Alcuni progetti di Fabio Novembre: N «L'edicola, un arco ... · Casamania (foto Settimio Benedusi)...

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Corriere della Sera Sabato 20 Giugno 2020 LIBERI TUTTI 35 Abitare Architetture Alcuni progetti di Fabio Novembre: accanto, la villa su un atollo artificiale ad Abu Dhabi, con apertura totale verso il mare: al centro, il padiglione di Milano, creato per l’Expo 2010 a Shanghai (foto Charlie Xia); in fondo, Casa Milan, realizzata nel 2014 a Milano per la squadra di calcio (foto Andrea Martiradonna) N essuna chiusura, solo un arco da at- traversare. «Vivia- mo in un periodo in cui non solo la nostra vita ma anche l’infor- mazione è liquida. Le notizie affluiscono, e l’edicola è un’interfaccia quasi passiva che lascia scorrere dentro di sé questo fiume immagina- rio»: così Fabio Novembre, designer e architetto, raccon- ta il concept del suo progetto per il concorso del Corriere «L’edicola del futuro». La sua reinvenzione di questa tipolo- gia parte da un elemento della nostra storia: «L’arco dell’an- tica Roma, architettura cele- brativa. In questo caso l’edico- la celebra la nostra voglia di comunicare, che i giornali soddisfano mettendo in con- tatto mondi diversi», spiega. «Perché, nella mia idea, que- sto diventa un luogo di transi- to, da non chiudere mai, nemmeno alla sera. Può servi- re come riparo, diventare un tetto per proteggersi dalla pioggia. Insomma, è una “ca- sa” accogliente». In più, ci so- no funzioni aggiuntive, a cui l’edicola assolve anche da chiusa: «Ma senza perdere la propria natura», precisa No- vembre. «Un info point con schermo interattivo, gestito dal Comune. Un recapito Amazon alternativo a casa propria. Un piccolo luogo ac- cogliente dove sostare, maga- ri consumando uno snack ac- quistato dalla vending machi- ne integrata». Un’edicola che torna a essere centrale nel quartiere. Flessibile, modifi- cabile ma soprattutto ben in- dividuabile: «Uscendo ogni giorno ad acquistare i giornali durante il lockdown, le ho os- servate con attenzione: sono tutte diverse tra loro. Occorre invece renderle un’icona: ec- co, la potremmo chiamare l’”Edicola di Milano”. Trasfor- mandola in un format da esportare in tutta Italia». Tra le ispirazioni, oltre l’arco c’è anche la piazza: «Entrambi sono elementi aperti, che si attraversano. Da esperire con il corpo», dice, osservando il vassoio che riproduce Venaria Reale, parte della sua collezio- ne 100 Piazze (per Driade). Il Covid-19 potrebbe aver cambiato l’approccio alle ar- chitetture. Ma forse no. «Sto ultimando una villa privata negli Emirati Arabi, su una piccola isola artificiale: total- mente protetta verso la strada ma, ma protesa ad abbraccia- re il mare. Per me è la metafo- ra di chiusura verso il conta- gio e apertura verso la natu- ra». Natura come libertà, un concetto che per Novembre rappresenta un mantra di vita e che ha infuso in uno dei suoi oggetti più famosi, la coppia di sedute antropomorfe Him e Her: «Adamo mangia la me- la offerta da Eva, che l’ha avuta dal serpente tentatore, e sono cacciati dal Paradiso Terre- stre. Ma prima erano due ra- gazzi felici, che vivevano in un luogo incredibile a contatto con piante e animali, nudi. Una condizione che non con- templa la vergogna», spiega, raccontando come casa sua abbia la struttura di un albero e il decoro di un serpente. «È il paradiso in terra. Senza tracce di peccato originale». La permeabilità tra profes- sionale e personale in lui vin- ce sempre: «Non scindo mai. Sono anch’io passante», scherza, raccontando che, proprio per questo, qualun- que sia il progetto, grande o piccolo, l’entusiasmo e la de- dizione con cui lo affronta ri- mangono identici: «Molti ar- chitetti aspirano a costruire il mondo. Ma la nostra grande tradizione italiana è cresciuta nel concetto “dal cucchiaio al- la città” e non ha mai fatto una questione di scala dimensio- nale. Per questo io non ho desi- deri progettuali in astratto, ma solo l’attitudine a risolvere le questioni che mi pongono le committenze. Grandi o picco- le che siano». Buttando, come si dice, il cuore oltre l’ostaco- lo? «Sta tutto nelle nostre ma- ni: l’ostacolo per me non