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Alla cara memoria di Mauro Volpi

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Alla cara memoria di Mauro Volpi

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Adamo Volpi (1911 - 1980)

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ASSOCIAZIONE «M. A. INGEGNERI»

Scuola Diocesana di Musica Sacra «D. Caifa»

FONDAZIONE G. ARVEDI – L. BUSCHINI

Adamo Volpi

Musiche per il Santuario di Loreto

Edizione a cura di

Giordano Assandri e Marco Ruggeri

N.E.C.

Nuova Editrice Cremonese

Cremona 2010

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N.E.C. s.r.l.NUOVA EDITRICE CREMONESEPiazza S. Antonio Maria Zaccaria, 5 - 26100 CremonaUFFICIO: via Stenico, 3 - tel. 0372 20666 / 458584 • fax 0372 35721

L’Associazione “M. A. Ingegneri” di Cremona (Scuola Diocesana di Musica Sacra “D. Caifa”), ricordando con affetto il signor Mauro Volpi –che per primo suggerì la pubblicazione delle opere musicali di Remo e Adamo Volpi – desidera ringraziare sentitamente le famiglie dei due musici-sti, in particolare i signori Mario e Angela Volpi e Maria Antonietta Ragaglia per aver messo a disposizione materiale biografico e musicale inloro possesso; la dott.ssa Katy Sordi, Responsabile dell’Archivio Musicale della Santa Casa, per la collaborazione e la squisita cortesia nell’averagevolato la consultazione dell’ingente quantità di manoscritti musicali lì conservati; il maestro Giuliano Viabile, attuale organista della BasilicaLauretana per la personale testimonianza; il sig. Pietro Alquati per la paziente elaborazione cartacea di tutte le fotografie dei manoscritti.La trascrizione pressochè integrale dei manoscritti si deve a Giordano Assandri, mentre la revisione generale, i testi introduttivi e la redazionefinale a Marco Ruggeri.

AUTORI CREMONESI DI MUSICA SACRA 5

Edizioni di musica sacra della Diocesi di Cremona a cura di don Giuseppe Ferri e Marco Ruggeri

Associazione «M. A. Ingegneri» Scuola Diocesana di Musica Sacra «D. Caifa»

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Con l’edizione delle composizioni musicali dei fratelli Remo e Adamo Volpi, a cura di Giordano Assandri e Marco Ruggeri, lacollana Autori cremonesi di musica sacra allarga notevolmente il proprio respiro: per la prima volta, infatti, gli autori considerati nonhanno svolto il loro servizio in diocesi ma altrove e, come in questo caso, in un luogo prestigiosissimo quale il Santuario mariano di Lo-reto. È dunque per noi un vero onore poter rendere disponibili le splendide partiture musicali di questi nostri due conterranei che tanto lu-stro hanno dato alla basilica lauretana e, di riflesso, anche alla diocesi di Cremona.

Furono nativi di Castelnuovo del Zappa, minuscola frazione di Castelverde nella piena campagna cremonese, provenienti dallastessa piccola ma vivace borgata che diede i natali anche a mons. Virginio Dondeo (1904-1974), rettore del Seminario e poi vescovo diAlife (Benevento) e di Orvieto.

La pubblicazione di questi due volumi nasce prima di tutto grazie all'impulso dato da un congiunto dei due fratelli, MauroVolpi, che - alcuni anni fa - vedendo e apprezzando l'iniziativa della Scuola Diocesana di creare una collana di partiture dedicata agliautori cremonesi di musica sacra, propose alla nostra attenzione la notevole attività compositiva dei cugini Remo e Adamo, auspicando ancheper loro una meritata riscoperta. Da parte della Scuola l'adesione fu immediata, con la promessa - ora mantenuta - di giungere all'edi-zione completa, affiancando così ai nomi di Caifa, Concesa e Restelli anche quello dei due illustri musicisti lauretani.

Mauro Volpi, che negli anni precedenti aveva già posto all'attenzione la dimenticata figura del padre Guido, importante tenoredella prima metà del Novecento, purtroppo non può ora gioire con noi nella consultazione di questi due corposi volumi: la sua recente scom-parsa non ci impedisce però di considerarlo spiritualmente tra noi, di ringraziarlo per il suo attaccamento alla famiglia e ai suoi talenti ar-tistici e dunque di ricordarlo affettuosamente dedicandogli il lavoro svolto.

L'edizione dei due volumi raccoglie anche molte preziosissime testimonianze (lettere, ricordi, diplomi, fotografie) messe a nostradisposizione dai famigliari dei due musicisti, in particolare Mario e Angela Volpi (figli di Remo) e Maria Antonietta Ragaglia (mogliedi Adamo). Un grazie particolare anche ai figli di Mauro Volpi che, dopo la scomparsa del padre, hanno continuato a seguire con pas-sione lo svolgersi dell'edizione.

Don Giuseppe FerriPresidente dell’Associazione “M. A. Ingegneri”

Scuola Diocesana di Musica Sacra “D. Caifa” di Cremona

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Ho conosciuto il M° Adamo Volpi all’età di 12 anni quando venne nel nostro seminario di Jesi (AN) ad accompagnare, con lafisarmonica, una nostra recita. Quel piccolo strumento, reso ancora più piccolo per la corporatura del maestro, mi sembrava un’orchestra.

Ho rivisto il M° Adamo a Loreto, durante lo studio teologico. I maestri Volpi avevano l’obbligo, per contratto con la Delega-zione Pontificia di Loreto, di insegnare a suonare a noi studenti cappuccini. Sono stati proprio questi gli anni in cui ho iniziato a studiareseriamente la musica. Con lui mi sono preparato, da privatista, all’esame di V° anno d’organo al Conservatorio “Niccolò Piccinni”di Baridove, dietro sua insistenza, mi ha voluto come suo allievo. Amava ricordare che fu il maestro Nino Rota a volerlo a Bari quale insegnantealla cattedra di “Organo e composizione organistica”.

Nel corso di questi anni di Conservatorio ho toccato con mano la sua professionalità, la sua meticolosità e la sua costante dispo-nibilità indice di un vero e profondo amore per l’organo e la composizione organistica. Non lo vedevi mai arrabbiato ma sempre compren-sivo e capace di infonderti fiducia anche quando la lezione non era andata per il meglio.

Ho inoltre potuto ammirare la sua scrupolosità nel preparare gli alunni agli esami. Esigente durante l’anno scolastico ma cosìcomprensivo durante gli esami. Ho trovato in lui quello che ho tanto cercato: l’organista di chiesa. Insuperabile improvvisatore, abile ac-compagnatore di cori e di canto gregoriano. Dall’alto della sua esperienza liturgica sapeva infonderti tutti quei piccoli segreti così utili adun organista di chiesa. A queste belle qualità univa anche quelle di concertista d’organo e di fisarmonica.

Con lui mi sono diplomato nello stesso Conservatorio di Bari dove ha insegnato per vari anni. Non avendo potuto assistere ai mieiesami, causa malattia, il giorno dopo mi recai all’ospedale per ringraziarlo. Appena mi vide si commosse ed esclamò: «Sono contento! Fi-nalmente, dopo aver insegnato per tanti anni agli studenti cappuccini, uno è arrivato al diploma. Bravo!».

Andamento signorile, silenzioso e schivo. Non amava conversazioni che non riguardassero la musica. Incontrare lui era come in-contrare la musica personificata. Credeva fortemente in quello che professava. Chiamato a Loreto dal fratello Remo per succedergli all’or-gano del santuario svolse con impeccabile professionalità questo suo compito per 40 anni circa. Ricordo le possenti suonate alla fine deipontificali, i colori dell’organo nell’accompagnare le messe della cappella musicale, le benedizioni serali. È stato per me un vero maestro.Vista la mia passione per la composizione si rendeva sempre disponibile a venire in cantoria mezz’ora prima della benedizione serale percorreggermi gli esercizi di contrappunto. Giovane studente, lo sostituii una volta all’organo del Santuario per accompagnare la Cappelladiretta dal fratello Remo. Ricordo ancora tutte le sue preziose indicazioni per accompagnare la Cappella, le varie registrazioni e quel di-gnitoso modo di accompagnare le risposte del celebrante, di cui oggi faccio ancora tesoro.

Con i fratelli Volpi si è chiusa un’era di canto sacro. La liturgia post-conciliare non ci offre più i solenni pontificali, benedizioni,tridui e novene di una volta. La musica dei fratelli Volpi, qui riprodotta, è testimone fedele e sonora di quelle solenni liturgie che per annihanno abbellito il tempio lauretano.

padre Giuliano ViabileOrganista titolare, Direttore della Cappella Musicale

e Rettore della Basilica della Santa Casa di Loreto

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L’organista virtuoso: Adamo Volpi

Ultimo di undici figli, Adamo Volpi nacque a Castelnuovo del Zappa (comune di Castelverde, provincia di Cre-mona) il 23 settembre 1911 da Esaù e Chiara Bertoletti.1 Nella famiglia Volpi, grazie in particolare alla sensibilità delpadre, si coltivava con amore la passione per l’arte. La musica, specialmente, era praticata e facilmente appresa da tutti:il fratello Mario, promettente violinista, poi morto in guerra a soli 22 anni; il fratello padre Fermo, valido organista (poidivenuto missionario in Eritrea e organista della cattedrale di Asmara); così come la sorella Agnese, religiosa presso leAncelle della Carità di Cremona con il nome di suor Angelica, anch’essa organista, insegnante di pianoforte e di cantocorale; infine, il fratello Remo, di otto anni più vecchio, diplomato in pianoforte e in organo, composizione sacra e cantogregoriano al Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma, insediatosi a Loreto prima come organista titolare poi comemaestro di cappella, predecessore e in seguito collaboratore dello stesso Adamo.

In un ambiente di tale predisposizione all’arte, unita ad un forte senso di rigore morale e religioso, il giovaneAdamo si accostò alla musica quasi naturalmente, prima di tutto con il padre, che era organista della chiesa parrocchialedi Castelnuovo, e poi seguendo l’esempio dei fratelli. Ma anche per Adamo, come per Remo, il primo vero maestro fuFederico Caudana, organista e maestro di cappella della Cattedrale di Cremona, presso il quale si recò per qualchetempo a prendere lezioni.

Il percorso scolastico del fratello Remo, che verso la metà degli anni Venti si era recato a Roma per specializzarsinegli studi, fu fondamentale per il giovane Adamo, ugualmente attratto non solo dal pianoforte ma anche dalla mu-sica sacra in generale. Trasferitosi dunque a Roma, Adamo proseguì gli studi in pianoforte diplomandosi al Conser-vatorio S. Cecilia e poi perfezionandosi con lo stesso insegnante del fratello, il celebre maestro Pietro Boccaccini, giàallievo di Liszt e di Beniamino Cesi; ma, soprattutto, si iscrisse al Pontificio Istituto di Musica Sacra, ove studiò conFerruccio Vignanelli, Licinio Refice, Raffaele Casimiri e Paolo Ferretti, diplomandosi “cum laude” nei tre indirizziprevisti: canto gregoriano e composizione sacra nel 1935, organo due anni più tardi.

Conclusi gli studi in organo nell’aprile 1937, già il mese successivo, con decreto del 28 maggio, la basilica dellaSanta Casa di Loreto lo nominava organista titolare invitandolo ad assumere servizio dal 1° giugno seguente in sosti-tuzione del precedente organista, il fratello Remo, nel frattempo nominato direttore della cappella musicale. Per en-trambi si trattò di una sistemazione definitiva, che li avrebbe tenuti legati a Loreto per tutta la loro vita.

