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Notizie CNSAS - aprile 2012 - Anno XVIII - n. 1 (53) - Poste italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - 70% NE/GO E Em me er rg ge en nz za a n ne ev ve e

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NotizieCNSAS-aprile2012

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NNoottiizziiee del CORPO NAZIONALE SOCCORSO ALPINO E SPELEOLOGICO

Periodico specialistico pubblicato dalCorpo nazionale soccorso alpino e speleologico.Anno 18 (2012). Numero 1 (53).

Registrazione presso il Tribunale di Gorizia n. 258 del 29-6-1995.

Editore:Corpo nazionalesoccorso alpino e speleologico

Redazione:Ruggero Bissetta, Alessio Fabbricatore,Elio Guastalli, Giulio Frangioni

Direttore responsabile:Alessio Fabbricatore

Grafica:Alessio Fabbricatore

Segreteria editoriale:Studio tecnico associatoFabbricatore Alessio

� Corso Giuseppe Verdi, 6934170 GORIZIA

� 0481 82160 (studio)

� 338 6854443 (portatile)fax 0481 536840E-mail:[email protected]

Amministrazione: Corpo nazionalesoccorso alpino e speleologico

� via Petrella, 1920124 MILANO

� 02 29530433fax 02 29530364E-mail: [email protected]

Fotografie:Giuseppe Antonini; archivioCommissione comunicazione e docu-mentazione; archivio Commissione spe-leosubacquea C.N.S.A.S.; archivioC.N.S.A.S.; archivio S.Na.Te.; archivioS.Na.T.S.Sub.; archivio Servizio regionaleBasilicata; archivio Soccorso speleologi-co C.N.S.A.S.; Chiara Bogarelli; PaoloCortelli Panini; Oskar Piazza; Aes Stor.

Foto di copertina:archivio Commissione comunicazione edocumentazione

IV di copertina:archivio Commissione speleosubacqueaC.N.S.A.S.

Elaborazione dati statistici:Massimo Sbarbaro

Impaginazione,fotocomposizione, stampa:Grafica Goriziana - Gorizia

Notizie del CORPO NAZIONALE SOCCORSO ALPINO E SPELEOLOGICOstampato a Gorizia, aprile 2012

Anno XVIIIn.1 (53) / aprile 2012

1 Editorialedi Pier Giorgio Baldracco

2 Statistica incidenti 2012a cura di Giulio Frangioni

12 Incidenti speleologicia cura di Lelo Pavanello

15 Abisso Farolfidi Michele Castrovilli

16 Le longesa cura di Giuseppe Antonini e Oskar Piazza

24 Emergenza neveServizio regionale AbruzzoServizio regionale BasilicataServizio regionale calabreseServizio regionale Emilia RomagnaServizio regionale LazioServizio regionale MarcheServizio regionale MoliseServizio regionale PugliaServizio regionale toscanoServizio regionale umbro

32 Servizio regionale Basilicataa cura di Rosario Amendolara

35 Sicuri con la neve 2012a cura di Elio Guastalli

43 Isola del Giglioa cura di Corrado Camerini

47 SNaTSSubdi Beppe Minciotti

48 Ricerca in maceriedi Paolo Cortelli Panini

49 UC a Canale Monteranoa cura di Paolo Cortelli Panini

52 Arogìs

Consiglio informaConvenzione Volkswagen Convenzione CAMPCorso addetti stampa

Urbino Isola del Giglio

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e e Il 2012 anno orribilis ?

La crisi economica che tante preoccupazioni ha portato in Europa, ha colpito in manieradurissima anche il C.N.S.A.S. Come sapete la sede nazionale opera grazie a contributistatali che sono stanziati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in favore del Ministero

del turismo da cui noi, in quanto sezione nazionale del Club alpino italiano, dipendiamo. Sui nostri contributi, come su quelli del C.A.I., si è abbattuta la scure dei tagli combinati dellevarie manovre finanziarie 2011-2012, fatte dal Governo Berlusconi e finalizzate dal Governo Montia cui si è aggiunta una svista in fase di stesura del Bilancio preventivo del P.C.M. svista che hafatto saltare gli stanziamenti destinati al C.N.S.A.S. da due leggi per un valore di 314.000 eurodopo i tagli delle manovre.Sta di fatto che i nostri contributi sono passati da 1.539.853 per il 2011 a 386.393 per il 2012.Grazie al lavoro e all’appoggio di tutto il Gruppo Interparlamentare Amici della Montagna(G.A.M.), è stato approvato un emendamento al Decreto proroga termini che ci assegna, per il solo anno 2012, un contributo di 250.000 euro. Sempre grazie al G.A.M., e stato presentatoun O.d.G. a firma On. Erminio Quartiani, OdG approvato dal Governo, che impegna lo stesso a “procedere ad un’attenta ricognizione di tutte le autorizzazioni di spesa attualmente vigenti (legge n. 388 del 2000, articolo 145, comma 17; legge n. 289 del 2002, articolo 80, comma 38;legge n. 119 del 2007, articolo 1) destinate al funzionamento del C.N.S.A.S.” ricognizione chesperiamo chiarisca la svista.Come dice il proverbio, i problemi non vengono mai da soli ma si presentano a grappoli, e quindioltre al taglio dei contributi, nel rinnovo del contratto di assicurazione per morte e invaliditàpermanente dei volontari C.N.S.A.S., assicurazione stipulata dal C.A.I. e alla quale il C.N.S.A.S. èchiamato a contribuire, si è verificato un aumento del costo per volontario che è passato da euro77,90 del 2011 a euro 133,45 per il 2012 con un premio annuale stimato di oltre 1.000.000 di euro.Grazie ai risparmi del buon padre di famiglia degli anni passati e soprattutto a un grosso sforzodel C.A.I., l’assicurazione per il 2012 è garantita ma per gli anni futuri?Il nostro bilancio preventivo 2012 prevede tagli e riduzioni pesantissime in tutte le voci aincominciare da quelle strategiche della formazione. Tutte le Scuole nazionali si sono viste i propri budget tagliati di oltre il 40%, tutte la voci non essenziali, come ad esempio la Rassegnastampa sono state azzerate e anche la rivista Il Soccorso Alpino- SpeleoSoccorso non potevapassare indenne. I costi di stampa ma soprattutto i costi della spedizione postale ci impongono di rivedere sia il numero delle spedizioni (attualmente tre all’anno), sia il numero delle pagine di ciascun volume.Non è nostro costume piangere; nel nostro DNA c’è lo stimolo di affrontare e superare le sfide piùardue e le condizioni più estreme, siamo volontari che per libera scelta svolgono un servizio dipubblica utilità unico in tutta Europa per professionalità e copertura territoriale , ma al di là dellemedaglie e dei tanti riconoscimenti penso che lo Stato debba garantire le risorse di base per unSoccorso alpino e speleologico efficace ed efficiente come quello che noi e prima di noi chi ci hapreceduti, ha costruito.Il servizio di pubblica utilità che svolgiamo è un servizio essenziale in favore degli abitanti, deifrequentatori delle montagne, del turismo alpino e degli sport all’aria aperta, se si fermasse ilC.N.S.A.S., non si fermerebbe la necessità del soccorso, e quindi altri dovrebbero farsene carico,con quali costi?Nel chiedere a tutti voi uno sforzo ancora maggiore nel vostro impegno quotidiano voglioricordare che dopo la tempesta torna il sereno e dato che nessuno di noi è capace di stare inpassiva attesa, sto lavorando con il Consiglio nazionale per trovare una soluzione definitiva aiproblemi economici e non solo.Da ogni crisi nascono nuove opportunità, il problema sta nel saperle cogliere.

Il Presidente nazionale CNSASPier Giorgio Baldracco

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I l numero degli incidenti nel 2011segna un importante incrementorispetto all’anno prima ma questo

non è dovuto tanto ai maggiori soccorsieffettuati, un aumento comunque è benevidente, ma al diverso conteggio che èstato fatto degli stessi.Infatti per la prima volta è entrato apieno regime il nuovo sistemagestionale che tiene conto di tuttal’attività di soccorso svolta nei variscenari e non solo negli ambientitipicamente alpini o ipogei comespesso capitava in passato. Con l’inserimento dei dati precisi epuntuali da parte di capostazione, T.E.o Centrale operativa poi convalidatidal Delegato sono raggruppati in ununico evento le missioni compiute dallediverse squadre o anche daDelegazioni confinanti, con unconteggio unico e globale degli

uomini e delle giornate ed i numerisono davvero impressionanti: 36.517soccorritori impiegati, per 26.709giornate ed un monte ore di ben232.500.Gli eventi totali sono stati 8.299 di cui259 di Protezione civile, 76 diassistenza a piste da sci, 6 evacuazionedi impianti a fune, 16 in forra, 111incidenti stradali, 866 ricerche dipersone scomparse, 15 in grotta, 6.791in terreno impervio e 57 in valanga.Più di 100 gli interventi di falsachiamata.Nel 37% degli infortunati si è trattatodi feriti leggeri, nel 19% di feriti gravi,il 6% di feriti in imminente pericolo divita, i deceduti sono stati il 5%, mentrele persone illese hanno raggiunto lasoglia del 32% ed i dispersi sono stati42 con una percentuale al di sottodello 0,5%. Rispetto all’anno

precedente un lieve incremento deiSoci passati a circa l’8% checomunque rimane una quota moltoesigua rispetto ai non soci.Nelle attività è sempre l’escursionismoa detenere il primo posto di questaparticolare classifica con circa il 36%del totale, segue lo sci di pista,l’alpinismo, quindi una serie piuttostonutrita di altre voci, numericamentemeno importanti ma che nascondonospesso gli interventi più tecnici. Nellecause sono le cadute a rappresentare ilfattore più alto degli incidenti, seguiteda malori, perdite di orientamento,scivolate, ritardi e incapacità. Un quadro completo del soccorso delloscorso anno che lascia molto spazioper importanti riflessioni su come sievolve il mondo legato alla montagna,alla grotta ed al tempo libero e diconseguenza a tutta l’attività delC.N.S.A.S.

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ATTIVITÀ DI SOCCORSO CNSAS 2012Coordinatore di segreteria Giulio Frangioni

foto archivio SNaTe

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Eventi di protezione civile 259

Assistenza piste sci 76

Evacuazione impianti a fune 6

Falsa chiamata 102

Forra 16

Incidenti stradali 111

Ricerca 866

Speleologico 15

Terreno impervio 6.791

Valanga 57

EVENTI 8.299

GENERALE

118 2.390

Protezione civile 1.053

Union Alpin Dolomit 218

Vigili del fuoco 40

Altro 32

Corpo forestale 24

Privato 17

Polizia 12

Guardia di finanza 11

Marina 10

Straniero 9

Carabinieri 8

SaR 5

Esercito 2

TOTALE 3.831

Soccorritori 36.517

U.C.V.

U.C.R.S. 153

U.C.R.M. 69

Ore/uomo 232.500Durata giorni 26.709

Elicotteri

113

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Escursionismo 3.097

Sci pista 1.264

Altro 1.094

Alpinismo 609

Mountain bike 312

Turismo 292

Funghi 289

Sci alpinismo 229

Auto-moto 215

Lavoro 212

Ferrate 174

Arrampicata sportiva 164

Residenza alpeggi 149

Parapendio 123

Sci fuori pista 111

Surf pista 78

Surf fuori pista 64

Caccia 55

Torrentismo 39

Speloelogia 29

Equitazione 27

Incidente aereo 23

Sci fondo 23

Pesca 22

Cascata ghiaccio 18

Sci escursionistico 11

Deltaplano 9

Impianto a fune 9

Attività in forra 6

Canoa 4

SUDDIVISIONE PER ATTIVITÀ 2011

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ISTOGRAMMA ATTIVITÀ 2011

PERCENTUALE ATTIVITÀ 2011

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Caduta 2.834

Malore 1.161

Altre 975

Perdita orientamento 919

Scivolata 599

Incapacità 557

Ritardo 380

Scivolata neve 223

Sfinimento 208

Precipitazione 200

Scontro 141

Scivolata ghiaccio 85

Valanga 82

Caduta sassi 76

Puntura insetti 54

Nebbia 54

Maltempo 50

Corda doppia 46

Cedimento appigli 29

Falsa chiamata 27

Crollo 17

Morso vipera 12

Frana 10

Caduta crepaccio 6

Folgorazione 6

SUDDIVISIONE PER CAUSA 2011

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ISTOGRAMMA CAUSA INCIDENTI 2011

PERCENTUALE CAUSA INCIDENTI 2011

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ISTOGRAMMA CONDIZIONE INFORTUNATI 2011

PERCENTUALE CONDIZIONE INFORTUNATI 2011

Illesi 2.834Feriti leggeri 3.232

Feriti gravi 1.671

Feriti cfv 494Morti 478

Dispersi 42

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ISTOGRAMMA NAZIONALITÀ PERSONE SOCCORSE

PERCENTUALE NAZIONALITÀ PERSONE SOCCORSE

Italia 7.107

Germania 745

Europa escluso D-F-A-Ch 426

Altri 230

Austria 99

Francia 76

Svizzera 68

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ETÀ PERSONE SOCCORSE

0-10 238

10-20 858

20-30 963

30-40 1.150

40-50 1.415

50-60 1.227

60-70 967

70-80 652

oltre 80 234

ND 1.047

Maschi 6.246

Femmine 2.505

Non soci C.A.I. 8.026

Soci C.A.I. 725

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ISTOGRAMMA INTERVENTI MENSILI

PERCENTUALE INTERVENTI MENSILI

Gennaio 990Febbraio 820

Marzo 766

Aprile 451

Maggio 397Giugno 424

Luglio 1.047

Agosto 1.531

Settembre 720

Ottobre 499

Novembre 240Dicembre 414

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12 il Soccorso Alpino aprile 2012

N el corso del 2011 ci sono statisegnalati dodici incidenti chehanno coinvolto dodici persone

(otto maschi e quattro femmine).

Le conseguenze:lievi quattro;gravi sette;morte uno.

Rispetto al precedente anno con 19incidenti e 48 coinvolti, possiamoconstatare un considerevole caloprincipalmente nelle persone coinvolte.Spero proprio che ciò sia dovuto aduna maggiore prevenzione econsapevolezza dell’andare in grotta enon al minore numero degli speleologipraticanti.Desidero richiamare l’attenzione su diun problema troppo spessosottovalutato, il lasciare grotte armateper parecchio tempo con vecchiescale: sono stati ben due gli incidenti,di cui uno con conseguenze ancorapiuttosto gravi, causati dalla rottura discale lasciate in loco da mesi. Ritengoche la prevenzione sia moltoimportante e debba farci ragionare edal minimo dubbio sulla tenuta deimateriali sostituirli senzatentennamenti.Oltre ai normali interventi di soccorsoin grotta, i nostri Tecnici sono statichiamati per eventi non speleologici incui era però necessaria la nostraesperienza.

In Liguria la XIII Zona è intervenutaper tre volte al recupero di cinque canicaduti o infilatisi in buche o pertugi.

La IX Zona Lombardia ha preso par-

te alla ricerca di una persona in ValleImagna scomparsa in una zona dovesono presenti diverse cavità.

La XII Zona Emilia Romagna, coa-diuvata dalla Squadra alpina ed Unità ci-nofile, ha condotto un’ampia e accurataricerca nei pressi della Vena del GessoRomagnola dove era scomparsa una ra-gazza, zona ricca di fenomeni carsici. Lagiovane è poi stata ritrovata dopo alcunigiorni alla stazione ferroviaria diFalconara Marittima (AN).

Sul Monte Cucco intervento della IVZona Umbria al recupero di un escur-sionista morto a causa di un malore.

La XV Zona Abruzzo prendevaparte alla ricerca di una persona scom-parsa in zona Valle Castellana; nelcorso dell’operazione un tecnico subivaun infortunio cadendo da una decina dimetri sul greto del torrente. Subito soc-corso dal medico ed imbarellato eraportato sino all’ambulanza e da quiall’elicottero che lo trasportava in ospe-dale.

Altra ricerca della XV Zona relativaalla scomparsa di un giovane di Pescarasparito da una settimana, impiegatianche cani da ricerca bloodhound; ilcadavere sarà ritrovato dopo settimanenel mare presso Bari.

Parecchie le ricerche a cui ha presoparte la XIV Zona Campania, tra cuinella zona di Benevento il ritrovamentodel cadavere di una persona dispersa dapiù giorni, anche in questo caso sonostati impiegati i cani da ricercabloodhound.

Altro cadavere ritrovato in zonaimpervia tra Avellino e Benevento.

Sulla costiera amalfitana due giova-ni allertavano il 118 dicendo di essersi

perduti, partivano le ricerche sul luogoindicato, nel frattempo i due avevanoritrovato il sentiero ed erano giunti adun ristorante.

Altra persona soccorsa dopo il nau-fragio della sua imbarcazione, era bloc-cato sulla scogliera.

La VII Zona Puglia, unitamente allaXIV Zona, prendevano parte alla ricer-ca nella zona di Cerignola (FG) delledue gemelline scomparse dopo che ilpadre si era suicidato. Purtroppo sino adoggi nessuna traccia utile.

Su richiesta dei Carabinieri i tecnicidella VII Zona hanno condotto unaricerca nella zona di Vieste (FG) incavità dove poteva essere stato buttato ilcadavere di una persona scomparsa dapiù giorni, esito negativo; ricerche ana-loghe anche nella zona di Andria (BA).

Nel corso di un rilevamento topogra-fico di un sistema ipogeo a S. Vito deiNormanni (BR), erano rinvenuti restiumani, avvisati i Carabinieri ed il magi-strato.

Nella zona di Matera la ricerca hariguardato due persone inghiottite con laloro auto dalla piena di un torrente, recu-perato un cadavere e nessuna traccia delsecondo.

A Vallo della Lucania (SA) ricerca diuna persona scomparsa, ritrovata l’autoabbandonata ed il giorno seguente indi-viduato il cadavere che presentava uncolpo di pistola.

La X Zona Sicilia è intervenuta neipressi di Palermo al recupero della salmadi una persona scomparsa da giorni.

Nei pressi di Campofranco (CL) laCommissione disostruzione è statachiamata per il disgaggio di un grossomasso instabile che rischiava di precipi-

IInncciiddeennttii ssppeelleeoollooggiiccii 22001111

a cura diLelo PavanelloCoordinatore Commissione documentazione

SSPPEELLEEOOSSOOCCCCOORRSSOO

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INCIDENTI SOCCORSO SPELEOLOGICO • INCIDENTI SOCCORRSSOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO •• IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO

13aprile 2012 il Soccorso Alpino

tare sulla strada provinciale, lavoro ese-guito con successo.

Altra ricerca di persona scomparsa aGiarratana (RG) senza alcun esito, men-

tre era ritrovato un cercatore di asparaginon rientrato per la notte.

Ritengo che questo lavoro abbiaancora una volta dimostrato la grande

professionalità dei nostri tecnici, e lavolontà del Corpo nazionale soccorsoalpino e speleologico di essere al servi-zio anche della collettività.

Interventi speleologici 20117 febbraioAbisso Topolinia (Toscana)

L.B. speleologo toscano di 41 anni,era in grotta assieme ad altri sei compa-gni per effettuare un servizio fotografico.Nella tarda mattinata manifestava un for-te malessere con dolori al petto ed allebraccia, in poco tempo la situazione si ri-velava grave; era presente anche unCaposquadra del Soccorso speleologicoche spediva all’esterno due persone perallertare la III Zona. Ogni tentativo di ria-nimazione risultava vano sino al soprag-giungere del decesso. I tecnici delSoccorso speleologico, dopo aver imba-rellato la salma, provvedevano al recu-pero.

12 marzoGrotta 87 VG (Friuli Venezia Giulia)

G.S. 71 anni, nel corso della risalita(quota meno sessanta metri) di un salto dicinque metri attrezzato con una scaletta,era quasi giunto in cima quando, a cau-sa della rottura dei due cavetti, cadevaprocurandosi varie contusioni alla schie-na, al fianco ed alla gamba sinistra.Piuttosto dolorante usciva autonoma-mente dalla cavità.

13 marzoGrotta Punta degli stretti(Toscana)

S.A. 19 anni, nel corso di una visita incompagnia di altri speleologi, si produ-ceva una distorsione ad un ginocchio;fortunatamente si trovava vicino all’in-gresso ed era soccorso in breve tempo daitecnici della III Zona.

27 marzoGrotta dei Guardiani (Lazio)

M.S. 64 anni, durante una discesa as-sieme ad altri quattro speleologi, allaprofondità di circa cinquanta metri, eraimprovvisamente investito da un grossomasso che lo bloccava procurandogli varitraumi alle gambe. Due compagni usci-vano per allertare la V Zona che interve-

niva velocemente anche col medico cheprovvedeva a stabilizzare il ferito cheveniva posto all’interno di una tenda.Data la difficoltà delle strettoie, interve-nivano anche i tecnici disostruttori cheprovvedevano ad allargare i passaggi piùstretti. Erano presenti settanta tecnici divarie Zone, ed in circa 24 ore il ferito erarecuperato all’esterno dove il 118 prov-vedeva al trasporto all’Ospedale SanCamillo di Roma dove gli venivano ri-scontrate fratture agli arti inferiori e pa-tologia da compressione.

26 aprileGrotta Gigante (Friuli Venezia Giulia)

Durante una vista turistica, una si-gnora di 66 anni, scivolava procurando-si una lesione e distorsione alla caviglia;è stata recuperata dai tecnici della IIZona.

23 maggioSpluga della Preta (Veneto)

Una speleologa di 23 anni, durante larisalita dopo una esplorazione in profon-dità, giunta a meno duecento metri circa,non era più in grado di proseguire a cau-sa della stanchezza; un compagno, tec-nico del Soccorso speleologico, usciva edallertava la VI Zona. Entravano ventitecnici per attrezzare il percorso, nel poz-zo iniziale di 131 metri era installato unparanco che permetteva il recupero del-la giovane senza problemi, alle ore 0:30circa erano tutti all’esterno.

28 maggioGrotta 87 VG (Friuli Venezia Giulia)

G.S. 71 anni, durante i lavori di sca-vo al fondo di un salto di circa dieci me-tri, era colpito alla coscia sinistra dallacaduta di un demolitore che si trovava unpaio di metri sopra, caduta provocata dalrecupero di un secchio colmo di sassi.Riportava ampio ematoma e ferite lace-ro contuse, usciva autonomamente.

