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AllegAto 1 contributi emersi durAnte le Assemblee del dibAttito pubblico

dagli interventi alle assemblee della prima fase del dibattito pubblico. I testi seguenti sono estratti dalle registrazioni audio delle diverse assemblee svolte nella prima fase di dibattito pubblico. Sono stati selezionati e organizzati per tema gli interventi più significativi per il loro contributo allo sviluppo del dibattito.. Nelle diverse sezioni tematiche, le date delle assemblee sono indicate all’inizio di ogni sequenza. All’interno dei singoli interventi sono stati eliminati i pezzi di minore interesse o ripetitivi per facilitare la lettura. Sono segnalati con carattere corsivo i soli inserimenti della redazione utili a completare le frasi o segnalare le parole incomprensibili.

1. le ipotesi progettuali della società punta dell’olmo e le reazioni nella società locale

La compagine proponente

3/5/2011bAldi (punta dell’olmo)C’erano due realtà diverse, che erano una realtà di tipo sociale nel bergamasco, che era quella della Fondazione Azzanelli-Cedrelli, che faceva per i soggiorni dei ragazzi, diciamo le colonie, come erano definite tanti anni fa, per la popolazione di Bergamo e la parte invece alta dell’Italcementi che era dedicata ai dipendenti, tra virgolette, dell’azienda stessa. Vivevano di vite indipendenti l’una con l’altra. Negli anni ’70, diciamo che c’è stato il maggiore…sviluppo e c’erano circa un migliaio di fanciulli che… di ragazzini che venivano ospitati nelle colonie ed era un’enclave perché di fatto tutto quello che succedeva lì dentro era di origine bergamasca, non c’erano molti contatti con il territorio cellese. C’erano le gallerie; all’interno del compendio ci passava la ferrovia, c’era un casello ferroviario che era dedicato a scaricare e ricaricare i bambini dopo il periodo disoggiorno… Durante la guerra c’era stato un periodo in cui le colonie sono state anche ahimé dedicate a luogo di transito per i deportati, storia molto triste evidentemente; fa parte della storia che dobbiamo rispettare in qualche misur. E’ chiaro che l’attività di ospitalità nei confronti dei bambini,e sia quella parte bergamasca, sia quella specifica dell’Italcementi, è andata avanti sino a circa gli anni ’90, quando poi è cambiata la società, si sono un po’ cambiate tutte le strutture e quindi la funzione originaria di colonia ha via via lasciato il posto al deserto sostanzialmente, perché niente è stato più fatto lì dentro se non, come diceva il Sindaco….la Scuola Alberghiera per un certo periodo di tempo. Nel 2007 abbiamo, è stato trovato un accordo tra la Fondazione Azzanelli-Cedrelli e l’Italcementi, un accordo per il quale la Italcementi ha, diciamo, incaricato ufficialmente la Fondazione di trovare eventuali acquirenti dell’intero compendio immobiliare, quindi sia della parte alta che della parte bassa e di tutto il bosco evidentemente, ivi comprese le due gallerie, quella verso Varazze e quella verso Celle, sia nel territorio di Celle, del Comune di Celle, sia nel Comune di Varazze, quindi compreso anche, diciamo, l’immobile che c’è sulla spiaggia verso Varazze, e con un accordo che ha previsto il fatto che nel corso della vendita tutto il denaro, atti separati perché le proprietà erano diverse, quello che veniva incamerato dalla Italcementi sarebbe stato donato alla Fondazione, che aveva un accordo col Comune di Bergamo, per costruire all’interno di Bergamo una casa, non di riposo ma di assistenza per disabili e persone anziane. Quindi, tutto quello che ne è venuto fuori economicamente è ritornato in Bergamo ed utilizzato in maniera molto proficua, tra l’altro. Diciamo che la cordata, chiamiamola… non mi piace ma… il gruppo di persone che ci siamo visti e ci siamo resi conto che esisteva una possibilità immobiliare, come diceva il Dottor Sacchi, qui ci sono delle fotografie che scorrono,

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quella prima era veramente adatta perché, se notate, sulla spiaggia c’è scritto qualche cosa, eravamo nel periodo bellico evidentemente del fascismo e quindi i bambini erano stati utilizzati tipo pennarello per scrivere una parola che in quel periodo andava molto di moda, evidentemente… Come vedete, la spiaggia tra l’altro era molto più ampia dell’attuale, molto più profonda, è stata erosa moltissimo nel tempo ed uno dei premi sarà anche quello di fare un rifacimento sostanziale di tutto questo. Qui che scorrono, mentre parlo, ci sono le fotografie dei bambini durante i loro soggiorni, e questo qui è la parte iniziale proprio sull’Aurelia a picco, dove c’è la curva, subito dopo la curva, nel primo palazzo. Diciamo che le tre componenti della “Punta dell’Olmo” sono il GIS, Gruppo Imprese Savonesi, che è rappresentato… sostanzialmente sono cinque imprese edili che si sono consociate, per fare tutta una serie di operazioni immobiliari, correggetemi se sbaglio quelli del GIS, e hanno dalla loro parte una grossa esperienza per operazioni di questo tipo, anche di dimensioni molto grandi, in ogni caso che sono sempre state connotate da un […] utilizzo del risparmio energetico, di un’attenzione anche al territorio. La seconda componente è il IDSC, che vorrebbe dire Istituto Diocesano Sostentamento Clero. L’Istituto Sostentamento Clero è un ente ecclesiastico all’interno della Diocesi di Savona; è presente quest’Istituto in tutte le Diocesi italiane, e tutti questi istituti fanno capo ad un Istituto Centrale Sostentamento Clero. Tutto questo meccanismo è nato nel momento della riscrittura del Concordato tra Stato e Chiesa, creazione dell’8 per mille e tutte queste cose, capitalizzando tutti questi singoli istituti che si devono occupare del sostentamento del clero della propria Diocesi, quindi pensare agli stipendi, al versamento dei contributi dei sacerdoti della Diocesi di Savona, parroci cellesi compresi, qualsiasi sacerdote che sia diocesano. La terza componente, che si è aggiunta in un secondo tempo, ma già subito nella “Punta dell’Olmo” sono le Industrie Rebora, che fanno parte del Gruppo Spinelli. Spinelli è abbastanza conosciuto come persona, più che altro, forse più che industrialmente, come ex Presidente del Genoa ed attuale Presidente del Livorno, sono compagni di strada, il GIS e il Rebora, per noi dell’Istituto, compagni di strada estremamente affidabili e certi. Questa Società che abbiamo creato che è “Punta dell’Olmo”, perché una delle Punte lì una è “Punta Aspera” l’altra è “Punta dell’Olmo”, ci sembrava giusto chiamarla in qualche maniera evidenziando dove eravamo, cercando di capire come si poteva andare avanti con quelli di Bergamo, come li definivamo, nel senso che abbiamo cercato di capire come avremmo potuto entrare in rapporto con queste persone, e quali erano gli strumenti per andare avanti. E’ stato fatto da parte della Fondazione o meglio da un gruppo di lavoro che comprendeva legali loro, tecnici molto abili, un bando di concorso privato, non pubblico, privato; avevano messo tutta una serie di paletti di ogni tipo, genere, natura e specie che vincolavano lapartecipazione di aziende per garantire la maggior trasparenza possibile, per evitare che ci potessero essere degli inquinamenti di qualsiasi tipo mafioso, diciamolo chiaramente, all’interno di società che potessero partecipare, volessero partecipare a quest’asta; abbiamo partecipato ed abbiamo avuto l’avventura di vincere, non dico né fortuna né sfortuna, l’avventura di vincere. Gli atti… sono stati perfezionati degli atti di vendita, i singoli atti di vendita nel corso del 2009, che sono stati più atti di vendita perché ci sono state, l’acquisizione della parte alta della parte Italcementi e della parte bassa della Fondazione e, in una fase successiva, l’acquisizione delle due gallerie, quindi siamo felici proprietari di tutto questo. All’interno di questo è chiaro che noi avevamo fatto, come ha detto il Dottor Sacchi, evidentemente, dei ragionamenti, delle valutazioni economiche, che erano state fatte in un momento in cui questa bolla di difficoltà economica italiana, europea, mondiale non si era ancora sviluppata, quindi ancora erano momenti leggermente diversi, abbiamo proseguito su questa strada, evidentemente, pensando che dovevamo percorrere una strada in cui però il territorio, le nostre realtà locali dovessero essere rappresentate, quindi se, in primo luogo, operando delle scelte come tecnici, da individuare per metterli, per lavorare insieme, a questa progettazione, persone che però fossero radicate sul territorio, in modo tale che conoscano esattamente quello che è il terreno, ma anche quelle che sono le realtà sociali all’interno del quale ci troviamo ad operare. Poi ve li presenteranno direttamente i due architetti che fanno un po’ da capocordata a tutta questa cosa.

9/5/2011morisi - C’era qualcuno che voleva informazioni ulteriori sulla compagine sociale, credo che secondo quelli che sono i parametri del capitalismo più evoluto, sapere da chi è fatta una società in termini percentuali sarebbe importante.

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sAccHi - Per noi non è molto importante in quanto decidiamo molto all’unanimità; c’è molta democrazia, però la maggioranza è detenuta dall’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero e poi ci sono altri due soci, le Industrie Rebora il 30% e GIS che ha il 19% .

Le prime reazioni dell’amministrazione comunale alla proposta progettuale di Punta dell’Olmo

3/5/2011sindAco: Abbiamo subito chiarito con la Società che, qualora ci fosse stata una proposta, diciamo, diversa (ndr. dalle indicazioni contenute nel PUC) , come quella che poi è stata depositata all’Amministrazione comunale, non avremmo discusso nell’ambito, diciamo, della parte rappresentativa che è il Consiglio comunale, seppur questo era legittimo, ma avremmo aperto un confronto con i cittadini.

La Società “Punta dell’Olmo” ci ha presentato una proposta che ha delle positività, che ha delle criticità.

Io conoscevo già un po’ il compendio delle Bergamasche perché ho avuto l’onore, per cinque o sei anni, di essere stato prima l’Amministratore Delegato, poi il Presidente del Centro di Formazione Turistico Alberghiero che aveva sede, voi ve lo ricordate, nelle Colonie Bergamasche, che ha dovuto andare poi a Varazze perché le condizioni, diciamo, strutturali delle colonie bergamasche non permettevano più la presenza del centro, perché non c’era più la possibilità di avere… lì c’erano dei ragazzi e non si era più potuto avere il certificato di prevenzione incendi e sulla questione della pericolosità. Perciò ero riuscito, avendo questo incarico, a penetrare un po’ all’interno, diciamo, del compendio, però non lo conoscevo bene completamente; io sono rimasto stupefatto, sconcertato, devo dire, della grande valenza di un parte di quell’area lì, che ha una valenza, diciamo, di un eco-sistema unico, secondo me, ma tutti quelli che l’hanno visto lo hanno anche confermato, che questo enorme parco 35.000/ 36.000 mq. parliamo perciò di una grande entità, che è rimasto completamente uguale, nel senso che lì non ci sono stati intervento edilizi, non sono state tracciate strade di particolare rilevanza, se non dei sentieri, sulla parte cellese. E’ un comparto che comprende sia una parte che è sul Comune di Celle, sia una parte che è sul Comune di Varazze. E’ una cosa unica. Circa meno di un mese fa, sono stato ennesimamente con un gruppo di imprenditori a vedere questo compendio, poiché avevano chiesto delle associazioni di poterlo vedere, e sono stato un po’ commosso della presenza di un’orchidea ligure, che qualcheduno si ricorderà, se la ricorda, che si chiama “Scarpetta della Madonna”. Io, la conoscevo perché nell’ (termine incomprensibile) dove abitavo, di fronte c’era una riva dove nascevano alcune, ci andavo con mia mamma buon anima; mi sono trovato probabilmente in un migliaio di queste orchidee, tutto una piana di orchidee di questo tipo, che io pensavo che non ce ne fossero più sul territorio cellese. Il botanico che è venuto con noi ha trovato tutta un’altra serie di fiori autoctoni di quella zona, liguri, che probabilmente non esistono più; abbiamo perciò un patrimonio di eco-sistema naturalistico importantissimo. Qualunque sia poi l’intervento che si faccia all’interno, diciamo, dei volumi delle Bergamasche, [è auspicabile] salvaguardarlo e tentare di portarlo al pubblico; tra l’altro è collegabile con la galleria ex treno sia con Varazze che con Celle; non è tutto nel Comune di Celle, ma noi pensiamo di poter essere attori anche di un’operazione sul Comune di Varazze, chiedendo la proprietà anche sull’area del Comune di Varazze, perché siamo un po’ preoccupati che sulla parte del Comune di Varazze una quota di questo bellissimo parco sia invece minacciato da un sistema di trasformazione, adesso è turistico, perciò significa comunque che possa operare sopra, e rovinerebbe completamente questo eco-sistema. Io ho avuto un diverbio abbastanza forte con il Sindaco di Varazze attuale, quando ha ennesimamante portato avanti un progetto che secondo me dobbiamo impedire: che le gallerie che portano nel compendio di questo Parco vengano utilizzate per fare un’Aurelia bis. Dobbiamo fare tutte le battaglie possibili per [salvaguardare] questo compendio, una cosa unica e veramente splendida, una delle cose più belle che ci siano in quel comparto. Ho visto anche le associazioni imprenditoriali di Varazze puntare su questa Aurelia

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bis; c’è stato un dibattito con le nostre, che per fortuna hanno detto a quelle di Varazze che non va bene.

23/5/2011sindAco - L’Amministrazione comunale chiaramente non ha un ostacolo se l’edilizia convenzionata fosse fuori, ha un ostacolo chiarissimo, che non vogliamo un’ulteriore occupazione di territorio, cioè noi non saremo disponibili a mettere fuori, nel caso l’edilizia convenzionata ci fosse, andando a fare ulteriori palazzi e utilizzando dei volumi non esistenti, perciò è chiaro che questo è imprescindibile da questo punto di vista, tanto per essere chiari. Io non voglio occupazione ulteriore del territorio, se edilizia convenzionata si ha da fare, si ha da fare entro volumi esistenti.

La proposta progettuale Punta dell’Olmo (Ipotesi A) - Caratteri generali

3/5/2011sAccHi (gis - punta dell’olmo)Perché lì? Perché è un posto di pregio, nel senso che oggi il mercato, il mercato è in crisi, ed è valido solo per prodotti di alto livello e questa di Celle è un prodotto di alto livello, per qualsiasi uso uno ne voglia fare, nel senso che è una zona che offre una location che è molto valida sia per un fine alberghiero, che per un fine residenziale. E’ un territorio unico, perché trovare un bosco in riva al mare in Liguria è praticamente impossibile, è un’area dove dove si può intervenire senza utilizzare nuovo territorio ma sfruttando aree già edificabili, e… è un’area che si presta a molteplici usi e quindi l’investimento, di per se, era un investimento che già solo l’acquisto e la prospettiva della valorizzazione dell’acquisto poteva valere l’investimento.

bAldi (punta dell’olmo)Gli scenari futuri della colonia sono molto semplici, da una mono-funzionalità che era prima, che era quella della ospitalità nei confronti dei bambini, evidentemente si deve passare necessariamente a una cosa che sia con un panorama un po’ più complesso, sicuramente ci deve essere una edilizia residenziale, senza la quale non si riesce a portare avanti ogni tipo di progetto, se non c’è il residenziale, evidentemente…; ci deve essere anche un’edilizia convenzionata, perché i benefici… è uno dei tanti benefici che ricadono immediatamente sulla popolazione di Celle, sulla [termine non comprensibile] è di poter acquistare a dei prezzi decisamente accettabili, molto buoni, una parte di quest’edilizia che si va a costruire, cioè un’edilizia sociale, questa non è nient’altro che una risposta a quelle che sono le leggi vigenti nello Stato italiano, quindi ad un’urbanizzazione corrisponde anche un’edilizia sociale; un Cento congressi che dovrebbe, anzi sicuramente può diventare un grosso polo trainante sull’economia anche per non fare un turismo soltanto periodico durante l’estate, come siamo stati abituati; ci sarà una parte di turistico-ricettivo in questa zona qui.Poi ci sono i due aspetti che non sono di investimento con un ritorno immediato ma che sono un ritorno grosso per la popolazione ma anche per le abitazioni che ci saranno, e che sono da una parte questo parco pubblico, con delle grosse caratteristiche anche di unicità ed all’interno di questo parco, in una fascia bassa anche una parte che poi il Dottor Verner ci spiegherà bene, di un, l’abbiamo definito uno stagno didattico, che può offrire anche un grosso richiamo. Questo è molto brevemente quello che sarà, quella che è l’operazione [termine incomprensibile].

de steFAnis (Arch. incaricato punta delll’olmo)Sono più di cent’anni che questo luogo è recintato e nessuno poteva entrare. Le prime volte che siamo entrati ed abbiamo visitato questo posto veramente molto particolare, ha dato proprio l’impressione di essere un posto dove il tempo si sia fermato, per cui anche se la natura che noi vediamo è quasi tutta antropizzata e quindi è stata proprio creata anche con le varie messe a dimora di alberature o quant’altro, in realtà poi nel tempo la natura ha ripreso un attimino i suoi spazi, per cui si ha proprio l’impressione di entrare in un posto assolutamente incontaminato e non solo ma è un posto anche molto carico di una vita storica, sembra

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proprio, camminando nei sentieri, le panchine vecchie… ormai quasi distrutte, sembra quasi di camminare un po’ nella storia. Questo aspetto di trovarci di fronte a un posto così ricco, non solo dal punto di vista paesaggistico, naturalistico, ma anche proprio ricco di vita, di storia è un qualcosa che ha segnato, segna e credo segnerà il lavoro che stiamo facendo. Come prima cosa uno cerca di capire che cosa hanno in mano, hanno i committenti che hanno delle aspettative, quindi ti pongono un tema progettuale; quindi una proposta che, in variante a quello che il Piano Regolatore prevede. La proposta è quella di realizzare all’interno di quest’area, diciamo, dei volumi presenti, esistenti, delle funzioni, come ha spiegato giustamente chi mi ha preceduto, differenziate rispetto all’unica mono-funzione prevista, che era quella turistica. E così nascono le prime idee, più come idee provocatorie, per fare dei brain-storming di lavoro all’interno, più che come vere ipotesi di progetto, tanto è vero che poi sono state abbandonate, perché ci siamo subito resi conto degli errori che portavano dietro questi progetti preliminari. Questo è uno dei tanti, ce ne sono quattro/ cinque, perché nel frattempo si stava formando il gruppo di lavoro. Vi faccio un po’ di storia per capire anche come siamo arrivati alla proposta che poi vedremo. Il gruppo di lavoro comportava l’introduzione anche di competenze diverse e punti di vista anche diversi, per affrontare il tema progettuale.

1) Partiamo ad esempio da questa ipotesi perché è un po’ emblematica, diciamo che qui non avevamo ancora bene la percezione del luogo, del posto dove ci trovavamo, non soltanto dal punto di vista fisico, ma proprio anche dal punto di vista dei valori, delle forze e delle debolezze, delle potenzialità ma anche delle fragilità di questo luogo. Qui ad esempio era previsto la conservazione di alcuni edifici e l’abbattimento di questo, con la realizzazione ad esempio della maggior parte dei box, dei posti auto in questa parte qua, l’introduzione di una strada che, sfruttando via la Natta, che attualmente esiste, che si può percorrere soltanto a piedi e che poi continua e sfocia sull’Aurelia, continuare invece con una strada veicolare che portava a questa edificazione, con una proposta di nuovo edificato sulla parte di crinale, che è la parte anche dal punto di vista naturalistico forse un po’ meno ricco, con un verde più diradato e anche meno di pregio, l’introduzione qua di un piccolo Cento congressi, che poi ci siamo resi conto essere troppo piccolo in confronto alle aspettative, con il progetto che è quello di fare un Cento congressi più importante, la ristrutturazione di uno stabilimento balneare, con un sovrappasso, quindi con la possibilità di accedere allo stabilimento, superando una barriera fisica, che è quella dell’Aurelia, che attualmente è il problema più grosso. Sapete che l’attraversamento lì è molto problematico e difficile. Quest’ipotesi qua presenta diversi errori, Ci siamo resi conto che costruire una nuova strada, una viabilità, sarebbe stato un intervento troppo importante, troppo pesante su un territorio molto delicato, perché vuol dire fare dei movimenti di terra, dei contenimenti, una delle caratteristiche di questo territorio è di avere un’inclinazione abbastanza forte, quindi abbiamo dei dislivelli molto forti, tanto è vero che voi sapete che l’accesso attuale viario, da sotto non è collegato con sopra perché c’è troppo dislivello e, quindi, questo comporta di avere almeno due accessi, uno dalla parte bassa dell’Aurelia ed uno alto.

2) Oltre a quest’idea della strada poi abbandonata, s’è abbandonata l’idea di edificati fuori dai sedimi degli attuali edifici esistenti, s’è poi analizzato il problema degli edifici esistenti con i risultati che poi l’ingegnere ci dirà e sulla possibilità di riutilizzare questi edifici, ma soprattutto poi si èragionato sul fatto che il soddisfacimento degli standard urbanistici, quindi, con l’obbligo di dare posti auto per ognuno degli appartamenti previsti, portava di conseguenza che o i parcheggi si facevano al di fuori degli edifici, quindi con un grosso consumo di suolo e anche quindi con uno sconvolgimento dell’assetto del territorio, oppure di mettere i box sotto gli edifici e questo poi ha portato a tutta una serie di scelte conseguenti. Si è formato il gruppo di lavoro, dicevo, l’architetto Persico e l’architetto De Stefanis, che siamo noi, l’architetto Giachetta che si occuperà del rapporto tra l’intervento e l’ambiente, l’ingegner Goso delle strutture, strutturista, geologia Dottor Mirenghi, progettista e agro-forestale Dottor Tranquilli e Dottoressa Susini, progettazione idraulica, ingegner Franzoni, impiantistica esterna interna ingegner Brunengo e perito Piton, Manca in questo elenco chi ha fatto i rilievi del terreno, che è lo Studio Forni di Savona. A questo punto, abbiamo fatto delle ipotesi, che poi abbiamo abbandonato, che ci servivano un po’ per

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sgrossare il problema, un po’ per cercare di dare un po’ una forma a questo progetto, ci siamo dati una scaletta, un modo di lavorare, un cammino per passi successivi. Innanzitutto, come è detto, la conoscenza del luogo. Ci è sembrato, di fronte a questo posto così particolare, essenziale far delle indagini molto approfondite, anche di più di quelle che normalmente si fanno per un intervento di questo genere, un’indagine chiamata screening, quella che la legge prevede, che vuole indagine sul territorio per quel che riguarda i servizi, per capire se l’intervento era sostenibile per i servizi primari, cioè le fognature, le utenze e poi anche i servizi secondari alle persone, quindi l’istruzione, l’assistenza medica etc.

3) il progetto presentato Si è iniziato quindi con la conoscenza del luogo, per prima cosa una grossa indagine fotografica, di cui credo una parte sia contenuta nel sito di “scegliecelle”, sia di terra; questo qua era il luogo di ritrovo all’interno delle colonie, dove c’era da una parte ovviamente anche la cappella per i riti religiosi e dall’altra parte invece il palco per le feste; questa è la parte dell’Italcementi, dove c’era anche la mensa, questa è una cosa particolare ed in cui ci siamo imbattuti camminando nel parco all’interno delle colonie; questo è un monumento ai garibaldini, quindi negli anni del centocinquantenario della formazione d’Italia questo ci ha colpito, perché in realtà questo monumento è stato inaugurato dai garibaldini stessi bergamaschi, dopo alcune decine d’anni dal loro essere stati con Garibaldi. Poi invece la campagna fotografica da mare, in più riprese, ed infine, cosa molto più recente, campagna fotografica aerea, con un ditta di Torino che utilizza questi palloni aerostatici, che vengono mandati fino a duecento metri d’altezza con delle macchine fotografiche ad alta definizione che danno immagini nitidissime anche per questo tipo di progettazione, quindi già qui si intravede il palazzetto dello sport della Natta e quindi il confine della proprietà. Questa parte qua e queste sono parti di Italcementi e dietro si vedono le Bergamasche, questo qua è il sedime ferroviario, le gallerie sia verso il porto di Varazze, che verso Celle, sono entrambe di proprietà della Società, qui il fondovalle… questo era l’ex casello, adesso di proprietà privata, con un piccolo terreno intorno, questo è il fondovalle dove c’erano tre o quattro campi da calcio, che venivano utilizzati per i ragazzi; gli ultimi due sono ormai stati ri-conglobati nella vegetazione. Questa è la zona di crinale, questa è la via Natta, percorribile a piedi, che poi ridiscende sull’Aurelia e questa è la viabilità che dalla Natta entrava nelle colonie e si fermava praticamente qui e continuava fino più o meno a questa casetta, in dimensioni minori. Queste altre immagini semmai le inseriremo nel sito. Qui si vedono un po’ le caratteristiche di come era sorto l’edificato, un po’ per somma di volumi fatti nei tempi successivi, a seconda delle esigenze. Qua ad esempio questa sarebbe diventata la lavanderia… c’era una batteria di lavatrici industriali impressionante, lì c’era il custode e così via. Questa è l’unione, la fotografia composta dall’unione di più fotografie dove si vede tutto il comparto. Alla campagna fotografica è seguito poi il rilievo preciso degli edifici, edificio per edificio, tutte le parti fuori terra, seminterrate etc. ecco sezioni, prospetti, piante. Abbiamo portato alcuni esempi per far capire il tipo di lavoro, per i tecnici colleghi che ho visto in aula sono cose normali; comunque questo è il tipo di lavoro che è stato fatto, che si sta facendo: il rilievo del terreno, compresi tutti i percorsi sia dalla parte di Celle, dalla parte di Varazze e quindi anche i sentieri, non soltanto i rilievi degli edifici e del loro intorno ma, come vedete, anche di tutto il terreno intorno.

goso (ing. incaricato punta dell’olmo)La prima domanda che mi è stata fatta è stata quella di valutare l’eventualità di mantenere in opera alcune delle strutture esistenti ed eventualmente quali erano gli interventi necessari a tal fine. Devo ricollegarmi a quello che diceva il mio collega De Stefanis che entrando lì dentro ci si trova come se fosse un posto dove il tempo si è fermato. Purtroppo per le strutture il tempo non si è fermato,quindi sono strutture che hanno subito un forte degrado, presentano notevolissimi problemi di conservazione e in quest’ottica la normativa non ci viene incontro. Voi non lo sapete, qualcuno lo saprà però, dal 2008 in Italia è in vigore il D.M. 2008 del 14 gennaio, che ha messo un po’ fine a quella che era una confusione normativa sulle strutture antisismiche. Dopo che c’era stata purtroppo la tragedia della scuola di Secondigliano in primo luogo e poi il terremoto dell’Aquila, è stato riordinato un attimino tutto il discorso normativo e per strutture come queste, dove si interviene su fabbricati esistenti, la norma è molto severa, perché mi dice

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la norma: bene, tu vuoi utilizzare delle strutture? Prima me le consolidi, quando me le hai consolidate me le adegui. Cosa significa? Consolidare è una parola che più o meno ce l’abbiamo tutti in testa cosa voglia dire, consolidare una struttura vuol dire andare a coprire quei limiti che la struttura ha per un uso che ne vogliamo fare legati allo stato di conservazione, al tempo che è passato, ai difetti di costruzione all’epoca, a difetti progettuali dell’epoca.Adeguare è una parola un po’ più complicata ed è la vera novità della norma, perché? Io la voglio fare breve, non vi voglio annoiare, però in Liguria, prima di queste normative, soltanto una zona verso Imperia ed una zona verso La Spezia erano considerate sismiche, tutto il resto era considerato non sismico, per cui non era obbligatorio…cioè non si pensava neanche a costruire in modo antisismico. Dopo questa introduzione normativa, la non sismicità è stata annullata, quindi, ci sono zone poco sismiche e zone tanto sismiche. Celle è una zona poco sismica, però è ben diverso da dire non è sismica, perché? Perché rientrare all’interno di una zona sismica fa sì che le strutture che per loro natura sono nate per resistere prettamente a carichi verticali al loro peso, al peso della gente che ci va dentro… quindi carichi verticali, si trovano a dover sopportare carichi orizzontali. Noi ci siamo concentrati soprattutto sul padiglione Frizzoni, il primo il più bello, quello che è nato per primo e due padiglioni Italcementi, l’ “F” ed il “G”, che erano quelli che ci sembravano a prima vista quelli un po’ più adeguabili. Dai rilievi che hanno fatto i miei colleghi, ci siamo subito resi conto che il padiglione Frizzoni aveva grosse lacune, perché è una struttura molto irregolare, cosa vuol dire è una struttura molto irregolare? Lo vedete dai prospetti, no? Ci sono volumi bassi, volumi alti e lo vedete dalla pianta, ci sono corpi grossi, appendici piccoline, tutta una serie di difformità geometriche che fanno sì che il terremoto su queste strutture si accanisce, perché si accanisce? Perché il terremoto ha degli effetti che sono proporzionali alla massa, quindi dove trova più massa va più forte, dove trova meno massa va meno forte, quindi, sui corpi grossi, quelli belli robusti ci colpisce forte, su quelli più piccoli ci colpisce meno e l’edificio ruota, l’edificio ruota e, ad esempio, un edificio come il padiglione Frizzoni (può girare…), un edificio come il padiglione Frizzoni, che è realizzato in muratura, il fenomeno della rotazione gli dà molto fastidio, per sua natura, perché la muratura non resiste alle torsioni, ma soprattutto lo vedete, impalcati in legno ormai marci, infiltrazioni di umidità che interessano sia le parti accessorie ma soprattutto le parti strutturali. Si potrebbe pensare di fare dei rinforzi, dei tagli e dei cuci, però nelle analisi che abbiamo condotto, ahimè, il padiglione Frizzoni è quello che per primo è caduto e quindi, purtroppo, ci siamo dovuti concentrare un po’ di più sugli edifici in cemento armato che questi movimenti rotatori gli danno un po’ meno fastidio, perché proprio sono realizzati in cemento armato, che tra le sue peculiarità ha questa caratteristica di resistere, per cui ci siamo spinti oltre, perché la norma ci dice cosa dobbiamo fare per prima cosa, abbiamo fatto dei campionamenti di materiali, cioè: come sono stai costruiti questi edifici? Tutti voi avete sentito parlare dei cementi depotenziati, cemento con tanta sabbia, poca sabbia, sabbia di mare, sabbia… sì è tutto vero, però dobbiamo anche considerare che sono edifici costruiti tanti anni fa, con le risorse che avevano tanti anni fa, quindi, la sorpresa che abbiamo avuto, qual è? Quella che vedete in mezzo è il tentativo di fare una carota in un pilastro dell’edificio del padiglione “G”, mentre quella che è sulla vostra destra, padiglione “G” Italcementi, quella che è sulla vostra destra è un carotaggio comune che abbiamo fatto in una fondazione di bassissimo, bassissimo livello, per cui già vedete la grossa differenza qual è, la carota fatta in un pilastro delle colonie Italcementi ha presentato uno stato di consistenza molto basso, tanto è vero che il laboratorio ci ha confermato, vedete degli ingrandimenti, che le resistenze del cemento con cui sono fatti i padiglioni Italcementi non superano i 15 N/mmq. Il testo unico, che vi dicevo all’inizio, prescrive che una struttura, in cui ci vanno dentro bambini, persone etc. non possa impiegare calcestruzzi con resistenza inferiore ai 20 N/mmq., quindi, siamo ben distanti dal limite minimo che è quello che ci consente la norma. Comunque ci siamo spinti oltre, quello che vedete nelle due foto lassù, mi perdonerete, ma non sono foto delle colonie, sono foto che io ho fatto all’Aquila, dove è emerso… quale era il problema maggiore degli edifici in cemento armato costruiti negli anni ’60? Il nodo trave/ colonna, cioè dove i pilastri incontrano le colonne, sostanzialmente. Voi adesso non lo capite, forse non ve ne rendete conto, ma quello che vedete non è il piano terra, ma il piano primo, sotto c’erano delle macchine, la vedete spuntare la targa…voi guardate i pilastri e le travi, l’armatura scoppiata, tutto il ferro che c’è lì, bene noi il ferro che abbiamo trovato nelle travi del padiglione “G”, ad esempio, sono quelle lì che

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sono evidenziate in rosso, un ferro verticale, qualche staffa orizzontale, le travi poco armate, poco ferro, ferro di diametro piccolo, questo che cosa sta a significare? L’ho fatta molto breve, ma la risposta che noipurtroppo abbiamo dovuto dare alla Società è stata quella che le strutture sono sì volendo consolidabili, ma difficilmente adeguabili, per cui sarebbe difficile far diventare quelle strutture lì adeguate a resistere ad un evento sismico che magari non si verificherà mai, ma la norma dice che si può verificare.