Con lo scoppiare della Seconda Guerra Mondiale, Adamo venne chiamato alle armi. Dal 1941 al 1943 fu tenentedi Fanteria in Jugoslavia e successivamente in Puglia, dal 1944 alla liberazione. Nonostante le difficoltà della guerra,ebbe modo comunque di esprimere il proprio talento musicale, scoprendo e cominciando a praticare un nuovo stru-mento, la fisarmonica, per il quale avrebbe in seguito scritto importanti composizioni. In quegli anni strinse amiciziacon due compagni che si sarebbero distinti nel mondo dello spettacolo, Alberto Ciambricco (poi divenuto celebre sce-neggiatore del Tenente Sheridan e di molti gialli televisivi degli anni Sessanta) e l’attore Ubaldo Lai. Lo stesso Ciam-bricco, in una lettera inviata all’amico Adamo, gli ricordava che a Durazzo «per la prima volta le tue dita sfiorarono pernoi i tasti di una fisarmonica e cancellarono di colpo i pensieri tristi della lontananza da casa, i timori per i pericoli chestavamo per affrontare. Erano musiche allegre, vivaci, scacciapensieri: proprio quelle che ci volevano per noi, in quelmomento. E mentre le suonavi, sul tuo viso pacioso aleggiava un lieve sorriso felice. Tu che eri abituato ad elevati in-

1 Notizie su Adamo Volpi sono state reperite in MATTEO MORANDI, I Volpi in Storie e uomini di Castelverde: il processo evolutivo del paese at-traverso le biografie dei suoi personaggi piu illustri, Cremona, 1996, pp. 95-110; Testimonianze su due vite per la musica: Remo Volpi (1903-1979) e AdamoVolpi (1911-1980), Castelnuovo del Zappa, 1981; di particolare importanza la biografia inedita di Sandro Strologo, messa gentilmente a di-sposizione dalla moglie Maria Antonietta Ragaglia Volpi.

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contri coi grandi della musica sinfonica – Bach, Mendelssohn, Beethoven – ti divertivi a “giocare” con Migliavacca,Semprini, Angelini. E lo facevi per noi, per tutti, ufficiali e soldati, che avevano bisogno di quelle canzoni, di quei mo-menti di serenità». Suonava la fisarmonica durante l’alzabandiera, in qualche messa solenne e, su espresso ordine deisuoi superiori, ogniqualvolta era necessario rallegrare i militari.

Nel frattempo, cominciava a dedicarsi con continuità anche alla composizione, scrivendo mottetti per coro e or-gano da utilizzare durante il servizio liturgico nella basilica lauretana. Diversi brani, infatti, riportano date risalenti aiprimi anni Quaranta, segno che la tragedia del conflitto mondiale non lo distolse dalla sua passione musicale.2

Sopravvissuto alla guerra e rientrato a Loreto, iniziò a dedicarsi pienamente ai suoi due grandi interessi: l’attivitàdi esecutore organista, sia come titolare della basilica lauretana sia come concertista di successo, e la composizione perfisarmonica.

La carriera di concertista d’organo fu veramente notevole, condotta sia in Italia che all’estero. Già negli anni distudio a Roma, il maestro Ferruccio Vignanelli gli aveva pronosticato un sicuro avvenire, cosa che regolarmente av-venne, dimostrata dalla quantità delle esibizioni e da recensioni assai lusinghiere. In particolare, oltre all’ampio reper-torio organistico, da autori antichi come Frescobaldi e Pasquini sino ai moderni Widor e Vierne, Adamo era rinomatoper le sue improvvisazioni. La parte finale di ogni concerto era infatti affidata all’elaborazione estemporanea di un temadato dal pubblico, che egli sapeva solidamente inquadrare in forme musicali precise, ornate con dovizia di colori edeffetti. La capacità di abbinare forme tradizionali a temi gregoriani fu forse la sua abilità maggiore, unita ad una co-noscenza agguerrita dell’armonia. Un giudizio comparso sul Bollettino Ceciliano dell’ottobre 1960 ci pare in propositoassai significativo: «Aderendo poi al desiderio di S. E. Mons. Alcini, il maestro Volpi, sul tema gregoriano “Creator almesiderum” dato dal pubblico e scelto fra tre da S. Ecc. stessa, improvvisava una “Elevazione” e una “Toccata” finale,con rara maestria e consumata tecnica armonistica»; la proprietà formale nell’improvvisazione venne rilevata anche suIl Messaggero del 26 novembre 1953: «Subito il grande compositore si portava alla consolle ed improvvisava una stu-penda “berceuse” che ha suscitato vivissimi applausi».

Non siamo in grado di ricostruire esattamente il lungo elenco dei concerti anche perché era sua consuetudinenon conservare materiale relativo, tipo programmi di sala, depliant, articoli. All’estero suonò a Londra, Glasgow,Manchester, fece una tournée in Spagna (1962); in Italia si esibì a Collevalenza (Santuario, 27 marzo 1963: inaugura-zione del nuovo organo), Mantova (S. Andrea, aprile 1971), Asola (Mn), Napoli (Santuario del Carmine Maggiore),Castelleone di Suasa (Ancona, inaugurazione dell’organo Pinchi 1975), Torino (Auditorium RAI), Mondovì (San-tuario), S. Colombano al Lambro (Lo); poi nella sua terra d’origine, il cremonese (nella chiesa di S. Agata in Cremona,a Casalbuttano, Olmeneta, Paderno Ponchielli, Acquanegra Cremonese, Castelnuovo del Zappa), oltre a molti concertinelle Marche. Ma l’elenco è fortemente in difetto.

In una fase storica dell’organo italiano in cui trionfavano gli strumenti a trasmissione elettrica, Adamo Volpiseppe mostrare grande interesse e rispetto per l’organo antico, non solo per quanto riguarda la presenza nel suo re-pertorio di autori dei secoli passati, ma anche concretamente suonando organi storici e appoggiandone la salvaguar-dia: per questi motivi il Ministero della Pubblica Istruzione lo nominò e confermò Ispettore Onorario per la tutela delpatrimonio organario delle Marche.

A Loreto svolse il suo servizio sino al 1976, anno del pensionamento; dal 1973 aveva anche preso le redini dellaCappella Musicale, dopo il ritiro del fratello Remo. L’apporto dato da Adamo al Santuario lauretano non riguarda sol-tanto il servizio liturgico, svolto sempre in modo impeccabile e con momenti di particolare solennità quali l’AnnoSanto del 1950, l’Anno Mariano del 1954 o la visita di Giovanni XXIII nel 1962. Al pari del fratello Remo, maestro dicappella, anche Adamo scrisse numerose composizioni per il coro della basilica: due messe solenni e una gran quan-tità di mottetti per le varie festività e le ricorrenze mariane, oltre a pezzi accademici e d’occasione con accompagna-mento d’organo o pianoforte. Il suo Oremus pro Pontifice per coro a 4 voci divenne brano fisso nelle varie edizioni dellaRassegna Internazionale delle Cappelle Musicali che si svolge annualmente a Loreto dal 1960. Scrisse anche dei pezziper organo, pubblicati per l’Editore Schola di Luigi Picchi (Como) anche se i suoi brani che lui stesso eseguiva in con-certo erano prevalentemente il Preludio op. 31 e la Fileuse, originariamente composti per fisarmonica.

Dal 1966 divenne insegnante di Organo e Composizione organistica al Conservatorio di Bari, nominato dall’al-lora direttore – nonché amico personale – il compositore Nino Rota. Il legame d’amicizia con Rota è testimoniato ancheda visite ed esecuzioni musicali a Loreto, lettere e frequenti collaborazioni. Dopo alcuni anni di insegnamento a Bari,Volpi ottenne il trasferimento presso il più vicino Conservatorio di Pesaro.

2 Si vedano, ad esempio, la Missa Spiritualis, datata 27 febbraio 1941; il Tota pulchra in Mi fu scritto invece nel novembre 1944.

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Ma il nome di Adamo Volpi occupa un posto di primo piano a livello internazionale nella musica per fisarmo-nica. Già nel 1948 vinse un concorso di composizione per questo strumento: affermazione che gli additò un camminovisto che proprio a quegli anni dell’immediato dopoguerra risalgono i primi pezzi da lui scritti, entrati immediatamentenel repertorio dei fisarmonicisti: il Moto perpetuo (1948), il Preludio op. 31 (1949) e la Fileuse (1950), tutti pubblicati dal-l’Editore Farfisa di Ancona. Nel settembre 1949 fu presidente della giuria del 3° Concorso Nazionale di Ancona, men-tre nel 1951 si affacciò alla ribalta internazionale partecipando come componente di giuria al 1° Trofeo Mondiale diFisarmonica di Londra. In quest’occasione era previsto come pezzo d’obbligo il suo brano Festival Fantasy, pubblicatodal prestigioso editore inglese M.A.P. (Modern Accordion Pubblications), cui fecero seguito numerosi altri brani.

Sul finire degli anni Quaranta ebbe come allievo di armonia Gervasio Marcosignori, poi divenuto uno dei mag-giori fisarmonicisti della scena internazionale, con il quale continuò un ottimo rapporto di amicizia e di collabora-zione artistica che si concretizzò in un insolito duo pianoforte-fisarmonica.3 Anche per questo particolare assortimentostrumentale Adamo scrisse alcuni pezzi, tra cui il Divertimento n. 1 e n. 2.

Le numerose composizioni di Adamo Volpi sono ormai divenute abituali nel repertorio dei fisarmonicisti. Ungiudizio sintetico e pertinente ci è offerto dal direttore della rivista «Fisarmonica» Bio Boccosi: «Adamo Volpi è con-siderato oggi uno dei migliori autori di musiche originali di fisarmonica nel mondo. Con alcune delle composizioni,quali il Preludio op. 31, La Fileuse, il Concertino in re minore, il Valzer in la maggiore, lo Studio in si minore, i due Divertimentiper piano e fisarmonica, l’Intermezzo, lo Scherzo per sestetto ha saputo efficacemente contribuire ad elevare la fisarmo-nica ad un livello d’arte quasi sconosciuto in passato, sino a divenirne un classico». A lui è stato intitolato l’importanteConcorso Nazionale di Fisarmonica di Loreto (Premio Adamo Volpi).

Al 1976 risale il matrimonio con una sua giovane allieva di pianoforte, Maria Antonietta Ragaglia, ora presidentedell’Associazione Lauretana “A. Volpi”. La morte lo colse improvvisamente a Loreto il 30 dicembre 1980.

Onorificenze ricevute da Adamo Volpi

- Commendatore dell’Ordine di San Silvestro papa, conferitagli da papa Giovanni XXIII- Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere (Ministero della Cultura)

3 Gervasio Marcosignori è nato a Castelfidardo (An) nel 1927. Fisarmonicista prodigioso e precocissimo (a 7 anni suonava a Roma da-vanti a Mussolini), ha svolto una grande carriera internazionale: celebre la sua esibizione nel festival per l’incoronazione della regina Elisabetta:in quell’occasione la stampa inglese lo definì il “poeta della fisarmonica”. Nel 1959 vinse l’Oscar mondiale della fisarmonica. Per questo stru-mento ha pubblicato un metodo didattico in tre volumi (Tecnica della fisarmonica, Ed. Berben, Ancona) e ha inciso disco per le case discografi-che Decca e Cetra.

