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Sommario 1. PREMESSA .........................................................................................................2

1.1 La procedura di verifica/screening nella normativa regionale .....2 1.2 Finalità ...............................................................................................3

2. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO (punto 1 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 34/33 DEL 07.8.2012) ..........................................................6

2.1 Dimensioni ........................................................................................6 2.2 Risorse naturali.................................................................................8 2.3 Rifiuti prodotti ed emissioni ..........................................................10 2.4 Rischio incidenti rilevanti ..............................................................10 2.5 Inquinamento e disturbo ambientale ............................................12

3. LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO (punto 2 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 34/33 DEL 07.8.2012)............................................................13

3.1 Analisi dei Vincoli ...........................................................................21 3.2 Componenti Ambientali – Abiotiche e Biotiche ...........................26

3.2.1. Suolo e Sottosuolo ............................................................................26 3.2.2. Assetto Idrografico ed Idrogeologia ...............................................29 3.2.3. Caratteristiche climatiche .................................................................30

3.3 Analisi del paesaggio e modalità di inserimento paesaggistico dell’opera di progetto...............................................................................33

4. CARATTERISTICHE DELL’IMPATTO POTENZIALE (punto 3 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 34/33 DEL 07.08.2012)..........................................................39 5. CONCLUSIONI ..................................................................................................42

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1. PREMESSA La presente relazione è stata redatta per la Verifica di assoggettabilità a VIA ai sensi

dell’ Art.20 del D.Lgs. 16/01/2008 n.4 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative

del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale”, pubblicato

nella G.U. 29 gennaio 2008, n. 24. Il progetto, cui la presente relazione fa riferimento,

rientra nel campo di applicazione di cui all’ Allegato B2 della Deliberazione n. 34/33

del 07/08/2012: “Categorie di opere da sottoporre alla procedura di verifica di

assoggettabilità” punto 2) “Industria energetica estrattiva“, comma c) “Impianti

industriali non termici per la produzione di energia, vapore ed acqua calda”.

La procedura di Verifica di VIA è terminata con la Delibera DGR 10/11 del

17/03/2015, secondo la quale La Giunta regionale, condividendo quanto

rappresentato e proposto dall'Assessore della Difesa dell'Ambiente DELIBERA

- di non sottoporre all’ulteriore procedura di VIA il progetto “Realizzazione

impianto fotovoltaico da 2 MWp pista ciclabile e running litoranea zona

industriale” in Comune di Olbia (OT).

La presente relazione fa ora parte del progetto definitivo per la richiesta di

Autorizzazione Unica DGR 27/16 del 01/06/2011. - Linee guida attuative del decreto

del Ministero per lo Sviluppo Economico del 10.9.2010 "Linee guida per

l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili", e modifica della

Delib.G.R. n. 25/40 dell'1.7.2010.

1.1 La procedura di verifica/screening nella normativa regionale

L’allegato B2) alla deliberazione della Giunta Regionale n.34/33 precisa i contenuti

della relazione sugli effetti ambientali da allegare all’istanza di verifica. Detti contenuti

possono essere riassunti come segue:

a) Caratteristiche dei progetti: le caratteristiche dei progetti debbono essere

considerate tenendo conto, in particolare:

- delle dimensioni del progetto;

- del cumulo con altri progetti;

- dell'utilizzazione di risorse naturali;

- della produzione di rifiuti;

- dell'inquinamento e disturbi ambientali;

- del rischio di incidenti, per quanto riguarda, in particolare, le sostanze o le

tecnologie utilizzate;

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b) Localizzazione dei progetti: deve essere verificata la sensibilità ambientale

delle aree geografiche che possono risentire dell'impatto dei progetti, tenendo

conto, in particolare:

dell'utilizzazione attuale del territorio;

della ricchezza relativa, della qualità e della capacità di rigenerazione

delle risorse naturali della zona;

della capacità di carico dell'ambiente naturale, con particolare

attenzione alle seguenti zone:

a) zone umide;

b) zone costiere;

c) zone montuose o forestali;

d) riserve e parchi naturali;

e) zone classificate o protette dalla legislazione degli Stati membri:

zone protette speciali designate dagli Stati membri in base alle

direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE;

f) zone nelle quali gli standard di qualità ambientale fissati dalla

legislazione comunitaria sono già stati superati;

g) zone a forte densità demografica;

h) zone di importanza storica, culturale o archeologica;

i) territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui

all’art.21 del D.lgs. 18/05/01 n.228.

c) Caratteristiche dell'impatto potenziale: gli effetti potenzialmente significativi

dei progetti debbono essere verificati in relazione ai criteri stabiliti ai punti a) e

b) e tenendo conto, in particolare:

− della portata dell'impatto (area geografica e densità della popolazione

interessata);

− dell'ordine di grandezza e della complessità dell'impatto.

1.2 Finalità Con la realizzazione degli impianti, di potenza complessiva pari a 1996.8 kW si

intende conseguire un significativo risparmio energetico per la struttura consortile,

mediante il ricorso alla fonte energetica rinnovabile rappresentata dal Sole. Il

secondo obiettivo, ma non in ordine di importanza, è quello di “ottimizzare” la

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circolazione e il traffico urbano ed extraurbano, come meglio dettagliato al paragrafo

5 del presente studio. Il ricorso alla produzione energetica fotovoltaica nasce

dall’esigenza di coniugare:

• la compatibilità con esigenze architettoniche e di tutela ambientale;

• nessun inquinamento acustico;

• un risparmio di combustibile fossile;

• una produzione di energia elettrica senza emissioni di sostanze inquinanti.

L’energia prodotta dagli impianti di produzione energetica fotovoltaica suddetti

consentirà al CIPNES di azzerare o comunque diminuire notevolmente la bolletta

energetica consortile che in questi anni ha avuto significativi aumenti sia a causa dei

maggiori costi degli idrocarburi e sia a causa dell’aumento dei consumi dovuti ad

implementazioni e migliorie effettuate nelle varie fasi di trattamento degli impianti

consortili.

I lavori previsti si possono riassumere in:

1 Accantieramento e realizzazione della recinzione;

2 Scavi, posa tubazioni e pozzetti;

3 Installazione delle strutture di sostegno dei moduli;

4 Installazione sovrastrutture in legno lamellare e alluminio per il montaggio

moduli;

5 Realizzazione basamento cabine;

6 Posizionamento cabine prefabbricate;

7 Posa delle dorsali in DC e AC;

8 Installazione dei moduli fotovoltaici;

9 Installazione e cablaggio Conergy Smart Connect o similare;

10 Installazione e montaggio apparecchiature in AC;

11 Installazione, montaggio, scomparti MT e trasformatore;

12 Installazione e cablaggio inverter;

13 Montaggio e collegamento dell’Illuminazione esterna, telecamere e sistema

antintrusione;

14 Verifiche elettriche e misure di collaudo.

In parallelo alla realizzazione dell’impianto sarà realizzato:

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• il collegamento in cavo MT fra le cabine ENEL esistenti e le nuove cabine di

consegna;

• La dorsale MT interrata di connessione tra le cabine di consegna e le cabine

di trasformazione.

Gli impianti saranno realizzati su terreni di proprietà del CIPNES - Gallura. Poiché il

numero di fogli e mappali interessati dall’intervento in oggetto risultano elevati, per

maggior chiarezza, si rimanda all’Elaborato 2.01 – Inquadramenti su base catastale.

