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Scuola dell'Infanzia di Corte Palasio a.s. 2009/2010

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UNA FIABA PER SCOPRIRE IL VALORE DELLA SOLIDARIETÀUNA FIABA PER SCOPRIRE IL VALORE DELLA SOLIDARIETÀ

Quest’anno ADMO e AVIS, in collaborazione con l’associazione Amici di Serena e alcune insegnanti, si avvicinano alle scuole primarie del lodigiano con una proposta educativa finalizzata ad accostare i bambini al valore della solidarietà e, nelle classi maggiori, a presentare anche l’attività associativa parlando di donazione di midollo osseo e donazione di sangue.

E’ un progetto che spera di poter contribuire alla formazione di cittadini sempre più consapevoli dei reali bisogni sociali, promuove la conoscenza dell’attività di volontariato e attiva forme di collaborazione con soggetti diversi.

I bambini sono coinvolti nella lettura di fiabe e nella realizzazione di disegni e libri che rappresentano le sequenze principali della storia.

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In un paese non troppo lontano, che si chiamava Miramondo, vivevano due fanciulli che erano i figli di due grandi maghi. Il loro padre era infatti il Signore delle Nuvole e la madre era la Regina dei Fiori.

Il primo era così chiamato perché dalla sua testa, quando pensava, nascevano tutte le nuvole e le comandava come un pastore che dirige un gruppo di pecore. La seconda conosceva il linguaggio e i segreti dei fiori, per cui parlava con loro ed essi la capivano molto bene.

Lila era la loro figlia e Momo era il nome del fratello.

Essi vivevano felici a Miramondo: la loro casa era circondata da un prato immenso pieno di fiori multicolori, mentre il cielo era attraversato da nuvole che correvano felici nel vento, ubbidendo ai loro ordini.

Infatti anche Lila ed Momo, che avevano i capelli d'oro come tutti i figli dei maghi, parlavano con i fiori e giocavano con le nuvole tirandole con magiche funi, cavalcandole come cavalli celesti.

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Il padre e la madre scagliavano le nuvole più grandi le une contro le altre per scatenare delle "guerre di nuvole" e far scoppiare temporali da cui nasceva la pioggia.

Grazie a questa pioggia la terra si nutriva di acqua, i mari e i fiumi si riempivano e continuavano a scorrere, mentre piante, foreste e boschi diventavano sempre più belli, forti e grandi.

Crescevano in abbondanza anche le erbe di cui si cibavano gli animali che si abbeveravano nei ruscelli, nei laghi e nei pozzi delle oasi.

Ma, soprattutto, grazie all'acqua spuntavano dalla terra mille e mille fiori dai quali sciami di api ricavavano il polline per farne miele.

Mangiando pane fatto con la farina di questo polline, e il miele, che era il più buono e dolce del mondo, a Lila e Momo crebbero capelli d'oro.

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Un giorno però, i loro genitori furono nominati responsabili di un altro mondo, molto più grande ma bisognoso di cure e attenzioni di Miramondo. Essi partirono volando via sul dorso di uno scarabeo d'oro, dopo aver abbracciato con amore i loro due figli e averli iscritti alla Scuola della Magia.

In questa Scuola, ogni essere vivente che rappresenta una specie animale, insegna una materia precisa e alcuni segreti della natura che non si trovano scritti sui libri. Lila e Artom promisero di andarci senza saltare nemmeno una lezione.

In questo luogo vi era il Pavone, che era maestro nell'arte di vestirsi, muoversi e usare i colori; l'Elefante insegnava invece a sviluppare una grande memoria, mentre la Tartaruga istruiva a far le cose per bene, con grande pazienza, senza fretta. L'Aquila era maestra nel "volare alto” mettendo le ali alla mente e facendo alzare i pensieri oltre le pianure, le valli e i picchi delle montagne.

Il Castoro era titolare della cattedra di "Architettura silenziosa delle dighe”. Il Ghiro insegnava i segreti per dormire e riposare bene, la Formica a risparmiare, la Cicala a cantare, il Giaguaro a correre, il Gatto a vedere nel buio, il Delfino a nuotare, la Rondine a orientarsi nell'aria, il Passero a volare, il Cane a essere fedele, e così via.

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Ogni animale è infatti il maestro e il custode di un mistero della natura. Tuttavia Lila e Momo, invece di andare a Scuola per imparare a osservare, ascoltare e studiare i segreti degli animali, continuavano a giocare con le nuvole, finché si dimenticarono dell'esistenza della Scuola della Magia e della promessa che avevano fatto ai loro genitori, di frequentarla con attenzione e passione per poter diventare anch'essi, un giorno, dei bravi maghi.

Così ben presto le nuvole rimaste dopo la partenza dei genitori evaporarono, scomparvero, svanirono nel cielo e non ve ne furono più in abbondanza per formare la pioggia perché a Miramondo non c'era più un Mago capace di crearne di nuove con la forza dei suoi pensieri.

