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Parrocchia di S. Maria Assunta - Tel. 06 9498687 - Aprile 2019 Ai lettori Per molti anni, fra il 1992 e il 2006, “Comunità Cristiana” è stata una presenza costante nelle case di Rocca di Papa. Abbiamo pensato di riprenderne la pubblicazione per- ché oggi, più che mai, abbiamo bi- sogno di sentirci veramente una comunità. La nostra città è cam- biata: il centro ha perso molti dei suoi abitanti “storici” e tanti Roc- cheggiani sono andati a abitare in case più comode, ma lontane dalla chiesa dell’Assunta. Questa, però, rimane sempre la loro parrocchia. Qui molti di noi sono stati battez- zati, hanno ricevuto i primi Sacra- menti, si sono sposati o hanno salutato per l’ultima volta i loro cari. Attraverso questo bollettino (che per il momento uscirà senza una cadenza fissa, ma cercando di rispettare i grandi appuntamenti del calendario liturgico) cercheremo di informare tutti sull’attività della nostra Chiesa. Allo stesso scopo avremmo potuto usare un sito In- ternet o una pagina Facebook, ma abbiamo preferito la carta stam- pata. Vogliamo che tutti, anche le persone meno giovani che hanno qualche difficoltà con la tecnologia più moderna, abbiano la possibilità di essere informate. E cercheremo anche di organizzare la diffusione strada per strada, casa per casa, an- dando il più possibile incontro alle persone. Con l’unico scopo di an- nunciare il Vangelo, la Parola di Dio. Il Parroco e il Consiglio Pastorale SETTIMANA SANTA TRIDUO PASQUALE Domenica, 14 Aprile - DOMENICA DELLE PALME Alle ore 09.45 ci raduniamo nella Piazza Garibaldi per la Benedizione delle Palme, Processione e celebrazione della Santa Messa Ore 18:00 Santa Messa Lunedì 15 Aprile Ore 16.00 – 18.00 Confessioni Ore 18.00 – Santa Messa Martedì 16 Aprile Ore 16.00 – 18.00 Confessioni Ore 18.00 – Santa Messa Mercoledì 17 Aprile Ore 10.00 Santa Messa (Non sarà celebrata la S. Messa Vespertina nella Parrocchia) Ore 19.00 Solenne Celebrazione Crismale in Cattedrale Giovedì 18 Aprile Ore 08:30 Celebrazioni dell’ufficio delle letture e lodi Confessioni fino alle ore 11.30 Giovedì 18 Aprile - GIOVEDÌ SANTO Ore 18.00 - Santa Messa nella Cena del Signore - Lavanda dei piedi - Reposizione e Adorazione del Santissimo Sacramento (la chiesa resterà aperta fino alle 24.00. Ognuno trovi un po’ di tempo per l’adorazione personale) Venerdì 19 Aprile - VENERDÌ SANTO (Giorno di digiuno e astinenza) Ore 08:30 Celebrazioni dell’ufficio delle letture e lodi Confessioni fino alle ore 11.30 Adorazione Personale del Santissimo Sacramento Ore 18.00: Celebrazione della Passione del Signore Segue la processione per le vie della città Sabato 20 Aprile – SABATO SANTO Ore 08:30 Celebrazioni dell’ufficio delle letture e lodi Confessioni fino alle ore 11.30 e dalle 16.00 fino alle 18.00 Sabato 20 Aprile ore 22.00 LA SOLENNE VEGLIA PASQUALE BENEDIZIONE DEL FUOCO E ACQUA Domenica 21 Aprile La Pasqua del Signore Le Sante Messe saranno celebrate alle ore 10.00 e 18.00 Buona Pasqua I vostri sacerdoti PASQUA - 2019

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Parrocchia di S. Maria Assunta - Tel. 06 9498687 - Aprile 2019