Poiché i terreni di cui sopra ricadono interamente all’interno della Zona Industriale di

Olbia, l’impatto ambientale che gli impianti hanno sull’area di installazione risulterà

molto limitato.

Ad oggi, la produzione di energia elettrica è per la quasi totalità proveniente da

impianti termoelettrici che utilizzano combustibili sostanzialmente di origine fossile.

Quindi, considerando l'energia stimata come produzione attesa, valore medio dei

primi dieci anni, 2 627 075.92 kWh/anno e la perdita di efficienza annuale, tra lo 0.40

e lo 0.90 %, le considerazioni successive valgono per il tempo di vita dell'impianto

pari a 20 anni.

Un utile indicatore per definire il risparmio di combustibile derivante dall’utilizzo di

fonti energetiche rinnovabili è il fattore di conversione dell’energia elettrica in energia

primaria [TEP/MWh]. Questo coefficiente individua le T.E.P. (Tonnellate Equivalenti

di Petrolio) necessarie per la realizzazione di 1 MWh di energia, ovvero le TEP

risparmiate con l’adozione di tecnologie fotovoltaiche per la produzione di energia

elettrica.

Inoltre, l’impianto fotovoltaico consente la riduzione di emissioni in atmosfera delle

sostanze che hanno effetto inquinante e di quelle che contribuiscono all’effetto serra.

Produzione attesa (valore medio nei primi 10 anni)

Riduzione Emissioni di CO2

Riduzione Emissioni di NOX

Riduzione Emissioni di SO2

Riduzione Emissioni di Polveri Sottili

Riduzione Consumi di Petrolio

kWh/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno

2.627.075 1.408.112,16 4.463,40 2.443,18 76,19 577.956,48

Nota: Le stime sono elaborate utilizzando valori convenzionali

VANTAGGI AMBIENTALI CONNESSI ALLA REALIZZAZIONE DI DUE IMPIANTI SOLARE FOTOVOLTAICODA 1996,80 kWp

Da tali dati emerge in modo chiaro ed inequivocabile il forte impatto ambientale

positivo, che tale impianto è in grado di generare.

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2. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO (punto 1 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 34/33 DEL 07.8.2012)

Il panorama energetico attuale è in forte evoluzione a causa di diversi fattori tra cui,

non ultimo, la necessità di produrre energia da fonti rinnovabili per rispettare gli

impegni di riduzione di CO2 assunti con la ratifica del Protocollo di Kyoto e la

liberalizzazione del mercato dell’energia che favorisce la costruzione di impianti di

piccola taglia distribuiti sul territorio.

Con Deliberazione della Giunta Regionale n. 27/16 del 1 Giugno 2011, che

recepisce il Decreto Ministeriale del 20 Settembre 2010 “ Linea Guida Nazionali per

le Fonti Rinnovabili” e che sostituisce la precedente Delibera Regionale 25/40 del 1

Luglio 2010, sono stati individuati i criteri tesi ad individuare le aree in cui possono

essere installati gli impianti fotovoltaici, in modo da razionalizzarne la realizzazione e

contenerne l’impatto.

Sulla base delle indicazioni del Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna e del

Piano Energetico Ambientale e dei criteri contenuti nella deliberazione succitata si

sono individuate nelle aree industriali, artigianali e nelle cosi dette aree “brownfield”,

le superfici dove ubicare prioritariamente gli impianti fotovoltaici in ragione della loro

destinazione d’uso e della natura delle stesse.

2.1 Dimensioni

I due impianti fotovoltaici oggetto della presente relazione saranno realizzati a

parziale copertura di una pista ciclabile e running che attraverserà la Zona Industriale

del Comune di Olbia.

L’impianto fotovoltaico è così suddiviso:

− Impianto 1 costituito da 4160 moduli della potenza di 240Wp ciascuno, per

una potenza complessiva di 998,400 kWp;

- Impianto 2 costituito 2080 moduli della potenza di 240Wp ciascuno, per una

potenza complessiva di 499,200 kWp.

- Impianto 3 costituito 2080 moduli della potenza di 240Wp ciascuno, per una

potenza complessiva di 499,200 kWp.

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In entrambi gli impianti i moduli saranno installati su una struttura composita,

realizzata con elementi in metallo ed elementi in legno lamellare.

La struttura portante della pensilina sarà costituita da pilastri in acciaio zincato a

caldo e travi in legno lamellare. Queste ultime saranno attraversate

perpendicolarmente da barre in acciaio zincato a caldo sopra le quali verranno

ancorati degli arcarecci in legno lamellare ai quali andranno poi fissati i pannelli

fotovoltaici costruiti su materiale composito (vetro temperato mono o policristallino e

back sheet trasparente). Per motivi architettonici e di attraversamento veicolare la

pensilina avrà larghezza ed altezza variabili. Il tutto come meglio si evince dagli

elaborati grafici di progetto.

Schematicamente il generatore fotovoltaico sarà installato come rappresentato nella

figura seguente.

Figura 1. Rappresentazione schematica della pensilina fotovoltaica.

Per l’esame approfondito dell’architettura dei generatori fotovoltaici si rimanda alla

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relazione “Relazione tecnica descrittiva di progetto impianto elettrico”, Allegato C.

2.2 Risorse naturali I terreni risultano classificati in zona D del nucleo di industrializzazione comprese

altresì la viabilità e le fasce di rispetto stradale, vd. Figura 2. Appare evidente che

allo stato attuale le risorse naturali del sito risultano in parte compromesse e

comunque fortemente antropizzate. Di contro si rileva che nelle immediate vicinanze

la Zona Industriale è circondata da emergenze collinari importanti, quali Cala

Saccaia e archeologiche, quali il Pozzo Sacro di “Sa Testa”. Il tutto si affaccia sullo

splendido Golfo di Olbia, come meglio si evince dagli elaborati progettuali e dalla

documentazione fotografica allegati al presente studio.

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Figura 2. Zonizzazione della Zona Industriale.

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La realizzazione dell’opera non richiede al territorio particolari apporti significativi in

termini di materiali, energia o altre risorse e neanche apporti idrici o qualunque

utilizzo di risorsa non rinnovabile.

2.3 Rifiuti prodotti ed emissioni

L’impianto in progetto ha come peculiarità la produzione di energia da fonti

rinnovabili ed in particolare da fotovoltaico per cui sia nella fase di realizzazione che

durante il funzionamento dell’impianto non saranno prodotti rifiuti. Inoltre

considerando la fase di fine vita dell’impianto e il conseguente suo smantellamento

tutte le sue componenti sono di natura perfettamente riciclabili al 100%, essendo

composti da alluminio, vetro, silicio, rame, materiale plastico, acciaio e legno

lamellare.

La produzione di energia elettrica sarà dunque a zero emissioni, non verrà utilizzato

alcun combustibile nè si manipoleranno materiali o prodotti inquinanti di alcun

genere. Non saranno previsti inoltre scarichi di qualsiasi natura organica o non per

cui le acque di falda non potranno essere in alcun modo inquinate. Essendo dei

generatori statici non sarà emessa alcuna fonte di rumore, se si esclude il ronzio dei

trasformatori presenti in cabina di trasformazione a livelli del tutto trascurabili.

Non verranno inoltre prodotti elementi di perturbazione dei processi geologici o

geotecnici senza alterare qualunque dinamismo spontaneo di caratterizzazione del

paesaggio ambientale con riferimento agli aspetti storico-monumentali e culturali.

