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    di

    Valentina

    La Via Colli

    Lacte fluunt uber cum pudoris lilio.

    Dalla Virgo Lactans alla Madonna di Custonaci:

    la migrazione di un motivo iconografico.

    Uno dei primi a spiegare il sensomistico della venerazione dellaMadre di Dio in immagine e colore,fu S.V. Solovev che indic il significatodellautentica venerazione delleterno femminino,che si dalle origini ha percepito realmente la forzadivina, ha accolto la pienezza di bont e di verite, attraverso questo, limmortale influenza dellaBellezza (n.d.a,,,,, intesa in senso escatologico).

    Ma limmagine della Virgo Lactans affondale proprie radici iconografiche nel repertoriopagano. I motivi iconografici della lactantes, nell

    arte romana precristiana, sono per lo pi fruttodi irradiazione da ambiti diversi.Le cosiddette Dee madri in tufo di Kyme,

    ad esempio, matronali figure femminili sedutecon uno o due infanti in braccio, appartengonoad una cultura sud-italica dalle fortissimeconnotazioni locali.

    Successivamente, si annoverano i sarcofagiinfantili con Lebenslauf, ovvero con la narrazionedella vita del fanciullo defunto.

    Il primo un esemplare da Villa DoriaPamphilj databile intorno al 150 d.C. Vi sonorappresentati alcuni squarci di vita quotidiana ela scena dellallattamento posta al centro dellacomposizione, in posizione enfatica: la madreporge il seno al figlio con la mano destra e netiene il corpo con la sinistra, mentre il fanciulloda parte sua tende il braccio verso di lei.

    In un altro sarcofago pi o menocontemporaneo, attualmente al Louvre, la scenadellallattamento spostata allinizio della sequenzae assiste alla scena una figura maschile barbata intoga exigua epallium, probabilmente il padre.

    Il terzo esemplare unurna cineraria dellaGalleria Chiaramonti dei Musei Vaticani, databile

    allinizio del III secolo d.C.. La scena diallattamento situata a sinistra, davanti adunedicola con timpano che probabilmente alludealla domus paterna.

    La tradizione dellallattamento nellarteromana non va oltre questi tre esempi. Unatradizione numericamente poco significativa,contraddistinta per da una forte omogeneiticonografica. Le allattanti, madri o nutrici, sonorappresentate secondo uno schema fisso: discorcio da destra, vestite di tunica e pallium,compiono il gesto di offrire il seno al fanciullo.

    Questo schema si riconnette direttamente a quellodi Fecunditas(1), che conosciamo attraverso i tipimonetali, uno dei quali quello relativo al verso

    A dx.: Mariagalaktotrophousa.Aff rescoparietale. VI-VII

    sec. d.C. Bwt.Monastero diApollo, cella XLII.In basso:

    Sarcofagoinfantile: Scenedella vita deldefunto. 150 d.C.ca. Roma. VillaDoria-Pamphili.

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    di un multiplo aureo da 2 solidi coniato a Trevirinel 324: un pezzo raro.

    Il recto, sul quale impresso il busto diFausta, la seconda moglie di Costantino, sposatanel 307, consente di datare la moneta praticamentead annum.

    Molto pi importante per il nostro temalimmagine sul verso, che rappresentata una figurafemminile nimbata, icasticamente assisa sopra untrono collocato su un piedistallo con ghirlande.La donna indossa una tunica a mezze maniche eun ampio mantello il cui lembo superiore copreil seno destro. Alle braccia e ai polsi porta dellearmillae.La donna tiene in grembo un bambinonudo e ricciuto che protende il braccio verso dilei. Il significato della scena chiarito dallalegenda: PIETAS AVGVSTAE.

    Limperatrice, rappresentata con solennit

    sacrale nel ruolo di madre, elevata apersonificazione di Pietas.Il senso generale della scena chiaro, ma c

    un particolare che merita di esser approfondito.Osserviamo attentamente il gruppo di Fausta-Pietas e di suo figlio. Il fanciullo avvicina il capoal seno sinistro della madre e tende il braccioverso di lei: Fausta sembra rappresentata nellattodi allattare suo figlio.