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Documenti e testimonianze

1) Ricordo della moglie Maria Antonietta Ragaglia (Loreto, 15 febbraio 2010)1

Anche nei miei più lontani ricordi c’è sempre Adamo Volpi.Da bambinetta di non più di quattro o cinque anni, ricordo che Adamo mi portava con lui quando andava a suonare in Basi-

lica: io sedevo buona buona accanto a lui sulla panca dell’organo e guardavo i cantori davanti a me. È stato il mio primo impattocon il mondo musicale proseguito poi, quando a sei anni (ho ancora un ricordo vivissimo di quel momento), Adamo – che al-lora chiamavo “Maestro” – mi fece sedere sulle sue gambe e mi mise davanti un foglio di musica con le sette note: così feci il mioingresso in quel mondo fantastico della musica.Ad Adamo piaceva insegnare ed ha sempre insegnato, prima privatamente poi come docente di Organo e Composizione or-

ganistica al Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari e, in seguito, al Conservatorio “Rossini” di Pesaro. Mi raccontava che nel’68 ha anche lui avuto a Bari una piccola contestazione che ha saputo risolvere subito. Un allievo si ribellava al suo stato di inse-gnante: egli, gran maestro qual era, senza dire una parola si mise all’organo ed eseguì una sonata tutta incentrata sui pedali, poiscese dalla panca e con molta calma invitò l’allievo a fare altrettanto. Il ragazzo, un po’ confuso, rispose che non ne sarebbe statocapace ed il maestro, sempre calmo, replicò: «quando saprai fare quello che so fare io, allora saremo pari e potremo discutere: perora io insegno e tu studi!»A me ha insegnato tutto: mi ha insegnato musica, dato ripetizione di latino, mi ha perfino insegnato a nuotare. Era un uomo

straordinario. Buono, sempre pacato, sereno e gentile, pur essendo un musicista abbastanza famoso, non si negava mai. Sem-pre disponibile ad accompagnarci al pianoforte o alla fisarmonica nelle varie iniziative dell’Azione Cattolica e dei Salesiani.Non disdegnava neanche di suonare la Pasquella percorrendo le vie di Loreto suonando la fisarmonica accompagnato da al-cuni Cantori della Cappella che cantavano canti popolari. Quando veniva chiamato per provare un organo non si risparmiava,prima saggiava l’organo, poi non rifiutava mai di soddisfare le richieste che gli venivano rivolte sempre più, vista la sua di-sponibilità: e così improvvisava veri e propri concerti, contento di mettere a disposizione degli altri la sua passione per que-sto strumento.Ha avuto per amici uomini illustri come Alberto Ciambricco (il creatore del “Tenente Sheridan” e di altri gialli televisivi degli

anni Sessanta) ed Ubaldo Lai, conosciuti nei tempi duri della Seconda Guerra Mondiale e per questo legati da una profonda ami-cizia. L’amicizia di Alberto Ciambricco è sopravvissuta alla morte di Adamo: io, in particolare, lo ricordo con grande affetto per-ché è stato un sincero amico ed un suo grandissimo ammiratore. Mi ha raccontato che durante la guerra, mentre erano inJugoslavia, la notte di Natale Adamo volle offrire ai suoi commilitoni la parvenza di un Natale in Italia: munito di fisarmonica,insieme ad un suo compagno che suonava il triangolo, nascosto dietro l’altare, allietò la messa natalizia non dimenticando che,anche in guerra, lui si sentiva soprattutto un musicista.Un altro grande personaggio che Adamo incontrava sempre quando veniva a Loreto è stato il tenore Beniamino Gigli. Adamo

lo accompagnava sempre sia al pianoforte sia all’organo quando il tenore cantava in Basilica. Un giorno lo fece conoscere anchea me. Spesso venivano a Loreto dei tenori per farsi ascoltare dal celebre Gigli e così Adamo veniva subito chiamato dal maestroper accompagnarli con il bellissimo pianoforte bianco di Villa Gigli. Un giorno portò anche me, che ero una ragazzetta di dodicio tredici anni e ricordo che Gigli, dopo avermi mostrato alcuni doni ricevuti nel suo viaggio in Giappone, tra i quali una gab-bietta con dentro un uccellino finto che fischiava, ci riaccompagnò a Loreto con la sua auto.Un altro grande amico che frequentò anche casa nostra fu il maestro Nino Rota, all’epoca direttore del Conservatorio di Bari,

ove Adamo insegnava. Anche lui era un uomo semplice, ma di grande talento. Ricordo che Adamo aveva invitato Rota a dirigereuna sua Messa polifonica che doveva essere eseguita durante la Rassegna delle Cappelle Musicali che da tempo veniva organiz-zata a Loreto. Mi impressionò molto il fatto che due maestri con una carriera musicale ormai piuttusto lunga e famosa alle spalle

1 Si ringrazia la signora Maria Antonietta Ragaglia per la preziosa collaborazione.

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abbiano passato ore ed ore a provare quella composizione all’organo di casa nostra. Il maestro Rota con estrema gentilezza spie-gava ad Adamo ciò che lui aveva inteso nel comporre quella musica e come secondo lui essa andasse eseguita; Adamo, dal cantosuo, era emozionato come un giovane musicista al primo concerto, tanto era la sua ammirazione per il coetaneo Rota. Ma lastima era reciproca perché anche il celebre compositore chiedeva sempre ad Adamo consigli pratici quando si accingeva a scri-vere per organo o per fisarmonica.Durante una malattia di Adamo, il maestro Rota mi chiamava quasi tutte le sere e trascorrevamo parecchio tempo al telefono.

Quando Adamo venne ricoverato all’Ospedale di Recanati, Rota lo chiamò al telefono. All’infermiere che rispose si presentò di-cendo: «Sono Rota, vorrei parlare con il maestro Volpi». Sentendo quel cognome, l’infermiere restò quasi bloccato e disse:«…Rota, …Rota, quello famoso?», al che il maestro semplicemente rispose: «Non so se sono famoso, ma sono io!», e mentre melo raccontava sorrideva.Adamo era consapevole di avere talento e mi diceva: «Io ho talento ma non è merito mio, il mio merito è quello di avere stu-

diato tanto» e terminava osservandomi: «Anche tu hai talento, ma non studi».Adamo amava molto l’organo, era un “bachiano” convinto; poi veniva il pianoforte, per il quale nutriva una autentica passione.

Prese lezioni dal noto maestro Pietro Boccaccini, già allievo di Liszt, nonché docente di suo fratello Remo, qualche anno prima:pur essendo già diplomato, Adamo non esitò a farsi reimpostare la mano secondo il metodo del celebre maestro romano. Nel-l’ordine delle preferenze seguiva poi il violino, che aveva studiato per un paio d’anni ma in seguito abbandonato perché gli pro-curava i calli alle dita, impedendogli così di suonare bene sia l’organo che il pianoforte. Aveva una grande ammirazione per ilmaestro Uto Ughi.Ma lo strumento che gli ha dato fama a livello internazionale è stata la fisarmonica. Insieme ad altri maestri ha decisamente

contribuito, attraverso le sue numerose composizioni, a togliere questo strumento “dalle aie dei contadini”, conferendogli una veradignità artistica. Insieme al grande Gervasio Marcosignori ha compiuto tournée in Inghilterra con concerti per pianoforte e fisar-monica riscuotendo un enorme successo. Il maestro Marcosignori mi raccontava che ad un concerto da lui tenuto a Londra in unatrasmissione per Radio Londra intitolata “Music for you”, quando terminò di eseguire il pezzo di Adamo Preludio op. 31 vide consua grande meraviglia tutta l’orchestra alzarsi in piedi ed applaudire. Scrisse subito un telegramma ad Adamo riferendogli delgrande successo del brano. Adamo non parlava mai dei suoi successi e quando lo rimproveravo mi diceva: «è il mio mestiere, avolte fischiano, a volte applaudono».Dopo il nostro matrimonio non ha più tenuto concerti se non in mia presenza: sistematicamente mi faceva voltare le pagine

e se suonava su organi antichi, oltre a questo, voleva che lo aiutassi nel cambio dei registri. Questo mi metteva in grande agita-zione e lui mi diceva sorridendo: «ma cosa temi? Il concerto lo faccio io!».Quando sedeva alla panca dell’organo cambiava completamente, si trasformava, sembrava un tutt’uno con lo strumento che

possedeva in maniera prodigiosa. Quasi tutto il repertorio veniva suonato a memoria (i libri sul leggìo stavano quasi per pura for-malità). Immancabilmente terminava i concerti con quello che solamente i grandi musicisti in possesso sia di talento che di grandestudio hanno fatto nei tempi passati, ossia un’improvvisazione su tema dato dal pubblico. Ed io lo guardavo suonare ammirata,guardavo le mani che scorrevano con sicurezza sulla tastiera ed i piedi che sembravano volare sulla pedaliera e mi dicevo: «maquest’uomo prodigioso è veramente mio marito?». Quando alla fine del concerto mi cercava sorridendo dicendomi «andiamoMarì», allora mi rispondevo: «Sì, è proprio mio marito».

2) Franco Albonetti, Colloquio con il maestro Adamo Volpi («L’Avvenire d’Italia», 23 ottobre 1953)2

Il pensiero di intervistare il maestro Volpi in una chiesa deserta in quell’ora tarda, mi intimidiva un poco. Intanto lo guardavocercando le parole per incominciare la mia intervista. Il maestro Volpi è una specie di gigante bonario dalla vasta fronte. Suonavacon gli occhi chiusi senza muoversi. Solo le mani scivolavano sulla tastiera toccando appena i tasti. Il gigante buono assaggiaval’organo elettrico. La prima domanda che rivolsi al maestro riguardò proprio il moderno strumento che ha tanti difetti quantevirtù. Il maestro Volpi è un uomo giovane, senza gesti, di poche parole. Ma la musica lo penetra profondamente, lo fa vibrarenell’intimo anche se nel suo aspetto esterno non tradisce la commozione… Gli chiedo se oltre le sue normali attività ne svolgealtre. Mi parla dei suoi concerti a Roma ed a Londra. Di quest’ultimo si occupò anche l’autorevole “Times”. Prosegue parlan-domi di un contratto propostogli dall’Australia che il maestro ha rifiutato. Non è facile intervistarlo, bisogna cavargli le parole dibocca; ma proprio perché lo vedo così virilmente schivo mi piace. Gli domando se compone.Risponde di sì quasi a malincuore, come se scoprire il suo talento gli costasse fatica. Compone musica sacra: mottetti, messe

ed anche pezzi per concerto d’organo. A questo punto gli dico che la musica profana per organo mi sembra una stonatura. Sor-

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2 Testo tratto dalla biografia inedita di Sandro Strologo.

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ride. Dice che all’estero questa prevenzione è ampiamente superata: in Inghilterra e in America è una cosa comunissima la mu-sica jazz per organo, specialmente l’organo elettrico. Il maestro comincia subito a darcene una prova e nel silenzio stupefatto dellachiesa risuona musica brillante.Faccio un’altra domanda: «Secondo lei la musica sacra potrà modernizzarsi?» Il maestro Volpi risponde sorridendo: «La mu-

sica sacra potrà trovare vie nuove se, pur modernizzandosi, saprà restare fedele agli insegnamenti del Motu proprio di Pio X».Lo sguardo è saldo come una roccia. Anche se le sue parole sono contate, la musica gli vibra dentro. Lasciandolo, sentivo di avervisto un uomo con i piedi ben piantati sulla terra e l’anima pronta a percepire le più profonde armonie.

3) Ricordo di Alberto Ciambricco3

Ti abbiamo voluto – ti vogliamo – bene per quella tua fisarmonica che ci ha accompagnati sempre: nel periodo triste e amarodella nostra permanenza in Jugoslavia, ma anche e soprattutto nei giorni dell’attesa a Mesagne, a Cristiano, a Massafra, quandocon trepida ansia aspettavamo di ricongiungerci alle nostre famiglie, dalle quali ci dividevano le assurde, tremende ultime frangedi una guerra che dilaniava la nostra terra, distruggeva le nostre case e uccideva civili inermi. Forse anche i nostri cari.Ti abbiamo voluto – ti vogliamo – bene per la pazienza e la serenità, una serenità francescana, con cui affrontavi pericoli e sa-

crifici, insegnando a tutti che il proprio dovere va compiuto senza stimoli esterni, ma traendo dal di dentro, dalla nostra co-scienza, la spinta necessaria: un atto di volontà, non di costrizione. Eravamo soldati con le stellette e il nostro dovere era diservire, senza condizionamenti politici, il nostro Paese, anche se nessuno di noi, e tu meno di tutti, amava la guerra.Ti abbiamo voluto – ti vogliamo – bene per il divertimento che ci procuravi col racconto delle fatiche del mulo che doveva,

ogni tanto, trasportare la tua mole di gigante buono; per la semplicità e il distacco con cui parlavi dei tuoi problemi fisiologici –la fame insaziabile che combattevi con decine di uova e pagnotte fuori misura – che tormentavano le tue notti montenegrine.Ti abbiamo voluto – ti vogliamo – bene perché sei stato un punto di riferimento per tutti noi per la bontà d’animo, per il

tratto umanissimo e civile dei rapporti con i commilitoni, ma soprattutto con i tuoi soldati, per il pudore con cui minimizzavi, oaddirittura nascondevi, le tue altissime capacità artistiche…

