Volume Mostra Pinacoteca

84
1

description

“... sì bella e perduta”. L’Unità d’Italia attraverso il cammino della Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno" Varallo Sesia

Transcript of Volume Mostra Pinacoteca

Page 1: Volume Mostra Pinacoteca

1

Page 2: Volume Mostra Pinacoteca

2

In copertina:

Il Salone della Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno fotografia storicaVarallo, Archivio Società di Incoraggiamento e Conservazione

In quarta di copertina:

I Mille eroi e l’illustre loro ducelitografia a colori del XIX secoloVarallo, Archivio Museo Calderini

COMUNE DI VARALLO

COMUNE DI BORGOSESIA

CLUB ALPINO ITALIANO

ARCHIVIO di STATO di VERCELLISez. VARALLO

ZEGNA BARUFFA LANE BORGOSESIA S.p.A.FILATURA IN VALLE MOSSO - ITALY

Page 3: Volume Mostra Pinacoteca

3

Soroptimist International d’ItaliaClub di Valsesia

“... SÌ BELLA E PERDUTA”.L’UNITÀ D’ITALIA ATTRAVERSO IL CAMMINO

DELLA SOCIETÀ D’INCORAGGIAMENTOALLO STUDIO DEL DISEGNO

catalogo a cura di

Carla Falcone

progetto e cura della mostra

Massimo Bonola, Antonella Chiodo, Carla Falcone

Page 4: Volume Mostra Pinacoteca

4

Pinacoteca di Varallo – Palazzo dei Musei, Varallo“… sì bella e perduta”. L’Unità d’Italia attraverso il cammino della Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno17 giugno 2011 – 30 ottobre 2011

La Regione Piemonte ha finanziato il restauro del Salone Storico delleAdunanze della Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegnonell’ambito dei contributi stanziati per le “Celebrazioni peril centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia” (L.R. n. 5/2007)

Il Soroptimist Club Valsesia ha generosamente sostenuto il restaurodel Salone Storico delle Adunanze della Società d’Incoraggiamentoallo Studio del Disegno

DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI PAESAGGISTICIDEL PIEMONTESoprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed EtnoantropologiciEDITH GABRIELLI, Soprintendente

REGIONE PIEMONTEVIRGINIA TIRABOSCHI, Direttore Cultura, Turismo e SportPATRIZIA PICCHI, Dirigente Settore Musei e Patrimonio CulturaleGIANLUCA KANNÈS, Funzionario Assessorato alla Cultura

PINACOTECA DI VARALLO – PALAZZO DEI MUSEIVITTORIO GALLI, PresidenteCARLA FALCONE, Direttore Conservatore

Progetto e cura della mostraCARLA FALCONE, Direttore Conservatore Pinacoteca di VaralloMASSIMO BONOLA

ANTONELLA CHIODO, Pinacoteca di Varallo

Progetto dell’allestimentoREMY COATES, Pinacoteca di Varallo

Elaborazioni graficheREMY COATES, Pinacoteca di VaralloMARTA COLOBERTI, Pinacoteca di Varallo

Restauri e interventi di manutenzioneFERMO DE DOMINICI, Varallo (Vc)

Comitato d’onoreMAURIZIO BETTOJA

ALESSANDRA PINTO

AMELIA TOESCA DI CASTELLAZZO

Comitato scientificoSIMONE BERARDI

MASSIMO BONOLA

MARIA GRAZIA CAGNA PAGNONE

ALESSANDRA CESARE

ANTONELLA CHIODO

MARTA COLOBERTI

CARLA FALCONE

GABRIELE FEDERICI

CARLO RASTELLI

MONICA SCHETTINO

Catalogo a cura di CARLA FALCONE, Direttore Conservatore Pinacoteca di Varallo

Referenze FotograficheBorgomanero (NO), Gianni Fornara, pp. 62-63 figg. 13-21Borgosesia (VC), Heliar Reolon, pp. 65-66 figg. 1-5Varallo (VC), Pinacoteca – Palazzo dei Musei – Archivio Società di In-coraggiamento allo Studio del Disegno e di Conservazione delle Ope-re d’Arte in Valsesia-Onlus – Fotografia di Simone Berardi p. 51 fig.14; Fotografie di Marta Coloberti pp. 40-43 figg. 46-56; Fotografie diJacopo De Dominici p. 69 fig. 2, pp. 72-73 figg. 7-8; Fotografie di SaraDe Dedominici, pp. 12-16 figg. 1-7, pp. 21-39 figg. 1-45, pp. 46-49 figg.1-9, p. 50 fig. 12-13, pp. 51-56 figg. 15-30, pp. 58-61 figg. 1-12, p. 68 fig.1, pp. 70-71 figg. 3-6, p. 77 figg. 1-6; Fotografie di Silvano Ferraris p. 50fig. 11; Fotografie di Giorgio Oliviero, p. 50 fig. 10

RingraziamentiPaola Angeleri, Giovanni Cerino Badone, Simone Berardi, MassimoBonola, Roberto Bonora, Lorena Brustio, Maria Grazia Cagna, RobertoCarrara, Alessandra Cesare, Antonella Chiodo, Remy Coates, MartaColoberti, Adriana Dattrino, Casimiro Debiaggi, Fermo De Dominici,Gabriella De Dominici, Jacopo De Dominici, Sara De Dominici, ElisaFarinetti, Gabriele Federici, Gianni Fornara, Alice Freschi, LucianoGiacomone, Michele Gilardi, Gianluca Kannès, Donata Minonzio,Valentino Morello, Lucetta Patriarca, Davide Pianori, Carlo Raiteri,Carlo Rastelli, Rita Regis, Donatella Mossello Rizzio, Monica Schettino,Eraldo Sommacal, Heliar Reolon, Stefano Uffredi, Renzo Zenone etutti coloro che, a vario titolo, hanno facilitato e reso possibile quest’iniziativa

Progetto grafico, stampa: Tipolitografia di Borgosesia s.a.s.Giugno 2011

Page 5: Volume Mostra Pinacoteca

5

PresentazioneGianluca Buonanno

PresentazioneVittorio Galli

PresentazioneDonatella Mossello Rizzio

Studi e ricerche

“... sì bella e perduta”. L’Unità d’Italia attraverso il cammino della Societàd’Incoraggiamento allo Studio del DisegnoIntroduzione alla mostraMassimo Bonola

Sezione documentariaMaria Grazia Cagna

Sezione storico artisticaGianluca Kannès

Sezione storicaCarlo Rastelli

Gli AntonginiGabriele Federici

Il SaloneAlessandra Cesare

Il Salone oggi

Apparati

6

7

8

11

19

45

57

65

67

75

79

Sommario

Page 6: Volume Mostra Pinacoteca

6

La scelta della Pinacoteca di Varallo di presentare nell’anno del 150° Anniversario del-l’Unità d’Italia i restauri del Salone d’Onore della Società d’Incoraggiamento, detto ancheSala delle Adunanze, si coniuga bene con la volontà di questa Amministrazione Comuna-le di valorizzare le ricchezze del patrimonio artistico e immobiliare di cui la Città di Varal-lo dispone, segno di un passato glorioso e di un presente che non può segnare il passo.Oggi si restituisce a Varallo un luogo, ricco di ricordi, che vuole tornare a essere centra-le nella vivace vita associativa cittadina e del territorio valsesiano. È uno spazio presti-gioso che merita, per le sue caratteristiche, di porsi nuovamente quale luogo di pubblicaadunanza, nello spirito di consenso e condivisione dei suoi fondatori. E l’evento, realizzato grazie alla collaborazione tra Enti Locali e Associazioni, è un esem-pio concreto di come finalmente il nostro territorio, anche nel campo della cultura, sap-pia dare prova di grande unità.

Gianluca BuonannoSindaco di Varallo

Page 7: Volume Mostra Pinacoteca

7

La mostra che si presenta al pubblico racconta la partecipazione dei Valsesiani alle vicen-de risorgimentali e alla costituzione dell’Italia unita e rende omaggio al Centocinquante-simo Anniversario dell’Unità nazionale. L’appartenenza e il legame di molti tra questi illustri personaggi alla Società d’Incoraggia-mento allo Studio del Disegno e a quella per la Conservazione delle Opere d’Arte in Val-sesia fanno della Pinacoteca la sede ideale per ospitare la celebrazione, nata dalla sinergiatra gli Enti locali, i Comuni di Varallo e Borgosesia, la Sezione di Archivio di Stato di Va-rallo, la Manifattura Lane di Borgosesia e la Sezione varallese del Club Alpino Italiano. Una mostra che diventa l’occasione per inaugurare il restauro dello storico Salone delleAdunanze della Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno, realizzato nella pri-ma metà dell’Ottocento e simbolo dell’impegno e dell’aggregazione culturale promossi inValsesia dalla Società, restituito oggi al Palazzo dei Musei e ai Valsesiani grazie al soste-gno della Regione Piemonte e del Soroptimist Club Valsesia. A corollario della mostra si pubblica il catalogo delle opere che raccoglie una ricca messedi materiali: documenti d’archivio, dipinti, ma anche sculture in gesso e cimeli, testimo-nianza visiva dei personaggi, esponenti illustri della Società e fautori del progetto unita-rio. Si ripercorrono così quarant’anni di storia che vedono la terra della Valsesia legarsi aidestini che fecero grande la nazione.

Vittorio GalliPresidente Società di Incoraggiamento allo Studio del Disegno

e di Conservazione delle Opere d’Arte in Valsesia - Onlus

Page 8: Volume Mostra Pinacoteca

8

Il ripristino dello storico Salone delle Adunanze della Società d’Incoraggiamento allo Stu-dio del Disegno è stato l’ambiziosissimo service con cui il Soroptimist International d’I-talia, Club di Valsesia ha coronato i suoi primi vent’anni di vita.L’idea è stata di Alice Freschi, nostra Presidente nel biennio 2007-2009 che, con la consue-ta attenzione al territorio in diverse occasioni dimostrata, ha saputo indicare nel Salone va-rallese un simbolo della nostra identità culturale degno di essere recuperatoNell’impresa, vasta e onerosa, il Club si è ritagliato il ruolo di ‘promotore’, finanziandoil progetto esecutivo da presentare alle Soprintendenze, la Direzione dei lavori e assicuran-do una base che permettesse di accedere ai finanziamenti della Regione Piemonte (L.R. n.5/2007 “Celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia”).Il Salone delle Adunanze si trova infatti all’interno del Palazzo dei Musei, sede storica del-la Società d’Incoraggiamento (1831) nata allo scopo di sostenere l’antica pubblica Scuola diDisegno (1778) alla quale fu affiancato il Laboratorio Barolo di scultura lignea (1835-1838). La grande Aula delle Adunanze, realizzata intorno alla metà del secolo XIX come luogo dirappresentanza, “concepita per eccitare l’altrui filantropia ed amore per le belle arti”, si di-stingue per la ricchezza decorativa assente altrove e rappresenta un importante pezzo di sto-ria locale in cui la cittadinanza si riconosce e il cui ripristino significa il restituire alla Val-le intera un insostituibile ‘spazio della memoria’. La Pinacoteca viene così arricchita di unambiente di prestigio dove ospitare e coinvolgere il pubblico ed… “eccitare l’altrui filantro-pia ed amore per le belle arti”, disposizioni dell’animo che hanno guidato e sostenuto Lucet-ta Patriarca, attuale Presidente del Soroptimist Club Valsesia, che ha creduto nel progetto econ determinazione lo ha portato a conclusione con il sostegno di tutte le socie. In questostesso palazzo ad opera della Società per la Conservazione delle Opere d’Arte e dei Monumen-ti in Valsesia (1875) venne fondata la Pinacoteca (1887); insieme a quest’ultima oggi – esau-ritasi la funzione didattica – nella storica sede trovano luogo le raccolte naturalistiche delMuseo Calderini (1867), straordinario esempio di eclettismo scientifico ottocentesco. In occasione della presentazione del restauro si inaugura nei locali della Pinacoteca la mo-stra realizzata con l’intento di illustrare la partecipazione dei Valsesiani alle vicende risor-gimentali e alla costituzione dell’Unità italiana: personaggi, come l’editore e libraio Pie-tro Rolandi, protettore degli esuli italiani a Londra, e Alessandro Antongini, proprieta-rio delle manifattura lane di Borgosesia cui spetta la confezione delle famose camicie ros-se garibaldine, appartenenti tutti alla Società d’Incoraggiamento.

Donatella Mossello RizzioSoroptimist International d’Italia, Club di Valsesia

Page 9: Volume Mostra Pinacoteca

Studi e ricerche

9

Page 10: Volume Mostra Pinacoteca

10

Page 11: Volume Mostra Pinacoteca

11

§ L’associazionismo come prologo dell’unitànazionale

Popolo, Nazione, Stato.È questo il percorso necessario, per alcuni la‘missione’, che l’Europa del XIX secolo dove-va compiere, dalla Polonia alla Boemia, dal-l’Ungheria asburgica al Piemonte italiano.Tutto aveva avuto inizio dall’idea romanticadi Popolo, dal riconoscersi in un’origine eidentità comune, dal rispecchiarsi nella stes-sa lingua e cultura, dalla condivisione diun’eredità storica che lasciava presagire an-che un futuro solidale. Proprio per questa ra-gione, il popolo doveva emanciparsi, diven-tando così il soggetto primario e necessariodi ogni progetto di Nazione e poi di Stato na-zionale; mentre dove esso tardava nel rico-noscersi come soggetto di nazionalità, i duepassaggi successivi diventavano più lenti edifficoltosi.L’emancipazione del popolo, vecchia idea il-luminista e giacobina, si concretizzava in unprogresso di crescita ideale e materiale insie-me, nel corso del quale esso poteva farsi pro-tagonista del processo di costituzione di

un’entità nazionale e statale, convertendosidalla sua primitiva condizione di sudditan-za e di subalternità. Non poteva più conti-nuare ad essere il “volgo disperso” e anoni-mo stigmatizzato da Alessandro Manzoni,una massa informe di individui senza nome,e, perciò, di semplici sudditi. Come sostienecon forza Pietro Calderini (1824-1906), pro-pugnatore del progresso sociale e nazionale,il “volgo deve rifarsi popolo”;1 senza questaprimitiva conversione, ogni altra prospettivanon avrebbe potuto avere seguito.L’evoluzione del ‘volgo in popolo’, per usarele parole care a Calderini, avviene in Piemon-te nel periodo compreso tra l’epoca giacobinae la metà del secolo successivo, ma la fase piùtumultuosa e dinamica si colloca tra il falli-mento dei primi moti liberali (1821) e il Qua-rantotto della Costituzione e della primaguerra nazionale contro l’Impero Asburgico.Proprio nel cuore di quel ventennio, gli annipiù oscuri della Restaurazione che la storio-grafia liberale ottocentesca e del secolo scor-so lasciò volentieri in disparte, nasceva la So-cietà d’Incoraggiamento allo Studio del Di-segno (1831), archetipo di ogni forma valse-

“... sì bella e perduta”. L’Unità d’Italia attraverso il camminodella Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno

Introduzione alla mostra

Massimo Bonola

Page 12: Volume Mostra Pinacoteca

12

Bandiera commemorativa, 1848raso di seta ricamato in orovelluto tagliato unito ricamatoin oro, con applicazione in seta,oro, cm 153 x 139inv. 1015Fig. 1 rectoFig. 2 verso

