A.I.D.D. Onlus quali tossicodipendenze, alcolismo...

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A.I.D.D. Onlus svolge un’attività di prevenzione primaria del disagio giovanile e delle sue manifestazioni quali tossicodipendenze, alcolismo, bullismo, tabagismo, ludopatie, videodipendenze, gioco d’azzardo il Labirint Aggiornamenti sulle dipendenze. Notiziario trimestrale a cura dell’A.I.D.D. Con il patrocinio di Distretto 108 Ib4 Distretti 2041-2042 La fanciullezza è un momento delicato nella crescita della perso- na umana. La ricerca della propria identità e posizione esistenzia- le al di fuori del nucleo (protettivo) familiare diventa un elemento fondamentale di un periodo di esplorazione del corpo, delle emo- zioni, della psiche e il dialogo tra fanciullo e adulto si fa difficile, impermeabile. I genitori pensano che il proprio figlio sia ribelle, irri- spettoso, impaziente, chiuso e incomprensibile. I ragazzi pensano che solo i propri coetanei li possano comprendere e che gli adulti siano invadenti, incapaci di ascoltare, obsoleti nei loro consigli. Di fronte a pensieri così ermetici, il rapporto educativo può diventare tendenzialmente aconflittuale, con la rinuncia – da parte di molti genitori – al compito di educare i bambini al rispetto delle regole, alla negoziazione, alla tolleranza. In questa fase così delicata, il ragazzo cerca il proprio modo di stare nel mondo e diventa preponderante l’impronta del modello educa- tivo che si è avuto sino ad allora. Gli atteggia- menti che vengono facilmente etichettati dagli altri con “è il suo carattere, non si può fare nul- la”, possono essere frutto di un apprendimen- to inconsapevole e possono essere visti come espressione delle modalità comunicative del nucleo familiare e sociale di riferimento. Quando si vuole fare un intervento evolutivo per aiutare sinceramente i ragazzi, è neces- sario osservare senza giudizi e pregiudizi, comprendere cosa determina un certo com- portamento, comprendere come tale compor- tamento venga messo in atto e, soprattutto, entrare in empatia con i ragazzi attraverso un’accettazione incondizionata del loro modo di comunicare e di esprimersi. I fanciulli più a rischio, più bisognosi di attenzioni e discrete vigilanze, sono quelli che hanno assunto un comportamento di diffidenza, di criticità, verso il mondo che li cir- conda. Si diffondono, dunque, e aumentano di intensità comporta- menti di aggressività e trasgressività. Emergono fenomeni nuovi quali l’intolleranza verso chi è diverso, l’indisciplina generalizzata rispetto a ruoli e norme, l’abitudine al litigio, gli atti di vandalismo, gli scippi di piccole bande di adolescenti che rubano ai propri coe- tanei orologi e telefonini alla moda. L’Italia, come molti altri paesi europei, registra il diffondersi tra gli adolescenti di comportamenti aggressivi e trasgressivi di questo tipo. È il caso degli episodi di prevaricazione nelle scuole, feno- meno conosciuto con il nome di bullismo scolastico. Il bullismo, per non parlare del cyberbullismo e delle altre pericolose forme di aggressività nei riguardi dei più fragili, può essere perpetrato da un singolo individuo o da un gruppo e il bersaglio può essere un singolo o un gruppo. Le condotte del bullo possono assumere forme diverse: una forma “diretta”, che si esplica nell’aperta persecuzione e nella prevarica- zione di carattere fisico di una vittima, e una “indiretta”, che colpi- sce la vittima attraverso dicerie, pettegolezzi e sguardi minaccio- si, costringendola all’auto-isolamento, all’emarginazione e quindi all’esclusione dal gruppo di aggregazione. Quanto sopra premesso, le misure di intervento per arginare, oltre a questi fenomeni che possono assumere turbolenze non più con- L’incertezza del futuro (disagio giovanile) trollabili, il possibile crescente disagio dei giovani, sono circoscritte a tre livelli: genitoriale, scolastico, associativo (A.I.D.D.). I genitori devono vigilare, prestare attenzione alle modificazio- ni comportamentali dei figli, non essere invadenti, ma nemmeno assenti, stimolare un rapporto fiduciario che possa consentire un colloquio continuo, anche un dibattito con i figli per evitare che si chiudano in se stessi e decidano di percorrere itinerari non cono- sciuti e pericolosi. La Scuola deve supportare i ragazzi, coadiuvare i genitori con regole e insegnamenti finalizzati a una loro sana cre- scita. La nostra Associazione, da sempre in prima linea nel propor- re itinerari pedagogici che contrastino o arginino il possibile disagio giovanile, deve continuare a intervenire con Corsi di informazio- ne, sensibilizzazione e formazione in ambito scolastico per coinvolgere docenti, studenti e genitori in un percorso virtuoso di certezze e di inconfutabili positivi risultati sinora ottenu- ti con la metodologia e la finalità di rendere un “servizio” orientato alla educazione/salute delle nuove generazioni. Questo editoriale è l’ultimo che firmo come Presidente biennale dell’Associazione. Continuerò ad occuparmi di A.I.D.D. con altre mansioni, ma sempre con lo spirito di voler essere un “buon volontario”, attento alle problematiche dei giovani. Auguro tutto il bene possibile a chi prenderà la mia posizione di Presidente, Cesare Pedro- ni, del Club Lions di Cinisello Balsamo, con il quale ho condiviso negli ultimi tempi scelte e decisioni operative e che ha dimostrato di essere un tenace sostenitore di motivazioni e spinte di modernità catalizzatrici nei riguardi di tutta la struttura oltre che di “valori aggiunti” nel credere e perseguire l’individuazione di nuove risorse umane ed economiche destina- te a sostenere l’Associazione. Un ringraziamento e un saluto affettuoso al Past e Vice Presidente, Walter Migliore, per la sua infaticabile presenza operativa e prezio- sa collaborazione, al Presidente onorario, Maurizio Pellegrini de Vera, che non ci ha fatto mancare mai la sua attenzione e il suo contributo, al nostro storico e prezioso Tesoriere, Antonio Vallese, che ci ha seguito professionalmente per oltre due decenni, alla nostra Segretaria Paola, sempre attenta e propositiva, alle nostre collaboratrici, pedagogista Patrizia Riccò, psicologa Mariacristina Ferrario, Redattrice del periodico “Il Labirinto” nonché Consigliere, psicologa Manuela Ponti, psicologa Francesca Passera, ai Consi- glieri, ai Soci, sponsor e simpatizzanti, alle Autorità rotariane e lio- nistiche che non devono elargire solo apprezzamenti e attestazioni di benemerenza, ma continuare a ricordare che le testimonianze di patrocinio devono essere affiancate da sostegni tangibili e spen- dibili in riconoscimenti concreti che facciano sentire noi “volontari” motivati e orgogliosi di far parte di una grande famiglia, nella fatti- specie lionistica e rotariana, dove si opera e ci si impegna sempre “insieme” con effetti implementativi e sinergici sia per l’immagine dei Lions, dei Rotary, dell’Associazione sia per aiutare i giovani “sani” a crescere bene in termini psico-fisici e sociali. Grazie Nazzareno Pettinari

