ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché,...

64
ALDO MORO trent’anni dopo Editore Cooperativa Culturale R.T.S. a cura di GERO GRASSI prefazione di DARIO FRANCESCHINI Vicesegretario Nazionale PD

Transcript of ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché,...

Page 1: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

1

ALDO MOROtrent’anni dopo

EditoreCooperativa Culturale R.T.S.

a cura di

GERO GRASSI

prefazione di

DARIO FRANCESCHINIVicesegretario Nazionale PD

Page 2: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

2

© Copyright 2008Proprietà letteraria riservata

EditoreCooperativa Culturale RTSArco della Madonna, 170038 Terlizzi (Bari)

PresidenteDamiano Guastamacchia

Distribuzione gratuita.Tel. e Fax 080.5739701e-mail: [email protected] Argiro, 135 - 70121 BARI

Foto in CopertinaAldo Moro

Page 3: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

3

La prefazione di questo libroè scritta dall’Amico on. Dario Franceschini,

Vicesegretario Nazionale PD.Trattasi di un articolo che parla di Benigno Zaccagnini

e che riproduce il clima nel quale, durante gli anni settanta, molti dei giovani dell’epoca entrarono in politica

e si appassionarono ad un’idea culturaleche tenesse al centro la persona.

L’articolo è stato scritto da Dario alcuni anni fae viene riproposto in questa occasione perché Aldo Moro

volle Benigno Zaccagnini Segretario Nazionale D.C.e ne fu sempre grande amico.

Alla Festa dell’Amicizia della D.C., tenutasi a Palmanova,alcuni degli uomini impegnati in politica oggi

erano ragazzi e cantavano: “Zac è qui con tutta la D.C.”.Tra quei ragazzi c’eravamo anche io e Dario.

Gero Grassi

Page 4: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

4

Page 5: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

5

I Ragazzi di Zacdi Dario Franceschini

Vicesegretario Nazionale Partito Democratico

Zac se ne andò il 5 novembre del 1989.A migliaia ci sentimmo d’improvviso come orfani di un

padre a cui volevamo un bene profondo. Era qualcosa di più,e di più intimo, di un rapporto tra discepoli e maestro. Qual-cosa di più, e di più profondo, del rapporto tra un leader e igiovani che lui aveva avvicinato alla politica.

Ci sentivamo veramente una generazione, i ragazzi diZac, arrivati a scegliere la Democrazia Cristiana quando,dopo le dure sconfitte al referendum sul divorzio e alle am-ministrative del 1975, il partito aveva imboccato in modoimprevisto la strada del rinnovamento, sotto la guida di quel-l’uomo così diverso dall’immagine grigia e ripiegata sullasola gestione del potere che la Dc da tempo stava trasmetten-do al paese.

Lo scrisse bene Walter Tobagi nel febbraio del 1980, tremesi prima di essere ammazzato dalle Brigate Rosse: “Il pri-mo miracolo di Zaccagnini è stato di restituire fiducia ad unpartito che pareva destinato al naufragio: l’onestoZaccagnini, il segretario dalla faccia pulita, il simbolodell’antipotere che entusiasma le folle, parla ai giovani, ri-sveglia l’anima popolare del partito, reinventa le feste al-l’insegna dell’amicizia e del confronto-concorrenza con icomunisti”.

Page 6: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

6

Avvenne tutto in pochi mesi. Zaccagnini cominciòcommemorando Don Mazzolari, riscoprì il messaggio piùautentico dell’ispirazione cristiana, parlò, come Berlinguer,di una questione morale. E i giovani, tra lo stupore dei nota-bili che non capivano come quel dirigente ritenuto provviso-rio e fragile potesse suscitare entusiasmi mai visti, lo segui-rono, lo sostennero, contagiarono gran parte del partito sinoa spezzare equilibri e incrostazioni.

Eravamo in centomila, arrivati chissà da dove, sponta-neamente e senza nessuna organizzazione, nella piazza diPalmanova, alla chiusura della prima Festa dell’Amicizia, asventolare bandiere ascoltando Zaccagnini che ci diceva: “Ilfiore è di nuovo bianco”.

Molti dei dirigenti e dei quadri della Margherita e del-l’Ulivo hanno le radici in quei giorni. Impararono lì che idue grandi partiti popolari del paese avevano valori comunie un cammino futuro da percorrere insieme quando la storiadel mondo l’avesse consentito. Impararono lì, dal partigianocattolico, il senso dello Stato e i valori dell’unità e della de-mocrazia repubblicana. Capirono lì, quando Zaccagnini vin-se faticosamente il Congresso del 1976 con il 51%, che lebattaglie di cambiamento vere non possono mai avere allespalle l’unanimità dei consensi.

Oggi dovrebbe essere riconosciuto a Zaccagnini fino infondo il ruolo insostituibile che ebbe nella lotta al terrori-smo. Non soltanto per la scelta della linea della fermezza pa-gata con una sofferenza atroce, nei giorni del rapimento e delmartirio di Moro ma soprattutto perché soltanto la sua De-mocrazia Cristiana, tornata credibile e viva nel paese con lasua segreteria, potè reggere l’impatto drammatico di queigiorni senza essere spazzata via dagli eventi.

Oggi, anche per questo, dovrebbe essere ricordato dallaRepubblica Italiana come uno dei suoi più autorevoli e deter-minanti servitori.

Noi lo ricorderemo anche per la sua diversità, per la suaprofonda semplicità, per la sua capacità di guardare lontano.

Page 7: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

7

L’11 luglio del 1963, intervenendo alla Camera, si ri-volse a Togliatti con parole profetiche: “Vi è una barrierache per noi tutte le simboleggia: il muro di Berlino, un muroche per la prima volta nella storia serve non per impedireche altri dall’esterno penetri, ma per impedire che chi soffredentro la città di Berlino est possa uscire ed evaderne. Noisappiamo che anche questo muro verrà abbattuto; e non ver-rà abbattuto dai carri armati, ma dal cammino travolgentedelle idee di libertà, di giustizia e di pace che ovunque avan-zano nel mondo”.

Ci asciugammo le lacrime e ci telefonammo in tanti lanotte del 9 novembre 1989, mentre guardavamo in televisio-ne i giovani di Berlino che abbattevano con la loro gioiaincontenibile il muro della paura e della divisione.

Zac se n’era andato appena quattro giorni prima. Sol-tanto quattro giorni in più, ci dicemmo, gli sarebbero bastatiper vedere quella notte straordinaria che lui aveva sognatoquasi trent’anni prima.

Così decidemmo di vivere quell’emozione anche perlui.

E ancora oggi lui vive in quelle speranze e in quella vo-glia di cambiare il mondo che ogni giorno dentro ognuno dinoi, ragazzi di Zac, combattono faticosamente con le nostrearidità, con le nostre mediocrità, con le nostre colpevoli di-sillusioni.

Page 8: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

8

Page 9: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

9

Con Aldo Moro in politicadi Gero Grassi

Deputato Partito Democratico

Conobbi” Aldo Moro nel lontano 1963. Avevo appena 5anni quando potei stringergli la mano per la prima volta.

Ero nato in una delle tante famiglie democristiane delsud.

Vedevo mia nonna, durante le fasi precedenti le elezionipolitiche del 28 aprile 1963, cucire, con cotone rosso su len-zuola bianche la scritta: Aldo Moro e Renato Dell’Andro, en-trambi candidati al Parlamento.

Le lenzuola, poi, venivano appese ai balconi e costitui-vano un singolare messaggio pubblicitario, in un periodo incui la campagna elettorale non era ancora regolamentata.

La politica spettacolo era lontana da venire. In televi-sione le tribune elettorali erano “grigie”, non solo per il colo-re della TV.

Aldo Moro era Segretario Nazionale della DC eletto,strana coincidenza, il 16 marzo 1959.

Renato Dell’Andro, Professore subentrato a Moro nel-l’insegnamento di Diritto Penale presso l’Università di Bari,era stato Sindaco di Bari e costituiva l’Amico più caro diMoro sin dai tempi della FUCI del dopoguerra, quando lì siformavano le nuove generazioni.

Nonna Maria, allora sessantacinquenne, era indotta inquel lavoro di taglio e cucito da mio padre, Assessore al Co-mune di Terlizzi, oltre che da una profonda venerazione ver-

Page 10: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

10

so “quest’uomo buono e dolce”, come ella con massima de-ferenza lo ricordava.

In quel periodo, in Puglia e soprattutto a Bari, la quasitotalità dei democristiani erano morotei. Anche se taluni loerano per opportunità e convenienza, come in seguito hannodimostrato.

Dopo le elezioni del 1963 ed il Governo-ponte retto daGiovanni Leone, il 4 dicembre 1963 Moro diventava Presi-dente del Consiglio dei Ministri: 5 lunghi e difficili anni nelcorso dei quali l’Italia passò lentamente dal boom economi-co alla contestazione giovanile, alla recessione degli anni‘70.

Ogni qual volta Moro era invitato a Terlizzi, tra i tantiad ascoltarlo c’ero anch’io. Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevoin quest’uomo, dalle parole misurate e dai modi garbati, ilsenso vero dello Stato, la forte capacità di misurarsi “con ledifficoltà del tempo che ci è dato vivere”, la piena volontà diriscatto sociale, economico, culturale della popolazione me-ridionale, l’idea, realizzata, di “avvicinare al circuito del po-tere quanti ne sono stati esclusi per troppo tempo”.

Dopo il 1968, anche in Puglia, l’atteggiamento di moltidemocristiani verso Moro incominciò a cambiare. Molti cor-sero verso i nuovi potenti. La Puglia divenne terra di conqui-sta per molti predoni della politica. E Moro veniva accusatoapertamente di essere “filocomunista”.

Superata l’adolescenza, mentre tanti miei coetanei fre-quentavano le discoteche, nel 1974 io mi iscrissi al partito diAldo Moro. Noi giovani DC vivevamo, allora, conZaccagnini e Moro alla guida del partito, una grande stagio-ne di ideali e di speranza.

Dall’isolamento del dopo 1968 Moro pian piano, era di-ventato guida del partito e del Paese. Non per accumulo dipotere che non aveva, ma perché capace di prendere e farprendere coscienza dei fatti nuovi, della “emergenza”, dellanecessità per ogni parte di assumere le relative responsabili-

Page 11: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

11

tà. Sapeva convincere le forze politiche della opportunità di“pause di riflessione”, finalizzate a bloccare eventuali tenta-tivi di fughe in avanti o indietro. Cercava di indicare la stra-da per rispondere, in maniera coraggiosa e seria, alle sfidedella “Terza fase” della Repubblica, segnate anche dalla im-possibilità di egemonia di un singolo partito e della possibili-tà o meglio del dovere di accrescere le reciproche garanzieper una corretta competizione tra le forze politiche, in gradodi valorizzare le possibilità consentite dal mutamento socialee politico.

Moro scendeva l’ultima volta a Terlizzi nel novembre1977. I suoi amici più intimi non mancavano di fargli il gra-dito omaggio del pane fresco e delle rape che tanto gradiva.

Era ormai passato il 20 giugno 1976, il sorpasso comu-nista non c’era stato. Comunque, non poteva mancare la suariflessione sulla nuova stagione politica e sulla necessità delConfronto con il PCI.

“Il Confronto nasce da una necessità, nasce da uno sti-molo di esplorare aree di comune proposta per alcuni pro-blemi pressanti del paese”, affermava.

Sono passati trent’anni dal rapimento e dalla mortedell’on. Moro.

Le lenzuola non si espongono più durante la campagnaelettorale. Nonna Maria è morta e con lei Renato Dell’Androe tanti “morotei della prima epoca”: Angelo Salizzoni, Vitto-rio Cervone, Elio Rosati, Lelluccio De Scisciolo, GiuseppeColasanto, Gennaro Trisorio Liuzzi, Quintino Basso, NicolaLamaddalena, Angelo Pastore.

Non si è spenta, però, la speranza di un mondo più giu-sto nel quale il cittadino sia protagonista attivo del futuro delsuo Paese.

Vive ancor oggi la volontà di unità politica che non èconfusione di coscienze, non è indifferenziata unificazionecon quanti, pur provenendo da esperienze diverse, credononei grandi ideali della libertà, della democrazia, dellasussidiarietà, dell’europeismo.

Page 12: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

12

Appunto sorretto da questo “credo”, nonostante tanteesperienze, non sempre lieti, continuo il mio impegno politi-co nel Partito Democratico, convinto come sono che, oggipiù di ieri, in questo partito, alcune volte inconsciamente, al-tre con piena razionalità, l’insegnamento moroteo permaneincessantemente e si esplica quotidianamente nell’impegno enella visione di una prossima società più giusta e più attentaai bisogni dei deboli.