Giuseppe Antonini (Rima SanGiuseppe 1833 – Varallo 1889)Monumento a Vittorio EmanueleII, 1862 marmo bianco scolpito, granitoVarallo, Piazza VittorioEmanuele IIFig. 3

siana di associazionismo borghese eprimo tentativo della locale società ci-vile di farsi protagonista della vitapubblica, non più attraverso iniziativeo carriere individuali o famigliari, mamediante un’iniziativa collettiva, soli-dale, condivisa nell’idea espressa dalcomune statuto associativo. Il fenome-no spontaneo e popolare della sociabi-lità si evolveva così verso forme piùconsistenti, organizzate e ben struttu-rate, di associazionismo borghese.Coagulandosi in libere associazioni, es-sa precedeva di circa trent’anni il com-pimento dell’Unità nazionale, ma, pro-prio per questo, ne era il prologo, l’a-vanzata in terra ancora sconosciuta diun’avanguardia eletta che doveva pre-correre i futuri movimenti delle masse.La prima fase, il primo ventennio disviluppo della vita associativa dell’In-coraggiamento (1831- 1853), così viva-ce e decisivo per tracciare la fisionomiadella società, coincide non casualmen-te sia con la fase di gestazione del pro-gramma risorgimentale italiano, cheaffronta anche le sue prime oneroseprove, sia con la dinamica ascesa del-le élites borghesi della società piemon-tese, motivate tanto a rivendicare ilproprio ruolo di ‘popolo eminente’,quanto a promuovere l’emancipazio-ne dei ceti popolari subalterni, stimo-lando così “il volgo a rifarsi popolo”.Non a caso, anche nel contesto esposi-tivo di questa mostra, la documenta-zione associativa e quella degli eventi

Page 13: Volume Mostra Pinacoteca

risorgimentali appare strettamente in-trecciata, sia nelle tematiche che affron-ta sia nelle vicende individuali dei pro-tagonisti (figg. 1-2). La promulgazionedello Statuto Albertino (1848), al cul-mine di quel tormentato periodo, so-stenne questo processo di evoluzionee integrazione in duplice modo: rico-noscendo, pur con molte riserve, ilprincipio di cittadinanza attiva, sebbe-ne non ancora accompagnato dalla so-vranità popolare, e valorizzando altre-sì il diritto di libera associazione comefondamento di una società modellatasulla collettività e non sull’individuo.Per la Società d’Incoraggiamento quelventennio, posto nel cuore dell’ascesarisorgimentale, doveva rappresentareil banco di prova degli ideali espressidai primi articoli del suo statuto: pro-muovere, sostenere e favorire , anchecon sussidi economici per i ceti più de-boli, l’acquisizione di un’istruzione tec-nica capace di sostenere la loro eman-cipazione attraverso il lavoro, la lorocrescita sociale, il loro ruolo attivo nel-la collettività.La storia della Società, presto seguitada altri modelli associativi ancora piùpopolari, come la Società Operaia, cor-re quindi parallela alla costituzione diun forte sentimento di coscienza nazio-nale, condiviso largamente e ramifica-to in tutte le componenti sociali. Comeho avuto modo di sostenere in altra se-de,2 il carattere filantropico di moltecomponenti associative, la promozio-

13

Zeffirino Carestia (RivaValdobbia 1854 – Novara 1908)Medaglione di Giuseppe Garibaldibronzo

Anonimo del XIX secoloLapide commemorativa di tutti icaduti valsesiani delle guerred’Indipendenza, 1890marmo bianco, marmi coloratiVarallo, Corso Umberto I Fig. 4

Page 14: Volume Mostra Pinacoteca

ne dell’emancipazione attraverso l’istruzio-ne e il lavoro qualificato, il solidarismo e lamutua sussidiarietà esplicati dalle attività so-ciali, favorirono il dialogo e l’integrazione trai ceti, prevenendo, per un lungo periodo, unoscontro frontale oppure una radicale divari-cazione tra gli interessi delle diverse forze so-ciali. Il senso di solidarietà, la condivisionedegli obiettivi e della vita associativa, la ge-stione democratica delle cariche, delle assem-blee, delle festività, nutrì inoltre il nascenteideale della partecipazione democratica allescelte collettive, sebbene ancora nei limiti ditendenze egemoniche ed oligarchiche per oradifficilmente contenibili, ma ben radicate nel-la precedente storia valsesiana.

§ La monumentalizzazione: i nomi e i voltidel Risorgimento

L’ingente evidenza di documenti, sia a stam-pa che iconografici, reperiti negli archivi delterritorio e riferibili alla fase di costruzionedella memoria civile degli eventi risorgimen-tali, ben documentata nelle sezioni prima eseconda della mostra, lascia pensare che già apartire dai primi anni Sessanta e fino agli an-ni Novanta, sia stato intrapreso in Valsesia,con qualche anticipo rispetto ad altri territo-ri, un grande sforzo di monumentalizzazionedel recente passato, finalizzato alla formazio-ne della coscienza collettiva della Nazione ealla corretta trasmissione, anche in sede edu-cativa, degli ideali che animarono quella lu-minosa stagione. Questo processo, avviatocon l’erezione a Varallo del monumento al

14

Giuseppe Antonini (Rima SanGiuseppe 1833 – Varallo 1889)Monumento a Giacomo Antonini,1889marmo bianco scolpito, granitoVarallo, Ponte GiacomoAntonini Fig. 5

Page 15: Volume Mostra Pinacoteca

te e protettore degli esuli politici italiani aLondra, per finire poi con il ministro Quinti-no Sella (1827-1886; fig. 6), straordinario sta-tista della Destra Storica liberale in tutta laprima, difficile, fase del Regno, ma anche benradicato nella Valle, dove fu presidente del-la Società d’Incoraggiamento (dal 1877 al1883) e della sezione di Varallo del Club Alpi-no Italiano.Anche questo processo di monumentalizza-zione é strettamente legato al fervore dellavita associativa valsesiana, che riusciva ad

15

Anonimo del XIX secoloLapide commemorativa di QuintinoSellabassorilievo in marmo, bronzo,cm 153 x 139Varallo, Palazzo dei Musei,scalone non inv.Fig. 6

primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II, nel1862 (fig. 3), si sarebbe poi protratto per duedecenni oltre il compimento dell’unità nazio-nale, concentrandosi su due altre figure si-gnificative e assai popolari delle vicende mi-litari e insurrezionali che avevano accompa-gnato processo risorgimentale. La prima èquella di Giuseppe Garibaldi, il cui monu-mento (1890) accorpa in sé, significativamen-te, la lapide in memoria di tutti i caduti valse-siani nelle “patrie battaglie” (fig. 4); la secon-da è rappresentata dalla personalità del mag-gior combattente valsesiano nelle guerre perl’Indipendenza, il generale Giacomo Antoni-ni (1792-1854), elevato cosi al plauso nazio-nale (1891; fig. 5) e il cui braccio, amputato-gli dopo una ferita fatale nei pressi di Vicen-za, già nel 1862 veniva venerato come ‘reli-quia della Nazione’ e dal 1895 aveva trovatospazio presso il Museo Correr di Venezia.Ma, al di là di questi casi più eclatanti, che simaterializzarono in autentici monumenti, daifondi della Pinacoteca emergono numerosibozzetti, disegni o quadri che celebrano altriprotagonisti nazionali o locali della rinascitapatria: Vittorio Alfieri, Vincenzo Gioberti,Carlo Alberto, Camillo Benso di Cavour, Sil-vio Pellico, e ancora gli stessi Garibaldi e Vit-torio Emanuele II, compaiono infatti ripetu-tamente nella produzione degli artisti locali,impegnati in una vera e propria campagnadi diffusione pubblica delle loro immagini,mentre appaiono parimenti valorizzati anchegli eroi locali, dal deputato Aurelio Turcotti,primo rappresentante della Valsesia al Parla-mento Subalpino (dal 1848 al 1853), all’edi-tore Pietro Rolandi (1801-1862), già mecena-

Page 16: Volume Mostra Pinacoteca

§ La casa comune: il fascino di un luogo

L’occasione festosa della prima proclama-zione del Regno d’Italia, cui questa mostraintende dare il proprio contributo, si asso-cia felicemente all’inaugurazione dei restau-ri del Salone d’Onore della Società d’Inco-raggiamento, denominato ai tempi anche laGrand’aula, che da oggi viene restituito allafunzione che rivestì nel pieno del periodo ri-sorgimentale, cioè quella di accogliere e cu-stodire al suo interno non solo la memoria,ma soprattutto la vita presente, attiva e ope-rosa di tutte le espressioni associative di que-sta città e del suo territorio.Restituirlo alla sua dimensione di casa comu-ne di una collettività rappresenta un impe-gno per il futuro, non soltanto un punto diarrivo di un complesso percorso di recupe-ro, ma soprattutto un punto di partenza. Lacoscienza della sua rilevanza nella storia pas-sata e recente di questa città ci impone ilcompito di intraprendere un cammino chenon può limitarsi ad oggi ed appagarsi conil semplice recupero di una struttura, seppu-re bellissima, ma ci impegna nel dovere di ri-flettere e attualizzare, nella nostra vita odier-na, gli ideali che ispirarono i suoi fondatori,ideali di solidarietà, di condivisione, di con-senso, finalizzati ad un bene collettivo capa-ce di trascendere la stessa volontà individua-le dei singoli.La sua storia ci indica con piena evidenzaquesta prospettiva. Nella città di Varallo, cheancora alla fine del Settecento contava benventisette edifici religiosi, i luoghi di pubbli-ca e civile riunione erano, nel periodo risorgi-

esprimere in quella fase figure politiche e cul-turali di primo piano, acquisendo visibilitànazionale e proiettando i propri uomini mi-gliori sulla ribalta pubblica della prima Italiacivile. Esso inoltre, unito ad a una crescenteattività pubblicistica in cui si distinse il setti-manale “Il Monte Rosa” (fig. 7), fondato dal-lo stesso Pietro Calderini, contribuiva a “faregli italiani”, missione oltremodo urgente enecessaria, e si sarebbe protratto a lungo, finoalle soglie della Prima Guerra mondiale,quando sarà poi indispensabile sostituirlocon la celebrazione di ben più tragiche e do-lorose imprese nazionali.

16

“Il Monte Rosa”, 31 ottobre 1861Varallo, Biblioteca MuseoCalderiniFig. 7

Page 17: Volume Mostra Pinacoteca

1859 le Regie Scuole Tecniche, un passo im-portante per la modernizzazione della cultu-ra scolastica della valle; qui, il 30 novembre1862, veniva fondata la Società del Casino diLettura, cellula primigenia della sezione diVarallo del Club Alpino Italiano; qui ancora,esattamente un anno dopo, avveniva il bat-tesimo delle scuole serali della Società Ope-raia di Mutuo Soccorso; e ancora qui, il 29agosto 1869 si teneva il primo Congresso Na-zionale del Club Alpino, richiamando daogni parte della neonata Italia l’attenzionedei cultori della montagna sulla Valsesia. Mi auguro dunque che la meravigliosa saladi questa casa comune torni a rispecchiaregli ideali condivisi di tutta una comunità;che essa non sia soltanto tempio della me-moria, come ci ricordano i numerosi volti il-lustri che la cingono come in un abbraccio,ma laboratorio di progetti e idealità per ilpresente e il futuro. Soltanto così il suo re-cupero avrà raggiunto un senso compiuto,che non si esaurisca nella venerazione deinostri celebri antenati, ma si ponga altresì alservizio dei nostri, speriamo innumerevoli,discendenti.

Note

1 P. Calderini, Discorso per l’inaugurazione di un Museo diStoria naturale e d’una sede di soccorso al Club Alpino Italia-no, ora in La Valsesia. considerata sotto i suoi vari aspetti. Sag-gi e discorsi, a cura di M. Bonola, Varallo 1996, p. 115.2 M. Bonola, “molti uniti assieme e con pochi sacrifizi”. For-me e ruoli dell’associazionismo borghese nella Valsesia risorgi-mentale, in Patria scienza e montagna negli anni risorgimen-tali. Una prospettiva valsesiana, atti del convegno, a cura diR. Cerri (Varallo, 16 ottobre 2010) in stampa.

mentale, veramente scarsi e insufficienti. De-molito nel 1828 il vetusto Palazzo Pretorio,sede deputata alle assemblee del ConsiglioGenerale della valle, e considerato il degra-do progressivo dell’antico palazzo della Vi-cinanza, ridotto principalmente ad “uso dipubblico teatro” (1881) per poi essere a suavolta abbattuto nel 1898, non esistevano al-tre sedi dignitose ed adeguate a rappresen-tare un luogo di pubblica adunanza.La costruzione di questa grande “sala per leadunanze generali della Società” immagina-ta e prevista fin dal primo decennio di vitadel sodalizio nell’ambito della riqualificazio-ne urbanistica e architettonica dei tre fabbri-cati contigui di la cui la “filantropica istitu-zione” era entrata in possesso, fu affidata ini-zialmente alla maestria progettuale dell’ar-chitetto Alessandro Antonelli, ma, dopo di-verse traversie, qui ricostruite con puntualedocumentazione da Alessandra Cesare (pp.67-74), fu completata solo nel 1853. Essagiungeva comunque a coronare il primo ven-tennio di vita della Società d’Incoraggiamen-to, edificando finalmente quella casa comu-ne della società civile di cui da tempo si av-vertiva la necessità e che poteva così ospitare,in una prestigiosa cornice, non soltanto le as-semblee societarie, ma anche ogni altra occa-sione di incontro, celebrazione o rappresen-tanza della comunità cittadina. Questo av-venne puntualmente, a partire dagli anni im-mediatamente successivi. A titolo di esem-pio, e senza poterne qui esaminare l’ampiosignificato, vorrei ricordare che proprio inquesta Grande Sala furono inaugurate nel

17

Page 18: Volume Mostra Pinacoteca

18

Il catalogo non rispecchia l’allestimento della mostra: si è infattiscelto di guidare il visitatore lungo un percorso espositivo carat-terizzato da alcuni temi di particolare rilevanza (si veda la piantinaqui allegata).L’allestimento è articolato in sezioni che ospitano documenti ar-chivistici e figurativi – busti e dipinti – che ‘raccontano’ la vicen-da risorgimentale attraverso la storia della Società d’Incoraggia-mento allo Studio del Disegno. Si può cogliere un doppio registroche consente di leggere gli eventi che condussero all’Unità d’Ita-lia: figure rappresentative della Società, personaggi che, con illoro operato, sancirono l’importanza dei singoli all’interno dellaStoria. Pietro Rolandi, in particolare, durante il soggiorno londi-

nese, fu un punto di riferimento per gli esuli e la sua libreria unporto franco per i ‘cospiratori’. Intorno alla sua figura si sono rac-colti documenti che oggi consentono al patrimonio letterario del-l’Incoraggiamento di fregiarsi di una collezione di autografi ric-ca e, soprattutto, di qualità straordinaria, in particolare per uncentro di piccole dimensioni come la città di Varallo. La raccol-ta annovera fogli vergati dalla mano di Ugo Foscolo, GiuseppeMazzini e Garibaldi.Se attraverso queste testimonianze è possibile indagare gli idealirisorgimentali, diverso è il discorso incentrato sul Generale Giaco-mo Antonini, uomo d’armi le cui vicende, millantate con orgoglio,lo fecero assurgere a modello di eroismo per la Valsesia intera.

teca contenente il braccio del generale Giacomo Antonini

ritratto del generale Giacomo Antonini busto di Don Pietro Calderini

ritratto di Don Pietro Calderiniarmi del XIX sec.

