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ALCUNI DOCUMENTI SULL’ATTIVITÀ DELLA BANDA KOCH Pubblichiamo alcuni documenti inediti, in possesso dell’archivio della Fonda- zione C. V. L., relativi all’attività della famigerata squadra fascista di polizia che fu designata dal nome del suo ideatore e capo : Piero ICoch. Il documento n. 1 e un elenco dei componenti la banda, rintracciato presso« la sede milanese della stessa, nella Villa Triste di via Paolo Uccello 15, al momento in cui la banda fu catturata; da esso risulta che la squadra comprendeva 67 elementi. Il documento n. 2 è la copia (esistente nell’archivio della banda) d’una lettera inviata dal Koch al generale Maeltzer, comandante la città aperta di Roma; in essa si trova una som- maria relazione, naturalmente in termini auto-elogiativi, dell’attività del reparto nel primo periodo della sua vita; tutto il testo della lettera è però ispirato dal de- siderio del Koch di far apparire il suo reparto come avente una fisionomia legale; e ciò in contrasto con l’atteggiamento assunto nei suoi riguardi da elementi delle formazioni SS e dagli ambienti della pubblica sicurezza. Il documento n. 3 ri- guarda ancora il periodo romano della Koch e gli attriti intercorsi fra la banda ed il servizio germanico di contro-spionaggio; questi sono esposti in una lettera-rela - zione dello stesso Koch al ten. col. Kappler, inviata per conoscenza anche al capo della polizia fascista ed avente per oggetto il conte Ervin von Thunn; copia della lettera fu conservata nell’archivio della banda. Il documento n. 4 è una relazione inviata al comandante del reparto da uno dei componenti la banda in missione speciale; tale missione consisteva nel prendere informazioni sull’attività Farinacci; dalla relazione emergono particolari relativi alla condotta sia del Farinacci come ciel questore De Larderei e dell’«eccellenza » Gherardi. Anche il documento n. 5 si riferisce specificatamente a Farinacci ed al suo movimento politico, del quale le alte gerarchie fasciste sospettavano l’autonomia; per questo il reparto speciale Koch assunse l’incarico di sorvegliare da vicino il gerarca fascista; la relazione contenu- ta in questo documento è rivolta dirèttamente al capo del Governo. Altro incarico speciale assunto dalla banda: la sorveglianza dei dirigenti della X flottiglia Mas, sospettati di complotto contro il governo mussoliniano ; il documento n. 6 reca appunto la relazione n. 1 attinente a questo incarico e diretta al Capo del Governo, dal quale presumibilmente gli stessi incarichi speciali venivano affidati; essi de- notano la situazione di reciproco sospetto in cui le stesse gerarchie neo-fasciste si trovavano le une rispetto alle altre. Il documento n. 7 reca un elenco di operazio- ni di polizia eseguite dalla banda contro fascisti appartenenti alla Muti e ad altre squadre di azione, tutti responsabili di truffa, di concussione, di violenza, di estor- sione ecc. I documenti n. 4, 5, 6 e 7 furono rinvenuti nell’archivio della banda Koch, in originale il primo, in copia tutti gli altri. Sulla situazione di caos esi- stente a Milano a causa delle varie polizie speciali si intrattiene, nel documento n. 8, il sopra nominato questore De Larderei in una lettera rivolta al Ministro dell’Interno; si può dire che essa rispecchi la generale situazione dei rapporti in- 2 .

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ALCUNI DOCUMENTI SULL’ATTIVITÀ DELLA BANDA KOCH

Pubblich iam o alcuni docum enti ined iti, in possesso de ll’archivio della Fonda­zione C. V. L., re la tiv i a ll’attiv ità della fam igerata squadra fascista di polizia che fu designata dal nom e del suo ideatore e capo : P iero ICoch. Il docum ento n. 1 e u n elenco dei com ponenti la banda, rin tracciato presso« la sede m ilanese della stessa, nella V illa T riste di via Paolo Uccello 15, al m om ento in cui la banda fu ca ttu ra ta ; da esso risu lta che la squadra com prendeva 67 elem enti. Il docum ento n. 2 è la copia (esistente n e ll’archivio della banda) d’una lettera inviata dal K och al generale M aeltzer, com andante la città aperta di R om a; in essa si trova una som ­m aria relazione, natura lm ente in term in i auto-elogiativi, de ll’attiv ità del reparto nel prim o periodo della sua v ita ; tu tto il testo della le ttera è però isp irato dal de­siderio del Koch di fa r apparire il suo reparto come avente una fisionom ia lega le ; e ciò in contrasto con l ’atteggiam ento assunto nei suoi riguard i da elem enti delle form azioni SS e dagli am bien ti della pubblica sicurezza. I l docum ento n. 3 r i­guarda ancora il periodo rom ano della K och e gli a ttriti in tercorsi fra la banda ed il servizio germanico di contro-spionaggio; questi sono esposti in una lettera-rela­zione dello stesso Koch al ten. col. K appler, inviata pe r conoscenza anche al capo della polizia fascista ed avente pe r oggetto il conte E rvin von T h u n n ; copia della le tte ra fu conservata n e ll’archivio della banda. Il docum ento n. 4 è una relazione inviata al com andante del reparto da uno dei com ponenti la banda in m issione spec ia le ; tale m issione consisteva nel p rendere inform azioni su ll’attività F arinacci;

d a l l a relazione em ergono partico lari relativ i alla condotta sia del Farinacci come ciel questore De L arderei e de ll’«eccellenza » G herardi. Anche il docum ento n. 5 si riferisce specificatam ente a Farinacci ed al suo m ovim ento politico , del quale le alte gerarchie fasciste sospettavano l ’au tonom ia; per questo il reparto speciale Koch assunse l ’incarico di sorvegliare da vicino il gerarca fascista; la relazione contenu­ta in questo docum ento è rivo lta d irèttam ente al capo del Governo. A ltro incarico speciale assunto dalla banda: la sorveglianza dei d irigen ti della X flo ttig lia Mas, sospettati di com plotto contro il governo m ussoliniano ; il docum ento n. 6 reca appunto la relazione n. 1 attinen te a questo incarico e d ire tta al Capo del Governo, dal quale p resum ib ilm ente gli stessi incarich i speciali venivano a ffida ti; essi de­notano la situazione di reciproco sospetto in cui le stesse gerarchie neo-fasciste si trovavano le une rispetto alle altre. Il docum ento n. 7 reca u n elenco di operazio­n i di polizia eseguite dalla banda contro fascisti appartenen ti alla M uti e ad a ltre squadre di azione, tu tti responsabili di truffa, di concussione, di violenza, di estor­sione ecc. I docum enti n. 4, 5, 6 e 7 furono rinvenuti n e ll’archivio della banda Koch, in originale il prim o, in copia tu tti gli a ltri. Sulla situazione di caos esi­sten te a M ilano a causa delle varie polizie speciali si in tra ttiene , nel docum ento n. 8, il sopra nom inato questore De L arderei in una le ttera rivolta al M inistro de ll’In te rn o ; si può d ire che essa rispecchi la generale situazione dei rapporti in-

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te rco rren ti fra i vari organism i della repubblica fascista laddove a ttesta: « T u tt i si fanno la spia tra di loro e si accusano a vicenda ». Il De L arderei, ignaro di essere oggetto di sorveglianza da parte della banda, la ricorda qui con sim patia e ne celebra il « re n d im en to » e le «capacità tecn iche» . Partico larm ente queste u l­tim e, orm ai ben note agli ita liani, vengono illu stra te negli u ltim i tre docum enti de lla presente raccolta ; il docum ento n. 9 reca il testo d’una nobile le tte ra de ll’avv- M aino com m issario del sindacato avvocati di M ilano al M inistro della G iustizia a w . P isen ti intorno al « rend im ento » ed alle « capacità tecniche » della banda K och. II docum ento n. 10 è la narrazione dei m etodi di to rtu ra in uso presso la banda fatta da uno che ebbe d ire tta esperienza dei m edesim i; essa riguarda il pe ­riodo rom ano dell’attiv ità della sq u adra; il docum ento n. 11 è invece una tes ti­m onianza analoga relativa al periodo m ilanese di V illa T ris te ; parecchie a ltre te ­stim onianze del genere po trebbero essere ad d o tte ; ma queste due ci paiono suffi­c ien ti e significative. Il docum ento n. 8 pervenne in copia a ll’ufficio inform azioni del Com ando G enerale C. V. L. duran te il periodo c landestino ; il docum ento n. 9 , fu consegnato, in copia, a ll’A rchivio della fondazione C. V. L. dallo stesso avv. M aino; i docum enti n. 10 ed 11 sono testim onianze orig inali rese dagli au to ri d o p a l ’insurrezione (m. d. p.).

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C om ponenti la squadra di polizia K och

D r. P iero K och, C om andante del re p a rto ; Dr. Tela A rm ando, V ice C om andante del re p a rto ; Avv. T rica A rm ati Augusto, Capo dell’u ffi­cio legale; Dr. Franzoni Gino, S egreteria; Avv. Sbaraglin i Francesco, Sostituto U fficio Legale; Ten. V alenti Osvaldo, C ollegam enti; Conte S tam pa Guido, M inuto M anten im ento ; G iacom antoni Sergio, a d ispo­sizione; Rag. Belgodere Gracco, Capo Ufficio S egreteria; Dr. Zacca- gnini Zivio, C om andante dell’auto d rap p e llo ; Ten. Cesi Ezio, D irigen­te dell’ufficio d isc ip lina ; A rgentino Francesco, U fficio investigativo; C abrucci E m ilio , Sorveglianza p rig io n ie ri; Silvestri Enzo, A rm iere ; M angani G iuseppe, A ddetto ufficio investigativo; C ardona P om peo , A ddetto ufficio segreteria ; Cavalieri Paolo, D istribuzione ca rb u ran ti; P allo n i R affaele; Z ancheri G aribaldo; F edeli G iovanni; B lisi G ugliel­m o; M accagli A m leto; De Santis C arlo; Raschi A dolfo; G iorgetti R e­n a to ; Casali A ntonio; Cosro G iovanni; R ivalta G iovanni; T on ti V in ­cenzo; Ragni A lberto ; Guglielm i C arlo; M ilanesi R enato ; B ertin i G iu­seppe; T ram poni L uigi; B ori G iuseppe; B elluom ini Francesco; Ca- bruccio C abrucci; F ilip p in i F ilib e rto ; F e rrin i M ario ; T ard icci A ldo; B ernasconi M ario ; P arla to D om enico; T in are lli G iulio ; B erton i M ar­cello ; Cavalieri C orrado; P rio ri G erardo; Desi E lio ; G iunti R affae le ; R am oni P ie tro ; B e ttin i E rco le; C arlin i D an te ; G raziano G ino; Boc- caccini D ante; N ecchi Luigi; Pozzo M ario ; M oroni B a ttis ta ; F erru zz i

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G iobatta ; Z ini L ina; M acchi D esi; Saracini A nna; G iorgatti C am illa ; L edonne T eresa; C hiavini A nna; F e rrin i G iu lia ; G iusti A lba; M ori- che tti A nnapao la ; R ievra M aria.

2,

Al G enerale M aeltzer, C om andante la c ittà aperta di R om a

Il rep a rto d i polizia che il sottoscritto ha Tonore d i comandare* fu costituito , p e r desiderio del Capo della Polizia, nel gennaio 1944 e iniziò il suo ciclo operativo in Rom a nel settore politico , essendo que­sta la sua funzione ed essendo stato creato allo scopo d i po te r fare as­segnam ento su uom ini di indiscussa fede e di p rovato coraggio.

La p rim a operazione del rep a rto che, senza tim ore di essere tac­ciati di im m odestia, ha com piuto in brevissim o tem po, forse la p iù b rillan te operazione po litica e m ilita re del m om ento, è stata quella d i aver po tu to dare al nostro Governo ed al Com ando A lleato, u n quad ro rea le delle m ene po litiche m ilita ri che po rtarono alla disorganizza­zione de ll’Esercito ita liano . Ciò con l’arresto di u n altro generale re ­sponsabile anch’egli in gran p a rte dell’accaduto e che, nel dicem bre 1943, seguitava ancora a vivere a R om a sotto le m en tite spoglie di fra ­te francescano: il G enerale d ’A rm ata M ario Caracciolo d i Feroleto , già com andante della Va A rm ata.

Il rinvenim ento del m em oriale Caracciolo ha ch iarito e docum en­ta to tu tto i l retroscena politico non solo del 25 luglio e dell’8 settem ­b re , m a essendo un vero e p ro p rio atto di accusa contro tu tti i sabo­ta to ri della v itto ria , da lla en tra ta in guerra ai giorni nostri, fa balza­re vive agli occhi di ciascuno le varie responsabilità dei singoli uo­m in i, facilitando le ricerche dei tra d ito ri che dovranno rispondere dei loro a tti alla giustizia m ilita re .

I l m em oriale Caracciolo da noi rinvenuto e ricostitu ito e ricop ia­to, è a tu t t’oggi l ’unico docum ento che servirà al T ribunale Speciale della difesa dello Stato, quale atto di accusa nel prossim o processo con­tro le ex G erarch ie m ilita ri dello Stato, responsabili del trad im en to ai dann i dei cam erati tedeschi.

A breve d istanza di tem po seguiva l’azione svolta in p ro fond ità , presso u n g ruppo di conventi: Russicum , Istitu to Lom bardo, Istitu to O rientale e come risu lta to si ebbe la ca ttu ra del P residen te del Com i­ta to C entrale del P a rtito C om unista Ita lian o : G iovanni Roveda.