Essendo i moduli installati su una pensilina, ancorata a terra da ritti metallici filettati,

non si influenza il terreno interessato alla formazione di fenomeni di perturbazione

delle condizioni idrografiche, idrologiche e idrauliche.

2.4 Rischio incidenti rilevanti

Considerando inoltre il rischio di incidenti, per quanto riguarda in particolare le

sostanze o le tecnologie utilizzate, si può affermare che questi non sono

assolutamente presenti per loro natura. Il maggior rischio è rappresentato dalla

presenza della cabina di ricevimento e trasformazione MT/bt che risulta comunque

classificato come un impianto a basso rischio incidenti rilevanti.

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All’interno della stessa si generano radiazioni elettromagnetiche derivate dalla

conversione e trasformazione dell’energia comunemente presenti in qualunque

cabina di trasformazione e comunque contenute nel rispetto della normativa vigente

senza influire su organismi o salute umana. L’impianto sarà diviso in tre sezioni:

a) parte di generazione, realizzata con pannelli fotovoltaici e distribuzione in

corrente continua in bassa tensione tramite conduttori ad alto isolamento.

b) parte di trasformazione, per passaggio da corrente continua a corrente

alternata trifase in bassa tensione, 50Hz (tramite inverter);

c) parte di elevazione della tensione per raggiungere il valore di Media Tensione

15 KV, 50Hz richiesto dall’Ente Distributore (tramite trasformatore bt/MT) e

distribuzione con conduttori isolati.

Per quanto sopra detto l’impianto funzionerà a frequenza di 50 Hz con tensioni

limitate ad impianti di I categoria, dallo stadio di conversione sino a quello finale di

elevazione alla Media Tensione richiesta per l’immissione in rete nei locali richiesti

per l’allaccio dall’Ente Distributore.

La parte di impianto funzionante in Media Tensione è realizzato esclusivamente in

locali chiusi e conformi alla normativa applicabile (norme CEI e richieste DK dell’Ente

Distributore) e quindi si configura come una ordinaria cella di trasformazione bt/MT

senza introdurre alcuna problematica ulteriore di emissione di onde

elettromagnetiche.

Si considera inoltre che i locali sono presidiati con presenza umana limitata ai brevi

tempi di controllo. Tutte le apparecchiature impiegate saranno conformi alla

normativa in vigore, es. in termini di protezione contro i contatti diretti, indiretti,

sovratensioni e disturbi elettromagnetici.

Per i cavi MT dei collegamenti interni si considera una corrente di 300 A. Per i cavi

del collegamento entra-esce alla cabina di consegna si considera una corrente di

500 A. Nei due casi i cavi sono posati con modalità interrata a una profondità di circa

1,50 m dal piano di calpestio tale da garantire una intensità dei campi magnetici

inferiore a 3 µT in asse con i conduttori.

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2.5 Inquinamento e disturbo ambientale

Al di là del giudizio estetico complessivo sullo scenario indotto dall’esecuzione delle

nuove opere non verranno modificate le condizioni di fruibilità dell’area, che saranno

valorizzate in quanto un percorso ciclabile, sicuro e coperto permette un

miglioramento della viabilità.

Infatti le stesse non determineranno modificazioni nel regime di utilizzo del sito, sia in

termini qualitativi che quantitativi, né indurranno sottrazioni di spazi fruibili alla

collettività.

Infine, si evidenzia che sotto il profilo della percezione visiva, la realizzazione

dell’impianto non determinerà impatti significativi in quanto:

le opere in esecuzione rappresentano un miglioramento funzionale di quelle

esistenti;

l’impianto una volta realizzato connoterà decisamente lo scenario

paesaggistico.

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3. LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO (punto 2 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 34/33 DEL 07.8.2012)

L’area interessata è ubicata in comune di Olbia in Zona Industriale e dista circa 6 km

dall’aeroporto di Olbia.

Dal punto di vista topografico, l’area risulta inclusa nella cartografia I.G.M.(scala

1:25.000) al foglio 444, sez. II (Elaborato 1.00). vd Figura 3.1.

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Figura 3.1: Inquadramento Territoriale IGM Scala 1:25000.

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Figura 3.2: Inquadramento territoriale.

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L’area in cui dovrà essere posizionata l’opera in oggetto è facilmente accessibile dal’abitato di

Olbia, in quanto ad esso adiacente, vd. Figura 3.2 (Elaborato 2.02).

Il progetto nel suo insieme non andrà a modificare l’assetto territoriale o la zonizzazione

esistente. Viceversa, le variazioni introdotte dall’opera in progetto sul paesaggio esistente

determineranno una caratterizzazione ed una maggiore qualificazione di un’area anonima e

frammentata, tipica delle aree industriali, vd. Figura 3.3.

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Figura 3.3: Ortofoto e punti di ripresa fotografica.

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Inoltre, come vedremo in seguito, non vi sono modifiche alla capacità di carico

dell’ambiente naturale, e della qualità in generale in riferimento alla presenza di Zone

umide, Zone costiere, Zone montuose o forestali, Riserve e parchi naturali, Zone

classificate o protette dalla legislazione degli Stati membri dell’Unione europea, Zone

protette speciali designate dagli Stati membri in base alle direttive 79/409/CEE e

92/43/CEE, Zone nelle quali gli standard di qualità ambientali fissati dalla legislazione

comunitaria sono già stati superati, Zone a forte densità demografica, Zone di

importanza paesaggistica, idrogeologica, storica, culturale o archeologica o altre

aree sensibili dal punto di vista ambientale comunque definite. L’area in esame

ricade interamente all’interno dell’area industriale. Le foto seguenti danno una

rappresentazione fotografica dello stato attuale dell’area di intervento e del contesto.

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Foto 1. Vista Panoramica dalla sede su cui sorgerà la pista ciclabile coperta con pensilina rivestita con pannelli fotovoltaici, lato SUD verso il Golfo.

Foto 2. Vista Panoramica dell’area che sarà occupata dalla pensilina dal lato OVEST della Collina di Cala Saccaia.

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Foto 3. Vista Panoramica contesto paesaggistico intorno ad area su cui sorgerà la pista ciclabile coperta a fotovoltaico.

Foto 4. Vista contesto paesaggistico di pregio intorno al tracciato della futura pista ciclabile lato Sud.

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Foto 5. Dettaglio contesto paesaggistico di pregio intorno al tracciato della futura pista ciclabile lato Sud.

Le presenti riprese fotografiche vogliono apportare informazioni riguardo fisionomie

fondamentali del contesto paesaggistico e aree di intervisibilità del sito: come si può osservare

da subito, il luogo presenta a tratti un evidente stato di compromissione nella zona edificata alla

linea di costa, che viceversa presenta un pregio naturalistico incomparabile.

3.1 Analisi dei Vincoli La metodologia adottata definisce tre livelli di analisi, corrispondenti ad altrettanti livelli di

valutazione. Da un primo livello che definisce condizioni di totale non idoneità (che esprimono

un grado di tutela integrale su porzioni di territorio di particolare valore), si passa a livelli nei

quali il grado di non idoneità viene dettato da valutazioni tecniche.

I tre livelli sono strutturati per rispondere alla necessità di individuare separatamente i fattori che

concorrono alla esclusione, limitazione o preferenza di un sito.

Il primo livello, che non investe il caso in discussione, impone condizioni di assoluta esclusione

(fattori escludenti) di aree vincolate per legge, non soggette ad alcun tipo di valutazione

successiva.

