ALGO 11-12 92 - FedaiisfPistoia, 12 dicembre 1992 Caro Direttore, ritorno sull’argomento...

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ALGORITMI - Novembre-Dicembre 1992 Pag.1 Anno X - N° 6 Via Brunelleschi, 1 - 50123 Firenze - Tel. e Fax 055/284642 - Bimestrale - Sped. Abb. Post. Gr. IV 70% - Aut. Trib. FI 3114 del 16.3.83 Calenzano, 4-7 dicembre 1992: XII CONGRESSO NAZIONALE Dicembre 1992 nostra foto n. 1 CONGRESSO E CONSIGLIO NAZIONALE G.Brancolini, Presidente del Congresso e A.de Rita, Presidente Nazionale dovranno essere vissuti da ognuno di noi, nel quotidiano, con l'impegno di chi è paladino del proprio ruolo. Riconoscimento giuridico e ordinamento della professione, impegno sindacale e aggiornamento professionale, gli obiettivi fondamentali dell'Associazione Professione , trasparenza , futuro Gran parte di questo numero è dedicata alla cronaca dei lavori e ai documenti conclusivi dei due grandi appuntamenti nazionali che si sono succeduti a Calenzano dal 4 all'8 dicembre: il Congresso Congresso Congresso Congresso Congresso e il Consiglio Consiglio Consiglio Consiglio Consiglio della nostra Associazione. Il XII Congresso nazionale ha anche approvato il nuovo Statuto nuovo Statuto nuovo Statuto nuovo Statuto nuovo Statuto, sulla base di una bozza preparata da un'apposita commissione. La nuova versione a pagina 17. Invariate le quote associatice quote associatice quote associatice quote associatice quote associatice per il '93: 93: 93: 93: 93: le relative scadenze a pagina 33. Durante i lavori sono state assegnate tre Borse di studio Borse di studio Borse di studio Borse di studio Borse di studio intitolate a Osvaldo D'Ercole (pagina 34). Si è concluso il 2° Ciclo di conferenze su "Il linguaggio dei farmaci" "Il linguaggio dei farmaci" "Il linguaggio dei farmaci" "Il linguaggio dei farmaci" "Il linguaggio dei farmaci" con gli interventi di Giorgio Abraham, Gian Battista Cassano e Gadi Schoenheit. Da pagina 35 i resoconti. (segue a pag. 3) (segue a pag. 40) posto Ý con facoltà di parola e voto plurimo, da: - Presidenti di Sezione; Ý con facoltà di parola e voto singolo, da: - Presidente nazionale e membri Esecutivo; - Probiviri nazionali; - Presidenti regionali; Per i colleghi, soprattutto per i più giovani, riteniamo utile tracciare un breve riepilogo, an- che alla luce del nuovo Statuto, delle competen- ze e delle prerogative dei due maggiori Organi centrali della nostra Associazione: Congresso e Consiglio Nazionale. Il Congresso Congresso Congresso Congresso Congresso è l’organo a più ampia rappresentatività; è convocato ogni 4 anni dal- l’Esecutivo nazionale ed è composto Ý con facoltà di parola e voto singolo, da: - Presidente nazionale e membri Esecutivo; - Probiviri nazionali; - Sindaci nazionali; - Presidenti regionali; - Presidenti sezionali; - Direttore periodico associativo; - Presidente, Esecutivo, Probiviri e Sindaci nazionali già in carica nel mandato precedente a quello in atto all’inizio dei lavori congressuali; Ý con facoltà di parola e voto plurimo, da: - Delegati delle Sezioni; Ý con facoltà di parola senza diritto di voto, da: - Presidente onorario e Soci Onorari; - Invitati esterni. I compiti più significativi del Congresso sono quelli di apportare eventuali modifiche allo Statu- to e al Codice deontologico, di approvare la relazione morale e programmatica del Presiden- te nazionale e l’indirizzo politico di massima dell’Associazione. Il Consiglio Consiglio Consiglio Consiglio Consiglio nazionale, nazionale, nazionale, nazionale, nazionale, convocato dall’Esecu- tivo almeno una volta all’anno, è com- la bussola Relazione morale e programmatica del Presidente Angelo de Rita Celebriamo oggi il XII Congresso nazio- nale della nostra Associazione, che ancora una volta cade in un momento particolare per la vita degli informatori scientifici del farmaco. La contrazione in atto dei mercati farma- ceutici mondiali, l’incompatibilità esistente, ormai, fra l’espansione del bisogno di salu- te ed i vari sistemi di copertura della spesa pubblica, che induce gli Stati a sganciare il farmaco dal sistema, la politica sanitaria adottata ora dal nostro Governo, fanno prevedere anche in Italia consistenti ridu- zioni delle vendite di farmaci a prescrizione, la qual cosa influirà negativamente sulla occupazionalità nel settore farmaceutico a livello sia di interni sia di esterni. In questo scenario è facile prevedere una ulteriore esasperazione impressa alla no- stra attività , da parte delle singole aziende, con nuove argomentazioni promozionali, maggiore frequenza visite su selezioni par- ticolari di medici, nuove forme di incentivazioni, nuove politiche degli investi- menti, nuovi sistemi di trasmissione dei messaggi informativi ai medici. Il rapporto medico-informatore, l’unico che ha finora consentito di diffondere con la necessaria tempestività e competenza tutto quanto si innova nel mondo dei medi- cinali, contribuendo a qualificare la produ- zione farmaceutica ed a migliorare l’utiliz- zazione del farmaco, rischia di essere vanificato, con ricadute estremamente ne- gative su tutto il settore. Le organizzazioni sindacali nazionali di categoria, corresponsabili in Italia degli ul- timi 25 anni di governo, non dimostrano peraltro di possedere concrete possibilità di intervento, al di là di generiche minaccie di scioperi generali e di riscoperta del lin- guaggio delle contestazioni operaie. Quale futuro, dunque, per gli informa- Quale futuro, dunque, per gli informa- Quale futuro, dunque, per gli informa- Quale futuro, dunque, per gli informa- Quale futuro, dunque, per gli informa- tori scientifici del farmaco? tori scientifici del farmaco? tori scientifici del farmaco? tori scientifici del farmaco? tori scientifici del farmaco? Quale terapia è possibile indicare per i Quale terapia è possibile indicare per i Quale terapia è possibile indicare per i Quale terapia è possibile indicare per i Quale terapia è possibile indicare per i mali della nostra categoria, che è costret- mali della nostra categoria, che è costret- mali della nostra categoria, che è costret- mali della nostra categoria, che è costret- mali della nostra categoria, che è costret- ta a subire ancora scelte che altri hanno ta a subire ancora scelte che altri hanno ta a subire ancora scelte che altri hanno ta a subire ancora scelte che altri hanno ta a subire ancora scelte che altri hanno fatto e che sono in contrasto con i più veri fatto e che sono in contrasto con i più veri fatto e che sono in contrasto con i più veri fatto e che sono in contrasto con i più veri fatto e che sono in contrasto con i più veri interessi di ciascuno di noi, prima di tutto interessi di ciascuno di noi, prima di tutto interessi di ciascuno di noi, prima di tutto interessi di ciascuno di noi, prima di tutto interessi di ciascuno di noi, prima di tutto sul piano umano? sul piano umano? sul piano umano? sul piano umano? sul piano umano? C’è forse un limite oltre il quale la C’è forse un limite oltre il quale la C’è forse un limite oltre il quale la C’è forse un limite oltre il quale la C’è forse un limite oltre il quale la tolleranza è ancora virtù? tolleranza è ancora virtù? tolleranza è ancora virtù? tolleranza è ancora virtù? tolleranza è ancora virtù? Noi riteniamo anzitutto che è assoluta- mente indispensabile continuare ad impe- gnarci perché la nostra azione possa risul- tare sempre più credibile e perché sia consolidata l’unità della categoria, com- portandoci in maniera degna della nostra professione, che dobbiamo esercitare con competenza, con trasparenza, con pa- zienza, con fiducia e senza presunzione. Se è vero che l’unione fa la forza, nel

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  • ALGORITMI - Novembre-Dicembre 1992 Pag.1

    Anno X - N° 6

    Via Brunelleschi, 1 - 50123 Firenze - Tel. e Fax 055/284642 - Bimestrale - Sped. Abb. Post. Gr. IV 70% - Aut. Trib. FIn° 3114 del 16.3.83

    Calenzano, 4-7 dicembre 1992: XII CONGRESSO NAZIONALE

    Dicembre 1992

    nostrafoto

    n. 1

    CONGRESSOE CONSIGLIO NAZIONALE

    G.Brancolini, Presidente delCongresso e A.de Rita, PresidenteN a z i o n a l e

    dovranno essere vissuti da ognuno di noi, nel quotidiano,con l'impegno di chi è paladino del proprio ruolo.

    Riconoscimento giuridico e ordinamento della professione, impegno sindacalee aggiornamento professionale, gli obiettivi fondamentali dell'Associazione

    Professione, trasparenza, futuro

    Gran parte di questo numero è dedicata alla cronaca dei lavori e ai documenti conclusivi deidue grandi appuntamenti nazionali che si sono succeduti a Calenzano dal 4 all'8 dicembre: ilCongressoCongressoCongressoCongressoCongresso e il ConsiglioConsiglioConsiglioConsiglioConsiglio della nostra Associazione.

    Il XII Congresso nazionale ha anche approvato il nuovo Statutonuovo Statutonuovo Statutonuovo Statutonuovo Statuto, sulla base di una bozzapreparata da un'apposita commissione. La nuova versione a pagina 17.

    Invariate le quote associaticequote associaticequote associaticequote associaticequote associatice per il '93: 93: 93: 93: 93: le relative scadenze a pagina 33.

    Durante i lavori sono state assegnate tre Borse di studioBorse di studioBorse di studioBorse di studioBorse di studio intitolate a Osvaldo D'Ercole (pagina34).

    Si è concluso il 2° Ciclo di conferenze su "Il linguaggio dei farmaci""Il linguaggio dei farmaci""Il linguaggio dei farmaci""Il linguaggio dei farmaci""Il linguaggio dei farmaci" con gli interventi di GiorgioAbraham, Gian Battista Cassano e Gadi Schoenheit. Da pagina 35 i resoconti.

    (segue a pag. 3) (segue a pag. 40)

    postoÝ con facoltà di parola e voto plurimo, da:

    - Presidenti di Sezione;Ý con facoltà di parola e voto singolo, da:

    - Presidente nazionale e membri Esecutivo;- Probiviri nazionali;- Presidenti regionali;

    Per i colleghi, soprattutto per i più giovani,riteniamo utile tracciare un breve riepilogo, an-che alla luce del nuovo Statuto, delle competen-ze e delle prerogative dei due maggiori Organicentrali della nostra Associazione: Congresso eConsiglio Nazionale.

    Il CongressoCongressoCongressoCongressoCongresso è l’organo a più ampiarappresentatività; è convocato ogni 4 anni dal-l’Esecutivo nazionale ed è compostoÝ con facoltà di parola e voto singolo, da:

    - Presidente nazionale e membri Esecutivo;- Probiviri nazionali;- Sindaci nazionali;- Presidenti regionali;- Presidenti sezionali;- Direttore periodico associativo;- Presidente, Esecutivo, Probiviri e Sindaci

    nazionali già in carica nel mandato precedente aquello in atto all’inizio dei lavori congressuali;Ý con facoltà di parola e voto plurimo, da:

    - Delegati delle Sezioni;Ý con facoltà di parola senza diritto di voto, da:

    - Presidente onorario e Soci Onorari;- Invitati esterni.

    I compiti più significativi del Congresso sonoquelli di apportare eventuali modifiche allo Statu-to e al Codice deontologico, di approvare larelazione morale e programmatica del Presiden-te nazionale e l’indirizzo politico di massimadell’Associazione.

    Il ConsiglioConsiglioConsiglioConsiglioConsiglio nazionale, nazionale, nazionale, nazionale, nazionale, convocato dall’Esecu-tivo almeno una volta all’anno, è com-

    la bussola

    Relazione morale eprogrammatica

    del Presidente Angelo de Rita

    Celebriamo oggi il XII Congresso nazio-nale della nostra Associazione, che ancorauna volta cade in un momento particolareper la vita degli informatori scientifici delfarmaco.