28 maggioBuca del Fosso di Capricchia(Toscana)

R.S. 38 anni, dopo aver risalito unambiente per venticinque metri, rag-giungeva assieme ai compagni, una sa-letta dove è presente una colonna calca-rea, nel tentativo di aggirarla la urta ma-lamente e la colonna, di circa sessantachilogrammi, gli cade sopra ad un piede.Piuttosto dolorante è aiutato dai compa-gni nella risalita, ed in circa tre ore sonoall’esterno.

1 luglioArma Pollera (Liguria)

M.C. speleologa di 38 anni, si infor-tunava fratturandosi una gamba, si atti-vava la XIII Zona e la Squadra alpina diFinale Ligure, erano anche presentiVigili del fuoco. I tecnici speleologi, in-tervenuti coi materiali idonei, contraria-mente alle attrezzature degli altri, unita-mente al medico che constatate le condi-zioni della infortunata, autorizzava il re-cupero che terminava alle ore 2:30 contrasporto in ospedale.

22 ottobreGrotta L. Benini (Emilia Romagna)

M.A. 24 anni, assieme ad altri trespeleologi era in grotta per una vista agliambienti piuttosto belli di questa cavità.Nel risalire un salto di qualche metro, at-trezzato con una scaletta, in loco da mol-to tempo, precipitava a causa della rot-tura dei cavetti. La caduta gli procuravaun fortissimo dolore alla gamba sinistrache gli impediva di muoversi; vista lasituazione un compagno usciva ed aller-tava la XII Zona. Fortunatamente neipressi della grotta, era in corso una eser-citazione della Scuola regionale delSoccorso speleologico, i tecnici presen-ti entravano velocemente e prestavanole prime cure. La gamba risultava frattu-rata, era indispensabile utilizzare la ba-rella per il recupero, erano quindi attiva-te anche le Squadre di Faenza e Bologna,e messa in preallarme quella di Reggio

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14 il Soccorso Alpino aprile 2012

Emilia e quella Alpina di Monte Falco,allertato anche il 118. I dodici tecnici,dopo aver imbarellato il giovane, proce-devano al recupero che terminava alleore 21:00 quando il ferito era caricatosull’ambulanza di Romagna Soccorso etrasportato all’ospedale.

12 novembreAbisso Farolfi (Toscana)

M.C. 48 anni, dopo aver collaboratoall’uscita del Corso di speleologia, erauscito dalla cavità con un istruttore dopoaver recuperato vario materiale, stavanopercorrendo un tratto di bosco prima diraggiungere il sentiero che conduce alparcheggio delle auto. A causa dello stra-to di foglie bagnate e ghiacciate che ri-coprivano il percorso, scivolava lungoun pendio compiendo un salto quasi ver-ticale di alcuni metri e rotolando ancoraverso valle sino ad arrestarsi presso un al-bero che gli imprigionava una gamba.Raggiunto dal compagno, era messo insicurezza per evitare ulteriori scivola-menti, accusava forti dolori alla gambaed alla spalla sinistra.

Erano avvisati i colleghi usciti conun gruppo di corsisti, ed era allertato ilSoccorso alpino e speleologico dellaToscana. Altre due persone raggiunge-vano il ferito che era coperto con teli ter-mici e gli preparavano bevande calde.Alle ore 03:45 giungeva la Squadra delS.A.S.T. seguita dal medico che sommi-nistrava antidolorifici e soluzioni fisiolo-giche, la gamba era steccata ed il feritoimmobilizzato sulla barella. Nel frattem-po era richiesto l’intervento dell’elisoc-corso che alle ore 7:30 recuperava il feri-to e lo trasportava all’ospedale di Pisa.

13 novembreOmber en banda al Bus del Zel(Lombardia)

A.B. speleologa di 36 anni, nel corsodi una discesa nella più profonda cavitàdel bresciano, alla profondità di circa tre-cento metri, nel superare una cengia, sci-volava cadendo per oltre tre metri. I com-pagni, verificata la situazione piuttostoseria, allertavano la IX Zona, ed alle ore22:30 entravano in grotta parecchi tecni-ci tra cui i disostruttori indispensabili perallargare le diverse strettoie. Data laprofondità e complessità della grotta,l’intervento si è protratto per circa qua-ranta ore, la giovane era costantementemonitorata dai medici. Alle prime lucidell’alba l’infortunata era all’esterno equindi trasportata in ospedale.

A questi interventi dobbiamo anche segnalare due preallarmi per ritardo

23 luglioAbisso Bifurto (Calabria)

La squadra in esplorazione in profon-dità risultava in forte ritardo, ma per for-tuna tutti i componenti uscivano auto-nomamente.

21 agosto Abisso Cul di Bove (Molise)

Due speleologi in notevole ritardouscivano senza particolari problemi. Inentrambi i casi erano pronte ad interve-nire le locali Stazioni del Soccorso spe-leologico.

Vale la pena di citare, a carattere conoscitivo, un inconveniente accaduto aspeleologi italiani nel corso del-l’esplorazione di una grotta inBosnia Erzegovina

3 ottobreGrotta Govednica Comune di Pale

Divisi in due squadre speleologi diBologna e di Novara sono in esplora-zione quando parecchi vengono colpiticontemporaneamente da un virus di na-tura ignota che gli provoca vomito eforte dissenteria. La squadra che con-duce le risalite in prossimità dell’in-gresso, di cui tre persone su quattrostanno male, esce senza particolari pro-blemi e rientrano alla base. In seratasono raggiunti dai primi due compo-nenti la squadra ancora in grotta, en-trambi sono febbricitanti. Velocementeil compagno ancora immune, l’unicopresente alla base, accompagnato da unaltro lievemente ammalato, raccoglieattrezzatura e materiale di emergenza.Le informazioni sono che all’internodella cavità vi siano grosse difficoltà aprocedere dovute all’indebolimento fi-sico provocato dal vomito e dissenteria;si prospetta un forzato bivacco interno.Dopo un’ oretta di viaggio i due giun-gono all’ingresso della grotta, vedonole luci dei compagni che procedono infila indiana molto cautamente per viadei campi minati presenti. Emergenzaterminata, il giorno seguente starannotutti meglio.

Interventi di soccorso in forra23 maggioForra del Peschio rosso(Molise)Quattordici escursionisti in forte ritar-do, ritrovati nella nottata.

29 agostoForra di Malanotte (Abruzzo)Tre forristi bloccati raggiunti dai soc-corritori dopo aver trascorso la notte inforra.

18 settembreForra di Fossaceca (Abruzzo)

Un gruppo di escursionisti, accompa-gnato da una guida, risultava in forte ri-tardo e viene allertato il soccorso, alle ore21:00 il gruppo è raggiunto dai soccorri-tori mentre sta uscendo dalla forra.

IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO •• IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO

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15aprile 2012 il Soccorso Alpino

S iamo usciti dalla cavità in duedopo aver disarmato alcune dira-mazioni, siamo posizionati tra le

due squadre che accompagnano i corsi-sti.

Nonostante non fosse la prima voltache frequentavamo quella grotta, siamoriusciti a perderci all’esterno nel sen-tiero che riporta alle auto; risalendo ilversante della montagna siamo finiti inun tratto molto scosceso. Capendo cheera inutile procedere, tentiamo di ritor-nare all’ingresso della grotta e riparti-re sul sentiero giusto. Sono fermo, maappena sollevo il piede sinistro per par-tire, il terreno mi cede sotto i piedi,come pavimento ho solo pietra e foglieghiacciate, scivolo con una velocità chenon mi permette di fare nulla …poi ilvuoto e mille pensieri mi attraversanola mente, attendo l’urto, sono consape-vole che sarà una situazione brutta edolorosa, apro gli occhi ed è buio, fred-do, non riesco a muovermi e non capi-sco cosa sia successo. Riaffiorano alcu-ni frammenti di memoria, penso che siaavvenuto il passaggio ma ho ancora ilcasco, ritrovo l’interruttore della luce,accendo e vedo la condizione in cui mitrovo, panico, urla, solo solo. Non rie-sco a togliermi dall’albero dove sonoancorato con la gamba torta in malomodo, forse è fottuta, non riesco adusare la spalla, urlo, ho la sensazionedi scivolare ed il dolore diventa insop-portabile.

Finalmente dopo alcuni minutisento il compagno che mi ha individua-to, in modo rocambolesco mi riesce araggiungere ed a mettermi in sicurezza,siamo coscienti che la situazione èabbastanza grave, non sappiamo dovesiano gli altri due gruppi, nessuno cisente.

Ho un freddo bestiale ed il dolore èsempre più forte, il mio compagno deveandare a cercare soccorso, ma hapaura di non ritrovarmi: lascerà deisegnali luminosi in punti strategici.

Dopo circa due ore vediamo final-mente delle luci sul fianco della parete,è la seconda squadra che esce dallagrotta, urliamo a squarciagola, riesco-no a sentirci ma hanno qualche diffi-coltà a rilevare la nostra posizione, allafine riescono a raggiungerci col saccodi pronto soccorso. Da quel momento simette in moto la macchina dei soccorsi,a breve arriva anche una persona chefortunatamente abita vicino e forniscele informazioni utili al caposquadra delS.A.S.T. su cosa serve e come sonoridotto, purtroppo il medico arriveràsolo dopo tre/quattro ore dal fattaccio,il dolore mi sta stremando, non riesconeanche a parlare, il compagno che miassiste è sfinito e lo fanno allontanare aforza, arriva la barella e mi ci posizio-nano sopra, ma è una notevole sofferen-za, il raddrizzamento della gamba èferoce.

Sento dire che le operazioni di recu-pero non conviene farle con trasporto amano, sarebbero troppo lunghe e dolo-rose (almeno per me), decidono di ten-tare con l’elicottero che arriverà alleore 7:30, nel frattempo devono puliretutta la zona dagli alberi, fortunata-mente col verricello riescono ad issar-mi, non credo di reggere ancora molto,in volo mi somministrano della morfinae da allora ho solo dei flash.

I tecnici del Soccorso alpino e spe-leologico toscano che sono intervenuti,sono stati unici per competenza ed effi-cacia, e non da ultimo hanno dimostratouna umanità veramente straordinaria.

I compagni del Gruppo speleologicobolognese – Unione speleologica bolo-gnese, sono stati veramente eccezionalinello starmi vicino, darmi conforto ed aprestarmi il primo soccorso.

Non posso non ringraziare anche imedici del presidio ospedaliero di Pisache hanno eseguito il primo interventoche ha permesso di salvarmi la gamba.

Il resto sino ad oggi, 11 gennaio2012 è una lunga degenza a seguito ditre interventi con esito positivo ai qualine seguiranno altri meno invasivi.

Oltre ad una buona dose di fortunadebbo ringraziare anche il sacco con lecorda bello pieno che avevo in spalla eche mi ha salvato la schiena, costole,bacino facendo da ammortizzatorenegli urti e nella fase di atterraggio.

Michele Castrovilli

12 novembre 2011 ore 00:30

Abisso Farolfi (Toscana)

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Con questo articolo viene inaugurata una rubrica sutecniche e materiali, a disposizione delle scuole comestrumento di aggiornamento rapido.

Sebbene la manualistica sia il riferimento per ogni tecnicoC.N.S.A.S., è del tutto evidente che l’evoluzione delle tecnichee dei materiali avanza veloce, con cambiamenti altrettantorapidi all’interno del Soccorso. Solo un manuale online potrebbe superare l’attuale limite delprodotto cartaceo. Tuttavia, in attesa di forme più rapide didiffusione delle informazioni, il notiziario del C.N.S.A.S.distribuito a tutti i tecnici può essere già un efficiente veicolodi aggiornamento. L’obiettivo della rubrica è, in definitiva,sensibilizzare gli utenti ad un uso più consapevole delleattrezzature personali e di squadra in dotazione nel Soccorso.Iniziamo con un articolo sulla longe, elemento fondamentaledell’equipaggiamento personale, di cui è indispensabileconoscere i limiti di utilizzo. I test sono stati effettuati da Giuseppe Antonini, Oskar Piazzaed Andrea Prati, con la collaborazione di Paolo Manca,Cristiano Zoppello e Armando Della Rocca.Si ringraziano inoltre Giuliano Bressan e Sandro Bavarescodel C.S.M.T. C.A.I., che hanno partecipato attivamente ailavori.Infine, un doveroso ringraziamento al Presidente Pier GiorgioBaldracco ed al Consiglio nazionale che hanno sostenutoquest’importante iniziativa, finalizzata ad incrementare glistandard di sicurezza nell’ambito del Soccorso.

Nel 2009 la S.Na.For. ha effettuato due sessioni di prove(quattro giornate) presso il laboratorio di Padova della CentroStudi Materiali e Tecniche del C.A.I., di seguito C.S.M.T., fina-lizzate allo studio del comportamento dei materiali in uso correntenel C.N.S.A.S.

Più che la resistenza dei materiali (test distruttivi), effettuataperaltro da molti altri ricercatori ed i cui risultati sono reperibilisu internet o nella stampa specializzata, si è voluto principalmenteosservare cosa accade quando i materiali vengono utilizzati in con-dizioni operative non standard, ovvero stressandoli in situazionia Fattore di Caduta (di seguito F.C.) superiore a 1.

Le LongesIl punto di partenza delle prove è stato la longe per l’attività in

forra, elemento fondamentale della catena di sicurezza ed anche ilpiù esposto a sollecitazioni fuori dall’ordinario; si precisa che il ter-mine longe è un’espressione gergale tecnica di derivazione fran-cese che trova generalmente corrispondenza anche con i cordinidi posizionamento previsti per il lavoro (norma EN 354).

La S.Na.For., impegnata nella realizzazione del Manuale disoccorso in forra (di prossima pubblicazione), si è trovata nellanecessità di fornire indicazioni precise riguardo ad una longeche offrisse standard di sicurezza adeguati in rapporto alle si-tuazioni di rischio che possono verificarsi in forra.

Ma quali sono le condizioni operative reali? Chi opera nel Soccorso in forra sa bene che la longe non ser-

ve solo per sospendersi passivamente ad un ancoraggio; può in-fatti accadere che l’operatore si trovi assicurato con la longe adun punto di ancoraggio posto anche al di sotto dei suoi piedi, espo-sto quindi ad un F.C. prossimo a 2.

Si tratta chiaramente di una situazione estrema, da evitare adogni costo, ma nella quale ci si può trovare più o meno consape-volmente nello scenario operativo di un soccorso in forra.

Nella situazione immaginata, in caso di caduta dell’operato-re, quest’ultimo precipita fino a quando non entra in tensione lalonge.

A questo punto l’epilogo può essere così rappresentato.

il Soccorso Alpino aprile 2012

TTeesstt ssuuii mmaatteerriiaallii:: LLee lloonnggeess

a cura di Giuseppe Antonini (SNaTSS-SNaFor) Oskar Piazza (SNaTe-SNaFor)

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1. L’operatore rimane appeso e privo di conseguenze: la longeha assorbito la maggior parte dell’energia, deformandosi edevitando di trasmetterne troppa al corpo umano.

2. L’operatore rimane appeso ma subisce lesioni più o meno gra-vi: la longe ha assorbito poca energia, trasmettendone troppaal corpo umano(decelerazione violenta).

3. L’operatore precipita: l’energia sviluppata in conseguenzadella caduta supera le capacità di assorbimento della longe, chesi spezza, fine della storia …Dal momento che, volenti o nolenti, le situazioni operative

espongono talvolta a situazioni con fattore di caduta elevato, an-che superiore a F.C. 1, si tratta di evitare il finale dei casi 2 e 3.

La cosa sarebbe anche facile, adottando longes dotate di as-sorbitore di energia (da ferrata o per il lavoro), che purtroppo han-no un certo ingombro e non rispondono alle esigenze pratiche dichi opera nel Soccorso in forra.

Prima di prendere visione dei risultati, è doveroso precisareche i fabbricanti dei cordini di posizionamento esplicitano chia-ramente, attraverso la nota informativa allegata al prodotto, le mo-dalità di utilizzo dei loro prodotti, leggendo la quale si scopre chequeste longes devono essere utilizzate prevalentemente in una si-tuazione di posizionamento, cioè per sospendersi (appendersi dipeso) ad un punto sicuro; tutto ciò allo scopo di evitare una po-tenziale caduta, anche se ridotta in altezza, che potrebbe deter-minare forze di arresto importanti e quindi pericolose. Chiarisconoanche che vi sono dei margini, ma invitano ad evitare di trovarsinelle situazioni di rischio conseguenti ad una mancata sospensionesulla longe.

In ogni caso, sottoposti a prove di trazione statica, i materia-li testati soddisfano, come dichiarato dai fabbricanti, tutti i re-quisiti di resistenza richiesti dalla normativa di riferimento (CE).

Ma, come è chiaro a tutti, se le condizioni operative non con-sentono di attenersi alle prescrizioni del fabbricante, è indispen-sabile individuare quelle longes che possono resistere a solleci-tazioni derivanti da F.C. fino a 2, senza trasferire al corpo gran par-te dell’energia da dissipare, la quale facilmente porterebbe a gra-vi conseguenze per la salute.

Così, partendo da quello che offre il mercato, sono state testateuna serie di longes, nuove ed usate, costruite (confezionate in na-stro di Nylon o Dyneema , in corda cucita etc.) o assemblate (lon-ge in corda dinamica annodata, in kevlar o dyneema annodati).

Nelle tabelle che seguono sono sintetizzati i risultati dei testma, prima di guardare i numeri, è necessario fare alcune precisa-zioni.

Semplificando, per forza di arresto si intende la forza mas-sima trasmessa alla catena di sicurezza ( e quindi alla persona) altermine di una caduta.

Ai fini della sicurezza, si deve tenere conto del concetto di so-glia delle lesioni. Si tratta della forza di arresto oltre la quale il cor-po umano rischia di subire lesioni importanti, talvolta permanenti,o persino le estreme conseguenze. Per avere un riferimento, siprendano di esempio i seguenti valori, considerando che 1daN cor-risponde all’incirca ad 1 kgf (1 chilogrammo forza,) e che quin-di, semplificando: 100 daN = 1kN = 100 kgf.

Soglia delle lesioni:conseguenze sul corpo umanoa. 400 daN: probabili postumi cervicali.b. 600 daN: limite accettabile per il corpo umano.c. 1.000 daN: lesioni probabili alla colonna vertebrale ed

agli organi interni; pericolo di morte.Nell’ambito del lavoro, la normativa indica in 600 daN il li-

mite da non superare, calcolato sulla base della resistenza mec-

canica di parti importanti del corpo umano, a partire dalla colon-na vertebrale.

Ed ora, fatte queste considerazioni ,andiamo a vedere i risul-tati dei test.

Diciamo subito che le prove sulle longes, i cui risultati sonoin linea con quelli di altri autori, confermano le loro conclusionie, volendo anticipare le nostre, diremo subito che le longes da noitestate, costruite con materiali hi-tech quali dyneema e kevlar (fi-bra aramidica), non sono adeguate a garantire la sicurezza nelletipiche condizioni operative delle attività di soccorso.

Invece, le longes assemblate con i nodi, in particolare con ilnodo trilonge (nodo corona) , stando alle prove, offrono sufficientimargini di sicurezza.

Una considerazione importante: le prove effettuate su moltedelle longes in commercio hanno evidenziato come l’affidabilitàdelle stesse dipenda strettamente dal tipo di fibra con cui sono co-struite. In generale si può affermare che, nell’ambito della stessacategoria di longes (daisy chain/rinvio/corda annodata, etc.) nonvi sono sensibili differenze di comportamento tra il prodotto di unfabbricante ed un altro.

Condizioni delle prove1. Le prove dinamiche sono state effettuate al Dodero (pronun-

cia Doderò), una macchina in cui si produce la caduta di unamassa rigida in acciaio di 80 kg, ad un fattore di caduta va-riabile tra zero e due.

2. I materiali sono stati immersi in acqua nelle due ore precedentile prove.

3. Ogni prova, per essere certificata, andrebbe ripetuta almeno trevolte; tuttavia, ai fini del presente lavoro, molte prove sono sta-te validate già al primo o secondo test, essendo più che evi-dente il comportamento tendenziale. Per questioni di spazio,si è dovuto sintetizzare i risultati, omettendo la trascrizione ditutte le prove, illustrando solo quelle rappresentative del com-portamento di un determinato materiale.I dati sono stati riportati in tabella con la seguente legenda:

aprile 2012 il Soccorso Alpino

Tipolonge

Fattore di caduta

Fibra impiegata

Comportamentodurante il test

Forza d’arresto

Forza massima

alla rottura

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18 il Soccorso Alpino aprile 2012

Longe in corda

Nodo trilonge su corda dinamicaTra tutte le longes sottoposte a test, quella che ha fatto regi-

strare la forza d’arresto più bassa è la longe in corda dinamicaintera Beal Joker, chiusa al vertice con il nodo Trilonge.

trilonge speleocorda Joker

9,1 mm

1 nylon l'asola si accorcia 434,82

trilonge speleo9,1 mm

1 nylon asola uscita dal nodo, rimane guide semplice;parziale fusione calza

601,15

trilonge speleocorda Joker

9,1 mm

1 nylon l'asola si accorcia 885,75

trilonge speleocorda Joker

9,1 mm

1 nylon a rottura 802,2

In questo caso, alla capacità di assorbimento intrinseca dellacorda dinamica, si aggiunge l’effetto determinante del nodo tri-longe, la cui asola ammortizzante, scorrendo, assorbe la mag-gior parte dell’energia in gioco; proprio per questo l’asola deveessere sufficientemente lunga.

