AGRARIA COOPERA - Università degli Studi di MilanoFacoltà di Agraria di UNIMI e delle altre...

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AGRARIA COOPERA BOLLETTINO DEI PROGETTI DI SVILUPPO GIUGNO PERIODICO AINFORMATIVO SULLE ATTIVITÀ DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE ALLO SVILUPPO DELLA FACOLTÀ DI SCIENZE AGRARIE e ALIMENTARI DELL’UNIVERSITÀ STATALE DEGLI STUDI DI MILANO. SPECIALE Background: artenvogue.com 2014 MICROJARDIN: La popolazione urbana mondiale ha superato quella residente nelle campagne. I processi di transizione determinati dall’ inurbamento delle popolazioni rurali in Africa subsahariana hanno avuto un impatto negativo sulla già fragile situazione della sicurezza alimentare e questo cambiamento demografico epocale pone nuove sfide alle politiche di approvvigionamento e distribuzione alimentare. Nel 2050 la crescita demografica nelle città corrisponderà al consumo del 70% del cibo prodotto al mondo. II Programma Microjardins (MJ) è stato introdotto nel 1999 tramite il Ministero dell'Agricoltura/Direzione dell'orticoltura Senegalesi con il supporto tecnico della FAO. A Dakar, MJ ha permesso la sperimentazione di nuove tecnologie volte a facilitare la produzione orticola nei reliquati degli spazi urbani, sui terreni abbandonati e anche sui tetti delle abitazioni. Il suo obiettivo è favorire l'approvvigionamento di verdure fresche alle famiglie povere migliorandone dieta e – nel caso di surplus– creare ulteriori opportunità di reddito, limitando le criticità strutturali dell'agricoltura urbana: indeterminatezza della proprietà fondiaria, scarsa fertilità dei suoli, competizione sull’acqua in situazione aride, assenza delle sementi necessarie ad avviare le attività orticole. DAKAR GIOVEDÌ 12 GIUGNO Aula C-03 Giornata Micojardins presso la Facoltà di Agraria. Tecnica di Coltivazione in Idroponica Semplificata nei contesti urbani. Progetto Milano-Cairo-Dakar. MERCOLEDÌ 11 GIUGNO – h 15.00 Palazzo Reale. International Conference: Cultivating the Culture of Integration: Interculture and Urban Gardening.

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AGRARIA COOPERA BOLLETTINO DEI PROGETTI DI SVILUPPO

GIUGNO PERIODICO AINFORMATIVO SULLE ATTIVITÀ

DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE ALLO

SVILUPPO DELLA FACOLTÀ DI SCIENZE

AGRARIE e ALIMENTARI DELL’UNIVERSITÀ

STATALE DEGLI STUDI DI MILANO.

SPECIALE

Background: artenvogue.com

2014

MICROJARDIN:

La popolazione urbana mondiale ha superato quella residente nelle campagne. I processi di transizione determinati dall’ inurbamento delle popolazioni rurali in Africa subsahariana hanno avuto un impatto negativo sulla già fragile situazione della sicurezza alimentare e questo cambiamento demografico epocale pone nuove sfide alle politiche di approvvigionamento e distribuzione alimentare. Nel 2050 la crescita demografica nelle città corrisponderà al consumo del 70% del cibo prodotto al mondo.

II Programma Microjardins (MJ) è stato introdotto nel 1999 tramite il Ministero dell'Agricoltura/Direzione dell'orticoltura Senegalesi con il supporto tecnico della FAO. A Dakar, MJ ha permesso la sperimentazione di nuove tecnologie volte a facilitare la produzione orticola nei reliquati degli spazi urbani, sui terreni abbandonati e anche sui tetti delle abitazioni.

Il suo obiettivo è favorire l'approvvigionamento di verdure fresche alle famiglie povere migliorandone dieta e – nel caso di surplus– creare ulteriori opportunità di reddito, limitando le criticità strutturali dell'agricoltura urbana: indeterminatezza della proprietà fondiaria, scarsa fertilità dei suoli, competizione sull’acqua in situazione aride, assenza delle sementi necessarie ad avviare le attività orticole.

DAKAR

GIOVEDÌ 12 GIUGNO – Aula C-03 Giornata Micojardins presso la Facoltà di Agraria. Tecnica di

Coltivazione in Idroponica Semplificata nei contesti urbani.

Progetto Milano-Cairo-Dakar.

MERCOLEDÌ 11 GIUGNO – h 15.00 Palazzo Reale. International Conference: Cultivating the

Culture of Integration: Interculture and Urban Gardening.