4) Ricordo di padre Italo Santucci (SDB, Società Salesiana don Giovanni Bosco)4

Il maestro, come è noto, era un uomo di poche parole, ma cordiale e generoso. Penso che a suo completo agio parlasse solocon le note e con le tastiere. La sua figura imponente, calma, posata, sembrava in continua meditazione coi grandi della musica:Bach, Beethoven, Palestrina, Franck… Viveva per la musica. Durante le sue lezioni si limitava a poche ed essenziali norme e cor-rezioni. Badava molto all’espressione e alla dinamica dei brani musicali. Da ogni pezzo desiderava che ricavassimo la maggior forzaespressiva, protesi alla ricerca dell’anima delle composizioni. Le sue esecuzioni erano sempre una nuova creazione e non una piùo meno pallida ripetizione delle note scritte da altri. Per quanto mi riguarda come allievo, ricordo con affetto e devozione lagrande pazienza che aveva nell’ascoltare le mie lezioni, che procedevano non proprio speditamente, a causa della mancanza distudio, dovuta alle molteplici occupazioni alle quali dovevo attendere. Non ebbe mai una parola o un’espressione che suonassedi rammarico o rimprovero per i miei progressi, che richiedevano tempi lunghi. Una volta, durante le vacanze estive, gli portaicome lezione un preludio di Bach del Clavicembalo ben temperato. Lo avevo studiato qualche anno prima con un altro insegnantee perciò lo eseguii con una certa scioltezza. Ne rimase piacevolmente sorpreso e mi disse: «Questa volta ha studiato bene, si vedeche durante le vacanze della scuola ha più tempo per prepararsi».Conservo sempre di lui una stupita ammirazione per la rapidità fulminea con cui adattava i brani musicali a più voci; ogni

volta che lo pregavo di farmi questo favore, pareva che stesse scrivendo parole, tanto rapidamente disponeva le voci, piuttostoche elaborazioni di polifonie a più voci… Quando da Loreto fui trasferito a Macerata, qualche volta invitavo il maestro ad ac-compagnarmi all’organo, in occasione dei concerti che davamo ogni tanto. Accettava subito, come sempre faceva con noi Sale-siani, e veniva con gioia. Era un lettore formidabile e “aggrediva” i pezzi con un piglio risoluto e autorevole, dovuto alla sua noncomune preparazione tecnica. I suoi allievi di pianoforte e di fisarmonica (strumento che egli aveva studiato durante la prigio-nia) si riconoscevano subito, perché mostravano lo stesso “sprint” che avevano assimilato da lui.Un altro pregio, molto raro negli organisti, era la facilità e la prontezza con cui a conclusione dei suoi concerti improvvisava

all’organo. Chiedeva a uno qualunque degli uditori quattro o cinque note, a caso. Le leggeva, vi pensava su qualche istante per

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3 Idem.4 Idem.

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decidere quale genere di composizione dovesse scegliere, quindi metteva le mani sulla tastiera e suonava, suonava senza mai unattimo di esitazione. Lascio immaginare lo stupore dell’uditorio e l’entusiasmo con cui applaudiva!... Tra le sue composizioni ri-cordo, in particolare, una originalissima Pastorale per organo e coro a quattro voci, che io continuo ad eseguire ad ogni Natale ead ogni concerto e una Preghiera per soprano solo e coro a quattro voci sulle parole del Petrarca, che eseguimmo a Macerata in-sieme con lui, una deliziosa Barcarola a due voci che io pregai mi mettesse a quattro voci, un classico Preludio per organo, ridottoanche per fisarmonica e un altro brano che egli eseguiva in ogni concerto: la Fileuse, raccogliendo sempre applausi.5 Memorabilierano i suoi concerti, che teneva in Italia e all’estero per organo solo, per pianoforte e fisarmonica (un genere addirittura nuovoe audace) nei quali era suo partner il fisarmonicista Marcosignori…

5) Intervista di Luciano Panena6

Adamo Volpi lo troviamo vivo in una intervista che egli ci ha rilasciato nell’autunno del 1975 a Loreto, nella quiete della sua casadi via Asdrubali. Adamo Volpi qui si rivela. Nella semplicità del suo costume sta la vera dimensione della sconfinata grandezza dellasua anima. Sono stati momenti brevi ma indimenticabili per coloro che hanno avuto gioia di viverli. Via Asdrubali, una viuzza so-litaria ed antica costeggiata da piccole case. Il maestro Adamo Volpi abita qui, al n. 10. Squilla il campanello. Il maestro Volpi ciapre. Un piccolo angolo di Cremona ci si schiude. Cartolina con violini, volti noti di Stradivari, Ponchielli, Monteverdi, vedute delnostro Duomo, del Torrazzo. Pacata la sua voce. Dolce il suo gesto. Il suo conversare fluisce in una compostezza tutta padana. Rie-voca alcuni suoi amici d’infanzia. Il maestro Federico Caudana, il cui busto è stato messo, giustamente, a lato della Cattedrale.«Il maestro Caudana ha dominato questo mondo con la potenza delle sue armonie. Fra noi allievi suoi, ricordo personalmente

Vincenzo Germani, prematuramente scomparso. Un uomo tutto di un pezzo. Molte volte sono andato a concertare a S. Agatasul suo organo. Un caro amico sfortunato e buono. Ricorda altri nomi. Il nostro sguardo corre sulle pareti dove la musica vive,sui mobili, dove con pittoresco disordine sono sparsi libri: Bach, Frescobaldi.La mia vita qui a Loreto è tranquilla. Nei giorni di festa sono lassù, sull’organo della Basilica. Durante la settimana corro a Bari

dove insegno in quel Conservatorio. La monotonia di questa vita è rotta dai viaggi per il mondo dove avvengono i miei concerti.Durante gli stessi trovo tanta gente gentile e piena di premure nei miei riguardi e questo è un fatto che mi conforta. Vuol direche la gente ama la mia musica. La mia fatica quindi non è vana».

Attualmente si fa un gran parlare dei Conservatori, più in male che in bene. Che cosa ci dice del “Piccinni” di Bari ed in particolare del suo di-rettore il maestro Nino Rota?«Sono parecchi anni che insegno a Bari e la vita nei Conservatori non è molto cambiata. Si studia con volontà e molti giovani

si preparano con serietà alla professione. Molto merito va comunque ascritto sia al corpo insegnante che al maestro Rota, unodei musicisti che non ha mai tradito la melodia. Nino Rota per me è un amico, un grande amico.Da anni lo vorrebbero a Roma, ma egli resiste imperterrito al “Piccinni”. Ama il Conservatorio ormai come un figlio e tutti

gli vogliono bene. Ci è giunta la notizia che la sua opera “Il cappello di paglia di Firenze” è stata incisa per i tipi della RCA».Maestro Volpi, non rimpiange mai la pianura padana?«No, mai. Mi trovo molto bene a Loreto. Quando posso faccio una corsa a Castelnuovo del Zappa, in quella terra santa, dove

riposa la mia “gente”».Durante l’estate questa riviera si anima. Lei la frequenta oppure rimane qui “arroccato” nella sua Loreto?«Una volta quando ero fanciullo pensavo al mare con grande entusiasmo. Sognavo bagni e tuffi. Ora non più. Troppa folla,

troppa gente».Sì, troppa gente, pensiamo noi, per un artista impegnato e serio come Adamo Volpi, troppo chiasso, troppe musiche mal com-

binate perché non si turbi questa sensibilità acuta rivolta costantemente alle grandi armonie. Le grandi armonie Adamo Volpi leproduce in casa propria. Nella stanza attigua a quella nella quale noi conversiamo stanno due pianoforti e un magnifico organo acanne. Questi strumenti aspettano il ‘tocco’ di quelle mani e quelle mani non si fanno pregare, Adamo Volpi concerta per noi. L’or-gano possiede ottocento canne. La cifra pare astronomica a mio figlio Sebastiano che se la imprime in mente. Siamo colpiti dal fluiredi quei suoni, dalla lucidità di quelle voci. Guidati dalla sua prodigiosa dottrina musicale, dalla profonda sensibilità, dalla varietà deitoni, dalla colorazione effettuale data a questo brano di Frescobaldi rimaniamo “presi”. Un mondo forse contemporaneamente gliritorna in mente. Un mondo che sembra tanto lontano ma gli è sempre vicino. Il mondo della sua “gente”. Il padre, un povero or-ganista di paese. La madre, una dolce donna intenta ad accudire moltissimi figli. I suoi fratelli. La sua terra. Quella terra che gli hadonato un bagaglio di interiore onestà. Un tesoro del quale egli va oggi particolarmente fiero. I registri si addolciscono. Non è piùl’organista, il concertista internazionale che suona. È solo un uomo che racconta con ritempranti armonie una storia, la sua storia.È la conclusione di una intervista, fatta di novembre, sotto lo splendido ed ancora azzurro cielo di Loreto.

5 I brani citati sono contenuti nella presente edizione alle pagine 326 (Preghiera), 347 (Barcarola), 403 (Preludio per organo) e 388 (LaFileuse. Non ci risulta una Pastorale a 4 voci, ma vari brani natalizi a tre.

6 Cfr. Testimonianze su due vite per la musica: Remo Volpi (1903-1979) e Adamo Volpi (1911-1980), Castelnuovo del Zappa, 1981, pp. 14-15.

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6) Ricordo di mons. Antonio Parisi7

Ho conosciuto il maestro Adamo Volpi nel Conservatorio di Bari negli anni ’70, frequentavo la sua classe di organo. Diret-tore del Conservatorio era il maestro Nino Rota. Ricordo che sceglieva i docenti personalmente e li chiamava direttamente, senzabisogno di graduatorie o classifiche varie. Chi era il maestro Volpi? Un gentiluomo d’altri tempi: ingenuo e dolce come un bam-bino, di una religiosità profonda e concreta, onesto senza tentennamenti, discreto e riservato, nobile d’animo.Ma vorrei soffermarmi sulla sua figura di musicista: un vero talento, musicista completo, come organista, compositore, didatta,

improvvisatore, accompagnatore.L’organo è stata la sua grande passione: ha realizzato centinaia e centinaia di concerti in tutta Italia, su ogni organo, dal più

piccolo al più grande. Attento nel mettere insieme un programma; mi ripeteva che in ogni concerto bisognava inserire brani pia-cevoli, che tenessero viva l’attenzione del pubblico. Adattava anche su un organo piccolo ad una tastiera la toccata e fuga in reminore di Bach, perché la gente la voleva ascoltare sempre. Suonava tutto a memoria. Un repertorio vastissimo, di tutte le epo-che e di tutte le scuole nazionali, fino ai musicisti di inizio Novecento. Non aveva eccessive preoccupazioni di carattere filolo-gico, era attento invece a non annoiare la gente e ad educarla al suono d’organo. Ha suonato in città importanti e in paesi sperduti;non ha mai creato problemi di carattere economico, era contento di suonare: era la sua vita.Volpi era anche un compositore raffinato e originale. Buon fisarmonicista, ha dedicato a questo strumento brani belli e origi-

nali, entrati ormai nel repertorio di ogni suonatore di fisarmonica. Mi raccontava che durante la guerra, una notte di Natale, luisoldato, ha accompagnato la Messa di mezzanotte con la fisarmonica, facendosi accompagnare da un soldato che suonava un trian-golo. Era nascosto dietro l’altare e le sue melodie natalizie suscitavano emozioni intense e lacrime nei presenti.Ha composto molta musica di chiesa, sempre dal carattere profondo ed elegante nella scrittura. Spesso, i suoi temi musi-

cali di riferimento erano presi dal gregoriano, che conosceva a memoria. Tali temi li sviluppava, li modificava, li elaborava conuna naturalezza compositiva impressionante. Scrisse parecchi brani per coro, altri per voce solista e organo. Si cimentavaanche nello scrivere canti per voce e pianoforte, utili per le varie accademie che organizzava insieme al fratello Remo pressola basilica di Loreto.Ho conosciuto anche un didatta dalle doti eccezionali. Pignolo, ma con dolcezza, attento ad ogni particolare; conosceva la dote

della gradualità, sapeva aspettare i tempi di maturazione di ogni alunno; consigliava anche di interrompere eventualmente glistudi, se vedeva poco interesse e poca voglia di studiare. Insegnava con semplicità l’armonia e il contrappunto, in un graduale pro-cedere di interesse per lo sviluppo della bella melodia. Ogni sua osservazione era precisa e le soluzioni armoniche che proponevaerano le più consone; risolveva le situazioni armoniche più ingarbugliate, senza mai cedere niente a realizzazioni scontate o dicattivo gusto armonico e melodico.Volpi fu anche un grande improvvisatore e un grande accompagnatore di cantanti e vari strumentisti. In ogni concerto inse-

riva al termine del programma ufficiale una improvvisazione su tema che il pubblico gli affidava. Metteva in luce tutta la suamaestria ed evidenziava la grande preparazione musicale che possedeva. Il tema lo trasportava da una tastiera all’altra, da una vocead un’altra voce, con cambi di registrazione che evidenziavano la perfetta padronanza dello strumento.Ricordo, a volte in Conservatorio durante gli esami finali di parecchi strumenti, per la prova di lettura, mancava un pianista

accompagnatore, allora Rota subito interveniva: «Chiamate Adamo!» e lui prontamente si sedeva al pianoforte e leggeva a primavista spartiti anche di estrema difficoltà. Rota lo stimava molto e lui, come un bambino contento, mi diceva: «Sai Rota mi ha datola sua sonata d’organo per una verifica».Vorrei concludere questi ricordi, affermando che Adamo Volpi è stato prima di tutto un organista di chiesa. Essendo la basi-

lica di Loreto basilica pontificia, lui era stato assunto direttamente dal Vaticano, e tale compito lo ha svolto con una religiositàprofonda, consapevole di svolgere un servizio ecclesiale. Quanta musica scritta per il Santuario di Loreto, per il suo coro, per isolisti. E le feste solenni, come le domeniche ordinarie, lo vedevano sempre impegnato al grande organo della basilica.

