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so espositivo comprende una vera primizia della sua giovinezza, presen- tato a pochi mesi dalla sua apparizione, una Cacciata dei mercanti dal tempio, che rivela un ar- tista in difficoltà con le prove di figura, ma già sicuro nella costruzione spaziale e compositiva, un’Adorazione dei Magi, iconograficamente – ed è spesso la particolarità iconografica uno dei tratti dell’invenzione dal- pontiana - singolare per la presenza anche dei pastori. Il disegno del Louvre per un ciclo di af- freschi del 1537, mai esposto, segnala il mo- mento di conoscenza da parte di Jacopo della pit- tura di Pordenone e at- traverso di lui della pit- tura michelangiolesca, che avrà il suo momento più alto negli affreschi e nella pala di Cittadella. Le successive opere ripercorrono la prima e seconda maniera dell’ar- tista, secondo la lettura data dal suo maggiore biografo, GianBattista Verci (1775), ai cambia- menti stilistici di Jacopo Bassano e viene intro- dotta la sua terza manie- ra. È un cammino inizia- to all’insegna del natura- lismo, continuato in no- me di un manierismo esasperato, accompa- gnato da una cartella ri- colma di incisioni, di Dürer, Tiziano, Raffaello, Beham, Schiavone, Michelangelo, Parmigia- nino, che forniscono al- l’artista gli strumenti per acquisire linguaggi di- versi da lui trasformati attraverso il particolaris- simo uso del colore e del- la luce, fino al supera- mento della stilizzazione manierista verso un nuovo naturalismo. Tutto il gruppo successi- vo di opere in prestito, quelle comprese tra il 1545 ed il 1558, vengono ad integrare superba- mente il già ricchissimo percorso museale, che attorno a queste date ta- ce. L’Andata al Calvario della collezione Christie a Glyndenbourne e il Riposo nella Fuga in Egitto della Pinacoteca Ambrosiana, accostati, rappresentano un mo- mento assolutamente unico per comprendere i modi del manierismo dell’artista, che in Jacopo Bassano assume modi decisamente pro- pri, nel colore che tende a sfaldarsi e nella luce, che crea la rotondità dei corpi e ricompone la for- ma. La stessa strada lo porta poco dopo a recu- perare il reale in uno dei molti “naturalismi” che costellano il suo percor- so artistico. È il caso ben esemplificato nei Due bracchi del Louvre, im- mediatamente successi- vo alle due opere sopra- citate, assoluto capola- voro mai esposto in Italia, e nel più tardo (1563) San Girolamo del- le Gallerie dell’Accade- mia di Venezia, il cui confronto con il naturali- smo iniziale del pittore offre possibilità di lettura chiarificatrici della parti- colarità del Bassano nel panorama artistico vene- to di quegli anni, tra Tiziano e il primo Tintoretto. La prosecu- zione del percorso, che vede Jacopo lavorare sulle potenzialità della luce, nella sua funzione di totale assorbimento della forma, vede nell’Adorazione dei magi del Barber Institute di Birmingham un momen- to di assoluto godimento della qualità della pittu- ra dell’artista. Un piccolo capitolo a parte, non presente nelle collezioni museali della città, è co- stituito dalla ritrattistica dell’artista che vede nel Ritratto di cardinale del Museo di Budapest, defi- nitivamente riconosciuto come il cardinale Pietro Bembo, e nel Ritratto di senatore veneziano dei Musei di Berlino due mo- menti fondamentali tra gli anni ’40 e gli anni ’60 per comprendere l’alta qualità introspettiva del- la ritrattistica dell’arti- sta, assolutamente sco- nosciuta a confronto con la più nota produzione di Tiziano e Veronese. Ma è con le opere a cavallo tra il sesto e il settimo de- cennio, il San Cristoforo dell’Avana, eseguita per la chiesa di San Cristoforo a Murano, la Madonna col Bambino e San Giovannino, dalla collezione Spencer ora nelle collezioni della Banca Popolare di Vicenza, la pala di Enego che si potrà apprezzare, accanto alla stupefacen- te Pentecoste del museo, la superba qualità della pittura di tocco di Jacopo Bassano. Un cenno a parte va dedicato al progetto di comunicazione della mo- stra che ha voluto tra- sporre in linguaggio pubblicitario il senso dell’esposizione. Il key vi- sual di un occhio che ci guarda ed il titolo che parafrasa una conside- razione critica di Marco Boschini(1660) riferita alla capacità realistica di Jacopo Bassano, arte co- me “de l’ochio virtuosi ingani”, vogliono allude- re al concetto di visita museale rovesciata in un cambio di prospettiva, per cui è Jacopo a guar- dare il suo pubblico, ad incuriosirlo, a invitarlo alla scoperta della sua arte. Info. 0424/522235 www.museobassano.it Se amo, per me non ci sarà l’inferno. Josemarìa Escrivà fondatore dell’Opus Dei BASSANO D. G. (VI) L’esatta data di nascita di Jacopo Bassano non è documentata dalle fonti archivistiche, indagate dall’Ottocento ad oggi, mentre le fonti a stampa più antiche concordano con una certa unanimità sulla data 1510 quale anno di nascita dell’arti- sta. La pubblicazione del libro dei conti della bot- tega dalpontiana ha con- sentito di documentare la prima attività di Jacopo Bassano con la massima precisione: egli compare quale “fiolo del…maistro Francesco” infatti nell’ottobre 1528 a Valstagna, ed un anno dopo, il 25 ottobre del 1529 a Cartigliano. La sua collaborazione con il padre è perfettamente ri- conoscibile nel Presepe di Valstagna completato nell’ottobre del 1528. È difficile pensare ad un suo intervento pittorico in età anteriore ai 14/15 anni e ciò consente even- tualmente un avanza- mento di tre, quattro an- ni rispetto al 1510 indi- cato dalle fonti bassane- si. Le celebrazioni del quinto centenario dalla nascita dell’artista ten- gono pertanto conto di questi ed altri elementi, ipotizzando la data di nascita tra il 1510 ed il 1513 e collocandosi di conseguenza tra il 2010 e il 2013. La mostra Jacopo Bassano e lo splendido inganno del- l’occhio allestita fino al 13 giugno si pone come un vero e proprio omag- gio all’artista, un regalo di compleanno che la cit- tà fa al suo più grande artista. Espone quindici dipinti ed un disegno del pittore, provenienti da collezioni pubbliche e private europee ed extra- europee, selezionati tra i capolavori non esposti in occasione della mostra del 1992-1993, apparte- nenti alla produzione giovanile e della maturi- tà dell’artista, all’interno del percorso dedicato al pittore in Museo, in un rapporto continuo tra esposizione temporanea e collezione permanente. La scelta di privilegiare nei prestiti opere com- prese tra il 1533 e il 1565 costituisce la pre- messa alle celebrazioni (inverno 2012-2013) che illustreranno la produ- zione della tarda maturi- tà e vecchiaia per intro- durre l’attività dei figli Francesco e Leandro, nonché Giovanni Batti- sta, Girolamo e la botte- ga, anch’essi ampiamen- te rappresentati in Museo, nelle chiese bas- sanesi città e del territo- rio circostante. Il percor- DI GIULIANA ERICANI DIRETTORE MUSEO CIVICO BASSANO DEL GRAPPA APRILE / GIUGNO 2010 ANNO XIV - Numero 54 Jacopo da Ponte Al Museo Civico di Bassano del Grappa - Fino al 13 giugno IN QUESTO NUMERO IMPOSTE & CULTURA PAG . 3 ESITI INTERNAZIONALI NELLE ASTE PAG . 4 UNA GALLERIA VIRTUALE PAG . 5 LE LITOGRAFIE DI CHAGALL PAG . 7 MANLIO MALABOTTA PAG . 8-9 INSERTO OPERE DARTE RUBATE METAMORFOSI DEL PECCATO PAG . 11 SI FA TANTO PER PARLARE PAG . 13 IN GIRO PER MOSTRE PAG . 15 SETTIMANA DELLA CULTURA 16 - 25 APRILE 2010 LIBRERIA ANTIQUARIA E MODERNA ACHILLE MISAN Trieste - Piazza Vecchia, 4 - Tel. 040.638525 Nuovo sito e nuova mail: www.libreriachille.com - [email protected]

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so espositivo comprendeuna vera primizia dellasua giovinezza, presen-tato a pochi mesi dallasua apparizione, unaCacciata dei mercanti daltempio, che rivela un ar-tista in difficoltà con leprove di figura, ma giàsicuro nella costruzionespaziale e compositiva,un’Adorazione dei Magi,iconograficamente – ed èspesso la particolaritàiconografica uno deitratti dell’invenzione dal-pontiana - singolare perla presenza anche deipastori. Il disegno delLouvre per un ciclo di af-freschi del 1537, maiesposto, segnala il mo-mento di conoscenza daparte di Jacopo della pit-tura di Pordenone e at-traverso di lui della pit-tura michelangiolesca,che avrà il suo momentopiù alto negli affreschi enella pala di Cittadella.

Le successive opereripercorrono la prima e

seconda maniera dell’ar-tista, secondo la letturadata dal suo maggiorebiografo, GianBattistaVerci (1775), ai cambia-menti stilistici di JacopoBassano e viene intro-dotta la sua terza manie-ra. È un cammino inizia-to all’insegna del natura-lismo, continuato in no-me di un manierismoesasperato, accompa-gnato da una cartella ri-colma di incisioni, diDürer, Tiziano, Raffaello,Beham, Schiavone,Michelangelo, Parmigia-nino, che forniscono al-l’artista gli strumenti peracquisire linguaggi di-versi da lui trasformatiattraverso il particolaris-simo uso del colore e del-la luce, fino al supera-mento della stilizzazionemanierista verso unnuovo naturalismo.Tutto il gruppo successi-vo di opere in prestito,quelle comprese tra il1545 ed il 1558, vengono

ad integrare superba-mente il già ricchissimopercorso museale, cheattorno a queste date ta-ce. L’Andata al Calvariodella collezione Christiea Glyndenbourne e ilRiposo nella Fuga inEgitto della PinacotecaAmbrosiana, accostati,rappresentano un mo-mento assolutamenteunico per comprendere imodi del manierismodell’artista, che inJacopo Bassano assumemodi decisamente pro-pri, nel colore che tendea sfaldarsi e nella luce,che crea la rotondità deicorpi e ricompone la for-ma. La stessa strada loporta poco dopo a recu-perare il reale in uno deimolti “naturalismi” checostellano il suo percor-so artistico. È il caso benesemplificato nei Duebracchi del Louvre, im-mediatamente successi-vo alle due opere sopra-citate, assoluto capola-voro mai esposto inItalia, e nel più tardo(1563) San Girolamo del-le Gallerie dell’Accade-mia di Venezia, il cuiconfronto con il naturali-smo iniziale del pittoreoffre possibilità di letturachiarificatrici della parti-colarità del Bassano nelpanorama artistico vene-to di quegli anni, traTiziano e il primoTintoretto. La prosecu-zione del percorso, chevede Jacopo lavoraresulle potenzialità dellaluce, nella sua funzionedi totale assorbimentodella forma, vedenell’Adorazione dei magidel Barber Institute diBirmingham un momen-to di assoluto godimentodella qualità della pittu-ra dell’artista. Un piccolocapitolo a parte, nonpresente nelle collezionimuseali della città, è co-stituito dalla ritrattistica

dell’artista che vede nelRitratto di cardinale delMuseo di Budapest, defi-nitivamente riconosciutocome il cardinale PietroBembo, e nel Ritratto disenatore veneziano deiMusei di Berlino due mo-menti fondamentali tragli anni ’40 e gli anni ’60per comprendere l’altaqualità introspettiva del-la ritrattistica dell’arti-sta, assolutamente sco-nosciuta a confronto conla più nota produzione diTiziano e Veronese. Ma ècon le opere a cavallo trail sesto e il settimo de-cennio, il San Cristoforodell’Avana, eseguita perla chiesa di SanCristoforo a Murano, laMadonna col Bambino eSan Giovannino, dallacollezione Spencer oranelle collezioni dellaBanca Popolare diVicenza, la pala di Enegoche si potrà apprezzare,accanto alla stupefacen-te Pentecoste del museo,la superba qualità dellapittura di tocco diJacopo Bassano.

