Aiutiamoli a Vivere - Giugno 2013 / anno 17 / numero 2 A DIO · 2017-11-09 · Iscrizione Tribunale...

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Aiutiamoli a Vivere - Giugno 2013 / anno 17 / numero 2 e-mail: [email protected] • web site: http//www.aiutiamoliavivere.it Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: "Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 2, DCB (Cremona C.L.R.)" AIUTIAMOLI A VIVERE giornale della fondazione A DIO PADRE VINCENZO !

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AIUTIAMOLI A VIVEREgiornale della fondazione

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PADRE VINCENZO !

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Editore:Fondazione Aiutiamoli a Vivere

Via XX Settembre, 166 - TerniStampatore:

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La Redazione della Fondazione:Fabrizio Pacifici - Enrico Cherubini

Sandro Bernardi - Davide Bonetti

Direttore responsabileAlberto Favilla

Periodico Trimestrale stampa in 8.000 copie

Spedire i testi e fotografie alla redazioneDavide Bonetti

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Mari di girasoli l’uno ac-canto all’altro vicinissi-mi, compatti, tutti rivolti

verso la sorgente di luce.Erano di un giallo solare, unifor-me in un verde paradiso.La vita è un breve cammino, lun-go una strada che ha bisogno diun vasto orizzonte, infinito cheriempia l’animo.Questa via è aperta a tutti, nontutti riescono a percorrerla tro-vando le cose sublimi: amare, sof-frire, tacere, sperare.Saper tacere dinnanzi a infinitecontroversie, a fatti piccoli che ur-tano il nostro pensiero, è bellezzadifficile.Tale silenzio assume l’aspetto di unbambino che, tranquillo, com-prende senza discutere, perdonasenza più domandare, trasforma leparole che non si possono, non sidevono dire, in altrettanti sorrisi,premure.Solo attratti da grandi ideali si puòpercorrere la via del peregrinareumano e per saper soffrire, soffrireanche con gioia, occorre sapereperdutamente amare.A volte parlare si rivela stranamen-te inutile, specie quando si è inca-paci di comunicare, specie se siparla a qualcuno che non vuoleascoltare.Comunicare vuol dire chiedereall’amico: come stai? E aspettareanche la risposta.Comunicare vuol dire fare partecon, essere vasi comunicanti esvuotare gli uni le cose che pulsa-no nel cuore degli altri.Comunicare vuol dire potere por-tare un peso più lieve.

Comunicare vuol dire dividere l’a-more.

Buio nel cuore e piantoSolo dolore

Voragine che inghiotte volontàSperanza, soltanto una parola

astrattaChe senso ha la vitaSe non si può amare,

a cosa serve un sole che non splen-de più?

Noi siamo portati a pensare che nel-la storia ci sia un prima e un dopo;che si volti pagina, ma non è così.Ogni volta, ogni accadimento è sfon-do dell’altro, talvolta è la bellezza o ilnon senso, il mistero o il grottesco,la solitudine o il vivere quotidiano,che raccontano una normalità paral-lela ai grandi avvenimenti della vita.In Bielorussia, tutte le volte si vivonoe si riportano le stesse sensazioni divita, si ha la conferma che le cose“importanti” non sono poi moltomutate dal tracollo dei regimi co-munisti.Nessuna descrizione drammatica oedulcorata, solo un richiamare tuttinoi a un’attenzione più profondadella drammaticità dell’esistenzaquotidiana nelle campagne bielorus-se.L’intrattenere, con l’ambiente uma-no e sociale nel quale si stabilisceuna sorta di relazione di amore e dirabbia, una specie di sindrome ran-corosa del beneficiato, in relazionealla quale si rischia di continuareuna perversa esigenza di colonizza-zione nei confronti del Paese in cuisi opera.Quante ragazze madri, quasi tota-

lità di separazioni e di convivenzespurie con esistenza di figli di co-niugi diversi, abbandoni o perditadi patria potestà.Presenza di un alto tasso di di-pendenza dall’alcol, tanti minorisono sotto tutela dei nonni e inmolte famiglie i nonni completa-no il nucleo famigliare e concor-rono in larga parte al manteni-mento dello stesso.Quanti minori bisognosi di assi-stenza sanitaria vivono in condi-zioni di semiabbandono.L’impatto emotivo è altamentedevastante, il degrado ambientalee sociale generalizzato, la quasitotalità degli adulti adibita ai la-vori agricoli con salari bassi esempre in ritardo; l’emergenzaquotidiana di una “giusta alimen-tazione”, di abbigliamento, l’e-mergenza di carattere finanziarioper il saldo delle bollette dei servi-zi è la caratteristica comune ditutte le famiglie rurali.Noi tutti, la Fondazione tutta, de-ve avere un momento di riflessio-ne e di ricerca, dobbiamo con se-renità e consapevolezza prenderevisione dell’infanzia deturpata ederubata di questo meravigliosoma contraddittorio Paese.

Il senso della vita è nelle paused’amore.

Domani troverò la voglia di vive-re nell’aprire gli occhi.

Domani mi sentirò di lottare per-ché vicina è l’alba di un giorno

migliore.

Lino Dal Monte

Guardando a Est

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Il Forum questanno si è svoltoa Mozyr (Gomel) ed è stato or-ganizzato dall’università di

Pedagogia. Come al solito lascioall’amico Luciano il piacere delracconto, mentre desidero farealcune riflessioni e il punto dellasituazione.Il Forum si è avviato e continua avivere grazie alla generositàdell’Avv. Ranalli che ha voluto te-stimoniare, così, il ricordo dellamadre, donna di grande cultura eaffascinata dai giovani.Si è creata quindi questa opportu-nità d’incontro con i giovani uni-versitari, sostenuti in borsa distudio dalle nostre splendide fa-miglie. Inizialmente abbiamochiesto alle diverse universitàrappresentate di candidare il lorogiovane più meritevole a gareg-giare per l’assegnazione di treborse di studio straordinarie e aicandidati di presentare un curri-culum corredato di notizie sul lo-ro impegno nel volontariato. Ab-biamo potuto capire fin da subitoil grande potenziale di questi gio-vani e, contemporaneamente,l’importante occasione di cono-scenza e confronto che avrebbepotuto assumere il Forum su ar-gomenti che ci stanno particolar-mente a cuore.L’anno successivo a Grodno ci

siamo presentati con i mixer perl’apertura della nostra radio webe con il progetto “bambini di ieri,ragazzi di oggi”. A novembrescorso abbiamo accolto a Rovigo iprimi 8 studenti, provenienti dal-le diverse università, e realizzatoin collaborazione con il Centro diServizi per il Volontariato, un se-minario di approfondimento e la-voro sulle normative italiane cheregolano e favoriscono la crescitadi un volontariato organizzato. Adicembre, poi, li abbiamo portatial nostro Convegno Nazionale aTerni, in cui abbiamo festeggiatoi primi 20 anni di attività dellaFondazione, e che ha rappresen-tato per loro l’occasione di cono-scere più a fondo la nostra orga-

nizzazione. Ad aprile 2013 sonostati 16 i ragazzi accolti a Rovigo,nell’ambito del progetto Europeo“Giovani in azione” e insieme aloro coetanei italiani hanno lavo-rato sulla Cooperazione Interna-zionale, la progettazione, la co-municazione ed il fundraising. E arriviamo a Mozyr dove:1. Abbiamo premiato i 3 migliori

studenti. Come al solito il giu-dizio non è stato facile e alla fi-ne è risultata vincitrice, conparere unanime dei giudiciitaliani e bielorussi, NadzeiaStankevic, che studia medici-na all’università di Minsk.Penso alla felicità della fami-glia italiana che la sostiene adistanza e che ha avuto mododi incontrarla, per la primavolta, ad aprile quando Nadia èstata accolta a Rovigo.

2. Abbiamo individuato, nei 16studenti accolti ad aprile, i socicostituenti dell’organizzazioneinternazionale che vedrà la lu-ce nei prossimi mesi.

3. Abbiamo analizzato e discussoi 6 progetti triennali presentatidalle Università sul tema delladisabilità e convenuto che igruppi di gestione (a giorniavremo i nominativi) rappre-senteranno loro stessi il nu-cleo costituente delle 6 filialiregionali dell’organizzazione.

GIOVANI: IL FUTURO DELLA BIELORUSSIA...E DELLA FONDAZIONE

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e i docenti,raccoglien-do il loroentusiasmononchè l’i-dea di crea-re un even-to con il co-i n v o l g i -mento dei“bambini diieri, ragazzidi oggi” at e s t i m o -nianza di-retta. Agli

studenti verrebbe affidato ancheil compito di presentare dei lavorisul loro contatto, conoscenza, de-siderio di approfondimento e di-vulgazione della cultura italiana.Molto spesso mi sono sentitochiedere quale futuro vogliamodare al lavoro della Fondazionenella Repubblica di Belarus. Pre-messo che siamo tutti d’accordoche il futuro è dei giovani, speroche adesso possa essere più chia-ro a tutti in quale direzione stia-mo andando. Ancora qualchemese e la Fondazione potrà con-tare, oltre che sul lavoro dellapropria rappresentanza, anchesu un’organizzazione interna-zionale stabile con 6 filiali distri-buite una per regione. I giovaniuniversitari rappresentano laclasse dirigente di domani e con

Nella discussione e votazione deiprogetti siamo riusciti a coinvol-gere tutti gli studenti e docentipresenti. La giuria era presiedutadall’amico Remo Agnoletto, Pre-sidente del Centro di Servizi peril Volontariato di Rovigo, che è ri-masto felicemente impressionatodalla tre giorni d’intenso lavoro,complimentandosi anche per l’e-gregio lavoro svolto dai giurati edall’organizzazione tutta. Ai pro-getti presentati la Fondazionedar‡ una diversa dotazione finan-ziaria per l’avvio, l’appuntamentosarà poi per il prossimo anno incui andremo a giudicare il realiz-zato.La missione è stata poi occasione,come avviene ormai d’abitudine,di informazione e confronto conla nostra Ambasciata. Ho avutomodo di incontrare il dott. UgoBoni, Vicario Primo Segretario,che mi ha informato delle inizia-tive che l’Ambasciata ha in pro-gramma di realizzare per la pro-mozione della cultura italiana. Ilprimo appuntamento è a Gomelnei giorni 15-17 e 20 maggio, e aMoghilov il 20-22 e 24 maggio.Con il Dottor Boni abbiamo par-lato anche della settimana di pro-mozione della cultura Italiana,che si terrà a Minsk nell’ottobreprossimo, a cui siamo stati chia-mati a collaborare. Naturalmenteho manifestato il nostro grandeinteresse e la nostra disponibilitàa un coinvolgimento anche nellafase organizzativa. Ho parlato diquesto al Forum con gli studenti

loro stiamo parlando di solida-rietà e di volontariato. Con loroci confronteremo e lavoreremoanche sulle norme che la Bela-rus dovrà adottare per favorire lacrescita di un volontariato attivopiù consapevole e organizzato.Contemporaneamente provvede-remo a far nascere i comitati frale famiglie che ci affidano i lorofigli. Comitati che, auspico,avranno al loro interno anche itanti ex bambini/e, oggi uominie donne, che abbiamo accolto inquesti 20 anni. Saranno quindiproprio questi comitati i nostriprossimi partner con cui condi-videremo politiche di aiuto aipiù bisognosi e politiche di svi-luppo territoriale, di cui lorostessi saranno attori.Un progetto che può sembrareambizioso, ma che in verità ne-cessita esclusivamente di unaforma di coordinamento, una te-sta per un corpo già adulto, e inquesto si deve sentire impegnatatutta la Fondazione.Un lavoro che ci accompagneràfino al nostro prossimo Conve-gno Nazionale di Brenta Saccisi-ca (PD), dove sarà necessarioprevedere uno spazio di discus-sione e programmazione del no-stro futuro nella Repubblica diBelarus.

