Alessio Sfienti - La filosofia Open Source una risposta alla globalizzazione

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    La filosofia Open Source:

    una risposta alla globalizzazione

    [da Il Pensiero Mazziniano, anno LX, numero 2 maggio-agosto 2005, pp. 187-195]

    Negli ultimi anni il mondo dell Information Technology stato oggetto di grande attenzione daparte delle scienze sociali. In particolare il dibattito intorno allutilizzo libero del software1 per il

    funzionamento dei computer ha provocato una vera e propria rivoluzione2, che ha determinato

    vantaggi quali la riduzione dei costi delle licenze, la flessibilit delle soluzioni, l'indipendenza dai

    fornitori, etc. In effetti Il fatto che tanta attenzione sia dedicata a un particolare fenomeno legato al

    mondo dellinformatica e non strettamente connesso con lutenza popolare, come il caso Internet,

    indice di novit non ristretta allambito tecnico, ma legata a un ambito pi vasto, lambito delle

    innovazioni culturali3. Se da un lato la ricerca Open Source ha dato ottimi risultati nellinformatica,

    ora c chi pensa di utilizzare lo stesso metodo anche in altri campi, quali leconomia, la medicina,

    la politica.

    Tuttavia quello che era cominciato come un dibattito tecnicosul modo migliore di correggeregli errori dei software si trasformato in un dibattito politico sulla propriet della conoscenza e su

    come essa usata. Da un lato c' chi crede nella libera circolazione delle idee, dall'altro chi

    preferisce definirlepropriet intellettuale4. Il dibattito si sposta quindi su un piano pi ideologico,con il tentativo da parte di molti di impossessarsi delle scoperte del movimento Open Source e pi

    in generale del software libero.

    Breve storia dellOpen Source

    La storia del "Sofware Libero" risale agli albori dell'era informatica. In principio tutto il software

    era "pubblico". Negli anni '60 si diede il via alla vendita dei primi computer commerciali su larga

    scala. Questi erano accompagnati da software "pubblico" che poteva essere liberamente scambiato

    tra gli utenti. Era disponibile il codice sorgente e poteva essere modificato e adattato a piacere.

    Dieci anni pi tardi la situazione cambi radicalmente.

    lOpen Source non un fenomeno recente, anzi, lOpen Source stato il primo modus operandi

    dellinformatica. Il software nacque come Open Source negli storici laboratori che per primi si

    occuparono di informatica: i Bell Labs, lo Xerox Park, il IA Lab del MIT, Berkeley. Allora non cera

    bisogno di porre distinzioni tra le licenze di software o la distribuzione degli eseguibili piuttosto che dei

    sorgenti, ci che veniva creato diventava patrimonio della comunit. Non si trattava di una scelta politica,

    la libera distribuzione era frutto della constatazione che il software cresce in stabilit, prestazioni,funzionalit se pu essere interamente compreso e modificato dai suoi utenti. Il software era un prodotto

    scientifico, come la matematica e la fisica, e come tale veniva trattato.5

    Con la crescita delle prestazioni dei computer e con la conseguente crescita del numero di cose

    che le macchine potevano fare il software aument in complessit e in quantit. I computer

    venivano utilizzati da sempre pi aziende diverse per svolgere compiti sempre pi differenziati. Una

    frazione sempre minore di utenti scriveva software. Divent allora economicamente interessante

    sviluppare programmi "chiusi" per poi venderne la licenza d'uso.

    Nel 1984 l'informatico Richard Stallman6 lasci il suo lavoro al Massachusetts Institute of

    Technology (Mit) per dare vita al progetto GNU7 per la creazione di un sistema operativo libero.

    Nel 1985 venne alla luce laFree Software Foundation (FSF) una organizzazione senza fini di lucro

    per lo sviluppo e la distribuzione di software libero. La fondazione fu creata per finanziare ilprogetto stesso, pubblicarne le licenze e favorire in generale sviluppo e diffusione del software

    lib L' bi tti ft di lt lit h f ll t t ti t tti

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    Nacque cos la General Public License (GPL), una licenza liberale (licenza di tipo copyleft)che si poggiava sullidea del permesso dautore8. In pratica il permesso d'autore consisteva col

    dare a chiunque il permesso di eseguire, copiare e modificare il programma e distribuirne versioni

    modificate, ma senza dare la possibilit di aggiungere delle restrizioni al programma stesso. In

    questo modo, le libert essenziali che definivano il "free software" (software libero) venivano

    garantite a chiunque ne disponeva una copia, e diventavano diritti inalienabili. In effetti affinch unpermesso d'autore risultasse efficace, era essenziale che anche le versioni modificate fossero

    libere. In seguito si svilupparono altre licenze di tipo copyleft che avevano come punto in comune

    la libera distribuzione del codice, ma che differiscono sulla gestione delle modifiche, sul

    lereditariet delle licenza e la compatibilit con il software proprietario9.