Ai lettori

Per molti anni, fra il 1992 e il 2006,“Comunità Cristiana” è stata unapresenza costante nelle case diRocca di Papa. Abbiamo pensato diriprenderne la pubblicazione per-ché oggi, più che mai, abbiamo bi-sogno di sentirci veramente unacomunità. La nostra città è cam-biata: il centro ha perso molti deisuoi abitanti “storici” e tanti Roc-cheggiani sono andati a abitare incase più comode, ma lontane dallachiesa dell’Assunta. Questa, però,rimane sempre la loro parrocchia.Qui molti di noi sono stati battez-zati, hanno ricevuto i primi Sacra-menti, si sono sposati o hannosalutato per l’ultima volta i lorocari. Attraverso questo bollettino(che per il momento uscirà senzauna cadenza fissa, ma cercando dirispettare i grandi appuntamenti delcalendario liturgico) cercheremo diinformare tutti sull’attività dellanostra Chiesa. Allo stesso scopoavremmo potuto usare un sito In-ternet o una pagina Facebook, maabbiamo preferito la carta stam-pata. Vogliamo che tutti, anche lepersone meno giovani che hannoqualche difficoltà con la tecnologiapiù moderna, abbiano la possibilitàdi essere informate. E cercheremoanche di organizzare la diffusionestrada per strada, casa per casa, an-dando il più possibile incontro allepersone. Con l’unico scopo di an-nunciare il Vangelo, la Parola diDio.

Il Parroco e

il Consiglio Pastorale

SETTIMANA SANTA

TRIDUO PASQUALE

Domenica, 14 Aprile - DOMENICA DELLE PALME

Alle ore 09.45 ci raduniamo nella Piazza Garibaldi per la Benedizione dellePalme, Processione e celebrazione della Santa Messa

Ore 18:00 Santa Messa

Lunedì 15 Aprile Ore 16.00 – 18.00 ConfessioniOre 18.00 – Santa Messa

Martedì 16 Aprile Ore 16.00 – 18.00 ConfessioniOre 18.00 – Santa Messa

Mercoledì 17 Aprile Ore 10.00 Santa Messa (Non sarà celebrata la S. Messa Vespertinanella Parrocchia)Ore 19.00 Solenne Celebrazione Crismale in Cattedrale

Giovedì 18 Aprile Ore 08:30 Celebrazioni dell’ufficio delle letture e lodiConfessioni fino alle ore 11.30

Giovedì 18 Aprile - GIOVEDÌ SANTO

Ore 18.00 - Santa Messa nella Cena del Signore - Lavanda dei piedi- Reposizione e Adorazione del Santissimo Sacramento(la chiesa resterà aperta fino alle 24.00. Ognuno trovi un po’ di tempo per l’adorazione personale)

Venerdì 19 Aprile - VENERDÌ SANTO (Giorno di digiuno e astinenza)

Ore 08:30 Celebrazioni dell’ufficio delle letture e lodiConfessioni fino alle ore 11.30Adorazione Personale del Santissimo Sacramento

Ore 18.00: Celebrazione della Passione del SignoreSegue la processione per le vie della città

Sabato 20 Aprile – SABATO SANTO

Ore 08:30 Celebrazioni dell’ufficio delle letture e lodiConfessioni fino alle ore 11.30 e dalle 16.00 fino alle 18.00

Sabato 20 Aprile ore 22.00 LA SOLENNE VEGLIA PASQUALEBENEDIZIONE DEL FUOCO E ACQUA

Domenica 21 Aprile La Pasqua del Signore

Le Sante Messe saranno celebrate alle ore 10.00 e 18.00

Buona PasquaI vostri sacerdoti

PASQUA - 2019

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PADRE SAVERIO IL NOSTRO PARROCO

