Allegato B: DISPENSA AD USO DEGLI STUDENTI · una famiglia puritana. Il padre combatte...

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I Allegato B: DISPENSA AD USO DEGLI STUDENTI Locke 1632/1704 1.1 Biografia 1534 Riforma anglicana 1632 nasce Locke a Wrington presso Bristol da una famiglia puritana. Il padre combatte nell’esercito puritano. 1642 Deceduti Elisabetta I 1 e Giacomo I, l’opposizione del Parlamento all’assolutismo autoritaristico di Carlo I sfocia in una guerra civile guidata dal puritano Oliver Cromwell, si conclude con la decapitazione del sovrano. 1642- 1658 Locke compie gli studi universitari ad Oxford (la roccaforte aristotelica e umanistica avversa alla tradizione platonica di Cambridge) dove consegue i gradi accademici di bacelliere e maestro delle arti, frequenta i corsi di medicina e fisica, approfondisce lo studio del metodo sperimentale (sarà molto influenzato da Bacone e Newton) sotto la direzione del famoso scienziato e sostenitore della nuova impostazione metodologica R. Boyle e stringe amicizia con il medico Sydenham. 1667 Incontra Lord Anthony Ashley, poi conte di Shaftesbury che lo assume come medico, precettore e poi come segretario personale e si trasferisce a Londra dove il suo protettore viene nominato Lord Cancelliere: qui frequenta l’alta società e si occupa di questioni economiche e politiche. Le riflessioni sulla difficile situazione politica e l’interrogativo sulla risoluzione delle controversie religiose e sulla garanzia della pacifica convivenza civile sono il tema del suo primo scritto il Saggio sulla tolleranza. 1653 Oliver Cromwell diviene Lord Protettore e instaura una dittatura repubblicana 1 Figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, che avevano dato origine alla scissione della Chiesa Anglicana dalla Chiesa di Roma 1660- 1685 Restaurazione assolutista e cattolica di Carlo II 1668 Locke è nominato membro della prestigiosa Royal Society, associazione per lo studio scientifico. 1671 Da una conversazione con alcuni amici, in cui si discuteva di morale e religione, Locke si avvede che si devono esaminare le capacità conoscitive e i limiti della conoscenza umana prima di trovare soluzione ai problemi posti e scrive il primo abbozzo di quello che sarà il Saggio sull’Intelletto umano, pubblicato nel 1889. 1675 Lord Ashley cade in disgrazia per il sostegno a una politica di pacificazione tra protestanti finalizzata a rafforzare il partito del Parlamento contro quello della Corona. 1675 – 79 Locke si trasferisce in Francia per motivi di salute e legge i classici della filosofia francese, tra cui Pascal, Cartesio, Gassendi e Malebranche. Il contatto con alcuni Ugonotti (= calvinisti francesi), discriminati da leggi restrittive di Luigi XIV, spinge Locke a riflettere sulla condizione necessaria per favorire la concordia religiosa e individuarla nella distinzione dell’ambito civile e dell’ambito religioso. Si osserva invece che in nome di un ingenuo fideismo e una presunta superiorità della fede sulla ragione si perpetrano e giustificano le violenze e persecuzioni più atroci e incomprensibili. Così Locke scopre la chiave del problema del rapporto fede/ragione: separare i campi di azione e rispettarli reciprocamente. 1679 Ritorna a Londra, chiamato da Shaftesbury, che era diventato Consigliere del re ma i soggiorni londinesi si alternano con periodi in campagna, per curare l’asma, dove Locke si intrattiene spesso con l’amico James Tyrrell: da queste conversazioni verrà la composizione dei Trattati sul governo nel 1681 e pubblicati nel 1689. 1682 Definitiva caduta e imprigionamento di Shaftesbury inducono Locke a temere per la propria sicurezza personale e seguire la fuga del suo protettore in Olanda legandosi definitivamente al partito che si

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I

Allegato B: DISPENSA AD USO DEGLI STUDENTI

Locke 1632/1704

1.1 Biografia 1534 Riforma anglicana 1632 nasce Locke a Wrington presso Bristol da una famiglia puritana. Il padre combatte nell’esercito puritano. 1642 Deceduti Elisabetta I 1e Giacomo I, l’opposizione del Parlamento all’assolutismo autoritaristico di Carlo I sfocia in una guerra civile guidata dal puritano Oliver Cromwell, si conclude con la decapitazione del sovrano.

1642- 1658 Locke compie gli studi universitari ad Oxford (la roccaforte aristotelica e umanistica avversa alla tradizione platonica di Cambridge) dove consegue i gradi accademici di bacelliere e maestro delle arti, frequenta i corsi di medicina e fisica, approfondisce lo studio del metodo sperimentale (sarà molto influenzato da Bacone e Newton) sotto la direzione del famoso scienziato e sostenitore della nuova impostazione metodologica R. Boyle e stringe amicizia con il medico Sydenham. 1667 Incontra Lord Anthony Ashley, poi conte di Shaftesbury che lo assume come medico, precettore e poi come segretario personale e si trasferisce a Londra dove il suo protettore viene nominato Lord Cancelliere: qui frequenta l’alta società e si occupa di questioni economiche e politiche. Le riflessioni sulla difficile situazione politica e l’interrogativo sulla risoluzione delle controversie religiose e sulla garanzia della pacifica convivenza civile sono il tema del suo primo scritto il Saggio sulla tolleranza. 1653 Oliver Cromwell diviene Lord Protettore e instaura una dittatura repubblicana

1 Figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, che avevano dato origine alla scissione della Chiesa Anglicana dalla Chiesa di Roma

1660- 1685 Restaurazione assolutista e cattolica di Carlo II 1668 Locke è nominato membro della prestigiosa Royal Society, associazione per lo studio scientifico. 1671 Da una conversazione con alcuni amici, in cui si discuteva di morale e religione, Locke si avvede che si devono esaminare le capacità conoscitive e i limiti della conoscenza umana prima di trovare soluzione ai problemi posti e scrive il primo abbozzo di quello che sarà il Saggio sull’Intelletto umano, pubblicato nel 1889. 1675 Lord Ashley cade in disgrazia per il sostegno a una politica di pacificazione tra protestanti finalizzata a rafforzare il partito del Parlamento contro quello della Corona. 1675 – 79 Locke si trasferisce in Francia per motivi di salute e legge i classici della filosofia francese, tra cui Pascal, Cartesio, Gassendi e Malebranche. Il contatto con alcuni Ugonotti (= calvinisti francesi), discriminati da leggi restrittive di Luigi XIV, spinge Locke a riflettere sulla condizione necessaria per favorire la concordia religiosa e individuarla nella distinzione dell’ambito civile e dell’ambito religioso. Si osserva invece che in nome di un ingenuo fideismo e una presunta superiorità della fede sulla ragione si perpetrano e giustificano le violenze e persecuzioni più atroci e incomprensibili. Così Locke scopre la chiave del problema del rapporto fede/ragione: separare i campi di azione e rispettarli reciprocamente. 1679 Ritorna a Londra, chiamato da Shaftesbury, che era diventato Consigliere del re ma i soggiorni londinesi si alternano con periodi in campagna, per curare l’asma, dove Locke si intrattiene spesso con l’amico James Tyrrell: da queste conversazioni verrà la composizione dei Trattati sul governo nel 1681 e pubblicati nel 1689. 1682 Definitiva caduta e imprigionamento di Shaftesbury inducono Locke a temere per la propria sicurezza personale e seguire la fuga del suo protettore in Olanda legandosi definitivamente al partito che si

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oppone agli Stuart, dove vivrà appartato e sotto mentite spoglie e avrà l’occasione di incontrare Le Clerc e Limborch, tramite cui conosce la teologia degli arminiani o rimostranti che aprirà nuovi spiragli di riflessione. 1688 Pacifica deposizione di Giacomo II e Gloriosa Rivoluzione: la corona è offerta a Guglielmo D’Orange che riconosce la Dichiarazione dei diritti (Petition of Rights). Si afferma la monarchia costituzionale. 1690 Dopo la morte di Shaftesbury che avvenne nel 1683, Locke potè ritornare a Londra al seguito della principessa Maria, consorte di Guglielmo d’Orange per la loro ascesa al trono. Pur in buoni rapporti con il re e gli alti funzionari, Locke rinuncia alla vita pubblica e si

ritira ad Oates nell’Essex, ospite di Lady Mashan, dove prosegue lo studio e la pubblicazione delle sue opere: il Saggio sull’intelletto umano (1689), i Trattati sul governo (1689), le famose quattro Lettere sulla Tolleranza (la prima uscita nel 1689 e l’ultima postuma nel 1705) i Pensieri sull’educazione (1693) in cui si raccolgono i consigli impartiti da Locke alla coppia di amici Clarke per l’educazione dei figli, Ragionevolezza del Cristianesimo (1695), Guida dell’intelligenza (1697) e altri scritti. Gli ultimi anni sono dedicati all’impegno e alla difesa delle dottrine esposte nelle sue opere e all’approfondimento di argomenti speculativi ed esegetici, tra cui il commento delle lettere di San Paolo.