    Nel 1991, mentre il progetto GNU proseguiva il suo sviluppo uno studente finlandese, Linus

    Torvalds decise per hobby di creare un sistema operativo autonomo. Torvalds distribu il proprio

    lavoro tramite Internet e ricevette immediatamente un ampio riscontro positivo da parte di altri

    programmatori, i quali apportarono nuove funzionalit e contribuirono a correggere errori

    riscontrati. Nacque cos Linux, il quale fu distribuito fin da subito con una licenza liberale10.

    Open Source o Free Software?

    Agli inizi degli anni '90, l'idea delle licenze liberali era rappresentata soprattutto da Richard

    Stallman e dalla sua FSF.Dobbiamo infatti alla Free Software Foundation (FSF) la definizione disoftware libero e delle quattro libert che questo garantisce. Nel Software Libero la licenza esiste

    solo per garantire maggiori diritti all'utente, pur generalmente entro alcuni limiti, ed in particolare

    con il software libero si ha:

    Libert di eseguire il programma, per qualsiasi scopo.

    Libert di studiare come funziona il programma e adattarlo alle proprie necessit.

    Libert di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo.

    Libert di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti, in modo tale

    che tutta la comunit ne tragga beneficio.

    Tuttavia la causa del Free Software incontrava enormi difficolt nel convincere la maggior parte

    delle compagnie produttrice di software proprietario di adottare i principi del software libero.

    Il motivo da ricercarsi nella matrice ideologica del movimento,. La FSF patrocina il Free Software

    per sancire la prevalenza del diritto della libert di utilizzare, modificare, distribuire ci che un prodotto

    dellingegno, sul diritto di propriet dellautore del medesimo. Tale posizione stata tacciata, siamo in

    America, di comunismo, anarchia e anche di istigazione alla pirateria dai sostenitori del diritto di

    propriet sul software.11

    Per questo motivo Bruce Perens, Eric S. Raymond, e altri coniarono il termine Open Source ediedero vita nel 1997 in California a unassociazione non-profit, la Open Source Initiative (OSI).

    Raymond sapeva che la parte pi visibile e pi organizzata della cultura hacker da cui provenivano

    tutti i programmatori, primo fra tutti lo stesso Richard Stallman, sempre stata sia molto fanatica

    sia molto anticommerciale, ma:

    Nella cultura hacker sempre esistita un'ala pi moderata, meno provocatoria e pi vicina al mercato.

    I pi pragmatici erano fedeli non tanto a un'ideologia quanto piuttosto a un gruppo di tradizioni

    informatiche basate sul lavoro dell'open source e antecedenti alla FSF. [] Il pragmatico apprezza

    strumenti e giocattoli efficaci pi di quanto disdegni la commercialit, e riesce a utilizzare anche

    software commerciale d'alta qualit senza alcun problema ideologico. Al contempo, l'esperienza dell'open

    source gli ha fatto apprendere standard tecnici di una qualit che ben pochi software chiusi possono

    eguagliare 12

    http://www.opensource.org/http://www.opensource.org/
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    Raymond mentre analizzava lo sviluppo del sistema operativo Linux comprese come il principio

    pi teste lavorano meglio di una soltanto fosse alla base del modo di produzione del software

    libero. Egli mostrava come il modo di produzione del software libero era di tipo a Bazaar, in altre

    parole identificava la comunit Linux come un grande e confusionario bazaar, pullulante di

    progetti e approcci tra loro diversi (efficacemente simbolizzati dai siti contenenti l'archivio di Linuxdove apparivano materiali prodotti da chiunque). Il tipo a Bazaar in netta contrapposizione a

    quello tipico del software Closed Source, indicato come a Cattedrale proprio della maggior partedel mondo commerciale e caratterizzato dal lavoro di un team relativamente ristretto e chiuso con

    poche occasioni di interazione con lutenza finale se non dopo il momento del primo rilascio

    definitivo13.