esi- ste». Il cuore però sì. Silvia Nani © RIPRODUZIONE RISERVATA «L’edicola, un arco per comunicare » Ispirazioni Accanto, «Arcade», il concept di Novembre per il concorso del Corriere «L’Edicola del futuro». In basso, vassoio Venaria Reale, per Driade, e le sedute Him e Her, per Casamania (foto Settimio Benedusi). Sotto, Fabio Novembre nei giardini della Triennale (foto C. Furlan /Lapresse) Design in onda Oggi alle ore 14:30, Fabio Novembre, intervistato da Alessandro Cannavò, per il ciclo «Il senso del design» di Casa Corriere, sul tema «Ritorno a casa» (su fuorisalone.tv, evento digital del Brera Design District). Nella sezione corriere.it/eventi /design proseguono le videointerviste ai protagonisti della creatività e delle imprese made in Italy, a cura di Silvia Nani Ideali e concretezza «Dalle sedie alle ville, mi apro alla natura. E non ho mega ambizioni, risolvo problematiche» Identikit La casa d’aste Phillips, specializzata in arte e design del XX e XXI secolo, è un punto di riferimento per il mercato. L’asta Design, tenutasi a porte chiuse a Londra, è stata diffusa via Zoom ai corrispondenti dislocati nel mondo. O rgone Chair, dalle flui- de forme aerodinami- che, sviluppate senza soluzione di continuità, fu uno dei traguardi raggiunti da Marc Newson quando nei pri- mi anni ’90 iniziò a ispirarsi al mondo dell’automobilismo. Il pezzo, una limited edition in alluminio, ha segnato all’asta Design di Phillips a Londra di ieri un’altra affermazione del- l’influente designer australia- no toccando il prezzo di ven- dita di 187.500 sterline. Assistiamo dunque, dopo il lockdown, al riaffacciarsi del contemporary design, della cui validità la casa d’aste Phil- lips è da una quindicina d’an- ni convinta assertrice, tanto più se si tratta di pezzi unici o in edizione limitata di forte emblematicità. Si pensi anche a Miss Blanche Chair di Shiro Kuramata, limited edition del 1988, che ha confer- mato le 250.000 sterli- ne di stima, o il tavoli- no a motivi tropicali di Claude Lalanne, ag- giudicato a 312.500. Ma anche i pezzi sto- rici hanno contribuito a determinare l’alto profilo della vendita, in occasione della quale, dalla digital room di Londra, 175 sono stati i lotti complessivi presentati. Lo conferma Do- menico Raimondo, Senior Di- rector of Design Europe Phil- lips, che, tra l’altro, ha curato l’anno scorso la memorabile vendita white glove di Casa di Fantasia realizzata da Ponti e Fornasetti (1951). Raimondo precisa: «Quest’ulti- ma asta è stata molto ben contestualizzata, con materiale sia raro che inedito, e i pezzi storici hanno dialo- gato efficacemente con quelli contempo- ranei». Quanto a de- sign storico - in parti- colare italiano, la punta di diamante di Phillips -, va se- gnalata la lampada pezzo uni- co di Alberto Giacometti (225.000 sterline). Allo stesso risultato è balzato il sistema d’illuminazione progettato su commissione nel ’62 da Gino Sarfatti insieme a BBPR. Ri- sultati molto interessanti an- che per Gio Ponti, con il pro- totipo della sedia smontabile Round del ’54, accompagnata da disegno originale (60.000) e il vaso Pontesca (26.250); e Ico Parisi, con l’agile Rocking chaise longue del ’52 (52.500). La rivelazione è stata però la scrivania «architettonica» di Mario Gottardi (91.250), un autore in fase di riscoperta che è, secondo Raimondo, «nome esemplare di quel- l’area inesauribile rappresen- tata dal design italiano». Rai- mondo conclude: «Se il con- temporaneo si contestualizza da solo, lo storico richiede spesso una “narrativa” per po- ter offrire forti suggestioni a un pubblico che, pur cono- scendo il design di qualità, non disdegna mai di appro- fondire nuove storie». Alessandra Quattordio © RIPRODUZIONE RISERVATA Il progetto Il chiosco dei giornali di Fabio Novembre per il concorso del Corriere. «Un luogo di transito, sempre accessibile. Come la piazza, da vivere con il corpo» Primato La Orgone Chair di Marc Newson, del 1993, battuta per 187.000 sterline. A lato il vaso Pontesca di Gio Ponti del 1930 per Ginori Lo «sprint» di Newson. E brilla il design italiano All’asta di Londra vince la Orgone Chair che si ispira alle auto. La scoperta di Gottardi