documenti del generaleGiacomo Antonini

busto di Maria Adelaide

busto di Vittorio Emanuele II

bozzetto di Silvio Pellico in carcerebozzetto per il monumentodi Vincenzo Gioberti

busto di Camillo Bensodi Cavour

bozzetto per il monumentodi Giuseppe mazzini

ritratto di Carlo Alberto

autografi

documenti di Carlo Alberto documenti del Risorgimento

bandiera

ritratto di Giuseppe Garibaldi

foto fratelli Antongini cambiale dei fratelli Antongini

manifesto dell’Esposizione Italiana, 1861

manifesto dell’Esposizione Internazionale di Londra, 1862

camicia rossa di Pietro Galloppini

ritratto di Pietro Rolandi

ritratto di Quintino Sella

ritratto del deputato Aurelio Turcotti

documenti della Societàd’Incoraggiamento

Page 19: Volume Mostra Pinacoteca

19

§ Sezione documentaria

La sezione di documenti, curata dall’ Archi-vio di Stato di Varallo, nell’ambito delle ce-lebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia èsuddivisa in due parti. Da un lato è stata se-lezionata della documentazione che avessequalche attinenza con il periodo risorgimen-tale, a partire dallo Statuto albertino del1848, dall’altro, una seppur ridotta quantitàdi carte, riguarda la Società d’Incoraggia-mento allo Studio del Disegno, con riferi-menti al Salone d’onore, terminato nel 1853e restaurato quest’anno.La parte risorgimentale è illustrata da alcunimanifesti a stampa riguardanti l’annunciodella proclamazione dello statuto, i festeggia-menti che ne seguirono o lo precedettero, in-ni e sonetti dedicati al re Carlo Alberto.La scelta è poi caduta su una campionaturadi carte, conservate in alcuni archivi storicicomunali della Valsesia e in quello del Mu-seo Calderini di Varallo, riferite alle campa-gne per le guerre d’indipendenza e ai mili-tari valsesiani che vi parteciparono, ai qua-li furono conferite medaglie e onorificenzee che purtroppo persero anche la vita in bat-taglia. Un grazioso manifesto a colori, conal centro la figura di Giuseppe Garibaldi acavallo, ricorda la spedizione dei Mille.Si passa quindi al settore riguardante i mo-numenti ricordo eretti a Varallo a Giuseppe

Garibaldi, Vittorio Emanuele II e al genera-le Giacomo Antonini.Per Giuseppe Garibaldi è stato scelto unmanifesto a stampa con il programma del23° anniversario della Società Operaia di Va-rallo, tenutasi il 24 giugno 1882, durante laquale fu commemorata la sua figura, defi-nita di “grande operaio” e alcuni documen-ti relativi alla lapide dedicata a lui e ai ca-duti valsesiani per l’indipendenza italiana.Nel 1882, a poca distanza della morte delvaloroso condottiero, avvenuta il 2 giugnoa Caprera, iniziò in Valsesia una raccolta difondi a questo scopo. Il manufatto, a formadi pergamena, fu realizzato dal marmistaLorenzo Ceruti, su disegno del pittore Giu-lio Arienta (1826-1900). Il medaglione inbassorilievo, raffigurante Garibaldi è delloscultore Zeffirino Carestia. L’inaugurazionedella lapide, posta in piazza De Gasperi, av-venne il 19 ottobre 1890.Il monumento a Vittorio Emanuele II, pri-mo re d’Italia, sorge sulla piazza centrale diVarallo, che prende il suo nome. La sculturaè opera di Giuseppe Antonini (1833-1889) efu donata alla città di Varallo dallo zio, prof.Leone Antonini.In mostra, accanto al disegno con la plani-metria della piazza e il progetto per la sta-tua, sono esposti anche una fotografia d’e-poca, nella quale si scorge la collocazioneoriginale del monumento, e due sonetti

Maria Grazia Cagna

Page 20: Volume Mostra Pinacoteca

di Venezia. Il senatore Rizzetti s’interessòper ottenere la cessione dello storico cime-lio alla città di Varallo e, nel dicembre 1913,il direttore del Museo Correr accolse la suarichiesta. Il braccio fu definitivamente con-segnato al sindaco di Varallo nel settembre1928 ed è custodito in un cofano realizzatodalla Laboratorio Barolo.La seconda sezione comprende una piccolacampionatura di documenti provenienti dal-l’archivio storico della Società d’Incoraggia-mento allo Studio del Disegno, tra cui gli sta-tuti organici del 1833 e un elenco dei soci.Il resto della carte esposte riguarda invecepiù direttamente il salone della Società, dettoanche aula magna, e il collocamento, nel cor-so degli anni, di busti e ricordi di benefattori,alcuni dei quali soci fondatori, oppure arti-sti. Tra costoro è particolarmente ricordatacome protettrice e insigne benefattrice del so-dalizio la regina Maria Cristina, moglie di reCarlo felice di Savoia. Il suo busto in marmo,opera dello scultore Giovanni Albertoni, fuinaugurato il 28 settembre 1864, alla presen-za delle autorità civili e militari di Varallo.In questo settore sono esposte anche alcunelettere, provenienti dalla prestigiosa colle-zione di autografi, appartenenti al MuseoCalderini. I manoscritti fanno parte del car-teggio di Pietro Rolandi, l’editore-librario,originario di Quarona, emigrato a Londra,dove gestiva un emporio librario, che di-venne il punto di riferimento dei profughiitaliani. Le lettere furono donate da LuigiRolandi, pronipote di Pietro, al prof. donPietro Calderini, fondatore del Museo. Ilcarteggio è detto Angeloni-Rolandi-Gianni-

scritti in occasione dell’inaugurazione, cheebbe luogo il 1° giugno 1862.Chiude questa parte di documentazione,dedicata ai monumenti, quella relativa algenerale Giacomo Antonini. A questo famo-so personaggio, nato a Prato Sesia, ma ori-ginario di Vocca, partecipe di numerose bat-taglie, è dedicato il monumento, situato alcentro della gradinata del ponte sul Mastal-lone, inaugurato il 23 agosto 1891. Nel 1887,si costituì un comitato, presieduto dal cava-lier Giovanni Antonini, sindaco di Vocca,per raccogliere i fondi necessari per l’erezio-ne dell’opera. Lo scultore Giuseppe Antoni-ni, che realizzò il modello in gesso della sta-tua, morì nel 1889 e la scultura fu ultimatadal figlio Leone, direttore del LaboratorioBarolo. In merito a questo argomento, sonoesposti una decina di documenti relativi almonumento e alla sua inaugurazione, la ri-produzione di una foto in cui si nota, allabase del piedestallo, l’aquila di bronzo for-nita dalla ditta Mazzola di Valduggia,asportata durante l’ultimo conflitto mondia-le, e alcune lettere. Accanto a questi l’elen-co dei cimeli del generale, che GiuseppinaAvondo Fassò donò nel 1891 al comune diVarallo e che questi depositò presso la So-cietà d’Incoraggiamento allo Studio del Di-segno e il verbale di consegna del bracciodel generale Antonini. Il 21 marzo 1848,mentre si batteva nei pressi di Vicenza con-tro gli Austriaci, l’Antonini fu gravementeferito e dovette subire l’amputazione delbraccio. L’arto fu conservato presso la con-tessa Maddalena Montalbo Comello fino al1892, quando fu trasferito al Museo Correr

20

Page 21: Volume Mostra Pinacoteca

21

§ Regesto

Risorgimento

1) Varallo, 4 novembre 1847Inno a S. M. il Re Carlo AlbertoVarallo, tip. Colleoni

MUSEO, b. 25

2) Torino, 8 febbraio 1848Carlo Alberto annuncia l’intenzione di pro-mulgare lo StatutoMan. a st., Torino, stamperia Reale

BOR, b. 218

ni, perché è formato da lettere dirette a Pie-tro Rolandi, Luigi Angeloni (1758-1842) eSilvio Giannini (1815-1860). Si tratta di unacollezione che comprende autografi d’intel-lettuali sensibili agli ideali del Risorgimento,come Silvio Pellico, Giuseppe Mazzini, Giu-seppe Garibaldi, ecc.Per l’esposizione sono stati scelti dieci scrit-ti di Garibaldi, Mazzini, Cavour, d’Azeglio,Manzoni, Buonarroti, Gioberti e Bini.I manoscritti furono studiati e catalogati daldott. Annibale Campani che, nel 1900, pub-blicò Una insigne collezione di autografi (Car-teggio Angeloni-Rolandi-Giannini). Notizia ecatalogo.

1 2

Page 22: Volume Mostra Pinacoteca

3) Torino, 11 febbraio 1848Il presidente della commissione eletta dai cit-tadini di Torino, per regolare le dimostrazio-ni di esultanza del popolo, avvisa il sindacodi Varallo, Girolamo Bevilacqua, che la festanazionale, fissata per il 13 febbraio, è stataspostata al giorno 27A st.

VAR, b. 259

4) Varallo, 29 marzo 1848Carlo Alberto comunica la decisione d’intra-prendere la guerra contro l’Impero Asburgi-co conducendo l’esercito piemontese in ap-poggio alla Lombardia insortaMan. a st., Torino, stamp. Reale

CAM, b. 149

22

5) Torino, 17 marzo 1848Carlo Alberto, su proposta del segretario distato per gli Affari Interni, convoca i collegielettorali per le elezioni dei deputati, per ilgiorno 17 aprile e il Senato e la Camera deideputati per il 27 aprile

BOR, b. 124

6) 1848Il notaio Michele Cusa rivolge un appello aiValsesiani, affinché raccolgano camicie e te-la da inviare ai soldati che combattono per laguerra d’IndipendenzaMan. a st., Varallo, tip. Colleoni

VI, b. 283

7) 1848La festa nazionale di Campertogno nel giorno 26gennaio 1848Op. a st. di pp. 56. Varallo, tip. Colleoni

MUSEO, b. 33

8) Varallo, 5 maggio 1851L’intendente della Valsesia, Carlo Balladore,avvisa i sindaci della provincia che, per ricor-dare la concessione dello statuto da parte dire Carlo Alberto, il Parlamento ha approva-to un progetto di legge per istituire una festanazionale da celebrare ogni anno nella secon-da domenica del mese di maggioA st.

VAR, b. 373

9) Monza, 15 febbraio 1861Il consiglio d’amministrazione del 9° Reggi-mento Fanteria dichiara che il soldato Giu-seppe Margarini ha partecipato alla campa-3

Page 23: Volume Mostra Pinacoteca

23

4 5

6 7

Page 24: Volume Mostra Pinacoteca

gimento Bersaglieri di Cuneo, dichiara cheGaudenzio Guglielmi ha partecipato allacampagna del 1849, per cui ha diritto difregiarsi della medaglia commemorativadelle guerre combattute per l’Indipenden-za d’Italia

VAL, b. 314

12) 16 gennaio 1867Il Comando militare della Valsesia scrive alsindaco di Borgosesia Giovanni Cappellaroaffinché avverta Francesco Tosale e Giusep-pe Sella, di recarsi presso il Comando milita-re per ritirare la dichiarazione di servizio du-rante la campagna di guerra del 1866

BOR, b. 138

gna militare del 1859 e ha ottenuto la meda-glia francese commemorativa

VAL, b. 314

10) Monza, 6 marzo 1861Il comandante del 9° Reggimento Fanteria,Battaglione di deposito, comunica a IgnazioBugnanchi, impiegato presso l’ufficio di Go-verno della provincia di Novara che, dai ruo-li, risulta il decesso del soldato GiuseppeMargarini di Valduggia, avvenuto presso l’o-spedale di Ancona il 3 gennaio 1861

VAL, b. 314

11) Cuneo, 2 marzo 1866Il Consiglio d’amministrazione del 1° Reg-

24

8 9

Page 25: Volume Mostra Pinacoteca

25

10 11

12 13

Page 26: Volume Mostra Pinacoteca

26

14

Page 27: Volume Mostra Pinacoteca

27

13) Foresto, 17 dicembre 1884Il sindaco Giovanni Bertoncini rende noti inomi dei soldati residenti nel comune di Fo-resto, deceduti nelle campagne militari del1849 e 1856

BOR, b. 138

14) [Sec. XIX]“Nota dei soldati partiti per la guerra d’O-riente, le cui famiglie a tenore della Commis-sione Centrale Governativa, in data 1° agosto1856 vennero dalla sottocommissione localegiudicate in diritto di ricevere un eguale por-

zione delle lire 695 assegnate alla Valsesia”VI, b. 191

15) [Sec. XIX]“A Carlo Alberto Re. Per le generose riformeannunziate il 30 ottobre 1847. Inno”Ms. anonimo

MUSEO, b. 25

16) [Fine del secolo XIX]Elenco dei Valsesiani caduti nelle guerre perl’Indipendenza d’Italia dal 1848 al 1866

VAR, b. 293

15 16

Page 28: Volume Mostra Pinacoteca

Varallo con una pubblica commemorazionedi Giuseppe Garibaldi, deceduto il 2 giugnonell’isola di CapreraMan. a st. Varallo, tip. Colleoni

VAR, b. 293

19) [1890]Nota delle spese sostenute dal pittore GiulioArienta per la medaglia di bronzo, raffigu-rante Giuseppe Garibaldi, realizzata a Romadallo scultore Zeffirino Carestia

VAR, b. 293

20) Varallo, 22 maggio 1890Preventivo del marmista Lorenzo Ceruti di

Monumenti e ricordi

17) Vienna, 7 giugno 1882Giulio Axerio di Rima, residente a Vienna, in-via a Gian Giacomo Massarotti, direttore delgiornale “Valsesia”, un’offerta di 60 fioriniper iniziare la sottoscrizione pubblica alloscopo di erigere in Varallo un ricordo a Giu-seppe Garibaldi

VAR, b. 293

18) Varallo, 24 giugno 1882Programma per la celebrazione della festadel 23° anniversario della Società Operaia di

28

17 18

Page 29: Volume Mostra Pinacoteca

guerre per l’Indipendenza e del ricordo eret-to a Giuseppe Garibaldi”

VAR, b. 293

23) [Sec. XIX]“I Mille eroi e l’illustre loro duce”Genova, lit. Armanino, copia a st.

MUSEO, b. 33

24) Borgosesia, 17 luglio 1861Planimetria della piazza del teatro di Varal-lo con il progetto del monumento da erigereal re Vittorio Emanuele IIIng. Giuseppe Antonini; mm. 691x612

VAR, b. 298 bis

Varallo, per la realizzazione della lapide aicaduti per l’indipendenza italiana

VAR, b. 293

21) Varallo, 10 ottobre 1890Programma per l’inaugurazione di due ricor-di a Giuseppe Garibaldi e ai caduti per l’Indi-pendenza italianaA st., Varallo, tip. Camaschella e Zanfa

VAR., b. 293

22) Varallo, 19 ottobre 1890“Verbale dell’inaugurazione e della consegnafatta al municipio di Varallo della lapide checommemora i Valsesiani caduti durante le

29

19 20

Page 30: Volume Mostra Pinacoteca

30

21 22

23

Page 31: Volume Mostra Pinacoteca

31

27) [Ante 1930]Piazza Vittorio Emanuele II con il monumen-to e la chiesa di S. MartaFoto b/n

VAR, b. 298 bis

28) Borgosesia, 23 luglio 1887Alessandro Antongini accetta di fare partedel comitato nato allo scopo di raccoglierefondi per l’erezione di un monumento al ge-nerale Giacomo Antonini, pur affermandoche a causa dei suoi numerosi impegni nel-la gestione della Manifattura Lane di Bor-

25) 1862Sonetti scritti in occasione dell’inaugurazionedel monumento al re Vittorio Emanuele IIA st. Varallo, tip. Colleoni

MUSEO, b. 25

26) Novara, 3 aprile 1870Celestino Dago ringrazia la Società d’Inco-raggiamento allo Studio del Disegno peraver accettato di depositare nelle sale dellaSocietà il quadro raffigurante Vittorio Ema-nuele II, realizzato dal fratello Gaudenzio

SOCINC, b.11

24

Page 32: Volume Mostra Pinacoteca

32

gosesia, il suo contributo sarà forzatamentelimitatoSott. aut.