    La contrazione in atto dei mercati farma-ceutici mondiali, l’incompatibilità esistente,ormai, fra l’espansione del bisogno di salu-te ed i vari sistemi di copertura della spesapubblica, che induce gli Stati a sganciare ilfarmaco dal sistema, la politica sanitariaadottata ora dal nostro Governo, fannoprevedere anche in Italia consistenti ridu-zioni delle vendite di farmaci a prescrizione,la qual cosa influirà negativamente sullaoccupazionalità nel settore farmaceutico alivello sia di interni sia di esterni.

    In questo scenario è facile prevedere unaulteriore esasperazione impressa alla no-stra attività , da parte delle singole aziende,con nuove argomentazioni promozionali,maggiore frequenza visite su selezioni par-ticolari di medici, nuove forme diincentivazioni, nuove politiche degli investi-menti, nuovi sistemi di trasmissione deimessaggi informativi ai medici.

    Il rapporto medico-informatore, l’unicoche ha finora consentito di diffondere conla necessaria tempestività e competenzatutto quanto si innova nel mondo dei medi-cinali, contribuendo a qualificare la produ-zione farmaceutica ed a migliorare l’utiliz-zazione del farmaco, rischia di esserevanificato, con ricadute estremamente ne-gative su tutto il settore.

    Le organizzazioni sindacali nazionali dicategoria, corresponsabili in Italia degli ul-timi 25 anni di governo, non dimostranoperaltro di possedere concrete possibilitàdi intervento, al di là di generiche minacciedi scioperi generali e di riscoperta del lin-guaggio delle contestazioni operaie.

    Quale futuro, dunque, per gli informa-Quale futuro, dunque, per gli informa-Quale futuro, dunque, per gli informa-Quale futuro, dunque, per gli informa-Quale futuro, dunque, per gli informa-tori scientifici del farmaco?tori scientifici del farmaco?tori scientifici del farmaco?tori scientifici del farmaco?tori scientifici del farmaco?

    Quale terapia è possibile indicare per iQuale terapia è possibile indicare per iQuale terapia è possibile indicare per iQuale terapia è possibile indicare per iQuale terapia è possibile indicare per imali della nostra categoria, che è costret-mali della nostra categoria, che è costret-mali della nostra categoria, che è costret-mali della nostra categoria, che è costret-mali della nostra categoria, che è costret-ta a subire ancora scelte che altri hannota a subire ancora scelte che altri hannota a subire ancora scelte che altri hannota a subire ancora scelte che altri hannota a subire ancora scelte che altri hannofatto e che sono in contrasto con i più verifatto e che sono in contrasto con i più verifatto e che sono in contrasto con i più verifatto e che sono in contrasto con i più verifatto e che sono in contrasto con i più veriinteressi di ciascuno di noi, prima di tuttointeressi di ciascuno di noi, prima di tuttointeressi di ciascuno di noi, prima di tuttointeressi di ciascuno di noi, prima di tuttointeressi di ciascuno di noi, prima di tuttosul piano umano?sul piano umano?sul piano umano?sul piano umano?sul piano umano?

    C’è forse un limite oltre il quale laC’è forse un limite oltre il quale laC’è forse un limite oltre il quale laC’è forse un limite oltre il quale laC’è forse un limite oltre il quale latolleranza è ancora virtù?tolleranza è ancora virtù?tolleranza è ancora virtù?tolleranza è ancora virtù?tolleranza è ancora virtù?

    Noi riteniamo anzitutto che è assoluta-

    mente indispensabile continuare ad impe-gnarci perché la nostra azione possa risul-tare sempre più credibile e perché siaconsolidata l’unità della categoria, com-portandoci in maniera degna della nostraprofessione, che dobbiamo esercitare concompetenza, con trasparenza, con pa-zienza, con fiducia e senza presunzione.

    Se è vero che l’unione fa la forza, nel

  • ALGORITMI - Novembre-Dicembre 1992Pag.2

    Lettere al DirettorePellicolapenna

    (in tipografia)

    Caro Andrea Sestini,mi fa piacere rileggerti

    su Algoritmi. E’ passato tanto tempo da quando,un giorno, entrambi semplici ISF, viaggiandoinsieme, forse per un Consiglio nazionale AIISF oaltro, mi dicesti che forse avresti lasciato l’inca-rico di Direttore di Algoritmi, perché qualcunodella tua azienda (il tuo Capo area o qualcuno piùin alto, non ricordo) ti aveva “consigliato” in talsenso!!

    Mi sembravi molto amareggiato per quel “con-siglio”, che poi (chissà perché?) hai finito peraccettare.

    Oggi torni a scrivere su Algoritmi forse perchéti resta più facile da Capo area, ma quel che mipreoccupa è che sei divenuto un Capo area cheritiene - addirittura dandolo per acquisito - che“l’attività di ISF è un lavoro di vendita di prodottiad alto contenuto tecnologico...”, da cui deducoche, per te, il farmaco, oggetto indispensabileperché preposto alla terapia delle malattie ed almantenimento della salute della gente oltre cheoggetto pagato dallo Stato, è un bene di consu-mo come un elettrodomestico, oggetto moltospesso non indispensabile e comunque semprepagato dal privato!! E così, di conseguenza, hairagione a sostenere che il capo degli ISF ha “ilcompito e la responsabilità fondamentale di rag-giungere gli obiettivi di vendita attraverso unagestione delle risorse umane e FINANZIARIEche gli vengono messe a disposizione” pari paricome un Capo area dei venditori a domicilio diaspirapolvere!!!

    A mio parere, invece, i cittadini italiani hannotutto il diritto di pretendere che il loro Stato, chepaga i farmaci, esiga che: l’attività degli ISF sia unlavoro di informazione scientificamente ed ETI-CAMENTE corretto, teso ad informare il medicosulle caratteristiche del farmaco per consentirneil corretto impiego ed addirittura il contenimentodei consumi (Legge 833 di Riforma sanitaria).

    La differenza del nostro modo di intendere lafigura dell’ISF mi sembra sostanziale!!

    Purtroppo nell’attuale realtà del mercato far-maceutico italiano, l’ISF è più vicino a come tu lovorresti che a come dovrebbe essere secondo leleggi ed amio parere così rimarrà ed anzi peggio-rerà finché continuerà ad esistere il co-marketinged il marketing applicato all’industria farmaceu-tica.

    Tutto sta a vedere se prima o poi non nasceràanche un DI PIETRO che si occuperà del merca-to farmaceutico!!!

    Ciò premesso, voglio dire anche la mia nel-l’ambito della diatriba che sta ingiustamenteopponendo gli ISF ai Capi area.

    Se l’ISF fosse come lo vorrebbero le leggi,ecco che la figura del Capo area sarebbe vissutamolto più tranquillamente in quanto, in definitiva,si identificherebbe in un collega “primus interpares”, che, continuando in parte a svolgere illavoro di ISF, si limiterebbe a coordinare l’attivitàdei colleghi di una certa zona, tenendo i contatticon la Direzione aziendale. Non avrebbe da“affiancare” (nel significato attuale della parola)proprio nessuno, se non “dare una mano”, surichiesta, a qualche giovane collega alle primearmi. Non avrebbe da preoccuparsi di nessunapolitica degli investimenti e quanto alla crescitaprofessionale del gruppo, potrebbe occuparsi diapprofondire le varie tematiche scientifiche ine-renti i farmaci aziendali e riferire opportunamen-te.

    E comunque sia, vale la pena di sottolineareche nel rapporto fra Capo area e ISF, il mediconon ha nessun interesse ad entrare. Si tratta di unlibero professionista o di un dipendente o di unconvenzionato del SSN, il quale è stato bendisposto verso l’industria farmaceutica finchéquesta gli offriva un “servizio” d’informazione suifarmaci, ma oggi, con il trionfo del co-marketing

    e del marketing, sente sempre di più come“occupazione del suo tempo” la visita semprepiù frequente dell’ISF, a maggior ragione seaccompagnato da un’altra persona di cui nonpuò non avvertire la funzione di controllo anchenei proprî confronti.

    Non è un caso che si sia arrivati alpronunciamento della Federazione Nazionaledegli Ordini dei Medici, contrario alla visita con-temporanea di due ISF, di cui uno in funzioneispettiva o in funzione di apprendista!!

    Non è un caso che in diverse realtà il medicoabbia cominciato a considerare la possibilità difarsi pagare la visita concessa agli ISF!! In unalogica di questo tipo non ci saranno più neppurele difficoltà per l’affiancamento: basterà pagareGETTONE DOPPIO!!!

    Marco ColligianiPistoia, 12 dicembre 1992

    Caro Direttore,ritorno sull’argomento dell’ulti-

    ma mia lettera e della tua conseguente rispostaperchè ritengo questo dibattito stimolante lariflessione fondamentale: “che cosa ci stiamo afare?” E’ una domanda di tipo esistenziale chechiunque di noi, nel proprio intimo, si pone. Senon se lo chiedesse sarebbe ad un livello tale dibrutalità da renderlo, poverino, totalmente inof-fensivo. Comunque in questa discussione, que-sta specie umana non ci interessa. Si presumeche i lettori di Algoritmi facciano parte di quellacategoria di persone che si chiede, tentando dirispondervi, che cosa ci sta a fare. Io penso chedella società attuale, che è per forza di cose lasocietà dell’informazione, la società del terziarioavanzato, noi informatori scientifici siamo unanello assai importante. O almeno potremmoesserlo.

    La società è informazione. La società è uninsieme di unità attraverso le quali scorre l’infor-mazione. Il farmaco è informazione, ha detto unfarmacologo di fama. Un organismo vivente è unorganismo (cioè una sintesi organica di elementidiversificati) solo perchè fra i vari elementi scorreuna linfa continua di informazioni che, appunto,trasformano un insieme inanimato in un organi-smo vivente.

    L’organismo prosegue il suo camminoevolutivo soltanto grazie ad un rapidissimo siste-

    al di là del nostro particolare

    Un impegno per il futuro di tutti

    stemma AIISF

    ma informativo che tiene “aggiornati” i vari organisulla situazione globale “in tempo reale”.

    Appena si inceppa il sistema informativo, l’or-ganismo si ammala e muore.

    Così capita anche ai cervelloni elettronici: in-serisci una informazione estranea, e mandi peraria il lavoro di decenni.

    Similmente, nella società, se inserisci informa-zioni erronee, false, sbagliate, oltre agli effettinegativi pratici, del momento, provochi una cesuradel flusso informativo i cui risultati non puoivalutare subito, ma prima o poi si vedono. Quan-do scrivo che il comarketing è causa e non effettodella crisi dell’industria farmaceutica italiana, in-tendo dire che ci sono state e continuano adeserci in Italia aziende che hanno avuto ed hannovita facile, perchè possono vendere e lucraresenza dover fare ricerca. Fare ricerca non è cosache si improvvisi nello spazio di un mattino. Esenza un retroterra di ricerca, prima o poi si cadepreda di chi la ricerca l'ha dovuta e la deve fare,altrimenti non mangia! Penalizzare la ricerca vuoldire penalizzare coloro che hanno studiato e sisono preparati, a spese della collettività naziona-le, per fare ricerca, costringendoli nel migliore deicasi ad espatriare, e a dare vita ad un circuitoinformativo che si sviluppa in altri ambienti, fuoridel nostro; le cui ricadute, se ci arrivano, giungo-no di rimbalzo dopo molti anni, e scritte in altralingua. Importanza del linguaggio!

    Ha scritto recentemente, in un articolo, Barba-ra Alberti: “Ogni rivoluzione inizia sempre dallinguaggio”. Constatazione quanto mai acuta.Tu dici, nella risposta alla mia lettera, che non èla circolazione delle idee, non è la cultura che fala civiltà, ma la qualità delle stesse idee; e citicomportamenti sociali oggi divenuti endemici,quali la violenza, l’intolleranza e la volgarità,come frutto di idee cattive. Può anche esserevero. Fermo restando che bisogna stare attenti anon confondere idee con ideologie. Ma la situa-zione alla quale io mi riferisco è una situazionenella quale non siamo “ancora” alla definizionedella “qualità delle idee”. Siamo alla conta ...diquelle poche che riusciamo ad individuare in unmondo di “apparenze”, che sta per essere domi-nato dalla “realtà virtuale”. Nuova espressione,più invasiva, dell’alienazione consumistica.