Senza pioggia, la terra divenne secca come la polvere, i mari si ritirarono, i fiumi si prosciugarono, i boschi morirono e dai campi un tempo verdeggianti non crescevano più né erbe, né fiori.

Gli animali e gli esseri umani rimasero senza cibo, mentre le api non trovarono più nettare per fabbricare polline e miele. Perciò sia Lila che Momo persero insieme ai loro capelli dorati anche il dono della magia e non poterono più giocare come prima, perché il cielo era ormai senza nuvole.

Insieme a tanti altri bambini che vivevano sulla terra, rimasero senza il dolce sapore del miele, che è più buono e migliore dello zucchero, e la vita divenne per tutti molto triste ed amara.

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Sebbene i genitori dei due bambini si fossero recati in un regno molto lontano, poiché erano davvero grandi maghi, videro con il loro terzo occhio, che consentiva di vedere a grandi distanze, l'infelice situazione di Miramondo.

Per aiutare i due fanciulli e tutte le creature, inviarono quindi il loro ambasciatore -lo Scarabeo d'oro- con in dono un enorme corno d'avorio, completamente vuoto al suo interno.

Un corteo di aironi aiutò lo scarabeo a trasportare in volo il corno gigante fino a Miramondo. Quando gli aironi e lo scarabeo atterrarono, intorno ad essi si formò subito una folla di curiosi, finché arrivarono di gran corsa anche Lila e Momo ad ammirare lo splendore e la bellezza di quel corno gigantesco.

Lo scarabeo ricordò ai due fratelli che era stata la loro dimenticanza a causare la siccità e che se desideravano porre rimedio, diventando dei veri maghi, avrebbero dovuto ascoltarlo attentamente perché egli portava loro le istruzioni e l'amore dei loro genitori.

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Egli suggerì di soffiare nel grande corno cavo che aveva portato con sé ed essi, senza esitare, soffiarono con tutta la forza che avevano in corpo. Nello spazio si diffuse un suono acuto e meraviglioso, che non si era mai sentito prima.

Subito nel cielo si levarono delle nuvole che presero a rincorrersi, a giocare, a urtarsi tra loro fino a scontrarsi tra grandi mandrie celesti, provocando una pioggia fitta che durò per una intera settimana, riformando torrenti, fiumi e laghi, riempiendo pozzi, canali, irrorando giardini, piantagioni, orti e terreni. Ma tre mesi dopo le riserve di acqua si esaurirono nuovamente perché Lila ed Momo avevano perso di nuovo la memoria e non si ricordavano nemmeno dove era stato messo il corno magico, grazie al quale era stato possibile far rinascere le nuvole nel cielo.

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Quindi non restò loro che andare alla ricerca dello scarabeo, chiedendo aiuto in nome di tutti i bambini del mondo.

Lo scarabeo d'oro, che la sapeva lunga, disse loro: "Non potete aiutare gli altri se prima non frequentate la Scuola della solidarietà, dove ogni essere vivente insegna la sua magica lezione. Per aiutare il mondo e gli altri bambini, oltre che voi stessi, per prima cosa occorre possedere la memoria di tutto quello che si fa; questa memoria si chiama esperienza; ma come fate a chiamare qualcuno se non ne conoscete il nome?

Nella vita, come nella magia, ogni essere obbedisce se viene chiamato con il suo giusto nome. Ma i nomi esistenti in natura sono tanti, quindi un mago deve avere una buona memoria per ricordarli tutti, perché non si può chiamare 'cavallo' un animale che si chiama 'istrice' o chiamare 'lepre' un essere il cui nome è invece quello di 'zanzara'.

Inoltre, dovete sapere che ogni animale ha una sua lingua, che deve essere rispettata e quindi è importante studiare il linguaggio di tutti ...”. Detto questo, lo scarabeo li incoraggiò dicendo loro: “... rivolgetevi all'elefante che vi insegnerà a ricordare tutti i nomi del mondo e i segreti della memoria....”. E così fu. Lila e Momo andarono dall’elefante che li ammaestrò sulla memoria e così ne impararono i più importanti segreti.

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Dopo questa prima lezione, lo scarabeo disse ancora: “... adesso occorre sviluppare la capacità di concentrazione; il maestro di quest'arte è il picchio; il picchio, con la sua testa aguzza e il suo becco appuntito che (s)colpisce con precisione il tronco degli alberi, vi insegnerà le regole dell'acuta concentrazione ovvero l'arte di 'fissarsi su un punto', sempre quello, senza distrazioni ... ".

I due fratelli andarono quindi dal picchio e impararono a 'fare il punto' con la forza della mente; iniziarono a concentrarsi così bene sui loro pensieri che, quando pensavano, riuscivano a far nascere dal loro capo delle piccole nubi che poco a poco si alzavano in cielo, come sapevano fare i loro genitori.