    Una situazione rarissima, se non unica, peruna dama di rango imperiale in unimmagineufficiale, ma giustificata qui dal fatto che ella investe di Pietas. Quella che noi vediamo non veramente limperatrice ma la sua virt familiarepersonificata: Pietas erga liberos.

    In particolare, Fausta cos rappresentata inquanto Fecunditas: i precedenti sarebberoFecunditas su un multiplo di Iulia Domna e Isislactans su talune emissioni della zecca di

    Alessandria fra Traiano e Caracalla, almeno unadelle quali, coniata nel 108-109 d.C.

    In realt, il confronto pi prossimo esignificativo per limmagine di Fausta la grandestatua di dea seduta allattante del MuseoChiaramonti nota come Era di Otricoli scoperta

    allinizio del XVIII secolo. La data di esecuzione controversa: le proposte oscillano fra il I secoloa.C. e il II d.C.

    Il fatto che lapietas familiare di Fausta siacelebrata attraverso la rappresentazionedellallattamento, e che ci sia avvenutorecuperando lo schema della statua di Otricoli,molto pi antico ma poco o nulla attestatonellarte ufficiale fra Augusto e Costantino, ponediversi interrogativi. In ogni caso, il rapporto frala statua e Fausta colloca limmagine monetale inun processo di trasmissione del tipo iconografico

    dellallattante in trono che di per se del pi grandeinteresse.Limmagine di MMMMMARIAARIAARIAARIAARIAnellarte delle origini

    appare legata al mistero, e alla figura di Cristo,parallelamente allevoluzione del pensiero

    patristico e della liturgia- sulla Vergine diNazaret, che soltanto dal V sec. conoscer unosviluppo ed una fioritura rilevante ed in qualchemodo autonoma.

    Le prime immagini di Maria vanno compresealla luce della fede viva della chiesa che le haprodotte, erede delle sue origini giudeocristianeed ispirate ai primi scritti biblici e dei Padri dellaChiesa. In essi, come nei Vangeli, grande rilievo dato ai Testimonia, le profezie veterotestamentarieche annunciavano la venuta del Messia.

    Seguendo i Vangeli e il pensiero cristianodelle origini, la prima iconografia marianaraffigura la Vergine negli episodi dellIncarnazionee dellinfanzia del Signore; Maria appare nelliconadella virgo lactansdinanzi ad un profeta, affrescatain un cubicolo dellarenario centrale dellecatacombe romane di Priscilla, del 230 d.C..

    Nel V secolo Maria compare nelle scenestoriche della vita di Ges: nelle scene della suaInfanzia e fin dallinizio nelle scene diCrocifissione.

    evidente come in questo primo periododella nascente arte cristiana, la raffigurazione diMaria sia sporadica e legata esclusivamente al

    concetto di maternit.Col Concilio di Nicea (381 ca.), la figura di

    Maria assurge ad una nuova importanza nella SuaImmacolata Concezione, diventa il tramite per laquale il Cristo diventa Uomo tra gli uomini.

    Il Concilio di Efeso (431 ca.), diventa unospartiacque storico, di l dal quale vengonointitolate moltissime chiese e basiliche allaMadonna, sia in Occidente (S. Maria Maggiore,S. Maria in Trastevere, S. Maria Antiqua) che inOriente (Achiropita).

    Fra le prime testimonianze liturgiche del

    culto a Maria, vi sono diversi simboli di fede neiquali stato inserito il nome di Maria: il Simbolodegli Apostoli, attestato gi da Ippolito (215 ca.);

    In alto:

    Sarcofagoinfantile: Scenedella vita deldefunto. 150 d.C.ca. Parigi. Museodel Louvre

    In basso:

    Multiplo aureo (r &v). 324-325 d.C.Vienna.

    KunsthistorischesMuseumMnzenkabinett.

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    gli Ordines romani, il Simbolo di Nicea(381 ca.):queste formule costituiscono la tradizione romanaalla quale si riferiranno Papi e scrittori perdistinguere, nelle controversie teologiche,lortodossia dalle dottrine eterodosse in materiamariologica.

    Gi nel II d.C. la Traditio Apostolica diIppolito fornisce due diverse testimonianze dellapresenza di Maria: nellanafora eucaristica e nel ritobattesimale, i quali, seppur non offrono ancora unamemoria cultuale, indicano per che questamemoria avviene in un contesto strettamentecristologico ed ecclesiale con particolare riferimentoal mistero salvifico e allapietasmariana.