    Per quanto riguarda la tua domanda finale, tuconsideri utopistico che un informatore scientifi-co, poichè è stipendiato dall’azienda, possatrasmettere informazioni ed opinioni su grandiproblemi della salute. Come ho già scritto, seuno possiede delle conoscenze, arriva a posse-dere anche delle opinioni, più o meno personali,che da queste conoscenze discendono per logi-ca conseguenza. E queste opinioni, liberamenteespresse, sono quel veicolo comunicativo chequalifica la nostra attività. Quel contorno cherende più appetitoso, perchè più ricco di gusto,il piatto principale, che “può anche essere unfarmaco”. Questa è la comunicazione uomo auomo. Alternativamente c’è la realta di oggi,nella quale il vuoto comunicativo viene colmatodall’impegno profuso dall’informatore asensibilizzare l’operatore sanitario sull’ultimapartita di calcio o sull’ultima barzelletta, a menoche non si voglia considerare informazione quel-la specie di recitativo monotono e monocromaticoche tanti colleghi ripetono stancamente e che aimedici lascia soltanto un acre senso di fastidio.Per concludere, resto dell’opinione che la dignitàprofessionale sia legata al proprio livello di cultu-ra. Nel mondo attuale, caratterizzato

    (segue a pag. 26)

  • ALGORITMI - Novembre-Dicembre 1992 Pag.3

    Relazione morale e programmaticadalla prima pagina

    (segue a pag.4)

    nostro caso, per le oggettive difficoltà cheabbiamo davanti, il poter operare in modounitario è senza dubbio la condizione es-senziale per il conseguimento di qualsivogliaobiettivo.

    Ogni qualvolta ci siamo mossi in manieraunitaria, oltre che credibile e determinata, irisultati non sono infatti mancati. Ma quan-do l’azione unitaria viene meno per caren-za di impegno, per indolenza o percontrapposizione di interessi di parte, an-che le iniziative più qualificanti segnano ilpasso.

    Per la nostra Associazione, l’unità dellacategoria e la credibilità della nostra pro-fessione hanno sempre rappresentato unimpegno costante, che si è manifestatocon il rispetto e l’attuazione delle variemozioni programmatiche congressuali, in-serendoci nei progetti in atto e nei processioperativi in essere, ricercando quegliaggiustamenti e quegli inserimenti che con-corressero, comunque, seppur gradual-mente, al raggiungimento degli obiettiviassociativi prefissi.

    L’unità deve però essere vera, sentita,partecipata, sia all’interno sia all’esternodell’Associazione, per cui non potrannoessere più tollerate adesioni di comodo allastessa o comunque a qualsiasi progettounitario, dimostratesi in alcuni casi vere eproprie risposte solo ad esigenze personalie, quel che è ancora più triste, vere eproprie infiltrazioni.

    All’interno dell’AIISF dovranno perciòessere contrastate tutte quelle rincorse aqualsiasi tipo di carica, a qualsiasi livellodella struttura associativa, senza che risultiprima chiara e documentata dal vissutoassociativo degli interessati la volontà ditradurre gli impegni discendenti dall’assun-zione di una qualsiasi carica in attività coe-renti con gli scopi dell’Associazione e conil suo programma, che devono essere sem-pre finalizzati alla promozione della coesio-ne e dell’unione di tutti gli ISF ed alla tuteladella loro dignità professionale.

    Tale esigenza appare oggi ancor piùessenziale se si considera l’evoluzione dialcuni fattori che da sempre hanno caratte-rizzato la nostra attività.

    Infatti, se la libertà e l’autonomia nelprogrammare il proprio lavoro, la possibilitàofferta dallo stesso di instaurare rapportiumani, attraverso i quali svolgere un lavoroanche socialmente utile, nonché, media-mente, una buona retribuzione, costituiva-no fino a ieri le principali motivazioni positivecaratterizzanti la nostra professione, oggi,oltre a constatare come la valenza di talifattori sia in forte fase calante, il rapportocon l’azienda risulta sempre più lontano edistaccato, oltre che spersonalizzato, man-cando ogni possibile coinvolgimento degliISF nella definizione delle strategie aziendali,con un malessere sempre più crescentenei confronti di scelte aziendali, come l’am-pliamento dell’organico, le politiche del co-marketing e degli investimenti, il deteriora-mento del rapporto con il medico, il ritmo dilavoro sempre più pressante, la maggiorefiscalità.

    L’attività commerciale sta prevalendo oggisu quella di informazione scientifica; e nonbasta a giustificare questo sorpasso lamaggiore occupazionalità manifestatasi nelsettore negli ultimi anni.

    MAGGIORE PROFESSIONALITÀ,MAGGIORE TRASPARENZA E MIGLIORE FUTURO

    PER TUTTI.

    L’assemblea del XII Congresso Nazionale dell’AIISF, dopo averespresso seria preoccupazione per lo stato attuale della professione,nel riaffermare che il farmaco è un bene sociale e non un bene diconsumo, auspica che il servizio di informazione scientifica suifarmaci tenda adessere sganciato dalla logica attuale (co-marketing,“politica degli investimenti”, etc.) e sia svolto da ISF sempre piùqualificati e con elevato grado di professionalità.L’assemblea dà mandato, quindi, al Consiglio nazionale:

    1 - di proseguire l’attività per il riconoscimento giuridico dellaprofessione di ISF, nonché del suo ordinamento;

    2 - di mettere in atto tutte le opportune iniziative per ilconseguimento della personalità giuridica dell’Associazione;

    3 - di valorizzare pienamente il ruolo dell’ISF e la suaprofessionalità promuovendo corsi di aggiornamento autorizzatidal Ministero della Sanità, con modalità e programmi identici sututto il territorio nazionale, lasciando all’Esecutivo nazionale lamessa a punto dei dettagli per la loro migliore attuazione;

    4 - di dare al dialogo con Farmindustria, in tutte le sedi edoccasioni, un’impronta tale da evitare il perdurare di situazioninon più sostenibili e penalizzanti per gli ISF;

    5 - di verificare la possibilità di raggiungere risultati più concretianche nei rapporti con gli Ordini Professionali, in particolarecon quello dei medici;

    6 - di concretizzare l’impegno sindacale, diretto ed in prima persona,degli ISF, promuovendone l’adesione alle organizzazionisindacali firmatarie del contratto;di costituire un ristretto gruppo di lavoro, presso ogni Sezione,per affrontare le problematiche sindacali. Tale gruppo dovràinstaurare rapporti con i colleghi iscritti ad un sindacato- indipendentemente dalla loro iscrizione all’AIISF - e rapporti conle strutture sindacali territoriali. Fotografata la realtà sindacaledi tutti gli ISF o la loro disponibilità in tal senso, tale gruppo lecomunicherà - unitamente ad una proposta di piattaformacontrattuale - ad un coordinamento nazionale di ISF che dovràessere istituito per dare indicazioni precise di operatività aivari gruppi ed elaborareinfine la proposta di piattaformarisultante. Tutta l’operazione dovrà concludersi rapidamentevisto l’imminente inizio dell’iter per il rinnovo contrattuale;

    7 - di elaborare, con il loro fattivo contributo, un profilo professionaledelle funzioni intermedie, che tenga conto delle indicazionifornite dalla relazione del Presidente nazionale e sia inserito nellapiattaforma di cui sopra;

    8 - di operare affinché entro il 28.2.93 le Sezioni si esprimano circal’opportunità o meno di dotare l’Associazione di un DirettoreGenerale a tempo pieno;

    9 - di studiare la possibilità di realizzare una Cassa mutua dellaAssociazione.

    L’assemblea sottolinea che il raggiungimento degli obiettivi sopraindicati è comunque subordinato all’unità della categoria, che dovràrealizzarsi non solo con l’impegno quotidiano, costante e coerentedegli Organi dell’Associazione a tutti i livelli, ma anche con l’impegnodi ogni ISF nella sua attività lavorativa e nella sua fattivapartecipazione associativa. Solo così potranno concretizzarsi

  • ALGORITMI - Novembre-Dicembre 1992Pag.4

    nostra foton. 2

    nostra foton. 3

    Relazione morale e programmaticadalla pagina 3

    Angelo de Rita

    più sensibile ai temi della ricerca e dell’eticanella comunicazione in medicina.

    L’ ISF può e deve avere un ruolo fonda-mentale in questo progetto culturale. Lasua immagine presso il medico è ancorarecuperabile. Ma sta agli stessi ISF battersiper far cultura e perché la loro professionesia sempre più trasparente.

    Non va infatti dimenticato che le informa-zioni sui farmaci che il medico riceve duran-te la sua attività professionale sono sostan-zialmente riconducibili soprattutto a quelleindustriali, oltre che a quelle derivanti dallaprescrizione dello specialista, dalla letturadi riviste specializzate ed infine a quelleprovenienti dal Ministero della Sanità con ilsuo Bollettino, che raggiunge però soltantoun terzo dei medici e che non è dagli stessiconsiderato, generalmente, di grande utili-tà. Così come non bisogna dimenticareche i medici considerano poco utile allaloro formazione ed alla loro informazione laprescrizione dello specialista, non solo per-ché manca una concreta collaborazionetra medico generale e specialista, maanche perché esiste una posizione certa-mente critica nei confronti della cattivaabitudine da parte delle aziende farmaceu-tiche di rivolgersi inizialmente a medici spe-cialisti del settore d’interesse del farmacoper ottenere una prescrizione a ricaduta sulmedico generale.

    Ed anche la stampa specializzata non è

    Questa politica imprenditoriale ha certa-mente creato prosperità, ma non ha maitenuto conto della dignità professionaledegli ISF e del loro futuro, approfittandopesantemente della condizione giovanile,delle ansie occupazionali dei meno giovani,nonché, in generale, della richiesta di be-nessere da parte degli stessi ISF.

    Crediamo di poter dire di aver tutti esage-rato, anche se le responsabilità degli ISFsono state sicuramente inferiori, se nonaltro a causa della loro condizione di dipen-denti.

    Se vogliamo attraversare con minor dan-no le nubi che si addensano all’orizzonte,occorreràoccorreràoccorreràoccorreràoccorrerà dunque

    - che l’attività di informazione scientificasui farmaci torni a prevalere su quella com-merciale;

    - che gli ISF abbiano non solo una buonaformazione di base ma anche un aggiorna-mento continuo, quest’ultimo utile non sol-tanto nell’ambito del rapporto con i medicima anche nei confronti delle aziende, rea-lizzandosi nel fornire più adeguatamentealle stesse dati e notizie sulle osservazionirilevate dalla classe medica nell’uso sularga scala dei farmaci;

    - che sia ridotta l’eccessiva burocrazia,che appesantisce il lavoro degli ISF di perse già molto faticoso;

    - che siano respinte tutte quelle iniziativeaziendali finalizzate a tradurre l’orario dilavoro contrattuale con numeri arbitrari divisite ai medici;

    - che siano eliminate la consegna diomaggi e le varie proposte di investimenti;

    condizioni e comportamenti, questi, chedeterminano la perdita presso il medico, daparte degli ISF, della loro immagine e dellaloro credibilità, così faticosamente costru-ite nel tempo. Ed occorrerà che le aziendecontribuiscano ad affermare la dignità pro-fessionale degli ISF, anche attraverso inter-venti nell’area dell’organizzazione del lavo-ro, riflettendo su come è vissuto da partedei diretti interessati, nonché da parte degliISF, il ruolo delle figure intermedie (Capiarea, area manager, ispettori, coordinato-ri, etc.).

    E sarà anche necessario che le aziendecomprendano che non sono assolutamen-te funzionali - anzi! - alla crescita ed alladignità del settore l’impiego di forme alter-native di informazione scientifica sui farma-ci e di controllo dell’attività degli ISF, ricor-rendo, nel primo caso, alla concessione delproprio servizio di informazione ad aziendenon in possesso dei requisiti previsti dallalegislazione vigente in materia; nel secon-do a pseudoricerche di mercato affidate adaziende “specializzate” del settore, la cuispecializzazione è risultata spesso, solo edesclusivamente, quella nella violazione del-la dignità degli ISF nonché dei loro dirittisanciti dallo Statuto dei Lavoratori.

    Ancora una volta diciamo che è statosuperato ogni limite di sopportazione e chenon possiamo più tollerare quanto è o puòessere offensivo per la nostra dignità, oltreche pericoloso per la nostra stessa soprav-vivenza professionale.

    Occorrerà dunque che l’industria espri-ma la volontà, oltre che l’esigenza, di con-tribuire nei fatti e non solo a parole ad unacrescita della cultura nel settore farmaceu-tico per una attività di informazione sempre

    in grado di allargare le conoscenze delmedico che, al contrario, viene infastiditodal carattere sempre più aggressivo e pro-mozionale di certe pubblicazioni, sempremeno ricche di elementi formativi veri epropri.