Padre Saverio (P. Xaviour SHIJU), natoin India il 5 maggio del 1972, è il quintodei sei figli. Dopo le scuole primarie,il 27 giugno 1987 è entrato nel semina-rio degli Araldi della Buona Novella –una giovane congregazione sacerdotalefondata in India dal Rev. Jose Kaimelttcon lo scopo specifico di inviare sacer-doti missionari dove occorrono. Semi-narista dal 1987, dopo aver conseguitogli studi di filosofia a Pune (India) si ètrasferito a Roma nel 1994 per gli studidi Teologia e ha ottenuto la licenza inTeologia Morale presso la PontificiaUniversità Urbaniana. Ordinato sacer-dote il 21 febbraio 1998, ha perseguitogli studi di dottorato in Teologia Moralenell’Academia Alfonsiana di Roma.Dal 1998, durante gli studi di dottorato,ha servito nella diocesi di Rieti comeamministratore parrocchiale, prima aPaganico Sabino e poi nelle parrocchiedi Longone Sabino e Rocca Sinibalda.Entrando a far parte dei Missionaridella Compassione con lo scopo di al-

PADRE MATTEO

Padre Matteo (Biju Thomas) è nato aKerala, in India, il 1° luglio 1976 ed èstato ordinato sacerdote il 28 dicembre2002. Il suo primo incarico si è svoltoin Tanzania, nell’ Africa dell’Est, doveha prestato servizio dal 2003 fino allametà del 2004. Dal settembre 2004 al-l’agosto 2011 ha svolto il suo apostolatonelle Marche, nella diocesi di Urbino-Urbania e Sant’Angelo in Vado, pressola Parrocchia di San Giovanni Battistaa Monteguiduccio. Rientrato in India,dal settembre 2011 è stato Rettore delcentro di Preghiera “Karunya Ashram”,a Panathur, nello stato di Kerala, a circa100 km da dove è nato. Dal mese diaprile 2014 fino all’aprile 2016 padreMatteo è stato Superiore della comu-nità, Corrispondente e Amministratoredella “Don Bosco High School” a Jogi-peta, nello stato indiano di Telungana.In seguito, dal maggio 2016, gli è chie-sto di fare segretario e aiutante perPadre Jose Kaimlett, fondatore dellacongregazione dei Missionari dellaCompassione. In questo periodo ognigiorno distribuiva con un furgoncino ilpranzo ai poveri e assisteva i malati del-l’ospedale oncologico “Good SamaritanCancer and General Hospital” a Vanga-yagudem, nello Stato di Andra Pre-dhesh. Il 29 giugno 2018 il fondatore

leviare le sofferenze dei fratelli sfortu-nati, P. Saverio ha servito l’istitutocome docente di Teologia Morale nelseminario ad Andhra Pradesh, India.Dal 15 dicembre del 1999 è residente aRocca di Papa e ha prestato serviziocome delegato del Padre Jose Kaimlett,il Fondatore degli Araldi della BuonaNovella, delle Suore della Buona No-vella e dei Missionari della Compas-sione.

Padre Kaimlett ha lasciato questa vitaterrena entrando nella terra che Gesù hapromesso per ciascuno di noi. PadreMatteo ha continuato così il suo servi-zio in India fino a quando, a febbraio diquest’anno, è arrivato niella nostra par-rocchia di Rocca di Papa dove attual-mente è viceparroco e segue inparticolare i ricoverati della clinica S. Raffaele e delle case per gli anziani.