1704 Muore ad Oates.

1.2 Opere

� Trattati sul magistrato civile (1660-62) � Saggi sulla legge di natura (1664) � Saggio sulla tolleranza (1667) � Saggio sull’intelletto umano(Abbozzi A e B 1671)

pubblicato nel 1689 � Lettere sulla Tolleranza (la prima uscita nel 1689 e

l’ultima postuma nel 1705) � Trattati sul governo (1690) � Pensieri sull’educazione (1693) in cui si raccolgono i

consigli impartiti da Locke alla coppia di amici Clarke per l’educazione dei figli,

� Ragionevolezza del Cristianesimo (1695) � Guida dell’intelligenza (1697 pubblicata postuma)

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1.3 Locke e i fumetti

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2 News! Critica delle facoltà conoscitive

LOCKE: «ERAVAMO SU UNA STRADA SBAGLIATA E, PRIMA DI IMPEGNARCI IN RICERCHE DI QUEL GENERE, ERA NECESSARIO ESAMINARE LE NOSTRE STESSE CAPACITÀ, E VEDER QUALI OGGETTI SIANO ALLA PORTATA DELLA NOSTRA INTELLIGENZA, E QUALI INVECE SIANO SUPERIORI ALLA NOSTRA COMPRENSIONE»

� Kant e molti altri faranno del ‘criticismo’ il cuore della filosofia.

� Ma dovranno fare i conti con Hegel «UNO DEI PUNTI DI VISTA CAPITALI DELLA FILOSOFIA CRITICA È, CHE PRIMA DI PROCEDERE A CONOSCERE DIO, L'ESSENZA DELLE COSE, ECC., BISOGNA INDAGARE LA FACOLTÀ DEL CONOSCERE PER VEDERE SE SIA CAPACE DI ADEMPIERE QUEL COMPITO [...] VOLER CONOSCERE DUNQUE PRIMA CHE SI CONOSCA È ASSURDO, NON MENO DEL SAGGIO PROPOSITO DI QUEL TALE SCOLASTICO, D'IMPARARE A NUOTARE PRIMA DI ARRISCHIARSI NELL'ACQUA»

2.1 Mappa concettuale introduttiva del pensiero di Locke

2.2 La tabula rasa o foglio bianco «SUPPONIAMO DUNQUE CHE LA MENTE SIA QUEL CHE SI CHIAMA UN FOGLIO BIANCO, PRIVO DI OGNI CARATTERE, SENZA ALCUNA IDEA. IN CHE MODO DUNQUE GIUNGERÀ ESSA A RICEVERE LE IDEE? DONDE E COME NE ACQUISTA QUELLA QUANTITÀ PRODIGIOSA CHE L’IMMAGINAZIONE DELL’UOMO, SEMPRE ALL’OPERA E SENZA LIMITI, LE OFFRE CON VARIETÀ QUASI INFINITA? DONDE HO TRATTO TUTTI QUESTI MATERIALI DELLA RAGIONE E DELLA CONOSCENZA? RISPONDO CON UNA SOLA PAROLA DALL’ESPERIENZA. È QUESTO IL FONDAMENTO DI TUTTE LE NOSTRE CONOSCENZE. DA QUI ESSE TRAGGONO LA LORO ORIGINE. LE OSSERVAZIONI CHE FACCIAMO SIA INTORNO AGLI OGGETTI ESTERIORI E SENSIBILI, SIA

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INTORNO ALLE OPERAZIONI DELLA NOSTRA MENTE, CHE PERCEPIAMO E SULLE QUALI NOI STESSI RIFLETTIAMO, FORNISCONO LA NOSTRA INTELLIGENZA DI TUTTI I MATERIALI DEL PENSIERO. SONO QUESTE LE DUE SORGENTI DA CUI DISCENDONO TUTTE LE IDEE CHE ABBIAMO, O CHE POSSIAMO AVERE NATURALMENTE ». Saggio sull’intelligenza umana, cap. I.

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IDEE SEMPLICI

IDEE DI SENSAZIONE IDEE DI RILFESSIONE

3. La teoria delle idee

(definizione equivoca) IDEA=« Ciò che è oggetto della nostra intelligenza quando pensiamo

L’origine e il limite della conoscenza è l’ESPERIENZA (ciò rende impossibile la metafisica)

QUALITA PRIMARIE = OGGETTIVE ‘producono’ le sensazioni delle

QUALITA’ SECONDARIE = SOGGETTIVE

per combinazione di idee semplici di sensazione e riflessione

IDEE COMPLESSE Prodotte dalla mente che opera sulle idee semplici

(es. IDEA DI SOSTANZA= sostrato confuso e oscuro di un insieme di qualità, essenza delle cose) 3.1 Le forme della CONOSCENZA Gradi della certezza e dell’evidenza

CONOSCENZA= percezione del legame, della concordanza e della discordanza tra le idee CONOSCENZA CONOSCENZA CONOSCENZA IMMEDIATA o MEDIATA o SENSIBILE INTUIZIONE RIFLESSIONE idea dei CORPI idea di IO idea di DIO

ESPERIENZAESTERNA O

SENSAZIONE

MENTE PASSIVA RICEVE I

‘MATERIALI’ DALL’ESPERIENZA

ESPERIENZA INTERNA o

RIFLESSIONE

MENTE ATTIVA RIFLETTE SULLE SUE

OPERAZIONI E SULLE IDEE DI

SENSAZIONE

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La conoscenza per Locke è sempre e solo conoscenza di idee; dalle idee si deve risalire alle cose, di cui si ha solo l’impressione sensibile, utile nella vita pratica. Molti sono gli ambiti importanti della vita umana che rimangono fuori da una conoscenza certa perché stanno oltre i confini dell’esperienza. Di questi ci deve accontentare di una ‘quieta ignoranza’.