    Col tempo la scelta a favore dell'Open Source da parte di alcune importanti imprese del settore

    (Netscape, IBM, Sun) facilitarono l'accettazione del movimento Open Source presso l'industria delsoftware, facendo uscire l'idea della "condivisione del codice" dalla cerchia ristretta nella quale era

    rimasta relegata fino ad allora.

    Oltre il software: cultura libera versus cultura proprietaria

    LOpen Source sta uscendo dal mondo dellinformatica proponendo unalternativa vera e propria

    al sistema di produzione capitalistico, senza ovviamente avere la volont di soppiantarlo

    completamente. Lintento, infatti, non quello di distruggere il sistema stesso, ma di creare delle

    diverse opportunit di produzione-consumo.

    Come il movimento del software libero ha costruito uneconomia basata su tale software, la gente del

    Brasile, e di altre parti del mondo, va costruendo uneconomia basata sulla cultura libera, in concorrenza

    con la cultura proprietaria attualmente dominante, e se forse riuscir a sostituirla, senza dubbio sapr

    modificarla.14

    LOpenCola stato il primo prodotto di consumo Open Source sviluppato al di fuoridellinformatica.

    Anche se inizialmente era solo uno strumento promozionale per spiegare i programmi Open Source,

    la bevanda ora vive di vita propria. L'omonima societ di Toronto diventata pi nota per questa bevanda

    che per il software che voleva promuovere. Laird Brown, capo stratega dell'azienda, ne attribuisce il

    successo a una diffusa sfiducia verso le grandi multinazionali e "la natura proprietaria di quasi tutto ci

    che ci circonda"15.

    Chiunque pu produrre la bevanda, modificarne e migliorarne la ricetta, a condizione che la

    nuova formula rimanga di dominio pubblico. OpenCola un caso fortunato e non pone alcuna realeminaccia ad altri prodotti commercializzati (come la Coca Cola o la Pepsi)16.

    Anche altrove si sta usando il modello dell'Open Source per sfidare gli interessi consolidati.

    Ogni volta che acquistate un cd, un libro o una lattina di Coca-Cola pagate per avere accesso alla

    propriet intellettuale di qualcun altro. Con i vostri soldi acquistate il diritto ad ascoltare, leggere o

    consumare i contenuti, ma non a rimaneggiarli o a farne delle copie e redistribuirle. Non sorprende,

    allora, che le persone attive nel movimento dell'open source si siano chieste se i loro metodi non

    funzionassero anche con altri prodotti. Finora nessuno ne certo, ma ci stanno provando in molti17.

    Nella musica, nella pubblica amministrazione, nella medicina18, ora c chi pensa di usare lo

    stesso metodo di condivisione. Il movimento per i "contenuti aperti" ancora all'inizio ed difficileprevedere fin dove arriver. Tuttavia la battaglia per la condivisione dei contenuti aperti

    solamente allinizio.

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    Allinterno della comunit del software libero esistono due veri e propri movimenti politici: il

    movimento pro Open Source e quello a favore del Software Libero, che si possono definire comedue correnti di pensiero nellambito di una stessa cultura.Dal punto di vista pratico, tuttavia, non

    esistono differenze sostanziali fra programmi Open Source e software libero. La differenza

    fondamentale tra i due movimenti, al contrario, si trova nei loro valori, nel modo diversodi guardare il mondo.

    L'ispirazione democratica della filosofia Open Source stata gi pi volte sottolineata, esicuramente ad essa si accompagna una carica contestataria verso il software proprietario e pi in

    generale contro un modello economico neoliberale. Ma questo non significa che sia possibile

    parlare di vero e proprio cybercomunismo o comunismo informatico come molti hanno suggerito. Ineffetti si tentato di leggere in chiave comunista la possibilit di creare, condividere, modificare e

    scambiare software in modo completamente libero fra tutti gli utenti ma in realt il termine

    comunismo richiama una concezione, un movimento o un sistema che tende a realizzare

    l'eguaglianza sociale attraverso la totale comunione delle risorse e dei beni, un obiettivo che centra

    poco con la reale volont di condivisione (e non comunione) rispetto allabolizione della propriet

    privata (vero obiettivo finale del comunismo). Il tentativo fatto da alcuni di politicizzare la filosofiaOpen Source si pu leggere quindi come lo sforzo di dare nuova linfa a teorie rivoluzionarie checon la globalizzazione hanno perso ormai quel fascino che in passato muoveva gli animi di milioni

    di persone.