    In tali condizioni, in assoluta mancanza diforme alternative, l’informazione industrialeresta perciò quella più utilizzata, se nonl’unica, da parte del medico.

    Ad avviso della classe medica, si tratta,però, più di una “informazione rivolta allapromozione di farmaci che di una informa-zione che serva a rendere il medico ingrado di compiere consapevolmente lesue scelte. Del resto, lo sforzo dell’industriaè quello della promozione dei nuovi farmacimessi in commercio, piuttosto che quello difar conoscere realmente il farmaco, lemodalità d’uso, i rischi, le incertezze, leprecauzioni, tutto quello insomma che èessenziale per un corretto impiego”. (1)

    I canali utilizzati dall’industria per far per-venire al medico i messaggi informativisono essenzialmente due:

    - il materiale illustrativo a stampa (depliantsed inserti)

    - gli informatori scientifici del farmaco.Per quanto riguarda il primo canale, più

    che di una informazione rispondente a cri-teri scientifici, basata su dati clinici e speri-mentali, che il medico dovrebbe poter va-lutare criticamente, “si tratta molto spessodi pubblicità, che si avvale dei soliti criteridella ripetitività e della tecnica di presenta-zione del messaggio. L’aspetto più grave èche, in certi casi, il messaggio pubblicitario,anziché essere trasparente, viene accura-tamente mascherato, sotto la veste di unainformazione scientifica”. (1)

    Per quanto riguarda gli ISF, noi rappre-sentiamo per la classe medica una enor-memente fitta rete di professionisti, chesvolgono un importante ruolo di responsa-bil ità nell’ informare i l medico dellacommercializzazione di nuovi farmaci e neltenerlo aggiornato su quanto può esserenecessario per un loro uso corretto. “Unlimite determinante di questo importantecompito è che troppo spesso il ruolo di

    A.Lambelet, G.Piccazzo, F.Lentini, G.P.Brancolini, A.de Rita, D.Bruni, G.Galluppi e P.Gottardi

    (1) Il Medico d’Italia n° 84 dell’ 1.5.92 eAlgoritmi n° 3/1992

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    Da destra C.Marini, M.Materazzi, F.Frattini e S.Strano Rossi

    informatore è subordinato a quello di pro-pagandista” (1); inoltre gli ISF “non raggiun-gono tutti i medici, ma con incontri semprepiù ravvicinati si rivolgono piuttosto ai me-dici con maggiori possibilità prescrittive ascapito di giovani medici con pochi assisti-ti” (1).

    Per completare questa diagnosi, sostan-zialmente condivisibile, dobbiamo però ri-cordare l’accurata politica degli investi-menti operata dalla maggioranza delleaziende (raramente osteggiata, quando nonstimolata, dai beneficiari e, purtroppo, sol-lecitata spesso anche da molti colleghi),tesa ad assicurare la prescrizione da partedi un certo numero di medici grazie a favoridi svariata natura; così come, per contro,dobbiamo ricordare la posizione assuntada quella parte della classe medica, trascu-rata in tal senso e/o comunque più refratta-ria a tali metodi, che, considerando l’incon-tro con l’ISF non più come servizio allapropria professionalità, ma come occupa-zione del proprio tempo, comincia a pen-sare di farsi pagare questo tempo dall’indu-stria farmaceutica.

    Allora, fermo restando:- che i medici non sono tenuti a ricevere

    gli ISF;- che i medici, se veramente lo volessero,

    sarebbero in grado di condizionare, permigliorarla, l’attività di informazione scienti-fica sui farmaci;

    - che i medici sono liberi di adottarequalsiasi iniziativa finalizzata al contenimentodegli incontri con gli ISF, purché non lesivadella nostra dignità professionale;

    - che la richiesta di pagamento del tempodedicato dal medico alla “propaganda”vogliamo considerarla solo una giusta pro-vocazione, altrimenti dovrebbe essere con-siderata una nuova forma di comparaggio;

    - che la situazione prima e più voltedenunciata non è più sostenibile, pena lascomparsa o la definitiva trasformazionedell’intero nostro comparto;

    occorrerà, se si vuole evitare tale rica-occorrerà, se si vuole evitare tale rica-occorrerà, se si vuole evitare tale rica-occorrerà, se si vuole evitare tale rica-occorrerà, se si vuole evitare tale rica-duta:duta:duta:duta:duta:

    - - - - - che gli ISF diventino, per primi, paladinidel proprio ruolo, testimoniando ogni gior-no presso la classe medica la propria pro-fessionalità;

    - che gli ISF rivendichino e contribuisca-no ad affermare, con il loro impegno e laloro testimonianza la necessità di una limpi-da trasparenza nella gestione del rapportocon le aziende e con i medici, rifiutandoogni forma di prevaricazione o di sollecita-zione illegittime, da chiunque promosse;

    - che la nostra Associazione adotti preci-se ed autonome iniziative in tema di aggior-namento professionale degli ISF, con l’isti-tuzione di corsi che prevedano programmidi studio identici su tutto il territorio naziona-le e che ottengano l’autorizzazione del Mi-nistero della Sanità. Gli interventi su Algoritmidel dr. Carlo Manfredi, medico efarmacologo, che ringraziamo per la colla-borazione e per la sua presenza fra noi, cosìcome i due cicli di conferenze su “Il linguag-gio dei farmaci” organizzati in collaborazio-ne con la Farmindustria, vanno intesi anchein senso propedeutico a tale iniziativa oltreche come immediata occasione di aggior-namento professionale;

    - che questo Congresso si esprima chia-ramente sulla proposta di promuovere pre-

    cise iniziative, che coinvolgano medici, in-dustrie, ISF e loro OO.SS. e che sianofinalizzate anche ad una regolamentazionedella nostra attività, per quanto attiene alrapporto quotidiano con la classe medica,sia in termini di frequenza degli incontri, siadel loro numero giornaliero, che rispetti lereciproche esigenze e dignità professionalie che risulti omogenea su tutto il territorionazionale.

    Se gli ISF e la nostra Associazione riusci-ranno in tali intenti, i medici potranno porsipiù facilmente di fronte al servizio di infor-mazione scientifica sui farmaci, accettan-dolo e valutandolo per quanto di positivo lostesso può sicuramente esprimere, colla-borando con gli ISF al fine di favorire ilpassaggio da una fase di informazione aduna fase di reciproca comunicazione, atutto vantaggio della qualità del nostro la-voro e della produzione farmaceutica, non-ché della migliore utilizzazione del farmaco.

    ***************

    In questa direzione crediamo debbamuoversi anche la Farmindustria se vuolepromuovere e tutelare il prestigio e la cre-dibilità dell’industria farmaceutica nei con-fronti dello Stato, dell’opinione pubblica,della classe medica, degli ISF e di tutticoloro che operano nel campo della sanità.

    Sappiamo che il compito dellaFarmindustria è sicuramente arduo in quan-to la competizione fra le aziende non sem-pre si svolge in maniera leale, in modo cioèda non ledere i reciproci legittimi interessi;e non sempre il contributo individuale per ladifesa di una buona immagine dell’industriafarmaceutica verso il mondo esterno èispirato al rispetto delle leggi sanitarie.

    Ecco perché abbiamo apprezzato l’ini-ziativa della precedente presidenza circa larealizzazione di un codice deontologicocontenente norme di comportamento per iproprî associati.

    Ci è parsa infatti evidente la volontà diiniziare a mettere un po’ d’ordine nel setto-re, appellandosi al senso morale degli im-prenditori, ma anche dei medici, dei farma-cisti, degli ISF, visto che nessuno è statofinora in grado di stroncare il malcostumeimperante.

    Ecco perché abbiamo aderito all’idea,peraltro suggerita anche dal nostro Consi-glio Nazionale, di contribuire alla realizza-zione di un osservatorio deontologico AIISF-Farmindustria, che ha dovuto superare nonpoche difficoltà all’interno della stessaFarmindustria, per la diversa e contrastan-te valutazione di tale iniziativa da parte dimolti imprenditori, vista anche la sempre

    maggiore collaborazione offerta dagli ISFalla nostra Associazione, sia direttamentesia attraverso il filtro delle Sezioni, per ilraggiungimento degli obiettivi perseguitidall’osservatorio.

    La nuova presidenza della Farmindustriaha confermato tale impegno, suggerendodi allargare alla classe medica la partecipa-zione all’iniziativa. Contatti in tal senso sonogià stati presi sia dalla Farmindustria siadall’AIISF con la FNOMCeO e la SIMG. Inattesa di verificare gli sviluppi di tali incontri,l’osservatorio si è comunque riunito a Romail 25 novembre ‘92 per esaminare alcunenostre segnalazioni concernenti le infrazio-ni al codice deontologico della Farmindustriada parte di alcune aziende associate,segnalazioni, che, fatte proprie dall’osser-vatorio, sono state trasmesse al Comitatodi controllo della Farmindustria perché com-pia tutti gli atti necessari alla sua decisioneed al suo potere di intervento.

    Non possiamo inoltre dimenticare l’im-portanza che ha avuto per la nostra Asso-ciazione l’iniziativa realizzata con laFarmindustria con i due cicli di conferenzesu “Il linguaggio dei farmaci”, che ha con-sentito alle due organizzazioni di affermarepubblicamente, su tutto il territorio nazio-nale, di fronte ad illustri rappresentanti delmondo accademico, istituzionale e politi-co, il ruolo attivo e qualificato degli ISF,quale esigenza irrinunciabile per diffonderecon la necessaria tempestività e compe-tenza tutto quanto si innova nel campo deimedicinali.

    Consapevoli dell’importanza e della deli-catezza di questo ruolo, le OO.SS. devonofarsi carico dei problemi e delle aspettativedegli ISF e di tutti gli altri lavoratori, cheoperano nel comparto dell’informazionescientifica sui farmaci, a partire dal proble-ma della occupazionalità, che deve essereaffrontato bloccando anzitutto le nuoveassunzioni, che produrrebbero a brevenuovi disoccupati, ricercando adeguatesoluzioni per gli esuberi attuali e ponendoviva attenzione ai cambiamenti che si veri-ficheranno nel nostro settore entro il 1993a seguito dei recenti interventi del governoin tema di sanità.

    Ferme restando le rispettive diverse com-petenze, la nostra Associazione è disponi-bile a realizzare ogni migliore collaborazio-ne con le OO.SS., al fine di individuare nelsettore specifico della nostra attività altriobiettivi comuni ed il modo di perseguirli,anche in funzione della prossima scadenzacontrattuale.

    Come per altri lavoratori, anche per gliISF e per le funzioni intermedie (capi-area,

    (segue a pag. 6)

    (1) Il Medico d’Italia n° 84 dell’ 1.5.92 eAlgoritmi n° 3/1992

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    Relazione morale e programmaticadalla pagina 5

    A.Donato, G.Ciampi e V.Procaccidella Redazione di Algoritmi

    area-manager, ispettori, coordinatori, etc.)è indispensabile prevedere all’interno delCCNL uno spazio, un capitolo specifico,nel quale definire riferimenti certi su forma-zione e aggiornamento professionale, or-ganizzazione del lavoro, orario di lavoro,retribuzione, diritti sindacali, tenendo benpresente il carattere prevalentemente in-ternazionale dell’industria farmaceutica edi quanto sta già succedendo in Europa enel mondo in ambito aziendale.

    Su tutte queste basi occorrerà dunqueconfrontarsi con le OO.SS. immediata-mente, onde verificare in tempi brevi lareale disponibilità delle stesse ad attivare lacollaborazione di cui sopra, per cui è indi-spensabile che il Congresso si esprima inproposito in maniera chiara e definitiva,dopo aver anche ascoltato la relazione delcollega Bruni, che interverrà sul tema “Con-tratto, Etica, obiettivi per una professione”.

    ***************

    Il Congresso dovrà autorevolmente espri-mersi anche in merito alla posizionedell’AIISF nei confronti delle funzioni inter-medie, che da qualche tempo sono ogget-to di critica nell’ambito del rapporto con gliISF.