Q uesta operazione fu la p rim a condotta in R om a con u n grande schieram ento d i forze specializzate di polizia italo-tedesca e la p rim a condotta in zona ex tra te rrito ria le . In ta le occasione il sottoscritto eb-

be l’onore di avere alle sue dipendenze un cap itano , u n sotto tenente e vari so ttoufficiali e agenti delle SS. germ aniche.

C ontem poraneam ente venne stud iata ed eseguita l’azione nella A bbazia annessa alla Basilica di S.. Paolo , ed il ferm o di a ltr i generali del fu Regio Esercito Ita liano (M onti e Fortunato ) e quello di a ltre personalità indubb iam ente responsabili coronarono di successo le ope­razioni che ebbero risonanza in ternazionale, tan to che il Sommo P o n ­tefice, ritenne necessario di inv iare una le tte ra a tu tt i i d irigen ti degli Is titu ti P ii, d ich iarando che li avrebbe riten u ti responsabili qualora avessero ancora perm esso ad estranei di a lbergare p e r qualunque m o­tivo nelle Sedi degli Is titu ti stessi.

La le tte ra fu com unicata d a ll’A lto Com ando germ anico, al Gover­no ita liano e ai rap p resen tan ti di tu tt i gli S tati del m ondo.

La correttezza e la signorilità m orale, m ate ria le e so p ra ttu tto giu­rid ica , con cui venne condotta l ’operazione, non perm isero allo Stato Vaticano di fo rm ulare quelle pro teste che la p iù piccola im perfezione d e ll’operazione stessa avrebbe portato .

A seguito dei risu lta ti d i queste operazioni il Capo della Polizia autorizzò a gettare le basi di quello che doveva essere l’organico di questo rep arto e dette d irettive p er la sua vita fu tu ra o rien ta ta verso10 stroncam ento di ogni attiv ità crim inosa anti-asse e anti-nazionale.

Sulla scorta degli o rd in i ricevuti, il rep a rto assunse nel gennaio 1944 la seguente form azione:

I) Ufficio Com ando;l i ) Ufficio indag in i e in fo rm azion i;

III) Ufficio operazioni;IV) Ufficio Segreteria, collegam ento, con tab ilità ;V) Ufficio legale;

VI) U n reparto .N on appena assunta la veste legale, verso la fine del gennaio 1944,

11 Com ando di rep a rto ritenne opportuno di stroncare l’attiv ità di un P a rtito che allo ra in R om a fioriva senza essere d istu rbato da nessuno, p rendendo di giorno in giorno m aggior forza : il P a rtito d’Azione.

L’azione p ron ta , continua, celere ed in telligen te, stud ia ta p e r de­b e lla re il P a rtito d’Azione, dette i suoi fru tti im m ediati, tan to che da qu e ll’epoca la stam pa p ropagandistica del P a rtito non uscì p iù , p e r­chè ta li e ta n ti furono gli a rresti e cosi p ron ta la iden tificazione della tipog rafia ed il sequestro d i tu tto il m ateria le di questo P a rtito che p e r Rom a aveva predisposto il meglio delle sue forze, che oggi non ha p iù il suo organo di p ropaganda, nè gli uom ini capaci di guidare il p rop rio m ovim ento.

La serie d i queste operazioni rapidissim e, portò a ll’arresto di* a l­m eno il 90% dei capi responsabili del P a rtito stesso.

U ltim ato il rastre llam ento del P a rtito d ’Azione, il rep a rto volge­va la sua a ttiv ità alla ricerca di una rad io clandestina che da Rom a

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era in stretto collegam ento con la Y7il A rm ata A m ericana del G enerale C lark. Anche questa operazione p er la quale m olti uom ini della po­lizia germ anica e ita liana m un iti anche di rad io gognom etri avevano lavorato da lungo tem po riusciva fru ttuosa ed i responsabili venivano assicurati alla giustizia.

G li stessi c ifrari caddero nelle nostre m an i e furono uom ini solo di questo rep a rto che riuscirono a decifrare messaggi trasm essi ed a id en tificare a ltri nom i di persone responsabili d i questa m anovra igno­m iniosa.

U ltim ato questo com pito, il rep arto volgeva la sua a ttiv ità a com­b a tte re alcune bande arm ate costitu ite ed operan ti in te rr ito ri lim i­tro fi a Rom a, e precisam ente nella zona di T or Sapienza.

L’arresto dei capi m ilita r i e di quasi tu tti gli uom ini com ponenti d i due bande, il recupero di cen tinaia di m oschetti, d i num erose arm i au tom atiche, e di m igliaia di bom be a m ano, di cen tinaia di m igliaia di m unizioni, di cen tinaia di fucili e di m olti cap i di vestiario è stato l’esito de ll’azione del rep arto , che in soli due giorni h a rip u lito una vasta zona in fe tta e percorsa da questi e lem enti a ltam ente pericolosi.

Seguendo sem pre gli o rd in i superio ri in continuo contatto con il Capo e la D irezione G enerale di Poliz ia e avente il benestare del D uce che sa, conosce e continuam ente elogia le azioni del R eparto , la lo tta è con tinuata in ogni settore in cui si è resa necessaria la presenza d i uom ini d i coraggio e d i fede.

I l so ttoscritto non poteva però trascu rare l’organizzazione m assi­m a anche nazionale e cioè il P a rtito Com unista, che con la suddivi­sione in otto zone, con d iram azioni cap illa ri in ogni singola via e con cellu le aziendali, aveva nelle sue spire creato così l ’organizzazione se­greta po ten te capace di po tere a ll’occasione contro llare e dirigere ogni azione e qualsiasi m anifesta forza di a ttiv ità industria le e com m er­ciale.

Lungo lavoro di p reparazione fu dovuto com piere p e r p o te r in i­ziare in questo cam po l ’offensiva che come verrà in seguito precisato, ha po rta to al to tale annien tam ento delle zone che contro llano i q u a r­tie r i p iù popo lari ed in d u stria li d i Roma. P e r le a ltre zone, delle quali alcune esistenti solo nei quadri, il R eparto si sta occupando tu t t’ora e non sarà cosa difficile giungere all’annullam ento anche di questo.

D ebbo a questo punto , signor G enerale, p ro lungarm i sull’argo­m ento perchè è forse quello che p iù da vicino tocca i Com andi germ a­nici e perchè è la p iù bella esposizione della serie di operazioni cer­tam ente condotta a R om a in questi u ltim i tem pi.

I l R eparto ha in iziato appun to le operazioni trovando il sistem a di fare a ffilia re alcuni dei p ro p ri d ipenden ti ne lla organizzazione co­m unista, come aveva d ’a ltra p a rte fatto all’epoca delle operazioni con­tro il P a rtito d ’Azione.

Si riuscì così in u n prim o m om ento ad accattivarsi la fiducia dì

alcuni GAP (G rupp i Azione P a trio ttica ), dei com ponenti cioè il fa ­moso Com itato dei G iustizieri, che il rep a rto com unista ha alle d i­pendenze sue d ire tte e che rapp resen tano il po tere esecutivo del p a r­t i to stesso, sia contro i nem ici che contro i p ro p ri a ffilia ti, in caso di d im ostra to poco entusiasm o.

A tito lo di chiarim ento , il C om itato C entrale del P a rtito Com u­n is ta , aveva a disposizione p er R om a 14 GAP., la m età dei quali sono già stati ferm ati e si trovano a disposizione della Giustizia.

Le operazioni sono state tu t t ’a ltro che facili e sono state ino ltre dovute condurre con una celerità che h a po rta to i com ponenti del R e­p a rto a rid u rre il p rop rio sonno a pochissim e ore settim anali. P e r la cronaca si può d ire che nelle settim ane che p recedettero la p rean n u n ­ciata da ta del 3 maggio, sotto la quale dovevano avere inizio i sabo­taggi e gli scioperi già noli, F attiv ità del rep a rto fu in in te rro tta e non si esagera dicendo che, dal sottoscritto a ll’u ltim o uom o, il riposo m e­dio settim anale non ha raggiunto le due ore giornaliere. N egli u ltim i giorni poi l’a ttiv ità fu continua e ta le che portò allo sfin im ento com ­p leto degli uom ini.

Ne è indice il num ero degli a rresti che am m ontano a circa 200. Con questi arresti si è g iun ti alla distruzione to ta le delle due zone p iù in teressan ti in quanto sono quelle che hanno sede nei q u artie ri p iù po­p o la ri e in d u stria li d i Rom a.

In seguito e p ara lle lam en te a queste operazioni a grande raggio si sono scoperti e sventati una serie di giganteschi a tten ta ti che, qualo ra fossero stati messi in atto , avrebbero p o rta to a conseguenze p o litiche e m ateria li incalcolabili.

I l p rim o p rogetta to sabotaggio era quello della d istruzione della linea ad alta tensione di 160.000 Volts T ivoli-Rom a che fornisce i q u a ttro q u in ti dell’energia e le ttrica alla c ittà di Rom a. Si fa a ll’uopo rilevare che in caso favorevole p e r gli avversari la distruzione di que­sta linea avrebbe po rta to alla sospensione quasi to ta le di tu tte le* in ­dustrie della c ittà di R om a, o ltre a ll’effetto m orale che la m ancanza d i luce avrebbe prodo tto in una città di due m ilion i e mezzo d i a b i­tan ti, già così p rovata da tan te privazioni. Da tenere ino ltre presen te quale increm ento si avrebbe avuto n e ll’a ttiv ità crim inosa n o ttu rna . (Questa operazione a cara ttere em inentem ente p ratico , ha po rta to il r i ­sparm io di vari m ilion i o ltre a ll’aver evitato che alcune cen tinaia di m igliaia di operai rim anessero senza lavoro.

Viceversa a ca ra ttere esclusivam ente politico sono le operazioni che hanno raggiunto il risu lta to di rendere n u lli gli a tten ta ti contro il Com ando germ anico della città aperta di Rom a e contro la sede delle SS. in via Tasso.

Questi due a tten ta ti p rep ara ti da esperti e in m odo partico la rm en te perfe tto e preciso avrebbero provocato logica reazione da p a rte degli a llea ti germ anici con le conseguenti rappresaglie verso la popolazione.

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Con l’im ped ire questi due a tten ta ti, m olte v ite di cam erati ger­m an ic i sono state risparm iate , e con esse, la vostra v ita, signor Gene­ra le , tan to preziosa o ltre che a voi stesso, ai vostri cari, anche e forse sop ra ttu tto alla vostra ed alla m ia P a tria .

È di ie r i in o ltre la individuazione del p rin c ip a le a tten ta to re d i via Kasella. È orgoglio di questo R eparto di aver saputo e po tu to im- m ohilizzare con u n pugno di uom ini di fede e d i coraggio la m assa delle forze an tinazionali della c ittà di Rom a, fo rti certam ente p iù che in ogni a ltra c ittà d ’Ita lia . S uperio rità dovuta alla presenza dello Sta­to C ittà del V aticano e di m olte Legazioni S tran iere che spargono oro a p iene m an i su questo centro e dovuta al fa tto che essendo R om a a pochi Km. dalle p rim e linee, elem enti d i ogni genere sono p iovu ti da ogni p a rte d ’Ita lia p er essere p iù vicini al nemico.

A seguito d i questa serie di operazioni, che ha fru tta to al re p a r­to l’alto elogio del Duce, il Capo della Polizia h a deciso in questi gior­n i di dare al rep arto stesso una nuova im pron ta . I l rep a rto in fa tti da provinciale che era è diventato con oggi regionale, come centro, e n a ­zionale come consistenza.

Questa, signor G enerale, la storia e la vita del rep a rto che è u n rep a rto della P olizia U fficiale legalm ente costitu ito e riconosciuto co­sì come è legalm ente costituito e riconosciuto il Governo della R epub­b lica Sociale ita liana.

T u tti gli uom ini che com pongono il rep arto stesso sono uom in i d i p rovata fede fascista, com batten ti di p iù guerre e su p iù fron ti, uo ­m in i che hanno dato m olti e m olti anni e i m ig liori alla p ro p ria p a ­tr ia , uom in i che non hanno trad ito nè il 25 luglio nè l’8 settem bre, uom in i che servono la p a tr ia con fedeltà e aggiungo anche, signor Ge­nerale , con onestà.

S tante tu tto ciò non si com prende il perchè è ragione del C om an­do scrivente del volere in u n certo senso sm inuire l ’opera del R eparto ■e annu llare la capacità degli uom ini.

A prova di quanto sopra, ricordo che il sottoscritto C om andante del R eparto fu già personalm ente una p rim a volta d iffida to di non r i ­m anere a Rom a ed una seconda di non to rn a re da F irenze a R om a. U na terza venne ad d irittu ra predisposto p er il suo arresto. T u tto ciò ad opera delle SS germ aniche. In a ltro proseguo di tem po uom ini sem­p re delle SS fecero irruzione a m ano arm ata nella sede p rim a occu­p a ta da questo reparto p er rendersi conto dell’a ttiv ità svolta dal re ­parto stesso. U ltim am ente a ltro rep arto delle SS al com ando di ta le Sorrentino , si recava ancora presso la vecchia sede in via P rin c ip e A- m edeo n. 2 devastandola e m inacciando l ’arresto di u n a giovane donna che era stata al nostro servizio, cercando di ind iv iduare la nostra nuo­va sede, d ich iarando che presto avrem m o avuto una loro visita a rm a­ta . Cercavano p u re a questo scopo di corrom pere la suddetta donna.

Nel l’occasione il nom inato Sorrentino d ich iarò ad u n agente del

rep arto sopravvenuto e che voleva subito in fo rm are il signor Questorer de ll’accaduto p er i ch iarim en ti del caso, che uom in i come lu i e com e i suoi « se ne fregano » della au to rità del Q uestore di Rom a.