PADRE SIMON PIERRE

Padre Simon Pierre Kasongo Kabambiè Nato l’11 marzo 1966 nel villaggio diKitune, distretto di Kabinda nella Re-pubblica Democratica del Congo, pri-mogenito di 11 figli (7 maschi e 4femmine) oggi rimasti in 9. Ha com-piuto i suoi studi in Congo, terminan-doli presso l'università cattolica diKinshasa dove ha studiato Diritto Ca-nonico ottenendo la licenza. Nel 2000 èstato ammesso all’Istituto “Missionariodegli Amici di Cristo” dove ha pronun-ciato i primi voti religiosi nel 2001 equelli perpetui nel 2003. Dopo esserestato ordinato diacono, il 24 luglio 2003ha ricevuto l’ordine sacerdotale nellaparrocchia dei S. Martiri di Milambo aLuebo. Dal 2002 al 2007 è stato Assi-stant Professor all'università cattolicadel Congo, mentre all’ottobre 2010 alfebbraio 2011 è stato in Kenya pre-stando servizio in diverse parrocchiedelle archidiocesi di Kisumu e poi diNairobi, nonostante fosse malato e do-vesse recarsi spesso in ospedale. Dalfebbraio 2011 a ottobre 2017 è andatoin missione in Tanzania nella diocesi diMbeya dove è stato viceparroco in treparrocchie e Parroco della chiesa di S.Benedetto Abate a Idiwili. In Tanzaniaha lavorato anche come giudice nel tri-bunale ecclesiastico inter-diocesano diIringa, Njombe e Mbeya (da febbraio2012 a ottobre 2017). Dal 31 ottobre2017 è venuto in Italia per gli studi doveha studiato la nostra lingua alla scuolaBertrand Russell di Padova. Oggi in-fine, dall’8 gennaio 2018 è sacerdotecollaboratore della Parrocchia SantaMaria Assunta in Cielo e sta preparandoil dottorato in diritto canonico alla Pon-tificia Università Lateranense di Roma.Padre Simon Pierre ha pubblicato duelibri di argomento pastorale e spiritualein Swahili (la lingua ufficiale della Tan-zania) ed è autore di diversi lavoriscientifici di filosofia, di teologia e di-ritto canonico in lingua francese.

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LE NOSTRE USANZE

Nel nostro paese la Settimana Santa èsempre stata vissuta dalle comunità lo-cali in maniera speciale. Si può diretranquillamente che ogni città italiana,ogni paese ha le sue tradizioni pasquali:usanze che si sono consolidate nei se-coli, ma che resistono a fatica al grandeprocesso di omologazione degli ultimianni. I più giovani, ad esempio, nonhanno idea della buffa abitudine di grat-tarsi la pancia, il sabato santo, quandole campane venivano sciolte e suona-vano a festa. “Rattétei!” era il richiamodelle mamme e delle nonne ai bambini.La convinzione era che il gesto scara-mantico della “grattata” li avrebbe pre-servati dai futuri mal di pancia.Superstizione, certo. Ma almeno in que-sto caso innocua. Venendo a cose piùserie, a parte le liturgie pasquali chesono sempre un richiamo sentito,l’unica tradizione “laica” che forse an-cora resiste bene è la colazione pa-squale. Però attenzione! Non èsemplicemente una “abbuffata”. Riu-nirsi in famiglia intorno a una tavola percelebrare insieme la festa della Resur-rezione è un atto profondamente cri-stiano. E lo è soprattutto se divental’occasione per ringraziare Dio di ciòche si ha e per condividerlo con gli altri.

I nostri avi lo sapevano bene e la mat-tina di Pasqua la colazione non iniziavamai prima che la tavola fosse stata be-nedetta con l’acqua santa. Ancheadesso, comunque, la tradizione dellacolazione pasquale (che potremmochiamare un “brunch”, dato che difficil-mente dopo la colazione si riesce ad af-frontare un pranzo domenicale) resistebene. Immancabili sono le uova. Oggisono anche di cioccolato, ma è un’abi-tudine recente. Quelle della tradizionesono semplici uova sode, magari coigusci decorati, ma sempre e comunqueguarnite di violette, le piccole violemammole che spuntano all’ombra nelsottobosco e profumano, appunto, …diPasqua. Sempre di rigore era, e lo è an-cora, il salame. C’è chi preferisce la“corallina” chi i cacciatorini o quellopiccante. Ma sempre e comunque sa-lame. Anche perché la vera caratteri-stica della colazione pasqualeroccheggiana è l’accoppiata fra il sa-lame e la pizza. Non una pizza qual-siasi, ma proprio la “pizza di Pasqua”,con il suo inconfondibile gusto dolce eacidulo, il suo aroma e la sua consi-stenza particolarissima: rustica e mor-bida allo stesso tempo. Per chi èRoccheggiano, non importa se da gene-razioni o da poco tempo, Natale senzapangiallo e Pasqua senza la sua pizza