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A.I.D.D. Onlus svolge un’attività di prevenzione primaria del disagio giovanile e delle sue manifestazioni quali tossicodipendenze, alcolismo, bullismo, tabagismo, ludopatie, videodipendenze, gioco d’azzardo

il Labirint

Aggiornamenti sulle dipendenze.Notiziario trimestrale a cura dell’A.I.D.D.

Con il patrocinio di

Distretto 108 Ib4 Distretti 2041-2042

La fanciullezza è un momento delicato nella crescita della perso-na umana. La ricerca della propria identità e posizione esistenzia-le al di fuori del nucleo (protettivo) familiare diventa un elemento fondamentale di un periodo di esplorazione del corpo, delle emo-zioni, della psiche e il dialogo tra fanciullo e adulto si fa difficile, impermeabile. I genitori pensano che il proprio figlio sia ribelle, irri-spettoso, impaziente, chiuso e incomprensibile. I ragazzi pensano che solo i propri coetanei li possano comprendere e che gli adulti siano invadenti, incapaci di ascoltare, obsoleti nei loro consigli. Di fronte a pensieri così ermetici, il rapporto educativo può diventare tendenzialmente aconflittuale, con la rinuncia – da parte di molti genitori – al compito di educare i bambini al rispetto delle regole, alla negoziazione, alla tolleranza.In questa fase così delicata, il ragazzo cerca il proprio modo di stare nel mondo e diventa preponderante l’impronta del modello educa-tivo che si è avuto sino ad allora. Gli atteggia-menti che vengono facilmente etichettati dagli altri con “è il suo carattere, non si può fare nul-la”, possono essere frutto di un apprendimen-to inconsapevole e possono essere visti come espressione delle modalità comunicative del nucleo familiare e sociale di riferimento.Quando si vuole fare un intervento evolutivo per aiutare sinceramente i ragazzi, è neces-sario osservare senza giudizi e pregiudizi, comprendere cosa determina un certo com-portamento, comprendere come tale compor-tamento venga messo in atto e, soprattutto, entrare in empatia con i ragazzi attraverso un’accettazione incondizionata del loro modo di comunicare e di esprimersi. I fanciulli più a rischio, più bisognosi di attenzioni e discrete vigilanze, sono quelli che hanno assunto un comportamento di diffidenza, di criticità, verso il mondo che li cir-conda. Si diffondono, dunque, e aumentano di intensità comporta-menti di aggressività e trasgressività. Emergono fenomeni nuovi quali l’intolleranza verso chi è diverso, l’indisciplina generalizzata rispetto a ruoli e norme, l’abitudine al litigio, gli atti di vandalismo, gli scippi di piccole bande di adolescenti che rubano ai propri coe-tanei orologi e telefonini alla moda. L’Italia, come molti altri paesi europei, registra il diffondersi tra gli adolescenti di comportamenti aggressivi e trasgressivi di questo tipo. È il caso degli episodi di prevaricazione nelle scuole, feno-meno conosciuto con il nome di bullismo scolastico. Il bullismo, per non parlare del cyberbullismo e delle altre pericolose forme di aggressività nei riguardi dei più fragili, può essere perpetrato da un singolo individuo o da un gruppo e il bersaglio può essere un singolo o un gruppo. Le condotte del bullo possono assumere forme diverse: una forma “diretta”, che si esplica nell’aperta persecuzione e nella prevarica-zione di carattere fisico di una vittima, e una “indiretta”, che colpi-sce la vittima attraverso dicerie, pettegolezzi e sguardi minaccio-si, costringendola all’auto-isolamento, all’emarginazione e quindi all’esclusione dal gruppo di aggregazione.Quanto sopra premesso, le misure di intervento per arginare, oltre a questi fenomeni che possono assumere turbolenze non più con-