    Nel contesto di piet as, quindi dellaintercesssione della Vergine Consolatrice, ulterioritestimonianze provengono dal Canone Romano,il quale ricorda la menzione di Maria come

    Consolatrice nel Comunicantesdi Leone Magno(440- 461) prima, ed in Gregorio Magno (590-604) poi.

    evidente come, in termini iconografici,limmagine di Maria allattante, intesa comeincarnazione dellapietas, si debba ricollegare aquelle immagini romane della genitrix, sia comeimperatrice sia come divinit, gi descritte inprecedenza. altrettanto evidente che i mutamentistorico filosofici e la nuova religione cristiana,ormai canonizzata e ufficializzata, vadano apermeare questa nuova immagine di significaticertamente pi meditati.

    Sebbene la definizione iconografica della

    Madonna avesse avuto inizio gi nella pitturapaleocristiana, nei mosaici bizantini che i tipisi concretizzano e si chiariscono come veri e proprimodelli per la pittura e la scultura medievali.

    Acquist grande rilievo limmagine di Maria,madre di Dio, TheotokosTheotokosTheotokosTheotokosTheotokosooooo PPPPPanagiaanagiaanagiaanagiaanagia. Tra il VI

    e il IX secolo vengono dipinti gli affreschi di S.Maria Antiqua, dove la Madonna viene raffigurataquasi sempre in trono, col Bambino.

    La teologia delle icone, che trov la suaformulazione nel settimo concilio ecumenico diNicea II (787), contribu a dare alle icone marianeil valore non solo di un oggetto di culto, ma anchedi vera reliquia: cos le immagini della Madonnaerano collocate nel catino o nellemiciclo absidaledelle chiese.

    Un tipo molto antico quello dellaMadonna del SegnoMadonna del SegnoMadonna del SegnoMadonna del SegnoMadonna del Segno, il cui modello

    iconografico riconducibile allOrante dellepitture catacombali e che va confrontata con ipolivalenti simboli cristiani. Nellimmagine della

    Vergine con le braccia alzate si deve leggerelincarnazione della preghiera dellanima deldefunto, espressione del predominio dellacoscienza sulloscurit.

    NellXI sec., compare un nuovo modellodenominato Grande Panaghia, dallOmelia diOrigene sul Vangelo di Luca. Il modello raffigurato con le braccia in atteggiamento dipreghiera e sul petto un medaglione incorniciatodi stelle con limmagine di Cristo (panaghiaeraanche il medaglione con limmagine dellaMadonna portato dai vescovi).

    Ma il tipo pi antico quello della MadonnaOdigitriaOdigitriaOdigitriaOdigitriaOdigitria (indicami la tua via, affinch io ticonosca, e trovi grazia ai tuoi occhi):::::fu questo iltipo che ispir le Madonne gotiche. LOdigitria, ilcui prototipo si venerava nellomonimo santuariodi Costantinopoli gi a partire dal V secolo,godeva la fama di essere un ritratto della Madonnafatto dal vivo dallevangelista Luca ed era, perquesto, tra le icone pi venerate e ricercatedellantichit cristiana. Loriginale di S. Luca

    sembra sia stato distrutto dai turchi nel 1453, mane sono rimaste molte repliche, specie in Italia.

    Di particolare importanza sono duerappresentazioni iconografiche bizantineparticolarmente umanizzate e accessibili, nellequali Maria non intesa esclusivamente comeColei che presenta o tiene in braccio il Bambino,ma nella sua funzione di genitrix.

    Si tratta della Madonna del Latte oMadonna del Latte oMadonna del Latte oMadonna del Latte oMadonna del Latte oGalaktotrophusaGalaktotrophusaGalaktotrophusaGalaktotrophusaGalaktotrophusa, che allatta Ges, e dellaMadonna Eleusa,Madonna Eleusa,Madonna Eleusa,Madonna Eleusa,Madonna Eleusa, la Benigna, nella quale ilBambino accarezza affettuosamente il volto della

    madre.Secondo recenti studi, si ritiene che sotto ilprofilo artistico, questi due tipi si siano sviluppati

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    Pietas allattante.Da Otricoli (RM).Citt del Vaticano.Musei Vaticani.GalleriaChiaramonti

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    dallOdigitria come risultato di un maggioreavvicinamento della Madre al Bambino.