    Da parte nostra vogliamo subito chiarireed affermare che non c’è, non può e nondeve esserci alcuna posizione preconcet-ta o conflittuale nei confronti di questafigura professionale, non solo perché ilnostro Statuto precisa in maniera chiaraed inequivocabile che non determina“...esclusione dall’Associazione (...) l’inca-rico di capo-zona o analoghi purché a taleincarico sia connaturato lo svolgimento diattività di informazione sui farmaci” e quindisiamo tutti impegnati a tutelarne la dignitàprofessionale con opportuni interventi alivello sia nazionale sia periferico, ma an-che per una serie di considerazioni, fra lequali accenneremo brevemente alle piùimportanti:

    - la quasi totalità dei capi-zona ha fattocarriera nell’azienda per la quale opera oricopriva già tale funzione in altra azienda;in pochissimi casi il capo-zona era ISF inun’altra azienda. Tutto ciò dimostra chel’evoluzione professionale dell’ ISF avvienesoprattutto all’interno dell’azienda per cuiopera e si realizza principalmente attraver-so l’assunzione di responsabilità connessealla funzione di capo-zona;

    - tali responsabilità comportano sicura-mente per il capo-zona una serie di difficol-

    tà di tipo relazionale nei confronti sia dialcune funzioni superiori sia degli stessiISF, ponendolo spesso in una situazionecuscinetto fra l’azienda e gli ISF, come direfra l’incudine e il martello;

    - considerate le attuali dimensioniaziendali, con particolare riferimento al-l’elevato numero degli ISF, appare eviden-te l’esigenza per le aziende di una figuraprofessionale intermedia, di un tramite,cioè, fra la sede e la struttura periferica,così come peraltro percepito sia dai capi-zona sia dagli ISF.

    Dove nascono, da dove provengonoallora le “tensioni” fra gli ISF ed i capi-zona?

    Secondo noi tutto nasce, anzitutto, dallamancanza di un profilo contrattuale di que-sti lavoratori, nonché dalla scarsa cono-scenza delle mansioni loro attribuite dalleaziende, dall’età e dalle caratteristiche in-dividuali del capo-zona e degli ISF, dallediverse valutazioni da parte dei capi-zonae degli ISF della pratica dell’affiancamentoe della funzione di controllo.

    Occorrerà dunque battersi, unitamentealle OO.SS., perché in occasione del pros-simo rinnovo contrattuale venga definito ilprofilo di queste figure professionali, allequali riteniamo debbano essere assegnaticompiti di informazione scientifica sui far-maci, nonché di gestione, coordinamento,addestramento e verifica dell’organizza-zione periferica degli ISF, nel rispetto diquanto previsto dalle leggi vigenti anche inmateria sanitaria nonché dallo Statuto deilavoratori.

    A battersi per primi per tali obiettivi do-vranno essere però gli stessi capi-zona,che dovranno sostenere, anche con la loroadesione, l’azione sviluppata dall’Associa-zione in tema di disciplina dell’attività diinformazione scientifica sui farmaci, chetanti riflessi può avere nella definizionedella loro attività.

    ***************

    Come è noto, infatti, mantenendo fedeagli impegni assunti con la nostra Associa-zione, i senatori Perina (DC) e Zito (PSI)hanno ripresentato al Senato, nello scorsomese di luglio, come primi firmatari, duedistinti disegni di legge riproducenti en-trambi quanto già approvato nell’Aula diPalazzo Madama il 29 gennaio 1992.

    Analogamente, anche alla Camera, periniziativa dell’onorevole Rinaldi e di altrideputati DC, è stato riproposto lo stessotesto del suddetto disegno di legge del 29gennaio, che era già stato trasmesso inpari data alla Camera, dove non era statopossibile discuterlo per la chiusura antici-pata della passata legislatura.

    Coerentemente, quindi, con quanto de-liberato dal Consiglio Nazionale diGrottammare (ottobre 1991), la nostraAssociazione ha richiesto al Ministro dellaSanità, al Presidente del Senato ed alPresidente della XII Commissione Igiene eSanità del Senato di dichiarare l’urgenzadel provvedimento e di adottare la proce-dura abbreviata, così come previsto inispecie dal regolamento del Senato.

    A seguito di tale intervento, il provvedi-mento è stato posto all’ordine del giornodella Commissione competente nello scor-so mese di ottobre, con la nomina a relatricedella senatrice Minucci (DC).

    La sua discussione non è però ancorainiziata per i ripetuti aggiornamenti dei la-vori, che sono stati finora incentrati, condiritto di precedenza, sulla finanziaria.

    Dobbiamo comunque ricordare che, pa-rallelamente alle iniziative sopra ricordate,alcuni senatori del PDS (primo firmatario ilsen.Brescia) hanno riproposto al Senato ildisegno di legge presentato nella passatalegislatura alla Camera dei Deputatidall’On.Benevelli ed altri dell’allora PCI edalla cui formulazione ebbe tanto a contri-buire l’On. Ceci, oggi europarlamentaredel PDS.

    Alla Camera, inoltre, sono stati ripropostidagli on. Servello (MSI-DN) e Armellin edaltri (DC) i testi che essi stessi avevano giàpresentato nella passata legislatura e che,come quello del sen. Brescia, prevedonoanche l’ordinamento della nostra profes-sione.

    E’ infine di questi ultimissimi tempi lapresentazione di un disegno di legge delPresidente del Consiglio on. Amato e delMinistro per il coordinamento delle politi-che comunitarie e per gli affari regionali,on. Costa, contenente disposizioni in ma-teria di attuazione di Direttive comunitarierelative al Mercato interno, fra le quali ladirettiva 92/28 del 31 marzo 1992 concer-nente la pubblicità dei medicinali per usoumano.

    Quanto sopra produce, ovviamente,nuove apprensioni, per le diverse interpre-tazioni che da qualche parte si sono volutedare a quest’ultima iniziativa del governo,che, però, all’art.16, dopo aver premessoche l’attuazione della suddetta direttivasarà informata solo ad alcuni principî ecriteri direttivi, fa solo riferimento, per quantoattiene alla pubblicità presso gli operatorisanitari, ai seguenti commi del citato art.16:

    comma d) - la disciplina della pubblicitàpresso gli operatori sanitari dovrà conte-nere norme specifiche sui farmaci vendibilisenza presentazione di ricetta medica;

    comma e) - dovranno essere stabilite lecondizioni per i contributi finanziari delleaziende farmaceutiche a convegni e con-gressi scientifici attinenti, anche indiretta-mente, aimedicinali con previsione di even-tuali autorizzazioni e di relative tariffe per leprestazioni rese dal Ministero della Sanità,ai sensi dell’art. 5 comma 12 della legge29.12.90 n° 407;

    comma f) - saranno indicati i requisitiminimi del servizio scientifico da istituirsipresso ogni azienda titolaredell’autorizzazioneall’immissione in com-mercio dei medicinali ai sensi dell'art. 13della Direttiva.

    Sembrerebbe, pertanto, che il disegnodi legge Amato-Costa non intenda recepi-re tutto quanto previsto dalla Direttiva 92/28/CEE. Ma se così anche non fosse, ecioè che tutte le indicazioni comunitariespecifiche fossero recepite dal disegno dilegge del governo, è bene ricordare che leDirettive della CEE non negano ai singoliStati il potere legislativo di possibili inter-venti “più severi” sulle singole materie trat-tate da ciascuna Direttiva, i cui contenutidevono pertanto essere considerati obbli-gatoriamente come il livello minimo delleindicazioni cui ciascun Stato deve far rife-rimento nella propria legislazione. Il D.M. 3luglio 1992 sulla distribuzione di campionigratuiti di specialità medicinali lo testimoniaampiamente.

    Il Ministro della Sanità, on. De Lorenzo, alquale abbiamo espresso personalmente le

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    Da destra il Segretario nazionale F.Lentini ed i Segretari del Congresso: T.Pantalone, L.Cateni eP.G.Coloccini, che hanno svolto egregiamente una grossa mole di lavoroStatuto. Perché se la tessera di iscrizionealla nostra Associazione rappresenta lacarta di identità del nostro libero impegno,lo Statuto costituisce la legge fondamenta-le che deve disciplinare il comportamentodegli iscritti, prima ancora che la loro ade-sione.

    E lo Statuto è stato la chiave di voltadell’evoluzione associativa, in quanto ogniiscritto ha potuto e può partecipare alladefinizione ed alla gestione della politicaassociativa, attraverso la partecipazione alConsiglio Nazionale del proprio Presidentedi Sezione, eletto a maggioranza e a scru-tinio segreto dalle assemblee sezionali.

    Ma il tempo passa, le situazione si modi-ficano ed anche il nostro Statuto riteniamoabbia bisogno di essere rivisto.

    L’apposita Commissione ha elaboratouna proposta di modifica, che è stata tra-smessa a suo tempo ai Presidenti di Sezio-ne e più recentemente a tutti i componentiil Congresso.

    Il Presidente della Commissione, il colle-ga Santin, vi illustrerà oggi i concetti ispiratoridelle variazioni proposte, sulle quali sare-mo chiamati ad esprimerci.

    In previsione di un parere favorevole ed inconsiderazione del fatto che il ConsiglioNazionale sarà susseguente al Congresso,l’Esecutivo ha ritenuto opportuno di pre-sentare in quella sede le proprie dimissioni- e ciò prima ancora che la Commissioneipotizzasse nuove norme transitorie finoall’applicazione dell’eventuale nuovo Sta-tuto - onde consentire al Consiglio Nazio-

    nale del 7-8 dicembre di poterope

    rare nel rispetto delleeventuali

    nuove norme statutarie.Vogliamo comunque sperare

    che lo Statuto continui a promuo-vere la coesione e l’unione di tuttigli ISF, perché siamo convinti cheil futuro dell’informazione scienti-fica sui farmaci, non solo sul pianoqualitativo, ma anche sul pianodei livelli occupazionali, dipendeessenzialmente dalla nostra ca-pacità di proporre soluzioni ade-guate, nonché di gestire un’azio-ne di stimolo e di controllo, che,per essere efficace, non può con-sentire divisioni interne e l’emer-gere di posizioni contraddittorie

    o, peggio ancora, contrapposte.Il confronto ed il dibattito al nostro inter-

    no, a qualsiasi livello, deve essere ampio,approfondito e quindi partecipato; mal’aspetto gestionale deve poi essere unita-rio, se si vuole veramente che possa esserecoronato da risultati concreti, se si voglionorealizzare coerentemente gli obiettivi dellacategoria.

    Solo se saremo uniti, riusciremo a crearele premesse perché le aziende, anche inquesta fase congiunturale, non si lascinoprendere solo dall’ansia spasmodica del-l’azione (promozione, politica degli investi-menti), non approfittino ancora della condi-zione giovanile e degli “anziani” (contratti diformazione, contratti atipici,prepensionamenti, dimissioni più o menoprovocate), non definiscano e non consi-derino gli ISF il proprio “popolo” cui èsconsigliato assumere incarichi sindacali,ordinistici, associativi (la regressione del-l’intelligenza!) e la cui autonomia consistasolo nel saper instaurare buoni rapporti coni clienti migliori (l’enfasi su un valore chia-ve!).

    La rapidità con cui tali avvenimenti sisono introdotti nella cronaca quotidianaaccelera i tempi del dibattito culturale, chedovrà vederci tutti impegnati in prima per-sona e che dovrà basarsi sul tema fonda-mentale della morale, che ha sempre tur-bato e turba chi avrebbe voluto, vuole ovorrebbe far sparire il prossimo scomodo.

    Fingere di ignorare ciò che si sa benis-Fingere di ignorare ciò che si sa benis-Fingere di ignorare ciò che si sa benis-Fingere di ignorare ciò che si sa benis-Fingere di ignorare ciò che si sa benis-simo o di non capire ciò che si capiscesimo o di non capire ciò che si capiscesimo o di non capire ciò che si capiscesimo o di non capire ciò che si capiscesimo o di non capire ciò che si capiscemolto bene non è certamente etico e nonmolto bene non è certamente etico e nonmolto bene non è certamente etico e nonmolto bene non è certamente etico e nonmolto bene non è certamente etico e nonconsente la difesa della propria dignità.consente la difesa della propria dignità.consente la difesa della propria dignità.consente la difesa della propria dignità.consente la difesa della propria dignità.

    Cercare di nobilitare la povertà deiCercare di nobilitare la povertà deiCercare di nobilitare la povertà deiCercare di nobilitare la povertà deiCercare di nobilitare la povertà deimezzi - non certo quelli economici! - conmezzi - non certo quelli economici! - conmezzi - non certo quelli economici! - conmezzi - non certo quelli economici! - conmezzi - non certo quelli economici! - conl’importanza dei fini è assolutamente im-l’importanza dei fini è assolutamente im-l’importanza dei fini è assolutamente im-l’importanza dei fini è assolutamente im-l’importanza dei fini è assolutamente im-morale.morale.morale.morale.morale.