Alto assorbimento del nodo trilongeLa trilonge ha dimostrato un assorbimento dell’energia

notevole, come dimostrato nel test di caduta a F.C. 2, nel qualeriesce a trattenere una caduta senza rompersi e, soprattutto,mantenendo una forza d’arresto entro la soglia di sicurezza.

trilonge speleocorda Joker

9,1 mm

2 nylon l'asola si accorcia 512,75

trilonge speleocorda Joker

9,1 mm

2 nylon a rottura 920,37

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aprile 2012 il Soccorso Alpino

E con le semistatiche?L’effetto preponderante del nodo rispetto alle capacità

assorbenti intrinseche della corda è dimostrato in modo eviden-te anche dai test eseguiti su corda semistatica, che ha dato risul-tati soddisfacenti.

trilonge speleo incorda statica

10 mm

1 nylon nuova, la corda scorre nell’asola ma non esce

dal nodo

435,29

trilonge speleo incorda statica

10 mm

1 nylon 936,06

trilonge speleo incorda statica

10 mm

1 nylon il nodo non scioglie 1373,89

trilonge speleo incorda statica

10 mmtrilonge speleo in

corda statica10 mm

1 nylon il nodo resiste 1492,56

1,5 nylon rottura 1157,00

L’asola giusta…Per assolvere efficacemente alle sue funzioni, l’asola

ammortizzante della trilonge non va inserita nella maglia rapi-da di chiusura dell’imbrago, in quanto se ne ostacolerebbe loscorrimento e quindi l’assorbimento di energia, con risultatimeno brillanti, come dimostrato dai dati che seguono.

trilonge speleo incorda statica

10 mm

1 nylon asola assorbente al vertice 703,43

trilonge speleo incorda statica

10 mm

1 nylon 1175,27

trilonge speleo incorda statica

10 mm

1,5 nylon 159,64

trilonge speleo incorda statica

10 mm

1,5 nylon a rottura 1529,96

Trilonge e invecchiamentoNei test eseguiti su longes usate, dall’età e/o l’aspetto poco

rassicuranti, si è ulteriormente avuta conferma delle capacitàassorbenti del nodo, che rimangono discrete, concedendoalmeno una caduta a F.C. 1 con forza di arresto sotto la sogliadelle lesioni. Nella tabella sono evidenziati i risultati per unalonge usata tre anni, confezionata in mezzacorda dinamica da 9mm di diametro. Il nodo trilonge, scorrendo, assorbe per attri-to gran parte dell’energia, mantenendo relativamente bassa laforza di arresto.

trilonge speleo in mezzacordadinamica 9 mm

1 nylon si accorcia l’asola ammortizzante

439

trilonge speleo in mezzacordadinamica 9 mm

1 nylon si accorcia l’asola 693

trilonge speleo in mezzacordadinamica 9 mm

1,5 nylon si accorcia l’asola 751

trilonge speleo in mezzacordadinamica 9 mm

1,5 nylon rottura sul nodo trilonge 704

trilonge speleoin mezzacordadinamica 9 mmcampione A

1 nylon si accorcia l’asola ammortizzante

614

trilonge speleoin mezzacordadinamica 9 mmcampione A

1,5 nylon rottura 520

Nella tabella successiva sono riportati i dati di altre duelonge confezionate in mezzacorda dinamica da 9 mm di diame-tro.

Il campione A, vecchio e molto usato, si presentava in pes-simo stato, con le asole dei nodi parzialmente scalzate.

Nonostante questo, la longe è riuscita a reggere una caduta,mantenendo la forza d’arresto praticamente nei limiti dellasoglia delle lesioni; la seconda caduta, che ne ha determinato larottura, era particolarmente severa, con F.C. 1,5.

Il campione B, molto usato, ha fatto registrare performanceparagonabili.

trilonge speleoin mezzacordadinamica 9 mmcampione B

1 nylon si mangia l’asola 600

trilonge speleoin mezzacordadinamica 9 mmcampione B

1,5 nylon rottura sul nodo trilonge 825

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20 il Soccorso Alpino aprile 2012

Diametri inferioriSono stati eseguiti test su corde nuove di diametro inferio-

re, dinamiche e statiche, con nodo trilonge; dall’interpretazionedei dati emerge, ancora una volta, che il nodo assorbe la granparte dell’energia, rendendo possibile l’utilizzo anche di mez-zecorde per l’assemblaggio della longe; tuttavia, volendo man-tenere un margine di sicurezza accettabile, a parità di diametroè certamente più sicuro confezionare la longe con la corda dina-mica intera (tipo Joker 9.1 mm ed altre similari).Assolutamente da scartare, invece, le corde gemellari utilizzatesu ramo singolo, dal momento che si rompono già alla primacaduta.

Mezzacorda dinamica

longein mezzacordadinamica 9 mm

1 nylon l’asola non scorre molto 580,92

longein mezzacordadinamica 9 mm

1 nylon nodo al vertice serrato, l’asola non scorre

805,56

longein mezzacordadinamica 9 mm

1 nylon lesionato nodo all’attacco 957,52

longein mezzacordadinamica 9 mm

1 nylon rottura sul nodo all’attacco guide con frizione

695,95

Corda semistatica tipo B

trilonge speleoin corda statica

8,8 mm

1 nylon 509,77

trilonge speleoin corda statica

8,8 mm

1 nylon 837,92

trilonge speleoin corda statica

8,8 mm

1 nylon rottura 744,12

Corda gemella dinamica

Longe in corda cucitaOsservando la tabella dei test sulla longe ad Y

Doubledynaclip Beal, che non presenta nodi, ma è confeziona-ta con una mezza corda ad asole cucite, si nota la ridotta capa-cità di assorbimento della longe con terminazioni cucite rispet-to a quelle assemblate con nodi. In effetti l’assenza di nodi si fasentire, con una forza d’arresto che sale a valori ben oltre lasoglia delle lesioni.

longe in corda gemella

dinamica 8,1 mm

2 nylon rottura 510,99

longe kevlar 5,5 Beal

1 kevlar rottura 419,24

longe kevlar 5,5 Beal

1 kevlar rottura 448,17

longe dyneema 5,5 Beal

1 dyneema rottura 419,24

Doubledynaclip9 mm

asole cucite

1 nylon ramo lungo iniziano a rompere

le cuciture

856,74

Doubledynaclip9 mm

asole cucite

1 nylon 1160,81

Doubledynaclip9 mm

asole cucite

1 nylon 1329,71

Doubledynaclip9 mm

asole cucite

1,5 nylon rottura 1388,45

Longe in cordino, fibre hi tech – kevlar, dyneema

Sono state testate longe costruite in vario modo con cordinidi fibre hi tech, come kevlar e dyneema.

I risultati sono chiari e non lasciano spazio ad interpretazio-ni: le fibre iperstatiche non sono adatte al confezionamento dilonges per il soccorso in forra, a causa della scarsissima capacitàdi assorbimento dell’energia derivante da una caduta a F.C. 1.

Nel test su cordino singolo in kevlar 5.5 mm di diametro,lungo circa 30 cm, annodato alle estremità con nodi guide confrizione, la rottura è avvenuta ad una forza davvero molto bassa.

Nel test su anello di cordino in kevlar 5.5 mm di diametrolungo circa 30 cm, chiuso con nodo inglese doppio combacian-te, alla prima caduta il corpo è stato trattenuto, ma la forza d’ar-resto è salita notevolmente, sconfinando ampiamente nella zonadella morte.

Ripetendo le prove con cordino in dyneema 5.5 mm di dia-metro, lungo circa 30 cm, annodato alle estremità con nodiguide con frizione, i risultati sono praticamente identici, con-fermando la scarsa attitudine delle fibre iperstatiche al confe-zionamento di longes affidabili per il soccorso.

longe dyneema 5,5 Beal

1 dyneema rottura 419,24

Infine, dal test su longe confezionata in cordino dyneemaBeal 5.5 mm diametro, singolo, con nodi guide con frizione alleestremità, usata intensamente quattro anni, si può intuire che ilproblema delle fibre iperstatiche non è tanto l’invecchiamento,quanto la scarsissima capacità assorbente della fibra stessa.

Come facilmente immaginabile, test eseguiti su longe con-fezionata in cordino kevlar Beal 5.5 mm diametro, singolo connodi guide alle estremità, usato due volte in grotta, ha confer-mato i risultati delle prove precedenti.

anello kevlar 5,5 coninglese doppio

1 kevlar 1302,81

anello kevlar 5,5 coninglese doppio

1 kevlar rottura 376,21

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21aprile 2012 il Soccorso Alpino

aro speleo Kongdyneema grigia

1 dyneema 1486,00

aro speleo Kongdyneema grigia

1 dyneema rottura 902,54

Fibre hi techSono stati eseguiti test su longe in fettuccia di dyneema; già

a F.C. 1 i risultati sono chiari ed inequivocabili: i campionitestati non hanno dato risultati confortanti , come si vede chia-ramente dalle tabelle.Campione 1

Longe in fettuccia piatta o tubolareNei test effettuati su diversi campioni di longe spelegyca in

poliammide (nylon), si è potuto osservare il cedimento dellecuciture al raggiungimento di una forza di circa 600 daN, ciòche ha permesso di limitare il valore della forza d’arresto a1.006 daN; tuttavia, il valore è ampiamente superiore alla sogliadelle lesioni.

spelegyca Petzl 1

1 nylon inizia a scucire scuce a 600 circa

1006

spelegyca Petzl 1

1 nylon da 2ª a 10ª caduta 14281918

spelegyca Petzl 1

1,5 nylon rottura 1820,9

Il secondo campione è stato sottoposto a cinque cadute aF.C. 1.5, facendo registrare alla prima caduta una forza d’arre-sto di 1.121 daN; dalla seconda alla quinta caduta la forza d’ar-resto è salita da 1.428 fino a 1.918 daN; infine, la longe si èrotta alla sesta caduta, portata per l’occasione a F.C. 2, che hafatto registrare 1.820 daN.

spelegyca Petzl 2

1,5 nylon 1121,72

spelegyca Petzl 2

1,5 nylon da 2ª a 10ª caduta 15631907

spelegyca Petzl 2

2 nylon rottura 1590,23

Il terzo campione è stato sottoposto fin dall’inizio a F.C. 2

spelegyca Petzl 3

2 nylon 1304,23

spelegyca Petzl 3

2 nylon 1865,97

spelegyca Petzl 3

2 nylon rottura 1596,89

aro speleo Kongdyneema grigia

1,5 dyneema 1716,25

aro speleo Kongdyneema grigia

1,5 dyneema rottura 892,79

Campione 2

Daisy chain in dyneemaSono stati sottoposti a test numerose daisy chain di produt-

tori diversi, alcune confezionate singole, altre confezionatedoppie ad Y. Quando non diversamente specificato, le daisychain sono state appese alla 6° asola, in modo da osservarne il

daisy chain wildcountry

1 dyneema scucite alcune asole 515

daisy chain wildcountry

1 dyneema rottura 625

Daisy chain wild country usata quattro anni in forra: sebbe-ne riesca a reggere la prima caduta, mantenendo il valore dellaforza d’arresto entro la soglia di sicurezza, alla seconda cadutasi spezza.

daisy chain Kong

1 dyneema a rottura 504,64

Daisy chain Kong usata un anno.

daisy chain Kongdyneema Y

1 dyneema rottura 390,45

Daisy chain Kong usata un anno, chiusa al vertice con boli-na: il nodo peggiora le prestazioni della longe, che si rompe avalori ancora più bassi.

yaku vario Kong 1 dyneema rottura 900,7

Daisy chain a Y yaku vario Kong, usata due anni, senzanodo al vertice: si rompe ad un valore più alto grazie all’assor-bimento di una parte dell’energia per scucitura delle asole.

yaku vario Kong 1 dyneema 577,66

Daisy chain a Y yaku vario Kong, usata un anno, con nodobolina al vertice: ancora una volta il nodo su fettuccia di dynee-ma è l’elemento che introduce una riduzione di resistenza.

Daisy chain in nylonDove non diversamente specificato, le daisy chain sono stateappese alla 6° asola, in modo da osservarne il comportamento ascucire e l’effetto di assorbimento per rottura delle cucituresecondarie delle asole.Daisy chain Kong in nylon, usata due anni: la fibra di nylon,

essendo intrinsecamente dinamica rispetto al dyneema, deter-mina un miglioramento notevole delle prestazioni : alla primacaduta fa registrare addirittura una forza d’arresto sotto lasoglia delle lesioni.

daisy chain Kong

1 nylon si scuciono alcune asole 304,83

daisy chain Kong

1 nylon da 2ª alla 5ª caduta 9091694

daisy chain Kong

1,5 nylon rottura per tranciamentolaterale (la longe ha toccato la struttura

metalica della torre)

1904

daisy chain fixedyneema

1 dyneema 1527,36

daisy chain fixedyneema

1 dyneema rottura 1149,62

comportamento a scucire e l’effetto di assorbimento per rotturadelle cuciture secondarie delle asole. I risultati più rappresen-tativi sono espressi nelle tabelle che seguono.

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22 il Soccorso Alpino aprile 2012

anello Beal6 mm

1 dyneema rottura 411,37

rinvio Kong 1 dyneema rottura 487,7

Rinvii in dyneemaSono stati sottoposti a test anche i rinvii express e gli anelli

cuciti in dyneema, che alcuni utilizzano come longe, con iseguenti risultati poco confortanti.

Rinvio Kong in nastro dyneema 13 mm, lungo 20 cm

Anello cucito beal in fettuccia tubolare dyneema 6 mm,lungo 60 cm

anello Beal6 mm

1 dyneema rottura 570

Anello cucito Beal in fettuccia tubolare dyneema 6 mm,lungo 60 cm, annodato alle estremità mediante nodo guidecon frizione

anelloKong sling

13 mm

1 dyneema rottura 579

Anello cucito Kong sling in nastro dyneema 13 mm, nuovo,con nodo bolina all’estremità

rinvio Kong 2 dyneema 716

rinvio Kong 2 dyneema si rompe il moschettone ela massa precipita

477

Rinvio Kong in nastro dyneema 20 mm, lungo 15 cm

Daisy chain Kong in nylon, usata quattro anni: in questocaso è sorprendente il comportamento alla prima caduta, che faregistrare un valore della forza d’arresto inferiore alla sogliadelle lesioni, anche con F.C. 2.

daisy chain Kong rossa

2 nylon rompe alcune asole 510,48

daisy chain Kong rossa

2 nylon rompe tutte le asole 1448,92

daisy chain Kong rossa

2 nylon rottura 1586,32

Rinvii in nylonAnello cucito Kong in fettuccia tubolare nylon 15 mm, nuovo

anello Kong15 mm

1 nylon 1247

anello Kong15 mm

1,5 nylon 1568

anello Kong15 mm

2 nylon

rottura

2145

anello Kong15 mm

2 nylon 1211

Anello cucito Kong in fettuccia tubolare nylon 15 mm,nuovo, con nodo bolina all’estremità

anello Kong15 mm

1 nylon 1018

anello Kong15 mm

1,5 nylon rottura 614

Rinvio Kong nylon 20 mm, nuovo lungo 15 cm rinvio Kong

20 mm2 nylon 1684

rinvio Kong 20 mm

2 nylon 1928

rinvio Kong 20 mm

2 nylon 2013

daisy chainMammut

2 nylon rimangono sei cuciture,longe quasi distrutta

402,83

daisy chainMammut

2 nylon rottura 1730,29

Il comportamento della daisy chain Mammut in nylon,nuova, è discreto, con un valore della forza d’arresto moltobasso; tuttavia, la daisy chain risulta molto danneggiata ed ilcarico rimane sospeso in modo precario a poche cuciture.

daisy chain Kong

2 nylon rimangono quattro cuciture

804,82

daisy chain Kong

2 nylon rottura 1314

daisy chain Kong

1 nylon si rompono molte cuciture secondarie,longe quasi distrutta

851

daisy chain Kong

1 nylon rottura 1589,2

Analogo risultato con una daisy chain Kong in nylon,nuova, ma con un valore della forza d’arresto piuttosto elevato.

Daisy chain Kong in nylon, nuova, collegata alle estremità.

daisy chain Kong

2 nylon si rompono due cuciture secondarie

1018

daisy chain Kong

2 nylon rottura 803

Daisy chain Kong in nylon, nuova, collegata alle estremitàrispettivamente mediante nodo bocca di lupo e nodo bolina.

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23aprile 2012 il Soccorso Alpino

ConclusioniAlla luce dei risultati, si possono trarre facili conclusioni. E’ del tutto evidente che le longes realizzate con fibra ara-

midica (kevlar) o in fibra di dyneema, sebbene molto resisten-ti a trazione statica, in caso di caduta di un corpo umano a F.C.uguale o superiore ad 1, non garantiscono la necessaria sicu-rezza, in quanto possono rompersi o, in caso contrario, trasmet-tono una forza d’arresto superiore alla soglia delle lesioni.Pertanto, per l’attività di soccorso in forra, che comporta tal-volta l’esposizione a cadute con F.C. uguale o superiore ad 1,se ne sconsiglia l’utilizzo.

Stesse considerazioni possono essere fatte per rinvii o longein fettuccia di nylon cucita: le capacità di assorbimento dell’e-nergia, intrinseche della fibra di nylon, da sole non sono suffi-cienti a garantire una forza d’arresto inferiore alla soglia dellelesioni, neppure nel caso di longes realizzate con cuciture a rot-tura programmata: infatti, la rottura delle cuciture, che avvienea partire da 600 daN, determina una forza d’arresto finale, giàalla prima caduta, superiore a 1.000 daN. Inoltre, nel caso diuna seconda caduta importante a F.C. 1, improbabile ma nonimpossibile, la forza d’arresto sale ulteriormente. Un caso aparte sono le daisy chain costruite in fettuccia di nylon: in alcu-ni casi hanno dimostrato un buon comportamento, ma si trattadi casi sporadici: una rondine non fa primavera …

Quanto alle longes in mezzacorda dinamica con le termi-nazioni ed il vertice chiusi da cuciture, il discorso non è moltodiverso da quello fatto per le longes in fettuccia di nylon: le purnotevoli capacità di assorbimento della fibra poliammidica, dasole non sono sufficienti a mantenere la forza d’arresto al disotto della soglia delle lesioni.

Le longes in corda dinamica intera, assemblate con nodiguide con frizione alle estremità e nodo trilonge al vertice,hanno invece dimostrato un buon comportamento: da nuove,anche in caso di ripetute cadute a F.C. 1, nelle prime due cadu-te la forza d’arresto rimane sotto la soglia delle lesioni; nel casodi cadute a F.C. 2, alla prima caduta si rimane entro la soglia disicurezza. Inoltre, l’affidabilità della longe realizzata con nodotrilonge, è confermata anche dai risultati ottenuti su campionivecchi o molto usurati: sebbene i margini siano ridotti, nellaprima caduta a F.C. 1 si registrano valori al di sotto della sogliadelle lesioni.

Al termine di queste considerazioni, viene spontaneo consi-gliare a chi fa attività di Soccorso in forra (e, per estensione, ingrotta), l’utilizzo di una longe realizzata in corda dinamica inte-ra di ultima generazione, con diametro intorno ai 9 mm, daassemblare con nodi guide con frizione / nodi guide/ nodi astrozzo alle estremità e nodo trilonge (nodo corona) al vertice.Essendo le capacità di assorbimento in massima parte dipen-denti dallo scorrimento della corda nel nodo al vertice, è impor-tante che questo non sia troppo strizzato. Pertanto, al fine dimantenere un buon margine di sicurezza, è importante che lalonge venga cambiata dopo aver subito gli effetti di una cadutaimportante e comunque dopo un uso intenso. Volendo darsi unaregola, probabilmente cambiando la longe una volta all’anno,anche se utilizzata poco, si è nel giusto e contribuisce ad offri-re un elevato livello di sicurezza, che permette all’utilizzatoredi operare con la necessaria tranquillità psicologica in unamissione di soccorso.

Si ribadisce, tuttavia, che pur dotandosi di una longe ad altoassorbimento di energia, è necessario evitare di trovarsi insituazioni di caduta con F.C. superiori ad 1, poiché già a F.C.1 siamo in una situazione molto rischiosa, per evitare la quale èsempre bene sospendersi alla longe. Infine, un paio di noteimportanti sulla trilonge.a. È importante collegare alla maglia rapida dell’imbrago l’a-

sola giusta: quella assorbente deve essere libera di scorrereper poter lavorare efficacemente.

b. Si invita a prestare estrema attenzione al modo di collegar-si alla trilonge: collegandosi con l’asola assorbente al mail-lon di chiusura dell’imbrago, in caso di caduta importantel’asola non assorbente potrebbe scorrere e rientrare nelnodo, comportando il completo scioglimento dello stesso,con le ovvie conseguenze.