7) Recensioni ai concerti d’organo8

1. «La Provincia» (Cremona), 13 giugno 1951Adamo Volpi è un musicista completo, preciso. Le sue interpretazioni sono apparse tutte serene, commosse, lontane dal con-

venzionalismo ed ispirate invece ad una superba musicalità che sa affrontare con profonda cognizione lo stile ed il carattere diogni compositore e che di ognuno di essi sa cogliere le caratteristiche più felici. Al termine del concerto Adamo Volpi ha im-

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7 Mons. Parisi è stato allievo di Adamo Volpi al Conservatorio di Bari; ora è consulente per la musica liturgica presso l’Ufficio Litur-gico Nazionale della CEI.

8 Testimonianze tratte dal citato studio inedito di Sandro Strologo.

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provvisato su di un tema proposto da uno spettatore. Ed anche in questo campo l’organista ha dimostrato una grande facilità,così che la composizione che ne è uscita è apparsa convincente, spontanea, gradevole. Non una esitazione, non un momento diincertezza nello sviluppo del tema, ma uno scorrere fluido, logico, che faceva pensare che non poteva essere che così, che soloin quel modo quel tema poteva svilupparsi, svolgersi e morire.

2. «La Voce Adriatica», 26 ottobre 1953Adamo Volpi è organista di valore non comune e come tale ha molti ammiratori in Italia e all’estero… un concertista nel quale

fin dalle primissime battute senti la classe… Adamo Volpi (preghiamo i colleghi della critica di prenderne buona nota) ha pienodiritto di essere classificato tra i primi organisti italiani… ha fatto una convincente esposizione della sua agguerritissima tecnica,dell’uso intelligente della registrazione e della pedalizzazione.

3. «Il Messaggero», 26 novembre 1953Sin dal principio il numeroso pubblico è rimasto affascinato dall’arte del M° Adamo Volpi che attraverso una esecuzione da

grande ed originale artista qual egli è ha saputo toccare le più intime fibre dell’animo umano. Quanti conoscevano “Soeur Mo-nique” di Couperin sono rimasti sorpresi dal nuovo personalissimo gioco di voci e registri escogitato dal maestro cremonese nellasua interpretazione. Lo stesso dicasi degli altri brani di musica resi vivi e toccanti dal suo grande virtuosismo e più ancora dallasua sensibilissima e potente verve musicale. Grandissima impressione hanno fatto le composizioni di Volpi, specialmente la “Fi-leuse”, che il maestro è stato costretto a bissare. Ciò che più di tutto ha colpito, è stato l’ultimo numero del programma, quandorichiesto al pubblico un tema per l’improvvisazione, il M° Volpi si è fatto innanzi a raccogliere un tema stilato sul momento dalM° Terribili. Subito il grande compositore si portava alla consolle ed improvvisava una stupenda “Berceuse” che ha suscitato vi-vissimi applausi.Sicuro ad onta delle difficoltà che lo strumento gli veniva a creare. Dotato di un tocco morbido e legatissimo, di una scioltezza

di pedali, Volpi mette le sue qualità tecniche al servizio esclusivo dell’emozione artistica, ricreando veramente lo spirito delle mu-siche di Bach, di Franck e di Bossi…

4. «Il Messaggero», 1° dicembre 1953Sotto il tocco delicato ed esatto di Adamo Volpi, il magnifico organo della Basilica ha emesso suoni meravigliosi, ad un gio-

iello della tecnica ha corrisposto la valentia del musicista. Egli ha saputo infatti trarre dalla voce dell’istrumento ogni sfumaturaed ogni effetto… non sappiamo se ammirare di più la tecnica, la lindura del tocco dell’artista o la sua estrema, addirittura ispi-rata sensibilità.

5. «Popolo nuovo» (Torino), 27 aprile 1954…quanto al Volpi si può dire che si è dimostrato un sicuro e magnifico dominatore dello strumento, quasi un virtuoso… Egli

fu assai festeggiato anche dopo un saggio (raro ai tempi nostri) d’improvvisazione su tema fornitogli da un ascoltatore (e, si puòassicurare, senza preventiva intesa).

6. «Il Resto del Carlino», 17 aprile 1956In ogni singolo brano, il maestro Volpi ha potuto mettere in luce una finezza d’interpretazione e di sensibilità artistica vera-

mente stupendi.

7. «L’Osservatore Piceno» (Macerata), 22 maggio 1956I Salesiani hanno voluto far conoscere alla cittadinanza il valore di uno dei più quotati organisti che l’Italia conti: Adamo Volpi.

Per una tradizione che si vorrebbe imitata alla fine ha improvvisato su tema dato (“Salve Regina” gregoriano) come si praticavaun tempo dagli antichi, da Cavazzoni a Bach, da Luzzaschi a Liszt, suscitando l’entusiasmo dell’assemblea per la originalità dellemodulazioni, per gli impasti armonici e per la brillante soluzione finale.

8. «La Gazzetta di Mondovì», 30 marzo 1957Scriviamo queste note appassionatamente, mentre ci cantano nell’anima (e ci cantino sempre!) le delizie delle ore di autentica

arte che al bel pubblico monregalese offrì l’esimio M° Adamo Volpi. Oltre i classici poderosi pezzi eseguiti tutti senza spartito,da questo “bravissimo”, … che dire delle tre “improvvisazioni” elaborate magistralmente, con le quali l’esecutore provocò lo sca-tenarsi di quelle entusiastiche ovazioni?

9. «La Gazzetta di Mondovì», 16 aprile 1957Il maestro Volpi è uno dei concertisti più noti e preparati d’Italia per tecnica, fantasia, gusto interpretativo e immediatezza di

comunicazione. Ma è anche il più brillante improvvisatore, e questa dote, già ammirata da noi al congresso organistico del 1955,formerà il cardine del concerto. Il M° Volpi dovrà improvvisare due brani da concerto su tema dato: il primo con sviluppo clas-sico di “preludio” ed il secondo “a fantasia”.

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10. «Il Messaggero», 17 maggio 1957Sembrava un insaziabile ricercatore di timbri nuovi… quella sera la voce degli Angeli erano le magiche mani di Adamo Volpi…

nella seconda parte apprezzammo il finale veramente singolare del suo concerto costituito da improvvisazione su tema dato dalpubblico… l’improvvisazione è cosa riservata a pochi eletti… i grandi maestri del sette-ottocento ne furono i rari esempi… inquesta improvvisazione ebbi più da vicino l’opportunità di apprezzare la formazione musicale e le versatilità naturali che racchiudeil maestro Volpi in una manifestazione di tecnica più unica che rara.

11. «La Voce Adriatica», 12 maggio 1958Programma di alto interesse, ottimamente reso da Adamo Volpi, organista di classe, che ha riscosso la più alta ammirazione e

le più sincere manifestazioni di plauso… alla fine ha improvvisato su temi proposti dal pubblico, rivelando una prontezza e unafantasia veramente d’eccezione.

12. «Il Resto del Carlino», 13 maggio 1958È superfluo dire che in ciascuno dei brani presentati, le invidiabili doti del M° Volpi hanno brillato in tutto il loro splendore…

A chiusura del concerto ha dato anche una magnifica prova della sua genialità, improvvisando due bellissime pagine musicali sutemi proposti dal pubblico.

13. «Il Messaggero», 17 maggio 1958Quella sera la… voce degli Angeli erano le magiche mani del maestro Adamo Volpi. Sembrava un insaziabile ricercatore di tim-

bri nuovi. Con velocità incredibile, sfruttando piccolissimi respiri dati da una frase all’altra, e piccole pause che trovava tra gliaccordi, scattavano i pulsanti di nuove combinazioni sonore con perizia ed un sincronismo veramente sorprendenti. Questaè l’arte, la preparazione, il talento particolare che deve avere l’organista che sa e non vuole che si scambi il suo strumento conl’armonium.

14. «Bollettino Ceciliano», ottobre 1960Una chiarissima e agguerrita tecnica, unita ad un senso raffinato della registrazione, ha dato modo alla squisita sensibilità del

maestro, di impostare ogni pezzo in una pregevole cornice stilistica, ineccepibile sotto ogni punto di vista… Aderendo poi al de-siderio di S. E. Mons. Alcini, il maestro Volpi, sul tema gregoriano “Creator alme siderum” dato dal pubblico e scelto fra tre daS. Ecc. stessa, improvvisava una “Elevazione” e una “Toccata” finale, con rara maestria e consumata tecnica armonistica.

15. «Bollettino mensile dell’Istituto Culturale Accademia di Roma», 10 novembre 1960Il concerto d’organo tenuto dal Maestro Adamo Volpi nella severa sala dell’Associazione “S. Cecilia” a Roma, ha confer-

mato ancora una volta le eccezionali qualità di grande virtuoso e di felice interprete di questo modesto e pur così valoroso or-ganista, del quale la fama ha varcato ormai i confini del mondo… Ben si comprende come la sua maestria, il sentimentoespressivo, la correttezza interpretativa, l’agilità e levità di tocco lo abbiano reso celebre anche all’estero… Tuttavia i suoi me-riti non si limitano a quelli di esecutore: egli è anche compositore di non comune valore, avendo scritto Messe, Mottetti, pezzida concerto e pianoforte. La sua Fileuse eseguita con incantevole levità di tocco anche nel recente concerto è un gioiello difinezza compositiva…

16. «Resumen de la semana nueva» (Barcellona), maggio 1962…Fu un concerto di un vero virtuoso dello strumento, un grande conoscitore di tutte le sue possibilità timbriche ed espres-

sive… Terminò il concerto improvvisando sopra un tema che gli fu proposto e che gli permise di dimostrare, oltre le sue doti diorganista, un eccellente istinto e fantasia di armonista.

17. «Acciòn» (Villafranca del Panadès), 2 giugno 1962Adamo Volpi, il quale non ha avuto che un’ora scarsa per famigliarizzarsi sul nostro organo… ha saputo centrare lo stru-

mento al contenuto e alla vita di ciascuna opera. Se poi gli diamo atto di un dominio assoluto della tecnica e dei mezzi espres-sivi… possiamo affermare di avere ascoltato un grande concertista della inconfondibile scuola italiana… Come spiegarsil’improvvisazione sopra la nostra apprezzata melodia di San Ramon, sconosciuta all’esecutore, così forzatamente aspra e per dipiù di metrica difficile?... La facoltà dimostrata di saper inventare musicalmente, lo ha portato ad una brillante interpretazione,dapprima di esposizione e poi, a grado a grado, in forma di corale, fuga e canone… senza mai scostarsi dal tema.

18. «Panadès», 2 giugno 1962Un gran concerto di organo è stato quello dato dal prestigioso organista italiano, Adamo Volpi, del Santuario di Loreto. Arti-

sta di sensibilità e di tecnica precisa, di una agilità non ancora uguagliata fino al presente, ha ottenuto dal nostro magnifico or-gano, filigrane di gran virtuosismo, con un programma di opere piene di difficoltà, interpretate dal nostro concertista a memoriae con una brillantezza e sicurezza insuperabili… Adamo Volpi improvvisò magistralmente per sette minuti, dialogando il temain arpeggi e una elegante fuga molto brillante e difficile.