Marzio Ortolani

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ciarolo, ci conoscemmo e mi chie-desti di venire in Chiesa per farel’appello alle famiglie presenti perospitare i bambini provenientidalle zone colpite dalla centralenucleare di Chernobyl.Nel libro/intervista “Il Compagnodi Dio” scritto da Alberto Favillasu nostra indicazione per celebra-re il ventennale della Fondazione“Aiutiamoli a Vivere” Ong a di-cembre 2012, l’episodio è così rac-contato:“E la “predica” di Fabrizio fu unsuccesso: 19 famiglie della parroc-chia offrirono la loro disponibilitàad accettare nelle proprie case ibambini bielorussi che, dopo unmese, arrivarono a Terni accom-pagnati da due maestre.Era la prima volta che in Italia siverificava un’ esperienza del gene-re. Fu un clamore: ne parlaronogiornali e televisioni anche a livel-lo nazionale.“Fummo ricevuti in udienza dapapa Wojtyla – argomenta, quasi

Ricordare Padre VincenzoBella, non riesco nem-meno a pensare di usareil verbo “ricordare”.

Ogni giorno, in modo metodico,dopo la messa serale, udire la suavoce e i suoi passi con il suo inter-cedere curioso, il salutare le se-gretarie per poi chiedere “il Dotto-re c’è?” ed io, che ormai ricono-scevo ogni suo gesto dalla miastanza, rispondevo: “Vieni, vienipure… anche oggi, ne ho da rac-contarti”.Poi, invece, la malattia ha fatto ilsuo corso e, nonostante le cure el’attenzione, meticolosa, su ogniazione che potesse alleviare le tuesofferenze, sei uscito di scena; cosiè stata l’intera esistenza: rispetto-sa, semplice, gioviale, accogliente,con la sobrietà e il silenzio comebussola per orizzontarsi nei mo-menti più difficili. E così è statoanche nell’ultimo giorno.Ricordo con entusiasmo quelgiorno che, grazie a Moreno Pe-

commosso Padre Vincenzo – nondimenticherò mai il suo sguardoverso i bambini e mi ricordo an-che che si rivolse a Fabrizio inmaniera affettuosa, invitandolo acontinuare nella sua opera, a nonstancarsi. “Mi raccomando” glidisse il Papa… Intanto con Fabri-zio era nata un’amicizia, una sti-ma reciproca; apprezzavo la suasensibilità, la sua voglia di fare delbene, di amare il prossimo purnon frequentando la chiesa.” Padre Vincenzo, intanto, insiemead altri frati aveva organizzato uncorso di cristianità di tre giorninel convento di Spagliagrano diTodi.“Quando Padre Vincenzo mi invi-tò a partecipare al corso di cristia-nità ci rimasi di stucco, ma poi ac-cettai e ancora oggi non so beneper quale motivo; forse il ricordodi mia madre morta con il croci-fisso in mano. È certo, comunque,che quel frate mi aveva colpito, misapeva dare risposte che da solo

Ciao Padre Vincenzo

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non riuscivo a trovare e poi lui allechiacchiere che io conoscevo, inparticolare quelle dei politici, pre-feriva i fatti. Tra il dire e il fare,quando eri con lui, in mezzo nonc’era il mare. Insomma, la sua vitala presi ad esempio. A Todi, in quelconvento isolato ma suggestivo,maturai l’idea di una Fondazionee ne parlai subito con Vincenzo, ilquale mi rispose che la parrocchianon aveva un soldo, ma l’idea glipiaceva e che quindi il suo impe-gno sarebbe stato totale. È certoche a Todi accadde anche qual-cos’altro: qualcosa che cambieràper sempre la nostra esistenza, lanascita della Fondazione “Aiutia-moli a Vivere””. Allo stesso modo, quasi fossescritto, con Moreno Peciarolo, lasera prima del suo addio a questavita, la trascorremmo a scherzaree raccontare barzellette e a darsiappuntamento a Milano, dove deimedici ricercatori ci avevano datoappuntamento per la sommini-strazione di cellule staminali chepotessero far sospendere la som-ministrazione di cortisone chetanti danni aveva provocato sino aquel punto.Ricordo la battuta sul “cavallo dacorsa” che i medici, sommini-strando cellule staminali, eranoriusciti a rimettere in piedi e fartornare in pista dopo una bruttacaduta con la rottura di alcunevertebre: “di sicuro – disse PadreVincenzo – non tornerò a correrecome un cavallo, ma a camminarespeditamente come un tempo e

poi porterò testimonian-za a tutti quei malati chehanno perso tutte le spe-ranze e lo potrò dire atutti, da nord a sud Ita-lia, attraverso l’azionedella Fondazione “Aiu-tiamoli a Vivere”.Invece, il giorno dopo,in silenzio come era iltuo stile, ci hai lasciatosenza che nessuno di noipotesse intervenire.Nella tua chiesa, con la

tua famiglia, con la tua gente pro-veniente da ogni parte d’Italia persalutarti e con l’ultimo progetto

della Fondazione “Aiutiamoli a Vi-vere”, che ti aveva già visto prota-gonista con gli auguri di Natale, laradio web radiofriends.it perascoltare le esequie in ogni angolodi mondo in collegamento inter-net in diretta, è stata data l’oppor-tunità ai bambini ospiti degli orfa-notrofi nella Repubblica di Bela-rus, nel Congo, in Brasile, dove ègiunta la tua voce attraverso l’aiu-to della Fondazione “Aiutiamoli aVivere”, di ascoltare e di dare l’ul-timo saluto al nostro Padre Vin-cenzo Bella.

Fabrizio Pacifici

Caro fratello Vincenzo, la nostra vita terrena è un pas-saggio che solo noi possiamo rendere importante.Questo è il grande dono che il Signore ci riserva. Tuhai saputo farne tesoro e, con umiltà e semplicità, haispeso la tua vita per farne dono agli altri. Con grandesemplicità ci hai insegnato e testimoniato che la fedeè una grande forza e una ricchezza. Oggi siamo chia-mati a una grande prova e, come tu ci hai insegnato,ci uniamo in preghiera. Ti giunga, e sia forte, l’ab-braccio della grande famiglia di “Aiutiamoli a Vivere”.

Marzio Ortolani

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Chi era Vincenzo?Un frate!!Un uomo gioviale, accogliente, digrande umanità e sensibilità verso ipiccoli sofferenti, aperto con tutti earguto (proverbiali i suoi detti, lesue massime e le sue barzellette).Un uomo che amava la sobrietà, lasemplicità e la povertà che lo ac-compagnava ogni giorno e in ognisuo gesto.Nel suo testamento, Padre Vincen-zo ha chiesto di rimanere nella so-brietà, semplicità e umiltà e di offri-re in sua memoria non fiori ma ge-sti di concreta solidarietà per la suaFondazione “Aiutiamoli a Vivere”Ong.Chiunque voglia farlo (Comitati, fa-miglie, amici e conoscenti) potràeffettuare versamenti nel conto del-la Banca Popolare di Spoleto di Ter-ni al conto corrente n. 17416 (Cod.IBAN IT72 B057 0414 4000 00000017 416) con la causale :” in me-moria di Padre Vincenzo Bella”.

“Sono nato tanti anni fa a Messina,in Sicilia, terzo di quattro figli; lamia era una famiglia normale: miopadre un piccolo imprenditore nelcampo della calzoleria; erano glianni post-bellici, quando le scarpesi facevano su misura. Ricordo il la-voro degli operai davanti alla “ban-chitta”, il piccolo banchetto di lavo-ro dove ognuno aveva i suoi attrez-zi. Mia mamma era casalinga. L’in-fanzia l’ho trascorsa nel mio quar-tiere dove c’era la parrocchia di SanGiuliano – dove ero stato battezzato– retta dai frati minori conventuali.Dopo il Ginnasio, conosco Padre

Vittorio Co-stantini, il Mi-nistro Gene-rale dei fratiminori con-ventuali in vi-sita alla Par-rocchia; a luiconfido la miavocazione, l’i-dea di diven-tare frate e luiper tutta ri-sposta mi in-vita a Gubbio,la sua città,

dove c’era il Seminario dei frati. AGubbio completerò gli studi ginna-siali, poi mi trasferirò a Spoleto do-ve rimango tre anni per gli studi li-ceali… dopo Spoleto, eccomi ad As-sisi, dove intraprendo gli studi di fi-losofia e teologia. È l’anno 1965, il14 luglio, quando vengo ordinatosacerdote proprio da MonsignorVittorio Costantini, vescovo di Ses-sa Aurunca, presso la cappella del-l’allora Villa Redenta di Spoleto. Ho29 anni”.L’anno dopo, è il 1966, padre Vin-cenzo viene inviato a Terni, è il suoprimo incarico, come vice parrocodella nascente chiesa di San Gio-vanni Battista. Parroco di quellachiesa di quartiere è padre SerafinoPiccinini.A San Giovanni, in realtà, ancoranon c’era la chiesa e fungevano daluogo di culto due cappelle: una invia Montanara e una in via XX set-tembre.“Noi frati abita-vamo in un pic-colo apparta-mento in viaXX settembre.Il 23 giugno del1967 inaugu-rammo, final-mente, la nuo-va chiesa, in viaPiana dei Greci.San Giovanni èsempre statoun quartieredifficile, ma ri-uscimmo a ri-unire un buon

Chi era Padre Vincenzonumero di giovani intorno alla chie-sa. Io rimasi fino al 1970, quando fuitrasferito a Foligno, dove rimasinove anni, poi ancora in trasferta aCattolica, quindi di nuovo a Terni,mia città d’adozione”.A Terni padre Vincenzo rimane finoal 1994 (…).“Nel ’91, in un contesto nazionalecosì difficile, conosco Fabrizio Paci-fici. A presentarmelo è Moreno Pe-ciarolo, un giovane che frequenta lachiesa e che è collega di Fabrizio nelcorpo dei vigili urbani. Moreno midice che quel suo amico ha un’ideafissa in testa: vuol portare i bambinidi Chernobyl in Itala, a Terni, ospitidelle famiglie della parrocchia. Ac-colgo subito l’idea e dico a Morenoche voglio conoscere il suo collega,anche se mi dice che lui in unaChiesa non è mai entrato”.A convincere Fabrizio Pacifici cheentrare in Chiesa non è “peccato”, cipenserà proprio Padre Vincenzo.Lui ha il motivo giusto per convin-cerlo.“A Fabrizio dissi che sarebbe dovutovenire in chiesa la domenica, du-rante la messa, e dopo l’omeliaavrebbe dovuto parlare lui ai parroc-chiani spiegando la sua iniziativa.Ricordo che non batté ciglio e la do-menica alle 11, puntuale, si presen-tò in chiesa”.

