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Le Indicazioni per il curricolo 2012Le Indicazioni per il curricolo 2012
Alcune riflessioni da ri-condividereprima di avviare le azioni di formazione e ricercaformazione e ricerca
Ascoli Piceno 18 novembre 2013
A cura di Mariella Spinosi
Prima questionePrima questione: ma le Indicazioni : ma le Indicazioni servono davvero agli studenti?servono davvero agli studenti?
� Che tipo di rapporto hanno con la realtà che le scuole vivono quotidianamente?
� Non saranno un po’ sbilanciati sul dover essere, sulle teorie…
Non saranno per caso un po’ troppo ottocenteschi: � Non saranno per caso un po’ troppo ottocenteschi: premesse, finalità, belle parole, buoni intenzioni…
� Come si fa a coniugare le Indicazioni non tanto con il curricolo, ma piuttosto con una buona programmazione in classe?
� Non si rischia l’inflazione a risentire sempre le stesse cose? E quindi di rendere inutile l’impegno formativo?
Seconda questioneSeconda questione: è necessario che tutti : è necessario che tutti gli insegnanti si formino sulle indicazioni?gli insegnanti si formino sulle indicazioni?
� No, perché la formazione è un diritto, ma non un obbligo.
� No, perché comunque si tratta di un documento che, tutto sommato, rientra nella cultura della nostra scuola (buona pedagogia, buoni principi, linguaggio condiviso…), non c’è bisogno di un trattamento particolare.
� Sì, perché costituisce un obbligo istituzionale rientrando le � Sì, perché costituisce un obbligo istituzionale rientrando le Indicazioni tra le responsabilità a livello nazionale.
� Sì, perché è importante capire cosa c’è di nuovo e di diverso da applicare.
� No, perché essendo Indicazioni e non programmi, non rappresentano un obbligo: non vanno applicate, ma interpretate.
� Sì, perché al di fuori di tutto le Indicazioni possono aiutare a migliorare la professionalità e quindi i risultati di apprendimento.
Soffermiamoci subito sulla seconda Soffermiamoci subito sulla seconda questione: questione: la formazionela formazione
� È obbligatoria
� È facoltativa
� È obbligatoria se preventivamente accettata dagli insegnantiinsegnanti
� Dipende dalle delibere dei collegi
� Dipende dai temi oggetto di formazione
� Dipende dal carisma/volontà/professionalità del dirigente
A rigor di A rigor di legge…legge…
� Dall’obbligo al diritto� Sentenza del Consiglio di stato
(n. 1425 del 23 marzo 2007)
� Lo stato dell’arte� Lo stato dell’arte
Qualcosa è cambiato?Qualcosa è cambiato?
� Legge 8 novembre 2013, n. 128(ex DL104 del 12 sett. 2013) in vigore dall’12 novembre 2013
Sentenza del Consiglio di Sentenza del Consiglio di Stato Stato (n. 1425 del 23 marzo 2007) (n. 1425 del 23 marzo 2007)
Sembra riproporre l’obbligo alla formazione.
Essa, infatti, rigettando il ricorso di un docente di
scuola media che aveva visto il suo stipendio
decurtato di 4 ore di lavoro, a causa della sua
assenza ingiustificata ad un corso di
aggiornamento, proposto dalla sua scuola,
sostiene che l'aggiornamento è un "obbligo di
servizio" in quanto "diritto funzionale al
raggiungimento di uno scopo".
MotivazioniMotivazioni� Essa fa riferimento al comma 1 dell'articolo 65 del
contratto (2006-2009, sottoscritto il 29 novembre 2007):
"alle istituzioni scolastiche (…) compete la programmazione delle iniziative di formazione (…) funzionali al POF“.funzionali al POF“.
� Ma anche al comma 1 del successivo art. 66:
“… è dovere del Collegio dei docenti deliberare il piano annuale delle attività di aggiornamento secondo gli obiettivi del POF. In tal modo l'aggiornamento diverrebbe obbligatorio per tutti.
Eccezioni: autoaggiornamento, Eccezioni: autoaggiornamento, ma…ma…
� “È fatto salvo il diritto all'autoaggiornamento,
� che comunque deve rientrare � che comunque deve rientrare negli obiettivi del POF, non potendo essere rimesso alle discrezionali scelte ed interessi dei singoli docenti".
Qualcosa si Qualcosa si muove…muove…
Legge 8 novembre 2013, n. 128(ex DL104 del 12 sett. 2013) in vigore dall’12 novembre 2013
“… è autorizzata per l’anno 2014 la spesa “… è autorizzata per l’anno 2014 la spesa di euro 10 milioni, oltre alle risorse previste nell’ambito di finanziamenti di programmi europei e internazionali, per attività di formazione e aggiornamento obbligatori del personale scolastico”
Professionalità e cura della professionalitàProfessionalità e cura della professionalità
� Basta una buona legge per migliorare tout court la qualità professionale della nostra scuola?