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19. «Correo Catalan», 26 giugno 1962Adamo Volpi si è rivelato un organista preoccupato per il colore e la gradazione degli effetti… Alla fine una improvvisazione

fresca e di begli effetti orchestrali.

20. «L’Osservatore Romano», 29 giugno 1962…Oserei dire che in Adamo Volpi si realizzano con precisa competenza le maniere organistiche bossiane. Esiste infatti nel-

l’organista di Loreto un continuo desiderio di far sbocciare dalle canne dell’organo le più appariscenti sonorità, quasi un conti-nuo contrasto con la stessa missione dello strumento… Su tema proposto, Adamo Volpi ha improvvisato all’organo, rimettendoin evidenza il suo carattere di virtuoso e conferendo alla linearità stilistica della melodia una pomposità, che nelle seguenti varia-zioni, ha colpito ogni attento ascoltatore.

21. «La Gazzetta di Mantova», 9 ottobre 1962Abbiamo detto brevemente in articolo di presentazione delle stupende doti interpretative di questo organista… Per dire degli

entusiasmi suscitati, basti ricordare che al pubblico che applaudiva calorosamente, il maestro ha concesso il bis della “Toccata”di Widor, tutto uno spumeggiare giocoso di note, una fresca visione, un godimento spirituale indimenticabile, nella successionedei suoni resi meravigliosamente sul famoso organo asolano dei Serassi dall’esimio organista lauretano.

22. Stagione dei concerti di organo all’Auditorium di Torino – RAIOrganista della Santa Casa di Loreto e concertista di fama, Adamo Volpi dà infine un particolare saggio della sua arte com-

positiva e del suo virtuosismo con la caratteristica “Fileuse” e chiude il suo concerto rinnovando una difficile pratica che sem-brava prerogativa dei tempi più luminosi dell’arte organistica: quella dell’improvvisazione su tema dato estemporaneamente.

23. 3ª Rassegna Internazionale delle Cappelle Musicali della Santa Casa, maggio 1963Superiori ad ogni elogio i due grandiosi concerti d’organo tenuti rispettivamente dai maestri Ferruccio Vignanelli e

Adamo Volpi.

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Catalogo delle opere

La produzione compositiva di Adamo Volpi si diversifica, sostanzialmente, in tre categorie: la musica sacra, pre-valentemente conservata nell’Archivio Musicale della Santa Casa (AMSC) e in parte nell’Archivio privato dello stessoautore (Archivio Volpi, AV), ora custodito dalla moglie Maria Antonietta Ragaglia; la musica non liturgica, di argomentoreligioso e profano, collocata sia nell’AMSC, sia, in prevalenza, nell’AV; infine, la musica per fisarmonica, quasi tuttaedita per le Edizioni Farfisa di Ancona o M.A.P. (Modern Accordion Pubblications) di Londra.

Quest’ultima produzione, di capitale importanza nella letteratura per fisarmonica, non rientra negli scopi dellapresente pubblicazione e dunque non viene qui trascritta, anche perché comunque disponibile in molte edizioni astampa. Tuttavia, ci è parso utile fornirne quanto meno un elenco sommario, sulla base delle conoscenze e delle par-titure fin qui reperite.

Allegro da concerto (Ed. Berben, 1963)Concertino in re minore in stile antico (Ed. Farfisa)Divertimento n. 1 per fisarmonica e pianoforte (Ed. Farfisa)Divertimento n. 2 per fisarmonica e pianoforte (Ed. Farfisa, 1957)Fileuse (Ed. Farfisa)I bambini danzano: 5 pezzi facilissimi (Ed. Berben)Il cucù (ed. MAP)Il vispo passerotto (ed. MAP)Largo religioso (AV, manoscritto, copia)Mazurca brillante (AV, manoscritto, copia)Moto perpetuo (ed. Berben)Pinocchio (Ed. MAP)Preludio op. 31 (Ed. Berben)Sinfonietta (Ed. Berben)Studio in si minore (Ed. Farfisa)Suite pastorale (Il cucù, Il vispo passerotto, Risveglio nel bosco, Lode al Creatore, Il ruscello chiacchierino, Cantodi pastorello, Silenzio della natura; Ed. MAP)Valzer in La maggiore op. 32 (Ed. Farfisa)Scherzo, per orchestra di fisarmoniche (6 parti) (Ed. MAP, 1954)Intermezzo, per orchestra di fisarmoniche (Ed. Berben)

A questi brani vanno aggiunte 5 liriche per canto e pianoforte, op. 18, edite da Berben, anch’esse non trascrittein questa sede. Come si sarà notato, alcuni pezzi sono dotati di numero d’opus. Al momento tuttavia non è stato pos-sibile rinvenire l’elenco completo della numerazione.

Per quanto riguarda le composizioni conservate presso l’AMSC, esse sono collocate in quattro buste, consecu-tive a quelle del fratello Remo, ai n. 165-168. Come già detto sopra, altri pezzi (sacri e profani) sono conservati pressol’Archivio privato del compositore.

Nella Guida degli archivi lauretani a cura di Floriano Grimaldi è presente la descrizione completa del contenutodelle buste dell’Archivio Musicale e dunque ad essa si è fatto riferimento nella presente edizione indicando di volta involta, accanto al nome del curatore, il numero di pagina dellaGuida in cui viene citato ogni brano in esame. In aggiunta

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alle informazioni già fornite da Grimaldi,1 si è ritenuto opportuno indicare la paternità della redazione dei manoscritti,mediante il riconoscimento della grafia dell’autore, e così distinguendo i manoscritti in “autografi” e “copie”. Questeultime si presentano spesso nella redazione del copista Giuseppe Stegher.

La descrizione degli esemplari segue l’impostazione di Grimaldi, ossia specifica innanzitutto la busta di conser-vazione (per i manoscritti conservati nell’AMSC) e successivamente le varie possibili forme di presentazione: partitura,riduzione corale, parti vocali, parte dell’organo, ecc. con l’indicazione della quantità dei testimoni conservati. A que-ste informazioni si è aggiunto il titolo originale presente sul manoscritto principale (in genere la partitura completa),dal momento che il titolo poi riportato nella trascrizione in qualche caso se ne discosta, obbedendo a criteri di con-venzionalità e sintesi. Concludono la descrizione eventuali annotazioni critiche di vario tipo: aspetti inerenti la trascri-zione, specificazione di parti non originali, riferimenti storici.

L’insieme delle composizioni è stato per praticità suddiviso nelle sottostanti 8 categorie. All’interno di ciascuna,i brani sono stati disposti in ordine alfabetico per titolo; in caso di omonimia, ci si è attenuti all’ordine crescente di to-nalità (da Do maggiore in avanti).

I. Messe (2 composizioni)II. Mottetti in latino (40 brani)III. Mottetti in italiano (15 brani)IV. Mottetti mariani in latino (9 brani)V. Mottetti mariani in italiano (9 brani)VI. Varie composizioni d’argomento religioso (7 brani)VII. Varie composizioni d’argomento profano (10 brani)VIII. Brani strumentali (5 brani)

Alcune composizioni a 4 voci presentano l’organico integralmente maschile in uso fino ad oltre la metà del No-vecento (pueri, tenori I e II, bassi). Per ragioni di spazio si è ritenuto opportuno presentare direttamente l’adattamentoall’organico oggi abituale (SCTB), a differenza del volume riguardante il fratello Remo, nel quale sono state riportatesia la versione originale per sole voci maschili (CTTB) sia, in Appendice, quella per coro moderno. L’operazione di adat-tamento ha comportato la sostituzione della voce di tenore I con quella di contralto. In apparato sono stati comun-que segnalati sia l’adattamento d’organico sia l’eventuale trasposizione.

I. Messe

I/1. Messa I DomenicaleAMSC, b. 165, partiture complete n. 2 (autografa e copia), partiture n. 2 del solo Credo (autografa e copia), parti vocali n. 22 (T e B),parti vocali di C fotocopiate (Grimaldi 624); titolo originale (sulla partitura autografa): Adamo Volpi / Messa Iª Domenicale / a 3 voci di-spari (mezzo-soprani, tenori, bassi) / con accompagnamento d’organo; sulla copia della partitura è riportata la data di copiatura: Copiata in Loreto28 Ottobre 1951 / S. G.Quest’ultima sigla si riferisce a Giuseppe Stegher, copista di molte musiche dei due compositori. Nelle parti vo-cali, il Credo riporta il titolo Credo feriale. Di questo esistono due partiture separate il cui testo differisce dalla versione della messa soloper alcune battute organistiche leggermente semplificate (bb. 36-39, 64-65).

I/2. Missa SpiritualisAMSC, b. 165, partiture per Kyrie e Gloria n. 2 (copie), partiture per il Credo n. 3 (copie, in fa#, fa e mi), partiture per Sanctus e AgnusDei n. 3 (autografo a matita e 2 copie), parti vocali n. 68, parti strumentali n. 5 (per violino I, violino II e III, contrabbasso) (Grimaldi624); titolo originale (sulla partitura del Kyrie):Missa Spiritualis / (A 4 voci dispari) / A. Volpi; al termine dell’Agnus Dei, data e firma delcopista (Giuseppe Stegher): Loreto 27 – 2 – 1941 / S. G.

1 Cfr. Guida degli archivi lauretani, a cura di Floriano Grimaldi, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Roma 1985, pp. 618-624.

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II. Mottetti in italiano

II/1. AfferenturAV, partitura (autografa); titolo originale:Afferentur a 1 voce / Adamo Volpi. In fondo al brano la data di composizione: Loreto 16 agosto 1945.

II/2. ConfiteborAMSC, b. 166, partitura (autografa), parti n. 16 (Grimaldi 625); titolo originale (sulla partitura): di A. Volpi / Confitebor Domino 2 v.d. /Beata es (Offertorio per la Natività). La diversa grafia fa ritenere che il testo Beata es sia stato aggiunto in un secondo momento, tuttavia leparti vocali presentano solo il testo Beata es. Il testo Confitebor è l’offertorio della messa In litaniis majoribus et minoribus, mentre Beata esè l’offertorio della messa della Natività di Maria (8 settembre).

II/3. Deus enim firmavitAMSC, b. 166, partitura (autografa), parte dell’organo (autografa), parti vocali n. 14 (Grimaldi 624); titolo originale (sulla partitura): Par-titura / Offertorio per la Messa dell’Aurora nel giorno della Natività / Deus firmavit a 2 v. p. / A. Volpi. La voce superiore è scritta in chiave disol non ottavizzata.

II/4. Dies felixAV, partitura (copia?); titolo originale: Dies felix / 4 v. d. / di Adamo Volpi. Nell’intestazione, la dedica: Al Rev. P. G. B. Le Guerello.

II/5. Diffusa est gratiaAMSC, b. 166, partitura (autografa), parti n. 22 (Grimaldi 625); titolo originale (sulla partitura): Offertorio per la Purificazione / 2 v.d. /A. Volpi.

II/6. Ecce sacerdosAMSC, b. 167, partiture n. 2 (autografe), parti n. 36 (Grimaldi 627); titolo originale (sulla partitura): Ecce Sacerdos a 3 v.d. / di Adamo Volpi.Al termine della partitura, la data: Loreto 5 giugno 945. Le parti vocali sono contenute nel brano Salve sancte pater di Remo Volpi (b. 161).

II/7. Gloria laus (1)AMSC, b. 166, partitura, part n. 32 (Grimaldi 626); titolo originale (sulla partitura): Gloria laus / a 4 v.d. / A. Volpi. Il brano è origina-riamente scritto per CTTB in Re, qui adattato all’organico ordinario SCTB e trasposto un semitono sopra.

II/8. Gloria laus (2)AMSC, b. 166, partitura (autografa), parti n. 39 (Grimaldi 626); titolo originale (sulla partitura): Gloria laus / a 4 v.d. / A. Volpi. Al ter-mine della partitura, la data: 1956. Il brano è scritto originariamente per CTTB in Re, qui adattato per SCTB e trasposto in Mib.

II/9. Gloria laus (3)AV, partitura (autografa); titolo originale: Gloria laus / a 4 v. d. / A. Volpi. In fondo al brano, la data: 1954. Il brano è originariamentescritto per l’organico CTTB.