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24 il Soccorso Alpino aprile 2012

F ebbraio, corto e maledetto,così sentenziavano i vecchi dimontagna quando l’inverno

faceva ancora paura e non l’avevamangiato il lupo come oggi si èconvinti. In più se quel mesemalfamato anziché fare 28, faceva 29qualche disgrazia dal cielo era sicuracome bere un bicchier d’acqua. Cosìnei tempi passati quando le previsioni,o meglio le inclemenze del tempo,erano affidate alla saggezza popolare,ai calli, alle ossa rotte e malcicatrizzate degli anziani che dolevanoin particolare periodi: quasi uncampanello di allarme per imminenti espesso improbabili cambiamenticlimatici. Ma l’arte di presagire iltempo che farà a cui era affidata lastessa sopravvivenza contadina, eraanche sancita dall’andamento nellabella stagione, tante vespe, tantimirtilli uguale a tanta neve e ognivallata aveva il suo proverbio, il suodetto che affondava nell’inconsciocollettivo mal supportato però da daticerti.Di certo ci fu un febbraio terribile nel1888 quando l’Italia e mezza Europafurono colpite da tempeste di neveeccezionali. Non furono risparmiate le

Alpi ma neppure tutta la dorsaleappenninica, con nevicate anche aRoma, Napoli, Firenze e Genova. Ilfenomeno fu anche accompagnato dauna serie di valanghe che fecero moltevittime, oltre ingenti danni alle cosecome puntigliosamente annotò PadreDenza dell’Osservatorio di Moncalieri,sulle pagine della Rivista del CAI nellostesso anno.Situazione eccezionale come quelladello scorso febbraio quando però leAlpi furono poco o nulla lambite, comedel resto durante tutto questo stranoinverno, dal maltempo che con ostinataperseveranza si concentrò nel centroSud. Le prime avvisaglie ci furononella prima settimana di febbraio coninizio per la verità dal 31 gennaio, poisporadiche pause, poco più chequalche ora di tregua, masostanzialmente una nevicata lunga 12giorni, dovuta ad una costantesituazione di sbarramento dellecorrenti fredde provenienti dallaSiberia, con masse d’ariaparticolarmente umida.La zona più colpita fu il lato adriaticodell’Appennino in particolare ilForlivese, Cesenate, il Pesarese maanche la parte confinante con il Lazio,

l’Abruzzo, il Molise, Campania, PugliaBasilicata e Calabria. La stazionemeteo di Cesena nord in 11 giorni haregistrato 190 cm di neve, sulle collineromagnole si sono rilevate quantità dineve fresca di circa 290 cm in localitàa 300/350 metri sul livello del mare.Ad Urbino il totale della neve era bendi 326 cm, di cui 93 in sole 24 ore trale 8 di venerdì 10 e sabato 11 febbraio.L’episodio nevoso è stato il piùimportante dell’ultimo secolo,superiore anche a quelli storici del1929 e 1956.Nella prima settimana del maltempol’emergenza è stata assorbita dallestrutture locali, ma con il perduraredella situazione critica il dipartimentodella Protezione civile decideva la seradel giorno 3 febbraio la riunione delComitato operativo per fare il puntodella situazione. Successivamente l’8febbraio alle 19:30 veniva indetta unanuova riunione, con la dichiarazionedello stato di emergenza, per le regionidi Emilia Romagna, Marche, Lazio,Abruzzo, Campania e Molise, allargatopoi a Puglia, Basilicata e Calabria.Contestualmente presso ilDipartimento in via Vitorchiano aRoma era attivata la Sala Italia, quella

EEmmeerrggeennzzaanneevvee

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25aprile 2012 il Soccorso Alpino

appunto delle grandi emergenze edanche il C.N.S.A.S., quale strutturaoperativa nazionale, era chiamato apresidiare la propria postazioneassieme a tutte le altri componenti, perun totale di circa quaranta strutturefra Enti, Corpi dello Stato,Associazioni, Gestori di servizi ditelefonia, trasporti, energia e centri diricerca.Venivano così coordinate le richiestedal territorio e l’invio di squadre emateriali, sia quelle presenti in locoche quelle che giungevano da altreregioni; ogni 5/6 ore, presieduta dalCapo dipartimento, Prefetto Gabrielli,si teneva una riunione plenaria invideo conferenza con le regioniinteressate per monitorare al meglio lasituazione. Sono state messe in motoenergie e risorse importanti se si

considera che domenica 12 febbraiofra tutte le forze in gioco erano attiviben oltre seimila uomini.Il C.N.S.A.S. oltre alla massicciapresenza di tecnici sul posto ha potutocontare sul contributo di squadregiunte sin dalla prima ora dal Veneto,Piemonte, Lombardia, Trentino, FriuliVenezia Giulia, Toscana, Umbria eLazio, che sono state impegnateprincipalmente nel forlivese emarchigiano ma anche in Abruzzo eMolise.Come spesso accade in questifrangenti si è trattato di fare un po’ ditutto dal soccorso tecnico a quellosanitario, ma anche di raggiungereluoghi isolati per portare viveri omedicinali, liberare strade e spalareneve dai tetti, da quelli di sempliciabitazioni a quelli più blasonati come

Palazzo ducale ad Urbino.Un’emergenza anomala in cui ilC.N.S.A.S. ha confermato la suacapacità di muoversi al meglio nelterreno più consono e di portare unaiuto concreto alle popolazioni dimontagna e non solo agli alpinistiinfortunati come spesso l’opinionepubblica crede.E’ stata anche la prima volta che lastruttura nazionale è stata coinvoltacosì in modo massiccio e formale dalDipartimento della Protezione civilegrazie a piccole ma sostanzialimodifiche della normativa di un paiodi anni fa. Una esperienza positivache da molti punti di riflessione perfuture emergenze, dato che nelnostro paese le emergenze nonfiniscono mai.

Giulio Frangioni

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9 gio. 10 ven. 11 sab. 12 dom. 13 lun. 14 mar. 15 mer. 16 gio. 17 ven.VENETO 8 12 12 12 39 31 31 39 24ABRUZZO 100 130 130 130 60 60 60 40 40MARCHE 4 30 95 95 30 30 32 1 4PIEMONTE 8 8 7 30 30 30 6 4 4MOLISE 27 27 27 27 27 3 10 2 3PUGLIA 0 5 6 6 3 3 3 1 2

LOMBARDIA 13 13 13 16 4 4 4 4 0EMILIA 4 60 240 240 60 60 60 10 0UMBRIA 4 5 4 5 7 8 6 6 6

BASILICATA 0 30 15 15 10 10 10 0 0CALABRIA 0 40 40 20 5 5 5 0 0LAZIO 70 20 170 170 62 62 62 0 0

TRENTINO 0 0 8 8 18 10 10 0 0NAZIONALE 0 3 3 3 3 3 1 0 0TOSCANA 4 0 7 22 30 0 0 0 0

TOTALE 126 211 533 540 229 198 177 27 15

TOTALE GIORNATEPRESENZE MALTEMPO CENTRO SUD FEBBRAIO 2012

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18 sab. 19 dom. 20 lun.12 12 040 0 09 9 00 0 00 0 00 0 00 0 00 0 06 2 10 0 00 0 00 0 00 0 00 0 00 0 0

6 2 1

TOTALE GIORNATE 2.065PRESENZE MALTEMPO CENTRO SUD FEBBRAIO 2012

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28

Abruzzo

I n occasione dell’emergenza neve in Abruzzo il S.A.S.A. siè immediatamente allertato, ancor prima che arrivassero ledisposizioni a livello nazionale sia del C.N.S.A.S. che del

Dipartimento protezione civile, prendendo contatto e mettendo-si a disposizione delle Amministrazioni comunali e degli orga-nismi di Protezione civile locale.

Fra le molteplici attività svolte la priorità è stata data alla di-stribuzione di farmaci d’urgenza e viveri di prima necessità adabitazioni isolate, che sono state raggiunte con tecnica sci alpi-nistica.

I nostri tecnici sono stati simpaticamente definiti degli eroidalle suore della Madonna di Pietracquaria di Avezzano (AQ),per aver raggiunto il Santuario con gli sci d’alpinismo dopo unapiacevole salita sotto una fittissima nevicata.

Altre attività hanno riguardato la distribuzione di foraggio allefamiglie di allevatori di bestiame, l’aiuto agli automobilisti in dif-ficoltà, la collaborazione con tecnici per la riparazione dei pon-ti telefonici con l’ausilio di motoslitte, la collaborazione al ri-pristino della viabilità dei tratti di strada a rischio di valanghe an-che con l’ausilio dell’elicottero che ha portato la DaisyBell dalTrentino.

Importantissimo è stato anche il servizio navetta fatto con inostri fuoristrada a vantaggio del personale ospedaliero medicoe infermieristico che non poteva raggiungere il posto di lavoro oche, viceversa, non poteva raggiungere la propria abitazione unavolta finito il turno, come pure l’accompagnamento a casa dellepersone dimesse dalle strutture sanitarie stesse.

Molto gradita è stata la collaborazione dei colleghi lombar-di, tecnici e cinofili, con i quali si è lavorato in un clima di pro-fessionale amicizia, anche grazie all’ospitalità ricevuta pressol’Interporto della Marsica dai responsabili della Croce rossa ita-liana.

Tale struttura è stata di notevole importanza operativa e stra-tegica data la vicinanza all’ospedale di Avezzano e ai raccordi au-tostradali.

L’impressione personale è stata che i disagi sono stati tanti,ma ben sopportati soprattutto dalla popolazione di estrazione con-tadino-montanara, da sempre abituata ad una vita di duro lavo-ro e animata da quella cristiana solidarietà che fa mettersi subi-to a disposizione degli altri, non appena sono risolte le propriepriorità.

Sono valori che la società moderna, più avvezza a comfort econsumismi vari, sembra aver dimenticato.

Gianfranco GallesePresidente

Servizio regionale Abruzzo

Basilicata

D al 2 febbraio 2012 la Basilicata è stata colpita da una ne-vicata senza precedenti, con paesi isolati per alcunigiorni dove la neve ha raggiunto i due metri di altezza,

con serie difficoltà di movimentazione della popolazione.I volontari del Servizio regionale Basilicata hanno pronta-

mente risposto all’emergenza utilizzando sistemi, attrezzature edesperienza di movimentazione su ambienti innevati e ghiaccia-ti.

Siamo intervenuti di nostra iniziativa in ambito locale a so-stegno di persone in difficoltà e di seguito sono arrivate richie-ste dai sindaci di vari comuni che ci hanno interpellati per cau-se varie. I compiti richiesti sono stati: portare viveri, medicina-li, controlli a persone in zone isolate dalle comunicazioni, losgombro di tetti colmi di neve e cornicioni pericolanti, sicurez-za nelle strade ghiacciate e anche pulire le strade con le pale. Atutto questo si è aggiunto il supporto sanitario del 118 Basilicatasoccorso, causa ghiaccio e neve alta oltre i sessanta centimetri,per una signora con frattura di bacino a Chiaromonte (PZ) per es-sere trasporta sull’ambulanza che distava alcune centinaia dimetri e il recupero di una persona isolata su Monte Carruozzo co-mune di Castelgrande (PZ), emergenza richiesta dal sindaco delpaese e dal Comando stazione Carabinieri di Muro Lucano; lapersona era da giorni completamente sepolto, nella sua casetta dimontagna, dalla nevicata eccessiva. Si è dovuto identificare ilpunto dell’abitazione (che il sindaco conosceva) e poi letteral-mente disseppellire la zona di accesso alla porta per poter entra-re. La persona godeva di buono stato di salute, ma impossibili-tato a recarsi nel centro abitato, già da sei giorni, si trovava pri-vo di generi alimentari, di energia elettrica, di sistemi di comu-nicazione, di idoneo vestiario e di qualsiasi forma di riscalda-mento. Sindaco e Carabinieri hanno partecipato al recupero delmalcapitato.

Ultimo intervento in ordine di tempo: lunedì 12 marzo, ri-chiesta urgente al C.N.S.A.S. Servizio regionale Basilicata, delSindaco del comune di Castronuovo di Sant’Andrea per eliminarele cause di pericolo alla pubblica e privata incolumità derivantedalle recenti avversità atmosferiche al fine di poter provvedereal disgaggio di massi che mettono in pericolo alcune abitazionidell’abitato.

Abbiamo operato in situazione emergenza neve già cinquegiorni prima (dal 2 febbraio) che il Dipartimento della Protezionecivile aprisse la Sala crisi fatto che è avvenuto il 7 febbraio.

Dal 2 al 15 febbraio in Basilicata siamo stati impegnati con187 volontari.

Rosario AmendolaraPresidente

Servizio regionale Basilicata

Calabria

D a subito, anche in Calabria, il C.N.S.A.S. è stato prima al-lertato e poi impegnato per far fronte all’emergenza neveche ha colpito soprattutto il centro nord della Regione. In

particolare, la Prefettura di Cosenza ha attivato l’unità di crisi allaquale il Soccorso alpino e speleologico calabrese è stato rappre-sentato ai massimi livelli sin dalle prime ore. Inoltre, uomini delS.A.S.C., compreso un medico, hanno presidiato la piazzola di at-terraggio di San Marco Argentano per un pronto impiego permezzo di un elicottero della Regione Calabria (che a casua dellepessime condizioni meteorologiche non ha potuto mai alzarsi involo). Una squadra della Stazione Pollino è intervenuta per porta-re soccorso ad una masseria isolata nel comune di Cerchiara dopotre ore di cammino con una abbondante nevicata. In totale oltrequaranta volontari del S.A.S.C. sono stati allertati per diversi gior-ni, a disposizione della Protezione civile calabrese.

Luca FranzesePresidente

Servizio regionale calabrese

il Soccorso Alpino aprile 2012

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Emilia - Romagna

Mercoledì 8 febbraio, giovedì 16 febbraio I n Emilia - Romagna l’emergenza neve è iniziata mercoledì8 febbraio con le abbondanti nevicate sull’Appennino tosco-emiliano e sulle provincie di Forlì - Cesena e Rimini, dove

l’Appennino forlivese e cesenate, le colline riminesi e laValmarecchia sono stati colpiti con particolare intensità. LaStazione di Monte Falco ha operato incessantemente supportatadai tecnici provenienti dalle altre Stazioni della regione ed anchedal Servizio regionale piemontese.

Il S.A.E.R. è stato attivato fin dalle prime ore dalla C.O. 118di Romagna soccorso per il supporto tecnico ad ambulanze edauto mediche nella movimentazione del personale medico e deipazienti nelle zone innevate. Sono stati predisposti presidi pres-so gli ospedali di Nova Feltria e di Santa Sofia e nei giorni piùcritici presso il posto di guardia del 118 a Morciano di Romagna.Intensa anche l’attività del S.A.E.R. in coordinamento conProtezione civile, Sindaci e Prefetture. I tecnici sono stati im-pegnati in numerosi interventi per raggiungere aziende agricole,borghi e case rimaste isolate e raggiungibili utilizzando gli sci oper via aerea con elicottero. Viveri e medicinali sono state le ri-chieste e le necessità maggiori. In quattro interventi sono statiportati aiuti ad aziende con gravi problemi di approvvigiona-mento al bestiame.

Nella giornata di martedì 14 sono state svolte alcune verifi-che di stabilità del manto nevoso su grandi accumuli e sui pen-dii, in collaborazione con il Soccorso alpino della Guardia di fi-nanza e con gli uffici tecnici della Provincia di Rimini. Nella gior-nata di mercoledì 15, il 3° Reparto volo della Polizia di Stato diBologna ha messo a disposizione un elicottero configurato comemezzo di soccorso avanzato S.a.R., con medico, infermiere e tec-nico di elisoccorso messi a disposizione dal S.A.E.R.L’aeromobile ha operato per l’intera giornata nelle zone ancoraisolate della Valmarecchia nell’evento del crollo dell’abitazionea Serrungarina affiancando i colleghi del 118 delle Marche.

Problemi minori, ma pur sempre significativi, si sono verifi-cati nell’Alto Appennino bolognese, modenese e reggiano, dovele stazioni del S.A.E.R. hanno operato affiancando i Servizi di as-sistenza domiciliare dell’AUSL alle persone malate o anziane nonraggiungibili con i mezzi usuali. Complessivamente sono statiimpegnati 240 tecnici che si sono alternati negli otto giorni diemergenza con il supporto di ulteriori 19 tecnici provenienti dalServizio regionale piemontese.

Stefano [email protected]

Lazio

T emperature al di sotto dello zero con punte nei rilievi finoa meno 12 °C, lastre di ghiaccio sulle strade, neve oltredue metri, Roma bloccata a causa di due nevicate in una

settimana, questo lo scenario che ha trasformato il Lazio per di-versi giorni in un paese simile alla Tundra russa.

Abitazioni isolate, macchine bloccate dalla neve nelle su-perstrade, servizi di energia interrotti, comunicazioni a sin-ghiozzo, treni regionali bloccati in aperta campagna, viabilità intilt, emergenza neve sui tetti, animali a rischio, senza cibo e stal-le con pericolo di crolli per sovraccarico della neve.

A questo scenario la macchina dei soccorsi ha dovuto darerisposte, tutti gli Enti hanno contribuito ognuno per le proprie ca-ratteristiche in supporto alla popolazione.

Il Soccorso alpino e speleologico del Lazio con i suoi tec-nici di tutte le Stazioni ha operato tutti i giorni e tutte le notti del-l’emergenza maltempo, sono stati fatti interventi di ogni naturasempre coordinati dalla Sala operativa regionale della Protezionecivile e dalla Sala situazione Italia per la gestione dell’emergenzanazionale, dove sempre un tecnico C.N.S.A.S. era presente.

Assistere intere famiglie bloccate in auto sulle superstrade,portare viveri, medicinali salva vita nelle abitazioni isolate e as-sistere i passeggeri dei treni bloccati nella notte in aperta cam-pagna, portare il cloro nelle condotte dell’acqua in quota per ladepurazione ed altro. Tutti interventi questi dove i nostri tecnicihanno dato prova di grande professionalità ma soprattutto digrande senso civico non risparmiandosi in nessun caso. Il sorri-so sul volto delle persone, provate da giorni, quando portavamoloro l’aiuto richiesto, ha ripagato pienamente la nostra fatica.

E’ stato fondamentale il supporto incrociato dei Servizi re-gionali del Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto, Emilia -Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo e Molise delC.N.S.A.S. che in quei giorni hanno saputo fronteggiare una si-tuazione di emergenza con il massimo dispiegamento di squadre.

Roberto Carminucci addetto stampa

Servizio regionale Lazio Commissione

comunicazione e documentazione

Marche

326 centimetri in pochi giorni, questa la quantità ufficiale dineve caduta nella provincia di Pesaro. Un valore numericoche dimostra quanto una provincia in riva al mare possa aver

subito nei primi giorni di febbraio di quest’anno. Tutto si è fer-mato, e qualcosa forse si fermerà per sempre come alcune azien-de agricole che, con danni strutturali anche gravi e decessi di ani-mali da reddito, difficilmente potranno ripartire. L’attivazione delC.N.S.A.S. della regione Marche è stata contestuale all’inizio del-la nevicata: prima la Stazione di Pesaro-Urbino che dal primogiorno all’ultimo ha lavorato incessantemente, poi le altre Stazioniregionali, in parte rimaste nel loro territorio per emergenza mal-tempo. Dopo alcuni giorni, visto l’aumentare smisurato delle ri-chieste di intervento in ambiente impervio e di disgaggio tetti, ilC.N.S.A.S. nazionale ha ritenuto opportuno attivare molti volon-tari provenienti da diverse regioni: Veneto, Piemonte, Lombardia,Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Umbria, ed in luogo GiulioFrangioni e Federico Lazzaro. La Commissione Comunicazionee Documentazione (C.C.D.) ha inviato negli ultimi giorni un tec-nico abruzzese per la raccolta e montaggio di materiale video.Molti volontari si sono messi a disposizione per risolvere le emer-genze più disparate in silenzio e con grande senso del dovere e disolidarietà. Il C.N.S.A.S. non aveva più una provenienza regio-nale specifica, era il Corpo nazionale soccorso alpino e speleo-logico che con accenti e cadenze diverse lavorava per portare me-dicinali, supportare donne in parto ed ancora isolate, evacuare an-ziani ipotermici, rifornire di viveri famiglie ed animali totalmen-te separati dal mondo civile, spalare neve, portare conforto e spe-ranza. Nei giorni che ho passato in Sala operativa ho ricevuto te-lefonate di sentito e commosso ringraziamento per il lavoro che

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si stava svolgendo giorno e notte, per la serenità e la professio-nalità con la quale il C.N.S.A.S. ha operato. Il Servizio regiona-le Marche, nel nome del Presidente Paola Riccio, e delCapostazione di Pesaro Urbino vuole approfittare di questo spa-zio concessogli per ringraziare sentitamente tutti coloro che, a par-tire dal Consiglio nazionale fino ai tecnici intervenuti, hanno fat-to sì che questa complessa e meravigliosa macchina facesse sen-tire alla popolazione (e speriamo anche alle Istituzioni) la sua pre-senza e la sua importanza anche in momenti critici come quellodel pesarese nel febbraio 2012.

Paolo Cortelli Paniniaddetto stampa regione Marche

Commissione comunicazione e documentazione

Molise

U na sala operativa unificata, attiva H 24, ha confermato ilruolo di snodo svolto, assieme alla Protezione civile, dalSoccorso alpino molisano nel raccordare competenze ed

attività nei giorni di emergenza vissuti dal Molise a causa delle ec-cezionali nevicate, che hanno interessato tutta la regione.

Diecimila le chiamate, tra quelle in entrata, in uscita e di ge-stione e trasferimento alla Sala operativa. Fondamentale il lavorosvolto dai tecnici C.N.S.A.S. in Sala operativa della Protezionecivile.

Il C.N.S.A.S. Molise è intervenuto in ottanta casi circa, dan-do aiuto a persone in difficoltà, raggiungibili spesso soltanto a pie-di o con gli sci, con l’ausilio di motoslitte, o gatto delle nevi, mas-serie isolate, animali in alpeggio ed altri scesi a valle, quasi allaperiferia dei paesi, in cerca di cibo, come è accaduto a Pizzone(IS), nel Parco nazionale Abruzzo, Lazio Molise, dove quasiduecento cervi sono stati prontamente soccorsi e nutriti dai tec-nici del Soccorso alpino e dalle Guardie del parco. Diversi dun-que i fronti di impegno: interventi sanitari, trasporto di derrate ali-mentari e medicinali a famiglie isolate, foraggiamento animali inaziende in alpeggio, ricerca dispersi, scarico tetti e strutture so-vraccariche. Diverse le missioni aeree con elicottero effettuatecongiuntamente con altre Amministrazioni dello Stato: Polizia,Forestale, Finanza. A partire da venerdì 11 febbraio, il C.N.S.A.S.Molise è stato affiancato anche da un’Unità cinofila di ricerca invalanga della V Delegazione bresciana. Questi i numeri dell’e-mergenza che ha vissuto il Molise. All’emergenza neve ha fattoseguito l’emergenza valanghe, con due interventi effettuati aRoccamandolfi (IS) e Campitello Matese, nel comune di S.Massimo (CB) per il distacco programmato delle masse nevose,tramite sistema Daisy Bell. In questi giorni, inoltre, il C.N.S.A.S.Molise ha effettuato, per conto del Centro funzionale del Servizioprotezione civile, sopralluoghi e rilievi nivologici su tutta la re-gione. Tali dati sono stati utilizzati per elaborare tre Carte mol-to importanti. La Carta della copertura nevosa, che analizza l’al-tezza della neve nelle varie zone e comuni, dalla costa all’AltoMolise, con l’obiettivo di capire “come si è distribuita la nevica-ta sull’intero territorio regionale, quali sono state le zone più col-pite e dove si è registrato il maggiore accumulo”; e le Carte del-la massa volumetrica nevosa e del carico neve al suolo per veri-ficare “in volume e in peso quanto e in quali zone della regionesi è avuta la massa più cospicua di neve” ed aiutare poi i Sindacia valutare l’incidenza del peso neve sulle strutture interessate.

Stefania Cannarsaaddetto stampa CNSAS Molise

Puglia

A nche il C.N.S.A.S. Puglia è stato impegnato nell’emer-genza neve che ha colpito l’Italia lo scorso mese difebbraio. Scenario piuttosto insolito dalle nostre parti,

dove anche pochi centimetri di neve sono in grado di creare enor-mi disagi per un territorio ed una popolazione che non è abitua-ta a confrontarsi, tranne che in alcune zone ben circoscritte, conquesto fenomeno. Le parti più colpite sono state il SubappeninoDauno, il Gargano e le parti più alte della Murgia barese.

I disagi principali sono stati rappresentati oltre che dai pro-blemi sulla viabilità stradale ordinaria, soprattutto dal fatto chel’abbondante coltre nevosa, depositatasi sulle ampie aree bosca-te ed impervie del Gargano, ha coperto anche la viabilità secon-daria spesso costituita da sterrati e tratturi lunghi diversi chilo-metri percorribili ordinariamente solo con mezzi fuoristrada edove non potevano operare i mezzi spalaneve, che ha determinatol’isolamento per diversi di numerose famiglie, ma anche diaziende zootecniche e strutture comunali, che risultavano quin-di raggiungibili solo a piedi attraversando la spessa coltre nevo-sa.