� Perché, a parità di norme di riferimento, in alcune realtà ci sono ottimi modelli professionali ed in altre invece no?
� Da che cosa dipendono i risultati degli apprendimenti � Da che cosa dipendono i risultati degli apprendimenti degli studenti che vengono rilevati a livello nazionale ed internazionale? (Esempio: risultati regione Marche)
� Di chi è la responsabilità della cura professionale?◦ le policies◦ le istituzioni in senso generale◦ il dirigente scolastico◦ i docenti
Trovare un sistema realistico per Trovare un sistema realistico per formarsi e migliorareformarsi e migliorare
Non si può realisticamente immaginare che Non si può realisticamente immaginare che l’intero “esercito” dei docenti si mobiliti l’intero “esercito” dei docenti si mobiliti l’intero “esercito” dei docenti si mobiliti l’intero “esercito” dei docenti si mobiliti all’unisono al suono delle Indicazioniall’unisono al suono delle Indicazioni
Bisogna immaginare, invece, che ci siano Bisogna immaginare, invece, che ci siano forme diverse di impegno professionale e forme diverse di impegno professionale e che nessuno si sottragga ad esseche nessuno si sottragga ad esse
Servono professionisti seri che:Servono professionisti seri che:•• siano siano pienamente dentro i processipienamente dentro i processi•• siano responsabili e consapevoli del proprio siano responsabili e consapevoli del proprio
comportamento professionalecomportamento professionale
Mariella Spinosi
Alla scuola non servono poche eccellenze e Alla scuola non servono poche eccellenze e neanche una massa indistinta di operatori neanche una massa indistinta di operatori ((modello call center))
500 × 390 -golfedombre.blogspot.com
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comportamento professionalecomportamento professionale•• sappiano che dalla professionalità deriva:sappiano che dalla professionalità deriva:
–– la qualità della scuolala qualità della scuola–– la capacità di apprendere dei la capacità di apprendere dei
ragazziragazzi–– un contributo alle possibili un contributo alle possibili
soluzioni dei problemi del soluzioni dei problemi del nostro Paesenostro Paese
Si parla di capitale professionaleTeaching like a pro: in Professional capital [Fullan e Hargreaves]
NonNon rappresentarappresenta ilil bravobravo insegnanteinsegnante “solitario“solitario””oo l’insiemel’insieme didi tantetante docentidocenti monade,monade, mama
Mariella Spinosi
Serve la consapevolezza che gli Serve la consapevolezza che gli insegnanti costituiscono il vero capitaleinsegnanti costituiscono il vero capitale
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oo l’insiemel’insieme didi tantetante docentidocenti monade,monade, mamarappresentarappresenta unauna visionevisione cheche sisi esercitaesercitaattraversoattraverso unauna “comunità“comunità professionale”professionale”
ÈÈ unun combinatocombinato didi tretre fattorifattori::
�� IlIl capitalecapitale umanoumano
�� IlIl capitalecapitale socialesociale
�� IlIl capitalecapitale decisionaledecisionale
Il capitale umanoIl capitale umano
È costituito dalle conoscenze e competenze delle singole persone: sono gli insegnanti che conoscono e sanno insegnare bene la propria disciplina
Implica il possesso di sapere
Mariella Spinosi
Il termine risale agli anni agli anni Sessanta ed è stato coniatodall’economista Schultz
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Implica il possesso di sapere scientifico acquisito con una formazione specialistica e una rigorosa selezione d’ingresso
Significa anche saper comprendere l’influenza dei fattori familiari, sociali e culturali
Il capitale socialeIl capitale sociale
Si costruisce nelle relazioni con le persone: le conoscenze e le competenze aumentano perché ci si confronta con quelle delle altre persone. I comportamenti sono forgiati più dai gruppi che dai singoli.
