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NotizieCNSAS-aprile2012
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NNoottiizziiee del CORPO NAZIONALE SOCCORSO ALPINO E SPELEOLOGICO
Periodico specialistico pubblicato dalCorpo nazionale soccorso alpino e speleologico.Anno 18 (2012). Numero 1 (53).
Registrazione presso il Tribunale di Gorizia n. 258 del 29-6-1995.
Editore:Corpo nazionalesoccorso alpino e speleologico
Redazione:Ruggero Bissetta, Alessio Fabbricatore,Elio Guastalli, Giulio Frangioni
Direttore responsabile:Alessio Fabbricatore
Grafica:Alessio Fabbricatore
Segreteria editoriale:Studio tecnico associatoFabbricatore Alessio
Corso Giuseppe Verdi, 6934170 GORIZIA
0481 82160 (studio) 338 6854443 (portatile)fax 0481 536840E-mail:[email protected]
Amministrazione: Corpo nazionalesoccorso alpino e speleologico
via Petrella, 1920124 MILANO
02 29530433fax 02 29530364E-mail: [email protected]
Fotografie:Giuseppe Antonini; archivioCommissione comunicazione e docu-mentazione; archivio Commissione spe-leosubacquea C.N.S.A.S.; archivioC.N.S.A.S.; archivio S.Na.Te.; archivioS.Na.T.S.Sub.; archivio Servizio regionaleBasilicata; archivio Soccorso speleologi-co C.N.S.A.S.; Chiara Bogarelli; PaoloCortelli Panini; Oskar Piazza; Aes Stor.
Foto di copertina:archivio Commissione comunicazione edocumentazione
IV di copertina:archivio Commissione speleosubacqueaC.N.S.A.S.
Elaborazione dati statistici:Massimo Sbarbaro
Impaginazione,fotocomposizione, stampa:Grafica Goriziana - Gorizia
Notizie del CORPO NAZIONALE SOCCORSO ALPINO E SPELEOLOGICOstampato a Gorizia, aprile 2012
Anno XVIIIn.1 (53) / aprile 2012
1 Editorialedi Pier Giorgio Baldracco
2 Statistica incidenti 2012a cura di Giulio Frangioni
12 Incidenti speleologicia cura di Lelo Pavanello
15 Abisso Farolfidi Michele Castrovilli
16 Le longesa cura di Giuseppe Antonini e Oskar Piazza
24 Emergenza neveServizio regionale AbruzzoServizio regionale BasilicataServizio regionale calabreseServizio regionale Emilia RomagnaServizio regionale LazioServizio regionale MarcheServizio regionale MoliseServizio regionale PugliaServizio regionale toscanoServizio regionale umbro
32 Servizio regionale Basilicataa cura di Rosario Amendolara
35 Sicuri con la neve 2012a cura di Elio Guastalli
43 Isola del Giglioa cura di Corrado Camerini
47 SNaTSSubdi Beppe Minciotti
48 Ricerca in maceriedi Paolo Cortelli Panini
49 UC a Canale Monteranoa cura di Paolo Cortelli Panini
52 Arogs
Consiglio informaConvenzione Volkswagen Convenzione CAMPCorso addetti stampa
Urbino Isola del Giglio
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e e Il 2012 anno orribilis ?
La crisi economica che tante preoccupazioni ha portato in Europa, ha colpito in manieradurissima anche il C.N.S.A.S. Come sapete la sede nazionale opera grazie a contributistatali che sono stanziati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in favore del Ministerodel turismo da cui noi, in quanto sezione nazionale del Club alpino italiano, dipendiamo. Sui nostri contributi, come su quelli del C.A.I., si abbattuta la scure dei tagli combinati dellevarie manovre finanziarie 2011-2012, fatte dal Governo Berlusconi e finalizzate dal Governo Montia cui si aggiunta una svista in fase di stesura del Bilancio preventivo del P.C.M. svista che hafatto saltare gli stanziamenti destinati al C.N.S.A.S. da due leggi per un valore di 314.000 eurodopo i tagli delle manovre.Sta di fatto che i nostri contributi sono passati da 1.539.853 per il 2011 a 386.393 per il 2012.Grazie al lavoro e allappoggio di tutto il Gruppo Interparlamentare Amici della Montagna(G.A.M.), stato approvato un emendamento al Decreto proroga termini che ci assegna, per il solo anno 2012, un contributo di 250.000 euro. Sempre grazie al G.A.M., e stato presentatoun O.d.G. a firma On. Erminio Quartiani, OdG approvato dal Governo, che impegna lo stesso a procedere ad unattenta ricognizione di tutte le autorizzazioni di spesa attualmente vigenti (legge n. 388 del 2000, articolo 145, comma 17; legge n. 289 del 2002, articolo 80, comma 38;legge n. 119 del 2007, articolo 1) destinate al funzionamento del C.N.S.A.S. ricognizione chesperiamo chiarisca la svista.Come dice il proverbio, i problemi non vengono mai da soli ma si presentano a grappoli, e quindioltre al taglio dei contributi, nel rinnovo del contratto di assicurazione per morte e invaliditpermanente dei volontari C.N.S.A.S., assicurazione stipulata dal C.A.I. e alla quale il C.N.S.A.S. chiamato a contribuire, si verificato un aumento del costo per volontario che passato da euro77,90 del 2011 a euro 133,45 per il 2012 con un premio annuale stimato di oltre 1.000.000 di euro.Grazie ai risparmi del buon padre di famiglia degli anni passati e soprattutto a un grosso sforzodel C.A.I., lassicurazione per il 2012 garantita ma per gli anni futuri?Il nostro bilancio preventivo 2012 prevede tagli e riduzioni pesantissime in tutte le voci aincominciare da quelle strategiche della formazione. Tutte le Scuole nazionali si sono viste i propri budget tagliati di oltre il 40%, tutte la voci non essenziali, come ad esempio la Rassegnastampa sono state azzerate e anche la rivista Il Soccorso Alpino- SpeleoSoccorso non potevapassare indenne. I costi di stampa ma soprattutto i costi della spedizione postale ci impongono di rivedere sia il numero delle spedizioni (attualmente tre allanno), sia il numero delle pagine di ciascun volume.Non nostro costume piangere; nel nostro DNA c lo stimolo di affrontare e superare le sfide piardue e le condizioni pi estreme, siamo volontari che per libera scelta svolgono un servizio dipubblica utilit unico in tutta Europa per professionalit e copertura territoriale , ma al di l dellemedaglie e dei tanti riconoscimenti penso che lo Stato debba garantire le risorse di base per unSoccorso alpino e speleologico efficace ed efficiente come quello che noi e prima di noi chi ci hapreceduti, ha costruito.Il servizio di pubblica utilit che svolgiamo un servizio essenziale in favore degli abitanti, deifrequentatori delle montagne, del turismo alpino e degli sport allaria aperta, se si fermasse ilC.N.S.A.S., non si fermerebbe la necessit del soccorso, e quindi altri dovrebbero farsene carico,con quali costi?Nel chiedere a tutti voi uno sforzo ancora maggiore nel vostro impegno quotidiano voglioricordare che dopo la tempesta torna il sereno e dato che nessuno di noi capace di stare inpassiva attesa, sto lavorando con il Consiglio nazionale per trovare una soluzione definitiva aiproblemi economici e non solo.Da ogni crisi nascono nuove opportunit, il problema sta nel saperle cogliere.
Il Presidente nazionale CNSASPier Giorgio Baldracco
I l numero degli incidenti nel 2011segna un importante incrementorispetto allanno prima ma questonon dovuto tanto ai maggiori soccorsieffettuati, un aumento comunque benevidente, ma al diverso conteggio che stato fatto degli stessi.Infatti per la prima volta entrato apieno regime il nuovo sistemagestionale che tiene conto di tuttalattivit di soccorso svolta nei variscenari e non solo negli ambientitipicamente alpini o ipogei comespesso capitava in passato. Con linserimento dei dati precisi epuntuali da parte di capostazione, T.E.o Centrale operativa poi convalidatidal Delegato sono raggruppati in ununico evento le missioni compiute dallediverse squadre o anche daDelegazioni confinanti, con unconteggio unico e globale degli
uomini e delle giornate ed i numerisono davvero impressionanti: 36.517soccorritori impiegati, per 26.709giornate ed un monte ore di ben232.500.Gli eventi totali sono stati 8.299 di cui259 di Protezione civile, 76 diassistenza a piste da sci, 6 evacuazionedi impianti a fune, 16 in forra, 111incidenti stradali, 866 ricerche dipersone scomparse, 15 in grotta, 6.791in terreno impervio e 57 in valanga.Pi di 100 gli interventi di falsachiamata.Nel 37% degli infortunati si trattatodi feriti leggeri, nel 19% di feriti gravi,il 6% di feriti in imminente pericolo divita, i deceduti sono stati il 5%, mentrele persone illese hanno raggiunto lasoglia del 32% ed i dispersi sono stati42 con una percentuale al di sottodello 0,5%. Rispetto allanno
precedente un lieve incremento deiSoci passati a circa l8% checomunque rimane una quota moltoesigua rispetto ai non soci.Nelle attivit sempre lescursionismoa detenere il primo posto di questaparticolare classifica con circa il 36%del totale, segue lo sci di pista,lalpinismo, quindi una serie piuttostonutrita di altre voci, numericamentemeno importanti ma che nascondonospesso gli interventi pi tecnici. Nellecause sono le cadute a rappresentare ilfattore pi alto degli incidenti, seguiteda malori, perdite di orientamento,scivolate, ritardi e incapacit. Un quadro completo del soccorso delloscorso anno che lascia molto spazioper importanti riflessioni su come sievolve il mondo legato alla montagna,alla grotta ed al tempo libero e diconseguenza a tutta lattivit delC.N.S.A.S.
IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO AALLPPIINNOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO AALPINO SPELEOLOGICO INCIDENTI SOCCORSO ALPINO SPELEOLOGICO
ATTIVIT DI SOCCORSO CNSAS 2012Coordinatore di segreteria Giulio Frangioni
foto archivio SNaTe
INCIDENTI SOCCORSO ALPINO SPELEOLOGICO INCIDENTI SOCCORSO AALLPPIINNOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO AALLPPIINNOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO
Eventi di protezione civile 259
Assistenza piste sci 76
Evacuazione impianti a fune 6
Falsa chiamata 102
Forra 16
Incidenti stradali 111
Ricerca 866
Speleologico 15
Terreno impervio 6.791
Valanga 57
EVENTI 8.299
GENERALE
118 2.390
Protezione civile 1.053
Union Alpin Dolomit 218
Vigili del fuoco 40
Altro 32
Corpo forestale 24
Privato 17
Polizia 12
Guardia di finanza 11
Marina 10
Straniero 9
Carabinieri 8
SaR 5
Esercito 2
TOTALE 3.831
Soccorritori 36.517
U.C.V.