de steFAnis (Arch. incaricato punta dell’olmo)Uno dei quesiti che ci ha posto subito questo luogo era il rapporto tra l’edificato e le aree esterne. Ci siamo subito resi conto che la progettazione non riguardava soltanto e nemmeno forse tanto gliedifici, ma proprio l’utilizzo di questa enorme area verde, perché abbiamo fatto come se fosse un piccolo piano regolatore all’interno, quindi una zonizzazione. Quindi, la zona di verde che è compresa all’interno dell’edificato che è destinato, che noi vorremmo destinare al verde, diciamo, condominiale, chiamiamolo così, parco condominiale, e tutta la parte invece di utilizzo pubblico, in totale sono più di 40/44 ettari, 43/ 45.000 mq., di cui circa 23.000 in questa zona qua di parco pubblico e una zona che, anche con la cessione da parte della Società, come s’è detto prima, della proprietà di questa parte verso il Comune di Varazze e una parte che comunque è gravata da vincoli di inedificabilità per il TCP ligure, di questa parte qua invece del versante sempre verso Varazze. Questa è l’ubicazione di quella zona umida o stagno didattico di cui si parlerà dopo, all’interno del parco pubblico, che comprende questa parte qua, che era proprio il parco con i camminamenti, questi che avete visto, i viottoli, i sentieri che era proprio il parco utilizzato dalle colonie, che tra l’altro è un esempio di bosco di lecceta abbastanza particolare, di pregio, ecco… Andiamo avanti… Quindi, la zonizzazione dell’intervento. Come forse vi avevo già accennato, il discorso degli accessi: naturalmente questo accesso qua sotto, che comunque per forza di cose, come ho detto anche per i dislivelli, rimarrà come accesso, ma soltanto limitato agli edifici più fronte mare, mentre l’accesso da sopra, dalla Natta è quello che dovrà servire tutta la parte alta e penetrare anche con la strada esistente fino all’edificato, fino all’interno nel cuore del complesso. Entriamo quindi nelle linee progettuali che ci siamo dati, che il discostarci da quello che sono le superfici già utilizzate comunque costituisce un problema per la sensibilità, per la fragilità, per l’importanza di questo territorio, per cui tutti i nostri sforzi sono stati quelli rivolti a rimanere, come vedete, all’interno della superficie già occupate dagli edifici, non solo ma cercando di liberare delle parti, tant’è vero che, diciamo, lo stampo, l’impronta a terra della superficie coperta degli edifici è circa 1.000 mq. in meno rispetto all’attuale. Ovviamente poi il terreno è occupato per i cantieri intorno agli edifici, per cui in realtà poi il terreno attualmente occupato dagli edifici è quello che effettivamente verrà utilizzato per l’intervento, alla fine quando poi verranno risistemate tutte le aree, quindi, un po’ rimarginate le ferite che inevitabilmente si creano in un intervento, comunque quello che rimarrà di suolo occupato è soltanto l’impronta nuova degli edifici, inferiore a quella …quindi, questa è stata la prima, diciamo, norma che ci siamo auto-creati. La seconda sempre, derivante dal fatto di utilizzare meno suolo possibile, è quello di riutilizzare la viabilità esistente e non crearne nuove, quindi utilizzare l’esistente, che arriva fino a qui, ampliando, diciamo, adeguandolo alle esigenze. La terza linea progettuale è stata quella di liberare un pochettino il fronte mare, vedete che attualmente è una cortina continua…, se noi vediamo di nuovo il plastico ci rendiamo conto di come attualmente abbiamo, vista da mare, una palazzata continua, quindi vorremmo liberare questa parte centrale per liberare e riorganizzare un po’ la vista dell’edificato dal mare.interVento - Quindi abbiamo nella vostra ipotesi una riduzione della superficie?de steFAnis - Una riduzione della superficie coperta. C’è poi l’ubicazione del Cento congressi. Questo non è stato facile. In un certo senso, ci sono state ipotesi, qualcuno diceva lo metteranno in fondo valle, in nuovi edifici, in realtà i nostri sforzi sono di non creare nuovi edifici. La soluzione che noi abbiamo proposto alla committenza, che ha abbracciato, è il fatto di non creare un nuovo edificio, ma in realtà una struttura interrata, seminterrrata, in prossimità dell’accesso della Natta, che è anche collegabile con l’uscita autostradale, proprio per non avere nuovi volumi: Essendo tra l’altro crinale, non va oltre, diciamo, il profilo

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della collina, ma crea una specie di sistemazione come a terrazzamenti per una parte, soltanto per un… invece in questo angolo qua fuoriesce. Però, diciamo, che per la posizione, perché per come è fatto dal mare, verrebbe essere quasi non vedibile, non avendo quindi impatti paesaggistici. La richiesta che ci è stata fatta è quella di un Cento congressi importante, impegnativo, parliamo di una sala congressi di quasi 700 posti, più altre due o tre sale, per un totale di quasi 900 persone, e di per se non è soltanto fare delle sale, ma la superficie necessaria per i servizi collegati alle sale congressuali è quasi quanto quella delle sale. Non è soltanto fare un cinema, un teatro, un Cento congressi, vuol dire anche sale stampa, vuol dire anche magazzini, vuol dire bar, ristoranti etc. etc. Le destinazioni d’uso del verde ne abbiamo già parlato, andiamo avanti, l’ubicazione dei parcheggi… In questa zona di crinale sono ubicati i parcheggi, in parte a raso e in parte interrati su più piani, così come anche sotto il Cento congressi c’è un piano di parcheggi, tutti gli altri, quelli riguardanti gli edifici sono tutti sotto gli edifici invece, c’è un parcheggio che però serve allo stabilimento balneare, collegato non più con quel passaggio aereo che dicevamo all’inizio, ma in realtà con un sottopasso, un piccolo tunnel solo pedonale, che collegherebbe questa parte di parcheggio allo stabilimento balneare. Questa l’ipotesi, quindi, di masterplan che è stato depositato in Comune, che è credo anche illustrata sia nel sito che nelle documentazioni che sono state consegnate. Vedete la strada che ripercorre l’esistente, qua c’è una specie di elica per entrare in questi due parcheggi sotto, che hanno un ingresso anche dall’Aurelia. Questo è il Cento congressi, che è sistemato poi a tetto verde, in modo da non avere impatti anche dalle viste aeree, questi sono parcheggi; anche quelli sistemati poi a verde attrezzato, è verde armato, come si dice, ad alberature, in modo da mitigare l’impatto. C’era un problema, che riguarda il discorso fatto inizialmente: questo è un terreno, era un terreno completamente circondato da rete, da recinzione, tutt’ora lo è, e quindi questo grande verde pubblico, per cui l’intenzione è quella di rendere un parco pubblico, non era collegato, non era accessibile. L’idea è stata quindi della Società di cedere ad uso pubblico la galleria di proprietà, in modo da potersi collegare con la passeggiata che già in parte sfrutta il sedime ex sedime ferroviario. E questo, diciamo, sarebbe il completamento per mettere a sistema il parco pubblico con, diciamo, il territorio comunale. C’è poi la possibilità di un ingresso da sopra, collegando la viabilità con i sentieri esistenti, non esistenti soltanto in questo piccolo tratto: quindi con un piccolo collegamento, aver la possibilità anche, utilizzando i parcheggi che ci sono nella zona della Natta ed i parcheggi pubblici che vengono realizzati in questa zona e poter accedere al parco pubblico. Queste sono le linee principali… Vi faccio vedere solo questo: è l’idea di Cento congressi. Come vedete, se voi immaginate qua la linea del terreno, passa dove c’è la mia freccia e quindi è per tre quarti interrato. Questa è un’idea di foto-inserimento con queste zone; questi terrazzamenti, che saranno più una sistemazione del terreno, che un vero edificio. Questi qua sono gli spazi necessari, ecco… questa è la sala con tutti i servizi igienici, uscite di sicurezza, scale, vigili del fuoco, quant’altro… il bar, i magazzini e tutto quello che ci vuole, vi assicuro tante cose, per poter fare un centro di queste dimensioni .

15/6/2011interVento - Una precisazione, mi sono perso le prime due quindi non so: dove sono finitele gallerie con la passeggiata? È possibile che siano vostre? sAccHi - Sì, sono nostre interVento - È quand’è che sono diventate di proprietà? sAccHi - Le abbiamo comprate circa un anno fa,un anno e mezzo fa. interVento - Insieme a tutto il resto dei terreni? sAccHi - No, le abbiamo comprate in una fase successiva, separatamente. interVento - E in che modo? sAccHi - Le vendevano e le abbiamo comprate.interVento - Una trattativa privata? Erano di un privato?sAccHi - Sì, erano di un privato e le abbiamo comprate.

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Sulla gestione del Cento congressi

15/6/2011sAccHi - Solo per essere preciso, il Cento congressi è il Cento congressi, poi ha tutta una serie, ad esempio, di posti auto che vanno messi in terrazzi, che è un ulteriore costo, poi c’è la gestione quinquennale del Cento congressi, che ha un ulteriore costo. La somma di tutto ciò siamo intorno ai € 15 milioni. Il Cento congressi ha bisogno di un avvio … cinque anni di gestione hanno dei costi, certamente c’è una questione di avvio … poi se è meglio non farlo, sono scelte vostre … Allora, il Cento congressi per avere una sua attività deve entrare in convenzione … ma come è possibile che dal primo congresso … interVento - Stiamo parlando di gestione, dopo cinque anni quello non lo vendete al Comune di Celle? sAccHi - No, noi non lo regaliamo neanche, al Comune di Celle, perché nelle ipotesi che cisono in realtà lo prenderebbe la Provincia. interVento - Io le parlo di gestione, Lei si trova un cubetto di cemento con 1000 posti dentroe N posti macchina sotto, ok? sAccHi - Esatto. interVento - Da quel momento lì parte. sAccHi - E pago personale … interVento - L’altro giorno è venuta a parlare la dottoressa del Cento congressi del Ponente e ha detto: “Ve lo do in gestione”, magari i primi mesi faticherà un po’, ma magari fa due o tre congressi eclatanti, fa un po’ di promozione, magari il primo anno proprio in pari non ci va ma la gestione, se non è in pari, non ne parliamo neanche, perché sennò il Comune di Celle domani fallisce.sAccHi - La gestione diventa in pari, e questi non sono studi miei ma sono studi che hanno fatto terzi, facendo convenzioni con gli albergatori, cioè gli albergatori si convenzionano ed hanno poi una redditività al Cento congressi, sennò il Cento congressi da solo porta … interVento - Nel caso in cui si facesse il Cento congressi, 900 posti, dobbiamo fare 900 posti auto anche? sAccHi - Non sono 900, ma sono 300 posti auto. interVento - E gli altri 600 dove vanno? sAccHi - Perché si augura che ognuno non venga con la sua macchina, c’è un gruppo che verrà in pullman, che arriva dall’aeroporto e prende il taxi, c’è un calcolo che dice che un certo congressi da 900 posti devo avere 300 posti auto … no, non sarebbero tutti sotto il Cento congressi.

Sullo stagno didattico nella proposta Punta dell’Olmo

Verner (lipu)La LIPU, penso che tutti lo sappiano, è una delle più importanti associazioni ambientaliste italiane, e tra le varie cose che fa per proteggere l’ambiente abbiamo anche la protezione ambientale attraverso la realizzazione di oasi e di aree protette, oltre ad altre iniziative che possono essere quelle di educazione ambientale. Questi due aspetti caratteristici della LIPU, sono tutti e due presenti in quest’idea di stagno didattico. Non è il primo esempio di stagno didattico presente in Italia, sono stati fatti in diverse aree protette sia da parte della LIPU che del WWF. Si tratta praticamente di immaginare la creazione di un’area umida e che abbia una valenza appunto didattica, quindi, che possa essere interessante per le scolaresche e in generale per il pubblico.La prima cosa che abbiamo fatto, naturalmente, è stata quella di conoscere l’area, che può essere suddivisa sostanzialmente, come è stato detto precedentemente, in tre grosse porzioni: una porzione che è quella,

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diciamo, di parco, che è costituita da degli alberi di grandi dimensioni, perché l’edificazione dell’area, la realizzazione dell’area è molto vecchia, e questo parco comprende degli alberi appunto di grandi dimensioni di conifere, come il pino d’Aleppo, il cipresso ed il pino da pinoli ed il leccio, che è la pianta tipica dell’area mediterranea, quando viene lasciata svilupparsi in maniera autonoma. Un’altra parte importante è la parte verso Varazze, che appunto è altrettanto importante che invece è costituita sempre da conifere e lecci di minori dimensioni, soprattutto da una macchia mediterranea sia bassa che alta particolarmente interessante. La parte invece dove dovrebbe essere realizzato lo stagno didattico comprende un campo di calcio (erano presenti due campi di calcio a sette per i ragazzi) un campo di calcio, quindi un’area ormai abbandonata pianeggiante, che viene colonizzata da piante pioniere erbacee e abbiamo scoperto che quest’area che è contornata dal Rio Finale già adesso ospita delle specie importanti dal punto di vista della protezione, che sono appunto orchidee, una è quella di cui ha parlato il Sindaco precedentemente, cioè la serapias neglecta e l’altra è l’ophrys sphegodes, che è un’orchidea protetta da legge regionale. Queste chiaramente in un intervento di un ipotetico parcheggio sarebbero state distrutte, quindi, sarebbe stato fatto un danno enorme e, quindi, invece la realizzazione di uno stagno con delle aree molto ridotte ma comunque delle aree cornice intorno, permette di proteggere anche queste piante. Non è solo questo che è interessante in uno stagno didattico, ma è anche la protezione di quella che viene così detta fauna minore, ed anche questa oggetto di una legge regionale che la protegge. La fauna minore comprende, ad esempio, anfibi e rettili ed in particolare gli anfibi sono costantemente a rischio per la distruzione delle aree umide, quindi la ri-creazione di un’area umida vicino al Rio Finale che già scorre da decenni in questo luogo, permetterà, se realizzato, di proteggere in particolare anfibi, rettili ed insetti acquatici. Che cosa stiamo facendo attualmente? Stiamo facendo una fotografia di quella che è la situazione ornitologica-ambientale in questo momento. E’ stato detto che l’area è rimasta abbandonata per anni, immaginate quale importanza da un punto di vista faunistico può avere un’area verde vicino al mare con alberi di grandi dimensioni, in cui l’uomo praticamente non entra da molto tempo. Già adesso abbiamo osservato che sono presenti delle specie tipiche dei boschi maturi, in particolare nell’area a parco che contiene proprio gli alberi più grandi, come il picchio verde, che è nidificante, nel mese scorso, proprio a fine mese di aprile ho osservato il colombaccio che viene attirato dalle ghiande di leccio di cui si nutre, e che ancora non sappiamo se era solamente di passo o addirittura svernante e per il colombaccio questa è naturalmente un’area molto importante. Nell’area di macchia mediterranea, quindi, quella di uliveto, nella parte più settentrionale ed occidentale e quella invece, del versante verso Varazze è presente tutta la fauna della macchia mediterranea e tra gli uccelli il bellissimo occhiocotto, che è quell’uccellino con l’occhio rosso, simile alla capinera, che vediamo nella foto in basso. Con la costruzione dello stagno didattico potrebbero essere attirate delle specie che al momento non sono presenti, specie che quindi potrebbero essere attirate dalla presenza di larve di insetti o eventualmente di piccoli pesci e che potrebbero passare, quindi svernare o addirittura passare e nutrirsi per rifocillarsi prima di ripartire durante le migrazioni, come rallidi, cioè uccelli simili alla gallinella d’acqua, quali il voltolino, che si vede nella foto superiore ed addirittura la gallinella d’acqua potrebbe probabilmente nidificare in quest’area, altri uccelli come quello delle foto lì in basso, dei piccoli aironi, potrebbero anche questi trovare rifugio durante le migrazioni. Questo naturalmente nel tempo, perché quello che si deve fare è capire che la creazione di uno stagno didattico ha dei tempi relativamente lunghi, in quanto è necessario che cresca la vegetazione e che gli animali incomincino a conoscere questa nuova possibilità. Quindi la creazione di un stagno didattico di circa 1.050 mq. è uno dei più grandi, almeno per quello che riguarda l’esperienza della LIPU, non è da intendere ovviamente come un laghetto di pesci rossi, cioè è una cosa completamente diversa e proprio è per questo è importante da un punto di vista naturalistico e didattico. E’ importantissimo anche il fatto che in Liguria queste aree mancano, tutte quelle che c’erano sono state bonificate e ci si è costruito sopra, quindi, la presenza di un’area umida all’interno di un’area boscosa e vicina al mare è di estrema importanza e con possibilità di grandi sviluppi. Naturalmente è importante anche definire quelli che sono gli obiettivi e quelli che sono i risultati attesi, e cioè le indicazioni operative che noi daremo saranno delle indicazioni di tipo naturalistico e di tipo ambientale, che dovranno poi essere messe sulla carta da un punto di vista tecnico da chi si prenderà la responsabilità di fare il progetto definitivo. Noi dovremmo naturalmente definire anche per quello che riguarda la popolazione, le attese della popolazione

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e delle scuole che dovrebbero poi frequentare quest’area, che ci saranno dei tempi di attesa, naturalmente prima si inizia meglio è, e la manutenzione dovrà essere garantita nel tempo con un qualche cosa che garantisca anche da un punto di vista economico quello che è la gestione dell’area. In caso contrario non ci sarebbe niente di peggio che spendere dei soldi per fare una cosa del genere e poi abbandonarla a se stessa. Sulla gestione didattica naturalmente noi ci candidiamo in quanto abbiamo esperienza in quest’ambito in tutta Italia ed anche a Genova e siamo disponibili comunque per qualsiasi contributo che venga dall’esterno.

Sulla collocazione e sui destinatari degli alloggi sociali nella proposta Punta dell’Olmo

interVento - Volevo chiedere se l’edilizia convenzionata o social housing potrebbero avere influenza all’esterno dell’area in discussione, quindi se ci potrebbe essere una ricaduta fuori dal territorio delle colonie bergamasche sAccHi - Parlava di edilizia sociale o di edilizia convenzionata? interVento - Sociale. sAccHi - L’edilizia sociale può essere ubicata all’esterno, basta che sia all’interno del territorio cellese. interVento - Quindi le decisioni che vengono prese su questo processo potrebbero influireanche esternamente all’area delle colonie bergamasche. sAccHi - Sì morisi - Potrebbero influire, scusi se intervengo io, a condizione che gli strumenti urbanistici del Comune lo ammettano, perché se vanno fuori dall’area è chiaro che a maggior ragione occorre una previsione urbanistica che lo consenta. sAccHi - L’edilizia sociale è un’edilizia pubblica poi alla fine, segue gli interessi pubblici. morisi - È una contropartita per l’urbanistica residenziale, però. sAccHi - Si.

interVento - Per quanto riguarda l’eventuale ipotesi di edilizia convenzionata, nelle graduatorie delle famiglie che saranno scelte, ci sarà una priorità o comunque ci sarà la possibilità di stare nelle parti alte per famiglie cellesi, oppure la situazione prevede anche esterni? il sindAco - L’idea dell’Amministrazione comunale è chiarissima: solo ed esclusivamente per famiglie cellesi, su questo non c’è dubbio, sennò non lo faremo nemmeno, per avere situazioni come già abbiamo avuto, compreso l’ARTE, perché poi il rischio per esempio dell’ARTE è chequando agisce, agisce su bandi che sono addirittura provinciali, se andiamo verso un’edilizia convenzionata, sia qui, come ha detto l’assessore, e se non fosse qui comunque noi sul territorio non ne mettiamo più se non dentro fabbricati esistenti e con bandi che riguardino solo ed esclusivamente i cellesi.

Sul dimensionamento dell’edificazione residenziale nella proposta Punta dell’Olmo

9/5/2011sAccHi - La somma di 250 appartamenti potrebbe essere uscita da un conto di questo tipo … morisi - Ecco, allora abbiamo scoperto la pietra dell’equivoco, 185 alloggi da 70 m², 50 e di edilizia convenzionata e 21 di edilizia sociale, quindi qui siamo a 185 più 50, 235 … sAccHi - ... più 20, 255 … morisi - Però questo nell’ipotesi … sAccHi - … di alloggi di quel tipo, di metri quadri di quel tipo ed era un’ipotesi, questa, fatta per vedere

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che impatto c’era sulla viabilità, sulla popolazione, su un’ipotesi di massima di questo tipo, quindi potrebbe essere uscito di qua. morisi - Ma potrebbe … qual è la vostra previsione … perché avete un amore notevole per il condizionale….sAccHi - Sennò non staremmo a fare una democrazia partecipata … morisi - Ma il condizionale nella vostra proposta, questa è un’altra cosa. Voi che cosa vi aspettate qua? sAccHi - Allora, secondo me, per l’edilizia convenzionata 70 m² probabilmente è un po’ piccolo, ci vorrebbero 80 metri, sull’edilizia residenziale 70 metri potrebbe essere un numero corretto morisi - Quindi in realtà non siamo tanto lontani da questo totale. sAccHi - No, non siamo lontani però ci sono quei 21 appartamenti di edilizia sociale che in realtà non comprendono affatto la … morisi - Perché sono quelli che la legge impone. sAccHi - Esatto, e che vengono fatti in più. morisi - Va bene, comunque 135 più 50, ho capito … sì, certo interVento - Quei numeri lì, i 50 di convenzionale e i 21 di edilizia sociale sono stati richiesti dal Comune? sAccHi - No, è un calcolo per dare un’idea di che incidenza c’era, un’ipotesi di popolazione che incideva sia sulle strutture che sul traffico, e quindi è stata fatta un’ipotesi, anzi, ritengo che il Comune voglia dei metri quadrati medi di edilizia convenzionata più alti.interVento - Bisognerebbe che il Comune si esprimesse. morisi - L’edilizia sociale è quella prevista dal vostro standard ligure? sAccHi - Dalla legge ligure, sì .morisi - Il Comune che auspici fa sotto questo profilo? Non si deve pronunciare stasera, dicostasera perché dovrà ragionarci sopra, però, un orientamento ancorché di carattere politico su questo tema, queste dimensioni vi convincono, vi sembrano utili, vi sembrano ragionevoli per il vostro fascicolo? il sindAco - La superficie media per alloggio o le superfici generali? morisi - L’una e l’altra.il sindAco - L’una e l’altra, per l’edilizia sociale non abbiamo nessuna incidenza perché è una percentuale in base all’edilizia residenziale non convenzionata che si fa, cioè tutte le operazioni in base alla Legge 38 regionale superiori ai 500 m², se non erro, devono scontare, se sono conformi al PUC, il 10%, se sono difformi al PUC, il 20%, perciò è un calcolo completamente matematico morisi - È uno standard il sindAco - Non siamo noi che guidiamo le operazioni il sindAco - Per quanto riguarda l’edilizia convenzionata, io ritengo che la superficie media possa anche essere sufficiente da questo punto di vista, preferirei averne qualche decina in più della media, se devo dire la mia. interVento - Una domanda riferibile alla parte convenzionata degli alloggi. A Celle ci sonotantissimi alloggi in edilizia convenzionata, io stessa sto in uno di questi. Da sempre l’edilizia convenzionata si paga i propri alloggi, nel senso che non li paghiamo di più, non li paghiamo di meno rispetto al prezzo di costruzione, adesso il Sindaco ha detto che sono costati circa € 2300 a m², non si tiene conto secondo me che questa volta l’impegno edilizio è maggiore perché prima si deve cominciare una demolizione e poi la costruzione successiva. Non è una proposta, però un’idea, visto che tutti i cellesi che abitano queste case se le sono pagate completamente, agevolare visto che il costo è il consumo del territorio, non è in termini di euro, riterrei giusto, è un pensiero che sto facendo adesso, riterrei giusto che il prezzo di questi alloggi convenzionati non sia né più né meno che il prezzo mero di costruzione. morisi - Questa è una proposta che peraltro è emersa anche in altri interventi, quando ho detto alla società Punta dell’Olmo cosa c’era come margine di non negoziabilità e che hanno detto: “Questo non è negoziabile”. Verifichiamolo. sAccHi - No, questa è una soluzione accettabile.

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15/6/2011interVento - Ho aspettato la chiusura per lanciare una riflessione a tutti, mentre ce ne andiamo a casa. È chiaro che siamo sotto ricatto di circa 250 abitazioni, questo per fare una sintesi ed essere brevissimo. Sono passati venti o trenta anni in cui queste strutture sono rimaste inutilizzate, è passato tutto questo tempo in cui si è lasciato che la Regione non se ne occupasse. Mi domando se questa iniziativa curiosa, come ho mandato un’e-mail, perché non è stata fatta dieci, quindici o venti anni fa? Adesso siamo sotto ricatto di 250 abitazioni.sAccHi - Non sono però 250 abitazioni, sono 140 nell’ipotesi massima. morisi - 140 più l’edilizia sociale? sAccHi - Adesso dovrei andare a riprendere le tabelle. morisi - Aveva fatto il conto e arrivavamo a 235, 236, sbaglio? sAccHi - Mi sembra 215.

Sul dimensionamento finanziario della proposta progettuale Punta dell’Olmo

9/5/2011morisi - La cosa che chiedevo a Punta dell’Olmo Spa, e che a me non è chiarissima è: quali sono le ragioni di questo investimento che voi siete intenzionati a fare, cioè, che cosa vi aspettate da questo investimento? Qual è l’idea che l’investitore Punta dell’Olmo Spa nell’insieme della sua compagine societaria si è fatto circa l’opportunità che quest’operazione può presentare. sAccHi - E’ complesso anche sapere il risultato finale, nel senso che, è chiaro che uno fa un’operazione sperando di avere investito bene i suoi soldi e che ci torni il giusto guadagno, e complessa perché oggi uno non sa esattamente cosa ci farà, e quindi non sa quali saranno i tempi di ritorno di questo investimento, perché se ovviamente io riuscissi a fare tutte case convenzionate a un prezzo eccezionale e riesco a vendere tutto in sei mesi, è chiaro che ho una risposta immediata in tempi brevissimi. Non sarà così, quindi quello che faremo avrà dei tempi lunghi, si spererà di venderlo, perché se è un albergo bisogna trovare il gestore, si sono delle case bisogna trovare degli acquirenti, il mercato non sai come va. Io se vuole le posso far vedere uno schema di investimento per capire quali sono i margini delle cose, come variano, se variamo le varie ipotesi di investimento, che comunque avranno sempre quel margine di invenduto o nei tempi in cui è venduto. Noi ad esempio immaginiamo che questa operazione venga portata a termine nel giro di sei anni e che magari le vendite finiscono tra nove anni, ma se questo qua si protrae invece per molti più anni è chiaro che l’investimento e un investimento che comincia ad avere delle negatività morisi - Ecco, volevo capire una cosa di più. Voi associate l’investimento a quale tipo di realizzazione, edilizia residenziale? sAccHi - Mista. morisi - Ce lo può descrivere, in parole povere, al di là dello schema … sAccHi - Lì dipende molto da quello che noi dobbiamo dare, nel senso che, le faccio unesempio, poi magari con i numeri rimangono più semplici, se io devo fare un 30% di case in edilizia convenzionata, queste case in edilizia convenzionata se vengono vendute a € 4000/ € 4500 non mi portano danno, nel senso che tra quello che ho comprato, quello che mi costa realizzarlo, e quello che vendo, o anche un piccolo margine di utile morisi - Voi per ora quanto avete investito nell’acquisire questo bene? sAccHi - Noi per acquisire questo bene circa 26/27 milioni di euro … morisi - Quindi, 26/27 milioni di euro per ora investiti.sAccHi - Sì. Quanto ci vorrà a costruire tutto? Circa 60 milioni di euro. morisi - Oltre a questi 26? sAccHi - Esatto, quindi si arriva un investimento di 80 milioni di euro e quindi poi si spera che riesce ad

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arrivare a 100/110 milioni di euro. morisi - Quindi il risultato finale per voi è difendibile dal punto di vista aziendale se produce un introito … sAccHi - Un margine intorno al 10% attualizzato, io sto parlando compreso anche gli interessi .morisi - Compreso anche gli interessi. Voi vi siete dovuti indebitare per fare questo investimento? sAccHi - Certo, sì, sì, con la banca di riferimento qua in provincia … non sono pratico morisi - Avete sentito tutti? Allora è importante l’informazione che ci ha dato il dottor Sacchi, cioè, l’investimento iniziale per acquisire l’area è tra i 25/26 milioni di euro … sAccHi - Sì se contiamo già alle spese progettuali … morisi - Comunque, avete tirato fuori tra il 25, 26, 27 milioni … ora, se volete spaccare il capello in quattro chiederemo al dottor Sacchi … sAccHi - Il bilancio è pubblico. morisi - Esatto. Allora, voi pensate, se questa ipotesi progettuale va in porto, se il Comune la accoglie con le correzioni, revisioni, integrazioni, però voi pensate a un investimento di 60 milioni di euro, oltre a questi 26. sAccHi - Noi pensiamo a un investimento vicino ai 90 milioni di euro. morisi - 90 milioni di euro. Per voi il ritorno atteso è sui 110. sAccHi - Sì. morisi - Allora, per arrivare a questo ritorno atteso, voi che cosa immaginate? Edilizia residenziale … sAccHi - Edilizia sociale, e turistico-alberghiero, ma non è che lo stiamo dicendo per …

sAccHi - Quando noi abbiamo fatto il compromesso di quest’immobile, qua a Celle c’era lacampagna elettorale, quindi non sapevamo neanche con che Amministrazione cesseremo dovuti confrontare. Abbiamo visto in quel periodo lì le varie proposte che facevano i vari gruppi parlamentari, e comunque abbiamo comprato, quindi siamo arrivati poi a fare l’atto e abbiamo cercato, a quel punto c’era il Sindaco eletto, abbiamo cercato di incontrarlo ma si è rifiutato di incontrarci, non solo, si è rifiutato anche dopo che avevamo fatto l’atto perché essendo un edificio vincolato c’erano i sessanta giorni della Soprintendenza, e li abbiamo pensato: “Magari vorrà acquisirlo lui”, perché avevano i sessanta giorni di tempo le Amministrazioni pubbliche per acquisirlo, quindi siamo riusciti a incontrare l’Amministrazione solo sessanta giorni dopo che lo abbiamo acquisito. A quel punto l’Amministrazione, e prima era sempre detto che lì si può fare solo albergo, ci ha detto alcune problematiche che c’erano in Celle e di cosa Celle aveva bisogno, ci ha parlato del Cento congressi, è venuto fuori il discorso del parco, è venuta fuori un’edilizia convenzionata a prezzi molto agevolati. A quel punto, ognuna di queste cose, ha un costo, un costo che porta più o meno delle differenze su un business plan generale. È chiaro che se io faccio un Cento congressi e mi costa otto milioni di euro, devo trovare una redditività all’interno dell’operazione che mi porti questi otto milioni di euro, e questo vale per ogni singolo capo di richiesta.morisi - L’interesse pubblico di questa operazione, virtualmente parlando, mi sembra che stia in due poli, in due questioni. Uno è il parco, e abbiamo chiamato non a caso questo processo partecipativo in questo modo, due, è l’offerta residenziale a prezzi agevolati o convenzionata sAccHi - E terzo è il Cento congressi morisi - E terzo è il Cento congressi. Ecco, la domanda è questa: quante edilizia non convenzionata è necessaria per voi per affrontare l’investimento sul Cento congressi e sul parco? sAccHi - Allora, sul parco devo essere sincero il costo non è altissimo, diciamo che ci serve circa un 10% … se poi volete vi faccio vedere anche degli schemi che sono anche più chiari … sAccHi - Il bosco, benché abbia un valore perché è nella parte di Celle che ha un indice di edificabilità, da un punto di vista di business plan la cosa non costa tantissimo, diciamo che con un 10% di edilizia libera non siamo in grado di dare 20.000 m² di parco, attrezzato sistemato, siamo su quell’ordine lì.morisi - E quindi in termini di appartamenti? Io ho sentito da un po’ di conoscenti di Celle, di gente che mi ha scritto, le cifre più curiose, c’è chi parla di centinaia, c’è chi parla di molte decine … sAccHi - Allora, faccio l’esempio, in quel caso il 10% sono 1800 m², 1800 m² di residenziale corrispondono a venti appartamenti, 100 m² l’uno … aspetti che devo vedere la tabella … 90. morisi - In altre parole, più crescono le aspettative della funzionalità pubblica di questo investimento, più

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cresce il vostro bisogno di edilizia libera. Nella vostra prospettiva di base, ripetiamo questi numeri, la vostra aspettativa di edilizia libera ammonta a? Nell’ipotesi complessiva? sAccHi - Arriva a circa il 60%, quindi siamo circa a 7000 m² .morisi - E in numero di alloggi? sAccHi - Devo mettermi con la macchinetta, sennò dico un’altra castroneria … non sono novanta, mi sembrava strano … venti … vi avevo detto diciotto, mi sembrava strano … morisi - Allora, senta, chiederei intanto al pubblico se ci sono domande se intanto mentre io chiedo al pubblico questa cosa lei ci dà una pennetta … trenta secondi per avere dati di supporto a ciò che ci dice Punta dell’Olmo Spa. interVento - Volevo sapere qual è l’attuale superficie utile delle attuali costruzioni sAccHi - Sono circa 60.000 m³ da dividere a diverse altezze, perché variano molto nei vari edifici, quindi attualmente si ragiona in termini di metri cubi, che sono circa 60.000, compresi anche i volumi però anche nel Comune di Varazze, che però sono molti meno, comunque circa 60.000 m³. Se dividiamo per un’altezza urbanistica di 3 metri, 3,15 metri, abbiamo dei 18.000 ai 20.000 m² interVento - Qual è la superficie utile, non il volume . Ho chiesto l’esistente. sAccHi - Sono circa 18.000 metri, la prossima volta quando parliamo del progetto in maniera più specifica tecnica saremo in grado di darvi … circa 18.000, attualmente vi possiamo dire questo interVento - 18.000 m² sarebbe la superficie lorda attuale, c’è un circa davanti .sAccHi - Scusi, per precisare, la superficie utile come la intende lei credo che si riferisca probabilmente alla superficie che nel Comune di Celle viene indicata come superficie SR, o sbaglio? La superficie di riferimento non tiene conto della larghezza dei muri, dei blocchi scala e di tutto quello che è, noi oggi non abbiamo ancora fatto questo calcolo ma abbiamo ragionato in termini di volumetrie e di conteggio di superfici lorde. Oggi abbiamo delle murature che sono larghe in alcuni punti anche 1 metro, 60 cm, nel momento in cui oggi dovesse andare a costruire una casa nuova, dovrei realizzare delle murature intorno ai 45 cm. La prossima volta, comunque, vedremo il calcolo della superficie utile, obiettivamente non ci siamo ancora occupati di fare, perché non ci interessa in questa fase.