    Lideologia che sta alla base dellOpen Source unicamente e specificamente Open Source edesprime una carica innovativa e uno spirito solidaristico che la rendono alternativa a una concezione

    monopolistica del mercato e rivalutativa della persona come soggetto del mercato. E' una filosofia

    che volta a riconoscere il giusto rapporto qualit/prezzo, stimolare la libera concorrenza, proporre

    un'alternativa a monopoli proprietari, favorire la cooperazione.

    Comunque sia i sostenitori del Free Software sia quelli dellOpen Source combattono un nemico

    comune: il software proprietario, quello il cui utilizzo, ridistribuzione o modifica sono proibiti o

    richiedono un permesso.Per Raymond la cultura open source possiede una serie di usi e costumi

    sulla propriet, elaborati ma essenzialmente non dichiarati. Essi stabiliscono a chi e in quali

    circostanze sia consentito modificare il software, e (soprattutto) chi abbia il diritto di ridistribuire

    nuovamente le versioni modificate alla comunit19. Inoltre per Raymond le analisi di Locke sul

    concetto di propriet20, che risulta virtualmente identica alla teoria del diritto consuetudinario sulla

    propriet terriera d'origine angloamericani, possono essere applicate anche al mondo della

    noosfera (ovvero lo spazio di sviluppo di tutti i programmi informatici)21. Quindi per i guru del

    movimento del software libero la concezione della libert legata pi al mito americano della

    frontiera piuttosto che alla comunione dei beni vaticinata dai movimenti radicali di estrema

    sinistra (in questo caso i cybercomunisti).

    Sul concetto di propriet pu venire in aiuto lanalisi mazziniana. Mazzini, a differenza diMarx22, vede la propriet come parte integrante della natura umana:

    Non bisogna abolire la propriet perch oggi di pochi; bisogna aprire la via perch i molti possano

    acquistarla.

    Bisogna richiamarla al principio che la renda legittima, facendo s che il lavoro solo possa produrla.23

    Nella concezione mazziniana la propriet legittimata solamente attraverso il lavoro, in altre

    parole chi lavora e produce, ha diritto ai frutti del proprio lavoro: in questo risiede il diritto di

    propriet24. In effetti per Mazzini la propriet deve essere innanzitutto condivisa affinch sia piaccessibile a un numero sempre maggiore di uomini attraverso il lavoro che essi compiono. Egli

    afferma che invece di richiedere l'abolizione della propriet bisogna modificare certe finalit per

    mettere l'ordinamento economico in armonia con le grandi idee del sacrificio, di uguaglianza, di

    progresso umano e sociale.

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    Le distorsioni delle societ capitalistiche stanno nel fatto che la propriet privilegio di pochi ma

    non per questo la propriet perde il carattere di elemento stimolatore del progresso. Di conseguenza

    la concezione mazziniana della propriet si avvicina maggiormente a quella della filosofia Open

    Source in quanto entrambe sostengono una volont di condivisione della propriet favorendo la

    cooperazione fra le persone. Come sottolinea bene Raymond Con un po' d'incoraggiamento, ogni

    utente in grado di diagnosticare problemi, suggerire soluzioni, aiutare a migliorare il codice inmaniera impensabile per una persona sola25. In effetti la condivisione del pensiero sorgente

    possibile se avviene allinterno di veicoli comunitari, prima fra tutte le comunit virtuali e le

    associazioni sparse in Internet.

    In ogni modo, sia il movimento dellOpen Source, sia quello del Free Software non negano in

    primis il concetto di propriet privata. Invece che sostenere labolizione della propriet privata(come sostengono i fautori del cybercomunismo), sono fautori della condivisione.

    Se poi andiamo ad analizzare le licenze che sono state proposte in questi anni in ambiente Free

    Software e Open Source si pu notare come tutte hanno in comune il riconoscimento del lavoro

    dellutente-programmatore. Compilando e migliorando il software lutente ne diviene

    automaticamentepossessore.