U.C.R.S. 153
U.C.R.M. 69
Ore/uomo 232.500Durata giorni 26.709
Elicotteri
113
IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO AALLPPIINNOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO AALPINO SPELEOLOGICO INCIDENTI SOCCORSO ALPINO SPELEOLOGICO
Escursionismo 3.097
Sci pista 1.264
Altro 1.094
Alpinismo 609
Mountain bike 312
Turismo 292
Funghi 289
Sci alpinismo 229
Auto-moto 215
Lavoro 212
Ferrate 174
Arrampicata sportiva 164
Residenza alpeggi 149
Parapendio 123
Sci fuori pista 111
Surf pista 78
Surf fuori pista 64
Caccia 55
Torrentismo 39
Speloelogia 29
Equitazione 27
Incidente aereo 23
Sci fondo 23
Pesca 22
Cascata ghiaccio 18
Sci escursionistico 11
Deltaplano 9
Impianto a fune 9
Attivit in forra 6
Canoa 4
SUDDIVISIONE PER ATTIVIT 2011
INCIDENTI SOCCORSO ALPINO SPELEOLOGICO INCIDENTI SOCCORSO AALLPPIINNOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO AALLPPIINNOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO
ISTOGRAMMA ATTIVIT 2011
PERCENTUALE ATTIVIT 2011
IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO AALLPPIINNOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO AALPINO SPELEOLOGICO INCIDENTI SOCCORSO ALPINO SPELEOLOGICO
Caduta 2.834
Malore 1.161
Altre 975
Perdita orientamento 919
Scivolata 599
Incapacit 557
Ritardo 380
Scivolata neve 223
Sfinimento 208
Precipitazione 200
Scontro 141
Scivolata ghiaccio 85
Valanga 82
Caduta sassi 76
Puntura insetti 54
Nebbia 54
Maltempo 50
Corda doppia 46
Cedimento appigli 29
Falsa chiamata 27
Crollo 17
Morso vipera 12
Frana 10
Caduta crepaccio 6
Folgorazione 6
SUDDIVISIONE PER CAUSA 2011
INCIDENTI SOCCORSO ALPINO SPELEOLOGICO INCIDENTI SOCCORSO AALLPPIINNOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO AALLPPIINNOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO
ISTOGRAMMA CAUSA INCIDENTI 2011
PERCENTUALE CAUSA INCIDENTI 2011
IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO AALLPPIINNOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO AALPINO SPELEOLOGICO INCIDENTI SOCCORSO ALPINO SPELEOLOGICO
ISTOGRAMMA CONDIZIONE INFORTUNATI 2011
PERCENTUALE CONDIZIONE INFORTUNATI 2011
Illesi 2.834Feriti leggeri 3.232
Feriti gravi 1.671
Feriti cfv 494Morti 478
Dispersi 42
INCIDENTI SOCCORSO ALPINO SPELEOLOGICO INCIDENTI SOCCORSO AALLPPIINNOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO AALLPPIINNOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO
ISTOGRAMMA NAZIONALIT PERSONE SOCCORSE
PERCENTUALE NAZIONALIT PERSONE SOCCORSE
Italia 7.107
Germania 745
Europa escluso D-F-A-Ch 426
Altri 230
Austria 99
Francia 76
Svizzera 68
IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO AALLPPIINNOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO AALPINO SPELEOLOGICO INCIDENTI SOCCORSO ALPINO SPELEOLOGICO
ET PERSONE SOCCORSE
0-10 238
10-20 858
20-30 963
30-40 1.150
40-50 1.415
50-60 1.227
60-70 967
70-80 652
oltre 80 234
ND 1.047
Maschi 6.246
Femmine 2.505
Non soci C.A.I. 8.026
Soci C.A.I. 725
INCIDENTI SOCCORSO ALPINO SPELEOLOGICO INCIDENTI SOCCORSO AALLPPIINNOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO AALLPPIINNOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO
ISTOGRAMMA INTERVENTI MENSILI
PERCENTUALE INTERVENTI MENSILI
Gennaio 990Febbraio 820
Marzo 766
Aprile 451
Maggio 397Giugno 424
Luglio 1.047
Agosto 1.531
Settembre 720
Ottobre 499
Novembre 240Dicembre 414
12 il Soccorso Alpino aprile 2012
N el corso del 2011 ci sono statisegnalati dodici incidenti chehanno coinvolto dodici persone(otto maschi e quattro femmine).
Le conseguenze:lievi quattro;gravi sette;morte uno.
Rispetto al precedente anno con 19incidenti e 48 coinvolti, possiamoconstatare un considerevole caloprincipalmente nelle persone coinvolte.Spero proprio che ci sia dovuto aduna maggiore prevenzione econsapevolezza dellandare in grotta enon al minore numero degli speleologipraticanti.Desidero richiamare lattenzione su diun problema troppo spessosottovalutato, il lasciare grotte armateper parecchio tempo con vecchiescale: sono stati ben due gli incidenti,di cui uno con conseguenze ancorapiuttosto gravi, causati dalla rottura discale lasciate in loco da mesi. Ritengoche la prevenzione sia moltoimportante e debba farci ragionare edal minimo dubbio sulla tenuta deimateriali sostituirli senzatentennamenti.Oltre ai normali interventi di soccorsoin grotta, i nostri Tecnici sono statichiamati per eventi non speleologici incui era per necessaria la nostraesperienza.
In Liguria la XIII Zona intervenutaper tre volte al recupero di cinque canicaduti o infilatisi in buche o pertugi.
La IX Zona Lombardia ha preso par-
te alla ricerca di una persona in ValleImagna scomparsa in una zona dovesono presenti diverse cavit.
La XII Zona Emilia Romagna, coa-diuvata dalla Squadra alpina ed Unit ci-nofile, ha condotto unampia e accurataricerca nei pressi della Vena del GessoRomagnola dove era scomparsa una ra-gazza, zona ricca di fenomeni carsici. Lagiovane poi stata ritrovata dopo alcunigiorni alla stazione ferroviaria diFalconara Marittima (AN).
Sul Monte Cucco intervento della IVZona Umbria al recupero di un escur-sionista morto a causa di un malore.
La XV Zona Abruzzo prendevaparte alla ricerca di una persona scom-parsa in zona Valle Castellana; nelcorso delloperazione un tecnico subivaun infortunio cadendo da una decina dimetri sul greto del torrente. Subito soc-corso dal medico ed imbarellato eraportato sino allambulanza e da quiallelicottero che lo trasportava in ospe-dale.
Altra ricerca della XV Zona relativaalla scomparsa di un giovane di Pescarasparito da una settimana, impiegatianche cani da ricerca bloodhound; ilcadavere sar ritrovato dopo settimanenel mare presso Bari.
Parecchie le ricerche a cui ha presoparte la XIV Zona Campania, tra cuinella zona di Benevento il ritrovamentodel cadavere di una persona dispersa dapi giorni, anche in questo caso sonostati impiegati i cani da ricercabloodhound.
Altro cadavere ritrovato in zonaimpervia tra Avellino e Benevento.
Sulla costiera amalfitana due giova-ni allertavano il 118 dicendo di essersi
perduti, partivano le ricerche sul luogoindicato, nel frattempo i due avevanoritrovato il sentiero ed erano giunti adun ristorante.
Altra persona soccorsa dopo il nau-fragio della sua imbarcazione, era bloc-cato sulla scogliera.
La VII Zona Puglia, unitamente allaXIV Zona, prendevano parte alla ricer-ca nella zona di Cerignola (FG) delledue gemelline scomparse dopo che ilpadre si era suicidato. Purtroppo sino adoggi nessuna traccia utile.
Su richiesta dei Carabinieri i tecnicidella VII Zona hanno condotto unaricerca nella zona di Vieste (FG) incavit dove poteva essere stato buttato ilcadavere di una persona scomparsa dapi giorni, esito negativo; ricerche ana-loghe anche nella zona di Andria (BA).
Nel corso di un rilevamento topogra-fico di un sistema ipogeo a S. Vito deiNormanni (BR), erano rinvenuti restiumani, avvisati i Carabinieri ed il magi-strato.
Nella zona di Matera la ricerca hariguardato due persone inghiottite con laloro auto dalla piena di un torrente, recu-perato un cadavere e nessuna traccia delsecondo.
A Vallo della Lucania (SA) ricerca diuna persona scomparsa, ritrovata lautoabbandonata ed il giorno seguente indi-viduato il cadavere che presentava uncolpo di pistola.
La X Zona Sicilia intervenuta neipressi di Palermo al recupero della salmadi una persona scomparsa da giorni.
Nei pressi di Campofranco (CL) laCommissione disostruzione statachiamata per il disgaggio di un grossomasso instabile che rischiava di precipi-
IInncciiddeennttii ssppeelleeoollooggiiccii 22001111
a cura diLelo PavanelloCoordinatore Commissione documentazione
SSPPEELLEEOOSSOOCCCCOORRSSOO
IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSO SPELEOLOGICO INCIDENTI SOCCORSO SPELEOLOGICO
INCIDENTI SOCCORSO SPELEOLOGICO INCIDENTI SOCCORRSSOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO
13aprile 2012 il Soccorso Alpino
tare sulla strada provinciale, lavoro ese-guito con successo.
Altra ricerca di persona scomparsa aGiarratana (RG) senza alcun esito, men-
tre era ritrovato un cercatore di asparaginon rientrato per la notte.
Ritengo che questo lavoro abbiaancora una volta dimostrato la grande
professionalit dei nostri tecnici, e lavolont del Corpo nazionale soccorsoalpino e speleologico di essere al servi-zio anche della collettivit.
Interventi speleologici 20117 febbraioAbisso Topolinia (Toscana)
L.B. speleologo toscano di 41 anni,era in grotta assieme ad altri sei compa-gni per effettuare un servizio fotografico.Nella tarda mattinata manifestava un for-te malessere con dolori al petto ed allebraccia, in poco tempo la situazione si ri-velava grave; era presente anche unCaposquadra del Soccorso speleologicoche spediva allesterno due persone perallertare la III Zona. Ogni tentativo di ria-nimazione risultava vano sino al soprag-giungere del decesso. I tecnici delSoccorso speleologico, dopo aver imba-rellato la salma, provvedevano al recu-pero.
12 marzoGrotta 87 VG (Friuli Venezia Giulia)
G.S. 71 anni, nel corso della risalita(quota meno sessanta metri) di un salto dicinque metri attrezzato con una scaletta,era quasi giunto in cima quando, a cau-sa della rottura dei due cavetti, cadevaprocurandosi varie contusioni alla schie-na, al fianco ed alla gamba sinistra.Piuttosto dolorante usciva autonoma-mente dalla cavit.
13 marzoGrotta Punta degli stretti(Toscana)
S.A. 19 anni, nel corso di una visita incompagnia di altri speleologi, si produ-ceva una distorsione ad un ginocchio;fortunatamente si trovava vicino allin-gresso ed era soccorso in breve tempo daitecnici della III Zona.
27 marzoGrotta dei Guardiani (Lazio)
M.S. 64 anni, durante una discesa as-sieme ad altri quattro speleologi, allaprofondit di circa cinquanta metri, eraimprovvisamente investito da un grossomasso che lo bloccava procurandogli varitraumi alle gambe. Due compagni usci-vano per allertare la V Zona che interve-
niva velocemente anche col medico cheprovvedeva a stabilizzare il ferito cheveniva posto allinterno di una tenda.Data la difficolt delle strettoie, interve-nivano anche i tecnici disostruttori cheprovvedevano ad allargare i passaggi pistretti. Erano presenti settanta tecnici divarie Zone, ed in circa 24 ore il ferito erarecuperato allesterno dove il 118 prov-vedeva al trasporto allOspedale SanCamillo di Roma dove gli venivano ri-scontrate fratture agli arti inferiori e pa-tologia da compressione.
26 aprileGrotta Gigante (Friuli Venezia Giulia)
Durante una vista turistica, una si-gnora di 66 anni, scivolava procurando-si una lesione e distorsione alla caviglia; stata recuperata dai tecnici della IIZona.
23 maggioSpluga della Preta (Veneto)
Una speleologa di 23 anni, durante larisalita dopo una esplorazione in profon-dit, giunta a meno duecento metri circa,non era pi in grado di proseguire a cau-sa della stanchezza; un compagno, tec-nico del Soccorso speleologico, usciva edallertava la VI Zona. Entravano ventitecnici per attrezzare il percorso, nel poz-zo iniziale di 131 metri era installato unparanco che permetteva il recupero del-la giovane senza problemi, alle ore 0:30circa erano tutti allesterno.