VAR b. 293

29) Prato Sesia, 14 agosto 1891Estratto dell’atto di nascita del generale Gia-como Antonini

VAR, b. 293

30) Varallo, 16 agosto 1891Il sindaco di Varallo, Carlo Boccioloni, avver-te che per l’inaugurazione del monumentodel generale Antonini sarà vietato il transitodei veicoli sul ponte del MastalloneMan. a st., tip. Camaschella e Zanfa

VAR, b. 293

25a

26

25b

Page 33: Volume Mostra Pinacoteca

33

27

Page 34: Volume Mostra Pinacoteca

34

28 29

30 31

Page 35: Volume Mostra Pinacoteca

de al presidente della Società d’Incoraggia-mento allo Studio del Disegno di poter de-positare presso il museo i cimeli del genera-le Giacomo Antonini, donati alla città di Va-rallo da Giuseppina Avondo Fassò, vedovadell’ingegnere Giuseppe Antonini

SOCINC, b. 11

34) 1891Discorso pronunciato il 28 agosto 1891 dall’av-vocato Antonio Grober nell’atto in cui inaugura-vasi in Varallo il monumento al generale Giaco-mo AntoniniVarallo, tip. Camaschella e Zanfa

MUSEO, b. 22

31) Varallo, 23 agosto 1891Verbale di consegna del monumento a Gia-como Antonini, rappresentato in divisa dagenerale, in atto di sguainare la spada

VAR, b. 293

32) 23 agosto 1891Sonetto composto dall’avvocato GiovanniZoppetti, in occasione dell’inaugurazionedel monumento al generale Giacomo An-tonini

VAR, b. 293

33) Varallo, 31 agosto 1891Il sindaco di Varallo, Carlo Bocciolone, chie-

35

32 33

Page 36: Volume Mostra Pinacoteca

35) Venezia, 8 settembre 1928Il direttore del museo Correr di Venezia, dott.Ricciotti Bracchi, consegna al podestà di Va-rallo Vittorio De Marchi, il braccio del gene-rale Giacomo Antonini

VAR, b. 293

36) Varallo, 21 settembre 1929L’amministrazione comunale di Varallo de-libera di elargire lire 340, come contributo al-la spesa di un cofanetto per la conservazio-ne del braccio del generale Antonini

SOCONS, b. 19

36

34 36

35

Page 37: Volume Mostra Pinacoteca

La Società d’Incoraggiamento allo Studiodel Disegno in Valsesia

37) Varallo, 25 settembre 1836Elenco dei membri componenti la Società d’inco-raggiamento allo studio del disegno nella provin-cia di ValsesiaVarallo tip. Rachetti

SOCINC, b. 6

38) Varallo, 18 aprile 1833Statuti organici della Società d’incoraggiamentoallo studio del disegno in ValsesiaVarallo, tip. Caligaris

SOCINC, b. 1

37

3938

37

Page 38: Volume Mostra Pinacoteca

38

40 41

42 43

Page 39: Volume Mostra Pinacoteca

39

39) Varallo, 1846Il pittore Giovanni Battista Zali sottoscriveun’azione per la realizzazione di un busto inmarmo al canonico Nicolao Sottile

SOCINC, b. 7

40) Varallo, 28 settembre 1864Nella solenne inaugurazione di un busto in mar-mo eretto in Varallo alla maestà della regina Ma-ria Cristina per cura della valsesiana Società d’in-coraggiamento allo studio del disegnoVarallo, tip. Colleoni

SOCINC, b. 7

41) Torino, 31 dicembre 1887Lo scultore Giacomo Ginotti dichiara di rice-vere dal conte Gioacchino Toesca di Castel-lazzo, il saldo per la fornitura del busto delpoeta Giuseppe Regaldi

SOCINC, b. 7

42) Vanzone, 17 giugno 1895Il pittore Andrea Bonini informa il notaioGiovanni Ferrari, presidente della Societàd’Incoraggiamento, di accettare l’incarico perla decorazione del Salone della Società

SOCINC, b. 58

44

45

43) Varallo, 22 agosto 1908Programma della festa d’inaugurazione delvessillo della Società d’Incoraggiamento alloStudio del Disegno

SOCINC, b. 7

44) Varallo, 7 settembre 1934Elenco dei monumenti-ricordo collocati nel-l’aula magna della Società

SOCINC, b. 7

45) S.d.Progetto di regolamento per il collocamentodei ricordi nelle sale del palazzo sociale del-la Società d’Incoraggiamento allo Studio delDisegno

SOCINC, b. 7

Page 40: Volume Mostra Pinacoteca

47) 20 luglio 1838Giuseppe Mazzini a Carlo BiniHa scritto a diverse persone senza ottenererisposta. Se avesse saputo che poteva aiutar-lo si sarebbe rivolto a lui. Chiedeva un pre-stito di 4000 franchi con interessi e la restitu-zione del capitale dopo tre anni e non l’ha ot-tenuto, anche se tutti sanno che la sua fami-glia è ricca ed egli è figlio unico. “Pietro miha convertito l’imprestito in elemosina, mi hamandato di suo mille franchi, non mi ha sal-vato dalle angustie, mi ha fatto arrossire, miha messo una spina nel core”. Parla delle tri-sti condizioni dei tempi, dello scioglimentodella Giovine Italia: “la gioventù italiana si èarrestata davanti alle prime persecuzioni, ai

§ Autografi

46) Bruxelles, 26 luglio 1828Filippo Buonarroti a Luigi AngeloniLo omaggia di una copia della sua operapiù conosciuta dal titolo Conspiration pourl’égalité dite de Babeuf, con alcune conside-razioni sulle loro differenze di pensiero: “tuneghi la legge e il gius di natura ed io l’am-metto; tu impugni l’uguaglianza morale tragli uomini ed io la credo verissima”, purammettendo che, su alcuni punti, le loroidee convergono e cioè “la sovranità delpopolo, l’odio dei tiranni, l’amor di libertà,il rovescio delle cose monarchiche e nobili-stiche ...”

40

46 47

Page 41: Volume Mostra Pinacoteca

41

primi moti de’ governi ridesti, si è messa l’a-nima in pace”. Conclude la lunghissima let-tera con le parole. “addio fratello, segui adamarmi, tanto pochi mi amano ed io non vi-vo più d’altro che di qualche ricordo, dellepassioni solitarie dell’anima mia e di un po’di amore”

48) Milano, 6 giugno 1843Alessandro Manzoni a Pietro RolandiDa Parigi gli sono stati nuovamente richiestii politipi dell’edizione illustrata dei Promessisposi. Egli è disposto a spedire i legni della ri-produzione, purché se ne assicuri la venditain Germania e in Inghilterra. Chiede se il sig.Feather Stonough sarebbe disposto ad acqui-stare l’intera collezione per 9400 franchi. Par-la dei 150 esemplari dei Promessi sposi illu-strati, rimasti in sospeso nelle trattative colRolandi

49) Roma, 7 maggio 1847Massimo d’Azeglio a Silvio GianniniHa ricevuto i due discorsi che gli ha man-dato. Afferma di non voler stampare, senon apertamente, qualunque scritto che ri-guardi lo Stato Pontificio, almeno per iltempo in cui vivrà a Roma, ospite di Pio IX,e dove “il consiglio di censura è così largonel permettere la stampa di qualunquescritto politico”

50) Torino, 17 maggio 1847Silvio Pellico a Silvio GianniniGli dispiace di non poterlo accontentare, maun impegno preso con il libraio GiuseppeBocca, non gli permette di consentire la ri-

stampa delle Mie prigioni e neppure la ripro-duzione in francese e italiano dei capitoli “digiunta dal Latour pubblicati”

51) 24 ottobre 1847Vincenzo Gioberti a Pietro RolandiLo ringrazia del suo cortesissimo foglio, do-ve si era fatto interprete dei sentimenti deicompatrioti verso di lui “benché io non pos-sa in coscienza accettare le lodi che ella mida”. Spera che ripassando per Parigi non di-mentichi di fargli visita

48

Page 42: Volume Mostra Pinacoteca

42

5049

5251

Page 43: Volume Mostra Pinacoteca

43

5453

5655

Page 44: Volume Mostra Pinacoteca

55) s.d.Camillo Cavour al generale DabormidaLo prega di trasmettere un piego

56) s.d.Carlo Bini ad Adriano (Biscardi)“L’abbominio è consumato. La Costituzionetrionfa e mi strascina nella sua carriera diviltà”. Per una colletta, oppure un prestito disoldi a favore di Giuseppe Mazzini, ha rice-vuto rifiuti: Foà ha scritto un biglietto “chevale un tesoro per la sua quintessenza giu-daica”. Bastogi aveva disposto di far dare alMazzini quel tanto che bastava per non la-sciarlo morire di fame e che in seguito gliavrebbe mandato 500 0 600 franchi, prote-stando di non poter fare di più.Inveisce quindi di nuovo contro la Costitu-zione, defindendola “una gran fattucchiera,così gesuitica, così santamente perfida, cosìprestigiatrice da far apparire bene il male emale il bene”

52) Firenze, 4 novembre 1848Giuseppe Garibaldi ad Antonio Torricelli aLivornoDesidera che lo consideri suo amico ovun-que e sempre e promette che farà il possibi-le per essere di fatto, vicino a quei valorosiassediati

53) s.dGiuseppe Mazzini a Pietro RolandiEmilio gli ha dato il Purgatorio e sembra va-da bene “mi bisogna ora attaccare le varian-ti al testo e rivedere quest’ultimo anche unavolta paragonandolo”. Il copista può quindiessere retribuito: chiede uno scellino per can-to. Cita poi il manoscritto del Foscolo sullaDivina Commedia

54) s.d.Camillo Cavour a M. A. CastelliGli fissa un appuntamento al Ministero perconferire “sulla risposta a farsi al Santa Rosa”

44

Page 45: Volume Mostra Pinacoteca

45

§ Sezione storico artistica

Gli anni tra il 1870 e il 1890 vedono un po’ intutta Italia, ma in primo luogo a Torino, ildiffondersi di quello che gli stessi contempo-ranei battezzarono, con termine ironico, ‘mo-numentomania’. Parchi, piazze e principalisnodi urbani si popolano dei simboli del nuo-vo Stato unitario, generalmente frutto di sotto-scrizioni che erano, per le élites locali, al tempostesso un modo per mettersi in mostra e sot-tolineare il proprio ruolo. L’elenco dei contri-butori veniva pubblicato sui giornali locali; leinaugurazioni alla presenza di alte persona-lità fornivano occasioni per consolidare il pro-prio tessuto di relazioni e, a volte, per metterein evidenza schieramenti politici di corrente.1

L’obiettivo era quello di costruire un reperto-rio iconico di forte valore simbolico che addi-tasse alle generazioni future le guide spiritua-li e politiche della nuova nazione. Ma nel mo-mento stesso in cui accettano di partecipare aquesto processo di selezione di modelli co-muni per tutto lo Stato, i vari centri italiani,quasi timorosi di perdere la propria identità,restano attenti a non perdere di vista una esi-genza che può sembrare a tratti antitetica:quella di promuovere il rilancio delle propriespecificità locali attraverso l’esaltazione dei‘genius loci’ utili a propagandarle.Di fondo, lo stretto intreccio fra queste duetendenze è evidente proprio nelle principali

occasioni di monumenti pubblici su scala ur-bana che vi furono, nei primi decenni postu-nitari, a Varallo. Il capoluogo valsesiano si se-gnala per un episodio di eccezione. È la pri-ma città a dedicare, con il Vittorio Emanueleannuncia l’Italia all’Europa di Giuseppe Anto-nini (vedi fig. 3 p. 12), inaugurato il 9 giugno1862, una statua a un Savoia nelle vesti di so-vrano non del Piemonte, ma del nuovo Statounitario. Ma è significativo che si sia tratta-to, nella sostanza, di un dono offerto alla cittàda uno zio parente in secondo grado delloscultore, Leone Antonini, che finanziò quasiintegralmente l’operazione: il sincero omag-gio dinastico si combina con la volontà diagevolare la carriera del nipote, che, anchegrazie a questo biglietto da visita, otterrà, cir-ca otto anni più tardi, la nomina a Direttoredel Laboratorio Barolo.2

Se si esclude forse il bel medaglione che Zef-firino Carestia (1849-1908) dedicò nel 1890 aGaribaldi nell’attuale Corso Umberto I (vedifig. 4 p. 13), le altre iniziative celebrative per ilcentro cittadino riflettono anch’esse questosforzo per far assurgere a livello nazionale deisimboli di identità locale. Questo vale in mo-do esemplare per la statua del generale Gia-como Antonini (vedi fig. 5 p. 14), reduce maz-ziniano e deputato della valle al Parlamentosubalpino, realizzata tra il 1887 e il 1891, maanche per il Monumento a Gaudenzio Ferra-ri, frutto di una sottoscrizione che, allo scopo

Gianluca Kannès

Page 46: Volume Mostra Pinacoteca

scuola locale, Nicolò di Liberatore detto L’A-lunno, inaugurandolo nel 1872.3

Ma a Varallo è significativo che già sul gior-nale locale “Il Monte Rosa” del 8 aprile 1865compaia un primo appello affinché l’artistaprescelto per realizzare la statua fosse un val-sesiano, condizione poi ribadita dal bando diconcorso nel 1869. La strategia da adottare perrilanciare il ruolo della città come piccola ca-pitale artistica è, in effetti, un tema dominan-te fra l’intellettualità locale dell’Ottocento; e inquella sorta di Pantheon valsesiano in cui sitentò di trasformare negli anni il Salone d’o-nore della Società d’Incoraggiamento la scel-ta degli effigiati non è meno importante diquella delle personalità chiamate a ritrarli, ve-dendosi nell’affido delle commissioni al tem-po stesso un modo per creare in valle un’an-tologia dei migliori artisti contemporanei. Da qui la qualità particolarmente alta dei ma-teriali che le istituzioni valsesiane si sono di-mostrate in grado di fornire per il presente ca-talogo. Si attira l’attenzione anzitutto sul ri-tratto di Quintino Sella, commissionato nel

di consolidare il riconoscimento di un ruolosovra regionale per l’artista, si tentò con pre-cisa valenza pubblicitaria di allargare a tutti imaggiori comuni italiani . L’iniziativa, in ge-stazione dal 1864, figura in consonanza, percronologia, con quanto proponevano all’epo-ca altri centri della penisola: Cento, dove ilMonumento a Guercino è del 1862; Parma,dove l’inaugurazione del Monumento a Cor-reggio risale al 1870; Foligno che nel 1865 pro-gettò un analogo riconoscimento per il capo-

46

Pier Celestino Gilardi(Campertogno 1837 –Borgosesia 1905)Ritratto di Quintino Sella, 1885circaolio su tela, cm 170 x 107committente il Club AlpinoItaliano – sezione di VaralloVarallo, Club Alpino Italiano –sezione di Varallonon inv.Fig. 1

Pier Celestino Gilardi(Campertogno 1837 –Borgosesia 1905)Prigionierocera dipinta, cm 13,5 x 25,5 x 14inv. 530Fig. 2

Page 47: Volume Mostra Pinacoteca

47

Giuseppe Antonini (Rima SanGiuseppe 1833 – Varallo 1889)Busto di Camillo Benso di Cavourgesso, cm 92 x 69 x 45dono degli eredi di GiuseppeAntonini, 1918inv. 3069Fig. 3

Giuseppe Antonini (Rima SanGiuseppe 1833 – Varallo 1889)Busto di Vittorio Emanuele IIgesso, cm 93 x 73 x 39dono degli eredi di GiuseppeAntonini, 1918inv. 3070Fig. 4