    Tuttavia lorigine di questi due nuovi tipiiconografici, la Galaktotrophusa e lElesa, tuttora controverso: la tradizione fa risalire anchequesti tipi ai tempi degli apostoli, quando vennedipinta da S. Luca una ulteriore icona sul pianodel tavolo che era appartenuto alla Sacra Famiglia.

    In Occidente, il passaggio dallicona alquadro, snatur il tema della Tenerezza,riconducendone il significato a quello di una scenalirica intima. In realt , lo scopo di questo modelloiconografico non lespressione di unemozioneo di uno stato danimo, ma lelevazionedellimmagine allArchetipo divino. Questo tipoiconografico della Tenerezza era destinato agiocare un ruolo enorme nellarte cristiana, finoa raggiungere una cristallizzazione nelRinascimento, con gli esempi di Beato Angelico,Filippo Lippi, Botticelli, Michelangelo, Antonelloda Messina; particolare rilevanza hanno le

    Madonne fiamminghe in cui possiamo riscontrarelo stile della tenerezza, della suggestione.....

    A questo periodo si ascrive licona dellaMadonna di Custonaci.

    La storia della tavola di Custonaci unapleora di leggende e tradizioni, che sfumano dalpaganesimo al cristianesimo e viceversa, anchenella lettura iconografica dellicona.

    Leggende narrano che questo quadro siagiunto in Sicilia a bordo di una nave francesesalpata nel 1525 da Alessandria e diretta in patria;al largo di cala Buguto, una tempesta sorprese la

    nave che approd in una piccola insenatura dellabaia di Cornino. L i marinai avrebbero volutoedificare una chiesa in onore della Madonna per

    lo scampato naufragio: i contadini, accorsi dallecampagne ericine per onorare la sacra immagine,raccolsero il voto dei marinai ed edificarono lachiesetta su un altipiano dove non avrebbe potutodiventare preda delle incursioni dei pirati.

    La fama dellimmagine si sparse

    rapidamente, cos come la notizia dei miracoliattribuiti alla Madonna.

    Questa leggenda non fu mai messa in dubbioda nessuno degli eruditi del 700 e dell800siciliani, anzi ancora oggi, si celebra per tradizionelo sbarco dellicona della Madonna.

    Nel 1843, compare su Poliorama Pittorescodi Napoli un articolo di ignoti che nega qualsiasifondamento storico alla leggenda; e nega conargomentazioni cos convincenti che il padreCastronovo si premurer di confutarle una peruna, per tutelare la fede della popolazione di Erice.

    Presso il flumen Custunachiisono tuttoravisibili mura perimetrali ed una soglia di unacostruzione su un piccolo poggio che sovrasta lafonte Linciasella, riferibili ad epoca prenormannaper le tecniche di costruzione: questo luogo citatodal Privilegiumdi Guglielmo II il Buono (1167)come luogo di culto cristiano, uno dei primi inquella contrada che, fino al V secolo era statasede della villa senatoriale dei Nicomachi, ededicato ad Omnium Sanctorum. Questo titolofu mutato in Sanctae Mariae de Fossa Novadaipadri eremiti giunti dal Castrum Ariani vicinoPrizzi, come attestato dai documenti deidonativi. Da un Testamentum del 1422

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    In alto:VirgoLactans,Catacombe diPriscilla (Roma),III sec. d.C.In basso:IconaBizantina,Madonna Elesa.

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    apprendiamo lesistenza di un altro titulusdedicatoa Sancte Mariae de Custunachi, con un culto benradicato, a cui gli ericini si rivolsero nel momentoin cui si consolid la vocazione agropastorale. Inun certo momento, i procuratori della Matrice diErice, ritennero di far riprodurre l limmagineche intanto doveva essere stata dipinta nella chiesarupestre della Linciasella. Immagine forse dipintada uno degli eremiti del Castrum Ariani,certamente un affresco o una tempera, visto chenon poteva essere spostato: cos fu stipulato unatto, al 24 nov. 1451, con il pittore marsalese

    Johannes de Ruri un atto di obbligazione per unacopia. Di questa copia non si ha purtroppo traccia.La riproduzione dellimmagine della Linciasella attestata pure da un arcaico altorilievo ligneo,datato tra XIV e XV secolo, generalmenteattribuito ad un intagliatore siciliano.