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Per la disamina di 2a Fase vengono considerati i fattori collegati a disposizioni provenienti

dall'analisi della normativa vigente, che tutela aree da sottoporre a vincolo secondo il parere

dell'ente interessato.

La tutela si impone in funzione sia del tipo di bene od opera da proteggere, che del tipo di

intervento di trasformazione del territorio: oltre ai beni ambientali intervengono in questa

disamina anche i beni storico-artistici-archeologico-architettonici e le aree di interesse

demaniale.

Sulla base delle indicazioni regionali, pertanto, per la disamina della vincolistica è necessario

riferirsi a:

• vincoli per le aree di rilevanza naturalistico ambientale (L.R. 31/89)

• vincoli di natura idrogeologica (R.D.L. n°3267)

• vincoli su beni storico-artistici-archeologico-architettonici (L.1089/89)

• vincoli paesistici (Legge regionale n.8 del 2004 e ss.mm. ii.);

Si procede pertanto ad un esame dei vincoli predetti per l’area della pista ciclabile .

Vincoli per le aree di rilevanza naturalistico ambientale

Il sito non rientra tra le aree di parco, di riserva e monumenti naturali, nonché di aree di

particolare rilevanza naturalistico-ambientale.

Vincoli di tipo idrologico e idrogeologico

L’area non è sottoposta a vincolo idrogeologico ai sensi dell’art.1 del R.D. 30.12.1923 n° 3267e

ss.mm.ii..

Vincoli di tipo storico-artistico-archeologico

Nell’area non risultano essere presenti vincoli su beni storico-artistici-archeologico-

architettonici.

Vincoli di tipo paesaggistico

L’area oggetto dell’intervento è compresa all’interno dell’ambito costiero n.18 denominato Golfo

di Olbia.

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Figura 3.4. Stralcio PPR – Ambito di Paesaggio 18 – Golfo di Olbia

Area oggetto dell’intervento

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Figura 3.5. Inquadramento territoriale. Carta dei Vincoli.

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La Legge regionale n.8 del 2004 sancisce che la pianificazione paesaggistica costituisce il

quadro di riferimento e di coordinamento, per lo sviluppo sostenibile dell’intero territorio

regionale, degli atti e pianificazione regionale, provinciale e locale. Il processo di governo del

territorio regionale assume, pertanto, come valore ispiratore la centralità del paesaggio della

Sardegna, inteso come contesto fondamentale dell’interazione tra fattori storici, culturali,

ambientali e come ambito privilegiato dei rapporti tra uomo e natura, tra comunità e territorio.

Il P.P.R. rappresenta il documento di riferimento fondamentale, in quanto è al suo interno che

l'azione legislativa e di governo regionale ha individuato e definito gli obiettivi fondamentali da

perseguire per la tutela e la valorizzazione del territorio.

Le disposizioni del P.P.R. sono prevalenti sulle disposizioni contenute negli altri atti di

pianificazione ad incidenza territoriale previsti dalle normative di settore (art. 4, comma 1); esse

sono immediatamente efficaci per i territori comunali in tutto o in parte ricompresi negli ambiti di

paesaggio costiero (art. 4, comma 4), vd. Figura 3.6.

Figura 3.6.Stralcio P.P.R.

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3.2 Componenti Ambientali – Abiotiche e Biotiche

Sono di seguito considerate le componenti naturalistiche ed antropiche potenzialmente

interessate dalla realizzazione, dal funzionamento e dalla dismissione dell’impianto fotovoltaico,

e le interferenze tra queste ed il sistema ambientale nella sua globalità. Le componenti ed i

fattori ambientali considerati, sono così stati così intesi:

a) atmosfera: qualità dell'aria e caratterizzazione meteoclimatica;

b) ambiente idrico: acque sotterranee e acque superficiali considerate come componenti,

come ambienti e come risorse;

c) suolo e sottosuolo: intesi sotto il profilo geologico, geomorfologico e pedologico, nel

quadro dell'ambiente in esame, ed anche come risorse non rinnovabili;

d) ecosistemi, vegetazione, flora e fauna: formazioni vegetali ed associazioni animali,

emergenze più significative, specie protette ed equilibri naturali;

e) salute pubblica: come individui e comunità;

f) paesaggio: aspetti morfologici e culturali del paesaggio, identità delle comunità umane

interessate e relativi beni culturali.

3.2.1. Suolo e Sottosuolo

Assetto Geologico.

Le peculiarità geologiche dell’area indagata esprimono in maniera marcata i risultati

dell’orogenesi ercinica, la quale ha coinvolto intensamente il settore nord-orientale della

Sardegna.

Il batolite ercinico sardo-corso è uno dei più estesi complessi intrusivi europei, l’area di

affioramento si aggira infatti sui 12.000 km2, la metà dei quali si trova in Sardegna.

I vari plutoni che lo costituiscono sono distribuiti in una fascia che va dalla Corsica meridionale

alla Sardegna centrale per un’estensione di oltre 200 km.

I risultati delle numerose ricerche sinora eseguite su questi plutoni, in particolare quelle

dell’ultimo decennio, condotte da vari gruppi di studio (Orsini – 1980, Balia et al. 1981),

consentono di delineare alcuni tratti fondamentali della costituzione di questo vasto batolite che,

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nell’ambito dell’Orogenesi Ercinica in Sardegna, rappresenta l’elemento più caratteristico della

catena nelle fasi tardo e post-cinematiche.

L’ossatura fondamentale del batolite (circa il 65%) è formata da plutoni di composizione

granitoide disposti prevalentemente in fasce irregolari con direzioni principali NW-SE.

Le facies prevalenti di questi granitoidi sono le seguenti:

• Granodioriti monzogranitiche equigranulari: a biotite, a grana media, di colore grigio,

sono prevalenti nell’Ogliastra e nella Barbagia a Sud di Nuoro; costituiscono anche parte

del massiccio di Alà dei Sardi;

• Granodioriti monzogranitiche inequigranulari: presenti soprattutto nell’area di Benetutti –

Orune e in Gallura;

• Monzograniti inequigranulari: di colore grigio-rosato, a grana medio grossa, a biotite,

con megacristalli di k-feldspato; facies simili si trovano nella zona del Sarrabus

meridionale e in Gallura.

Altri caratteri distintivi di queste intrusioni sono:

- notevole variabilità dei caratteri tessiturali e composizionali, particolarmente delle facies

inequigranulari che spesso presentano composizione monzogranitica;

- la tessitura orientata per flusso è spesso evidente a scala mesoscopica;

- i contatti sono sempre netti e discordanti sia rispetto alle plutoniti tonalitico –

granodioritiche, sia rispetto alle metamorfiti.

Dal punto di vista mineralogico si rileva che, associati al quarzo (30-40%), si trovano feldspato

potassico e plagioclasi andesitici zonati in rapporti variabili, da leggermente inferiori a 1:2 sino a

1:1. Il feldspato potassico è sempre partitico, presenta composizione media Or83.5 Ab15 An1.5

ed è rappresentato in prevalenza dalla fase ortoclasio nelle facies equigranulari e da microclino

in quelle inequigranulari del massiccio di Benetutti. La biotite è il minerale femico tipico (7-14%),

mentre l’orneblenda verde (1-2%) compare solo in alcune intrusioni quali quelle di Monti e

Berchidda.

Localmente nelle facies equigranulari (Alà dei Sardi, Mamoiada-Ovodda, ecc.) ed in quelle

microgranitiche compare la muscovite (1-3%). Fra i minerali accessori, frequenti sono sempre

l’apatite, allanite, zircone, titanite e magnetite.