9/5/2011interVento - Come faccio se prima viene deciso di acquistare, prima del risultato elettorale, quindi non so cosa succederà, decido di fare un investimento importante, mi indebito, e non so quale sarà l’esito, però non ho nemmeno sentito la soluzione B sAccHi - Qui vi faccio alcuni esempi di ogni tipologia, voi vedete nelle varie colonne le tipologie, turistico ricettivo, edilizia convenzionata, edilizia libera, Cento congressi e parco pubblico. Sto passando con la freccia. Il costo di acquisto, facciamo l’ipotesi che sia come è tutto turistico ricettivo, ovviamente il costo a metro quadro non cambia per tutte e tre le ipotesi … Mi costerà più o meno tanto uguale fare l’edificazione, un po’ di più il Cento congressi perché in realtà lo devo anche arredare e dargli tutta una serie di forniture. Poi ho dei costi di progettazione che variano un pochino se è turistico ricettivo, che costa un po’ meno, degli oneri accessori, molto bassi per il turistico ricettivo perché io al Comune in realtà non devo dare niente, non devo pagare oneri, ho qualche costo di allaccio e compagnia, mentre ovviamente nell’edilizia libera a questo costo è molto più alto.Nell’edilizia libera, aggiungo solo questo per far capire … morisi - Questi € 200… sAccHi - … sono dovuti a una legge che ci obbliga a fare dell’edilizia sociale e quindi i costi, più o meno sono simili ma leggermente più alti per l’edilizia libera morisi - Perché sull’edilizia lib.era voi avete … sAccHi - Ho questo peso dell’edilizia sociale. morisi - Una quota dell’edilizia sociale, che per la Liguria è uno standard, non solo per la Liguria, ma qui in particolare. sAccHi - Sugli attuali valori di mercato queste voci qua mi danno, ad esempio nel turisticoricettivo, rispondendo a quella domanda iniziale, comunque un margine di utile …

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morisi - Va bene, voi immaginate di avere un margine operativo del 7% circa. sAccHi - Sì, attualizzato, vuol dire anche considerato tutti gli interessi, anche l’equity, tanto per parlare tecnicamente. Ovviamente, se io faccio dell’edilizia libera, questo utile è molto più alto, è più alto di € 2000 a m² .morisi - La cosa è molto interessante, cioè, il turistico ricettivo abbiamo una redditività a m² di € 305, l’edilizia libera € 2305, chiaro? sAccHi - Questa è anche la domanda perché l’edilizia libera … morisi - Cioè, in realtà senza edilizia libera voi non avete volano di sostegno della realizzabilità dell’intervento, o sto esagerando? sAccHi - Riesce praticamente a scambiare i soldi dell’investimento, stai in piedi, ma poco di più morisi - Cioè, non sarebbe una speculazione, senza edilizia libera non c’è speculazione. sAccHi - Perfetto. sAccHi - Mentre invece non abbiamo notato che l’edilizia convenzionata, se io la vendessi a € 2350 a m², come è parsa l’intenzione, la rimessa è altissima, e per ogni m² di edilizia convenzionata io rimetto € 1974. morisi - Cioè, scusate, io volevo capire una cosa, anche per i cittadini che sono questa sera con noi, siccome lo scarto è molto rilevante, se spostiamo un attimo la freccia in giù, cioè, l’edilizia libera voi la quotate a un valore di mercato medio di € 7000, l’edilizia convenzionata 2000 … volevo capire bene, scusate. sAccHi - L’edilizia convenzionata non la quoto abitualmente nei € 2350, perché mediamente intorno a Celle si fanno edilizie convenzionate a € 3500, € 4000, € 3000 il minimo e € 4000 il massimo che è ad Albissola la marina vicino al mare. Qua a Celle c’è stato detto, se noi facciamo dell’edilizia convenzionata, la vorremmo vendere a un prezzo medio di € 2350. morisi - Questo lo dice il Comune? sAccHi - Questo lo dice il Comune. il sindAco - Sì, il Comune dice questo sulle basi della valutazione di quanto hanno costruito con valore al m², anzi inferiore,le cooperative che hanno operato sul territorio in questi anni. Le cooperative che hanno operato sul territorio in questi anni hanno costruito a un prezzo oscillante tra i € 2000 e i € 2200 1 m², perciò noi, quando Punta dell’Olmo ha chiesto un parametro, noi abbiamo ritenuto che il parametro di € 2350 sia un parametro che ci permetta oltretutto di andare a soddisfare le esigenze che diceva l’assessore. Se no non avremmo soddisfatto quelle esigenze di gruppi di giovani, di famiglie nuove che potevano avere la casa in proprietà che è una delle grandi aspirazioni che ci sono. Questi sono i parametri morisi - Sono molto importanti questi dati sull’edilizia convenzionata. Punta dell’Olmo ci dice che corrisponde all’84,02% in termini di redditività al m², a fronte di un’edilizia libera che mi produce il 33% di margine operativo lordo sAccHi - Perfetto morisi - Il che significa che più incremento la domanda di edilizia convenzionata, più deve incrementare l’offerta di edilizia libera sul mercato sAccHi - Perfetto morisi - Ho visto sui giornali cose curiose, ho visto 235 alloggi. Quanti sono questi alloggi? sAccHi - Cosa vorrebbe dire quello che abbiamo visto prima? Che per fare 10 m² di edilizia convenzionata io devo fare 9,87 m² di edilizia libera per pareggiare i conti, a quel prezzo lì. A € 2350 al m² sAccHi - Mentre per il parco pubblico me ne bastano 2,31 m², per fare un altro esempio morisi - Quindi il punto vero, a questo punto, il trade off, come si dice in gergo politologico,alla fine non è tanto il parco … sAccHi - No, incide poco sAccHi - Faccio alcuni esempi, se noi ipotizziamo 3700 m² di edilizia convenzionata, che soddisferebbero più o meno gli alloggi che diceva l’Assessore, avremo bisogno di 3600 m² di edilizia libera. La stessa quantità, l’ipotesi due, di edilizia convenzionata, sempre 3700 m² ma venduti a € 3500 ci richiedono solo 1500 m² di edilizia libera

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Le possibilità di trasformazione offerte nel quadro del PUC

23/5/2011sindAco - Attualmente la normativa di piano definisce questo ambito di zona turistica, io lo leggo così ci capiamo meglio. “Questo è un ambito T1, comprende la zona delle ex Colonie milanesi e Colonie bergamasche, si trova a levante del territorio comunale lungo l’arenile, vi sono inseriti alcuni edifici a blocco di notevoli dimensioni costruite nella prima metà del secolo XX per cure e vacanze legate all’attività balneare.

morisi - Seconda domanda, è già stata fatta, ammesso che voi accettiate la proposta del Comune cioè di un’edilizia convenzionata a € 2350 a m², questo benedetto numero di alloggi a quanto ammonterebbe, ce lo potete dire per la prossima volta? sAccHi - Ve lo posso dire già qui, perché se noi facessimo l’edilizia convenzionata a € 2350 am² per 3700 m², perché anche quello contano, cioè quanti ne vogliamo è di alloggi in edilizia convenzionata, avremo bisogno di 3652 m², il centro congresso da 900 posti che è il massimo immaginabile, 4700 m², un parco pubblico, qua c’è scritto di 10.500 m² perché già 9500 devono essere dati a standard e quindi non sono un costo perché sono già compresi nel costo dell’edilizia libera, poi, altre opere che ci chiede il Comune, la passeggiata, l’allargamento di via Natta, ulteriori 500 m², abbiamo circa una somma che corrisponde al 61% di edilizia libera, il 61% di 18.500 m². questa è l’ipotesi io l’ho chiamata di massima richiesta, poi esistono ipotesi intermedie … morisi - Quindi, scusi se torno pedissequamente su questa domanda, questo 61%, se devomisurarlo su uno standard, cioè su una unità di misura di m², quanti appartamenti comportano? Perché capisco che questo per voi non è rilevante, come non lo è per i progettisti, però per me che devo raccontare questa cosa o vengo qui e cerco di capirne di più … sa, vedo sul giornale 235 appartamenti … qualcuno lo ha detto e il giornalista ci è cascato come una prugna secca sAccHi - Quanti appartamenti, dipende dalla dimensione dell’appartamento. morisi - La vostra unità di misura qual è? sAccHi - Se facciamo una misura media, perché anche lì poi ci saranno misure più piccole, di80 m², basta dividere i metri quadrati totali per 80 e si ha il numero di appartamenti, se la somma sono 9000 m², diviso 80 fatela voi la divisione così non sbaglio più, 110 appartamenti .interVento - Volevo conoscere il business plan della società nell’ipotesi originaria morisi - Ah, senza Cento congressi? interVento - Senza niente morisi - L’abbiamo vista prima però, possiamo farla rivedere.interVento - Non se ne è parlato … sapere quante camere, quanti posti letto erano previsti, perché arriveremo poi a una certa contraddizione perché se non si fa il Cento congressi ci sarebbe una grande quantità di posti letto, se invece si fa ce ne sarebbero meno, e questa mi parrebbe un po’ una contraddizione. sAccHi - I posti letto non ci sono, perché poi i posti letto dipende anche dalla tipologia dell’albergo. interVento - Ma non è stato fatto uno studio iniziale? sAccHi - Nei business plan si lavora a metro quadrato, quindi si calcola i metri quadrati di alberghiero, di residenziale, di convenzionata, non si calcola né a stanze … interVento - Ma residenziale non c’era all’inizio. sAccHi - No, le sto dicendo in generale in tutti i business plan non si ragiona mai né a stanze, né a camere né ad appartamenti, ma a metri quadrati, perché è il costo del costruire con il costo del vendere o affittare, non si fa mai quante camere ci saranno, perché ci possono essere alberghi con camere da 40 m² perché vogliono fare camere extra lusso a cinque stelle da sceicchi o camere a 12 m² sAccHi - Il turistico ricettivo è valutato € 4500 a m², un valore di un turistico ricettivo nuovo, qui ci sono degli albergatori saranno quanto valgono i loro alberghi sul nuovo, quindi questo moltiplicato per i metri quadrati è il valore messo a nuovo del complesso

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Tali edifici possono essere oggetto di interventi di recupero e riuso con destinazione specifica a carattere collettivo quali albergo, Cento congressi con relativi spazi per attività sportive complementari (palestra, tennis, fitness e simili), centro di ricerca e studio per attività di formazione professionale o di tipo seminariale e universitario, servizi destinati allo sport o al turismo, uffici pubblici e privati. L’ambito, in rapporto alla peculiarità paesistica, comprende due ambiti di conservazione, un ambito T1.ANI-MA, in regime paesistico di area non insediata da mantenere e ambito T1.ID-CE in regime paesistico di insediamento diffuso da conservare, in essi non è possibile realizzare nuovi volumi né incrementare della superficie di riferimento SR. Interventi sull’esistente sono consentiti nel rispetto delle disposizioni IV delle presenti norme integrate con le norme (incomprensibile) di cui al precedente 7 - che vuol dire il modo di costruire, i materiali – è possibile costruire volumi interrati con destinazione a parcheggio, deposito accessori, e a destinazione d’uso di zone simili, purché non siano realizzate nel sottosuolo delle superfici boscate e alberate. Un eventuale Cento congressi potrà essere realizzato anche all’esterno dei volumi già esistenti, previa riduzione dei medesimi di pari ingombro volumetrico”. Questa è l’attuale norma della zona T1 che non comprende solo le bergamasche, ma comprende bergamasche e milanesi e il Cottolengo Cosa si può fare dal punto di vista delle destinazioni d’uso, mi sembra di essere chiaro, poi c’è l’architetto redattore del piano che mi bastona se dico qualcosa di sbagliato, parla di strutture alberghiere, uffici pubblici e privati, strutture collettive in genere, questo è quello che dice la normadi piano. Secondo me il piano ha una negatività, che non prevede nemmeno ragionamenti di comparto, per esempio non fa un ragionamento sulla viabilità complessiva di queste aree, l’attuale PUC, applicandolo così, e nemmeno chiede delle specifiche di comparto, che secondo me ci sarebbero dovute essere, dividendo le Milanesi per un conto e le Bergamasche per un altro e il Cottolengo che tra l’altro non è interessato a operazioni e, tra l’altro, noi nella modifica del PUC vorremmo toglierlo lasciandolo all’attività di carattere sociale dove è attualmente, il piano è un po’ deficitario da questo punto di vista. Il mio ufficio urbanistico, e io dico riferitevi a loro da questo punto di vista, mi confermava questa mattina che gli interventi secondo loro possono essere fatti addirittura anche solo su un edificio con il permesso da costruire, nel caso ci sia conformità con il piano urbanistico comunale, cioè non ci sarebbero secondo loro ostacoli, però non chiedetelo a me, qui c’è l’ingegnere Zunino, non c’è la dottoressa Mita, ed eventualmente chiedetelo al loro, mi confermavano stamattina che anche se venisse domandato un permesso a costruire su un solo fabbricato con la destinazione d’uso del PUC, questo potrebbe essere ammesso. Perciò, manca un po’ di un quadro generale secondo me sull’attuale situazione di PUC.

morisi - Quindi, il punto di debolezza di questa situazione urbanistica, se ho ben capito, è uneccesso di rigidità, la non contestualizzazione del fabbisogno di mobilità, e quindi di infrastrutturazione, il fatto che consentirebbe a chiunque ne avesse naturalmente la titolarità di poter fare interventi puntuali nell’ambito di quella destinazione prevista senza preoccuparsi delle insieme. Ho capito bene? È così? Io mi permetto di aggiungere una cosa, sempre di osservatore esterno, stiamo parlando di uno strumento urbanistico, non di un progetto, stiamo parlando di una regola, in poche parole, cioè non stiamo parlando del fatto che effettivamente su quest’area ci siano interventi propensi a produrre quel tipo di realizzazioni, quindi la situazione potrebbe anche restare così se non ci fossero interessi privati che volessero attivarsi.

15/6/2011morisi - il Piano urbanistico comunale divide il territorio di Celle in ambiti, questi ambiti hanno delle funzioni di carattere, sia territoriale, sia strategico, diverse, non sono alcune più importanti e altre meno importanti, soltanto che alcuni di questi ambiti hanno determinate regole sia per la conservazione dei valori territoriali, ambientali, paesaggistici che esprimono sia per guidare, contenere e disciplinare le loro trasformazioni, le modificazioni, ciò che vogliamo fare in questi ambiti territoriali. Ebbene, l’articolo 67 al comma 1 delle norme del PUC 2008 una prima descrizione di cos’è l’ambito T, gli ambiti T sono ambiti turistico ricettivi, sono quelle parti del territorio che hanno impianti per l’ospitalità turistico ricettiva e campeggi. Questi ambiti, il pianificatore di Celle, cioè l’Amministrazione comunale, ne ha individuati sette di questo tipo di ambiti, e hanno caratteristiche diverse in relazione alle peculiarità paesistiche che prevedono a loro volta nove ambiti

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di conservazione. Che cosa ci interessa sapere? Che cosa si può fare in questi ambiti cosiddetti T? Alberghi, residenze turistico alberghiere, strutture turistiche all’aria aperta, pubblici esercizi, qui l’architetto Gabbaria mi corregga, se in quanto correlati comunque alla vocazione turistica di questi luoghi? Mi porrei questa domanda. Esercizi commerciali, anch’essi spiegabili all’interno di questa destinazione turistico ricettiva. Residenza, questa residenza però è limitata, nella sua prevedibilità, agli ambiti T4, T5, T6 e T7, non voglio fare il geometra che a fossa qualunque discorso con le sigle, fuori dall’ambito T1, che è quello che ci interessa. La residenza è concepita al di fuori dell’ambito T1, purché si tratti di volumi esistenti, già, per ragioni storiche destinati all’uso residenziale. In più sono prevedibili, negli ambiti T, per ora li consideriamo al plurale, uffici e servizi pubblici e privati. Che cosa dice il PUC? Perché io faccio questa scelta? La faccio per quella che può sembrare un’ovvietà, ma è un’ovvietà da rimarcare tre volte, nel senso che negli ambiti T abbiamo quelle aree dove è prevalente la destinazione ricettiva, e qui recita testualmente il PUC: “Che costituisce la più importante struttura economica del paese di Celle e il PUC intende dunque salvaguardarla e potenziarla.Quindi, in questi ambiti non è consentito il cambio d’uso delle strutture ricettive esistenti, laddove ne esistano, in conformità al successivo titolo settimo delle presenti norme di Piano turistico”. Cioè, c’è un titolo settimo nel PUC, che è un documento di qualche decina se non centinaia di pagine a seconda di come lo si stampa, in cui si stabiliscono delle regole rispetto al modo in cui certi cambi di uso possono aver luogo tecnicamente. “È assentibile – cioè, si può permettere, il cambio d’uso dei volumi residenziali in alberghi, -quindi verso il turistico ricettivo si può sempre andare – il cambio di destinazione d’uso dei locali a piano terra è ammesso solo per inserire nuovi esercizi commerciali, uffici o pubblici esercizi”. Per intenderci, non case, non residenze. Quarto comma: “Il cambio d’uso dei sotto tetti - questo può non interessarvi, ma comunque per dire come ragiona il PUC – a fini abitativi nei volumi residenziali o con una destinazione ricettiva negli alberghi nel rispetto delle norme igienico edilizie vigenti”. Questo è consentito. “Quando si tratti di edifici antichi, l’inserimento dei serramenti con … “, insomma, ci sono delle regole molto puntuali, molto precise. La Liguria, a differenza di altre Regioni italiane, ha una strumentazione urbanistica in cui la vecchia logica del Piano regolatore, cioè di uno strumento molto puntuale, si mette insieme, cerca di sposarsi, con la logica di un Piano strategico. Quindi, anche nel PUC abbiamo questo costante alternarsi di norme molto puntuali, molto precise, un vaso di garofani sì, un vaso di rose no, ma allo stesso tempo una scelta strategica riguardante la destinazione turistico ricettiva. È una questione che è caratterizza la legislazione ligure. Cosa si può fare quando abbiamo a che vedere, sempre negli ambiti T, quindi turistico ricettivi, cosa si può fare sugli edifici che hanno destinazione alberghiera, laddove, per varie ragioni, questa destinazione alberghiera possa venire meno, cioè, se si vincola la destinazione alberghiera per superamento della qualità alberghiera stessa di un certo immobile, per eventi che sono sopravvenuti. Che cosa si può fare? Manutenzione ordinaria e straordinaria, opere interne, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione, demolizione, ricostruzione, senza incremento della superficie di riferimento, sistemazione delle aree. Sono in ogni caso consentite le demolizioni di edificio parte di edificio prive di valore architettonico ambientale. Si tratta naturalmente di appurarlo e di accertarlo. Qui ci sono delle norme tecniche, quelle che adesso scavalco, ma effettivamente di eccessivo dettaglio tecnico, ve le risparmio, la cosa importante è che gli interventi, questo riguarda quando ce ne occuperemo, la qualità progettuale e architettonica “Gli interventi ammessi negli ambiti T, devono essere effettuati tenendo conto delle seguenti prescrizioni di livello puntuale per i volumi costruiti dopo il 1942, e nel rispetto delle disposizioni di cui ai Capi, 1°, Interventi sul patrimonio dell’edilizia esistente e Capo 2°, Interventi sulle aree, e al Titolo IV, Codice dei materiali”. Insomma, il PUC detta delle regole molto stringenti, almeno sulla carta, molto esigenti. Qui ci sono una serie di prescrizionipuntuali, che volendo possiamo richiamare, ma per ora ve le risparmierei. Allora, andiamo al merito dell’ambito territoriale che più ci interessa. Avete capito quali sono lì insieme di regole generali che riguardano gli ambiti T? Cioè queste aree a specifica destinazione turistico ricettiva. I sette ambiti T di conservazione sono così suddivisi: ambito T1, mi fermo a quello, non ve li sto a elencare tutti, non vi preoccupate. “L’ambito T1 comprende la zona delle ex colonie milanesi e delle colonie bergamasche, e si trova a levante del territorio comunale lungo l’arenile – questo lo sappiamo tutti ma il PUC deve descrivere qual è l’ambito territoriale di cui stiamo parlando – vi sono inseriti alcuni edifici a blocco di notevoli dimensioni costruite nella prima metà del ventesimo secolo per cure e vacanze legati alle attività balneari”.

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Si dice ancora al comma 8.1: “Tali edifici possono essere oggetto di interventi di recupero e riuso con destinazione specifiche a carattere collettivo, quali alberghi, Cento congressi – vedete che qui il PUC , formulato questa ipotesi di lavoro del Cento congressi in maniera molto generale, starei per dire molto generica, senza ancorarlo a una previsione specifica – con relativi spazi per attività sportive e complementari, palestra, tennis, fitness e simili; centro di ricerca e studio per attività di formazione professionale o di tipo seminariali o universitario; servizi destinati allo sport o al turismo, uffici pubblici e privati”. Queste sono le funzioni che l’edilizia può produrre per questo ambito territoriale, interventi di recupero e riuso con destinazione specifica a carattere collettivo quali alberghi, spazi per attività sportive, centri di ricerca e di studio, formazione professionale, servizi destinati allo sport o al turismo, uffici pubblici e privati, ovviamente sempre in funzione di questa destinazione primaria. “L’ambito, in rapporto alle peculiarità paesistiche cioè ai valori paesaggistici che contempla e che alimenta anche indirettamente, comprende due ambiti di conservazione, un ambito T1 ANIMA, in regime paesistico di area non insediata da mantenere, e un ambito T1 … “, ora quelle sigle non me ne ricorderò mai a memoria ma ce le risparmiamo sono due ambiti di particolare pregio paesaggistico, in un caso abbiamo un’area non insediata, cioè priva di insediamenti, da mantenere, in un altro caso abbiamo un’area caratterizzata da un insediamento paesistico diffuso, ma che proprio per il suo valore paesistico, va conservato. In questi due ambiti non è possibile realizzare nuovi volumi né incrementare la superficie di riferimento. Cosa si può fare sull’esistente? “. Gli interventi sull’esistente sono possibili nel rispetto delle disposizioni di cui al Titolo IV”, chi ha la pazienza, chi non lo conosce tra i presenti, troverà nel Titolo IV una serie di norme molto puntuali, molto precise che dettano regole di trasformazione. È possibile costruire volumi interrati con destinazione a parcheggio o depositi accessori – cioè che servono – alle destinazioni di uso di zona, e simili, purché non siano realizzati nel sottosuolo delle superfici boscate e alberate. Un eventuale Cento congressi - e il PUC prudentemente usal’aggettivo “ eventuale” - potrà essere realizzato anche all’esterno dei volumi già esistenti previa riduzione dei medesimi di pari ingombro volumetrico”. Mi interessa il Cento congressi, almeno sulla carta, mi dice il pianificatore comunale di Celle, ma a condizione che non comporti ulteriore consumo di suolo … scusate, di ingombro di volumi. Abbiamo un articolo 116 comma 2 in cui il Piano urbanistico comunale affronta il tema della strategia ricettiva del Comune, e si dice, al comma 2: “La capacità ricettiva del Comune in termini di aumento dei posti letto verrà potenziata con l’attuazione dell’ambito T1”, quindi si dice, attenzione, lo sviluppo dell’offerta ricettiva di Celle ligure conta, fra le altre, anche sulla possibilità di potenziare l’offerta mediante l’ambito T1. Come? “Prevedendo il riuso dei grandi corpi esistenti delle ex colonie - sono nove edifici per una volumetria che supera i 90.000 m³, con destinazioni specifiche per la ricettività, alberghi, Cento congressi, sport e simili, in conformità con l’articolo 67.8.1 che abbiamo appena letto, che ipotizzano la realizzazione di non meno di 240 nuovi posti letto a ricettività alberghiera, non meno di 240 nuovi posti letto. “La capacità ricettiva potrà essere incrementata - questa capacità di 240 nuovi posti letto – anche mediante eventuali cambi di destinazione d’uso di edifici residenziali esistenti in alberghi negli ambiti T4, T5, T6, in conformità … “, cioè, questa soglia di 240 nuovi posti letto non può essere superata se non spalmando su altri ambiti di rilevanza territoriale importante ma non sul T1, a cui si attribuisce evidentemente un’importanza, una rilevanza paesaggistica molto specifica e da salvaguardare. Naturalmente i 240 nuovi posti letto sono numerati a prescindere dalle loro dimensioni specifiche, però noi sappiamo che abbiamo un limite volumetrico entro il quale questa dimensione deve trovare rispetto. Scusate … almeno 240 … però, scusatemi, ritorniamo su quella norma, eccola qua: “Non meno di 240 nuovi posti letto”, avevo letto male, vi chiedo scusa. Questa capacità ricettiva di non meno di 240 posti letto può essere incrementata, anche, si dice, per eventuali cambi di destinazione. Quell’”anche” è molto importante, cioè, l’Amministrazione potrebbe ritenere di non incrementare l’offerta all’interno di quell’area utilizzando altri ambiti specifici. Qui la norma ha comunque una sua, credo voluta, non dico ambiguità ma ambivalenza, perché offre margini non di interpretazione ma di applicazione che sono differenziate a seconda delle diverse ipotesi progettuali che si potrebbero prospettare. Basta che stiano all’interno di quella dimensione volumetrica prevista. gAbbAriA - Perché questo articolo fa parte del Piano turistico, Lei prima ha detto che è composto da tante pagine, no, tra queste pagine c’è un elenco ben preciso di tutti gli alberghi in funzione, con il numero dei posti letto. Quando si è fatto questo Piano turistico rimaneva il tema grosso della T1, su cui non c’erano proposte, non c’era nessuno che nel momento in cui è stato sviluppato il piano si è fatto avanti dicendo:

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“A me interessa, propongo questo, propongo quest’altro”. Quindi, sono stati definiti questi 240 posti letto in rapporto alla sommatoria delle altre tabelle, cioè, era un numero abbastanza equilibrato che con i tecnici della Regione, nell’esaminare il Piano turistico, abbiamo indicato. La norma vuole lasciare lo spazio aperto, come diceva prima il signore, perché all’interno della T1 io posso arrivare per assurdo, la sparo, 10.000 posti letto, ma è assurdo. L’altra capacità ricettiva si sommerebbe a questi, la capacità ricettiva potrà essere ulteriormente incrementata negli altri ambiti, ma su un altro numero, non oltre i 240. Se a me arrivava un’ipotesi di 280 nella T1, benissimo, la accoglievo. Nella T6 poteva uscire un condominio che non funzionava più come condominio e poteva diventare albergo, incrementavano per il numero dei posti letto corrispondente alla potenzialità ricettiva di quel volume. Lo spirito era questo morisi - Allora, per riassumere, noi abbiamo almeno 240 nuovi posti letto, nella T1 … gAbbAriA - Se uno si presenta, vuole fare un intervento nella T1, minimo 240 posti letto… morisi - Bene il limite qual è? gAbbAriA - Non c’è. morisi - Nella T1 il limite non c’è. Bene, allora ribadisco … gAbbAriA - Il limite è progettuale, dipende cosa uno riesce a fare stare nella SR presente dentro la zona perché non può essere incrementata, deve rispettare i parametri, a ogni posto letto deve corrispondere tot metri … morisi - Quindi, l’unico limite è il limite delle volumetrie esistenti? gAbbAriA - Che è indicato in quei 90.000 m³, ovviamente parliamo di un Piano regolatore, non parliamo di un piano particolareggiato, i 90.000 m³ sono stati valutati … morisi - Questo ci dice il PUC di Celle … scusate, ma io cerco di capire per bene insieme a voi, perché questa norma immagino che è stata molto meditata, però, forse anche per questo, può prestarsi a letture diverse. Allora, noi abbiamo il limite di 90.000 m³ che non può essere superato.gAbbAriA - No, anche quello, scusi … quello lì si riferisce ai volumi esistenti, c’è scritto una volumetria che supera i 90.000 m³, no? Può darsi che facendo il rilievo architettonico, cosa che a livello di Piano regolatore non si fa, invece di 90.000 m³ la sommatoria di volumi bergamasche e milanesi e Cottolengo, perché c’è compreso anche quello, perché la T1 comprende anche quello. … morisi - La domanda però allora che mi sorge è questa, poi non voglio complicare la vita alla discussione, lascio parlare altri, ma a questa parola “riuso” è ancorata a un limite volumetrico, o no? gAbbAriA - È ancorata all’ingombro reale dei volumi presenti.morisi - Ecco, l’ingombro reale dei volumi presenti è il limite che la norma mi dà, però? gAbbAriA - Esatto, questo sì. morisi - E il limite che la norma mi dà, ammonta a? gAbbAriA - A questa scala di pianificazione la valutazione che è stata fatta allora 90.000 m³ gAbbAriA - In una delle norme precedenti c’era anche scritto che vi erano anche dei volumi incongrui, quindi, dovendo fare un progetto reale può darsi che anche tutto l’esistente non sia utilizzabile, quello bisogna anche vederlo.

23/5/2011sindAco - Tre precisazioni velocissime. La prima è che esiste sempre, ricordiamocelo, questa opzione, per il privato, che nessuno gliela può togliere, nel senso che il privato ha il diritto di poter realizzare quello previsto dal PUC. morisi - Cioè, il vostro strumento urbanistico far delle previsioni … sindAco - Fa delle previsioni, e il privato se c’è presenta una previsione che è conforme al piano urbanistico comunale ha diritto di averlo.morisi - C’è una magistratura che certamente glielo garantisce. sindAco - Glielo garantisce, possiamo fare quello che vogliamo, sarebbe un sopravvenire rispetto ai diritti privati sanciti dal PUC, e perciò lui ha diritto, anche se decidesse in questo caso che interviene solo sul primo fabbricato, ha solo un limite, quello che nell’intera area T1 è previsto che devono essere realizzati almeno 243 posti letto, se lui comincia a chiedere solo questioni alberghiere o quello che è previsto nel PUC, lui lo fa.

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sindAco - Lo dico perché non è che possiamo fare un referendum su varie opzioni, per essere chiari, parliamoci con franchezza, se il privato non è d’accordo, è inutile che facciamo deireferendum, perché lui ritorna esattamente sull’opzione PUC, noi non possiamo fare un referendum su quella opzione. Anche se non ci piacesse, anche se ci fosse un ragionamento di un grande albergo tutto chiuso, eccetera … io posso anche crederci che loro facciano l’opzione uno … scusi, Altamura, io non voglio polemizzare con nessuno … non è vero, scusate, siamo dentro un percorso dove abbiamo detto che noi possiamo decidere anche l’opzione zero, che significa opzione PUC. Questo voglio chiarirlo … no, io non dico niente … io voglio dare spiegazioni tecniche, cioè non esiste un’opzione che non può essere messa a nessun referendum, a nessuna discussione. Dicevo, c’è l’opzione PUC, e rimane. La seconda questione invece, e rispondo a Barabino per quanto riguarda le questioni che lui diceva sui vari tipi di edilizia, la previsione edilizia convenzionata, io ripeto, l’ho già detto l’altra volta, che li è opportuno, se questa è la scelta bisogna che noi blindiamo questo tipo di ragionamento, superando dal punto di vista più privatistico delle norme che ci garantiscano prima che vadano i cellesi, seconda che siano impossibili certe operazioni che nell’edilizia agevolata si possono fare, per esempio dopo i cinque anni e così via, perciò con la garanzia di una strumentazione che già l’altra volta avevo detto tramite una regolamentazione fatta dalConsiglio comunale, perciò concordi con tutti, di come fare il bando per l’edilizia convenzionata. La terza questione, i famosi 21 alloggi che poi possono diventare più o meno, sono proprio quello che lei diceva, gli alloggi di edilizia non sono quelli dell’ARTE, tanto per essere chiari, quelli sono quelli derivanti dalla Legge 38 che sono quelli a canone moderato. L’idea è quella di dire che ci sono una serie di edilizie, quella agevolata che è quella della cooperativa, con limiti meno forti da questo punto di vista perché la cooperativa adesso comprano loro il territorio dove possano costruire e poi lo assegnano ai propri soci, l’edilizia convenzionata che è quella di un bando fatto dal Comune con dei prezzi prestabiliti e un regime prestabilito, e poi, proprio perché c’è una fascia che non può andare sull’edilizia convenzionata e nello stesso tempo è troppo alta per andare sull’edilizia dell’ARTE, è la famosa edilizia a canone concordato che deriva dalla Legge 38, che è una quota di percentuale rispetto all’edilizia libera, tanto per essere chiari, perché la Legge 38 agisce in questo modo bArAbino - … sono al di fuori del progetto delle bergamasche, o vengono realizzate? sindAco - L’idea, almeno originaria nell’ipotesi progettuale, poi devono rispondere loro più che il sottoscritto, era quella di non posizionarle all’interno del complesso, è un 20%, se non erro, che si deve dare in questo caso in base alla Legge 38 rispetto alle volumetrie … superfici residenziali. Basta leggere la 38 che lo stabilisce lei. E anche questi, scusate, perché non voglio essere noioso, l’idea dell’Amministrazione comunale, però anche se dovessero avvenire al di fuori, perché loro potrebbero dire che li mettono all’interno del comparto, ne avrebbero diritto di utilizzare il comparto, se, come loro ci hanno detto di metterli fuori dal comparto, noi siamo però che non venga costruito sul territorio ma che loro vadano a recuperare a loro spese ulteriori fabbricati già esistenti per poterfare un recupero di edilizia. morisi - Scusi, Sindaco, e questo come lo si fa, attraverso una convenzione di diritto privato?sindAco - Si fa all’interno della convenzione poi generale, dove tu mi dici che nel tale posto, eccetera , recuperi un fabbricato.morisi - Voi dite, anche fuori dal comparto, ma senza consumo di suolo. sindAco - Senza consumo del territorio, è chiaramente questa resta una proprietà comunale, diventano proprietà comunali .

15/6/2011sindAco - Il Piano urbanistico comunale, in quella zona lì, se viene rispettato, non prevede nemmeno un progetto di insieme della zona, ma, addirittura, un imprenditore privato può cominciare a chiederei primi due padiglioni, poi l’altro, e non deve passare solo alla valutazione della Commissione paesaggio della Commissione edilizia, e va’ a licenza diretta di costruire, cioè la rilascia il geometra del Comune la licenza. Io ho fatto il ragionamento del mantenimento del PUC, poi le altre questioni di ordine diverso bisogna vedere, se uno è conforme al PUC, il PUC è un diritto legittimo, avete letto tra le norme dove c’è scritto

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quali sono le funzioni, il rispetto alla superficie di riferimento, il ragionamento, lì non c’è nemmeno bisogno … facciamo un esempio, per capirci,l’investitore ha un interesse immediato di realizzo per fare il famoso albergo a tema, che sono i padiglioni in alto, si presenta all’Amministrazione comunale, presenta il progetto per quei due padiglioni, l’Ufficio tecnico e istruisce la pratica, non la vediamo nemmeno noi perché oltretutto in tutti gli organi tecnici il rilascio della concessione viene fatto dal geometra (termine incomprensibile) questo è il ragionamento .interVento - C’è la frase: “Non meno di 240 posti letto”. sindAco - Sì, però siamo in alberghiero … questo è vero però noi sappiamo che su un’intera T1, se vogliamo essere molto tranquilli, c’è già un ragionamento di un intervento completamente alberghiero sulla T1 che se va in realizzazione quello, già da solo satura i 240 posti letto. morisi - Qui però mi sembra che il signor avesse fatto una domanda, scusatemi, lievemente più puntuale, nel senso che, mi corregga se ho capito male. La sua domanda era: nell’ambito dell’ipotesi il PUC che non viene variato, fermo che esiste un investitore, che ci ha già detto, io non regrediscono, non retrocedono dal mio investimento, ho margini di redditività diversi, però ho già dei clienti, quindi voi procederete sostanzialmente a un frazionamento di tutta l’area, voglio dire, è chiaro che io posso avere convenienza oggi a farvi un’offerta, un altro domani e cose di questo genere. La domanda era: il Comune ha strumenti di difesa contro questo frazionamento? Era questa la domanda? Per interpretarla … architetto Gabbaria, ci dia una risposta tecnica. La domanda è molto importante perché altrimenti se non si risponde a questa non ha senso parlare di ipotesi … gAbbAriA - Cioè, se io rispetto la norma urbanistica, secondo la dimensione del mio intervento, se ho da pagare degli oneri, pago gli oneri e basta. interVento - Se la Punta dell’Olmo ha sostenuto che anche nell’ipotesi PUC opererà condemolizione e ricostruzione, un minimo margine di manovra, visto l’articolo 67 e le norme in maniera di edifici anteriori al 1942, qualche margine di manovra e il Comune ce l’avrà, sì o no? gAbbAriA - Scusi, io adesso rispondevo a lui, che mi dicevano se rispettano la norma, quindi rispettano la caratteristica degli edifici ante 1942 … quelli successivi sì, quelli successivi sono una piccola quantità, però quello sì. C’era anche un’altra domanda, forse sua, l’ho sentita di spalle, la faccenda del PTCP della Regione, ecco, in che senso? interVento - Sono stati posti dei vincoli come sappiamo, ad esempio a Roglio e in altre aree che poi sono state le contrattate, ma comunque dei vincoli ambientali, mentre lì, combinazione, la Regione si è completamente dimenticata, e potrebbe farlo domani mattina, secondo me, perché nella sua potestà credo che gli sarà chiesto. gAbbAriA - Cerco di essere sintetico, ma mi chiede atto, bisogna darglielo. morisi - No, ma la posizione che ha chiesto il signore mi sembra molto chiara: la Regione si è dimenticata di porre … gAbbAriA - No, non si è dimenticata, perché i regimi del Piano territoriale di coordinamento paesistico che vigono sulla zona T1 sono di mantenimento e conservazione, non si può fare nulla secondo i PTCP, si può fare quello che dice il piano. I vincoli che sono stati messi, sono stati messi in zone ISMA, dove, pur vigendo il mantenimento, c’è la possibilità di edificare, e allora hanno creato il concetto, in regione, di ISMA saturo, aggiungendo alla ISMA altre tre lettere, non gliele dico perché anche a me danno fastidio quelle lettere lì, io parlo di mantenimento, di conservazione, almeno ci si capisce, che, in quei territori, in quelle zone non c’era il vincolo per cui non si poteva realizzare nulla di nuovo, come c’è qui. Quindi lì è già tutelato, con il mantenimento e con la conservazione sono i vincoli massimi che può dare il PTCP, cioè il Piano regionale. interVento - È proprio la domanda cui volevo arrivare. E quindi, vigenti questi regimi che cisono in zona, è possibile ipotizzare un campo pratica di golf? gAbbAriA - È possibile se si fa una variante. sAccHi - Nel Piano regolatore c’è scritto … gAbbAriA - Non parlavamo dell’opzione zero. sAccHi - No, momento, nel Piano regolatore, se andiamo a rileggere il Piano regolatore c’è scritto che le attività sportive, il campo pratica golf è un’attività sportiva, quindi si può fare … ma non costruisco mica una struttura, il campo pratica da golf, non so se era presente che cos’è, secondo me è fattibile.