L’incertezza del futuro (disagio giovanile)trollabili, il possibile crescente disagio dei giovani, sono circoscritte a tre livelli: genitoriale, scolastico, associativo (A.I.D.D.).I genitori devono vigilare, prestare attenzione alle modificazio-ni comportamentali dei figli, non essere invadenti, ma nemmeno assenti, stimolare un rapporto fiduciario che possa consentire un colloquio continuo, anche un dibattito con i figli per evitare che si chiudano in se stessi e decidano di percorrere itinerari non cono-sciuti e pericolosi. La Scuola deve supportare i ragazzi, coadiuvare i genitori con regole e insegnamenti finalizzati a una loro sana cre-scita. La nostra Associazione, da sempre in prima linea nel propor-re itinerari pedagogici che contrastino o arginino il possibile disagio giovanile, deve continuare a intervenire con Corsi di informazio-

ne, sensibilizzazione e formazione in ambito scolastico per coinvolgere docenti, studenti e genitori in un percorso virtuoso di certezze e di inconfutabili positivi risultati sinora ottenu-ti con la metodologia e la finalità di rendere un “servizio” orientato alla educazione/salute delle nuove generazioni. Questo editoriale è l’ultimo che firmo come Presidente biennale dell’Associazione. Continuerò ad occuparmi di A.I.D.D. con altre mansioni, ma sempre con lo spirito di voler essere un “buon volontario”, attento alle problematiche dei giovani.Auguro tutto il bene possibile a chi prenderà la mia posizione di Presidente, Cesare Pedro-ni, del Club Lions di Cinisello Balsamo, con il quale ho condiviso negli ultimi tempi scelte e decisioni operative e che ha dimostrato di essere un tenace sostenitore di motivazioni e spinte di modernità catalizzatrici nei riguardi di tutta la struttura oltre che di “valori aggiunti” nel credere e perseguire l’individuazione di nuove risorse umane ed economiche destina-

te a sostenere l’Associazione. Un ringraziamento e un saluto affettuoso al Past e Vice Presidente, Walter Migliore, per la sua infaticabile presenza operativa e prezio-sa collaborazione, al Presidente onorario, Maurizio Pellegrini de Vera, che non ci ha fatto mancare mai la sua attenzione e il suo contributo, al nostro storico e prezioso Tesoriere, Antonio Vallese, che ci ha seguito professionalmente per oltre due decenni, alla nostra Segretaria Paola, sempre attenta e propositiva, alle nostre collaboratrici, pedagogista Patrizia Riccò, psicologa Mariacristina Ferrario, Redattrice del periodico “Il Labirinto” nonché Consigliere, psicologa Manuela Ponti, psicologa Francesca Passera, ai Consi-glieri, ai Soci, sponsor e simpatizzanti, alle Autorità rotariane e lio-nistiche che non devono elargire solo apprezzamenti e attestazioni di benemerenza, ma continuare a ricordare che le testimonianze di patrocinio devono essere affiancate da sostegni tangibili e spen-dibili in riconoscimenti concreti che facciano sentire noi “volontari” motivati e orgogliosi di far parte di una grande famiglia, nella fatti-specie lionistica e rotariana, dove si opera e ci si impegna sempre “insieme” con effetti implementativi e sinergici sia per l’immagine dei Lions, dei Rotary, dell’Associazione sia per aiutare i giovani “sani” a crescere bene in termini psico-fisici e sociali. Grazie

Nazzareno Pettinari

Colgo l’occasione per ringraziare qui, pubblicamente e an-che a nome del Consiglio Direttivo di A.I.D.D., il Presiden-te uscente Nazzareno Pettinari, sotto la cui guida, abbiamo ottenuto ottimi risultati; basta infatti pensare che nel 2015 A.I.D.D. ha raggiunto un totale di 900 ore formative nelle scuole, di cui 474 ore grazie al Global Grant e 424 per i pro-getti tradizionali.