    Renzo Gambi, che ha curato con la consueta perizia ilservizio fotografico del Congresso

    nostre aspettative ed i nostri convincimentianche in proposito, ha già interessato l’uf-ficio legislativo del Ministero della Sanitàper gli interventi più idonei nelle sedi com-petenti. E’ sua opinione, infatti, che il Parla-mento debba provvedere ad approvare ildisegno di legge giacente al Senato sulladisciplina dell’attività di informazione scien-tifica sui farmaci, nonché sul riconoscimen-to giuridico della nostra professione, la cuirilevanza è da tutti unanimamente ricono-sciuta. Il Ministro della Sanità ha ancheespresso il suo più sincero apprezzamentoper l’attività svolta dalla nostra Associazio-ne.

    E’ questa anche l’opinione del sen. Bre-scia che, come ricordavamo, insieme allasen. Bettoni Brandani ed altri del PDS, hapresentato un disegno di legge concer-nente la regolamentazione della attività diinformazione scientifica farmaceutica e l’isti-tuzione dell’albo degli informatori scientificidel farmaco.

    Anche questa iniziativa, sul cui contenutoabbiamo espresso vivo apprezzamento, èstata posta all’ordine del giorno dei lavoridella XII Commissione Igiene e Sanità, dellaquale fa parte lo stesso sen. Brescia e dellaquale è Segretaria la sen. Bettoni Brandani.

    Nonostante la consapevolezza delle nu-merose difficoltà sui vari fronti, noi abbiamodunque fiducia di poter raggiungere in tem-pi relativamente brevi l’obiettivo legislativoche ci siamo prefissi, perché è ormai chiaroa tutti come il provvedimento da esso di-scendente sarebbe estremamente impor-tante non solo per l’esigenza di regolamen-tare l’attività di informazione scientifica suifarmaci che ha evidenti implicazioni sullasalute umana, ma anche perché, dandodignità agli ISF, colmerebbe una grossalacuna circa il loro rapporto con le industriefarmaceutiche, qualificandone la profes-sionalità.

    ***************

    Questa fiducia ci deriva anche dalla con-sapevolezza, per l’esperienza vissuta nelquotidiano da ciascuno di noi, di essere ingrado, come categoria e come Associa-zione, di produrre sempre i coinvolgimentinecessari e opportuni, di creare quelleazioni rispondenti a una sostanziale con-vergenza o identità di interessi, idee, senti-menti. ci deriva dalla coscienza viva e ope-rante di dover partecipare ai vincoli dellacomunità in maniera degna della nostraprofessione, che per l’associato deve an-che significare vivere coerentemente lo

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    Riafferma l’antica e proficua collaborazione tramedici e informatori di Firenze e nota subito chel’insieme delle proposte contenute nella leggedelega fa sì che oggi il medico si trovi nellecondizioni di non sapere “che mestiere farà dagrande”. L’unica certezza è che si continua apercorrere la strada che “socializza le perdite eprivatizza i profitti”, con l’aggravante di propostegovernative che improvvidamente distruggonoun servizio pubblico senza qualcosa che lo sosti-tuisca. In questo momento particolare-proseguePanti- più di sempre, il destino del Medico equello dell’Informatore procedono di pari passo;è pertanto opportuna una sempre più strettacollaborazione.

    Dopo aver apprezzato l’equilibrio e la comple-tezza della relazione di de Rita, evidenzia ladrammaticità del momento che vede il nostrosettore ulteriormente penalizzato dai nuovi prov-vedimenti di legge e per superarlo occorreràessere tutti uniti: medici, aziende, informatori,farmacisti etc. Sappiamo tutti che il farmaco è ilpunto centrale di un mondo in cui la sopravviven-za va costantemente allungandosi e la gentesente l’esigenza di un concreto miglioramentodella qualità della vita: non demonizziamolo, nontrattiamo il farmaco alla stregua dei beni di con-sumo. Nel nostro settore stiamo scontando lamiopia di una classe politica che ha indirizzato laricchezza prodotta dal dopoguerra ad oggi quasiesclusivamente al consumismo piuttosto che

    verso investimenti strategici.Al disprezzo verso una certa parte della nostra

    classe politica, Materazzi unisce il disprezzo perquella parte di industriali, che si sono dimostratisolo dei finanzieri senza scrupoli pronti, quandova male, a scaricare tutto sulla società.

    L'incompetenza e la disonestà hanno dilatatola spesa sanitaria ad oltre 90 mila miliardi dilire:oltretutto questa "malasanità" ce la paghia-mo per il 55% con i contributi, per il 20% conticket e tassa della salute, mentre restano soltan-to 20 mila miliardi a carico dello Stato.

    Nel mondo civile, l’Italia è uno dei Paesi cheper la Sanità spende di meno, nonostante che laretta individuale al S.Paolo di Milano costi all'am-ministrazione pubblica 1 milione al giorno con ipazienti che si lamentano di gravi disservizzi(vitto e lenzuola).

    Il prontuario, secondo Materazzi, è destinato ascomparire entro 5 anni. Finora si è dimostratouno strumento discriminatorio tra aziende, traprodotti ed i tagli effettuati non hanno mai portatoad alcuna economia.

    Non si comprende la politica dei prezzi delnostro Paese dove si continua a penalizzarefarmaci salvavita (v.si antiepilettici, digitalici edaltri) che hanno un prezzo di 3-4.000 lire alpubblico, meno di un qualsivoglia prodotto dabanco, mentre i farmaci nuovi raggiungono dellepunte in alto e pertanto, in alcuni casi, avrannodifficoltà di competizione nel prossimo liberomercato europeo.

    Ma il nodo più importante da sciogliere èl'incentivazione della ricerca attraverso un impe-gno prioritario delle aziende, delle Università, edello Sato: purtroppo fino a poco tempo fa ilnostro Stato considerava la ricerca non un inve-stimento ma un profitto mentre tutt'ora in Giap-pone si arriva a finanziare a fondo perduto con-sorzi di ricerca fino al 100%.

    L’industria italiana deve fare meno promozio-ne e più ricerca.

    Materazzi affronta poi il tema della deontologiae riferendosi alla pratica ormai dilagante di una"propaganda commerciale" (“si fa ma non sidice” come recitava un motivetto degli anni venti)invita, tutte le componenti sanitarie, ricche diprofessionalità e dotate di grande senso di re-sponsabilità, a dire forte il proprio "NO" alladegenerazione del mercato.

    Conferma che, sia pure lentamente, il Ministe-ro si muove nel senso della regolamentazionedel settore. Ha fatto sì che, ad esempio, grazieanche alla sorveglianza dei NAS, oggi i Congres-si non siano più le fiere campionarie di una volta.

    Il provvedimento teso alla regolamentazionedella distribuzione dei campioni, vuole essere unfreno alla loro distribuzione inutile e indiscriminata

    che, altrimenti, contribuirebbe anche all’inquina-mento, visto che molti di questi finiscono neicassonetti, con grave pregiudizio per la salutepubblica. Un contributo notevole alla formulazio-ne di questo decreto - secondo Strano Rossi - èdovuto alle ripetute sollecitazioni da partedell’AIISF, che da sempre ha insistito per restitu-ire al campione la sua funzione originaria.

    Riguardo agli “omaggi”, prosegue Strano Ros-si, se i NAS ricevessero denunce circostanziatee documentate, sarebbero in grado di intervenirecon maggiore efficacia.

    Il Ministero continua a vigilare sulle formealternative di informazione operata da agenzie otramite la stampa, con informazione maschera-ta, ispirata dalle aziende ed interviene per bloc-care gli inserti monografici su singole molecole.Vigila, inoltre, affinché sulla stampa non scienti-fica non appaiano i nomi commerciali dei prodot-ti, come espressamente sancito dal Testo Unicodelle Leggi sanitarie.

    Strano Rossi, raccogliendo quanto esposto inproposito nella relazione del Presidente, conclu-de invitando l’AIISF a concertare con il Ministerodella Sanità i programmi di aggiornamento pro-fessionale per facilitarne la realizzazione.

    E’ la volta dei colleghi Angelo de RitaAngelo de RitaAngelo de RitaAngelo de RitaAngelo de Rita, AntoninoAntoninoAntoninoAntoninoAntoninoDonatoDonatoDonatoDonatoDonato (FI), Giorgio GasparriniGiorgio GasparriniGiorgio GasparriniGiorgio GasparriniGiorgio Gasparrini (MC) e G.FrancoG.FrancoG.FrancoG.FrancoG.FrancoMaltagliatiMaltagliatiMaltagliatiMaltagliatiMaltagliati (MI Ov.) che chiedono al rappresen-

    Gli interventi

    Anton io Pant iAnton io Pant iAnton io Pant iAnton io Pant iAnton io Pant iVice Segretario nazionale FIMMGe Presidente dell'O.d.M. diF i r e n z e

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    Mar io Materazz iMar io Materazz iMar io Materazz iMar io Materazz iMar io Materazz iVice Presidente Farmindustria

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    Salvatore Strano Ross iSa lvatore Strano Ross iSa lvatore Strano Ross iSa lvatore Strano Ross iSa lvatore Strano Ross iFunzionario del Ministero dellaS a n i t à

    ***

    PietroPietroPietroPietroPietro RiellaRiellaRiellaRiellaRiella (AL/AT) si domanda se non sia ilcaso di valutare la possibilità di costituire unSindacato autonomo che, occupandosi esclusi-vamente dei nostri problemi, dia agli ISF unamaggiore garanzia e tutela. Ritiene utile ancheuna più precisa definizione del ruolo delle figureintermedie perché, secondo il collega, la funzio-ne del Capo zona si identifica quasi esclusiva-mente nell’attività di affiancamento e di gestionedelle riunioni, e non di informazione scientifica.

    Armando LazzariniArmando LazzariniArmando LazzariniArmando LazzariniArmando Lazzarini (PI) interviene facendosua la definizione di farmaco data, a suo tempoa Bologna, dal Prof. Garattini: il farmaco è quellasostanza che ha come fine quello di migliorare laqualità della vita o di aumentarne la durata con unfavorevole rapporto rischio/beneficio. Come tale,il farmaco necessita di una assidua ricerca conrelativi investimenti che devono vedere impe-gnati sia lo Stato che l’industria. Questo in Italianon avviene. Tra l’altro la ricerca deve essereindirizzata su tutte le patologie importanti (anchese rare!) prescindendo dal volume di mercato e

    tante del Ministero delucidazioni circa la liceità,da parte delle aziende, di avvalersi di Agenzie diservizi che svolgono attività di informazione sen-za essere titolari delle registrazioni e delle auto-rizzazioni all’immissione in commercio delle spe-cialità medicinali. Strano Rossi risponde che inItalia l’attività di queste Società è illegale quandola loro funzione invade il campo dell’informazio-ne scientifica.

    Vasco CrispoVasco CrispoVasco CrispoVasco CrispoVasco Crispo (NA) denuncia il paradossodella Campania, dove la Regione immette nelprontuario un farmaco con un dato nome com-merciale, mentre ne esclude altri identici, ogget-to di co-marketing.

    Sembra a Davide Davide Davide Davide Davide FagioliFagioliFagioliFagioliFagioli (FO) - e ne chiederagione a Strano Rossi - che la norma sui cam-pioni autorizzi a portare a 5 le visite annue, anchenei casi in cui finora erano contenute a 4, con laconseguente opera di selezione ancor più ristret-ta sui medici ad alto potenziale prescrittivo,trascurando di portare quindi l’informazione atutti gli operatori sanitari. Risponde Strano Rossiche l’intenzione del provvedimento è, semmai,quella di ridurre a 5 le 7 o 8 visite annue di alcuneaziende.

    Giorgio MarifoglouGiorgio MarifoglouGiorgio MarifoglouGiorgio MarifoglouGiorgio Marifoglou (PC) osserva che la nor-mativa, per quanto chiara, non serve a limitare ilnumero dei saggi distribuiti. E' inoltre impressio-ne generalizzata che le denunce che arrivano alMinistero non abbiano seguito.

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    quindi dal potenziale profitto. Sottolinea l’impor-tanza della farmacovigilanza e quindi di unacorretta informazione; conclude osservandocome la recente normativa sui campioni privi gliospedali di una fonte di risparmio.

