubi.La sua startupconta oggi 60mila utenti attivi

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I siti principali in Rafia

Produzioni dal basso

Nata nel 2005, nell'ambiente delleautoproduzioni digitali è la prrimàpiattaforma italiana dicrowdfunding . Oggi è una realtàeterogenea e adatta a presidiare lacoda lunga del mercato

Ep ebaAltra veterana e generalista, hacoinvolto aziende come PosteItaliane, UnipolSai e Fastweb inprogetti di cofinanziamento dellecampagne capaci di fare breccia nelcuore e nel portafoglio degli utenti

StarsUpLa prima piattaforma italiana diequity crowdfunding che, dalgennaio del 2014 e dal precedentevaro del regolamento della Consob,dà la possibilità alle startup diottenere finanziamentiionline

EcomillAltra piattaforma di equitycrowdfunding. In questo caso,però, si rivolge in modo specificoalle nuove imprese ad alto valoreinnovativo nel settore energetico eambientale

MusacraiserIdeata dal front-man dei Marta suiTubi Giovanni Gulino; è dedicata aiprogetti in campo musicalee discografico . Disponibile anche ininglese, è sfruttata anche da artistinoti come i Csi o Franco Battiato

oo abookPortale che propone un modello dieditoria partecipato : gli utentileggono l'anteprima di un libro epossono decidere di sostenerne laproduzione e la pubblicazione.Chiunque può candidare il suo testo

DeRevGuarda soprattutto ai progetti diinnovazione sociale e nel 2013 haraccolto più di un milione di euro,coinvolgendo più di 2 milafinanziatori , per ricostruire la Cittàdella Scienza di Napoli

GingerAcronimo di Gestione Idee Nuove eGeniali in Emilia-Romagna , è attivain modo specifico sul territorio enasce, nei 2013, per essere presenteanche fuori dalla Rete mettendo incontatto progettisti e donatori

StadLa piattaforma delle piattaforme.Grazie alla sua tecnologia aziende,privati , istituzioni o associazionipossono creare singole campagne ointeri portali. Un esempio è l'iniziativaWithyouwedo di Telecom Italia

Sma ikaSottoinsieme del crowdfunding è ilprestito fra privati . Social lending, iltermine tecnico: chi si iscrive puòchiedere denaro ad altri utenti oprestare il proprio avendo voce incapitolo sulle condizioni

LJn r Wam

Nata in seno all'Università di Pavia,prova ad affrontare la penuria di fondinella ricerca scientifica con ilsostegno da parte della Rete. Lavolontà è tenere il donatore informatosui progressi dei progetti che sostiene

Il Rapporto2015 sulCrowdfundingin Italia , stilatodall'UniversitàCattolica delSacro Cuore diMilano ecoordinato daIvana Pais, èstato -sponsorizzatoda Tim con ilsupportotecnico diStarteed. E uriritratto delle 82piattaforme dicrowdfunding,di cui 13 in fasedi lancio,esistenti inItalia

consigli

Twittare rmoltoreclutare i fannon chiedere troppo

N

on basta, ovviamente,pubblicare la propriaidea in Rete per sve-

gliarsi mesi dopo con ilconto in banca rimpingua-to. E non basta avere unabuona idea. Sono (almeno)cinque gli , aspetti -di cui te-nere conto, secondo tesper--..ta Ivana Pais . Prima di tutto,prenderla come un'attivitàprofessionale : «Servono unaprogettazione seria e la con-sapevolezza del tempo cheservirà per seguire il progetto». Bisogna poi rendersiconto che la raccolta di fon-di è solo uno degli obiettivida porsi: «Con il crow.díun-ding si fa marketing e sicoinvolge la propria -comu-nità da cui=si possono trarrecontributi non solo econo-mici». Ascoltare, quindi, efare tesoro degli scambi. E,a proposito di community,e sui propri sostenitori efollower che bisogna punta-re piuttosto che aspettarsi(subito) importanti ritornidalla piattaforma. Video e _social network, e siamo alquarto : consiglio, sono lefrecce più potenti all'arco a

. disposizione : «Twitter, an-che se lo usano in pochi,funziona meglio». Ultimo, e -non meno importante,aspetto: non essere troppoambiziosi con la cifra daraggiungere». (m. pe.)

0 RIPRODUZIONERISERVATA

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