TRATTO DAL LIBRO SCRITTODA ALBERTO FAVILLA IN OCCA-SIONE DEL VENTENNALE DEL-LA FONDAZIONE “AIUTIAMOLI AVIVERE” ONG (2012)

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unione con i Ministeri dell’I-struzione e delle Politiche

Sociali – Minori Stranieri; tratteran-no le nuove linee guida per l’acco-glienza temporanea dei minori…hointenzione di mandare voi due”.Era il 26 aprile e con queste parole ilSocio Fondatore, Fabrizio Pacifici, cicomunicava che avremmo rappre-sentato la Fondazione a quella ri-unione.Panico e orgoglio per l’incarico ap-pena ricevuto ci hanno fatto compa-gnia per i giorni che ci separavanodall’evento. Panico perché per la pri-ma volta rappresentavamo la Fonda-zione da sole, senza l’aiuto dei “gran-di”, di coloro che hanno reso cosìgrande questa “famiglia”; orgoglio…per la stessa motivazione e per la fi-ducia accordataci.9 Maggio. Roma. La Conferenza èpreceduta dalla registrazione di tuttii partecipanti, sono presenti circauna ventina di Associazioni che, co-me la nostra, si occupano di acco-glienza temporanea. Dopo le presentazioni di rito degliesponenti del Comitato Minori, Dott.Stefano Scarpelli (Funzionario Divi-sione IV Politiche di integrazione etutela dei minori stranieri), e Dott.Rodolfo Giorgetti (Responsabile AreaImmigrazione), il Dott. Ivan Crisà ela Dott.ssa Francesca Palombi (Sup-porto tecnico alle attività dell’ufficiominori stranieri – Ernest & Young),iniziano a illustrare con dovizia diparticolari i nuovi modelli per la pre-sentazione dei progetti di accoglien-za temporanea, soffermandosi, perognuno, sull’importanza, ormai no-ta, che gli stessi arrivino nelle loromani in originale e senza l’apporto dimodifica alcuna (e qui una piccolanota d’orgoglio per la nostra “rigidi-tà” con i responsabili dei comitatiogni volta che arrivano dei docu-menti non conformi!).Viene esposto poi un nuovo metodoper l’invio dei progetti: si tratta di unnuovo gestionale, un sito internet(che somiglia molto a quello che laFondazione ha adottato da quest’an-no per l’accoglienza), che permette-rebbe l’invio più rapido e immediatodei progetti, una forma che consen-tirebbe a noi, così come a tutte le al-tre Associazioni, di snellire la mole dilavoro che richiede ogni progetto; lamodulistica di per sè rimarrà la stes-sa, ma il nuovo metodo permettereb-

Nuove linee guida per l’accoglienza temporaneabe l’eliminazione dell’invio cartaceodalla Fondazione al Comitato Minori;l’unico problema che potrebbe sorge-re con questo nuovo programma èche non permetterà ritardo alcuno:qualora la documentazione non ve-nisse caricata nel gestionale entro ledate previste, il sistema in automati-co rigetterebbe il Progetto senza al-cuna possibilità di modifica da partedel personale competente. Tutta lamodulistica, da parte dei comitati,andrà comunque inviata alla SedeNazionale entro e non oltre le datepreviste, in quanto, avendo eliminatol’invio del cartaceo dalla Fondazioneal Comitato Minori, verranno effet-tuati controlli frequenti sulle varieAssociazioni, che permetteranno alComitato Minori di accertare l’effet-tivo possesso degli originali.Con orgoglio ci siamo offerte volon-tarie per “testare” questo nuovo ge-stionale; questo ci permetterà, comesuggeritoci in seguito alla nostra of-ferta di collaborazione, di fornireconsigli su eventuali modifiche daapportare al programma; tutto ciò almomento rimane sulla carta, ma nelcaso in cui dovesse ricevere consensida parte delle Associazioni che si oc-cupano di accoglienza temporanea,diverrà la nostra realtà per il futuro.Nel pomeriggio è stato organizzatoun Workshop: le Associazioni pre-senti sono state suddivise in 4 gruppi(l’assegnazione a un gruppo è statacasuale, in base all’ordine d’arrivo al-la conferenza) ai quali è stata conces-sa mezz’ora di tempo per poter dis-cutere sui temi della mattinata appe-na trascorsa, per poi, tramite un por-tavoce, esporre eventuali dubbi oconsiderazioni agli esponenti del Co-mitato Minori.Questo breve ma intenso confronto

ci ha permesso di venire a contattocon altre realtà, di confrontarci suvarie tematiche, di capire che le stes-se problematiche che riscontriamonoi, come Segreteria della Fondazio-ne, sono anche le problematiche co-muni alla maggior parte delle altreAssociazioni: il ritardo riscontratoquest’anno sulla disponibilità delledate d’arrivo dei gruppi da parte dellacompagnia aerea maggiormente uti-lizzata; la difficoltà da parte dei re-sponsabili dei gruppi nel farsi rila-sciare la documentazione necessariaper l’accoglienza temporanea da par-te delle Questure di competenza, lanecessità di adottare una modulisticaomogenea per ogni Questura Italia-na.A tal proposito ci è stato comunicatoche il Ministero ha già provveduto adinviare apposita circolare per favoriree agevolare il rilascio della documen-tazione. Alle Questure è stato richie-sto di utilizzare dei modelli unitari,di accorciare i tempi di rilascio deimoduli, di non richiedere i nomina-tivi dei minori ospitati nelle famiglieo nelle strutture italiane in quantol’ufficio deve fornire garanzie per icittadini italiani indipendentementedai minori che andranno ad ospitare.L’esperienza è stata davvero entusia-smante per noi due: abbiamo ricevutodei complimenti per il lavoro svolto (equesti stessi li rigiriamo a tutti i comi-tati, perché è solo grazie alla collabo-razione che c’è tra la Sede Nazionale ei Comitati che abbiamo potuto rice-verli), ci è stata data la possibilità diconoscere le altre realtà simili alla no-stra, e, con non poco orgoglio, ci è sta-to possibile far conoscere agli altri lanostra meravigliosa realtà.

Francesca Lucianettie Daniela Cicoria

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Il ritardo della partenzadel nostro volo da Milanoe una tempesta di neve

hanno ridotto al minimo ilrisultato della nostra mis-sione in Bielorussia lo scor-so marzo.Il resoconto dei quei quattrogiorni (da giovedì 14 a do-menica 17 marzo) è parec-chio avventuroso.Giovedi 14 marzo l’abbiamotrascorso negli aeroporti diMilano e Vienna; siamo arri-vati a Minsk alle 1.30 di ve-nerdi 15.Nella giornata di venerdìsiamo riusciti ad effettuareuna breve visita all’istitutodi Senno. Abbiamo avuto uncolloquio con il direttore eabbiamo visitato la nuovaaula di falegnameria realiz-zata dai nostri volontari loscorso agosto.Durante il trasferimento adOrsha abbiamo appreso del-la chiusura degli aeroporti edell’allarme bufera di neveche ci ha investito in prossi-mità del nostro arrivo alcentro diurno di Babaniciche non siamo riusciti a vi-

sitare. Prudentemente ab-biamo deciso di fermarci inalbergo a Orsha: una deci-sione risultata poi moltosaggia.Sabato16 marzo: nonostan-te le notizie che dichiarava-no la chiusura di molte stra-de, abbiamo deciso di tenta-re di arrivare all’istituto diKamenka che abbiamo rag-giunto rocambolescamentealle 13 (durante il viaggioabbiamo dovuto rinunciarealla visita al centro diurno diRogaciov e alla scuola diStaraia Rudnaia a causadell’impercorribilità dellestrade).Domenica 17 marzo: percor-rendo la strada che ci con-duce a Minsk sulla strada delritorno in Italia, ci siamo re-si conto dei danni causatidalla tempesta di neve cheha avuto il suo apice proprionella regione di Minsk.In conclusione: Kamenka,istituto che ospita bambinioligofrenici, sarà oggetto diristrutturazione come unicoprogetto delle vacanze-lavo-ro per il 2013.

L’intervento riguarderà il ri-facimento dei servizi igieni-ci e la realizzazione di nuovestanze per le docce (nelle fo-to la situazione attuale); col-locheremo nel giardinodell’istituto anche due serredonate dai nostri comitati.Una serra verrà montata,inoltre, nell’internato diGansevici.

Giacomo Dognini

DOVE ANDIAMO IN VACANZA (LAVORO) QUEST’ANNO?

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Abbiamo incontratoCesare Prandelli.L’allenatore della

nazionale di calcio italianaha ricevuto lo scorso 29maggio una delegazionedella Fondazione Aiutia-moli a Vivere al CentroTecnico della FIGC di Co-verciano (Firenze).L’incontro si è realizzatodopo il necessario iterprocedurale con la Fede-razione, che si è mostratamolto disponibile e si è at-tivata rapidamente per unbuon esito della nostra ri-chiesta.

LA FONDAZIONE SCENDE IN CAMPOCON LA NAZIONALE

Siamo giunti a Coverciano proprio mentre la Na-zionale era in ritiro per preparare i prossimi ap-puntamenti delle qualificazioni per i Mondiali2014 e della Confederations Cup; così è stato possi-bile assistere a un allenamento della nostra squa-dra.Spettatori d’eccezione a questo avvenimento sonostati otto bambini bielorussi provenienti da Slutsknella regione di Minsk, attualmente ospiti del Co-

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ha regalato simpatici gadget come ricordo diquesta esperienza. Cesare Prandelli, poi, è tornato da noi e hacolto l’occasione per rivolgere un messaggiodi saluto agli ascoltatori di Radio Friends e atutti gli amici della Fondazione, in Italia maanche in Bielorussia e in tutti i luoghi in cuiAiutiamoli a Vivere si trova a operare.Un felice gemellaggio tra sport e solidarietànel segno dell’amicizia, che la Fondazioneauspica possa essere l’inizio di una significa-tiva collaborazione.Ma anche una giornata assolutamentestraordinaria, che gli otto bambini bielorus-si non dimenticheranno (e non solo loro!).

Davide Bonetti

mitato di S. Giovanni Valdarno (uno dei co-mitati storici della Fondazione, che accoglieda oltre 15 anni), accompagnati dal Presi-dente Silvio Del Riccio insieme a due mem-bri del Comitato e all’interprete Olga Nika-novich.Cesare Prandelli ci ha accolti all’arrivo congrande cordialità, anche in virtù delle co-muni origini orceane col nostro architettoGiacomo Galli (sono entrambi originari diOrzinuovi nel bresciano) e della loro lungaamicizia, nata sui banchi di scuola.Al termine dell’allenamento, che abbiamopotuto seguire da vicino, i giocatori hannoaccettato di farsi fotografare con i nostri pic-coli ospiti bielorussi, ai quali la Federazione

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do hanno bisogno di aiuto medico, psi-cologico, sociale e morale.L’obiettivo è la socializzazione e l’inte-grazione di bambini e studenti con in-validità nella società alla base del Cen-tro del Volontariato professionale del-l’Università di Grodno.Il progetto è strutturato per un periododi tre anni per un impegno totale di eu-ro 27.500,00, di cui 12.800,00 con risor-se proprie e 14.700,00 con sponsorizza-zioni esterne e la formazione di 120 vo-lontari (40 ogni anno) coadiuvati daglistudenti universitari e dai genitori deibambini.

Progetto “L’istituzionalizzazionedei bambini orfani nelle condizio-ni delle Case-Famiglia” La relazione è curata da GovarushkinaNatallia, dottoressa di Scienze Pedago-giche e Pedagogo Sociale, redatta insie-me alla professoressa della cattedra diPedagogia dell’infanzia e della famigliaBatura Irina, per conto dell’ UniversitàStatale di Moghilev intitolata ad A. Ku-leshov.Il progetto è rivolto alla “Casa del bam-bino” di Moghilev specializzata per ibambini con disturbi psichici, con loscopo di creare le condizioni affinché leIstituzioni si occupino, in modo stabile,dei bambini orfani e rimasti senza la tu-tela dei genitori attraverso l’organizza-zione dell’attività del tempo libero conl’arricchimento della base materiale ne-cessaria per lo sviluppo.Obiettivi del progetto sono: aumentarela competenza professionale dei futurispecialisti nel campo della formazioneprescolastica e favorire l’integrazionedei bambini nella società attraverso lacreazione di condizioni sociali e psico-logiche normali di vita in base alle di-

verse caratteristiche dovute all’età.Il preventivo di spesa è molto contenu-to (Euro 2.800,00) ma si prevedonoraccolte di fondi dalle attività di volon-tariato.