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    Giorgio Gasparrini

    A proposito di campioni Mario MaterazziMario MaterazziMario MaterazziMario MaterazziMario Materazzi(Farmindustria) ne auspica l’abolizione totale inquanto essi costano, sono fonte di inquinamentoe non servono a nulla. Luigi FazioLuigi FazioLuigi FazioLuigi FazioLuigi Fazio (CL) fa notarecome l’art. 25 del nuovo Statuto prevede per iSindaci solo una funzione di controllo ammini-strativo mentre all’art. 15 sono accreditati, inConsiglio Nazionale, di parola e di voto quindiviene loro data piena dignità. Ora come fà lostesso Organo a essere controllato e controllo-re? Filippo LotitoFilippo LotitoFilippo LotitoFilippo LotitoFilippo Lotito (SA) chiede a de Rita qualiimplicazioni comporta la personalità giuridicadell’Associazione e ne ottiene, come risposta,che, nel caso non si ottenesse il riconoscimentogiuridico della professione, ottenere la persona-lità giuridica dell’Associazione permetterebbe disollecitare e di essere coinvolta a livello istituzio-nale in ogni progetto attinente alla sanità.

    Sulla proposta di nuovo Statuto, sulla quale,nel frattempo, ha relazionato il collega EdoardoEdoardoEdoardoEdoardoEdoardoSantinSantinSantinSantinSantin (TS/GO), AlbertoAlbertoAlbertoAlbertoAlberto RoccatagliataRoccatagliataRoccatagliataRoccatagliataRoccatagliata (GE)suggerisce di votarla articolo per articolo e non intoto; di parere contrario è GiorgioGiorgioGiorgioGiorgioGiorgio MarifoglouMarifoglouMarifoglouMarifoglouMarifoglou(PC). GiovanniGiovanniGiovanniGiovanniGiovanni PicardiPicardiPicardiPicardiPicardi (NA 1) protesta per laspinta verticistica che vede nel nuovo Statuto;contesta che i Presidenti di Sezione siano pre-senti di diritto e con facoltà di voto al Congressoche, invece, andrebbe conservata ai soli delega-ti. Dello stesso avviso è il collega PietroPietroPietroPietroPietro RiellaRiellaRiellaRiellaRiella(AL/AT) che, oltretutto, auspica la non presenzadi diritto dei Presidenti anche per il risparmio intermini economici che ne deriverebbe all’Asso-ciazione. GiorgioGiorgioGiorgioGiorgioGiorgio RossettiRossettiRossettiRossettiRossetti (VR) chiede l’elimina-zione del paragrafo 3 dell’art. 41 (Il socio che nonpresenti dimissioni scritte entro il 31 dicembre èautomaticamente iscritto per l’anno successivo),mentre Pasquale MaselliPasquale MaselliPasquale MaselliPasquale MaselliPasquale Maselli (BA) vede una con-traddizione nel perseguimento di obiettivi sinda-cali da parte di una Associazione che si professa“asindacale”. Col suo intervento, DavideDavideDavideDavideDavide FagioliFagioliFagioliFagioliFagioli(FO), prende atto che “tutti abbiamo una parte dicolpa per questa crisi; non è necessario il bilan-

    Giorgio Marifoglou

    (segue a pag. 10)

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    cino del farmacista per ripartirle: più potere, piùcolpa”. Quindi non è giusto che siamo noi, partemeno colpevole a pagarne il prezzo più alto (siparla di migliaia di licenziamenti). Se un rinnova-mento ci deve essere questo deve esulare dallaabituale logica perversa che vede soccombere ilpiù debole. “Per rinnovarci occorre modificarequesta realtà, con sacrifici per tutti, ma senzalasciare nessuno lungo la strada; comportarsi dasocietà che costruisce il futuro per tutti”. Conclu-de appellandosi al Congresso affinché la crisivenga affrontata “da tutte le parti interessate:sindacati, Ministero della Sanità, forze politiche,

    organizzazioni mediche e di farmacisti,Farmindustria e AIISF nel contesto di una crisigenerale, ad un unico tavolo, senza prevenzioni,con la massima franchezza ma anche, da partenostra, decisi a tutto”. Federico BrunoFederico BrunoFederico BrunoFederico BrunoFederico Bruno (SR) sichiede se sia possibile rispettare il nostro codicedeontologico visto che le aziende fanno dipen-dere le nostre retribuzioni dai dati vendita. Inquanto al decreto sui campioni constata che ilprovvedimento assegna a noi ogni onere e aproposito della loro conservazione lamenta chele aziende non si preoccupano né del rispettodelle norme igieniche e sanitarie, né, spesso, dicorrisponderci la relativa indennità dimagazzinaggio. Renato CassoneRenato CassoneRenato CassoneRenato CassoneRenato Cassone (SR), dopoaver sottolineato la drammaticità della situazioneoccupazionale, osserva che è indispensabile lacrescita del numero degli associati ma, soprat-tutto, l’unità di intenti nell’intervenire con piùdecisione e credibilità denunciando - anche ri-volgendoci ai NAS - lo stato di degrado attuale.Alfredo MunziAlfredo MunziAlfredo MunziAlfredo MunziAlfredo Munzi (AQ), precisato che la sua Sezio-ne sarà operativa dal 1993, chiede che l’AIISF siadoperi a livello Farmindustria e Ordini dei Mediciper regolamentare l’accesso negli ambulatori inmaniera univoca su tutto il territorio nazionale.Enzo BassoEnzo BassoEnzo BassoEnzo BassoEnzo Basso (PD) evidenzia che nei suoi 9 anni divita associativa si è impegnato per 2 obiettivi: ilriconoscimento giuridico con il relativo albo e lacostituzione di un nostro sindacato. Si meravigliacome nell’attuale stato di crisi lo Statuto prevedala parola “asindacale”. Giuseppe AlbertiniGiuseppe AlbertiniGiuseppe AlbertiniGiuseppe AlbertiniGiuseppe Albertini (BR)si sofferma sulla constatazione che noi siamo iltramite tra l’azienda ed il medico: non dobbiamopermettere alla prima di prevaricare la nostraprofessionalità per quanto riguarda, ad esempio,

    l’accesso negli ambulatori;non dobbiamo dimenticareche l’accesso privilegiato èsoltanto un favore che noi fac-ciamo alle aziende. FabrizioFabrizioFabrizioFabrizioFabrizioTaglianiTaglianiTaglianiTaglianiTagliani (BS) sollecita la ne-cessità che gli ISF mostrino lapropria professionalità nonsoltanto nei confronti del me-dico ma anche dell’azienda:devono diventare “i primipaladini del proprio ruolo”,avendo consapevolezza siadei loro doveri sia dei lorodiritti. Smettiamo di delegaread altri i nostri interessi per poilamentarci dell’atteggiamen-to delle aziende, chiediamocipiuttosto chi siamo e dove vo-gliamo andare; miglioriamo il Pietro Riella

    coordinamento tra di noi. Franco CetrelliFranco CetrelliFranco CetrelliFranco CetrelliFranco Cetrelli (LU),ricordate le principali esigenze della nostra situa-zione, focalizza la necessità di porsi un obiettivoraggiungibile: visto che noi siamo professionistidelle relazioni con gli altri, perché non ciimpegnamo anche per noi stessi contattando ipolitici locali per far loro conoscere i nostri pro-blemi, perché li trasferiscano in Parlamento e sipossa così arrivare prima alla legge sul nostroriconoscimento giuridico? Tutto il resto vienedopo. Paolo SpallettiPaolo SpallettiPaolo SpallettiPaolo SpallettiPaolo Spalletti (MC) chiede come possia-mo fronteggiare il fenomeno delle indagini dimercato e delle società di servizi, visto chequalcuna fà già informazione scientifica su tuttoil territorio nazionale. GiovanniGiovanniGiovanniGiovanniGiovanni PicardiPicardiPicardiPicardiPicardi (NA 1)accusa di demagogia il decreto sui campioni: seè vero che la funzione del campione è di farconoscere il farmaco al medico, è fuori luogo unaregolamentazione così burocraticamente artico-lata per gli ISF. A Materazzi, che aveva invitatociascuno ad assumersi le proprie responsabilità,ricorda che gli organici non li abbiamo gonfiatinoi; a de Rita rammenta la necessità di interve-nire anche a livello sindacale, per evitare accordicome quello tra FULC e Farmindustria del Luglio1988. Quanto alla legge già approvata in Senato,andrebbe perfezionata in più punti: nell’art. 3occorrerebbe prevedere per gli ISF il rapporto dilavoro a tempo pieno e subordinato; nell’art. 7occorrerebbe specificare che è l’azienda chedeve farsi carico dei problemi inerenti la conser-vazione dei campioni.Bisognerà anche impe-gnarsi perché il “registro” venga sostituito dall’al-bo. Nadia CominatoNadia CominatoNadia CominatoNadia CominatoNadia Cominato (RO) si lamenta dell’atteg-giamento provocatorio dei rappresentanti delMinistero della Sanità e della Farmindustria insede di apertura del Congresso; invita i colleghia smetterla con il comparaggio e a guidare lanostra rabbia - “io sono stanca di non esistere” -per diventare un corpo unico. Deve cambiarel’industria, ma dobbiamo cambiare anche noi:serve la legge sul riconoscimento giuridico e

    G.Franco Maltagliati

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    dalla pagina 9

    Gli interventi

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    Armando Lazzarini

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    Luigi Fazio

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    Alberto Roccatagliata

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    Angelo de Rita

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    serve il sindacato. Chiede al Presidente de Ritauna spiegazione dell’intervista rilasciata alla stam-pa sugli eventuali 4 mila licenziamenti nel settore,quando più opportuno sarebbe stato gridare lanostra rabbia per la situazione agli ospiti di

    questa assemblea. Armando LazzariniArmando LazzariniArmando LazzariniArmando LazzariniArmando Lazzarini (PI), rifa-cendosi alla precedente proposta di rivolgersi aipolitici locali, suggerisce di ipotizzare la nostrapresenza diretta in Parlamento. Chiede poi cosafarà l’Associazione per tutelare i licenziati che siprevede diventeranno numerosi. Evandro Cam-Evandro Cam-Evandro Cam-Evandro Cam-Evandro Cam-pana pana pana pana pana (RM Ov.), dopo aver dichiarato la suasolidarietà all’Esecutivo Nazionale per l’impe-gno di tanti anni, passa ad affrontare i singoliproblemi. Comparaggio: c’è an-che chi vi si oppone, rinunciandoovviamente ai premi che spesso siaccompagnano ad iniziative nien-te affatto etiche. Sindacato di cate-goria: attenzione, allontanerebbe inostri problemi dalla gente. ISFcome esperti di comunicazione:ma non è questo il nostro lavoro, ilnostro lavoro consiste nel dire coseelementari senza addentrarci inelucubrazioni fantasiose che ri-schiano di farci diventare degli im-broglioni. Osservatoriodeontologico: in mezzo a tantedenunce, chi è che garantisce l’im-munità alle aziende farmaceutiche?Sezioni AIISF romane: i colleghidevono dire qui in Congresso checosa vogliono fare. Codice deontologico dellFarmindustria: non tutte le aziende lo hannoinviato ai loro ISF, nessuno ha allegato un com-mento! Occupazione: a Rimini Fertonani fantasti-cava di 20-30-50.000 informatori (anzi vendito-

    ri); oggi si rischia il posto ma agli altri non importavisto che ci considerano degli straccioni pronti aprostituirsi per quattro soldi. Lavori scientifici: noiportiamo al medico quintali di carta che nonpotrà mai leggere, ma chissà se dietro a questogiro di affari non ci sia qualcuno che, all’internodelle aziende, ci trova il proprio utile. Campanaconclude invitando tutti a dimostrare allaFarmindustria che se loro son cambiati (diven-tando più duri) anche noi lo siamo (avendonepiene le scatole).

    Giorgio MarifoglouGiorgio MarifoglouGiorgio MarifoglouGiorgio MarifoglouGiorgio Marifoglou (PC) incoraggia ad eserci-tare critiche e polemiche, purché semprecostruttive, e tendenti a focalizzare obiettiviconcreti. Riconosce a questo Esecutivo di es-sersi impegnato su molti fronti sia sul pianolegislativo sia su quello normativo con risultatitalvolta buoni, talvolta meno: ma di più non sipoteva fare, vista l’influenza esercitata da tutte lealtre componenti in gioco. Giuseppe FerrariGiuseppe FerrariGiuseppe FerrariGiuseppe FerrariGiuseppe Ferrari(VE), dopo aver esaminato le contraddizioni delnostro settore (informazione-vendita, pubblico-privato, registrazione-prontuario) confessa di nonavere la ricetta per la loro risoluzione e auspicauna precisa indicazione da parte del Congresso.Invita l’Associazione a fare degli accordi conOrdini dei Medici e Ministero della Sanità peraddivenire ad una normativa per tutti gli interes-sati del settore.