Purtroppo in questi ultimi anni l’azione di PREVENZIONE sta perdendo progressivamente la sua influenza sulla società, sostituita dall’azione di ASSISTENZA perché è più facile, attraverso i media, catturare la sensi-bilità delle persone con immagini strappalacrime.Dobbiamo difendere la Prevenzione consapevoli della sua azione im-portante, efficace, incisiva per salvaguardare l’integrità fisica, morale e civile delle giovani generazioni. E’ quindi importante dedicare partico-lare attenzione alla CONTINUITA’ della nostra azione e del nostro impe-gno verso la nostra attività di base. Però questo non basta. Dobbiamo CAMBIARE la nostra strategia. L’essere apprezzati dai Dirigenti scola-stici, dagli insegnanti, dai genitori dei ragazzi non ci basta più.Oggi ci troviamo a competere con Associazioni che si presentano in concorrenza con noi con personale scarsamente qualificato, senza una adeguata esperienza specifica e però con quotazioni orarie nettamente inferiori alle nostre. In queste condizioni, la nostra attività di base viene a trovarsi sempre più compressa con conseguente riduzione di inter-venti presso le scuole. Ecco perché dobbiamo CAMBIARE. Dobbiamo guardare oltre i problemi delle dipendenze del mondo degli adolescenti. La società in cui viviamo ci presenta ogni giorno problematiche dram-matiche in ogni settore e per ogni età. Abbiamo un team di psicologhe, pedagogiste, psicoterapeute così altamente qualificato che ci sentiamo in grado di affrontare problematiche che vanno anche oltre l’adolescen-za: cicli di conferenze per insegnanti e genitori, Sportello di ascolto psicologico, violenza sulle donne e sui minori, dipendenza da internet ecc. ecc. E quindi dobbiamo proiettarci sulle iniziative dei Comuni, della Regione, delle Istituzioni partecipando ai Bandi che vengono periodi-camente emessi. Ecco dove rivolgeremo ulteriori nostri sforzi, ulteriori energie, intraprendendo altre iniziative, sempre comunque nel segno della CONTINUITA’.Dobbiamo ampliare la nostra visibilità, dare maggior risalto al nostro operato, sia all’interno dei Distretti Lions e Rotary, sia all’esterno, cer-cando spazio sui giornali locali e nazionali. Gli spazi ci sono; occor-re una squadra che si impegni a trovarli. Abbiamo capacità, qualità ed esperienza per ottenere ottimi risultati sia sotto l’aspetto economico (associazionismo, 5 per mille, ricerca sponsor ecc.) sia attraverso il coinvolgimento dei nostri Club di appartenenza.Dobbiamo essere incisivi e, se necessario, anche insistenti; non biso-gna lasciarsi prendere dallo sconforto e dalla rassegnazione. Per ogni tentativo negativo, ne possono seguire altri positivi.Noi, tutti insieme, andiamo avanti!

Cesare Pedroni

Cambiare… con continuitàRelazione del nuovo Presidente

Grazie al sostegno dei Club Ro tary del Gruppo MI 6 (Capofila MI Naviglio Grande San Carlo, MI Borromeo Brivio Sforza, MI Interna tional, MI Scala, San Donato Milanese) e del MI Ovest, con il contributo del Distretto Rotary 2041 e della Rotary Foundation, A.I.D.D. ha potuto realizzare un progetto formativo di prevenzione delle dipendenze partico larmente efficace che si è concluso a fine 2015 con i seguenti dati: Istituti partecipanti di Milano “Scialoia” “Pisaca­ne e Poerio” “Leone Tolstoj” “Cardarelli­Massaua” ­ ore formative 476 ­ stu­denti coinvolti 1.520 - docenti coinvolti 208 - genitori coin volti 755.I temi maggiormente trattati sono stati quelli delle “sostanze” e “alcol” senza trascurare i problemi legati all’uso di “internet” e dei “social media”. Sono stati raccolti 1.094 questionari, compilati dagli studenti sulla conoscenza della “droga”, dai docenti e dai genitori sull’apprezzamento dei risultati ot-tenuti. Anche gli Istituti scolastici hanno voluto esprimere le loro considera-zioni positive che riportiamo integralmente. Ci auguriamo che, ogni anno e sempre di più, la generosità dei nostri Sostenitori ci consenta di prose guire ed ampliare il nostro lavoro.

Progetto Global Grant

Anno 2015

Lettere pervenute dai Dirigenti Scolastici degli Istituti di Milano “Cardarelli-Massaua”,

“Leone Tolstoj”, “Pisacane e Poerio”, dopo la conclusione

del Progetto Global Grant.