4. La critica al concetto di sostanza

Concepire la sostanza come un’idea complessa implica negarne ogni conoscibilità in quanto realtà oggettiva. La sostanza è conosciuta in quanto idea complessa ed, in quanto tale, è prodotta dal soggetto. Se poi esista una realtà esterna corrispondente all’idea che ne abbiamo, è qualcosa che va al di là dell’ambito della conoscenza possibile tracciando quindi un limite alle possibilità conoscitive dell’intelletto, che non possono andare oltre i fenomeni e le operazioni compiute su di essi. La critica al modo di intendere la sostanza come il fondamento o substrato dei fenomeni è sviluppata da Locke fino alle sue conseguenze più radicali. Egli propone però anche una spiegazione all’esistenza della sostanza in quanto idea: da un lato essa deriva dal fatto che alcune idee semplici si presentano costantemente unite, d’altro lato dall’impiego di nomi per definire unitariamente questi complessi di idee. L’impiego di un unico nome può essere legittimato sul piano della funzionalità della comunicazione, ma tende spesso a ingannarci, suggerendo erroneamente l’esistenza di una realtà a esso corrispondente. Il problema della valenza conoscitiva delle idee, e più in generale quello della conoscenza, deve perciò essere considerato anche in relazione all’uso del linguaggio. La stessa argomentazione è valida in relazione a tutte le altre sostanze, e particolarmente all’io e a Dio. Alla fine di quest’analisi, Locke enuclea le conseguenze a suo giudizio più importanti: tutte le idee di sostanza sono collezioni di idee semplici, e tutte le idee semplici derivano dall’esperienza, anche quando sono combinate o elaborate dalla mente in modo da produrre nozioni che appaiono molto lontane da essa, come è, ad esempio, l’idea di Dio. POICHÉ, COME HO GIÀ SPIEGATO, LA MENTE È PROVVISTA DI UN GRAN NUMERO DI IDEE SEMPLICI, CHE LE VENGONO RECATE DAI SENSI COSÌ COME SI TROVANO NELLE COSE ESTERNE, O DALLA RIFLESSIONE SULLE SUE PROPRIE OPERAZIONI, ESSA OSSERVA ALTRESÌ CHE UN CERTO NUMERO DI QUESTE IDEE SEMPLICI VANNO COSTANTEMENTE ASSIEME; E POICHÉ SI PRESUME CHE ESSE APPARTENGANO AD UNA MEDESIMA COSA, E LE PAROLE SONO ADATTATE ALLA COMUNE COMPRENSIONE, E DI ESSE SI FA USO PER UN RAPIDO SCAMBIO, QUESTE IDEE, COSÌ RIUNITE IN UN SOLO SOGGETTO, VENGONO CHIAMATE CON UN NOME SOLO. MA POI, PER DISATTENZIONE, SIAMO PORTATI A PARLARNE CONSIDERANDOLA COME UNA SOLA IDEA SEMPLICE, MENTRE INVECE SI TRATTA DI UNA COMPLICAZIONE DI MOLTE IDEE MESSE INSIEME. E QUESTO, COME HO GIÀ DETTO, PERCHÉ NON SAPPIAMO IMMAGINARE IN QUAL MODO QUESTE IDEE SEMPLICI POSSANO SUSSISTERE DA SOLE, E PERTANTO CI ABITUIAMO A SUPPORRE UN QUALCHE SUBSTRATUM NEL QUALE ESSE EFFETTIVAMENTE SUSSISTANO E DI CUI SIANO IL RISULTATO: E QUELLO CHIAMIAMO, PERCIÒ, SOSTANZA. PER CUI, SE ALCUNO VOGLIA CONSULTARE SE STESSO NEI RIGUARDI DELLA SUA NOZIONE DI UNA PURA SOSTANZA IN GENERALE, TROVERÀ CHE NON NE POSSIEDE ALTRA IDEA SE NON QUELLA DI UNA SUPPOSIZIONE DI UN QUALCHE SCONOSCIUTO SOSTEGNO DI QUELLE QUALITÀ CHE SONO CAPACI DI PRODURRE IN NOI DELLE IDEE SEMPLICI, QUALITÀ CHE VENGONO COMUNEMENTE CHIAMATE ACCIDENTI. SE A QUALCUNO VENISSE DOMANDATO, QUALE SIA IL SOGGETTO CUI SI TROVANO INERENTI IL COLORE O IL PESO, NON AVREBBE NIENTE DA DIRE SE NON CHE SI TRATTA DI PARTI ESTESE E SOLIDE; E SE GLI SI DOMANDASSE A CHE COSA SIA INERENTE QUESTA SOLIDITÀ E QUESTA ESTENSIONE, EGLI NON SI TROVEREBBE IN UNA POSIZIONE MOLTO MIGLIORE DI QUELL’INDIANO GIÀ RICORDATO IL QUALE, DOPO CHE EBBE DETTO CHE IL MONDO È SOSTENUTO DA UN GRANDE ELEFANTE, SI SENTÌ CHIEDERE SU CHE COSA POGGIASSE L’ELEFANTE; AL CHE RISPOSE: SU UNA GRANDE TARTARUGA; MA POICHÉ SI INSISTEVA PER SAPERE CHE COSA SOSTENESSE QUESTA TARTARUGA DALLA SCHIENA COSÌ AMPIA, RISPOSE: QUALCOSA, CHE NON SAPEVA CHE FOSSE. E COSÌ QUI, COME IN TUTTI GLI ALTRI CASI IN CUI USIAMO CERTE PAROLE SENZA AVERE DELLE IDEE CHIARE E DISTINTE, NOI PARLIAMO COME DEI FANCIULLI: I QUALI, RICHIESTI DI CHE MAI SIA UNA DATA COSA, CHE NON CONOSCONO, PRONTAMENTE DÀNNO QUESTA SODDISFACENTE RISPOSTA, CHE È QUALCOSA: IL CHE INVERO NON SIGNIFICA ALTRO, QUANDO VIENE COSÌ USATO, SIA DAI BAMBINI CHE DAGLI ADULTI, SE NON CHE IGNORANO DI CHE SI TRATTI, E CHE DELLA COSA CHE

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PRETENDONO DI CONOSCERE, E DI PARLARE, ESSI NON HANNO LA MINIMA IDEA DISTINTA, E PERCIÒ NE SONO PERFETTAMENTE IGNORANTI E ALL’OSCURO. DUNQUE, L’IDEA CHE NOI ABBIAMO, E CUI DIAMO IL NOME GENERALE DI SOSTANZA, NON ESSENDO ALTRO CHE IL PRESUNTO, MA IGNOTO, SOSTEGNO DI QUELLE QUALITÀ CHE SCOPRIAMO ESISTENTI E CHE NON IMMAGINIAMO POSSANO SUSSISTERE SINE RE SUBSTANTE, SENZA QUALCOSA CHE LE SORREGGA, QUEL SOSTEGNO LO CHIAMIAMO SUBSTANTIA; CHE, SECONDO IL VALORE EFFETTIVO DELLA PAROLA, IN INGLESE COMUNE SIGNIFICA STAR SOTTO O SOSTENERE. ESSENDOSI FORMATA COSÌ L’IDEA Saggio sull’intelligenza umana, Laterza, Roma-Bari 2003,II, 23§, p. 325-26

5. La definizione dell’identità personale

T1 «AVENDO CIASCUNO IL PROPRIO TEMPO E LUOGO DETERMINATO DI COMINCIAMENTO DELL’ESISTERE, LA RELAZIONE CON QUEL TEMPO E LUOGO DETERMINERÀ SEMPRE DI CIASCUN D’ESSI L’IDENTITÀ FINTANTO CHE ESISTA »(P. 364 §2)

T2 «NON È DUNQUE L’UNITÀ DI SOSTANZA CHE COMPRENDE TUTTE LE SPECIE DI IDENTITÀ, O CHE LA DETERMINERÀ IN OGNI CASO: MA PER INTENDERE E GIUDICARE CORRETTAMENTE DI CIÒ CHE SIA L’IDENTITÀ DOBBIAMO CONSIDERARE QUALE IDEA STIA PER LA PAROLA CUI ESSA VIENE APPLICATA: POICHÉ UNA COSA È ESSERE LA STESSA SOSTANZA, UN’ALTRA LO STESSO UOMO, E UNA TERZA LA STESSA PERSONA, SE PERSONA, UOMO E SOSTANZA SIANO TRE NOMI CHE RAPPRESENTANO TRE IDEE DIVERSE. (P. 368 §8)»

T3 L’IDENTITÀ DELL’UOMO NON PUÒ CONSISTERE NELL’IDENTITÀ DELLA SEMPLICE ANIMA CHE CIÒ RENDEREBBE POSSIBILE CHE

«SETH, ISMAELE, SOCRATE, PILATO, SANT’AGOSTINO E CESARE BORGIA SIANO LO STESSO UOMO. POICHÉ SE LA SOLA IDENTITÀ DELL’ANIMA FA SI CHE UN UOMO SIA LO STESSO UOMO, E SE NON VI È NULLA NELLA NATURA DELLA MATERIA PER CUI LO STESSO SPIRITO INDIVIDUALE NON POSSA ESSERE UNITO A CORPI DIVERSI SARÀ POSSIBILE CHE QUEGLI UOMINI , CHE HANNO VISSUTO IN EPOCHE LONTANE FRA LORO , E CHE EBBERO CARATTERE TANTO DIVERSO, SIANO STATI LO STESSO UOMO. E QUESTA MANIERA DI PARLARE DEVE DIPENDERE DA UN IMPIEGO MOLTO STRANO DELLA PAROLA UOMO, APPLICATA A UN’IDEA DALLA QUALE VENGONO ESCLUSI IL CORPO E LA FORMA ESTERIORE. » ( P. 367 §7)

T4 L’IDENTITÀ DELL’UOMO NON PUÒ CONSISTERE NELLA STESSA IDENTITÀ SOSTANZA MA SE MAI GLI ELEMENTI DEFINITORI DELL’IDENTITÀ DELL’UOMO SONO PRECISAMENTE IL CORPO E LA FORMA ESTERIORE DELL’INDIVIDUO INTESI COME

«PARTECIPAZIONE ALLA STESSA VITA CONTINUATIVA DA PARTE DI PARTICELLE DI MATERIA IN CONTINUO FLUSSO, CHE SUCCESSIVAMENTE VENGONO A RIUNIRSI IN MODO VITALE ALLO STESSO CORPO ORGANIZZATO», CIOÈ LA CONTINUITÀ VITALE DEL POSSESSO DELLE QUALITÀ SENSIBILI CHE DEFINISCONO LA SPECIE DELL’INDIVIDUO.