Progetto “Tutti hanno diritto diessere felici”La relazione è curata da Nizhurina Ma-rina e Leonovich Olga per conto dell’U-niversità Statale di Vitebsk intitolata a P.Masherov.La banca dati della Regione di Vitebskevidenzia circa 15.000 bambini con par-ticolari problemi psicofisici (7,5% deibambini della Regione). Esistono nelterritorio una scuola dell’obbligo per ibambini con problemi di udito e 4scuole istituti dove studiano 423 bam-bini. Funzionano 19 classi speciali (136alunni). Circa 400 bambini usufruisco-no dell’assistenza correttiva della Re-gione di Vitebsk.Lo scopo del progetto è il miglioramentodella situazione sociale e dello stato psi-coemotivo dei bambini con particolaresviluppo psicofisico, il superamentodell’isolamento dei bambini malati e deiloro genitori mediante la clownterapia.Gli obiettivi sono l’espansione del vo-lontariato nella Regione di Vitebsk peril sostegno sociale, pedagogico e psico-logico dei bambini, l’istruzione dei vo-lontari alle competenze del lavoro con ibambini, il miglioramento dello statopsicofisico dei bambini mediante attivi-tà didattiche, di socializzazione e riabi-litazione, conferenze scientifiche e pra-tiche per la pubblicizzazione, su tutto ilterritorio, del Progetto e la distribuzio-ne di opuscoli, volantini e brochure inmodo che tantissime persone collabori-no alla riuscita del progetto.Il preventivo di spesa è di Euro 4.000,00ma sono previste raccolte fondi mirate.

Nei giorni 10 – 12 Maggio, si èsvolto, presso la struttura Sidel-niki a 5 km da Mozyr, il 3° Forum

degli Studenti iscritti al Progetto “Ado-zione Studenti Universitari”.Quest’anno il Forum si è caratterizzatosoprattutto per l’impegno chiesto alleUniversità di presentare progetti di vo-lontariato riferiti al tema “Bambini edisabilità”, i migliori dei quali avrebbe-ro ricevuto un finanziamento da partedella Fondazione “Aiutiamoli a vivere”.L’Università di Medicina di Minsk harinunciato a presentare il progetto,perché avevano confidato in una asso-ciazione di volontariato di Minsk per larealizzazione e il giorno prima la stessaaveva comunicato che non era più in-tenzionata ad occuparsene. Anche lefacoltà di Medicina e del Politecnico diGomel non hanno ritenuto opportunopresentare il progetto per mancanza ditempo. Così delle nove Università inte-ressate al Progetto Adozione StudentiUniversitari soltanto sei hanno presen-tato il Progetto.

Erano presenti al Forum 166 persone, dicui: 109 studenti in borsa di studio, 5studenti già laureati, 17 responsabili diUniversità, 16 relatori dei progetti delleUniversità, 8 delegati dall’Italia e 3 inrappresentanza dell’ufficio di Minsk.Il Forum è iniziato, come da program-ma, con l’intervento del Presidente del-la Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”. Èseguito poi il benvenuto del Rettoredell’Università Shamiakina di Mozyr,Valetov Valentin, e del Vice Sindaco diMozyr, Galiuk Feliks. Radovnia Tatiana,leader dell’organizzazione di volonta-riato “Fai il bene” dell’Università diMozyr, ha presentato le iniziative del-l’organizzazione sul territorio di Mozyr.Poi sono stati illustrati i progetti realiz-zati dalle Università.

Progetto “La Vita senza confini”La relazione è curata da Hil Ksenia perconto dell’Università Statale di Grodnointitolata a Janka Kupala.Il progetto si rivolge a circa 1150 bam-bini diversamente abili da 0 a 18 anni(77% meno di 14 anni e 23% da 14 a 18anni); circa 300 bambini (26%) con dis-funzioni dell’organismo del 3° - 4° gra-

AL FORUM 2013 I PROGETTIDEGLI STUDENTI

SU BAMBINI E DISABILITÀ

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Progetto “Nella mia mano c’è latua mano”La relazione è curata da Sokolova Tatia-na, ricercatrice della cattedra di Peda-gogia, responsabile del Club di Volonta-ri “Accademia del Volontariato” perconto dell’Università Statale di Brest in-titolata ad A.S. Pushkin.Presenta la composizione del gruppoorganizzativo del Progetto che com-prende, quale coordinatore, SenderAnna, primo Vicerettore dell’Universi-tà, Leonink Nadezhda quale responsa-bile dei volontari, decano della facoltàSocio Pedagogica dell’Università e de-putato del Consiglio Comunale dellacittà di Brest, Savchuk Viktoria, ricer-catrice della cattedra di Pedagogia e al-tri volontari del Club “Accademia delVolontariato”, studenti della facoltà So-cio-Pedagogica, tra cui una studentes-sa borsista della Fondazione.Lo scopo del progetto è garantire l’inte-grazione dei bambini diversamente abi-li che frequentano l’Asilo n. 10 di Brestcreando un ambiente senza barriere.Gli obiettivi sono: organizzazione dicorsi di formazione per volontari ededucatori dell’Asilo n. 10, orientati al-l’aumento delle competenze della squa-dra degli specialisti; accompagnamentosociale, pedagogico e psicologico deibambini, sostegno sociopsicologico aigenitori dei bambini e organizzazionedel lavoro del Centro di consultazioni eformazioni; iniziative orientate allacreazione delle condizioni di soggiornosicuro e confortevole dei bambini.Il preventivo di spesa ammonta ad euro59.400,00, di cui 26.600,00 per costi delpersonale, 22.000,00 per materiale di-dattico ed attrezzature e 10.800,00 per lasede, i servizi e l’impegno dei volontari.

Progetto “Siamo sullo stesso livello”La relazione è curata da Malakhov Ar-tem, studente del terzo anno della Fa-coltà Umanitaria Economica per contodell’Università Statale Bielorussa delTrasporto di Gomel.Il gruppo che ha realizzato il progetto ècomposto dal Dirigente Malakhov Ar-tem e dalla coordinatrice KorovaecichEkaterina, coadiuvati da un gruppo divolontari tra cui una studentessa borsi-sta della Fondazione.Lo scopo è quello di realizzare l’integra-zione e la riabilitazione dei bambini di-versamente abili della Regione di Gomelutilizzando gli strumenti multimediali(web radio, creazione di sito).Gli obiettivi del progetto consistononell’organizzare la squadra di lavoro coniniziative d’insegnamento volte ad au-mentare le competenze degli operatori ecreare nuovi volontari con attività di for-

mazione (workshop, seminari) e la crea-zione di nuove organizzazioni sociali.Il preventivo di spesa di Euro 6.000,00viene richiesto totalmente alla Fonda-zione “Aiutiamoli a Vivere”.

Progetto “Affrettatevi a fare delbene”La relazione è curata da Hud Alena perconto dell’Università di Pedagogia diMozyr intitolata a I.P. Shamiakin.La regione di Mozyr è una zona colpitadalla centrale nucleare di Chernobylcon un numero rilevante di bambinidisabili con problemi sociali, economi-ci, psicologici ed educativi. Lo scopo delprogetto è di aiutare i bambini con dis-abilità attraverso corsi di formazione eriabilitazione.Gli obiettivi consistono nel reclutarenuovi volontari attraverso appositi corsidi formazione e seminari di pratica diriabilitazione, organizzare e attuare mi-sure volte a soddisfare le esigenze deibambini e dei loro genitori e l’interazio-ne con l’ambiente sociale. Il budget del progetto risulta completoed analitico e la spesa totale ammonta aeuro 3.000,00. Sono indicati i potenzia-li sponsor nella “Raffineria di Petrolio diMozyr Srl” e nella “Fabbrica del Sale” diMozyr che sono tra le più grandi societàdella provincia di Mozyr e che sono dis-ponibili ad aiutare questi bambini conparticolari problemi.

Al termine della presentazione dei Pro-getti è seguito un intermezzo musicalecon il concerto dei solisti dell’Universitàdi Mozyr e del gruppo di danza “Sijanie”.Successivamente Saverio Girotto è in-tervenuto con la presentazione del sitodi RadioFriends e del concorso canoro.Subito dopo la pausa del pranzo è inizia-ta la presentazione dei video per il con-corso del miglior studente dell’anno.Al termine i giudici, con la valutazionedei video, hanno concluso la votazionedelle schede dei candidati per lo studen-te dell’anno e le hanno consegnate alComitato Organizzatore del Forum, perprocedere ai conteggi finali e alla deter-minazione della classifica.Nel frattempo le delegazioni di ogniUniversità si erano riunite, ciascuna in

una stanza diversa per discutere e poiprocedere alla valutazione dei progettipresentati dalle Università.Al termine anche le schede di valutazio-ne dei gruppi delle Università sono stateritirate per il conteggio totale con leschede della giuria italiana.

MIGLIOR PROGETTO DELL’UNIVERSITÀSono state istituite due giurie, una ita-liana e l’altra bielorussa. La giuria italia-na, composta da Remo Agnoletto, Mar-zio Ortolani, Lino Dal Monte, LucianoBraconi ed Enrico Cherubini, poteva vo-tare per tutte le Università e aveva a dis-posizione un punteggio da 1 a 70 punti(70%); quella bielorussa, composta daotto studenti in rappresentanza dei ri-spettivi gruppi, aveva a disposizione unpunteggio da 1 a 30 punti (30%). Il tota-le dei voti delle due giurie avrebbe deter-minato il progetto vincitore della gara.Si è giunti quindi alla premiazione deiprogetti, che si sono così classificati:1° - Università di Brest riceverà un premio di E 5.000,002° - Università di Grodno riceverà un premio di E 4.000,003° - Università di Vitebsk riceverà un premio di E 3.000,004° - Università di Mozyr riceverà un premio di E 1.500,005° - Università di Gomel riceverà un premio di E 1.400,006° - Università di Moghilev riceverà un premio di E 1.300,00La premiazione è stata effettuata dal Pre-sidente della Fondazione “Aiutiamoli aVivere”, Marzio Ortolani.

MIGLIOR STUDENTE DELL’ANNOSuccessivamente si è proceduto alla va-lutazione del miglior studente dell’anno.La Giuria era composta dal Presidentedella Fondazione, Marzio Ortolani, daOlga Ganja in rappresentanza dell’Uffi-cio di Minsk, e da nove rappresentantidelle diverse Università presenti.Il voto della voce “Titoli di merito” eraquello che scaturisce dalla certificazionedell’Università; si è pertanto provvedutoa inserirlo d’ufficio. Il voto delle voci“Curriculum vitae”, “Titoli di merito” e“Volontariato” era quello che scaturisceda insindacabile valutazione del giudicee non può essere, in alcun modo, variatoo suggerito da altre valutazioni.Il giudice aveva anche a disposizioneuna voce “Valutazione Aggiuntiva”, do-ve poteva inserire una sua valutazionedello studente ritenuto il potenzialevincitore; tali valutazioni sarebbero sta-te prese in esame soltanto in caso di pa-rità di punteggio complessivo fra due opiù studenti.

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Si è proceduto poi alla premiazione de-gli studenti con la seguente classifica:1°: STANKEVICH NADEZHDA – stu-dentessa al 3° anno dell’Università Sta-tale di Medicina di Minsk, facoltà Pedia-trica - Premio di euro 1.500,002°: GREKOVA HANNA – studentessa al3° anno della Facoltà di Pedagogia del-l’Università Statale P.Masherov di Vi-tebsk - Premio di euro 1.000,003°: PETRENKO HANNA – studentessaal 4° anno della Facoltà di Ingegneria ePedagogia all’Università Statale di Peda-gogia I.P. Shamiakin di Mozyr - Premiodi euro 500,004°: KACHAEVA LAURA – studentessa al3° anno della Facoltà di Pedagogia e Psi-cologia dell’Infanzia dell’ “UniversitàStatale A.Kuleshov” di Moghilev.5°: POTOTSKAIA TATIANA – studentes-sa al 3° anno della Facoltà Psico – Peda-gogica dell’Università A.S. Puskin diBrest.