28 maggioGrotta 87 VG (Friuli Venezia Giulia)
G.S. 71 anni, durante i lavori di sca-vo al fondo di un salto di circa dieci me-tri, era colpito alla coscia sinistra dallacaduta di un demolitore che si trovava unpaio di metri sopra, caduta provocata dalrecupero di un secchio colmo di sassi.Riportava ampio ematoma e ferite lace-ro contuse, usciva autonomamente.
28 maggioBuca del Fosso di Capricchia(Toscana)
R.S. 38 anni, dopo aver risalito unambiente per venticinque metri, rag-giungeva assieme ai compagni, una sa-letta dove presente una colonna calca-rea, nel tentativo di aggirarla la urta ma-lamente e la colonna, di circa sessantachilogrammi, gli cade sopra ad un piede.Piuttosto dolorante aiutato dai compa-gni nella risalita, ed in circa tre ore sonoallesterno.
1 luglioArma Pollera (Liguria)
M.C. speleologa di 38 anni, si infor-tunava fratturandosi una gamba, si atti-vava la XIII Zona e la Squadra alpina diFinale Ligure, erano anche presentiVigili del fuoco. I tecnici speleologi, in-tervenuti coi materiali idonei, contraria-mente alle attrezzature degli altri, unita-mente al medico che constatate le condi-zioni della infortunata, autorizzava il re-cupero che terminava alle ore 2:30 contrasporto in ospedale.
22 ottobreGrotta L. Benini (Emilia Romagna)
M.A. 24 anni, assieme ad altri trespeleologi era in grotta per una vista agliambienti piuttosto belli di questa cavit.Nel risalire un salto di qualche metro, at-trezzato con una scaletta, in loco da mol-to tempo, precipitava a causa della rot-tura dei cavetti. La caduta gli procuravaun fortissimo dolore alla gamba sinistrache gli impediva di muoversi; vista lasituazione un compagno usciva ed aller-tava la XII Zona. Fortunatamente neipressi della grotta, era in corso una eser-citazione della Scuola regionale delSoccorso speleologico, i tecnici presen-ti entravano velocemente e prestavanole prime cure. La gamba risultava frattu-rata, era indispensabile utilizzare la ba-rella per il recupero, erano quindi attiva-te anche le Squadre di Faenza e Bologna,e messa in preallarme quella di Reggio
14 il Soccorso Alpino aprile 2012
Emilia e quella Alpina di Monte Falco,allertato anche il 118. I dodici tecnici,dopo aver imbarellato il giovane, proce-devano al recupero che terminava alleore 21:00 quando il ferito era caricatosullambulanza di Romagna Soccorso etrasportato allospedale.
12 novembreAbisso Farolfi (Toscana)
M.C. 48 anni, dopo aver collaboratoalluscita del Corso di speleologia, erauscito dalla cavit con un istruttore dopoaver recuperato vario materiale, stavanopercorrendo un tratto di bosco prima diraggiungere il sentiero che conduce alparcheggio delle auto. A causa dello stra-to di foglie bagnate e ghiacciate che ri-coprivano il percorso, scivolava lungoun pendio compiendo un salto quasi ver-ticale di alcuni metri e rotolando ancoraverso valle sino ad arrestarsi presso un al-bero che gli imprigionava una gamba.Raggiunto dal compagno, era messo insicurezza per evitare ulteriori scivola-menti, accusava forti dolori alla gambaed alla spalla sinistra.
Erano avvisati i colleghi usciti conun gruppo di corsisti, ed era allertato ilSoccorso alpino e speleologico dellaToscana. Altre due persone raggiunge-vano il ferito che era coperto con teli ter-mici e gli preparavano bevande calde.Alle ore 03:45 giungeva la Squadra delS.A.S.T. seguita dal medico che sommi-nistrava antidolorifici e soluzioni fisiolo-giche, la gamba era steccata ed il feritoimmobilizzato sulla barella. Nel frattem-po era richiesto lintervento dellelisoc-corso che alle ore 7:30 recuperava il feri-to e lo trasportava allospedale di Pisa.
13 novembreOmber en banda al Bus del Zel(Lombardia)
A.B. speleologa di 36 anni, nel corsodi una discesa nella pi profonda cavitdel bresciano, alla profondit di circa tre-cento metri, nel superare una cengia, sci-volava cadendo per oltre tre metri. I com-pagni, verificata la situazione piuttostoseria, allertavano la IX Zona, ed alle ore22:30 entravano in grotta parecchi tecni-ci tra cui i disostruttori indispensabili perallargare le diverse strettoie. Data laprofondit e complessit della grotta,lintervento si protratto per circa qua-ranta ore, la giovane era costantementemonitorata dai medici. Alle prime lucidellalba linfortunata era allesterno equindi trasportata in ospedale.
A questi interventi dobbiamo anche segnalare due preallarmi per ritardo
23 luglioAbisso Bifurto (Calabria)
La squadra in esplorazione in profon-dit risultava in forte ritardo, ma per for-tuna tutti i componenti uscivano auto-nomamente.
21 agosto Abisso Cul di Bove (Molise)
Due speleologi in notevole ritardouscivano senza particolari problemi. Inentrambi i casi erano pronte ad interve-nire le locali Stazioni del Soccorso spe-leologico.
Vale la pena di citare, a carattere conoscitivo, un inconveniente accaduto aspeleologi italiani nel corso del-lesplorazione di una grotta inBosnia Erzegovina
3 ottobreGrotta Govednica Comune di Pale
Divisi in due squadre speleologi diBologna e di Novara sono in esplora-zione quando parecchi vengono colpiticontemporaneamente da un virus di na-tura ignota che gli provoca vomito eforte dissenteria. La squadra che con-duce le risalite in prossimit dellin-gresso, di cui tre persone su quattrostanno male, esce senza particolari pro-blemi e rientrano alla base. In seratasono raggiunti dai primi due compo-nenti la squadra ancora in grotta, en-trambi sono febbricitanti. Velocementeil compagno ancora immune, lunicopresente alla base, accompagnato da unaltro lievemente ammalato, raccoglieattrezzatura e materiale di emergenza.Le informazioni sono che allinternodella cavit vi siano grosse difficolt aprocedere dovute allindebolimento fi-sico provocato dal vomito e dissenteria;si prospetta un forzato bivacco interno.Dopo un oretta di viaggio i due giun-gono allingresso della grotta, vedonole luci dei compagni che procedono infila indiana molto cautamente per viadei campi minati presenti. Emergenzaterminata, il giorno seguente starannotutti meglio.
Interventi di soccorso in forra23 maggioForra del Peschio rosso(Molise)Quattordici escursionisti in forte ritar-do, ritrovati nella nottata.
29 agostoForra di Malanotte (Abruzzo)Tre forristi bloccati raggiunti dai soc-corritori dopo aver trascorso la notte inforra.
18 settembreForra di Fossaceca (Abruzzo)
Un gruppo di escursionisti, accompa-gnato da una guida, risultava in forte ri-tardo e viene allertato il soccorso, alle ore21:00 il gruppo raggiunto dai soccorri-tori mentre sta uscendo dalla forra.
IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO IINNCCIIDDEENNTTII SSOOCCCCOORRSSOO SSPPEELLEEOOLLOOGGIICCOO
15aprile 2012 il Soccorso Alpino
S iamo usciti dalla cavit in duedopo aver disarmato alcune dira-mazioni, siamo posizionati tra ledue squadre che accompagnano i corsi-sti.
Nonostante non fosse la prima voltache frequentavamo quella grotta, siamoriusciti a perderci allesterno nel sen-tiero che riporta alle auto; risalendo ilversante della montagna siamo finiti inun tratto molto scosceso. Capendo cheera inutile procedere, tentiamo di ritor-nare allingresso della grotta e riparti-re sul sentiero giusto. Sono fermo, maappena sollevo il piede sinistro per par-tire, il terreno mi cede sotto i piedi,come pavimento ho solo pietra e foglieghiacciate, scivolo con una velocit chenon mi permette di fare nulla poi ilvuoto e mille pensieri mi attraversanola mente, attendo lurto, sono consape-vole che sar una situazione brutta edolorosa, apro gli occhi ed buio, fred-do, non riesco a muovermi e non capi-sco cosa sia successo. Riaffiorano alcu-ni frammenti di memoria, penso che siaavvenuto il passaggio ma ho ancora ilcasco, ritrovo linterruttore della luce,accendo e vedo la condizione in cui mitrovo, panico, urla, solo solo. Non rie-sco a togliermi dallalbero dove sonoancorato con la gamba torta in malomodo, forse fottuta, non riesco adusare la spalla, urlo, ho la sensazionedi scivolare ed il dolore diventa insop-portabile.
Finalmente dopo alcuni minutisento il compagno che mi ha individua-to, in modo rocambolesco mi riesce araggiungere ed a mettermi in sicurezza,siamo coscienti che la situazione abbastanza grave, non sappiamo dovesiano gli altri due gruppi, nessuno cisente.
Ho un freddo bestiale ed il dolore sempre pi forte, il mio compagno deveandare a cercare soccorso, ma hapaura di non ritrovarmi: lascer deisegnali luminosi in punti strategici.
Dopo circa due ore vediamo final-mente delle luci sul fianco della parete, la seconda squadra che esce dallagrotta, urliamo a squarciagola, riesco-no a sentirci ma hanno qualche diffi-colt a rilevare la nostra posizione, allafine riescono a raggiungerci col saccodi pronto soccorso. Da quel momento simette in moto la macchina dei soccorsi,a breve arriva anche una persona chefortunatamente abita vicino e forniscele informazioni utili al caposquadra delS.A.S.T. su cosa serve e come sonoridotto, purtroppo il medico arriversolo dopo tre/quattro ore dal fattaccio,il dolore mi sta stremando, non riesconeanche a parlare, il compagno che miassiste sfinito e lo fanno allontanare aforza, arriva la barella e mi ci posizio-nano sopra, ma una notevole sofferen-za, il raddrizzamento della gamba feroce.
Sento dire che le operazioni di recu-pero non conviene farle con trasporto amano, sarebbero troppo lunghe e dolo-rose (almeno per me), decidono di ten-tare con lelicottero che arriver alleore 7:30, nel frattempo devono puliretutta la zona dagli alberi, fortunata-mente col verricello riescono ad issar-mi, non credo di reggere ancora molto,in volo mi somministrano della morfinae da allora ho solo dei flash.
I tecnici del Soccorso alpino e spe-leologico toscano che sono intervenuti,sono stati unici per competenza ed effi-cacia, e non da ultimo hanno dimostratouna umanit veramente straordinaria.
I compagni del Gruppo speleologicobolognese Unione speleologica bolo-gnese, sono stati veramente eccezionalinello starmi vicino, darmi conforto ed aprestarmi il primo soccorso.
Non posso non ringraziare anche imedici del presidio ospedaliero di Pisache hanno eseguito il primo interventoche ha permesso di salvarmi la gamba.
Il resto sino ad oggi, 11 gennaio2012 una lunga degenza a seguito ditre interventi con esito positivo ai qualine seguiranno altri meno invasivi.
Oltre ad una buona dose di fortunadebbo ringraziare anche il sacco con lecorda bello pieno che avevo in spalla eche mi ha salvato la schiena, costole,bacino facendo da ammortizzatorenegli urti e nella fase di atterraggio.