II/10. Inimicitias ponamAMSC, b. 167, partiture n. 2 (autografa e copia), parti vocali n. 6 (Grimaldi 627); titolo originale (sulla partitura autografa): «Inimicitiasponam» / Mottetto a 1 v. / per baritoni / A. Volpi. Al termine della partitura, la data: Loreto 13 – VIII – 954.

II/11. Iste confessorAMSC, b. 166, partiture n. 2 (autografa e copia), parti vocali n. 39 (Grimaldi 626); titolo originale (sulla partitura autografa): = Iste Con-fessor = a 4 v.d. / In Festo S. Ludovici Regis / A. Volpi.

II/12. Laudate DominumAMSC, b. 167, partitura (copia), parti n. 18 (Grimaldi 626); titolo originale (sulla partitura): Laudate Dominum / A. Volpi.

II/13. Litanie del Sacro Cuore (1)AMSC, b. 167, partitura (autografa), parte dell’organo (autografa), parti vocali n. 7 (Grimaldi 627); titolo originale (sulla partitura): Li-tanie S. Cuore / A. Volpi.

II/14. Litanie del Sacro Cuore (2)AMSC, b. 167, partitura (autografa), parti vocali n. 8 (Grimaldi 627); titolo originale (sulla partitura): Litanie S. Cuore / A. Volpi.

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II/15. Litanie del Sacro Cuore (3)AMSC, b. 167, parte dell’organo (autografa), parti vocali n. 7 (Grimaldi 627); titolo originale (sulla parte dell’organo): Litanie a 3 v. p.

II/16. Mihi autemAMSC, b. 166, partiture n. 2 (autografe, una a matita), parti vocali n. 6 (Grimaldi 625); titolo originale (sulla partitura ad inchiostro):Partitura / Offertorio a 1 voce / per la festa di S. Francesco d’Assisi / di A. Volpi.

II/17. Non enimAV, partitura (autografa); titolo originale: Offertorio per la festa di S. Luigi Monf […] / a 2 v. p. / di A. Volpi. Al termine del brano, primadell’Alleluia, la data: Loreto / 17 – XI – 947.

II/18. Oculus DeiAV, partitura (copia?); titolo originale: Oculus Dei / 4 v. d. di Adamo Volpi. Sopra il titolo, la dedica: Al P. Le Guerello / gregorianista insigne.

II/19. O RedemptorAMSC, b. 166, partitura vocale (autografa), parti vocali n. 36 (Grimaldi 627); titolo originale (sulla partitura): O Redemptor / a 3 v.d.

II/20. Oremus pro PontificeAMSC, b. 167, partiture n. 2 (autografe, una a matita), parti vocali n. 18 e molte altre fotocopiate, parti a stampa n. 2 (Ed. Farfisa 1964);titolo originale (sulla partitura autografa a matita): Oremus pro pontifice / 4 v. d. / A. Volpi. Nella partitura a matita, al termine del brano,la data: I – 947. La versione originale è per CTTB, qui adattata all’organico ordinario SCTB. Questo brano venne utilizzato come pezzoobbligatorio per le cappelle musicali partecipanti alla Rassegna Internazionale di Loreto.

II/21. Pange lingua (1) in DoIl brano è tratto dall’antologia Pange lingua processionali pubblicata dallo Studio Teologico Cappuccini di Loreto.

II/22. Pange lingua (2) in DoIl brano è tratto dall’antologia Pange lingua processionali pubblicata dallo Studio Teologico Cappuccini di Loreto.

II/23. Pange lingua (3) in DoIl brano è tratto dall’antologia Pange lingua processionali pubblicata dallo Studio Teologico Cappuccini di Loreto.

II/24. Pange lingua (4) in DoIl brano è tratto dall’antologia Pange lingua processionali pubblicata dallo Studio Teologico Cappuccini di Loreto.

II/25. Pange lingua (5) in laAMSC, b. 166, partitura corale (autografa), parti vocali n. 21 (Grimaldi 626); titolo originale (sulla partitura): Pange lingua 4 v.d. / A. Volpi.

II/26. Pange lingua (6) in laAMSC, b. 166, partitura corale (copia), parti vocali n. 19 (Grimaldi 626); titolo originale (sulla partitura): A. Volpi / Pange lingua / A 3V. Dispari / Loreto – 8 – Novembre 1950.

II/27. Pange lingua (7) in laIl brano è tratto dall’antologia Pange lingua processionali pubblicata dallo Studio Teologico Cappuccini di Loreto.

II/28. Pange lingua (8) in SibAMSC, b. 166, partitura vocale (autografa), parti vocali n. 3 (Grimaldi 626); titolo originale (sulla partitura): Pange lingua / 3 v.d. / AdamoVolpi. Al termine del brano, la data: Loreto 28-III-73.

II/29. Postula meAMSC, b. 166, partiture n. 2 (autografa e copia), parti vocali n. 28 (Grimaldi 625); titolo originale (sulla partitura autografa): Offertorioper la festa di Cristo Re / a 2 v. d. / A. Volpi; al termine del brano, la data: Loreto / 1954; nel frontespizio della copia, la data: Loreto 26 –10 – 1954.

II/30. Puer natus estAMSC, b. 166, partiture n. 2 (autografa a matita e copia), parti vocali n. 28 (Grimaldi 624); titolo originale (sulla partitura autografa):Puer natus / A. Volpi.

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II/31. Quem vidistis pastores?AMSC, b. 166, partiture n. 3 (autografa, copia e copia incompleta), parti vocali n. 34 (Grimaldi 625); titolo originale (sulla partitura au-tografa): Quem vidistis / Pastorale a 3 v. d. / A. Volpi; al termine della partitura autografa, la data: Natale 1953.

II/32. Salve, gemma minorumAMSC, b. 167, parte dell’organo con guida canto (autografa), parti vocali n. 28 (Grimaldi 627); titolo originale (sulla parte dell’organo):Responsorio per S. Giuseppe da Copertino / per soli e coro / A. Volpi.

II/33. Tantum ergo (1)AMSC, b. 167, partiture n. 2 (autografa a matita, copia di Remo Volpi), parti vocali n. 32 (Grimaldi 628); altre parti vocali si trovanonella b. 163 (sul retro del Tantum ergo in La di Remo Volpi); titolo originale (sulla partitura autografa): Tantum ergo 3 v. d. / A. Volpi. Sullapartitura autografa, al termine del brano, la data: 18 nov. 944.

II/34. Tantum ergo (2)AMSC, b. 167, partitura (autografa), partitura corale (copia), parte d’organo (autografa, in Do), parti vocali n. 8 (Grimaldi 628); titolooriginale (sulla partitura): Tantum ergo / A. Volpi.

II/35. Tantum ergo (3)AMSC, b. 167, partiture n. 2 (autografa e copia), parti vocali n. 35 (Grimaldi 628); titolo originale (sulla partitura autografa): Tantum ergo3 v. d. / A. Volpi.

II/36. Tantum ergo (4)AMSC, b. 167, partiture n. 2 (autografa e copia), parti vocali n. 26 (Grimaldi 628); titolo originale (sulla partitura autografa): Tantum ergo/ a 3 v. d. / A. Volpi; al termine del brano, la data: novembre 952; sulla copia, nel frontespizio, la data: Loreto 24 – 11 – 1952.

II/37. Transito di Santa ChiaraAV, partitura (autografa); titolo originale: Transito di S. Chiara / per coro a 2 e 3 voci virili / di Adamo Volpi.

II/38. Tu es sacerdosAV, partitura (autografa); titolo originale: Tu es Sacerdos / a 2 v. d. (Alti e Baritoni) / di / Adamo Volpi / Loreto, 26 marzo 1958.

II/39. Verbum caroAMSC, b. 168, partiture n. 2 (autografa e copia), parti vocali n. 39 (Grimaldi 628); titolo originale (sulla partitura autografa): NENIApastorale / a 3 voci dispari / di Adamo Volpi / Loreto – Natale 1956.

II/40. Veritas meaAMSC, b. 166, partitura (autografa), parti vocali n. 3 (Grimaldi 625); titolo originale (sulla partitura): Offertorio per la festa / di / S. Lu-dovico (25-VIII-973) / Veritas mea / a / 2 v. p. / di / Adamo Volpi.

III. Mottetti in italiano

III/1. Accolgi o PadreAV, partitura (autografa); titolo originale: Canto per l’Offertorio / Coro a 2 v. e popolo / Adamo Volpi.

III/2. Al santo protettoreAV, partitura (autografa); titolo originale: Al santo protettore / A. Volpi. In fondo, la dedica: Per i solisti P. Lanferanzio da Cingoli / e P. Tobiada Ripatranzone / [testo cancellato] / l’Autore / Loreto – 30 Agosto 1940.

III/3. Come il fiumeAV, partitura (autografa); titolo originale: “Come il fiume che scende nel mar” / OFFERTORIO / a n.° 3 voci dispari di Adamo Volpi.

III/4. Esulti di giubiloAV, partitura (copia ciclostilata); titolo originale: Esulti di giubilo / a 2 v. p. / A. Volpi.

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III/5. Gloria all’AltissimoAV, partitura (copia); titolo originale: Adamo Volpi / GLORIA / a 3 voci dispari.

III/6. Inno alla CaritàAV, partiture n. 2 (autografe, a matita e calligrafica); titolo originale (sul manoscritto calligrafico): INNO ALLA CARITA’ / perorgano e coro a quattro voci miste / (temi dall’Alleluja e versetto gregoriano della / festa di Pentecoste) / Musica di / Adamo Volpi / LORETO /28 – IX – 76.

III/7. Inno a Padre PioAV, partitura (copia); titolo originale: Inno a Padre Pio / Testo di Luigi Pivi / Musica di Adamo Volpi. Il brano è stato pubblicato dalle Edi-zioni Bèrben (1968).

III/8. Inno a San RuggieroAV, partitura (copia); titolo originale: Inno / a / S. Ruggiero / Parole di M. Antonucci / Barletta, 1 maggio 1976 / Musica di A. Volpi / Loreto,5 agosto 1976 / Nel 7. Centenario della Traslazione / delle venerate reliquie da Canne a Barletta / 1276 – 1976. Il brano è stato pubblicato dallaTipolinotipia Rizzi e Del Re di Barletta (1976).

III/9. Inno a San VenanzioAV, partitura (autografa); titolo originale: A don Costantino Fefè / Inno / a / S. Venanzio martire / a 3 v. d. / di / Adamo Volpi.

III/10. Inno delle zelatriciAV, partitura (copia); titolo originale: Inno delle Zelatrici / Parole di Margherita Marcucci / Musica di Adamo Volpi.

III/11. Inno missionarioAV, partitura (copia ciclostilata); titolo originale: A. M. “D. P.” / INNO MISSIONARIO / a 1 – 2 voci / (con accompagnamento per piano-forte) / Adamo Volpi.

III/12. Inno missionario monfortanoAV, partitura (autografa); titolo originale: Inno Missionario Monfortano / Musica di Adamo Volpi. I Missionari Monfortani sono stati fon-dati da san Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716).

III/13. Inno popolareAV, partitura (copia ciclostilata); titolo originale: INNO POPOLARE / per il Congresso Eucaristico Regionale Marchigiano / Musica di AdamoVolpi / Versi di Giumar. In fondo al testo, la data: Ancona, 1957.

III/14. Lodate DioAV, partitura (autografo ciclostilato); titolo originale: Canto finale per la Messa / a 3 v. d. e popolo / A. Volpi.

III/15. Processo a CristoAV, partitura (autografo ciclostilato); titolo originale: PROCESSO A CRISTO / N° 3 parafrasi sui modi IV°, VIII°, III° gregoriani, con voce/ solista e ritornello per coro a una voce con accom- / pagnamento d’organo. / Testo: Maria Spagnoletti / Musica: Adamo Volpi.

IV. Mottetti mariani in latino

IV/1. Ave MariaAV, partitura (autografa); titolo originale: M.° Adamo Volpi / Ave Maria / (Per voce di Baritono) / Data: Loreto lì 15 – 4 – 1953.

IV/2. Litanie lauretane (1) in MibAMSC, b. 167, partitura (autografa?), parte d’organo, parti vocali n. 37 (Grimaldi 627); titolo originale (sulla partitura): PARTITURA/ Litanie a 3 v. d. della / Beata Vergine / Volpi.