I dati radiometrici attualmente disponibili per valutare l’età di queste plutoniti non sono molti.

L’isocrona costruita con il metodo Rb/Sr su roccia totale da Del Moro et al. (1975), nella quale

sono compresi anche campioni di altre intrusioni monzogranitiche, ma che appare fortemente

condizionata dai valori delle granodioriti monzogranitiche e dai loro differenziati aplitici, indica

un’età media di 302 ± 5 MA con un rapporto isotopico iniziale 87Sr/86Sr di 0.7107.

Nell’intera zona rilevata gli affioramenti sono costituiti dal granito ercinico della Gallura che

costituiscono la Zona Assiale della Sardegna.

28

La facies di gran lunga predominante è quella dei monzograniti inequigranulari caratterizzata da

grossi fenocristalli di feldspati potassici rosati pluricentimetrici.

Non mancano le facies differenziate, con una marcata zonatura tessiturale concentrica, con al

nucleo i termini a grana più grossa e alla periferia quelli a grana più fine, pur rimanendo la

formazione granitica nel suo complesso.

Tale granito è stato interessato, in diversi punti, da una profonda azione idrolitica che ha causato

un’intensa argillificazione dei feldspati. Poiché gli stessi rappresentano circa il 55% dei vari

componenti di tale roccia, ci si rende subito conto del profondo stato di alterazione della stessa.

Conseguentemente a questa azione, nella zona in studio è presente, come seconda facies della

formazione granitica, una coltre di granito arenizzato tenero e permeabile con spessori variabili

da uno a cinque metri.

La tettonica della zona segue le direttrici fondamentali della Sardegna, caratterizzate da un

andamento principale con direzione NE-SO e secondario N-S e NO-SE. Questo è evidenziato

anche dalla presenza di filoni pegmatitici e ammassi di micrograniti allineati secondo queste

lineazioni principali.

29

3.2.2. Assetto Idrografico ed Idrogeologia

L’esame della rete idrografica del territorio oggetto di studio rivela come l’andamento e la forma

dell’alveo dei corsi d’acqua, risentano delle caratteristiche tettoniche e soprattutto di quelle

litologiche. L’idrografia superficiale è costituita da alcuni corsi d’acqua e da modesti impluvi che

raccolgono le acque meteoriche.

Il controllo strutturale viene evidenziato da variazioni improvvise della direzione di scorrimento di

alcuni corsi d’acqua in corrispondenza di faglie tettoniche.

Inoltre i corsi d’acqua impostati su litotipi litoidi si presentano poco sviluppati e a basso grado di

gerarchizzazione, mentre quelli impostati sui depositi terrigeni, presentano un reticolo più

sviluppato ed una configurazione che possiamo definire dendritica.

I deflussi idrici sotterranei, dalle osservazioni compiute, sembrano avere in generale le

stesse direzioni di quelli superficiali: si ritiene cioè che bacino idrografico e idrogeologico siano

in linea di massima coincidenti.

Dal rilevamento idrogeologico è stato possibile distinguere le seguenti classi di permeabilità:

− Terreni altamente permeabili, con un coefficiente K > 10 cm/sec., costituiti da coperture

alluvionali e detritiche sciolte localizzate lungo i corsi d’acqua, e nelle aree più

pianeggianti e depresse.

- Terreni scarsamente permeabili, con coefficiente K compreso tra 10-4 e 10-7 cm/sec.

Appartengono a questa classe i vari tipi di graniti, le rocce del complesso migmatitico-

metamorfico fratturate ed i sabbioni da essi originati che interessano buona parte

dell’area d’intervento. Il loro grado di permeabilità è legato esclusivamente alla

fratturazione delle rocce ed al loro più o meno elevato grado di alterazione.

Caratteristiche interessanti specialmente agli effetti del deflusso idrico superficiale e

dell’infiltrazione delle acque nel sottosuolo sono:

- le temperature medie annue dell’aria che in Sardegna varia tra i 18° della pianura e i 16°

delle aree collinari;

- la forte ventosità;

- la concentrazione della piovosità nei periodi invernali, prevalentemente nel mese di

dicembre;

- il divario esistente fra l’intensità e i volumi delle precipitazioni delle aree pianeggianti e

costiere rispetto alle aree montuose.

Ne scaturiscono, di conseguenza, coefficienti di deflusso molto variabili sia nel tempo sia nello

spazio.

Dal punto di vista della permeabilità delle formazioni geologiche, nell’area in studio sono state

30

individuate due classi fondamentali di permeabilità: una per porosità dei terreni e una per

fratturazione delle rocce.

I terreni a permeabilità media sono rappresentati da materiali alluvionali quaternari deposti a più

riprese nelle pianure litoranee, sono costituiti da alternanze ciottoloso-sabbiose e limo-argillose. I

depositi alluvionali in quest’area si compongono essenzialmente di ciottoli quarzosi, granitici,

gneissici, e la permeabilità è condizionata dalla illuviazione di materiali argilliformi, dalla

cementazione per la presenza di Ferro, Allumino e Silice.

3.2.3. Caratteristiche climatiche

Il clima delle coste della Gallura subisce come quello di tutte le coste sarde, una netta influenza

per il permanere delle masse d’aria occidentali secondo le caratteristiche fisiche che le

distinguono.

Così la prevalenza di masse d’aria temperate e mediterranee in qualunque stagione e la piccola

percentuale di ore di masse artiche in inverno e di masse tropicali in estate danno subito un

chiaro indizio della mitezza del clima in queste zone.

Naturalmente sia per l’effetto della latitudine che per l’orientamento del litorale, nel settore

costiero della Gallura si verifica una leggera percentuale in più per le masse d’aria fredda in

inverno rispetto alle coste meridionali sarde. Ciò si ripercuote naturalmente in una media

leggermente più bassa nella temperatura e più elevata nella nuvolosità e nelle precipitazioni.

Di seguito vengono riportati i dati pluviometrici e sulla temperatura ricavati dalla stazione

meteorologica più vicina al sito, quella di Olbia.

Temperatura dell’aria: Le temperature mensili (max e min) in °C rilevate nel 2009 dalla stazione

meteorologica più vicina al comprensorio di gestione rifiuti, stazione di Olbia, risultano riportate

nel quadro che segue:

I valori riscontrati sono tipici della zona nord orientale della Sardegna con temperature elevate

nei mesi di Giugno, Luglio ed Agosto e temperature minime mai troppo basse con i valori minimi

Mese Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic. Anno Max. 17,5 16,2 17,0 19,5 26,8 31,4 32,6 31,8 28,7 26,9 18,5 18,1 25,6 Min. 4,5 5,3 6,0 10,3 12,5 16,5 17,0 18,0 14,0 9,7 6,2 5,0 10,4

31

nel mese di Dicembre, Gennaio e Febbraio.

Regime pluviometrico. Pur predominando lineamenti climatici tipicamente mediterraneo insulari,

il clima assume tuttavia caratteristiche di particolare mitezza dovute all’effetto termoregolatore

del mare ed all’azione mitigatrice dei venti che si succedono nelle varie stagioni.

Sostanzialmente trattasi di un clima bi stagionale; breve periodo invernale in cui si concentrano

gran parte delle precipitazioni ed una stagione caldo arida con forte deficit idrico.

Le temperature medie annuali oscillano tra 16-19°C.

I venti sono frequenti con prevalenza dai quadranti occidentali con dominanza da Nord-Ovest.