T5 «DOBBIAMO CONSIDERARE PER COSA STA IL TERMINE PERSONA: IN QUALE, PENSO, STA PER UN ESSERE INTELLIGENTE E PENSANTE, CHE POSSIEDE RAGIONE E RIFLESSIONE, E PUÒ CONSIDERARE SE STESSO, CIOÈ LA STESSA COSA PENSANTE CHE EGLI È, IN DIVERSI TEMPI E LUOGHI; IL CHE ESSO FA SOLTANTO MEDIANTE QUELLA CONSAPEVOLEZZA CHE È INSEPARABILE DAL PENSARE, E , A QUANTO MI SEMBRA, ESSENZIALE AD ESSO: ESSENDO IMPOSSIBILE PER CHICCHESSIA PERCEPIRE SENZA PERCEPIRE CHE PERCEPISCE » (P. 371§ 11 ).

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T6 ALLORA PER DEFINIRE L’IDENTITÀ PERSONALE

«NON SI PRENDE IN CONSIDERAZIONE IL FATTO CHE IL MEDESIMO IO SI CONTINUI NELLE STESSE SOSTANZE O IN SOSTANZE DIVERSE»

MA LA CONSAPEVOLEZZA CHE NECESSARIAMENTE E COSTANTEMENTE ACCOMPAGNA IL PENSIERO E CHE DISTINGUE L’IO DAGLI ALTRI ESSERI O PENSANTI:

«QUEL TANTO CHE QUESTA CONSAPEVOLEZZA PUÒ VENIRE PORTATA AL PASSATO,A QUALUNQUE PASSATA AZIONE PENSIERO, FIN LÀ GIUNGE L’IDENTITÀ DI QUELLA PERSONA; È LO STESSO IO, ORA. CHE ERA ALLORA; E QUELL’AZIONE FU COMPIUTA DAL MEDESIMO IO CHE ATTUALMENTE SE LA RAPPRESENTA NELLA RIFLESSIONE».

IL PROBLEMA È ALLORA

«SAPERE CHE COSA SIA CHE FA QUELLA STESSA PERSONA E NON SE SIA LA STESSA SOSTANZA IDENTICA QUELLA CHE SEMPRE PENSA NELLA STESSA PERSONA:POICHÉ DIVERSE SOSTANZE SONO UNITE IN UNA SOLA PERSONA DALLA CONSAPEVOLEZZA STESSA DELLA QUALE PARTECIPANO, COME DIVERSI CORPI DA UNA STESSA VITA, SONO UNITI A FORMARE UN ANIMALE SOLO, LA CUI IDENTITÀ SI CONSERVA IN QUEL CAMBIAMENTO DI SOSTANZA AD OPERA DELL’UNITÀ DI UNA SOLA VITA CHE CONTINUA. POICHÉ ESSENDO LA STESSA CONSAPEVOLEZZA CHE QUELLA CHE FA SÌ CHE UN UOMO SIA SE STESSO A SE STESSO, L’IDENTITÀ PERSONALE DIPENDE DA QUELLA, E DA ESSA SOLTANTO SIA CHE TALE CONSAPEVOLEZZA SIA UNITA ESCLUSIVAMENTE AD UNA SOLA SOSTANZA INDIVIDUALE O POSSA CONTINUARSI IN UNA SUCCESSIONE DI SOSTANZE. INFATTI UN ESSERE INTELLIGENTE PUÒ RIPETERE L’IDEA DI QUALUNQUE AZIONE PASSATA CON LA STESSA CONSAPEVOLEZZA DI ESSA CHE NE EBBE AL PRINCIPIO,E CON LA STESSA CONSAPEVOLEZZA CHE HA DI QUALUNQUE AZIONE PRESENTE, FINO A QUEL MOMENTO ESSO È IL MEDESIMO IO PERSONALE. ESSO È INFATTI SE STESSO A SE STESSO, ORA, PER LA COSCIENZA CHE HA DEI SUOI PENSIERI ED AZIONI PRESENTI, E COSÌ SARÀ LO STESSO IO FINTANTO CHE LA STESSA CONSAPEVOLEZZA POSSA ESTENDERSI AD AZIONI PASSATE O AVVENIRE; E, PER TRASCORRERE DI TEMPO O MUTAR DI SOSTANZA, NON DIVERREBBE MAI DUE PERSONE, PIÙ CHE LO DIVENTI UN UOMO PER IL FATTO DI PORTARE OGGI ABITI DIVERSI DA QUELLI CHE PORTAVA IERI E, AVENDO FATTO IERI E OGGI UN SONNO, BREVE O LUNGO CHE SIA: POICHÉ È LA STESSA CONSAPEVOLEZZA CHE UNISCE NELLA STESSA PERSONA QUELLE AZIONI TRA LORO LONTANE, QUALI CHE SIANO LE SOSTANZE CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA LORO PRODUZIONE»(P. 372/3 §12)

T7 LA SOSTANZA CAMBIA, LA PERSONA NO:

SI PUÒ SUBIRE IL TAGLIO DELLA MANO MA LA MENOMAZIONE DI UN ARTO NON INTACCA L’IDENTITÀ CHE CONSISTE NELLA COSCIENZA:

«LA SOSTANZA DI CUI L’IO PERSONALE CONSISTEVA IN UN CERTO TEMPO PUÒ VENIR MODIFICATA, SENZA CHE SI CAMBI L’IDENTITÀ PERSONALE» (P. 375 § 13)

« SE VI SIA UNA PARTE DELLA SUA ESISTENZA CHE IO NON POSSA UNIRE A QUELLA COSCIENZA PRESENTE IN VIRTÙ DELLA QUALE IO SONO ORA ME STESSO, IN QUELLA PARTE DELLA SUA ESISTENZA QUELLA PARTE DELLA SUA ESISTENZA QUELLA SOSTANZA NON SARÀ PIÙ ME STESSO» (P. 383 § 26)

T8 «SE UN UOMO, RILFLETTENDO SU SE STESSO, CONCLUDE DI AVERE IN SE’ UNIO SPIRITO IMMATERIALE, CHE E’ CIO’ CHE PENSA IN LUI, E NEL COSTANTE MUTARE DEL SUO CORPO, LO FA ESSERE SEMPRE IL MEDESIMO, ED CIO’ CHE EGLI CHIAMA SE STESSO ; E SE IMMAGINA ALTRESI’ CHE QUEL SE STESSO SIA LA STESSA ANIMA CHE ERA IN NESTORE O TERSITE ALL’ASSEDIO DI TROIA […] POICHE’ ORA EGLI NON HA ALCUNA COSCIENZA DI NESSUNA AZIONE COMPIUTA SIA DA NESTORE CHE DA TERSISTE PUO’ PENSARE DI ESSERE LA STESSA PERSONA DI NESTORE E DI

X

TERSISTE ? […] LA SUA CONSAPEVOLEZZA, POICHE’ NON SI ESTENDE AD ALCUNA DELLE AZIONI DI QUEI DUE UOMINI, EGLI NON E’ LO STESSO IO DELL’UNO O DELL’ALTRO»(P. 376 § 16).

T9 «SE LA STESSA CONSAPEVOLEZZA PUO’ ESSERE TRASFERITA DA UNA SOSTANZA PENSANTE AD UN’ALTRA, SARA’ POSSIBILE CHE DUE SOSTANZE PENSANTI FORMINO UNA SOLA ED UNICA PERSONA POICHE’ VENENDO CONSERVATA LA STESSA CONSEPEVOLEZZA, NELLE STESSE SOSTANTE O IN SOSTANZE DIVERSE, L’IDENTITA’ PERSONALE E’ CONSERVATA ».

T10 «LA COSCIENZA […] UNISCE ESISTENZE E AZIONI MOLTO LONMTANE TRA LORO NEL TEMPO A FORMARE LA STESSA PERSONA, ALLO STESSO MODO COME UNISCE ESISTENZE E AZIONI DELL’ISTANTE CHE IMMEDIATAMETE PRECEDE; E PERCIO’ CHECCHE’ SIA CIO’ CHE HA LA CONSAPEVOLEZZA DELLE AZIONI PRESENTI E PASSATE, SI TRATTA SEMPRE DELLA STESSA PERSONA CUI ENTRAMBE APPARTENGONO. […] NON IMPORTA CHE QUESTO PRESENTE IO SIA FATTO DELLE STESSE SOSTANZE O DI ALTRO, - POICHE’ ALTRETTANTO I PREOCCUPERO’, E SARO’ GIUSTAMENTE CHIAMATO A RISPONDERE, DI QUALUNQUE AZIONE CHE SIA STATA COMMESSA MILLE ANNI FA, E CHE ORA VENGA ATTRIBUITA A ME DA QUESTA MIA COSCIENZA DI ME STESSO, QUANTO DI CIO’ CHE HO COMMESSO UN MINUTO FA ». (P. 378 § 18)