In occasione del 16 marzo 2008, trentennale dell’ecci-dio di via Fani e del rapimento dell’onorevole Aldo Moro,mi piace ristampare ed offrire alla riflessione degli Amiciquello che normalmente viene considerato “Il Testamentopolitico di Aldo Moro” e alcuni articoli poco conosciutiscritti da Moro sulla “Rassegna”. Gli articoli sono firmati“Mr” e antecedenti la Repubblica.

Perché ognuno di noi rifletta.

Bari, marzo 2008

Page 13: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

13

“Il testamento politico”Intervento di Aldo Moro

all’Assemblea dei Parlamentari Democristianiin vista della costituzione del IV Governo Andreotti,

che si regge su una maggioranzacomprendente il Partito Comunista

Roma - Auletta di Montecitorio - 28 febbraio 1978

Cari colleghi ed amici, io mi sento gravato da una gran-de responsabilità perché ho colto da tante parti una sollecita-zione ad intervenire nel corso di questo dibattito; l’ho coltain particolare nelle parole, come sempre affettuose, dell’on.Scalfaro, e mi è sembrato così che parecchi amici pensasse-ro, a torto, che io abbia la chiave per il superamento dellenostre comuni difficoltà.

Ho vissuto alcuni anni intensi in diverse esperienze del-la D.C. e sono lieto sempre di mettere a disposizione il fruttodi questa vita spesa a servizio del partito, ma credo che dav-vero nessuna persona possa da sola vincere l’ostacolo che èdinanzi a noi; dobbiamo vincerla insieme nella nostra con-cordia, nella nostra solidarietà, nella nostra consapevolezza.

E quindi devo dire che non è stato un gioco di parolequel che io ho illuminato; era una sincera manifestazione diuna volontà di dialogo tra voi, nel corso del quale effettiva-mente ho potuto saggiare la validità di alcuni mieiconvincimenti, alla luce delle osservazioni che in un senso onell’altro sono state avanzate da questa assemblea altamenteresponsabile.

Consentitemi di dire, con assoluta sincerità, che questaè stata una bellissima assemblea, ricca di interventi seri, soli-di, responsabili, pur nella loro diversità, come è naturale chesia. E non mi pento certamente di avere trovato naturale un

Page 14: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

14

incontro di tutti i parlamentari, soprattutto in una crisi comequesta, avendo piena fiducia nella democrazia cristiana enella verità; perché le cose che certamente non sono utili,sono le cose che si nascondono, che si riducono a serpeg-gianti mormorazioni, mentre non sono mai cattive le coseche vengono dette con sincerità nelle sedi proprie, nell’ambi-to di un dibattito democratico e responsabile come quelloche stiamo facendo. Quindi credo che le cose dette e quelleche saranno dette successivamente, siano un contributo im-portante al superamento della crisi.

Sono state dette cose che mi pare non si possono in nes-sun modo ricondurre ad una meschina ragione di interessi,ma cose comunque formulate, che si riportano agli ideale, aquei modi di vita, a quelle ragioni di essere che sono propriedella Democrazia Cristiana.

Possiamo dire, quindi, che abbiamo cercato seriamentee lentamente la verità, la verità diciamo nel senso politico,cioè la chiave di risoluzione delle difficoltà politiche nel cor-so di queste settimane. Non dico a caso “lentamente”; mirendo conto che c’è una certa punta polemica, anche se misembra attenuata nel corso di questa crisi, nei confronti diquesta procedura così articolata che noi abbiamo adoperato eche ci ha portato a riflettere, scambiarci idee, riunirci in dire-zione, sentire i direttivi dei gruppi e poi ritrovarci ancora. E’una procedura un po’ lenta di fronte a certo rapido procederedi alcune democrazie occidentali; vorrei dire non di tutte;perché si parla dell’Italia come un caso a sé, ma l’Olanda haimpiegato circa 9 mesi per risolvere la sua crisi; è vero cheha un primato di una ventina di partiti, al quale noi non sia-mo ancora giunti e speriamo di non giungere; anche il Bel-gio ha conosciuto crisi di mesi, non di settimane.

Ma, a parte questo, voglio dire che la mancanza di unavera polemica intorno al moderato snodarsi della crisi sideve alla consapevolezza che le forze politiche e l’opinionepubblica hanno della difficoltà della situazione, dell’impor-tanza nuova e decisiva di quesiti che ci sono proposti, del ca-

Page 15: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

15

rattere altamente responsabile delle decisioni che noi dobbia-mo prendere.

Ora, di fronte a questo, certo, si possono concepire de-gli ultimatum, di qualsiasi natura, taluni possono essere dolcinell’aspetto, altri più duri; ma ultimatum di qualsiasi genereche effetto avrebbero di fronte ad una maturazione che tendea cercare la via di uno sbocco positivo? Avrebbe, un qualsia-si ultimatum, il significato di una stretta che rischierebbe difare precipitare le cose verso una conclusione negativa.

Non abbiamo perso tempo, né abbiamo giocato connessuno. Abbiamo cercato di riflettere seriamente nel corsodi queste settimane sulle cose che erano dinanzi a noi; e chequesta lunghezza della nostra meditazione non sia stata inu-tile è dimostrato, io credo, anche da questa assemblea dioggi, la quale ha registrato, come era naturale che registras-se, delle posizioni vigorose, vivacemente polemiche; ma haregistrato anche una serie di indicazioni positive, di intenzio-ni costruttive, ha dato il senso di una accresciuta consapevo-lezza della responsabilità che ricade sulla Democrazia Cri-stiana; e questo si deve al vostro senso di responsabilità, masi deve anche al modo, al ritmo con cui le cose sono statecondotte; ne chiediamo scusa al paese, ma speriamo di pote-re dimostrare che questo ritmo non è stato inutile e che, indefinitiva, ne viene un vantaggio in termini di costruttivitànella nostra vita politica.

Perché siamo dinanzi a questi interrogativi che qualchevolta io ho definito angosciosi? Perché effettivamente si trat-ta di interrogativi angosciosi, si tratta di alcuni tra gli interro-gativi più gravi, più ricchi di futuro, in un senso che noi cer-chiamo faticosamente di stabilire, di quanti non ce ne sianostati proposti nel corso della nostra storia trentennale. Si puòdire che dal momento nel quale si è determinata l’esclusionedel partito comunista dall’area del governo, abbiamo avutomomenti difficili; abbiamo avuto delle svolte; soprattutto nelmomento del centrosinistra, abbiamo sentito che cominciavaqualche cosa di profondamente nuovo, ma non abbiamo mai

Page 16: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

16

fino ad oggi sentito che eravamo di fronte ad alcuni grandiinterrogativi, ai quali si deve rispondere, con un profondoesame di coscienza.

Siamo davanti ad una situazione difficile, una situazio-ne nuova, inconsueta, di fronte alla quale gli strumenti ado-perati in passato, per risolvere le crisi, quelle crisi che spessoci lasciavano tanti margini non servono più; è necessarioadoperare qualche altro strumento, guardare le cose congrande impegno, con grande coraggio, con grande senso diresponsabilità, ma con grande fiducia nella democrazia cri-stiana.

Queste cose nuove ed inconsuete nascono dalle elezio-ni, ma hanno una loro origine un po’ più lontana, perché giàprima delle elezioni vi è stato il risultato del referendum cheha certamente sconvolto la geografia politica italiana.

Prima delle elezioni politiche vi sono state quelle regio-nali che hanno registrato un forte mutamento delle opinionipolitiche.

Prima delle elezioni vi è stata quella dichiarazione cheha pesato e pesa tuttora nella realtà italiana, con la quale,senza successivi ritorni e pensamenti, il partito socialista hadichiarato chiusa l’esperienza di centrosinistra.

Prima delle elezioni abbiamo visto rattrappirsi l’anticamaggioranza di centrosinistra in un governo a due che face-va fatica a vivere in considerazione della quotidiana conte-stazione dei partiti non presenti (il che induce a comprenderequale sforzo di abilita, di pazienza, di serenità abbia dovutocompiere il presidente Andreotti per gestire un governo disoli democristiani, con le astensioni degli altri partiti). Giàprima di allora avevamo avuto un governo monocolore conla semplice astensione socialista, ed infine siamo scivolatinelle elezioni.

Quindi è una crisi, un deterioramento, che ci costringe ariconoscere che qualche cosa, da anni, è guasto, è arruggini-to, nel normale meccanismo della vita politica italiana.

Page 17: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

17

E, di fronte a questo logoramento propiziato da unastampa pressoché unanime nel denigrare e nel dichiararedecaduta dal trono ed anche dalla sua semplice condizionecivile, la democrazia cristiana, alla luce di questa esperienzasi può ritenere che il risultato del 20 giugno, pur creatoredelle novità, delle difficoltà di fronte alle quali ci troviamo,sia stato una risposta sostanzialmente positiva del paese, ilquale, a dispetto di questa polemica interessata alla distru-zione della democrazia cristiana, ha tuttavia risposto confer-mandoci nel ruolo di primo partito italiano, con un sopras-salto di consapevolezza che fa certamente onore all’opinionepubblica italiana che si sa ritrovare nei grandi momenti e si èritrovata in questi tenta anni sempre, e naturalmente piùmeritoriamente in un momento come quello, intorno alle de-mocrazia cristiana, che ha consacrato e riconsacrato come ilpiù grande partito italiano.

Perciò noi abbiamo avuto una vittoria, ma non siamostati soli. Anche altri hanno avuto una vittoria; ci siamo indue vincitori, e due vincitori in una battaglia creano certa-mente dei problemi.

Se avessimo dovuto guardare alla situazione così comesi presentava, la Democrazia Cristiana riconfermata nellasua forza e nel suo ruolo, ma una Democrazia Cristiana nonpiù in condizioni di aggregare, una maggioranza politica in-torno a sé, in senso tradizionale e, a fronte di questo, unanuova grande potenza che si era avvicinata in modo sensibilealla forza della democrazia cristiana, credo che la rispostanell’ambito di una rigorosa logica costituzionale, la rispostada dare alla evidente incompatibilità dei due vincitori delleelezioni (in misura diversa, ma due vincitori) e al ritiro, allariserva delle altre forze politiche, sarebbe dovuta essere loscioglimento delle camere e la indizione di nuove elezioni,per la ricerca di omogeneità che in tali circostanze appariva-no impossibili.

Lo sviluppo degli eventi ha mostrato che non soltantole ì omogeneità erano impossibili in quel momento, nel fuo-

Page 18: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

18

co della polemica elettorale, ma hanno continuato a rendereimpossibili anche oggi, a distanza di tempo e anche al di làdel comprensibile risentimento di forze, idealmente e politi-camente importanti, che la situazione delle cose, che unaspinta alla polarizzazione aveva in qualche modo sacrificato.

Questa era la situazione cui avremmo dovuto risponde-re, secondo una logica ristretta, con le nuove elezioni. Nonl’abbiamo fatto, non abbiamo tentato di farlo, credo, concor-demente, per rispetto del paese con i suoi problemi accre-sciuti di importanza e di gravita, non l’abbiamo fatto per iltimore di una ulteriore polarizzazione tra le forze estreme.Abbiamo invece cercato una posizione positiva nel limite ri-stretto che la situazione ci aveva lasciato.

Non abbiamo voluto queste elezioni, perché esse in de-finitiva avrebbero determinato un accentuato, massiccio, re-ciproco condizionamento dei due grandi partiti; e non soltan-to noi avremmo esaurito sempre di più forze che tutti conve-nivano essere vitali nel nostro sistema; ma avremmo anchecreato, consolidato, una situazione di massicciocondizionamento reciproco, cioè di possibile paralisi reci-proca dall’uno all’altro dei due grandi schieramenti.

Questa che è la caratteristica della situazione di oggi,sarebbe diventata maggiore ancora se avessimo obbedito allasollecitazione di una rapida rettifica di una situazione chenon ci andava, malgrado tutto, bene. Credo di aver detto ioper la prima volta, parlando a Mantova - e non me ne pentoperché quando si dice la verità non bisogna dolersi di averladetta - che noi siamo in condizione di paralizzare in qualchemodo il partito comunista, il partito comunista è in grado asua volta, di paralizzare in qualche misura la democrazia cri-stiana.