La zona che ha visto particolarmente impegnato Il C.N.S.A.S.Puglia è stata quella del territorio di San Marco in Lamis (FG),dove ha sede la Stazione Gargano e dove il C..N.S.A.S. è per-manentemente inserito nel C.O.C. di Protezione civile. Inoltre ilC.N.S.A.S. Puglia, sempre per lo stesso territorio ha in essere unaconvenzione con la Regione Puglia per assistenza alla popola-zione in caso di eventi idrogeologici/meteorologici di particola-re rilevanza e che richiedano un intervento specifico.

Il C.N.S.A.S. Puglia ha lavorato ininterrottamente per 10giorni, dal 7 al 17 febbraio (con un media di impiego di quattrouomini/giorno) sia assicurando a turno una presenza nellaCentrale operativa del C.O.C., nonché coordinandosi con la Salaoperativa della Protezione civile regionale per i numerosi inter-venti che hanno visto operare i volontari del C.N.S.A.S. a sup-porto dei volontari della Protezione civile locale. Diversi inter-venti hanno riguardato appunto assistenza alla popolazione, perquelle famiglie rimaste isolate in masserie molto lontane dall’a-bitato situate in zone impervie/boscate (Canale Faiarana, BoscoRosso, Contrada Limosani, Santa Lucia, Tre Cercole, Coppe diRapa, Zazzano, Laurelli), cui sono stati portati viveri e medici-nali secondo necessità. L’assistenza ha riguardato anche alcunestrutture, come aziende zootecniche restate per giorni senza vi-veri per gli animali, fra cui anche il canile comunale con oltrecento cani. Inoltre sono state fornite attività di supporto a tecni-ci (accompagnamento di personale comunale o delle ASL) chenecessitavano raggiungere zone isolate a causa dell’abbondantemanto nevoso depositatosi.

Di particolare rilievo un intervento sanitario che ha vistoimpiegato anche il medico alpino del C.N.S.A.S., per una personarimasta isolata da giorni e che da diverse ora non rispondeva piùal cellulare, per il quale si era temuto il peggio. Raggiunto dai tec-nici e medico del C.N.S.A.S., recatisi sul posto unitamente a vo-lontari di Protezione civile e Carabinieri, è stato trovato per for-tuna in buone condizioni ed è stato sottoposto a controllo sani-tario dal nostro medico.

Vi è stato anche un allarme per un possibile disperso nellaneve, poi fortunatamente rientrato dopo circa un’ora.

William FormicolaPresidente

Servizio regionale Puglia

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Toscana

A causa delle difficoltà e delle problematiche condizionidovute all’emergenza maltempo delle prime settimanedi febbraio in cui si sono trovate le regioni del centro

Italia, il Soccorso alpino e speleologico toscano è stato spessochiamato ad intervenire a supporto della popolazione sotto laneve.

I volontari del Soccorso alpino e speleologico toscano(Stazione Falterona) sono stati chiamati a supporto dei tecnici diPubliacqua per risolvere i problemi legati alla mancanza di for-nitura idrica nelle località Risubbiani, Cavarsano e Mezzana, inprovincia di Prato. In località Montepiano, sempre nel pratese, ivolontari della Stazione Falterona hanno recuperato un SUV, contre persone a bordo, finito fuori strada.

A causa della neve, molte persone in provincia di Siena, sisono trovate isolate nelle loro abitazioni. Per alcune di loro, chenecessitano trattamenti periodici in ospedale, era impossibilefarsi raggiungere dall’ambulanza. Così il 118 ha chiesto l’inter-vento degli uomini del C.N.S.A.S. che già in prima mattina sisono recati a Cerreto al Merse per consentire il trasporto in ospe-dale per la dialisi di un uomo di 69 anni. I volontari della StazioneAmiata hanno sgombrato due chilometri di strada sterrata som-mersa dalla neve e dagli alberi caduti per il suo carico, raggiun-to l’uomo con un mezzo del S.A.S.T. e trasportato fino alla stra-da principale dove era riuscita ad arrivare l’ambulanza. Le stes-se azioni si sono ripetute anche nei dintorni Iesa e diMontepulciano.

In aiuto alle altre regioni colpite dall’emergenza neve, ilS.A.S.T. ha inoltre inviato, dal 11 al 13 febbraio, una squadra ditecnici e mezzi, sette operatori con due fuoristrada e una moto-slitta, nell’area dell’alta valle del fiume Burano, nel comune diCagli, provincia di Pesaro Urbino. Il personale, di base presso ilCentro operativo comunale a Cagli, si è messo a disposizione delSindaco, coordinato dalla Sala operativa provinciale di Pesaroe, sin dai primi momenti, ha concentrato gli sforzi sulla rimozionedella neve dal tetto dell’edificio pubblico e delle altre strutture,rimozione del ghiaccio dai cornicioni per evitare cadute incon-trollate, ha inoltre messo in sicurezza tetti e raggiunto e riforni-to un cascinale isolato.

Alessandro LancianiVice presidente SAST

Umbria

D a giorni eravamo a conoscenza dell’arrivo di questa in-tensa perturbazione ed avevamo quindi predisposto al-cune squadre in pre allerta costante a Perugia e Terni.

Le prime avvisaglie arrivano nella mattinata di giovedì 9 febbraiodalla Centrale operativa del 118 di Terni, che ci richiede un in-tervento a Polino (TR) centro abitato a 836 metri s.l.m., un an-ziano che vive solo in un’abitazione senza riscaldamento ha bi-sogno di aiuto, parte la nostra squadra con il fuoristrada che puòospitare anche una barella alpina o speleologica con quattro ca-tene montate e l’uomo viene trasportato all’ospedale di Terni. Neigiorni successivi la nostra attività si concentra sul territorio preappenninico dei comuni di Fossato di Vico, Sigillo, Costacciaroe Scheggia – Pascelupo e da sabato nella zona più ad ovest

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dell’Umbria, nel comune di Orvieto. C’è da portare viveri alle fa-miglie isolate, soccorrere automobilisti rimasti intrappolati lun-go la S. S. Flaminia, raggiungere l’Eremo di S. Girolamo sullefalde del monte Cucco. Poi purtroppo domenica pomeriggio laSala operativa del Servizio Protezione civile della RegioneUmbria, su segnalazione dei Carabinieri, ci gira la segnalazionedi una persona scomparsa nel comune di Pietralunga, inviamo su-bito una squadra che nella tarda serata raggiunge con attrezzaturada sci alpinismo il casolare isolato dove il ragazzo si doveva re-care. La speranza che tutti abbiamo è che il giovane, sorpreso dal-la bufera, fosse rimasto bloccato nella casa, purtroppo però l’a-bitazione è vuota, soltanto un borsone ed una chitarra testimo-niano il suo passaggio all’interno, ma dell’uomo non c’è traccia.Le ricerche proseguono nei giorni successivi con l’ausilio anchedi un elicottero e di una Unità cinofila da valanga della Guardiadi finanza, ma soltanto con lo scioglimento parziale del manto ne-voso di oltre un metro il corpo viene ritrovato.

Da lunedì 13 inoltre, per sette giorni, squadre del Soccorso al-pino e speleologico Umbria hanno lavorato nelle Marche adUrbino e Mercatello sul Metauro, con l’appoggio anche di un gat-to delle nevi messo a disposizione dalla Comunanza Agrariadell’Università degli Uomini originari di Costacciaro, preleva-to dai nostri tecnici grazie alla collaborazione della Polizia pro-vinciale di Perugia e dei volontari della Protezione civile delPiemonte.

Ancora una volta il lavoro di pianificazione realizzato con ilPiano neve regionale e la collaborazione tra le Prefetture, laRegione Umbria, le Provincie, i Comuni, gli organismi delloStato ed il volontariato hanno permesso di operare in sinergia cer-cando di neutralizzare le numerose situazioni di pericolo ed al-leviare al massimo i gravi disagi alle popolazioni colpite.

Mauro GuiducciPresidente

Servizio regionale umbro

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Il Soccorso alpino e speleologico inBasilicata nasce nel 1973 con la VIIDelegazione speleologica Puglia,

che si occupava anche del territorio lu-cano e calabrese; quindi la storia delSoccorso alpino e speleologico dellaBasilicata fino al 1999 è quella scritta dalServizio regionale pugliese (vedi ilSoccorso Alpino Speleosoccorso nume-ro di aprile 2011 – Anno XVII n. 1.

I promotori dell’istituzione del VIIGruppo delegazione speleologica delC.N.S.A.S. furono Raffaele Onorato chene diventò il delegato e Giorgio Braschinominato Capo squadra e istruttore daimembri della stessa.

Le problematiche, per formare ope-ratori di soccorso sul territorio, eranodovute alla mancanza di fondi, e per lascarsa risposta, da parte di Istituzionipubbliche e private, in quanto la monta-gna non era vissuta come attività sporti-va o economica e pertanto non venivanodate risposte adeguate alla formazionedi volontari.

I responsabili Raffaele Onorato,Giorgio Braschi e i pochi volontari, daquel lontano 1973 hanno dato un’ottimaspinta all’organizzazione del Soccorsoalpino e speleologico, anche se con im-mensi sacrifici, per la sua crescita.

L’attività di soccorso della VII Zona

copriva in quel periodo, tutte le emer-genze sia speleologiche che alpine, condifficoltà oggettive per la gestione, data ladislocazione della maggior parte dei vo-lontari in Puglia, mentre le zone ad alto ri-schio di incidenti, Basilicata e Calabria,erano senza presidi autonomi sul posto econ insufficienti attrezzature per poter in-tervenire in modo celere alle richieste disoccorso. Non si era pertanto in grado diottemperare alle richieste del Soccorsoalpino e speleologico nazionale e alle leg-gi di riferimento, soprattutto in riferi-mento alla tempistica prevista in caso diincidenti in luoghi impervi.

Il 16 marzo 1997 è rappresenta ladata del primo intervento portato a ter-mine esclusivamente da volontari lucani,un recupero abbastanza complesso, sumontagna innevata e con condizioni me-teorologiche avverse. Una coppia inescursionisti, che attraversava il crinaledel versante Ovest di Monte Pollino, nelpassaggio di una cresta ghiacciata scivo-lava in un canalone, precipitando en-trambi per decine di metri e procurando-si seri traumi agli arti inferiori e supe-riori, la donna anche al bacino.

L’intervento ha richiesto un grandesacrificio visto l’esiguo numero di vo-lontari presenti per portare i malcapitatifuori pericolo ed è stato anche il primo

intervento di elisoccorso effettuato conun HH 3F del S.a.R. di Brindisi.

Il 15 dicembre 1998 viene fatta laprima richiesta al Nazionale per la costi-tuzione della Stazione Pollino edAspromonte che viene approvata dalConsiglio nazionale ilo 8 gennaio 1999.

La Stazione Pollino Aspromonte consede a San Severino Lucano, contava 47volontari di cui sei medici, ventiquattrovolontari lucani e ventitre volontari ca-labresi con Delegato Raffaele Onorato.

Il 4 ottobre 1999 la Calabria inFrascineto (CS) si costituisce qualeDelegazione Calabra del C.N.S.A.S.

Il 27 ottobre 1999 i volontari dellaBasilicata, in assemblea ordinaria pressol’Hotel Colle verde in Francavilla sulSinni esprimono all’unanimità il deside-rio di costituire il Servizio regionaleBasilicata.

Dal 1999 la Basilicata con il DelegatoGiorgio Braschi e il Capo squadra MarioTuzio, iniziano a istituire i primi presididi soccorso locale con sede a SanSeverino Lucano.

Il 25 marzo 2000 l’Assemblea nazio-nale delibera l’istituzione del Servizio re-gionale Basilicata, composto dalla XX-VIII Delegazione Lucania, e quale dele-gato viene nominato dal Consiglio dizona il già responsabile Giorgio Braschi.

aa ccuurraa ddiiRosario AmendolaraPresidente del Servizio regionale Basilicata

SSooccccoorrssii aallppiinnii rreeggiioonnaalliissii rraaccccoonnttaannoo……

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Con gli anni la popolazione ha cam-biato radicalmente modo di vivere lamontagna sia nella nostra Regione che inquelle limitrofe e di conseguenza anche ilSoccorso lucano di pari passo ha cercatodi dare una risposta concreta alle richie-ste operative, crescendo come numeroma ancor di più sotto l’aspetto formativo.

Scenario operativo del Servizio regionale Basilicata

Se si esclude la stretta pianura che siaffaccia sul golfo di Taranto la Basilicataè quasi prevalentemente montuosa conrilievi superiori ai duemila metri, su9.992 chilometri quadrati di territorio il47% è al di sopra dei settecento metris.l.m., il 45% collina tra i duecento e isettecento metri s.l.m. e solo l’8% al disotto dei duecento metri s.l.m. Questinumeri ne fanno una Regione tipica-mente montana. La Basilicata presenta lecaratteristiche peculiari dei luoghi alti:aria pulita, tranquillità, natura protetta,pareti per attività di alpinismo classicoabbastanza importanti e di vie di arram-picata attrezzate, piste da sci muniti diimpianti di risalita, ecc.

La centralità della nostra Regione fasi che dalle Regioni limitrofe qualiPuglia, Campania e Calabria, vista la va-rietà del territorio e delle attività che vi sipossono praticare, cominci ad arrivareun’importante afflusso di alpinisti, escur-sionisti o semplici vacanzieri, prove-nienti dai grossi centri urbani e metro-politani.

Il nostro territorio si divide in piùaree: a nord il Vulture Melfese conMonte Vulture m 1.326. Passando allaparte centrale della Regione la quota sieleva sensibilmente: Monte Volturino m1.835; Monte Arioso m 1.722, MonteCalvelluzzo m 1.699 ed altri.

Parco nazionale dell’Appennino Vald’Agri Lagonegrase area protetta con

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68.996 ettari: Monte di Viggiano o SantEnoc m 1.724, versante sud: MonteSirino m 2.005, Monte Raparo m 1.761,Monte Alpi m 1.900 con una parete peralpinismo classico tutta ancora da sco-prire alta quasi settecento metri

Parco nazionale del Pollino con192.565 ettari è il parco naturale più gran-de d’Italia, di cui 88.650 nel versante del-la Basilicata e 103.915 in quello dellaCalabria. Qui si trovano le vette più im-portanti quali: Monte Pollino m 2.248,Serra Dolcedorme m 2.267, Serra delleCiavole m 2.127, Serra Crispo m 2.053,Serra del Prete 2180, Timpa Falconara m1.656, con una parete di oltre duecento-cinquanta metri e vie alpinistiche attrez-zate con difficoltà dal 3° al 7a+/ A1 .

Di rilievo turistico è la MurgiaMaterana con grotte e voragini meta diinteresse turistico, non ultime le dighe,delle quali la Basilicata ne è ricca, noveinvasi più i laghi naturali, le cavità car-

siche che nei casi più apprezzabili rag-giungono profondità di oltre 350 metri ela falesia marina nel territorio di Marateacon apprezzabili pareti oltre duecentometri, alcune con vie di arrampicata at-trezzate con livelli dal 5a al 6b.

La complessità del territorio e le nu-merose attività alpinistiche, escursioni-stiche, e speleologiche praticabili pre-suppongono, nei casi di incidente, una di-versificazione degli interventi di soccor-so tali da rispondere alle più svariate esi-genze.

Il Servizio regionale Basilicata at-tualmente ha sede in Via Domenico diGiura, 05 85032 Chiaromonte (PZ), de-legato Rosario Amendolara, con circa 65volontari e diverse qualifiche tecniche,secondo il piano formativo delC.N.S.A.S.: O.S.A.; Te.R.; Te.S.A.;,O.S.S.; T.E.; O.T.S.

Le zone di soccorso nel territorio del-la Basilicata sono suddivise in tre sta-

zioni: Pollino centrale, Pollino Orientalee Sirino Alpi.

Si svolgono annualmente attività dielisoccorso con le forze armate: Marinamilitare di stanza a Grottaglie (TA),Aeronautica militare di stanza a Brindisied Esercito italiano di stanza a LameziaTerme (CS).

Dal 1996 abbiamo sottoscritto unprotocollo di intesa con BasilicataSoccorso 118 attuale D.I.R.E.S.Dipartimento Interaziendale Regionaledi Emergenza-Urgenza Sanitaria, questoprotocollo ci sta permettendo di testarel’allertamento delle parti interessante e ilcoordinamento di emergenza sanitaria inambiente impervio ed ostile.

Notizia di queste ultime ore, ilDipartimento salute della RegioneBasilicata ha predisposto una proposta didelibera al vaglio della Giunta regionaleper la stipula di una Convenzione bien-nale con l’Azienda Sanitaria di Potenza- A.S.P. e il C.N.S.A.S. finalizzata adassicurare, all’interno della rete dell’e-mergenza/urgenza e in collaborazionecon il D.I.R.E.S., interventi di Soccorsoalpino e speleologico in ambiente im-pervio ed ostile.

Dal 2010 collaboriamo con laPrefettura di Potenza per l’elaborazionee la pianificazione territoriale per la ri-cerca persone disperse.

Come Servizio regionale abbiamopartecipato all’operazione Squalo 2004in Puglia e all’operazione Squalo 2009tenutasi in Calabria.

Si organizzano frequenti esercitazio-ni interregionali sia con la Puglia checon la Calabria, in quanto spesso ci si tro-va ad intervenire in attività di soccorsosui confini.

Bilancio delle attività svolte dal Servizio regionale Basilicata

Da aprile 1999, anno in cui è statofondato il Servizio regionale Basilicata(S.A.S.B.) uniformandosi al restodell’Italia, al 28 febbraio 2012 il Servizioha risposto a 265 chiamate di soccorso,ha effettuato 209 interventi per un totaledi 260 persone soccorse, di cui 92 per in-capacità a progredire, 5 bloccati in pare-te, 87 dispersi, 57 feriti; al recupero di 25morti e a 178 chiamate di interventi diProtezione civile da parte di comuni, per-sone o associazioni (nevicate, disgaggi dimassi pericolanti, cornicioni pericolanti,recupero di animali in difficoltà o morti,controllo di canaloni impervi, assistenzadurante gare o manifestazioni in ambientiimpervi).

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35aprile 2012 il Soccorso Alpino

U n inverno balordo ha segnato una stagione anomalain termini di precipitazioni nevose tanto che a metàgennaio molte località, anche dell’arco alpino, non

erano ancora imbiancate. La mancanza o la scarsissimaquantità di neve ha quindi compromesso diverse iniziative,alcune sospese, altre rinviate e recuperate qualche tempodopo il 15 gennaio. Si pensi che le manifestazioniprogrammate erano ben oltre la quarantina ma, per i motividi cui sopra, solo una trentina sono state portate a termine.Ciò nonostante, in termini di lavoro ma ancor più d’adesionee voglia di prodigarsi per la prevenzione degli incidenti inmontagna, la giornata ha avuto un grande successodimostrando di aver trovato una solida stabilità, un suovigore. Anche quest’anno le manifestazioni hanno toccatol’intero arco alpino per proseguire l’ungo l’Appennino edapprodare in Sicilia dove, sulle pendici dell’Etna, sono stateben due le iniziative proposte.Vale la pena ricordare, se pur brevemente, che Sicuri con laneve fa parte del più ampio progetto Sicuri in montagna chepropone, in modo specifico ed oramai da oltre un decennio,momenti di informazione e sensibilizzazione sulleproblematiche legate agli incidenti in montagna. La collaborazione fra Soccorso alpino, Sezioni Scuole edOrgani tecnici del C.A.I., Enti ed Associazioni è, secondo levarie realtà territoriali, oramai consolidata; l’unica notanegativa fa capo alla Commissione nazionale scuole del C.A.I.che, per ragioni del tutto inopportune, non ha mai volutoaderire ufficialmente al progetto Sicuri in montagna quando,in pressoché tutte le località, sono le stesse Scuole sezionalidel C.A.I. a collaborare o gestire direttamente le iniziative.Entusiasmante è la presenza diffusa dei ragazzi dell’Alpinismogiovanile con i loro accompagnatori; segno di vivacità e difuturo certo delle nostre attività. Così, Tecnici del Soccorso alpino, Istruttori d’alpinismo escialpinismo, Accompagnatori di escursionismo e di alpinismogiovanile, Guide alpine, esperti S.V.I., A.I.Ne.Va.,rappresentanti di Enti ed Associazioni che si adoperano per la

montagna, hanno dato vita a questa lunga cordata che hatoccato l’intera penisola per parlare, ancora una volta, non diincidenti come è uso fare la cronaca, ma di prevenzione e diamore per la montagna in tutte le sue forme. Si è parlato diprevenzione senza demonizzare la montagna e colpevolizzarenessuno accettando, con consapevolezza, che gli incidentipossono succedere ma che è compito di tutti noi adoperaci perprevenirli condividendo le nostre esperienze, le nostrecompetenze.Un po’ ovunque, l’iniziativa è stata divulgata da importantimezzi di comunicazione, dalla carta stampata alle emittentitelevisive di caratura regionale e nazionale a dimostrazioneche, parlare di prevenzione, serve anche, più in generale, adivulgare le nostre attività.Che la strada della prevenzione sia lunga e senza fine, losapevamo; infatti, come si può leggere dai report e dai datiraccolti in alcune località, la situazione non è poi cosìconfortante.Ancora una volta ci si accorge che sono ancora molti coloroche intraprendono attività alpinistiche senza la guidad’esperti. In questo senso non si tralascia di valorizzare illavoro delle Guide alpine e l’esperienza delle Scuole del CAIche costituiscono, senza dubbio alcuno, i riferimentid’eccellenza per avvicinarsi alla montagna in modoappropriato. La preparazione della gita attraverso lo studiodel percorso e l’ascolto attento del bollettino nivo-meteorologico, non sono ancora pratiche acquisite da tutti; alpari, se pare vero che sta aumentando il possessodell’A.R.T.Va., ancora troppi palesano di non saperlo usarecon dimestichezza nelle operazioni di autosoccorso perchédimostrano, dalle osservazioni compiute, di non avere buonecompetenze e non portare con se pala e sonda. La prossimaedizione di Sicuri con la neve sarà il 20 gennaio 2013 conl’impegno di tutti noi e di chi vorrà aggiungersi, inutile dirlo,di fare meglio.