Le precipitazioni sono concentrate nel periodo tardo autunno, inverno e inizio primavera. Il totale

delle precipitazioni medie annuali si aggira sui 500-600 mm.

32

Elaborazioni statistiche sulle serie storiche dei dati del pluviometro di Olbia

33

3.3 Analisi del paesaggio e modalità di inserimento paesaggistico dell’opera di progetto.

Sotto il profilo urbanistico, l’area oggetto dell’intervento ricade all’interno della zona industriale,

cosi come riportato in Figura 2 e dunque la presenza degli impianti fotovoltaici è coerente con le

previsioni del Piano Regolatore Territoriale delle aree industriali gestite dal CIPNES (P.R.T.C.) e

con il Piano Paesaggistico Regionale.

Pur essendo la zona industriale un’area di basso pregio ambientale, sussiste il vincolo

paesaggistico secondo il D.M. del 30/11/1965, successivamente rettificato con D.M. del

10/01/68, come si può vedere dalla Figura 3.7 (Elaborato 3.00A).

34

Figura 3.7. Inquadramento territoriale. Carta dei Vincoli 2

35

Secondo le “Linee Guida per l’individuazione degli impatti potenziali degli impianti fotovoltaici e

loro corretto inserimento nel territorio” risultano, ancora, idonee all’installazione d’impianti

fotovoltaici, le aree industriali, artigianali e produttive, in quanto appositamente deputate ad

accogliere impianti di natura industriale dai vigenti strumenti urbanistici e territoriali.

Il predetto provvedimento di tutela prescrive la salvaguardia dello scenario caratterizzato da un

“[…] eccezionale susseguirsi di quadri naturali offerti da innumerevoli promontori granitici che

emergono dal mare purissimo, per l’allungarsi di dolci spiagge, bianche fra l’azzurro marino ed il

verde restante flora mediterranea ed il grigio rosa delle rocce, per il luccichio dei laghi stagni e

per le isole di fantastico aspetto, mostruoso nello strapiombare di quote di molte centinaia di

metri fino alle onde marine; il tutto in una mirabile fusione fra le acque, le rocce, le spiagge, le

colline e la vegetazione…..”

La realizzazione di un impianto fotovoltaico a copertura di una pista ciclabile quale quello

proposto, non incide direttamente sugli elementi di pregio paesaggistico descritti e tutelati nel

D.M. 30/11/1965 e nei relativi allegati, semmai ne permette una più agevole fruizione e

godimento da parte dell’utente. Del resto i caratteri paesaggistici generali dell'area d’intervento

sono pesantemente condizionati dalla fortemente infrastrutturata utilizzazione del sito, che

seppur ne ha radicalmente mutato l’assetto paesaggistico naturale, non ne ha del tutto

compromesso la valenza paesaggistica, che viceversa viene messa in risalto e valorizzata

dall'intervento proposto.

Sulla base delle indicazioni del Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna e del Piano

Energetico Ambientale e i criteri contenuti nella deliberazione succitata, si sono individuati nelle

aree industriali e artigianali oltre che nelle così dette area “brownfield” le superfici dove ubicare

prioritariamente gli impianti fotovoltaici, in ragione della loro destinazione d’uso e della natura

delle stesse.

In aggiunta, per le aree brownfield definite “industriali, artigianali, di servizio”, si ritiene di dover

stabilire quale limite per l’utilizzo di territorio industriale, il 10% della superficie totale dell’area

industriale e comunque gli Enti di gestione o comunque territorialmente competenti per tali aree

(es. Comune o Consorzio Industriale) prevedono, con propri atti, i criteri per le attribuzioni delle

superfici disponibili alla installazione degli impianti, tanto che tali Enti possono disporre eventuali

incrementi al limite sopra menzionato fino ad un massimo del 20% della superficie totale.

In conclusione, secondo le “Linee Guida per l’individuazione degli impatti potenziali degli impianti

fotovoltaici e loro corretto inserimento nel territorio”, l’area individuata lungo le infrastrutture

viarie all’interno del comparto industriale risultano perfettamente idonee all’inserimento del

manufatto tecnologico proposto.

In questo modo l’elemento tecnologico utilizzato per la composizione di un nuovo “paesaggio

energetico”, risulta elemento di completamento del paesaggio urbano industriale fortemente

36

antropizzato, anche se a ridosso di aree seminaturali e la linea di costa del Golfo di Olbia, in

realtà risultato di forti antropizzazioni e alterazioni nel tempo che ne hanno decretato l’attuale

stato di compromissione, sino a concorrere alla composizione di un “nuovo paesaggio culturale

contemporaneo”. A tale scopo, della superficie individuata quale area possibile per l’inserimento

dell'intervento proposto, verrà interessato solamente una superficie totale di 16200 mq, che

corrispondono alla sola superficie di ingombro al suolo della pista ciclabile, in maniera tale da

ridurre al massimo l’effettiva porzione di territorio occupata a fotovoltaico che ammonta a

13544.96 mq.

La realizzazione dell’impianto sarà eseguita mediante l’installazione di moduli fotovoltaici con

celle colorate che riprendono i colori dominanti del sito, che sono quelli del mare e del verde

della macchia mediterranea, ubicati sulla struttura di sostegno, con funzione di copertura o

pensilina, della pista ciclabile sottostante e opportunamente inclinati con un angolo variabile

rispetto al piano di calpestio. L’orientamento dei pannelli sarà verso SUD, secondo quanto più

consono a soddisfare il rapporto costi benefici dell’operazione e massimizzare la performance

dei pannelli fotovoltaici ritenuti più idonei per qualità prestazionali ed estetiche, sia per quanto

riguarda la resa cromatica, che la forma degli elementi suddetti. Gli elementi andranno così ad

occupare parzialmente la copertura suddetta destinata alla produzione di energia rinnovabile,

lungo tutta l’estensione della pista ciclabile come da tavole progettuali sopra esposte. Il tutto per

un più conveniente utilizzo della risorsa rinnovabile in termini di resa energetica e relativa

energia elettrica prodotta e minimizzare il carico all’interno dell’ambito del paesaggio urbano pur

già fortemente alterato e compromesso nelle sue valenze originarie. (Vedi Figura 3.7, 3.8, 3.9,

3.10, 3.11, 3.12 e 3.13).

Figura 3.8. Inserimento planimetrico intervento di progetto e contesto urbanistico (area CIPNES) 1

37

Figura 3.9. Inserimento planimetrico intervento di progetto e contesto urbanistico (ara CIPNES) 2

Figura 3.10. Vista Panoramica inserimento foto realistico del tracciato della pista ciclabile all’altezza della sede del consorzio industriale CIPNES.

38

Figura 3.11. Sezione trasversale della pista ciclabile coperta a fotovoltaico, dettaglio della trama e mosaico cromatico dei moduli fotovoltaici con schema di fasi di montaggio,dettagli illuminazione e materiali impiegati.

39

4. CARATTERISTICHE DELL’IMPATTO POTENZIALE (punto 3 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 34/33 DEL 07.08.2012)

La realizzazione di un’infrastruttura di questo tipo comporta in linea generale due tipi di effetti:

uno legato alle modifiche permanenti che l’opera determina nell’ambiente di inserimento, l’altro

legato agli effetti della stessa in un’ area più vasta.

Si considerano innanzitutto gli impatti generati dalla fase di esecuzione dell’opera derivata

dalle attività di cantiere. Si prevede un inevitabile aumento delle emissioni di gas inquinanti e di

polveri e rumore dovuto alle operazioni di scavo e alla presenza di macchine operatrici.