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Sull’ipotesi Punta dell’Olmo in assenza di variante al PUC (Ipotesi 0)Albergo a tema, medical hotel, residence, piscina, campo sportivo, albergo congressuale su Varazze

9/5/2011Il Cento congressisAccHi - Noi abbiamo avuto parecchie offerte per alberghi e per destinazioni di tipo.alberghiero. morisi - In quell’area? sAccHi - In quell’area lì, certo. morisi - Quindi, in quel caso, la vostra strategia sarebbe quella di concentrarvi sull’offerta turistico ricettiva e rimetterla sul mercato. Questa cosa del Cento congressi … sAccHi - Non la faremmo. morisi - In quel caso non la fareste. sAccHi - Il Cento congressi non è una cosa che sta in piedi da sola, costruirlo e gestirlo le due cose non portano un vantaggio economico, un conto è se uno ce lo ha gratis e poi lo deve gestire, e va bene, e già e difficile comunque, ma sicuramente nessuno vi verrà in mente in tutta Italia di costruire un Cento congressi se non ha degli altri benefici e non è mai successo in tutta Italia.

9/5/2011Il Parco interVento - È’ rimasta in sospeso secondo me una parte di una risposta a una domanda estremamente fondamentale, che è quella del piano B, della exit. Ho sentito dire dal dottor Sacchi che se l’Amministrazione comunale o la Conferenza dei servizi non dovesse essere d’accordo sulla globalità di un progetto si limiterebbe l’imprenditore a chiedere quello che gli è consentito chiedere e per il quale ha una legittima aspettativa di ottenere una risposta. Non ho sentito nulla di cosa succede di quella parte che abbiamo enfatizzato tutti quanti, che è il parco pubblico, perché dobbiamo ricordare che il parco pubblico è nel territorio di Varazze, soggetto a un altro piano regolatore. Quindi chiedo, e mi è mancata questa risposta, cosa succede in quella parte sulla quale noi contiamo per avere una risorsa? sAccHi - In quel caso non ci sarebbe parco pubblico, nel senso che rimarrebbe di pertinenza degli alberghi, probabilmente si cercherebbe anche di realizzare qualcosa su Varazze . Allora, questo è un punto molto importante.sAccHi - Si aprirebbero nuove trattative che oggi non abbiamo assolutamente aperto, benché abbiamo avuto degli avvicinamenti dei contatti.morisi - Da parte del Comune di Varazze? sAccHi - Perché non è nostro interesse in questo momento, con un’operazione da questa parte sminuire il valore degli immobili che sono di qua, perché comunque, bisogna essere sinceri, con degli immobili di fronte avremo un valore inferiore. morisi - Lei ha detto una cosa importante, è vostro interesse dentro questa ipotesi progettuale che la parte di Parco che è nel Comune di Varazze resti parco, perché questo garantisce il valore degli immobili che Punta dell’Olmo va a edificare, nel senso che un conto è costruire e mettere sul mercato degli immobili circondati da un parco, un conto è mettere sul mercato degli immobili che lo sono molto meno che sono un po’ più circondati da altre case e altri edifici.sAccHi - Penso che per gli alberghi invece questo problema ci sia meno.morisi - Adesso non scendiamo … la cosa importante è questa, è un vostro interesse, in questa ipotesi progettuale, condividere con il Comune di Celle l’idea che pur essendo in territorio non di Celle la parte confinante del parco, essa resti parco perché comunque è una tutela del valore immobiliare di ciò che vorreste edificare. È chiara questa cosa? sAccHi - 10.000 m² … ma io l’ho detto. interVento - Nel momento in cui non si arrivasse a una conclusione gradita e concordata tra le due figure in questo momento in campo, Punta dell’Olmo e Amministrazione comunale di Celle, il rischio sarebbe che

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stringendo il naso sul fatto che è più bello avere un parco, mi faccio 10.000 m² di là, che sono nel Comune di Varazze ma cadono su Celle. Questo è quello che volevo capire sAccHi - Volevo solo aggiungere una cosa sul parco. C’era un’altra cosa, noi abbiamo ancheacquisito le gallerie, con una galleria riusciremo a collegare il parco alla passeggiata, quindi all’interno dell’intervento del parco ci sarebbe anche questo intervento, a cui non abbiamo accennato ma lo ritengo importante.

morisi - Io vi dico che cosa ho capito.Non c’è una exit strategy, nel senso che non c’è una strategia d’uscita, perché chi fa un investimento di questo tipo evidentemente punta al suo buon esito, però in ballo, quello che è emerso da questa discussione è che c’è una parte di questo territorio destinato a parco che ricade nel Comune di Varazze, che se finisce all’interno del, virgolette, pacchetto Punta dell’Olmo, resta parco, se fuoriesce da questo pacchetto, finisce dentro la previsione urbanistica del Comune di Varazze e quindi diventa muro. Scusate la brutalità. sindAco - Si dovesse andare avanti l’accordo noi abbiamo chiesto esplicitamentedi diventare proprietari anche di quell’area del Comune di Varazze perché non ci fidiamo solo che venga lasciata eventualmente come parco pubblico, lo so che non fu un’invasione di vicini di casa, ma che in quell’area lì, anche perché lì ci sono 7500 m² in modificabilità, noi abbiamo detto, benissimo, però la vogliamo in proprietà, nel senso che rivendichiamo in quel caso tutta la proprietà del parco, anche del pezzo, che è abbastanza grande, che è del Comune di Varazze.

interVento - L’operazione di acquisto dell’area alle condizioni previste dal PUC è stata unascommessa che potrebbe anche finire male? La seconda cosa che chiedo è questa: è vero che la normativa riguardante quell’area prevede che sia edificabile, della parte ricadente nel territorio di Varazze, solo la sommità, il crinale della collina che ne sta alla destra, mentre tutta la spalla e il fondo valle sono previste come ANIMA, area non insediata mantenimento? Così come il fondovalle di competenza del Comune di Celle e così come la maggior parte dell’area boschiva ricadente in territorio di Celle? Perché se davvero sono previste ANIMA, la normativa regionale dice che ogni intervento deve essere volto alla maggior fruizione pubblica possibile di questa area. Quindi, prima è stato detto che se si fanno alberghi finirà tutta di competenza degli alberghi. No, questa non è una risposta precisa, non è una risposta vera. No, tutto ciò che si fa lì deve essere teso alla fruizione pubblica. Allora, a me basta una sola volta beccare la società a dire una menzogna per cui io non la crederò mai più. Chiedo allora una rettifica, se è vero quello che dico. morisi - Scusi, prima che risponda la società, sentiamo l’Amministrazione pubblica su questopunto. Chi è che ci risponde? Qual è lo stato normativo di quest’area rispetto a un vincolo di questo genere?il sindAco - Lo stato normativo è semplice, adesso qui non c’è la cartina PTCP, gran parte degli edifici sono INIDICE, che significa insediamento diffuso conservazione, poi ce n’è una parte di fondovalle, limitata che è in zona ANIMA, poi andiamo verso Varazze dove c’è una zona ANIMA e ne sono sicuro, c’è una zona che si chiama Insediamenti sparsi modificabilità.sAccHi - Per dare il dettaglio, in quest’area ci sono circa 7500 m² e sono quelli che hannol’indice di quei famosi 10.000 m² edificabili. morisi - Ma rispetto alla domanda che poneva il signore? sAccHi - Sono la sommità, è la parte migliore. morisi - Quindi, su questa sommità che cosa non si può fare? sAccHi - Si può fare i 10.000 m², sotto, da qui a qui, invece … morisi - Quindi, questa parte è comunque destinata a questo, io lo chiamo per brevità, vincolo di utilizzazione pubblica? sAccHi - No, è un vincolo a verde, non possiamo costruirci, non possiamo edificarci, non è la stessa cosa che dice lui.morisi - Allora, la risposta è diversa dalla domanda che lei pone. interVento - Sì, confliggono le due posizioni. Io dico che è destinato a fruizione pubblica perché è nella normativa regionale, invece la società dice che non è vero. morisi - No, è il Comune che dice di no, scusi, la società è intervenuta sulla base di ciò che ha detto il

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Comune. il sindAco - Non voglio fare dibattiti con un Consigliere comunale, perché come ha detto lei lo facciamo in Consiglio comunale … morisi - Scusate, io non conosco tutti. il sindAco - … perché sennò invece di parlare i cittadini parlano i Consiglieri … nel territorio comunale di Celle ci sono almeno presumo qualche decina di ettari di ANIMA, vorrebbe dire che sono tutti acquisibili al pubblico, è una cosa che non esiste dal punto di vista della normativa del piano paesistico, perché non c’è solo l’ANIMA, tutti i boschi sono ANIMA in questo momento, vuol dire che tutta la parte imboscata del terreno di Celle sarebbero acquisibili al pubblico è non è assolutamente vero.

15/6/2011interVento - Antonio mi ha un po’ anticipato sull’argomento che volevo esporre, ma lo integro nelle parti che lui non ha toccato. Entrando quindi nel merito dell’analisi dell’opzione zero, opzione PUC, io dico che secondo me è una base di partenza soddisfacente per iniziare a lavorare, perché mi sembra che, come hanno già sottolineato, è la prima volta che si parla di un’offerta di nuove possibilità di lavoro a Celle nell’ambito turistico, partendo dal presupposto che secondo me Celle non ha bisogno edilizia residenziale, non ha più bisogno di 250 appartamenti. Dicevano dell’edilizia convenzionata e l’edilizia sociale, se effettivamente ce ne sarà necessità, si potranno trovare altre collocazioni nel territorio, perché sappiamo che ci sono possibilità. Alle bergamasche, secondo me, il residenziale è inopportuno, quindi, ben vengano queste offerte perché secondo me sono una base di partenza. Ovviamente penso che nella trattativa con Punta dell’Olmo si potrà arrivare … trattativa nel senso , nell’elaborazione, non trattativa riferita … Io dico che l’edilizia convenzionata a Celle ne è stata fatta tantissima già dagli anni ‘70 fino ad adesso, io non so se effettivamente ci sia ancora necessità di edilizia convenzionata. Se ci sarà, e l’Amministrazione comunale avrà tutti gli elementi per dirlo, ci sono altre possibilità per realizzarla che non nell’area delle Bergamasche.

15/6/2011morisi Chiederei, in maniera molto concisa, a Punta dell’Olmo Spa, se questa fosse una norma di rilievo costituzionale, l’articolo 67, cioè immodificabile, come utilizzereste [lo spazio]? sAccHi - Quello che vi faccio vedere è un’ipotesi che rispetto al Piano regolatore non è in realtà l’ipotesi che avevamo fatto quando abbiamo espresso l’offerta, perché i nostri architetti ci avevano detto che era possibile anche all’interno di queste superfici fare una casa di riposo, perché intendevano le indicazioni come indicazioni generiche non puntuali, cosa che invece dopo, quando abbiamo acquisito e si è formata la Giunta ci hanno detto che questo non era possibile, quindi, questa ipotesi che ora vi faccio vedere è adeguata alle risposte che abbiamo poi ricevuto dal Comune all’inizio. Quindi, questa ipotesi che chiamiamo zero, è un’ipotesi che prevede … esatto, è la non modificabilità del PUC … sAccHi - C’è una superficie esistente di 13.985 m², che poi, compresi i volumi interrati che abbiamo letto, è possibile, sfruttare per alcune esigenze diventano 15.500 m². All’interno di questa superficie si erano divisi dei comparti che praticamente erano operazioni e sono tuttora operazioni che abbiamo in trattativa con destinazioni e gestioni differenti, quindi praticamente come se diventassero proprietà a se distinte. Una parte più a nord con delle camere a tema, tutta una zona che abbiamo chiamato “Hotel per anziani”, autosufficienti, quindi non una casa di riposo, un hotel a cinque stelle e un residence che rispecchia i parametri di un terzo, anzi, è inferiore a un terzo dei posti letto di tipo alberghiero. Poi c’è tutta una serie di strutture sportive o altre cose che adesso spiegherò meglio, collegate alle strutture alberghiere.C’è poi la parte di Varazze, che qui non è tema, mentre parlerò della parte a spiaggia, perché in questo caso è collegata con l’albergo a cinque stelle. Questi sono dati che ci sono serviti, questo è l’albergo a tema, quindi ha una specie di concetto … sì, certo, la Q e la P, qui … l’albergo a tema sarebbe questa parte qui, è praticamente un concetto di uno che fa un viaggio nel mondo cambiando una camera si va dal deserto dei Tuareg non solo nello spazio ma anche nel tempo, quindi c’è la camera romana, la camera giurassica e così via, sono alberghi che esistono già. Abbiamo avuto una richiesta da una società di Torino che fa questi

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tipi di albergo, la trattativa è ancora in piedi, anzi, se voi andate nel loro sito ne parlano, a Torino ci sono quattro alberghi di questo tipo, loro erano interessati ad aprirne uno nella zona savonese, lo vogliono vicino all’autostrada, non vogliono con accessi indipendenti, tutte caratteristiche che noi potevamo dargli Questo invece è quello che noi avremmo voluto casa di riposo, ma che casa di riposo non è, quindi è una casa albergo di soggiorno, riprende un po’ la tradizione che questa colonia aveva nel dopoguerra, perché è stata comunque, e lì vedete delle foto, un ospedale militare, è una parte quindi che tratta anziani autosufficienti … auto … perché ci hanno detto che non possiamo fare altro, l’intenzione era fare qualcosa di più, può servire anche per riabilitazione. È collegata a una piscina e ha anche una parte di parco che oggi è a ulivo, che verrebbe trattata a orto, quindi se uno vuole fare anche un’attività di quel tipo lì, può farla. L’hotel cinque stelle, invece, è la parte principale, sarebbe la M, N e la parte della spiaggia, e tutta quella parte a Parco lì, cioè, tutta la zona gialla. morisi - La parte di, virgolette, parco, virgolette rispetto all’ipotesi extra PUC, per intenderci, la parte perimetrale datta da questa linea gialla diventa una pertinenza di questo albergo. sAccHi - Esatto. Ovviamente qui ci sono anche tutta una serie di attività sportive, nella parte bassa del parco c’è un campo pratica, nella zona N c’è una Spa con ristorante, c’è un piccolo Cento congressi, quella foto lì vuol dire una cosa da cinquanta, 100 posti, che serve per esigenze di quell’hotel lì. Anche qui abbiamo una trattativa con un albergatore savonese che ha un po’ seguito questa fase di progetto. Quindi, in questa parte di hotel ci sarebbero tutte queste pertinenze qua, la spiaggia con ristorante, discoteca, solarium, area fitness. Questo progetto qua è stato già presentato in Comune di Varazze ed è in fase di Conferenza di servizi.morisi - Dove siamo, scusi? Si può ricollocare? sAccHi - È sulla spiaggia.morisi - Parte Varazze.sAccHi - Parte Varazze. L’ho messo dentro qui perché comunque diventa pertinenza dell’hotel, e quindi per spiegare che l’hotel ha alcune esigenze che vengono sviluppate. Una Spa, che è posta in mezzo al parco, dove c’è anche un ristorante, delle piscine, sono tre, una sulla spiaggia, una giù in fondo, e una in alto, e il campo pratica che vi ho detto prima, è un campetto di calcetto, questo per poterlo anche utilizzare come eventuale ritiro per squadre di calcio che volessero fare ritiro in quell’hotel.morisi - Domanda, Quindi, qui stiamo parlando comunque di pertinenze esclusivamente private, che non potrebbero essere rese a utenza pubblica neanche mediante convenzione? sAccHi - No, i clienti dell’hotel, che sono sempre pubblico, possono andare … morisi - No, ma dico, io, cittadino affezionato di Celle … sAccHi - Se vuole andarci, deve pagare, prende una notte la camera e le può usare. morisi - Questa è una questione, poi magari la poniamo. Scusate … sAccHi - Poi, l’ultimo è il residence, che è posto sulla Punta dell’olmo, sul mare, dalla parte dove c’è la punta, corrisponde al 30% degli ospiti nelle strutture ricettive … adesso il numero non me lo ricordo. morisi - No, ma come ordine di grandezza? sAccHi - Una quarantina (termine incomprensibile) di appartamenti. morisi - Di che dimensioni? sAccHi - Piccoli, monolocali, bilocali, da residence. È però quello che ha una vista migliore, praticamente è quello che vedete lì. Questa qui, che è una foto degli anni ‘30, è più o meno come verrebbe nel caso della trasformazione di quel tipo lì, nel senso che una parte di volume centrale viene demolita, quella parte che vedete con la torretta è l’albergo, è la parte di là è il residence, questo qui sarebbe tutto il residence.Le quantità, praticamente sono così suddivise: 4440 m² per il Fantasy Hotel, 2400 per quello che abbiamo chiamato Medical Hotel, 4995 per il residence, 3705 per l’hotel cinque stelle, più i 900 della (termine incomprensibile) Beach che si sommano, ma li ho divisi semplicemente perché sono su Varazze. Questi sono tutti i conti, adesso non di tedio … morisi - Tanto questi documenti ce li date, li mettiamo sul sito. sAccHi - Sono anche sui posti di lavoro, Ecco, forse quello che vi interessa sono questi riassunti qua. Allora, l’ipotesi che vedete viola è l’ipotesi che abbiamo discusso gli altri giorni, l’ipotesi verde è un’ipotesi intermedia di cui non abbiamo mai avuto occasione di parlare, l’ipotesi azzurra è questa ipotesi qua. In

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questo caso, ovviamente, il Cento congressi non verrebbe fatto, tutte queste cose non verrebbero fatte e al Comune andrebbero in oneri di urbanizzazione € 930.000, quindi non pochi, comunque. morisi - Qui invece abbiamo un’ipotesi … sAccHi - Quella è l’ipotesi quella col Cento congressi con l’edilizia convenzionata … morisi - Chiamiamola l’ipotesi parco, per intendersi, parco pubblico. sAccHi - Ipotesi parco, anche l’ipotesi verde è ipotesi parco pubblico, ma nell’ipotesi verde non c’è il Cento congressi. Allora, ipotesi parco e Cento congressi, viola. Ipotesi senza congressi ma tutto il resto ipotesi verde, ipotesi PUC, ipotesi azzurra. In realtà, tra l’ipotesi 1, 2 e zero ne esistono decine di altre che potrei farvi vedere, intermedie, quelle sono gli estremi della via di mezzo. A livello di costi l’investimento per l’ipotesi Cento congressi, è un investimento da € 74 milioni, l’investimento nel costruire. morisi - Solo nel costruire.sAccHi - Cioè, senza l’acquisto del terreno, tutto il resto tranne l’acquisto del terreno, e senza la pubblicità. L’ipotesi verde è l’ipotesi intermedia, e l’ipotesi azzurra è l’ipotesi da € 48 milioni, 49, praticamente. Le varie ipotesi danno anche degli indotti, dei posti di lavoro, si è in Celle, le presenze turistiche, nell’ipotesi azzurra abbiamo un vantaggio di tempi, perché in questo caso non ci sarebbe necessità di attivare una Conferenza di servizi, e quello che vedete è i posti di lavoro indotti o diretti che avvengono nelle tre ipotesi. Quindi, praticamente l’ipotesi verde è un’ipotesi che da un po’ meno posti di lavoro ma riesce a dare tutta una serie di altri beni che sono comunque diciamo nel benessere della città, l’ipotesi azzurra comunque dà un certo numero di posti di lavoro. Quindi, questo è l’andamento dei costi … morisi - Torniamo un attimo, mi scusi … sAccHi - No, io andavo veloce, sennò avrei da parlare delle ore.morisi - No, ma io la contengo sAccHi - Mi dica ... sul 47, vediamolo subito, 42+5 … no, sono 47 … no, di niente fanno solo 3+18, 22 … perché voi dovete pensare che l’albergo c’è sempre in tutte e tre le ipotesi interVento - Mi scusi, ma un Medical Center, quarantasette persone se le mangia tutto da solo … sAccHi - Il Medical Center richiede tre persone ogni venti posti letto, a rotazione, e in questo caso sarebbero … interVento - Io ho un po’ di esperienza nel settore, le assicuro che con tre persone di quelle dimensioni lì non ci fa proprio niente, sono un po’ tirate … sAccHi - Tre persone a rotazione vogliono dire nove, tre per otto ore, tre per otto ore, tre per otto ore. interVento - Quindi, secondo la vostra ipotesi, la parte blu dà quarantasette posti di lavoro, le altre ventuno ... sAccHi - Le altre molto meno. interVento - Leggo 75, o leggo male? sAccHi - Queste ne danno settantacinque, però sono posti di lavoro e incrementati su Celle, cioè, il Cento congressi dà un PIL che incrementa i posti di lavoro in Celle, non lì. morisi - Io, scusate, stasera, se voi siete d’accordo, volevo concentrarmi ancora un po’ sull’alternativa che voi chiamate zero, cioè non vederla subito in maniera comparativa. Allora, se ho ben capito, qui non abbiamo nessuna pubblicizzazione di nessun’area verde, che resta totalmente ancorata alle pertinenze degli alberghi, e, diciamo, dell’offerta turistico ricettiva che voi alimentate. Non abbiamo collegamenti alla passeggiata, questo non l’ho capito bene. sAccHi - Ci sono dei collegamenti privati, non pubblici. C’è una specie di trenino che porta i turisti al porto, una serie di cose di questo genere. morisi - Ho capito. Poi, non abbiamo la sistemazione dell’area sportiva della Natta… sAccHi - No, se il Comune volesse, gli oneri di urbanizzazione li potrebbe … morisi - … destinare a quello scopo. Sull’edilizia sociale cosa avviene, sparisce? sAccHi - Sparisce perché quella è una norma di legge, non essendoci residenziale … morisi - A questo punto non sareste più tenuti? sAccHi - No, non possiamo proprio farla. morisi - Non potete farla. Abbiamo un differenziale molto importante di oneri di urbanizzazione. Dal vostro punto di vista, qui c’è una redditività molto inferiore alle vostre aspettative, o ve la cavate in qualche modo

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Sull’ipotesi Punta dell’Olmo Variante senza Cento congressi (Ipotesi B)

15/6/2011morisi - Sono pienamente d’accordo con chi dice che in realtà questa X (Cento congressi) è una variabile disturbante rispetto alla comparabilità delle tre ipotesi di lavoro … sAccHi - Sì, tra parentesi volevo far notare ancora una cosa, come vedete, senza la X la parte residenziale dal 60% scende al 30%. morisi - Infatti, siccome questa balza agli occhi, volevo che ce lo spiegasse in parte lo ha già fatto …In due minuti che ci dicesse qual è la correlazione che intercorre fra la vostra ipotesi, adesso non mi interessa ripercorrere la genesi di questa ipotesi, la vostra ipotesi di Cento congressi, 900, ora vediamo quando ne parleremo capiremo meglio di cosa stiamo parlando anche sul piano dimensionale, e questi numeretti che sono molto importanti, proprio perché, siccome voi finanziate il progetto, in parte molto rilevante, quando scartiamo questa ipotesi, sulla base dell’offerta residenziale che riuscite a realizzare, questo significa naturalmente un diverso consumo di territorio, diverso carico urbanistico, tutta una serie di questioni che noi sappiamo, basta vedere il nostro web forum, fanno problema, quindi cerchiamo di sviscerarle per bene. sAccHi - Nell’ipotesi di un Cento congressi più contenuto. Quindi ad esempio nell’ipotesi di un Centro congressi da 600 posti, che diventerebbe da 1800 m², richiederebbe un residenziale libero pari a 3140 m² anziché 4700 m², come nell’ipotesi da 900. Questo è. morisi - Se noi, le rifaccio la domanda a titolo puramente scolastico, se si azzerasse il centro congressi, cosa succede? sAccHi - Vuol dire che si fanno 4711 m² di residenziale in meno. morisi - E significa un investimento inferiore di quanto?

lo stesso? sAccHi - La redditività non cambia molto, è il rischio che aumenta, non c’è diversa redditivitàpercentualmente, perché ovviamente l’investimento è anche più basso, il rischio è, facciamo l’ipotesi, prima ci avete detto avete un cliente lì, il cliente lì fa un contratto, che è remunerativo, ci sta dentro, dopo cinque anni fallisce, c’è un rischio, cosa che nel residenziale non c’è. Quindi, l’ipotesi (termine incomprensibile) ha un maggior rischio, non una minore o maggiore redditività, le redditività sono comparabili, tutte e tre. morisi - In termini di carico urbanistico voi avete potuto fare … capisco che è una funzionepiù la funzione pubblica, ma vi siete posti in qualche modo? sAccHi - Hanno fatto qualche studio di architetti, certamente ci sono dei carichi … morisi - Cioè, qui abbiamo meno carico urbanistico? sAccHi - In alcuni casi sì, in alcuni casi, no. ad esempio, per la viabilità il carico urbanistico è forse più nell’ipotesi zero, nel senso che c’è più un via vai di macchine, soprattutto per l’albergo a tema, che ha una rotazione abbastanza veloce di utenti, secondo me il minor carico urbanistico c’è nell’ipotesi 2 morisi - Nell’ipotesi 2. Ecco, carico urbanistico essenzialmente nei termini di mobilità, non di altre risorse. sAccHi - Per le altre risorse bisognerebbe sentire gli architetti, sulle fognature penso che la cosa sia più o meno simile, perché è ovvio che più o meno bisogna … c’è meno carico invece nell’ipotesi zero sugli asili e su quelle strutture lì. morisi - Allora, al netto di quell’approfondimento sugli effetti indotti delle possibili ipotesi, chevediamo come sviluppare per la prossima riunione, io intanto aprirei una discussione sul raccordo che intercorre fra la proposta dell’investitore all’interno della cornice Piano urbanistico comunale, perché questa era la domanda che io avevo profondamente condiviso, avevo raccolto sinceramente, cioè capire, a bocce ferme, cosa si può fare. Quindi, voi ci date una risposta che ci aspettavamo, cioè sapevamo che la pubblicizzazione del parco non avrebbe avuto luogo, sapevamo che avremmo espunto qualunque ipotesi di edilizia sociale, sapevamo che ci sarebbe stato per la finanza locale di Celle un ammontare di oneri di urbanizzazione diverso.

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sAccHi - Di € 17 milioni. morisi - Questo non giudicherebbe la pubblicizzazione dell’area, siamo nella vostra ipotesi, cioè, stiamo dicendo, nella vostra ipotesi progettuale, quella originale, noi togliamo quella crocetta rappresentata dal Cento congressi, voi costruite meno residenziale, ma la pubblicizzazione del parco ce l’abbiamo. sAccHi - C’è il parco, la passeggiata e l’edilizia convenzionata a prezzi bassissimi. morisi - Quindi, questa è un’ipotesi non zero, zero rispetto al Cento congressi, si tratta di declinare il Cento congressi sulla base degli studi. sAccHi - È l’ipotesi verde. morisi - D’accordo? sAccHi - L’ipotesi verde che potrebbe prevedere, anziché anche l’albergo, una casa per anziani

Le prospettive Punta dell’Olmo su Varazze

sAccHi - Sì, ci sono gli architetti qui che vi possono rispondere meglio di me, però vi posso dire che gli architetti hanno verificato il piano, hanno verificato qual è la volumetria edificabile, che oggi ha una destinazione turistica alberghiera, mi pare di circa 10.000 m³, esatto … interVento - Però turistico alberghiera non residenziale sAccHi - Non residenziale, devo dire anche che il Comune di Varazze si è reso disponibile con le Amministrazioni a incontrarci, come ormai è abituale nella gestione urbanistica del territorio sulle varie destinazioni, ma noi non siamo andati avanti perché non era di nostro interesse, oggi noi stiamo puntando su questa cosa, abbiamo ovviamente considerato l’opzione zero, abbiamo già fatto anche delle trattative sulla destinazione zero con … morisi - Varazze? sAccHi - No, no, l’opzione zero su Celle, noi comunque l’abbiamo considerata, abbiamo delle trattative in piedi, c’è un albergatore di Savona che è interessato a un albergo, c’è un albergatore di Torino che è interessato all’albergo … morisi - Cioè, avete considerato l’alternativa dello stare qui dentro. sAccHi - Certo, saremo dei pazzi se non l’avessimo fatto. interVento - Quindi ci sono stati contatti con Varazze. sAccHi - Sì, non molto approfonditi, due incontri con l’Assessore competente, uno con il Sindaco … interVento - Più o meno quando ci sono stati? sAccHi - Un anno e mezzo fa. interVento - Ok, quindi noi siamo andati giovedì mattina in Urbanistica, nell’ufficio Urbanistica di Varazze, ci hanno detto che nessuno ha preso ancora contatti con loro e soprattutto che il loro piano regolatore prevede una zona di parco urbano e una zona cosiddetta H dove, come diceva lei, è possibile solo ed esclusivamente un albergo con determinate caratteristiche eccetera sAccHi - Non abbiamo preso nessun contatto con gli uffici tecnici, infatti non l’ho detto. interVento - L’ha detto lei. sAccHi - No, no, assolutamente, non l’ho detto morisi - Questo lo nego interVento - Allora non ho capito con chi ha parlato, mi scusi morisi - Con un interlocutore al loro livello, che quanto meno è l’Assessore, ma lei pensa che gente che investe decine di milioni di euro vada a parlare con il geometra del Comune? interVento - Non ho parlato con il geometra, ho parlato direttamente con l’Assessore morisi - Le Amministrazioni cambiano, eh … e come fa il Comune di Celle, se dimostrerà e confermerà il suo interesse a questo progetto farà una variante al proprio strumento urbanistico, stia tranquilla che qualunque altro Comune può fare altrettanto, non è la Costituzione della Repubblica italiana, basta una maggioranza in Consiglio … no, in che senso? Ce le dica. interVento - Se l’Assessore mi dice chiaramente che la società non ha avuto contatti, che non ha

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chiesto, non si è informata su un nulla … sAccHi - Allora, guardi, io devo dire la verità che con il Comune di Varazze è molto complicato parlare, però le assicuro che noi siamo andati … posso? Scusate, le posso assicurare che noi siamo andati là a parlare semplicemente dello stabilimento balneare e c’è stato proposto l’intervento sulla parte collinare.

interVento - … senza nessuna nota polemica ma tanto per esplicitare quello che succede su Varazze, intanto rinfresco un attimino, poi mi corregga, allora, intanto l’area è un ambito, l’ambito è R 33, è suddiviso in tre sub-ambiti, H, PU e AU. Tengo a precisare che questo ambito qua è già stato da noi è ampiamente soddisfatto, nel senso che abbiamo presentato un progetto che segue la strada dello sportello unico per le unità produttive, si è svolta la prima Conferenza dei servizi referenti, è previsto in questo volume qui, dove non posso aumentare la superficie coperta, quindi questo è un grosso vincolo, noi abbiamo previsto una demolizione del volume con attività di tipo turistico alberghiero esattamente rispettando le previsioni del PUC, spostiamo il volume, attualmente al vaglio della Soprintendenza. per quanto riguarda invece tutta la parte a monte, è suddivisa in due sub-ambiti, il PU e il sub-ambito H. ci tengo a precisare che la totale proprietà di Punta dell’Olmo, se vuole le dico anche i mappali, comunque circa 21.380 metri, ci tengo a precisare anche che di questi 21.000 metri i 7134 m², ricadono in ambito R 33 sub-ambito H non è la totalità del sub-ambito H, H è circa tre volte , quindi è circa 20.000 metri. per soddisfare le previsioni del sub-ambito H io devo fare un progetto, quindi un SUA di competenza regionale esteso a tutta l’area e devo dare sostanzialmente una progettazione unitaria anche del parco, la zona parco urbano. Se voi guardate nelle schede del PUC di Varazze il parco urbano è assimilabile alle zone F . Le zone F sono le zone che nel DM del ’68 sono indicate come aree a servizi.C’è una piccola anomalia, ma noi abbiamo considerato la situazione peggiore, che non sono colorate di azzurro, però di fatto l’abbiamo considerato come parco urbano, l’obbligo di farne un parco urbano deriva dal soddisfacimento dell’intero ambito. Diciamo che dei 7000 m² a nostra disposizione quasi tutti, a parte 150 metri o 200 metri ricadono in PTCP (termine incomprensibile) Modificabilità dell’insediamento sparso … In buona sostanza, quello che probabilmente la collega fa vedere è che noi abbiamo un’area arancione, che è la zona H, di circa … che sia un quinto, che sia un terzo, che sia un ventesimo, il progetto deve essere unitario, cioè anche se io ho un francobollo all’interno di quell’area lì, se non partecipo in uno (termine incomprensibile) lì non ci fate niente, lei può essere proprietario del 99,9% e voi non ci fate niente, quindi consentitemi, io ho detto 7000 metri, un terzo o un quinto, non cambia di una virgola … no, se noi non realizziamo, decidiamo di non realizzare, non ci realizzano gli altri proprietari …ma è infatti io non ho mica detto niente …

Apertura di Punta dell’Olmo ad ulteriori scenari

23/5/2011interVento - Una cosa, per uscire dai confini del regolamento attuale e passare allaresidenziale, sono state proposte tre alternative, è possibile che la cittadinanza proponga ulteriori ingranaggi, che ne so, magari la cittadinanza di Celle vuole una torre Fuksas oppure vuole una palazzina dove unificare gli uffici comunali, o qualcos’altro. C’è apertura su questo tipo di discorsi,o no? SACCHI - Sì, queste tre alternative sono esemplificativi di tre ipotesi abbastanza semplici eintuitive, ma in realtà si potrebbe aprire un foglio Excel e cambiare ogni singola cosa e si trasforma da un punto di vista economico la destinazione, quindi si può andare a intaccare i € 100 di differenza o il m² e tutto cambia, diventa una discussione abbastanza lunga, ma si può fare.

