...parole e pratica, ICHI-NYO

Comprendere l’AIKIDO vuol dire conoscere la sua struttura e la sua forma.

Per struttura intendo come è composto.

Se fosse un albero, le radici sarebbero il grande lavoro sul corpo, la sua formazione, la

precisione dei movimenti, la comprensione dello Spazio e del Tempo; il tronco, la parte più

importante dell’albero, quella che sostiene il peso dei rami, concentra e sviluppa il lavoro fatto

alla radice attraverso uno studio approfondito sulle tecniche corpo a corpo, l’esercizio

zelante e la possibilità di affinare la precisione del combattimento e la percezione della

dinamica; infine, nella chioma, formata dalle ramificazioni e dalle foglie, risiede la libertà

espressiva del nostro IO. Se il lavoro e lo studio sono stati intensi, coerenti e

rispettosi, i rami saranno floridi; in caso contrario i rami saranno spogli e nodosi.

Per Forma invece, intendo capire cosa significa Arte Marziale e Arte di Vita.

Come alle radici dell’albero corrisponde lo sviluppo della pianta, in quelle della

Forma sta il combattimento puro (quello autentico, frutto di allenamento e studio

ed attraverso cui conquistare una vittoria durante una competizione) o la lotta

(il combattimento basato su esperienza e comprensione della forza meccanica atto

a vincere l’avversario); lungo il tronco risiede l’Arte Marziale, ovvero la visione del

combattimento che va oltre la finalità, ma che è un’espressione individuale dello

studio proseguito nel corso della vita; dai rami e dalle foglie scaturisce l’Intuizione.

Essa è uno stato sublime della mente che va oltre l’espressione marziale.

Una mente illuminata è in grado di affrontare un combattimento senza

combattere, è in grado di fondersi con il Respiro della Natura.

Una mente illuminata irradia Amore ed elide la volontà di recare male.

Affermo dunque, che l’AIKIDO è Sì un’efficace Arte Marziale, ma è anche

una Religione che NON è una religione, che insegna all’uomo l’Arte della PACE.

IL MIO ALLENAMENTO È LA MIA RELIGIONE.

LA MIA RICERCA È LA MIA RAGIONE.

Germano Tacconelli