A parte le considerazioni che derivano da ll’esame di u n sim ile a t­teggiam ento questo Com ando fa noto che le paro le e le m inacce del Sorrentino non fanno im p a llid ire uom in i come quelli del reparto , m a stan ti orm ai i con tinuati ed accertati a tteggiam enti ostili, è stato d i­sposto un servizio di sorveglianza alla sede del rep arto , ta le da im p e­dire a ltre bravate e da farne passare la voglia a ch iunque volesse an ­cora ten ta re a ltri esperim enti.

Non è certo p er tim ore di rappresag lia che sono state scritte que­ste pagine, perchè uom ini che hanno preso p a rte a p iù guerre ed a p iù com battim enti in cam po aperto , rastre llam en ti o p er la strada , certam ente non tem ono un conflitto con a ltr i uom ini, m a stan te la no­stra fede e la nostra passione p u r riconferm ando che non sarà to lle ­ra to nessun atto di forza da qualunque p a rte venisse sferrato , si vor­rebbe che le conseguenze di questi a tti inconsulti fossero ben valu ta te p rim a dell’avverarsi di inc iden ti incresciosi.

È pervenuto nelle m ie m ani questo pagliaccesco rap p o rto di un ta le H 44 e del quale vi allego copia.

N on sta a me tra tta re la questione « dei sinceri am ici funzionari della Q uestura di Rom a » e neanche sulla questione del « Q uestore che fa da squadrista ».

Saprà bene il Q uestore di Rom a, rispondere con quel prestigio che il suo grado e il suo potere gli danno. La risposta del « trem endo strum ento di p ropaganda an ti-ita liana e anti-germ anica » è nelle p a ­gine precedenti.

La m ia risposta personale a quel volgare cia ltrone che cela il suo nom e dietro u n ancor p iù volgare pseudonim o che vorrebbe presen ta­re sotto un alone di ridicolissim o m istero, si riduce solo alla m ia firm a e fino a prova con traria è la firm a di un ita liano , di u n vero ita liano e di un onesto cittadino. A ltra risposta non dò, p er non m ette re in que­sta le tte ra pagine um oristiche ancor p iù che non quella del m isterio ­sissimo H 44.

Il Q uestore di Rom a m i ha trasm esso giorni o r sono il vostro elo­gio. Colgo l’occasione p e r sen titam ente ringraziarvi. V ogliate signor G enerale accettare le m ie scuse p er tan to lunga disquisizione. Sta a voi p rofondo conoscitore di uom ini, a g iudicarne i valori. Vi prego di voler g rad ire un itam ente a tu tti quelli degli u ffic ia li e degli uom ini del reparto i p iù doverosi e sentiti ossequi.

2 4 A LC U N I DOCUMENTI S U L L ’ATTIVITÀ’ DELLA BANDA KOCH

F irm ato : K och

A LC U N I DOCUMENTI S U L L ’ATTIVITÀ’ DELLA BANDA KOCH 25

3.

Al Ten. Col. K ap p le r - M aderno E p er conoscenza al Capo della Polizia di M aderno

Oggetto : E rv in Von T hunn

I l Com ando scrivente ritiene opportuno com pilare la p resen te re ­lazione dalla quale em ergono evidenti accenni, fa tti e considerazioni re la tiv i al nom e ed a ll’operato del Conte E rv in Von T h u n n e dei suoi co llabora to ri che a quanto risu lta , appartengono al servizio del contro- spionaggio germ anico in Ita lia . La presen te relazione non è de tta ta da nessun risentim ento contro le suddette persone e si lim ita ad una n e tta esposizione di fa tti secondo l’ord ine avvenuto. Si ritien e solo op­po rtu n o fa r n o ta re che il m odo di p rocedere usato contro la persona del C om andante e contro il R eparto non è giustificato da alcun atto non che corretto .

D’a ltra p a rte il Com ando scrivente non ha m ai avuto occasione d i incon trarsi nel cam po operativo con l’organizzazione conte Von T hunn .

L’inizio dei con ta tti con le suddette organizzazioni germ aniche ebbe luogo nello scorso dicem bre quando il C om andante del R eparto ebbe sentore di u n com plotto organizzato da u ffic ia li della X F lo tti­glia Mas, com plotto tenden te a sopprim ere la persona de ll’allo ra M i­n istro di P oliz ia , Prefetto T am b u rin i ed altri. In quell’occasione l’a­zione ta ttica di ch i operò e precisam ente del C om andante in persona, riuscì a creare uno stato di d isorien tam ento e di disaccordo fra i vari m em bri ta le da fa r fa llire il com plotto stesso.

N on in vista, m a certo occultam ente partec ipava a ll’azione l’o r­ganizzazione Von T h u n n la quale in seguito ha poi ch iaram ente d im o­strato di essersi sem pre in teressata di siffa tte m anovre tenden ti a sop­p rim ere le persone del Governo p er instau rare al po tere il P rinc ipe borghese com andante la X flottiglia.

Da quell’epoca si ritiene abb ia avuto inizio l’anim osità di chi vide fa llire il com plotto verso le persone del R eparto .

Successivamente nello scorso maggio il reparto operan te in Rom a veniva a conoscenza dell’esistenza di una banda arm ata che aveva p e r stanza il te rrito rio della c ittà di Rom a.

E sperite le indagini venne ch iaram ente accertata la responsabi­lità quale capo sovvenziona Lo re del M archese Cam illo Ullos-Serena. Con l’operazione che dette o ttim i risu lta ti, fu provveduto a ll’arresto del M archese Serena e della quasi to ta lità dei com ponenti della banda. Nel corso dell’operazione venivano ricu p era ti qualche centinaio di fu-

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cili, vari fucili m itrag lia to ri B reda, un num ero considerevole d i p ro ­ie ttili, o ltre ventim ila, e varie cen tinaia d i bom be a m ano del tip o a uso n e ll’esercito ita liano , o ltre ad un ingente num ero d i m ateria le di casermaggio.

Q uesta operazione form ò oggetto d i una relazione d i cui copia venne trasm essa tem pestivam ente al C om andante della SS germ anica in R om a, Via Tasso.

I l C om andante scrivente esperite tu tte le indag in i ebbe a rilevare la possib ilità di rispettare la persona del M archese Serena al fine di riuscire a ca ttu ra re il m archese A cquarone la cui partecipazione al com plotto del 26 luglio è a tu tti nota. In o ltre la persona del detto m ar­chese offriva la possibilità di en tra re ne ll’am bito dellT ntelligence Ser­vice che ha p er sede la G ioielleria B ulgari in via C ondotti, Rom a.

I l C om andante scrivente su pare re favorevole dei suoi S uperiori C om andi provvedeva a porre in lib ertà v ig ilata il suddetto m árchese, chiedendogli in cam bio della vita già seriam ente com prom essa, la pos­sib ilità , m ercè il suo interessam ento di p rocedere a ll’arresto dell’Ac­quarone che in contatto con lo stesso avrebbe dovuto trovarsi a Rom a p e r qualche giorno, cosa che d ifa tti avvenne.

Dopo poche ore dalla sua scarcerazione il Conte Balvo, levan ti­no natu ralizzato germ anico, m a p u r sem pre levantino ne l ca ra tte re e nel m odo di agire, provvedeva a ll’arresto del conte Serena che era fra ttan to rien tra to nella p ro p ria abitazione. L’arresto veniva da lu i m otivato dal fa tto di essere venuto a conoscenza de ll’esistenza di quel­la banda che il Com ando del R eparto Speciale di Polizia aveva già sorpreso.

L’A u to rità ita liana , nella persona p rim a del dott. K och e succes­sivam ente del vice Capo della Polizia P refe tto C e rn iti in terveniva p e r o ttenere il rilascio fornendo le dovute spiegazioni.

Veniva però incon tra ta resistenza da p a rte de ll’au to rità germ ani­ca nella persona del conte Von T liunn, il quale sebbene si fosse im p e­gnato categoricam ente a rilasciare il suddetto m archese, titu b av a poi e rinviava di giorno in giorno la liberazione che venne effe ttu a ta con 25 giorni di rita rd o sulla data promessa. Questo rita rd o faceva sfum a­re l’operazione tan to in teressante del ferm o del M inistro A cquarone, il quale dopo essersi tra tten u to di nascosto in Rom a 9 g iorni in a tte ­sa del Serena, rip artiv a p e r ignota destinazione.

Al Com ando scrivente risu lta che il r ita rd o fu in p a rte causato dalle deplorevoli condizioni fisiche n e lle quali era stato rido tto il m ar­chese p e r il tra ttam en to ricevuto m olto v io lento che ne rendeva im ­possibile la presentazione a ll’esterno. Successivam ente venne anche ac­certato che nel fra ttem po si era fa tta pressione presso il ferm ato ai fini di estorcergli come avvenne, la somma di due m ilion i e mezzo p er la sua liberazione.

Già du ran te lo svolgersi delle tra tta tiv e p er la liberazione, vi fu-

A LC U N I DOCUMENTI SU L L ’a TTIV IT a ’ DELLA BANDA KOCH 27

Tono varie discussioni fra il conte Balvo e i rap p resen tan ti della P o ­lizia ita lian a e p iù di una volta il dott. K och ebbe a fare no tare la scorrettezza con la quale si veniva ad agire.

Agli u ltim i di m aggio poi il Com ando scrivente accertava res is ten ­z a di u n com plotto che ripeteva in form a p iù concreta e p iù vasta quello svoltosi nel passato dicem bre, com plotto sem pre tenden te a sop­p rim ere personalità del Governo. In questa occasione veniva anche da p a rte dei congiurati proceduto a ll’arresto di un co llaboratore del re ­p a rto che era a p erfe tta conoscenza di tu tta la tram a.

In questa occasione anzi si volle ten tare d i fa r scom parire la sud­d e tta persona la quale venne p relevata da lla sua abitazione e con espe­d ien ti vari a llon tanata da Rom a insiem e alle persone che avrebbero ■dovuto procedere alla soppressione cioè a ta le M anfred in i, persona di fiducia di Von T hunn. P e r un com plesso di circostanze, ind ip en d en ti d a lla volontà degli esecutori il delitto non avvenne. In questa occasio­n e il co llaboratore del reparto che aveva avuto l’occasione di en tra re in stre tto rap p o rto con i pa rtec ip an ti al com plotto , ebbe a no ta re lo •spirito di an ti ita lian ità degli ita lian i p artec ip an ti, s trum en ti ciechi nelle m an i di Von T hunn , il quale p iù volte ebbe ad esprim ersi sfa­vorevo lm ente alla guerra che l ’asse sta po rtando alla Russia, della qua­le egli conta è /grande am ico alm eno a suo d ire : ed ebbe ap pun to a p recisare il suo biasim o per l’e rro re tedesco e fascista nella guerra di Spagna, causa p rim a secondo lu i di quella attuale. I l T h u n n stesso ha po i raccontato d i essere andato personalm ente a rilevare il p rinc ipe Borghese a ll’epoca della sua liberazione dopo il ferm o delle prig ioni. In questa occasione ebbe a pronunciare le seguenti frasi rivolte al B or­g h ese : « M i dispiace che voi non abb ia te fa tto le cose delle quali sie­te stato accusalo ». È evidente che tu tte queste m anovre tendono a p o rta re lo scom piglio ne il’organism o ita liano , già duram ente scosso e questo non certo ne ll’interesse della G erm ania, m a certo p e r quello delle forze occulte p er le quali lavora.

T u tto quanto sopra è facilm ente contro llab ile data l’esistenza in vita della persona che corse l’avventura ed alla quale le confidenze ve­nivano fatte in quanto la si riteneva elem ento fascista dissidente, m en­tre invece tra ttavasi sem plicem ente di una linea di condotta ten u ta -appositam ente p er po te r pene tra re nelle file del com plotto del quale si aveva avuto sentore.

In questa occasione vi fu una presa di contatto fra il dott. K och e il conte Von T hunn , nella quale il D ott. K och spesso ebbe ad esp ri­m ere m olto sinceram ente sull’operato dei com ponenti il com plotto.

A d alcuni mesi di distanza e precisam ente nella settim ana in cor­so il conte Kalvo è venuto a contatto con il C om andante del rep a rto po rtandog li la prom essa dell’interessam ento del Com ando germ anico verso di lu i al fine di farg li assum ere alte cariche po litiche, contro la prom essa del Dott. K och della sua dedizione ai voleri de ll’organizza-

zione alla quale il conte K alvo spesso appartiene . A nche in questa oc­casione il Com ando del R eparto ha avuto occasione d i esprim ersi du­ram en te contro siffatto m odo di p rocedere rifiu tan d o contem poranea­m ente gli incarich i offertigli.

N el m edesim o tem po in V erona, d irigen ti de ll’organizzazione, T h u n n hanno offerto a persone che a loro in sapu ta appartengono a questo reparto di en tra re a fa r p a rte del rep a rto stesso con il fine dì fo rn ire loro notizie ta li da m ettere in condizioni quella organizzazione germ anica di po ter procedere all’arresto del C om andante e dei suoi co llaboratori, considerando il rep a rto costituito e non lega lm en te1 co­me lo è.

Il Comando scrivente a ch iusura ritien e opportuno fare rilevare la disonestà del m odo di p rocedere nei p ro p ri confronti, quando si è sem pre agito co rrettam ente ed onestam ente.

Solo un interesse che non si com prende m a che certo non lo si può identificare per quello p ro p rio del Governo germ anico, può giu­stificare la linea di condotta contenuta nei confronti di questo rep a rto da p arte dell’organizzazione V on T hu n n , la quale ha certo a ltr i fin i non certo in favore di u n buon esito delle operazioni di polizia in Italia .

I l C om ando

4.