6°: KASPUR VALERIA – studentessa al3° anno dell’Università Statale di Tra-sporto di Gomel.7°: KHALIMONCHIKOVA ALESIA –studentessa al 3° anno dell’UniversitàStatale Politecnico P.O. Sukhogo di Go-mel8°: PIKULIN YURIJ – studente al 4° an-no dell’ Università Statale di Medicina diGomel9°: SCINDIN VIKTOR – studente al 3°anno della Facoltà di Cultura Fisicadell’Università Statale Y. Kupala diGrodno.La premiazione è stata effettuata da Lu-ciano Braconi.A tutti i candidati è stato consegnato unattestato di partecipazione al Forum2013 e un cofanetto con due penne eun portachiavi Parker.

CONSEGNA BORSE DI STUDIOSuccessivamente, dopo le conclusionidel Presidente Marzio Ortolani, è ini-ziata la consegna delle borse di studioche, per problemi logistici e mancanzadi tempo, è avvenuta per gruppi di Uni-versità e non singolarmente.Per l’Università di Minsk, Facoltà Lin-guistica, i due ragazzi, Yusupov Marinae Mischa, non erano presenti per cui lebuste sono state consegnate al nostro

ufficio di Minsk per l’inoltro agli interes-sati.I ragazzi del Politecnico di Gomel era-no tutti presenti, ad eccezione di Zvero-vich Maksim, impegnato con gli esami.Sono state consegnate alla responsabi-le, Patscenko Marina, n.9 buste, per untotale di euro 1.080,00 e rubli 300.000per rimborso spese viaggio. Per l’Università del Trasporto di Gomel,oltre a tutti i ragazzi con borsa di studio,erano presenti Strelcenko Veronika eMalakhou Artem che, insieme a Koro-vaecich Ekaterina, Alkhovskaia Aleksan-dra e Kulbanova Anna, hanno elaboratoe relazionato sul Progetto “Siamo sullostesso livello”. Sono state consegnate al-la responsabile, Strelcenko Veronika n.8buste per un totale di euro 950,00 e ru-bli 390.000 per il rimborso delle spese diviaggio. Nel mese di giugno GhilevichGalina si laurea in Gestione delle Co-struzioni Edili e Matveeva Evghenia silaurea in Gestione dei Trasporti.Dell’Università di medicina di Gomel ri-sultano assenti Bulskaia Veronika eDonnikov Aleksandr e le responsabilidell’Università Glukareva Zhanna e Ne-sterenko Olga. La situazione è stata pre-sa in mano da Vladimir Straletskj che siè laureato nel 2012 e ha sostituito otti-mamente le due assenti; gli sono stateconsegnate n. 8 borse di studio per untotale di euro 960,00 e rubli 210.000quale rimborso spese viaggio.I ragazzi dell’Università di Moghilev so-no tutti presenti, ad eccezione diGramyko Olga per problemi familiari.Sono state consegnate a Natalia Gova-rushkina n. 10 borse di studio per untotale di euro 1.200,00 e rubli 497.000quale rimborso spese viaggio. Nel mesedi giugno Fialka Dmitriy si laurea inCultura Fisica e Popov Artem in Storia.L’università di Vitebsk, dopo tre anni dilatitanza, ha iniziato il nuovo rapportocon il Progetto Adozione Studenti Uni-versitari con un’importante presenza diragazzi in borsa di studio, tutti presentiad eccezione di Takhonova Natalia, chenon è stata rintracciata in tempo utileper partecipare al Forum di Mozyr. Ab-biamo consegnato a Martinovich Nata-lia n. 18 borse di studio per un totale diEuro 2.260,00 e rubli 1.656.000 comerimborso spese viaggio.Del gruppo di Medicina di Minsk risulta-no assenti Martines Innokentij e RadiukGalina in quanto impegnati con gli esa-mi di laurea. Sono state consegnate aSereda Irina e Pozdniakova Irina n. 15borse di studio per un totale di euro1.800,00. Per il trasferimento da Minskper Mozyr è stato utilizzato un pulminodi 20 posti per la delegazione di Minsk ele spese del trasporto ammontano ad

Euro 510,00 pagati in contanti. Nel me-se di giugno Martines Innokentij, Mo-skalenka Roman e Radiuk Galina conse-guiranno la laurea in Medicina con spe-cializzazione Terapeutica.I ragazzi in borsa di studio dell’Univer-sità di Brest sono 15 e sono tutti pre-senti. Le buste delle borse di studio so-no state consegnare alla responsabileSavchuk Viktoria per un totale di euro1.800,00. Il trasferimento delle delega-zioni è stato effettuato con un pulminodi proprietà dell’Università. L’ufficio diRappresentanza di Minsk provvede alrimborso del costo del carburante uti-lizzato per il viaggio. Nel mese di giu-gno Frunze Irina si laurea in Matema-tica con specializzazione Informatica.La delegazione dell’Università di Grod-no è composta da 15 persone tra cui 10

studenti in borsa di studio, 3 studentiper la presentazione del Progetto e dueresponsabili dell’Università. In giugno2013 conseguiranno la laurea Romano-vich Alexander in lettere e ScendrikovaTatiana nella facoltà di magistero. Ven-gono consegnate alla responsabile Shul-ga Oksana n. 11 borse di studio per untotale di euro 1.320,00 e rubli 1.227.000per rimborso spese viaggio. Da notareche Aksiutik Artur, un ragazzo diversa-mente abile, non era presente al Forumnonostante la Fondazione avesse chie-sto espressamente che il ragazzo dovevafar parte della delegazione predisponen-do qualsiasi mezzo per non creare parti-colari disagi durante il viaggio.Gli studenti di Mozyr costituiscono ladelegazione più numerosa del Forum2013 e non poteva essere diversamentein quanto organizzatrice del Forumstesso. I ragazzi in borsa di studio sono24 e sono tutti presenti. Si laureano nelprossimo mese di giugno i seguenti ra-gazzi: Dubrovski Egor, KalitinenkovNikolai, Kirmel Vassili e Tsyblienko Na-dezhda nella Facoltà di Tecnologia; Me-lekhacets Anatoli nella Facoltà di FisicaMatematica e Soroka Aleksandr nellaFacoltà di Matematica.Vengono consegnate al responsabileStrukov Viktor n. 24 borse di studio perla consegna agli interessati, per un to-tale di euro 2.880,00.

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GRUPPO ADOZIONE A DISTANZA POST LAUREANel Progetto Adozione a distanza postlaurea sono iscritti 17 ragazzi sostenutida altrettante famiglie. Questi ragazziavrebbero dovuto essere presenti al Fo-rum di Mozyr, ma per un errore di valu-tazione del numero dei pernottamentiin sede di stipula del contratto con lastruttura Sidelniki, sono stati prenotati140 posti letto in luogo di 170. Pertantoabbiamo dovuto comunicare ai ragazzidi non venire al Forum per mancanzadi posti letto. Le borse di studio sonostate affidate all’ufficio di Minsk per laconsegna agli interessati.

È stato indubbiamente un Forum degliStudenti intenso, pieno di emozioni edi contenuti. Si è notata la presenza deipartecipanti con la voglia di essere pro-tagonisti, di essere coinvolti nei lavoriin modo diretto e spontaneo.L’integrazione delle varie realtà univer-sitarie è stata ottima, peraltro facilitatadalla funzionalità della struttura Sidel-niki. Abbiamo avuto un’ottima rispostadalle delegazioni delle Università, lequali, pur di essere presenti, hanno af-frontato viaggi in treno lunghi e dis-agiati.L’unica nota negativa è stata quella dellamancata presentazione di tre progettidell’Università di Medicina di Minsk,dell’Università di Politecnico di Gomel edell’Università di Medicina di Gomel.Quest’ultima poi ha inviato il gruppodegli studenti in borsa di studio senzaaccompagnatore ufficiale dell’Universi-tà. Sono stati affidati al dott. StraletskiVladimir, appena laureato e peraltro bra-vissimo, che ha preso in consegna i ra-gazzi e sostituito ottimamente i respon-sabili.

Un ringraziamento particolare all’Uni-versità Pedagogica di Mozyr intitolataI.P. Shamiakin per aver ospitato il Fo-rum degli Studenti 2013, allo staff diViktor Strukov che, insieme all’ufficiodi Rappresentanza di Minsk, ha orga-nizzato ottimamente il Forum, ai re-sponsabili delle Università che hannocoadiuvato i ragazzi per la stesura deiProgetti e per la preparazione dei docu-menti dei candidati al concorso delloStudente dell’anno, ma soprattutto aglistudenti che con la loro presenza e conil loro entusiasmo contribuiscono tuttigli anni alla riuscita del Forum.Un ringraziamento speciale al Presi-dente del Centro Servizi per il volonta-riato di Rovigo per la sua competenza ela sua preziosa presenza.All’avvocato Giovanni Ranalli un ab-braccio particolare da tutti gli studentiin borsa di studio nel Progetto AdozioneStudenti Universitari.

Luciano Braconi

L’IMPEGNO DEGLI STUDENTI AL FORUM: UNA TESTIMONIANZA AUTOREVOLE

Sono stato invitato dal Presidente Marzio Ortolani a partecipare al 3° Forum degli studentia Mozyr.La mia partecipazione, come Presidente del Centro di Servizio per il Volontariato di Rovigo,è avvenuta in conseguenza di un impegno assunto come CSV per l’accompagnamento diuna quindicina di studenti, che sono stati ospiti in Italia, per cercare di creare i presuppostiper costruire in loro una mentalità per la creazione di progetti sociali da realizzare nel pro-prio territorio, attraverso l’aiuto delle Università del luogo.Nell’incontro con i membri dell’associazione, che mi attendevano per questi lunghi giornioperativi, il rapporto relazionale è scattato quasi immediatamente; ho sentito la loro forzadi essere presenti per capire quale cammino intraprendere nei prossimi anni.Si è subito iniziato a lavorare per mettere a punto le schede di valutazione dei progetti e an-

che le considerazioni per la valutazione del miglior studente iscritto al concorso; l’approfondimento è stato subito improntato nel considera-re le proprie esperienze personali nell’ambito del volontariato, valutando la progettazione sociale come base fondamentale per iniziare unpercorso, anche nella costruzione di un’associazione composta dagli studenti e insegnanti delle università che hanno partecipato al concor-so stesso. Durante il Forum i capigruppo di ogni Università hanno presentato i progetti con video, slide e commenti integrativi a quelli scrittinei singoli progetti. La presentazione è stata attentamente ascoltata dai giurati e dagli studenti e poi, progetto per progetto, discussa dall’as-semblea presente in sala nella giornata successiva. Il lavoro mi è parso molto interessante e stimolante da tutti i punti di vista, gli interventidell’assemblea sono stati puntuali e importanti per approfondire il carattere dei progetti presentati.L’esame per la valutazione è stato laborioso e ci ha impegnati in uno sforzo notevole, perché la scheda di valutazione preparata da Marzio èstata puntuale sotto ogni profilo, sia tecnico, sia sociologico che finanziario, con grande attenzione al monitoraggio dei progetti presentati;l’intesa fra i giurati è risultata ideale per discutere nel migliore dei modi tutti i passaggi legati ai progetti e all’intenzione della piena realizza-zione nel tempo assegnato di tre anni.L’importanza del monitoraggio è fondamentale per trovare e accorgersi delle carenze via via che il progetto si realizza. Gli studenti dovrannoessere attenti all’andamento degli obiettivi posti, di anno in anno fino al termine (per così dire…) del progetto, perché questi progetti, a pa-rere mio, non avranno un termine ma saranno stimolo per andare avanti nella progettazione futura.Il lavorare insieme porta sempre delle nuove conoscenze proprio nella progettazione sociale e nell’affrontare queste tematiche importanti efondamentali per un welfare partecipato da tutti i cittadini e condiviso per poi essere portato alla conoscenza anche in un rapporto massme-diale e di informazione. Per quanto riguarda la presentazione dei video degli studenti da premiare, è stato interessante il taglio che ogni stu-dente ha voluto imprimere nei pochi minuti disponibili alla videocamera per dare visibilità alla propria azione di studente e di volontario: si èpotuto capire le tendenze personali di ognuno con aspetti differenti sia nel carattere che nella presentazione propria anche sotto l’aspetto fi-sico e psicologico.In chiusura del Forum sono state lette le considerazioni progetto per progetto, che in generale sono state positive, con qualche lacuna nellapresentazione dei gestori del progetto stesso, dei partner, che sono molti importanti sia all’inizio che durante tutta la fase dei progetti e nelmonitoraggio, assai mancante su tutti i progetti, escluso quello arrivato primo; nelle attente valutazioni finali si è rammentato che non è ilprogetto con il punteggio più elevato che vince ma tutti insieme si vince per realizzare, università per università, tutti i progetti presentati,con la possibilità di migliorarli durante la loro realizzazione; si è sottolineato, infine, la corresponsabilità tra insegnanti e studenti per unamaggiore sinergia del lavoro da fare insieme nel futuro dei progetti.