Giovanni Albertoni (Varallo1806-1887)Bozzetto per il monumento aVincenzo Gioberti (Torino, PiazzaCarignano), 1859 circagesso, cm 72 x 30 x 25acquisto della Società per laConservazione delle Opered’Arte e dei Monumenti inValsesia, 1891inv. 983Fig. 5

Giovanni Albertoni (Varallo1806-1887)Busto di Maria Adelaided’Austria, 1856gesso, cm 90 x 69 x 31dono della moglie di GiovanniAlbertoni, 1898inv. 806Fig. 6

Page 48: Volume Mostra Pinacoteca

48

Giulio Arienta (Varallo 1826-1900)Ritratto di Giuseppe Garibaldiolio su tela, cm 33,5 x 27dono degli eredi di GiulioArienta (?), 1903inv. 247Fig. 7

Page 49: Volume Mostra Pinacoteca

49

Luigi Belli (Torino 1848-1919)Bozzetto per il monumento aGiuseppe Mazzini (Torino, via deiMille), 1915-1917gesso patinato a bronzo, cm 43 x33,5 x 25,5dono di Ernestina Belli, 1941inv. 990Fig. 8

Attribuito a Leone Antonini(Varallo 1861 – Milano 1941)Busto di don Pietro Calderini gesso, cm 51,5 x 48 x 32,5Varallo, Museo CalderiniFig. 9

1886 a Pier Celestino Gilardi4 (1837-1905; fig. 1) dalla Sezione di Varallo inonore del fondatore del Club AlpinoItaliano. L’opera, finora poco nota, ègiunta in mostra corredata dalla cor-nice originaria curata dal laboratorioBarolo e dai mandati di pagamentofirmati da Pietro Calderini e Giusep-pe Antonini; dello stesso autore la‘prova’ giovanile in cera raffiguranteforse Silvio Pellico in carcere (fig. 2) ei due busti di Camillo Cavour e diVittorio Emanuele II (figg. 3-4). Maanche Giovanni Albertoni (1806-1887;fig. 5), il principale scultore valsesia-no di metà Ottocento, l’ambasciatoreinformale della valle presso il mondoartistico torinese come lui stessoscherzosamente si definiva in una sualettera del giugno 1864 a Pietro Cal-derini,5 è testimoniato da opere digrande raffinatezza, quali il ritrattodella prima moglie di Vittorio Ema-

Page 50: Volume Mostra Pinacoteca

50

Giovanni Maria Baccarlino(Cadarafagno di Breia 1826 –Borgosesia 1889)Ritratto di don Pietro Calderiniolio su tela, cm 54,7 x 47dono, 1953inv. 897Fig. 10

Giuseppe Dedominici (Rossa1758-1840)Ritratto di Carlo Albertoolio su tela, cm 83,5 x 61deposito dalla Societàd’Incoraggiamento allo Studiodel Disegnoinv. 69Fig. 11

Gaudenzio Dago (Rimella1821/1822 – Novara 1865/1866)Ritratto di Vittorio Emanuele IIolio su tela, cm 90 x 69dono dei fratelli di GaudenzioDago, 1873inv. 198Fig. 12

Tommaso Festa (Crevola diVarallo 1819-1879)Ritratto di Aurelio Turcottiolio su tela, cm 82 x 66,5dono dell’autore alla Societàd’Incoraggiamento allo Studiodel Disegno, 1885inv. 208Fig. 13

Page 51: Volume Mostra Pinacoteca

51

Tommaso Festa (Crevola diVarallo 1819-1879)Ritratto di Vittorio Emanuele II,1864disegno acquerellato, mm 300 x230dono di Alberto Durio, 1942inv. 427Fig. 14

Carlo Arienti (Arcore 1801 –Bologna 1873)Ritratto del generale GiacomoAntoniniolio su tela, cm 84 x 61,5dono di Giuseppina Avondovedova Fassò, 1893inv. 916Fig. 15

Anonimo del XIX secoloRitratto di Pietro Rolandiolio su tela, cm 100 x 86,5deposito dalla Societàd’Incoraggiamento allo Studiodel Disegnoinv. 932Fig. 16

nuele II, Maria Adelaide (fig. 6). Assieme al-l’Albertoni, Giulio Arienta fu, nel 1875, subi-to dopo il suo rientro dall’Argentina, il princi-pale promotore della nascita della Società perla Conservazione delle Opere d’Arte e deiMonumenti in Valsesia, organismo progetta-to alle origini per supplire la Società d’Inco-raggiamento, troppo impegnata nelle scuole econ le collezioni scientifiche, nella raccolta difondi per i restauri al Sacro Monte “e per di-sporre in unico luogo gli oggetti che si possa-no acquisire”6 (fig. 7). Degli altri artisti valse-siani Luigi Belli (1848-1919) è l’autore nel1915-1917 del monumento a Torino per Maz-zini (fig. 8), notoriamente un personaggio ilcui culto fu per lungo tempo controverso, da-te le posizioni ostili alla monarchia. LeoneAntonini (1861-1941) è probabilmente presen-te con il busto di Pietro Calderini7 (fig. 9), una

Page 52: Volume Mostra Pinacoteca

52

Giovanni Albertoni (Varallo1806-1887)Busto di Maria Cristina di Savoia,1864marmo bianco scolpito, cm 103x 68 x 33 non inv. Fig. 17

Giuseppe Antonini (Rima SanGiuseppe 1833 – Varallo 1889)Busto del conte Benedetto Carellimarmo bianco scolpito, cm 90 x61 x 36non inv.Fig. 18

Pietro Della Vedova (Rima 1831– Torino 1898)Busto di Giovanni BenedettoRachetti, 1864marmo bianco scolpito, cm 83 x61 x 38 non inv.Fig. 19

Giuseppe Antonini (Rima SanGiuseppe 1833 – Varallo 1889)Busto di Giacomo Geniani, 1874marmo bianco scolpito, cm 102x 67 x 50 non inv.Fig. 20

Page 53: Volume Mostra Pinacoteca

53

Giuseppe Antonini (Rima SanGiuseppe 1833 – Varallo 1889)Busto del generale GiacomoAntoninimarmo bianco scolpito, cm 86 x53 x 43 non inv.Fig. 21

Zeffirino Carestia (RivaValdobbia 1854 – Novara 1908)Busto di Carlo Frigiolini, 1884marmo bianco scolpito, cm 114 x75 x 48 non inv.Fig. 22

delle opere più caratteristiche del suo con-temperare le sollecitazioni della modernitàcon un verismo di impianto antibistolfiano;8

il fondatore del Museo di Storia Naturale èraffigurato anche in una tela di Giovanni Ma-ria Baccarlino (1826-1889; fig. 10). GiuseppeDe Dominici (1758-1840) è tra i principali rap-presentanti in valle della fase neoclassica (fig.11) e Gaudenzio Dago (1821/1822-1865/1866;fig. 12), attivo soprattutto a Novara, fu unadelle più promettenti figure uscite negli anniQuaranta dalle scuole di Varallo, purtroppostroncato da morte precoce.Occorre ricordare anche Tommaso Festa(1819-1879; fig. 13), un allievo dell’Accademia

Albertina noto al momento soprattutto perl’attività a Bra e nel braidese, autore dell’olioraffigurante il deputato Andrea Turcotti e deldisegno di grande qualità con Vittorio Ema-nuele II (1864) (fig. 14), e il non valsesiano Car-lo Arienti (1801-1873; fig. 15), professore di pit-tura sempre all’Albertina di Torino dal 1843 al1859, poi a Bologna fino al 1871. Merita inol-tre una menzione, per l’importanza che rivestìnel contesto risorgimentale il personaggio ef-figiato – Pietro Rolandi – il dipinto realizzatoda un anonimo del XIX secolo9 (fig. 16).Ma forse vale la pena di sottolineare soprat-tutto come funzioni di interscambio fra cele-

Page 54: Volume Mostra Pinacoteca

L’allestimento che ci viene descritto dal Ca-nonico Romerio nel 192410 registra poi comesi configurasse a quella data la sequenza ca-nonica, suggerita dalla bozza di regolamentodel 1904, di ricordi di valsesiani insigni, arti-sti e benefattori della Società d’Incoraggia-mento: Gaudenzio Ferrari (vedi fig. 6 p. 73),Maria Cristina di Savoia (1812-1836; fig. 17),il conte Benedetto Carelli (1772-1852; fig. 18),il Giovanni Benedetto Rachetti (1701-1772;fig. 19), Giacomo Geniani (1796-1849; fig. 20),il generale Giacomo Antonini (fig. 21), CarloFrigiolini (1814-1880; fig. 22), i canonici Ni-colao Sottile (1751-1832; vedi fig. 3 p. 70) edon Pietro Calderini (fig. 23), don Cama-schella (fig. 24), il poeta Giuseppe Regaldi(1809-1883; fig. 25), lo scultore Giovanni Al-bertoni (fig. 26), il marchese Tancredi Fallettidi Barolo (1782-1838; vedi fig. 1 p. 68), il mar-chese Paolo d’Adda Salvaterra (1797-1842;

54

Leone Antonini (Varallo 1861 –Milano 1941)Monumento a don Pietro Calderini,1909bassorilievo in bronzo, cm 356 x153 x 50 non inv.Fig. 23

Anonimo del XIX secoloLapide commemorativa di donPietro Camaschella, 1897bassorilievo in bronzo, cm 148 x148,5 x 15 non inv.Fig. 24

brazione locale e miti nazionali, tra culto de-gli eroi e rilancio della riconoscibilità di Va-rallo come centro artistico siano sempre statetipiche del Salone d’onore del Palazzo Socia-le che, del resto, fu usato già nel 1869 proprioper esporre i bozzetti presentati a concorsoper il Monumento a Gaudenzio Ferrari giàcitato in queste pagine.

Page 55: Volume Mostra Pinacoteca

55

Giacomo Ginotti (Brugaro diCravagliana 1845 – Torino 1897)Busto di Giuseppe Regaldi, 1886marmo bianco scolpito, cm 117 x65 x 64 non inv.Fig. 25

Antonio Lusardi (Varallo 1860 –Domodossola 1927)Busto di Giovanni Albertoni, 1894marmo bianco scolpito, cm 75 x64 x 37 non inv.Fig. 26

Giuseppe Antonini (Rima SanGiuseppe 1833 – Varallo 1889)Busto del protomedico GiuseppeAntoninimarmo bianco scolpito, cm 61 x34,5 x 25 non inv.Fig. 27

Leone Antonini (Varallo 1776-1862)Lapide e busto di FilippoTermignonibassorilievo in marmo biancoparzialmente dorato, marmobianco scolpito, bronzo, cm 138x 90,5 x 31,5non inv.Fig. 28

Page 56: Volume Mostra Pinacoteca

vedi fig. 5 p. 71), il protomedico della Valse-sia Giuseppe Antonini (1763-1828 fig. 27),l’incisore Gaudenzio Bordiga (1773-1837; ve-di fig. 4 p. 70), l’avvocato Filippo Termigno-ni (fig. 28), i medaglioni a Giuseppe Peccio-la (fig. 29) e Vittorio Ferrioli (?-1850; fig. 30),la lapide a Quintino Sella (vedi fig. 6 p. 15).Ma, a suggello della serie, venivano posti perl’appunto i ritratti dei regnanti d’Italia, Vit-torio Emanuele II, Umberto I, Margherita diSavoia, Vittorio Emanuele III e due dipintidei maggiori rappresentanti in pittura dellascuola valsesiana del tempo: Canti di prima-vera di Pier Celestino Gilardi e Sic transit glo-ria mundi del più recente Enrico Mazzola(1891-1915).Entrambi questi dipinti scompaiono nel suc-cessivo riallestimento del Salone curato nel1931 dal Commissario prefettizio, e di lì a po-co presidente della Società, Camillo Verno(1870-1942), in occasione delle feste per il pri-mo centenario della fondazione della Societàd’Incoraggiamento. Per celebrare l’evento erastata organizzata a Varallo una “Esposizionedi arte pura e applicata” ed il Salone fu usa-to appunto per la cerimonia di apertura, conun discorso di elogio al re e al duce. Verno,uno dei migliori allievi usciti dalla scuola diGilardi, aveva preferito specializzare ulterior-mente l’ambiente, aggiungendovi una lapi-de in onore di Giacomo Ginotti (vedi fig. 2 p.77) ed il busto di Federico Tonetti (vedi fig. 4p. 77); ma al tempo stesso aveva trovato op-portuno aggiungere alle pareti una propriaopera: un ulteriore ritratto di quello che si ri-teneva allora l’ultimo dei padri della Patria:Benito Mussolini.11

56

Note

1 Fantasmi di bronzo: guida ai monumenti di Torino; 1808-1937,Torino 1978; Il lauro e il bronzo: la scultura celebrativa in Italia1800-1900, catalogo della mostra, a cura di M. Corgnati,G.L. Mellini, F. Poli, Torino 1990; B. Tobia, Una patria per gliitaliani: spazi, itinerari, monumenti nell’Italia unita, 1870-1900,Bari 1991; Memorie nel bronzo e nel marmo, a cura di M. Pe-trantoni, Milano 1997; Fare l’Italia: unità e disunità nel Risor-gimento, a cura di M. Isnenghi, E. Cecchinato, vol. I (Gli ita-liani in guerra: conflitti, identità, memorie dal Risorgimento ainostri giorni, a cura di M. Isnenghi), Torino 2008.2 Cfr., anche circa la parentela, la biografia di Leone An-tonini comparsa in Il prof. Leone Antonini. Cenni biografici,in “Il Monte Rosa”, I, 35-36-37, 2-9-16 agosto 1862.

Riguardo agli scultori valsesiani dell’Ottocento si veda Pie-tro Della Vedova e la scultura valsesiana dell’Ottocento, atti delconvegno, a cura di C. Debiaggi, B. Signorelli, Torino 2000.3 Fra le maggiori sottoscrizioni Brescia, con 1.600 lire, e To-rino, con 500 lire in sASV, VAR, b. 292. 4 Pier Celestino Gilardi, atti del convegno, Borgosesia 2006.5 sASV, Carteggio don Pietro Calderini, cart. 1.6 L’Arte in Valsesia, in “Il Monte Rosa”, XIV, 721, 25 settem-bre 1875; Società per la Conservazione delle Opere d’Arte in Val-sesia, in “Il Monte Rosa”, XV, 756, 27 maggio 1876. Per la fi-gura di Giulio Arienta si rimanda a M. Turlo, Il pittore Giu-lio Arienta nel dibattito storico artistico del secondo Ottocento,tesi di laurea, Università degli Studi di Torino, Facoltà diLettere e Filosofia, relatore M. di Macco, a.a. 2000-2001.7 Non sembra condivisibile l’attribuzione a Casimiro De-biaggi: per l’artista si veda Lo scultore Casimiro Debiaggi acentocinquant’anni (1855-2005). La personalità e l’opera artisti-ca, atti del convegno, a cura di C. Debiaggi, F. Tonella Re-gis, in “de Valle Sicida”, XVII, 1, 20068 P. Strigini, La Regia Scuola Tecnica “Gaudenzio Ferrari”1859-1909, in supplemento “Rivista Valsesiana”, IV, 39,1909, pp. 121-163.9 I fratelli Rolandi di Quarona (Valsesia) Giambattista (1787-1825) e Pietro (1801-1863) editori e librai a Londra. Una sto-ria internazionale, atti del convegno, a cura di F. Tonella Re-gis, Borgosesia 2006.10 G. Romerio, La Società d’Incoraggiamento allo Studio delDisegno in Valsesia, Varallo 1926, p. 15.11 Il Primo Centenario della Società d’Incoraggiamento celebra-to con una nobile orazione di Sabatino Lopez, in “Corriere Val-sesiano”, XXXVII, 37, 11 settembre 1931. Verno, nel 1934,fornirà due ulteriori ritratti del duce e di Vittorio Emanue-le III, destinati ad altre sale del complesso.