T10 «IN QUESTA IDENTITÀ PERSONALE HA FONDAMENTO TUTTO IL DIRITTO E LA GIUSTIZIA DEL PREMIO E DELLA PUNIZIONE . POICHE’ LA FELICITA’ E L’INFELICITA’ SONO LE COSE DI CUI OGNUNO SI PREOCCUPA PER SE STESSO, E NON IMPORTA CIÒ CHE PUÒ ACCADERE » (P 378§ 20 ) «QUESTO CI PUÒ INDICARE IN CHE COSA CONSISTA L’IDENEITTA’ PERSONALE: NON NELL’IDENTITA’ DELLA SOSTANZA, MA, COME HO DETTO NELL’IDENTITA’ DELLA COSCIENZA POICHE’ SE IN QUESATA IDENTITA’ SI TROVANO A COINCIDERE SOCRATE E IL PRESENTE SINDACO DI QUEENBOROUGH, ESSI SONO LA STESSA PERSONA. E SE SOCRATE STESSO, NELLA VEGLIA O NEL SONNO, NON PARTECIPI DELLA STESSA COSCIENZA, ALLORA SOCRATE NON SARA’ LA STESSA PERSONA. E PUNIRE SOCRATE SVEGLIO DI CIO’ CHE HA PENSATO SOCRATE DORMENDO, E DI CUI SOCRATE SVEGLIO MAI EBBE COSCIENZA, NON SAREBBE PIU’ GIUSTO DEL PUNIRE UN FRATELLO GEMELLO DI CIO’ CHE HA FATTO L’ALTRO A SUA INSAPUTA ». (P. 380 § 21)

T11 «SE BENE INTENDO, PERSONA E’ IL NOME DI QUESTO IO. DOVUNQUE UN UOMO TROVI CIO’ CHE EGLI CHIAMA SE STESS, LA’ IO PENSO, UN ALTRO PUO’ DIRE CHE EGLI CHIAMA SE’ STESSO È UN TERMINE FORENSE, INTESO AD ATTRIBUIRE LE AZIONI E IL LORO MERITO; E PERCIÒ APPARTIENE SOLO AGLI AGENTI INTELLIGENTI, SUSCETTIBILI DI UNA LEGGE, E DI FELICITÀ E INFELICITÀ. QUESTA PERSONALITA’ SI ESTENDE OLTRE L’ESISTENZA PRESENTE, A QULLA PASSATA, SOLO MEDIANTE LA COSCIENZA , - AD OPERA DELLA QUALE AVIENE CHE ESSA SI PREOCCUPI DEL PRORPIO PASSATO E NE RISPONDA; ATTRIBUISCA E IMPUTI A SE’ LE PROPRIE AZIONI PASSATE, ESATTAMENTE SULLA BASE STESSA E PER LA STESSA RAGIONE CHE SI RIFERISCONO AL PERESNTE. E TUTTO CIO’ HA PER FONDAMENTOLA PREOCCUPAZIONE DELLA FELICITA’, CHE E’ ELEMENTO CONCOMITANTE INEVITABILE DELLA COSCIENZA ». (P. 385 § 28) T12 «NIENT’ALTRO CHE LA COSCIENZA PUO’ UNIRE IN UNA STESSA PERSONA ESISTENZE FRA LORO LONTANE : L’IDENTITA’ DI SOSTANZA NON PUO’ FARLO; POICHE’, QUALE SIA LA SOSTANZA DI CUI SI TRATTA, E COMUNQUE FORMATA , SEMZA COSCIENZA NON C’E’ PERSONA. E UN CADAVERE, COME QUALUNQUE ALTRA SPECIE DI SOSTANZA, SENZA COSCIENZA, POTREBBE ESSERE UGUALMENTE UNA PERSONA. SE POTESSIMO SUPPORRE DUE COSCIENZE INCOMUNICABILI, DISTINTE, OPERANTI NELLO STESSO CORPO, L’UNA SEMPRE DURANTE IL GIORNO, L’ALTRA DI NOTTE; E, DALL’ALTRA PARTE, UNA STESSA COSCIENZA CHE A INTERVALLI ANIMASSE DUE CORPI DISTINTI: DOMANDO SE, NEL PRIMO CASO, L’UOMO DEL GIORNO E L’UOMO DELLA NOTTE NON SAREBBERO DUE PERSONE ALTRATTANTO DISTINTE QUANTO SOCRATE E PLATONE. E, SE NEL SECONDO CASO, NON VI SAREBBE UNA PERSONA IN DUE CORPI DISTINTI, COSI’ COME UN DATO UOMO E’ IL MEDESIMO IN DUE ABITI DIVERSI.» (P. 382 § 25) T13 QUALSIASI COSA ABBIA PENSATO O FATTO UNA QUALUNQUE SOSTANZA, CHE IO NON POSSA RICORDARE E REDNDERE PENSIERO ED AZIONE MIA MEDIANTE LA MIA CONSAPEVOLEZZA, ANCHE SE UNA PARTE DI ME L’ABBIA

XI

PENSATA O FATTA NON APPARTERRA’ A ME PIU’ CHE SE FOSSE STATA PENSATA O FATTA DA QUALUNQUE ALTRO ESSERE IMMATERIALE CHE ESISTA IN ALUN LUOGO. (P. 383 § 26) T15 «MA UN UOMO EBBRO NON E’ FORSE LA STESSA PERSONA DI QUANDO E’ SOBRIO? E PERCHE’ MAI, ALTRIMENTI, VIENE EGLI PUNTITO PER CIO’ CHE HA COMMESSO QUANDO ERA EBBRO, SEBBENE IIN SEGUITO NON NE ABBIA ALCUNA COSCIENZA? ALLO STESSO MODO DI UNO CHE CAMMINA E FA ALTRE COSE NEL SONNO, ED E’ SEMPRE LA STESSA PERSONA, PER CUI DEVE RISPONDERE DELLE MALEFATTE COMPIUTE IN QUELLO STATO. LE LEGGI UMANE PUNISCONO ENTRAMBI CO UNA GIUSTIZIA CORRISPONDENTE AL MODO DI CONOSCENZA CHE ESSI POSSONO AVERE: POICHE’, IN QUESTI CASI, NON POSSONO DISTINGUERE CON CERTEZZA CIO’ CHE E’ REALE DA CIO’ CHE E’ SIMULATO; E PERCIO’ NON SI AMMETTE COME SCUSANTE L’IGNORANZA DEL SOGGETTO NELL’UBRIACHEZZA E NEL SONNO». (P. 381 § 23) T16 «SE SIA POSSIBILE CHE LO STESSO UOMO ABBIA DUE COSCIENZE DISTINTE E INCOMUNICABILI IN TEMPI DIVERSI, NON V’E’ ALCUN DUBBIO CHE, IN QUEI TEMPI DIVERSI, LO STESSO UOMO FAREBBE DUE PERSONE DIVERSE» (P. 380 § 22)

5. 1 Scheda - La nozione di persona

Il termine “persona, derivato dal greco “prosopon”, si riferiva in origine propriamente a “ciò che cade sotto gli occhi”, “ciò che si vede”, quindi all’aspetto del volto, al segno esteriore che permetteva di distinguere l’identità dell’individuo: indicava in particolare le maschere tradizionalmente usate nel teatro classico, indossate dall’attore, che le variava a seconda dei personaggi, e poiché una maschera ne individuava in modo fisso e costante il carattere e la parte, era divenuta il simbolo di una certa tipologia di individui. Il vocabolo, traslato dall’azione scenica alla vita reale, poiché rimanda alla presenza e all’aspetto di qualcuno, venne ad assumere nel linguaggio corrente il significato di individuo umano2. Dai giuristi romani proviene l’uso del termine per significare il soggetto dei diritti. Quando il Cristianesimo viene proclamato culto lecito nello stato, dopo secoli che per decreto ne era stata impedita la pubblica professione, il termine assume grande importanza nei dibattiti teologici per le controversie trinitarie e cristologiche; diviene oggetto di discussione, ad esempio, al concilio di Nicea nel 325 d.C., in seguito al diffondersi delle prime eresie. Era fondamentale per la giovane comunità cristiana dare ai contenuti di fede un assetto teorico ben definito e fissare un’ortodossia dottrinale, onde evitare lo svilupparsi di interpretazione falsate ed arbitrarie delle Sacre Scritture. Il termine persona inizia ad essere utilizzato per esprimere il dogma trinitario, cioè la consustanzialità delle tre Persone della Trinità, distinte manifestazioni della medesima Sostanza: per il cristianesimo tuttavia fin dall’inizio l’idea di persona non è attribuita in prima battuta all’essere umano, ma a Dio. Il Cristianesimo afferma che l’uomo non soltanto è creato ad immagine e somiglianza di Dio, ma anche che l’uomo, redento dall’Incarnazione di Cristo, può essere chiamato figlio di Dio egli stesso3. E così che “persona” entra a far parte del linguaggio e delle categorie dell’antropologia, grazie all’influsso dell’Ebraismo e soprattutto del cristianesimo. E la riflessione speculativa va via via sempre più impegnandosi nell’indagine su ciò che propriamente indica il vocabolo. Se ci sofferma sui nuclei costitutivi del concetto di persona è evidente che essa si presenta come una nozione analoga, cioè si tratta di una nozione che si dice in una pluralità di modi tra cui si dà una parziale somiglianza in virtù di un comune riferimento al significato principale: il termine persona è stato assegnato primariamente a Dio, che realizza il significato proprio del termine, e secondariamente all’essere umano. Dio costituisce la perfezione e la pienezza dell’esser persona, e dunque rimane il modello perfetto e insuperato.