Un cenno a parte vadedicato al progetto dicomunicazione della mo-stra che ha voluto tra-sporre in linguaggiopubblicitario il sensodell’esposizione. Il key vi-sual di un occhio che ciguarda ed il titolo cheparafrasa una conside-razione critica di MarcoBoschini(1660) riferitaalla capacità realistica diJacopo Bassano, arte co-me “de l’ochio virtuosiingani”, vogliono allude-re al concetto di visitamuseale rovesciata in uncambio di prospettiva,per cui è Jacopo a guar-dare il suo pubblico, adincuriosirlo, a invitarloalla scoperta della suaarte.

Info. 0424/522235www.museobassano.it

Se amo, per me non ci sarà l’inferno. Josemarìa Escrivà fondatore dell’Opus Dei

BASSANO D. G. (VI)L’esatta data di nascitadi Jacopo Bassano non èdocumentata dalle fontiarchivistiche, indagatedall’Ottocento ad oggi,mentre le fonti a stampapiù antiche concordanocon una certa unanimitàsulla data 1510 qualeanno di nascita dell’arti-sta.

La pubblicazione dellibro dei conti della bot-tega dalpontiana ha con-sentito di documentarela prima attività diJacopo Bassano con lamassima precisione: eglicompare quale “fiolodel…maistro Francesco”infatti nell’ottobre 1528a Valstagna, ed un annodopo, il 25 ottobre del1529 a Cartigliano. Lasua collaborazione con ilpadre è perfettamente ri-conoscibile nel Presepedi Valstagna completatonell’ottobre del 1528. Èdifficile pensare ad unsuo intervento pittoricoin età anteriore ai 14/15anni e ciò consente even-tualmente un avanza-mento di tre, quattro an-ni rispetto al 1510 indi-cato dalle fonti bassane-si.

Le celebrazioni delquinto centenario dallanascita dell’artista ten-gono pertanto conto diquesti ed altri elementi,

ipotizzando la data dinascita tra il 1510 ed il1513 e collocandosi diconseguenza tra il 2010e il 2013. La mostraJacopo Bassano e losplendido inganno del-l’occhio allestita fino al13 giugno si pone comeun vero e proprio omag-gio all’artista, un regalodi compleanno che la cit-tà fa al suo più grandeartista. Espone quindicidipinti ed un disegno delpittore, provenienti dacollezioni pubbliche eprivate europee ed extra-europee, selezionati tra icapolavori non esposti inoccasione della mostradel 1992-1993, apparte-nenti alla produzionegiovanile e della maturi-tà dell’artista, all’internodel percorso dedicato alpittore in Museo, in unrapporto continuo traesposizione temporaneae collezione permanente.La scelta di privilegiarenei prestiti opere com-prese tra il 1533 e il1565 costituisce la pre-messa alle celebrazioni(inverno 2012-2013) cheillustreranno la produ-zione della tarda maturi-tà e vecchiaia per intro-durre l’attività dei figliFrancesco e Leandro,nonché Giovanni Batti-sta, Girolamo e la botte-ga, anch’essi ampiamen-te rappresentati inMuseo, nelle chiese bas-sanesi città e del territo-rio circostante. Il percor-

DI GIULIANA ERICANIDIRETTOREMUSEO CIVICO

BASSANO DEL GRAPPA

APRILE / GIUGNO 2010ANNO XIV - Numero 54

Jacopo da PonteAl Museo Civico di Bassano del Grappa - Fino al 13 giugno

IN QUESTO NUMEROIMPOSTE & CULTURA PAG. 3

ESITI INTERNAZIONALI NELLE ASTE PAG. 4

UNA GALLERIA VIRTUALE PAG. 5

LE LITOGRAFIE DI CHAGALL PAG. 7

MANLIO MALABOTTA PAG. 8-9

INSERTO OPERE D’ARTE RUBATE

METAMORFOSI DEL PECCATO PAG. 11

SI FA TANTO PER PARLARE PAG. 13

IN GIRO PER MOSTRE PAG. 15

SETTIMANA

DELLA CULTURA

16 - 25 APRILE 2010

LIBRERIA ANTIQUARIA E MODERNA ACHILLE MISANTrieste - Piazza Vecchia, 4 - Tel. 040.638525

Nuovo sito e nuova mail: www.libreriachille.com - [email protected]

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IL MASSIMILIANOAPRILE - GIUGNO 2010 3

DI SANDRO APAVICE QUESTORE AGGIUNTO

POLIZIA DI STATOTRIESTE

[email protected]

dendo anche la possibi-lità che opere urgenti dimantenimento o re-stauro vengano effet-tuate coattivamente acarico del proprietariorenitente, ma si trattadi casi piuttosto ecce-zionali che, proprio perla loro sporadicità e perl’evidente pericolo diperdita o danneggia-mento irreparabile ditestimonianze di Storiao di Arte o di civiltà, nonrappresentano una so-luzione ordinaria perl’esigenza di manteni-mento di tali beni.

In linea generale, ildiritto di proprietà è ri-conosciuto – e costitu-zionalmente garantito –perché è consideratodal legislatore uno stru-mento di libertà dal bi-sogno ed una base perl’autonomia economicadelle persone: esso èdunque strumento perottenere un vantaggio enon una condanna a si-tuazioni svantaggiose.

È certamente veroche la proprietà com-porta anche oneri, comequalsiasi altra situazio-ne di vantaggio; e lastessa Costituzionemenziona anche la“funzione sociale” dellaproprietà: taluni che sirifanno a teorie marxi-stiche la vedono solocome possibilità di com-primere la situazionedel proprietario fin qua-si a snaturarla, se non asopprimerla (l’ipotesiche costoro menziona-no subito, quasi comeriflesso pavloviano, è lapossibilità dell’espro-prio per pubblica utili-tà); ma essa, la funzionesociale, andrebbe piùcorrettamente conside-rata per quella che real-mente è, ossia, per unverso, attitudine a mi-gliorare l’economia, di-rettamente del singoloed indirettamente delcorpo sociale, e, per al-tro verso, come quel

Per anni lo Stato, inuna visione molto ac-centratrice ma piutto-sto miope delle sue pre-rogative, ha preteso diavere una sorta di mo-nopolio sui beni artisti-ci, storici e culturali, daun lato acquisendone ilpiù possibile la proprie-tà, nella supposizioneche quei beni, sottrattialle mutevoli ed impre-vedibili intenzioni deiprivati, fossero nellesue mani più sicuri, ilche non si è dimostratosempre vero; e dall’altroimpegnandosi a custo-dirli e a tenerli disponi-bili per il pubblico, laqual cosa per anni si èrivelata ancor meno ve-ra.

Certamente, la pro-prietà di beni culturali èun onere di proporzionienormi e gravose, per-ché comporta costi perla custodia e la manu-tenzione di opere o og-getti di rilevante pregioche, alla particolare fra-gilità connessa alla loroetà, aggiungono specifi-che esigenze manuten-tive e di restauro bendiverse e molto superio-ri rispetto a quelle ri-chieste dai manufatticontemporanei e di uti-lizzazione corrente, sen-za, oltre tutto, assicura-re un ritorno economicosufficiente dal lorosfruttamento.

È difficile pretendereche il privato, proprie-tario di alcuno di talibeni, possa sempre sob-barcarsi ai costi del loromantenimento: il Codi-ce dei Beni Culturali, dicui in passato su questepagine è stata data am-pia illustrazione, ha im-posto alcuni obblighivolti a tutelare l’integri-tà dei beni stessi, preve-

complesso di oneri chepossono talora incom-bere al proprietario inrelazione al genere dicosa posseduta quandoquesta abbia attitudinea soddisfare, oltre leesigenze del titolare,anche quelle di una piùvasta cerchia di sogget-ti.

Com’è appunto il ca-so dei beni storici o arti-stici la cui utilizzazioneper i loro fini originarispetta a chi li possieda,mentre il loro valore ditestimonianza del pas-sato o dell’eccellenzadell’ingegno umano èpatrimonio della collet-tività e va parimenti tu-telato, seppure in diver-sa forma.

Rendendosi dunqueconto che il privato nonnecessariamente rap-presenta un pericoloper i beni culturali, lacui integrità e destina-zione d’uso sono tutela-te con gli strumenti pre-visti dal Codice dei BeniCulturali, ma ne puòcostituire un elementodi salvaguardia e di pro-mozione della correttafruizione, sollevando loStato da tali compititroppo gravosi per lesue spesso inadeguatestrutture pubbliche, illegislatore ha introdottoda qualche anno alcuneagevolazioni di caratte-re fiscale per incorag-giare questa forma diaiuto alla cultura, allastoria ed all’arte.

Si tratta di detrazio-ni concernenti l’impostasul reddito, relative alleerogazioni liberali in da-naro a favore di enti, as-sociazioni, organizza-zioni riconosciute dalMinistero per i BeniCulturali ed Ambienta-li, e finalizzate alla ma-nutenzione o al restau-ro dei beni culturali oalle attività di sostegnoad essi collegate, comelo studio, la ricerca,l’acquisto o la cataloga-

zione. La norma, risa-lente all’anno 2000 (leg-ge n. 342), più volte ri-formulata ed aggiorna-ta, ha ora trovato la suaultima sistemazionenell’art. 15 del D.P.R.22.12.1986 n. 917 “Te-sto Unico delle Impostesui redditi” (T.U.I.R.),che alla lettera h) ha in-cluso tali erogazioni fragli oneri detraibili in se-de di dichiarazione deiredditi.

Beneficiari di tali do-nazioni, esclusivamentepecuniarie, possono es-sere lo Stato stesso, at-traverso quelli dei suoiorgani centrali o perife-rici che a qualsiasi tito-lo si occupano di benistorici, artistici o cultu-rali, le Regioni, gli entilocali territoriali (Pro-vince, Comuni, Cameredi Commercio), enti oistituzioni pubbliche oanche organizzazionimeno stabili, come co-mitati (forma associati-ve di breve durata e fi-nalità limitate) purchécostituiti con decretodel Ministro per iBBCCAA, o fondazioni oassociazioni senza finidi lucro operanti in que-sto settore.

Non è indispensabileche la somma erogataabbia finalità specifi-che, ossia che serva afinanziare singole ope-razioni o attività svoltenei confronti di deter-minati beni, ma bastache siano indirizzate asoggetti che svolgonoun certo tipo di azioneconnessa alla tutela deibeni culturali, nel sensotuttavia ampio che daltesto della legge stessasi evince.

L’elencazione, pro-prio perché sufficiente-mente vasta, deve rite-nersi esaustiva e nonmeramente esemplifica-tiva: la natura stessadella norma, di caratte-re fiscale e riguardanteeccezioni parziali all’ob-

bligo generale di pagarele imposte, non tollere-rebbe alcuna possibilitàdi lasciare una materiacosì delicata e così pre-gna di interessi, soprat-tutto economici, alla di-screzione dell’interpre-te.