Questo è stato poi ripreso da parte comunista: questo ri-flettere la verità delle cose. Ma in che senso deve essere inte-so? Deve essere inteso nel senso che noi dobbiamo, con unatto di coraggio, sfuggire alla logica di un condizionamentoopprimente e paralizzante, per fare, qualche cosa di

Page 19: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

19

costruttivo, restando nello sfondo quel ricorso elettorale, chenon abbiamo voluto fare allora, che non abbiamo concorde-mente in mente in questo momento, mentre ci si pone il pro-blema di non essere massicciamente condizionati, ma di tro-vare anche, in accordo con le altre forze politiche, un’area diconcordia, un’area di intesa tale da consentire di gestire ilpaese in un momento come questo finché durano le condi-zioni difficili nelle quali la storia di questi anni ci ha portato.

C’è stata qualche volta, e continua ad esserci, una spe-cie di polemica specifica contro la Democrazia Cristiana,quasi che su di essa ricadesse la responsabilità di questo sta-to di cose, di questa impossibilità di riprodurre lo schemaclassico del rapporto maggioranza-minoranza; c’è stato, so-prattutto, una fase di fastidio, sulla scia dell’abitudine di ad-debitare tutti i mali alla democrazia cristiana, da qualsiasiparte, una dimenticanza delle reali condizioni del paese edello schieramento politico.

Ebbene, di fronte a questo, noi, cari amici, che parliamocon i nostri elettori, dobbiamo praticamente ricordare, senzainutili polemiche che la decisione di isolarsi tra DemocraziaCristiana e partito comunista una decisione di importantipartiti storici i quali hanno ritenuto che, in quel momento,non fosse possibile costituire una maggioranza nel senso tra-dizionale.

E questo io credo che debba essere oggetto di rispettoda parte nostra; l’ho detto più volte e lo ridico, perché credoche non sia giusto e non sia utile di dare un cattivo significa-to polemico, al fatto che siamo rimasti in certo modo soli. E’inutile fare una ritorsione. Possiamo anche renderci contodelle ragioni degli altri. Ecco la necessità ogni tanto di guar-dare più a fondo nelle cose, di guardare semprerealisticamente quello che è, ma qualche volta gettare l’oc-chio più al fondo, rispettare le altre forze e capire perché, purcreandoci tanti problemi e credo creandone anche al paese,abbiamo assunto questa posizione.

Page 20: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

20

Queste forze hanno visto emergere un altro polo di pre-senza nella vita politica, di segno diverso, di fronte al qualehanno alcuni elementi in comune, una certa tradizione laica,senso di novità, desiderio di immaginare, di sperimentarequalche cosa di nuovo in un’esperienza che corre da temposu alcuni binari, anche se ciò non è stato certamente di dan-no al paese. Ecco, noi dobbiamo rispettare queste cose, kdobbiamo capire, ma le dobbiamo anche ricordare a coloro iquali sono troppo frettolosi nell’attribuire ogni responsabilitàalla Democrazia Cristiana.

Ci siamo dunque trovati relativamente isolati; dico rela-tivamente perché non solo non abbiamo un fronte di partitiostili contro di noi, ma, fatto davvero nuovo, tra questi partitinon ostili c’è anche il Partito Comunista. Perciò noi abbiamodi fronte uno schieramento politico nel quale i partiti, daquelli della nostra antica tradizione comune di governo finoal partito comunista, sono i atteggiamento non ostile nei con-fronti della Democrazia Cristiana.

Parlo quindi di una democrazia cristiana soltanto relati-vamente isolata e concordo con gli amici, Zaccagnini, Gallo-ni, che hanno rilevato come in questi mesi si sia potuto ria-prire un po’ il discorso, disgelare un po’ le relazioni con queipartiti, ed è stata cosa ottima e credo da accreditare agli uo-mini che hanno così validamente contribuito, come appuntoGalloni ha fatto, a portare innanzi questo dialogo includendoil piccolo ma importante partito liberale, giunto così un po’tardi, in verità, alla solidarietà democratica, giunto in mo-menti di emergenza, mentre forse, se ci fosse arrivato prima,le cose forse sarebbero state migliori.

Non abbiamo perduto in senso proprio l’egemonia, macertamente la nostra egemonia è attenuata.

Ecco, allora, avendo rifiutato soluzioni drastiche, solu-zioni di impeto, siamo diventati non omogenei, siamo non

omogeneizzabili e dobbiamo perciò ritornare alla fontedel potere, alle elezioni? Abbiamo cercato dei rimedi, misu-

Page 21: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

21

rati, degli accomodamenti che non si sono dimostrati cattivinella loro attuazione anche se all’inizio sono stati guardati, enon.

Poteva accadere che non fossero guardati così, con pre-cauzioni e preoccupazioni. Abbiamo operato, si è detto, nelquadro del confronto. Certamente questa espressione merite-rebbe di essere approfondita nel suo significato; certo, essa,per essere una linea politica nuova, di anni nuovi, rispetto alpassato deve contenere qualche cosa che ci ricolleghi a queltanto di novità problematica, discutibile quanto si voglia, maa quel tanto di problematicità che è nel partito comunista enel rapporto tra il partito comunista e gli altri partiti.

E quindi abbiamo cercato di adattare e di approfondirequesta linea di contatto reciprocamente istruttivo, sulla basenon di un urto polemico quotidiano, come era nella tradizio-ne a suo tempo naturalmente comprensibile, ma sulla base diun certo spirito costruttivo per ricercare se tra queste forze,in particolare tra queste due forze antitetiche, alternative,della tradizione italiana, vi potesse essere qualche punto diconvergenza, per lo meno su alcune cose, se vi fosse interes-se a capirsi reciprocamente intorno ai modi di soluzione dialcuni problemi del paese.

Ed è in questo quadro di un confronto così inteso cheabbiamo potuto inserire - ripeto, con qualche iniziale disa-gio, ma poi con un riconoscimento positivo, sia per le realiz-zazioni, sia per lo stesso modo di essere della formula - lanon sfiducia, una sorta di accostamento obbiettivo di atteg-giamenti non negativi dei partiti. Questo atteggiamento deipartiti includeva anche il partito comunista. Ciò era una no-vità, non è che noi, cari amici, non ce ne siamo accorti, ce nesiamo accorti.

Persone della vostra acutezza hanno certamente coltoquesto elemento di novità; voi avete avuto presente il conte-sto storico, i] fatto elettorale, gli anni che stavano dietro dinoi, avete guardato, abbiamo guardato al domani, abbiamoritenuto che questo allineamento in forma di obbiettivo e non

Page 22: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

22

negoziato contributo del partito comunista, in forma diastensione, potesse essere accettato.

Abbiamo avuto alcune decisioni in materia istituziona-le, anche esse motivo di turbamento, ma poi comprese nelloro significato; e poi abbiamo avuto ad un certo momento,un accordo sul programma, e tutto nella logica di quel nonrompere tutto, per la difficoltà di immaginare che cosa sareb-be sopravvissuto a questa generale rottura, e quindi abbiamocercato ad un certo momento, e quindi con molte comunitrepidazioni di dare un contenuto più positivo di sostituire, anon opporsi al programma, un qualche accordo parziale - ab-biamo detto - su alcuni particolari, sulle cose da fare, per uncerto tempo.

Abbiamo detto che questa operazione, non comportavala formazione di una maggioranza politica (in verità questonon è stato nemmeno sostenuto da altre parti), abbiamo dettoche si trattava però di un fatto che aveva un suo significatopolitico. Cioè, abbiamo arricchito ancora il quadro di questoconfronto ravvicinato, obbedendo alle esigenze del paese,perché una volta dato che non si vuol rompere, perché si hapaura delle conseguenze per il paese, si è naturalmente cer-cato con ogni cautela con ogni rispetto per l’identità, e lasensibilità della Democrazia Cristiana, di fare qualche cosadi positivo, di programmare - ecco il senso dell’accordo diprogramma - programmare un po’ quell’azione di governoche altrimenti il presidente del consiglio doveva faticosa-mente improvvisare di giorno in giorno cercando poi di ren-derla accettabile per le camere. C’è una polemica, che io cre-do francamente ingiusta, intorno al modo come noi abbiamogestito questo programma; non che esso abbia avuto grandiattuazioni, perché non ne ha avuto il tempo, ma respingo for-malmente l’idea che vi sia stata una volontà della Democra-zia Cristiana, di bloccare l’attuazione del programma. Po-tremmo dire che in alcuni casi il blocco è venuto da altreparti e da parte nostra credo che abbiamo veramente giocatotutte le carte su questo terreno e abbiamo persuaso il partito.

Page 23: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

23

Io non voglio entrare nella storia di questa crisi perchénon mi piace fare il processo agli altri partiti; è vero che c’èstato del nervosismo di base nel partito comunista, che vi èstata una decisione che a noi è parsa per lo meno affrettata, edevo dire che non c’era un impegno di durata dell’accordo asei, no, questo impegno preciso non c’era, c’era l’accettazio-ne dell’accordo come tale, ma noi abbiamo creduto che essopotesse andare avanti ancora qualche tempo. C’è stata qual-che cosa, forse l’aggravarsi della situazione, forse l’inquietu-dine della base sindacale, che ha portato a questa decisioneavvenuta al di fuori di noi.

Ecco, questa è la storia che sta dietro le nostre spalle, eadesso si tratta di vedere che cosa si deve fare di fronte aquesta crisi che è scoppiata coinvolgendo prima alcuni deipartiti intermedi e poi alla fine con il valore determinante, ilpartito comunista. Ed è qui naturalmente il nucleo centraledelle nostre riflessioni, dei nostri consensi, dei nostri dissen-si, ma soprattutto vorrei dire delle nostre comuni preoccupa-zioni. Cioè, dobbiamo domandarci: è possibile andare avan-ti, È sperabile di potere andare avanti nella soluzione dellacrisi camminando in modo lineare nell’ambito di una diretti-va che è stata tracciata, che ha già avuto alcuni tempi disvolgimenti ma che è rimasta valida nel suo significato com-plessivo?

Che cosa dobbiamo fare? Abbiamo delle difficoltà, ci sivuoi mettere a tacere, ci si vuoi chiamare in campo aperto?Dobbiamo fare qualche cosa? E nel fare qualche cosa ri-schiamo di cambiare la nostra linea e quindi di menomare lademocrazia cristiana, l’identità della democrazia cristiana eil suo dialogo aperto e costruttivo con l’opinione pubblica?

Questo è il nostro quesito. Che cosa possiamo fare pernon rompere, per non distruggere, per non far nulla di cata-strofico, ma anche senza guastare delle cose che sono essen-ziali per noi, che sono ragioni di vita per la Democrazia Cri-stiana?

Page 24: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

24

Questo è il nostro punto; e qui vorrei ricordare - e lodico non avendo in mente nessun contenuto, come io cerche-rò di dire, ma avendo sempre in mente la storia della demo-crazia cristiana, questi trent’anni che hanno visto tante svol-te, se volete svolte piccole a fronte dei problemi ben più im-pegnativi che stanno oggi dinanzi a noi - quale è la garanziareale della nostra più che trentennale guida della vita politicaitaliana?

Nella nostra opposizione al consumismo? Certamenteabbiamo vissuto, ci siamo fatti forti, siamo restati forti comegaranzia di alternativa di fronte al partito comunista. Ma, purcon questo sfondo, ci siamo trovati dinanzi un’infinità diproblemi, di esigenze di carattere sociale, di carattere civile,di carattere umano e di carattere politico; ci siamo trovatitante volte di fronte a delle scelte di forze politiche, dallascelta centrista fino alla scelta di centrosinistra e sull’umano,sul sociale, sul civile, sull’economico, sul politico noi abbia-mo saputo cambiare quanto era necessario e quanto era pos-sibile in aderenza alla nostra coscienza democratica cristia-na.

Se non avessimo saputo cambiare la nostra tattica, lanostra impostazione quando era venuto il momento di farlo,noi non avremmo tenuto malgrado tutto, per più di trent’annila gestione della vita del paese. L’abbiamo tenuta perché sia-mo stati capaci di flessibilità ed insieme capaci di una asso-luta coerenza con noi stessi, per la quale in nessun momentonoi abbiamo smarrito il collegamento con la radice profondadel nostro essere nella società italiana.

La nostra flessibilità ha salvato fin qui, più che il nostropotere, la democrazia italiana. Lo dico sapendo che le coseoggi sono diverse, sono molto più grandi, hanno bisogno diuna misura, e di un limite perché le cose che noi facciamo ealle quali guardiamo insieme problematicamente, cari amici,si inseriscano nella linea della flessibilità costruttiva e nonnell’ambito delle posizioni incoerenti e suicide.