Michele Castrovilli
12 novembre 2011 ore 00:30
Abisso Farolfi (Toscana)
16
Con questo articolo viene inaugurata una rubrica sutecniche e materiali, a disposizione delle scuole comestrumento di aggiornamento rapido.Sebbene la manualistica sia il riferimento per ogni tecnicoC.N.S.A.S., del tutto evidente che levoluzione delle tecnichee dei materiali avanza veloce, con cambiamenti altrettantorapidi allinterno del Soccorso. Solo un manuale online potrebbe superare lattuale limite delprodotto cartaceo. Tuttavia, in attesa di forme pi rapide didiffusione delle informazioni, il notiziario del C.N.S.A.S.distribuito a tutti i tecnici pu essere gi un efficiente veicolodi aggiornamento. Lobiettivo della rubrica , in definitiva,sensibilizzare gli utenti ad un uso pi consapevole delleattrezzature personali e di squadra in dotazione nel Soccorso.Iniziamo con un articolo sulla longe, elemento fondamentaledellequipaggiamento personale, di cui indispensabileconoscere i limiti di utilizzo. I test sono stati effettuati da Giuseppe Antonini, Oskar Piazzaed Andrea Prati, con la collaborazione di Paolo Manca,Cristiano Zoppello e Armando Della Rocca.Si ringraziano inoltre Giuliano Bressan e Sandro Bavarescodel C.S.M.T. C.A.I., che hanno partecipato attivamente ailavori.Infine, un doveroso ringraziamento al Presidente Pier GiorgioBaldracco ed al Consiglio nazionale che hanno sostenutoquestimportante iniziativa, finalizzata ad incrementare glistandard di sicurezza nellambito del Soccorso.
Nel 2009 la S.Na.For. ha effettuato due sessioni di prove(quattro giornate) presso il laboratorio di Padova della CentroStudi Materiali e Tecniche del C.A.I., di seguito C.S.M.T., fina-lizzate allo studio del comportamento dei materiali in uso correntenel C.N.S.A.S.
Pi che la resistenza dei materiali (test distruttivi), effettuataperaltro da molti altri ricercatori ed i cui risultati sono reperibilisu internet o nella stampa specializzata, si voluto principalmenteosservare cosa accade quando i materiali vengono utilizzati in con-dizioni operative non standard, ovvero stressandoli in situazionia Fattore di Caduta (di seguito F.C.) superiore a 1.
Le LongesIl punto di partenza delle prove stato la longe per lattivit in
forra, elemento fondamentale della catena di sicurezza ed anche ilpi esposto a sollecitazioni fuori dallordinario; si precisa che il ter-mine longe unespressione gergale tecnica di derivazione fran-cese che trova generalmente corrispondenza anche con i cordinidi posizionamento previsti per il lavoro (norma EN 354).
La S.Na.For., impegnata nella realizzazione del Manuale disoccorso in forra (di prossima pubblicazione), si trovata nellanecessit di fornire indicazioni precise riguardo ad una longeche offrisse standard di sicurezza adeguati in rapporto alle si-tuazioni di rischio che possono verificarsi in forra.
Ma quali sono le condizioni operative reali? Chi opera nel Soccorso in forra sa bene che la longe non ser-
ve solo per sospendersi passivamente ad un ancoraggio; pu in-fatti accadere che loperatore si trovi assicurato con la longe adun punto di ancoraggio posto anche al di sotto dei suoi piedi, espo-sto quindi ad un F.C. prossimo a 2.
Si tratta chiaramente di una situazione estrema, da evitare adogni costo, ma nella quale ci si pu trovare pi o meno consape-volmente nello scenario operativo di un soccorso in forra.
Nella situazione immaginata, in caso di caduta delloperato-re, questultimo precipita fino a quando non entra in tensione lalonge.
A questo punto lepilogo pu essere cos rappresentato.
il Soccorso Alpino aprile 2012
TTeesstt ssuuii mmaatteerriiaallii:: LLee lloonnggeess
a cura di Giuseppe Antonini (SNaTSS-SNaFor) Oskar Piazza (SNaTe-SNaFor)
1. Loperatore rimane appeso e privo di conseguenze: la longeha assorbito la maggior parte dellenergia, deformandosi edevitando di trasmetterne troppa al corpo umano.
2. Loperatore rimane appeso ma subisce lesioni pi o meno gra-vi: la longe ha assorbito poca energia, trasmettendone troppaal corpo umano(decelerazione violenta).
3. Loperatore precipita: lenergia sviluppata in conseguenzadella caduta supera le capacit di assorbimento della longe, chesi spezza, fine della storia Dal momento che, volenti o nolenti, le situazioni operative
espongono talvolta a situazioni con fattore di caduta elevato, an-che superiore a F.C. 1, si tratta di evitare il finale dei casi 2 e 3.
La cosa sarebbe anche facile, adottando longes dotate di as-sorbitore di energia (da ferrata o per il lavoro), che purtroppo han-no un certo ingombro e non rispondono alle esigenze pratiche dichi opera nel Soccorso in forra.
Prima di prendere visione dei risultati, doveroso precisareche i fabbricanti dei cordini di posizionamento esplicitano chia-ramente, attraverso la nota informativa allegata al prodotto, le mo-dalit di utilizzo dei loro prodotti, leggendo la quale si scopre chequeste longes devono essere utilizzate prevalentemente in una si-tuazione di posizionamento, cio per sospendersi (appendersi dipeso) ad un punto sicuro; tutto ci allo scopo di evitare una po-tenziale caduta, anche se ridotta in altezza, che potrebbe deter-minare forze di arresto importanti e quindi pericolose. Chiarisconoanche che vi sono dei margini, ma invitano ad evitare di trovarsinelle situazioni di rischio conseguenti ad una mancata sospensionesulla longe.
In ogni caso, sottoposti a prove di trazione statica, i materia-li testati soddisfano, come dichiarato dai fabbricanti, tutti i re-quisiti di resistenza richiesti dalla normativa di riferimento (CE).
Ma, come chiaro a tutti, se le condizioni operative non con-sentono di attenersi alle prescrizioni del fabbricante, indispen-sabile individuare quelle longes che possono resistere a solleci-tazioni derivanti da F.C. fino a 2, senza trasferire al corpo gran par-te dellenergia da dissipare, la quale facilmente porterebbe a gra-vi conseguenze per la salute.
Cos, partendo da quello che offre il mercato, sono state testateuna serie di longes, nuove ed usate, costruite (confezionate in na-stro di Nylon o Dyneema , in corda cucita etc.) o assemblate (lon-ge in corda dinamica annodata, in kevlar o dyneema annodati).
Nelle tabelle che seguono sono sintetizzati i risultati dei testma, prima di guardare i numeri, necessario fare alcune precisa-zioni.
Semplificando, per forza di arresto si intende la forza mas-sima trasmessa alla catena di sicurezza ( e quindi alla persona) altermine di una caduta.
Ai fini della sicurezza, si deve tenere conto del concetto di so-glia delle lesioni. Si tratta della forza di arresto oltre la quale il cor-po umano rischia di subire lesioni importanti, talvolta permanenti,o persino le estreme conseguenze. Per avere un riferimento, siprendano di esempio i seguenti valori, considerando che 1daN cor-risponde allincirca ad 1 kgf (1 chilogrammo forza,) e che quin-di, semplificando: 100 daN = 1kN = 100 kgf.
Soglia delle lesioni:conseguenze sul corpo umanoa. 400 daN: probabili postumi cervicali.b. 600 daN: limite accettabile per il corpo umano.c. 1.000 daN: lesioni probabili alla colonna vertebrale ed
agli organi interni; pericolo di morte.Nellambito del lavoro, la normativa indica in 600 daN il li-
mite da non superare, calcolato sulla base della resistenza mec-
canica di parti importanti del corpo umano, a partire dalla colon-na vertebrale.
Ed ora, fatte queste considerazioni ,andiamo a vedere i risul-tati dei test.
Diciamo subito che le prove sulle longes, i cui risultati sonoin linea con quelli di altri autori, confermano le loro conclusionie, volendo anticipare le nostre, diremo subito che le longes da noitestate, costruite con materiali hi-tech quali dyneema e kevlar (fi-bra aramidica), non sono adeguate a garantire la sicurezza nelletipiche condizioni operative delle attivit di soccorso.
Invece, le longes assemblate con i nodi, in particolare con ilnodo trilonge (nodo corona) , stando alle prove, offrono sufficientimargini di sicurezza.
Una considerazione importante: le prove effettuate su moltedelle longes in commercio hanno evidenziato come laffidabilitdelle stesse dipenda strettamente dal tipo di fibra con cui sono co-struite. In generale si pu affermare che, nellambito della stessacategoria di longes (daisy chain/rinvio/corda annodata, etc.) nonvi sono sensibili differenze di comportamento tra il prodotto di unfabbricante ed un altro.
Condizioni delle prove1. Le prove dinamiche sono state effettuate al Dodero (pronun-
cia Doder), una macchina in cui si produce la caduta di unamassa rigida in acciaio di 80 kg, ad un fattore di caduta va-riabile tra zero e due.
2. I materiali sono stati immersi in acqua nelle due ore precedentile prove.
3. Ogni prova, per essere certificata, andrebbe ripetuta almeno trevolte; tuttavia, ai fini del presente lavoro, molte prove sono sta-te validate gi al primo o secondo test, essendo pi che evi-dente il comportamento tendenziale. Per questioni di spazio,si dovuto sintetizzare i risultati, omettendo la trascrizione ditutte le prove, illustrando solo quelle rappresentative del com-portamento di un determinato materiale.I dati sono stati riportati in tabella con la seguente legenda:
aprile 2012 il Soccorso Alpino
Tipolonge
Fattore di caduta
Fibra impiegata
Comportamentodurante il test
Forza darresto
Forza massima
alla rottura
18 il Soccorso Alpino aprile 2012
Longe in corda
Nodo trilonge su corda dinamicaTra tutte le longes sottoposte a test, quella che ha fatto regi-
strare la forza darresto pi bassa la longe in corda dinamicaintera Beal Joker, chiusa al vertice con il nodo Trilonge.
trilonge speleocorda Joker
9,1 mm
1 nylon l'asola si accorcia 434,82
trilonge speleo9,1 mm
1 nylon asola uscita dal nodo, rimane guide semplice;parziale fusione calza
601,15
trilonge speleocorda Joker
9,1 mm
1 nylon l'asola si accorcia 885,75
trilonge speleocorda Joker
9,1 mm
1 nylon a rottura 802,2
In questo caso, alla capacit di assorbimento intrinseca dellacorda dinamica, si aggiunge leffetto determinante del nodo tri-longe, la cui asola ammortizzante, scorrendo, assorbe la mag-gior parte dellenergia in gioco; proprio per questo lasola deveessere sufficientemente lunga.