Al C om andante del R eparto di Poliz ia Speciale

28 A LC U N I DOCUMENTI SU LL 'A TTIV ITÀ ’ DELLA BANDA KOCH

Il 29 luglio ricevetti l’ordine di trasfe rirm i in località di P ad o ­va e Venezia p er assum ere in form azioni circa l’operato di R oberto Farinacci.

A rivato a Padova ho sostato due giorni p er avvicinare persone m i­litan ti nel cam po opposto e precisam ente nel cam po com unista e so­cialista onde avere da loro inform azioni di ca ra tte re generale sulla si­tuazione e in partico lare sull’atteggiam ento di R oberto F arinacci p e r quanto riguarda la sua prestazione di opera personale e p o litic a ,p e r o ttenere a m olti ebrei di scam pare dai legacci della Legge sulla razza e d iventare degli pseudo-ariani.

Padova, che come V erona e Crem ona è il regno e la zona di m as­sim a influenza di R oberto Farinacci, trem a al solo sentire nom inare il nom e de ll’alto gerarca. N ella popolazione esiste la certezza che uo­m ini e seguaci di F arinacci siano sparpag lia ti un po’ d ap p ertu tto in m odo da contro llare e rife rire e, ove occorra, fa r d a r m azzate di santa ragione a chi non è suo seguace.

L’opera svolta da Farinacci a favore di m olti ebrei può essere p rò -

A LC U N I DOCUMENTI S Ü L L ’ATTIVITA’ DELLA BANDA KOCH 29

v a ia ind ire ttam en te perché egli si è servito dell’opera e dell’aiu to di u n certo Avv. T o ffa n in i con studio a Padova.

I m iei co llaboratori nella esplicazione di questa m ansione e p re ­cisam ente il B arone Rostagni G iovanni e la B aronessa Rostagni P ie ra , hanno facilita to il com pito di assum ere in form azioni po litiche, avva­lendosi d i loro an tiche conoscenze hanno po tu to a ttingere alla fonte di a lti funzionari del M inistero della C ultura Popo lare , le notizie p o r­ta te dalla loro relazione scritta.

II nom e degli eb rei arian izzati, la p rocedura a ttu a ta p e r raggiun­gere lo scopo, le somme da questi sborsate p e r o ttenere da p a rte del T offan in i l ’interessam ento del gerarca F arinacci, si desum ono da tu t­to u n insiem e di fa tti p u r m ancando le prove specifiche del passaggio del denaro, anzi della divisione del denaro fra il T offan in i e il F a­rinacci.

A ciclo operativo chiuso, in quan to m ancano alcuni nom inativ i e la conoscenza di alcuni fa tti che possono v iepp iù convincerci dell’o­liera del F arinacci p er avere la conferm a di quanto viene asserito da l­la voce del popolo, perchè tu tti sanno d i questa briga e tu tt i ne p a rla ­no, basterà ferm are il T offan in i, trad u rlo nella nostra sede di M ilano e o ttenere da lu i la confessione e qu ind i le prove.

T ra pochi giorni quel funzionario del M inistero che p e r conto no­stro , su incarico preciso da m e conferito , seguita a raccogliere nei vari am bien ti la prova che noi ten tiam o di raggiungere, ci inv iterà a to r­n are da lu i a Padova p er fo rn irc i quegli sch iarim en ti a tti a com pletare il quadro.

vi- *

D opo il lavoro di Padova e sem pre a Padova, avem m o no tiz ia che a Venezia esisteva un forte traffico di valu ta estera, cocaina, e che in Venezia risiedevano in perm anenza persone senza dubb io losche.

In attesa che fosse rip a ra to un guasto alla m acchina, ci portam m o nella c ittà d i Venezia p er dare uno sguardo generale alla situazione po litica e p e r stud iare u n po’ da vicino l’atteggiam ento d i alcune p e r­sone da noi conosciute a M ilano. Potem m o avvicinare persone facenti p a rte della Polizia U fficiale le quali ci ragguagliarono am piam ente su ll’operato del Q uestore De L arderei.

È assodato, anche perchè p er questo fatto vi è stato regolare ra p ­p o rto e denuncia presen ta ti dal Gap. C arm inati in servizio presso la Q uestu ra di Venezia al Segretario della Eccellenza G h erard i dopo averne p arla to con questi, che il questore De L arderei, in tim o amico della Eccellenza G herard i, nella sua perm anenza a V enezia, tra l ’al­tro di cui è già a conoscenza il Com ando del R eparto , ha com piuto operazion i contro persone che si occupavano dello sm ercio e della ven­d ita della valu ta estera. U na volta con i suoi uom ini riuscì a fa re un

colpo su un tizio il quale era disposto a com m erciare 1.000.000 di s ter­lin e ; le 1000 sterline furono sequestrate e così r ip a r ti te : 440 De L ar­derei, 300 a un ta le M aggiore della G. R., e 150 p e r ciascuno a due u ffic ia li carristi che lavoravano a fianco del De Larderei.

La Eccellenza G herard i non appena venne a conoscenza del fa t­to richiese denuncia scritta dal Cap. C arm inati. Q uesti com pilò la de­nuncia, m a p er tu tta precauzione il De L ardere i, invece d i essere quanto mai d iffidato a non valersi p iù o ltre della sua posizione di que­store, fu inviato a M ilano con ricca le tte ra di p resen tazione e con in ­carich i speciali, I l De L arderei p rim a di venire a M ilano propose d i costitu ire u n nucleo operativo alla Ecc. G herard i, e disse che il co­m ando effettivo del nucleo l ’avrebbe avuto il Cap. C arm inati e che lui,. De Larderei, si riservava soltanto la questione po litica del reparto . Ag­giunse e fece cap ire al C arm inati che a M ilano c’era da fare e che in poco tem po avrebbero potu to m ettere da p a rte quanto fosse stato suf­ficiente per andarsene a vivere tran q u illam en te a ll’estero. I l Cap. C ar­m inati avvertì della cosa la Ecc. G herard i il quale anche questa volta m inacciò di m ettere fuori causa il De L arderei, m a po i fin ì che il Cap. C arm inati non raggiunse p iù M ilano m entre il De L ardere i arrivavaj a M ilano con quelle m ansioni alle quali abbiam o accennato.

A ttualm ente il C arm inati si trova a B rescia al Com ando del Ser­vizio S taffette p e r l ’Ita lia R epubb licana ed è a nostra disposizione p er r ife rire su quanto abbiam o detto.

Conseguenza e deduzione di tu tto questo è che tra la Ecc. G herar­di e il questore De L ardere i deve esister una intesa tu tto a ltro che leg­gera e che questa intesa senza dubbio deve avere come presupposto o delle operazioni finanziarie in cui i due sono in teressati, o la Ecc. G he­ra rd i si serve dell'azione del questore De L ardere i p e r eventualm en­te avvicinare e ,tr a t ta re con persone che vivono nel m ondo opposto.

Sta d i fa tto che il G herard i p rim a di d iventare questore di V e­nezia e poi Vice Capo della Polizia, ha prestato servizio nel S. I. M. a Londra. Sta anche di fa tto che in questi giorni h a circolato la voce che il Col. C arboni, capo del S. I. M. sia stato lanciato con u n p a ra ­cadute da apparecchi inglesi in te rrito rio lom bardo, p e r risvegliare la azione e coord inarla , dei ribelli. N on è im probab ile qu ind i stan te an ­che l’atteggiam ento politico del De L arderei il quale finge di fare de l­la polizia m en tre briga p er avere con tatti con i capi ribe lli, che la Ecc. G herard i stia giocando a quello che si dice il doppio gioco.

Inform azioni app ro fond ite e sop ra ttu tto il servizio che p o treb b e renderci il C arm inati — un suo giovane amico —-, po trebbero p o rta r­ci a risolvere l’enigma.

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A LCU N I DOCUMENTI S U L L ’ATTIVITÀ’ DELLA BANDA KOCH 31

* * *

M entre a Venezia ci interessavam o di conoscere un po’ a fondo la questione De L arderei, abbiam o potu to avvicinare e conoscere tale G iacom oantonio Sergio il quale ci ha p a rla to di una fon te d i a rru o la ­m ento p e r i ribe lli, tram ite una agenzia assicurazioni e precisam ente 1 A genzia A ssicuratrice F ium e. È notorio che la Società F ium e sia con­tro lla ta e d ire tta da ebrei, qu ind i non stup irebbe che gli u ffic i delle varie agenzie servissero p er a rru o la re uom in i e fare giungere soccorsi ai ribelli.

Poiché la notizia è davvero in teressan te e po trebbe p o rta rc i a col­p ire duro e nel segno, ho creduto opportuno , dopo averne p a rla to an ­che con il Dr. V idetta , al quale ho p resen tato il G iacom oantonio, di fa rm i seguire da questi a M ilano p e r svolgere questo com pito e ap p ro ­fond ire questa situazione.

I l G iacom oantonio è u n giovine di circa 30 anni, m olto in te lligen­te, si p resen ta m olto bene, e agirà p e r noi sp in to dalla fede e anche dal bisogno di lavoro. A questo p er il m om ento io ho affidato solo lo incarico di m ettersi a contatto con quelle persone riconosciute e che si può d ire quasi alla luce del sole com piono gli a tti a cui abbiam o accennato, e qu ind i rife rirc i senza p rendere iniziative.

Il suo lavoro verrà corrisposto con un an tic ipo m inim o a tito lo di d ia ria e con u n prem io da stab ilirsi a lavoro com piuto.

sigla illeggibile

5.

Al Capo del Governo - Q u artie r G enerale

Incarico N. 2 Oggetto: Farinacci K elazione N. 1

Già a ll’epoca del ’20 e ’21, si può fare risa lire l’in fluenza dei fe r­rovieri nel cam po della politica, ferrov ieri i quali erano persone di fi­ducia del F arinacci e venivano in tro d o tti p e r creare quell’elem ento a lu i favorevole. In quell’epoca, il gerente responsabile della « Crem ona nuova » un pastore pro testan te ita liano e capo di una loggia masso­nica, fu inviato a Padova, u ffic ia lm ente p e r esercitare le sue funzioni d i religioso m entre viceversa pra ticam ente ebbe il com pito di contro l­la re p e r conto del F arinacci l ’a ttiv ità po litica del fascio locale.

A nche nel cam po sindacale dell’epoca il controllo non è m ancato in quanto u n certo Tedoro, persona d i fiducia del Farinacci, assunse la d irezione del sindacato Lavoratori.

32 A LC U N I DOCUMENTI S U L L ’ATTIVITÀ’ DELLA BANDA KOCH

Questo come prem essa al fine d i p recisare la zona di in fluenza po­litica del Farinacci, che si effettua verso Padova, Vicenza, U dine, T re ­viso, m en tre viceversa non riscontra le sim patie nel V eronese, ne l F e r­rarese e Cremonese. In tem pi p iù recenti e p recisam ente n e ll’epoca a ttua le vi è la sostituzione del Polazzo, federale di Padova, con il fe r­roviere V ivarelli. A questo proposito si può fa r no tare , che u n in fo r­m ato re del R eparto , provenien te da Padova, ebbe occasione di recarsi a p a rla re con il F arinacci p er com unicargli la sostituzione del Polaz­zo con il ferroviere V ivarelli, sostituzione che non era ancora sta ta an­nuncia ta : alla notizia datagli il f arinacci rispondeva d i esserne lu i la causa.

A nche p er il V ice Federale è stato provveduto con u n ’a ltra perso­na di fiducia del F arinacci e cioè il fe rrov iere Prisco, il quale tra tta la p a rte p iù im portan te della provincia e cioè la C ittà, m en tre a ll’a ltro vice Federale, A llegro, è stata destinata la zona di cam pagna.

Le tendenze po litiche dei d irigen ti del fascio di Padova, si pos­sono dedurre dalla fervente collaborazione del Regim e fascista. A ttu a l­m ente il F arinacci è in u rto Con l’avv. R om ano, p refe tto di Crem ona da lu i voluto, del quale è stato p atrocinato re in una causa d i succes­sione nella quale il R om ano ebbe la p arte del leone e che fu v in ta dal « M inistro F arinacci ».

I l Rom ano è stato sacrificato da l F arinacci p e r agevolare l ’opera del capo dell’U. P. I. nella P rovincia, ta le M ilanesi, che si presum e es­sere il capo del m ovim ento F arinacciano e che è già no torio essere sta­to nom inato P refe tto di P iacenza in sostituzione de ll’ing. Piazzesi. A questo proposito si può d ire che il Com ando M ilitare d i Crem ona, ha già avuto occasione di fare le congratu lazioni al M ilanesi, risu lta an­che che il F arinacci ci abbia chiesto una proroga a ll’insediam ento del M ilanesi a P refe tto di Piacenza, in quanto il M ilanesi stesso h a anco­ra da adem piere alcuni incarich i p e r conto del Farinacci. R isu lta che ind iscu tib ilm en te vi sono collegam enti ep isto lari quasi g io rnalieri tra il F arinacci e il Ricci, com andante la G. N. R. e si ritien e che questi collegam enti siano rela tiv i al m ovim ento politico Farinacci. Questo collegam ento avviene p e r mezzo del corriere dell’Ufficio U. P . I. d i Crem ona che giornalm ente si reca a Brescia.

È ind iscu tib ile la grande d ifficoltà di po ter accertare l’am piezza e la p ro fond ità del m ovim ento Farinacci, in quanto la cosa è d ire tta da pochi elem enti di fiducia che sfru ttano la corrente d i sim patia creata in alcune sfere della tendenza estrem ista del Farinacci. Sono in corso accertam enti, o ltre che di n a tu ra politica, anche di m ateria m olto grave di corruzione.

Questo Com ando di rep a rto com pleterà con le conseguenti prove le gravissime accuse che sem pre colpiscono d ire ttam ente il Farinacci.