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Corriere della Sera Sabato 20 Giugno 2020 LIBERI TUTTI 35

Abitare ArchitettureAlcuni progetti di Fabio Novembre: accanto, la villa su un atollo artificialead Abu Dhabi, con apertura totale verso il mare: al centro, il padiglione di Milano, creato per l’Expo 2010 a Shanghai (foto Charlie Xia); in fondo, Casa Milan, realizzata nel 2014 a Milano per la squadra di calcio (foto Andrea Martiradonna)

Nessuna chiusura,solo un arco da at-traversare. «Vivia-mo in un periodoin cui non solo la

nostra vita ma anche l’infor-mazione è liquida. Le notizieaffluiscono, e l ’edicola èun’interfaccia quasi passivache lascia scorrere dentro disé questo fiume immagina-rio»: così Fabio Novembre,designer e architetto, raccon-ta il concept del suo progettoper il concorso del Corriere«L’edicola del futuro». La suareinvenzione di questa tipolo-gia parte da un elemento dellanostra storia: «L’arco dell’an-tica Roma, architettura cele-brativa. In questo caso l’edico-la celebra la nostra voglia dicomunicare, che i giornalisoddisfano mettendo in con-tatto mondi diversi», spiega.«Perché, nella mia idea, que-sto diventa un luogo di transi-to, da non chiudere mai,nemmeno alla sera. Può servi-

re come riparo, diventare untetto per proteggersi dallapioggia. Insomma, è una “ca-sa” accogliente». In più, ci so-no funzioni aggiuntive, a cuil’edicola assolve anche dachiusa: «Ma senza perdere lapropria natura», precisa No-vembre. «Un info point conschermo interattivo, gestitodal Comune. Un recapitoAmazon alternativo a casapropria. Un piccolo luogo ac-cogliente dove sostare, maga-ri consumando uno snack ac-quistato dalla vending machi-ne integrata». Un’edicola chetorna a essere centrale nel quartiere. Flessibile, modifi-cabile ma soprattutto ben in-dividuabile: «Uscendo ognigiorno ad acquistare i giornalidurante il lockdown, le ho os-servate con attenzione: sonotutte diverse tra loro. Occorreinvece renderle un’icona: ec-co, la potremmo chiamarel’”Edicola di Milano”. Trasfor-mandola in un format da

esportare in tutta Italia». Trale ispirazioni, oltre l’arco c’èanche la piazza: «Entrambisono elementi aperti, che siattraversano. Da esperire conil corpo», dice, osservando ilvassoio che riproduce VenariaReale, parte della sua collezio-ne 100 Piazze (per Driade).

Il Covid-19 potrebbe avercambiato l’approccio alle ar-chitetture. Ma forse no. «Stoultimando una villa privatanegli Emirati Arabi, su unapiccola isola artificiale: total-mente protetta verso la stradama, ma protesa ad abbraccia-re il mare. Per me è la metafo-ra di chiusura verso il conta-gio e apertura verso la natu-ra». Natura come libertà, unconcetto che per Novembrerappresenta un mantra di vitae che ha infuso in uno dei suoioggetti più famosi, la coppiadi sedute antropomorfe Hime Her: «Adamo mangia la me-la offerta da Eva, che l’ha avutadal serpente tentatore, e sono

cacciati dal Paradiso Terre-stre. Ma prima erano due ra-gazzi felici, che vivevano in unluogo incredibile a contattocon piante e animali, nudi.Una condizione che non con-templa la vergogna», spiega,raccontando come casa suaabbia la struttura di un albero

e il decoro di un serpente. «Èil paradiso in terra. Senzatracce di peccato originale».

La permeabilità tra profes-sionale e personale in lui vin-ce sempre: «Non scindo mai.Sono anch’io passante»,scherza, raccontando che,

proprio per questo, qualun-que sia il progetto, grande opiccolo, l’entusiasmo e la de-dizione con cui lo affronta ri-mangono identici: «Molti ar-chitetti aspirano a costruire ilmondo. Ma la nostra grandetradizione italiana è cresciutanel concetto “dal cucchiaio al-

la città” e nonha mai fatto unaq u e s t i o n e d iscala dimensio-nale. Per questoio non ho desi-deri progettualiin astratto, masolo l’attitudinea r isolvere lequestioni chemi pongono le

committenze. Grandi o picco-le che siano». Buttando, comesi dice, il cuore oltre l’ostaco-lo? «Sta tutto nelle nostre ma-ni: l’ostacolo per me non esi-ste». Il cuore però sì.