Page 25: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

25

E’ necessario quindi guardare alla situazione e guardarealle alternative. Qualche volta mi è stato estremamente fasti-dioso di domandare ad amici con i quali si discuteva con tan-ta buona fede, con tanta amicizia, descrivendo tutti gli aspet-ti negativi della situazione, mi è stato assai fastidioso do-mandare: ma quali sono le alternative? Le alternative a qual-che cosa che non vogliamo fare, a qualche cosa di grave, chenessuno di noi vuoi fare?

E quindi assicuro che quando io dico questo non inten-do rivolgermi con una sfida a nessuno degli amici. Questadomanda credo che ciascuno di noi se la sia posta e se laponga angosciosamente ogni giorno: quali sono le alternati-ve possibili in presenza di certi rischi che noi cogliamo al-l’orizzonte? Quali rischi cogliamo all’orizzonte? Dico questecose perché riflettiamo tutti insieme. E quando io fossi certoche abbiamo riflettuto insieme e deciso insieme, io con tuttigli amici sarei fermissimo, felice di andare con voi qualun-que cosa accada, ma l’importante è che noi sappiamo beneche cosa si profila all’orizzonte.

Che cosa io vedo come possibile, sulla base di quelloche si dice, che si può intuire, che può anche non esserevero, può incontrare delle difficoltà obiettive, ma che ha co-munque un certo grado di pericolosità che noi, cari amici,dobbiamo cogliere nella nostra responsabilità?

Ecco, io vedo il rischio di una deviazione nella gestionedel potere (del potere nel senso buono della parola, comecredo che sia per noi o per chiunque altri), cioè di quello chesi dice di passare la mano. Non passare la mano da un uomoad n altro, come accadeva una volta quando avevamo tantospazio, ma passare la mano da uno schieramento all’altro. E’una cosa possibile? E’ una cosa probabile? Io non lo so.Aleggiamola tra le cose problematiche, tra le tante coseproblematiche che devono occupare la nostra coscienza.

Non è detto che le elezioni non possano essere deside-rate da altri, anche se albi pure si rendono conto del peso che

Page 26: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

26

esse avrebbero. Per noi certamente esse risponderebbero adequilibrio della nostra dignità; direi all’elettore: ritorno a te,fedele, limpido; ecco un atto di testimonianza, ma poi cisono altri aspetti; logoramento delle forze intermedie, ripri-stino presumibile, in questa fase politica, della situazione distallo.

Io credo che dobbiamo domandarci sempre di fronteanche ai grandi fatti politici, che non sono regolati dalla puraconvenienza (io non credo che la politica sia pura conve-nienza, ha coefficienti di convenienza ma non è pura conve-nienza; la politica è anche ideale, diciamolo noi, visto chenon lo dicono gli altri nei nostri confronti): di fronte a questasituazione vogliamo fare della testimonianza? Cioè una cosaidealmente perfetta, rendere omaggio alla verità in cui cre-diamo, ai rapporti di lealtà che ci stringono al paese? O vo-gliamo promuovere una iniziativa coraggiosa, una iniziativache sia misurata, che sia nella linea che abbiamo indicato esia pure nelle condizioni nuove nelle quali noi ci troviamo?

Io ho risposto: questa è la cosa più pulita e quindi adat-ta ad una coscienza cristiana è una cosa estremamente pulita,è bella e forse riscatta, con il suo valore spirituale, tante cosemeno belle che ci sono nella nostra esperienza. Ma se io do-vessi decidere in base alla difesa, che pur tocca a noi, di al-cuni interessi, non grandi interessi, ma, i normali, i legittimiinteressi di questi 14 milioni di elettori, se io dovessi sceglie-re per quanto riguarda la loro integrità, la loro difesa, ecco ioavrei qualche esitazione (non ho scelto, non scelgo, dicoavrei della esitazione) a scegliere la via della testimonianza.

Viceversa non esiterei più a passare alle elezioni, a pas-sare all’opposizione se mi si rompesse nelle mani il mecca-nismo di ideali e di valori che abbiamo costruito insieme nelcorso di questi anni... Se si trattasse di questo, di fare anchel’ultima elezione per mantenere fede ai nostri ideali demo-cratici cristiani, lo dovremmo fare perché la posta in gioco locomporterebbe.

Page 27: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

27

Se, invece, vi è, nella pazienza, nella ricerca, nel ritmodella nostra conduzione della crisi, una via che ci si apre di-nanzi, che ci permetta di restare sostanzialmente nella nostralinea, anche in un terreno nuovo più esposto, si, cari amici,ma in questo terreno nuovo e più esposto, ci stiamo già den-tro, forse, anche per qualche errore di amici periferici, maanche per tante situazioni obiettive difficili da dominare ininnumerevoli articolazioni di questo stato democratico che ècosì multiforme, che nessuna conquista elettorale ce lo puòdare tutto. Ci stiamo in mezzo con gli altri, nella vita sociale,ci stiamo nei sindacati, ci stiamo nelle associazioni civili, cistiamo negli organismi culturali, ci stiamo nelle innumerevo-li tavole rotonde.

Siamo presenti in questa realtà sociale alla quale io, na-turalmente, non vedo una alternativa perché mi rendo contoche le cose camminano con impeto. Ma vogliamo renderciconto di quanto sia diversa la realtà sociale italiana di oggi,di fronte a quella di anni e anni fa quando l’on. De Gasperi -ed è la mia unica citazione - raccomandava a noi di esseresostenuti ed un po’ riservati in ogni nostro contatto di aula odi corridoio con i colleghi comunisti? C’è una diversità chesi è determinata per la t’orza delle cose; non voglio tramedelle illazioni, ma perché non dobbiamo essere consapevolidi quanto le cose sono più difficili in questo momento, inquesto paese che si è rimescolato, un po’ rendendosene con-to, un po’ no? Ecco quanto tutto è più difficile.

Allora il problema, cari amici, è quello di un limite dastabilire, nella linea di un’intesa di programma che avevamoportato fino a quel punto, con quei contenuti, con quelle in-terrogazioni, e qui siamo stati unanimi.

In direzione voi avete ascoltato questa indicazione, neldire no al governo d’emergenza, nel dire no ad una coalizio-ne politica generale con il partito comunista; su questo avetevisto, anche degli interventi, che vi è un atteggiamento cosìnetto, così unanime della democrazia cristiana che c’è da

Page 28: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

28

stupirsi che il partito comunista abbia voluto chiedere unacosa, che era scontato non potesse avere.

E questa è una cosa importante, e dobbiamo ridirla inquesto momento, perché è importante per ora ed è importan-te anche per dopo, perché è dovere reciproco di lealtà farcomprendere quali sono i limiti al di là dei quali non possia-mo andare.

Una intesa politica di questo genere che introduca ilpartito comunista in piena eguaglianza in piena solidarietàpolitica con gli altri partiti, noi non la riteniamo possibile; ri-spettiamo altri partiti che la ritengono possibile in vista di unbene maggiore, come un accordo impegnativo di program-ma, ma noi non la riteniamo possibile, sappiamo che cosac’è in gioco, sappiamo che vi è un tema di politica estera de-licatissimo, che io sfioro appena, nel senso che vi sono posi-zioni che non sono sole nostre, ma che tengono conto delgiudizio di altri paesi di altre opinioni pubbliche con le qualisiamo collegati, quindi giudizi obiettivi, dati di fatto. Sappia-mo che vi è diffidenza in Europa in attesa di un chiarimentoulteriore nello sviluppo delle cose, e sappiamo che sono ingioco, per insufficiente esperienza vissuta, quel pluralismo,quella libertà che riteniamo siano le cose piui importanti delnostro patrimonio ideale che noi vogliamo ad ogni costo pre-servare. Poniamo quindi un collegamento tra formule e beni,interessi e valori della nostra vita nazionale; salvaguardiamoquesti valori escludendo queste formule.

Vi è poi la richiesta di qualche cosa che vada al di là delprogramma concordato qualche cosa di cui la direzione haparlato in termini cauti, naturalmente lasciando un certomargine di interpretazione, immaginando cioè una conver-genza sul programma, arricchito, adeguato al momento cheattraversiamo e che si esprima, mi pare di capire, con delleadesioni positive. Cioè al sistema dell’astensione, non dellaopposizione, dovrebbe sostituirsi un sistema di adesioni.

So che vi è un passaggio difficile, a questo punto, lega-to al modo come si lega la concordia nel programma con

Page 29: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

29

l’adesione al governo. Credo che questo debba essere ogget-to di più attenta considerazione nella direzione e nell’ulterio-re lavoro che, se voi consentirete, sarà svolto dalla delega-zione. Ma si tratta appunto di queste cose, non di altre cose.

Intesa, quindi, ancora sul programma che risponda al-l’emergenza reale che è nella nostra società; e questo, miconsentirete, pur nella mia sincera problematicità di dirlo, iocredo all’emergenza, io temo l’emergenza. La temo perchéso che c’è sul terreno economico sociale. Noi possiamo an-che dire che qualche altro ha interpretato troppo rapidamenteuna radunata di metalmeccanici, ma credo che tutti dovrem-mo essere preoccupati di certe possibili forme di impazienzae di rabbia che potrebbero scatenarsi nel contesto sociale difronte ad una situazione che ha bisogno di essere corretta, habisogno di un tempo di correzione per ridiventarecostruttiva.

E’ la crisi dell’ordine democratico, questa crisi latente,con alcune punte acute. Non guardate, amici, soltanto allepunte acute, per quanto siano estremamente pungenti; guar-date alle forme endemiche, questa forma di anarchismo dila-gante cui forse ho dato il destro, per imprudenza, lo stessopartito comunista quando ha deciso di coinvolgere nellagrande opposizione alla Democrazia Cristiana le forze, so-prattutto le forze giovanili del paese, e ora si ritrova di frontea un fatto difficilmente domabile.

Io temo le punte, ma temo il dato serpeggiante di que-sto rifiuto dell’autorità, rifiuto del vincolo, questa deforma-zione della libertà che non fa più accettare né vincoli né soli-darietà. Questo io temo e penso che un po’ di aiuto di altri cipossa giovare nel cercare di riparare questa crisi della nostrasocietà.

Abbiamo quindi un’emergenza economica, un’emer-genza politica, e io sento parlare di un’opposizione, del gio-co della maggioranza e dell’opposizione. Sono in linea diprincipio pienamente d’accordo con il nostro sistema che ilpiù perfetto, anche se limitato ad un esiguo numero di stati

Page 30: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

30

privilegiati, con questa idea di una maggioranza e di un’op-posizione egualmente sacre ed intercambiabili ciò mi pareuna cosa di grandissimo significato. Ma immaginate voi, cariamici, che cosa accadrebbe in Italia, in questo momento, inquesto momento storico, se fosse condotta fino in fondo lalogica dell’opposizione, da chiunque essa fosse condotta danoi o da altri, se questo paese dalla passionalità continua edalle strutture fragili, fosse messo ogni giorno alla prova diuna opposizione condotta fino in fondo?

Ecco che cosa è l’emergenza ed ecco su che cosa consi-glio di riflettere per trovare un modo accettabile per uscireda questa crisi. Ho ascoltato con grande interesse le cose cheha detto Donat-Cattin, che mi sono sembrate di grande sag-gezza. Egli ha sentito l’importanza di questo momento ed hadato degli elementi costruttivi, ci ha ricondotto a quellaimpostazione di programma e quadro politico: intesa sul pro-gramma e grado di cooperazione, per fronteggiare quello chepuò essere fronteggiato, per realizzare gli accordi che posso-no essere realizzati nell’ambito di alcune salvaguardie.

Era ben questo lo spirito che ci ha guidato, e mi pareche si sia lavorato molto, da parte del presidente incaricato;dell’on. Galloni, dei suoi collaboratori, della delegazione,per identificare questi punti di accordo, di solidarietà sullecose che caratterizzano questo anno dell’emergenza econo-mica e politica.

Dobbiamo, io credo, continuare in questo lavoro, nonper un tempo lunghissimo, ci rendiamo conto che il paese hale sue esigenze. Abbiamo compiuto le analisi e possiamostringere a un certo momento. Ma io ho la fiducia, con l’aiu-to del vostro consenso, con la guida saggia della direzioneche riflette poi le vostre stesse opinioni e vi ha anche ascol-tato, di potere immaginare un accordo opportuno, misurato,legato al momento nel quale viviamo.