Si conterranno al minimo tale impatti adottando misure di prevenzione quali il bagnamento

delle superfici delle piste di cantiere, e la schermatura mediante reti di protezione

appositamente studiate e posizionate in funzione dei recettori sensibili dell’impatto localmente

individuati.

Devono essere inoltre considerati, seppure in maniera trascurabile, i rischi di inquinamento di

suoli e acque superficiali, derivanti dal possibile sversamento di sostanze, quali benzine, oli,

lubrificanti dovute ai mezzi presenti in cantiere.

Tali rischi saranno ridotti al minimo evitando i lavaggi dei mezzi e delle attrezzature in loco e

predisponendo un sistema di drenaggio che evita l’immissione diretta nei compluvi di acque

torbide.

Figura 3.11. Vista prospettica di dettaglio della pista ciclabile coperta con in evidenza mosaico cromatico dei moduli fotovoltaici proposto.

40

Di bassa entità si possono quindi definire gli impatti sul paesaggio, sull’idrogeologia e sui suoli

in quanto oltre allo studio dettagliato delle interferenze dell’opera con le componenti ambientali,

anche l’attenzione al ripristino dei luoghi è uno degli obbiettivi principali del presente progetto,

mentre è evidente la valenza positiva dell'intervento per quanto riguarda gli effetti di natura

economica e la riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera.

Fase di Costruzione: premesso che la fase di cantiere sarà limitata nel tempo, l’impatto è

collegato all’utilizzo di mezzi meccanici d’opera e di trasporto, alla produzione di rumore,

polveri e vibrazioni. Per ciò che concerne gli impatti legati alla produzione di rifiuti dovuti ai

materiali di disimballaggio dei componenti degli impianto e dai materiali di risulta provenienti

dagli eventuali splateamenti etc. sarà cura del proponente trattare i rifiuti generati, che saranno

separati a seconda della classe, come previsto dal D.Lgs. 152/06 e debitamente riciclati.

Fase di Esercizio: L’impianto fotovoltaico non genera emissioni di alcun tipo. Gli unici impatti

riguardanti tale fase sono l’occupazione del suolo e le emissioni elettromagnetiche. Per quanto

riguarda il primo, l’impianto, essendo temporaneo, produrrà un effetto irrilevante e totalmente

reversibile, poiché permarrà quel determinato uso del suolo.

Emissioni elettromagnetiche: Per quanto riguarda le emissioni elettromagnetiche generate

dalle parti d’impianto che funzionano in MT si prescrive l’utilizzo di apparecchiature e

l’eventuale installazione in locali chiusi conformi alla normative CEI. Per quanto riguarda le

emissioni elettromagnetiche generate dalle parti di cavidotto percorse da corrente in bt si

suggerisce l’interramento degli stessi di modo che l’intensità del campo elettromagnetico

generato possa essere considerato sotto i valori soglia della normativa vigente.

Inquinamento Idrico: Per quanto attiene l’inquinamento idrico, tale aspetto non viene preso in

considerazione in quanto l’opera come da progetto non produce alcun affluente, nè sulla rete

idrica, nè sulle eventuali falde sottostanti il sito interessato.

Inquinamento acustico: L’assoluta assenza di parti in movimento non presenta assolutamente

ricadute negative né per l’ambiente esterno, né per quello di lavoro. Le uniche parti

dell’impianto che potrebbero dar luogo a livelli di rumore sono gli inverters ( comunque inferiori

a 54dB(A)), che saranno alloggiati in locali dedicati.

Inquinamento atmosferico: L’impatto derivante da emissioni in atmosfera non presenta impatti

negativi.

41

Rischi d’incidenti, aspetti sanitari, e sicurezza sul lavoro: L’impianto sarà realizzato secondo i

criteri in grado di assicurare salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Peraltro l’applicazione delle

misure di sicurezza durante la realizzazione dei lavori è richiesta anche, e soprattutto da una

serie di obblighi di legge vigenti (T.U. 81/08 e ss.mm.ii. e decreti correlati). Paesaggio: Per quanto attiene gli effetti delle trasformazioni dal punto di vista paesaggistico, non

si prevedono modificazioni significative, dirette e indotte, irreversibili a breve e medio termine,

nell'area di intervento e nel contesto paesaggistico sia in fase di cantiere che a regime. Per

un’analisi più approfondita si rimanda alla Analisi di compatibilità paesaggistica, Allegato D, in

quanto, come detto precedentemente nel paragrafo 3.1 – Analisi dei Vincoli, l’area in cui sarà

ubicata la pista ciclabile e running è ricompresa all’interno del perimetro soggetto a vincolo di

tutela paesaggistica apposto con provvedimento di cui al D.M. 30/11/1965 pubblicato sulla G.U.

16/02/1966 n.41, in seguito rettificato da D.M. 10/01/1968.

. Opere di Mitigazione e decommissioning: Sono state preferite le soluzioni progettuali che

determinano i minori problemi di compatibilità paesaggistica. Data la dimensione degli interventi

proposti e l’oggettiva attenzione verso scelte progettuali rivolte al miglioramento dell’aspetto

rispetto alla situazione originaria assentita, sono comunque previste opere di mitigazione quali

schermature arboree che ne riducano l’impatto visuale dai punti critici. Inoltre, le tecniche d’ingegneria naturalistiche proposte sono state studiate in funzione della

tipologia d’intervento e sono principalmente funzionali alla rapida mitigazione degli effetti derivanti

dagli impatti residui. In conclusione si afferma che la tipologia d’intervento proposto e l’entità degli

impatti potenziali sono tali da essere considerati irrilevanti rispetto ai benefici derivanti dalla

realizzazione dello stesso.

Per quanto riguarda la fase di decommissioning si rimanda al Piano di dismissione, Allegato G.

42

5. CONCLUSIONI

Dal presente studio sugli effetti ambientali emerge che la localizzazione dell’iniziativa esclude la

maggior parte dei possibili impatti ambientali. E’ un impianto compatibile con la pianificazione

energetica regionale e con il P.P.R. L’area su cui sorgerà il progetto è posizionata all’interno

della Zona Industriale del Comune di Olbia e la sua visibilità dai punti più critici verrà mitigata in

maniera opportuna.

Una prima misura di compensazione è già intrinseca con le finalità dell’impianto stesso, cioè

quella di produrre energia da fonti rinnovabili, riducendo la necessità di produzione di energia

mediante tecnologie ad alto impatto ambientale, come ad esempio da fonti fossili.

Tuttavia, per il progetto in analisi si propone una misura di compensazione che ha come finalità,

oltre a quella sopra citata, quella altrettanto importante, di contribuire alle campagne di

informazione e di educazione ambientali e culturali già avviate nelle scuole.

E’ infatti necessario proiettare proprio le nuove generazioni in un futuro dove solo l’acquisizione

di consapevolezza potrà innescare cambiamenti culturali su temi come l’ambiente e lo sviluppo

sostenibile, non solo ai fini della qualità ambientale ma più in generale della qualità della vita,

obiettivo verso cui indirizzare l’azione degli uomini nella vita attuale ed in previsione della

continuità generazionale.

La semplicità delle procedure di smantellamento dell’impianto fotovoltaico, alla fine della sua

attività fisiologica (25-30 anni), ci porta a dover fare alcune importanti considerazioni. La prima è

che non utilizzando sostanze inquinanti per il suo funzionamento, l’area di ubicazione

dell’impianto non dovrà essere bonificata, cosa che avviene per qualsiasi attività di carattere

industriale.