Elio Guastalli

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Monte Sirino (Basilicata)La Basilicata ha risposto con grande entusiasmo al suo terzo appuntamen-to di Sicuri con la neve tenutosi sulle pendici del M.te Sirino, nei pressidel Lago Laudemio.Numerosa la presenza di sciatori, alpinisti, snowbordisti, escursionisti, osemplici fruitori della montagna che si sono fermati con interesse presso ivari campi neve organizzati, dal campo valanga al campo delle patologiemediche in montagna, dove i partecipanti hanno potuto testare i vari siste-mi di soccorso e autosoccorso.Di sicuro interesse è stata la simulazione di recupero su pendio ghiacciatodi un alpinista ferito, portato a termine con l’eliambulanza di BasilicataSoccorso 118 che ha imbarcato tecnici e medico del Soccorso alpino prov-vedendo al recupero del presunto infortunato. Ampie sono state le possi-bilità di discussione sulla valutazione dei rischi ed i sistemi di sicurezza da

adottare per un’escursione in neve fresca. Ha partecipato all’evento il servizio meteomont del Corpo forestale dello Stato, alcuneAutorità regionali e la RAI regionale che ha dato grande visibilità alla manifestazione.

Rosario Amendolara

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36 il Soccorso Alpino aprile 2012

Aspromonte (Calabria)Gambarie d’Aspromonte, cuore turistico del massiccio reggino, èstato scelto come punto nevralgico dove svolgere questa giornatadi Sicuri con la neve. Dalla foto in allegato ci si può rendereconto quanto le condizioni meteo hanno ostacolato i lavori; ilposto, meta del pubblico delle grandi occasioni nelle giornatefestive, nel giugno scorso per la giornata Sicuri sul sentiero erastato maggiormente apprezzato da una affluenza numerosa.Comunque, nonostante le condizioni avverse, i volontari della sta-zione da veri soccorritori hanno resistito con spirito di sacrificionotevole divulgato le dovute informazioni con dovizia di partico-lari a chi ha avuto il coraggio di partecipare all’iniziativa, sfidan-do l’abbondante nevicata. Purtroppo, per varie ragioni, non abbia-mo potuto avere la presenza del 118 con l’ambulanza e la parteci-pazione del S.A.G.F., come era avvenuto in passato. L’esperienzasarà sicuramente ripetuta.

Vincenzo Repaci

Corno alle Scale (Emilia Romagna)In localita’ Cavone presso Baita sede C.N.S.A.S. StazioneCorno alle Scale e’ stato organizzato un convegno con proie-zione audiovisivi e filmati riguardante la prevenzione ed il com-portamento in caso di movimentazione in montagna innevata.Alla realizzazione della giornata ha collaborato la confinanteStazione C.N.S.A.S. Rocca di Badolo e la Scuola regionale tec-nici C.N.S.A.S. Preziosa la collaborazione del C.F.S. che ha proiettato unaudiovisivo riguardante meteomont dei Carabinieri soccorsopiste, degli accompagnatori ed istruttori C.A.I. Sono state pro-poste diverse attività, come l’utilizzo dell’A.R.T.Va., della palae della sonda e di altri dispositivi di autosoccorso in caso d’in-

cidente in valanga. Nonostante la poca neve, come le scorse edizioni, la giornata è stata molto sentita registrando un alto numerodi partecipanti fra esperti e meno esperti. Giornata decisamente positiva e già da ora si dà appuntamento alla prossima edizione2013, sempre al Cavone presso la sede C.N.S.A.S.

Mauro Ballerini

Castel Valdajer (Friuli Venezia Giulia)Anche quest’anno, sopra Castel Valdajer nelle vicinanze della stazioneniveo-meteorologica in località Culet, le squadra di Soccorso alpino diPaluzza e di Tolmezzo hanno riproposto la giornata di prevenzione e delletecniche di autosoccorso in valanga. Tre i campi A.R.T.Va. allesiti, dallaricerca singola a quella multipla; a seguire le prove di sondaggio, di let-tura del bollettino nivo-meteorologico e valutazione nivologica. I parteci-panti, divisi secondo i livelli di conoscenza, sono stati affidati al tecnicodi elisoccorso Gianfranco Flora, all’Istruttore regionale PierantonioSilverio nonchè al capostazione Te.S.A. Blanzan Ruben. La parte sanita-ria è stata trattata dall’infermiere del Soccorso alpino Giuseppe De Colleche ha informato i gruppi sui problemi dell’ipotermia, del paziente poli-traumatizzato e della chiamata al 118. A fine evento, davanti ad un pani-

no e qualche birra, abbiamo raccolto le impressioni dei partecipanti; l’interesse e l’entusiasmo non sono mancati e l’appuntamen-to è per la prossima giornata di Sicuri con la neve 2013.

Alvise Di Ronco

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37aprile 2012 il Soccorso Alpino

Terminillo (Lazio)In occasione della giornata della sicurezza sulla neve 2012 la Stazionedi Rieti del C.N.S.A.S. in collaborazione con il C.A.I. di Rieti ha orga-nizzato sul Monte Terminillo un punto di presidio presso il rifugio. A.Sebastiani; qui sono confluiti gli appassionati di montagna e, in partico-lare, molti gruppi di Alpinismo giovanile del C.A.I. regionale. I parteci-panti hanno seguito spiegazioni relative al funzionamentodell’A.R.T.Va., all’uso della sonda e della pala per poi eseguire, conl’assistenza di tecnici C.N.S.A.S. prove di ricerca, sondaggio e dissep-pellimento su campi neve didattici. Ciò che si è voluto evidenziare, oltrealle necessarie valutazioni meteorologiche e del rischio valanghe, primadella pianificazione dell’escursione, è l’importanza dell’autosoccorso invalanga e come questo possa essere garantito solo ed esclusivamentecon l’utilizzo delle attrezzature sopra citate. La partecipazione di molti giovani sottolinea quanto sia fondamentale

l’attività di sensibilizzazione indirizzata ai futuri frequentatori della montagna.Tolindo Cavalli

Val Comino (Lazio)La giornata di sensibilizzazione Sicuri con la neve, a cura del C.N.S.A.S.Lazio Stazione di Cassino, si è svolta in località Forca d’Acero (S.Donato Val Comino - FR).La squadra presente con i suoi tecnici, nell’arco dell’intera giornata, haillustrato in maniera chiara ed efficace come prevenire gli incidenti inambiente innevato, curando tutti gli aspetti: abbigliamento, attrezzature,autosoccorso, lettura bollettini niveo e meteo. Oltre agli aspetti diprevenzione sono state fornite informazioni sui comportamenti daadottare in caso di incidente.Complice anche la giornata mite e soleggiata, numerosi escursionisti,soci C.A.I. ed amanti della montagna, hanno partecipato allamanifestazione con entusiasmo dimostrando grande interesse all’uso diA.R.T.Va. pala e sonda, al corretto utilizzo di ramponi e piccozza edaltro. I volontari del C.N.S.A.S. hanno sottolineato l’importanza della

prevenzione e di quanto incidano i fattori umani ripetendo, più volte, che l’organizzazione e la conduzione anche di una sempliceescursione deve essere curata nei minimi dettagli; qualora ci siano cambiamenti ambientali o altre criticità, è bene rinunciare senzacorrere rischi inutili.

Liberato Di Fina

Piani di Bobbio (Lombardia)Alla giornata di Bobbio, intitolata a Patrizia Pagani, hanno aderito ben125 persone, divise in tredici gruppi di lavoro sparsi nei vari campi;dalla sensibilizzazione sull’uso dello strumento A.R.T.Va. alle stazio-ni multiricerca. Ogni gruppo è stato gestito da istruttori C.A.I. mentrele due stazioni dedicate all’autosoccorso, la ricerca RECCO e conUnità cinofile, sono state presidiate dai volontari del C.N.S.A.S. IlC.A.I. Barzio, il C.N.S.A.S. e la I.T.B.(società che gestisce il comples-so degli impianti dei Piani di Bobbio) hanno contribuito significativa-mente alla riuscita dell’evento. Presenti anche unità cinofiledell’A.N.C. Purtroppo quest’anno l’Azienda AREU 118 non ha messoa disposizione l’elicottero di servizio a Como; un impegno minimo cheavrebbe sicuramente dato un importante ritorno in termini d’insegna-mento, di immagine e di efficienza sul campo. La giornata ha avuto ungrande successo; per il futuro si pensa di implementare ulteriormente i

campi dedicatomi all’autosoccorso. Un sentito ringraziamento va a tutti coloro che si sono impegnati per dare un chiaro messag-gio: andare in montagna, essere felici, essere consapevoli dei rischi adoperandosi per minimizzarli, aiutare gli altri in caso di neces-sità. Arrivederci alla terza domenica di gennaio 2013!

Enrico Volpe

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38 il Soccorso Alpino aprile 2012

Val Brembana (Lombardia)La VI Delegazione orobica C.N.S.A.S. ha aderito alla giornata coin-volgendo il corso d’escursionismo G. Ottolini, ed il corso di Alpinismogiovanile, entrambi scuole del C.A.I. Bergamo, per un totale di circa120 partecipanti, più una decina di visitatori occasionali.Località prescelta, il monte Torcola Soliva nel comprensorio diPiazzatorre. In una stagione avara di neve, qui, complice l’intensa atti-vità eolica, si è potuto lavorare con accumuli sino a cm 160 di mantonevoso! Ottima riuscita e piena soddisfazione dei partecipanti, succes-sivi plausi scritti al C.N.S.A.S. da parte dei responsabili dei due corsi.Giornata calda, soleggiata ad hoc, il lavoro svolto dai volontariC.N.S.A.S. e dagli istruttori delle scuole di scialpinismo G. Piazzoli edOrobica, ha esaminato gli usuali temi della prevenzione su neve, dimo-strati in nove campi scuola. Encomio doveroso per la Società impianti,che ha favorito l’assistenza in quota e il trasportato dei partecipanti; gli

Alpini dell’A.N.A. di Olmo al Brembo hanno garantito le confortevoli pause ristoro. Carissima e struggente ricorrenza: era con noil’attivissimo Enzo Ronzoni direttore della Scuola orobica (I.N.S.A. e già tecnico del C.N.S.A.S.) in quella, ma chi di noi l’avreb-be mai immaginato? che è stata l’ultima sua partecipazione di validissimo insegnante d’alpinismo e di montagna; Enzo è purtrop-po mancato la sera del 3 febbraio.

Alessandro Calderoli

Valtellina e Valchiavenna (Lombardia)Teatro dell’evento sono state le Ski Aree di Madesimo e Livigno. La gior-nata dedicata alla sensibilizzazione ed alla prevenzione degli incidenti davalanga si è svolta con momenti di coinvolgimento aperti agli appassio-nati frequentatori della montagna durante la stagione invernale.Apprezzati protagonisti i piccoli sciatori; non sono mancati freeriders,snowborders, sci alpinisti ed escursionisti. Oltre centoventi le presenzeregistrate. Nelle aree di lavoro segnalate con degli stand, gli interessatihanno potuto ricevere informazioni o approfondire le conoscenze conesperienze teoriche e pratiche dimostrate in fase preliminare da persona-le C.N.S.A.S. su campi di lavoro preparati ed allestiti dai volontari pre-senti. Un briefing iniziale ha illustrato la finalità dell’iniziativa, il ruolodel C.N.S.A.S. e le regole comportamentali in relazione agli aspetti con-siderati, oltre alla presentazione dei materiali per l’autosoccorso e delle

attrezzature in uso al C.N.S.A.S. per la tematica in essere. I partecipanti potevano cimentarsi in un percorso che prevedeva prove d’utilizzo A.R.T.Va. e di sondaggio, assistere alla ricercadella persona travolta con impiego di Unità cinofile ed alle tecniche di disseppellimento.

Gianfranco Comi

Campitello Matese (Molise)Il C.N.S.A.S. Servizio regionale Molise in collaborazione con il Serviziovalanghe italiano ha organizzato la giornata presso la Stazione sciistica diCampitello Matese invitando le Organizzazioni che operano per la mon-tagna; presenti le sezioni C.A.I. di Campobasso, Isernia e Bojano,l’AIGAE Molise ed il C.F.S. servizio meteomont. I tecnici del Soccorsoalpino hanno proposto una serie d’attività pratiche rivolte alla prevenzio-ne dei rischi e, più in generale, alla sicurezza. Dall’autosoccorso conA.R.T.Va. si è passati alla pianificazione della gita con uso di G.P.S.,proposta apprezzata soprattutto dai più giovani. Lungo il percorso i par-tecipanti, a tempo cronometrato, dovevano rintracciare il segnaleA.R.T.Va. del sepolto, provvedere al sondaggio e al lavoro di diseppelli-mento. Grande rilevanza è stata data al ruolo del C.N.S.A.S. in regione,

fornendo indicazioni di chiamata e suggerimenti per frequentare in sicurezza la montagna invernale. Presenti sul posto gli opera-tori RAI che hanno seguito passo passo tutte le attività che hanno trovato spazio nel TG regionale. Apprezzata la presentazionetenuta da Gabriele Stamigna del S.V.I. che ha introdotto le attività pratiche con alcune slide sui siti valanghivi e le caratteristichepeculiari del manto nevoso.

Guglielmo Ruggiero

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39aprile 2012 il Soccorso Alpino

Carcoforo (Piemonte)La giornata Sicuri con la neve è stata organizzata in collaborazionedal Soccorso alpino VIII Delegazione Valsesia-Valsessera e dallaScuola di scialpinismo del C.A.I. sezione di Varallo. Nel gazebo allestito in prossimità dei campi prova venivano pre-sentati i materiali impiegati per la frequentazione in sicurezza dellamontagna innevata. Il gazebo funzionava anche da porta d’ingressodove i frequentatori venivano invitati a dare alcune informazionisulla preparazione della gita, sull’attrezzatura personale, sulla con-sultazione dei bollettini nivo-metereologici. Nei tre campi prova i frequentatori hanno potuto eseguire prove diricerca con l’uso dell’A.R.T.Va. personale o messo a disposizionedell’organizzazione. Dalla ricerca di un unico travolto conA.R.T.Va. analogico; si passava poi alla ricerca con A.R.T.Va. digi-tale e poi alla ricerca multipla secondo la tecnica del cerchio e dei

quadranti. Malgrado lo scarso innevamento generale, e di conseguenza una minor frequentazione di appassionati, a Carcoforo si èregistrata una discreta partecipazione, cosa che sicuramente induce a ripetere l’evento il prossimo anno.

Enrico Antonietti

Ceresole Reale (Piemonte)La XII Delegazione canavesana, con le sue quattro stazioni, Ivrea,Locana, Ceresole Reale, Valprato Soana e la Scuola alpinismo sci alpi-nismo Valle Orco, hanno organizzato per la seconda edizione questagiornata dedicata alla prevenzione. La proposta ha visto, nei pressi delVallone del Carro sui campi attrezzati, l’allestimento di percorsi-stu-dio. Dall’approfondimento per una corretta pianificazione della gitaall’analisi dell’utilità dei materiali da mettere nello zaino, A.R.T.Va.pala e sonda in primis, non si è dimenticato di dare informazioni circal’osservazione della neve in relazione alla meta prescelta. Ben dieci icampi neve allestiti per le esercitazioni e le simulazioni di ricercaA.R.T.Va., sondaggio ed autosoccorso, valutazione nivologica edintervento sanitario. Presenti le Unità cinofile da valanga. I 48 tecniciC.N.S.A.S. e i 17 istruttori C.A.I. hanno coinvolto gli 89 partecipanti

provenienti, per la maggior parte, dalle sezioni C.A.I. di Forno, Cuorgnè, Rivarolo, Torino, Chiasso, Verres, UGET, Ivrea eChatillon; 28 i non iscritti C.A.I. I partecipanti, soprattutto ciaspolaori, si sono dichiarati molto interessati ed hanno apprezzato ladisponibilità e l’entusiasmo di tecnici C.N.S.A.S. ed istruttori C.A.I.

Giovanna Autino

Alpe Devero (Piemonte)La manifestazione si è svolta nella splendida conca dell’AlpeDevero, complice una bella e calda giornata di sole e un innevamen-to non eccezionale ma almeno sufficiente per questo inverno balor-do. Molti gli appassionati che hanno voluto provare o affinare le tec-niche di autosoccorso in valanga nei classici campi dedicati al son-daggio, alla ricerca con A.R.T.Va. e al disseppellimento di un even-tuale travolto. Una quarantina i tecnici della Delegazione Valdossolacoinvolti, tra cui un IP che ha tenuto una breve lezione sull’immobi-lizzazione di un infortunato.Una giornata ben riuscita che ha permesso di far conoscere più afondo il Soccorso alpino e di scambiare opinioni e pareri con tantifruitori della montagna che conoscono la nostra attività solo per gliaspetti negativi o dalle pagine di qualche giornale. Un esperienza daripetere a detta, non solo dei partecipanti, ma anche dei nostri tecni-ci.

Giulio Frangioni

Sicuri con la neve • Sicuri con la neve • Sicuri con la neve • Sicuri conn llaa nneevvee •• SSiiccuurrii ccoonn llaa nneevvee •• SSiiccuurrii ccoonn llaa nneevvee •• SSiiccuurrii ccoonn llaa nneevvee

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40 il Soccorso Alpino aprile 2012

Val Sangone (Piemonte)Causa lo scarso innevamento, la Stazione C.N.S.A.S. ValSangone ha aderito a Sicuri con la neve organizzando la mani-festazione il 5 febbraio, in concomitanza di una ciaspolata noncompetitiva; di conseguenza, gli appassionati coinvolti eranoquasi tutti ciaspolari, un solo scialpinista. Cinquantotto le persone coinvolte (di cui quarantadue maschi);solo nove gli iscritti al C.A.I. Si è constatato che pressoché nes-suno pianifica la gita e solo tre possedevano l’A.R.T.Va.; l’e-quipaggiamento, mediamente, è parso adeguato. Buona parte deipartecipanti ha apprezzato la presenza del C.N.S.A.S. sul posto,la distribuzione di materiale informativo, la possibilità di uncampo neve organizzato dove effettuare prove di ricercaA.R.T.Va. e di sondaggio; molto gradita la presenza delle Unitàcinofile che hanno fatto dimostrazioni di ricerca in valanga. Nelcomplesso, l’iniziativa sembra stia riscuotendo un buon interes-sare che fa pensare ad una prosecuzione futura.

Massimo Fontana

Alpe di Mera (Piemonte)La XIII Delegazione C.N.S.A.S. Valsesia Valsessera, con la colla-borazione della Scuola di sci alpinismo del C.A.I. Varallo, ha datovita alla giornata Sicuri con la neve 2012. Presenti all’evento un I.R.Tec., tre Te.S.A., sette O.S.A. , un medi-co, due U.C.V., Scuola di sci alpinismo componenti Istruttori tito-lati due I.S.A., tre I.S., quattro osservatori. Allestito gazebo per registrazione persone, preparati e delimitati duecampi A.R.T.Va. Vista la scarsità di neve non si è potuto eseguireun programma più dettagliato. Comunque è stata fatta un’introdu-zione all’uso dell’ A.R.T.Va. nelle sue funzioni in digitale e analo-gico e prove di ricerca. Le Unità cinofile hanno preparato una bucaper la ricerca con i cani di un figurante ed hanno effettuato più pas-saggi. In chiusura di giornata la simulazione di intervento dellaU.C.V. Si è proceduto con la tecnica di disseppellimento della per-sona, sulla quale è intervenuto il medico che ha illustrato la parte

sanitaria. Essendoci scarsa presenza di sciatori sulle piste, pochi si sono presentati per la registrazione e le informazioni del caso,si è cercato comunque di coinvolgere gli stessi andando noi direttamente sulla pista a colloquiare con loro.

Sabina Rota

Piano Battaglia (Sicilia) Successo della manifestazione Sicuri con la neve 2012 a PianoBattaglia (Petralia-Madonie), dove gli uomini della Stazione Siciliaoccidentale della X Zona speleologica il 15 gennaio hanno appronta-to sin dalle prime ore del mattino una tenda con materiale illustrativoe fotografie relative all’attività del S.A.S.S. Di fronte ad un folto pub-blico sono state poi simulate la ricerca di travolti in valanga conA.R.T.Va. e il soccorso di un ferito con barella. Alle dimostrazionihanno partecipato i soci delle sezione C.A.I. di Cefalù e Palermo, ilPresidente dal Servizio Sicilia del C.N.S.A.S. Giorgio Bisagna e quel-lo del C.A.I. Sicilia Mario Vaccarella. Presenti uomini del Soccorsomontano del Corpo forestale della Regione siciliana col dirigenteGiuseppe Chiarelli. Alla manifestazione hanno collaborato anche laprotezione civile della Provincia regionale di Palermo, l’associazionedi volontariato UGES di Castelbuono e il negozio Genchi Extreme diPalermo.