REMO AGNOLETTOPresidente Centro Servizi per il Volontariato di Rovigo

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sgranati e una piccola va-ligia di cartone. E tra que-ste famiglie c’è stata an-che quella di Patrizia For-tunati di Terni, l’autrice diquesto delicato e intensoromanzo, che in soli duemesi ha raccolto consensie ottime recensioni damolte testate giornalisti-che.Lyudmila è stata unabambina di Chernobyl. In

questo romanzo la incontriamo or-mai novantenne nel 2077, seduta suuna vecchia sedia foderata di ruvidastoffa gialla, con una tazza di tè euna fetta di pane nero ricoperto dimarmellata di prugne. Un saporeantico che le ricorda affetti e tene-rezze delle sue estati italiane, un sa-pore mai dimenticato. E inizia araccontare con commozione. Rac-conta la sua vita, una vita faticosa,tutta in salita. Le sue tante cadute,gli errori e le bugie, raccontate an-che a se stessa, testimoniano la fra-gilità di una bambina cresciuta sen-za amore e di una donna che lo hacercato disperatamente.Le sofferenze attraverso le quali èpassata l’hanno resa una donnaconsapevole e determinata, capacedi rivivere il passato con lucidità etenerezza, e il legame con “i suoiitaliani” è una testimonianza viva,commovente, di quanto possa farbene il dare con il cuore. E il perdo-no che Lyudmila sceglie di dare è lamiglior prova che capire aiuta a vi-vere.«Il romanzo – racconta PatriziaFortunati - è ispirato a una storiavera vissuta da me e dalla mia fami-glia. La prima parte del romanzo èmolto reale e ritroviamo episodi epersonaggi del periodo in cui Lyud-mila è stata nostra ospite per le va-canze terapeutiche, nella secondainvece ricostruisco il suo futuro, lesue scelte, diverse da quelle possibi-

li, gli affetti, fino al suo in-tenso lascito prima di mo-rire. Ma Lyudmila esiste davve-ro. Anzi esistono cento,mille Lyudmile. Cento,mille donne nate nel luo-go, nella famiglia, nel mo-mento sbagliato, che han-no fatto mille e più sbagli,

che hanno amato l’uomo sbagliatoe che sono cadute un’infinità di vol-te. Ma che si sono rialzate un’infini-tà di volte più una. Questo romanzoè per loro. Per le donne. Perché sia-no sempre capaci di guardare oltrel’orizzonte».

Patrizia Fortunati, da sempre impe-gnata nel mondo del volontariatosociale, e Fabrizio Pacifici, sociofondatore della Fondazione ONG“Aiutiamoli a vivere” che ha curatola prefazione di questo delicato e in-tenso romanzo, porteranno nelprossimo autunno in molte altrecittà italiane (Rovigo, Bergamo,Ferrara etc.) la loro testimonianzaaffinché questa bella storia non restiinascoltata.

“Marmellata di prugne”è il romanzo d’esordiodi Patrizia Fortunati,

tratto da una storia vera che rac-conta di una bambina di Cher-nobyl venuta in Italia per le va-canze terapeutiche

«Indossavo una gonnellina bian-ca, sporca già prima di partire, euna maglietta rosa che aveva per-so la sua forma, con dei piccolibuchi sulla parte di dietro. Lescarpe erano la cosa più decenteche indossassi, però erano di miasorella maggiore, quindi tre nu-meri troppo grandi per me. Ed erosenza mutande»

(Marmellata di prugne,ali&no editrice)

Dopo il successo di Terni, dove ol-tre 150 persone sono intervenutealla presentazione, e quello di Pe-rugia, in cui è stata coinvolta an-che l’Arpa (Agenzia Regionale perl’Ambiente), ali&no editrice di Pe-rugia, in collaborazione con la“Fondazione Aiutiamoli a Vivere”ONG, presenta il romanzo “Mar-mellata di prugne”, opera d’esor-dio di Patrizia Fortunati.La vicenda di Lyudmila, la protago-nista del libro, è ispirata a tante sto-rie vere: alle storie di tante famiglieche hanno aperto la propria casa e ilproprio cuore a dei bambini che ve-nivano da lontano, con gli occhi

UNA BAMBINA VENUTA DA LONTANO

Marmellata di prugne, PatriziaFortunati, 2013, pp.166, e15,00- ISBN 978-88-6254-130-5Il libro, disponibile in libreria, èin promozione sul sito dell’edi-tore www.alienoeditrice.net, do-ve può essere ordinato on linesenza spese di spedizione.

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ESabato 13 aprile, presso la Sala Ci-vica a Caravaggio, si è svolta l’as-semblea ordinaria dei soci dell’As-

sociazione “Aiutiamoli a vivere Lom-bardia” nel corso della quale si è proce-duto al rinnovo delle cariche, alla sca-denza del mandato del Consiglio Diret-tivo. Dopo la relazione del Presidenteuscente, Alessandro Tironi, e l’approva-zione del bilancio sociale, si è votatoper il nuovo Consiglio.Successivamente gli otto consiglierieletti si sono riuniti e hanno definitol’organigramma con le nuove carichesociali. È stato eletto Presidente Ales-sandro Zanisi (nella foto con Yuri), cheha voluto inviare immediatamente unsaluto a tutta la Fondazione.

Cari amici,con queste poche righe vorrei presen-tarmi alla grande famiglia di Aiutiamo-li a Vivere, come nuovo Presidentedell’Associazione Aiutiamoli a VivereLombardia O.N.L.U.S.Il nuovo Consiglio Direttivo, nominatodurante l’Assemblea dei soci, ha volutonella sua prima riunione del 22 aprileu.s., chiamarmi a questo incarico checonsidero un grande onore ma soprat-tutto una grande responsabilità.Faccio parte di Aiutiamoli a Vivere dal1994, anno in cui per la prima voltaospitai nella mia casa un bambino bie-lorusso; a distanza di quasi vent’anni,considero ancora oggi quell’esperienza– alla quale ne sono poi seguite altre –un colpo di fulmine, una miscela diemozioni che rappresentano, anche adistanza di tempo, la vera gioia del vi-vere: Yury oggi ha ventinove anni, michiama fratello e dice di avere duemamme, una bielorussa e una italiana.Cosa dovrei aggiungere?Mi sono avvicinato alla vita dell’orga-nizzazione prima in ambito locale, co-me componente del comitato, poi viavia, seguendo da vicino la trasforma-zione della prima sede regionale in as-sociazione O.N.L.U.S. di secondo livel-lo.

Non vorrei passare per il romantico diturno, ho voluto aprire per un attimol’album dei ricordi, ciascuno di noi hacertamente nel proprio vissuto espe-rienze e motivazioni maturate sulcampo, che lo spingono a continuare,mettendosi sempre in gioco e spenden-dosi in prima persona.Sono convinto dell’importanza chel’Associazione Aiutiamoli a VivereLombardia ricopre, soprattutto se pen-so ai progetti che, in accordo con laFondazione di cui siamo parte, si stan-no portando avanti.Il ruolo di un’organizzazione regionaledi secondo livello non può e non deveessere ridotto a semplice step interme-dio tra le realtà periferiche e la SedeNazionale; questo pensiero dipingereb-be un ritratto a colori sbiaditi di unarealtà che, al contrario, è in grande fer-mento.Siamo partner importanti della Fonda-zione per la realizzazione di molti pro-getti che vengono finanziati con fondimessi a disposizione dalla RegioneLombardia; basti pensare ad esempio algrande intervento che è in atto pressoil Nuovo Ospedale di Bergamo, senzadimenticarne altri, meno importanti sevalutati in base alle risorse economichemesse in campo ma sempre in grado difarci aprire nuove porte e di dare nuoverisposte a vecchie e nuove povertà.Per ribadire nuovamente l’importanzadi sentirsi tutti parte di questa grandeorganizzazione, d’accordo con il Consi-glio Direttivo, ho da subito deciso ditornare a incontrare i comitati, perascoltare e capire vecchie e nuove criti-cità, cercando ove possibile di porre inatto tutte quelle azioni che permettanoil proseguimento della nostra azione.Tutto ciò premesso, è necessario essereda subito operativi, anche su altri argo-menti come quello della comunicazio-ne; oggi più che mai gli strumenti dicomunicazione ci permettono di esserevisibili e di informare tutti gli aderentiin tempo reale su quello che accadedentro e fuori l’associazione; il sito in-ternet, la pagina di fa-cebook, il nostro ca-nale di Youtube, han-no aperto nuove fron-tiere che ci permetto-no di essere sempreinformati e aggiorna-ti; il nuovo Consigliosta già lavorando perdare nuovo slancio aquesto ambito, nel-

l’ottica di tenere legati tutti i comitatidella nostra Regione sui progetti chesono in essere.La nuova squadra è cosi composta:• Alessandro Zanisi: presidente• Roberto Parizzi: vice presidente

con delega ai progetti• Severina Zambon: vice presidente

con delega accoglienza• Sara Bacis: delegata progetto acco-

glienza• Giuseppe D‘Amico: delegato alla

gestione dei comitati di AAV in Bie-lorussia

• Marzio Furini: delega relazionecon i comitati

• Umberto Previtali: delegato pro-getto e comunicazione

• Daniela Ferrari: consigliere di ri-serva

Ogni nuovo gruppo di lavoro porta consè innovazioni e trasformazioni, chedevono essere utili alla vita dell’Asso-ciazione; è mia intenzione, e l’ho con-fermato nella prima riunione del nuo-vo Consiglio Direttivo, cercare di allar-gare il già nutrito numero degli ade-renti, convinto che su questo e altri ar-gomenti il Consiglio abbia trovato unalinea di intervento comune. È la nuovasfida, una sfida di partecipazione e dicomunicazione.Da Presidente sento di spendere suquesti temi una fetta del mio impegno,credo che anche la nostra Associazionesi giochi un po’ del suo futuro. ComeAssociazione dobbiamo far sentire che“ci siamo” e che il nostro agire non èrelegato al ruolo di semplici passacarteanzi, più che mai è quello di essere sog-getto attivo di quello che accade intor-no a noi.Concludo ringraziando Sandro Tironie tutto il Consiglio Direttivo uscenteper il grande lavoro svolto fino a qui e,nella speranza di incontrarvi presto, Visaluto caramente.