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18/6/2011interVento - Nell’ipotesi che fate, l’ipotesi zero, diciamo, avete parlato del Medical Center, e non sarebbe accettato, ho capito male? sAccHi - No, ho parlato di una casa di riposo che avremmo voluto fare noi, quando abbiamo fatto l’offerta, nella nostra ipotesi zero, invece che il Medical Hotel c’era una casa di riposo. Poi, insediata la Giunta e parlando con il Sindaco, rispetto a quello che ci avevano detto i nostri tecnici, poi parlando anche con l’architetto Gabbaria, ci hanno detto che la casa di riposo non è prevista. interVento - Allo stato attuale non è prevista, però potrebbe essere un’ipotesi di varianteanche quella? sAccHi - Sì, anche di hospice e cose del genere … gli autosufficienti sì, infatti li ho messi interVento - Però, il caso di una casa di riposo per non autosufficienti, visto che qui a Celle una certa tradizione l’abbiamo, potrebbe comunque essere un’ipotesi di variante.sAccHi - Sì, potrebbe essere un’ipotesi di variante … interVento - Se soddisfacesse le vostre esigenze e anche le esigenze della collettività sAccHi - Però, le spiego, un conto è un’ipotesi di variante complessiva che prevede del residenziale, allora ci interesserebbe, fare una variante, quindi perdere dei tempi … interVento - No, ma perché l’avete proposta voi … sAccHi - Sì, non mi ha capito, non mi sono spiegato. Noi l’avremmo fatta nell’ipotesi zero se ciò non comportava variante, comportando variante, ciò comporta dei costi di tempi e di convenzione, quindi il Comune ci avrebbe chiesto qualcosa in cambio, che non la fa diventare remunerativa. Potrebbe essere ancora un’esigenza fattibile dell’ipotesi 2 e 3, invece, della parte alberghierainterVento - Non c’è residenziale, comunquesAccHi - No, al posto della parte alberghiera, perché noi, in tutte le soluzioni, anche la nona, c’è sempre una quota alberghiera interVento - Io invece volevo proprio soffermarmi sulla parte azzurra. sAccHi - Quell’ipotesi lì non prevede una residenza per anziani, ma solo un Medical Hotel interVento - Non la prevede perché temete che il Comune chieda una contropartita e i tempi siano lunghi? sAccHi - No, non è che la temiamo, ce lo hanno proprio detto che non è prevista dal Piano regolatore e quindi deve andare in variante interVento - … medica non è prevista. sAccHi - Ma io ne ho preso atto. interVento - Ci puoi mettere anche una clinica per convalescenze di sportivi traumatizzati, vi potrebbe rendere parecchio.sAccHi - Lì c’è, nel Medical Hotel io non ho letto tutto, ma quello è previsto. morisi - Voi avevate, sempre sulla base della richiesta che li abbiamo fatto, cioè di stare all’interno del PUC, elaborato anche, sempre ai fini del vostro investimento, delle ipotesi intermedie. Ci sono ipotesi intermedie che stanno dentro il PUC così com’è? sAccHi - No, l’ipotesi che sta dentro il PUC è solo quella. morisi - È solo quella. sAccHi - Ci sono ipotesi intermedie dove si può prevedere un recupero dei volumi, oppure c’è un’ipotesi intermedia dove c’è solo una parte di residenziale convenzionato piccola, ci sono ipotesi dove non c’è il Cento congressi ma c’è tutto il resto.Spiego solo una cosa, che cambiano anche le superfici. Cioè, di una parte noi si demolisce e si recuperano i volumi, nell’ipotesi zero ci sono le superfici attuali, quindi è anche per quello che c’è una minore incidenza. interVento - Nella parte a residence ha fatto vedere che comunque una demolizione tra i due edifici ci sarebbe comunque, quindi non capisco come fa a rimanere la stessa superficie sAccHi - Allora, il Piano regolatore dice che non si può andare a edificare in aree boscate ma che si può, adesso le parole giuste non me le ricordo, ma che si può comunque riqualificare i volumi incongrui e queste cose qui.

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interVento - Quindi comunque la demolizione e la ricostruzione ci sarebbe comunque? sAccHi - Sì, anche perché non si capisce come si potrebbe fare i box interrati … posso? Non si capisce come si potrebbe fare dei box interrati, che il PUC lo prevede, senza toccare le parti boscate, cioè senza consumare territorio. Ovviamente, per fare le parti interrate dobbiamo in parte demolire. interVento - Però in questo caso, essendo anteriore al 1942, dovreste chiedere comunque una variante. È questo il punto. sAccHi - Secondo me no, perché si dimostra che sono incongrue. Questa sarà una questione tra professionisti, sennò mi deve spiegare come posso fare il box interrati se tutte le aree sono boscate. Esatto, sotto gli edifici, è quello che dico io, e quindi per fare sotto gli edifici devo demolire morisi - Una domanda, il Cento congressi di questa ipotesi, che dimensioni aveva, ce lo ricorda? sAccHi - 900 posti, 2400 m² morisi - Potreste farci vedere, ma è anche nel vostro interesse darci una maggiore quantità di informazioni possibili, cosa succede di questa ipotesi se io do dimensione diversa al Cento congressi o, in un’ipotesi puramente scolastica, se io azzerassi la previsione del Cento congressi, nell’ipotesi di una variante alla variante. interVento - Ci dice quanto incide in termini economici il Cento congressi a loro? sAccHi - L’investimento da € 74 milioni scende a € 59 milioni.morisi - E questa differenza è dovuta alla mancanza del Cento congressi? sAccHi - È dovuta alla gestione del Cento congressi e a una quota inferiore di edilizia sociale interVento - Io intendevo dire, soltanto il Cento congressi, perché allora sì che possiamo fare i paragoni a scendere … cioè, sappiamo che un Cento congressi costa € 100, se scendiamo abbiamo dei termini di paragone più precisi.

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Sulle dimensioni della questione dell’alloggio nel territorio di Celle

9/5/2011interVento - Prima di entrare nel merito assolutamente tecnico della questione io volevo spendere qualche parola in più sul perché, sul perché si è scelto proprio di fare questo tipo di operazione, che vuol dire: perché case? Ci sono altri modi per fare profitto, è assolutamente giusto, però, perché si è arrivati a una decisione di questo tipo qui e non s’è presa in considerazione magari … morisi - Decisione, mi perdoni, ancora no, proposta, scusate, io tengo a dirlo. interVento - Sì, ho sbagliato il termine … secondo me questa è una questione veramente importante prima di infilarci nei dettagli tecnici, perché è un po’ la filosofia di come si conduce l’operazione e sulla quale magari qualche parola in più è opportuno spenderla. morisi - Grazie. Allora, perché case? Perché le case dal punto di vista dell’imprenditore, non avrei tanti dubbi in termini di risposta, nel senso che, a meno che lei dottor sacchi non abbia una risposta originale. Mi interessa invece da questo punto di vista sapere cosa pensa il Comune. Ha senso questo tema di una nuova offerta residenziale nella prospettiva di medio termine di questo Comune? Trovo una sua spiegazione? Risponde a determinate domande? vengo in un posto delizioso come è obiettivamente Celle, di grande qualità della vita, dove vedo un reddito pro capite piuttosto importante in giro per le statistiche dell’Istat, e vedo un’offerta di residenza già presente molto importante, cioè di case non utilizzate ne vedo molte, per un periodo dell’anno molto rilevante. Potrei pormi dei quesiti molto banali, e siccome i quesiti molto banali non sono quelli più sciocchi, sono solo quelli più evidenti, la prima domanda è: questa offerta di nuova residenza nella vostra visione di governo del territorio di Celle per i prossimi cinque, dieci, quindici, venti anni, perché è meritevole di attenzione?

Assessore Zunino - Credo che prima di entrare o dare una risposta nel merito bisogna che mi lasciate fare alcune considerazioni che stanno alla base, molto veloci. Con questa Amministrazione noi abbiamo fatto un ragionamento di analisi di quella che è stata la esigenza di un piano urbanistico comunale alla sua scadenza, il Piano urbanistico comunale detto PUC, in Regione Liguria ha una durata di dieci anni, il nostro è stato adottato nel 1997, approvato definitivamente nel 1999, è quindi nel 2009, diciamo così, c’è stato l’effetto. Ora, in virtù della legge bisogna fare una verifica su questi dieci anni e poi andare a fare eventuali e/o opportune modifiche. La proposta che c’è stata presentata e su cui noi abbiamo iniziato questo percorso di democrazia partecipata è stata da noi ritenuta interessante, o perlomeno ha già fatto aprire il fascicolo per discuterne. Noi abbiamo messo alla base dei principi per la revisione del nuovo piano urbanistico alcuni elementi, elementi che sono importanti proprio per il futuro della nostra comunità. Il primo elemento è quello di analizzare quali erano le esigenze, quali erano le richieste in virtù è in funzione del nostro territorio, quindi abbiamo visto che alcune norme del piano urbanistico possono essere riviste per andare incontro alle esigenze della comunità, quindi delle leggere e se vogliamo sottili modifiche, ma abbiamo analizzato anche dei dati, dati di cui disponiamo, nel senso che noi crediamo che non ci debba più essere il cosiddetto consumo del territorio, quindi, se c’è da recuperare un qualcosa, va recuperato all’interno di volumi esistenti, siano questi della riunione di questa sera piuttosto che altri. Poi noi abbiamo un’altra esigenza importante, sul territorio negli anni si è cercato di dare risposta anche per le prime abitazioni, lo abbiamo fatto fino a oggi con l’edilizia convenzionata che è stata costruita dalle cooperative urbanistiche, noi crediamo che all’interno di quelli che sono i volumi, quindi io sto un attimo all’esterno della proposta che viene presentata, ma all’interno di volumi esistenti, noi dobbiamo riuscire a recuperare ancora un 80, 100 appartamenti di edilizia convenzionata. Tengo a precisare che nell’operazione in oggetto noi intendiamo edilizia convenzionata dove, consentitemi, tra virgolette, l’imprenditore, colui che porta avanti l’operazione è il Comune, non la cooperativa A piuttosto che la cooperativa B, questo per garantire trasparenza e uguale trattamento, senza

2. idee e linee progettuali alternative

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discutere come lo faccia la cooperativa, ma che deve fare il Comune a tutela dei cittadini. Quindi, stabilendo dei criteri oggettivi, dei parametri che dovranno essere discussi all’interno dell’Amministrazione, all’interno del Consiglio comunale, quindi parliamo, e questo importante, di edilizia convenzionata. Questo, come dicevo, per dare risposta alle esigenze del territorio. morisi - Ecco, mi scusi ma questa esigenza, tanto per interloquire voi l’avete misurata inqualche modo? Questa domanda di case è legata alla possibilità di non dover essere subordinati a un mercato così importante sul piano dei valori immobiliari come quello di Celle? Si può quantificare in qualche modo, nella vostra percezione amministrativa, sto dicendo.Assessore Zunino - La percezione amministrativa è così fatta, che il cittadino si rivolge all’Amministrazione comunale per una serie di problemi , ma i problemi più importanti, e che sono spesso sul tavolo dell’Amministrazione, sono il lavoro, quindi l’occupazione, che direttamente il Comune non può dare, e un secondo elemento importante, come il primo e forse più del primo, è l’abitazione. L’abitazione tendenzialmente per i giovani, perché ci sono dei dati che su questo ci fanno riflettere. Un Comune vicino a noi, sull’entroterra, in cinque anni è passato da 2550 abitanti a 3000, proprio perché alcuni cellesi giovani per un problema, passatemi il termine, di drogaggio del mercato immobiliare, si è dovuto rivolgere a Comuni dell’entroterra piuttosto che alle spalle del savonese, per chi è di Celle parlo di Stella e Quiliano, che sono Comuni che hanno avuto un aumento della popolazione, questo per un valore anche immobiliare, si trova ad acquistare con minor costo in quei Comuni. Quindi noi abbiamo come obiettivo primario quello di riuscire a garantire che sul nostro territorio i giovani, le giovani coppie, possano formare la famiglia e quindi disporre anche di una prima casa, perché credo che sia una sfida che ognuno di noi possa avere al primo posto tra le cose che deve fare nella propria vita. Quindi, questo è un primo elemento, un secondo elemento, che è sempre rivolto alle abitazioni ma che ci viene sempre un po’ richiesto dalle esigenze del territorio ma anche nel rispetto di una legge regionale che è la Legge 38 del 2007, riguarda l’edilizia sociale. In funzione di parametri, di criteri, la Regione ha stabilito che il Comune di Celle dovrebbe dare una risposta a queste esigenze di prima abitazione, quindi il così chiamato social housing, per 92 alloggi. Ora noi dobbiamo stare con i piedi per terra, il Comune in prima battuta non riesce a realizzarne nemmeno uno, l’ARTE, che è l’istituto regionale ex IACP ne realizza …alcune, ne ha realizzata in passato anche a Celle, è più facile per loro realizzarle nelle città o dove c’è un comprensorio di comuni, dove mettono a disposizione dei fondi, dove riescono ad avere dei finanziamenti regionali piuttosto che nazionali. E quindi l’altro ragionamento è, se noi davvero vogliamo dare risposta a queste esigenze, mette abbastanza male dire: “Collochiamo sul territorio 92 alloggi”, al di là di chi li realizza. morisi - Cioè non avete territorio da destinare a 92 alloggi, se ben capisco Assessore Zunino - Non abbiamo il territorio se non andiamo a utilizzare i volumi esistenti. Questi sono altri elementi, tralascia di darne spiegazione, ma emergono da un’analisi della nostra planimetria comunale, dove ci sono zone di vincolo, la zona degli asservimenti. Il nostro territorio, che poi è di 9 km² e pochi metri è compresso nella fascia costiera e in riva al mare.morisi - Su questo punto, ho ricevuto qualche e-mail, non molte e-mail però alcune soprattutto giovani e alcune di persone invece preoccupate, che mi dicono, ma in fondo noi abbiamo un patrimonio residenziale importante, com’è possibile che non riusciamo con qualche meccanismo, che ovviamente non può essere l’esproprio di sovietica memoria, riorientarlo a una qualche forma che consenta l’accesso a giovani coppie o non coppie, diciamo a giovani che vogliono tagliare il cordone ombelicale con le famiglie prima dei 47 anni, possiamo inventarci qualcosa di questo tipo, visto che abbiamo case in abbondanza che per dieci mesi l’anno sono vuote? Altri giovani che dicono, non possiamo aspettare un meccanismo complicatissimo, non ci si riuscirà mai, non abbiamo un mercato di case in affitto credibile nella sua solidità, questo è un problema non di Celle, è un problema italiano, lo sappiamo tutti, e quindi consentiteci di accedere alla proprietà della prima casa, questa di Punta dell’Olmo può essereun’opportunità importante. C’è una terza categoria di persone che mi dicono, attenzione però a non creare degli speculatori occulti, cioè gente che a un prezzo di edilizia sociale riesce ad accedere alla casa, nell’arco di cinque, sette, dieci anni si trova ad avere un bene immobiliare a un prezzo molto elevato. E’ curioso perché gli alberghi di Celle costano un decimo di quelli di forte dei marmi, ma le case a Celle costano come a Forte dei marmi. Siccome non è la

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prima volta che nell’edilizia sociale italiana questo avviene, ammesso che la soluzione Punta dell’Olmo per voi sia interessante, come pensate di cautelarvi da un rischio di questo tipo? Cioè, da un rischio di seconda speculazione, per così dire. La prima è quella che fa Punta dell’Olmo, io alla parola speculazione non do nessun connotato negativo, è un’operazione immobiliare come tale, non vorrei farmi fraintendere, ma la seconda, in fondo io trovo giovani in “lista d’attesa”, li favorisco, consento di abbattere le mura di accesso al mercato, e poi regalò loro un valore immobiliare che probabilmente copre due terzi dell’investimento che hanno compiuto nell’arco di pochi anni. Assessore Zunino - Infatti su questo argomento accennavo prima che, essendo un’operazione che c’è stata proposta, quindi è al vaglio non solo dell’Amministrazione ma, diciamo così, di tutta la cittadinanza, qui corre l’obbligo di andare a individuare, se l’operazione va avanti, dei paletti che non siano quelli attuali dove in effetti uno fa un investimento e dopo un tot di anni se lo rivende, ha possibilità diverse. Io credo che su questo ci dovremo confrontare come Consiglio comunale, come maggioranza,capendo come si può essere ancora più stretti e più puntuali rispetto alle leggi esistenti, quindi questo sarà un compito dell’Amministrazione, se il progetto prenderà corpo e una volta finito tutto l’iter, una volta compresi costi e quant’altro, noi dovremo fare un bando, come dicevo prima, pubblico, come Amministrazione comunale, che vada ad intercettare quelle fasce di popolazione che rispettino realmente quei criteri e quei parametri,che debbano dare la massima sicurezza nell’affrontare tutto questo procedimento, quindi dovranno essere analizzato anche da un punto di vista giuridico degli aspetti che impegnino per un tot di anni … morisi - Cioè, dove non può il diritto pubblico, inventarsi qualcosa di privatistico …l’Amministrazione ha presente questo rischio. Assessore Zunino - Infatti io ho detto, per sgombrare il campo da dubbi, non è la tradizionale edilizia convenzionata che è stata realizzata in questi anni dalle cooperative edilizie del territorio dove compravano l’area e poi realizzavano in funzione di costi con i loro soci, questo è un procedimento completamente nuovo dove se l’operazione andrà in porto sarà il Comune che dovrà, diciamo così, essere garante e governare il processo dal bando pubblico all’assegnazione

23/5/2011sindAco Voglio ancora dire una cosa già che ho la parola, l’edilizia sociale è un’esigenza forte, faccio un esempio. Noi abbiamo le case dell’ARTE. Non c’è una volta, che se se ne libera una, noi non applichiamo il sistema di delibera di Giunta per affidarla a un cittadino cellese in difficoltà, noi abbiamo ancora adesso una serie di famiglie notevoli in difficoltà, cioè noi abbiamo sfratti, e non trovano collocazione, abbiamo problemi abitativi rispetto a questa situazione, l’ARTE non costruisce più, non ci sono finanziamenti perlomeno nei nostri comprensori, oltre tutto non siamo mai riusciti a fare un comprensorio con Varazze perché ha detto di no, perciò abbiamo un avviluppamento di questo genere perché questo paese, Celle, sembra mediamente ricco ma i cittadini devono sapere che ci sono delle situazioni disastrose in alcune fasce di popolazione, in gran parte anche sulla casa, gli ultimi esempi, lo avete visto anche a livello nazionale, i padriseparati, per dirne una, ci sono anche a Celle, ci sono situazioni che restano fuori, la casa viene data alla moglie, giustamente, e questo non sa dove andare, non riesce a pagare l’affitto … morisi - Avete fatto una quantificazione di questi fenomeni di disagio? sindAco - Sì, in questo momento stiamo aspettando che si liberi una casa, purtroppo le case dell’ARTE si liberano per un motivo unico, avete capito qual è, io non lo dico ma ci siamo capiti, si liberano solo se manca la persona che c’è dentro. In questo momento noi abbiamo tre o quattro casi in lista di attesa con grandi ambasce per queste persone che vivono in una situazione alcune volte disagevole dal punto di vista abitativo, altre volte con lo sfratto esecutivo sulla schiena.

23/5/2011bArAbino - Quello che mi sembra che manchi in questo progetto politico di modifica dell’area mi sembra che sia l’attenzione a quelle fasce deboli, perché l’edilizia convenzionata è una cosa buona ma che va

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incontro a una porzione soltanto di popolazione, quelli che non si possono permettere i costi del mercato però si possono permettere comunque di avere una discreta disponibilità economica, quello che manca è invece è quella fascia debole della popolazione che non potrà mai avere la speranza di accedere all’acquisto della casa, e l’edilizia invece ERP, per intenderci, quella popolare, accettano soltanto quelli con un bassissimo livello di reddito, quindi manca quella fascia che consentirebbe ai cittadini cellesi, che sarebbe il canone moderato diaffitto, poter accedere all’affitto di case a un costo non di mercato, leggermente più basso, ma dove anche loro potrebbero arrivare, e questo per evitare che il paese piano pianino si spopoli, magari si popola di persone benestanti ma non diamo risposta a quella fascia bassa di popolazione. Oltretutto, costruire in quell’area molto appetibile dal punto di vista turistico in edilizia convenzionata potrebbe, sicuramente non succederà, ma potrebbe far sorgere il dubbio che magari qualcuno possa acquistare per poi rivendere a quattro volte tanto dopo i cinque, sei o dieci anni che l’Amministrazione pone.

berbAldi - Buonasera, Berbaldi. Una precisazione, La Legge 38 oggi non dice questo, la Legge 38 dice che la percentuale va tutta in ERP, quello che faceva riferimento Barabino, cioè gli alloggi a canone concordato in questa fase non sono previsti , è vero che c’è una modifica di legge in Regione, ma questa non è stata ancora approvata, quindi a oggi quella quota va tutta all’edilizia residenziale pubblica … il 20%. morisi - Questo cosa comporta, scusate? No, non conoscendo a memoria la legislazione ligure … c’è una proposta di legge della regione o c’è una legge regionale? bArAbino - Il problema che cos’è? Che rimane scoperta quella fascia debole, cioè, non quelli che si possono acquistare la casa con edilizia convenzionata o comunque operativa ai € 2300 a metro quadro,se non sbaglio … morisi - Questa resterebbe scoperta? bArAbino - Sì, c’è questa fascia scoperta, secondo me sarebbe opportuno, al di là di quella che sarà l’evoluzione della legge, che non sappiamo oggi se andrà in porto o meno, però stabilire una quota che venga lasciata a disposizione di quella popolazione che ha reddito troppo alto per accedere a ERP e reddito troppo basso per accedere alla convenzionata. Se ho capito bene, le aree dove si faranno queste edilizie saranno altrove ma, come mi auspico, anche l’edilizia convenzionata, perché se noi pensiamo … ho capito, però mi permettevo solo di dire, se io devo pensare a un’idea di sviluppo del paese, a me piacerebbe di più che il centro urbano si sviluppasse in modo concentrato…integrato, perché ad esempio oggi c’è la raccolta differenziata porta a porta, se non sbaglio, in una piccola area, quella più popolata di celle, è chiaro che se noi decentriamo le abitazioni i servizi diventano sempre più complessi, quindi secondo me sarebbe un porto non toglierla da quella parte lì, non mi azzardo, ma preferirei che lì fosse piuttosto tutta residenziale e che ci fosse una area magari anche più grande da un’altra parte che il Comune può stabilire dove fare altre attività.

15/6/2011interVento - Io ho rimarcato riunione per riunione che mi sembra ci sia un allarmante poca sensibilità, almeno negli interventi, sul discorso dell’edilizia sociale, cioè, secondo me, passando da un’ipotesi all’altra non solo si perderebbe eventualmente l’uso pubblico del parco ma si perderebbe l’edilizia sociale, e credo che alla cittadinanza cellese l’edilizia sociale interessi forse un po’ più del parco pubblico, ma comunque sicuramente molto. E questo mi fa anche notare, come suggeriva anche un amico qua vicino, che gli interventi che ci sono in queste assembleesono più interventi di persone dall’età non dico avanzata ma comunque dal maturo all’avanzato, a me piacerebbe sentire interventi di giovani, che sono quelli che hanno più bisogno dell’edilizia sociale.

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Sulle entrate fiscali corrispondenti alle linee progettuali

interVento - Il gettito ICI ipotizzabile nelle varie ipotesi, cioè l’ICI che paga l’alberghiero… sAccHi - Lì può rispondere forse più l’Amministrazione. interVento - Sì, ma è un criterio di raffronto che nell’interesse pubblico direi che potrebbeavere la sua valenza morisi - Io ho visti questi dati anch’io per la prima volta, quindi colgo la sollecitazione, questoè un calcolo che va sicuramente fatto sAccHi - L’ICI si basa sulla superficie. sindAco - Si basa sulle funzioni … io lo dico così, dovrebbe essere maggiore nella prima ipotesi, escluso la convenzionata, che è sicuramente prima casa perché c’è l’ICI che dovrebbe gravare in parte su alcune seconde case, più sulla parte alberghiera, bisogna fare dei contisAccHi - Ma anche il Cento congressi pagherebbe l’ICI.sindAco - Il Cento congressi paga l’ICI, per esempio, perciò è una grande superficie, bisogna fare un po’ di conti. Questi li possiamo fare in pochissimo, in un giorno, con l’ufficio ragioneria, me ne prendo carico.

Sull’utilità sociale del Cento congressi 9/5/2011morisi - Perché il Comune tiene tanto a questo Cento congressi? perché il Cento congressi qui potrebbe funzionare? cAppelluto (Albergatrice loano) - Il Cento congressi è importantissimo per il territorio, perché è una ricaduta economica molto importante. Noi sappiamo da una recente indagine che abbiamo fatto fare qual è la ricaduta per il turismo in fatto economico sul territorio, ed è emerso che per ogni euro che il turista spende nell’albergo lascia € 1,60 sul territorio. I congressisti sono dei turisti particolari, che spendono quattro volte di più del turista tradizionale. E poi è importantissimo perché i congressi non si fanno in stagione, i congressi si fanno esclusivamente nel fuori stagione, quindi ecco perché mi interesso di congressuale, perché anni fa, quando l’occupazione della mia struttura (Loano2 Village) era troppo bassa e non riuscivo a far lavorare i miei dipendenti, cosa ho pensato per destagionalizzare? Ho pensato al congressuale, e oggi vi dico, Fabrizio, il vostro presidente degli albergatori lo può dimostrare, che ho dei congressi in casa e la mia occupazione è passata da un 49% al 72%, è una percentuale molto alta, perché noi facciamo congressi praticamente da gennaio a maggio, settembre ottobre e qualcosa a novembre, quelli molto importante, grossi, che si organizzano da un anno all’altro. Il Comune di Rapallo sta studiando una sala convegni da 900 posti per far lavorare gli alberghi di Rapallo e Santa Margherita. Il Comune di Rimini, che ha fatto un Cento congressi megagalattico, sta facendo lavorare tutti gli alberghi nel fuori stagione. Adesso voi sapete quant’è il problema sociale dell’occupazione nella nostra provincia, voi dovete sapere che nel 2010 la provincia di Savona ha perso 5000 posti di lavoro, questo è un inesorabile declino a cui noi dobbiamo far attenzione.Quindi, quando si presentano dei progetti economici, perché l’imprenditore, è vero, del Cento congressi ne farebbe a meno, perché l’imprenditore deve fare impresa e il Cento congressi è un costo, però ha una ricaduta sul territorio e importantissima, ma non solo sugli albergatori, sull’economia del territorio, perché il turista spende soldi e va al bar, gira, compra un souvenir. Voglio ancora dirvi questo, il turista del congressuale è una persona che altrimenti non sarebbe venuta sul nostro territorio e viene in occasione di un convegno, e vi assicuro che sono parecchi quelle che poi ritornano con la famiglia perché scoprono un territorio bello, un territorio che non conoscevano …

morisi - Ciò detto, però, la domanda era questa: siccome una delle cose che dice il Comune è, io apre il fascicolo, a me questa cosa interessa, sono lungi dall’aver deciso, voglio un Cento congressi

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quantitativamente importante. Lo dico perché chiamo l’attenzione del pubblico, qui devo dire che Punta dell’Olmo ha fatto i compiti a casa con grande accuratezza, cioè, un Cento congressi da 600 posti sono 1800 m². Allora, siccome è moneta, 1800 m² di Cento congressi da 600 posti costa 3141 m² di edilizia libera. Allora io potrei anche dire, me lo fate un po’ più piccolo? Me lo fate un po’ più grande? Quando vedremo i costi/benefici, sto parlando di questa roba qui. Allora la domanda è: secondo la sua esperienza, perché lei conosce il mercato del turismo congressuale italiano, locale e regionale, qui c’è una dimensione ragionevole, stiamo ragionando troppo in grande, virtualmente troppo in piccolo? secondo la sua percezione cAppelluto - Io esattamente ho un Cento congressi da 600 posti e attualmente lo vorrei anche più grande, perché con una sala modulare posso fare il convegno più grande, oppure modulando la posso farlo più piccolo e quindi posso prendere più convegni e accontentare più clienti. sAccHi - Qui c’è tutto, c’è anche uno start up di cinque anni, c’è anche la gestione dei primicinque anni. cAppelluto - È chiaro, però il risultato finale per me cellese sono questi 3141 m² di edilizia residenziale libera. morisi - Questi sono conti che l’imprenditore si sarà fatto … io parlo della ricaduta economica sul territorio. Gli alberghi di Celle attualmente hanno 300 posti letto, quindi Celle ha bisogno di nuovi posti letto. Chiaramente, un Cento congressi importante farà lavorare Varazze, Albissola, i centri limitrofi.interVento - Volevo chiedere al dottor Sacchi si può tornare sulla tabella delle redditività. morisi - Tabella della redditività interVento - Ci vedo poco, ma quando vedo il Cento congressi vedo che non ha assolutamente redditività. sAccHi - No, ma questo è nei nostri confronti, non della città.interVento - Ecco, perché volevo capire se ha zero redditività perché lo costruisce, vuol dire che chi lo costruisce lo regala a qualcuno? Viene dato alla comunità o a un operatore? sAccHi - Lo studio qua è molto ampio. Nelle proposte fatte al Comune, il Cento congressi che era ipotizzato da 900 posti veniva realizzato e gestito da noi per i primi cinque anni. Per quanto riguarda la proprietà, noi eravamo anche disposti a donarlo al Comune, ma il Comune non lo voleva, per un’evidente, penso, problema di manutenzione. Abbiamo però un avanzato stato di accordo, se si farà questa cosa, con la Provincia, perché invece la provincia era interessata ad averlo in proprietà e gestirlo con una società mista pubblico privata, compreso il Comune. morisi - Quindi, nell’ipotesi progettuale ci sarebbe rappresentata da una società mista pubblico privata con voi, Comune, Provincia … sAccHi - Camera di Commercio, un serie di enti che abbiamo contattato. morisi - Quindi adesso mi pare di capire che questo sarebbe, al di là dei 600, 800 posti, quello che sono, l’idea è quella di un Cento congressi che abbia un interesse molto sovralocale, anche da un punto di vista gestionale? sAccHi - Sì, il bacino di utenza dovrebbe andare da Savona fino a Genova. sAccHi - Abbiamo commissionato uno studio a TBridge che è una società che si occupa diqueste cose qua.morisi - Al di là del fatto che questo costo venga realizzato su volumi esistenti, e quindi senza consumo di suolo, ma volumetricamente non è così. sAccHi - In realtà questo cui era pensato come un Cento congressi seminterrato, a bassoimpatto. È vero che su questo progetto abbiamo dei problemi con la Sovrintendenza. interVento - Volevo capire un po’ di più sullo strumento del Cento congressi, in parte qualche risposta già stata data, sia dall’ingegner Sacchi ma anche dalla dottoressa Cappelluto che ringrazio comunque personalmente di essere qua presente questa sera. A noi interessava capire lo strumento Cento congressi, in tanto mi sembrava di aver capito inizialmente che i posti, si parlava di 900 posti e non di 600. sAccHi - No, ma lo schema è 900, il professore ha letto quello in basso. sAccHi - C’è, ipotesi uno, che nella richiesta, sono 900 posti. Poi sotto ha letto l’ipotesi contenuta da 600 posti. morisi - Quindi l’ipotesi uno, 900 posti, edilizia residenziale libera 4711,50 m². Se andiamo da 900 ai 600,

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la realizzazione prevista da un punto di vista edificatorio scende a 3141 m². interVento - Sì, questo è chiaro, ma volevo ancora capire se la società ha fatto uno studio per capire totalmente, mi sembra di aver capito che il costo totale loro lo hanno già identificato, ma se la cosa è realizzabile, per quanto riguarda tutto il progetto, cioè, qual è il problema che si fa a discutere? Ho capito da parte loro che ci sono delle perplessità su questa realizzazione del Cento congressi. sAccHi - Non è che ci sono perplessità, è una cosa che costa, che non dà benefici alla nostra operazione, quindi implica della richiesta di edilizia libera, e poi trovi ovviamente dei contrasti nella popolazione perché poi escono le cose, fate 250 appartamenti. Noi non facciamo il Cento congressi, leviamo tutta una serie di appartamenti e quindi l’impatto è minore. È tutto lì. Non è che noi siamo contro il Cento congressi, non sappiamo quanto la popolazione vuole il Cento congressi.interVento - Io penso che fra i dubbi che vengono su questa operazione, verso la quale io nutro un atteggiamento di grande favore, però vengono dei dubbi. Il dubbio ce l’ho sul Cento congressi, però in parte i dubbi me li ha fugati l’intervento della signora, perché mi pare strano che in una situazione in cui le Università hanno sempre meno soldi, molte aziende chiudono e riducono drasticamente le spese di rappresentanza, insomma, in una situazione economica come quella che c’è, che incide secondo me particolarmente su tutte quelle che possono essere considerate spese accessorie della vita di un’azienda o di una Università, ci sia questa necessità di fare e quindi di riempire poi questi centri congressi, perché facciamo un’operazione che ha un costo, in mattoni o in lire, però ha un costo. Quindi, io ho qualche dubbio sul fatto che poi la cosa, per usare una parola semplice, abbia successo, quindi che l’investimento che l’impresa fa per fare questo centro, e quindi poi la collettività in qualche modo paga, sia giustificato. Io vorrei chiedere se sono state fatte delle valutazioni di questo genere e se poi non c’è questo fiorire di centri congressi che lei dice, ogni due o tre comuni si vede qualcuno … interVento - Sono ricette che ricorrono e va anche tenuto presente poi che non ci sia in certe zone, in certe regioni, un affollamento eccessivo rispetto a quella che poi sarà la domanda, perché non è che poi chi viene a un congresso qui viene più volentieri che andare a un congresso a Loano, per dire, sono posti abbastanza vicini perché si muove in questo genere di cose. È un dubbio. interVento - Due domande ho da fare. Una alla signora dei centri congressi, ha fatto l’esempio di Loano, io volevo sapere una cosa importante, noi, con questo Cento congressi da 600 o 900 posti, forse 900 mi sembra di capire … morisi - Punto di partenza 900 oppure 600. interVento - Che cosa può offrire oggi come alberghi ristoranti eccetera la comunità di Celle? Secondo me se Loano in quelle condizioni, non lo potremo soddisfare forse per un 3%, 5% o dovremmo trasformare di nuovo in alberghi tanti alberghi che sono diventati appartamenti in questi ultimi tempi, per cui, facciamo forse un Cento congressi che serve per Varazze o per Arenzano, guardiamo un po’ della nostra economia locale. morisi - Mi perdoni, io ho anche il compito di dare un po’ delle informazioni … stiamo parlando di un’operazione, qualora andasse a buon fine da un punto di vista politico amministrativo, che richiede degli anni per essere realizzata, quindi, quello che dicevo prima, il Cento congressi ha senso se tutta l’economia locale si mobilità in funzione della sua realizzazione interVento - E in particolare l’economia comunale di Celle. morisi - Sì, locale intendo comunale. È chiaro che qui se il mondo dell’economia locale ritiene questa effettivamente una grande opportunità oppure no, se la ritiene un opportunità, bisogna che ci investa sopra. interVento - Si deve trasformare, mentre in questi ultimi anni andata nel senso completamente opposto morisi - Sa, anche questo è un problema molto italiano, passare dalla cultura della rendita a quella del reddito, è un salto culturale non da poco e dopo decenni di rendita inventarsi una cultura imprenditoriale orientata al reddito non è semplice, ci vuole una spinta è l’ipotesi del Cento congressi è anche in questa chiave.

interVento - L’altra domanda relativa alla viabilità. Secondo me, non facendo nulla per la viabilità, credo che peggiorerà moltissimo la situazione della frazione Natta che è proprio sulla strada di questa zona qui,

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io penso che il Comune dovrà anche insistere sulla possibilità di realizzare una viabilità che sia sostenibile, e anche le aree di parcheggio senza rovinare estremamente il territorio, perché i parcheggi a (termine incomprensibile) significa poi limitare la vegetazione, quindi, un altro punto di domanda è sulla viabilità.