2 A. PAVAN e A. MILANO, Persona e personalismi, Edizioni Devoniane, Napoli 1987. 3 A. PESSINA, Bioetica, L’uomo sperimentale, Edizioni Bruno Mondatori, Milano 1999.

XII

6. L’identità personale di Batman Dialogo Bruce Wayne – Alfred A: Signore, la signorina Vale ha chiamato ancora. Oso suggerire che il suo attuale comportamento potrebbe solo rafforzare la di lei determinazione. Essa è alquanto tenace B: In questo hai ragione A: E, mi si permetta, alquanto straordinaria. Forse si potrebbe tentare di dirle la verità. Dialogo tra Bruce e Vicky B: Posso entrare? Carina questa casa! Quanto spazio! Senti…sono venuto per chiarire alcune cose V: Chi ti credi di essere non lo so?! Tu mi offendi. Ti ho telefonato e ritelefonato e hai mentito, hai mentito sul fatto che partivi. B: Lascia che ti dica una cosa! V: Lascia parlare me! Mi hai invitato e siamo andati a cena e c’era qualcosa tra noi, ho creduto in te, ho dormito con te, ancora non riesco a crederci! E poi non rispondi alle mie telefonate, devi essere proprio una specie di sciocco! B: Senti sei una gran bella ragazza e mi piaci moltissimo però, adesso, stai zitta! Io ho qualcosa che ti devo dire! Sai di come la gente ha lati diversi nella sua personalità. Qualche volta una persona deve addirittura vivere due vite diverse. V: Oh, no! Sei sposato! B: No, non sono sposato. Vedi la mia vita è veramente complessa. Va bene, ascolta: tu sai che una persona normale si alza, scende nel tinello, poi dà un bacetto ai suoi e va subito al lavoro e poi…capisci, no? Va bene, senti Vicky, quello che cerco di dirti è che… V: Ehi, calmati… B: Quello che cerco di dirti è… [suona il campanello della porta] V: Torno subito! Monologo di Joker (rivolto a Batman) J: Mi senti Batman? Tu ed io da soli in singolar tenzone…Io mi sono strappato la maschera, vediamo se tu puoi strapparti la tua? Dialogo tra Bruce e Vicky [Vicky viene portata da Alfred nella Batcaverna] V: Ciao, dimmi se sono pazza, ma non fu una notte qualsiasi per nessuno dei due. Voglio dire che tutti e due avevamo trovato qualcosa. Perché non mi fai entrare? Perché ? B: Sei entrata! V: Ti ho amato dal primo momento. Ma non so cosa pensare di tutto questo?! B: Senti, anch’io non so cosa pensare di tutto questo, però è qualcosa che devo fare! V: Perché? B: Perché altri non possono. Senti ho cercato di evitarlo, sai, ma non c’è verso. Così va il mondo, non è un mondo perfetto! V: Non deve essere per forza un mondo perfetto! Io devo sapere: cercheremo di amarci noi due? B: Vorrei tanto, ma ora lui [Joker] è la fuori e devo andare al lavoro.

XIII

7. La dottrina politica: il pensiero liberale

Hobbes e Locke si possono iscrivere nella tradizione del Giusnaturalismo, dottrina secondo cui il diritto ha un fondamento nell’ordine naturale indipendente dall’autorità politica che emana la legge e che le conferisce una determinata configurazione storica o positiva. GIUSNATURALISMO Teoria politica che ammette uno stato di natura originario TEORIA DELLO STATO Liberalismo STATO DI NATURA Stato di pace in cui esistono differenze tra individui nell’uguaglianza e liberta’

originarie Ragionevolezza, applicata ai rapporti umani, e’ condizione dello stato di natura.

LEGGE NATURALE È fondata sulla ragione umana Il diritto naturale di ciascuno limitato al rispetto di quello altrui Originario diritto alla proprieta’: vita, liberta’, possesso. Non arbitraria Ricerca la conservazione del genere umano

DIRITTO NATURALE Vita, Liberta’ Proprieta’ privata

PROPRIETA’ PRIVATA Diritto naturale PATTO SOCIALE Pactum unionis ≠ pactum subiectionis

diritto di resistenza STATO DI SOCIETÀ

È lo stesso stato di natura garantito dalle leggi (nello stato di natura mancano una legge stabile, un giudice e una potenza)

Diritto alla resistenza con mezzi intermedi costituzionali/insurrezione

RINUNCIA DOPO IL PATTO DI SOGGEZIONE

Rinuncia parziale al diritto naturale di giustizia, cioè all’uso privato del diritto e della forza armata.

Autorita’ politica detiene potere coercitivo FINALITA’ DELLO STATO tutela dei diritti naturali e inalienabili del cittadino GARANZIA DI LEGITTIMITÀ/SOLIDITÀ DELLO STATO

Separazione dei poteri – controllo reciproco degli organi dello stato: potere legislativo (parlamento) potere esecutivo (dipende dal legislativo; governo) potere federativo (dipende dall’esecutivo; diplomazia, rapp. tra stati) prerogativa regia (diritto del monarca di modificare la legge per bene pubblico)

SOVRANITA’ ESERCITATA SECONDO

Consenso del popolo Principio di maggioranza

POTERE DELL’AUTORITÀ POLITICA

Supremo ma non assoluto Limite legge naturale e pactum unionis

AZIONE DELLO STATO In eccesso: abuso di potere

RAPP. STATO/CHIESA Chiesa autonoma da Stato e viceversa

XIV

XV

XVI

9. Esercizi

� Esercizio 1 Immagina di dover condurre un’intervista a Locke da pubblicare su una prestigiosa rivista filosofica; attraverso le domande che poni devi ottenere, con le risposte dell’autore, un compendio riassuntivo della teoria della conoscenza di Locke che definisca i concetti impiegati, le principali tesi sostenute, gli argomenti addotti a sostegno, i bersagli polemici. Adotta lo stile linguistico che preferisci (formale/informale). Ricorda però che la struttura dell’intervista si snoda in forma dialogica ed interattiva e deve simulare un colloquio orale tra interlocutori. Sviluppa i punti principali del pensiero dell’autore facendo riferimento a:

� La difficile situazione politica e sociale dell’Inghilterra � La dialettica tra razionalismo ed empirismo come principali orientamenti filosofici del Seicento � La tensione critica del pensiero di Locke che anticipa tendenze illuministiche e kantiane � Il proposito di Locke nel scrivere il Saggio sull’intelletto umano � La critica radicale alla metafisica � La centralità delle idee nel processo conoscitivo � La definizione di conoscenza � La teoria nominalistica dei concetti � La teoria convenzionalistica del linguaggio � Il rapporto fede/ragione