Antonio Di Giovanni

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41aprile 2012 il Soccorso Alpino

Rifugio Sapienza (Sicilia)Anche nel 2012 la Sicilia ha aderito con entusiasmo alla giornataSicuri con la neve, fortemente voluta dal C.N.S.A.S., organizzando aNicolosi Nord, Rifugio Sapienza, uno stand informativo ed un camponeve. L’evento è stato organizzato dalla Stazione Etna sud della XXIDelegazione alpina, con la collaborazione del S.A.G.F., del Corpoforestale, del Soccorso piste della Polizia di Stato e del Comune diNicolosi. Nonostante le pessime condizioni meteorologiche l’inizia-tiva ha riscosso notevole successo, con la partecipazione di circacento persone, per la gran parte giovani appartenenti alle sezioniC.A.I. ed ai gruppi di Alpinismo giovanile. Dopo una illustrazionedei pericoli connessi alla attività escursionistica invernale, si è pro-ceduto ad una dimostrazione di ricerca di un sepolto in valanga, conl’uso dell’A.R.T.Va. e le varie tecniche di sondaggio e disseppelli-mento. A seguire, molti dei partecipanti si sono cimentati in prove diricerca e sondaggio. Il gran numero di partecipanti e l’attiva parteci-pazione indicano che vi è grande interesse per questi argomenti; pro-

babilmente una più incisiva campagna di pubblicizzazione porterà a risultati ancora più lusinghieri.Giovanni Mazzoleni

Località varie (Toscana) Nelle località di Piglionico, Arnetola, Casone di Profecchia, Vetricia,Casentini, Pratorsi, Doganaccia, a Pian della Fioba, Resceto, FornoBiforco, Passo della Calla, il Soccorso alpino e speleologico toscanoha organizzato dei presidi informativi.Presso il Rifugio Cantore, è stato organizzato un convegno, in colla-borazione con il C.A.I. di Siena, dove sono stati affrontati i temi dellasicurezza su terreno innevato. In località Foce di Mosceta è statoattrezzato un campo neve per sensibilizzare gli escursionisti all’uti-lizzo dell’A.R.T.Va. Un secondo campo A.R.T.Va. è stato allestitoin zona Abetone. La frequenza nel complesso medio-bassa, ha evi-denziato il problema d’informazione sulla giornata Sicuri con laneve. Dai questionari compilati, si evince che le persone che si spin-gono in ambiente innevato, per compiere attività che non richiedonoalto grado di specializzazione spesso hanno equipaggiamento inade-

guato e poche informazioni sui rischi che potrebbero correre.Laura Giannetti

Canazei (Trentino Alto Adige) In località Passo Pordoi, con il contributo della Provincia diTrento, quest’anno è stato installato in memoria di Diego, Alex,Erwin e Luca un campo per l’autosoccorso e l’addestramentoalla ricerca con l’A.R.T.Va. dei travolti in valanga.Nella giornata del 15 gennaio scorso il C.N.S.A.S. Auta Fasha,le Guide alpine Ciamorces e il Servizio valanghe italiano, ade-rendo all’iniziativa nazionale Sicuri con la neve, hanno orga-nizzato presso il campo una giornata dedicata alla prevenzione,parlando di sicurezza in montagna e spiegando cos’è e come siusa un A.R.T.Va. a tutti coloro che sono intervenuti e si sonofermati al campo. L’iniziativa ha suscitato un certo interesseche vale sicuramente la pena coltivare per il futuro. L’augurio è

quindi di ritrovarci anche il prossimo anno, sperando in una stagione più generosa dal punto di vista delle precipitazioni nevose. Sandro Sterpini

Sicuri con la neve • Sicuri con la neve • Sicuri con la neve • Sicuri conn llaa nneevvee •• SSiiccuurrii ccoonn llaa nneevvee •• SSiiccuurrii ccoonn llaa nneevvee •• SSiiccuurrii ccoonn llaa nneevvee

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42 il Soccorso Alpino aprile 2012

Bressanone/Plose (Trentino Alto Adige) Si sono svolti tre diversi eventi correlati: presso la sedeC.A.I. una proiezione della Guida alpina MaurizioLutzenberger, alla partenza della cabinovia a S.Andrea unostand per spiegare agli interessati le norme per la preven-zione valanghe e norme comportamentali sulla neve e, traValcroce e Malga Cavalli, è stata creata una valanga con tresepolti (uno con A.R.T.Va., uno per sondatori ed uno percane) dove tutti i partecipanti, dopo aver visto la dimostra-zione di come i soccorritori agivano, potevano provare asimulare un intervento e testare le apparecchiature di ricer-ca, sempre seguiti dai tecnici del C.N.S.A.S. E’ stata orga-nizzata con destinazione Gabler, una ciaspolata con unaguida del Soccorso alpino ed alcuni soccorritori, dove sonostati rispiegati gli accorgimenti da adottare durante una gita.

Buona la partecipazione del pubblico, un centinaio di persone circa, dovuta anche al supporto di stampa e televisione.Ciro Zanesco / Stefano Leonardi

Monti Sibillini (Umbria)La giornata nazionale Sicuri con la neve è stata inserita inUmbria, nel progetto denominato Parchi attivi, di cui laRegione Umbria ne è titolare. Il programma, al quale parte-cipano attivamente per le loro specificità il Soccorso Alpinoe Speleologico Umbria (S.A.S.U.) e il Gruppo regionaleC.A.I. Umbria, ha come finalità, attraverso le disciplinesportive, quello della massima valorizzazione delle areenaturali protette. Le due Organizzazioni hanno realizzatoper l’intera giornata una postazione in Val di Canatra, neiMonti Sibillini, per informare e sensibilizzare i tanti fre-quentatori delle montagne umbre e prevenire gli incidentida valanga. La poca neve caduta in questo inizio di stagio-ne non ha scoraggiato gli oltre 250 partecipanti fra sciescursionisti, amanti delle ciaspole, ragazzi dell’Alpinismogiovanile, turisti, soci C.A.I. e non, che durante la giornata

hanno visitato lo spazio attrezzato, prendendo parte attivamente a dimostrazioni ed esercitazioni. Un successo insomma, al di sopradelle aspettative, specialmente per l’interesse riscosso.

Silvia Sigali Parasecolo

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43aprile 2012 il Soccorso Alpino

Sono le 10:56 di domenica 15 gen-naio quando ricevo uno scarnoSMS dal Presidente nazionale

Pier Giorgio Baldracco: “ Al momentoè probabile una richiesta ufficiale perl’intervento sulla nave dei nostri speleo-sub.”

Ci sono diverse fasi che caratterizza-no un intervento di soccorso e ci sono di-versi stati d’animo che a queste fasi si as-sociano. La fase di chiamata è forse lapiù ansiogena. Le informazioni precisesono poche, bisogna dare una rispostaefficace, bisogna prevedere l’imprevisto.In questo contesto l’esperienza accumu-lata diventa risolutiva, fornisce la tran-quillità necessaria a fornire con compe-tenza le prime risposte operative.

Ma come inquadrare in tutto ciò il re-litto di una nave lunga trecento metriadagiata sugli scogli di un isola in mez-zo al Tirreno ?

Tutto nasce dagli accordi operativiche sono stati ultimamente siglati con ilDipartimento di Protezione civile. Unprotocollo estremamente interessante cheha messo a disposizione per una gammapiù ampia di scenari le peculiari compe-tenze via via accumulate dal C.N.S.A.S.negli oltre cinquanta anni di attività disoccorso in grotta ed in montagna. Da

bravi professionisti dell’emergenza unadelle prime preoccupazioni è stata ap-punto di individuare quali scenari megliopotevano adattarsi ad un utile impiegodei nostri tecnici. A L’Aquila avevanomagnificamente operato i tecnici diso-struttori la cui competenza nell’utilizzodelle microcariche aveva permesso il re-cupero di superstiti, era importante valu-tare gli scenari di impiego anche deglispeleosubacquei. E infatti a ottobre cieravamo esercitati sul problema, unaesercitazione con la Guardia di finanzasu un relitto al largo di Civitavecchia. Infondo l’ambiente di un relitto è moltosimile agli spazi confinati di una cavitàsommersa.

Ecco perché, al momento della suaemanazione, la fase di preallarme nonstupisce più di tanto i nostri subacquei.Forse sono i loro delegati i più perplessi:il C.N.S.A.S. in mare ? A che fare ? Suuna nave ? Su quella nave ?

In molti mi chiedono spiegazioni,qualcuno poi deciderà perfino di accom-pagnarli. Non ho molto da dire, ma spie-go ogni cosa, la richiesta è coerente, sibasa su accordi precisi e questo è un in-gaggio ufficiale. Ai delegati chiedo untecnico in appoggio ad ogni speleosu-bacqueo, preferibilmente con buona

esperienza di forra o disostruzione, pos-sibilmente attrezzato per percorsi acqua-tici (muta stagna e giubbotto salvagente),dato che non abbiamo la più pallida ideadi come avverrà la penetrazione nellanave, se saranno necessari percorsi aereida attrezzare è importante che ci sianodei tecnici che li approntino e aiutino iltrasporto dei materiali. La commissionedei disostruttori era nel frattempo in riu-nione in Umbria, sulla scorta di questoragionamento, una decina di loro sono di-rottati verso l’isola.

La domenica sera siamo tutti al molodi Porto Santo Stefano, aria pungente ecielo limpido, vagamente eccitati dallaassoluta novità della situazione. Alcunidi noi sono peraltro già sull’isola e par-teciperanno al briefing di domattina alle7:00, il Presidente Baldracco ha già par-tecipato ad una riunione alla Prefettura diGrosseto, è stato sull’isola ed adesso è in-sieme a noi.

Ci chiarisce la situazione. Il bestioneè immenso, nella zona aerea della navestanno operando le squadre dei V.F., nonhanno chiesto la nostra collaborazione,l’operatività richiesta è solo degli spe-leosubacquei, decidiamo comunque dimantenere in zona un ristretto numero didisostruttori a scopo cautelativo, l’espe-

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il Soccorso Alpino aprile 2012

rienza insegna quanto valga prevenire enon subire l’imprevisto.

La mattina di lunedì 16 trasferiamoquasi tutti i subacquei in zona di opera-zioni, sull’isola, al Giglio. La nave è vi-sibile da lontanissimo, sembra una bian-ca scarpata sul fianco della montagna, èlunga come tutto il piccolo paese intor-no al porto. Man mano che ci si avvici-na, vedendola così innaturalmente cori-cata, con l’acqua che lambisce vetrate ecampi da tennis, si percepisce tutta latragedia del naufragio. All’arrivo ciinformano sui risultati della riunionemattutina: si è parlato a lungo e quasiesclusivamente della situazione struttu-rale della nave, valutata con i rilievi to-pografici effettuati durante la notte, piùtardi ci dovrebbe essere il meeting dei

subacquei. I dati dei topografi eviden-ziano uno spostamento centimetrico (3-4 cm), non abbiamo la più pallida ideadi quanto potrebbe essere importante, anoi pare assai poco, ma tutte le opera-zioni, riunione compresa, vengono so-spese. Si aspetta, e intanto ci si organiz-za per la logistica. Nel giardino di unascuola elementare piantiamo le tendeper il ricovero del materiale, al pianoterra hanno allestito una mensa, ai pianisuperiori ci sono materassi e cuscini.Sappiamo cosa fare e sistemiamo tuttocon metodo, intorno a noi c’è un di-screto viavai di gente, Vigili del fuocoper lo più. Si decide almeno una pro-spezione dell’esterno della nave, per va-lutare le possibili vie di ingresso, unasquadretta di operatori della Marina mi-

litare più alcuni di noi ealcuni subacquei deiV.F. si allontanano dalmolo in gommone. Alritorno riferiscono diavere valutato dellezone idonee, sono ve-trate che è possibile farsaltare con microcari-che di esplosivo, unforo in basso per l’in-gresso dei subacquei eduno più in alto pereventuali recuperi. Nelpomeriggio riunioneoperativa: ci siamo noi,i V.F., la Marina mili-tare e la Guardia co-stiera, il clima e’ un po’freddino ma si parla dicosa e come fare, siamoli per questo, l’intesa èpresto raggiunta, sotto-lineiamo le nostre pe-culiarità, abitudine a la-vorare in acque torbi-de, operatività h 24

(cioè protratta per tutte le ventiquattroore della giornata), attrezzature specifi-che sia in termini di illuminazione che diautorespiratori. I nostri subacquei hannoinfatti in uso i rebreather, sistemi a ri-circolo d’aria che garantiscono tempi diimmersione lunghissimi nonché quasiassenza di emissione di bolle d’aria chepotrebbero muovere le sospensioni edintorbidire ulteriormente l’acqua.Purtroppo a fine riunione quanto decisoviene in gran parte cassato dallaDirezione operazioni, a fini di sicurezzanon saranno permesse penetrazioni con-temporanee nel relitto, ma dovrà essereeffettuata una singola immersione allavolta … I tempi di immersione devonoessere parametrati ai tempi di possibileevacuazione del relitto quindi molto bre-vi. Per quanto riguarda l’operatività an-che notturna che abbiamo garantito, almomento non se ne parla, saremmo isoli ad effettuarla, troppo pericoloso (civiene sottolineata una “diversa perce-zione del rischio”) …

Prendiamo atto, ci sono altri al coor-dinamento, e non vogliamo prevaricare,ci mancherebbe. Per il momento abboz-ziamo, non esattamente in modo discre-to, ma abbozziamo. Serata libera, i su-bacquei preparano le loro cose, si giron-zola nei pressi del porto, si fanno pro-getti, si commenta il nulla che si è fatto,si beve un caffè.

Martedì 17. La mattina è riempita daibotti dei G.O.S. (Gruppo OperativoSubacqueo) della Marina militare, sonoeuforizzanti, una buona risposta all’apa-tia della giornata trascorsa. Per me e peril Presidente Baldracco si prospetta unariunione plenaria alla Prefettura diGrosseto. Abbiamo raccolto le perplessitàdei nostri tecnici e siamo pronti a tra-smetterle. Le riunioni sono due, molteparole, ma otteniamo l’autorizzazione apoter fare le immersioni in contempora-

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45aprile 2012 il Soccorso Alpino

nea e di effettuare l’attività h 24. Nel frat-tempo i nostri subacquei aspettano il loroturno di immersioni. Per prima la capita-neria di porto, trova dei corpi, chiede difare anche le immersioni successive, nefarà numerose, mentre gli altri aspettanodiligentemente il loro turno … Alle 17:00(sono le 17 del pomeriggio) abbiamo ilvia libera per operare. Sui gommoni chela Pro.Civ. ci ha messo a disposizione cisono dei simpaticissimi membri dellaF.I.A.S. piemontesi e romagnoli, saran-no a nostra completa disposizione e lo di-mostreranno in modo eccezionale. I pri-mi ad immergersi sono Beppe Minciottie Tony Bileddo in coppia con due subac-quei dei Vigili del fuoco. Sono di ritornodopo circa una ora, li circondiamo. Acquamolto torbida, piena di residui, probabil-mente cibo. Caos di oggetti che galleg-giano e semi sommersi, la progressioneè complessa e talvolta bisogna cammina-re sulle suppellettili, hanno le immaginiriprese con la telecamerina sul casco, cispostiamo nelle scuole, nell’aula che ci èstata assegnata, così tutti potranno veder-le. La zona di nave che ci hanno riserva-to da esplorare è il salone del teatro (lo-cation poco probabile per qualche recu-

pero, ma in fondo bisogna bonificare tut-ta la nave…). L’ampia apertura viene fat-ta passare con metodo, non sono staterinvenute vittime. Siamo tutti riuniti ipo-tizzando l’immersione successiva, ci sonodei passaggi aerei praticabili, basterebbeattrezzarli un minimo … Ma non siamostati coinvolti per questo, viste le diffi-coltà già incontrate decidiamo di con-centrare l’operatività sull’ambiente som-merso. Il briefing serale viene spostato diuna ora: alle 22:00. Riunione al solitofreddina, i V.F. e la Capitaneria di portodevono essersi già parlati, non ci vienechiesto nulla di quanto fatto e non ci vie-ne comunicato nulla di quanto fatto da al-tri … Non riesco a stare zitto, e suscito lerimostranze di chi dirige, non me ne curoed insisto. Alla successiva riunione ope-rativa ci viene mostrata migliore condi-scendenza, pianifichiamo alcune possi-bili strategie per l’indomani ma … di la-sciarci fare le immersioni di notte non sene parla. Manca un preciso piano di si-curezza, Vigili del fuoco, Capitaneria diporto, Marina militare a turno ci spiega-no quanto siano pericolose, provare aspiegare che chi è abituato a lavorare sot-toterra se ne impippa di che tempo fa

fuori è vano esercizio lessicale, ci accor-diamo per preparare un dettagliato pianodi sicurezza per l’indomani, ma perse-guiamo il nostro intento, per questa seracomunque non ci si bagna, tutti a nanna,pazienza.

Mercoledì 18. La Marina militare par-tita per posizionare le nuova caricheesplosive è stata richiamata indietro. Lanave si è mossa, pare di circa un metro emezzo. Le misure fatte con il teodolite dalbordo degli scogli vengono confrontatecon gli accelerometri posizionati sullanave. Questi ultimi non hanno registratoalcuno spostamento. Stante la discrepan-za dei dati si effettueranno nuove misuree nuovi controlli, i dati saranno ulterior-mente controllati da un esperto. Si cercadi fare qualcosa, viene posizionata unatenda sull’apparecchiatura di misura, sifanno alcune immersioni in prossimitàdella costa, si visita l’isola. Tutto è ri-mandato al briefing serale delle ore 20:00,la nave è salda, le immersioni possono ri-prendere, il piano di sicurezza è stato sti-lato, la camera iperbarica è sul molo, ilmedico pronto sul gommone, ma … datoche non sono stati fatti i varchi, anche perquesta notte non ci immerge.

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46 il Soccorso Alpino aprile 2012

Giovedì 19. Via libera al brillamentodelle cariche per i varchi ma … c’è del-l’attività in zona aerea da privilegiare, sislitta di qualche ora. Diversi tecnici rien-trano alle rispettive sedi, i commenti nonsono benevoli, c’è da capirli. Ore 15:35i varchi sono aperti, ci si immerge, ma …la Marina non ci comunica la posizionedel varco a noi assegnato, scopriremoche non hanno avuto tempo di farlo peri ritardi, in compenso ci segnalano alcu-ni portelli aperti che “potremmo utiliz-zare” ( e mo’ ce lo dicono …). La zonada esplorare è la prua della nave, zona al-loggi dell’equipaggio (location poco pro-babile per qualche recupero, ma in fon-do bisogna bonificare tutta la nave…). Lavisibilità è discreta, si fanno diverse pe-netrazioni. Ci si organizza per dare ilmassimo dell’operatività almeno fino al-l’indomani, lavorando in continuo con-tiamo di bonificare tutta la parte asse-gnataci, ma … rileggendo il piano di si-curezza per l’attività notturna risulta in-dicato l’allertamento di un elicottero sisottolinea come il solo allertamento nonbasti, l’elicottero è meglio che sia in zonae non solo allertato. Con queste nuovemodifiche l’arrivo della macchina non èpossibile se non dopo le 24:00 … ed an-che per questa notte, a nanna.

Venerdì 20. Il C.N.S.A.S. abbandona

l’isola del Giglio. Il comunicato stampaufficiale recita:

“Il Presidente del Corpo NazionaleSoccorso Alpino e Speleologico(C.N.S.A.S.), venute meno le condizionied i presupposti operativi, in accordo conil Dipartimento della Protezione civile,ha disposto la conclusione della parteci-pazione alle attività di search and re-scue nella nave Costa Concordia. La par-tecipazione del C.N.S.A.S. è terminatanella mattinata di oggi.

Il C.N.S.A.S. è stato attivato dalDipartimento della Protezione civile, surichiesta della Prefettura di Grosseto, alleore 11.00 di domenica 15 gennaio 2012per partecipare con gli speleosubacqueidel Soccorso speleologico alle attività diricerca.

Alle operazioni hanno partecipato 72tecnici del Soccorso speleologico, di cuidiciannove speleosubacquei e 53 di sup-porto specialistico. La F.I.A.S.(Federazione Italiana AttivitàSubacquee) con dieci volontari e duegommoni ha supportato eccellentementeil lavoro dei tecnici del C.N.S.A.S.Nell’ambito della più generale attività dicoordinamento dei soccorsi, le operazio-ni del Soccorso speleologico sono statecoordinate direttamente dall’isola delGiglio da Pier Giorgio Baldracco,

Presidente nazionale del CNSAS, e daCorrado Camerini, Responsabile nazio-nale del Soccorso speleologico. “

Che dire, certamente non è questa lasede per cercare polemiche fine a se stes-se. La ricerca di dispersi per ilC.N.S.A.S. è obbiettivo primario, ab-biamo criteri e priorità maturati in am-bienti certamente ostili, ostili anche peri soccorritori per intenderci, conosciamomolto bene i rischi che si corrono, edabbiamo affinato le strategie operativeper poter operare al meglio. Le procedu-re applicate all’isola del Giglio erano difatto in assoluto contrasto con i nostriparametri, che pure non riteniamo certa-mente azzardati.

Siamo una struttura di emergenza sa-nitaria, abituati a contare le ore se nonproprio i minuti di reattività in un inter-vento, di fronte a interi giorni di sospen-sione dell’attività, tempi contingentati,limiti operativi ci siamo trovati spiazza-ti non riuscendo ad assimilarne comple-tamente le motivazioni. Forse non siamoancora sufficientemente configurati perquesta diversa filosofia di intervento,ma ne faremo tesoro …

Per nostra natura siamo abituati a re-cuperare il massimo dalle situazioni incui ci imbattiamo. L’esperienza è la chia-ve della corretta operatività.

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47aprile 2012 il Soccorso Alpino

L’attività della S.Na.T.S.Sub. que-st’anno ha sofferto per il drasticoridimensionamento dei fondi di-

sponibili, che si sono ridotti di oltre il50%. Nel 2010 abbiamo avuto una asse-gnazione di € 25.000,00, nel 2011 sonostati assegnati € 12.000,00.

Con questo taglio letale abbiamo do-vuto rinunciare a gran parte delle attivitàprogrammate. Tutte le previsioni di ac-quisto materiali sono state cancellate.L’incontro formativo di aggiornamentoper gli istruttori della S.Na.T.S.Sub. nonsi è potuto organizzare. Il programma diformazione per i tecnici speleosubacqueigià appartenenti alla com.sub. non si èpotuto svolgere, quindi quest’anno nes-sun componente della Com.Sub. ha po-tuto svolgere corsi per acquisire qualifi-che superiori, poiché la Scuola non hapotuto sostenere le spese per nessun cor-so per rebreather, nessun corso per altofondale, nessun corso di specializzazio-ne è stato fatto.

A causa delle ridotte disponibilità riu-nioni e trasferte sono state ridotte e con-tenute all’osso per mancanza di fondi.

Tuttavia nonostante le ristrettezzeeconomiche l’attività della S.Na.T.S.Sub.è stata intensa e proficua.

In relazione alle ridotte disponibilitàla Direzione del Coordinamento speleo-logico ha indicato come prioritario l’o-biettivo di privilegiare l’attività per au-mentare il numero dei tecnici speleosu-bacquei della struttura.

In attuazione di questo indirizzo nel-la prima parte dell’anno si è conclusapositivamente la formazione di due tec-nici speleosubacquei della VIII Zona ini-ziata nel 2010. Con l’occasione della tra-sferta in Sardegna e grazie all’interven-to economico della Delegazione speleo-logica sarda è proseguita la formazioneper il rilascio di brevetti per l’alto fon-dale.

Sempre nella prima parte dell’anno èstato realizzato in collaborazione con laCom.Sub. uno stage di perfezionamento

per gli interventi su relitto della durata ditre giorni.

Lo stage si è svolto in Liguria ed èstato tenuto da esperti di livello interna-zionale. E’ stato un momento molto uti-le di scambio di esperienze ed opinioni,che ha consentito di uniformare tecni-che e attrezzature per questa tipologia diinterventi.