La seconda è che una volta rimossi i pannelli, le strutture di sostegno e le cabine di

trasformazione, il paesaggio e l’area torneranno allo stato antecedente la realizzazione

dell’opera.

L’importanza e la rapidità dei mutamenti che l’azione dell’uomo produce sul paesaggio, con

tempi e modalità diverse, rispetto alle dinamiche naturali, portano necessariamente a dover

acquisire il giusto grado di responsabilità, al fine di intervenire sul territorio rispettando il naturale

equilibrio e dinamismo dell’ambiente. Di conseguenza, qualunque intervento di modificazione del

territorio deve basarsi sui criteri di sostenibilità, allo scopo di preservare quantitativamente e

qualitativamente le risorse naturali a disposizione.

L’impianto fotovoltaico, pur modificando in parte ed in modo peraltro reversibile, l’assetto del

paesaggio e l’uso del territorio aiuta a tutelare l’ambiente dall’inquinamento atmosferico,

evitando l’uso di combustibili fossili, sfruttando la risorsa rinnovabile e rigenerativa della

radiazione solare.

L’incontro tra paesaggio, ambiente e tecnologie pulite sono i NUOVI PAESAGGI, all’interno del

43

quale si vuole collocare la progettazione degli impianti per la produzione di energie da fonti

rinnovabili.

La conversione fotovoltaica dalla radiazione solare non darà luogo alla produzione di elementi

inquinanti che possano causare danni all’ambiente circostante e/o alla salute.

Dal punto di vista dell’occupazione del suolo, si prevede di minimizzare i movimenti terra che

possano alterare la forma attuale del terreno. Saranno effettuati degli scavi per il posizionamento

dei cavidotti che verranno poi rinterrati e per l’alloggiamento del basamento delle cabine

elettriche.

Le analisi riportate consentono di valutare la coerenza e la congruità del progetto di

realizzazione del parco fotovoltaico. In particolare l’intervento prevede un utilizzo consapevole

ed attento delle risorse disponibili, con attenzione a non pregiudicare l’esistenza e gli utilizzi

futuri e tale da non diminuire il pregio paesaggistico del territorio. Il sito in esame, infatti, potrà

tornare alla sua attuale funzione a termine dello sfruttamento dall’impianto fotovoltaico, ossia

dopo 25/30 anni.

Nell’elaborazione dell’idea progettuale dell’impianto su pista ciclabile ha avuto un ruolo

determinante il voler creare un connubio tra cicloturismo e tecnologia fotovoltaica, riscoprendo e

valorizzando, da una parte, la componente turistica costituita da un percorso sicuro e affidabile

per ciclisti e podisti, dall’altra sviluppando il tema delle energie rinnovabili.

Il progetto della pista ciclabile è il volano di un progetto di più ampio respiro volto alla

realizzazione di opere legate alla promozione di energie alternative che dovrebbe interessare i

punti cruciali dell’intera città di Olbia quali il Porto, l’Aeroporto, il Parco Fausto Noce fino ad

arrivare a Pittulongu e che diventa non solo alternativa sostenibile ma supporto e integrazione al

trasporto pubblico con l’innovativo noleggio automatico di biciclette in ambito urbano. Si sta

infatti registrando l’aumento di una sensibilità verso quella che ormai comunemente viene

chiamata “mobilità sostenibile”, ovvero l’utilizzo di mezzi di trasporto che limitino le emissioni in

atmosfera. Questo approccio comprende oltre alle auto con motori “verdi” anche quelli a

propulsione umana, soprattutto le biciclette. Il bike sharing (traducibile come “condivisione della

bicicletta) nasce per dare all’utente la possibilità di orari e spostamenti flessibili, avendo

l’opportunità, grazie alla dislocazione in più punti nella città delle cosiddette rastrelliere, di

prelevare la bicicletta in un punto e lasciarla poi in un altro, magari vicino alla meta raggiunta.

L ’Assessore alla Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio con la Delibera n.

39/1 del 23/08/2011, richiama la strategia assunta dall’Asse V del POR FESR 2007-2013 –

Sviluppo Urbano, che punta “ad accrescere il vantaggio competitivo rappresentato dagli attrattori

naturali, paesaggistici e culturali, promuovendo la riqualificazione integrata delle aree urbane,

migliorandone le condizioni ambientali e rafforzando la relazione con il territorio, ed in particolare

quella assunta, per le maggiori aree urbane, nell’ambito dell’Obiettivo operativo 5.1.1, di

ottimizzare la mobilità sostenibile, la rete dei collegamenti e i servizi di accesso”, che prevede il

44

miglioramento della mobilità urbana, la razionalizzazione delle tratte maggiormente

congestionate, l’adozione di interventi coordinati di tipo urbanistico, la realizzazione di servizi

innovativi alla persona, l’ottimizzazione delle coincidenze tra i sistemi di trasporto extraurbano e

quelli di livello urbano e metropolitano, nonché “l’adozione di modalità di trasporto alternative

quali percorsi ciclabili, bike sharing, car sharing”.

Dai più recenti studi sulla mobilità delle aree urbane emerge come gli spostamenti quotidiani

siano per il 40% inferiori ai 2 km di percorrenza, e per il 15% addirittura inferiori al solo

chilometro, confermando in tal modo la valenza strategica della bicicletta quale modalità di

trasporto alternativa allo spostamento su auto propria, che all’esercizio fisico ed all’assenza di

inquinamento unisce una discreta velocità, e consente l’abbattimento dei tempi morti legati alla

ricerca del parcheggio.

In ambiti massimamente trafficati e congestionati, le indicazioni operative della pianificazione

strategica comunale e intercomunale vanno pertanto a convergere su una strategia che accanto

al rafforzamento del trasporto pubblico mira a contenere il generalizzato ricorso all’auto privata

attraverso una azione integrata, sviluppata a partire dai seguenti interventi:

• realizzazione di tracciati ciclabili nel centro urbano, funzionalmente connessi alla

rete del “Bike Sharing”;

• aumento della facilità d’uso della bicicletta attraverso la diffusione di stazioni di

“Bike sharing” diffuse sull’intera area urbana, in corrispondenza dei principali

punti di origine/destinazione dell’utenza;

• messa a sistema dei percorsi ciclabili esistenti, assegnando priorità a quelle tratte

che uniscono segmenti di rete ciclabile esistenti, anche attraverso la

realizzazione di sottopassi e sovrappassi ciclabili e pedonali, favorendo la

mobilità intercomunale e la fruizione dei siti di maggior richiamo paesistico

(litorale costiero, aree parco, spazi verdi urbani, punti panoramici, etc.);

• predisposizione di strutture e spazi dedicati alla custodia, al parcheggio, alla

manutenzione della bici presso scuole ed uffici, in particolare nell’ambito degli

spazi già dedicati a parcheggio, con priorità per le aree di stazione e/o

interscambio coi mezzi pubblici;

• intese, di concerto con l’Assessorato dei Trasporti e con le Aziende del trasporto

pubblico, mirate a favorire l’integrazione tra trasporto pubblico e bicicletta,

consentendo, ove possibile il trasporto delle stesse;

• realizzazione di conferenze, manifestazioni ed iniziative educative atte a favorire

la cultura della bicicletta come mezzo di trasporto e fruizione del territorio,

coinvolgendo in particolare le scuole, le associazioni e gli enti preposti al turismo.