Essa include l’acqui-sto di tutti i beni rien-tranti nella definizioneche ne dà il Codice deiBeni Culturali e, fra leopere d’arte architetto-niche, plastiche o pitto-riche, sia quelle anticheche quelle nuove desti-nate all’incremento dicollezioni esistenti o al-l’arredo di luoghi o edi-fici di pubblico interes-se. Oltre all’acquisto,dànno luogo al dirittoalla detrazione la ma-nutenzione, la protezio-ne (ossia la predisposi-zione di apparecchiatu-re o apparati volti a sal-vaguardare l’integritàdell’oggetto) ed il re-stauro.

A queste attività, chehanno diretta attinenzacon i beni in argomento,il legislatore ne affiancaanche altre che, purnon incidendo diretta-mente su di essi, ne co-stituiscono tuttavia uncompletamento ai finidella fruizione: l’orga-nizzazione di mostre edesposizioni di rilevanteinteresse scientifico eculturale anche ai finididattico-promozionali,ivi compresi gli studi, lericerche, la documenta-zione e la catalogazionee le pubblicazioni.

Come si può vedere,tutte cose strettamenteconnesse con l’argo-mento, ampiamentegiustificabili sotto ilprofilo logico; non sfug-girà, tuttavia una sto-natura, nel dettato legi-slativo, che, preciso edesauriente nell’elenca-zione, all’evidente finedi fornire un criterio og-gettivo per l’individua-zione certa di ciò che

dà luogo ai benefici fi-scali, vanifica in partequesta lucida oggettivi-tà introducendo un cri-terio vago e soggettivocon la precisazione con-cernente il “rilevante in-teresse scientifico e cul-turale” che devono ave-re le esposizioni: da chie come tale interessedovrebbe essere accer-tato e qual è il livello dirilevanza che esso do-vrebbe avere?

Nessun criterio è in-dicato.

È pur vero, peraltro,che, ad evitar sorprese,tali manifestazioni de-vono ottenere l’autoriz-zazione ministeriale,che include anche l’ap-provazione delle previ-sioni di spesa ed il con-to consuntivo: solo leerogazioni volte a finan-ziare quelle attività so-no ammesse a detrazio-ne.

La legge precisa an-che che le donazioni afavore delle associazionisono sottoposte a verifi-ca sulla correttezza delloro impiego e, se perqualunque motivo nonpotessero essere utiliz-zate per il fine al qualeerano state effettuate,confluiscono in un fon-do da utilizzare per lemedesime attività cul-turali previste per l’an-no successivo.

Coloro che, invece,non per spirito di libe-ralità, ma per precisoobbligo di legge, hannodovuto sostenere i costidi opere di manutenzio-ne, protezione o restau-ro di beni vincolati dalla“dichiarazione” di inte-resse storico-artistico,possono anche lorofruire delle detrazioni fi-scali per la parte dei co-sti effettivamente sop-portata e debitamentedocumentata da unacertificazione rilasciatadalla Sovrintendenza aiBBCCAA competenteper territorio.

Imposte & Cultura:Un accordo possibile

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Marco RicciPaesaggio di montagnacon mulinoDisegno, acquerellocm. 30,3 x 45Londra, 8 luglio 2009Euro 18.500

Giuseppe BernardinoBisonNave che affondacon mare in tempesta

Disegno, acquerellocm. 32 x 45Londra, 8 luglio 2009Euro 8.200

CanalettoCapriccio con chiesaa cupola e figureDisegno, acquerellocm. 13,4 x 23,7Londra,7 luglio 2009Euro 70.000

Giovanni BattistaPiranesiTesta virlecon studi di figuraDisegno, acquerellocm. 23,5 x 17New York,28 gennaio 2009Euro 75.700

Carlo CarloniAllegoria della DiligenzaDisegno, acquerellocm. 23,6 x 17,7Parigi,25 marzo 2009Euro 10.000

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IL MASSIMILIANO

DI FRANCESCO GRIMALDI

APRILE - GIUGNO 2010

ta per volta) che organiz-za, oltre alle attività sulWeb, eventi culturaliinterdisciplinari (mostre,presentazioni di libri,conferenze, dibattiti,campagne informative disensibilizzazione su temidi rilevanza culturale,sociale e ambientale).

La Via

Tra le proposte dellawebcommunity d’arte epoesia Anforah il pro-gramma interdisciplina-re La Via, in risposta allalettera di Giovanni PaoloII agli artisti (libro,mostra d’arte con com-mentari, videoclip,ca-lendario 2010,progetto scolastico mul-tilivello gratuito, tesiaccademica diFrancesco Mignacca -http://www.anforah.artenetwork.net/lavia/lavia.htm) è sicuramente trale attività più significati-ve realizzate.

A partire, infatti,dalla Lettera del PapaGiovanni Paolo II agliArtisti (Libreria EditriceVaticana -1999) i creati-vi di Anforah hanno ela-borato un percorso mul-timediale che, ponendol’Arte quale essenza

Fondata da FedeleBoffoli, Eraldo e AndreaDi Vita - per il recuperodel valore dell’Arte e lapromozione dei nuovitalenti artistici, è attivasul Web dall’anno 2004.

Sono, attualmente,trentadue le mostred’arte e letteratura visi-bili al suo interno, alcu-ne corredate con opereartistico-letterarie scari-cabili, progetti scolasticimultilivello (applicati,con successo in variescuole d’Italia), videoclipe calendari d’arte.Centinaia e centinaia dipubblicazioni, a livellolocale e nazionale, testi-moniano le attivitàespressive ed espositivedi Anforah (pittura, foto-grafia, fototeatro dida-scalico, video, illustra-zione, poesia, prosa…).

La galleria promuovel’Arte quale strumentouniversale e sovratem-porale disponibile edoperativo per l’umanità,sovraordinato a formereligiose, ideologiche,filosofiche, scientifiche…Il progetto Anforah èrappresentato dal sim-bolo ermetico dell’Anfo-ra, che evoca (per la suaparticolare forma di sin-tesi sessuale) l’incontrodel Maschile con ilFemminile, del Conte-nitore col Contenuto,con rimando alla sinte-si-congiunzione di tutti ireciproci manifestati:Esterno-Interno…

“Abbiamo eletto ilsimbolo dell’anfora - rife-riscono gli artisti diAnforah - quale emblemadi raccolta e custodiadella vita. Tutto è conte-nuto o evocato nell’anfo-ra del mondo: sostanza,significato, memoria uni-versale scolpita neltempo.”

Anforah è ancheun’associazione di fatto(aperta ad eventuali col-laborazioni, valutate vol-

misteriosa centrale etrasversale a ognilinguaggio costituito,mira al recupero deivalori tradizionali e me-tatemporali nel Con-temporaneo.

“Anche se i tempicambiano, e con essimode e tendenze, - scri-

ve il fondatore diAnforah - le realtà primee ultime dell’Essererestano immutate, comeanche l’intero ciclo signi-ficativo della vita e dellamorte, caratterizzato daisuoi vari passaggi diforma.

L’Arte, come ben

sapeva il Santo Wojtyla,dà testimonianza delsignificato intimo e uni-versale delle cose e delleazioni, aiutandoci a com-prendere più a fondo noistessi e il mondo”.

Il progetto, ufficializ-zato per la prima voltanell’ambito del FestivalInternazionale TriestePoesia (2007) e tuttoraattivo, vanta moltepliciadesioni tra artisti eintellettuali di variogenere (poeti, pittori,illustratori, fotografi,critici, letterati…), èaperto a continue formedi collaborazione: comeun treno che viaggiandoverso la consapevolezza,lascia - lungo il percorso -salire e scendere tutticoloro che ne manifesta-no l’esigenza...

Notevoli, fino a que-sto momento, sono statigli attestati di riconosci-mento, rivolti all’iniziati-va, da parte di autorevo-li e competenti autoritàed enti in materia:Mons. Gianfranco Ra-vasi (Ministro dellaCultura Vaticano), Card.Stanislaw Dziwisz (giàsegretario particolare diGiovanni Paolo II eArcivescovo di Cracovia),Mons. Slawomir Oder(postulatore della causa

di beatificazione di PapaW o j t y l a ) , M o n s .Giampaolo Crepaldi(Vescovo di Trieste),prof. Vittorio Messori(giornalista e scrittore),Curia Arcivescovile diBari, le Paginedell’Avvenire…

Le Storiedell’Onda

Le Storie dell’Onda(Anforah Edizioni - feb-braio 2010, pagine103), sono disponi-bili e scaricabili libe’ra-mente all’indirizzohttp://www.fedeleboffoli.itpdf/storieonda.pdf.

Le sei particolarifavole, create per amoredel Mare e legate al pro-getto scolastico multili-vello Maremetamare(www.anforah.artenet-work.net/maremetama-re/maremetamare.htm),legate a importantivalori/aspetti della vita(Barcolandia: Speranza;Vento e Vele: Il Viaggio;Onda: Il Dono; Vele nelVento: Il Sogno; Eroeper Sempre: Il Corag-gio; Ama: L’Amore), bensi presentano con lepoetiche parole chefanno da prefazionestessa all’opera:

“[...] La vita del-l’umanità è indissolu-bilmente legata al mare,al suo affascinantemistero, al suo intra-montabile immaginarioricco di personaggi e leg-gende, alla sua forzavivificatrice e creativatalvolta, nostro malgra-do, così tragicamentedevastante. Per la gentemarina (ma non sola-mente) il mare è, senzatroppe spiegazioni, al dilà di ogni forma e capa-cità narrativa.

Ciò che è non si puòtrasporre ma vivere econtemplare nel prezio-so silenzio o, semmai,provare ad evocare con ilinguaggi dell’arte.

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La Madonna delle Anfore di Rosalba Farecchia,60x80, acrilico su tela, 2010

www.anforah.artenetwork.netUna webgalleria di poesia e immagine

Si è spento all’età di 87 anni.

Affetto acquisito ha scrittoper “Il Massimiliano”fin dalla nascita del periodico.

Molto ha pubblicato nella sua vitafin da quando iniziò a collaborarecon “L’Uomo Qualunque” fondatonel 1944 da Guglielmo Giannini.

Molto ha scritto, hanno scrittoe sicuramente ancora si scriveràsu di lui.

Liberale agnostico,uomo apertoe sempre desiderosodi conoscere.

Illustratore, pittore, scultore,scrittore…

Venne deportato nel lagerdi Muhldorf da dove riuscìa fuggire…

Mentre scrivo la Risieradi San Sabba ospitauna sua grande mostra.

Lo ricorderò vicinoe mai volgare anche se mi hainsegnato un’unica parolaccia:

- Cazzo boia! -

Quasi un suggerimento,per riflettere… (F.L.)

GIOVANNI TALLERInon c’è più

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Prima di vendere o comperare un quadrolo fai stimare dal Tuo perito

o ti accontenti della stima del tuo interlocutore?

generart.it rileva e fornisce telefonicamente dal mercato nazionaleed internazionale i più recenti esiti di vendita di un determinato artista,

pittore o scultore che sia e di qualunque epoca.Di solito basta una telefonata di qualche minuto

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IL MASSIMILIANO

DI DANIELA [email protected]

APRILE - GIUGNO 2010

dell’opera dell’artisto. Inparticolare, la litografiarappresenta da solal’80% dei lotti venduti. Ilcatalogo ragionato dedi-cato all’artista presentaalmeno 1000 litografie.Ogni anno il numero diopere vendute all’astaoscilla tra 500 e 1000. Ilprezzo medioper una litogra-fia non eccede i2500 euro maraccolte com-plete possonosuperare i100,000 euro.Il record è rap-presentato dauna litografiadella serie“Dafne e Cloe”,ispirata a unodei capisaldidella letteratu-ra classica (fig.1). Questa seriedi quarantaduelitografie fustampata inun’edizione li-mitata di ses-santa stampeda Teriade ed è stata bat-tuta all’asta per la cifrarecord di 700,000 sterli-ne (circa 840.000 euro)presso la sede londinesedi Sotheby’s il 30 giugno1992. Un’altra serie mol-to importante è quelladelle “Notti Arabe”, unaserie di litografie realiz-zate da Marc Chagallsulla base di favole per-siane e arabe (fig. 2). Nel1941 l’artista lascia la

LONDRA MarcChagall nasce in un pic-colo paese russo(Viterbesk) nel 1887.Dopo gli studi aSanpietroburgo, si tra-sferisce a Parigi nel1910, da sempre affasci-nato dalla stimolante vi-ta culturale e artisticadella capitale francese.Rifugiatosi negli StatiUniti, vi lavora negli annidel nazismo, fino al ritor-no in Francia.