Alto assorbimento del nodo trilongeLa trilonge ha dimostrato un assorbimento dellenergia
notevole, come dimostrato nel test di caduta a F.C. 2, nel qualeriesce a trattenere una caduta senza rompersi e, soprattutto,mantenendo una forza darresto entro la soglia di sicurezza.
trilonge speleocorda Joker
9,1 mm
2 nylon l'asola si accorcia 512,75
trilonge speleocorda Joker
9,1 mm
2 nylon a rottura 920,37
aprile 2012 il Soccorso Alpino
E con le semistatiche?Leffetto preponderante del nodo rispetto alle capacit
assorbenti intrinseche della corda dimostrato in modo eviden-te anche dai test eseguiti su corda semistatica, che ha dato risul-tati soddisfacenti.
trilonge speleo incorda statica
10 mm
1 nylon nuova, la corda scorre nellasola ma non esce
dal nodo
435,29
trilonge speleo incorda statica
10 mm
1 nylon 936,06
trilonge speleo incorda statica
10 mm
1 nylon il nodo non scioglie 1373,89
trilonge speleo incorda statica
10 mmtrilonge speleo in
corda statica10 mm
1 nylon il nodo resiste 1492,56
1,5 nylon rottura 1157,00
Lasola giustaPer assolvere efficacemente alle sue funzioni, lasola
ammortizzante della trilonge non va inserita nella maglia rapi-da di chiusura dellimbrago, in quanto se ne ostacolerebbe loscorrimento e quindi lassorbimento di energia, con risultatimeno brillanti, come dimostrato dai dati che seguono.
trilonge speleo incorda statica
10 mm
1 nylon asola assorbente al vertice 703,43
trilonge speleo incorda statica
10 mm
1 nylon 1175,27
trilonge speleo incorda statica
10 mm
1,5 nylon 159,64
trilonge speleo incorda statica
10 mm
1,5 nylon a rottura 1529,96
Trilonge e invecchiamentoNei test eseguiti su longes usate, dallet e/o laspetto poco
rassicuranti, si ulteriormente avuta conferma delle capacitassorbenti del nodo, che rimangono discrete, concedendoalmeno una caduta a F.C. 1 con forza di arresto sotto la sogliadelle lesioni. Nella tabella sono evidenziati i risultati per unalonge usata tre anni, confezionata in mezzacorda dinamica da 9mm di diametro. Il nodo trilonge, scorrendo, assorbe per attri-to gran parte dellenergia, mantenendo relativamente bassa laforza di arresto.
trilonge speleo in mezzacordadinamica 9 mm
1 nylon si accorcia lasola ammortizzante
439
trilonge speleo in mezzacordadinamica 9 mm
1 nylon si accorcia lasola 693
trilonge speleo in mezzacordadinamica 9 mm
1,5 nylon si accorcia lasola 751
trilonge speleo in mezzacordadinamica 9 mm
1,5 nylon rottura sul nodo trilonge 704
trilonge speleoin mezzacordadinamica 9 mmcampione A
1 nylon si accorcia lasola ammortizzante
614
trilonge speleoin mezzacordadinamica 9 mmcampione A
1,5 nylon rottura 520
Nella tabella successiva sono riportati i dati di altre duelonge confezionate in mezzacorda dinamica da 9 mm di diame-tro.
Il campione A, vecchio e molto usato, si presentava in pes-simo stato, con le asole dei nodi parzialmente scalzate.
Nonostante questo, la longe riuscita a reggere una caduta,mantenendo la forza darresto praticamente nei limiti dellasoglia delle lesioni; la seconda caduta, che ne ha determinato larottura, era particolarmente severa, con F.C. 1,5.
Il campione B, molto usato, ha fatto registrare performanceparagonabili.
trilonge speleoin mezzacordadinamica 9 mmcampione B
1 nylon si mangia lasola 600
trilonge speleoin mezzacordadinamica 9 mmcampione B
1,5 nylon rottura sul nodo trilonge 825
20 il Soccorso Alpino aprile 2012
Diametri inferioriSono stati eseguiti test su corde nuove di diametro inferio-
re, dinamiche e statiche, con nodo trilonge; dallinterpretazionedei dati emerge, ancora una volta, che il nodo assorbe la granparte dellenergia, rendendo possibile lutilizzo anche di mez-zecorde per lassemblaggio della longe; tuttavia, volendo man-tenere un margine di sicurezza accettabile, a parit di diametro certamente pi sicuro confezionare la longe con la corda dina-mica intera (tipo Joker 9.1 mm ed altre similari).Assolutamente da scartare, invece, le corde gemellari utilizzatesu ramo singolo, dal momento che si rompono gi alla primacaduta.
Mezzacorda dinamica
longein mezzacordadinamica 9 mm
1 nylon lasola non scorre molto 580,92
longein mezzacordadinamica 9 mm
1 nylon nodo al vertice serrato, lasola non scorre
805,56
longein mezzacordadinamica 9 mm
1 nylon lesionato nodo allattacco 957,52
longein mezzacordadinamica 9 mm
1 nylon rottura sul nodo allattacco guide con frizione
695,95
Corda semistatica tipo B
trilonge speleoin corda statica
8,8 mm
1 nylon 509,77
trilonge speleoin corda statica
8,8 mm
1 nylon 837,92
trilonge speleoin corda statica
8,8 mm
1 nylon rottura 744,12
Corda gemella dinamica
Longe in corda cucitaOsservando la tabella dei test sulla longe ad Y
Doubledynaclip Beal, che non presenta nodi, ma confeziona-ta con una mezza corda ad asole cucite, si nota la ridotta capa-cit di assorbimento della longe con terminazioni cucite rispet-to a quelle assemblate con nodi. In effetti lassenza di nodi si fasentire, con una forza darresto che sale a valori ben oltre lasoglia delle lesioni.
longe in corda gemella
dinamica 8,1 mm
2 nylon rottura 510,99
longe kevlar 5,5 Beal
1 kevlar rottura 419,24
longe kevlar 5,5 Beal
1 kevlar rottura 448,17
longe dyneema 5,5 Beal
1 dyneema rottura 419,24
Doubledynaclip9 mm
asole cucite
1 nylon ramo lungo iniziano a rompere
le cuciture
856,74
Doubledynaclip9 mm
asole cucite
1 nylon 1160,81
Doubledynaclip9 mm
asole cucite
1 nylon 1329,71
Doubledynaclip9 mm
asole cucite
1,5 nylon rottura 1388,45
Longe in cordino, fibre hi tech kevlar, dyneema
Sono state testate longe costruite in vario modo con cordinidi fibre hi tech, come kevlar e dyneema.
I risultati sono chiari e non lasciano spazio ad interpretazio-ni: le fibre iperstatiche non sono adatte al confezionamento dilonges per il soccorso in forra, a causa della scarsissima capacitdi assorbimento dellenergia derivante da una caduta a F.C. 1.
Nel test su cordino singolo in kevlar 5.5 mm di diametro,lungo circa 30 cm, annodato alle estremit con nodi guide confrizione, la rottura avvenuta ad una forza davvero molto bassa.
Nel test su anello di cordino in kevlar 5.5 mm di diametrolungo circa 30 cm, chiuso con nodo inglese doppio combacian-te, alla prima caduta il corpo stato trattenuto, ma la forza dar-resto salita notevolmente, sconfinando ampiamente nella zonadella morte.
Ripetendo le prove con cordino in dyneema 5.5 mm di dia-metro, lungo circa 30 cm, annodato alle estremit con nodiguide con frizione, i risultati sono praticamente identici, con-fermando la scarsa attitudine delle fibre iperstatiche al confe-zionamento di longes affidabili per il soccorso.
longe dyneema 5,5 Beal
1 dyneema rottura 419,24
Infine, dal test su longe confezionata in cordino dyneemaBeal 5.5 mm diametro, singolo, con nodi guide con frizione alleestremit, usata intensamente quattro anni, si pu intuire che ilproblema delle fibre iperstatiche non tanto linvecchiamento,quanto la scarsissima capacit assorbente della fibra stessa.
Come facilmente immaginabile, test eseguiti su longe con-fezionata in cordino kevlar Beal 5.5 mm diametro, singolo connodi guide alle estremit, usato due volte in grotta, ha confer-mato i risultati delle prove precedenti.
anello kevlar 5,5 coninglese doppio
1 kevlar 1302,81
anello kevlar 5,5 coninglese doppio
1 kevlar rottura 376,21
21aprile 2012 il Soccorso Alpino
aro speleo Kongdyneema grigia
1 dyneema 1486,00
aro speleo Kongdyneema grigia
1 dyneema rottura 902,54
Fibre hi techSono stati eseguiti test su longe in fettuccia di dyneema; gi
a F.C. 1 i risultati sono chiari ed inequivocabili: i campionitestati non hanno dato risultati confortanti , come si vede chia-ramente dalle tabelle.Campione 1
Longe in fettuccia piatta o tubolareNei test effettuati su diversi campioni di longe spelegyca in
poliammide (nylon), si potuto osservare il cedimento dellecuciture al raggiungimento di una forza di circa 600 daN, ciche ha permesso di limitare il valore della forza darresto a1.006 daN; tuttavia, il valore ampiamente superiore alla sogliadelle lesioni.
spelegyca Petzl 1
1 nylon inizia a scucire scuce a 600 circa
1006
spelegyca Petzl 1
1 nylon da 2 a 10 caduta 14281918
spelegyca Petzl 1
1,5 nylon rottura 1820,9
Il secondo campione stato sottoposto a cinque cadute aF.C. 1.5, facendo registrare alla prima caduta una forza darre-sto di 1.121 daN; dalla seconda alla quinta caduta la forza dar-resto salita da 1.428 fino a 1.918 daN; infine, la longe si rotta alla sesta caduta, portata per loccasione a F.C. 2, che hafatto registrare 1.820 daN.
spelegyca Petzl 2
1,5 nylon 1121,72
spelegyca Petzl 2
1,5 nylon da 2 a 10 caduta 15631907
spelegyca Petzl 2
2 nylon rottura 1590,23
Il terzo campione stato sottoposto fin dallinizio a F.C. 2
spelegyca Petzl 3
2 nylon 1304,23
spelegyca Petzl 3
2 nylon 1865,97
spelegyca Petzl 3
2 nylon rottura 1596,89
aro speleo Kongdyneema grigia
1,5 dyneema 1716,25
aro speleo Kongdyneema grigia
1,5 dyneema rottura 892,79
Campione 2
Daisy chain in dyneemaSono stati sottoposti a test numerose daisy chain di produt-
tori diversi, alcune confezionate singole, altre confezionatedoppie ad Y. Quando non diversamente specificato, le daisychain sono state appese alla 6 asola, in modo da osservarne il
daisy chain wildcountry
1 dyneema scucite alcune asole 515
daisy chain wildcountry
1 dyneema rottura 625
Daisy chain wild country usata quattro anni in forra: sebbe-ne riesca a reggere la prima caduta, mantenendo il valore dellaforza darresto entro la soglia di sicurezza, alla seconda cadutasi spezza.
daisy chain Kong
1 dyneema a rottura 504,64
Daisy chain Kong usata un anno.
daisy chain Kongdyneema Y
1 dyneema rottura 390,45
Daisy chain Kong usata un anno, chiusa al vertice con boli-na: il nodo peggiora le prestazioni della longe, che si rompe avalori ancora pi bassi.
yaku vario Kong 1 dyneema rottura 900,7
Daisy chain a Y yaku vario Kong, usata due anni, senzanodo al vertice: si rompe ad un valore pi alto grazie allassor-bimento di una parte dellenergia per scucitura delle asole.
yaku vario Kong 1 dyneema 577,66
Daisy chain a Y yaku vario Kong, usata un anno, con nodobolina al vertice: ancora una volta il nodo su fettuccia di dynee-ma lelemento che introduce una riduzione di resistenza.
Daisy chain in nylonDove non diversamente specificato, le daisy chain sono stateappese alla 6 asola, in modo da osservarne il comportamento ascucire e leffetto di assorbimento per rottura delle cucituresecondarie delle asole.Daisy chain Kong in nylon, usata due anni: la fibra di nylon,
essendo intrinsecamente dinamica rispetto al dyneema, deter-mina un miglioramento notevole delle prestazioni : alla primacaduta fa registrare addirittura una forza darresto sotto lasoglia delle lesioni.
daisy chain Kong
1 nylon si scuciono alcune asole 304,83
daisy chain Kong
1 nylon da 2 alla 5 caduta 9091694
daisy chain Kong
1,5 nylon rottura per tranciamentolaterale (la longe ha toccato la struttura
metalica della torre)
1904
daisy chain fixedyneema
1 dyneema 1527,36
daisy chain fixedyneema
1 dyneema rottura 1149,62
comportamento a scucire e leffetto di assorbimento per rotturadelle cuciture secondarie delle asole. I risultati pi rappresen-tativi sono espressi nelle tabelle che seguono.
22 il Soccorso Alpino aprile 2012
anello Beal6 mm
1 dyneema rottura 411,37
rinvio Kong 1 dyneema rottura 487,7
Rinvii in dyneemaSono stati sottoposti a test anche i rinvii express e gli anelli
cuciti in dyneema, che alcuni utilizzano come longe, con iseguenti risultati poco confortanti.