ProgettoGlobal Grant

PremessaIl progetto globalmente ha coinvolto, oltre ai docenti e genitori, gli studenti delle scuole primarie e secondarie di I grado e si è svolto in quattro Istituti scolastici di Milano, ubicati in zone differenti della città. Prima dell’avvio del progetto, per quanto riguarda il livello di conoscenza delle “sostanze”, agli studenti delle secondarie di I grado è stato somministrato un questionario utile alla rilevazione del loro “sapere” in materia di sostanze psico attivanti, genericamente individuate secondo lo stereotipo “droghe”.

Conclusioni e osservazioniL’analisi delle risposte permette di comprendere che l’idea della “conoscenza” della “droga” si basa su concetti ste-reotipati e quindi radicati nella loro consapevolezza. Non solo cannabis, alcol e tabacco, ma anche cocaina, eroina e allucinogeni, stimolanti e psicofarmaci. È un quadro preoccupante quello che emerge dalla presente indagine sulla rap-presentazione sociale delle sostanze psico attivanti. CANNABIS - La cannabis si conferma la sostanza illegale più conosciuta dagli studenti quel tanto da poterne ipotizzare un uso in alcuni casi (questionari). Certamente emerge una distorta comprensione riferita all’impiego della sostanza, spesso annoverata come farmaco.COCAINA - Tra le sostanze psicoattive illegali più conosciute. La cocaina è infatti fra le droghe più diffuse dopo la can-nabis. La maggior parte delle risposte fa emergere la necessità di uso di tale sostanza quale “fuga dalla realtà” e deter-minante per “sentirsi meglio”.In generale, si è ritenuto utile indagare le motivazioni che inducono i ragazzi, alla luce delle informazioni a loro disposi-zione, a fare uso di sostanze, stimolandoli al confronto riguardo alle loro esperienze personali.In particolare, per quanto riguarda la lotta alle dipendenze si sostiene che la scuola costituisce la sede privilegiata per interventi educativi che accrescano la capacità di promuovere e difendere la salute dei ragazzi, attraverso una stretta collaborazione con le famiglie e il territorio. Nel mondo della scuola gli interventi educativi a sostegno della salute comprendono l’elaborazione degli strumenti necessari per assimilare quelle motivazioni che portano a preferire alcuni comportamenti piuttosto che altri. Migliorare la prevenzione è, in questo senso, una delle componenti essenziali nell’accompagnamento alla crescita e allo sviluppo integrale della persona.Dall’analisi delle risposte si evince che l’aspetto della curiosità così come la necessità di fuggire dal dolore siano le motivazioni che spingono una persona a far uso di sostanze psico attivanti. È certo che, in un’ottica adulta, la curiosità e la fuga siano entrambi elementi di una capacità cognitiva adolescenziale in quanto né la prima nè la seconda arrivano a soddisfare le necessità umane di superare il problema e “andare avanti”.Questi aspetti appaiono legati al versante “emotivo” dell’Uomo, tipico della fase di crescita di questi studenti, che ancora non provvede a sottolineare ed immaginare le conseguenze dei comportamenti ad un livello razionale, come se la realtà e l’esperienza fossero condizionate unicamente dal “qui ed ora” e dalle contingenti emozioni esperite. Nella certezza che l’essere umano sia molto più di questo, la possibilità di ragionare e di “spendere tempo” per riflettere sui comportamenti ipotizzati è certamente un’ottima forma e attività di prevenzione.In quest’ottica PAURA e MALATTIA (mentale e fisica) sono elementi essenziali nel movimento verso l’uso di sostanze psico attivanti in quanto permettono la “fine” delle percezione emotiva, impedendo di fatto l’originarsi di “pensieri emo-tivi difficili da gestire”.

Analisi questionari per gli studenti

ProgettoGlobal Grant

ProgettoGlobal Grant

Grazie mille, molto interessante e utile.Incontro molto utile.Possibilmente rifare e ampliare. Grazie!!Spero che in futuro ci sia ancora la possibilità di affrontare queste tematiche con i ragazzi.Sarebbe utile proseguire questo percorso. Grazie.Molto interessante anche da ripetere periodicamente per rivalutare le situazioni. Se possibile approfondire e fare altri incontri.Avanti così. Grazie.Sarebbe utile proseguire il percorso approfondendo anche altri argomenti.Grazie per il vostro aiuto di crescita interiore.E’ stato interessante anche perché non conosciamo i no-stri figli fino in fondo.Molto positivo.Molto bello e interessante.Molto bene. Grazie!Molto interessante, sarebbe utile ricevere slide.Grazie! E’ stato molto interessante.Questo incontro con i bambini è un accompagnamento for-mativo utile e positivo ma penso soprattutto indispensabile.