Una scuola che lavora in maniera coesa e collegiale
Mariella Spinosi
È stato coniato da sociologi: Bourdieu, Coleman, Putman. Essi hanno osservato che le reti sociali hanno un grosso effetto sulla produttività
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Una scuola che lavora in maniera coesa e collegiale rende molto di più di una scuola che ha spiccati talenti isolati
Il successo di qualsiasi innovazione scolastica è determinato dal capitale sociale che si sviluppa all’interno di ogni scuola e nel rapporto con l’esterno
Le società che hanno bassi livelli di capitale sociale hanno alti livelli di disuguaglianze economiche
Il capitale decisionaleIl capitale decisionale
È la capacità di esercitare la discrezionalità per superare i problemi
È il saper valutare insieme ai colleghi le diverse situazioni e prendere decisioni conseguenti
Mariella Spinosi
Secondo Fullan ed Hargreaves significa saper prendere decisioni in contesti complessi e nelle situazioni problematiche
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situazioni e prendere decisioni conseguenti
è il saper guardare oltre le evidenze, oltre le prove e i dati
Ma è anche la capacità di leggere ed interpretare la realtà e di prendere le decisioni conseguenti
Il capitale professionaleIl capitale professionale
No alla collegialità ritualistica, burocratica e standardizzata
Sì all’investimento sulle relazioni e sulle collaborazioni generose
Mariella Spinosi
Come collegialità informale e generosa significa:
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È la chiamata in causa dello scopo morale ed etico della professione
È l’uso della rete e del digitale (perché favorisce la relazione e rende più generosi)
C’è arricchimento collettivo quando si mettono le conoscenze dei singoli a disposizione di tutti
Una scuola non può migliorare Una scuola non può migliorare se non c’è capitale professionalese non c’è capitale professionale
�di percorsi formatividi mettere alla prova le competenze
Mariella Spinosi
Professionisti non si nasce, ma si diventaProfessionisti non si nasce, ma si diventa. .
E E per diventarlo abbiamo bisogno:per diventarlo abbiamo bisogno:
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di percorsi formativi�di mettere alla prova le competenze�di poterle orientare e riorientare�di supportarle con una serie di strategie
– formazione– gratificazioni – incentivi (soprattutto intrinseci
Quale formazione possibile per le Indicazioni per il curricolo?
Ritorniamo quindi alla formazione Ritorniamo quindi alla formazione per le nuove Indicazioniper le nuove Indicazioni
Quale formazione possibile per le Quale formazione possibile per le Indicazioni per il curricolo?Indicazioni per il curricolo?
� Primo livello: conoscere il documento, capire perché è stato modificato, scoprire le valenze, contestualizzarlo …
� Secondo livello: approfondire le singole parti, � Secondo livello: approfondire le singole parti, specialmente le discipline, attraverso diverse tipologie di interventi (gruppi di studio, presenza esperti, richieste consulenziali, applicazioni mirate in classe, ecc.).
� Terzo livello: avviare percorsi di ricerca-azione su temi disciplinari e/o trasversali (comunque sempre nell’ottica dell’integrazione dei saperi)
Ripartiamo dalla prima questioneRipartiamo dalla prima questione
Ma le Indicazioni servono davvero agli studenti?
Riprendiamo il filo del discorso
Ci sono elementi di continuitàCi sono elementi di continuità
� Rappresentano un valore che fonda ulteriormente la buona pedagogia…buona pedagogia…
Oppure costituiscono una ulteriore occasione di stanchezza, disattenzione, inflazione?
Gli elementi di “continuità” del Gli elementi di “continuità” del documento nazionale documento nazionale
� L’impianto generale (si è partiti dal documento del 2007)
� La premessa� Le responsabilità di tutti i soggetti interessati� Le responsabilità di tutti i soggetti interessati
• Le finalità, gli obiettivi le competenze, intese quest’ultime, come traguardi di sviluppo
I pro e i contro delle continuitàI pro e i contro delle continuità
� Una premessa dal sapore rassicurante, ma all’interno di un paesaggio educativo che si è fatto più complesso e accidentato
� Lessico pedagogico familiare (ambiente di apprendimento, valore formativo delle discipline, valutazione formativa, “campi di esperienza, didattica valutazione formativa, “campi di esperienza, didattica laboratoriale, gestione della classe, operatività…), è un modo per ritrovare le radici, ma forse non questo lessico non crea più dissonanza cognitiva
� Curricolo verticale, se ne parla da anni, ma con risultati non sempre soddisfacenti, rischia di diventare un mantra
I pro e i contro delle continuitàI pro e i contro delle continuità
Ariosità narrativa, avvicina le Indicazioni ai programmi didattici del 900, piuttosto che ai curricoli essenziali post-moderni (modello europeo), ma molti però reclamano concretezza, essenzialità, scelte precise, indicazioni di priorità. Forse, sono ancora troppe le 88 indicazioni di priorità. Forse, sono ancora troppe le 88 pagine del testo delle Indicazioni
Tutte le potenzialità del documento rischiano di essere annullate dalle pesanti condizioni in cui versa il “curricolo reale”.
Le novità del documento nazionaleLe novità del documento nazionale
� Inserimento delle finalità generali (funzione della scuola, quadro delle competenze chiave, ) e del profilo dello studentestudente
� Arricchimento e precisazioni nella parte relativa all’organizzazione del curricolo (valutazione, certificazione delle competenze, inclusione, comunità educativa e professionale, cittadinanza)
� Indubbio miglioramento delle Indicazioni per l’infanzia con una parte dedicata al passaggio alla scuola primaria.