non sono semplicemente concepibili.Non ci sono panettoni o colombe chetengano. Il sapore della festa rimanequello tradizionale. Fortunatamente aRocca abbiamo tanti forni che, oltre aun pane eccezionalmente buono, produ-cono ancora delle pizze di pasqua degnedi questo nome. Ciascuna con una sfu-matura diversa, ma tutte gradevolis-sime. L’ideale, potendo, sarebbeprepararsi la pizza di pasqua a casa. Perla ricetta non c’è nessun problema.Basta chiedere ai più anziani, ma la sitrova anche on-line, sulle pagine Face-book di Rocca di Papa. L’essenziale èla lievitazione. Dato che si parte dallapasta di pane, si tratta di una lievita-zione lenta. E non ne basta una. Il verbopiù usato dalle nostre madri e dalle no-stre nonne, in questo periodo, era “rem-massà”: riammassare la pizzasignificava aggiungere alla pasta, dopola prima lievitazione, tutti gli ingre-dienti della ricetta per poi rimpastarla esperare che lievitasse ancora e ancora,fino ad acquisire quel gusto acidulo cherende la nostra pizza diverse da tutte lealtre. Di questi tempi, con le case riscal-date, far “crescere” la pizza può sem-brare banale, ma un tempo - soprattuttoquando Pasqua era “bassa” e faceva an-cora freddo, il lievito faceva fatica e…“avoja a remmassà”.

AIUTIAMO CHI NE HA BISOGNO:LA CARITAS PARROCCHIALE.

La nostra Chiesa non si occupa soltantodella salute spirituale dei fedeli, ma -per quanto possibile - cerca di offrire achi ne ha bisogno anche un aiuto mate-riale attraverso la Caritas. A Rocca diPapa le persone che si rivolgono al no-stro ufficio sono centinaia e questo dàla misura dell’ampiezza dei problemieconomici e sociali della nostra realtàcittadina. La Caritas Italiana - comedice lo Statuto - è l'organismo pastoralecostituito dalla Conferenza EpiscopaleItaliana per promuovere, anche in col-laborazione con altri organismi, la testi-monianza della carità della comunitàecclesiale italiana, in forme consone aitempi e ai bisogni, in vista dello svi-luppo integrale dell'uomo, della giusti-zia sociale e della pace, con particolareattenzione agli ultimi e con prevalentefunzione pedagogica. Anche a Rocca diPapa, nelle nostre parrocchie, la Caritasè attiva e cerca di far crescere, nelle per-sone, nelle famiglie e in tutta la comu-nità il senso cristiano della solidarietà.

Nella parrocchia di S. Maria Assunta inCielo, oltre ai nostri, operano con noidei volontari focolarini, attivi in parti-colare nel “centro di ascolto”. La nostrasede è in via Duomo, 8 e il centro diascolto è aperto ogni martedì dalle 16alle 18 e ogni sabato dalle 10 alle 12,mentre la distribuzione dei viveri av-viene il mercoledì dalle 10 alle 12. Chine ha bisogno può rivolgersi al centrodi ascolto per un primo incontro, spie-gare la propria situazione ed esporre leproprie necessità. Si cerca di andare in-contro alle persone in stato di bisognocon interventi diversi: aiuto per le bol-lette arretrate, affitti, viveri. Questi ul-timi ci vengono forniti soprattutto dalBanco Alimentare, al quale siamo asso-ciati fin dal 1977, ma per quanto pos-siamo cerchiamo di integrare questoaiuto con le nostre risorse e, a questoscopo, invitiamo tutti i fedeli che fre-quentano la S. messa - ogni terza dome-nica del mese – a portare in chiesa delleprovviste (possibilmente non deperi-bili). Chi può è invitato a lasciare il suoaiuto negli scatoloni collocati nella cap-pella del Rosario, la seconda a sinistra