I l Comando

A LC U N I DOCUMENTI S U L L ’ATTIVITÀ5 DELLA BANDA KOCH 33

6.Al Capo del Governo - Q uartie r G enerale

in c a r ic o N. 3■Oggetto \ X F lo ttig lia MasR elazione N. 1

In questa p rim a relazione non si in tendono s tab ilire delle respon­sab ilità , bensì si vuole fare solo u n quadro preciso d i quella che è la rea le situazione m ateria le , m a so p ra ttu tto m orale de lla X Mas.

La presen te relazione viene fa tta dopo u n accurato esam e d i tu tt i i nom inativ i in essa m enzionati, delle idee esposteci da num erosi ele­m en ti d i vario grado e de ll’osservazione obiettiva d i fa tti accaduti ed esam inati sulla scorta d i precise docum entazioni.

I l C om andante V alerio Borghese (im propriam en te detto com an­dante , p iù precisam ente detto « l’uom o al quale fanno capo le varie p a ra tie stagne della X ») è u n uom o che non h a alcuna am bizione po ­litica , non lo si può defin ire u n grande fascista, m a tan to m eno an ti­fascista, indu b b iam en te non è filo-tedesco; u n a cosa è ce rta : è vera­m ente u n ita liano . La frase « creiam o l ’A leazar ne l P iem onte » è sua ed è l ’ind ice sicuro d i tu tta una m entalità .

E gli volle in fa tti sin d a ll’inizio che la X fosse apolitica , m a ita lia ­nissim a p e r togliere ai giovani di tr incera rsi d ietro u n a scusa p o liti­ca p e r non fare il loro dovere. B isogna onestam ente am m ettere che la ta ttica è riuscita . N on così p u r i sono e sono sta ti i suoi p iù in tim i col- labo ra to ri, quali il B ardelli, il B uttazzoni ed il P alad ino . Q uesti in ­fa tti, si possono considerare i responsabili sia de ll’arresto di Bedeschi già capo di G abinetto del Sottosegretario F e rrin i, sia del famoso e vo­lu to scam bio d i p rig io n ie ri con la SS, sia della non collaborazione con i tedeschi ecc. N oto è po i il clam orosissim o inciden te tra il Pa lad ino ed il M inistro M ezzasoma, inciden te che culm inò con la scherzosa re ­quisizione (scherzo che divenne realtà) della Signorina Pasca P iried- du, del M inistero della C u ltu ra Popolare . Essa è a ttua lm ente d irigen­te de ll’ufficio S tam pa della X e come ta le è fon te d i dissidi e di c riti­che.

A proposito della P iried d u , questo Com ando di rep a rto fo rn irà il nom inativo di u n uffic ia le g iornalista, grande m u tila to perchè privo d i m an i e p ied i, che su proposta della stessa doveva essere inviato in fo r­tezza con la m otivazione « d i aver frequen ta to donne» .

Lo stato d’anim o ostile della X verso i m in is tri in genere, deriva da m olti fa tti concreti e reali. P rim a fra tu tt i l ’esistenza d i u n sottose­gretaria to della M arina, con num eroso stuolo d i b rillan ti u ffic ia li di Stato M aggiore, di m acelline, d i m ezzi e thè.

A lla X Mas in fin dei conti viene da dom andarsi: perchè l’esi­stenza di una organizzazione del genere quando in e ffe tti tu tta la M a­rin a si può dire im personificata dalla X?

3.

3 4 A LC U N I DOCUMENTI S U L L ’ATTIVITÀ’ DELLA BANDA KOCH

A ltro argom ento è l ’arm am ento . La X è il p rim o organism o m ili­ta re nato dopo l’infausto il settem bre. La m assim a p a rte dei m ezzi er d e ll’arm am ento della X è fru tto di acquisti alla borsa nera. A lla X si dom andano : perché questo stato di cose quando a ta n ti organism i m ilita r i e di polizia vengono fo rn ite arm i dal Governo Ita lian o o dai C om andanti tedeschi? ,

A ltro m otivo è stato l’intransigenza del M aresciallo G raziani e del M inistro M ezzasoma verso una p ropaganda p iù forte che esaltasse an­cora di p iù la X.

A ltro argom ento indubb iam en te deriva da ll’arresto del C om an­d an te Borghese, del Capitano Riccio e del C apitano P alad ino a segui­to del m em oriale F errin i. Anzi è da questo incidente che sono n a ti tu tt i gli altri.

A questo stato d i cose si deve aggiungere le continue in te rfe ren ­ze del conte E rvin Von T h u n n i cui m aneggi orm ai no ti, m escolano e rim escolano il m orale dei d irigen ti de lla X p e r p o rta rli su un p iano d i com plotto. In p arte il Y on T h u n n riuscì allo scopo. D all’occupa­zione di Rom a però sm em brandosi ancor p iù i com andi dei vari g ru p ­p i della X l’opera del Yon T h u n n è risu lta ta e risu lta a ttua lm en te ed assolutam ente slegata e ta le da non p rendersi neanche in considera­zione.

C onsiderare esistente un vero e p ro p rio com plotto nella X è qua­si da escludersi. In effetti la X non ha u n C om andante. I vari d irig en ti dei g ruppi, vedi B ottazzoni p e r gli N. P ., vedi M orelli p e r il g ruppo Valanga, vedi De M artino p e r il g ruppo « L u p o » , vedi già B ardelli p e r il g ruppo « B arbarigo », invece di esaltare la figura del C om an­d an te Borghese tan to da renderla sim bolica, hanno legato gli uom ini a loro stessi al pun to che gli uom ini conoscono solo gli u ffic ia li del p ro p rio gruppo. La riv a lità dei g ru p p i è qualche cosa di veram ente sconcertante. P erò , m algrado lu tto questo stato di cose, il m ovim ento, se m ovim ento si può considerare, è nato da sterili ch iacchiere ed è te r ­m inato in sterili chiacchiere. A nche se così non fqsse, e anche se ciò si dovesse rip e te re , la n a tu ra del m ovim ento la si può p recisare in u n a sola frase che è la frase di m oda e d ’uso nella X « lib era il Duce da quella gente che è la stessa gente sulla quale ricade la responsabilità precisa del 25 luglio ».

Questa p e r som m i capi la situazione attuale.Le indag in i proseguono p er ben precisare la m en ta lità e la fina­

lità dei vari d irigen ti della X. Q uali son le considerazioni questo Co­m ando di rep arto perm ette di esprim ere una precisa opinione.

Si nega l’u tilità strategica del concentram ento d i tu tt i i re p a rti de lla X in P iem onte e ciò al fine di ev itare eventuali sv iluppi po litic i che ta le cosa porterebbe. P e r contro d ap p ertu tto la X rapp resen ta og­gi una forza viva e utile .

I l Comando

ALCUNI DOCUMENTI SU LL’ATTIVITÀ' DELLA BANDA KOCH 35

7.,,. .. . M ilano, 14 giugno 1944Juservata Personale

E lenco delle operazioni di polizia g iudiziaria eseguite dalla Squadra M obile dal gennaio corrente anno, d u ran te le quali si è proceduto a carico di squadristi della « M uti » e di a ltre Squadre d’Azione, im p li­cati in reati.

A rresto e conseguente denunzia a ll’au to rità g iudiziaria del T e­n en te B raga P ie tro fu Carlo di anni 45, squadrista della « M uti », in servizio alia p ropaganda STA FFELL, perchè d ’accordo con a ltr i tru f ­fa to ri; fingendo di legalizzare l’arresto eseguito dagli stessi, che abusi­vam ente si erano qualificati agenti di P. S., d i ta le Ezio N icola fu Leo­nardo , che era in tra tta tiv e p e r l’acquisto di sterline, è riuscito con i suoi com plici a tru ffa re la som m a di L. 1.552.500.

D enuncia a ll’au to rità g iud iziaria p e r violenza p riv a ta di M anca G iovanni fu E m anuele di anni 27, ap p arten en te alla Squadra d ’Azione « Folgore » in danno di C arabelli G iuseppe.

A rresto e denunzia a ll’au to rità g iudiziaria di S ignorelli G iuseppe di G iovanni, di anni 23, ap p arten en te alla Squadra d’Azione « Folgo­re », responsabile d i rap in a a m ano a rm ata consum ata nella Cascina M angialupo Bescapè (Pavia) in co rreità di a ltre qua ttro persone, fra cui il tenen te della M ilizia D ell’A cqua Sergio, che p e r lo stesso reato venne condannato alla pena capitale.

A rresto e denuncia a ll’au to rità g iud iziaria d i C am pi E m an i di G iovanni detto W alter, di anni 21, elem ento in prova presso la Squa­d ra d’Azione « G aribald i » ricercato perchè evaso dalle carceri m ili­ta r i di Seregno e perchè responsabile di num erosi fu rti.

A rresto e denunzia a ll’au to rità g iudiziaria p e r concussione di Gi- ra rd in i B runo , di anni 35, vice com andante della Squadra d’Azione « Folgore » e del fra te llo Aldo, di anni 35, squadrista della « Folgore» i quali, p resen ta tisi ne l negozio di stoffe di ta le F ilia li G abriele in via Sansovino 1, con la scusa di una perquisizione, riuscivano ad o tte­nere lire cinquem ila e la prom essa di a ltre c inquan tam ila m inaccian­do, in caso contrario , il sequestro di tu tta la m erce.

A rresto e denunzia a ll’au to rità g iud iziaria di M uzzi U m berto d i B oberto di anni 27, e Bo A lvaro d i O lim po, d i anni 27, en tram bi della « M uti » di M onza responsabili d i im a rap in a di tre b rillan ti del va­lo re complessivo di L. 700.000 in danno di Foresta U m berto fu Gio­vanni.

A rresto e denuncia a ll’au to rità giudiziaria di Vaisecchi A ngelo fu E pifan io di anni 24, appartenen te alla Squadra d’Azione «Folgore», responsabile della tru ffa di u n anello con b rillan te del valore di due m ilion i in danno dell’ing. Selzer E rw in di M arco in unione a due p reg iud ica ti e due guardie di finanza.

3 6 ALCUNI DOCUMENTI SU LL’ATTIVITÀ’ DELLA BANDA KOCH

A rresto e denunzia a ll’au to rità g iudiziaria d i R ossetti P ie tro fu B attis ta di ann i 46, e di M eriggi G ianfranco fu Luigi di ann i 28, en­tra m b i ap p a rten en ti alla Squadra d ’Azione « M uti » responsabili d i falsa qualifica d i agenti d i P . S. ed estorsione in danno d i M ario tti C lem entina fu Paolo.

D enunzia a ll’au to rità g iudiziaria d i B ellin i Enzo di R iccardo di ann i 33, Esposito Om ero fu N icodem o, d i ann i 34, A vanti G iam batti­sta di Francesco di anni 31, tu tt i ap p arten en ti a lla Squadra d’Azione « In tre p id a Sciesa » responsabili d i fu rto aggravato in danno della S. A. SACIT con sede in via San V incenzo n. 26, i quali hanno consu­m ato l ’azione delittuosa indossando la divisa di squadrista.

A rresto e denunzia a ll’au to rità g iud iziaria d i R uggiero Dom enico d i JNicola di anni 32, squadrista del G ruppo « O berdan » responsabile d i concorso in fu rto aggravato, di cui fu organizzatore d i u n a collana d i perle ed a ltr i oggetti d ’oro p e r il valore di o ltre 100.000 lire in d an ­n o d i G irardelli G iuseppe fu Angelo. ,

A rresto e denunzia a ll’au to rità g iudiziaria d i Canzi Egidio di Gio­vann i di ann i 27, squadrista , fiduciario del G ruppo Fascista « Aldo Sette » responsabile di tru ffa aggravata d i tre casse contenenti 21 m i­la sigari in danno di P o rta G iuseppe, consum ata in concorso del R ug­giero d i cui sopra, en tram b i qualificandosi p e r agenti di P . S. ese­guendo u n ’abusiva perquisiz ione e sequestro delle casse con tenen ti i sigari che furono po i da loro vendu ti al m ercato nero.

Iden tificazione ed arresto degli au to ri di u n a rap in a d i L. 540.000 in danno d i F e rra rio V incenzo fu Pasquale ad opera d i G hianda F ran ­cesco ed altri. D uran te le indag in i si è po tu to accertare che al reato ebbero a p a rtec ip are i tre squadristi della « M uti » Bongi Cam illo di an n i 32, A ldo L am edica d i ann i 31 ed E nrico Lam edica di anni 34, i q u a li con il loro in terven to agevolarono la consum azione della rap in a .

A rresto e denunzia alla P ro cu ra d i G iorgi G iuseppe fu Angelo nato il 13 febbra io 1913 a M agenta qu i ab itan te in via V erocchio, 40 squadrista della « Tonoli » responsabile di tru ffa d i L. 100.000 in d an ­no d i V alla i Iren e qui ab itan te in V iale Corsica, alla quale aveva p ro ­messo di fa r avere, giovandosi delle sue aderenze politiche, l ’im m edia­ta escarcerazione del m arito T ib e rti M ario, arresta to p e r reato po ­litico.

A rresto e denunzia a lla P ro cu ra dei seguenti m ilita r i ap p a rten en ­t i alle SS ita liane ed in servizio d i P ropaganda STA FFELL W EST Sezione Ita lian i d i via M ascheroni 4 responsabili in un ione a m ilita ri tedeschi di perquisizione e sequestro abusivo in danno di Zacche A t­tilio , p ro p rie ta rio dell’A lbergo « Corso » di b iancheria p e r L. 400.000 che è stata poi da loro venduta al m ercato n e ro : 1) C aporal m aggiore T ren ta Carlo fu Luigi; 2) C aporal m aggiore B iancard i Agostino fu E rnesto ; C aporale Locatelli G iuseppe fu Luigi.