Si domanda che cosa accadrà dopo, essendo questo ilquadro nel quale noi ci muoviamo, qualora noi riuscissimo, arealizzare la concordia necessaria per questo anno che ci sta

Page 31: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

31

davanti. Io credo di poter dire che in questo anno non ci sa-rebbero da temere sorprese. Non mi sento di dire che dopoquesto anno non vi siano novità politiche. Onestamente devodire che su questo punto non vi è alcuna garanzia possibile.Questo non vuoi dire che le cose non continuino ma certa-mente una garanzia non c’è.

Però io voglio guardare un momento quest’anno che stadavanti a noi, quest’anno che comincia con questa crisi, cheprosegue con le elezioni amministrative, certo difficili, mache nel caos sarebbero ancora più difficili, prosegue con al-cuni referendum, e taluni certamente laceranti, termina conuna pausa per un’emergenza costituzionale, termina con unevento costituzionale. Io non so se sia saggio dire che nonc’è certezza per il domani non vale la pena di avere un’intesaper questo tempo. Anche questo è problematico, ma onesta-mente mi pare che un certo respiro di fronte a scadenze diquesto genere non sarebbe male averlo.

Un certo respiro che permetta a tutti partiti, e in primoluogo alla Democrazia Cristiana, di coltivare e far valere lapropria identità. Se mi si dicesse che la situazione di oggi siriprodurrà domani, se mi chiedete se si riprodurrà domani inelezioni più o meno ravvicinate la mia risposta (che può es-sere sbagliata ma è sincera) è: sì. Se voi mi chiedete fra qual-che anno cosa potrà accadere, fra qualche tempo cosa potràaccadere (e io non parlo di logoramenti dei partiti, linguag-gio che penso che non sia opportuno, ma parlo del muoversidelle cose, del movimento delle opinioni, della dislocazionedelle forze politiche), se mi chiedete fra qualche tempo checosa accadrà, io dico: può esservi qualche cosa di nuovo.

Se fosse possibile dire: saltiamo questo tempo e andia-mo direttamente a questo domani, credo che tutti accetterem-mo di farlo, ma, cari amici, non è possibile: oggi dobbiamovivere, oggi è la nostra responsabilità; si tratta di essere co-raggiosi e fiduciosi al tempo stesso, si tratta di vivere il tem-po che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà. Quello che è

Page 32: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

32

importante è preservare l’anima, la fisionomia, il patrimonioideale della Democrazia Cristiana, quello che è importante inquesto passaggio (se voi lo vorrete, se sarà possibile obietti-vamente, moderato e significativo), è preservare ad ogni co-sto la unità della Democrazia Cristiana.

Per questo io apprezzo tutti e dico a tutti: stiamo vicini.Se dovessimo sbagliare, meglio sbagliare insieme; se doves-simo indovinare, ah certo, sarebbe estremamente bello indo-vinare insieme, ma essere sempre insieme.

C’è chi ha parlato, in questi giorni, del timore dell’ege-monia comunista e si è domandato noi democratici cristianida contrapporre democraticamente a questa forza avvolgenteche certamente è il Partito Comunista. Io dico che noi abbia-mo le nostre idealità e la nostra unità: non disperdiamole;parliamo di un elettorato liberai democratico, certo perchénoi siamo veramente capaci di rappresentare a livello digrandi masse queste forze ideali, ma ricordiamoci della no-stra caratterizzazione cristiana e della nostra anima popolare.Ricordiamo quindi quello che noi siamo.

Siamo importanti, ma siamo importanti per quest’amal-gama che caratterizza da trent’anni la Democrazia Cristiana.Se non siamo declinati è perché siamo tutte queste cose in-sieme e senza queste cose insieme non saremmo il più gran-de partito popolare italiano. Conserviamo la nostra fisiono-mia e conserviamo la nostra unità. Chi pensi di far bene dis-sociando, dividendo le forze, sappia che fa in tal modo il re-galo tardivo del sorpasso al partito comunista.

Sono certo che nessuno di noi lo farà, che noi procede-remo insieme, credo concordando, se è necessario in qualchemomento anche discordando, ma con amicizia. Camminia-mo insieme perché l’avvenire appartiene in larga misura an-cora a noi.

Page 33: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

33

“Il popolo italiano”16 marzo 1944

Nei giorni scorsi i servizi pubblici ed il lavoro delle in-dustrie nell’Italia Settentrionale sono stati turbati da unosciopero di vastissime proporzioni e di lunga durata. La stes-sa Radio-Roma ammette, benché a denti stretti, la cosa, nericonosce la serietà, non riesce neppure dissimularne il signi-ficato politico, in vista del quale va minacciando le più seve-re sanzioni contro i colpevoli. Minaccia, evidentemente, im-potente, se, rinunciando a tradursi, come potrebbe, nei fatti,viene usata in definitiva come una qualunque blandizia, perridurre alla ragione l’avversario potente.

La verità è che lo sciopero dei lavoratori italiani è va-sto, forte, sdegnoso, squisitamente politico. E, come dimo-stra la natura delle richieste fatte all’autorità occupante e trale quali risulta ultima e non essenziale quella di aumentodelle razioni alimentari, un vigoroso atto di protesta controla Germania ed una appassionata rivendicazione, doloranteper il sacrificio che impone, di libertà umana e politica. Fi-nora in un’Europa inquieta, agitata dovunque da paurosi fer-menti di riscossa, esasperata per la lunga sprezzante com-pressione di ogni possibilità di libera vita, non si era avutoun segno, inequivocabile vigoroso come questo, di rivoluzio-ne. E cioè di una reazione la quale non tocchi solo gli eserci-ti, ma tutto un popolo, dando a quest’ultimo, di più, la con-

Page 34: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

34

creta sensazione della sua forza veramente travolgente nellesue apparenze di passività.

In uno sciopero condizioni indispensabili del successosono una reciproca intesa e fiducia perfette, una decisionecomune definitiva. Perciò una manifestazione come questasta a mostrare al mondo l’unità spirituale del popolo italianoin un senso diametralmente opposto a quello che fu lunga-mente affermato dalla propaganda ufficiale che si svela cosìcompiutamente falso. Essa indica ancora una volta all’osser-vatore meravigliato di tante cose strane in questo nostro vec-chio ‘incomprensibile paese che non solo non v’è una Italiafascista, ma che essa non vi fu mai, poiché certe reazioni de-cise dagli spiriti non s’improvvisano né in alcuni giorni né inalcuni mesi e maturano invece nella lunga dolorosa esaspe-razione e protesta.

Non vi fu e non vi è una Italia fascista e filo-nazista, tuasoltanto un’ Italia oppressa dalle due dittature spirituali e po-litiche, infelice più che colpevole, bisognosa piuttosto di sa-nare le sue innumerevoli piaghe e di ritrovare la fiducia nellavita anziché di riscattarsi del suo lungo dolore innocente.Che se una colpa c’è, e per essa una esigenza dl redenzione,è una colpa dell’Europa e del mondo per la decadenza, gene-rale purtroppo, dei valori umani e la fiacchezza degli spiriti.Decadenza e fiacchezza che il mondo sconta nella presentesanguinosa tragedia, ove, già fremono, nella disperazione, ipalpiti di una rinascita spirituale.

Lo sciopero dei lavoratori italiani mostra ancora unavolta la impossibilità della vittoria germanica e del dominiotedesco in Europa. Noi torniamo, di fronte a questo unanimeed operoso dissenso di un popolo intero, alla fede che sorres-se i padri nella rivoluzione del nostro risorgimento. Nessunaforza di armi conquistatrici, nessuna e astuzia di tiranno,nessun espediente di retorica politica possono riuscire allalunga a prevalere contro un popolo che non vuole. Qui è inoperai la forza della verità , dello spirito, la quale è invinci-

Page 35: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

35

bile. Anche la sua momentanea compressione alimenta mag-giori, e migliori energie che il lungo dolore sofferto esasperae rende taglienti, perché giungano più efficaci alla meta.Mentre la comunione in atto dell’Europa contro il nemico ègaranzia della futura unità spirituale del nostro continente.

Infine lo sciopero dei nostri fratelli del settentrione,questa amorosa accettazione del sacrificio per il bene dallapatria, è monito a noi che, per nostra fortuna, abbiamo respi-rato primi nella nuova atmosfera di libertà. Esso, ch’è provadi concordia, indica la via della unità degli spiriti, la quale, alungo ormai e gravemente messa in forse in questa libera Ita-lia, è da augurarsi risorga per lo sforzo di dedizione di tutti,ad assicurare, come essa sola può fare, la salvezza della pa-tria in rovina.

Mr.

Page 36: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

36

Page 37: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

37

“Il lavoro è di tutti”1° giugno 1944

Noi siano terribilmente angustiati per il nostro domani.Non c’è, pensiamo, italiano degno di questo nome, il quale,dinanzi alla sciagura della Patria, non senta il dovere di ren-dere operoso il suo dolore, ricercando le proprie responsabi-lità insieme a quelle altrui, determinando i propri doveri in-sieme a quelli degli altri, perché appunto il dolore sia princi-pio di rinascita e prepari nuova vita. I partiti hanno operatoed operano, per raccogliere i frutti di questi anni di coscienzae propositi di azione secondo un naturale criterio di solida-rietà, che differenzi la informe massa del popolo in ben defi-nite correnti di opinione secondo programmi compiuti di ri-forme sociali e politiche.

Questo è certo compito altissimo, che nessuno vorrà,crediamo, sottovalutare; contributo dato per una nuova vitalibera, onesta, umana. Le intemperanze notate talvolta, conpunto, il complicarsi di punti di vista che fanno apparire lasituazione confusa all’osservatore pigro, un certo senso dif-fuso di stanchezza di fronte a questo svolgersi impetuoso diforze, naturale in un popolo disabituato alla lotta politica eridotto ad una quotidiana, supina, ed infine comoda, acquie-scenza, non possono giustificare né la negazione, né il di-spregio, né il disinteresse di fronte a queste importanti edumane forme della vita sociale. Agli stanchi ed ai superficia-li bisogna dire subito di non illudersi che possano domani

Page 38: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

38

bastare all’Italia l’ordine e la giustizia regalati dall’alto; per-ché sono queste cose da conquistare mediante atti di libertà equindi conflitti di libertà contrastanti fra loro. Ciò può esserescomodo per chi ritenga più importanti altre occupazioni, maè civile ed umano. E’ questione di responsabilità. E tutte leresponsabilità si portano con fatica, perché la vita non è maicosa semplice e chiara, ma perenne conquista, che superi latentazione dell’inerzia e del dolore,- per ritrovare, nella gio-ia, la stessa possibilità di vivere.

Ma non si aspetti che i partiti facciano tutto; ma non siriduca la loro vita alle attività dei quadri dirigenti; ma non siimpoverisca questo urgere grave e complesso di problemispirituali nello schema di uno. Squadrato programma. Il par-tito nasce dal dolore, dall’amore, dal proposito di bene deisingoli e si nutre di essi costantemente. Nessuno creda, dopoaver dato una adesione, che il suo compito sia assolto. Conti-nui invece con pazienza l’umano lavoro di esame di sé e de-gli altri, studi la vita e la storia, domandi chiarezza di ideealla sua intelligenza operosa e forza per vivere e lottare alleproprie risorse morali. La vita continua ad impegnare, anchequando l’iniziativa è presa dai responsabili. Questo è mo-mento gravissimo che impone a tutti la più ricca pienezza divita e perciò di pensiero, di interessamento, di amore edesclude che ci si possa sentire sostituibili o sostituiti. Chiun-que ha una fede, chiunque ama la vita e la vuole vedere piùbuona, chiunque è nel solco ideale della nostra storia, offrasenza esitazioni di sé, generosamente.

Forse questo umano personale lavoro gioverà a fare tro-vare l’unità degli spiriti.

Mr.

Page 39: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

39

“I difetti degli Italiani”30 novembre 1944

Dei difetti del popolo italiano si è occupato di recenteGabriele Pepe su “Risorgimento Liberale”, indicandone due;la mancanza di senso civico e la scarsa educazione politica.Ed intanto quell’Autore, proponendosi di compiere una valu-tazione serena e, soprattutto, costruttiva, si schierava controcoloro che si mostrano così solleciti nell’attribuire al nostropopolo, ed al nostro soltanto, le colpe peggiori. Costume nonnuovo e certo deprecabile, malgrado la nobiltà dell’intentomorale che spesso lo determina, perché inclina a disperderecome vane l’energie necessarie alla ripresa nazionale.