Il PresidenteAlessandro Zanisi

AAV LOMBARDIA HA UNNUOVO PRESIDENTE

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In occasione del 27° anniversario del-l’incidente alla centrale nucleare diChernobyl, l’Ambasciata della Repub-blica di Belarus in Italia ha pubblicatoun comunicato stampa in cui proponealcune domande e relative risposte –che si possono considerare dunque uffi-ciali – sulla questione.Pubblichiamo questo documento cheriteniamo di grande interesse per i datiche fornisce e per alcune affermazioniche contiene riguardo la situazione sa-nitaria e le partnership internazionaliper far fronte alle problematiche con-nesse alle conseguenze del 26 aprile1986.

È vero che la Bielorussia è un Paeseche ha riportato i danni più gravi acausa del disastro nucleare di Cher-nobyl?

Sì. Nonostante che la centrale di Cher-nobyl si trovi in Ucraina, oltre il 70% diradionuclidi fuoriusciti dal reattoreesploso il 26 aprile 1986 sono precipitatisul territorio bielorusso causando lacontaminazione da cesio-137 del 66%del territorio nazionale (oltre 13 milionidi ettari).A causa del disastro nucleare oltre 1,8milioni di ettari dei terreni agricoli, cioèpiù del 20% del fondo agricolo naziona-le, e oltre 2 milioni di ettari dei boschi,cioè più di un quarto del fondo boschivonazionale, hanno subito la contamina-zione da cesio-137 superiore a 1 Ci/km2.264.000 ettari di terreni agricoli sonostati esclusi dall’uso a causa di inquina-mento radioattivo. Il 18,6% del fondo boschivo nazionale(oltre 1,5 milioni di ettari) rimane con-taminato da radionuclidi. Annualmentele perdite delle risorse boschive a causadi Chernobyl sono pari a 2 milioni m3 dilegno. Sui territori contaminati si tro-vano 132 giacimenti di materie prime erisorse minerarie, di cui 22 abbandona-ti.Il disastro di Chernobyl ha provocato al-terazioni nella situazione demograficain Bielorussia – 137.700 persone sonostate sfollate verso i territori che nonhanno subito la contaminazione. Suiterritori contaminati rimangono 340aziende industriali le cui condizioni difunzionamento sono ostacolate daChernobyl.Il danno sommario arrecato alla Bielo-russia dal disastro di Chernobyl, calco-lato per il periodo dei primi 30 anni suc-cessivi all’incidente, è stimato in $ 235miliardi, pari a 32 budget nazionalidell’anno 1985.Tutta la popolazione bielorussa ha subi-to le conseguenze per la salute dellacontaminazione da iodio-131, che sino-ra provoca varie patologie della tiroidenel 30% della popolazione nazionale.

Chernobyl: domande e risposteIn tutti gli strati della popolazione col-piti dalla catastrofe di Chernobyl (circa1,5 milioni di persone) si manifesta unacrescita dei casi di malattie della tiroidee del sistema vascolare, nonché dei dis-turbi psiconeurologici che la maggiorparte degli studiosi bielorussi e straniericonsiderano causati da effetti non solodelle radiazioni, ma di un insieme di al-tri fattori oggetto di continue ricerche.

Quali sono i territori in Bielorussiacolpiti dal disastro di Chernobyl?

La contaminazione da cesio viene regi-strata sul 20% del territorio bielorusso,per la maggior parte nelle regioni di Go-mel, Mogilev e Brest. Circa il 10% delterritorio nazionale (attorno a ventimilakm2) è contaminato da stronzio. La con-taminazione da isotopi di elementitransuranici è presente su circa quattro-mila km2, il che è pari al 2% del territo-rio nazionale.In Bielorussia nelle aree a inquinamen-to radioattivo causato dalla catastrofe diChernobyl si trovano 2.393 centri abita-ti, di cui 28 insediamenti urbani e 2.365rurali. Il che costituisce il 10,1% di tuttii centri abitati del Paese. Lì risiedonocirca 1.142.600 persone, cioè il 12,1%della popolazione del Paese, di cui795.000 nei centri urbani e 347.600 inquelli di campagna. Sono 53 i centri ru-rali rimasti completamente abbandona-ti a causa delle condizioni proibitive diinquinamento radioattivo. I territorimaggiormente colpiti da Chernobyl inBielorussia si trovano nelle regioni diGomel, Brest e Mogilev.

Cosa è stato fatto in Bielorussia percolmare le conseguenze di Cher-nobyl?In 27 anni trascorsi dall’incidente iprovvedimenti mirati a proteggere i ter-ritori colpiti dagli effetti della contami-nazione hanno consentito di ridurre del51,5% l’estensione dei terreni contami-nati da cesio-137 che al momento è paria 3,1 milioni di ettari o il 14,5% del ter-ritorio nazionale.Negli ultimi 10 anni il numero dei cen-tri abitati contaminati è stato ridotto di409 per effetto di sfollamenti della popo-lazione e miglioramento della situazio-ne radioattiva, mentre la popolazioneresidente nei territori contaminati è di-minuita di 327.900 persone.Lo Stato bielorusso è continuamenteimpegnato nelle attività volte al supe-ramento delle conseguenze del dis-astro di Chernobyl. Nel 2012 l’attuazio-ne di un programma pluriennale stata-le dedicato è stato finanziato dal bud-get nazionale per Br 2,3 trilioni (circae 203,9 milioni). Di questi fondi, oltree 30,5 milioni sono stati spesi per sov-venzionare i soggiorni presso case dicura per 109.500 cittadini, cioè il

62,8% della popolazione residente suiterritori contaminati, di cui 99.600bambini. Nel 2012 circa 60.000 bambi-ni bielorussi sono stati ospitati pressocentri di riabilitazione e risanamentoper l’infanzia. Lo Stato finanzia l’ac-quisto di apparecchiature di ultima ge-nerazione per la dotazione di questicentri (ad esempio, nel 2012 sono statiacquistati nuovi impianti di ultrasono-grafia, magnetofototerapia, stomatolo-gia, bagni secchi carbonici ecc.) e co-struzione di nuove strutture.

Chi sono i più importanti partner in-ternazionali della Bielorussia nel su-peramento delle conseguenze diChernobyl?

Al momento il Dipartimento per la li-quidazione delle conseguenze della ca-tastrofe alla centrale nucleare di Cher-nobyl presso il Ministero per le emer-genze, un’Autorità nazionale impegna-ta nella risoluzione di questo problema,sta coordinando la cooperazione inter-nazionale sul problema di Chernobylcon i partner francesi, norvegesi, giap-ponesi, russi e ucraini.In particolare, il 15 dicembre 2012 èstato firmato un accordo intergoverna-tivo bielorusso-giapponese sulla coope-razione nel campo del superamentodelle conseguenze dei disastri nucleari.Sono in vigore un programma intergo-vernativo di azione congiunta bielorus-so-ucraina per la riduzione e supera-mento delle conseguenze della cata-strofe di Chernobyl per gli anni 2010-2015, nonché una serie di programmibielorusso-russi attuati nell’ambitodell’Unione interstatale tra i due Paesi.Sono inoltre in via di attuazione alcuniprogetti di collaborazione nell’ambitoUNDP e AIEA.Già all’indomani del disastro nuclearedi Chernobyl il movimento umanitarioitaliano si è attivato per aiutare la Re-pubblica di Belarus a superare le conse-guenze della tragedia. L’ha fatto avvian-do progetti incentrati sull’accoglienzadei bambini bielorussi per soggiorni te-rapeutici, invio di aiuti umanitari, at-tuazione di varie iniziative sul territoriobielorusso.Secondo le stime attuali, in tutti questianni in Italia sono stati ospitati per risa-namento circa 670.000 bambini bielo-russi, la maggior parte dei quali prove-nienti dalle zone colpite dalla catastrofedi Chernobyl, ma anche da orfanotrofi efamiglie incomplete e bisognose.Secondo i più recenti dati statistici bie-lorussi, nel 2012 su 24.000 nostri bam-bini ospitati all’estero per soggiorni te-rapeutici ben 13.200 sono stati accoltiin Italia.Questo sottolinea l’imporanza dell’Italiaquale uno dei più importanti nostripartner nel campo umanitario.

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L’OSPEDALE N° 4 DI MINSK RINGRA-ZIAEgregi proff. Roberto Brusati e ClaudioMarchetti,l’amministrazione dell’Ente di sanità“Ospedale pediatrico 4” della città diMinsk, il collettivo della chirurgia maxillo-facciale e anche i nostri colleghi degli altriospedali dello Stato che hanno partecipatoalla conferenza pratico-scientifica “Le que-stioni d’attualità di riabilitazione articolatadei pazienti con le deformità congenite e ac-quisite del viso e della mascella”, esprimonogratitudine e riconoscenza per il nostroprogetto comune.La conferenza e il successo del nostro pro-getto non sarebbero stati possibili senzal’aiuto della Fondazione “AIUTIAMOLI A VI-VERE” e senza il coinvolgimento personaledel responsabile dei progetti sanitari EnricoCherubini e del capo della rappresentanzadella Fondazione Olga Ganja. Li ringrazia-mo per il sostegno tecnico e per la voglia diaiutare i bambini malati.Secondo la nostra opinione il nostro pro-getto comune è riuscito bene e consideria-mo le modalità della nostra collaborazionele più efficaci. Attualmente è abbastanza fa-cile ricevere informazioni sul lavoro dei col-leghi in altri paesi tramite internet, ma solocon una comunicazione personale e facen-do il lavoro comune nella sala operatoria c’èla possibilità di entrare nei dettagli dellapianificazione dell’intervento e della tecnicachirurgica. Come dimostra la pratica nellamaggior parte dei casi il successo degli in-terventi dipende proprio dai dettagli.Egregi colleghi! La vostra esperienza teori-ca e pratica che avete scambiato con noi cisarà molto utile nella nostra pratica chirur-gica e l’abbiamo già applicata facendo alcu-ni interventi.Tutti i pazienti operati da voi hanno passatobene il periodo post-operatorio e sono statidimessi dall’ospedale. Fra sei mesi noi fare-mo il controllo di questi pazienti e vi man-deremo via mail il resoconto dettagliato confoto e radiografie.Egregi signori, speriamo che voi condivi-diate la nostra opinione sui risultati del no-stro lavoro comune e del suo esito positivo.Noi siamo pronti alla collaborazione co-stante e a lungo termine.Di nuovo vi ringraziamo di tutto il cuore evi auguriamo una buona salute e successinel lavoro.