Pietro Della Vedova (Rima 1831– Torino 1898) Medaglione di Giuseppe Pecciolabassorilievo in marmo bianco,marmo nero, cm 57 x 51 x 4non inv.Fig. 29

Anonimo del XIX secoloMedaglione di Vittorio Ferriolibassorilievo in marmo bianco,cm 65 x 54 x 11non inv.Fig. 30

Page 57: Volume Mostra Pinacoteca

timana”6) ripiegava dopo aver subito consi-stenti perdite sotto il fuoco austriaco. Il gene-rale valsesiano aveva subito una grave lesio-ne dell’articolazione del braccio destro. Perquanto potesse aver affrontato con stoicismoquella prova, dubitiamo che all’impatto del-la cannonata caricata a mitraglia abbia pro-nunciato le famose parole “Vada il braccio,purché l’Italia viva!”. Avrà piuttosto espressoil suo disappunto con altre espressioni, piùconsone al carattere dell’Uomo. Veniva portato in Vicenza, a Palazzo Torre-san, dove il chirurgo Giuseppe Petrali, dopoaver constatato l’impossibilità di medicare laferita, procedeva all’amputazione dell’artoed alla sua conservazione. Le cannonate au-striache iniziarono a piovere anche su Vicen-za, nei pressi del Palazzo che ricoverava il fe-rito. Dovette quindi essere trasportato il 24maggio alla casa dell’avv. Gian Paolo Bonol-lo, Presidente del Comitato di Difesa di Vi-cenza, da dove il giorno seguente procedet-te per Venezia, sempre assistito dal Petrali. AVenezia, già nei primissimi giorni successiviall’amputazione, nell’entourage dell’Antoni-ni il braccio era venerato come ‘reliquia del-la Nazione’. Il Generale ebbe poco tempo perla convalescenza, preferì mettersi subito inviaggio verso Bologna, dove erano riparati iresti della sua inaffidabilissima Legione. Ilbraccio, conservato “in un fiasco di acquavi-te”,7 fu frettolosamente affidato alla contes-

§ Sezione storica

Il braccio del generale

L’ostensione del braccio del Generale Anto-nini1 offre l’occasione per sottrarre all’obliola maggiore reliquia laica del Risorgimentovalsesiano (figg. 1-2). La storia del noto cime-lio è perfettamente conosciuta, come pure lafigura del suo proprietario, l’illustre Giaco-mo Antonini che parte non secondaria ebbenegli avvenimenti che determinarono la lun-ga strada del popolo italiano verso l’Unità. Claudio Sagliaschi con una ricerca documen-taria di assoluto valore ne ha restituito la bio-grafia definitiva.2 Il personaggio fu contro-verso. Nel corso della sua vita fu bersaglio didetrattori come oggetto dell’ammirazionepopolare. “Iettatore come capitano”, “avidodi denaro”, “prode personalmente”,3 “uffi-ciale coraggiosissimo”,4 “un pazzo che ve nefarà della belle”, “uomo insofferente di ognifreno”.5

Quel pomeriggio del 21 maggio 1848 la Le-gione Italica dell’Antonini procedeva su trecolonne contro gli austriaci del Nugent ap-postati all’Olmo, località a ovest di Vicenza,sul torrente Retrone. A sera la Legione(“un’accozzaglia di birbi sempre in lite tra lo-ro, che si scioglie la sera per ricomporsi lamattina e così due o tre volte almeno la set-

57

Carlo Rastelli

Page 58: Volume Mostra Pinacoteca

sa Maddalena Montalban Comello, amicadell’Antonini e ispiratrice di un Comitato perl’assistenza ai patrioti combattenti.Del macabro cimelio si perse la memoria, fi-no a quando la patrizia veneziana, perseve-rando nelle sue attività antiaustriache, ven-ne tratta in arresto nel 1862. La perquisizio-ne della sua dimora portò al ritrovamentodel braccio, che venne immediatamente po-sto sotto sequestro. La correttissima procedu-ra giudiziaria imperialregia non ravvisò tut-tavia gli estremi per trattenere l’oggetto, chefu restituito nel 1864 a pena scontata alla le-gittima proprietaria, ormai nota coma ‘laContessa repubblicana’. I tempi cambiavano.Il vecchio amico era ormai morto a Torinodieci anni prima, e la Terza Guerra di Indi-pendenza (1866) avrebbe a breve unito Vene-zia agli Italiani.La nobildonna morì nel 1869, senza poter as-sistere alla presa di Roma. Il figlio nel 1882 sirivolse al console elvetico in Venezia perchéesponesse al Museo Correr la sua volontà didonare il cimelio. La donazione fu subito ap-provata. La consegna avvenne l’8 luglio diquell’anno. Era contenuto “in una vecchia erotta scatola di legno in modo che sarebbe in-decoroso esporlo come stava”. Il problemadelle scarse risorse economiche già allora af-fliggeva i pubblici Musei, tanto che non sitrovarono i soldi per dare più decorosa siste-mazione al povero reperto. Quella vecchiacassetta fu collocata, così come si trovava, neidepositi e dimenticata per anni. Fu GabrieleFantoni, studioso del Risorgimento, a ritro-vare la cassetta nel 1895. Egli aveva conosciu-to personalmente il vecchio chirurgo Petrali,

58

Maschera mortuaria del GeneraleGiacomo Antonini XIX secoloVarallo, Museo Calderininon inv. Fig. 1

Page 59: Volume Mostra Pinacoteca

che gli aveva narrato di quel fatto, e dellaconservazione dell’arto amputato. Il braccioera lì, nella medesima cassetta in cui era sta-to conservato dalla contessa, avvolto in cartastraccia. Vi erano ancora i resti dei sigilli delTribunale che aveva attuato il sequestro. So-lo allora il Museo diede il giusto riconosci-mento a quella ‘reliquia della Nazione’, ed

59

alcuni anni dopo, nel 1913, iniziò le trattati-ve per la donazione alla Città di Varallo, cheportarono alla consegna nel 1928 del bracciodell’Antonini al comune valsesiano, dove fuaffidato alla custodia del Museo Calderini,nelle cui sale si trova ancora oggi.Una teca eseguita su misura racchiude l’ur-na di vetro in cui, su un cuscino di velluto,riposa l’arto del Generale. Alla base in unavetrina sono esposti altri suoi cimeli, donatinel 1891 alla città di Varallo da GiuseppinaFassò, vedova del nipote Giuseppe Antoni-ni: la sciabola e le spalline con il simbolo del-la Trinacria, che l’Antonini portò nel suo ulti-mo incarico militare del 1849, quello di Mare-sciallo di Campo Ispettore Generale dell’e-sercito della Sicilia rivoluzionaria (fig. 3 par-ticolare di fig. 2).

Cimeli risorgimentali in pinacoteca

Il Museo Calderini custodisce una collezio-ne di armi tra le più eterogenee: vecchi mo-schetti modello 1891 accanto a bei fucili a pie-tra focaia, armi d’ordinanza e fucili a bac-chetta modificati da artigiani locali (figg. 4-7). Armi bianche delle varietà più diverse.Splendida e introvabile la lunghissima baio-netta con fodero originale della Guardia Im-periale Austriaca, che vide forse i campi del-la Fatal Novara nel 1849 (fig. 8), e poi daghet-te, sciabole, fioretti, baionette (figg. 9-12). Ealcuni pezzi in uno stato di conservazioneche necessiterebbero di un intervento manu-tentivo, come il vetusto fucile ad avancaricache fece la Guerra delle Alpi (1792-1796) a

Braccio destro del GeneraleGiacomo Antonini Donato nel 1928 alla città diVaralloVarallo, Museo Calderininon inv. Fig. 2

Cimeli appartenuti al GeneraleGiacomo AntoniniSciabola e spalline con il simbolodella TrinacriaDono di Giuseppina FassòAvondo, già Antonini, alla cittàdi Varallo1891Varallo, Museo Calderininon inv. Fig. 3

Page 60: Volume Mostra Pinacoteca

60

Fucile XIX secoloVarallo, Museo Calderiniinv. 7armFig. 4

Fucile XIX secoloVarallo, Museo Calderiniinv. 8armFig. 5

FucileXIX secoloVarallo, Museo Calderiniinv. 3armFig. 6

FucileXIX secoloVarallo, Museo Calderiniinv. 6armFig. 7

Page 61: Volume Mostra Pinacoteca

61

Baionetta della Guardiadell’Imperial Regio Esercitodell’Imperatore d’AustriaXIX secoloVarallo, Museo Calderiniinv. 40arm.Fig. 8

Daghetta XIX secoloVarallo, Museo Calderiniinv. 68arm.Fig. 9

SciabolaXIX secoloVarallo, Museo Calderini inv. 63arm.Fig. 10

Baionetta del Genio Pontieripiemontese, con lato a segaXIX secoloVarallo, Museo Calderiniinv. 38arm.Fig. 11

BaionettaXIX secoloVarallo, Museo Calderiniinv. 36armFig. 12

Page 62: Volume Mostra Pinacoteca

62

Medaglia commemorativa dell’annessione di Venezia al Regnod’Italia. Ritratto di Vittorio Emanuele II1866Varallo, Museo Calderininon inv.Fig. 13

Medaglia commemorativa dedicata al re Carlo Alberto in occasionedella promulgazione delle riforme del 30 ottobre 1847 XIX secoloVarallo, Museo Calderininon inv.Fig. 14

Medaglia commemorativa fusa a Novara. “La gratitudine deiNovaresi nell’ottobre 1847”, dedicata a Carlo Alberto “legislatore eriformatore”1847Varallo, Museo Calderininon inv.Fig. 15

Medaglia commemorativa della II Guerra di Indipendenza,celebrazione dell’alleanza franco-piemontese. Ritratto di VittorioEmanuele II con Napoleone III 1859Varallo, Museo Calderininon inv.Fig. 16

Medaglia francese celebrativa della alleanza franco-piemontese nellaguerra del 1859. Ritratto di Napoleone IIIXIX secoloVarallo, Museo Calderininon inv.Fig. 17

Page 63: Volume Mostra Pinacoteca

63

Medaglia celebrativa del centenario della nascita di GiuseppeGaribaldi1907Varallo, Museo Calderininon inv.Fig. 18

Medaglia commemorativa di Garibaldi e della Guerra del 1859XIX secoloVarallo, Museo Calderininon inv.(immagine 4 sequenza medaglie)Fig. 19

Medaglia fusa a Como, nel 30° anniversario della guerra del 1859,dedicata a Giuseppe Garibaldi. Commemorazione del marzo 18481889Varallo, Museo Calderininon inv.Fig. 20

Medaglia commemorativa fusa in morte di Giuseppe GaribaldiXIX secoloVarallo, Museo Calderininon inv.Fig. 21

Page 64: Volume Mostra Pinacoteca

denza (1859), Vittorio Emanuele II, e sopratutti, il Generale Garibaldi (figg. 18-21).

Note

1 Vedi p. 15 in questo volume.2 C. Sagliaschi, La professione di fede di un valsesiano del Ri-sorgimento. Vita e vicende di Giacomo Antonini in rapporto al-le libertà dei popoli, Prato Sesia 2002.3 Carteggio di Michele Amari, a cura di A. d’Ancona, Tori-no 1896, vol. I, p. 503.4 A. Monti, Un italiano: Francesco Restelli 1814-1890, Milano1933, p. 93.5 Epistolario di Luigi Carlo Farini per cura di Luigi Rava, a cu-ra di L. Rava, Bologna 1911, vol. II, p. 141.6 Ibidem.7 V. Marchesi, Storia documentata della rivoluzione e difese diVenezia negli anni 1848-49 tratta da fonti italiane e austriache,Venezia 1913, p. 203.

64

rintuzzare sulla punta della sua baionetta lanovità della grande Rivoluzione e del suoPrimo Console Napoleone Bonaparte. Unaattenta catalogazione scientifica della raccol-ta potrebbe riservare altre sorprese e dare ri-sultati insperati in un settore sì specialisticoma che come nessun altro ci rende partecipidella storia del nostro Vecchio Piemonte.Tra le collezioni del Museo di Storia Natura-le si conserva anche una interessante raccol-ta di medaglie commemorative del periodonapoleonico e risorgimentale (fig. 13). Si pre-senta in mostra una selezione di monete cele-brative connesse agli anni in cui si fece l’Ita-lia: ricordano le riforme di Carlo Alberto(figg. 14-15), l’alleanza franco-piemontese(figg. 16-17), la Seconda Guerra d’Indipen-

Page 65: Volume Mostra Pinacoteca

65

plare e non comune, che caratterizzò poi an-che la sua breve attività di parlamentare, svol-tasi nella legislatura 1876-1880.Senza dubbio, questo è un capitolo del Risorgi-mento poco noto, riemerso grazie ai pregevo-li studi di Franca Tonella Regis,1 piuttosto ri-mosso e dimenticato dai maggiori storici diquel periodo, offuscato peraltro dalla memo-rialistica riguardante il mito dei garibaldini, da

§ Gli Antongini

Oltre all’arto del Generale Giacomo Antonini,curioso e allo stesso tempo emblematico ricor-do dell’epopea risorgimentale, occorre, in que-sta sede, menzionare la figura, per certi versieccezionale, di Alessandro Antongini (1814-1889), imprenditore colto, illuminato e patrio-ta, mazziniano ed esponente del movimentodemocratico, socio della Società d’Incoraggia-mento allo Studio del Disegno in Valsesia, checon i fratelli aveva fondato nel 1850 la Mani-fattura di Lane di Borgosesia ed era stato tra iprotagonisti delle Cinque Giornate di Milano.Questi, deluso dall’esito della Seconda Guer-ra d’Indipendenza (1859), fu convinto daAgostino Bertani, un medico lombardo suogrande amico, a mobilitarsi per contribuire,non solo sul piano dell’ideale, ma anche dalpunto di vista economico, all’impresa piùgrande dell’Eroe dei due Mondi; allora firmò,il 29 aprile 1860, una cambiale di 510 mila lirea favore dell´armatore genovese Raffaele Ru-battino, per garantire il noleggio dei vapori aruote Piemonte e Lombardo sui quali si imbar-carono i Mille, guidati da Garibaldi alla con-quista del Regno delle Due Sicilie.Conscio dell´importanza del compito affida-togli e dei rischi connessi, Antongini, tuttavia,non se ne lamenta e non se vanta, ritenendo-lo un dovere verso la patria, dimostrando unacoerenza agli ideali professati davvero esem-

Gabriele Federici

Anonimo del XIX secoloRitratto dei fratelli Alessandro eCarlo Antonginifotografia, cm 29 x 36 (compresopassepartout)Borgosesia, Archivio StoricoZegna Baruffa Lane BorgosesiaS.p.A.Fig. 1

Copia della Cambiale bancaria deifratelli Antongini a favoredell’armatore Rubattino, 1860dattiloscritto, cm 24 x 33Borgosesia, Archivio StoricoZegna Baruffa Lane BorgosesiaS.p.A.Fig. 2

Page 66: Volume Mostra Pinacoteca

mente la tinta “Rosso Garibaldino” da con-ferire a un tessuto in lana che sarebbe servitoper confezionare le famose camicie, simboloper eccellenza della spedizione garibaldina.Un fulgido esempio di questo tipo di camiciaci è dato, nel presente catalogo, dall’uniformeperfettamente conservata del capitano PietroGalloppini (1839-1899), scomparso nel 1899,che partecipò appunto a questa pagina, tra lepiù gloriose, della lotta combattuta per l’uni-ficazione della Nazione italiana.