Ad esempio: [I (= intervistatore): Come è nata l’idea di scrivere il Saggio sull’intelletto umano? L(= Locke): Da una conversazione con amici, in cui discutevamo di argomenti di politica e di morale vista la travagliata situazione del governo, i conflitti religiosi tra le varie confessioni, la tendenza assolutistica dei re inglesi…Ma, a un certo punto, ci siamo scoraggiati perché ci sembrava di non riuscire a venirne a una su nessuna delle questioni in discussione!! Allora mi è venuta un’illuminazione: forse dovevamo fermarci e compiere una ricognizione preliminare sulle nostre capacità conoscitive stesse per vedere quali erano l’estensione, i limiti e l’origine delle nostre conoscenze. In poche parole: quali oggetti riusciamo ad afferrare con la nostra intelligenza e quali invece sono fuori dalla portata del suo raggio di azione.] � Esercizio 2 Costruisci sul tuo quaderno la mappa concettuale delle nozioni fondamentali della gnoseologia elaborata da Locke prestando particolare attenzione alle relazioni tra i concetti che hai individuato [es. esperienza ↔ sensazione ↔ idee] � Esercizio 3 Dopo aver discusso con un tuo compagno sul senso del passo riportato commenta la seguente affermazione di Locke contenuta nel Trattato sul governo: «LA LEGGE, INFATTI, NELLA SUA PROPRIA DEFINIZIONE, NON È TANTO LA LIMITA- ZIONE, QUANTO LA GUIDA DI UN AGENTE LIBERO E INTELLIGENTE AL SUO PROPRIO INTERESSE E NON PRESCRIVE NULLA CHE NON SIA INTESO AL BENE GENERALE DI COLORO CHE VI SONO SOTTOMESSI... DUNQUE, PER QUANTO LO SI POSSA FRAINTEN- DERE, IL FINE DELLA LEGGE NON È DI PRECLUDERE O REPRIMERE LA LIBERTÀ MA DI CONSERVARLA E AMPLIARLA, PERCHÉ IN TUTTI GLI STATI DI CREATURE CAPACI DI LEGGI, DOVE NON C'È LEGGE NON C'È LIBERTÀ. LIBERTÀ SIGNIFICA INFATTI ESSERE ESENTI DALL'ALTRUI OPPRESSIONE E VIOLENZA;... MA NON LIBERTÀ PER CIASCUNO DI FARE CIÒ CHE VUOLE, BENSÍ LIBERTÀ DI DISPORRE E USARE DELLA SUA PERSONA, DELLE SUE AZIONI, DEI SUOI BENI E DI TUTTE LE SUE PROPRIETÀ ENTRO I CONFINI DELLE LEGGI CUI È SOGGETTO E IN CUI NON SOTTOSTÀ ALL'ALTRUI ARBITRIO, MA È LIBERO DI SEGUIRE LA VOLONTÀ PROPRIA » (Trattato sul governo, VI, 57)

� Esercizio 4 È interessante notare in questo frammento della Dichiarazione d’Indipendenza Americana alcuni chiari riferimenti ai principi giusnaturalismi e lockiani: basti pensare al riferimento alla "Legge naturale e divina" oppure il principio dell'uguaglianza "tutti gli uomini sono stati creati uguali", e subito dopo il riferimento ai "Diritti inalienabili". È da notare infine un riferimento al diritto del popolo di ribellarsi all'autorità costituita teorizzato da Locke : "è Diritto del Popolo modificarlo o distruggerlo". Commenta sul tuo quaderno il passo riportato in seguito:

XVII

«QUANDO NEL CORSO DEGLI UMANI EVENTI SI RENDE NECESSARIO AD UN POPOLO SCIOGLIERE I VINCOLI POLITICI CHE LO AVEVANO LEGATO AD UN ALTRO ED ASSUMERE TRA LE ALTRE POTENZE DELLA TERRA QUEL POSTO DISTINTO ED EGUALE CUI HA DIRITTO PER LEGGE NATURALE E DIVINA, UN GIUSTO RISPETTO PER LE OPINIONI DELL'UMANITÀ RICHIEDE CHE ESSO RENDA NOTE LE CAUSE CHE LO COSTRINGONO A TALE SECESSIONE. NOI RITENIAMO CHE LE SEGUENTI VERITÀ SIANO DI PER SE STESSE EVIDENTI; CHE TUTTI GLI UOMINI SONO STATI CREATI UGUALI, CHE ESSI SONO DOTATI DAL LORO CREATORE DI ALCUNI DIRITTI INALIENABILI, CHE FRA QUESTI SONO LA VITA, LA LIBERTÀ E LA RICERCA DELLE FELICITÀ; CHE ALLO SCOPO DI GARANTIRE QUESTI DIRITTI, SONO CREATI FRA GLI UOMINI I GOVERNI, I QUALI DERIVANO I LORO GIUSTI POTERI DAL CONSENSO DEI GOVERNATI; CHE OGNI QUAL VOLTA UNA QUALSIASI FORMA DI GOVERNO, TENDE A NEGARE TALI FINI, È DIRITTO DEL POPOLO MODIFICARLO O DISTRUGGERLO, E CREARE UN NUOVO GOVERNO, CHE PONGA LE SUE FONDAMENTA SU TALI PRINCIPI E ORGANIZZI I SUOI POTERI NELLA FORMA CHE AL POPOLO SEMBRI PIÙ PROBABILE POSSA APPORTARE SICUREZZA E FELICITÀ. LA PRUDENZA, ANZI, IMPORRÀ CHE I GOVERNI FONDATI DA LUNGO TEMPO NON ANDREBBERO CAMBIATI PER MOTIVI FUTILI E TRANSITORI; E DI CONSEGUENZA OGNI ESPERIENZA HA DIMOSTRATO CHE L'UMANITÀ È PIÙ DISPOSTA A SOFFRIRE, FINCHÉ I MALI SONO SOPPORTABILI, CHE A CERCARE GIUSTIZIA ABOLENDO LE FORME ALLE QUALI SONO ABITUATI. MA QUANDO UNA LUNGA SERIE DI ABUSI E DI USURPAZIONI, CHE PERSEGUONO INVARIABILMENTE LO STESSO OBIETTIVO, EVINCE IL DISEGNO DI RIDURRE IL POPOLO A SOTTOMETTERSI A UN DISPOTISMO ASSOLUTO, È IL LORO DIRITTO, È IL LORO DOVERE, ROVESCIARE TALE GOVERNO E AFFIDARE LA LORO SICUREZZA FUTURA A DEI NUOVI GUARDIANI».

� Esercizio 5 Rispondi alle seguenti domande sul tuo quaderno:

1) Perché Locke decreta il passaggio da una concezione sostanzialistica a un criterio disposizionale nel definire la nozione di persona e di identità individuale?

2) Che cos’è la persona per Locke e come la si individua? 3) Ci sono casi problematici nell’applicazione del criterio disposizionale? Se sì, come vengono risolti? 4) La nozione di persona è sinonimo di sostanza e di uomo? 5) Da quale ambito viene tratto il termine persona e perché? 6) Quel è la tua personale idea di persona?

XVIII

7) Rifletti sul tema dell’identità personale: accordi con Locke nel sostenere la coscienza come fulcro della definizione e pensi che intervengano altri elementi?

8) Pensa alla tua identità: come l’hai vissuta? Vedi una continuità sotto i cambiamenti o sono più evidenti le trasformazioni che hai subito durante la tua maturazione.

10. Scheda - guida alla visione del film Batman

Analisi testuale dell’audiovisivo

Tipologia: Riduzione cinematografica Titolo: Batman (Id.) Regia: Tim Burton Sceneggiatura: Sam Hamm, Warren Skaaren Fotografia: Roger Pratt Interpreti: Michael Keaton, Jack Nicholson, Kim Basinger, Nazionalità: USA Durata: 2h. 06' Genere: Avventura Anno: 1989 Guarda la pellicola cercando di prestare attenzione ai descrittori della tabella riportati in legenda che puoi compilare dopo aver visto il film. LEGENDA: DESCRITTORE = fattore di cui tenere conto nella descrizione del film INDICATORE = scala di MOLTO/POCO, FREQUENTE/NON FREQUENTE, PRESENTE/NON PRESENTE, SPESSO/RARO, CONTINUO/DISCONTINUO

RUMORI ARTIFICIALI/NATURALI SUONI ANALISI NARRATIVA CARATTERI DEI PERSONAGGI AZIONI CRUCIALI RUOLI INTENZIONI DELL’AUTORE

INTERPRETAZIONE DEL TESTO Mandato alle spettatore Riferimento testo/contesto

COMUNICAZIONE CHIAREZZA/COMPRENSIBILITA’ EFFICACIA COMUNICATIVA

� Analisi strutturale: dopo aver guardato la pellicola esegui le seguenti operazioni o Sintesi o Suddivisione del testo in sequenze narrative e titolazione (che descrive il contenuto)

• Analisi linguistica: gli elementi del linguaggio audiovisivo o Decodifica dei codici linguistici

DIMENSIONE DESCRITTORE INDICATORE COMMENTO ANALISI VISIVA LUCE COLORI CAMPI E PIANI ANGOLAZIONE GESTUALITA’/MIMICA PERSONAGGI TIPI DI RIPRESE SPAZIO EFETTI SPECIALI TITOLI / DIDASCALIE INQUADRATURE MONTAGGIO RAPPORTO SUONO/IMMAGINE ANALISI UDITIVA VOCI ARTICOLATE/INARTICOLATE

XIX

� Codici visivi - Codici iconici: luce, colori, campi, piani, angolazioni, angolazione, profondità

di campo - Codici cinesici: i movimenti dei personaggi (mimica e gestualità) e della

rappresentazione con macchina da presa (panoramica, carrello, zoom, dolly, steady cam)