Osservazioni dei genitoriDesidero complimentarmi e ringraziare per il lavoro effet-tuato e le utilissime informazioni trasferite.Credo che questo laboratorio sia uno strumento ottimo per mia figlia e per me come genitore. Grazie!Forse sarebbe stato meglio organizzare un incontro anche prima del percorso , giusto per sapere di cosa si tratta.Gli incontri con i genitori siano meno occasionali su que-sto tema. Penso a un percorso.Anche il bambino ha trovato giovamentoAccompagnare i progetti a schede descrittive per i geni-tori (prima) così da poter potenziare gli effetti durante il processo.Davvero interessante.Grazie.Questo tipo di incontri sarebbe bello se potessero essere sviluppati anche nel futuro con un percorso.Maggiore formazione emotiva agli insegnanti per far dare più carezze positive ai bimbi.Espansione e prosecuzione dell’esperienza.I messaggi offerti sono importantissimi. Credo che sareb-be prezioso avere il tempo di trasmetterli anche agli inse-gnanti in modo fruibile durante la loro attività di insegnan-

Dall’analisi del questionario si evince che il progetto, se-condo i docenti, è stato positivo e aderente alle attese date alla presentazione del progetto. Dall’analisi delle risposte “aperte” di seguito riportate, si evince un ottimo riscontro dal personale scolastico, comunque presente durante tutto il percorso nelle classi. Di seguito alcune considerazioni:

Necessità di avere più incontri nel corso di un periodo più lungo che non vada a coincidere con l’ultimo mese dell’an-no scolastico.I bambini hanno mostrato interesse e curiosità nei con-fronti delle attività.Il progetto è stato molto interessante, ha creato un clima collaborativo rafforzando il senso di autostima degli alunni. Durante le varie attività si è creato un clima relazionale che ha favorito la crescita personale. Il progetto è stato occa-sione per determinare un confronto positivo e aperto, tra alunni e tra gli alunni e gli adulti, dove i rapporti comuni-cativi e relazionali sono stati improntati all’autenticità, al rispetto dell’altro, alla collaborazione, alla responsabilità individuale e all’identificazione positiva.La partecipazione degli alunni è stata buona. Le proposte varie, ben strutturate, interessanti.Un progetto molto interessante e valido sia per i temi af-frontati che per le modalità utilizzate. Sarebbe auspicabile un corso d’aggiornamento/formazione per i docenti.Il progetto, ricco di stimoli e spunti educativo-didattici molto interessanti, è stato magistralmente condotto dalla pedagogista con cui peraltro si è creato sin da subito un clima di assoluta condivisione e collaborazione. Sarebbe auspicabile continuare questo progetto con altre classi.Lavoro molto interessante. E’ un lavoro che andrebbe ini-ziato fin dalle prime classi.L’esperienza per gli alunni e l’insegnante si è rivelata un’ottima occasione per completare un percorso iniziato dalla classe prima.Noi insegnanti di classe abbiamo proprio voluto parteci-pare ad ogni incontro anche se non in servizio! E’ stato un vero arricchimento professionale e personale. Grazie della bella opportunità!Sarebbe opportuno iniziare nei primi mesi dell’attività sco-lastica e poter dedicare un momento di restituzione anche ai ragazzi.

ti/educatori. Grazie!.Poter avere anche un momento dove relazionarsi con l’e-sperta sul proprio bimbo/a. Tutto può essere utile.Mi piacerebbe che il percorso iniziato quest’anno venisse portato avanti.Sarebbe importante riproporlo ai bambini e anche ai ge-nitori.Sono veramente molto soddisfatta. Grazie!Sono molto felice e soddisfatta di questo progetto che ri-tengo prezioso. Molte grazie.

I genitori hanno dichiarato un evidente apprezzamento per il progetto, auspicando la prosecuzione dello stesso per un periodo di tempo più lungo.

Iniziare nei primi mesi. Dedicare un momento di restituzio-ne ai ragazzi.Nessuna osservazione, la classe ha apprezzato la qualità del progetto e come è stato presentato.Il punto di forza del progetto è stato la capacità dell’oratore di coinvolgere i ragazzi rendendoli parte attiva del progettoEsperienza positiva. Il progetto ha offerto spunti per varie attività da svolgere in classe in diversi ambiti disciplinari.Sarebbe bene avere un tempo più disteso per affrontare e ap-profondire gli argomenti anche se ci sono stati suggerimenti; forse il periodo iniziale della scuola è poco adatto perchè la classe è appena ripartita e ci sono nuovi inserimenti.Il progetto ha coinvolto ed entusiasmato gli alunni dando notevoli spunti di riflessione anche per attività didattiche in classe.Eccellente l’intervento della psicologa.Auspicabile un questionario rivolto agli allievi alla fine del percorso.Questionario da rivedere in quanto sembra rivolto solo a problemi di dipendenza da sostanze.Propongo che l’insegnante esca di classe qualora gli alun-ni ne richiedono l’allontanamento se si sentono bloccati in sua presenza.Lasciare l’insegnante se richiesto dagli alunni.Motivante e coinvolgente da parte di tutti gli alunni.Sarebbe opportuno continuare l’esperienza.