Silvia Nani© RIPRODUZIONE RISERVATA

«L’edicola, un arcoper comunicare»

Ispirazioni Accanto, «Arcade», il concept di Novembre per il concorso del Corriere «L’Edicola del futuro». In basso, vassoio Venaria Reale, per Driade, e le sedute Him e Her, per Casamania (foto Settimio Benedusi). Sotto, Fabio Novembre nei giardini della Triennale (foto C. Furlan /Lapresse)

Design in ondaOggi alle ore 14:30, Fabio Novembre, intervistato da Alessandro Cannavò, per il ciclo «Il senso del design» di Casa Corriere, sul tema «Ritorno a casa» (su fuorisalone.tv, evento digital del Brera Design District). Nella sezione corriere.it/eventi/design proseguono le videointerviste ai protagonisti dellacreatività e delle imprese made in Italy, a cura di Silvia Nani

Ideali e concretezza«Dalle sedie alle ville, miapro alla natura. E non ho mega ambizioni,risolvo problematiche»

Identikit

La casa d’aste Phillips, specializzata in arte e design del XX e XXI secolo, è un punto di riferimento per il mercato. L’asta Design, tenutasi a porte chiuse a Londra, è stata diffusa via Zoom ai corrispondenti dislocati nel mondo.

O rgone Chair, dalle flui-de forme aerodinami-che, sviluppate senza

soluzione di continuità, fuuno dei traguardi raggiunti daMarc Newson quando nei pri-mi anni ’90 iniziò a ispirarsi almondo dell’automobilismo. Ilpezzo, una limited edition inalluminio, ha segnato all’asta Design di Phillips a Londra diieri un’altra affermazione del-l’influente designer australia-no toccando il prezzo di ven-dita di 187.500 sterline.

Assistiamo dunque, dopo illockdown, al riaffacciarsi delcontemporary design, dellacui validità la casa d’aste Phil-lips è da una quindicina d’an-ni convinta assertrice, tanto

più se si tratta di pezzi unici oin edizione limitata di forteemblematicità. Si pensi anchea Miss Blanche Chair di ShiroKuramata, limited edition del1988, che ha confer-mato le 250.000 sterli-ne di stima, o il tavoli-no a motivi tropicalidi Claude Lalanne, ag-giudicato a 312.500.Ma anche i pezzi sto-rici hanno contribuitoa determinare l’altoprofilo della vendita,in occasione della quale, dalladigital room di Londra, 175sono stati i lotti complessivipresentati. Lo conferma Do-menico Raimondo, Senior Di-rector of Design Europe Phil-

lips, che, tra l’altro, ha curatol’anno scorso la memorabilevendita white glove di Casa diFantasia realizzata da Ponti e Fornasetti (1951). Raimondo

precisa: «Quest’ulti-ma asta è stata moltoben contestualizzata,con materiale sia raroche inedito, e i pezzistorici hanno dialo-gato efficacementecon quelli contempo-ranei». Quanto a de-sign storico - in parti-

colare italiano, la punta didiamante di Phillips -, va se-gnalata la lampada pezzo uni-co di Alberto Giacometti(225.000 sterline). Allo stessorisultato è balzato il sistema

d’illuminazione progettato sucommissione nel ’62 da GinoSarfatti insieme a BBPR. Ri-sultati molto interessanti an-che per Gio Ponti, con il pro-totipo della sedia smontabileRound del ’54, accompagnatada disegno originale (60.000)e il vaso Pontesca (26.250); eIco Parisi, con l’agile Rockingc h a i s e l o n g u e d e l ’ 5 2(52.500).

La rivelazione è stata peròla scrivania «architettonica» di Mario Gottardi (91.250), unautore in fase di riscopertache è, secondo Raimondo,«nome esemplare di quel-l’area inesauribile rappresen-tata dal design italiano». Rai-mondo conclude: «Se il con-

temporaneo si contestualizzada solo, lo storico richiedespesso una “narrativa” per po-ter offrire forti suggestioni aun pubblico che, pur cono-scendo il design di qualità,non disdegna mai di appro-fondire nuove storie».

Alessandra Quattordio© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il progetto Il chiosco dei giornali di Fabio Novembre per il concorso del Corriere. «Un luogo di transito, sempre accessibile. Come la piazza, da vivere con il corpo»

Primato La Orgone Chair di Marc Newson, del 1993, battuta per 187.000 sterline. A lato il vaso Pontesca di Gio Ponti del 1930 per Ginori

Lo «sprint» di Newson. E brilla il design italianoAll’asta di Londra vince la Orgone Chair che si ispira alle auto. La scoperta di Gottardi