23/5/2011VAlcAdA - Sono Valcada della T-Bridge insieme al mio collega, abbiamo avuto l’incarico di sviluppare un incarico più in generale di quale può essere l’impatto in termini di valore economico e sociale riguardo al nuovo investimento di Punta dell’Olmo, in particolare incentrato sul Cento congressi e sulla residenza turistica alberghiera che ha un impatto minore ma che comunque porta dei benefici, oltre che dei costi, al territorio. Questo studio è stato sviluppato nel corso degli scorsi mesi ed è utile più in generale alla società ma anche in particolare a questo dibattito pubblico. Abbiamo preparato, adesso lo studio e di una settantina di pagine e verrà poi pubblicato al pari degli altri documenti sul sito. Abbiamo fatto a posteriori anche riguardo all’attività di analisi vera e propria questa sintesi un po’ qualitativa di quelli che sono gli aspetti di rischio opportunità derivanti dal Cento congressi, che vi proponiamo perché possono essere da un lato un po’ conclusioni nostre, ma dall’altro possono essere naturalmente un primo elemento offerto al dibattito e anche alla critica di tutti quelli che la vorranno fare. Abbiamo ragionato in termini di quali possono essere vantaggi e svantaggi e d’altra parte i rischi e le opportunità. I termini possono essere quasi equivalenti, quindi uno dice, svantaggi e vantaggi, rischi opportunità è quasi la stessa cosa, in realtà in queste forme di analisi che si utilizzano anche per discutere e per trovare soluzioni ai problemi da risolvere hanno un po’ dure accezioni diverse, da un lato vantaggi e svantaggi riguardano sostanzialmente una situazione di fondo come si realizza nell’immediato, dall’altra invece i rischi e le opportunità riguardano più lo scenario futuro, cioè cose che possono dare adito a ulteriori vantaggi, quindi ulteriori sviluppi, e d’altra parte è rischi da affrontare e in qualche modo da gestire. Allora, li presento molto velocemente. Quelli che sembrano a noi i punti di forza del Cento congressi, che, ripeto, è la componente principale in termini di impatto valutato riguardo all’investimento più complessivo di Punta dell’Olmo, sono il fatto di essere in una posizione, in un contesto e con delle accessibilità che è una posizione ragguardevole sul mercato, se facciamo il confronto, poi abbiamo le tavole, con altre strutture analoghe che ci sono vicine e anche più lontane in tutta la Liguria o nel basso Piemonte, quindi questo è un punto di forza oggettivo. Dall’altra parte c’è l’investitore, che a fronte dei vantaggi economici che ha sull’altra componente dell’investimento, si fa carico direttamente della gestione del centro per i primi cinque anni. Stiamo parlando di uno scenario medio lungo, tra la costruzione e poi la gestione parliamo, mi sembra, da oggi ai prossimi nove anni,dieci anni circa, quindi uno scenario lungo ma in tutto questo periodo e in qualche modo l’investitore si fa garante di un eventuale rischio di gestione che ci può essere di questa struttura, quindi questo è un ulteriore punto di forza. Un altro elemento importante che vogliamo sottolineare è che questo tipo di attrattore di turismo può essere usato in modo sinergico, per usare una parola un po’ abusata forse, in relazione alle altre attrazioni che sono sul territorio, in particolare all’offerta balneare ma anche all’offerta degli impianti sportivi e altre iniziative, il parco naturalistico, che si può vedere in particolare come combinazione tra un tipo di offerta del centro è un tipo di offerta del parco.Punti di debolezza ci sono, perché si tratta di una nuova edificazione, quindi in qualche modo ha un impatto ambientale in termini di edificio che oggi non c’è anche se, poi forse col progetto lo vedete meglio, ci sembra che sia abbastanza mitigato l’impatto da questo punto di vista. Ci sono dei costi di realizzazione elevati, perché certamente un investitore da solo, immagino io, non sono un immobiliarista esperto, non gli verrebbe mai in mente di fare questo tipo di investimento lì se non fosse collegato ad altri investimenti che sono reddituali, come diceva prima il dottor Sacchi, costa molto e ha un rendimento che non è affatto certo né elevato. Dall’altra parte un altro punto di debolezza possibile, anche questo da gestire, è il fatto che questo tipo di gestioni non sono particolarmente profittevoli cioè sono interessanti e utili per il territorio ma di solito gestite in forma pubblico-privata perché normalmente poi per trovare del valore economico in sé stentano ehanno difficoltà, questo è un elemento di debolezza. Dal punto di vista delle opportunità qui abbiamo diverse cose ma direi che la cosa forse principale è che certamente è un attrattore di turismo destagionalizzato, quindi può fare da riempimento di quella che l’offerta turistica tradizionale con tutto quello che ne viene di

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conseguenza in termini di posti alberghieri, di riqualifica dell’offerta alberghiera, di crescita occupazionale, di rilancio economico del territorio. Quindi, in questo senso ci sembra importante, così come è importante il fatto, questo non voglio dire, che l’offerta di questo tipo di servizi in Liguria, in confronto all’offerta nazionale, è relativamente scarsa, siamo di fronte a una potenzialità, a oggi, di oltre il 30% in relazione a quello che c’è oggi. D’altra parte ci sono anche dei rischi, il rischio maggiore qual è, il fatto che, prima si sottolineava bene, parliamo di tra nove o dieci anni, quindi l’incertezza del futuro di tempi così lunghi è ben elevata, e d’altra parte che questo tipo di strutture necessita di un’attenzione da parte del sistema lo chiamerei politico sindacale locale, cioè se alle associazioni non interessa, se alla Camera di commercio non interessa, se agli enti locali, alla Provincia e al Comune non interessa, è probabile che questa cosa possa asciugarsi nel tempo, e quindi poi, visto che non genera un particolare reddito per se stessa, sia abbandonata e vada a morire.

VAlcAdA - Se non possiamo dire in futuro come si evolverà la domanda di questo tipo anche se gli ultimi indicatori sono comunque indicatori mondiali positivi, possiamo dire che se ragioniamo solo in termini di potenziale che ancora si può esprimere in Liguria nei confronti dell’Italia un potenziale maggiore, ora, sembrano numeri piccoli ma dello 0,8% all’1,1% … se noi andassimo all’1,1% aggiungeremmo qua € 100 milioni di valore aggiunto, che non sono effettivamente pochi

VAlcAdA - Con un Cento congressi di 900 posti, siamo di fronte a un’offerta, nell’area del Ponente, che è oggettivamente di ordine inferiore, cioè, da un certo punto di vista forse entreremmo anche parzialmente in competizione con l’offerta attuale nel Ponente, che complessivamente abbiamo visto è molto ridotta nei confronti della Liguria, e d’altra parte è anche relativamente ridotta in termini di ciascun luogo che offre questo tipo di servizi, perché a parte il Loano Village, intorno sempre ai 200 posti, in relazione invece, qua abbiamo scritto 900 ma le ipotesi progettuali sono anche diverse, 600-900 posti.

sAccHi - Solo una precisazione sugli anni, perché T-Bridge ha detto nove anni, ma nove anni si riferisce a quando è stato commissionato il lavoro, infatti dopo avete letto 2017, 2017 sono sei anni da oggi, perché sono già passati due anni da quando lo abbiamo comprato, cioè sono i tempi autorizzativi … poi a costruirlo ci vogliono tre anni, il problema è avere l’autorizzazione a costruirlo.

interVento - La carenza era che non ci confrontiamo con l’esistente e diamo i postiincrementali di Punta dell’Olmo, è stata fatta un’analisi potenziali strutture che potrebbero nascere, ad esempio credo che sarebbe interessante inserire strutture che potrebbero venire fuori, ad esempio quella delle colonie milanesi, che è più piccola, non so se nella realtà del territorio che è stata preso in considerazione ci sono previsioni di sviluppo nel periodo, perché è un dato che credo possa completare un po’ lo scenario. Qui ci confrontiamo a bocce ferme.

VAlcAdA - Direi che questa può essere una parziale carenza, dico parziale nel senso che c’èstato negli ultimi anni, a partire in particolare dalla provincia di Genova, un investimento abbastanza considerevole, parliamo degli ultimi 5-10 anni in questo tipo di strutture, e quindi l’offertasi è abbastanza assestata da questo punto di vista. Ora è chiaro che iniziative potrebbero anche esserci, ad esempio mi sembra che proprio nello scorso incontro si è parlato ad esempio della struttura di Loano, se ho ben inteso c’è stata anche una riqualificazione di questa struttura, non è detto che non potrebbero essercene altre. Da questo punto di vista di progetti strutturati noi non abbiamo notizie, non si può escludere che da qua al 2017 qualcosa venga o qualcuno ci superi in corsa, diciamo così .cerisolA - Io sono Cerisola, Presidente dell’Associazione albergatori qua di Celle, naturalmente favorevole alla costruzione di Cento congressi a Celle ligure .dellA ciAnA - Buonasera a tutti, io sono Gloria Della Ciana e sono la presidente del consorzio Ponente Congressi, io qui voglio soprattutto portare la mia esperienza perché di dati ne abbiamo già, abbiamo visto

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che la T-Bridge ne ha già presentati vari, voglio portare la mia esperienza; in che senso?Come dicevo, sono la direttrice del consorzio Ponente Congressi che promuove questo bellissimo territorio in Italia e all’estero come destinazione per eventi, in generale. quindi cosa vuol dire? Che io da un lato partecipo a fiere del settore, come per esempio la BTC, che è la Borsa del turismo congressuale dove incontro persone che cercano dei luoghi, delle destinazioni, dove andare a organizzare i loro eventi, delle persone che possono essere italiane o straniere.E’ in Italia, da due anni, strano ma vero, ed è ironica la mia affermazione, si tiene a Rimini, prima si teneva a Firenze, poi c’è stata per due anni a Roma, e quest’anno a Rimini, e lo dico ironicamente perché sapete che Rimini e Riccione stanno investendo moltissimo sul turismo congressuale come alternativa al turismo balneare perché il turismo congressuale destagionalizza, una parola che viene molto usata, ma fa in modo che le località a destinazione balneare abbiano dei periodi lunghi dell’anno in cui ci sia un movimento di turisti. Ma andiamo sul concreto. Dicevo, partecipo alle fiere di settore, quindi borsa del turismo congressuale ma non solo, cosa facciamo, organizziamo educational, cioè portiamo dei gruppi di persone che cercano sempre destinazioni dove organizzare i loro eventi, li portiamo qua, a conoscere questo territorio. Sicuramente, ma lo dico veramente super partes e ne sono veramente convinta, un Cento congressi sul territorio potrebbe veramente fare la differenza, perché io mi rendo conto che tutte le persone che incontro amano molto la Liguria, il mare, l’enogastronomia, l’arte quindi i borghi, storici, i colori, il nostro fantastico clima, ma ci sono poche strutture, soprattutto nel Ponente ligure, dove organizzare degli eventi, ma soprattutto degli eventi che abbiano un certo numero di partecipanti. L’unico che fa la differenza da questo punto di vista, perché comunque ha una capacità importante sia come camere che come sale, è Loano 2 Village, che si è ristrutturato negli anni e in effetti Franca Cappelluto ha fatto la differenza per il suo villaggio perché giugno, luglio, agosto, settembre, il villaggio lavora molto ma su ottobre, novembre, dicembre, faccio un esempio ma anche marzo, aprile e maggio, la differenza la fanno i congressi, poi, i congressi, parliamo di eventi, perché normalmente il congresso è congresso scientifico, politico, ma eventi vuol dire tante cose. Quello che posso dire è che sia le persone che vengono qua, che conoscono il territorio, ma anche le persone che incontro nelle fiere alla fine, se hanno un evento piccolo da organizzare, vengono, masse hanno un evento più grande, vanno altrove, ma non a caso, in Italia le principali città e le principali regioni stanno cercando di investire o stanno comunque investendo molto nel congressuale. Io certe volte mi chiedo: ma perché io, mister X, devo andare organizzare un evento a Rimini, a Riccione? Perché non in Liguria? Scusate, abbiamo molte più potenzialità e molte più bellezze di Rimini o Riccione. Perché? Perché qua abbiamo comunque pochi spazi congressuali. Se vogliamo organizzare evento da 300 posti, sì, c’è il Loano 2, ci sono i chiostri di Santa Caterina, adesso abbiamo fortunatamente anche il (termine incomprensibile) … ricordatevi una cosa, il turista congressuale spende quattro volte di più … Il mercato del turismo congressuale è un mercato in crescita, e parlerei più del turismo … Sì, perché attenzione, noi parliamo di turismo congressuale o comunque di eventi, gli eventi sono lo strumento di comunicazione e formazione che per l’azienda in generale ha più impatto, quindi forse c’è una crisi nella comunicazione intesa come comunicazione cartacea, c’è crisi più in altri settori della comunicazione, ma il settore degli eventi è un settore in crescita perché comunque le persone hanno bisogno, come stiamo facendo noi adesso, di guardarsi negli occhi, di comunicare, di confrontarsi, e per l’azienda, o comunque per qualsiasi organizzazione, fa la differenza. Non so se voi siete d’accordo.Il congressuale negli ultimi anni ha assunto un ruolo di sempre maggior rilievo, con una quota di mercato pari al 26% del fatturato complessivo del comparto per un valore totale di circa € 23 miliardi, ed è un settore, come dicevo, in costante crescita. Attenzione,se qui si decidesse di costruire, faccio un esempio, un Cento congressi di 2000 posti, direi di no, quello va bene per Rimini, o comunque persone che hanno un’urbanistica differente dalla nostra. Secondo me un centro congressuale di 800-900 posti si confà perfettamente a quelle che sono le esigenze delle persone che io comunque incontro, ahimè, ormai da anni in Italia e all’estero. interVento - L’offerta alberghiera dell’area, rispetto alla potenzialità del Cento congressi, è coerente o no? Anche come livello di accoglienza sAccHi - No,. Al Cento congressi è collegata una struttura alberghiera che certamente è insufficiente alle capacità del Cento congressi, è chiaro che si è immaginato, anche perché sennò non ci sarebbe l’interesse

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del paese, che le strutture alberghiere esistenti vadano a migliorarsi per poter usufruire del Cento congressi. È chiaro che se noi oggi consideriamo un due stelle, il cliente del Cento congressi non va a un due stelle. morisi - Questa struttura alberghiera quanti posti letto può offrire? sAccHi - Siamo intorno alle quaranta camere, ottanta posti letto. scriVAno - È evidente che un Cento congressi così, con dentro un albergo, da solo non esaurisce l’offerta di posti, ma il concetto è questo: un Cento congressi di questo tipo può far volano per tutta l’offerta alberghiera che esiste intorno. Scusate, ma voi pensate che a Rimini, io sono stato ad un incontro un mese fa, 14.000 presenze, a Rimini. 14.000 partecipanti … mica ne hanno goduto solamente quelli che erano intorno alla fiera di Rimini, ne hanno goduto tutti gli alberghi che vanno da Bellariva fino al confine sud di Rimini, con navette, con transfert, con i bus … questa è la scommessa vera, per quella che è la ricettività alberghiera, ma non solamente di Celle, poi è chiaro che esonda anche su Varazze, è tutto un sistema di attrattiva. E attenzione, perché noi siamo portati a dire, ma poi gli alberghi hanno la qualità per poter affrontare un turismo congressuale? Direi che alla fine la qualità se la danno loro stessi, gli alberghi, perché per cercare di essere attrattivi rispetto a un momento non stagionale, non di piena balneazione, sono loro stessi che per primi cercano di dare quei servizi, di dare quella qualità, per rispondere ancora meglio a quelli che sono i canoni. Quindi, un sistema di questo genere è di volano, assolutamente e parlando con gli associati miei di Celle, ma sicuramente anche quelli di Varazze, che penso abbiano lo stesso giudizio su quest’opera, è evidente che in un momento di difficoltà, quando in questo momento il turismo invernale lo abbiamo perso in maniera totale per x mille motivi, un’offerta di questo genere sicuramente può fare bene per questo territorio e gli albergatori sono i primi a scommettere e a crederci in un volano di questo tipo. Tenete conto di questo, non sempre dobbiamo inventarci le cose, a volte basta cercare di copiare quello che fanno meglio gli altri, e dico, Ferrini, se Firenze, se Roma, se città di questo genere puntano su questo, io penso che dovrebbe farlo anche Celle e vi assicuro per esperienza che gli hotel di Rimini, e lo dico con coscienza, perché sono direttore di 350 strutture alberghiere, nulla hanno da invidiare, soprattutto sui due o tre stelle, a quella che la nostra offerta ricettiva. Oggi questo ha una valenza strepitosa in un momento di grande difficoltà per il turismo, che non è solamente quello estivo ma pensiamo che debba essere di altra stagione, perché questo problema diventa anche sociale, perché se poi alla fine un albergatore deve licenziare i suoi lavoratori d’inverno, perde la città, perché magari il lavoratore deve spostarsi da un’altra parte, ma perde anche la professionalità, perché se un albergatore ha del personale che sta con lui dieci mesi l’anno, chiaramente in termini di qualità, in termini di formazione, in termini di quella che è la simbiosi tra datore di lavoro e lavoratore, sicuramente la nostra offerta può meglio essere corrispondenti a quelli che sono il canone dei nostri tempi.

sindAco - Se io devo dire una cosa sul Cento congressi, ne dico due. La prima, che ho già detta anche alla società, che è assolutamente impensabile che loro pensino, perché nel retro pensiero ce l’hanno perché fanno gli imprenditori, che lo fanno per ultimo. Questa è una struttura che se si fa deve essere fatta contemporaneamente a tutto il resto, tanto per essere chiari … allora, se le cose si fanno, si fanno insieme. La seconda, che non è tanto irrilevante, perché probabilmente il Cento congressi, visto anche che io ho partecipato a un incontro all’interno delle colonie con il Soprintendente ai monumenti, non si farà dove abbiamo detto, perché il Soprintendente non è d’accordo, non è d’accordo perché dice che quella è una zona dove ci sono degli alberi di pregio che non va comunque toccata. A questo punto nessuno di voi si è mai domandato che cos’è questa cosa qua? Benissimo, probabilmente di tutti questi fabbricati la più brutta è questa, è una cosa comunale, non per colpa di nessuno, è nata così, ha una sua funzionalità, ed è il Palazzetto dello sport, che prima era coperto da alberi quando non c’era la malattia. Allora, un’idea affascinante è di capire una posizione nuova del Cento congressi che vada anche a migliorare questa brutta struttura che c’è in quella zona, perché noi dobbiamo anche pensare un po’ più allargato, noi non possiamo pensare di riqualificare la zona, ci faremo quello che ci faremo, e non pensare che ci sia anche da mettere mano su una struttura che probabilmente poteva essere costruita anche in modo diverso, abbiamo forse l’occasione, dentro un ragionamento, di fare un doppio ragionamento, posizionare il Cento congressi in una zona meno di pregio, e nello stesso tempo migliorare quella struttura in modo che può essere anche

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radicale e questa è un’idea che io condividevo con il Soprintendente, c’era anche l’Assessore, in questi passaggi, perché è un’idea affascinante dal punto di vista della posizione del Cento congressi .bruZZone - Sono Bruzzone e sono il Presidente dell’Associazione albergatori di Varazze, sono venuto stasera un po’ per superare il muro di Berlino, esatto, perché il ampanilismo alcuni dicono che è un po’ una nostra forza, ma invece secondo me è una nostra grandissima debolezza. Sono venuto stasera per portare il pensiero di quelli che sono gli albergatori e i commercianti di Varazze che guardano con molto interesse questo progetto, c’è molto interesse, c’è molta curiosità, c’è molta aspettativa. Il discorso della destagionalizzazione del nostro lavoro è molto importante, io non so che cosa ne pensano i cellesi, ma per quel che riguarda Varazze io credo che l’economia turistica ormai sia l’unica economia che possa dare un futuro alle nuove generazioni che arriveranno. La crisi dei cantieri Baglietto, la crisi della cartiera che abbiamo a Varazze e che tutti i giorni sono sui giornali, su cui c’è molto interesse, parlano comunque di qualche centinaio di posti di lavoro, io voglio sempre ricordare che sul discorso turistico i posti di lavoro solo qui a Varazze sono veramente migliaia tra commercio, ristoratori e alberghi e c’è molta preoccupazione e molto interesse perché questo turismo venga rilanciato, per rilanciarlo l’importante è riuscire a lavorare anche nei mesi invernali perché non possiamo pensare di sopravvivere con tre mesi all’anno in stagione estiva. Il discorso del turismo congressuale è una carta importantissima per riuscire a lavorare in questi mesi.Possiamo lavorare benissimo con Celle per questo lavoro.

pietrini (ristoratore) - Io sono pronto a scommettere qualsiasi cifra che qualora arrivassero 500, 600, io sono d’accordo con la dottoressa quando prima diceva che un centro sproporzionato non avrebbe motivo di essere, ma noi siamo a un’ora e un quarto da Milano e a un’ora e mezzo da Torino, ma secondo voi, ma quanto tempo ci mettono gli imprenditori locali a calibrarsi su quel tipo di domanda? Ma secondo voi gli albergatori sono persone che hanno avuto gli alberghi, che hanno iniziato a lavorare, che hanno fatto imprenditoria così per caso? O sono persone che hanno saputo cogliere le occasioni? Può esserci la famiglia che ha ereditato e che magari adesso svolge in maniera non decorosa questa attività, ma ci sono tanti strani operatori che qualora ci fosse questa opportunità saprebbero calibrarsi e saprebbero offrire nuovi posti di lavoro, e qui dico anche sì, magari cameriere, perbacco, cameriere, direttori di sala, addetti alla reception, ma quante figure professionali…interVento - Io avevo sollevato la riunione procedente qualche dubbio sulla fattibilità e sul dimensionamento di questo Cento congressi, però c’è stata una raffica di risposte che dicono, no, il mercato dei congressi è in aumento e quindi c’è posto non diciamo per tutti, ma per molti. Dall’altra parte questa sera è venuto fuori della Liguria è carente da questo punto di vista rispetto ad altre regioni d’Italia. A questo punto mi chiedo perché la Liguria è carente, probabilmente la Liguria è carente non per qualche ragione strana ma perché il rapporto fra un eventuale Cento congressi e il territorio è meno positivo, allo stato attuale delle cose, di quanto lo è in altre regioni, perché il Cento congressi, come si è detto anche questa sera, deve far lievitare tutta una serie di settori, perché se uno fa il ragionamento di com’è l’offerta alberghiera turistica in generale, non solo alberghiera, a Celle a oggi, questi 600-900 congressisti che arrivano, dove li mettiamo a dormire, dove li mandiamo a mangiare? In posti che siano di qualità, pari alle aspettative di eventuali congressisti. Però io direi che il discorso a questo punto bisogna farlo in positivo, non solo di dire che non saremo capaci di accogliere tutta questa gente, però io credo che dal punto di vista delle analisi che si fanno, oltre quelle quantitative sulle prospettive di mercato di questa cosa, andrebbe fatta un’ipotesi di lavoro per dire, se Celle non vuole perdere questa opportunità, cosa deve fare? Quanti posti letto e di che qualità deve garantire a questi congressisti? Perché sennò è inutile dire che gli albergatori poi partiranno, gli albergatori partiranno se ne hanno la convenienza, perché gli albergatori siano in grado di usufruire positivamente di questa ipotesi progettuale bisogna che inizino a lavorare da oggi, cioè, contemporaneamente allo sviluppo del progetto. Quindi, anche dal punto di vista dell’offerta turistica in senso lato, balneazione eccetera, saremo in grado di rispondere noi ma anche i comuni vicini a questa eventualità positiva che ci vengano 900.… torigliA - Io mi chiamo Piergiorgio Toriglio, sono un cellese non di nascita ma di adozione.Io vorrei fare una considerazione, visto che questo Cento congressi secondo i proponenti è una palla al

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piede perché gli costa, parlano di nove anni di realizzazione, che mi sembra esagerato, e sono d’accordo con il Sindaco quando dice: “No, facciamolo fare prima”, però, ho visto, lo avevamo già detto l’altra volta, che Celle potrà sopperire oggi per il 10% dei congressisti, forse la maggior parte di fetta la prenderà Varazze, ma forse anche Cogoleto, Arenzano, Albissola, Savona, perché non creare una specie di squadra che possa finanziare questa realizzazione, visto che poi la ricaduta è su tanti, i Comuni, le associazioni albergatori,l’ente turismo … perché non fare una squadra e realizzare questa cosa qui, magari sollevando finanziariamente i signori della Punta dell’Olmo, che possono provvedere ad altri vantaggi per la nostra comunità? Questa è una prima cosa, la seconda cosa l’avevo cominciata già l’altra volta ma la ripeto. Non so se sia questa la sede, ma io parlerei ancora di viabilità, perché qui bisogna proprio fare un salto di qualità, noi abbiamo una viabilità in quella zona lì che è estremamente critica e anche per evitare che gli attuali abitanti ne soffrono vorrei che sia loro, Punta dell’Olmo, che le ex colonie milanesi, vedessero un sistema proprio nuovo , quello di concentrare tutti i parcheggi in due aree, una voi lì in fondo a Rio Termine sperando che l’ANAS o chi per essa, la Provincia, non so se sarà l’ANAS o la Provincia vi conceda l’accesso, perché quando è stato chiesto in cala (termine incomprensibile) non è stato concesso in una curva più ampia di quella lì, e poi poter sfruttare il raccordo autostradale al di sopra del bar esistente, creando magari dei grossi parcheggi anche molti piani più bassi, e poi creare dei mover tipo, non voglio arrivare al tronchetto di Venezia che collega il piazzale Roma, che è molto bello e molto efficiente, ma qualcosa di meno impattante, sfruttare, per esempio, voi che avete comprato le gallerie, degli ascensori verticali o degli ascensori inclinatitipo quello dello studio piano di Voltri le che è molto bello e poco impattante, cioè creare una viabilità per raggiungere questi posti sia per le colonie milanesi che delle bergamasche in maniera da non incidere sulla viabilità interna. sAccHi - Allora, da un punto di vista della gestione, non ci siamo un poco mossi perchéovviamente prima di fare un passo del genere nel vuoto abbiamo preso una serie di contatti. La Provincia, ad esempio è disposta a fare una convenzione per la gestione ed entrare nella società di gestione, abbiamo avuto dei contatti con l’associazione albergatori e con la camera di commercio che ha dato la sua disponibilità, poi, ovviamente, io spero che anche i Comuni di Celle e Varazze possano entrare in questa società di gestione. Sicuramente la Provincia è quella che ha fatto i passi più avanti, ci ha anche già proposto una specie di convenzione, che ovviamente noi oggi non possiamo fermare perché non sappiamo neanche se lo faremo il Cento congressi, loro sarebbero anche addirittura disponibili ad acquisire l’immobile, gratuitamente, ovviamente, però in questo caso tutta la gestione dell’immobile andrebbe a carico della Provincia. Per quanto riguarda la viabilità, invece, l’ingegnere, ho capito bene, diceva alcune cose interessanti che noi abbiamo già pensato o studiato, comunque ci sono degli embrioni di idea. Tutto il complesso ha diversi accessi, perché a questo accesso dall’Aurelia ma c’è un altro accesso dall’Aurelia qui, qui abbiamo pensato di fare dei posteggi però non possiamo fare più di tanto perché è area esondabile, e quindi al massimo dei posteggi a raso. Abbiamo pensato a un’accessibilità privata anche attraverso questa galleria, mentre questa non ne abbiamo mai parlato ma dovrà essere di collegamento alla passeggiata che già esiste, perché sennò la nostra prima ipotesi era proprio quella di fare qua la galleria, ampliarla facendo dei grossi posteggi interrati e collegandoli con ascensori, ma la priorità di dare un collegamento pedonale alla passeggiata e al parco ci hanno fatto abbandonare questa idea … c’è un ponticello che è privato, la nostra galleria arriva fino a qui …questa qua è del Comune, è già del Comune, l’ha acquisita il Comune, c’è un ponticello, noi siamo in contatto con la proprietà del ponticello, che è un commercialista di Cuneo e stiamo trattando su questa questione però rimane solo questo ponticello qui, è uno che si è comprato il ponticello a un’asta delle Ferrovie, che ci possiamo fare noi?

15/6/2011interVento - Mi fa piacere che finalmente stasera si è parlato di lavoro, io capisco benissimo che la società Punta dell’Olmo, che non sono dei pivelli, se hanno presentato un progetto dove c’è dell’alberghiero, e, attenzione, il Piano regolatore è stato estremamente preciso, ha individuato nell’attività turistica l’azienda più importante, vuol dire che hanno trovato degli investitori. Ora, già anche l’altra volta avevo fatto un intervento in cui avevo detto che era importante trovare un motore, un motore all’attività, perché oggi, siamo

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onesti, l’attività turistica langue, non possiamo dire che faccia dei più, fa dei meno, come da tante altre parti, ma fa dei sani meno, per cui significa che qualcosa bisogna cambiare, che tutto quello che abbiamo fatto fino a adesso come scelte turistiche sono state per lo meno carenti, o perlomeno non sono state aderenti a quella che era la domanda attuale. Finalmente si parla di lavoro, finalmente si parla di investitori che decidono di rischiare. È chiaro che la società Punta dell’Olmo di fronte a un investimento dubbio, con grandi punti interrogativi, e oneroso, come quello del Cento congressi, dica che tra i due preferisce l’albergo, sa già a chi venderlo, se lo compra un albergatore lo riempie. Per cui l’imprenditore sa che il break event, il momento in cui comincerà a guadagnare dovrà essere il più vicino possibile, per cui il Cento congressi mi sembra, sia nelle esposizioni della società Punta dell’Olmo, sia in tutto quello che si è discusso stasera, qualcosa di difficile previsione.Certo che è difficile anche prevedere un albergo, se andrà bene o andrà male, però, a dimensioni molto più ridotte, pur essendo l’intera zona con un numero di posti importanti, però ha un frazionamento importante. A me non è piaciuto tantissimo quel calcolo dei posti di lavoro, che da una parte prevede un indotto e dall’altra non lo prevede, o lo si prevede l’indotto da tutte due le parti, o lo si prevede, per cui, fare dei calcoli che qui andranno ad approvvigionarsi a Celle gli alberghi, diciamo che è veramente fantasioso, o che per forza lanceranno un volano. Sicuramente è una grande opportunità, è la prima volta che parliamo di investitori che investono sul nostro territorio. Stasera la Punta dell’Olmo ha usato un pochino la punta del parco per cercare di dire, ragazzi, il parco ce lo godiamo noi. Sappiamo benissimo che la Punta dell’Olmo deve andare d’accordo con Celle, perché da Celle riceve e Celle le dà, per cui io saluto sinceramente, personalmente come cellese una soluzione che veda l’investimento , finalmente parliamo di lavoro.

15/6/2011interVento - Due o tre considerazioni, ma brevi. La prima è questa, lei, professor Morisi, in inizio ci ha spiegato, con dovizia di particolari, le previsioni del PUC, e ha anche osservato come questo PUC vada nei dettagli, lo ha sottolineato, è una prerogativa della normativa ligure. Il PUC, per le aree turistiche, non prevede inserimenti residenziali, nessuno, consente solo la permanenza dell’esistente nel T4, T5 e T6, ma in nessuna delle sette zone T prevede l’inserimento residenziale, cioè non lo ritiene favorevole né al turismo né alla conservazione dell’ambiente, che soprattutto per la zona T1, dice di grande valore paesistico. Ma il PUC dice invece che per il bene del turismo, che è la fonte principale di reddito del Comune, lì ci dovrebbero essere, e lei ha elencato che cosa. Adesso lei ha chiesto a Punta dell’Olmo: ma, nella prima ipotesi, se togliessimo il Cento congressi? Se togliamo il Cento congressi, cosa rimane del PUC? Non lo variamo, lo bruciamo. Stiamo dicendo che chi l’ha fatto ha scherzato, oppure diciamo a chi lo ha fatto, guarda, non ti crediamo granché, quello che hai scritto, che hai fatto vedere come necessario, noi ti diciamo non è vero, lasciamo perdere. Rimane tutto residenziale, quello che non ci dovrebbe essere? Non la proporrei nemmeno una cosa del genere, è un’offesa a chi ha fatto il Piano regolatore. Seconda cosa, visto che chi mi ha preceduto ha parlato approfonditamente anche del Cento congressi, io direi che qui è bene correggere una mistificazione, si è cominciato con il dire che il Cento congressi destagionalizzerà il turismo, il Cento congressi avrà una ricaduta sul territorio notevole, anche in posti di lavoro. Lei ha detto, ci rincontreremo e chiederemo maggiori precisazioni sul Cento congressi. Allora io la prego di chiedere innanzitutto quanti sono gli eventi che hanno i centri congressi maggiori interVento - Qualcosa posso già dirle io. Rimini, che è il Cento congressi che va per la maggiore, dal 1º di marzo fino al mese di ottobre fa eventi per quattordici pernottamenti, il centro di Cernobbio nei mesi di settembre e ottobre fa eventi per sette pernottamenti. Agli albergatori di Celle chieda un po’ chi di loro si impegna a tenere l’albergo aperto a marzo, aprile e maggio, settembre e ottobre per avere quattordici notti l’albergo colmo. Ovviamente lo dovrebbe tenere aperto con a disposizione personale altamente qualificato. Mi scusi, non si può andare avanti se non si precisano queste cose, perché se no è una presa in giro.