A rresto dell’aw . Salvatore M istretta , della Federazione, gerarca,

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rap p resen tan te del C om itato dei S iciliani delle te rre invase il quale è stato accom pagnato a Brescia a disposizione del. Capo della P o li­zia dovendo essere sottoposto ad inchiesta p e r gravi m alefa tte d i ca­ra tte re giudiziario (tru ffe , ecc.).

A rresto dello squadrista , già vice com andante della « M uti » A- iem agna A rrigo fu A ndrea, di anni 53, che è stato accom pagnato a Brescia a disposizione del Capo della Polizia, dovendo essere sottopo­sto ad inchiesta p e r gravi m alefa tte d i ca ra tte re giudiziario (tru ffe ecc.).

A rresto e denuncia a ll’au to rità g iudiziaria p e r ricettazione del m i­lite Poggi A m brogio d i A lessandro di anni 33 qui ab itan te in via Bo- nom i n. 2 ap p arten en te alla I.a Com pagnia 0 . P . d i M ilano.

A rresto e denim zia a ll’au to rità g iud iziaria , perchè responsabili, di aver p artec ipa to in divisa ed a rm ati d i m oschetto ad u n fu rto in danno della d itta R osari e M acario, dei seguenti m iliti della 24a le ­gione: Fon tebuon i Enrico di T ito di anni 46, qu i ab itan te in V ia Tom- m ei 4 e Sangalli P ie tro fu G iovanni, di anni 36, qu i ab itan te in via Cesana 3.

A rresto e denunzia a ll’au to rità g iud iziaria di E rrico G iuseppe d i U m berto di anni 29 qu i ab itan te in V ia T orricelli, 10, m ilite della Legione « M uti », responsabile assieme a due p riv a ti d i rap in a d i u n rilevantissim o num ero d i oggetti di pe lle tte rie e p e lli p e r u n valore di circa 500.000 lire , in danno della d itta In trozzi e F inzi di M ilano.

A rresto e denunzia a ll’au to rità g iudiziaria dello squadrista del g ruppo « M ussolini » M icolai G iuseppe fu angelo di anni 42, ab itan te a Seregno, responsabile di sequestro a rb itra rio di m ateria le d i ram e in danno di B affi A ndrea da R ub iano di Giussano. Lo stesso venne dalle au to rità del p a rtito segnalato come elem ento dedito a rib a ld e ­rie e m alefa tte di ogni genere.

A rresto e denunzia a ll’au to rità g iudiziaria d i 1) De G erolam o Lo­renzo di Dom enico da M ilano, di anni 29, qui ab itan te in V ia Mon- p ian i, 6. 2) B iasin i Cesare fu P ie tro da M ilano, di anni 23, qui ab i­tan te in via Broggi n. 5. 3) Palazzi A rm ando di V incenzo da M ilano di anni 25 qui ab itan te in Via Borgognone n. 24, tu tt i ap p arten en ti alla legione « M uti » responsabili d i estorsione di u n bracciale d ’oro del valore di L. 100.000 in danno di Eilocano Ugo fu G irolam o da N a­poli, d i ann i 41, qui ab itan te in via M asotto 29 e moglie Pontello .

D enunzia a ll’au to rità g iudiziaria p er concussione dello squadrista Grossi Oscar di anni 35, cancelliere del T ribunale speciale p e r la di­fesa dello Stato di M ilano.

A rresto del ten. Braga E udem io e B rigadiere M artorelli A ndrea fu A lessandro, en tram bi ap p arten en ti a ll’Ufficio politico speciale del­la M ilizia, del cap itano Bossi, responsabili assieme a dei tedeschi di sequestro a rb itra rio di stoffe e tessuti p er il valore di L. 18.000.000 in danno della d itta G andini di M ilano.

A rresto e denunzia a ll’au to rità g iudiziaria del m ilite M arangoni B runo di Eugenio d i ann i 33, ap p arten en te al nucleo investigativo d i Varese, responsabile di concussione di L. 50.000 in danno di R affa G iordano di Carlo, ab itan te in V iale R im em branze di Greco 55.

A rresto e denunzia a ll’au to rità g iudiziaria dello squadrista Grossi Luigi di A ntonio, di ann i 43, ab itan te in V ia Passerella 24, responsa­b ile di estorsione in danno di N ebiolo Renzo e di a ltri reati.

A rresto di R ancati V itto rio fu E rm enegildo, qui residente in via Cadam osto, 4 so tto tenente G. N. R. ed ap p arten en te alla Squadra d i Azione « O berdan » della legione « M uti » perchè m en tre presid iava lo stab ilim ento de ll’A lfa Rom eo d u ran te lo sciopero del m arzo scorso sottrasse 10 fusti di benzina Avion d istribuendo il carb u ran te agli squadristi della « M uti ». I l R ancati opponeva resistenza al ferm o, m a po i si riusciva a condurlo in Q uestura.

A rresto e denunzia a ll’au to rità g iudiziaria di S tam pa Guido di Cesare e di M aria Friese R ozian nato a Odessa il 15.12.1895, ab itan te in G hiri a (Varese) b rigad iere G. N. R. di Varese addetto a ll’ufficio Po litico investigativo, responsabile di ten ta te tru ffe ed altro.

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8.Al M inistero degli In te rn i - M aderno

A seguito del colloquio avuto nei g iorni scorsi con Lei, m i p e r­m etto d i com unicarle alcune cose che ritengo assolutam ente necessa­rie p e r fa r fron te alla situazione m ilanese che a ltrim en ti m inaccereb- be di d iventare grave.

Col cam bio del Capo Provincia occorre che la cosa pubb lica m u ti rad ica lm ente e cessi lo stato a ttuale d i vera anarchia.

O ccorre p e rtan to che il nuovo Capo Provincia p ren d a fo rtem en­te in m ano tu tte le red in i delle varie forze arm ate e d i polizia locali dando un indirizzo preciso e ponendole sotto u n com ando unico.

O ccorre che ogni a ttiv ità illegale di polizia venga stroncata ra d i­calm ente elim inando gli elem enti che a ttua lm en te le dirigono.

O ccorre accentrare tu tte queste varie specie di polizie nelle m an i del Q uestore sem pre che egli abbia sufficiente au to rità p e r im porsi ad esse.

O ccorre defin ire in m odo preciso e categorico i ra p p o rti con i C om andi e le A uto rità Tedesche delim itando in m odo inequivocabile la linea di dem arcazione delle singole a ttiv ità .

T ra i « tro p p i » organism i di polizia esistenti in M ilano vive il regim e del pettegolezzo e della m aldicenza. T u tti si fanno la spia tra

ALCUNI DOCUMENTI SU LL ’ATTIVITÀ’ DELLA BANDA KOCH 3 9

-di loro e si accusano a vicenda togliendo ogni seren ità d i sp irito ed ogni serietà al lavoro.

L’azione del Federale è deleteria perchè è u n uom o senza nessun eq u ilib rio m orale e non adatto certo a ll’a ttu a le m om ento.

L’ufficio politico di Bossi continua nella sua opera illegale e -spesso disonesta facendosi avvallare dai Tedeschi a cui consegna uo­m in i ita lian i e m ateria le ita liano .

L’a ttiv ità della « M uti » è orm ai no to ria e non h a bisogno di a ltr i ■commenti.

A nche la B rigata N era si è messa a fare della Polizia. N onostan­te le d ire ttive del Duce, ie ri sera alle ore 19, uom in i della B rigata N era, p a rte in borghese e p a rte in divisa, tu tt i a rm ati d i m itra , hanno fa tto irruz ione n e ll’A lbergo C ontinentale e hanno requisito una stan ­c a alla ricerca di un certo sig. C hieregato, già tem po fa arrestato d a lla « M uti » e qu ind i rilasciato perchè le accuse rivoltegli risu ltavano in ­fondate. L’operazione è stata condotta a ll’in sapu ta del Q uestore e p e r •ora non ho potu to stab ilire p er ord ine di ch i è sta ta fatta .

In u tile che faccia presen te come tu tto ciò contribuisca a suscitare n e ll’anim o del popolo m ilanese u n ’indignazione leg ittim a che va sem­p re aum entando e che se le cose continuano ad andare così, p o rte rà fa ta lm en te in brevissim o tem po ad una situazione ta le che sarà m olto d ifficile , se non im possibile p o te r dom inare.

I l B eparto di Polizia Speciale «Ivock » è in crisi. M i risu lta che K ock abbia in tenzione di dim ettersi. N el qual caso, p e r i rap p o rti d i ;g rande am icizia e d i sp irito di corpo che unisce tu tt i i m em bri d e lla O rganizzazione, il R eparto si sfascierebbe in ev itab ilm en te ,, il che p o r­te reb b e ad u n danno irrep a rab ile , non essendoci in I ta lia u n ’a ltra /b r- ganizzazione sim ile sia p er il rend im ento che p e r le capacità tecn iche dei com ponenti.

Faccio presente tu tto questo a V. E. perchè sono sicuro, p er la fi­ducia che ancora una volta l’a ltro giorno ha voluto d im ostrarm i, E lla sap rà dare il giusto peso a quanto Le com unico in m odo che n e ll’im ­m inen te cam bio dei P re fe tti, il nuovo sia p erfe ttam en te in q u ad ra to nella situazione che ripe to si presenta sotto una form a di estrem a gra­v ità e che necessita di essere presa con u n pugno di ferro.

Spero presto di avere occasione d i vederla e La saluto affettuosa­m ente.

(F.to De Larderei)

4 0 ALCUNI DOCUMENTI SU LL ’ATTIVITÀ’ DELLA BANDA KOCH

9.

Sindacato Avvocati di M ilano

K accom andata espresso M ilano, 15 S ettem bre 1944-Protocollo n. 399 - D enunzia

A ll’Avv. P ie ro P isen ti, M inistro della G iustiziaP. C. 309/1

P u r avendo, come è a vostra notizia, rassegnato le dim issioni da l­l’ufficio di Com m issario del Sindacato Avvocati e P ro cu ra to ri d i M i­lano, ho aderito , p e r sollecitazione dei colleghi, a rim anere tem p o ra­neam ente in carica fino alle elezioni forensi, che p e r v ari m otiv i non si sono ancora p o tu te ind ire .

Ciò spieghi perchè oggi m i rivolgo a Yoi, m ai avendo sentito , co­m e in questa circostanza, di rap p resen ta re il pensiero e Fanim o dei colleghi.

H o il dovere di in fo rm arv i che una squadra po litica h a istitu ito a M ilano, in V ia Paolo Uccello, 15, u n luogo non di detenzione, m a d i to rtu ra : dove gli inqu isiti, uom in i e donne, vengono sistem aticam ente sottoposti ad atroci sevizie, incred ib ili da ch iunque non ne sia stato v ittim a, fino ad essere rid o tti nelle condizioni p iù pietose, con le co- stole e gli a r ti ro tti. N on è risparm iato , p rim a degli in te rroga to ri, lo uso contro uom in i e donne, spogliati n u d i, di getti d i acqua fredda e in to lle rab ilm en te calda, e delle n e rb a te p e r i d isgraziati che ten tano d i sottrarvisi.

Sono ita lian i che cosi si com portano verso ita lian i, ostentando una pubb lica investitu ra , e la franch ig ia da qualsiasi contro llo od au to rità .

La cosa è orm ai d iven tata di pubb lica no to rie tà , come u n ’in fam ia e u n incubo di M ilano. H o rag ione di riten e re che la Q uestura ne sia in fo rm ata e possa inform arvene.

M em ore d i u n nostro non lon tano e franco colloquio, col nostro com une linguaggio di uom in i di legge, sento che dovrei vergognarm i del nom e che porto , della professione che esercito e della rapp resen ­tanza che m i è stata conferita , se m ancassi al dovere di denunziarv i quanto sopra, a nom e degli Avvocati e P ro cu ra to ri di M ilano e m io, p e r gli im m ediati provvedim enti di riparaz ione e di sanzione.

Sono, p e r quanto riten ia te , a V ostra disposizione.

F.to Avv. M ajno, Com m issario del Sindacato»

ALCUNI DOCUMENTI SU LL’ATTIVITÀ’ DELLA BANDA KOCH 41

10.D i c h i a r a z i o n e

Sotto il vincolo del g iuram ento e ne lla m em oria d i q u an ti hanno con m e p a tito e sofferto, di m ia p iena e lib era volontà d ich iaro quantosegue :

I l giorno 17 m arzo 1944 alle ore 14,30, circa, ricevetti invito d i accom pagnare il sig. Ten. M aurizio Giglio presso il pon te R isorgim en­to, angolo piazza M onte G rappa.

Ci dirigem m o sul posto in m otocicletta , guidata dallo stesso T e­nen te di cui ero ordinanza.

E bb i da lu i ordine di guardare la m oto. Mi indicò , a ltresì, che egli sarebbe sceso p er qualche m inuto nel galleggiante del M inistero F i­nanze e nel caso che avesse fatto m olto rita rd o , avrei dovuto ricon ­d u rre la m oto in caserm a ed avvertire la m adre, sig. A nna Giglio, e qu ind i a llon tanarm i. Prevedeva che la ragione del r ita rd o si sarebbe dovuta a ttrib u ire ad u n ferm o.

Sapevo perfe ttam ente che il sig. T enente spiegava assidua ed au­dace azione p a trio ttica e che il m edesim o era in collegam ento con il Sud.

H o atteso p e r circa 20 m inu ti. V isto che il sig. T enente non r ito r­nava, m i sono spostato co n la m oto in posizione p iù ad a tta p e r vedere che cosa avvenisse presso il galleggiante.

D al nuovo posto di osservazione ho visto, p e r circa u n ’ora e 10 m inu ti, ad in tervalli, uscire ed en tra re dei borghesi : tu tti giovani.