- Codici dello spazio: ambiente scenico (scenografia, organizzazione del set, effetti speciali), prossemica dei personaggi (rapporti fisico-spaziali)

- Codici grafici: (titoli, didascalie, sovraimpressioni, cartelli) - Codici sintattici: regole del montaggio di associazione delle singole immagini

(tipo di stacco, piani sequenza, condensazioni temporali, rapporti di analogia e continuità), delle singole unità narrative (montaggio alternato, in parallelo ), dell’immagine con il sonoro (funzione della voce off, sincronia e asincronia )

� Codici uditivi - Voci (gemiti, lamenti, grida, bisbiglii; tono, timbro, altezza, variazioni della

modulazione; tipo di formulazione in, off, over) - Rumori (naturali/artificiali, sotto/sovrapposizioni) - Suoni (tappeto sonoro, brano musicale)

• Analisi narrativa o Personaggi: come sono connotati psicologicamente e socialmente gli individui?Descrivi o Comportamenti: che comportamenti mettono in atto e quale tipo di funzione svolgono nell’universo del

racconto? Quali azioni compiono nel racconto? o Cambiamenti: che cambiamenti producono le azioni dei personaggi nel racconto? o Ruoli: che ruolo svolgono i personaggi all’interno della vicenda? (protagonista/antagonista,

agente/paziente) o Funzioni: In ragione del ruolo che funzione occupano i personaggi nel racconto? o Processo: per il ruolo e la funzione svolti che tipo di processo producono nello sviluppo del

racconto (miglioramento/peggioramento della loro condizione iniziale) � Analisi della comunicazione: uso della macchina da presa, punto di vista, focalizzazione � Analisi tematica: tema-guida principale, tematiche ricorrenti, elementi topici: C'è un tema che

caratterizza il film? � Analisi estetica: il prodotto ha valore estetico? Che tipo di uso fa il regista degli elementi linguistici? Quali

elementi nel film indicano che ci si trova in un contesto metropolitano e notturno? Che cosa evocano? � Analisi assiologica: quali valori morali esprimono il racconto, la resa scenica e le scelte stilistiche?

11. Scheda di lettura del film Batman

1) Qual è l'evoluzione delle figure di Batman e di Bruce Wayne nel corso del film? 2) Che tipo di relazione intercorre tra i due personaggi: 3) c’è continuità/ discontinuità di personalità, abbigliamento,comportamenti? 4) C’è continuità/ discontinuità di azione/sentimento/pensiero e di consapevolezza ? 5) Quale ruolo assumono ? 6) Qual è la loro posizione nei confronti della loro scissione? 7) Li riconosci come un’unica persona? Se sì, da che cosa? Se no, perché? Argomenta la risposta. 8) Quali espressioni, gesti, atteggiamenti, oggetti, frasi, elementi scenografici, costumi ti sembrano

particolarmente significativi? 9) Qual è la funzione della figura – mito del supereroe?

XX

12. Locke in pillole – Glossario4

� Per "intelletto" non si intende una facoltà separata dalla sensibilità ma il principio conoscitivo "the power of thinking", cioè l'occhio mentale che ci fa vedere e conoscere tutte le cose � La percezione è l'atto originario della conoscenza, tutte le idee derivano in qualche modo dall’esperienza (empirismo). � Le idee sono l'oggetto del pensiero nella sua "passività", il pensiero in senso proprio è attività dello spirito intorno alle proprie idee. � Rifiuto dell'innatismo: nello spirito non c’è nulla di cui lo spirito non sia consapevole. Se le idee fossero innate dovremmo averne sempre coscienza e dovrebbero essere universalmente ammesse. Ma avviene il contrario. � Tabula rasa: non esistono idee innate, idee ci vengono dall'esperienza. Ognuno comincia ad avere idee "quando ha una sensazione". � Il senso esterno, o sensazione, ci fa percepire le cose fuori di noi da cui le idee che riferiamo ad oggetti esterni. Il senso interno o riflessione ci fa sentire le operazioni del nostro spirito. La sensazione è un movimento causato nell'uomo da stimoli provenienti da corpi esterni. (spiegazione meccanicista) � Le idee di sostanze: trattandosi d’idee complesse costruite da noi l’effettiva corrispondenza alla realtà non è necessaria, d’altronde sostenere che le sostanze siano solo idee è come affermare che tra la realtà e il pensiero non ci sia rapporto. Locke non nega l'esistenza della sostanza, ma ritiene che non sia conoscibile (agnosticismo). Le idee non ci portano alla comprensione ma alla rappresentazione, la realtà resta inconoscibile. In questo contesto cade il criterio di verità del realismo, corrispondenza tra ciò che c’è e ciò che pensiamo. Conosciamo solo i fenomeni (fenomenismo). � Nominalismo: le idee non rappresentano l'essenza generale delle cose, ma sono solo dei nomi. Le idee "astratte" e i nomi sono semplici invenzioni umane convenzionali per rendere più facile la comunicazione. � Causa: la relazione causa-effetto risulta dal particolare collegamento che siamo indotti a fare fra due idee l'una delle quali si presenta costantemente unita al sorgere dell'altra. Locke, quindi, non nega la realtà del rapporto causale ma lo interpreta, in modo empiristico, come semplice constatazione di una connessione fra idee, che non si presenta come necessaria. � La conoscenza c'è quando abbiamo la percezione, non solo delle idee, ma anche della loro concordanza. Questa è distinta in quattro specie: d'identità o diversità (ogni cosa è se stessa e non un'altra cosa, principio di non-contraddizione); di rapporto; di coesistenza; di esistenza reale. � Quando quest’accordo è visto immediatamente si ha l'intuizione; quando invece sono necessarie idee intermedie si ha la dimostrazione. � La realtà: se riceviamo una sensazione, siamo certi che qualcosa la produce in noi. Anche se non abbiamo la certezza assoluta che ci sia necessariamente un rapporto tra l'idea e la cosa a cui essa si riferisce, è ragionevole supporlo ed è molto probabile che le cose e gli uomini continuino ad esistere anche quando io non ne ho la percezione. � Politica: è il padre del liberalismo, ne parla in due trattati. Il primo è contro Robert Filmer (sostenitore dell'autorità ereditaria e patriarcale. Il secondo è contro l’assolutismo (Hobbes). � Lo stato di natura è governato dalla legge di natura, che afferma: "Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te". (giusnaturalismo). Dal diritto alla vita derivano il diritto alla libertà e alla proprietà. Senza la proprietà, infatti, è impossibile conservare la vita o, almeno, conservarla in modo che si possa dire umana. La legge naturale pone un limite alla proprietà, e questo è dato dai diritti degli altri. Già nello stato di natura c'è un embrione della società perché Dio impone agli uomini situazioni che li spingono alla società, una piccola società, poi, esiste già con la famiglia. Ad un certo momento gli uomini si associano per creare tre poteri, uno per interpretare la legge naturale, un potere giudiziario attendibile e imparziale un'autorità che punisca chi ha mancato. � Gli uomini si uniscono in società per meglio esercitare i loro diritti e cedono solo quel tanto che è necessario affinché la società raggiunga lo scopo che essi si sono prefissi. (i poteri lffinché siano esercitati comunitariamente; ma non cedono né il diritto alla vita, né il diritto alla libertà, né il diritto alla proprietà: si associano per la salvaguardia e lo sviluppo di tali diritti; � I cittadini che lo hanno formato possono controllare ed eventualmente variare il potere legislativo, intervenendo nei suoi confronti, quando delibera contro la fiducia in esso riposta. Non il cittadino al servizio dello stato, ma lo stato al servizio del cittadino. Tutte le decisioni, poi, vanno prese a maggioranza.

4 Il Glossario è reperibile in rete all’indirizzo http://corsoc.altervista.org/download/appuntidoc/locke.doc

XXI

� I poteri dello Stato sono quattro: legislativo.(il supremo). Potere esecutivo. Potere giudiziario. Potere federativo, (guerra, pace, alleanze e trattati). Fu il primo teorico della Separazione dei poteri. Legislativo ed esecutivo (se non fossero divisi, chi guida la società potrebbe approfittarne... I poteri giudiziario e federativo, sono parte o specificazione di quello esecutivo e non sono necessariamente divisi. � Cristianesimo: è la religione che maggiormente rispecchia i dettami della ragione. (da cui l’autore elimina tutti i riferimenti al soprannaturale: la divinità di Cristo, la grazia…) � Tolleranza e libertà di religione: va distinta la finalità della Chiesa da quella dello Stato. Lo Stato deve intervenire soltanto quando i principi religiosi (male intesi) costituiscano un danno pubblico.