La sua vena artisticaha interessato pressochéogni medium: dipinti, li-bri illustrati, vetrate arti-stiche, ceramiche, tessu-ti e stampe artistiche.

Grazie alla sua stra-ordinaria prolificità,Marc Chagall è secondosolo a Pablo Picasso peril numero di opere ven-dute all’asta ogni anno.Il segmento più cospicuodel suo mercato è rap-presentato dalle opere sucarta che costituisconocirca il 90-95% del totaledi lotti venduti.

A Parigi Chagall hapartecipato allo sviluppostraordinario dell’artedella stampa all’inizio delXX secolo, dedicandosiparticolarmente alla lito-grafia e all’incisione.

I disegni e le stamped’artista in edizioni limi-tate rappresentano ilsegmento di mercato piùimportante nell’ambito

Francia alla volta degliStati Uniti e nel nuovomondo il suo amicoJaques Schiffrin lo invitaa realizzare un libro di li-tografie a colori. Si trattadi dodici litografie cherappresentano uno deicapolavori dell’opera gra-fica dell’artista, il primo

esperimento (riuscito su-perbamente) di litografiaa colori, la serie vince ilpremio per la miglioreopera grafica allaBiennale di Venezia nel1948.

Il mercato dellestampe artistiche rimaneun laboratorio ec-cezionale per l’indaginedel mercato dell’artista,poichè il settore può es-sere considerate il piùfluido del mercato. Datoche le stampe artistichesono realizzate in edi-zioni, è quasi semprepossibile ricostruire unastoria dei prezzi e quindiavere a disposizione unaquantità esaustiva di in-fomazioni e dati.

Nel 1993 Pesando,economista canadese, haapplicato il metodo dellacosiddetta “regressioneedonica” a un portfolio di28 artisti moderni tra cuiMarc Chagall, costruen-do un indice dei prezzi

per il periodo dal 1977 al1992. Le sue conclusionidicevano di un mercatoforte e stabile con unrendimento annuo pari acirca l’ 1.51%, ma nellostesso periodo le stampepiù rare e ricercatemostravano un anda-mento eccezionale, per-

mettendo un rendimentomedio annuo pari al3.02%.

Disegni e acquarellisono altrettanto comuninel mercato dell’artista. Ipiù ricercati sono quelliin cui riecheggiano im-magini mitologiche oscene bibliche. Per undisegno o un acquarellodi qualità il collezionistadovrà avere a disposizio-ne una cifra di almeno100000 euro. Le operepiù ricercate sono gli ac-quarelli di grande forma-to realizzati a Parigi tra il1910 e il 1914 e al suo ri-torno a Vitebsk tra il1914 e il 1917. La figura3 mostra l’indice dellestampe di Marc Chagalle dei disegni e acquarellidell’artista nel periodocompreso tra il 1993 e il2003. Considerando ladistribuzione geografica(fig. 4), gli Stati Uniti do-minano il mercato per leopere su carta di Marc

Chagall con quasi il 32%di lotti venduti e il 50%di fatturato. New York èla piazza ideale per leopere più ricercate e dipregio. Nel 2003 vi è sta-ta la vendita dell’ÂneRouge (1958-1959) per500,000 dollari america-ni (il prezzo più alto mai

realizzato perun’opera sucarta). Ma unv i v a c i s s i m omercato è pre-sente anche aLondra, Parigie in Germania.

La difficoltànel trovare ope-re di una certaimportanza had e t e r m i n a t ol’aumento deiprezzi, special-mente nel casodei disegni. Ilmercato dellestampe d’arti-sta è diverso: ladisponibi l i tànon è un pro-blema, datoche moltissime

stampe vengono venduteogni anno, poichè unatendenza dei collezionistidi multipli è quella divendere per poter acqui-sire nuove opere. I prezzidelle stampe sono digran lunga più stabili e,considerata la disponibi-lità, il mercato è moltopiù trasparente ed è piùfacile studiarne i prezzi.Le stampe, come mostrala figura 3, non sono sog-

gette all’oscillazione deiprezzi che invece interes-sa i pezzi “unici”.

Il collezionista, purconsapevole del fatto cheacquistare un maestrocome Marc Chagall equi-vale a scegliere di effet-tuare un investimentoimportante, dovrà co-munque esercitare pru-denza, rivolgersi a pro-fessionisti qualificati, inmodo da destreggiarsi almeglio nell’ampia gam-ma di scelte.

Ma, il consiglio pri-mario rimane quello discegliere sempre qualco-sa che si ami e che possapermettere un godimen-to estetico che possadavvero fare la differenzatra investire in arte e in-vestire nelle modalitàtradizionali. E le operesu carta di Marc Chagall,con la loro armonia diforme e colori, l’abilitànel disegno da una partee l’uso insuperabile delcolore dall’altra, rappre-sentano una possibilitàdi investimento interes-sante e alla portata ditutti.

Maestro dell’arte inci-soria e della litografia, harealizzato un numeroimportante di opere inedizioni molto estese chepossono essere acquista-te con poche centinaia dieuro, permettendo ad unampio pubblico di goderela fantasia, il brio e l’ar-monia del grande maestorusso.

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Fig. 2. Marc Chagall, litografiaa colori, dalla serie “Le NottiArabe”.Console di S. M. Britanica”,Venezia: dopo il 1744. Christie’sRoma, dic. 2003 Euro 91.760,00

Fig. 1. Marc Chagall, litografiaa colori, dalla serie “Dafne eCloe”, firmata e numerata

Fig. 3. Indice delle stampe (A) e indicedei disegni e acquarelli (B) per Marc Chagallnel periodo compreso tra il 1993 a il 2003

Fig. 4. Distribuzione geografica del mercatodelle opere su carta di Marc Chagall. Gli Stati Unitirappresentano da soli più del 50% del mercato

Le opere su carta di Marc ChagallArmonia di forme e colori per un investimento sicuro

AB

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IL MASSIMILIANO APRILE - GIUGNO 20108

Oggi il nomeMalabotta è ancoraimmediatamente asso-ciato alla straordinariacollezione di dipinti,disegni, incisioni diFilippo de Pisis approda-ta, ormai da più di undecennio, a Ferrara:patria – tanto amataquanto amara – del‘marchesin pittore’.Molte di quelle operehanno provenienzeimportantissime: laRosa sta buttando(1938) di Umberto Sabae i Pesci marci (1928) diGiovanni Comisso – perfare due esempi – rac-contano non solo dell’ar-tista e dei suoi illustriappassionati ma delNovecento in Italia. Tutticapolavori: Gladiolo ful-minato, La bottiglia tragi-ca, Quai Voltaire, Nudinorosa, La lepre diRomanelli, quel Gallettodai ‘calzini bianchi’ chede Pisis regalò all’amicaLolò Fini, scrivendo sulretro della tavoletta “Belgallo, gallo, gallo – divi-no settembre parigino –alla divina Leonor il suoPippo”.

Cardine della colle-zione Malabotta – tantoda finire sulla copertinadel catalogo dellamostra trevigiana del ’95– resta Allegro, dell’esta-te riminese del 1940,anch’esso già di Comis-so: il giovane dalla pellecolor cartone, contem-poraneo all’Aviatore sco-perto “hommage àFragonard” sempre anti-ca proprietà dello scrit-tore veneto, supera lasoglia del sempliceomaggio (e del ricordo diun incontro) per diven-tare ispirata creatura diun rinato Correggio,“non Allegro ma Allegri”

traccia il pittore a colpistenografici di pennello,quasi fosse il motto diun emblema appenaconiato. E, ancora, laRosa nella bottiglia, didieci anni dopo, sembraaver perduto l’aria e laluce dei cieli di piombodei quais parigini,

annullate dal neon dellaclinica di Villa Fiorita:un fiore, la vita dentrouna stretta bottiglia.

Della raccolta depisi-siana, costituitasi du-rante il secondo dopo-guerra nel Veneto, doveManlio Malabotta eserci-tava la professione nota-rile, e per più di un ven-tennio rimasta a Trieste,esiste un’ampia biblio-grafia specifica, conclu-sa – per il momento – dalcatalogo dell’esposizioneDe Pisis a Ferrara, avve-nuta nella primavera del2006. Dieci anni prima,al quarto piano delMuseo Revoltella, le

DI ENRICO LUCCHESE

GINO PARIN

opere di Filippo de Pisiserano state collocatevicino al resto della col-lezione, per una mostra,con annessa giornata distudi all’Auditorium delmuseo, unica. Allegronon lontano dallaCinesina di Bolaffio,Solitudine di Nathan e i

disegni di Carmelich ver-sus la terracotta Ofeliadi Arturo Martini, leopere su carta di GiorgioMorandi e Mino Mac-cari, le fotografie artisti-che dello stesso Mala-botta e alcuni dei volumidella biblioteca di viaFranca (su cui recente-mente ha scritto MarcoMenato), sembravano –e lo erano – i capitoli diuna biografia per imma-gini di una personalitàculturale d’eccezione. Isaggi a corredo del cata-logo Viaggio del ‘900. Lecollezioni di ManlioMalabotta hanno inizia-to a porre, finalmente, la

aggiornamento, liberoda ogni preconcetto,delle materie che eranopiù congeniali al giulia-no e sulle qualiMalabotta ebbe modo discrivere in modo lucido emodernissimo: dal sem-pre presente De Pisis (dicui pubblicò – nel 1969

– il catalogo dell’operagrafica e un carteggiocon Italo Svevo), agliartisti triestini cheapprezzò fin dalla giovi-nezza, dalla poesia dia-lettale e non, aglistudi sulle presenzein questa parte d’Ita-lia di Casanova, diWinckelmann, dei napo-leonidi e di Stendhal.Autore di componimentipoetici in vernacolo, rac-colti assieme nel 1990,ma anche di saggi erudi-ti, Manlio Malabotta fupure, in gioventù, origi-nale critico figurativo. Èin un testo di PatriziaFasolato, nel menziona-to catalogo del Revoltelladel ‘96, l’inizio dellariscoperta di Malabottapoco più che ventenne

articolista per testatenazionali e regionali,spunto che poi LorenzoNuovo ha sviluppato eapprofondito con rile-vanti risultati e riflessio-ni, per quanto riguardail periodo 1929-1935, inun volume per la Societàdi Minerva (2006).Partendo dall’importan-te regesto di Nuovo,emergono nette, dallepagine del “Popolo diTrieste” dedicate allevarie Biennali, Sindacalie Mostre Universitarie,le origini intellettuali diuna collezione – alloraforse neppure immagi-nata – e delle sue decisepredilezioni.