L’Associazione Dévelo è nata con lo scopo di fornire un punto di riferimento agli studenti della Facoltà di Agraria di UNIMI e delle altre Facoltà dell’Ateneo che fossero interessati ad avvicinarsi alla Cooperazione Internazionale allo Sviluppo in campo agricolo. Per maggiori informazione contattaci a:

Laboratorio di cooperazione internazionale

CAIRO I microjardin sono orti fuori terra realizzati a cultura idroponica o con l’utilizzo di substrati minerali che sostituiscono la presenza di terra fertile; in entrambi i casi si costruiscono dei contenitori con materiali riciclati all’interno dei quali vengono realizzati questi orti trasportabili. Il metodo della coltivazione senza terra, oltre a ovviare il problema della fertilizzazione della sabbia, che in questa parte del mondo è a tutt’oggi un problema irrisolto, permette di creare delle strutture facilmente rimovibili, che si prestano ad essere mosse in caso di spostamento degli abitanti dall’area. Ogni orto è indicativamente composto da una decina di cassette, che compongono all’incirca 5 metri quadrati di orti per famiglia, considerato uno standard di sostegno alimentare minimo in questa parte del mondo, dove la coltura degli ortaggi può avvenire durante tutto l’anno, non essendoci piogge periodiche. In ogni cassetta vengono coltivati ortaggi diversi, scelti dagli abitanti stessi a seconda delle loro abitudini alimentari e rispetto alle possibilità applicative dei microjardin, che non prevedono ortaggi dalle radici lunghe e verticali. Per il progetto de Il Cairo sono state selezionate le sementi di: prezzemolo, menta, aglio, cavolo, pomodori, fagioli, insalata, melanzane, zucchine, cetrioli, meloni, patate, fragole, peperoni. Attraverso questa tecnica, ogni famiglia, oltre che provvedere alla propria sussistenza, può migliorare la propria qualità di vita attraverso un reddito complementare, vendendo i prodotti realizzati attraverso il proprio microjardin presso le aree commerciali del quartiere in cui risiedono. Nella prima fase del progetto l’ONG - LIVEINSLUMS fornisce le sementi, il substrato (torba e perlite), le soluzioni vitaminiche da diluire nell’acqua, i materiali per costruire i contenitori (plastica, legno, contenitori di risulta), i fogli di plastica per isolare i contenitori e non disperdere le sostanze vitaminiche date alle colture, il polistirolo per realizzare la coltura idroponica solo ad acqua.

Dopo una prima fase di conoscenza reciproca, i formatori costruiscono insieme alle famiglie i contenitori, insegnandogli la tecnica, ed allestendo lo spazio adibito al microjardin in ogni hosh (prevalentemente tipologie di case a patio). La formazione relativa alla tecnica di coltivazione viene distribuita su 10 giornate, ogni giorno viene fatta una verifica sul campo di ciò che è stato compreso dalle famiglie. Durante la formazione vengono introdotte in modo semplice e chiaro le tematiche più importanti per il progetto: il ruolo del semenzaio (fase che corrisponde alla collocazione delle differenti sementi nei microjardin); le modalità di utilizzo delle soluzioni vitaminiche; le possibilità applicative delle differenti delle cassette (idroponiche o con sub-strato); le istruzioni per la cura e la crescita delle differenti specie. La formazione avviene “porta a porta”, ossia per singole famiglie e all’interno delle abitazioni dei beneficiari, dove i formatori instaurano una relazione intima volta a rafforzare l’adesione degli abitanti al progetto. Successivamente viene avviata una produzione di compost ricavato dai residui organici, che dopo qualche mese può riuscire a sostituire o integrare l’utilizzo delle soluzioni vitaminiche e del sub-strato minerale, abbassando ulteriormente i costi del progetto e rendendo il prodotto più sicuro dal punto di vista biologico. Con il tempo si auspica un utilizzo comunitario dei microjardin, attraverso la possibilità di barattare i prodotti coltivati dalle singole famiglie e la messa in comune dei materiali utilizzati per avviare le coltivazioni. Vantaggi tecnici dell’applicazione: 1 Mancato utilizzo del suolo sacro negli Hosh e loro riqualificazione; 2 Superamento ostacolo ambientale: il suolo, sabbioso, non può essere coltivato a orto perchè eccessivamente drenante; 3 Forte risparmio di acqua ( – 20% rispetto all’agricoltura tradizionale); 4 Possibilità di avviare coltivazioni in tutte le stagioni; 5 Flessibilità spaziale (possibilità di trasportare o rimuovere i contenitori dei microjardin); 6 Possibilità di utilizzo delle soluzioni con il compost; 7 Utilizzo di materiali reciclati per costruire i contenitori, che consente di avviare una micro-economia di scambio tra quartieri informali.

Attualmente il programma di promozione di MJ costituisce uno degli ambiti che hanno caratterizzato il rapporto di collaborazione tra la città di città di Dakar e la città di Milano. Le azioni svolte nell'ambito di questo processo di cooperazione decentrata, in fasi successive, sono riuscite a mobilitare una rete di circa 30.000 persone, suddivise in 6.000 unità produttive familiari e strutturalmente organizzate in: •1 Associazione di Microjardiniers. •5 Poli di Produzione. •12 Centri di Formazione e Dimostrazione (CFD •134 Centri di Produzione Comunitaria (CPC). Più della metà di questi centri ha raggiunto alla fine della fase precedente un risultato soddisfacente in termini di continuità della produzione.