Si evincono richieste di approfondimento e formazione per il personale docente. Gli insegnanti auspicano una prose-cuzione del progetto negli anni a venire, cominciando il progetto fin dai primi mesi del calendario scolastico.

Osservazioni dei docenti

ProgettoGlobal Grant

Vi è mai capitato, guardando trasmissioni televisive, di notare come tutti abbiano una grande facilità a dichiarare di essersi emozionati, ascoltando una canzone o guardando un ballo?A me si e mi stupisco sempre perché sembrerebbe, infatti, che le emozioni siano vive e frequenti in quasi tutti. Poi guardiamo invece i telegiornali, sentiamo un numero enorme di notizie e fatti di crona-ca, come terribili omicidi, rapine, pestaggi, ecc. ed ognuno commenta l’accaduto, senza pensare che, alla sua origine, vi sono anche qui emozioni, emozioni negative da cui nascono la gelosia, l’invidia, la vendetta, la rabbia. Il fatto è che non siamo abituati a pensare seriamente alle emozioni, non le cono-sciamo bene e non le sappiamo valutare ed usare. Ci preoccupiamo molto della nostra intelligenza, ma trascuriamo totalmente o quasi, la nostra intelligenza emotiva, cioè quella capacità che ci permette di vivere al meglio le nostre e le altrui emozioni. Purtroppo, in qualsiasi ambito, familiare, sociale o lavo-rativo, siamo soliti prestare attenzione alle azioni e valutiamo le persone attraverso ciò che fanno e ciò che dicono, senza tenere, quasi mai, presente che dietro una frase e un comportamento, c’è sempre un sentire, un’emozione appunto, che è il motore di ciò che accade. Questo motore andrebbe conosciuto in modo più approfondito per poterlo far funzionare meglio.L’emozione è infatti una risposta istintiva, quindi non gestita dalla nostra mente, a stimoli interni ed esterni. Anche se tutti noi proviamo emozioni come paura, rabbia, attrazione, repulsione, gioia, ecc. l’emozione è però un’esperienza individuale poiché la reazione agli stimoli è soggettiva, differente per ognuno di noi e non coinvolge solo il nostro sentire, ma anche il nostro corpo fisico, attraverso il quale essa trapela in modo visibile, bypassando il nostro controllo. Basti pensare a quando viviamo un momento di paura (e la paura è un’emozione fortissima): il nostro corpo registra questa emozio-ne attraverso molti segnali come il cuore che aumenta i suoi battiti ( spesso diciamo infatti che ce lo sentiamo in gola), ci tremano le gambe, possiamo persino svenire; la paura inoltre genera degli impulsi che ci possono portare ad urlare o a restare muti e come paralizzati, oppure a scappare, a piangere, ecc. Ognuno vive e reagisce alla paura in modo del tutto individuale. Tutte le emozioni dipendono quindi da come noi siamo, da come esse vengono percepite da ognuno di noi e da come,

Perché parlare di emozioni ?

ognuno, le manifesta e le trasmette. Quindi le emozioni sono importantissime in ogni tipo di relazione e in ogni tipo di comunicazione interpersonale poiché rivelano molto di noi e degli altri.Le emozioni sono involontarie, ma diventano un importantissimo mezzo per conoscere noi stessi e per farci conoscere dagli altri. Quando noi comunichiamo un pensiero, un’opinione, un’idea at-traverso il linguaggio verbale, la nostra mente valuta cosa dire e cosa non dire, quali parole usare e quali scartare, attuando quindi una comunicazione che si svolge su un piano razionale, se però il nostro dire, il messaggio che noi desideriamo trasmettere nasce da un’emozione, sicuramente il tono della nostra voce, la nostra gestualità, l’espressione del nostro viso o la nostra postura, non potranno evitare di manifestare ciò che, in quel momento, noi stiamo provando a livello emozionale. L’“Intelligenza Emotiva” consiste proprio nell’imparare a prestare attenzione alle nostre emozioni per conoscerle, per riconoscerle quando si presentano, per comprenderne fino in fondo il reale si-gnificato, per valutare l’intensità del loro manifestarsi e l’impatto che questo può avere sulla nostra vita e su quella degli altri. La rabbia è, per esempio, un’altra emozione molto forte e molto frequente e il moto di rabbia può generare atti di vario tipo, dall’urlare contro il destino o chi noi riteniamo es-sere la causa del nostro problema, a passare ad azioni che possono essere di vendetta o anche di violenza. E’ quindi un grande aiuto per vivere in modo sereno con noi stessi e con gli altri, essere in grado di gestire le nostre emozioni e questo non significa che esse perderanno la loro spontaneità, anzi, saremo in grado di sentirle maggiormente nostre, di viverle in modo più completo e profondo, di gustarle di più. Diventare consapevoli delle proprie emozioni rende più ricchi, più aperti, più capaci di approcciarci agli altri in modo positivo, riducendo il rischio di compiere gesti che possano essere pericolosi e dannosi per noi e per il nostro prossimo. Con questi quattro incontri, chiesti ad A.I.D.D. dal Comune di Cologno Monzese, si è voluto aprire un discorso sulla conoscenza di questa parte di noi che, troppo spesso, tendiamo a sottovalutare e della quale, a scuola, ma soprattutto in famiglia, sarebbe necessario abituarsi a parlare.