Sono gli anni dellibro di Malabotta suCarmelich, gli anni del-la sua collaborazio-ne a “Emporium”, “Ca-sabella”, “Il Selvaggio”,“L’Italiano”: foto e scrittiche trovano nelle operepoi collezionate tracce dicontiguità. In quellostesso periodo scrive diArturo Nathan: Solitudi-ne, adesso in mostra aPalazzo Strozzi tra MaxErnst, Balthus e Giorgiode Chirico, appartienealla collezione almenodal 1935, sintomo diuna conoscenza e di unacomprensione antiche.“Fantastico e reale” è ladefinizione che conia perNathan: un “pedina-mento estetico”, come siè avuto modo di direnella monografia sul pit-tore triestino da pocostampata per laFondazione CRTrieste,che colloca Malabotta eNathan in quel clima di“Realismo Magico” for-mulato in quegli annidai vari Franz Roh,Carlo Carrà, MassimoBontempelli. Un climanazionale e internazio-nale al tempo stesso,consono per gli “ItaloSvevo” dell’arte triestinatra anni Venti e Trenta:come Giorgio Carmelich,non più e non solo futu-

Le scelte di Manlio Malabotta (Trieste, Negli scritti giovanili di critica d’arte, nei volumi della ricca

Manlio Malabotta, Autoritratto fotografico. Trieste,Collezione Malabotta

giusta attenzione suimolteplici aspetti di untriestino che non puòessere considerato unsemplice collezionistad’arte.

Basti pensare ai circadodicimila volumi emanoscritti di Malabot-ta: testimonianza di sin-

golare complessità d’in-teressi che confermano,oltre a una personalevivacità intellettuale,una fitta rete di rapportiintercorsi con altri pro-tagonisti della culturanazionale del XIX secolo.I libri di Manlio, molticon dediche e prove-nienze illustri, parlanodi Comisso, Longanesi,Saba, Montale,Scheiwiller (solo per farealcuni nomi), dell’amoreper la storia antica emoderna di Trieste,dell’Istria e della Dal-mazia (specialmente perquei viaggiatori e avven-turieri che letteralmenteriscoprirono il fascino diqueste terre tra Sette eOttocento), di uncostante desiderio di

Filippo de Pisis, Ritratto di Allegro.Ferrara, Museo d'Arte Moderna e Contemporanea“Filippo de Pisis”, Collezione Malabotta

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IL MASSIMILIANOAPRILE - GIUGNO 2010 9

1907-1975) intellettuale e collezionistabiblioteca, nelle opere d’arte raccolte in una vita, nella pagina del Novecento

rista di provincia, macosciente poeta, neisognanti disegni praghe-si e nelle sperimentazio-ni fotografiche della col-lezione, di quella “immo-bilità terrestre, ispiratri-ce delle arti plastiche”annunciata da AlbertoSavinio.

Il 4 maggio del 1930,lo stesso del volume suCarmelich, il ventitreen-ne Manlio Malabottascrive, per il “Popolo diTrieste” in un articolosulla Biennale venezia-na, le prime osservazionisull’arte di Filippo dePisis: “ottimo nei suoiromantici paesaggi enelle nature morte ecaratteristico per lasemplificata foga di colo-ritore rapido, coerente eimpulsivo”. Ma è l’annoseguente, chiamato arecensire sullo stessoquotidiano (20 giugno’31) il piccolo volume diMario Solmi sul pittoreferrarese, che Malabottaconfessa l’origine dellapassione di una vitaintera: “Ho visto il primoquadro di Filippo dePisis - un vaso con fiori -parecchio tempo fa incasa del povero Fonda:erano stati molto amici,a Parigi. Mi piacque,allora; ma ancor più miconvinsi del valore del-l’artista vedendo all’ulti-ma Biennale venezianail suo «archeologo» e lenature morte marine”.Tramite dunque il fiu-mano Enrico Fonda,l’artista (oggi ingiusta-mente poco consideratodalla critica) morto nel1929 a Parigi imparen-tato e in corrispondenzacon Svevo, anch’egli -come Saba del resto - incontatto con il de Pisisfrancese, ManlioMalabotta impara aconoscere il “mirabilepresto” della pitturadepisisiana. Nello stessofrangente di tempo (giu-gno-luglio ’31), l’intellet-tuale triestino presiede il

comitato esecutivo (for-mato da Marcello Claris,Marcello Mascherini,Giuliano Britz e LucianoPosar) della Mostrad’Arte d’Avanguardia alGiardino Pubblico:un’occasione ecceziona-le per vedere appesi,nella sala centrale del

Padiglione Municipale,uno accanto all’altrodipinti di de Chirico,Funi, de Pisis, Sironi,Tosi, Salietti e PieroMarussig, unico triesti-no “troppo finora ignoto”nella sua città: maestriche – scrive Malabotta –“espongono, meno ilMarussig, a Trieste perla prima volta e la nostraGalleria d’arte «moder-na» nell’arte modernalascia troppo a desidera-re”. Solo negli anniseguenti, infatti, ilMuseo Revoltella potràacquisire alcune operedegli artisti appena cita-ti. De Chirico e de Pisisdominano l’esposizionee i pensieri moderni delgiovane Malabotta: “Ipittori, di cui ho parlato

finora, vivono tutti aMilano, mentre deChirico e de Pisis stannoambedue a Parigi. E l’at-mosfera parigina, arditae libera, si sente nelleloro opere. Sopratutto inquelle di Giorgio deChirico che nella metro-poli francese — faro del-

l’arte del nostro e delpassato secolo — hapotuto abbandonarsialle più sorprendentiavventure, alle esperien-ze più ardimentose.L’ambiente è uno dei piùimportanti coefficentidall’arte: se limitato laannienta, se aperto lasviluppa, la nutre.Influisce enormementesulla personalità dell’ar-tista, è il suo ossigenospirituale. Atmosferepovere, prive di elettrici-tà lasciano vivere i soli-tari, i chiusi in sé stessi,i lontani dalla realtàcotidiana, ma gli artistiesuberanti, di vita,irruenti e violenti nesono soprafatti, o se nevanno”. Questa è Parigi:è il titolo del libro, di cui

si conserva non casual-mente una copia pressola biblioteca Malabotta,uscito proprio nel 1931per le edizioni Ceschina,racconto del mito dellacittà francese attraversola penna di GiovanniComisso e le illustrazio-ni di Filippo de Pisis.

Oltre a de Pisis, pre-sente a Trieste con quat-tro opere, espongononelle sale della Mostrad’Arte d’Avanguardiaaltri due artisti, triestini,destinati a lasciarecapolavori nella collezio-ne Malabotta.

Di Vittorio Bolaffio,della sua “austeraforza”, Malabotta decidedi far esporre, unicocaso in una mostra daltaglio critico strettamen-te contemporaneo, undipinto – magnifico – del1913, la Cinesina:“Bolaffio precorse ilnostro tempo. Noi giova-ni siamo sbalorditi dallamodernità delle sue pit-ture più remote, di quel-le dell’anteguerra, esiamo portati ad ammet-tere e a giustificare ilsilenzio del pubblico edella critica sull’opera diquesto artista: il Bolaffiofu troppo violentementeinnovatore per esseraccettato.

Nel tempo in cui lasua arte sbocciò, si davaimportanza solo a certevuotissime bravure tec-

niche, ignorando il con-tenuto, l’essenza dellapittura: tra il deliraredella secessione e il fiac-co borbottìo degli ultimiimpressionisti, la purez-za e la costruttività delgoriziano, professate esostenute da lui solo,dovevano esser trascu-

rate e ignorate: non le siignora forse ancor oggi,mutati e sviluppati con-cetti sull’arte? Artistitriestini”. Nella Triested’inizio anni Trenta ope-rava pure Nathan, coluiche “ama rievocare sullesue tele un mondo anti-co, misterioso: cozzanoin esso due epoche, laclassica e la romantica,e si uniscono. Grava ilricordo di tempi lontani:frammenti di statue,rocchi di colonne, velie-ri, vapori e ruote agisco-no in paesaggi astratti,estatici. La coloriturasmorzata, irreale, con-tribuisce a rendere evi-dente l’intenzione meta-fisica dell’artista. Questipaesaggi sognanti rivela-no un temperamentoprofondo, sensibile,hanno un’anima parti-colare: e mi sembra checitare, come sempre sicita davanti al Nathan, ilde Chirico sia fuoriposto: pur ammettendoalcune volte contattipuramente rappresenta-tivi, non mi riesce discoprire un’unione spiri-

tuale tra i due. Il sensovigoroso, dispotico chedetermina il de Chiricoinvano lo si cercherebbenelle calme, solitariefigurazioni del triestino”.

L’importante distin-zione di Nathan dalcorso dechirichiano, dacui trae certo lemmi maper un parlare creativodiverso, introduceMalabotta alla descrizio-ne dell’opera espostaalla Mostra d’arted’Avanguardia, loScoglio incantato dipintoproprio nel 1931 e quasisubito donato dal pittoreal Museo Revoltella:“un’isoletta con un’enor-me, bianca testa di sta-tua classica, contro cuisi infrange un mare livi-do, agitato: più lontanoun veliero inclinato enello sfondo un’isolavulcanica col pennac-chio di fumo.Composizione strana,originale, desolata”. Lalucida sensibilità diMalabotta riesce a cat-turare l’incanto dellapittura di Nathan: unalibertà di approccio chespiega ulteriormente lascelta appassionata neiconfronti dell’arte di dePisis, altro singolareinterprete della poeticadel Novecento. Le delu-sioni del regime prima,la follia della guerra poichiuderanno una stagio-ne felice; nel ’44 Nathanmuore a Biberach, l’an-no dopo Filippo de Pisisesegue per GiovanniScheiwiller la Falena,gemma: il ricordo minu-to di colloqui sottili conla Metafisica, di accen-sioni sentimentali e pit-toriche su cui rimaneun’ombra di malinconi-ca bellezza. Di lì a poco,ormai verso la quaranti-na, Manlio Malabotta sitrasferisce aMontebelluna per la pro-fessione di notaio. Erafinito il tempo del critico,cominciava quello delcollezionista.

Vittorio Bolaffio, La Cinesina. Trieste,Collezione Malabotta

Giorgio Carmelich, Carnevale a Praga. Trieste,Collezione Malabotta

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DI ANNAMARIA [email protected]

dalla forza e dal destino.Enea è il protagoni-

sta e l’eroe per volere de-gli dei e la fortuna lo ac-compagnerà in tutti igiorni della vita, fugan-do, davanti ai suoi pas-si, pericoli e ostacoli.

Per Didone, invece, ègià dall’inizio una dura

lotta. Le uccidono il pa-dre e il giovane marito,Sicheo, al quale peramore giurerà di rima-nere sempre fedele finoalla morte. È costretta afuggire da Tiro e con du-re difficoltà arriva infine

La scena del quadroci appare già complicedegli eventi.

Didone, semplicenella sua maestà, guar-da con diffidenza quel-l’ospite inatteso. Anchel’amorino sembra per-plesso mentre, col ditinoin bocca, dà uno sguar-do a quel levantino chesi presenta come se in-vece di chiedere dovesseoffrire: “Sono qui eniente di meglio potevacapitarti”, sembra dire,mentre alle spalle si èportato Acate, l’amico escudiero che avrebbe ungiorno dato la vita perlui. Ma un fumo leggerocome di bianche nuvolesembra evocare un lon-tano arcano passato.