    In questo modo si realizza una vera e propria alternativa al sistema capitalistico. In effetti, ilsingolo utente-programmatore si sente in dovere di comunicare le scoperte e le migliorie eseguitesul codice di programmazione a tutta la comunit. Il fine di tutto questo il continuo progresso

    del software nel suo complesso.

    Lo stimolo per dare gratuitamente ad altri il proprio lavoro legato quindi ad una cultura che si

    contrappone al mondo della produzione per puro interesse economico. In effetti secondo Raymond

    la filosofia Open Source vicina ad una cultura del dono dove lo status sociale viene determinatonon da quel che si controlla ma da quel che si regala26anche se poi per le persone che aderiscono a

    questa metodologia possibile che si ottenga anche una compensazione monetaria per il lavoro

    svolto laddove non vanifichi la libert degli altri nellutilizzare e/o modificare il prodotto realizzato.

    Conclusioni: possibili contaminazioni e sviluppi

    In questo breve saggio ho illustrato che cosa sia il metodo Open Source e il movimento ad essoconnesso. Ovviamente per lanalisi completa dellargomento, rimando ad altri lavori ben pi

    minuziosi, mentre la tesi suggerita in queste poche righe la contaminazione fruttuosa che si

    potrebbe realizzare fra la filosofa Open Source da una parte e il mazzinianesimo o pi in generale ilneorepubblicanesimo dallaltra. Con questo non voglio sostenere che la filosofia Open Source e la

    teorica mazziniana siano figlie della stessa riflessione; al contrario la filosofia Open Source comeho gi avuto modo di affermare resta unicamente e specificamente Open Source.

    Questo tentativo di analisi deve essere interpretato da una parte come un suggerimento dilettura in chiave mazziniana del movimento connesso allOpen Sourceper comprendere meglio ledinamiche inerenti allo sviluppo del movimento stesso; dallaltra il tema del superamento

    dellattuale sistema produttivo capitalistico mondiale sembra ormai ineludibile e la via della

    condivisione che ricalca il modulo associazionistico mazziniano andrebbe seriamente

    approfondita27. Ed per questo che lOpen Source pu venire daiuto anche per risolvere questioni

    inerenti la politica e leconomia mondiale, sempre pi in debito dossigeno nel dare risposte

    concrete alle problematiche causate dalla globalizzazione.

    Alessio Sfienti

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    Sitografia:

    www.apogeo.com

    www.opensource.org

    www.softwarelibero.it

    www.stallman.org/

    http://www.apogeo.com/http://www.opensource.org/http://www.softwarelibero.it/http://www.stallman.org/http://www.apogeo.com/http://www.opensource.org/http://www.softwarelibero.it/http://www.stallman.org/
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    1NOTE

    Ilsoftware , com' noto, l'elemento immateriale che permette ai computer di funzionare e agli utilizzatori di ottenere, dalloro uso, un vantaggio costituito dalla possibilit di utilizzare una grande capacit di calcolo per la soluzione di problemi di

    vario tipo. Quando si acquista un software non si acquista un programma ma, in maniera pi ristretta, la licenza d'uso di

    quel programma, licenza che permette l'installazione del software in una o pi postazioni informatiche (computer). Si parla

    per questo di software closed source. Il free software invece un software caratterizzato dalla possibilit di usufruire del

    codice sorgente, ovvero dalla possibilit di studiarlo, modificarlo e distribuirlo; tutto ci per il semplice motivo che

    software libero (perch free sta per libero e non per gratuito; infatti, quando si parla di software libero, solitamente si fariferimento ad una questione di libert e non di prezzo.) significa essenzialmente libert per l'utilizzatore, condivisione delle

    informazioni, collaborazione sia per la sua produzione che per il suo mantenimento.2 Il termine rivoluzione viene usato qui nellaccezione proposta da Thomas Kuhn: mutamento nel paradigma scientifico di

    produzione di teorie e contenuti (cfr. T. Kuhn,La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, Torino 1969).3 N. Bassi, Open Source. Analisi di un movimento, Apogeo, Milano 2000, p. XI.4 G. Lawton,L'avanzata del copyleft, in Internazionale, n. 427, 20035 N. Bassi, Open Source. Analisi di un movimento, Op. cit., p. XI.6