Nota

1 F. Tonella Regis, I fratelli Antongini di Borgosesia. Patriotti-smo e imprenditoria, in “de Valle Sicida”, XIII, 1, 2002, pp.28-130.

66

Diploma di partecipazioneall’Esposizione Italiana di Firenzedel 1861documento a stampa, cm 75 x 58Borgosesia, Archivio StoricoZegna Baruffa Lane BorgosesiaS.p.A.Fig. 3

Diploma di partecipazioneall’Esposizione Internazionale diLondra del 1862documento a stampa, cm 55 x 42Borgosesia, Archivio StoricoZegna Baruffa Lane BorgosesiaS.p.A.Fig. 4

Manifattura di BorgosesiaCamicia rossa di PietroGalloppini, 1860tessuto in lanaBorgosesia, Comune diBorgosesiainv. 1067Fig. 5

Giuseppe Cesare Abba a Giuseppe Bandi e aIppolito Nievo, che divulgarono la versione ro-mantica dell’avvio della Spedizione: quella chevede Nino Bixio impadronirsi con un colpo dimano delle due navi nel porto genovese, gra-zie alla complicità di Giovanni Battista Fauché,uno degli amministratori della società di navi-gazione Rubattino. In realtà soltanto per l´im-pegno generoso degli Antongini, che misero arepentaglio le casse della loro Manifattura, lacampagna di Sicilia poté avere inizio.Un altro aspetto da sottolineare, altrettantosconosciuto, ma dal valore simbolico eleva-tissimo, consiste proprio nel fatto che nell’in-dustria tessile valsesiana si studiò apposita-

Page 67: Volume Mostra Pinacoteca

costruirsi” da parte dell’architetto misurato-re Marchini. Infatti, la Società d’Incoraggia-mento procederà con l’affidare “l’assistenza edirezione dei medesimi agli stessi autori delprogetto i signori soci architetto Bellardi, ar-chitetto misuratore Giuseppe Marchini e pro-fessore Geniani, i quali già si resero della So-cietà benemeriti coi loro generosi e zelantiservigi prestati in questa pratica”.1 Si appren-de così che l’incarico, precedentemente, as-segnato ad Alessandro Antonelli2 passa a co-loro che erano stati, dal Consiglio della So-cietà d’Incoraggiamento, individuati quali“coadiutori” dell’architetto stesso. Il Consi-glio amministrativo si trova a dover operaredei tagli sulle spese ed è probabile supporreche il preventivo di spesa presentato dall’An-tonelli sia sempre troppo esoso per la Societàd’Incoraggiamento a fronte di un incarico acosto zero. Infatti, il Consiglio straordinario,nella seduta del 21 ottobre 1839, si augurache “essi loro qui presenti e che sperasi vor-rano compiere il loro commendevole servi-zio a pro della Società, coll’assumere e disim-pegnare soddisfacentemente la sorveglianzae direzione loro commessa”. L’ingegnere edarchitetto Antonelli sarà sollevato dall’inca-rico però solo nella primavera dell’anno suc-cessivo, con una profusione di riconoscenzecome il Consiglio amministrativo andava de-liberando.3 Quest’ultimo sembra voler confermezza rassicurare Antonelli che il proget-

§ Il Salone

Dalla grande messe di documentazione pro-dotta dalla Società d’Incoraggiamento alloStudio del Disegno in Valsesia si evince che,sin dall’estate del 1838, il Consiglio della So-cietà provvedeva ad affidare la redazione diun progetto “per la formazione d’una nuovafabbrica” da realizzarsi “col fondo predispo-nibile a tale oggetto proveniente dalle elargi-zioni della regina vedova Maria Cristina pro-tettrice” che non deve comunque oltrepassa-re un “totale di ventimila nuove di Piemon-te”. Si deve, tuttavia, giungere all’autunnoperché il Consiglio straordinario della Societàd’Incoraggiamento si riunisca per “delibera-re sul progetto della nuova fabbrica per gliusi della Società”. Il Consiglio, a pluralità divoti, delibera di affidare il progetto “col pre-sente atto al valente signor architetto Alessan-dro Antonelli, consigliere pel venturo annodi questa Società, al quale si nominano coa-diutori pel lavoro relativo i soci signori archi-tetto Giuseppe Marchini, architetto Bellardie professore Giacomo Geniani, che già si oc-cuparono con particolare interessamento diquesta stessa pratica”.Il dibattimento per “provvedere nella prati-ca della nuova fabbrica” procederà sino alsettembre dell’anno successivo, quando so-no stati, tuttavia, già fatti “lavori […] misu-re, operazioni intorno alla fabbrica nuova da

67

Alessandra Cesare

Page 68: Volume Mostra Pinacoteca

cato della direzione dei lavori, “dopo varieconsiderazioni e discussioni nate in proposi-to della fabbrica”. Ed ecco che a diveniremembro della “Commissione incaricata disorvegliare alla fabbricazione della casa del-la Società”, è, all’unanimità, eletto l’architet-to Antonelli.Il Consiglio amministrativo si troverà così adapprovare con urgenza “alcune aggiunte evariazioni sebbene non sostanziali alle ope-re sudette di costruzione già condotte a buonpunto”, ritenute tuttavia necessarie dallanuova Commissione per l’erezione dell’edifi-cio, composta dal Geniani,7 Marchini ed An-tonelli. Tra le variazioni che sono deliberatedal Consiglio della Società d’Incoraggiamen-to è contemplato anche l’ingrandimento e re-lativo sistema di oscuramento delle finestredella “sala grande”. Nella primavera del1842, il Consiglio amministrativo, forse pres-sato dalle varianti edilizie apportate al pro-getto, fa il punto della situazione esaminan-do “diligentemente la relazione fatta dai […]signori architetto misuratore Marchini e pro-fessore Geniani” per valutare le “opere vera-mente eseguite e portate dai capitoli d’appal-to ascendenti al totale valore £ 6640 non chedi tutte le variazioni ed altre maggiori opereeseguitesi posteriormente nell’istesso locale,con tutte quelle da compensarsi sulle basi delcontratto d’appalto”.8 Dovrà trascorre anco-ra un decennio perché il Consiglio ammini-strativo della Società d’Incoraggiamento pos-sa deliberare l’ultimazione dei locali dellanuova fabbrica, che erano andati sempre piùrallentando per carenza di fondi,9 e “a nor-ma del tipo e delle condizioni di cui nel con-

to sarà realizzato comunque secondo quan-to redatto dall’architetto.4 In autunno, le car-te in gioco mutano ancora e a seguito di unsopralluogo in cantiere – “visita fatta priva-tamente”,5 del presidente della Società d’In-coraggiamento, il marchese Paolo d’AddaSalvaterra, ciambellano di S.M. imperiale au-striaca, “assistito dal socio consigliere signorarchitetto Antonelli” – si riconosce esistervi“alcune parti di detta fabbrica non sufficien-temente solide, sia per difetto delle vecchiemuraglie e fors’anche per difetto di esattez-za nella esecuzione”.6 I difetti riscontrati nel-la costruzione dell’edificio conducono repen-tinamente alle dimissioni volontarie dell’in-gegnere Bellardi, quale commissario incari-

68

Giovanni Albertoni (Varallo1806-1887)Busto del marchese Carlo TancrediFalletti di Barolomarmo bianco scolpito, marmogrigio, cm 89 x 64 x 43non inv. Fig. 1

Page 69: Volume Mostra Pinacoteca

69

Giovanni Longhetti (Morondodi Varallo, documentato nellaseconda metà del XIX secolo) incollaborazione con allievi dellaScuola BaroloBalaustraveduta d’insieme e particolarilegno intagliato, dipintoFig. 2

tratto di convenzione coll’impresario PietroCornetto”.10

Con la conclusione del 1852, la Società d’In-coraggiamento potrà, infatti, disporre di se-dici mila lire, capitale stanziato dalla mar-chesa Roero di Cortanze. La costruzione, co-me si evince dalla documentazione, si erafermata all’“ossatura di parte della fabbri-cato». È ora tempo, dunque, «anche per de-coro della Società di ultimare una volta es-so fabbricato”11! Prima di riaprire il cantiere, il Consiglio am-ministrativo ha incaricato l’architetto Gio-vanni Battista Fagnani e il misuratore Cri-stoforo Grober di valutare i lavori effettiva-mente eseguiti nella fabbrica da parte del-l’impresario Cornetto per procedere a legit-tima liquidazione. Con il mese di novembre,il Consiglio “ha mandato al Segretario di ec-citare lo stesso Cornetto Pietro a tosto di darmano l’incominciamento dei lavori nel mo-do avanti stabilito”.12 I lavori proseguono an-cora per tutto l’anno successivo, ulteriori va-rianti – che sembrano concentrarsi soprattut-to sulla realizzazione della volta del grandesalone13 – saranno apportate in corso d’ope-ra e in accordo con la Commissione di sorve-glianza dei lavori, formata ora dal geometraGrober e dall’ingegnere Camera, si provve-de a realizzare “nel gran salone del fabbrica-to invece del suolo a bitume, il quale nonpresenterebbe quella solidità e bellezza con-venienti, […] un palchetto d’assi di bella e so-lida forma”. Con il 13 maggio 1853, il Consi-glio amministrativo se da una parte si vedecostretto, ancora una volta, a rallentare laconclusione dell’edificio per l’esecuzione dei

Page 70: Volume Mostra Pinacoteca

voro nel precedente giugno, ma sino al set-tembre dell’anno successivo non se ne avràil collaudo. E sarà sempre nel settembre del1854, che il Consiglio delibererà che “vengaaperta all’accesso del pubblico spettatore laloggia della grand’aula” realizzata da Gio-vanni Longhetti (data; fig. 2), direttore delLaboratorio della Scuola Barolo, sul model-lo prescelto dal Consiglio amministrativo eper l’ammontare di £ 1390.14

Nella primavera precedente, il Consiglio ave-va dibattuto a lungo, data la scarsità di de-naro disponibile, circa “la formazione dellaringhiera da adattarsi internamente nel salo-ne maggiore da servire per l’intervento del-le generali adunanze del pubblico spettato-re”, suggerendo allo scultore Longhetti di“approfittare per essi lavori dei giovani scul-

lavori di ‘minusieria’, che devono essere sud-divisi in lotti, dall’altra prende coscienza diun “doveroso atto di gratitudine che ancoragli rimane ad attestare con pubblica manife-stazione al benefico fondatore del Laborato-rio di Scultura in legno di grata riconoscen-za l’illustrissimo signor marchese FallettiTancredi di Barolo […] un busto in marmodella migliore qualità di Carrara di grandez-za maggiore del vero che rappresenti le suesembianze e che venga apposto nell’aulamaggiore delle adunanze nel Palazzo dellaSocietà”; l’esecuzione sarà commissionata al-lo scultore Giovanni Albertoni per la sommadi £ 1000 (fig. 1).Finalmente, con l’autunno, il palchetto delgrande salone è completato dal falegnameGiacomo Tosi, a cui era stato appaltato il la-

70

Giovanni Albertoni (Varallo1806-1887)Busto del canonico Nicolao Sottile,1848marmo bianco scolpito, cm 83 x59 x 41non inv.Fig. 3

Luigi Marchesi (Saltrio1799-1874)Busto di Gaudenzio Bordiga, 1837marmo bianco scolpito, cm 78,5 x57,5 x 38non inv.Fig. 4

Page 71: Volume Mostra Pinacoteca

dalle carte si evince che la Commissione fi-nanziaria della Società d’Incoraggiamento nel186516 deve provvedere, con urgenza, ad unavariazione nel bilancio preventivo del 1867,per i “ristauri ai fabbricati portando a £ 900un aggiunta di £ 500 […] per provvedere alleurgenti riparazioni richieste per il tetto dellafabbrica”. Alla riparazione del tetto, nel 1866,si aggiungerà necessariamente anche il pro-blema del riscaldamento del salone.17

A descriverci le condizioni in cui verteva il tet-to, è una lettera inviata dal notaio Ferrari alpittore Andrea Bonini (1835-1924) “la esorbi-tante quantità di neve caduta nello scorso in-verno fece sì che nello sciogliersi l’acqua fil-trando nel sottotetto guastò in modo il plafo-ne della gran sala d’Incoraggiamento e che fugiocoforza distruggerlo interamente per evi-

tori allievi del Laboratorio che si trovavanoin Valsesia sprovvisti di lavoro”.15

Già dalla seconda metà del mese di settem-bre del 1854, il grande salone appare funzio-nante, almeno, per l’inaugurazione solennedel busto del marchese Falletti di Barolo e diquello del canonico Nicolao Sottile (fig. 3); acui farà seguito il busto del cavalier Bordiga(fig. 4) e del marchese Paolo d’Adda Salva-terra (fig. 5) e poi quello di Gaudenzio Ferra-ri (fig. 6). Dalla deliberazione relativa alla so-luzione delle fatture da parte della Societàd’Incoraggiamento apprendiamo che dal pit-tore Giuseppe Avondo (1801-1878) è stata an-che dipinta “una finta porta nella grand’au-la”, per £ 4. Quando ormai tutto sembrava essersi avvia-to verso una positiva conclusione, ecco che

71

Francesco Somaini (Maroggia1795/1798 – Milano 1855)Busto del marchese Paolo d’AddaSalvaterra, 1846marmo bianco scolpito, cm 77 x46 x 33non inv.Fig. 5

Giovanni Albertoni (Varallo1806-1887)Busto di Gaudenzio Ferrari, 1845marmo bianco scolpito, cm 86 x64 x 44non inv.Fig. 6

Page 72: Volume Mostra Pinacoteca

72

Francesco Burlazzi (Parma 1846– Varallo 1908) Allegoria della Valsesia con isimboli delle arti, 1899pittura muraleFig. 7

Page 73: Volume Mostra Pinacoteca

Note1 sASV, SOCINC, Verbali del Consiglio amministrativo, vol. 2,1838.Sulla Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno esul Salone d’onore della Società si vedano Esposizione Ar-tistica Valsesiana in occasione del quarto centenario di Gauden-zio Ferrari. Catalogo delle Opere Antiche e Moderne, a cura diG. Arienta, Varallo 1885; G. Romerio, La Società d’Incorag-giamento allo Studio del Disegno in Valsesia, Varallo 1926; E.Ballarè, Raccontare un Museo. Ambiti culturali e processi co-stituivi della Pinacoteca di Varallo Sesia, Milano 1996; M. Ros-si, Un caso di associazionismo borghese nel Piemonte dell’Otto-cento: La Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno inValsesia, tesi di laurea, Università degli Studi del Piemon-te Orientale “Amedeo Avogadro”, Facoltà di Lettere e Fi-losofia, relatore E. De Fort, a.a. 1997-1998, con bibliogra-fia precedente; M. Rosci, Materiali per una storia della Pina-coteca e del suo patrimonio, in Pinacoteca di Varallo. Recuperie indagini storiche, catalogo della mostra, a cura di M. Ro-sci, S. Stefani Perrone, (Varallo) Borgosesia 1981, pp. 11-21; E. Ballarè, La scultura dell’Ottocento nella Pinacoteca diVarallo in Pietro della Vedova e la scultura valsesiana dell’Ot-tocento, atti del convegno, a cura di C. Debiaggi, B. Signo-relli, Torino 2000, pp. 79-98.2 sASV, SOCINC, Lettere 1833-1845, Lettera dell’avvocatoDe Regis, 26 gennaio 1839.3 “ringraziare nel miglior modo possibile l’illustrissimosignor ingegnere Antonelli pel disegno studiatissimo dal

tare la caduta con evidente pericolo delle per-sone e danno dei busti e quadri ivi esistenti”.18

La Società d’Incoraggiamento dopo averprovveduto al rifacimento della volta, al finedi mascherare il quadrilatero al centro del sof-fitto stesso, affida al pittore Francesco Burlaz-zi (1846-1908), docente di disegno presso laSocietà stessa, la realizzazione di “un disegnoallegorico raffigurante la Vallesesia contorna-ta da puttini colle insegne delle varie arti”(fig. 7), accettando la cortese offerta. Mentreper l’apparato “d’ornato od architettonico al-l’ingiro sulla base del plafone”, la Commis-sione viene indirizzata, con esito positivo, alpennello del pittore Andrea Bonini (fig. 8), so-cio della Società d’Incoraggiamento purchésia “il più semplice possibile in armonia allameschinissima decorazione della sala”. Il pit-tore, che si ritiene “ben onorato di accettaredetto lavoro”,19 procederà a titolo gratuito,escluse “le sole del collaboratore che mi ne-cessita e che non eccederanno alle £ cento”.