Questa tempera sutela di Felice Giani(1758-1823) doveva es-sere un bozzetto per de-gli affreschi, ma ha tuttele caratteristiche di unvero dipinto e una talesquisitezza nella compo-sizione da lasciare affa-scinati. Soprattutto daquella figura femminile,posta su di un massic-cio trono, in una posacosì aggraziata, da farlosembrare un morbidodivano. Rotoli e grandifogli fittamente scrittisono sparsi per terra,come se dalla sua parteci fosse l’eterna saggezzamentre dall’altra la vani-tà incombente, sorretta

sulle coste dell’Africa.Qui concorda con i nati-vi del luogo l’acquisto diun terreno ampio comela pelle di un bue, ma,con un intelligente rag-giro, fa tagliare la pellein strisce sottilissimeche bastino a circondaretutta la collina sul pro-

montorio di quella chesarà Cartagine.

Qua regnerà, casta efedele a una memoriainviolabile. Una donnaforte ed astuta, degna diessere una regina, magli dei hanno già deciso

che quell’uomo di frontea lei doveva prendersiun po’ di riposo su quel-le coste mediterraneedall’aria così dolce e pe-netrante, prima di conti-nuare il suo felice desti-no verso altri lidi testi-moni di storie gloriose.

Enea si siederà sul

trono di Cartagine dive-nendo l’amante e poi ilmarito della regina, maanche qui per volere delcaso. Didone infatti nonsoccombe subito al fa-scino del suo ospite, malotta con se stessa e con

i ricordi invocando quel-la determinazione cheinfine le verrà meno.Succede così che, in unabattuta di caccia, unaprovvidenziale tempestali costringe a ripararsi inun antro solitario, mes-so lì dagli dei, e la nottesarà complice degli

eventi, per quei due chesono sempre un uomo euna donna.

Didone ora è perfettanel suo ruolo e difesanell’intimità da una pre-senza forte anche se in-gannevole. Molti re in

passato avevano bussa-to alla sua porta per far-ne la loro sposa, semprecon noia rifiutati, in no-me della fedeltà a un ri-cordo più forte del pre-sente.

Virgilio la descrive,già prima del loro am-plesso, corrispondere al-l’amore di Enea in queiversi immortali :“Conosco i segni dell’an-tica fiamma”, come con-fesserà alla sorella

Ma cosa continua adescriverci questo qua-dro? Dietro ai protago-nisti c’è quel vapore leg-gero ma penetrante co-me la barriera dei ricor-di. Enea per un po’ li fu-gherà e lo si vede dalsuo incombere con legambe possenti e le po-derose spalle sotto unmaestoso copricapo,mentre Acate sembraquasi sfidare la regina inun moto di inconscia ge-losia. Ed ecco che l’uni-ca figura suggestiva-mente dignitosa rimanesempre quella femmini-le.

Può Didone essersiuccisa per quel levanti-no, che per volere diGiove Ammone la ab-bandonerà nel momentodel destino a lui favore-vole? Oppure, trovan-dosi di nuovo sola, dopol’addio se pur accoratodi Enea, è stato il fumolieve dei ricordi a chia-marla con la giovane vo-ce di un altro lontanoamore perduto?

IL MASSIMILIANO APRILE - GIUGNO 201010

Davanti al quadro

Enea e Acate davanti a Didone

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IL MASSIMILIANO

DI ROMANO SANCIN

APRILE - GIUGNO 2010

co-dinastica.Sia come sia, in ogni

epoca, intorno al Palazzood ai Palazzi si sono ado-perate schiere di fanciul-le e matrone con il mirag-gio di proventi, introvabi-li altrove. Mutano tempi ecostumi; scompaionoprecetti consacrati dallaconsuetudine e, con essi,i relativi pregiudizi e ta-bù.

Le parole ed i gesti,anche i più sguaiati e vol-gari, non ci turbano mi-nimamente.

Sono d’uso comunealla televisione, “Mater etMagistra” di tutti e pertutti.

I nostri sono tempivotati al precario ed al-l’eccessivo, nella sfera deisentimenti come nellapratica quotidiana.

Soltanto alcuni de-cenni fa, il prete, costret-to da uno stimolo fisiolo-gico, si assentava da unariunione, borbottandopudicamente, “naturapremit”.

Retaggio, alla lonta-na, di radicate censuresessuofobiche, latenti intutte le dottrine religiose.

Da un estremo all’al-tro. Oggi giornali e roto-calchi sono invasi da epi-sodi di cronaca nera, ric-camente documentati,con risvolti quasi sempresessuali, per il piacerecrudele di turbe assata-nate. È così che aumentala tiratura, specialmentedi testate specializzatenel “gossip”; fra l’altro lepiù richieste e vendute.

Comunque sia, delitti,scandali, atti di corruzio-ne, fatti veri o presunti dimalaffare, camorra o ma-fia sono così numerosi econtinui che l’opinionepubblica, alla fine, li as-sorbe, assimila e dimen-tica rapidamente, senzaneppure il tempo di far-sene una ragione.

E ad intorpidire almeglio la massa deglispettatori, ci pensano op-portunamente gli impa-

“Nihil sub sole no-vum”, recita l’Ecclesia-ste.

Da quando il mondo èmondo, le leve dell’agireindividuale sono semprestate il denaro e il sesso.

Due demoni che con-dizionano l’intera esi-stenza umana. È ben ve-ro che lo scorrere deltempo, le modificazioni ole scomparse di credi,culture, tradizioni ed ilsubentrare di altri nonhanno minimamente al-terato il primato di queidue ineluttabili padronidella nostra fragilità.

Mutano, e spesso dimolto, i modi di gestirli.

Nelle corti cintate de-gli antichi manieri “ori” e“schiavi”, di entrambi isessi, rappresentavano ilbottino più bramato edesibito dell’impresa diconquista.

Appannaggio assolutodel despota e delle suevoglie. Mentre moltitudi-ni di popolani, tormenta-ti, fra l’altro, dalle mede-sime smanie, sono co-stretti alla miseria ed al-l’inedia.

È dal Rinascimento ingiù che le corti si anima-no di personaggi femmi-nili sempre più intrigantie stimolanti, a fianco delprincipe, ricco e potente,ma anche più istruito eraffinato.

Alle inermi e sotto-messe schiave subentrala presenza di cortigianeleggendarie, spesso colte,talvolta anche prezioseispiratrici del “protettore”munifico.

Ma fu in Francia chele cortigiane o, meglio, le“favorite” del “Roi” assun-sero il ruolo indiscutibiledi prime donne della mo-narchia, per prestigio, vi-sibilità e tanto potere oc-culto, relegando ad unruolo subalterno vere re-gine, spesso insignifican-ti e spente, spose per me-ri obblighi di tutela politi-

reggiabili “notiziari” delTG1 e TG4.

Ci erudiscono sulladieta del Panda gigantedello zoo di Berlino e ciragguagliano, meticolo-samente sulle abitudinisessuali dell’alligatoredell’Amazzonia, trascu-rando, però, volentieri, di

documentarci su eventirilevanti che succedononel nostro paese. Sabato11 aprile 1953, vigilia diPasqua, il cadavere diWilma Montesi, una bellaragazza romana, vienetrovato sulla spiaggia diTorvajanica, una localitàbalneare non distante daRoma. Pur non essendochiare le cause della mor-te, il caso sembra desti-nato ad una rapida ar-chiviazione: un semplicemalore, un incidente, for-se un suicidio.

Nell’ottobre dello stes-so anno, un modesto set-timanale scandalistico,“Attualità”- non era statoancora inventato il “gos-sip”- riportò a galla la vi-cenda, attraverso un in-trico di sospetti e di accu-se. Da quel momentoscoppia “l’affareMontesi”, che coinvolgetutta l’Italia, diventandotanto il caso giudiziariodel secolo ma, soprattut-to, creando una paurosafaida politica ai vertici delpotere di allora.

Lo scandalo assunsedimensioni gigantesche,coinvolgendo, da vicino,un potente ex ministro,

prossimo a procurarsi la“leader ship” dellaDemocrazia Cristiana.

Il caso, sul qualestampa ed opinione pub-blica nazionale si sonodivise e combattute peroltre quattro anni, sichiuderà il 27 maggio1957, quando il

Tribunale di Veneziamanderà assolti, con for-mula piena, tutti i rinvia-ti a giudizio.

La morte di WilmaMontesi è rimasta un mi-stero. Ciò accadeva inItalia, più di cinquantaanni fa. Oggigiorno,eventi luttuosi del genereoccupano la stampa quo-tidiana per qualche gior-no appena; i rotocalchi,forse per un paio di setti-mane; alla televisione ru-bano non più di qualche“flash”, purché non solle-citino, per il coinvolgi-mento di personaggi bennoti, la “pruderie” nazio-nale.

Sul dramma dei“trans” coinvolti e scom-parsi nel fitto garbuglio“Marrazzo”, già da un po’è calato il silenzio.

Altri avvenimenti in-triganti e pruriginosistanno inquietando i ver-tici del potere politico e diquello economico, suo di-retto corollario ed ispira-tore.

Ed altri campeggianoall’orizzonte, adeguati aporre nell’oblio eventi cri-tici appena transitati.

Intorno a questo

mondo rutilante di opu-lenza e potenza, ma an-che di presenze ambigue,oscure e fatue, gravita unpiccolo universo di “veli-ne”, quasi tutte avvenen-ti, abbordabili e disponi-bili.

Con un’unica aspira-zione: quella di arricchir-si prestamente e facil-mente e, ove possibile, digarantirsi una duratura“panatica”, con unoscanno in qualche as-semblea pubblica. È unmezzo quest’ultimo, ve-nuto di moda di recente;da quando il potere curadi circondarsi di “leggia-dre” sembianze anchenell’“ambiente di lavoro”.

E si sta facendo fittala concorrenza delle“escort” (quale raffinatez-za!), ossia prostitute dirango. A prestazione av-venuta, a ristoro del “fa-vore” sessuale elargito, siaffacciano pretese di va-rio genere, quali: conces-sione di licenze edilizie,candidature “garantite” aseggi comunali, provin-ciali, regionali e, per le“performance” più riusci-te, qualche posticino daparlamentare.

Una gustosa “fellatio”,poi, può assicurare, per-sino, una poltrona mini-steriale.

Sul retroscena del fia-besco “Luna Park” da“Mille e una Notte”, ac-conciato per la corte deipotenti, si indovinano le-muri di burattinai orche-strati, in attesa di un tor-naconto. Spesso essistessi semplici ingranag-gi di un labirinto inestri-cabile del patrio malaffa-re. Alla stessa maniera,la “coorte” maschile diGoverno viene seleziona-ta fra i “famigli” più osse-quiosi; con l’eccezione diun paio di menti pensan-ti. È ciò che basta perreggere le sorti del paese.

Dal dopoguerra ingiù, ai tempi della vitupe-rata Prima Repubblica, il“laticlavio” e gli alti scan-

ni parlamentari si con-quistavano con lunghi eduri anni di oscura mili-tanza politica. La cultu-ra, poi, era un fattorepremiante nel successodi un uomo di governo.

Molti di coloro chehanno retto le sorti delpotere, pur di varia estra-zione politica, furono do-centi universitari, illustriclinici, umanisti, giuristi.Einaudi, Leone, Fanfani,Moro, Berlinguer,Spadolini, fra le persona-lità che balzano imme-diatamente alla memo-ria.

Le peculiarità ricorda-te e la dottrina degli uo-mini di quella stagionepolitica non hanno impe-dito che, alla fine deglianni “ottanta”, il “castel-lo” creato rovinasse mise-ramente, nella corruzio-ne e nel malaffare. Allora,lo scossone fu catastrofi-co e trascinò nel dirupoun’intera classe di “vitti-me” illustri.

Oggi, corruzione emalaffare, ancora, sono ipilastri portanti del nuo-vo Impero, sorto da quel-la luttuosa catarsi.