entrando. Ma i servizi della Caritas nonsi limitano al cibo e all’aiuto finanzia-rio: grazie alla collaborazione della Ca-ritas Diocesana possiamo dare unamano nella ricerca di un lavoro e fornirevestiario, farmaci, assistenza medica elegale. Aiutare il prossimo, più ancorache un dovere cristiano, è un modo disentirci partecipi e attivi nella nostra co-munità. Tutti noi, se ci pensiamo unmomento, possiamo renderci utili e sco-prire la gioia vera di fare qualcosa pergli altri. Non c’è bisogno di essere ric-chi per donare qualcosa. Chi si trova incondizione di bisogno è prima di tuttouna persona e quasi sempre si sentesolo. Mettendosi a disposizione deglialtri si fanno esperienze uniche e si sco-pre che c’è sempre chi sa peggio di noie ha bisogno di noi. Ricordiamo semprequello che diceva madre Teresa di Cal-cutta: <<Non tutti possiamo fare grandicose, ma (tutti) possiamo fare piccolecose con grande amore>>.Chi volesse collaborare o avesse biso-gno di aiuto può rivolgersi all’ufficioCaritas negli orari indicati o telefonareal numero 06 94 98 687.

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Pasqua, cose da sapere

È la festa più importante per i cristianie significa etimologicamente "passag-gio". La data è mobile perché dipendedal plenilunio di primavera mentrel’origine è legata al mondo ebraico, inparticolare alla festa di Pesach, durantela quale si celebrava il passaggio diIsraele, attraverso il mar Rosso, dallaschiavitù d’Egitto alla libertà. La Pa-squa è il culmine del Triduo pasquale,centro e cuore di tutto l’anno liturgico.È la festa più solenne della religione cri-stiana che prosegue con l’Ottava di Pa-squa e con il tempo liturgico di Pasquache dura 50 giorni.Pasqua deriva dal greco: pascha, a suavolta dall'aramaico pasah e significapropriamente “passare oltre”, quindi“passaggio”. Gli Ebrei ricordavano ilpassaggio attraverso il mar Rosso dallaschiavitù d’Egitto alla liberazione. Peri cristiani è la festa del passaggio dallamorte alla vita di Gesù Cristo.

Perché si mangia l’agnello?

La tradizione di consumare l'agnello perPasqua deriva dalla Pesach, la Pasquaebraica. Infatti l'agnello fa parte dell'ori-gine di questa festività. In particolare sifa riferimento a quando Dio annunciòal popolo di Israele che lui lo avrebbeliberato dalla schiavitù in Egitto. Con il Cristianeismo, il simbolo del-l'agnello immolato per la salvezza ditutti diventa Cristo stesso e il suo sacri-ficio ha valore di redenzione.

Perché si mangiano le uova?

La tradizione di decorare uova risale giàai primi cristiani che pitturavano le uovadi rosso, per ricordare il sangue di Cri-sto, e le decoravano con croci o altrisimboli (una tradizione che dura ancoraoggi nei paesi ortodossi e cristiano-orientali). La simbologia dell’uovo èevidente: dall’uovo nasce la vita che asua volta veniva associata con la rina-scita del Cristo e quindi con la Pasqua.Anticamente la pratica del digiuno erarigida e proibiva anche le uova. Così iprimi cristiani si trovavano con un sur-plus di uova che non potevano man-giare. Dalla necessità di farci qualcosasarebbe nata la tradizione di bollirle finoa farle diventare dure come sassi e poidipingerle con colori sacri e simbolici.

Fonte: Famiglia Cristiana, 31/03/2018 -http://www.famigliacristiana.it/arti-colo/pasqua-lo-sapevi-che.aspx