E ro in grave apprensione p e r la sorte che poteva essere toccata a l m io ufficiale. Cosi m i decisi a scendere nel galleggiante ed incaricai della custodia della m oto un giovane studente quattord icenne, figlio di u n Colonnello della R. A eronautica il quale si era dato alla m acchia, come ebbi poi ad apprendere.

M entre m i dirigevo verso il galleggiante fu i avvicinato da due in ­d iv idui che ne provenivano. Essi m i inv itarono a seguirli p e r d a re ch iarim en ti ad u n Commissario di P . S. e m i condussero in sua p re ­senza : era in p ied i, alto circa 1,82, snello con abito m arron , a righe, b runo , senza barba, con b affe tti, occhi neri, capelli p u re neri, lisci, non segni partico lari, denti bianchissim i e stre tti. Negai recisam ente d i conoscere il Ten. G iglio; ciò anche perchè non sapevo se gli in q u i­re n ti fossero o no persone autorizzate.

Insiem e col sedicente Commissario, che po i seppi essere il fam i­gerato D ott. K och, erano a ltri agenti p u r essi in borghese che diceva­no di appartenere alla Polizia R epubblicana.

T ra costoro figurava il fiduciario del dott. K och di nom e W alte r:

42 ALCUNI DOCUMENTI SU LL’ATTIVITÀ’ DELLA BANDA KOCH

classe 1916, alto 1,65 circa, colorito olivastro, capelli n e ri ondu la ti, v i­so p iu ttosto lungo e asciutto, b a rb a fitta , b a ffe tti quasi a spazzola non lunghi, testa norm ale, non segni p a rtico la ri che io rico rd i, sem pre con im perm eabile .

Ad eccezione d i questi, tu tt i i p resen ti, come ho appreso d i poi, si davano il cam bio a V ia Tasso, ed in a ltro luogo d i to rtu ra a Via P rin c ip e A m edeo 2 e poi in via Rom agna.

A m ia rich iesta il K och esibì docum ento b ilingue con tessera, nel quale si diceva ap p arten e re egli alla Poliz ia R epubblicana.

Sono stato d isarm alo e, da ta la m ia insistenza nel d ich ia ra re di non cónoscere il tenente G iglio, m i hanno ing iunto di seguirli.

P rim a d i farm i uscire hanno chiuso la po rta p e r p o rta r via l’Uf­ficiale. Questi in fa tti venne fa tto salire in una m acchina 1100, m en tre su a ltra auto, a breve d istanza, venni po rta to via io insiem e col ra ­gazzo al quale avevo affidato la custodia della m otocicletta e che, non vedendom i to rnare , era venuto nel galleggiante, rim anendo ferm ato a sua volta.

Venim m o condotti in via P rin c ip e A m edeo n. 2 nello stabile co­m une a ll’albergo Diana. Fum m o condotti a ll’u ltim o p iano : il T enente in ascensore, io ed il ragazzo a p ied i scortati da sgherri arm ati. W alter e K och seguivano il Tenente. Fum m o messi in locale separato . E rano le 16,30.

I o in terrogatorio : A lle ore 17 veniva in terrogato il sig. Tenente. N on ho nè visto nè sentito che sia stato seviziato. A lle ore 18,30 veni­vo in terrogato io. Insistevo di non conoscere il m io superiore. H anno com inciato a m alm enarm i. E rano presen ti K och, W alter, ed a ltre 3 persone alle quali hanno dato m anforte a ltr i cinque ch iam ati dal K och. T u tti costoro erano a rm ati: chi con pistole, chi con coltellacci. A vicenda m i puntavano dette arm i sulla bocca, alle tem pie, alle co- stole, alle reni. Q uindi m i hanno preso a pugn i sul torace, alle m a­scelle come se fossi stato u n pallone di a llenam ento p e r u n pugile.

A questo pun to chiam arono il tenente p e r un confronto. A vuto o r­d ine da lu i di d ire su questo pun to la verità , d ich iara i di conoscerlo e d i essere la sua ordinanza.

Perdevo sangue dalla bocca e dal naso.Sbatacchiato p er le m ura di u n corridoio, venivo b u tta to in una

stanza ove erano a ltri detenu ti : tra essi ricordo il P rof. A lberte lli e il ten . Carlo Costantini. Degli a ltri sette non ricordo il nom e. T u tti e ra ­no m artirizzati. I l P rof. A lbertelli aveva tu tte le costole fracassate e il torace fasciato. A d eccezione del C ostantini gli a ltr i avevano tu tti il viso gonfio. U n trad ito re — Enzo — già com pagno di lavoro e con­fidente del Tenente — era in p iena efficienza fisica: s ta tu ra m edia, classe 1917, rad io telegrafista del Genio, olivastro, capelli lisci castani, occhi castani, non ricordo segni p a rtico la ri, ab ito grigio.

2° interrogato? io ■. N ella no tte dal 17 al 18, alla m ezzanotte. P ri-

ALCUNI DOCUMENTI t> U LL’ATTI VITA’ DELLA BANDA KOCH 43

m a d i m e in terrogarono il ten. Giglio. Sentivo che nel corridoio W al­te r e soci lo m alm enavano. Viene fatto r ien tra re nella sua cella. Vengo in terrogato a m ia volta.

P resen ti: Koch, V a lte r e dai 10 ai 15 sgherri, a rm ati di pistole, co lte lli. 11 K och m i chiese se era vero che io, per conto del T enente, portavo messaggi agli inglesi, se d istribu ivo opuscoli, e se avevo e dove bom be, arm i e m unizioni. A l m io silenzio si risponde con m a ltra tta ­m en ti e sevizie, p iù gravi delle prim e. Vengo riaccom pagnato, a suon d i legnate, ne lla cella com une. Il supplizio era du ra to un ’ora e mezza.

A lle ore due del 18, il tenen te viene rich iam ato dal Koch. F irm a il verbale. V iene riaccom pagnato nella cella com une: perdeva sangue dalla bocca, dal naso, dal viso tum efatto . Aveva perdu to parecchi den ti.

3° in terrogatorio: V iene in terrogato p er prim o il tenen te Giglio. Viene to rtu ra to p er venti m inuti. V iene riaccom pagnato nella cella dal carnefice W alter. Perdeva sangue. Si doleva partico la rm en te delle co­sióle. Enzo, il trad ito re , cercava d i confortarlo . P arlava qu ind i con lu i « veniva subito chiam ato dal W alter p er precisare e riferire . R ito rn a ­va, come sem pre, im m une, con sigaretta e qualche genere d i conforto.

Venivo chiam ato a m ia volta. P e r mezz’ora venivo inv ita to a p a r­lare. P e r persuaderm i a farlo m i si strappavano i baffi, m i avvitavano sulle tem pie due pun te di ferro tenu te da u n sem icerchio di acciaio. Mi sentivo scoppiare gli occhi. Q uando incom inciavo a p erd ere la cono­scenza la m orsa veniva allentata. Volevano che io precisassi chi fossero i cooperatori del Tenente, dove portavo arm i e m unizioni e quali ser­vizi io avessi d isim pegnato n e ll’interesse della organizzazione. Tacevo.

Vengo riaccom pagnato nella cella com une. G rondavo sangue. Le m ura ove venivo sbattu to ne restavano intrise. Vi si raggrum ava.

Dalle 11 del giorno 18 a tu tto il 20 alle ore 22 non fum m o in te r­rogati. I l vitto consisteva unicam ente in u n p ia ttin o di riso stracotto « d ilu ito in brodaglia. N iente pane.

La sera del 19 dom enica, Enzo veniva po rta to via. Costui salutò an ch e il Ten. Giglio al quale fece auguri. N ell’u d ir li il W alter rivolto al Tenente disse che non si sarebbero p iù rivisti.

4° interrogatorio: giorno 20 - ore 21,15 del 20. V iene p rim a in ­terrogato il Ten. Giglio. I l suo in terrogato rio du ra circa 40 m inu ti. Poi a distanza di 10 m inu ti vengo chiam ato a m ia volta. Insanguinato co­m e PUfficiale rien tro nella cella connine.

P resen ti Koch, W alter, il questore Caruso.I l Ten. Giglio, m i disse che il K och lo aveva seviziato in presenza

e con l’assenso del Caruso e che, pu re presen te costui, il W alter rove­sciatagli la testa in avanti, lo aveva v io lentem ente colpito alla nuca.

In tro d o tto a m ia volta nella stanza di to rtu ra , venivo fatto sedere ■su una sedia. Mi passò p er il corpo come una corren te ele ttrica . Im p a l­lidivo e m i sentivo m ancare le forze. Sudavo freddo.

I l K och col perm esso del Caruso m i m alm enava con u n a v io len­za selvaggia ed inaud ita , W alter, soccorrevole... m j m ise u n fazzolet­to sotto il naso dicendom i « poverino, asciugati » e, nello stesso tem ­po, m i colpì sulla nuca.

N e 11’and a rm ene il Caruso m i disse: « A n im a nera , m etti la testa a posto. Sai q u a le la fine che li aspetta ». Gli risposi che la m ia an im a era p u lita p iù di quella d i qualche altro . F u una folgore che scatenò il tem porale. N on ricordo esattam ente come. Solo ricordo che fu i preso,, trascinato nella cella e legato, con le catenelle al posto, ad una sbarrai alta dal pavim ento circa 1 m etro e 70 cm.

I l T enen te trovò la forza di darm i un po’ d ’acqua e qualche fe t­tina di p a ta te che erano state lasciate dalla p ie tà del P ro f. A lberte lli, po rta to a quan to m i si disse, a R egina Coeli alle ore 17 dello stesso- giorno 20. N elle diverse carceri erano sta ti anche sm istati a ltr i com ­pagni di sventura e restam m o soli, nella no tte dal 20 al 21, io ed il tenen te Giglio.

Dopo sei o sette ore, p e r suo in tervento presso uno sgherro di ser­vizio, venni sciolto. A bbiam o cercato di riposare p e r il resto della notte.

5° interrogatorio: ore 23 del 21. P resen ti: K och, W alter ed a ltr i a rm ati di pisto la e coltelli. L’in terrogato rio du ra circa m ezz’ora. Mi si p un ta una pisto la sulla bocca ed una alla tem pia , m i si inv ita a p a r ­lare. Sono irrem ovib ili. Dico loro che è u n ’ingiustizia a m arto ria re a quel m odo u n uom o. V engono spara ti, dalla finestra del cortile, due o- tre colpi di p isto la p e r intim idazione.

Di fron te alla m ia determ inazione è K och che suggerisce l ’appli- cazione d i u n nuovo espediente. V iene p o rta to nella stanza un telaio- di legno sorm ontato da una striscia di legno larga circa 30 cm. e lu n ­ga un m etro che recava sei file di chiodi, ben a p p u n titi e lunghi. De­nudato , m i si appoggia con le spalle su d e tta specie d i « corde da la ­na » e incrociatem i sul petto le b raccia, m i si passa sid davanti u n ’asta p ia tta di ferro che faceva cern iera sul la to destro del te la io e che, ag­ganciato sul lato sinistro, m i com prim eva dolorosam ente sulla striscia chiodata.

E ccita ti dal furore W alter ed a ltr i p iù accaniti, m i schiaffeggia­vano, m i strappavano i baffi, m i tiravano le ciglia, sparavano qualche colpo di pistola, m i spingevano a destra e a sinistra. Sangue e carne restavano attaccati sulle p un te acum inate dei chiodi. Dopo 20 m in u ti venni r ib u tta to nella cella dal W alter.

P e r quanto le m ie forze lo consentivano, n a rra i al T enente q uan ­to sopra. Come sem pre ram m aricandosi e contristandosi, portandosi lo m an i fra i capelli som m essam ente m i disse: « P o v ero Scottu quanto, stai soffrendo p er causa m ia ». Lo rincuora i e gli dissi che non e r a nu lla .

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ALCUNI DOCUMENTI SU L L ’ATTIVITÀ’ DELLA BANDA KOCH 4 5

K och, en tra to , so rriden te spavaldo, dom andò del nostro stato.N el rich iudere la p o rta disse: «Q uesto è n ien te! O ra andiam o a

p o rta rv i u n po’ di com pagnia! ».D alle due alle cinque del 22 sono sta ti accom pagnati ne lla nostra

stessa cella: 2 com m ercianti d i stoffe, di cui non ricordo il nom e: uno de ll’età ap p aren te di 50 anni, grassotto, basso con pochi capelli b ian ­c h i; l ’a ltro d i s ta tu ra m edia, m oro, con m olti capelli dell’apparen te e tà d i 30 anni. E n tram b i d i Rom a. U n sarto con labo ra to rio e ab ita ­zione, a quanto lio appreso , in via M ilano: alto, colorito olivastro, baf­fi a spazzola, capelli castani. Un calzolaio ed u n negoziante di olio e v in i, esercente un negozio tra Centocelle e P o rta M aggiore. I l calzo­laio era deform e p er postum i alla regione lom bare in seguito a cadu­ta d u ran te esercizi ginnici con la GIL. In fine venne in tro d o tto u n p ro ­fessore, ven tiquattrenne, alto, snello, faccia lunga, colorito olivastro, ab ito m arro n a righe, con pizzetto e baffi.

T u tti dileggiati, scherniti, vilipesi, avevano gli occhi gonfi e la faccia tu m efa tta p e r le p rim e percosse ricevute. Sanguinavano tu tti d a lla bocca e dal naso.