Le colpe dei popoli sono colpe degli uomini che li com-pongono; quando si discende perciò verso questo apprezza-mento realistico e lo si conduce con il necessario rigore ob-biettivo, si scorge che mescolato al male, se pure meno visi-bile, c’ molto bene, eroismo, per lo più silenzioso ed oscuro,della modesta vita di ogni giorno. E come la guerra, facendodilagare la miseria, turbando l’ordine delle famiglie, renden-do più chiare ed acute le già latenti crisi politiche e spirituali,determinando colossali movimenti di masse umane non sem-pre controllate e orientate, ha aggravato e messo in dolorosaevidenza abiti di decadenza morale, ha pure creato o accen-tuato solidarietà, sollecitato incontri costruttivi tra uomini,chiarito idee, tolto da consuetudini di mediocrità e d’indiffe-renza molti spiriti, ratti così più vigili e pensosi.

Page 40: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

40

Ciò è avvenuto in questa guerra per il popolo italiano,al quale perciò sarebbe ingiusto guardare con animo sfidu-ciato, malgrado mille segni sconcertanti di decadenza e didisorientamento, perché accanto a questi vi sono pure provemanifeste di vitalità e promesse, crediamo, non ingannatrici,di un miglioramento spirituale e morale.

Se non sentissimo questa fiducia, se la nostra sensibilitànon ci avvertisse dell’emergere misterioso dalla storia di mo-tivi profondi e operosi di verità e di bene, dovremmo guarda-re con paura all’eccessivo fiorire d’iniziative, le più varie,troppo spesso vuote di contenuto o quasi, mentr’esse, purtanto manchevoli, sono manifestazioni di questa vitalità econtribuiscono, a loro volta, così diagnosticate, a corrobora-re la nostra fiducia e ad aumentare la nostra serenità.

Ma vi è indubbiamente, accanto al bene, del disordinemorale, e gravissimo; vi è in Italia e fuori d’Italia ed èespressione, la più evidente, di quella crisi degli spiriti nelnostro tempo, la quale ha avuto nella guerra rinnovata in for-ma di tanto più distruttiva un tentativo disperato di soluzio-ne. E proprio la guerra, urto di egoismi e di smarrimenti, tut-ti responsabili, sebbene in diversa misura, serve a megliosvelare questa tragica universalità la quale non è qualchecosa di aggiunto, ma di assolutamente con naturale all’espe-rienza del male. Così non è soltanto ingenuo, ma pure moltopericoloso per la necessaria rigenerazione, il considerare inmodo esclusivo quelli che sono aspetti particolari di un feno-meno unico e tra loro interdipendenti e influenzantisi.

Il male, come e più del bene, è terribilmente diffusivo;contro esso soprattutto non valgono le frontiere, tanto menole mobili frontiere, che la guerra sposta con facilità convulsa.

Se pur è necessario dunque guardare a noi stessi, per-ché da noi naturalmente comincia l’opera salutare dirigenerazione. Se si vuoi fare opera costruttiva, è egualmenteindispensabile guardare molto lontano, per sentire le nostre ele altrui responsabilità, quali sono, veramente universali.

Page 41: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

41

E se si va facendo sempre più decisamente strada l’ideadi una comunione politica del mondo, la quale fa apparire iproblemi nazionali come aspetti particolari di problemi euro-pei e mondiali, tanto più certamente ciò vale per i problemidello spirito. Ed anzi tale viva ed operosa solidarietà nell’im-postare e risolvere questi, è come il fondamento indispensa-bile e l’anima di ogni altra solidarietà, che resta, per sua na-tura, più in superficie.

Né esaltazioni né depressioni dunque; guardiamo infaccia la realtà, per riconoscere il poderoso bagaglio di maleche noi uomini di tutte le genti portiamo per debolezza omalvagità; per intraprendere tutti insieme l’opera vera di ri-nascita con piena fiducia nella possibilità di vincere il male,con la certezza che questo è il contributo più serio che puòessere dato alla soluzione dei mille problemi che citravagliano. Con una operante coscienza dellainterdipendenza umana per la quale non può esservi risorgi-mento dell’Italia se non in un’elevazione morale del mondoe viceversa.

Se poi si vuole impostare in termini concreti questoproblema di una universale rinascita morale, bisogna, noipensiamo, fare operare in modo solidale e senza diffidenzetutti gli organismi che perseguono fini educativi. Quali chesiano le premesse e le mete ultime di ciascuno, purché essipossano incontrarsi in un programma minimo comune, comepossono in effetti il più delle volte.

Non si neghi che molte incomprensioni ed anzi dichia-rate incompatibilità hanno spesso impedito o diminuito di ef-ficacia quest’opera educativa. Le iniziative religiose, i parti-ti, i sindacati, le scuole dovrebbero nelle varie nazioni poter-si incontrare e più efficacemente lavorare insieme. Sul pianointernazionale diverse fedi religiose, organi di cultura, istitutisindacali dovrebbero meglio accordarsi in un piano comunedi rigenerazione, superando le barriere politiche e quelle spi-rituali che non sono meno pericolose.

Page 42: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

42

E quanto più si vorrà e saprà prescindere, così lavoran-do, da un immediato intento politico, tanto più si farà operaefficace per questo fine. Chè al di là dei problemi concretiterritoriali ed economici, che conducono i popoli a incontrar-si o scontrarsi, vi sono da risolvere, per facilitare e rendereduratura la pace del inondo, problemi spirituali. La lotta con-tro il male ed il conseguente ritrovamento in noi di una uma-nità comune e buona sono appunto impulsi efficacissimi, e diefficacia durevole, per raggiungere un assetto politicamenteordinato in questo mondo sconvolto.

Mr.

Page 43: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

43

“La sinistra cristiana”15 febbraio 1945

La sconfessione del Partito della sinistra cristiana haridestato problemi che, innegabilmente, agitano, in Italia enel mondo la coscienza cattolica contemporanea. Non si puòne rare che una grandissima incertezza sussisteva in moltispiriti pensosi, prima che intervenisse, netta e severa, questaparola chiarificatrice. Non si può dubitare neppure che, perla delicatezza dei riflessi di ordine psicologico e morale,questa condanna sia stata meditata con quella serena pruden-za che caratterizza la condanna della Chiesa e voluta per ra-gioni di bene.

Ma certo è stata una forte battuta i onesto, che ha indot-to spiriti pensi a rimettere in discussione quella coerenza, inmateria sociale, alla propria fede, per la quale avevano cre-duto di assumere le arrischiate posizioni dell’estremismo disinistra, sia pure, di una sinistra cristiana.

Ma il problema è ancora più vasto ed interessa il mon-do politico non cristiano così come quello cristiano.

Si deve intendere, cioè, questa presa posizione comesconfessione non una particolare corrente di sinistra, (inquanto essa si chiamava cristiana), ma di ogni corrente di si-nistra, di tutto, cioè, quel moto di progresso che si vuoleconcordemente attribuire ai movimenti di sinistra? Si deveintendere. Con ciò che il cristianesimo sia cristallizzato informule di pura conservazione?

Page 44: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

44

Anche le decisioni rapide e nette, quanto incidono suuomini intelligenti e liberi, possono avere un seguito di di-scussioni meditate, le quali possono ben confermare l’oppor-tunità di quelle e spiare la via, una migliore comprensione,ad un accoglimento volenteroso.

Per questa migliore comprensione, che ci pare impon-gano la buona fede molti e la carità cristiana, noi tenteremodi dare qui in breve una interpretazione serena dell’avveni-mento, preoccupati, come siamo, naturalmente della sortedelle idee non di particolari persone e concrete correnti poli-tico-sociali.

E ci sia consentito di partire da a minuta osservazioneche riguarda realtà più vicina a noi nel tempo nello spazio,questa agitata vita politica italiana ch’è così ricca, nel disor-dine, di esperienze interesiti e istruttive. Ogni osservatoreonesto vorrà riconoscere infatti, la finanza, per non dire al-tro, nelle indi linee, dei programmi di pari politici, siano essidi destra, di sinistra o di centro. Pure, malgrado questa so-stanziale affinità, le differenze sono grandissime, gli urti vi-branti, le possibilità di convivenza minime o addirittura nul-le. Un sostanziale punto d’incontro dunque, al di là dellepoco costruttive violenze verbali, si è trovato in un assorbi-mento delle idee progressiste della sinistra da parte della de-stra o forse più veramente in un cammino progressista, per-corso onestamente dagli uomini di destra verso le più vere eilluminate esigenze prospettate dalla sinistra. Questo puntonaturale d’ incontro è un ‘centro’, intorno al quale concordal’opinione pubblica media, la quale onestamente desidera edattende svolgimenti umani e più buoni di vita. In questo“centro”, nel quale si pone il minimo di unità realizzabile pa-cificamente nel popolo italiano ed in ogni popolo del mondo,son fatte valere, com’è ormai chiaro, due fondamentali esi-genze in una strettissima essenziale concessione.

La prima è di elevare socialmente il popolo, di assicu-rare cioè condizioni dignitose di vita a tutti i suoi membri,eliminando ogni ingiusta sperequazione ed ogni sopraffazio-

Page 45: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

45

ne, comunque mascherata, che attenti alla dignità della per-sona ed ai suoi diritti in quanto produttrice.

La seconda è di elevare politicamente il popolo, di far-lo, cioè padrone del suo destino e capace di autogoverno.Ciò vuol dire, concedere ad ogni uomo, in quanto realizzi inconcreto il minimo. Di condizioni di dignità umana, quei po-teri d’ iniziativa e di controllo della pubblica, che lo faccianoin effetti, per quanto a lui spetta, sovrano. In complesso ciòsignifica (ed è esigenza squisitamente cristiana) assicurare atutti gli uomini l’accesso ai beni ed ai poteri; personalità einiziativa in tutta l’estensione della vita economica, sociale,politica, culturale.

Non saremo ora certo così ingenui da negare che daquesto equilibrato centro di unità sia possibile scantonare,tradendo la nobilissima causa che in esso viene affermata.

Ma saremo pure, così sereni da dichiarare che siffattitradimenti (i quali non impegnano la destra e la sinistra ide-almente congiunte nel vivo e dinamico centro, ma singolepersone e correnti) possono essere perpetrati così a destracome a sinistra, dalle forze. Della reazione, come si dice, oda quelle della rivoluzione, le quali possono egualmente di-menticare l’uomo e travolgerlo.

Per tutte le considerazioni fatte or ora certo violentobattagliare tra destra e sinistra, certa aspra polemica sprez-zante tra reazione e rivoluzione hanno l’aria di essere piutto-sto un tradimento che, un servizio dell’uomo. Ma una qual-che gratificazione hanno pure queste polemiche. C’è la de-stra estremista e veramente reazionaria, che stringe in circolichiusi i beni o i poteri di tutta l’umanità; quella destra, fero-cemente conservatrice per sé e spietata verso gli uomini co-stretti tutti a farsi strumento delle sue ingiuste fortune, chericeveva la sua condanna nella recente esaltazione pontificiadella. Vera democrazia. C’è pure una sinistra, che, pur accol-te tutte le sue giuste richieste, continua ad agitarsi, per esi-stere, alimentando nel profondo e generale desiderio di pace,uno spirito di rivoluzione diventato fine a se stesso, per la

Page 46: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

46

instaurazione di un mondo totale nuovo, il quale si risolve-rebbe in mi mostruoso avvolgimento dell’uomo in se stesso.Di un uomo senza spirito, senza religione, senza storia.

Che il cristianesimo escluda ad un tempo destra e sini-stra, così intese, deve essere chiaro ad ogni uomo onesto chene abbia penetrato l’essenza. La recente chiarificazione, chesi può pensare giustificata da certe intemperanze di linguag-gio, da alcuni errori tattici, da un equivoco forse di giovani-le, ardore on controllato, va intesa, noi crediamo, in questomodo e avvicinata al radiomessaggio di quest’ultimo Natale.Al cristianesimo sono aperte dunque più che mai le vie del-l’avvenire. Converrà solo forse studiare meglio le forme epesare le parole, perché forme e parole sono sostanza in que-sto mondo disorientato da mille equivoci buoni o cattivi.

Mr.

Page 47: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

47

“Qualcosa maturò nell’ariaEsame di coscienza”

2 settembre 1945

Forse è giunto il momento, mentre il primo grande ci-clo della nuova storia Italiana sta concludersi, di arrischiareuna valutazione onesta e serena di quel che è stato con la suastraordinaria efficacia indicatrice ed ammonitrice. “La Ras-segna” mancherebbe al suo compito verso l’opinione pubbli-ca del Mezzogiorno d’Italia e delle Isole se si rifiutasse aquesto esame di coscienza, che è un po’ l’esame di coscienzadell’italiano medio, né fascista, né antifascista alla rumorosamoda oggi dominante, né nazionalista e neppure ciecamente,miticamente internazionalista, né ottimista, né pessimista adoltranza, né reazionario, né rivoluzionario.