Rinvio Kong in nastro dyneema 13 mm, lungo 20 cm
Anello cucito beal in fettuccia tubolare dyneema 6 mm,lungo 60 cm
anello Beal6 mm
1 dyneema rottura 570
Anello cucito Beal in fettuccia tubolare dyneema 6 mm,lungo 60 cm, annodato alle estremit mediante nodo guidecon frizione
anelloKong sling
13 mm
1 dyneema rottura 579
Anello cucito Kong sling in nastro dyneema 13 mm, nuovo,con nodo bolina allestremit
rinvio Kong 2 dyneema 716
rinvio Kong 2 dyneema si rompe il moschettone ela massa precipita
477
Rinvio Kong in nastro dyneema 20 mm, lungo 15 cm
Daisy chain Kong in nylon, usata quattro anni: in questocaso sorprendente il comportamento alla prima caduta, che faregistrare un valore della forza darresto inferiore alla sogliadelle lesioni, anche con F.C. 2.
daisy chain Kong rossa
2 nylon rompe alcune asole 510,48
daisy chain Kong rossa
2 nylon rompe tutte le asole 1448,92
daisy chain Kong rossa
2 nylon rottura 1586,32
Rinvii in nylonAnello cucito Kong in fettuccia tubolare nylon 15 mm, nuovo
anello Kong15 mm
1 nylon 1247
anello Kong15 mm
1,5 nylon 1568
anello Kong15 mm
2 nylon
rottura
2145
anello Kong15 mm
2 nylon 1211
Anello cucito Kong in fettuccia tubolare nylon 15 mm,nuovo, con nodo bolina allestremit
anello Kong15 mm
1 nylon 1018
anello Kong15 mm
1,5 nylon rottura 614
Rinvio Kong nylon 20 mm, nuovo lungo 15 cm rinvio Kong
20 mm2 nylon 1684
rinvio Kong 20 mm
2 nylon 1928
rinvio Kong 20 mm
2 nylon 2013
daisy chainMammut
2 nylon rimangono sei cuciture,longe quasi distrutta
402,83
daisy chainMammut
2 nylon rottura 1730,29
Il comportamento della daisy chain Mammut in nylon,nuova, discreto, con un valore della forza darresto moltobasso; tuttavia, la daisy chain risulta molto danneggiata ed ilcarico rimane sospeso in modo precario a poche cuciture.
daisy chain Kong
2 nylon rimangono quattro cuciture
804,82
daisy chain Kong
2 nylon rottura 1314
daisy chain Kong
1 nylon si rompono molte cuciture secondarie,longe quasi distrutta
851
daisy chain Kong
1 nylon rottura 1589,2
Analogo risultato con una daisy chain Kong in nylon,nuova, ma con un valore della forza darresto piuttosto elevato.
Daisy chain Kong in nylon, nuova, collegata alle estremit.
daisy chain Kong
2 nylon si rompono due cuciture secondarie
1018
daisy chain Kong
2 nylon rottura 803
Daisy chain Kong in nylon, nuova, collegata alle estremitrispettivamente mediante nodo bocca di lupo e nodo bolina.
23aprile 2012 il Soccorso Alpino
ConclusioniAlla luce dei risultati, si possono trarre facili conclusioni. E del tutto evidente che le longes realizzate con fibra ara-
midica (kevlar) o in fibra di dyneema, sebbene molto resisten-ti a trazione statica, in caso di caduta di un corpo umano a F.C.uguale o superiore ad 1, non garantiscono la necessaria sicu-rezza, in quanto possono rompersi o, in caso contrario, trasmet-tono una forza darresto superiore alla soglia delle lesioni.Pertanto, per lattivit di soccorso in forra, che comporta tal-volta lesposizione a cadute con F.C. uguale o superiore ad 1,se ne sconsiglia lutilizzo.
Stesse considerazioni possono essere fatte per rinvii o longein fettuccia di nylon cucita: le capacit di assorbimento delle-nergia, intrinseche della fibra di nylon, da sole non sono suffi-cienti a garantire una forza darresto inferiore alla soglia dellelesioni, neppure nel caso di longes realizzate con cuciture a rot-tura programmata: infatti, la rottura delle cuciture, che avvienea partire da 600 daN, determina una forza darresto finale, gialla prima caduta, superiore a 1.000 daN. Inoltre, nel caso diuna seconda caduta importante a F.C. 1, improbabile ma nonimpossibile, la forza darresto sale ulteriormente. Un caso aparte sono le daisy chain costruite in fettuccia di nylon: in alcu-ni casi hanno dimostrato un buon comportamento, ma si trattadi casi sporadici: una rondine non fa primavera
Quanto alle longes in mezzacorda dinamica con le termi-nazioni ed il vertice chiusi da cuciture, il discorso non moltodiverso da quello fatto per le longes in fettuccia di nylon: le purnotevoli capacit di assorbimento della fibra poliammidica, dasole non sono sufficienti a mantenere la forza darresto al disotto della soglia delle lesioni.
Le longes in corda dinamica intera, assemblate con nodiguide con frizione alle estremit e nodo trilonge al vertice,hanno invece dimostrato un buon comportamento: da nuove,anche in caso di ripetute cadute a F.C. 1, nelle prime due cadu-te la forza darresto rimane sotto la soglia delle lesioni; nel casodi cadute a F.C. 2, alla prima caduta si rimane entro la soglia disicurezza. Inoltre, laffidabilit della longe realizzata con nodotrilonge, confermata anche dai risultati ottenuti su campionivecchi o molto usurati: sebbene i margini siano ridotti, nellaprima caduta a F.C. 1 si registrano valori al di sotto della sogliadelle lesioni.
Al termine di queste considerazioni, viene spontaneo consi-gliare a chi fa attivit di Soccorso in forra (e, per estensione, ingrotta), lutilizzo di una longe realizzata in corda dinamica inte-ra di ultima generazione, con diametro intorno ai 9 mm, daassemblare con nodi guide con frizione / nodi guide/ nodi astrozzo alle estremit e nodo trilonge (nodo corona) al vertice.Essendo le capacit di assorbimento in massima parte dipen-denti dallo scorrimento della corda nel nodo al vertice, impor-tante che questo non sia troppo strizzato. Pertanto, al fine dimantenere un buon margine di sicurezza, importante che lalonge venga cambiata dopo aver subito gli effetti di una cadutaimportante e comunque dopo un uso intenso. Volendo darsi unaregola, probabilmente cambiando la longe una volta allanno,anche se utilizzata poco, si nel giusto e contribuisce ad offri-re un elevato livello di sicurezza, che permette allutilizzatoredi operare con la necessaria tranquillit psicologica in unamissione di soccorso.
Si ribadisce, tuttavia, che pur dotandosi di una longe ad altoassorbimento di energia, necessario evitare di trovarsi insituazioni di caduta con F.C. superiori ad 1, poich gi a F.C.1 siamo in una situazione molto rischiosa, per evitare la quale sempre bene sospendersi alla longe. Infine, un paio di noteimportanti sulla trilonge.a. importante collegare alla maglia rapida dellimbrago la-
sola giusta: quella assorbente deve essere libera di scorrereper poter lavorare efficacemente.
b. Si invita a prestare estrema attenzione al modo di collegar-si alla trilonge: collegandosi con lasola assorbente al mail-lon di chiusura dellimbrago, in caso di caduta importantelasola non assorbente potrebbe scorrere e rientrare nelnodo, comportando il completo scioglimento dello stesso,con le ovvie conseguenze.
24 il Soccorso Alpino aprile 2012
F ebbraio, corto e maledetto,cos sentenziavano i vecchi dimontagna quando linvernofaceva ancora paura e non lavevamangiato il lupo come oggi si convinti. In pi se quel mesemalfamato anzich fare 28, faceva 29qualche disgrazia dal cielo era sicuracome bere un bicchier dacqua. Cosnei tempi passati quando le previsioni,o meglio le inclemenze del tempo,erano affidate alla saggezza popolare,ai calli, alle ossa rotte e malcicatrizzate degli anziani che dolevanoin particolare periodi: quasi uncampanello di allarme per imminenti espesso improbabili cambiamenticlimatici. Ma larte di presagire iltempo che far a cui era affidata lastessa sopravvivenza contadina, eraanche sancita dallandamento nellabella stagione, tante vespe, tantimirtilli uguale a tanta neve e ognivallata aveva il suo proverbio, il suodetto che affondava nellinconsciocollettivo mal supportato per da daticerti.Di certo ci fu un febbraio terribile nel1888 quando lItalia e mezza Europafurono colpite da tempeste di neveeccezionali. Non furono risparmiate le
Alpi ma neppure tutta la dorsaleappenninica, con nevicate anche aRoma, Napoli, Firenze e Genova. Ilfenomeno fu anche accompagnato dauna serie di valanghe che fecero moltevittime, oltre ingenti danni alle cosecome puntigliosamente annot PadreDenza dellOsservatorio di Moncalieri,sulle pagine della Rivista del CAI nellostesso anno.Situazione eccezionale come quelladello scorso febbraio quando per leAlpi furono poco o nulla lambite, comedel resto durante tutto questo stranoinverno, dal maltempo che con ostinataperseveranza si concentr nel centroSud. Le prime avvisaglie ci furononella prima settimana di febbraio coninizio per la verit dal 31 gennaio, poisporadiche pause, poco pi chequalche ora di tregua, masostanzialmente una nevicata lunga 12giorni, dovuta ad una costantesituazione di sbarramento dellecorrenti fredde provenienti dallaSiberia, con masse dariaparticolarmente umida.La zona pi colpita fu il lato adriaticodellAppennino in particolare ilForlivese, Cesenate, il Pesarese maanche la parte confinante con il Lazio,
lAbruzzo, il Molise, Campania, PugliaBasilicata e Calabria. La stazionemeteo di Cesena nord in 11 giorni haregistrato 190 cm di neve, sulle collineromagnole si sono rilevate quantit dineve fresca di circa 290 cm in localita 300/350 metri sul livello del mare.Ad Urbino il totale della neve era bendi 326 cm, di cui 93 in sole 24 ore trale 8 di venerd 10 e sabato 11 febbraio.Lepisodio nevoso stato il piimportante dellultimo secolo,superiore anche a quelli storici del1929 e 1956.Nella prima settimana del maltempolemergenza stata assorbita dallestrutture locali, ma con il perduraredella situazione critica il dipartimentodella Protezione civile decideva la seradel giorno 3 febbraio la riunione delComitato operativo per fare il puntodella situazione. Successivamente l8febbraio alle 19:30 veniva indetta unanuova riunione, con la dichiarazionedello stato di emergenza, per le regionidi Emilia Romagna, Marche, Lazio,Abruzzo, Campania e Molise, allargatopoi a Puglia, Basilicata e Calabria.Contestualmente presso ilDipartimento in via Vitorchiano aRoma era attivata la Sala Italia, quella
EEmmeerrggeennzzaanneevvee
25aprile 2012 il Soccorso Alpino
appunto delle grandi emergenze edanche il C.N.S.A.S., quale strutturaoperativa nazionale, era chiamato apresidiare la propria postazioneassieme a tutte le altri componenti, perun totale di circa quaranta strutturefra Enti, Corpi dello Stato,Associazioni, Gestori di servizi ditelefonia, trasporti, energia e centri diricerca.Venivano cos coordinate le richiestedal territorio e linvio di squadre emateriali, sia quelle presenti in locoche quelle che giungevano da altreregioni; ogni 5/6 ore, presieduta dalCapo dipartimento, Prefetto Gabrielli,si teneva una riunione plenaria invideo conferenza con le regioniinteressate per monitorare al meglio lasituazione. Sono state messe in motoenergie e risorse importanti se si
considera che domenica 12 febbraiofra tutte le forze in gioco erano attiviben oltre seimila uomini.Il C.N.S.A.S. oltre alla massicciapresenza di tecnici sul posto ha potutocontare sul contributo di squadregiunte sin dalla prima ora dal Veneto,Piemonte, Lombardia, Trentino, FriuliVenezia Giulia, Toscana, Umbria eLazio, che sono state impegnateprincipalmente nel forlivese emarchigiano ma anche in Abruzzo eMolise.Come spesso accade in questifrangenti si trattato di fare un po ditutto dal soccorso tecnico a quellosanitario, ma anche di raggiungereluoghi isolati per portare viveri omedicinali, liberare strade e spalareneve dai tetti, da quelli di sempliciabitazioni a quelli pi blasonati come
Palazzo ducale ad Urbino.Unemergenza anomala in cui ilC.N.S.A.S. ha confermato la suacapacit di muoversi al meglio nelterreno pi consono e di portare unaiuto concreto alle popolazioni dimontagna e non solo agli alpinistiinfortunati come spesso lopinionepubblica crede.E stata anche la prima volta che lastruttura nazionale stata coinvoltacos in modo massiccio e formale dalDipartimento della Protezione civilegrazie a piccole ma sostanzialimodifiche della normativa di un paiodi anni fa. Una esperienza positivache da molti punti di riflessione perfuture emergenze, dato che nelnostro paese le emergenze nonfiniscono mai.