IV/3. Litanie lauretane (2) in MiAMSC, b. 167, partiture n. 2 (autografa e copia), parti vocali n. 37 (Grimaldi 627); titolo originale (sulla copia della partitura): A. Volpi/ Litanie Lauretane / a 3 v. d. / Guida Canto e Organo. / Loreto Ottobre 1957.

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IV/4. Litanie lauretane (3) in FaAMSC, b. 167, partiture corali n. 2 (autografa in Sol e copia in Fa), parti d’organo n. 2 (autografa in Sol e copia in Fa), parti vocali n.40 (Grimaldi 627); titolo originale (sulla copia della partitura corale): A. Volpi / Partitura / Litanie della B. Vergine / N. 5 / XX –MCMXXXXII – XI.

IV/5. Salve sponsa Dei VirgoAV, partitura (autografa); titolo originale: Salve. Al termine del brano, la data: Loreto 3 ottobre 1953.

IV/6. Tota pulchra (1)AMSC, b. 166, partiture n. 2 (autografa e copia), parti vocali n. 39 (Grimaldi 625); titolo originale (sulla partitura autografa): Tota pul-chra / a 1 e 3 v. d. / di A. Volpi; al termine del brano, la data: Loreto / novembre 1954; sulla copia, al termine del brano, la scritta: Copiata9-11-1954 / Stegher Giuseppe.

IV/7. Tota pulchra (2)AMSC, b. 166, partiture n. 2 (autografa e copia), parti vocali n. 30 (Grimaldi 626); titolo originale (sulla partitura autografa): A. Volpi/ Tota pulchra / a 1 e 3 v. d.; al termine del brano, la data: 25-XI-949.Alcune parti vocali si trovano anche nella b. 163, sul retro del brano O dolce nome di Remo Volpi (cfr. IV/8). In effetti, nella busta 166non ci sono le parti vocali ma solo le partiture.

IV/8. Tota pulchra (3)AMSC, b. 166, partiture n. 2 (autografa a matita e copia), parti vocali n. 31 (Grimaldi 625); titolo originale (sulla partitura autografa):Tota pulchra a 3 v.d. / A. Volpi. Sulla partitura a matita, al termine del brano, la data: 14 novembre 1944.

IV/9. Tota pulchra (4)AMSC, b. 166, partiture n. 2 (autografa e copia), parti vocali n. 38 (Grimaldi 625); titolo originale (sulla copia della partitura): Tota pul-chra / a 1 e 3 voci dispari; sul frontespizio della copia, la data: Loreto 13 – 11 – 1952.

V. Mottetti mariani in italiano

V/1. Canti mariani diversiAV, edizione a stampa lauretana ciclostilata in proprio, senza indicazione di editore, contenenti 19 canti mariani di vari autori (Haller,Perosi, Tomadini, Menichetti e, in prevalenza, Adamo Volpi); titolo originale: canti / mariani.

V/2. ImmacolataAMSC, b. 168, partitura n. 2 (autografa e copia di Remo Volpi), parti vocali n. 37 (Grimaldi 628); titolo originale (sulla partitura auto-grafa): Adamo Volpi / Immacolata / Canzoncina a 3 v. d. / Loreto 15 nov. 1958.

V/3. Inno al Cuore Immacolato di MariaAV, partitura (autografa); titolo originale: Inno al Cuore Immacolato di Maria / a 1 voce popolare / Parole di Leda Corinaldesi / Musica di AdamoVolpi / Loreto 22 giugno 1959.

V/4. Inno alla Santa CasaEdizione a stampa (Edizioni Musicali Farfisa, Ancona 1960).

V/5. Madre del Buon PastoreAV, partitura (copia ciclostilata); titolo originale: “MADRE DEL BUON PASTORE” / INNO MISSIONARIO / a 1 voce / Adamo Volpi.

V/6. Mondo più per meAMSC, b. 168, partitura vocale (autografa), parte d’organo (autografa) (Grimaldi 628); titolo originale (sulla partitura vocale): N. 2.Canzoncine alla B. V. / A. Volpi. Sul retro della partitura vocale e della parte dell’organo si trova l’altra canzoncina Sei pura sei pia (v. sotto);non ci sono parti vocali. Il testo è composto da 4 strofe, ma risulta integralmente leggibile solo la prima in quanto le altre presentanol’inchiostro fortemente sbiadito o del tutto consumato. Il brano è originariamente per organico maschile (CTTB) e nella tonalità di la.

V/7. O MariaAV, partitura (copia ciclostilata); titolo originale: O Maria / (3 voci pari) / di / ADAMO VOLPI / (Organista della Basilica di Loreto).

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V/8. Sei pura, sei piaAMSC, b. 168, partitura vocale (autografa), parte d’organo (autografa), parti vocali n. 25 (Grimaldi 628); titolo originale (sulla partituravocale): N. 2. Canzoncine alla B. V. / A. Volpi. Sul retro della partitura vocale e della parte dell’organo si trova l’altra canzoncinaMondopiù per me (v. sopra); le parti vocali, invece, sul retro hanno il canto Vergin del ciel Regina.

V/9. Visita a Maria SS. in Santa CasaEdizione a stampa (Edizioni Musicali Farfisa, Ancona 1960).

VI. Varie composizioni d’argomento religioso

VI/1. Anch’io SignoreAV, partitura (copia fotocopiata); titolo originale: Anch’io Signore / Canzone dell’ORA / della LUCE. / dedicata ai / Giovani dell’Oratorio /Salesiano S. Casa / di Loreto.

VI/2. Ave maris stellaAMSC, b. 166, partiture n. 2 (autografa e copia), parti n. 47 (Grimaldi 626); titolo originale (sulla partitura autografa): Ave Maris Stella/ Pezzo sacro da concerto per coro a 4 v. d. / con accompagnamento di pianoforte / Loreto 14 febbraio 1952. Nella copia della partitura è indicato ilpianoforte nel frontespizio, mentre l’organo all’inizio del brano; nell’autografo, invece, lo strumento di accompagnamento è sempreindicato “pianoforte”, sia nel frontespizio che nella partitura.

VI/3. Lassù, tenendoci per manoAV, partitura (autografo); titolo originale: Motto: “In aestu temperies” / di Adamo Volpi / Lassù, tenendoci per mano… / Slow.

VI/4. Ninna nannaAMSC, b. 168, partiture n. 2 (autografa e copia), parti vocali n. 24 (Grimaldi 628); titolo originale (sulla partitura autografa):Ninna Nanna/ A. Volpi. In fondo alla copia della partitura, la data: copiata il 8 Ottobre 1955. Nell’originale l’organico è indicato a 3 voci (canto, tenoree basso), ma poiché il canto è spesso sdoppiato in due voci, si è ritenuto opportuno presentare la disposizione a quattro parti.

VI/5. Più vicino a teAV, partitura (copia fotocopiata); titolo originale: Più vicino a te / Canzone dell’ORA / delle STELLE. / dedicata ai / Giovani dell’Oratorio /Salesiano S. Casa / di Loreto.

VI/6. Preghiera alla VergineAMSC, b. 168, partiture n. 2 (autografa e copia), parte per armonium (copia), parti vocali n. 51 (Grimaldi 628), parte di soprano solo(Grimaldi 629); titolo originale (sulla partitura autografa): Preghiera alla Vergine / per a soli di baritono, soprano, coro a 4 v. miste / pianoforte earmonium. Sulla copia della partitura, al termine del brano, la data: Loreto – 18 – Marzo – 1950; sulla parte del soprano solo, titolo leg-germente diverso e data: Cantata alla Vergine di A. Volpi / A solo di Soprano / Loreto 7 – 5 – 1954. La parte del coro è scritte originaria-mente per organico maschile (CTTB), qui adattato (senza trasposizione) alla disposizione oggi consueta (SCTB).

VI/7. Purpureo mantoAMSC, b. 168, partitura (autografa), parti vocali n. 42 (Grimaldi 628); titolo originale (sulla partitura): Inno a 4 v. d. In fondo alla parti-tura, la data: 23-11-959. Il brano è scritto originariamente per coro maschile (CTTB).

VII. Varie composizioni d’argomento profano

VII/1. BarcarolaAMSC, b. 168, partitura (copia), parti vocali n. 39 (Grimaldi 629); titolo originale (sulla partitura): Partitura / A. Volpi / Barcarola / ScenaVI / Loreto 15 – 3 – 1953. Il brano è originariamente scritto per coro maschile (CTTB).

VII/2. Canto d’omaggioAMSC, b. 168, partiture n. 2 (autografa e copia), parti vocali n. 42 (Grimaldi 629); titolo originale (sulla partitura autografa): Cantod’omaggio a Mons. Principi / per coro a 3 v. d. / Parole di Mons. Malchiodi / Musica di A. Volpi. Il dedicatario è mons. Primo Principi.

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VII/3. GeranioAV, partitura (copia); titolo originale: GERANIO / versi di F. Ubaldo Capp. / musica M. A. Volpi.

VII/4. Inno degli aviatoriEdizione a stampa (Edizioni Musicali Farfisa, Ancona 1960).

VII/5. MagnolieAV, partitura (autografa); titolo originale: Magnolie / per Soprano e pianoforte / Versi di Jolanda Notarangelo / Musica di Adamo Volpi.

VII/6. Oillì, oillàAV, partitura (autografa); titolo originale:Volpi / Motto: “In aestu temperies” / Oillì, oillà per Tenore e coro.

VII/7. O ministro fedeleAMSC, b. 168, partitura (copia), parti vocali n. 31 (Grimaldi 629); titolo originale (sulla partitura): A Sua Eccellenza Rev.ma / MonsignorGaetano Malchiodi / nel 50° di Sua ordinazione Sacerdotale / Inno ad una voce di / Adamo Volpi / Loreto 14 luglio 1950.

VII/8. SerenataAMSC, b. 168, partiture n. 2 (autografa e copia di Remo Volpi), parti vocali n. 6 (Grimaldi 629); titolo originale (sulla partitura auto-grafa): Serenata a Mons. Angelo Prinetto / Parole di P. Silvio Ponte / a 3 v. d. e pianoforte / di Adamo Volpi. Mons. Angelo Prinetto fu Vicariodella Pontificia Amministrazione della Santa Casa; questo brano fu eseguito in un’accademia musico-letteraria in suo onore (8 dicem-bre 1861) per festeggiare la nomina a vescovo titolare di Adriane.

VII/9. Ti chiamo amorAV, partitura (copia); titolo originale: TI CHIAMO “AMOR” / Valzer / Celsi-Volpi.

VII/10. TirurirurellaAMSC, b. 168, partiture n. 2 (autografa e copia), parti vocali n. 43 (Grimaldi 629); titolo originale (sulla partitura autografa): Tiruriru-rella (scherzo a 3 v. d.) di Adamo Volpi.

VIII. Brani strumentali

VIII/1. Canto del mattinoAV, partitura (autografa); titolo originale: Canto del mattino / per / violino e pianoforte / di Adamo Volpi. Unitamente a questa versione è al-legata una parte di violoncello identica a quella per violino, scritta un’ottava sotto.

VIII/2. FileuseAV, partitura (autografa); titolo originale: “Fileuse” / trascrizione per organo di Adamo Volpi. Trattasi della trascrizione originale del branoinizialmente composto per fisarmonica.

VIII/3. Fuga a 2 vociArchivio di Lucia Giuseppina Bolzoni, partitura (autografa); titolo originale con dedica:Adamo Volpi / Fuga a 2 voci / (Soggetto di Dubois)/ Alla mia nipote Giuseppina con l’augurio / di toccare eccelse mete nell’arte in / cui eccelle. Adamo Volpi / 3-1-975.

VIII/4. Preludio op. 31Questo preludio, in perfetto stile bachiano, fu inizialmente scritto per fisarmonica (op. 31, Edizioni Farfisa 1949). Visto il carattere or-ganistico si è ritenuto opportuno offrirne una trascrizione per organo (quasi del tutto identica all’originale per fisarmonica, ad ecce-zione delle sigle degli accordi e dei rari segni di espressione).

VIII/5. ToccataAV, partitura (autografa); titolo originale con dedica: Al M.° Ferruccio Vignanelli, titolare di organo / nel Pontificio Istituto di Musica Sacra inRoma / Toccata / per organo / di Adamo Volpi / primo organista della / Pontificia Basilica di Loreto / Loreto / 9 - II - 1954.

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