73

Andrea Bonini (Varallo 1835 –Biella 1924)Fregio decorativo, 1899pittura muraleFig. 8

Page 74: Volume Mostra Pinacoteca

Il 25 febbraio 1848, Pietro Cornetto aveva proposto una ri-duzione del 72 sul prezzo della perizia della suddetta fabbrica,a condizione che non si proceda ad un secondo esperimento d’a-sta e che si modifichi il progetto della volta della grande aula insASV, SOCINC, Elenco dei documenti in archivio 1831- 1854,b. 9.11 sASV, SOCINC, Verbali del Consiglio amministrativo, vol.5, 1849-1858.12 Ibidem.13 Il 25 febbraio 1848, Pietro Cornetto aveva già propostouna riduzione del 72 sul prezzo della perizia della suddetta fab-brica, a condizione che non si proceda ad un secondo esperimen-to d’asta, e che si modifichi il progetto della volta della grandeaula in sASV, SOCINC, Elenco dei documenti in archivio1831-1854, b. 9.14 sASV, SOCINC, Verbali del Consiglio amministrativo, vol.5, 1849-1858, 23 maggio 1853 e 12 ottobre 1854. Al terminedel lavoro, la spesa totale per la realizzazione della rin-ghiera di legno intagliato e la realizzazione di quattro ci-mase sovrapposte alle porte ammonterà a un totale di £1540.15 Ibidem.16 sASV, SOCINC, b. 12, fascicolo 1866-1956 (e s.d.) Rela-zioni dei revisori dei conti e relativi allegati, filza Sulla disani-ma del conto consuntivo 1865 e del bilancio preventivo 1867 … 17 sASV, SOCINC, b. 12, fascicolo 1866-1956 (e s.d.) Rela-zioni dei revisori dei conti e relativi allegati, quinterno DellaSocietà d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno in Varallo.Relazione della Commissione per l’esame del Conto 1866 e delBilancio 1868.18 sASV, SOCINC, Lettera del Vicepresidente della Societàd’Incoraggiamento [notaio Ferrari] ad Andrea Bonini, [mag-gio - giugno 1895], b. 58.19 sASV, SOCINC, Lettera del pittore Andrea Bonini al Vice-presidente della Società d’Incoraggiamento [notaio Ferrari],Vanzone, 17 maggio 1895, b. 58.

medesimo spedito pella costruzione della nuova fabbri-ca, con manifestare al medesimo il dispiacere di non potermetterlo in opera, facendogli già presente che la fabbricanuova che si va costruendo e che si dovette costruire, atte-se le deliberazioni della adunanza generale del mese disettembre e secondo le norme ed il disegno in essa fissati,è compatibilissima col disegno del prefato professore An-tonelli” in sASV, SOCINC, Verbali del Consiglio amministra-tivo, voll. 3-4, 1839-1840-1841-1842. 4 “per cui quando la Società sarà in grado, si continueràla fabbricazione secondo l’ordine stabilito dal prefato si-gnor Antonelli” in ibidem.5 Si veda nota 3.6 Le citazioni presenti nel testo si evincono da sASV, SO-CINC, Verbali del Consiglio amministrativo, vol. 2, 1838; voll.3-4, 1839-1840-1841-1842.7 A Giacomo Geniani sarà, il 26 dicembre 1846, riconosciu-ta la somma di £ 50 «a titolo di gratificazione per un primoprogetto di fabbrica da lui presentato a questo Consiglio perl’ampliamento dei locali della Società, fin dallo scorso anno» insASV, SOCINC, Mandati di pagamento, 28/2 1845 a 11/71846, b. 29.8 sASV, SOCINC, Verbali del Consiglio amministrativo, 1839-1840-1841-1842.9 Valga ad esempio, la lettera inviata per conoscenza al-l’intendente, avvocato Astori, perché il vicepresidente del-la Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno inValsesia, vorrebbe dimettersi dalla carica per via delle dif-ficoltà economiche in cui verte la Società: «ad onore che laVicepresidenza continui sotto il di lei nome, e colla benefica di leiinfluenza, che si spera efficace massimamente nel promuoverela pratica presso le Comuni di questa Provincia, onde voglianoconcorrere con qualche azione all’imprestito per continuare lafabbrica, che debba tornare a tanto vantaggio alle Comuni stes-se» in sASV, SOCINC, Lettere, b. 118.10 sASV, SOCINC, Verbali del Consiglio amministrativo, vol.5, 1849-1858, 26 settembre 1852.

74

Page 75: Volume Mostra Pinacoteca

Il Salone oggi

Page 76: Volume Mostra Pinacoteca

76

Page 77: Volume Mostra Pinacoteca

77

Casimiro Debiaggi (Doccio 1855 –Torino 1939)Lapide commemorativa di PierCelestino Gilardibassorilievo in marmo biancoparzialmente dorato, cm 92 x 66,5x 9non inv. Fig. 1

Anonimo del XIX secoloPortale con scena del Trionfo dellafamiglia Doria (copia del portale diPalazzo Doria di Genova)dono dell’ingegnere Carlo Fuselli,1903gesso, cm 460 x 270 x 48Fig. 2

Casimiro Debiaggi (Doccio 1855 –Torino 1939)Lapide commemorativa di GiacomoGinotti, 1928altorilievo in marmo bianco,marmo rosa, cm 86 x 61,5 x 13 non inv.Fig. 3

Giuseppe Antonini (Rima SanGiuseppe 1833 – Varallo 1889)Busto di Leone Antoninimarmo bianco scolpito, cm 58 x35,5 x 28non inv.Fig. 4

Giuseppe Rappa (Monaco diBaviera 1884 – Mogadiscio 1928)Busto di Federico Tonettibronzo, cm 52 x 52 x 37non inv.Fig. 5

Casimiro Debiaggi (Doccio 1855 –Torino 1939)Lapide commemorativa di Luigi Bellibassorilievo in gesso, marmo rosa,cm 92,5 x 66,5 x 7non inv.Fig.

Page 78: Volume Mostra Pinacoteca
Page 79: Volume Mostra Pinacoteca

79

Apparati

Page 80: Volume Mostra Pinacoteca

80

sASVArchivio di Stato di Vercelli, sezione di Varallo

Archivi consultati

BOR Comune di BorgosesiaCAM Comune di CampertognoMUSEO Museo CalderiniSOCINC Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno in ValsesiaSOCONS Società per la Conservazione delle Opere d’Arte e Monumenti in ValsesiaVAL Comune di ValduggiaVAR Comune di VaralloVI Viceintendenza della Valsesia

Sigle e abbreviazioni

Page 81: Volume Mostra Pinacoteca

81

sASV, SOCINC, Elenco dei documenti in archivio1831-1854, b. 9

sASV, SOCINC, Lettere, b. 118

sASV, SOCINC, Verbali del Consiglio amministrati-vo, vol. 2, 1838

sASV, SOCINC, Lettere 1833-1845, Lettera dell’avvo-cato De Regis, 26 gennaio 1839

sASV, SOCINC, Verbali del Consiglio amministrati-vo, vol. 2, 1838

sASV, SOCINC, Verbali del Consiglio amministrati-vo, voll. 3-4, 1839-1840-1841-1842

sASV SOCINC, Verbali del Consiglio amministrati-vo, voll. 3-4, 1839-1840-1841-1842

sASV, SOCINC, Mandati di pagamento, 28/2 1845 a11/7 1846, b. 29

sASV, SOCINC, Verbali del Consiglio amministrati-vo, vol. 5, 1849-1858

sASV, Carteggio don Pietro Calderini, cart. 1, lette-ra a Giovanni Albertoni del giugno 1864

sASV, SOCINC, b. 12, fascicolo 1866-1956 (e s.d.)Relazioni dei revisori dei conti e relativi allegati, filzaSulla disanima del conto consuntivo 1865 e del bilan-cio preventivo 1867 …

sASV, SOCINC, b. 12, fascicolo 1866-1956 (e s.d.)Relazioni dei revisori dei conti e relativi allegati, quin-terno Della Società d’Incoraggiamento allo Studio delDisegno in Varallo. Relazione della Commissione perl’esame del Conto 1866 e del Bilancio 1868

sASV, VAR, b. 292

sASV SOCINC, Lettera del Vicepresidente della So-cietà d’Incoraggiamento [notaio Ferrari] ad AndreaBonini, [maggio - giugno 1895], b. 58

sASV, SOCINC, Lettera del pittore Andrea Bonini alVicepresidente della Società d’Incoraggiamento [notaioFerrari], Vanzone, 17 maggio 1895, b. 58

Fonti documentarie e archivistiche

Page 82: Volume Mostra Pinacoteca

82

1862Il prof. Leone Antonini. Cenni biografici, in “Il MonteRosa”, I, 35-36-37, 2-9-16 agosto

1867P. Calderini, Per l’inaugurazione d’un Museo di StoriaNaturale e d’una sede succursale del Club Alpino Italia-no fattasi in Varallo nei giorni 28 e 29 settembre, Varal-lo ora in La Valsesia considerata sotto i suoi vari aspet-ti. Saggi e discorsi, a cura di M. Bonola, Varallo 1996

1875L’Arte in Valsesia, in “Il Monte Rosa”, XIV, 721, 25settembre

1876Società per la Conservazione delle Opere d’Arte in Val-sesia, in “Il Monte Rosa”, XV, 756, 27 maggio

1885Esposizione Artistica Valsesiana in occasione del quar-to centenario di Gaudenzio Ferrari. Catalogo delle Ope-re Antiche e Moderne, a cura di G. Arienta, Varallo

1896Carteggio di Michele Amari, a cura di A. d’Ancona,vol. I, Torino

1900A. Campani, Una insigne collezione di autografi (Car-teggio Angeloni-Rolandi-Giannini). Notizia e catalogo,Milano

1909P. Strigini, La Regia Scuola Tecnica “Gaudenzio Fer-rari” 1859-1909, in supplemento “Rivista Valsesia-na”, IV, 39, pp. 121-163

1911Epistolario di Luigi Carlo Farini per cura di Luigi Ra-va, a cura di L. Rava, Bologna

1913V. Marchesi, Storia documentata della rivoluzione edifese di Venezia negli anni 1848-49 tratta da fonti ita-liane e austriache, Venezia

1926G. Romerio, La Società d’Incoraggiamento allo Studiodel Disegno in Valsesia, Varallo

1931Il Primo Centenario della Società d’Incoraggiamentocelebrato con una nobile orazione di Sabatino Lopez, in“Corriere Valsesiano”, XXXVII, 37, 11 settembre

1933A. Monti, Un italiano: Francesco Restelli 1814-1890,Milano

1978Fantasmi di bronzo: guida ai monumenti di Torino,1808-1937, Torino

1981M. Rosci, Materiali per una storia della Pinacoteca edel suo patrimonio, in Pinacoteca di Varallo. Recuperie indagini storiche, catalogo della mostra, a cura diM. Rosci, S. Stefani Perrone, (Varallo) Borgosesia,pp. 11-21

1990Il lauro e il bronzo: la scultura celebrativa in Italia1800-1900, catalogo della mostra, a cura di M. Cor-gnati, G.L. Mellini, F. Poli, Torino

1991B. Tobia, Una patria per gli italiani: spazi, itinerari,monumenti nell’Italia unita, 1870-1900, Bari

1996E. Ballarè, Raccontare un Museo. Ambiti culturali eprocessi costitutivi della Pinacoteca di Varallo Sesia,Milano

1997M. Bonola, Un diavolo in cotta, in “Notizia Oggi”,XI, 15, 27 febbraio 1997, p. 35

Memorie nel bronzo e nel marmo, a cura di M. Petran-toni, Milano

1997-1998M. Rossi, Un caso di associazionismo borghese nel Pie-monte dell’Ottocento: La Società d’Incoraggiamento al-lo Studio del Disegno in Valsesia, tesi di laurea, Uni-versità degli Studi del Piemonte Orientale “Ame-deo Avogadro”, Facoltà di Lettere e Filosofia, re-latore E. De Fort, a.a. 1997-1998

2000Enrica Ballarè, La scultura dell’Ottocento nella Pina-coteca di Varallo in Pietro Della Vedova e la sculturavalsesiana dell’Ottocento, atti del convegno, a curadi C. Debiaggi, B. Signorelli, Torino, pp. 79-97

Pietro Della Vedova e la scultura valsesiana dell’Otto-cento, atti del convegno, a cura di C. Debiaggi, B.Signorelli, Torino

2000-2001M. Turlo, Il pittore Giulio Arienta nel dibattito stori-co artistico del secondo Ottocento, tesi di laurea, Uni-versità degli Studi di Torino, Facoltà di Lettere eFilosofia, relatore M. di Macco

Bibliografia

Page 83: Volume Mostra Pinacoteca

83

2002C. Sagliaschi, La professione di fede di un valsesianodel Risorgimento. Vita e vicende di Giacomo Antoniniin rapporto alle libertà dei popoli, Prato Sesia

F. Tonella Regis, I fratelli Antongini di Borgosesia. Pa-triottismo e imprenditoria, in “de Valle Sicida”, XIII,1, pp. 28-130

2005M.C. Cagna, Cenni di storia varallese dall’Unitàd’Italia al Primo Novecento, in D’Acqua e di Pie-tra. Il Monte Fenera e le sue collezioni museali, acura di R. Fantoni, R. Cerri, E. Dellarole, Nova-ra, pp. 23-29

2006I fratelli Rolandi di Quarona (Valsesia) Giambattista(1787-1825) e Pietro (1801-1863) editori e librai a Lon-dra. Una storia internazionale, atti del convegno, acura di F. Tonella Regis, Borgosesia

Pier Celestino Gilardi, atti del convegno (2005), Bor-gosesia

Lo scultore Casimiro Debiaggi a centocinquant’anni(1855-2005). La personalità e l’opera artistica, atti delconvegno, a cura di C. Debiaggi, F. Tonella Regis,in “de Valle Sicida”, XVII, 1, 2006

2008Fare l’Italia: unità e disunità nel Risorgimento, a

cura di M. Isnenghi, E. Cecchinato, vol. I (Gliitaliani in guerra: conflitti, identità, memorie dal Ri-sorgimento ai nostri giorni, a cura di M. Isnenghi),Torino

In stampaPietro Calderini. Lettere a Gioachino Toesca di Castel-lazzo 1858-1882, a cura di G. Federici, Invorio

M. Bonola, “molti uniti assieme e con pochi sacrifizi”.Forme e ruoli dell’associazionismo borghese nella Valse-sia risorgimentale, in Patria scienza e montagna neglianni risorgimentali. Una prospettiva valsesiana, attidel convegno, a cura di R. Cerri (Varallo, 16 otto-bre 2010) in stampa

Page 84: Volume Mostra Pinacoteca