    Cfr. S. Williams: Codice Libero. Richard Stallman e la crociata per il software libero , Apogeo, Milano

    2003. Si veda anche il sito personale di Stallman allindirizzohttp://www.stallman.org/7 GNU il progetto di viluppo di un sistema operativo completo, compatibile con un altro sistema operativo ,UNIX, ma

    distribuito con una licenza permissiva, con tutti gli strumenti necessari altrettanto liberi. GNU un acronimo ricorsivo per

    contemporaneamente collegarsi e distinguersi dal sistema operativo UNIX, ovvero "GNU's Not UNIX".8 In realt si tratta di un gioco di parole, che qui viene reso con permesso di autore: copyright (diritto di autore) formatodalle parola copy (copia) e right (diritto, ma anche destra), opposto di "left" (sinistra, ma anche lasciato).9 Per una lista completa di tutte le licenze che possono essere utilizzate si veda la paginahttp://www.opensource.org/licenses/ 10 Cfr. L. Torvarlds e D. Diamond,Rivoluzionario per caso, Garzanti, Milano 200111 N. Bassi, Open Source. Analisi di un movimento, Op. cit. p. 21.12 E. S. Raymond, Colonizzare la Noosfera, versione del 1998, scaricabile direttamente dal sitowww.apogeo.com13 Cfr. E. S. Raymond,La cattedrale e il Bazar, versione del 1998, scaricabile direttamente dal sito www.apogeo.com14 L. Lessig, The People Own Ideas, in Technology Review, giugno 200515 G. Lawton,L'avanzata del copyleft, Op. cit.16

    Purtroppo per l'industria della OpenCola ha successivamente attuato un nuovo piano strategico preferendo non

    pubblicare pi sul proprio sito informazioni riguardo la prima bibita Open Source. L'azienda poi fallita e ad oggi nessuno

    produce direttamente una bevanda con tale ricetta.17 G. Lawton,L'avanzata del copyleft, Op. cit.18 Cfr. Medicina aperta, in Internazionale, n. 548, 200419 E. S. Raymond, Colonizzare la Noosfera, Op. Cit.20 Locke sosteneva che la propriet era un diritto naturale per gli individui e ogni uomo poteva generare un proprio

    patrimonio, aggiungendo valore, con il suo lavoro, alla materia libera in natura. Locke inoltre vedeva nel lavoro uno

    strumento da sfruttare per creare propriet che, a sua volta, diventava un segno di supremazia nei confronti degli altri. - Cfr.

    John Locke,Due trattati sul governo col Patriarca di Robert Filmer, a cura di L. Pareyson, Torino 1948.21 Pi in generale si potrebbe parlare di cyberspazio per indicare lintero universo dellinformazione accessibile dalle reti

    di computer (E. Pedemonte,Personal Media, Bollati Boringhieri, Torino, 1998, p. 196).22 Sullo scontro teorico Mazzini-Marx si veda la bella edizione curata da Salvo Mastellone del volume di Giuseppe Mazzini,

    Pensieri sulla democrazia in Europa, Feltrinelli, Milano 1997.23 G. Mazzini,Dei doveri delluomo, [1860], Milano, Rizzoli, 2002, p.87.24 G. Santonastaso, Giuseppe Mazzini, Centro Napoletano di Studi Mazziniani, Napoli, 1971, p. 170.25

    E. S. Raymond,La cattedrale e il Bazar, Op. Cit.26 E. S. Raymond, Colonizzare la Noosfera, Op. Cit.27 In questo modo si potrebbero creare soluzioni per risolvere i problemi delle teorie neorepubblicane di fronte alleconomia

    globale (cfr. T. Casadei, Un nodo irrisolto del neorepublicanesimo: la questione economica , in Il Pensiero Mazziniano,

    LV, Nuova serie, luglio-settembre 2000, n. 3, pp. 140-153.

    http://www.stallman.org/http://www.stallman.org/http://www.stallman.org/http://www.opensource.org/licenses/http://www.opensource.org/licenses/http://www.apogeo.com/http://www.apogeo.com/http://www.apogeo.com/http://www.stallman.org/http://www.opensource.org/licenses/http://www.apogeo.com/http://www.apogeo.com/