In un contesto degra-dato, nel perenne sospet-to di un occulto catalizza-tore mafioso, vegeta un“magma” di potere, aimargini della legalità.

Un potere o “regime”che si preoccupa, in par-ticolare, di coltivare e dif-fondere, attraverso i ca-nali più convincenti, co-me la Televisione, unanuova “cultura” nazional-popolare. Il che, in soldo-ni, significa: programmipiù scadenti sul piano in-tellettuale; critica e satirapolitiche poste al bando,o quasi; volgarità e pac-chianerie “ad libitum”;proliferazione di intratte-nimenti parademenziali,spalmati nelle ore dimaggior ascolto…Terreno fertilizzato per lacrescita di nuove genera-zioni di entusiastici “fa-migli”.

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Satrapi e cortigiane d’oggi

Metamorfosi del peccato

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IL MASSIMILIANO

DI MARCELLO [email protected]

APRILE - GIUGNO 2010

bliche, per le cosiddettepari opportunità, sono inrealtà rivolte a aiutareesclusivamente le citta-dine di sesso femminile.

Facciamo qualcheesempio pratico. Unacoppia che si sposa, oche decide di convivere emettere al mondo dei fi-gli, è di fatto, una societàfra due persone, che neltempo costruiscono erealizzano un progettocomune, solitamente fat-to di figli, una casa, lega-mi affettivi, soldi e quan-t’altro, il tutto regolato daapposite leggi, raccoltenel cosiddetto “diritto difamiglia”. Ma che succe-de quando la società siscioglie? Nel caso dellafamiglia succede che ungiudice stabilisce chidebba continuare a gode-re appieno dei frutti delprogetto portato avantiinsieme, e chi invecedebba rinunciarci.

In questo caso i “frut-ti” sono i figli in primoluogo, poi l’abitazione edeventualmente altri benimateriali. In oltre il 90%dei casi, accade che l’affi-damento dei figli, quindianche la patria potestà, ilpiacere di metterli a lettola sera, o di accompa-gnarli a scuola la matti-na, l’onere di educarli ela possibilità di spenderetempo con loro venga da-to in maniera esclusivaalla madre, in quantodonna e quindi tutelatadalla legge e dalla socie-tà, quindi è l’uomo a do-ver andarsene dalla casain cui viveva, anche se disua proprietà, a doverse-ne trovare un’altra, se cela fa economicamente, ea dover sottostare a unapesante restrizione delsuo diritto a avere unrapporto coi figli, rappor-to ridotto a poche ore set-timanali, due pomeriggi asettimana e un week endogni due di solito. Questonel caso in cui la donnasia una persona respon-sabile e con un senso diumanità, perché, e sonodecine di migliaia solo inItalia, spesso capita chela donna, pienamenteconsapevole dei privilegiche l’applicazione delleleggi gli concede, ne ap-profitti crudelmente, pervendetta, ricatto o inte-resse, nella totale indiffe-renza della società.

Allora abbiamo ricattidel tipo “dammi dei soldio non ti faccio vedere ituoi figli nemmeno quan-do stabilito dal giudice”oppure situazioni in cuilei si trasferisce in un’al-tra città o addirittura al-l’estero, senza che l’exmarito possa eccepirenulla, e altre situazioniodiose e umilianti.

È di poco tempo fa laprima sentenza di ungiudice che ha condan-nato a una multa, peral-tro lieve, una donna cheregolarmente impediva

ROMA. Si fa tantoparlare, e giustamente,dell’immagine della don-na nei media, la qualeinevitabilmente finisceper influenzare l’immagi-ne della donna nella so-cietà. Ma altrettanto sipotrebbe fare per le im-magini qui pubblicate.Sono tutte immaginitratte da cartelloni pub-blicitari e riviste, per lopiù di moda, quindi ma-teriale accessibile a tutti,bambini e bambine com-presi. Ora, certe immagi-ni, che propongono l’uo-mo sottomesso e umilia-to dalla donna, sarebbe-ro senz’altro più che le-gittime in ambiti sado-maso, e nessuno qui sisogna di giudicare i gustisessuali delle persone, seespressi col pieno con-senso di tutti i parteci-panti. Il punto è che que-sto tipo di immagini inve-ce, sono, come detto so-pra, accessibili a tutti,ma non si sente mai nes-suna voce levarsi percondannare il messaggioin esse contenuto.Perché?

Bella domanda. Io ri-tengo che tale atteggia-mento di normale accet-tazione dell’uomo deriso,umiliato, usato come og-getto ecc, da parte delledonne, sia solo la puntadell’iceberg. Per questotipo di atteggiamento èstato coniato un neologi-smo, “misandria” ovveroodio nei confronti delmaschio. Ma partiamodall’inizio.

A mio parere nella so-cietà occidentale di oggi,si è venuta a creare unasituazione di discrimina-zione nei confronti deicittadini di sesso ma-schile, inconsapevolmen-te accettata da tutti, maassolutamente dannosae irresponsabile, oltreche ingiusta.

L’aspetto più dram-matico e diffuso, anchese nel quasi assoluto si-lenzio dei media, è quellodei padri separati.Secondo i dati dell’ISTAT– EUROSTAT, in Europaogni anno, si suicidanoquasi 2000 padri separa-ti a seguito di patologiedepressive contratte perl’impossibilità di vedere ifigli, impossibilità arbi-trariamente messa in at-to dalle ex mogli e com-pagne, in barba allaCostituzione, alle dispo-sizioni dei tribunali inmateria di diritto di visitaai figli, e alle denuncepresentate da questi uo-mini, vittime della violen-za femminile, agli organicompetenti.

Ma perché accadetutto ciò? Perché le leggi,la loro applicazione e gliinterventi messi in cam-po in ambito sociale datutte le istituzioni pub-

all’ex marito di vedere ilfiglio. Parliamo della pri-ma sentenza del genere,mentre si sa che casi co-me questo sono diversemigliaia. Mettiamoci neipanni di un uomo qua-lunque, con uno stipen-dio normale, il quale sisepara dalla moglie, con

la quale conviveva maga-ri in una casa di sua pro-prietà insieme ai suoi fi-gli. È costretto ad andar-sene da casa sua, nel mi-gliore dei casi se ne puòpermettere un’altra, macon gli stipendi attuali emagari con un mutuo daonorare, mutuo contrat-to per acquistare la casain cui ora la sua ex risie-de da sola o con chi vuo-le lei, la possibilità è re-mota, allora torna a casadai genitori, condizionedi per se umiliante, mache consente alla ex mo-glie di far notare al giudi-ce che l’ex marito non ha,nella sua attuale abita-zione, una camera appo-sita per far dormire i figli,cosicché viene a mancareil diritto al pernottamen-to dei figli presso il padre,quel famoso week endogni due di cui sopra, ul-teriore riduzione del tem-po a disposizione peravere un rapporto coi fi-gli,

Ma c’è anche di peg-gio. Molti uomini nonhanno la possibilità ditornare dai genitori e conil mantenimento da pa-gare alla moglie e, giusta-mente ai figli non ce la

fanno a trovare un altroposto in cui stare, allorasuccede e succede a tan-tissimi uomini, di esserecostretti a dormire nellestazioni o negli aeroporti,come documentato dalcompianto Enzo Biagi,qualche anno fa, e da al-tri programmi televisivi

coraggiosi che hannoavuto il coraggio di sfida-re il tabù della condizio-ne dei padri separati.Anche in questo caso, ol-tre alle ovvie difficoltàeconomiche, ne sorgonoaltre, come detto primal’uomo si trova nell’im-possibilità di poter fardormire i figli presso dilui, quindi limitazione deldiritto al rapporto con lo-ro o l’umiliazione che ècostretto a subire per lecondizioni in cui vive, no-nostante sia una personache tutti i giorni va a la-vorare, e della quale ov-viamente si vergogna coni figli.

In sostanza quandouna coppia si separa lasituazione si complica,ma chi si trova costrettoa sobbarcarsi la maggiorparte delle difficoltà èl’uomo e senza che nem-meno gli venga ricono-sciuto il sacrificio checompie.

Ma certamente lo sta-to avrà pensato a qualco-sa per aiutare la figurasociale del padre separa-to, penserete voi, inveceno, almeno fino ad ora, ioho notizia solo dell’inten-zione del sindaco di

Roma Alemanno di crea-re la “casa del papà sepa-rato” un luogo con unaventina di mini apparta-menti in cui gli uominipossano trascorrere con ifigli le ore a loro conces-se, in un ambiente alme-no accettabile, franca-mente mi sembra pochi-no, visto che la Caritas,per esempio fa notare co-me il 70% dei nuovi pove-ri siano padri separati,che affollano le menseper i poveri, oberati comesono da doppie spese permantenere se stessi e leex mogli. Ma al peggionon c’è mai fine, infatticome accennato prima,le donne hanno tantissi-mi modi, tollerati dallalegge per infierire sui loroex.

Uno dei più odiosi è lafalsa accusa, ormai uti-lizzata come normalestrategia processuale, dadonne e avvocati senzascrupoli per ottenere ilmassimo dagli uominiche incappano nell’infer-no della separazione.

La giudice CarmenPugliese della procura diBergamo, ha fatto nota-re, all’apertura dell’annogiudiziario, come l’80%delle accuse mosse dalledonne ai loro mariti, nel-le cause di separazione,si siano poi rivelate false,ma intanto hanno porta-to tantissimi uomini incarcere con accuse infa-manti di pedofilia, abusie maltrattamenti, li han-no allontanati per forzadi cose dai loro figli, e gliabbiano rovinato la vita,e tutto ciò senza rischiper le donne, infatti an-che se condannate perfalse accuse, calunnie osimili la pena a cui vannoincontro è di pochi mesidi reclusione, che con lacondizionale non sconte-ranno mai, in pratica ri-schio zero, a fronte di an-ni di carcere ai danni de-gli uomini ingiustamenteaccusati.

Sulla stessa falsa rigasi sono mossi MariaSanahuja, giudice deca-no di Barcellona eFrancisco SerranoCastro, responsabile del-la settima corte di fami-glia di Siviglia, i qualihanno fatto notare comela legge contro la violenzadomestica, particolar-mente sessista nei con-fronti degli uomini, inSpagna abbia prodottodisastri sociali, dando al-le donne la possibilità diaccusare liberamente esenza riscontri chi megliopareva loro.

Lo stesso rischio, omeglio la stessa situazio-ne esiste in Italia e in tut-ti i paesi del mondo occi-dentale, ma anche inpaesi di altre aree delmondo, desiderosi di co-piarci in tutto, per esem-pio in India, dove la “do-mestic violence act”, lalegge sulla violenza do-

mestica è ora in fase diripensamento dopo cheanche lì le false accusehanno raggiunto puntedel 90%.

Qui da noi, la leggecontro le molestie ses-suali è stata in grado diribaltare la norma fonda-mentale di qualunque di-ritto, ovvero l’onere dellaprova, infatti, di solitosta all’accusa fornire leprove del presunto reato,ma nel caso della succi-tata legge non è così, in-fatti, è sufficiente che latestimonianza della “pre-sunta” vittima sia credi-bile perché l’imputatovenga condannato, edeventualmente sta a luifornire la prova della suainnocenza. In pratica ba-sta costruire una storiafalsa ma ben congegnataper mandare in galera unuomo, perché appare pa-lese che è impossibile di-mostrare la propria inno-cenza, immaginate, sesiete uomini ovviamente,di entrare in un ascenso-re o in una stanza, condentro solo una donna,basta che quella si mettaa urlare, si strappi un pòi vestiti, e attiri l’attenzio-ne, raccontando a chi ac-corre, di essere stata mo-lestata, ditemi come po-tete provare la vostra in-nocenza? Portando convoi 24 ore su 24 una vi-deocamera?