L’impegno nei tre giorni è stato in-tenso e ha visto alternarsi immersionioperative/addestrative con sessioni teo-riche in aula e momenti di dibattito econfronto su tecniche, materiali e proce-dure.

A seguito degli approfondimenti edelle prove pratiche sono emersi moltidettagli che hanno consentito allaS.Na.T.S.Sub. la messa a punto di unprotocollo per l’intervento su relitto, pri-ma del tutto inesistente, dove, oltre alleprocedure da adottare nella eventualità diuna richiesta di intervento, sono indica-te anche le attrezzature e le strutture ne-cessarie in tali operazioni.

La seconda parte dell’anno è statadedicata esclusivamente alla valutazionee selezione di nuovi tecnici da inserirenell’organico della Com.Sub.

Sono state effettuate due sessioni diverifica per accertare le capacità tecnichedei candidati. Alle verifiche hanno par-

tecipato volontari della I Zona speleolo-gica Piemonte, II Zona speleologicaFriuli Venezia Giulia e VI Zona speleo-logica Veneto Trentino Alto Adige.

Il livello dei partecipanti è stato buo-no sia dal punto di vista della prepara-zione tecnica che dal punto di vista mo-tivazionale. Questo ha facilitato l’atti-vità formativa che per alcuni si è con-clusa entro l’anno 2011, mentre per glialtri la mancata conclusione è solo do-vuta ad avverse condizioni meteorologi-che che non hanno consentito la conclu-sione dell’attività formativa.

Oltre all’attività istituzionale di for-mazione interna, nel corso dell’anno laS.Na.T.S.Sub. ha partecipato alla fierasubacquea EUDI SHOW di Bologna, alsalone PROTEC di Torino dove è statopresentato il manuale

Soccorso speleosubacqueo storia tecniche e procedure

ed al raduno rebreather nell’isola diPonza nell’ambito del quale è stata illu-strata l’attività di prevenzione e soccor-so svolta dal C.N.S.A.S. in ambito spe-leosubacqueo e come questa abbia con-tribuito in modo determinante all’evolu-zione delle tecniche anche nelle immer-sioni in acque libere.

Beppe Minciottidirettore SNaTSSub

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48 il Soccorso Alpino aprile 2012

S i è conclusa domenica 26 febbraiopoco prima del tramonto la gior-nata che ha dato il brevetto di ope-

ratività alle prime Unità cinofile ricercain macerie del Corpo nazionale soccorsoalpino e speleologico. Cinque cani e cin-que conduttori che dalla primavera del2011 hanno dedicato molte giornate allaformazione specifica per un progetto for-temente voluto dal Dipartimento nazio-nale della Protezione civile e recepitodal C.N.S.A.S.

Cinque i candidati e cinque i bre-vettati, con votazioni eccellenti accom-pagnati da parole forti e lusinghieredell’istruttore valutatore dei pompierifrancesi Thierry Gay: “Con grande sor-presa, veramente grande, devo dire chei cani, nonostante la giovane età, sonopreparati per il lavoro che devono svol-gere”.

Un grande abbraccio dei conduttoricon il figurante Sergio Santoro, figurastrategica, poliedrica e fondamentale perla riuscita del progetto macerie, una stret-ta di mano forte e significativa traAdriano Favre (responsabile nazionalecinofili) e l’istruttore valutatore francesehanno segnato la conclusione di un per-corso impegnativo e complesso. ProprioAdriano ha preso in mano dal primo gior-no il progetto, ambizioso e nebuloso al-l’inizio, seguendolo e gestendolo fino algiorno del brevetto. “Questo è solo il pri-mo degli obiettivi che ci siamo posti. Pertutte le Unità puntiamo alla bivalenza,

per alcuni di loro alla trivalenza, realtàfino a pochi mesi fa neanche immagina-bile”

Ma facciamo un passo indietro.Maggio 2011: dopo tanta attesa ven-

gono consegnati ai conduttori designati icani di circa otto mesi provenienti dallaFrancia. Razza Pastori belga malinois,una femmina e tre maschi in parte giàformati al lavoro in macerie dalla scuo-la francese dei pompieri. LudovicBlegean Sergente capo pompiere profes-sionista e consigliere cinotecnico deiSapeurs pompiers di Limoges dopo unalunga chiacchierata propone ad ogni con-duttore un cane.

Fabotte alla Lombardia, Flap alLazio, First alla Sardegna e Flash alVeneto. Ai quattro malinois francesi siaggrega un delizioso kelpie friulano, ini-zialmente considerato come mascotte vi-sto la giovane età, che però nei mesi dilavoro ha dato prova di grande talento egrande tempra, tanto da meritare anchelui il brevetto di operatività.

Ufficialmente 32 giornate con ilSergente Blegean, e molte altre privata-mente per la condotta e la socializzazio-ne hanno portato all’ottenimento del bre-vetto. Un istruttore deciso e forte, bra-vissimo nel suo campo, duro con i con-duttori quanto tenero con i cani.

Saint Jean de Maurienne (Savoia) haospitato il Soccorso Alpino dalla mattinaalle ore venti, fino a poco prima del tra-monto. Ogni Unità cinofila doveva tro-vare due dispersi sepolti da uno smot-tamento che la collina sovrastante il pae-se aveva subito dopo un lungo periodo dipiogge. Diverse case crollate. Sono ba-stati pochi minuti ad ogni binomio ed itravolti sono stati recuperati e salvati …

Paolo Cortelli PaniniResponsabile veterinario progetto cani da macerie

Commissione comunicazione e documentazione (C.C.D.)

Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico

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49aprile 2012 il Soccorso Alpino

D ovevano essere solo i cani damacerie a lavorare a CanaleMonterano, straordinario borgo

disabitato dai primi dell’Ottocento inprovincia di Roma, ed invece l’incontromensile di questa nuova esperienza delSoccorso alpino e speleologico si è tra-sformata in un qualcosa di più grande.Alla squadra in formazione composta dacinque Unità provenienti da diverse re-gioni italiane si sono unite le UnitàCinofile (U.C.) del Centro sud per l’at-tuazione del progetto Poli formativi peraspiranti unità cinofile, e Nick Carter,cane da ricerca molecolare brevettatoed operativo da ottobre 2011, accompa-gnato dal suo conduttore nonché respon-sabile nazionale dei cani bloodhound.

Il C.N.S.A.S. si avvale da più di qua-ranta anni del fiuto dei cani per la ricer-

ca dei travolti in valanga e da più di ven-ti per la ricerca di persone disperse in am-biente impervio. Negli ultimi anni le esi-genze scaturite da analisi approfonditesulle tipologie di ricerca, associate al-l’attenzione dell’utilizzo dei cani in altrenazioni, hanno portato, grazie all’atten-zione di esperti del settore cinofilo comeFederico Lazzaro, alla decisione di isti-tuire nuove realtà operative, e precisa-mente i cani molecolari (formati ed ope-rativi da tempo e con risultati eccellenti)ed i cani da macerie (attualmente in for-mazione e prossimi al brevetto di opera-tività in Francia tra qualche mese).

Il vecchio borgo si è trovato quindi,per la disponibilità dell’Ente gestore delComune di Canale Monterano e la colla-borazione per la logistica del gruppo diprotezione civile locale Monterano, ad

ospitare volontari del C.N.S.A.S. dallecapacità straordinarie nella ricerca deidispersi. Si parla ovviamente dei cani,protagonisti indiscussi dell’incontro la-ziale. “Ho sempre creduto nelle Unitàcinofile, e credo fermamente che tali ec-cellenze dovrebbero meritare spazi edattenzioni adeguati al livello che han-no”, afferma il Presidente della RegioneLazio Massimo Mari, presente all’in-contro in compagnia del Vice presiden-te Corrado Pesci ed al delegato alpinoMarcello Tessaro. “Proprio per questoabbiamo non solo accettato, ma caldeg-giato il progetto di ospitare nella nostraregione uno degli incontri mensili che leUnità cinofile da macerie stanno svol-gendo prevalentemente al nord Italia”.

Inizialmente doveva trattarsi di unsemplice incontro del percorso formati-

UUnniittàà cciinnooffiillee aaCCaannaallee MMoonntteerraannoo ((RRoommaa))

a cura di Paolo Cortelli PaniniAddetto stampa Commissione comunicazione eDocumentazione CNSAS

foto Chiara Bogorelli

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50 il Soccorso Alpino aprile 2012

vo delle Unità cinofile cani da macerieche mensilmente si ritrovano per la pre-parazione al brevetto di operatività (feb-braio 2012) in Francia. Un incontro nelLazio organizzato dal C.N.S.A.S. conl’aiuto di uno dei conduttori macerie (pe-raltro capostazione della Stazione diViterbo) Nicola Carosi che ha curato tut-ta la parte logistica.

Durante l’organizzazione dell’eventola notizia è giunta a Marco Garbellini(direttore della Scuola nazionale Unitàcinofile ricerca in superficie) che ha di-sposto che l’incontro del Centro sud Poliformativi per aspiranti UC, approvatidall’Assemblea Nazionale a titolo speri-mentale in funzione di una riduzione deigiorni di partecipazione al corso nazio-nale dovesse svolgersi proprio a CanaleMonterano. Tale progetto, relativo aipoli formativi, era stato già svolto, sem-pre in due giorni, al nord (Brescia) con lapartecipazione di molte regioni(Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta,Liguria, Emilia Romagna, Veneto). NelLazio è stata richiesta la partecipazionedell’Umbria, Lazio, Abruzzo, Puglia,Sardegna e Calabria.

L’evento non poteva a questo puntosvolgersi senza la presenza dei moleco-lari. Un ringraziamento particolare al re-sponsabile del progetto cani molecolaribloodhound Federico Lazzaro che diret-tamente dalla conclusione di un aggior-namento in Piemonte con i colleghi è ar-rivato nel Lazio per partecipare all’in-contro con interviste al C.C.D.(Commissione ComunicazioneDocumentazione) presente per un pro-getto di interviste video e archivio foto-grafico.

Molti volontari a quattro zampe delC.N.S.A.S. hanno lavorato per due gior-

ni all’interno di un parco naturale straor-dinario, rimasto come per magia ai primidell’ottocento. Meraviglioso sfondo pergrandi film come Il Marchese del Grilloè stato complice di un incontro comple-to delle specialità cinofile messe a di-sposizione del soccorso.

Per tutto il periodo dei lavori AdrianoFavre, (Responsabile nazionale cinofi-lo), ha lavorato muovendosi tra le spe-cialità, dando il suo importante contri-buto non solo assicurandosi che ogni set-tore potesse lavorare al meglio, ma an-che come traduttore (l’istruttore dei canida macerie è di lingua francese).

Il settore cinofilo del Corpo naziona-le soccorso alpino e speleologico è in granfermento. Aperture alle nuove realtà diricerca, attenzione alle nuove teorie sullacinofilia sono diventate oggetto di rifles-sione degli addetti ai lavori. Basti pensa-re all’inserimento della teoria molecolareche solo cinque anni fa sarebbe stata con-

siderata come un controsenso oggi è unarealtà solida e comprovata da ormai mol-te e molte esperienze sul campo.

“Il risultato dell’utilizzo dei cani daricerca molecolare vede una percentua-le di successo superiore al 60%. Tali dati,intesi non solo come raggiungimento deltarget ma anche come indirizzo correttodella direzione per i cani da ricerca insuperficie e delle squadre a piedi sonoun risultato che premia la scommessache all’inizio solo pochi hanno accetta-to”. Questo è stato il commento in un’in-tervista fatta proprio a Canale Monteranoa Federico Lazzaro. “Siamo partiti conquattro Unità cinofile ubicate inPiemonte, Trentino, Sardegna e Marche.Due anni dopo Veneto e Lombardia edora anche Friuli Venezia Giulia.L’appartenenza a questo disegno deveessere ben ponderata e cani e conduttoridevono subire una selezione dura. Si trat-ta di un progetto che prevede un iter for-mativo estremamente difficile e selettivo,sia per capacità che per disponibilità ditempo. Questo perché il lavoro è com-plesso e prevede una dedizione quasi as-soluta. Siamo tenuti ad almeno 36 gior-nate annue di lavoro di squadra conistruttori svizzeri. A questo si deve ag-giungere un lavoro quasi quotidiano (trevolte a settimana) da svolgere privata-mente.”

Dopo pochi anni dall’inizio dell’av-ventura cani molecolari nasce il nuovoprogetto cani da macerie. Il C.N.S.A.S.,dopo essere sbarcato in Svizzera decidedi avvalersi della professionalità degliistruttori francesi del dipartimento diLimoges dei pompieri, riconosciuti a li-vello internazionale.

Flap, Flash, First e Fabot, prove-nienti da oltralpe e parzialmente forma-

foto Paolo Cortelli Panini

foto Paolo Cortelli Panini

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51aprile 2012 il Soccorso Alpino

ti, vengono affidati a conduttori esperti,due dei quali istruttori nazionali cani daricerca in superficie. “Si è deciso, proprioper le caratteristiche peculiari di questiesemplari di pastori belga malinois, diprevedere la possibilità di una trivalenzaoperativa, e cioè macerie, superficie evalanga, almeno per le Unità che perubicazione territoriale necessitino di talebrevetto” commenta Adriano Favre.“Crediamo molto in questo progetto sca-turito dalle emergenze che il C.N.S.A.S.è tenuto ad affrontare negli ultimi tempi.Un completamento delle possibilità diintervento nei casi in cui, come il dram-ma dell’Aquila, il nostro Corpo sia tenu-to ad intervenire. Non si tratta certo di to-gliere spazi ad altre eccellenze, tutt’altro,cioè uno sforzo per poter avere volonta-ri formati e pronti ad ogni evenienza.Tutto questo è reso possibile grazie alcontributo ed alla partecipazione delDipartimento di Protezione civile chemolto crede nel Soccorso alpino e spe-leologico e nelle sue unità cinofile.”

Affianco ad Adriano Favre, nella bre-ve pausa pranzo davanti alla splendidachiesa di Canale Monterano il Tenentesergente Ludvic Blejean (istruttore fran-cese dei cani macerie) rimarca un con-cetto importante “La ricerca dispersi inmacerie è in assoluto la sfida più diffici-le che un cane ed un conduttore possano

affrontare. L’ambiente impervio vienereso ancor più complesso dalla enormequantità di odori e distrazioni che unnaso di cane può subire: alimenti, gas,carburanti, fumi ... Posso quindi desu-mere con serenità che tali cani possanofacilmente svolgere ricerca in superficieed in valanga.”

Poco distante dai molecolari e daicani da macerie si aggirava, in compa-gnia del direttore nazionale cani da su-perficie Marco Garbellini, un istruttorebivalente (novità della scuola U.C.).Barba bianca, sguardo sornione ed esper-to, abbronzatura naturale di chi la mon-tagna non la racconta ma la vive. Intornoa lui molti cani, cuccioli, giovani, adultied esperti. Tutti loro, insieme ai rispetti-vi conduttori, ascoltavano e partecipava-no a qualcosa di nuovo, a tratti sorpren-dente, che la scuola U.C., Unità cinofileda valanga e da superficie, sta sperimen-tando. L’intesa cane conduttore, già im-portante da molti anni nel settore dellaformazione delle Unità cinofile, è stata ul-timamente ampliata come concetto e di-venta fondamentale per un progetto nuo-vo. Gli istruttori vanno a scuola e si in-terfacciano con realtà straniere per co-gliere e fare proprie tutte le novità del set-tore. Ad ascoltare una platea estrema-mente eterogenea, a partire da aspiranticinofili fino ad Unità ormai brevettate da

qualche anno. Questo è il Soccorso, incontinuo movimento, sempre, per il beneed il miglioramento delle prestazioni.

Un dolce ed affettuoso pensiero ai canidel soccorso, volontari innocenti e fonda-mentali per un lavoro silenzioso e prezio-sissimo. Protagonisti ogni tanto e dimen-ticati forse troppo spesso durante il loropercorso formativo proprio dai colleghiumani della stessa stazione di apparte-nenza... U.C.V.; UC.R.S.; U.C.R.M.;U.C.M.; valanga, superficie, molecolari,macerie, … in addestramento ogni giornodell’anno. Ai loro conduttori, ai loroistruttori.

Questo incontro viene dedicato al ri-cordo di Filippo Fazi, Coordinatore ci-nofilo del Servizio regionale Abruzzo,venuto a mancare alla fine del 2011.Una vita dedicata al Soccorso in monta-gna ed alla convinzione che il cane fos-se parte integrante del grande sogno dichi opera nel soccorso. A lui, al suocane, ai suoi cari, ai suoi compagniabruzzesi i cinofili del C.N.S.A.S. rivol-gono un semplice grande abbraccio…

E poi a Charlie, Emma, Lud,Camilla, Lisa, Berault, Flap, Flash,First, Fabot, Otto, Nick Carter, Gastone,Piergiorgio, Wollace, Rufus, Magoo,Finn, Pluto, Asgard, Entu, Pepe, Baloo,Nero, Buio, Piero, Ugo, Franco, Willy, etutti coloro che a quattro zampe danno laloro vita al Soccorso.

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D a alcuni anni il Corpo naziona-le soccorso alpino e speleolo-gico ha avviato l’informatizza-

zione del proprio sistema gestionale conlo scopo di integrare e convogliare leinformazioni in modo organizzato perpoterle rendere fruibili agli operatoriC.N.S.A.S. in modo modulare a secondadel ruolo ricoperto.

I ruoli chiave dell’organizzazione,Capistazione, Delegati, Segreterie,Scuole e Gruppi tecnici operativi comel’elisoccorso, hanno contribuito e con-tribuiscono, per le proprie competenze, aperfezionare ed implementare i dati pre-senti nel sistema gestionale Arogìs.

Il principio su cui si basa il gestiona-le è che ognuno mette un pezzettinod’informazione che gli compete e questasarà immediatamente disponibile, a se-conda dei gradi di competenza, a tutti.Quindi un’informazione distribuita, inmodo protetto, controllato, e condivisa,in quest’ottica è stato creato un appositoportale dedicato al singolo Socio.

Lo scopo di questo è di dare accessoa tutti i soci del C.N.S.A.S. alle infor-mazioni che lo riguardano, alle notizie edagli appuntamenti nazionali e regionali.

In questo portale troverai la tua sche-da personale con i tuoi ruoli, le rispettivescadenze e mantenimenti, la storia della

tua carriera, il riepilogo degli interventiche hai fatto e gli appuntamenti a cui haipartecipato (corsi, riunioni, etc.).

Avrai anche la possibilità di consul-tare il calendario eventi che riguardano ilC.N.S.A.S., sia quelli programmati chequelli passati e, se sei stato invitato, po-trai confermare la tua presenza.

Troverai un’interessante funzione no-tizie dal web che ti terrà aggiornato sututti gli articoli pubblicati dalle rivisteweb che parlano del Soccorso alpino, ese vorrai queste notizie, che sono ag-giornate ogni 30 minuti, ti potranno rag-giungere sul tuo Smartphone PC o Mac,sarà sufficiente installare un lettore diFeed (maggiori informazioni all’internodel sito).

Oltre a queste notizie vi sono anche idocumenti pubblicati dal C.N.S.A.S.come la rassegna stampa, i manuali e lecircolari che ti riguardano. Dal mese diaprile l’INPS chiederà per la certifica-zione della legge 162/92 un attestato an-nuale di appartenenza al C.N.S.A.S., chetroverai in formato PDF e che potrai sca-ricare direttamente da questo portale.

Protrai consultare anche l’elenco te-lefonico dei quadri suddivisi per regione,insieme ai componenti della tua Stazione,ma potrai anche cercare un qualunquesocio della tua regione.

Se inserirai i nominativi che ti inte-ressano nei tuoi contatti preferiti, potre-te chattare con loro.

Altre novità sono in preparazione,come un App da installare sugli Smart -phone per avere dati e notizie sempreaggiornate.

Se le notizie ed i dati che ti riguarda-no non sono aggiornati o contengono er-rori lo puoi far presente al tuo caposta-zione, il quale normalmente, può modi-ficare i contatti, gli indirizzi e le foto, peril resto fai riferimento a chi, nella tuaorganizzazione regionale, copre il ruolodi segreteria.

Per avere tutto questo non hai biso-gno di installare nulla sul tuo computer,è sufficiente una connessione ad internet,ti colleghi al sito del C.N.S.A.S.www.cnsas.it entri nell’area privata, sce-gli la tua regione e, la prima volta ti re-gistri, ottenendo utente e password che tisarà inviata nella tua e-mail, quello di cuiavrai bisogno è il tuo numero di matri-cola nazionale.

Il tuo numero di matricola lo puoitrovare accanto al tuo indirizzo, sull’eti-chetta di questa rivista, sulla tua tesseranazionale del Soccorso, dal tuo caposta-zione che ha accesso alla tua scheda per-sonale o dall’elenco di stazione stampa-to da Arogìs.

CONSIGLIO INFORMA • CONSIGLIO INFORMA • CONSIGLIO INFORMA

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Convenzione Volkswagen

E’ stata rinnovata la convenzione con Volkswagen Italia – veicoli com-merciali, per l’acquisto di nuovi mezzi intestati esclusivamente all’or-ganizzazione con una scontistica particolarmente interessante.L’offerta riguarda i modelli Nuovo Caddy (Van, Kombi, Trendline eConfortline) anche nella versione Maxi, il Nuovo T5 in versioneTrasporto merci e Caravelle, il Crafter e il nuovo modello di fuoristra-da Amarok.

Convenzione CAMPE’ stato sottoscritto un accordo di collaborazione commerciale con la dittaC.A.M.P. di Premana per la fornitura a prezzi agevolati di materiale d’alpini-smo, quali picozze, ramponi, chiodi, moschettoni, corde, imbraghi ed altro. Ilcontratto della durata biennale prevede anche una sponsorizzazione diretta dimateriali alle Scuole nazionali.

Scuola nazionale direttori delle operazioni

Corso di formazione per addetti stampa CNSASNelle giornate del 2; 3 e 4 dicembre 2011 si è svolto a Castelnuovo in Garfagnana (LU), presso la Sede nazionale del Soccorso spe-leologico il Corso di formazione per addetti stampa C.N.S.A.S. I ventisei partecipanti, dopo il saluto e la presentazione del corsoda parte del Presidente nazionale C.N.S.A.S. Pier Giorgio Baldracco hanno seguito con interesse i tre moduli formativi: modulo a. Aspetti generali e di struttura;modulo b. Il mondo dei media. Panoramica;modulo c. Operatività.

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