Mentalità, si dirà, da a uomo comune? Mentalità, cioè,mediocre, rinunciataria, semplicista, senza impegni di sorta?

A noi sembra, su questo punto, si debba rispondere, insenso nettamente negativo. Si è detto più parti, con affrettatacompiacenza, che questo è il tempo dell’uomo comune, ilquale, compromesso da svariate guerre, e rivoluzioni, suoleora riprendere dominio di sé e respinge le inutili e interessatecomplicazioni e tutto sistema con il suo buon senso guardin-go ed utilitario. Poiché il giornale ha propugnato di volta involta soluzioni di compromesso, ha ascoltato tutti, ed in tuttigli ambienti ha fatto richiamo sovente alla indeformabile re-altà delle, cose, si può pensare che il nostro lavoro sia statofatto sotto l’insegna dell’uomo della strada. E noi, poiché

Page 48: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

48

l’una. Espressione vale l’altra, non ci rifiutiamo alla qualifi-cazione, purché ci si intenda sul suo significato.

La storia non è mai dei mediocri, men che mai in epo-che come questa, ardenti e creative, mentre urgono infinitiproblemi con una progressione complicatissima verso l’inti-mo dell’uomo.

Noi siamo stati e siamo contro il falso eroismo parolaioe le interessate deformazioni; contro la superbia della vita,per quella umiltà e semplicità di cuore, alla quale, come unsupremo correttivo, l’attività politica rettamente intesa. Nonpuò sottrarsi.

Siamo stati e siamo per l’uomo non irrequieto e noncomplicato di vana complicazione, ma il nostro ideale non èdi una umanità mediocre, senza pensieri, senza contrasti diidee, senza tormenti, senza quel crudo e sostanziale eroismonel quale si risolve un umanesimo senza aggettivi.

Non abbiamo voluto, no, solleticare gli istinti peggiori,addescando ora alla reazione, ora alla rivoluzione in nomedella vita comoda e piatta. Di fronte ad una tremenda situa-zione di equivoci spirituali, di dissensi, di sconforti, di esa-sperazioni e disperazioni all’uomo cosciente e libero abbia-mo chiesto lo sforzo supremo dell’esercizio del suo io piùalto, per non cedere ed andare avanti. Gli abbiamo chiesto divolere senza paura il pensiero e l’azione, per rendersi contodi sé e degli altri e per tacciare, in armonia con le altre, lasua via faticosa nel mondo.

Questa richiesta di attenzione vigile ed operosa, di pre-senza a sé e al mondo, questo tentativo di capire tutto, ancheil vano contorcimento, nella sua intima espressività, sono av-viamento alla democrazia e ne costituiscono anzi, al di làdelle formule, la profonda sostanza. Una democrazia in ter-mini di tormentato e misurato umanesimo è stato il criterioispiratore di questo lavoro, il quale ha sempre voluto espri-mere fede nell’avvenire della democrazia, nella suprema ra-gione democratica della vita sociale.

Page 49: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

49

Rifiutando lo schema formale, per battere questa piùdifficile strada volendo di ogni problema operare una ridu-zione in termini umani. (Per pietà per amore, per fiducia nel-l’uomo), attività politica ci è apparsa. Compresa nella com-plessa realtà della vita.

Un autentico liberalismo non può prescindere da questocontrollo rigoroso, da questo criterio di misura fondato sullerisorse supreme della personalità. La politica è una grandis-sima cosa, se si inserisca armoniosamente in un quadro com-plesso di valore e prenda respiro e luce da tutti. Siamo statiperciò contro le esasperazioni principali e le politichette dacorridoio, auspicando, il serio dibattito delle idee, la signori-le superiorità delle forme, il disinteresse pronto di chi è di-sposto a rinunziare e ad andarsene per non accettare compro-messi con la propria dignità morale.

Su di un piano così elevato destra e sinistra si avvicina-no luna all’altra e si allontanano insieme, piccole come sono,ridotte a due formulette in antitesi, in un mondo così com-plesso e così inquieto.

Abbiamo voluto la giustizia nell’ordine. Abbiamo aper-ta la via alla legittima aspirazione politica delle così dettemasse, le quali sono una cosa seria quando cessano di esserestrumenti di manovra e si riducono alla loro sostanza umana.Agli uomini di sinistra abbiamo chiesto e chiediamo di edu-care innanzitutto e soprattutto il popolo sovrano, di accende-re la luce di moralità nelle coscienze che debbono potersicontrollare, di rinunziare alla fretta rovinosa, quando si trattadi preparare gli animi alla grande prova della vita sociale.

Ed abbiamo detto anche, di volta in volta, parole dlpace e di amore, di raccoglimento, di interiorità, dl responsa-bilità. Non ce ne pentiamo, anche se esse non son mai dimoda ed oggi meno che mai. Sono, in fondo, le sole serie ecostruttive che si possano pronunciare; le sole che non lasci-no strascichi di amarezza e di dubbio; le sole che vadanosempre bene, anche se sembrino giungere ad un risultato ne-gativo.

Page 50: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

50

Le abbiamo dette queste parole senza eccessiva fiducianello sviluppo. Immediato ma con una grande fede nellabontà della vita.

Mr.

Page 51: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

51

“Il ruolo dei giovanivissuti nella libertà”

Intervento di Aldo MoroPresidente del Consiglio dei Ministri

Bari - 30° della Liberazione - 1975

Celebriamo oggi, ad iniziativa del Consiglio RegionalePugliese che io ringrazio per la sensibilità politica dimostrataanche in questa circostanza e per il cortese invito rivoltomi,il trentennale della Resistenza, della fine dell’occupazionestraniera e della riconquista della libertà. Il Paese nel corsodell’anno si è più volte soffermato su questi eventi gloriosi,rileggendo, con attenzione ed amore, una delle pagine fonda-mentali della sua storia. Ed io voglio unirmi da Bari all’attodi omaggio, nel ricordo dei grandi sacrifici, delle altissimeprove di abnegazione, dell’eroismo che fu dei singoli comedi intere comunità.

L’Italia rivive così una drammatica, ma esaltante espe-rienza ed approfondisce la sua identità nazionale. Quellaidentità nazionale appunto che si rivela in momenti di svolta,destinati ad esercitare una decisiva influenza nella storia deipopoli.

La Resistenza fu uno di questi momenti. Ad essa dun-que, ancora oggi, facciamo riferimento. Ad essa ci rivolgia-mo come al luminoso passato, sul quale è fondato il nostropresente ed il nostro avvenire.

La Resistenza fu lo scatto ribelle di un popolo oppres-so, teso alla conquista della sua libertà. Ma essa non fu soloun moto patriottico-militare contro l’occupante tedesco, de-stinato, perciò, ad esaurirsi con la fine del conflitto mondia-

Page 52: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

52

le. La Resistenza viene da lontano e va lontano. Affonda lesue radici nella storia del nostro Stato risorgimentale. E’ de-stinata a caratterizzare l’epoca della rinnovata democraziaitaliana. Un dato storico è da mettere in rilievo: alla Resi-stenza parteciparono, spontaneamente, larghe forze popolari,e non solo urbane, ma della campagna e della montagna. Fu-rono coinvolti ad un tempo il proletariato di fabbrica, che di-fendeva gli strumenti essenziali del suo lavoro, e la realtàcontadina. Alle azioni gloriose delle formazioni partigiane edel nostro corpo di liberazione schierati in battaglia, si ac-compagnò un’infinità di episodi spontanei, il più delle volteoscuri o poco noti, che rappresentarono l’immediata rispostadelle popolazioni alle sopraffazioni delle brigate nere o del-l’esercito nazista, una risposta data anche fuori’ dai centri ur-bani, nei più sperduti paesi rurali, nelle zone collinari epedemontane. Questa Resistenza più ramificata e diffusa,che non è stata classificata tra le operazioni delle divisionipartigiane direttamente impegnate nello scontro armato, si ècollegata molto spesso al ricordo delle lotte lunghe e tenaciche le leghe contadine avevano condotto in tante regioni: dalVeneto, alla Toscana, all’Emilia, alla Puglia, contro losquadrismo agrario e le violenze nazionalistiche o fascistichedegli anni venti e anche oltre. Ma non era mero ricordo, ben-sì un dato vitale, una sorta di impegno civile, che haimmesso nella Resistenza fattori sociali connessi con la sto-ria delle grandi masse popolari, a lungo escluse dalla parteci-pazione alla vita dello Stato unitario. La Resistenza superacosì il limite di una guerra patriottica-militare, di un sempli-ce movimento di restaurazione prefascista, come pure datalune parti si sarebbe allora desiderato. Diventa un fatto so-ciale di rilevante importanza.

Page 53: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

53

Resistenza e Mezzogiorno

A lungo si è ripetuto che alla piena esplicazione dellaResistenza ha nociuto il peso negativo rappresentato dalMezzogiorno, che non ha compiuto l’esperienza della lottapartigiana del Nord Italia. Gli storici tendono ora a corregge-re questa visione dualistica, di un Nord, proiettato verso unaperaltro indefinita rivoluzione, e un Sud, ancora una volta“palla al piede” dello sviluppo italiano. Il rapporto tra Mez-zogiorno e Resistenza è complesso. Non va dimenticato, nel-lo sfondo, ciò che pagarono le campagne del Mezzogiorno alfascismo. E’ vero, fu avviata una politica di bonifiche checonsentì in un secondo tempo la formazione di ceti agraripiù progrediti, meno attaccati alla esclusiva conservazionedella rendita. Ma quel poco che si fece sotto il fascismo peril Sud, ebbe come corrispettivo il blocco dell’emigrazioneinterna, una politica di bassi salari, sperequazioni tributarie epesanti vincoli contrattuali nelle campagne. Il programmafascista di un’Italia rurale ed eroica portò in realtà ad un ec-cesso di popolazione contadina, costretta a vivere entro strut-ture economiche rimaste arcaiche e statiche e perciò prive diimpulsi creativi. Crollato il fascismo e liberato il Mezzogior-no dalle truppe alleate, non per caso ancora una volta furonole campagne a muoversi. Si trattava della lotta ai latifondo edella riforma agraria, cioè di una delle esperienze più signifi-cative di questo dopoguerra, che ha consentito lo svilupparsidi un grande movimento contadino nel Sud ed ha impegnatoi governi in un notevole sforzo, nel suo insieme positivo.Ma, tornando agli anni cruciali che vanno dalla fine del ‘43 atutto il ‘45, non ci sembra si possa dire che il Mezzogiornofu una remora alla realizzazione degli ideali della Resisten-za. Non- vanno dimenticati gl’intellettuali meridionali schie-rati sul fronte della libertà. E poi parlano le cose. Il Sud hadato con profonda convinzione il suo apporto alla guerra diliberazione e ai primi atti dei governi della coalizione antifa-scista; ha contribuito al crollo degli eserciti nazifascisti, faci-

Page 54: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

54

litando la avanzata di quelli alleati; ha visto la nascita e l’af-fermarsi delle prime libere manifestazioni politiche dei parti-ti antifascisti; ha scritto con la insurrezione napoletana unatra le pagine più belle della Resistenza. Non possiamo certonasconderci. Anche le manifestazioni di rifiuto o di contra-rietà contro taluni atti della politica dei governi democratici.Ma una spiegazione di ciò è nella mentalità di popolazioniche troppo a lungo avevano sentito lo Stato dimentico, senon addirittura ostile alle aspirazioni sociali più vive ed im-mediate. Nelle interpretazioni critiche della Resistenza mag-giore attenzione avrebbero meritato dunque le particolaritàdella storia e delle strutture economiche e sociali nel Mezzo-giorno. Si è invece preferito parlare quasi di due civiltà, didue Italie, di due mercati, quando, semmai, l’accento andavaposto su un Mezzogiorno sottomesso a una dinamica dellosviluppo e a una legislazione unificatrice dettata dagli inte-ressi del mercato più forte, che era quello del Nord. Consa-pevoli di questa verità, siamo, ancora oggi, alla ricerca dimodelli di sviluppo e di politiche programmatiche che fac-ciano tesoro della lezione umana e civile che viene dalle lot-te sociali del Mezzogiorno e rispondano alle esigenze diun’economia che, come già aveva intuito Luigi Sturzo, siacapace di far progredire il Paese attraverso una partecipazio-ne a larga base comunitaria, ben più rispettosa della storia edelle vocazioni locali che non sia stata la prospettivaconsumistica.