Per tornare all’argo-mento iniziale, i padri se-parati, ci si rende contoin sintesi di come la leggetuteli solo i soggetti disesso femminile, dimen-ticandosi di quelli di ses-so maschile, o meglioconsiderandoli tutti po-tenzialmente colpevoli,non adatti a crescere ededucare i figli da soli, me-no desiderosi di affetti esoddisfazioni genitoriali equant’altro. Di fatto unuomo sposandosi o met-tendo al mondo dei figlimette la sua vita nellemani della sua donna,sperando nel buon sensodi lei. Mettetevi nei pannidi un uomo con una si-tuazione matrimoniale incrisi, immediatamente sirende conto di essere ilsoggetto debole, di nonavere diritti e tutele,quindi il suo atteggia-mento psicologico ne vie-ne condizionato, se leidecide di farla finita conla storia chi ci rimette dipiù è lui, quindi magarinon amandola più sop-porta una situazione an-che di umiliazione, perpoter stare coi figli, sem-pre con la paura che leidecida di farla finita, for-se anche per questo il70% delle separazioni èvoluto dalle donne, per-ché alla fine per la socie-tà l’uomo è un accessoriodella donna, quando leidecide che non le servepiù, se ne disfà e nessu-no si interessa del suodestino.

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Si fa tanto per parlare...

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FRIULI VENEZIA GIULIADUINO (TS)Il Castello di Duino ha riapertoal pubblico con due importantinovità: la possibilità di visitaregli antichi ruderi del “Castellovecchio” e la prestigiosa mostradi strumenti musicali storiciLocalità Duino 040 20 81 20

GORIZIAIn corso fino al 1 maggioFuturismo - Moda - DesignLa ricostruzione futuristadell’universo quotidianoI Musei Provinciali di Goriziadedicano una originalissimaesposizione curata da RaffaellaSgubin e Carla Cerutti, allestitaal Museo della Moda e delle ArtiApplicate.Borgo Castello 13HYPERLINK“mailto:[email protected]”0481 547541

PASSARIANODI CODROIPO (UD) VILLA MANINIn corso fino al 29 agosto I BasaldellaDino, Mirko, AfroI tre fratelli Basaldella proposti tuttiinsieme in una grande retrospettivaa oltre vent’anni di distanza rispettoa quella che la Galleria d’artemoderna di Udine dedicò loronell’ormai lontano 1987.

ANTICIPAZIONEDal 25/09 al 6/03/2011Munch e lo spirito del nordScandinavia nel secondo Ottocentowww.villamanin-eventi.it0432 821211

TRIESTEIn corso fino al 15 agostoUn Capolavoro per l’Italia Il Bacio di Francesco Hayez,nella versione del 1861, espostoin mostra unitamente ad altrisplendidi acquerelli dell’artista.La mostra toccherà poi le principalicittà che hanno recitato un ruoloimportante nella processodi riunificazione dell’Italia.Castello di Miramare

tel: +39.041.2770470In corso fino al 12 maggioTadeusz Kantor Opere su carta 1947-1990Al grande artista polacco,una delle figure più emblematicheed eclettiche della scena teatraledel novecento, TriesteContemporanea dedica una mostrae una serie di approfondimenti filmicie di conversazioni. Studio Tommaseovia del Monte 2/1040.639187

VENETOROVIGOIn corso fino al 13 giugnoBortoloni, Piazzetta, Tiepolo.Il ‘700 VenetoCome eventi collaterali, a Rovigo,altre tre splendide mostre: “Opererestaurate di Pietro Ricchi”; “Il‘700 da tavola in casa del Palladio”a Villa Badoer e al Museo dei GrandiFiumi a cura dell Ass. DimoreStoriche Italiane “Cento dipinti diproprietà privata” unitamentea parte della famosa collezionedi “nature morte” dell’amico SilvanoLodi con opere di Strozzi, Bonzi,Fede Galizia, Brueghel e altri.Palazzo Roverella www.palazzoroverella.com 0425 460093

TREVISOIn corso fino al 29 maggio“Scarpa e Il Palazzetto,una rapsodia architettonica”Omaggio ad Aldo BusinaroLa mostra è incentrata sulla figuradi Aldo Businaro, committentedi Carlo Scarpa per gli annessialla villa “Il Palazzetto”.Centro Carlo Scarpa. Archivio di StatoVia Pietro di Dante, 11 0422.545805

VENEZIADal 22/04 al 25/07 RUSSIE!Memoria mistificazione immaginarioArte russa del ‘900 dallecollezioni Morgante e SandrettiCento anni d’arte, dallo Zar a Stalin,a Putin. Tre Russie: dall’Imperoall’Unione delle Repubbliche

Socialiste Sovietiche alla nuovaFederazione.Ca’ Foscari Esposizioni 041.2346947

In corso fino al 31 dicembre 2010La collezione Guggenheimcompie 30 anniNel 2010 la Collezione Guggenheimfesteggia il suo trentesimo annodi vita con una seriedi appuntamenti, iniziative ed eventi.Peggy Guggenheim CollectionDorsoduro 701 0412405404

VERONAIn corso fino al 3 giugnoPastPresentFutureArte per la cittàEsposte circa 80 opere d’arteappartenenti alle collezioni di dueimportanti Gruppi bancari italiani.Palazzo della Ragione

TRENTINO ALTO ADIGEROVERETO (TN)In corso fino al 23 maggioDalla scena al dipinto. La magia del teatro nella pitturadell’Ottocento. Da Davida Delacroix, da Füssli a DegasIl teatro e la scena come chiavidi un’inedita lettura per raccontareil cammino della pittura versola modernità.circa duecento le opere in mostra,tra dipinti, disegni, scenografie,provenienti da importanti collezionipubbliche e private di tutto il mondoM.a.r.t Corso Bettini, 43 N. v. 800 397760

TRENTOANTICIPAZIONEdal 26/06 al 7/11 L’AVVENTURA DEL VETROdal Rinascimento al Novecentotra Venezia e mondi lontaniUn affascinante viaggio alla scopertadella magia del vetro, attraversol’arte dei maestri veneziani che,dal Rinascimento al Novecento,hanno conquistato il mondo. Capolavori rinascimentali dai museiveneziani, un carico di perle e vetricinquecenteschi recuperati neifondali marini croati, affascinanticollane di perle vitree destinateal mercato africano, ed ancora ilflauto in vetro che si dice confiscatoa Napoleone dopo la sconfittadi Waterloo, sono solo alcunidei magnifici oggetti che si potrannoammirare in mostra. Castello del Buonconsiglio0461 233770

In corso fino al 30 giugno“Spaziale! Astronomia in mostra”. Un viaggio coinvolgente lungol’evoluzione dell’astronomia,dai suoi esordi fino al futuro.Museo Tridentino di scienze NaturaliVia Calepina 14 www.mtsn.tn.it046127030

In giro per mostreInviateci le notizie e le date delle mostre entro il 20 giugno 2010 a

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IL MASSIMILIANOAPRILE - GIUGNO 2010 15

21 aprile 2010 - alle ore 17.30:La terra, la visione

Poesie e dipinti , di Irene Navarra e Roberto FaganelPresentazione a cura di Silvia Valenti

(Manifestazione organizzata in occasione della XII Settimana della cultura (16-25 aprile), indetta dalMinistero per i beni e le attività culturali).

Dal 17 al 30 aprileMostra di grafica e documenti dal Fondo Nereo Laureni

del Circolo di Studi politico-sociali "Che Guevara";Disegni realizzati da Laureni durante la prigionia in campi di concentramento nazisti.

Inaugurazione 17 aprile alle 10.30. Orario: lun.-merc. 8.30 -18.30, giov.-sab. 8.30 -13.30

(In occasione della ricorrenza del 25 aprile).

Dall’ 8 al 29 maggioMostra pittorica inserita nel progetto:

"Euroregion Poetry Itinerari poetici dell'Euroregione nel paesaggio del fare e del sacro"Espongono Giorgio Valvassori, Sergej Glinkov (SLO), Etko Tutta, Martina Braun (AU).

Ente organizzatore: Iniziativa Europea. Inaugurazione 8 maggio alle 11, visitabile fino 29 maggio

orario: lun.-merc. 8.30-18.30, giov.-sab. 8.30-13.30

Biblioteca Statale - Trieste Largo papa Giovanni XIII, 6 - 34123 Triestetel. 040307463, fax 040301053 - [email protected] - www.bsts.librari.beniculturali.it

Ingresso libero. Orari di visita lun.-ven. 8.30-18.30; sab. 8.30-13.30; festivi chiuso.

34170 Gorizia Via Mameli, 12 tel. 0481580211 fax 0481580260È aperta al pubblico nei giorni feriali dalle 8 alle 19 sabato fino alle 13.30

www.isontina.librari.beniculturali.it e-mail: [email protected] info 048181215

Settimana della cultura 2010, XII edizione, 16 - 25 aprile

In corso fino al 29 aprile Galleria d’Arte “Mario Di Iorio”

“IL SUONO DEL SILENZIO" dipinti di Michela Sbuelz

Con il patrocinio del Club Unesco di Udine e di Gorizia e dell’Associazione Rosa dei Venti

Giovedì 29 aprile, ore 18.00 Istituto di Storia Sociale e Religiosa, Gorizia

Incontro di aggiornamento storico sumons. Francesco Isola (vescovo di Concordia),

mons. Francesco Borgia Sedej (arcivescovo di Gorizia)e mons. Andrej Karlin (vescovo di Trieste). Presentazione del volume di

Cristiano Donato, L'episcopato di Francesco Isola nella diocesi di Concordia (1898-1919),

Villegnove di San Denêl, Glesie Furlane,2009 (n° inv. 265943 BSI)interventi di: Cristiano Donati, Ivan Portelli e Tomaz Simcic

TRENTO “Egitto Mai Visto”Al 6° posto nella classifica delle mostre visitate in Italia

Nella classifica delle mostre più visitate in Italia la rassegna ospitataal Buonconsiglio si è piazzata tra le top ten.

Nella top ten delle mostre più visitate in Italia nel 2010, daqualche giorno consultabile sul sito web de La Repubblica, la mostra“Egitto Mai Visto: collezioni dal Museo Egizio di Torino e dal Castellodel Buonconsiglio” ha conquistato un lodevole sesto posto assolutocon gli oltre 180mila visitatori registrati tra giugno 2009 e gennaio2010, risultando al primo posto tra le mostre archeologiche più vistein Italia. Al primo posto tre eventi organizzati tutti a Venezia: la 53maBiennale (375mila visitatori), i capolavori futuristi alla PeggyGuggenheim (326mila) e la collezione Pinault a Palazzo Grassi(287mila). Interessante il dato fornito da Repubblica sulle spese perla realizzazione delle mostre classificate al quarto e quinto postodedicate a Caravaggio e Bacon allestita a Roma in Galleria Borghesee la monografica su Hopper a Palazzo Reale a Milano, che hannoregistrato circa 200mila presenze. Entrambe sono costate 2milioni dieuro, esattamente il doppio di quanto investito dal castello per lamostra egizia. Un dato che dunque premia maggiormente il successoottenuto dal Buonconsiglio.

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Ugo Flumiani (Trieste, 1876 - ivi, 1938)Campagna goriziana, olio su tela, cm 110 x 98

GEREMIVia dell’Annunziata, 5 - (angolo Via Cadorna) TriesteTel. 040 / 309501 - Fax 040 / 3224723e-mail: [email protected] [email protected]

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