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Sui modelli alternativi di turismo e relative linee progettuali

23/5/2011AltAmurA - Ho cercato di darmi in serata una catena logica rispetto alle cose … faccio un po’ fatica, vediamo se riesco a esprimere la catena logica. Allora, perché parliamo di questo Cento congressi? Parliamo del Cento congressi perché è quello che i proponenti danno in cambio come interesse pubblico per poter modificare una norma, quindi è il corrispettivo, no? Non gli viene la norma, per ora, non gli consente di farlo, è una trattativa. Se cambiamo la norma , posto che non mi viene quello che voglio fare, cioè tanto residenziale, io in cambio vi do il Cento congressi. Quindi, il primo passaggio logico è un commercio cioè, per ora è una trattativa. È perché un Cento congressi? Un Cento congressi perché è interesse pubblico, quindi, ti do una cosa però interessa a tutti voi. Oggi scopriamo che interessa tutti voi non solo cellesi, tanti, perché forse possa funzionare bisogna fare sistema, quindi, quello che noi cellesi diamo, in realtà, perché citorni deve fare sistema con un sacco di altre persone. È vero, non dobbiamo essere campanilisti, salvo che noi diamo, poi, per riavere quello che diamo, dobbiamo fare sistema. E perché il Cento congressi? Perché il Cento congressi rappresenta richiamo al turismo che c’è stato spiegato essere l’unica oggi impresa che funziona. Io ho grande rispetto, e lo dico davvero senza retorica, degli albergatori, sono dei lavoratori, è gente che rischia e fa il suo, quindi ha tutto il diritto in questo dibattito pubblico, nei forum, di far sentire la loro voce e io chiedo al garante e a tutti noi di rispettare la loro posizione. Chiedo però anche di fare questa valutazione, il turismo che loro propongono è veramente quell’impresa che vogliamo per questo territorio? È Rimini che io voglio come modello di sviluppo? Capisco che possa dare camerieri, ma non solo camerieri, io ho letto nel forum, anche gente che va all’Accademia del gusto, cioè non c’è soltanto il cameriere o il portiere, c’è certamente una grande professionalità, ma è quel turismo che vogliamo? Voglio Rimini per Celle ligure? È il mio posto, questo, questo dibattito pubblico lo rivendico, è mio ed è il mio territorio, voglio che questo mio territorio sia quel turismo lì? Ma perché non ho anche il modello di sviluppo, per esempio della campagna toscana, per esempio delle Marche o degli Abruzzi, per esempio della Provenza? Perché devo pensare a quel turismo lì? Solo quel turismo lì fa quell’impresa? Ecco, io vorrei che in questo dibattito non fosse dato per scontato che ci sia solo quel turismo come elemento, il turismo congressuale, ma pensate il carico, la viabilità … c’è un’altra forma di turismo? Ora non voglio aprire il tema del turismo sostenibile, però francamente cerchiamo non solo un modello di sviluppo, ma se turismo deve essere, e posso condividere che deve essere, quale turismo per questo territorio?

interVento - Io apprendo con piacere che il nostro Sindaco ha recepito il messaggio che avevo espresso sul forum circa il conglobare il Cento congressi nell’attuale Palazzetto dello sport, che come tutti i cellesi possono vedere, è una struttura veramente che non è degna del territorio circostante. Mi sembra che l’occasione per questa operazione sia da sfruttare anche in un’ottica di riqualificazione di tutta l’area sportiva, perché a quel punto lì dovremmo avere una pista rimessa all’onore del mondo, perché, il Sindaco ne è sicuramente al corrente, il turismo sportivo potrebbe essere una componente importante, specialmente rivolto nei paesi del nord Europa, che nel periodo invernale primaverile compiacere verrebbero a fare degli stage a Celle, e già cominciano a venire ma potrebbero farlo in numero molto più qualificato. Quindi, mi sembra veramente un andare nella direzione giusta, cioè, se effettivamente non vogliamo orientarci a fare un Cento congressi perché il futuro di Celle lo vediamo nel turismo congressuale, quanto meno facciamolo salvaguardando il territorio e quindi utilizzando un’area ormai compromessa cercando di risistemare tutta la zona. morisi - Cioè, vorrei capire bene, nuovi alloggi sono un modello di sviluppo vecchio? interVento - Una prosecuzione di quello che abbiamo fatto fino a oggi. Mentre invece, oggi dovremmo capire se vogliamo fare lo stesso che abbiamo fatto fino a oggi o fare qualcosa di diverso. Non c’è niente di male a fare 250 alloggi, anche 300, però dobbiamo essere sicuri che sia quella la strada che vada bene, cioè, quello che abbiamo fatto fino a oggi va bene o dobbiamo fare qualcosa di diverso? Prima domanda. Seconda domanda, se vogliamo fare qualche cosa di diverso, mi riallaccio sempre quello che ha detto Marco, dobbiamo fare sistema, e allora dobbiamo fare anche un pensiero di quello che oggi potrebbe

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offrire il nostro territorio in termini di forze imprenditoriali e trasformare, giustamente, quello che diceva lei, quello che è un capitale oggi fermo sulla rendita, a trasformarlo in un capitale di rischio. A questo punto si aprono dei nuovi scenari, adesso non voglio entrare nei dettagli, però ci sarebbe lo spazio probabilmente in quella zona per poter aprire agli attuali imprenditori del settore turistico una possibilità di investimento per cui una possibilità di sviluppo. A quel punto lì possiamo decidere se lo sviluppo può essere verso un Cento congressi oppure può essere sfruttare tutto l’investimento che si è fatto a oggi in quella area che è un’area a vocazione sportiva, netta, c’è un campo, c’è una palestra ci sono degli spazi ancora che possono essere utilizzati per questo. Però, la domanda di fondo è: che tipo di sviluppo?

AltAmurA - Raramente do ragione al Sindaco, questa volta lo voglio fare. Ha ragione sul tema del comparto, aggiungo questo, se c’è un tema di sviluppo, io peroro quel tipo di sviluppo che ho detto, cioè turismo sì ma un turismo sostenibile, poi si può entrare nel dettaglio, lo penserei non soltanto per quell’area, ha ragione il Sindaco quando dice che è assurdo parlare di interventi puntuali, perché effettivamente la critica che io personalmente ho svolto sulle milanesi e che ancora svolgo, è che l’errore è questo, oggi il Sindaco dice che è sbagliato fare interventi puntuali, salvo che la sua Amministrazione per esempio sulle milanesi sta facendo così … aspetti … però lei prima ha detto che giustamente non si può lavorare su comparti, e lei per esempio, e tutti noi dovremmo ricordarci che il Cottolengo ma pensate che ancora per molti anni fa il mestiere che fa adesso? Oppure tutta questa zona, che è bellissima, milanesi, Cottolengo e bergamasche,sono il motore per i prossimi anni cellesi, qualsiasi cosa si deve fare si deve pensare non in termini di quelle tre cose settorialmente perché le prossime Amministrazioni … ma voi sapete quanta gente c’è dentro il Cottolengo? E se le case vanno a € 7000, € 8000, € 10.000 al metro quadro, pensate che abbia senso ancora che per quella realtà lì facciano quel mestiere? O tra qualche anno qualcuno vorrà dire, quei poveri disgraziati li mettiamo in aree che vanno a € 1000 al metro quadro e lì ci faremo altre case, ci troveremo ad affrontare un altro tema quando oggi potremmo affrontarlo unitariamente.

interVento - Io volevo fare una proposta, riallacciandomi al discorso che si faceva prima rispetto al nuovo modello di sviluppo per cui a una iniziativa che si può pensare eventualmente da mettere al posto del Cento congressi, si potrebbe sviluppare il discorso sulle Terme marine, valutando l’opportunità di poterle fare, perché questo è un discorso ovviamente in questo momento buttato lì, ma tenendo conto che comunque, come diceva giustamente lei, Chianciano Terme non sanno dove attaccarsi, sono una città termale che però non offre altro, noi invece potremmo recuperare stagionalità … morisi - È stata la legge che ha tolto le prestazioni termali dalla semi gratuità del Sistema previdenziale sanitario. interVento - Sì, però è una di quelle città che non hanno altre cose da offrire, qui possiamo offrire veramente un ampio ventaglio di cose. Poi, teniamo conto che a livello nazionale è vero che non esiste molto da questo punto di vista, ma in tutto il Mediterraneo basta mettere piede in Francia e ci accorgiamo che le terme di Montecarlo piuttosto che … ce ne sono un sacco, e comunque avremo la possibilità di appoggiarci all’università di Milano, al professor (termine incomprensibile), allo spin-off, a studiare qualcosa che renda comunque nello stesso tempo, destagionalizzi lo stesso, perché chiaramente avremmo delle terme marine anche dal punto di vista sanitario, non solo come centro benessere, anche come centro benessere, perché sappiamo che sono cambiate le esigenze, ma tra benessere, qualità della vita e centro sanitario potrebbero avere sicuramente un grosso appeal. Questo naturalmente non penalizza assolutamente né i ristoratori negli alberghi che potrebbero convenzionarsi, ovviamente con una struttura pubblico-privata gestita dal privato.morisi - Però volevo capire una cosa, a suo giudizio, adesso questa è una domanda più da tavolo tematico che da dibattito pubblico, questo che vantaggi comporta rispetto alla soluzione Cento congressi? È meno impattante? interVento - Perché io non credo al Cento congressi. morisi - Ah, non mi ha dato la premessa …

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interVento - Esatto, non credo perché intanto non c’è uno studio, lo studio che abbiamo fatto riguarda lo sviluppo dei congressi in Italia, io vorrei sapere la capacità di impatto, ci vorrebbe uno studio … Quindi vuol dire la capacità alberghiera, quello che ha detto lei, poi c’era una terza cosa che non mi ricordo, ma diciamo che ovviamente bisogna capire se poi saremo in grado di creare … bravo, una cattedrale nel deserto, perché poi fra dieci anni ci potremo vedere costretti a dire: “abbiamo un volume, lo vogliamo lasciare così? Trasformiamolo in appartamenti”. La terza questione era quella relativa al Cento congressi, che mi piacerebbe di più sulla proposta fosse non solo bagnata dalla Provincia che vuole aderire piuttosto che … ma da un ente, se l’ente Fiera Milano partecipasse alla gestione, e lo facesse veramente, allora la proposta potrebbe avere una appeal superiore, ma se si tiene fuori e dice che ci penseremo … sAccHi - Ci siamo incontrati con l’ente Fiera, siamo stati a Milano, abbiamo incontrato i loro tecnici, effettivamente sarebbero interessati a collegarsi con questo Cento congressi per alcune fiere, ovviamente non si riesce a firmare degli accordi fino a che non si ha una autorizzazione edificatoria, però le disponibilità ci sono state.

Altre idee: terme marine

15/6/2011interVento - Siamo partiti, secondo me, con un’iniziativa molto avanti nel proporre una soluzione in cui io personalmente non credo, ma io non sono nessuno per poter dire se questa cosa avrà valore o non avrà valore, però mi sembra di capire che nessuno qui si è alzato e ha detto: “Funzionerà per questo, questo e questo”. Allora io dico, commissioni amo uno studio ben fatto, da parte di chi è in grado di poterlo fare , che possa proporre delle soluzioni, io personalmente sono anni che ritengo, ma, anche qua, non ho nessuna conoscenza specifica per poterlo dire, l’ho detto anche l’altra volta, io credo ha delle terme marine, il concetto di benessere legato naturalmente al recupero, avevamo detto anche psicofisico, eccetera, che sarà una delle cose che si svilupperà molto nei prossimi dieci o venti anni, però è solamente una mia opinione. Quello che io dico, perché giocare questa partita senza andare a fare un’analisi di fondo? Qui stiamo parlando di € 15 milioni di investimento su una cattedrale nel deserto, che se non avrà, come io penso, nei soci gestori, l’ente Fiera di Milano, ma non con una convenzione, ma che se la piglia lei, probabilmente non riusciremo a coprire i costi. Però, ripeto, questa è una mia opinione. Diciamo che dall’altra parte quello che è necessario è quello che dicevo prima, la possibilità di farlo in modo professionale, cioè di andare a valutare veramente alternative.

Sull’impatto occupazionale delle diverse ipotesi

15/6/2011interVento - Esatto, cioè, se ho sentito bene, il dottor Sacchi diceva che i posti di lavoro prodotti dall’ipotesi zero sono equivalenti a quelli degli altri, o forse non ho capito bene? sAccHi - Non c’è tanta differenza tra l’ipotesi zero e l’ipotesi viola. interVento - Ecco, questo mi stupisce perché sappiamo che nel programma Milanesi ci sono più di novantacinque posti per la gestione di un albergo, qui ci sono due alberghi grossi, mi sembra, anche se non si è parlato …. sAccHi - In realtà ce n’è uno solo di alberghi .interVento - Come uno solo? sAccHi - l’altro non è un albergo interVento - E l’albergo a tema cos’è? sAccHi - L’albergo a tema è più un parco di divertimenti. interVento - Va bene ma per gestire questo parco di divertimenti ci vorrà della gente …

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morisi - L’albergo a tema parte da un’ipotesi, che ognuno si diverta per conto suo … interVento - Questo lo abbiamo capito, ma fra la casa albergo per anziani, un hotel che se ho capito bene è di notevoli dimensioni, un ristorante sulla spiaggia con spiaggia annessa, secondo me è impensabile che abbia lo stesso carico di …Perché, voglio dire, è chiaro che a parità di forza lavoro occupata viene un po’ sminuita questa ipotesi rispetto all’altra, però voglio dire …

15/6/2011interVento - Io vorrei fare una considerazione, e mi vorrei riallacciare alla soddisfazione espressa da qualcuno sul fatto che finalmente si parla di qualche investimento su Celle. Il piano che vedo stasera, il PUC non mi dispiace così tanto, mi sembra che poter avere un’offerta turistica migliorata, che poi possa essere hotel cinque stelle, possa essere il centro per anziani, però arricchisce a livello qualitativo l’offerta del paese, a fronte invece di un’altra ipotesi in cui, ipoteticamente, se Celle si adegua, si potrebbe avere un turismo congressuale che funziona, ipoteticamente, se il turismo congressuale funziona, si potrebbe avere un maggior numero di posti di lavoro per il paese. Quindi, di fondo, anche da un punto di vista mio personale mi piacerebbe sapere quei posti di lavoro quantificati in quarantasette, ora non ricordo, vedere poi nel dettaglio se sono quarantasette posti certi a fronte di settantacinque che non si sa, e capire che questo indotto lavorativo questa forza lavoro in più queste possibilità occupazionali fanno da contraltare a quella che tanti dicono essere l’interesse comune, cioè l’edilizia sociale, l’edilizia convenzionata, va benissimo, ma è un’edilizia che può soddisfare un certo numero di famiglie a fronte di un’offerta libera che è il maggior lavoro per tutti, una maggior offerta di lavoro per più persone. sAccHi - Per quanto riguarda i posti di lavoro, c’è anche una questione, nel tutto alberghiero, di una ricollocazione del turista rispetto alla ricollocazione del turista già in Celle, cioè, cui è stata calcolata tra il 30 e il 35% di ricollocazione di turisti attuali, per quello anche il numero dei lavoratori ricollocati non viene considerato, nelle strutture alberghiere che probabilmente non reggono più nel tempo, e quindi o si aggiornano oppure vengono ricollocate in queste.

Sul parco e i valori naturalistici

23/5/2011sindAco - Nell’accordo del parco c’è un ragionamento che riguarda l’acquisto da parte di Punta dell’Olmo anche di questo pezzo per collegare completamente. Giacché ho la parola dico anche che per quanto riguarda il parco, perché ho visto che c’era una richiesta esplicita e una e-mail, qualcuno si è posto il problema che è un costo o un beneficio pubblico, guardate che il parco è una grandissima cosa, è una delle cose più belle che c’è qui dentro, l’unica cosa che voglio dire è che l’accordo è che il parco rimanga, venga messo a posto da parte di Punta dell’Olmo e che perpetuamente rimanga a carico degli utenti del condominio, perché il problema ce lo siamo posto anche noi, avere un parco di 36.000 m² da mantenere è una cosa assolutamente impossibile per il Comune … morisi - Quindi, qualora il progetto vada in porto, chi acquisisce un’abitazione da quelle parti sa che ha questo onere. il sindAco Zunino - Ha questo onere e che perciò rimane poi a carico del privato e il mantenimento, mentre la proprietà rimane pubblica, compresa tutta la parte di Varazze

15/6/2011sAccHi - I costi del parco, sì, sarebbero anche per l’edilizia convenzionata, li abbiamo anche calcolati, qui non vedo però l’agronomo, e mi sembra che si aggirino, non vorrei dire una stupidata, € 200 l’anno per condomino.

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interVento - Io riguardo al parco volevo sottolineare un aspetto che secondo me non è secondario, e cioè che una tutela di un’area di quel pregio e di quella natura è nella potestà e nella funzione della Regione, e in particolare nell’estensione e nella modulazione del Piano territoriale, il PTCP. La Regione Liguria , nel 2009, ha fatto una revisione in senso più di tutela ambientale e lì non ha ritenuto di dover porre nessun vincolo ulteriore a quelli che sono esistenti, quindi non vedo perché adesso la comunità cellese si dovrebbe preoccupare di un compito che è in capo alla Regione e che domani mattina può tranquillamente porre, come sarebbe doveroso porre, in una zona di quel tipo . E’ nei suoi compiti e istituzionali, e mi meraviglio che non l’abbia.fatto

interVento - Mi sono sentito piacevolmente toccato nel vivo, forse abbiamo sottolineato poco che era importante il parco, forse viviamo anche in una realtà in cui viviamo spesso nella natura e non ci rendiamo conto delle fortune che abbiamo. Il parco è importante, ma è importante per i cittadini come è importante per tutti coloro che o vivendo o soggiornando in quel luogo andranno a goderne.

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AllegAto 2 Contributi emersi nel web forum del sito www.sCeglieCelle.it (aggiornato al 18 luglio 2011)

numero interventi: 299

numero intervenuti (approssimativamente, alcune persone scrivono con piu’ pseudonimi, altre non si registrano)

tra 25 e 30, concentrato su 10-15 persone, tra i quali consiglieri comunali e titolari di cariche politiche, associative e di categoria

temi dibattuti Commenti

è importante affrontare un percorso di democrazia partecipata

“Un bel lavoro di squadra, l’occasione non usuale per una riflessione sulla pianificazione territoriale, molta professionalità e competenza, complimenti a tutto il gruppo di lavoro!!!” “davvero notevole la possibilità di incontrarsi, informarsi e discutere su un argomento spinoso come le Colonie Bergamasche”

“Prendo atto con piacere (senza voler trarre alcuna conclusione) della notevole partecipazione dei cittadini alla discussione legata alla realizzazione del progetto delle ex colonie bergamasche con una netta prevalenza di pareri favorevoli pur con tutti i distinguo che merita.”

“Questa si chiama Democrazia, e se così non fosse,a cosa servirebbe fare un percorso di democrazia partecipativa ?Quindi avendo l’opportunità di poter far sentire la propria voce il cittadino si domanda se Celle ha veramente necessità di un centro congressi, e prima di ciò se ha la capacità di rispondere alle richieste dei possibili clienti. Ebbene la risposta a quest’ ultimo quesito si deve dare sui dati reali, con business plan, con studi e non sull’ onda dell’entusiasmo dell’imprenditoria cellese”.

“VOGLIAMO una propositiva e utile DP, dobbiamo pretendere e CONSENTIRE una INFORMAZIONE completa e non eterodiretta. Si eviterebbero così inutili polemiche e si darebbe a tutti la possibilità di dare utili contributi con cognizione di causa. Non affidiamoci supinamente e “speranzosi” ai poteri forti. Come dice Morisi è il tempo di passare dalla rendita al reddito. Facciamo un salto di qualità: Celle ne ha proprio bisogno…credimi”

“Nel merito, ritengo assolutamente positivo il confronto di idee anche aspro che denota un interesse dei cittadini alle cose del paese”

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la democrazia partecipativa parte da ipotesi già decise

“opzione 0 non significa non farci nulla. Secondo voi chi dice di averci già speso 26 milioni di euro se non gli viene concessa la variante che fa? li butta via? Dai non scherziamo!”

“non c’è nessun disegno occulto in quanto la regia e il copione sono ben noti, basta aver visto i raccapriccianti spot della terza sera, dove nessuno aveva il men che minimo dubbio che il centro congressi sia la “Terra promessa”.”

“ In sintesi gli interventi favorevoli al centro congressi che si sono susseguiti per buona parte della serata hanno dato l’idea di una occupazione strategicamente studiata e hanno fatto sollevare da qualcuno anche dubbi sulla sua Terzietà ..”

“La serie di domande … è stata studiata e firmata dalla Commissione di Garanzia, ente che dovrebbe sorvegliare sull’imparzialità del dibattito aperto con i cittadini, per conoscerne la reale opinione in merito al futuro delle Colonie. Dove sta la neutralità? Tutto sembra attentamente architettato per accompagnare alla tesi voluta. Il Comune con questo questionario ha dimostrato di non essere super partes ma di aver ben chiaro in mente cosa vuole”

il progetto è positivo per il paese: meglio fare

“credo di poter affermare che in generale un ritorno il paese lo avrà dal momento che la sua vocazione maggiore è e resta il turismo che oggi è limitato ad un periodo troppo breve a fronte di costi che sono strutturalmente costanti tutto l’anno. Se non se ne farà nulla è facile profetizzare con certezza assoluta che non ci guadagnerà nulla nessuno e continueremo a tenerci le strutture delle colonie col suo bel parco che continueranno nel loro degrado senza che nessuno possa goderne in alcun modo in attesa che in futuro (non si sa quanto remoto) si torni al punto di partenza. Non credo proprio che il comune, ne ora ne mai, potrà intervenire con fondi propri. In conclusione: valutiamo la cosa da ogni punto di vista evitando però di rimanere alla fine con in mano un pugno di mosche. La demagogia non porta da nessuna parte.Il paese ha bisogno d’altro.”

“se consideriamo quanto potrebbe ottenere celle con l’opzione “1″ in generale non mi sembra difficile far pendere il piatto della bilancia a favore della variante,sempre con tutte le dovute garanzie e osservazioni che potrebbero venire fuori dalla attenta analisi che questo percorso ci porta a fare su tutto il progetto.”

“Questa è una bella opportunità per i giovani! Non parlate solo del Centro Congressi, non pretendete che le Colonie restino così fino al loro crollo!”

“Io penso che questo progetto sia importante per il paese. È un’opportunità che,o la prendiamo ora o non credo si presenterà più,visto che esiste già il piano B di Punta dellOlmo.”

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“penso che questo progetto sia un occasione irripetibile,da cogliere al volo,per tanti motivi: -la possibilità per i nostri figli di acquistare una casa sul territorio di Celle in edilizia agevolata; -centro congressi con tutti gli eventuali “ritorni” economici e turistici per il paese; -parco pubblico a disposizione di tutti; -riqualificazione di un area in TOTALE STATO DI ABBANDONO; -oneri di urbanizzazione che il Comune incassa e che devono essere usati per migliorare questo stupendo paese.”

“Il progetto è talmente entusiasmante che non aspetto neppure di conoscere i numeri per affermarne l’eccezionale valenza, infatti un’occasione così non passerà mai più.”

“Sono favorevole al progetto a queste condizioni: - che non peggiori la viabilità e venga fatta una pista ciclabile da Celle a Varazze - che venga tutelato lo spazio di mare sottostante la struttura, senza costruire nuovi approdi per nautica da diporto, che abbiamo visto contribuiscono al deterioramento della balneabilità del mare”

“ma anche creazione di posti di lavoro, magari non stagionali, e anche se considerati da qualcuno poco qualificanti per la brillante gioventù cellese, comunque non lesivi della dignità della persona. E i vantaggi per la comunità potranno anche essere altri: la realizzazione di una quota significativa di edilizia convenzionata, esclusivamente per i cittadini cellesi non in grado di accedere alla prima casa ai prezzi di mercato (esigenza sentita da molti giovani, che se si prestasse un minimo di ascolto, abbandonando acquisite posizioni di privilegio, diventerebbe palese per tutti) la realizzazione, come prevede la normativa regionale, di una quota di edilizia sociale, la riqualificazione dell’area verde e boschiva in cui sono inserite le Colonie, che potrebbe diventare un grande parco pubblico, finalmente fruibile da residenti e turisti, l’intervento sulle aree sportive della Natta…”

“I miglioramenti potrebbero derivare: - (come già prospettato per le “Milanesi”), dal consentire la demolizione e ricostruzione con rimodellamento di tutti o parte i volumi esistenti. Ciò consentirebbe il posizionamento, in sottosuolo, sia dei parcheggi necessari, che di un eventuale piccola struttura di congressi di tipo “residenziale” (corsi di studio, di perfezionamento, etc.) che potrebbero incrementare il funzionamento delle strutture previste con il risultato di un minor “consumo di suolo”; - dal consentire una offerta più ampia in campo curativo / riabilitativo di ammalati, anziani, sportivi; - non è da dimenticare la prevista presenza, sul fondo della valletta, di un “campo pratica” per il golf. Tale previsione (opportunamente convenzionata) consentirebbe di dotare Celle, oltre alla prevista talassoterapia nelle Milanesi, di un’importante struttura turistica di richiamo per allungare la “stagione”.”

“CHE INTERESSE PUBBLICO HANNO AVUTO E AVRANNO QUESTE OPERE SE RIMANGONO DEI RUDERI COME SONO????????”

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il progetto è negativo per il paese: meglio non fare nulla, è solo una speculazione edilizia

“ Noi non siamo affatto contrari al centro congressi, è stato il nostro cavallo di battaglia in campagna elettorale, saremmo anche poco furbi,ma siamo contrari alla speculazione, siamo contrari al fatto che per l’ennesima volta la popolazione cellese debba essere derubata del proprio territorio a scapito di alcuni speculatori edilizi, siamo contrari ai continui interventi slegati fra loro sul territorio cellese ed alla incapacità di programmare a lungo termine.”

“Personalmente non vedo nessun plus o beneficio effettivo maggiore nel modificare il piano regolatore se non maggiori costi per la collettività.”

“ Non avvenendo ciò ed essendo che la proprietà sarà poi pubblica mi sorgono nuovi timori:-non è che a fronte di altri 250 appartamenti e relativa cementificazione avremo in cambio una struttura inutilizzata i cui relativi costi graveranno come al solito sui cittadini?-non è che poi diventa un “carrozzone all’italiana” con un folto consiglio di amministrazione, composto dai soliti in orbita di partito e puntualmente stra pagati?-non è che tra 10 anni, con l’opera in stato di inutilizzo, la si venda per cifre irrisorie per costruire altre case ?Forse è il caso di ponderare meglio quello che sarà il futuro del paese.”

“In nome del lavoro per i giovani, dopo aver rovinato km di splendida costa, ora vogliamo consentire alla società partecipata per la maggioranza dall’istituto sostentamento per ilo clero, cementificazioni di nuove case edulcorate dal fiorire di un centro congressi, ipotetica ed ennesima scatola vuota che sarà a nostro carico, ma questa volta tutto questo con molta democrazia e sempre in nome della riqualificazione (e del portafoglio di qualcuno).Siamo una specie senza speranza, irrimediabilmente condannata al cancro del dio profitto.” “ SVANTAGGI IMMEDIATI del progetto appartamenti + centro congressi: - un alto numero di residenze prettamente estive bloccherebbero il naturale e progressivo sviluppo delle vere residenze dell’intero paese. - un certo numero di residenze “convenzionate”, oltre che a soffrire gli alti costi di trasformazione dei volumi attuali, soffrirebbero degli alti costi di manutenzione del complesso e dell’isolamento dovuto alla stagionale chiusura delle residenze “libere”. - un aggravamento della già difficoltosa viabilità pubblica. Occorre infatti tener presente che attraverso la via Lagorio (a difficoltoso senso unico per sole autovetture) e attraverso l’ultimo tratto della stessa via (a doppio senso, difficoltoso in presenza di mezzi pesanti) si raggiunge, attraverso un cavalcavia (a senso unico alternato con limitazione di portata) la via Natta che dovrebbe servire, oltre agli attuali impianti sportivi e a tutta la zona di Levante del paese, anche a tutta la zona delle ex Colonie Milanesi e Bergamasche sia in fase di costruzione che di esercizio. Se un nuovo cavalcavia è previsto (?), dovrebbe per lo meno essere realizzato PRIMA del rilascio delle autorizzazioni portandolo in Conferenza dei Servizi preliminarmente alle altre iniziative.”

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Consideriamo che se fosse costruito un centro congressi sarebbe un’opportunità positiva per Celle

“ Il centro congressi è troppo importante per tutta Celle, soprattutto perchè porterà gente nei periodi di quasi inattività turistica. Sicuramente, come è già successo altrove, porterà non solo lavoro per i giovani cellesi, ma lavoro per tutte le attività commerciali.”

“…..non posso altro che essere entusiasta della possibile realizzazione di un centro congressi sul territorio di Celle. Visto il progetto, la portata (900 posti circa) e la sua ubicazione sul mare lo renderebbero certamente uno dei migliori centri congressuali regionali. Tale opportunità, per la forte vocazione turistica del nostro paese ed anche del comprensorio intero, e’ sicuramente da non perdere considerate le ricadute economiche certamente più che positive. Il turismo congressuale e’ in forte crescita ed occupa una fascia temporale che va’ da ottobre a maggio dando alle nostre imprese, alberghi ristoranti negozi, bar la possibilità di destagionalizzare e quindi riaggiudicarsi quel turismo invernale ad oggi, purtroppo, andato perso. Il flusso turistico in questione e’ composto statisticamente da persone con un potere di acquisto medio alto, abituate a viaggiare ed di buon livello culturale, quindi sensibili alle offerte enogastronomiche del nostro territorio, al clima mite, alla morfologia geografica unica (montagne verdi affacciate sul mare) al vessillo della bandiera blu che da anni sventola sui nostri pennoni ed inoltre alla magia che il nostro antico borgo di pescatori emana. Se sapremo sfruttare al meglio le nostre caratteristiche ritengo che da parte di questi turisti ci possa essere un ritorno, magari con famiglia al seguito, nella bella stagione.”

“Il Centro Congressi,potrebbe essere quel volano che tanti auspicano e che ora, ci si presenta come possibile realtà. Teniamo presente la possibilità d’occupazione per i nostri ragazzi. Un centro congressi é una fonte continua di lavoro,dato che,ormai, la quasi totalità delle imprese ,delle società,delle istituzioni ,delle fondazioni ecc. si avvale di questi incontri -eventi chiamati congressi che sono la moderna forma di comunicazione,indispensabile per ogni azienda.”

“Il Centro Congressi può ospitare manifestazioni ed eventi di qualsiasi tipologia e categoria, non vedo perchè bisogna limitarlo al turismo sportivo”

“Oggi a Celle ci sarebbe la possibilità di usufruire di due cattedrali nel deserto,che in pochi anni, dovranno portare un turismo diverso, soprattutto nei periodi nei quali questo pezzo di riviera è in letargo. Nessuna ditta, ente o movimento politico o sociale farebbe mai un congresso d’estate, ma il periodo è sempre, dalla scadenza dei bilanci,(febbraio,marzo)a giugno, settembre ottobre, con qualche punta a dicembre, per le chiusure di anno o cene sociali. Questo significa una forza lavoro importante, che solo per le colonie di Milano, si era valutata in circa 80/90 persone,poi bisogna conoscere l’organizzazione delle Bergamasche finite”.

“Personalmente non sono contrario al centro congressi, che di per sè potrebbe essere un’ opportunità, bensì al modo in cui è stato presentato, senza uno stralcio di pianificazione territoriale (trasporti, infrastrutture ecc), e senza previsioni di sfruttamento dell’ immobile. Sarebbe come avere una costosissima fuoriserie e lasciarla in garage perché senza benzina. A oggi questa opzione – senza il doveroso business plan – è equivalente a qualsiasi altra proposta, sia realistica, sia frutto della più fervida immaginazione perché entrambe non sono sorrette da numeri certi, o quanto meno molto probabili.”

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un centro congressi non è un’opportunità positiva per Celle

“Celle ha davvero una struttura alberghiera idonea ad un centro congressi di alto livello?Io penso di no, sicuramente mi sbaglierò. Non faremo mica un C.C. a favore di Varazze, Arenzano forse Genova. In questo caso oltre al danno anche le beffe”

“Il Centro Congressi, così concepito, creerà solamente un’isola artificiale ed artificiosa con un territorio mordi e fuggi che, per l’incapacità imprenditoriale perniciosa, di alcuni suoi abitanti, resterà a guardare ed a raccogliere le briciole.”“Il turismo congressuale presuppone infrastrutture che qui mancano completamente, tipo alberghi di fascia alta (senza nulla togliere agli albergatori cellesi che impiegano soldi e fatica nel loro lavoro; ma restano i dati di fatto), interlink per il trasporto, zone di svago ecc Quindi dove sono 900 posti letto di buon livello a Celle ? Quali attrattive propone Celle se non i soliti ripetitivi raduni automobilistici? Quali trasporti si useranno per collegare il centro congressi agli alberghi ? (non si può pensare che i congressisti ci si rechino a piedi o tutti automuniti). A queste domande non si può posporre a domani la risposta, non si può dire “vedremo come andrà…speriamo bene”. Appurato che questa proposta è allo stato attuale totalmente al di fuori delle possibilità del paese, la costruzione la renderebbe solo un enorme scatolone vuoto in un bosco.”

“Il turismo congressuale è in crisi. CROLLA IL TURISMO CONGRESSUALE. “La domanda congressuale dipendente in maniera più che proporzionale dal PIL quindi Meeting Industry riprenderà quando e se ci sarà la ripresa economica” lo diceva a Ischia Roberta Siciliano Prof.Ordinario all’Università di Napoli, parlando della crisi che colpisce il settore del turismo congressuale.”