Un salto di qualità

Si è anche talvolta affermato che la Resistenza sarebbestata tradita nel suo significato più autentico e che il gradua-le ritorno alle vecchie strutture dello Stato prefascista avreb-be sancito una continuità statale di vecchio tipo. Se la pole-mica non fa velo, credo possa apparire evidente a tutti ilgrande salto di qualità che si è compiuto passando dallo Sta-

Page 55: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

55

to prefascista a quello nato dalla Resistenza sotto il profilosia della struttura sia dei tini ‘istituzionali. Non sono diffe-renze di superficie, ma di sostanza, che riguardano anzituttoil processo di formazione e articolazione della volontà politi-ca nazionale attraverso i partiti di massa, la consistenza de-mocratica di base dello Stato, il suo ruolo di propulsione e diguida nella vita economica e sociale. Se vi furono aspetti direstaurazione, se vi furono remore e momenti anche di arre-sto nella realizzazione delle premesse ideali della Resisten-za, ciò non può farci dimenticare il progresso compiuto e ilsenso storico-culturale della opzione politica in favore dellademocrazia che fu alle origini della fondazione del nuovoStato.

Il primo atto di libera scelta popolare

Non si possono, d’altra parte, passare sotto silenzio lecircostanze oggettive in presenza delle quali nacque ed ope-rò la Resistenza italiana, che fu, ciò malgrado, il primo efondamentale atto di libera scelta popolare nella storia delnostro Paese. Le vicende della Resistenza e di quel che se-guì, alla sua conclusione, sono strettamente legate alla con-dizione in cui si trovò l’Italia nei confronti degli alleati, iquali non ritenevano che il nostro Paese potesse fare da sé, eche la Resistenza potesse assumere il rilievo di un atto rivo-luzionario. L’8 settembre del 1943 essi erano ancora in guer-ra contro la Germania nazista e abbastanza concordementepensarono ad un governo ancora monarchico, costituzionalee democratico si, ma di tipo prefascista; per gli Alleati c’erasia l’esigenza ‘di avere le spalle coperte mano a mano che iloro eserciti andavano innanzi nella nostra penisola, sia l’in-teresse a conservare il nostro Paese nell’orbita della lorostrategia militare e politica. Allora non si parlava ancora dispartizioni e di sfere di influenza. Ma indubbiamente nei fat-ti pesò la preoccupazione degli Alleati che la Resistenza ita-

Page 56: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

56

liana non andasse troppo al di là di un’operazione patriotti-co-militare.

I dirigenti politici italiani hanno indubbiamente dimo-strato grande senso di responsabilità nel fronteggiarerealisticamente la situazione, evitando irrigidimenti e tensio-ni, Con tutte le cautele e le gradualità imposte dalle esigenzedella strategia alleata e dalla crescente diffidenza che diviseben presto le potenze occidentali dall’Unione Sovietica, laResistenza tu indubbiamente molto di più di un’operazionepatriottico-militare. Essa agì in profondità nella vita politicadel nostro Paese, dando una nuova dimensione allo Stato, ar-ricchendo la vita democratica e creando una originale menta-lità antifascista, la quale superò quella formale eparlamentaristica che aveva in certo modo caratterizzato inprecedenza la opposizione al fascismo.

Perché i cittadini si riconoscessero nello Stato

Lo Stato al quale i partiti democratici hanno dato vita èlo Stato che lo spirito della Resistenza e le circostanze og-gettive hanno reso possibile in una valutazione globale ditutti gli interessi del Paese, interessi nazionali ed internazio-nali, immediati e in prospettive. E certo occorreva uno Statonel quale si riconoscesse il maggior numero possibile di cit-tadini., che fosse capace, su questa base, di ricostruire l’Ita-lia, dandole un assetto stabile di libertà e di giustizia.

Sono questi, che ho appena ricordati, momenti della no-stra vicenda trentennale sui quali è ancora aperto il giudiziostorico, aperta la valutazione politica. Credo tuttavia che, purpartendo da punti di vista diversi e nella comprensibile di-vergenza d’opinioni sulle strade seguite e sulle soluzionidate in alcuni stretti passaggi della nostra vicenda nazionale,una cosa si possa dire e cioè che i partiti i quali si richiama-no alla Resistenza e si riconoscono nella Costituzione repub-blicana, ciascuno secondo la propria responsabilità ed il pro-

Page 57: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

57

prio ruolo, hanno guardato alle istituzioni democratiche, dapresidiare ed accreditare nella coscienza del Paese. Via via,nel corso di questi trenta anni, un sempre maggior numero dicittadini e gruppi sociali, attraverso la mediazione dei partitie delle grandi organizzazioni di massa che animano la vitadella nostra società, ha accettato lo Stato nato dalla Resisten-za. Si sono conciliati alla democrazia ceti tentati talvolta dasuggestioni autoritarie e chiusure classiste.

Ma, soprattutto, sono entrati a pieno titolo nella vitadello Stato ceti lungamente esclusi. Grandi masse di popologuidate dai partiti, dai sindacati, da molteplici organizzazionisociali, oggi garantiscono esse stesse quello Stato che ungiorno considerarono con ostilità quale irriducibile oppresso-re. Se tutto questo è avvenuto nella lotta, nel sacrificio, èmerito della Resistenza, di un movimento cioè che si è mos-so nel senso della storia, mettendo ai margini l’opposizioneantidemocratica e facendo spazio alle forze emergenti e vivedella nuova società.

Certo, l’acquisizione della democrazia non è qualchecosa di fermo e di stabile che si possa considerare raggiuntauna volta per tutte. Bisogna garantirla e difenderla, appro-fondendo quei valori di libertà e di giustizia che sono lagrande aspirazione popolare consacrata dalla Resistenza.

Un confine tra progresso e conservazione

Il nostro antifascismo non è dunque solo una nobilissi-ma affermazione ideale, ma un indirizzo di vita, un principiodi comportamenti coerenti. Non è solo un dato della coscien-za, il risultato di una riflessione storica; ma è componenteessenziale della nostra intuizione politica, destinata a stabili-re il i confine tra ciò che costituisce novità e progresso e ciòche significa, sul terreno sociale come su quello politico,conservazione e reazione.

Page 58: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

58

Intorno all’antifascismo è possibile e doverosa l’unitàpopolare, senza compromettere, d’altra parte la varietà e laricchezza, la libera e mutevole articolazione delle maggio-ranze e delle minoranze nel gioco democratico.

In questo ambito ed in questo spirito è responsabilitàpolitica dei partiti l’effettuare quelle scelte di indirizzi, dicontenuti e di schieramenti ritenuti meglio rispondenti agliinteressi del Paese.

Signori, trent’anni fa, uomini di diversa età ed anchegiovanissimi, di diversa origine ideologica, culturale, politi-ca, sociale; provenienti sovente dall’esilio, dalla prigione,dall’isolamento; ciascuno portando il patrimonio della pro-pria esperienza, hanno combattuto, per restituire all’Italial’indipendenza nazionale e la libertà.

Questo è stato il nostro grande esodo dal deserto del fa-scismo; questa è stata la nostra lunga marcia verso la demo-crazia.

Le responsabilità dei giovani

La Resistenza è patrimonio della Nazione e tutto il po-polo la deve custodire. Ma una responsabilità particolarespetta ai giovani che sono il nostro domani. Ad essi dunquevorrei ora rivolgermi. Parlo alle ragazze ed ai ragazzi, che,usufruendo per primi dell’anticipato riconoscimento dellamaggiore età, sono entrati quest’anno da protagonisti sullascena politica. Parlo ai lavoratori ed agli studenti. Parlo a co-loro che attendono, impazienti, di inserirsi nella vita produt-tiva del Paese.

La nostra generazione ha forse, nei confronti dei giova-ni, delle responsabilità per insufficiente testimonianza deivalori posti a fondamento del nostro sistema politico. Ma,nonostante possibili errori, i padri non hanno demeritato, se ifigli sono vissuti nella libertà, se tutti i loro giorni sono statigiorni di pace.

Page 59: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

59

Nella libertà i giovani si sono formati, traendone possi-bilità di autonomia, di affermazione, di contestazione, di par-tecipazione.

La personalità dei giovani di oggi ha i caratteriinconfondibili di chi è cresciuto all’aria aperta, nella libertàappunto. Nulla c’è in essi che riveli il triste retaggio dellacostrizione. L’ambiente è propizio e stimolante.

Se dopo trent’anni viviamo oggi in un regime di cre-scente democrazia politica e sociale; se ogni giorno che pas-sa, nuovi spazi si aprono nei quali è feconda l’iniziativa deisingoli e dei gruppi; se così viva è l’affermazione di ogni di-ritto umano, ciò significa che la Resistenza non è stata tradi-ta d che essa anzi costituisce tuttora il punto culminante del-la nostra storia, potenzialmente ricco di nuovi straordinarisviluppi.

In questa profonda convinzione, io invito i giovani a ri-volgersi alla Resistenza, a riscoprire le pagine eroiche e glo-riose del nostro recente passato, a cogliere in essa la radicedi quell’ansia di libertà, di giustizia, di eguaglianza, di soli-darietà, di dialogo, che pervade la loro esistenza.

Spetta ad essi un’eredità, che sarebbe ingiusto ignorareo sottovalutare come evento concluso ed inanimato, incapa-ce di muovere nel profondo i cittadini e la Nazione.

Il costo della libertà

In ogni contrada d’Italia c’è un segno che ricorda i mor-ti della nostra Resistenza: uomini e donne, ragazzi e ragazze,bambini; singoli cittadini, intere popolazioni; gente diretta-mente impegnata nella lotta o inerme spettatricedell’immane tragedia. La libertà ha avuto questo costo.

Cari giovani, non dimenticate i morti e la ragione per laquale morirono; non volgete loro le spalle; non scrollatevi didosso la sanguinante epopea del riscatto e della redenzionenazionale.

Page 60: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

60

Se è vero che ovunque c’è un uomo, là c’è il principiodi una comunità; se è vero che dappertutto è la vostra Patria,che vi sentite e siete cittadini del mondo; se è vero che il do-lore vissuto, ovunque c’è ingiustizia ed oppressione, è il vo-stro dolore, non dimenticate ciò che qui, in questo angolo delmondo, è stato pensato, sperato, fatto, sofferto in nome dellalibertà.

Prendete allora nelle vostre mani il destino del nostroPaese. Fate vostra la storia nazionale. Inseritevi in quel pro-cesso che non è indegno di voi, perché è il difficile, agitato,contraddittorio, ma, alla fine, creativo processo che vi ha fat-to essere quali siete.

Dalla Resistenza acquisirete un criterio di giudizio e unsenso delle cose che vi farà intendere qual’è il vostro postoin Italia, in Europa e nel mondo. Vi sentirete, bene a ragione,vicini a quanti, in ogni continente - con sofferenza e speran-za - seguono le vie della liberazione e della democrazia.Viva la Resistenza! Viva l’Italia!

Page 61: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

61

INDICE

I Ragazzi di Zacdi Dario Franceschini ............................................................................................... pag. 5

Con Aldo Moro in politicadi Gero Grassi ....................................................................................................................... » 9

“Il testamento politico”Intervento di Aldo Moro all’Assembleadei Parlamentari DemocristianiRoma - Auletta di Montecitorio - 28 febbraio 1978 ...................... » 13

“Il popolo italiano”16 marzo 1944 ...................................................................................................................... » 33

“Il lavoro è di tutti”1° giugno 1944 ..................................................................................................................... » 37

“I difetti degli Italiani”30 novembre 1944 ............................................................................................................. » 39

“La sinistra cristiana”15 febbraio 1945 ................................................................................................................ » 43

“Qualcosa maturò nell’ariaEsame di coscienza”2 settembre 1945 ................................................................................................................. » 47

“Il ruolo dei giovani vissuti in libertà”Intervento di Aldo MoroPresidente del Consiglio dei MinistriBari - 30° della Liberazione - 1975 ................................................................ » 51

Page 62: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

62

ANNOTAZIONI

Page 63: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

63

ANNOTAZIONI

Page 64: ALDO MORO trent’anni dopo - Gero Grassi · Non solo per tradizione familia-re, ma anche perché, nonostante la mia giovane età, vedevo ... In occasione del 16 marzo 2008, trentennale

64

CENTRO STAMPA litograficadi PANSINI V. & C. s.n.c.

70038 TERLIZZI (Ba) - Via Sarcone, 67Tel./Fax 080.3519627

E - M A I L : i n f o @ c e n t ro s t a m p a l i t o . 1 9 1 . i t

fotolito/litografia/stampa digitale

design • advertising • print

finito di stampare nel mese di Marzo 2008 nel