Giulio Frangioni
9 gio. 10 ven. 11 sab. 12 dom. 13 lun. 14 mar. 15 mer. 16 gio. 17 ven.VENETO 8 12 12 12 39 31 31 39 24ABRUZZO 100 130 130 130 60 60 60 40 40MARCHE 4 30 95 95 30 30 32 1 4PIEMONTE 8 8 7 30 30 30 6 4 4MOLISE 27 27 27 27 27 3 10 2 3PUGLIA 0 5 6 6 3 3 3 1 2
LOMBARDIA 13 13 13 16 4 4 4 4 0EMILIA 4 60 240 240 60 60 60 10 0UMBRIA 4 5 4 5 7 8 6 6 6
BASILICATA 0 30 15 15 10 10 10 0 0CALABRIA 0 40 40 20 5 5 5 0 0LAZIO 70 20 170 170 62 62 62 0 0
TRENTINO 0 0 8 8 18 10 10 0 0NAZIONALE 0 3 3 3 3 3 1 0 0TOSCANA 4 0 7 22 30 0 0 0 0
TOTALE 126 211 533 540 229 198 177 27 15
TOTALE GIORNATEPRESENZE MALTEMPO CENTRO SUD FEBBRAIO 2012
18 sab. 19 dom. 20 lun.12 12 040 0 09 9 00 0 00 0 00 0 00 0 00 0 06 2 10 0 00 0 00 0 00 0 00 0 00 0 0
6 2 1
TOTALE GIORNATE 2.065PRESENZE MALTEMPO CENTRO SUD FEBBRAIO 2012
28
Abruzzo
I n occasione dellemergenza neve in Abruzzo il S.A.S.A. si immediatamente allertato, ancor prima che arrivassero ledisposizioni a livello nazionale sia del C.N.S.A.S. che delDipartimento protezione civile, prendendo contatto e mettendo-si a disposizione delle Amministrazioni comunali e degli orga-nismi di Protezione civile locale.
Fra le molteplici attivit svolte la priorit stata data alla di-stribuzione di farmaci durgenza e viveri di prima necessit adabitazioni isolate, che sono state raggiunte con tecnica sci alpi-nistica.
I nostri tecnici sono stati simpaticamente definiti degli eroidalle suore della Madonna di Pietracquaria di Avezzano (AQ),per aver raggiunto il Santuario con gli sci dalpinismo dopo unapiacevole salita sotto una fittissima nevicata.
Altre attivit hanno riguardato la distribuzione di foraggio allefamiglie di allevatori di bestiame, laiuto agli automobilisti in dif-ficolt, la collaborazione con tecnici per la riparazione dei pon-ti telefonici con lausilio di motoslitte, la collaborazione al ri-pristino della viabilit dei tratti di strada a rischio di valanghe an-che con lausilio dellelicottero che ha portato la DaisyBell dalTrentino.
Importantissimo stato anche il servizio navetta fatto con inostri fuoristrada a vantaggio del personale ospedaliero medicoe infermieristico che non poteva raggiungere il posto di lavoro oche, viceversa, non poteva raggiungere la propria abitazione unavolta finito il turno, come pure laccompagnamento a casa dellepersone dimesse dalle strutture sanitarie stesse.
Molto gradita stata la collaborazione dei colleghi lombar-di, tecnici e cinofili, con i quali si lavorato in un clima di pro-fessionale amicizia, anche grazie allospitalit ricevuta pressolInterporto della Marsica dai responsabili della Croce rossa ita-liana.
Tale struttura stata di notevole importanza operativa e stra-tegica data la vicinanza allospedale di Avezzano e ai raccordi au-tostradali.
Limpressione personale stata che i disagi sono stati tanti,ma ben sopportati soprattutto dalla popolazione di estrazione con-tadino-montanara, da sempre abituata ad una vita di duro lavo-ro e animata da quella cristiana solidariet che fa mettersi subi-to a disposizione degli altri, non appena sono risolte le propriepriorit.
Sono valori che la societ moderna, pi avvezza a comfort econsumismi vari, sembra aver dimenticato.
Gianfranco GallesePresidente
Servizio regionale Abruzzo
Basilicata
D al 2 febbraio 2012 la Basilicata stata colpita da una ne-vicata senza precedenti, con paesi isolati per alcunigiorni dove la neve ha raggiunto i due metri di altezza,con serie difficolt di movimentazione della popolazione.
I volontari del Servizio regionale Basilicata hanno pronta-mente risposto allemergenza utilizzando sistemi, attrezzature edesperienza di movimentazione su ambienti innevati e ghiaccia-ti.
Siamo intervenuti di nostra iniziativa in ambito locale a so-stegno di persone in difficolt e di seguito sono arrivate richie-ste dai sindaci di vari comuni che ci hanno interpellati per cau-se varie. I compiti richiesti sono stati: portare viveri, medicina-li, controlli a persone in zone isolate dalle comunicazioni, losgombro di tetti colmi di neve e cornicioni pericolanti, sicurez-za nelle strade ghiacciate e anche pulire le strade con le pale. Atutto questo si aggiunto il supporto sanitario del 118 Basilicatasoccorso, causa ghiaccio e neve alta oltre i sessanta centimetri,per una signora con frattura di bacino a Chiaromonte (PZ) per es-sere trasporta sullambulanza che distava alcune centinaia dimetri e il recupero di una persona isolata su Monte Carruozzo co-mune di Castelgrande (PZ), emergenza richiesta dal sindaco delpaese e dal Comando stazione Carabinieri di Muro Lucano; lapersona era da giorni completamente sepolto, nella sua casetta dimontagna, dalla nevicata eccessiva. Si dovuto identificare ilpunto dellabitazione (che il sindaco conosceva) e poi letteral-mente disseppellire la zona di accesso alla porta per poter entra-re. La persona godeva di buono stato di salute, ma impossibili-tato a recarsi nel centro abitato, gi da sei giorni, si trovava pri-vo di generi alimentari, di energia elettrica, di sistemi di comu-nicazione, di idoneo vestiario e di qualsiasi forma di riscalda-mento. Sindaco e Carabinieri hanno partecipato al recupero delmalcapitato.
Ultimo intervento in ordine di tempo: luned 12 marzo, ri-chiesta urgente al C.N.S.A.S. Servizio regionale Basilicata, delSindaco del comune di Castronuovo di SantAndrea per eliminarele cause di pericolo alla pubblica e privata incolumit derivantedalle recenti avversit atmosferiche al fine di poter provvedereal disgaggio di massi che mettono in pericolo alcune abitazionidellabitato.
Abbiamo operato in situazione emergenza neve gi cinquegiorni prima (dal 2 febbraio) che il Dipartimento della Protezionecivile aprisse la Sala crisi fatto che avvenuto il 7 febbraio.
Dal 2 al 15 febbraio in Basilicata siamo stati impegnati con187 volontari.
Rosario AmendolaraPresidente
Servizio regionale Basilicata
Calabria
D a subito, anche in Calabria, il C.N.S.A.S. stato prima al-lertato e poi impegnato per far fronte allemergenza neveche ha colpito soprattutto il centro nord della Regione. Inparticolare, la Prefettura di Cosenza ha attivato lunit di crisi allaquale il Soccorso alpino e speleologico calabrese stato rappre-sentato ai massimi livelli sin dalle prime ore. Inoltre, uomini delS.A.S.C., compreso un medico, hanno presidiato la piazzola di at-terraggio di San Marco Argentano per un pronto impiego permezzo di un elicottero della Regione Calabria (che a casua dellepessime condizioni meteorologiche non ha potuto mai alzarsi involo). Una squadra della Stazione Pollino intervenuta per porta-re soccorso ad una masseria isolata nel comune di Cerchiara dopotre ore di cammino con una abbondante nevicata. In totale oltrequaranta volontari del S.A.S.C. sono stati allertati per diversi gior-ni, a disposizione della Protezione civile calabrese.
Luca FranzesePresidente
Servizio regionale calabrese
il Soccorso Alpino aprile 2012
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Emilia - Romagna
Mercoled 8 febbraio, gioved 16 febbraio I n Emilia - Romagna lemergenza neve iniziata mercoled8 febbraio con le abbondanti nevicate sullAppennino tosco-emiliano e sulle provincie di Forl - Cesena e Rimini, dovelAppennino forlivese e cesenate, le colline riminesi e laValmarecchia sono stati colpiti con particolare intensit. LaStazione di Monte Falco ha operato incessantemente supportatadai tecnici provenienti dalle altre Stazioni della regione ed anchedal Servizio regionale piemontese.
Il S.A.E.R. stato attivato fin dalle prime ore dalla C.O. 118di Romagna soccorso per il supporto tecnico ad ambulanze edauto mediche nella movimentazione del personale medico e deipazienti nelle zone innevate. Sono stati predisposti presidi pres-so gli ospedali di Nova Feltria e di Santa Sofia e nei giorni picritici presso il posto di guardia del 118 a Morciano di Romagna.Intensa anche lattivit del S.A.E.R. in coordinamento conProtezione civile, Sindaci e Prefetture. I tecnici sono stati im-pegnati in numerosi interventi per raggiungere aziende agricole,borghi e case rimaste isolate e raggiungibili utilizzando gli sci oper via aerea con elicottero. Viveri e medicinali sono state le ri-chieste e le necessit maggiori. In quattro interventi sono statiportati aiuti ad aziende con gravi problemi di approvvigiona-mento al bestiame.
Nella giornata di marted 14 sono state svolte alcune verifi-che di stabilit del manto nevoso su grandi accumuli e sui pen-dii, in collaborazione con il Soccorso alpino della Guardia di fi-nanza e con gli uffici tecnici della Provincia di Rimini. Nella gior-nata di mercoled 15, il 3 Reparto volo della Polizia di Stato diBologna ha messo a disposizione un elicottero configurato comemezzo di soccorso avanzato S.a.R., con medico, infermiere e tec-nico di elisoccorso messi a disposizione dal S.A.E.R.Laeromobile ha operato per lintera giornata nelle zone ancoraisolate della Valmarecchia nellevento del crollo dellabitazionea Serrungarina affiancando i colleghi del 118 delle Marche.
Problemi minori, ma pur sempre significativi, si sono verifi-cati nellAlto Appennino bolognese, modenese e reggiano, dovele stazioni del S.A.E.R. hanno operato affiancando i Servizi di as-sistenza domiciliare dellAUSL alle persone malate o anziane nonraggiungibili con i mezzi usuali. Complessivamente sono statiimpegnati 240 tecnici che si sono alternati negli otto giorni diemergenza con il supporto di ulteriori 19 tecnici provenienti dalServizio regionale piemontese.