IL QUADRO DEL REDENTORE

Nel nostro Duomo sono custodite opered’arte che vale sicuramente la pena diconoscere meglio. Entrando, nella primacappella a sinistra, quella del fonte bat-tesimale, in una nicchia della parete si-nistra – protetta da una grata in ferrobattuto col monogramma dei Servi diMaria (cui fu affidata la nostra parroc-chia dal 1922 al 1941) – troviamo l’im-magine del Santissimo Salvatore: è unatavola lignea a fondo dorato attribuita aPerin del Vaga (il fiorentino Piero Bo-naccorsi, 1501-1547) allievo sia delGhirlandaio che di Raffaello. Questaopera, proveniente dalla chiesa del Cro-cifisso, era chiusa originariamente dadue sportelli sui quali erano raffiguratigli evangelisti. Secondo la tradizione,tuttavia, dopo il terremoto del 1814 idue sportelli furono asportati e vendutiallo scopo di contribuire alle spese di ri-costruzione dell’edificio. Nel dipinto Cristo è raffigurato assisomaestosamente, con la mano destra inatto benedicente e la sinistra a sostenereun libro su cui spicca il motto evange-lico “EGO SUM LUX MUNDI – QUISEQUITUR ME NON AMBULAT INTENEBRIS” [“Io sono la luce delmondo – chi segue me non camminanelle tenebre” dal Vangelo di Giovanni8, 12]. Di recente questo quadro è statooggetto di un esame approfondito daparte di una studiosa roccheggiana,Alessia Ulisse, che ne ha fatto l’oggettodella sua tesi di laurea magistrale inStoria dell’Arte. Lo studio della dott.saUlisse ha chiarito diversi aspetti ed haanche avanzato delle ipotesi suggestive.Noi Roccheggiani eravamo sempre statiabituati a considerare scontata l’attribu-zione del “Redentore” del nostroDuomo a Perin del Vaga. Rassicurati dastudiosi illustri come Corrado Ricci e

Giuseppe Tomassetti, avevamo accet-tato senza problemi - e anzi con uncerto orgoglio - la tesi secondo cui fuproprio Perino, l’allievo di Raffaello, adipingere il trittico di cui il Redentorerappresenta la parte centrale. Anche sele conclusioni del nuovo studio nonsono categoriche, le argomentazioni aloro sostegno sono convincenti. Riassu-mendo molto, nella primitiva chiesaparrocchiale di Santa Maria degli An-geli, quella che fino al ‘700 sorgevadove oggi c’è il Crocifisso, si conserva-vano due opere: un San Matteo (ven-duto nel 1749 e finito oggi aCopenaghen) e il trittico del Redentore.Erano attribuiti entrambi a Perin delVaga, ma il San Matteo, sulla base diconfronti stilistici (e di altre motiva-zioni troppo lunghe per essere riportatequi) sarebbe da attribuire piuttosto almigliore allievo di Perino: tale Giro-lamo Sciolante da Sermoneta. Ancorpiù interessanti sono le vicende del qua-dro che ci è rimasto. Sull’attribuzionealla bottega (quantomeno) di Perinonon sembrano sussistere dubbi. Ma chefine hanno fatto gli sportelli laterali chechiudevano il trittico e raffiguravano gliEvangelisti? Dopo accurate ricerche, ladott.sa Ulisse è arrivata alla conclusioneche il quadro registrato nei resocontidelle “visite pastorali” come una Ma-donna dipinta nel 1543 (quando sostituìuna tavola precedente dell’ambiente diAntoniazzo Romano) è proprio quelloche oggi conosciamo come il “Reden-tore”. Gli sportelli furono alienati fra il1761 e il 1780 per contribuire alla rea-lizzazione della nuova chiesa dell’As-sunta, ma il frate che fu incaricato divenderli scomparve con soldi e dipinti.Il Redentore, invece, non sarebbe altroche il vecchio quadro della Madonnasul quale, nel XVII secolo qualcunopensò bene di operare una sorta di “mi-racolo” trasformando il volto della Ver-gine in quello di suo figlio. Se si guardabene l’immagine del Redentore, infatti,si nota un particolare abbastanza stupe-facente: il seno. Il Duomo di Rocca diPapa, dunque, si conferma ancora unavolta uno scrigno di opere importantis-sime, sia per la loro qualità artistica siaper le loro vicende complesse. Ognivolta che si studia una di queste opereci si imbatte fatalmente in personaggi diassoluto rilievo, degni di essere a lorovolta studiati, in un gioco interminabiledi connessioni e rimandi che fanno lafelicità di ogni appassionato della nostrastoria.