“Ora si chiede ad altri, ovvero i cittadini, di accollarsi altri 250 appartamenti per fare un investimento (voglio ricordare che il centro congressi è la contropartita alla comunità) per migliorare il comparto che proprio voi stessi non avete mai contribuito a migliorare. A costo di ripetermi esorto i favorevoli al centro congressi a fornire numeri e non parole per valutare tale opera e a tutti quegli operatori(anche dei comuni limitrofi) che oggi vedono nel centro congressi “l ‘Eldorado”chiedo il perché non abbiano provveduto in questi anni a formare una cordata e a investire in tale opera.”

“ Ma voler far credere e sbandierare che arriverà la panacea di Celle con la costruzione di un Centro Congressi (e 250 case!!!!) che risolverà tutti i problemi mai affrontati e tantomeno risolti di Celle è un affronto alle persone che non sono anestetizzate o ammansite per piccoli interessi personali dal sistema. Il turismo congressuale non è turismo, ma solo un rapporto quasi privato tra qualche albergo e la sala congressi. La città vede solo le briciole.”

“L’equilibrio, non solo di volumi e di paesaggi, deve essere alla guida di tutto. Ora io credo fermamente che la “cattedrale nel deserto” (leggi Centro Congressi) sia inutile alla nostra Celle perché non esistono le strutture alberghiere e commerciali che la possano supportare (caso mai gli unici beneficiari potrebbero essere gli stessi che la costruiscono a suon di cementificazione che invece paga tutto il paese).”

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Potenziare gli impianti sportivi di Celle potrebbe essere un’opportunità di sviluppo per l’area delle ex Bergamasche

“La proposta di .. un villaggio turistico sportivo è interessante. Mi pare da approfondire. Da correlarsi con gli adiacenti impianti sportivi comunali e completarsi con un centro congressi specializzato nel settore sportivo.”

“A Celle si avverte l’esigenza di una struttura ricettiva turistico sportivo da parecchi anni.Io ho pensato ad un ostello tipo quelli che si vedono in giro per l’Europa e la collocazione nell’area bergamasche italcementi adiacente al polo sportivo sarebbe ottimale. Naturalmente bisognerebbe cogliere l’occasione per rifare la pista,riordinare tutta l’area ed aver il coraggio di demolire quel capannone chiamato impropriamente palazzetto dello sport,rifarlo degnamente accorpandolo in un’unico manufatto col centro congressi.Si eviterebbe di sacrificare altra superfice e si eliminerebbe una bruttura invereconda”

“investimento importante da parte della societa costruttrice per il miglioramneto degli impianti sportivi comunali”

“Celle in questi anni ha sviluppato un polo sportivo in località Natta; quale occasione migliore di partire da questo per creare un polo di eccellenza nello sport, riqualificandone gli impianti, creando strutture didattiche, mediche, di accoglienza per la fisoterapia sportiva, strutture congressuali legate allo sport che facciano anche da volano per una riqualificazione del paese ed anche del suo entroterra?”

“che il progetto potrebbe prevedere l ‘accorpamento del palazzetto al centro congressi presupponendone una demolizione.Grande trovata se non fosse per il fatto che il palazzetto è NUOVO non ha neanche 15 anni, e se è brutto,impattante, fatiscente quindi costruito a caso non deve certo guardare i cittadini ma gli amministratori dell’epoca che avrebbero dovuto valutare l’ impatto visivo/ambientale e successivamente VIGILARE sul fatto che fosse ben costruito. I risultati di ciò si posso visionare presso tale palazzetto”

“ Ieri sera, con molta nonchalance, il nostro primo cittadino ci ha fatto notare un grande rettangolo bianco … quasi fosse un ufo … il Palazzatto dello Sport ormai in rovina! Invece di cospargersi il capo di cenere per la bruttura realizzata dalla giunta precedente (di cui resistono ancora rappresentanti in questa), ha tirato fuori dal cilindro l’opzione … riqualifichiamo. Purtroppo non v’è nulla da riqualificare, ma demolire e realizzare una nuova struttura polivalente”

“vorrei tornare su una delle proposte, uscite durante il dibattito pubblico, che ho avuto l’impressione fosse tra quelle che mettevano d’accordo più persone: la proposta di un villaggio sportivo….. In breve, tra le alternative che Celle dispone nella discussione del progetto sulle Bergamasche, c’è quella di chiedere un miglioramento definitivo dell’intera offerta sportiva alla Natta, di modo da non vanificare tutto il lavoro fatto negli anni precedenti sull’area:

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1- possibile piscina coperta da mettere sul piatto nella trattativa 2- rinnovamento della pista di atletica 3- ristrutturazione degli spogliatoi del G. Olmo 4- rifacimento del prato del campo di calcio 5- completamento, dignitoso, del parcheggio del palazzetto dello sport”

“A mio parere il progetto in questione perterà dei benefici ai cellesi, soprattutto dalla realizzazione dell’eventuale centro sportivo d’eccellenza al posto del centro congressi, in particolare con la costruzione della piscina coperta utilizzabile tutto l’anno, affidando magari i costi di gestione a chi costruisce..”

“Finalmente si parla di intervenire sul centro sportivo della Natta con opere di potenziamento e di ammodernamento delle attuali strutture presenti. Se si potesse davvero completare il tutto con la realizzazione di una piscina coperta, ciò consentirebbe davvero l’utilizzo degli impianti da parte di turisti, cellesi, varazzini, albisolesi, ecc. Credo che il tutto sia un ottimo volano per far funzionare gli alberghi esistenti e far diventare il nostro paese una “cittadella dello sport”. Sport, parco e magari una struttura ricettiva legata agli impianti o un medical center finalizzato a persone che necessitano di riabilitazione post operatoria. Se per fare questo fosse necessario destinare buona parte dei volumi esistenti ad alloggi ritengo che il beneficio ottenuto dal paese sarebbe comunque notevole ed altrimenti irrealizzabile. Speriamo !!!!!!!!!!!!!!”

“ Caro Bruzzone, concordo con Lei e con i molti che iniziano (o continuano, visto che la proposta del villaggio sportivo è stata postata uno dei primi giorni del dibattito… e che questo obiettivo è quello, tra l’altro, che prevede specificamente il PTC Piano territoriale di Coordinamento della Provincia di Savona) a condividere questa idea che va approfondita con grande SERIETA’.”

“Altra valenza avrebbe invece un Centro Sportivo, con piscina e quant’altro serve: almeno i nostri bambini non si beccherebbero più il raffreddore per andare a Savona d’inverno e gli ospiti turisti potrebbero fare qualcosa nelle brutte e nelle belle giornate. Il turismo sportivo invece (e ne abbiamo già un piccolo esempio col nostro campo della Natta) ben si adatta alla nostra realtà alberghiera e senz’altro potrebbe creare posti di lavoro per i giovani, che forse non hanno proprio tutti i soldi per comprare al mercato dell’edilizia agevolata. E’ chiaro che tutto questo nessuno ce lo fa gratis. Ma, come dicevo all’inizio, col buon senso, con l’onestà morale e intellettuale e soprattutto con l’EQUILIBRIO, si potrebbe fare realmente qualcosa di utile per tutti, cogliendo l’attimo, come si diceva in un film di qualche anno fa.”

“ Vorrei che il meeting arcobaleno che porta a Celle atleti di altissimo livello (purtroppo per pochi giorni in un anno) diventasse l’imput per far diventare la nostra bella cittadina un polo sportivo di alto livello. Porterebbe a Celle sicuramente lavoro, ospiti e soprattutto visibilità di qualità, destagionalizzerebbe il turismo. Perchè non fare una sorta di polo sportivo con attrezzature legate alla riabilitazione post traumatica (c’è un esempio vicino a Brescia) con piscina coperta utilizzabile da tutti (concordo con chi ha scritto in proposito precedentemente).I costi di manutenzione e gestione potrebbero essere a carico della società per un certo numero di anni.”

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“Cominciamo a pensare che bisogna fare di tutto per non perdere probabilmente l’ultimo treno. Con ciò non significa “calare le braghe” ma cercare di ottenere il più possibile dalla Punta dell’Olmo partendo dal presupposto che gli affari si devono fare in due. La struttura sportiva noto dagli ultimi commenti è obiettivo comune : investiamo in questa struttura esistente,ristrutturiamole e potenziamola con una piscina coperta. Struttura sportiva di richiamo per gli atleti nazionali e non che qui potrebbero allenarsi tutto l’anno (non poco tempo fa un albergatore cellese mi raccontava che la sua struttura molto spesso è occupata da atleti stranieri)visto il clima mite del nostro paese. Non solo per gli atleti ma anche per i turisti : oggi è brutto tempo, ho già prenotato la settimana a Celle, ho figli piccoli che speravano di farsi un bagno, li porto nella piscina e passiamo lo stesso la giornata. Anche perchè con dei bambini quando li portiamo nel centro storico e gli facciamo mangiare un chilo di focaccia poi? Pensiamo anche ai disabili o post operati che necessitano di luoghi per la riabilitazione post traumatica o semplicemente luogo di vacanza “senza barriere”. Quindi realizzare strutture ricettive in assenza di barriere architettoniche, dove possano comunque alloggiare famiglie con bambini o atleti.”

“Ben venga un centro sportivo d’eccellenza”

“ leggo con soddisfazione che (a fronte di un iniziale centro congressi) l’interesse si sta focalizzando sull’investire delle risorse nel centro sportivo della Natta. Trovo notevole l’idea di ristrutturare l’esistente e ampliarlo anche con una piscina coperta (FINALMENTE!). Trovo sia davvero interessante la realizzazione di una struttura legata alla disabilità motoria (non credo esista nulla nelle vicinanze) messa a sistema con il centro sportivo. Ritengo che il centro sportivo possa diventare un’opportunità unica di sviluppo per Celle, se ben sfruttata e possa rendere visibile il nostro paese oltre la provincia di Savona (il meeting raccoglie atleti di livello internazionale tra cui il noto PISTORIUS)…. Concordo sul fatto che i volumi ci sono (piuttosto brutti!!!!) e non si cementifica semmai si sostituisce! Spero che intervenire sul centro sportivo diventi realtà.”

“ l’ipotesi polo sportivo nasce fondamentalmente dall’idea di sfruttare quello che già Celle ha. Se non si interviene sul campo di atletica, è palese che tra non molto tempo potrebbe divenire inutilizzabile anche per il Meeting Arcobaleno (lo confermano gli atleti intervistati da CelleBlog http://celleblog.it/?p=628). Allo stesso tempo il palazzetto dello sport, seppur non sia vecchio, ha evidenti mancanze. Il Comune fondi per intervenire per conto suo non sembra ne abbia.. questa potrebbe essere l’occasione giusta per recuperare queste strutture (e la viabilità che le circonda) in modo coerente, con un piano unico, e non vanificare il lavoro fatto fin ora. A questo si può aggiungere la creazione di una piscina. Questa possibilità è un pò più rischiosa perchè potete vedere tutti come se la passano le piscine a Genova in quanto a bilanci… non benissimo! Non credo che l’ipotesi “piscina comunale” sia economicamente sostenibile. Però se si inserisse la piscina nel contesto di un centro sportivo più vasto – affiancata a palazzetto e stadio rinnovati, magari una foresteria per atleti – potrebbe, dico potrebbe farcela.”

“Se togliamo l’ingiusta convenzionata e il centro congressi da 600/900 posti ci pensate quanti begli impianti sportivi potremmo avere???”

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I benefici della realizzazione dell’ipotesi progettuale potrebbero avere un impatto positivo per tutto il comprensorio

“celle, una struttura di questo genere interesserà sicuramente tutto il comprensorio, cioè da albissola a varazze.”

“Sono d’accordo che ne avranno beneficio da Savona a Varazze, non oltre per un fattore logistico, ma è impossibile pensare che Celle abbia stanziali un massimo di 1500 delegati ed il loro indotto, solo nella cerchia cittadina”.

“l’imprenditoria cellese è favorevole all’ipotesi di progetto di ristrutturazione delle Colonie Bergamasche che, se realizzato, consentirebbe un rilancio turistico ed economico non soltanto di Celle ma di tutto il comprensorio: anche perché al comprensorio si deve guardare, abbandonando miopi logiche di paese”

il parco pubblico costituisce il valore aggiunto del progetto

“Il parco sarà una meravigliosa oasi a disposizione di tutti. Direi che se ci lasciamo scappare questa opportunità il parco diverrà sicuramente proprietà privata e di conseguenza di quel meraviglioso sito incontaminato a pochi passi dal mare che potrà essere collegato direttamente al paese ,possiamo pure dimenticarcene per sempre .”

“Ho avuto l’opportunità di visitare il parco…. un piccolo paradiso ombroso o assolato a 5 minuti a piedi da Celle dove portare i bambini a giocare in tranquillità o dove andare a leggere un libro in solitudine…. Ora, da come capisco dai dibattiti pubblici e dai commenti, questo parco potrebbe restare per sempre privato e chiuso , perchè se la società Punta dell’Olmo non troverà un consenso da parte della popolazione cellese opterà per l’utilizzo del piano attuale in vigore ovvero ricettivo turistico (quindi alberghi di lusso).. e addio parco pubblico, addio appartamenti per i giovani di celle e addio al centro congressi per il turismo invernale ! Dobbiamo sentirci tutti coinvolti a difendere gli interessi della collettività.. Facciamo sentire la NOSTRA voce ! Noi che amiamo la natura difendiamo il parco del Rio Finale !!”

“Non ho letto nessun intervento relativo alla creazione dello stagno didattico e spero che non sia sfuggito il valore di questa parte del progetto. Non credo si possa ignorare l’opportunità, unica per la Liguria, che ci si offre, quella di incrementare il turismo, nello specifico quello naturalistico, tutelando nello stesso tempo le biodiversità e promuovendo la conservazione e la protezione della natura in tutti i suoi aspetti. Gli appassionati di birdwatching, per esempio, si riversano numerosissimi ad Arenzano, da tutta Europa, nel periodo della migrazione del biancone (un uccello rapace) e questo lascia pensare che, durante tutto l’anno ( e non solo nei periodi classici del turismo balneare) la zona umida potrebbe diventare meta di altrettanti appassionati visitatori; e’ presumibile inoltre ipotizzare che anche gli amanti della fotografia naturalistica, numerosi in Liguria, troverebbero nell’oasi un’interessante attrattiva. Superfluo sottolineare, per di più, quanto i bambini e i ragazzini di queste ultime generazioni abbiano assoluto bisogno di un contatto con la natura, gestito in maniera responsabile e competente, che possa condizionare in maniera positiva il loro futuro comportamento nei confronti della realtà che li circonda.”

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“Un rapido commento sulle critiche allo stagno didattico.Primo: il valore (quello ambientale) si misura a medio termine, cioè qualche anno per cui i lavori in corso possono certo all’inizio creare un qualche disturbo ma poi finiranno. Secondo: chi ha un po’ di esperienza diretta di birdwatching sa bene che oggi in Liguria si possono fermare tutti i migratori anche in zone densamente abitate, molto più delle Bergamasche. Un esempio? Il fenicottero in sosta a Voltri e ucciso, pare, a pietrate da un ragazzino e non certo dal “disturbo” degli abitanti. Per chi non fosse convinto aggiungo la nidificazione portata a termine con successo da una coppia di Airone cenerino nel Savonese a poche DECINE di metri da un enorme cantiere. Consiglio, prima di formulare critiche infondate, di visitare, ad esempio, il sito di Liguriabirding dove, cliccando sulla sezione Recent Sightings (osservazioni recenti) articolata per anno e mese potrete constatare quante specie siano state osservate in ambito urbano……. PS Anche sin dal primo anno il valore didattico dello stagno è sicuro. Le classi potranno osservare un ambiente raro in Liguria popolato, per esempio, da raganelle e altri anfibi (molti ragazzini non hanno mai visto un girino!), libellule e loro larve e la vegetazione tipica delle zone umide.”

il parco pubblico non costituisce il valore aggiunto del progetto

“ La realizzazione di un parco pubblico e la presenza in sito di famiglie e bambini come da te auspicato è logicamente incompatibile con la sua tutela. Infatti non passerà molto che un incolpevole caro bambino raccoglierà per donarla alla sua cara mamma (che sta leggendo un libro) l’ultima orchidea selvaggia esistente, con grande dispiacere del nostro sindaco. Se, come credo, tieni veramente a quello che hai detto allora battiti affinchè l’area rimanga una oasi ad ingresso regolamentato gestito da guide naturalistiche (qualche opportunità di lavoro non fa male no?) e, più in generale, cerchiamo di dare contenuto logico e argomentato a quello che diciamo e non cadiamo in insostenibili (fantasiosi) aut aut.

“ Specchietti per allodole e si nasconde il vero problema, 250 appartamenti che sono il vero peso ambientale, territoriale e di sviluppo turistico, la tomba di celle di cui non si vuole parlare. Stagno didattico in mezzo ad un parco pubblico? mi sembra che i proponenti siano un po’ confusi anche su questo. Un parco pubblico è incompatibile con l’ oasi. Senza contare che di parco pubblico ne abbiamo già uno abbandonato da decenni, il parco dei Bottini fino ad oggi dimenticato, non è stato degno di tutela? o non c’erano interessi edificatori affiancati. Senza contare che il PUC di Varazze prevede da anni il parco urbano naturalistico e che i nostri amministratori comunali, che devono essere giudicati per quello che fanno e non per polemica, si sono bene guardati anche nell’ultima variante del 2008 di coordinare con coerente ed analoga previsione il puc di Celle a quello di Varazze sul punto parco urbano naturalistico, in modo tale da non dover chiedere regali a nessuno, Varazze non deve chiedere regali a nessuno perchè ha previsto il parco naturalistico urbano, Celle invece no”

“Una precisazione, il birdwatching del biancone avviene sulle alture di Arenzano nel parco regionale del Beigua non in mezzo alle case.”

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“andrebbe verificata in Assemblea in quanto ho avuto l’impressione che “l’irrinunciabilità del parco” sia quasi un assunto riscontrabile sia nel titolo degli incontri pubblici (“Un parco oltre il mare”), sia nei suoi numerosi interventi durante il dibattito, sia nella stessa risposta alle mie argomentazioni.”

“E’ vero, a dimostrazione che gli uccelli nidificano in mezzo alle case, magari nei cantieri, (IN EFFETTI proprio lì si organizza il birdwatching) Daniele porta l’esempio del fenicottero di Voltri che non è stato disturbato dagli abitanti residenti ma è stato semplicemente UCCISO!!!!! Forse aveva solo sbagliato luogo dove andare e ciò gli è costato la vita, altro che protezione e preservazione della specie! Prima di dare consigli in ordine a critiche infondate, prima di assurgersi a competenti usiamo almeno quel minimo di logica che dovrebbe contraddistingue l’essere umano….. La proposta di un parco all’interno di un territorio che dovrebbe assumere la qualità assoluta di AREA PROTETTA è un controsenso ed un assurdo, (PARCO PUBBLICO E’ INCOMPATIBILE CON AREA PROTETTA-OASI), quindi viene percepita solo come l’ ESCAMOTAGE PER MASCHERARE LA VERA NATURA DEL PROGETTO INIZIALE CIOE’ LA COSTRUZIONE DI RESIDENZIALE (250 APPARTAMENTI)”

“Ma come Altair, mi stupisco di te, non hai capito l’interesse pubblico nell’opzione 250 appatamenti?!?! E’ molto semplice, risiede nel magnifico stagno didattico e nel fantastico parco, che mi ricordano molto altre fantastiche opere del recente passato come: il “giardino botanico” che tutti noi attraversiamo ogni volta che ci rechiamo agli incontri presso il centro di Mezzalunga, presentato dall’amministrazione come “giardino d’autore” (da Qui Celle n° 9 2008: “…si pensi al giardino di Monet…”), immagino tu venga agli incontri, attraversando il famoso giardino botanico quali piante ti hanno colpito maggiormente?! Oppure la Piattaforma Avvistamento Cetacei in zona Roglio od ancora il pennello “Buffou”, costruito per difendere l’abitato dei Piani dall’innalzamento del livello dei mari o il Porticciolo che avrebbe dovuto portare numerosi posti di lavoro (tra cui guide turistiche!).”

“Altrettanto fermamente giudico il possibile Parco Natura o Giardino Botanico o Vattelapesca Oasi non fruibile nè dai cittadini né dai turisti ospiti, considerata la nota pigrizia umana per far due passi in più (il parco dei Bottini docet e docet pure il Lungomare Europa di Varazze, dove dopo 500 metri non si incontra più nessuno).”

Celle ha interesse all’ipotesi di nuova edilizia convenzionata

“ w le case per i giovani di celle!!!!(così non siamo obbligati ad andare a vivere fuori dal paese dove lavoriamo e dove siamo cresciuti).”

“Poi si parla di edilizia convenzionata e con l’edilizia convenzionata si può dare una risposta ai nostri ragazzi che mettono su famiglia che ,magari, potranno abitare in Celle senza essere costretti a cercare casa nelle zone limitrofe, dato che il mercato immobiliare qui in paese é inaccessibile per molti.”

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“….a me serve una casa…se poi posso pagarla poco per poter vivere nel paese dove sono nato e dove lavoro…ben venga il progetto delle bergamasche!!!”

“= sono assolutamente d’accordo nel dire che un ulteriore carico urbanistico di 250 alloggi sarebbe opportuno evitarlo in Celle per vari motivi. Resta il fatto che la richiesta c’è e non solo dai turisti ma da molti giovani e meno giovani cellesi che si sono trasferiti nell’entroterra ligure e in tutta la Valbormida. Tali trasferimenti sono dovuti sostanzialmente per due motivi: 1° mancanza di offerta da parte di chi chi gli alloggi li possiede ma preferisce darli in affitto solo per l’estate o quantomeno ai non residenti; 2° l’entità dei canoni richiesti, che saranno pure quelli di mercato ma che, per chi svolge una normale attività o è dipendente pubblico o privato, non se lo può permettere.”

“Del resto l’area è già cementificata con edifici oramai in uno stato di degrado totale e la realizzazione di nuovi alloggi è positiva senza magari aumentare in modo spropositato la volumetria attuale”

Celle non ha interesse all’ipotesi di nuova edilizia convenzionata

“Mi chiedo, per esempio, se è giusto che esista una edilizia convenzionata ‘sottocosto’ che includa famiglie e ne escluda altre magari a parità di reddito (in questa stessa operazione, per i cellesi meno abbienti sarebbero anche previste le abitazioni sociali). A Celle da molti decenni si costruiscono case in ‘convenzionata’ e nessuno ha mai avuto il privilegio di pagare ‘sottocosto’.Forse far pagare “il giusto” (e non ‘sottocosto’) farebbe già meno arrabbiare gli esclusi, e darebbe al Comune nuove risorse che andrebbero a beneficio dell’intera comunità cellese e quindi anche degli esclusi.”

“Non voglio che si vari il piano regolatore in zona vincolata per costruire in più dove non si potrebbe costruire e fare il sottocosto per i 50 fortunati anzicchè ottenere qualcosa per la collettività. Non voglio odiare per il resto della mia vita il figlio del mio vicino, voglio un futuro per entrambi. No sottocosto.”

“c’è una o un’ altra azienda disposte a venire li” , forse con mia buona pace non esiste, ma scialacquare tale complesso per fare 250 case è un suicidio di massa. E oggi appare lampante il gap che divide chi ha investito in industria e sviluppo e chi ha dormito sugli allori del turismo anni 70 dove c’era sempre il milanese o chi per esso da spennare e poi ha ripiegato sulle case, cemento e altre case. Tutte rigorosamente vuote per 11 mesi all’anno che non portano nessun tipo di indotto e non creando nessun posto di lavoro”

“Ed allora Punta dell’Olmo progetta 185+44 nuovi appartamenti (non prendo in considerazioni i 21 alloggi di agevolata). Ci saranno così circa 690 abitanti in più … no! Ci saranno 690 turisti in meno negli alberghi di Celle! Ci sono cittadine che hanno fatto del turismo la loro prima industria, ma hanno anche detto stop al consumo di territorio indotto dalle seconde case; chi vuole soggiornare lo fa esclusivamente in albergo!”

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“ Voglio poi aggiungere che vendersi il cambio di destinazione del puc con 40 appartamenti di edilizia convenzionata sotto costo non è un interesse pubblico perché a parte chi potrà approfittare di tale occasione, il resto della comunità da tale operazione non trarrà alcun beneficio.”

“vale la pena perdere tutto quel territorio per 40 case? Oltre al fatto che ad ora non è possibile edificare residenze private e questo non lo diciamo noi, ma il PUC!”

“Ma voler far credere e sbandierare che arriverà la panacea di Celle con la costruzione di un Centro Congressi (e 250 case!!!!) che risolverà tutti i problemi mai affrontati e tantomeno risolti di Celle è un affronto alle persone che non sono anestetizzate o ammansite per piccoli interessi personali dal sistema. Il turismo congressuale non è turismo, ma solo un rapporto quasi privato tra qualche albergo e la sala congressi. La città vede solo le briciole.”

“Consentire la costruzione di nuove case e un Centro Congressi (come dicono in molti probabile scatola vuota) è una follia, il panorama cellese è sempre più violentato dalla cementificazione, sversamenti di detritri in mare che hanno distrutto grotte naturali per costruire pennelli sul mare”

“E le case convenzionate “sottocosto”, che rappresentano un regalo per i soli 40 superfortunati e un motivo di rabbia e scontento per tutti gli altri, non rappresentano solo una grave ingiustizia ???”

“ Celle non ha assolutamente bisogno di ulteriori 240 appartamenti perlopiù seconde case. Ne ha già troppe. Queste si aggiungerebbero al villaggio Olmo che viaggia a fari spenti. Se per scongiurare questa ipotesi dobbiamo subire il ricatto dell’hotel K siamo pronti ad accettarlo.”

“La valutazione da fare è questa. In merito agli alloggi sottocosto di cui tanto giustamente si discute, vorrei fare alcune semplici domande e da chi me le uò dare risposte chiare:la loro destinazione deve essere per forza la vendita a 40 privati che, tra l’altro si rischia non siano i piu bisognosi,piuttosto che l’acquisizione degli alloggi da parte del Comune arricchendo il suo patrimonio per cederli in affitto ai cittadini che ne hanno necessità adeguando il canone in base all’inflazione e (perchè no) in base al reddito familiare accertabile negli anni a venire? Gli alloggi sottocosto devono essere fatti necessariamente sull’area delleex colonie o possono essere edificati anche su altre aree del territorio comunale? E’ vero, a Celle non si sente il bisogno di altre costruzioni ma si sente il bisogno di alloggi da affittare possibilmente a canoni che non richiedano uno stipendio e ciò (mi ripeto) potrebbe realizzarsi con una maggiore offerta di alloggi per tale scopo che in paese certo non mancano. Fino a che le cose rimarranno così la richiesta continuerà a crescere dai giovani e meno giovani cellesi.”

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“E veniamo all’edilizia convenzionata: perché un questionario? E perché inviato solo agli under 35?, non è che questa vuole essere una mossa per defilarsi dall’edilizia convenzionata e favorire l’edilizia cooperativa che tanti voti ha portato a questa giunta, con la scusa che avranno risposto in pochi? Sull’edilizia convenzionata può esserci un interesse generale a prescindere dall’età, io ho 42 Anni e non posso permettermi di comprare casa a celle, sto dai suoceri che fortunatamente hanno una grande casa ai piani ma perché non migliorare la mia situazione personale e quella della mia famiglia? Forse sarebbe stato meglio spiegare quali sarebbero stati i criteri di assegnazione, vedere una bozza di bando e discuterla, dare lunghi termini (10-15 anni) in cui non era possibile vendere se non agli stessi prezzi (magari con aggiornamenti istat) e a persone con gli stessi requisiti, magari alzare un po’ il costo in cambio di meno edilizia libera e più convenzionata”

“ assolutamente no all’edilizia convenzionata che, anche se per una volta le graduatorie fossero fatte in modo chiaro e con criterio, come hanno già detto in tanti prima di me, favorirebbero solo pochi fortunati che, se invece venissero prese in considerazione soluzioni rivolte a portar lavoro, potrebbero, con una decorosa occupazione pensare a comperarsi una casa come hanno fatto tanti altri. No anche all’edilizia residenziale.”

Celle ha bisogno di un nuovo modello di sviluppo: alcune provocazioni senza proposte a supporto

“Quale tipo di sviluppo e di mercato turistico comportano le grandi trasformazioni (Milanesi, Olmo, Bergamasche) in atto sul nostro territorio? Sono congruenti all’obbiettivo? e prima ancora quale è l’obbiettivo di questi progetti e, ancora, quale potrebbe essere quello più coerente e auspicabile per il futuro di Celle? Ecco prima di dividerci nel solito schema dei partiti del SI e del NO a precindere su dei progetti preconfezionati calati dall’alto, non sarebbe opportuno cercare serenamente delle risposte a questi quesiti preliminari? Una cosa è certa: dobbiamo avere chiaro tutti quanti che oggi si stà giocando il futuro di Celle per molti e molti decenni a venire….abbiamo una grande responsabilità che non può essere delegata, non dimentichiamolo mai.”

“sollevato il problema di una riflessione sul tipo di sviluppo economico turistico o no si vuole proporre per il futuro della comunità ed il territorio di celle. trovo giusto porsi come obbiettivo lo scioglimento di questo nodo e sono contento che avvenga con un sistema così strutturato da garantire la più ampia partecipazione. mi piacerbbe però che alla fine di questo percorso, al di la del progetto “bergamasche”, si possa uscire con una indicazione condivisa e utile per tutti.”

“In questo panorama generale la rinascita economica di una comunità deve passare attraverso un ripensamento complessivo dell’intero paese, prima di acconsentire il perseguimento incondizionato degli interessi degli speculatori, pensiamo a valorizzare il nostro territorio e non a proseguire l’assurda corsa al versamento di cemento per costruire case, garages, piazzali di cemento, solettoni ect.”

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“La cosa che più mi colpisce è notare che una parte è particolarmente impegnata a proporre ciò che NON si dovrebbe fare partendo dalle notizie di cui siamo a conoscenza rappresentato dal progetto di massima della società Punta dell’Olmo. Avere e formulare dubbi specie su una questione di tale importanza, non solo è lecito ma anche segno di intelligenza e preoccupazione per l’interesse collettivo. Detto ciò, a questo punto, sarebbe necessario formulare proposte concrete il più possibile dettagliate al fine di poter valutare le alternative proposte se possibile motivandole sempre nell’ottica dell’interesse comune, inteso come portatore di vantaggi per la maggior parte di categorie che operano nel territorio senza escludere il singolo privato.”

“Non dobbiamo decidere se vendere o meno l’ area. Non è nelle nostre possibilità. Quello che possiamo fare è operare per conquistare il più possibile ( non dico il meglio, ma il più possibile si). Come possiamo, tutti insieme, svolgere opera di governo ( ed a questo dovrebbe servire il processo di democrazia partecipativa) senza cadere nelle dichiarazioni di principio per dimostrare quanto siamo bravi e senza macchia ? Abbiamo la possibilità di incidere veramente sull’ assetto futuro del nostro paese, dipende da noi. L’ idea del parco in riva al mare aperto al pubblico non può e non deve essere sottovalutata o peggio ancora dimenticata. Anzi forse è l’ elemento qualificante di tutto il progetto. Così come non è da sottovalutare la possibilità che il comune acquisisca alloggi da mettere sul mercato degli affitti a canone calmierato.”

“Evitiamo la rapallizzazione di Celle, la creazione di uno stagno 15×15, la creazione di una cattedrale nel deserto (il Centro Congressi – scatola vuota) anni 70. Se è mancata una pianificazione per il bene di Celle, non si è pensato al futuro dei giovani di oggi e di quelli di domani, evitiamo ora di peggiorare la situazione accondiscendendo ad un progetto fuori dal tempo, che comporterebbe un inutile peso per la comunità cellese per costruzione di case offuscate dal centro congressi, che non potrà che peggiorare la situazione.”

Una proposta di alternativa di sviluppo, non proprio un modello: “Io ho una idea da tempo che è quella della costruzione a Celle di Terme Marine. Il benessere rappresenta per i prossimi anni una delle industrie che ha più possibilità di sviluppo. Del resto la nostra attività principale “Il Turismo”, cosa è se non benessere. Le Terme marine permetterebbero di destagionalizzare, qualificare l’offerta di Celle come paese del benessere, fare convenzioni con le strutture turistico ricettive che potrebbero offrire non solo “sole e mare” (da sole sempre più in crisi)”

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Problemi collaterali discussi • lavoro qualificato per i giovani“questo parere di riferimento alla tesi degli indignatos” “Siamo stufi di una visione miope anni ’50, siamo stufi di chi vende il nostro territorio consentendo varianti al piano regolatore per costruire e costruire e costruire dicendo è tutto bello è tutto per i giovani, siamo stufi di studiare e dover scaricare cassette della frutta alle 4 del mattino senza speranze per il futuro, siamo stufi che i genitori abbiano spaccato legna per farci studiare per poi vederci dover andar a lavorare via dal nostro paese, siamo stufi che se non abbiamo famiglie numerose appetibili per i consensi nulla facciamo, siamo stufi delle visite a casa per convincerci, siamo stufi di demagogia, siamo stufi di slogan pubblicitari, siamo stufi di cattedrali nel deserto per l’interesse di pochi, siamo stufi della mancanza di una progettualità per il nostro paese e ancor di più per i giovani tutti, siamo persone libere, come qualcuno dice: il vento è cambiato, rendetevene conto!”

Questioni sulle quali si chiedono ulteriori approfondimenti

1. Sarebbe il caso di chiedere un Bilancio ambientale del progetto. Che impatto avranno le diverse ipotesi sui consumi d’acqua, i sui rifiuti, sui flussi di traffico, etc. Non abbiamo dubbi sul fatto che in qualche modo la società troverà il modo di soddisfare i suoi fabbisogni, ma cosa accadrà a tutto il resto?

2. Quale impatto sulla viabilità 3. Centro Congressi: quale ritorno sul piano economico? delle opportunità di lavoro? E di lavoro qualificato?dissento fortemente con la frase “bisognerebbe essere profeti” , perché prima si studia, poi si pianifica e solo alla fine si investe. Farlo senza fondamenti certi equivale a spendere malamente i soldi della collettività, alla maniera “tanto dobbiamo spenderli”, un errore purtroppo arcinoto, qui da noi, già troppe volte commesso.La Signora di Loano non portando nessun dato concreto per avvalorare le sue tesi, non ha certo aiutato i presenti a farsi un’ idea sull’ ipotesi centro congressi.

4. quale impatto urbanistico?“esempio io non ho ancora la benchè minima idea (e dati men che meno) di quello che possono “pesare” i 250 nuovi appartamenti alle Bergamasche sulla comunità cellese. Non so quanti altri appartamenti sono previsti alla Olmo e non so quale tipo di presenze porteranno le 37 R.T.A. previste alle Milanesi. Questo per logica analisi dell’impatto complessivo di nuovo carico urbanistico sul territorio. Costi ignoti come i benefici (oneri di urbanizzazione, ICI, giro d’affari indotto sul territorio). Come posso valutare se non ideologicamente?”