A m ezzogiorno tra ttam en to speciale: pasta asciutta. P a re o rd ina­ta dalla p ie tà di Caruso. N ien te pane. La solita bo ttig lia d i acqua p e r tu tta la giornata. La cella di m e tri 3 X 3 era a rred a ta da u n letto m atrim onia le e due le ttin i, tu tt i con m aterasso. D ue d i lana e due di crine vegetale. N on im p ian ti igienici. Suppliva allo scopo u n lavan­d in o senza acqua. L’aria era irresp irab ile , am m orbata. Le persiane e ra ­no assicurate con sbarre d i ferro chiuse da sei lucchetti ciascuna. Ciò p e r evitare che la disperazione inducesse qualcuno d i noi a l suicidio, ■estremo custode della nostra fede e della nostra azione.

I l m artirizzato Prof. A lberte lli era stato ferm ato p e r le gam be al m om ento in cui aveva ten ta to di andare a Dio p e r am ore del suo pros­sim o ed adorazione alla P a tria . Lo diceva lu i stesso.

La sera del 22 è giunto il P rof. Ascensione d i cui non ricordo però il nom e. Lo accom pagnava u n ragazzo dell’età d i 12 o 13 anni che al m om ento del ferm o del suo m aestro, si trovava con lui. Egli venne però rilasciato la m attina del 23.

P e r tu tto il 22 e sino alle ore 23 circa del giorno 23, nè io nè il T en en te Giglio venim m o in terrogati.

Circa le ore 14 dello stesso giorno 23 il W alter si avvicinò al T e­n en te G iglio: gli disse d i essere p en tito sinceram ente dell’averlo fatto ca ttu ra re , gli offrì una sigaretta, del cioccolato e lo circuì con b lan d i­zie, prom esse e m iraggi. Gli ricordava una buona pretesa am icizia de­gli u ltim i tem pi. M estam ente il T enente gli disse: « W alte r, tu sei co­m e G iuda » !

Verso le ore 18, sem pre del giorno 23, im provvisam ente si a p ri­rono le p o rte : si p rec ip itarono nella cella sette od otto ind iv idu i del­la sb irrag lia di K och i quali, data notizia della m orte d i 32 « carne-

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ra ti tedeschi » p er i fa tti d i Via Rasella, com inciarono a tem p esta re tu tt i con pugni, calci, spu ti e contum elie e m inacce e v ituperi. W alter era sem pre tra i p iù attivi.

D urante la sfu ria ta nè io nè il T enente Giglio fum m o toccati.6° interrogatorio : dalle ore 22 alle ore 22,40 circa del 23.P resen ti: Koch, W alter, dai dieci ai qu ind ici sgherri e certo dott.

Tela o T enente Tela della Polizia R epubb licana. P o rtava occhiali, sta­tu ra 1,70 circa, capelli castani lisci, vestito grigio, senza baffi, co lori­to olivastro, non segni partico lari.

I l tenente venne in terrogato per circa 20 m inu ti. R ien tra con viso sfigurato, barco llando , esausto. W alter gli assesta u n pugno sulla boc­ca. Il sangue scorre dalle lab b ra spaccate. M entre si asciuga sulla spon­da del letto , con il fazzoletto, viene colpito rip e tu tam en te a pugni nelle mascelle. Invoca la m am m a, som m essam ente e quasi senza co­noscenza. In quello stesso istan te W alter, come una belva, alzatosi su una gam ba, assesta, con tu tta la forza, d a ll’alto in basso ed accom pa­gnando la mossa col peso del corpo, u n calcio alla regione pubea.

11 tenen te orm ai a ll’estrem o delle sue forze e con un filo di voce esclam a : « M am m a m ia, m i hanno am m azzato » ! M entre si voltava de­bolm ente sul fianco, lo stesso W alter gli assesta u n a ltro calcio, vio­lento come il p rim o, tra le ren i e l’osso sacro.

E ra l’u ltim a b a rb a rie necessaria.Il T enente divenne bianco come u n m orto. M i incoraggiava. H o

cercato di recargli aiuto e soccorso, di accom pagnarlo a letto . G li h o bagnato le lab b ra con u n po’ d ’acqua. W alter ed u n toscano della sb irrag lia hanno considerato delitto la m ia p ie tà : m i hanno nuova­m ente pestato b u ttandom i u n secchio d’acqua sul viso m acerato. A nzi 1 episodio ha dato luogo ad u n altro in terrogatorio ... m io. La solita vi­cenda. M i contestavano sem pre che io svolgessi a ttiv ità p a trio ttica p o r­tando opuscoli, segnalando agli a lleati posizioni e località da bom bar­dare ecc.

Sono r ien tra to nella cella alle 23 circa. La no tte e tu tta la gior­na ta del 24 passò, p er il tenen te , tra la vii a e la m orte.

M entre gli davo un cucchiaio di m inestra , dopo averlo sollevato sul letto , W alter m i b u ttò via il p ia tto , m i versò la m inestra addosso, ancora insu ltando ed ingiuriando.

Alle ore 14,15 il W alter rife rì l ’ord ine che dovevamo essere tu tti consegnati alle SS tedesche e che ciascuno di noi avrebbe po tu to m an­dare l’u ltim o big lietto alle nostre fam iglie.

T u tti piangevano.Solo il T enente incoraggiava tu tti.Lo accom pagnai al gabinetto di decenza. M ingeva sangue.Sem pre W alter, spingendoci, sulla p o rta d’ingresso ci fece cadere

en tram bi. Io venni sbatacchiato sulle m ura.Una donna, cam eriera, perchè m oglie di u n com unista che non

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era stato po tu to arrestare, im pietosita ebbe m odo di p o rta re al T e­n en te u n b icch iere di latte.

M a egli bevutolo, ebbe u n attacco di crisi e svenne. Uno degli energum eni, a tu tto rim edio , gli bu ttò sulla faccia una gavetta di ac­qua fredda. I l T enente rinvenne.

P o i venne accom pagnato, a braccia, fuo ri della cella e po rta to a Ileg ina Coeli. So che ora riposa accanto agli a ltri com pagni v ittim e della ferocia tedesca.

La m ia sorte fu come quella degli a ltr i: accom pagnato al carcere g iud iziario e giuntovi in rita rd o non fu i com preso fra quelli che fu ­rono poi fuc ila ti come ostaggi.

Siccome ero vestito della m ia divisa venni invece ricoverato ne l­la Caserm a S tatilia ove sono rim asto sino al giorno 8 maggio, p er es­sere riaccom pagnato a Regina Coeli.

Ne sono fuggito con i m iei com pagni di sventura, a iu ta to da una guard ia carceraria sarda la m attin a del 5 co rren te sfuggendo p e r p o ­co ai tedeschi, gli u ltim i, che fuggivano da R om a inseguiti dalle p u n ­te avanzate della Va A rm ata A m ericana.

D uran te alcuni degli in te rroga to ri sono stati p resen ti due signo­rin e una d i esse dattilografa , bassina, b runa , occhi neri, capelli neri sciolti, d en ta tu ra b ianca ; l ’a ltra , castana, p iù alta , p iù robusta della p rim a, ben fatta . La dattilografa , a quanto m i era stato detto , era la am ante di Koch.

T u tte e due, p resen ti u n paio di volte ai nostri in terrogato ri, r id e ­vano delle nostre ferite e del nostro sangue. D orm ivano nel locale, in ­sieme al personale m aschile.

Due figure pietose si affacciavano di tan to in tan to nella nostra sven tu ra; due signorine, gerenti della pensione che era stata trasfo r­m ata dal K och, in quartie re generale delle sue im prese. U na, ch iam a­ta M im m a, alta circa 1.60, capelli neri p e ttin a ti a ll’ind ietro , occhi neri, di accento rom ano. L’altra , di cui non so il nom e, p iù alta e p iù robusta di circa 30-32 anni.

* "r

Sono in grado di riconoscere le persone superstiti eventualm ente, e ad uno ad imo di po te r iden tificare, vedendoli, tu tti coloro che ci hanno seviziato.

G iovanni Scottu, Agente P. S.

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11.

N ella notte dal 19 al 20 corr. ci trovavam o insiem e ad a ltr i tre d e ten u ti nella cella n. 1; verso le 21,15 en trò da noi u n agente, che q u i era noto col nom e di Polverone senior, e che po i ci risu ltò ch ia­m arsi De Santis, il quale era in com pagnia di a ltr i tre o qua ttro agen­ti, no ti p e r essere tra i p iù crudeli ad d e tti alle to rtu re dei p rig ion ieri. I l Polverone accennando a ll’orologio che teneva al polso disse testual­m en te : « Ora sono le 21.15, en tro dieci m in u ti ci dovete d ire il nom e d i tu tte le tipog rafie clandestine d i M ilano, nonché l ’indirizzo , in caso contrario son bo tte e po i passeggiata al T icino ». Ciò dicendo faceva u n gesto d i rivo lte lla ta alla nuca. 11 P olverone uscì, dopo aver fa tto venire in cella u n altro detenuto , M ino M icheli, che già da settim ane era stato sottoposto a gravi sevizie e rido tto in condizioni psichiche di fo rte depressione. Q uanto ci si dom andava non poteva avere da noi una risposta p e r il fa tto che nessuno d i no i era stato m ai addetto alla stam pa dei vari p a r titi e che, come è noto , il nom e delle tipografie presso i singoli p a r ti t i è tenu to segretissim o e noto soltanto ad una o due persone al m assim o tr a quelle adde tte alla redazione. Questo fu fa tto presente subito al Polverone, il quale non volle cap ir ragione e avendo assistito agli in te rro g a to ri d i quasi tu t t i no i sapeva benissim o che di stam pe e di tipografie clandestine n u lla potevam o dire. S p ira­to il te rm ine concessoci, il Polverone, avuta da noi nuova conferm a che nu lla sapevam o di p iù di quanto avevamo d ich iara to , ci chiam ò fuori della cella ad uno ad uno in terrogandoci separa tam en te ; p e r qualcuno si accontentò di u n a rinnovata risposta negativa senza o ltre insistere, p e r a ltr i invece, e p recisam ente verso i l dott. N ard in i, il dott. D ella Giusta, l ’avv. D ugoni e l’arch. P aglian i, passò alle violenze con schiaffi e pugn i; p iù colpito d i tu tt i fu Farcii. Pag lian i, il q u a le 'g ià bastonato in precedenza p e r due volte, fu nuovam ente assalito da tu t­to il g ruppo con una scarica violentissim a d i pugn i al basso ventre , a l rene e alla schiena. F a ttic i r ie n tra re ancora n e lla cella, d i lì a poco, il Polverone riapparve in com pagnia d i a ltro agente, detto tenen te Sergio, d ’una signorina addetta a ll’ufficio del ICoch, m un ita d i occhiali di cui sconosciamo il nom e, nonché d i u n graduato tedesco che p er il m om ento non potem m o iden tificare, m a che in questi g iorni abbiam o saputo essere u n m aresciallo della T odt, venuto a chiedere notizie di u n detenuto. I l Polverone e il Sergio ci dissero che il Com ando tedesco aveva chiesto dieci ostaggi p er fuc ila rli n e lla n o tte in rappresag lia de ll’uccisione di u n tedesco avvenuta in quel giorno nelle vicinanze d i questa villa , e ci indicarono il tedesco come incaricato di scegliere gli

ostaggi. Siam o convinti che il tedesco, ignorando la lingua ita liana , nu lla capì della tris te p a rte che gli si volle fa r fa re ; com unque in sua presenza ci fu r ip e tu to che se en tro la m ezzanotte avessimo fa tto sa­p ere gli ind irizz i delle tipog rafie clandestine, non sarem m o stati con­segnati a ll’au to rità tedesca, perchè l ’is tru tto ria nei nostri riguard i sa­rebbe sta ta r ia p e rta ; in caso contrario , alla m ezzanotte in pun to , sa­rebbe avvenuta la fucilazione.

A lle 24,30 circa, si riaperse l ’uscio della cella, e apparvero sulla soglia tre colleglli del Polverone a rm ati ciascuno d i fucile m itrag lia ­to re ; il Polverone ci disse: « F u o r i» , e ci fece passare n e ll’a trio del so tterraneo ; a ltr i agenti, p u re a rm ati d i m itrag lia to re si erano ap p o ­sta ti sulle scale e alle a ltre porte. In quel fra ttem po fum m o in fo rm a­ti dal M icheli che era stato chiam ato n e ll’ufficio del K och e il M i­cheli, de l tu tto te rrorizzato , ci disse che presen ta to al K och fu da que­sti apostrofato con le p a ro le : «E cco uno dei fuciland i », po i alla p re ­senza del K och fu preso p er il collo — un ica p a rte re la tivam ente sana del suo corpo straziato — e nuovam ente si insistette p e r sapere da lu i quello che anche lu i non poteva dire. D opo l ’attesa di qualche m inuto com inciarono a venire i detenu ti di tu tte le a ltre celle, i quali fu rono sch ierati nel fondo dell’a trio con no i davanti. Si attese ancora circa m ezz’ora nel p iù tragico silenzio m en tre a ltr i addetti a ll’ufficio so­praggiungevano a rm ati d i m itra e di rifle tto ri. F inalm ente venne il K och in persona coll’Avv. T rinca, col D ott. T ela ed altri. Egli d ich ia ­rò che gli erano sta ti rich iesti venti de tenu ti p e r una rappresaglia , p e r l’uccisione del P re fe tto M anganiello , m a che egli si era rifiu ta to asse­rendo di aver già dato la p aro la che non ci avrebbe consegnato in a t­tesa che si svolgessero tra tta tiv e d i distensione coi p a r titi e che qu indi egli m anteneva la paro la . Avvertiva però , che qualsiasi ten tativo di evasione o aggressione alla sua persona avrebbe po rta to a ll’im m ediata uccisione di tu tti quanti. In d i fum m o r ip o rta ti nelle celle.

G ianpietro Pogliani, G uglielm o Gislandi, N ardin i A lessandro

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A.