Mariacristina Ferrario

Nel passato, il concetto di salute rappresentava qualcosa di frammentato, faceva riferimento al solo corpo o ad una sola sua parte, rischiando così la parcellizzazione dell’in-dividuo. Si è arrivati, successivamente, alla visione at-

tuale, moderna, grazie al contributo di diverse discipline del sapere umano quali, ad esempio, la filosofia, le scien-ze, la psicologia, la medicina, l’economia e la sociologia. Questo passaggio, avvenuto nel corso del tempo, confer-

Promozione al benessere dei minoriIl termine benessere indica un concetto complesso, relativamente moderno per l’uomo, esso è direttamente collegato al costrutto di salute e ad una visione ampia dell’essere umano che tiene conto della globalità della persona.

mento ad una visione ampia che considera l’uomo in tutti gli aspetti della sua identità: relazionale, cognitivo, emo-tivo/affettivo, corporeo, sociale. A conferma di ciò, l’OMS (Organizzazione Mondiale del-la Sanità) così definisce il benessere: “lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale che consente alle per-sone di raggiungere e mantenere il loro potenziale perso-nale nella società”.Il ben-essere è, infatti, da intendersi a più livelli: stare be-ne con se stessi, con gli altri, con l’ambiente e la realtà che ci circonda. Ferma restando l’importanza della pre-venzione, intendendo con tale termine, un’azione che evi-ta l’insorgere di eventuali patologie, è fondamentale abi-tuarsi a parlare anche di promozione al ben-essere, quin-di, di interventi che mirino non solo ad una condizione di assenza di malattie, ma anche al favorire lo stare bene.Tutto questo, declinato al mondo dei minori, diventa più complesso, ancora di più nella fase dell’adolescenza: un periodo ricco e complesso di rielaborazione, costruzio-ne e cambiamento della propria identità. Da un’identità di bambini, i minori devono passare ad un’identità, pri-ma, di ragazzini, poi pre-adolescenti e, via a seguire, di adolescenti, di giovani, fino ad arrivare alla costruzione di un’identità di adulti. Tutti questi termini indicano un lasso di tempo lungo e complesso e ci fanno capire quanto il cammino, per arrivare al mondo degli adulti, sia esteso nel tempo e ricco di passaggi e sfumature.Per questo, alla luce della mia esperienza decennale di lavoro nelle scuole, nell’ambito di progetti di promo-zione alla salute e al benessere con i minori presso un consultorio familiare, credo che si debba tener conto di tutti gli aspetti dell’identità. Questo discorso vale, ovviamente, per ciascun individuo, ma credo acquisti un valore aggiunto quando si parla di minori. Concreta-mente il lavoro con loro, in questa ottica globale, pre-vede l’utilizzo di metodi attivi che permettano di fare esperienza e di essere attivati a più livelli, non soltanto dal punto di vista cognitivo. Lavorare con i ragazzi, per sostenere il loro stare bene, vuol dire, quindi, accom-pagnarli in questa delicata fase di passaggio, in cui stanno scoprendo chi sono e chi vogliono diventare, in cui, spesso, è difficile stare con se stessi, con gli altri e con il mondo e, di conseguenza, diventa ancora più difficile stare bene, in un gioco di equilibri in continuo divenire.Lavorare con loro vuole anche dire aiutarli a diventare maggiormente consapevoli del loro Sé che sta emergen-do ai loro occhi e agli occhi di chi li circonda, attraverso laboratori che permettano loro di fare, di agire, di sentire, di relazionarsi e di pensare e, successivamente, di fer-marsi, per condividere e confrontarsi su quanto emerso e poter avviare una meta­riflessione che favorisca l’inte-grazione della persona. Crescere e stare bene vuol dire, quindi, riuscire ad integrare i vari aspetti di sé, arrivando alla scoperta, all’ accettazione e ad un’autoconsapevolez-za di sé e dell’altro. Questo permette ai ragazzi di avviare dei processi di elaborazione della loro nuova identità in divenire ed in continua relazione con gli altri e con il mon-do. per sentirsi protagonisti attivi di una realtà che si sta costruendo intorno a loro e che loro stanno contribuendo a creare per stare bene con sé e con gli altri, in uno scam-bio continuo tra dentro e fuori.

Anna Maria Muntoni Psicologa

ma, da una parte, la complessità di tale costrutto ma an-che la grande importanza che riveste per l’essere umano, in tutte le sue angolazioni e sfaccettature. Oggi, quindi, quando parliamo di salute e benessere facciamo riferi-

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