Le novità del documento nazionaleLe novità del documento nazionale
� Il riferimento alla Costituzione
Superamento delle aree disciplinari� Superamento delle aree disciplinari
� Maggiore accuratezza del quadro generale delle discipline
� Essenzializzazione e migliore definizione degli obiettivi e dei traguardi di sviluppo delle competenze
In sintesi, cosa troviamo nelle 88 In sintesi, cosa troviamo nelle 88 pagine delle nuove Indicazioni?pagine delle nuove Indicazioni?
Semplice pista per orientarsi Semplice pista per orientarsi
1. Una buona pedagogia (30 pagine circa)(30 pagine circa)
2. Tante esemplificazioni (45 pagine circa)
3. Alcune prescrizioni (15 pagine circa)
La buona pedagogiaLa buona pedagogia
1. la struttura narrativa della premessa (centralità della persona, il nuovo umanesimo)persona, il nuovo umanesimo)
2. le finalità generali (riferimenti all’Europa, alla Costituzione, il profilo dello studente…)
3. l’organizzazione del curricolo, l’inclusione, la cittadinanza, la comunità educativa, professionale, l’ambiente di apprendimento, l’alfabetizzazione culturale, le premesse generali alle discipline…
E E ancora…ancora…
4. le introduzioni ad ogni singola disciplina
5. l’approccio ecologico della scuola dell’infanzia
6. il riferimento costante alla costruzione dell’ambiente di apprendimento
Tutto ciò è in grado di “ricaricare le pile” nella stagione pedagogica delle “passioni tristi”?
Ragioniamo sulle Ragioniamo sulle prescrizioniprescrizioni
� Sono i traguardi di competenza e si trovano evidenziati in riquadri lungo trovano evidenziati in riquadri lungo tutto il testo.
� Rappresentano la bussola di riferimento su cui costruire le concrete scelte di lavoro
Le caratteristiche Le caratteristiche dei traguardidei traguardi
� Sono riferite a scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di I grado, attraverso una scansione progressiva e coerente (la traccia del curricolo verticale).
� Sono incardinati nelle discipline e, all'inizio del percorso, nei � Sono incardinati nelle discipline e, all'inizio del percorso, nei campi di esperienza.
� Nella loro plasticità richiamano l'idea di un processo aperto, di un percorso personale verso traguardi comuni, che valorizza la progressione di ciascuno.
� L'ancoraggio alle competenze ci ricorda che si deve promuovere un apprendimento dinamico, costruttivo, non inerte, capace di mettere in moto processi operativi, cognitivi, riflessivi e di sostenere motivazioni e atteggiamenti.
E gli obiettivi? Sono E gli obiettivi? Sono buone esemplificazionibuone esemplificazioni
� Sono i tantissimi obiettivi che fanno bella
mostra di sé nella parte “disciplinare” delle mostra di sé nella parte “disciplinare” delle
Indicazioni.
� Sono esemplificazioni autorevoli ma aperte
ad interpretazioni, scelte,
contestualizzazioni, da parte di ogni scuola
Un esempio: la parte Un esempio: la parte riferita alle scienzeriferita alle scienze
� Non si tratta di insegnare una successione
di contenuti, ma di scegliere temi “basilari”, di contenuti, ma di scegliere temi “basilari”,
casi esemplari, con un forte aggancio
all'esperienza, in una logica di
progettazione verticale e distesa.
Mar
iella
Spi
nosiPer sintetizzare 10 regole Per sintetizzare 10 regole dorodoro… per
poter parlare di curricolo 1. Colleghiamo il traguardo di competenze con
gli obiettivi disciplinari
2. Affiniamo gli strumenti per rilevare le competenze
3. Stabiliamo le relazioni tra le competenze nelle
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3. Stabiliamo le relazioni tra le competenze nelle varie discipline
4. Applichiamo strategie efficaci per una buona osservazione degli studenti
5. Colleghiamo, all’interno di un’azione, più apprendimenti
Mar
iella
Spi
nosiPer sintetizzare 10 regole Per sintetizzare 10 regole dorodoro… per
poter parlare di curricolo 6. Affiniamo le modalità per costruire una
cultura autovalutativa dello studente
7. Diamo valore all’eterovalutazione
8. Aiutiamo i docenti a riflettere sui propri comportamenti e ad autovalutarsi
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comportamenti e ad autovalutarsi
9. Impariamo a costruire contesti di apprendimento sempre più adeguati
10.Arriviamo a considerare la Ricerca-Azione come la modalità più efficace e più semplice di “fare scuola”
Vignetta di Massimo Cavezzali
Mariella Spinosi
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