    Rispondendo ai vari interventi, de Ritade Ritade Ritade Ritade Rita vasubito al cuore della crisi esistenziale che ser-peggia nella nostra categoria. “Io ho vissuto econtinuo a vivere sulla mia pelle tutte le tensioniche il nostro servizio vive. Sono fiero di tutti icolleghi che hanno sempre rispettato sé stessinel rispetto degli altri; sono fiero di avere colleghiche hanno dimostrato il coraggio per denunciarefatti e situazioni e l’orgoglio per rinunciare aipremi”.

    Sulla intervista rilasciata all’ANSA a propositodella ventilata riduzione del personale nel setto-re, de Rita chiarisce di aver soltanto riferito ciòche era emerso dalla stampa, dalle organizza-

    zioni sindacali e dalle fonti imprenditoriali: occor-re adesso che la rabbia per questa situazione ela serenità della nostra coscienza di uomini liberici guidino verso il superamento della attuale crisi.“Possiamo anche andare insieme a manifestare

    Giovanni Picardi

    la nostra rabbia - aggiunge il Presidente - mainsieme a me voglio che ci siate tutti”. Invitati icolleghi a non dimenticare che noi, al pari deglialtri operatori sanitari, siamo corresponsabili dellasalute pubblica e che il farmaco non è un bene diconsumo, de Rita ricorda a tutti il dovere, anchemorale, di rispettare le leggi vigenti; se nonpiacciono cerchiamo di farle cambiare, ma intan-to rispettiamole.

    Sul decreto per i campioni, il Presidente fànotare che è più restrittivo della norma CEE cuifà riferimento e che probabilmente verrà prestomodificato. Sulla conservazione dei campioniprecisa che, se è vero che il dipendente deveconservare il materiale che l’azienda gli fornisce,è anche vero che questa è tenuta a metterlo ingrado di poterlo fare: e allora non barattiamo ildovere di conservare i saggi secondo le normativevigenti con la richiesta di una indennità aziendale.

    Quanto al codice deontologico dell’Associa-zione, esso ha un valore soltanto se c’è la volontàdi osservarlo.

    Per i Capi-area occorre battersi affinché neicontratti venga inserito un loro profilo professio-nale.

    Continuando la replica agli interventi, de Ritaricorda poi che questo Esecutivo può non aversempre raggiunto gli obiettivi, ma sempre hamantenuto gli impegni presi. La disciplina dellafrequenza visite non possiamo andarla a chiede-re al Ministero della Sanità, ma possiamo rag-giungere intese con la classe medica: l’obiettivoè di riuscire a prevedere per l’intero territorionazionale (in Spagna già esiste) unaregolamentazione unica sul numero delle visiteannue e sulla modalità di accesso secondo unaprecisa programmazione gestita dall’Associa-zione e non dimentichiamoci mai che il nostrocontratto parla di orario di lavoro ma non puòparlare di numero di visite giornaliere. E avendointrodotto l’argomento sindacale, de Rita notacome basterebbe rispettare e far rispettare ilcontratto di lavoro vigente per risparmarci una

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    n. 30

    buona parte degli affanni che ci affliggono.Dopo aver manifestato la sua delusione per la

    scarsa difesa dei nostri interessi da parte deisindacati (oltretutto bisogna continuamente rico-minciare da capo, perché cambia spesso ilreferente di turno senza lasciare un testimone aconoscenza dei problemi che ci riguardano),conclude auspicando che il sindacato in futuro, aprescindere dalle etichette, si faccia veramentecarico delle nostre istanze e porti finalmente gliISF al tavolo delle trattative come protagonisti.

    da sinistra a destra e dall'altoal basso, si riconoscono icolleghi Giorgio Rossetti,Renato Cassone, Alfredo Munzi,Giuseppe Albertini, FabrizioTagliani, Franco Cetrell i,Evandro Campana e GiuseppeA . F e r r a r i .

    (Solo per motivi tecnici nonabbiamo potuto riportare le fotodegli altri colleghi intervenuti;non ce ne vogliano - n.d.r.)

    Angela Del f in i Angela Del f in i Angela Del f in i Angela Del f in i Angela Del f in i (CISAL, Confedera-zione Italiana Sindacati AutonomiL a v o r a t o r i )

    Presentata la propria organizzazione sinda-cale autonoma, passa a dipingere il quadrodrammatico in cui stiamo vivendo: dallo Statoche dopo averci gestito da “cialtrone” per anni,si è messo adesso a “raschiare il fondo delbarile”; ai sindacati confederali che, dopo aver“svenduto” i lavoratori con l’accordo sulla scalamobile senza contropartita, stanno avallandola politica delle privatizzazioni: tra poco, preve-de la Delfini, ci saranno più disoccupati cheoccupati! Dopo aver riferito della diffidenza dalei registrata verso le organizzazioni sindacalida parte di questo Congresso, rassicura tutti dinon essere venuta per vendere tessere e con-clude ribadendo l’opportunità che ogni iniziati-va sindacale sia organizzata all’interno dellanostra categoria: l’organizzazione a cui gli ISFdecideranno di aderire dovrà limitarsi a fare daombrello per le situazioni critiche. E la CISAL sidichiara disponibile ad appoggiarci rispettandola nostra autonomia.

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    "La comunicazioneattraverso i mezzidell'informazione"

    nostra foton. 31Relazione di Giuseppe Galluppi

    Vice Presidente Nazionale

    La comunicazione attraverso i mezzi del-l’informazione è un tema ricco di fascinoche mi conduce, con la memoria, alleepoche più remote quando la circolazionedegli uomini e i trasporti di cui abbisogna-vano avevano costituito uno dei fenomenipiù importanti della vita sociale.

    Lo sviluppo tecnologico, tumultuoso inquesti ultimi anni, ha raggiunto anche lacomunicazione e, conseguentemente, l’in-formazione se ne serve fino a ridurre que-sto nostro pianeta ad un “semplice villaggioglobale”. Tutte le notizie raggiungono l’uo-mo in tempo reale superando ostacoli inaltri tempi assolutamente insormontabili.

    Forse gli unici a sottovalutare il problemadell’informazione attraverso la comunica-zione siamo noi che dell’informazione, inte-sa come messaggio parlato, dovremmoessere maestri. Da un punto di vista psico-logico ancora oggi lo strumento più impor-tante per comunicare resta il linguaggioverbale, veicolo di idee e di suggestioniemotive.

    Attraverso questo linguaggio dobbiamocontinuare a costruire la nostra immagineportando dei messaggi che siano chiari pertutti: per medici, per pazienti, per forzepolitiche, sociali e per gli stessi nostri im-prenditori.

    Quando nel 1985 - grazie alla volontà deiColleghi del Consiglio Nazionale di Rimini -ebbi l’onore di essere richiamato in Esecu-tivo nazionale, conoscevo benissimo qualierano gli onerosi obblighi che contraevonei confronti di tutti gli Informatori scientificiitaliani.

    La Riforma Sanitaria approvata nel 1978ed alla stesura della quale avevamo in partecontribuito (v.si art.29 e 31), i Decretiministeriali del 1980-81-82-85, nei quali lapresenza associativa continua ad esserenei fatti, le iniziative a livello dei Ministeridella Sanità e del Lavoro, facevano alber-gare in ciascuno di noi una speranza forieradi grandi successi. Ma leggi e decreti sisono rivelati materia “de iure condendo”:più una aspirazione che una realtà! E noncerto per colpa di chi come Voi, come noi,hanno vissuto e continuano a vivere questaesaltante esperienza dell’AIISF epervicacemente insistono a combattere unaincredibile e allucinante battaglia,paragonabile solo alle fatiche di Sisifo.

    Ma ancora oggi non ho perso la speran-za di raggiungere quei traguardi che insie-me ci eravamo prefissati e che, ne sonocerto, rimangono gli obiettivi dell’immedia-to futuro. Sarà compito di questo Congres-so e del successivo Consiglio nazionaletracciare la strada che deve impegnare, dasubito, i componenti dell’Esecutivo nazio-nale affinchè il lavoro fin qui svolto simaterializzi al più presto possibile. Ed èforte in me questa speranza! A dispetto diquanti - e non sono pochi - non la pensanoalla stessa maniera. Fra questi, purtroppo,oltre ai “soliti noti” ci metto dentro un certonumero di Colleghi la cui critica, sull’attivitàdell’Associazione, è a dir poco sconcer-tante visto che non è suffragata né dai fattiné tantomeno dal loro impegno.

    Esplicitata questa lunga ma doverosa(secondo me) premessa, sarebbe moltopiù semplice rimandarVi alla lettura dellemie precedenti relazioni per riflettere con ilCongresso sulle priorità che l’Associazio-ne, a livello periferico (al centro già avvie-ne), deve assolutamente darsi stante lacarenza quasi totale nel merito. Mi riferisco,in particolare, alle pubbliche relazioni. In piùoccasioni ho sentito i Colleghi lamentarsidella insufficiente immagine dell’AIISF, piùancora della figura dell’informatore scienti-fico, presso i mass media. Il rimprovero piùricorrente è la “povertà” di iniziative, difantasia. Debbo dire che quasi certamentele mie passate relazioni, che avevano peroggetto proprio i rapporti con la stampa,sono state scritte, magari, in maniera rapi-da senza preoccuparmi molto della forma,ma sicuramente sono state lette... con lagomma (cioè dimenticate in fretta e quindi,non rendendole operative nelle zone dinostra competenza).

    Le televisioni a diffusione locale devonorimanere l’obiettivo principale da centrarese veramente vogliamo che la nostra figurasia conosciuta e apprezzata dall’opinionepubblica. Se è vero, come è vero, chemolte di queste emittenti televisive riesco-no, con molta fatica, a mandare in onda ivideo-giornali e se nello stesso tempo pen-sassimo che la legge Mammì prevede uncerto numero di ore (oltre ad altre condizio-ni) di vera informazione, ci renderemmoconto come non sia poi tanto difficile “en-trare”.

    Lo stesso dicasi per i giornali. Vi sonocirca 80 quotidiani in Italia: dal “Giornale diSicilia” all’”Alto Adige”; dall’”Unione Sarda”al “Corriere Adriatico”; una lunga serie di“Gazzette”: di Mantova, di Modena, di Par-ma, di Ancona, di Arezzo, di Pesaro, diReggio Emilia, di Rimini, del Sud; ed ancoragiornali di Bergamo, di Napoli, di Vicenza eProvincie di Como, Cremona, Pavese. Nonsi può certamente dire che manchino leopportunità, forse mancano le determina-zioni.

    Se mi posso permettere di dare un sug-gerimento, dico che individuato il titolaredel diritto, su di lui bisogna agire per illu-strargli (interessandolo) le funzioni che cia-scuno di noi svolge. Se mi si passa ilparagone, è la stessa medesima azioneche facciamo quando operiamo sulla sele-zione dei medici: individuato anche quil’obiettivo, su di esso puntiamo: in ospeda-le, in ambulatorio. Qui facciamo una ricercacapillare di informazione, là al primo osta-colo ci fermiamo. Siamo bravissimi a “pro-

    muovere” le scatolette, ma un pò menobravi a “promuovere” noi stessi.

    Da più parti si rimprovera all’Esecutivonazionale lo scarso peso che lo stessoavrebbe sui circuiti televisivi e sui giornali adiffusione peninsulare. A parte che questonon è assolutamente vero in quanto, grazieall’intervento di questo Esecutivo, le televi-sioni nazionali come le più grosse testategiornalistiche hanno fatto oggetto delle lorocronache alcune nostre manifestazioni,personalmente non ritengo produttivo intermini di immagine i “passaggi” che nonabbiano carattere di continuità. Per averlaavremmo bisogno di spendere delle cifreche non sono compatibili con i nostri bilanciun po’ asfittici ancorché problematici.

    L’inserimento resta, quindi, secondo lamia opinione, quello a livello locale, qualifi-candolo come fatto cronachistico. Orga-nizziamo convegni, tavole rotonde, dibattiticon organizzazioni professionali (medici efarmacisti in particolare), con i rappresen-tanti dei partiti politici e delle forze sindacali,con gli amministratori delle