Rostislav FilonovichPrimario dell’ospedale n. 4 di Minsk

Viktor LapkovskiCapo del reparto maxillo-facciale

IN MEMORIAMCarissima Luigina,avevamo preparato una semplice lettera diringraziamento per il tuo impegno, la tuadisponibilità e il tanto lavoro che, come

sempre, avevi svolto per i nostri bambini du-rante questo soggiorno 2013. Non ci hai lasciato il tempo di consegnartiquesto piccolissimo riconoscimento, haipreferito riabbracciare il tuo amato Ambro-gio lasciandoci attoniti e consapevoli delgrande vuoto che si è creato con la tua par-tenza.Permettici allora di ripercorrere con il pen-siero il tratto di strada che abbiamo condivi-so e che ci ha lasciato tanti bei ricordi, masoprattutto un grande insegnamento.Sei stata una tra le prime famiglie che, ade-rendo al progetto “Aiutiamoli a Vivere”, haiaccolto una bimba bielorussa: Julia. Proprioper conoscere meglio la sua realtà, con il tuoAmbrogio, hai partecipato a uno dei nostriprimissimi viaggi a Loev.L’esperienza dell’accoglienza ti è subito en-trata nel cuore e da qui è nato il tuo inces-sante impegno nel nostro gruppo. Ognievento, ogni occasione d’incontro o di attivi-tà, ti hanno vista presenza attiva. Anche du-rante la malattia del tuo Ambrogio non cihai fatto mancare il tuo sostegno!Quando sei rimasta sola, il tuo aiuto per ilnostro progetto è stato totale e, proprio peronorare un desiderio di Ambrogio, 4 anni fasei ritornata in Bielorussia e hai riabbraccia-to Julia.Le tue mani hanno creato tanti bellissimioggetti per il nostro mercatino natalizio esul banco delle torte non mancavano mai letue mitiche nocciole e la tua presenza du-rante l’annuale soggiorno dei bambini bielo-russi è stata sempre costante.Il tuo ultimo grande lavoro sono stati i co-stumi per lo spettacolo del 15 Marzo. Con unnodo in gola, ma felici che almeno questo siaavvenuto, ricordiamo con gratitudine i rin-graziamenti di Ala per la nostra “costumi-sta” e ti rivediamo un po’ impacciata ritirarequel semplice cartoncino verde che i bimbiavevano preparato per i collaboratori. Tunon hai mai amato i ringraziamenti privatiné tantomeno pubblici.La tua semplicità, il tuo credo che “servire edonare” fossero più importanti che ricevereanche un semplice grazie, è stato il tuo stiledi vita ed è questo tuo insegnamento cheporteremo per sempre nei nostri cuori.Ci sembra di sentire il tuo commento: “io?Io non ho fatto proprio niente”.Ciao Luigina e grazie del tuo NIENTE.

Comitato di Ranica (BG)

GRAZIE RADIOFRIENDSVorrei esprimere un grande ringraziamentoa Radio Friends, la radio online di Aiutiamo-li a vivere. In occasione dei funerali di PadreVincenzo la trasmissione in diretta della ce-rimonia ha permesso a tanti che non sonopotuti essere presenti a Terni di condividerequesto momento solenne, di dolore ma an-che di manifestazione di amicizia e fraternasolidarietà. È stato possibile partecipare alrito della Messa, seppure attraverso le ondedella radio, ed esprimere in questo modo ilringraziamento a Padre Vincenzo per la suacostante guida, sorridente e feconda, dellagrande famiglia di Aiutiamoli a vivere. La re-te di Internet si è rivelata anche in questocaso un prezioso strumento capace di strin-gere in un ideale abbraccio persone lontanema straordinariamente vicine.

D.B.

TREZZO PER L’AFRICASabato 6 aprile, a Trezzo s/Adda, si è svoltoun incontro di presentazione del ProgettoAfrica, alla presenza di Carlo Brambilla e diAlberto Bonifazi. Nella sala del cine-teatro IlPortico, alla presenza di un centinaio di per-sone, si è potuto verificare il livello di avan-zamento del progetto attraverso la testimo-nianza diretta dei protagonisti e le numero-se immagini proposte. Bonifazi ha ricordatoi costanti contributi del Comitato locale edel Progetto Mondialità, che hanno permes-so a Carlo Brambilla di operare in un territo-rio ricco nel sottosuolo – e per questo teatrodi continui conflitti – ma desolatamente po-vero e dimenticato sulla terra; ha illustratola situazione di Mowa, piccolo villaggio delladiocesi di Kisantu, in Congo ( a 200 km dallacapitale Kinshasa), dove stanno sorgendoun centro sanitario e un centro di formazio-ne del quale sono già state realizzate sei au-le, nelle quali studiano oltre trecento bambi-ni su doppi turni; il progetto prevede un im-pegno finanziario di 250.000 euro in cinqueanni, per il quale è necessario trovare ulte-riori sponsor privati e pubblici, anche per-ché ormai “è un progetto dal quale non sipuò tornare indietro”. Carlo Brambilla, cheera appena rientrato da Mowa dove sarebberitornato di lì a non molto, dopo aver letto

L’angolo della posta

Page 20: Aiutiamoli a Vivere - Giugno 2013 / anno 17 / numero 2 A DIO · 2017-11-09 · Iscrizione Tribunale di Terni n. 2 del. 27/03/1998 c/c bancario: IT82 Z010 0514 4000 0000 0013 711 c/c

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persone a me care. Ho tanta nostalgia di lo-ro (specialmente di Paolo e Andrea, i mieifratelli maggiori, che non ho mai avuto eche ho sognato sempre).

Angelina Kozel

“NAVIGARE” A VIGNATESono trascorsi ormai 16 anni dalla nascitadel Comitato di Vignate di Aiutiamoli a Vi-vere; il nostro vissuto al fianco dei bambinibielorussi è stato un intreccio di solidarietà,passione comune, impegno costante nelrealizzare i nostri progetti, di vera condivi-sione con uomini e donne che hanno ab-bracciato gli stessi ideali costruendo giornoper giorno fiducia e rispetto nel sentire“l’altro” come una ricchezza fondamentale!Il desiderio di continuare ad essere energiavitale per il proseguimento del nostro cam-mino all’interno della Fondazione ha sti-molato nuove idee, nuovi progetti, spingen-doci ad aprirci maggiormente all’ascolto dinuove proposte e confronti, per attingere auna “fonte rinnovabile” assolutamente ne-cessaria per affrontare i nuovi tempi.Abbiamo dato maggiore vigore al nostro si-to: www.aiutiamoliaviverevignate.it, aggior-

un lungo elenco di benefattori, ha dichiaratoche “a Trezzo la solidarietà è di casa” e ha re-lazionato sulla situazione, ricordando le ori-gini del progetto stesso; ha ribadito la neces-sità della sua presenza costante sul territorioperché non vi sono ancora basi solide chepermettano all’iniziativa di procedere auto-nomamente; ha ricordato che la Fondazioneha avviato l’iniziativa di adozione a distanza(attualmente sono 45 i bambini che ne usu-fruiscono) per favorire la scolarizzazione deiminori e il sostegno ai maestri, una risorsarara e preziosa; ha illustrato gli obiettivi delprogetto per il 2013: l’invio di un containercon il materiale necessario, l’installazione delfotovoltaico per garantire la corrente, lo svi-luppo di un progetto agricolo con il supportodi agronomi fissi sul territorio.

Davide Bonetti

I BAMBINI DI IERI, I RAGAZZI DI OGGIMi chiamo Angelina Kozel e sono di Mozyr.Nel 2004 e nel 2005 sono stata in Italia aMontecchio Maggiore. Siamo arrivati con ungrande gruppo e siamo stati tutti ospitati infamiglia. Ci siamo riposati circa un mese, for-se un po’ di più. È stato in autunno. Con noic’erano accompagnatori e maestre. In Italiaogni giorno abbiamo frequentato una scuola,dove tutti abbiamo cercato di studiare bene.La scuola ha dato una classe per noi. I bambi-ni di Mozyr erano sei, gli altri provenivano davillaggi, da famiglie numerose.In Italia ho vissuto in una grande famiglia. Lamoglie si chiama Margherita e il marito sichiama Diego. Entrambi avevano circa 55anni. Hanno quattro figli: Luca, Paolo, An-drea e Giacomo. Tutti erano adulti e il piùgiovane era Giacomo, che aveva circa 21 an-ni. Non mi ricordo il cognome. La casa è si-tuata su una collina e di fronte alla collina cisono due castelli. Diego aveva una autofficinaprivata a casa. Da molto tempo voglio ritro-varli, ma non riesco. Ho già provato con tuttii social network, Facebook e gli altri. Sullamappa del satellite ho trovato la loro strada dicasa, e trovato due indizi molto importantiche potrebbero aiutare nella ricerca: 1) Il no-me della strada -Via. S. Urbano. 2) Un segnovicino alla strada di pubblicità che dice: Au-tofficina Gommista Dal Bosco & Figli.L’italiano l’ho già dimenticato; avevo parlatosolo a livello di base. Mi sono fatta aiutare daun traduttore e, nella mia ipotesi, il cognomedella famiglia è Dal Bosco. Ma non ho trovatonessuno. Vi prego di aiutarmi a trovare le

nandolo continuamente con le nostre ini-ziative, con le informazioni utili a chi sivuole avvicinare all’esperienza dell’acco-glienza dei bambini bielorussi.Nuovi contatti sono possibili anche sul no-stro blog: www.aiutiamoliaviverevignate.blogspot.it, al quale anche i giovani posso-no accedere per conoscerci e chissà, un do-mani, diventare anche loro famiglie ospi-tanti.La passione, invece, per la creatività in ge-nerale ha dato vita al sito del Gruppo Arti-stico Creati per Voi: http://gruppoartistico-creatipervoi.freshcreator.com/ nel quale co-loro che vogliono sostenere il Comitato diVignate possono esprimersi creando manu-fatti originali e unici, che vengono vendutipresso le nostre numerose bancarelle che siorganizzano durante l’anno.Questi sono i segnali per un necessariocambiamento, al fine di raggiungere nuoviorizzonti, senza però mai perdere lo sguar-do verso la costa.La nostra nave è nuovamente salpata, sia-mo solo all’inizio nel solcare nuovi mari eraggiungere nuove mete.

Comitato di Vignate (MI)

SALTANDO DI PALO IN FRASCAUna splendida giornata di sole accoglie itanti amici e conoscenti arrivati alla pre-sentazione di questo libro.Mi sembra tutto così strano: ora il mio rac-conto “Di palo in frasca” è stampato, ha unacopertina e, perlomeno i presenti, lo legge-ranno. Ora anche queste persone conosce-ranno Feium, Agris, Bice, Papà Orso e tuttigli altri personaggi della storia partoritadalla mia fantasia. Solo adesso comincio achiedermi se questa favola potrà piacere aqualcuno e la risposta mi spaventa un po-chino.Ho scritto questo libro senza pormi tantedomande, senza stabilire nemmeno il tar-get dell’età dei miei lettori. La trama, il lin-guaggio e il messaggio che spero traspaiadal racconto, sono stati scritti di getto, in-somma senza ragionarci sopra.Ripenso al giorno in cui il dott. Fabrizio Pa-cifici mi ha chiamato dicendomi che rite-neva il mio scritto molto carino e adatto al-la lettura dei tanti ragazzi di cui la Fonda-zione si occupa. Quanta gioia ho provatonel sapere che avrei visto stampato quelloche allora stava scritto su dei fogli i cartache erano sparsi un po’ per tutta la casa.Parlando del messaggio che ho voluto tra-

smettere scrivendo, cerco di guardare negliocchi le persone che ho davanti, mi accorgocosì che hanno capito quello che voglio di-re e ne sono felice.Nella locandina di invito alla presentazioneho scritto:“Lasciatevi guidare da Feium che vi con-durrà, saltando di palo in frasca, nella Fore-sta dell’Attraverso dove, indossati gli “occhimagici”, potrete ammirare la Magia dellaVita che, vestita con i colori dell’arcobale-no, danzerà per voi”.In questa sala piena di gente, con i miei ge-nitori seduti in prima fila, ci tengo a farmisentire quando dico che ho scritto “Magiadella Vita” solo per far capire che il mio è unracconto fiabesco. Specifico chiaramenteche quando parlo di Magia della Vita, inrealtà intendo parlare dell’Amore di Dio. Miinorgoglisce dichiarare che il mio raccontocontiene l’invito ad indossare quegli occhimagici che tutti abbiamo in dotazione, perpoter vedere l’Amore di Dio e per farci coc-colare da Lui. In prima fila ci sono i mieigenitori che sorridono: sono raggianti. Chesplendida giornata!

Katia Giovenali