Le prime nubi nate dai pensieri densi e concentrati di Lila formarono un primo gruppo che si scontrò presto con un altro gruppo di nuvole nate dalla concentrazione di Momo. Nel cielo vi fu di nuovo una 'guerra di nuvole', con un temporale e della pioggia che nutrì alcune terre di Miramondo. Nacquero di nuovo alberi e fiori, le api ripresero a produrre polline e miele che nutrirono i due fratelli ai quali ricrebbero i loro capelli d'oro, forti e lucenti. Ma di notte, dal fondo dell'oscurità, uno sparviero nero appariva durante il sonno e mentre Lila ed Momo dormivano, egli con il suo becco tagliava i capelli d'oro man mano che crescevano.

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Con questi capelli e con l'aiuto di un ragno d'argento, tesseva una fitta rete e la lanciava nel cielo per catturare, mentre tutti dormivano, le nubi che i due fanciulli erano riusciti a pensare di giorno. Senza nubi, ritornò nuovamente una grave siccità.

Allora ricordando il nome esatto dello scarabeo, lo chiamarono a gran voce ed egli venne.

"Cosa dobbiamo imparare ancora .. " essi gli chiesero “…affinché i nostri capelli d'oro non ci vengano tagliati nel sonno e le nubi rimangano nel cielo per nutrire per sempre la terra con la loro pioggia?”.

Lo scarabeo, che da tanto tempo aspettava questa domanda, rispose sorridendo: “andate a scuola dall'aquila, capace di mettere in fuga lo sparviero; inoltre seguite le lezioni della regina delle api; la prima vi dirà come sviluppare una irresistibile concentrazione e dare forza ai vostri pensieri affinché nessuno ve li rubi; la seconda vi spiegherà come renderli duraturi, energici e dolci come il miele che imparerete a fabbricare, come fanno le api, nel loro stesso corpo".

Lila e Momo andarono dunque dall'aquila e poi dalla regina delle api che spiegarono loro i segreti che mai prima di quel momento erano stati rivelati ai fanciulli di Miramondo

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Mettendo in pratica i consigli dell'aquila e della regina delle api, i capelli dei due piccoli maghi ripresero a crescere più dorati di prima, mentre nel cielo si formarono nuove nubi grandi e generose di pioggia così che anche il miele riprese ad essere prodotto dalle api di Miramondo. Ma la quantità di pioggia non era ancora sufficiente per dissetare tutta la terra e il miele prodotto era troppo poco per far felici tutti i bambini.

"Cosa possiamo fare per dare la vita e il sorriso a tutti i bambini di Miramondo?" chiesero infine i due piccoli maghi allo scarabeo che era sempre più d'oro. Lo scarabeo rispose: “Vi manca un'altra lezione per poter aiutare tutti gli altri bambini; occorre sviluppare le grandi capacità del cuore: andate a chiedere alla maestra Mucca cosa sia la generosità e come svilupparla ... Essa sa prendere l'erba dalla terra e trasformarla in latte che dona generosamente -senza nulla pretendere- perché si possa ricavare yogurt, formaggi e latticini”.

I due fratelli andarono quindi dalla Mucca che alla Scuola della Magia insegna la materia chiamata “generosità” per chiederle cosa fosse ed ella spiegò ben bene, dando loro la sua saggia risposta e offrendo esempi concreti di solidarietà e generosità.

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La Mucca insegnò loro a far nascere le nuvole non solo dalla testa, ma anche dal cuore. E queste nubi che si formavano dalle emozioni pure, dai sentimenti di solidarietà, dagli impulsi a donare e ad essere generosi, avevano una qualità superiore e diversa: erano più bianche e splendenti, riflettevano meglio i raggi del sole e correvano più veloci e leggere nel vento del mattino: erano imprendibili e attraversavano le maglie di qualsiasi rete. Esse erano soffici e morbide come cuscini di piuma ma anche così cremose che potevano essere mangiate come un gelato di yogurt e fior di latte. Perfino gli uccelli potevano posarsi su di esse, quando avevano le ali stanche, durante i loro lunghi viaggi, come fossero grandi vascelli che attraversavano i cieli.

Queste nuvole si gonfiavano generosamente di pioggia da donare alla terra, ai fiori e a tutti gli esseri viventi. Dopo che ebbero imparato questo, Lila e Momo continuarono a studiare gli esercizi insegnati dall'elefante, dal picchio, dall'aquila, dalla regina delle api e dalla Mucca Maestra. "Finché saprete usare insieme il cuore e la testa, non mancherà mai il miele per i bambini di Miramondo” li salutò un giorno, dall'alto, il piccolo scarabeo.

Da allora, le nuvole che riuscivano a creare divennero così forti e pure che il sole le rischiarava anche al buio e nessuno poteva più rubarle. Quando la terra, gli animali, i fiumi e gli alberi avevano sete, la pioggia cadeva in abbondanza, così le api avevano a disposizione migliaia di fiori variopinti per fare il miele e i bambini di altri mondi venivano a Miramondo a riceverlo in dono per la sua squisita bontà. Ogni volta che Lila e Momo regalavano un poco di questo miele, le api ne fabbricavano il doppio, mentre le nubi giocavano tra loro anche di notte e i capelli dei due giovani maghi erano così luminosi che nessun sparviero poteva più avvicinarsi a causa dell'intensità del loro splendore

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