Stefano [email protected]
Lazio
T emperature al di sotto dello zero con punte nei rilievi finoa meno 12 C, lastre di ghiaccio sulle strade, neve oltredue metri, Roma bloccata a causa di due nevicate in unasettimana, questo lo scenario che ha trasformato il Lazio per di-versi giorni in un paese simile alla Tundra russa.
Abitazioni isolate, macchine bloccate dalla neve nelle su-perstrade, servizi di energia interrotti, comunicazioni a sin-ghiozzo, treni regionali bloccati in aperta campagna, viabilit intilt, emergenza neve sui tetti, animali a rischio, senza cibo e stal-le con pericolo di crolli per sovraccarico della neve.
A questo scenario la macchina dei soccorsi ha dovuto darerisposte, tutti gli Enti hanno contribuito ognuno per le proprie ca-ratteristiche in supporto alla popolazione.
Il Soccorso alpino e speleologico del Lazio con i suoi tec-nici di tutte le Stazioni ha operato tutti i giorni e tutte le notti del-lemergenza maltempo, sono stati fatti interventi di ogni naturasempre coordinati dalla Sala operativa regionale della Protezionecivile e dalla Sala situazione Italia per la gestione dellemergenzanazionale, dove sempre un tecnico C.N.S.A.S. era presente.
Assistere intere famiglie bloccate in auto sulle superstrade,portare viveri, medicinali salva vita nelle abitazioni isolate e as-sistere i passeggeri dei treni bloccati nella notte in aperta cam-pagna, portare il cloro nelle condotte dellacqua in quota per ladepurazione ed altro. Tutti interventi questi dove i nostri tecnicihanno dato prova di grande professionalit ma soprattutto digrande senso civico non risparmiandosi in nessun caso. Il sorri-so sul volto delle persone, provate da giorni, quando portavamoloro laiuto richiesto, ha ripagato pienamente la nostra fatica.
E stato fondamentale il supporto incrociato dei Servizi re-gionali del Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto, Emilia -Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo e Molise delC.N.S.A.S. che in quei giorni hanno saputo fronteggiare una si-tuazione di emergenza con il massimo dispiegamento di squadre.
Roberto Carminucci addetto stampa
Servizio regionale Lazio Commissione
comunicazione e documentazione
Marche
326 centimetri in pochi giorni, questa la quantit ufficiale dineve caduta nella provincia di Pesaro. Un valore numericoche dimostra quanto una provincia in riva al mare possa aversubito nei primi giorni di febbraio di questanno. Tutto si fer-mato, e qualcosa forse si fermer per sempre come alcune azien-de agricole che, con danni strutturali anche gravi e decessi di ani-mali da reddito, difficilmente potranno ripartire. Lattivazione delC.N.S.A.S. della regione Marche stata contestuale allinizio del-la nevicata: prima la Stazione di Pesaro-Urbino che dal primogiorno allultimo ha lavorato incessantemente, poi le altre Stazioniregionali, in parte rimaste nel loro territorio per emergenza mal-tempo. Dopo alcuni giorni, visto laumentare smisurato delle ri-chieste di intervento in ambiente impervio e di disgaggio tetti, ilC.N.S.A.S. nazionale ha ritenuto opportuno attivare molti volon-tari provenienti da diverse regioni: Veneto, Piemonte, Lombardia,Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Umbria, ed in luogo GiulioFrangioni e Federico Lazzaro. La Commissione Comunicazionee Documentazione (C.C.D.) ha inviato negli ultimi giorni un tec-nico abruzzese per la raccolta e montaggio di materiale video.Molti volontari si sono messi a disposizione per risolvere le emer-genze pi disparate in silenzio e con grande senso del dovere e disolidariet. Il C.N.S.A.S. non aveva pi una provenienza regio-nale specifica, era il Corpo nazionale soccorso alpino e speleo-logico che con accenti e cadenze diverse lavorava per portare me-dicinali, supportare donne in parto ed ancora isolate, evacuare an-ziani ipotermici, rifornire di viveri famiglie ed animali totalmen-te separati dal mondo civile, spalare neve, portare conforto e spe-ranza. Nei giorni che ho passato in Sala operativa ho ricevuto te-lefonate di sentito e commosso ringraziamento per il lavoro che
aprile 2012 il Soccorso Alpino
30
si stava svolgendo giorno e notte, per la serenit e la professio-nalit con la quale il C.N.S.A.S. ha operato. Il Servizio regiona-le Marche, nel nome del Presidente Paola Riccio, e delCapostazione di Pesaro Urbino vuole approfittare di questo spa-zio concessogli per ringraziare sentitamente tutti coloro che, a par-tire dal Consiglio nazionale fino ai tecnici intervenuti, hanno fat-to s che questa complessa e meravigliosa macchina facesse sen-tire alla popolazione (e speriamo anche alle Istituzioni) la sua pre-senza e la sua importanza anche in momenti critici come quellodel pesarese nel febbraio 2012.
Paolo Cortelli Paniniaddetto stampa regione Marche
Commissione comunicazione e documentazione
Molise
U na sala operativa unificata, attiva H 24, ha confermato ilruolo di snodo svolto, assieme alla Protezione civile, dalSoccorso alpino molisano nel raccordare competenze edattivit nei giorni di emergenza vissuti dal Molise a causa delle ec-cezionali nevicate, che hanno interessato tutta la regione.
Diecimila le chiamate, tra quelle in entrata, in uscita e di ge-stione e trasferimento alla Sala operativa. Fondamentale il lavorosvolto dai tecnici C.N.S.A.S. in Sala operativa della Protezionecivile.
Il C.N.S.A.S. Molise intervenuto in ottanta casi circa, dan-do aiuto a persone in difficolt, raggiungibili spesso soltanto a pie-di o con gli sci, con lausilio di motoslitte, o gatto delle nevi, mas-serie isolate, animali in alpeggio ed altri scesi a valle, quasi allaperiferia dei paesi, in cerca di cibo, come accaduto a Pizzone(IS), nel Parco nazionale Abruzzo, Lazio Molise, dove quasiduecento cervi sono stati prontamente soccorsi e nutriti dai tec-nici del Soccorso alpino e dalle Guardie del parco. Diversi dun-que i fronti di impegno: interventi sanitari, trasporto di derrate ali-mentari e medicinali a famiglie isolate, foraggiamento animali inaziende in alpeggio, ricerca dispersi, scarico tetti e strutture so-vraccariche. Diverse le missioni aeree con elicottero effettuatecongiuntamente con altre Amministrazioni dello Stato: Polizia,Forestale, Finanza. A partire da venerd 11 febbraio, il C.N.S.A.S.Molise stato affiancato anche da unUnit cinofila di ricerca invalanga della V Delegazione bresciana. Questi i numeri delle-mergenza che ha vissuto il Molise. Allemergenza neve ha fattoseguito lemergenza valanghe, con due interventi effettuati aRoccamandolfi (IS) e Campitello Matese, nel comune di S.Massimo (CB) per il distacco programmato delle masse nevose,tramite sistema Daisy Bell. In questi giorni, inoltre, il C.N.S.A.S.Molise ha effettuato, per conto del Centro funzionale del Servizioprotezione civile, sopralluoghi e rilievi nivologici su tutta la re-gione. Tali dati sono stati utilizzati per elaborare tre Carte mol-to importanti. La Carta della copertura nevosa, che analizza lal-tezza della neve nelle varie zone e comuni, dalla costa allAltoMolise, con lobiettivo di capire come si distribuita la nevica-ta sullintero territorio regionale, quali sono state le zone pi col-pite e dove si registrato il maggiore accumulo; e le Carte del-la massa volumetrica nevosa e del carico neve al suolo per veri-ficare in volume e in peso quanto e in quali zone della regionesi avuta la massa pi cospicua di neve ed aiutare poi i Sindacia valutare lincidenza del peso neve sulle strutture interessate.
Stefania Cannarsaaddetto stampa CNSAS Molise
Puglia
A nche il C.N.S.A.S. Puglia stato impegnato nellemer-genza neve che ha colpito lItalia lo scorso mese difebbraio. Scenario piuttosto insolito dalle nostre parti,dove anche pochi centimetri di neve sono in grado di creare enor-mi disagi per un territorio ed una popolazione che non abitua-ta a confrontarsi, tranne che in alcune zone ben circoscritte, conquesto fenomeno. Le parti pi colpite sono state il SubappeninoDauno, il Gargano e le parti pi alte della Murgia barese.
I disagi principali sono stati rappresentati oltre che dai pro-blemi sulla viabilit stradale ordinaria, soprattutto dal fatto chelabbondante coltre nevosa, depositatasi sulle ampie aree bosca-te ed impervie del Gargano, ha coperto anche la viabilit secon-daria spesso costituita da sterrati e tratturi lunghi diversi chilo-metri percorribili ordinariamente solo con mezzi fuoristrada edove non potevano operare i mezzi spalaneve, che ha determinatolisolamento per diversi di numerose famiglie, ma anche diaziende zootecniche e strutture comunali, che risultavano quin-di raggiungibili solo a piedi attraversando la spessa coltre nevo-sa.
La zona che ha visto particolarmente impegnato Il C.N.S.A.S.Puglia stata quella del territorio di San Marco in Lamis (FG),dove ha sede la Stazione Gargano e dove il C..N.S.A.S. per-manentemente inserito nel C.O.C. di Protezione civile. Inoltre ilC.N.S.A.S. Puglia, sempre per lo stesso territorio ha in essere unaconvenzione con la Regione Puglia per assistenza alla popola-zione in caso di eventi idrogeologici/meteorologici di particola-re rilevanza e che richiedano un intervento specifico.
Il C.N.S.A.S. Puglia ha lavorato ininterrottamente per 10giorni, dal 7 al 17 febbraio (con un media di impiego di quattrouomini/giorno) sia assicurando a turno una presenza nellaCentrale operativa del C.O.C., nonch coordinandosi con la Salaoperativa della Protezione civile regionale per i numerosi inter-venti che hanno visto operare i volontari del C.N.S.A.S. a sup-porto dei volontari della Protezione civile locale. Diversi inter-venti hanno riguardato appunto assistenza alla popolazione, perquelle famiglie rimaste isolate in masserie molto lontane dalla-bitato situate in zone impervie/boscate (Canale Faiarana, BoscoRosso, Contrada Limosani, Santa Lucia, Tre Cercole, Coppe diRapa, Zazzano, Laurelli), cui sono stati portati viveri e medici-nali secondo necessit. Lassistenza ha riguardato anche alcunestrutture, come aziende zootecniche restate per giorni senza vi-veri per gli animali, fra cui anche il canile comunale con oltrecento cani. Inoltre sono state fornite attivit di supporto a tecni-ci (accompagnamento di personale comunale o delle ASL) chenecessitavano raggiungere zone isolate a causa dellabbondantemanto nevoso depositatosi.
Di particolare rilievo un intervento sanitario che ha vistoimpiegato anche il medico alpino del C.N.S.A.S., per una personarimasta isolata da giorni e che da diverse ora non rispondeva pial cellulare, per il quale si era temuto il peggio. Raggiunto dai tec-nici e medico del C.N.S.A.S., recatisi sul posto unitamente a vo-lontari di Protezione civile e Carabinieri, stato trovato per for-tuna in buone condizioni ed stato sottoposto a controllo sani-tario dal nostro medico.
Vi stato anche un allarme per un possibile disperso nellaneve, poi fortunatamente rientrato dopo circa unora.
William FormicolaPresidente
Servizio regionale Puglia
il Soccorso Alpino aprile 2012
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Toscana
A causa delle difficolt e delle problematiche condizionidovute allemergenza maltempo delle prime settimanedi febbraio in cui si sono trovate le regioni del centroItalia, il