    Unaltra copia esisteva a Trapani dal 1520 inunantica chiesa in qualche modo legata a

    Custonaci: era una riproduzione di dimensioniridotte, che scamp ad un incendio nel 1817,riportata in documenti notarili.

    Questopera attesta la devozione dei trapanesial culto di Custonaci, culto che non si ferm, se,oltre alla chiesa omonima di Custonaci, si avvert lanecessit di ampliamento nel 1625: ci comportla richiesta di nuove copie, sia nel monastero delSS. Salvatore, sia nella Matrice di Erice.

    Alcuni tratti dellimmagine della Linciasellafurono riprodotti nella pala marmorea da GiulianoMancino nel 1513,nella chiesa della Matrice, ma

    come libero rifacimento che conserva i tratti diuna rappresentazione gi conosciuta.Nel santuario di Custonaci stata poi riportata

    alla luce una tavola precedente a quella espostaalla venerazione, risalente al 1540, per una dataincisa nella cornice, ripetutamente rimaneggiata.Raffigura la Virgo Lactanscon una veste rossa,sul braccio sinistro il Bambino in atto di poppare,seduta su un sedile damascato di rosso. Il capo

    della Madonna scoperto, svelando unacapigliatura morbida sormontata da una cuffiettatrasparente. Il viso, dallovale allungato, fissa ilBambino. Questultimo, nudo, regge con la sinistratre spighe, con la destra il seno della Madre. Icolori degli incarnati sono molto scuri, cos comela capigliatura della Vergine e le stoffe della tunica.

    Importante lo sfondo, che riprodurrebbela baia di Cofano con unimbarcazione a vela, e ilprofilo di Monte S. Giuliano: lo stesso panoramache si godeva dalla Linciasella.

    Molte copie sono state fatte della ormai c.d.

    Madonna del Monte, ad opera della scuola degliZichichi, e diffuse in diverse citt.Proprio nel 1570, fra Ludovico Zichichi,

    dipinse la copia posta in aedicula prope ecclesiamsancte Lucae, chiesetta extra moenia, incoincidenza con la nuova esigenza di incrementareil culto con dei trasporti dalla Linciasella alMonte. A fra Zichichi, lerudito Cordici,attribuisce il quadro giunto dal mare. Diquestimmagine giunta a Custonaci lautore restavaanonimo, volutamente, avallando la leggenda dellosbarco: in realt, il quadro dovette essere statocommissionato fuori per sostituire quello del 1541.Il culto di questa nuova immagine si propagmaggiormente che le altre per gli eventi miracolosiche contraddistinsero lo sbarco. La nuovaimmagine si sostitu alla prima nel culto degliericini, e quella del 1541 fu volutamentetrasformata in porta e lo sviluppo del santuariocontribu a farne perdere la memoria.

    Il culto della Madonna di Custonaci diventato uno dei pi importanti, tra quellimariani, della Sicilia occidentale, secondo soltantoa quello della Madonna di Trapani,prevalentemente marinaresco.

    Nella memoria si perde lorigine deitrasportidel quadro dal santuario ad Erice, specialmentein primavera per invocare la grazia dellacqua, edinfatti la Madonna fu appellata dellacqua.

    Il quadro dipinto su una tavola di pioppo.La Madonna seduta su uno sgabello, dietro il qualec un drappo damascato rosso dal quale si staccanole figure degli angeli che sorreggono la corona.

    La veste della Madre di Dio color cremisiricoperto da un manto azzurro. Sul capo dellaMadonna spicca una chioma fluente, acconciatadentro una cuffietta semitrasparente, che termina

    con un grosso fiocco. La sua aureola rotondacome quella del Bambino e degli angeli.Il Bambino ignudo posto sul braccio

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    sinistro della madre, sugge il seno sorretto dallamano destra, seduto su un cuscino con fiocchiposato su un lembo del mantello, infiorato daricami dorati fin dentro le pieghe.

    La predella ritrae le tre scene tratte dai VangeliApocrifi, precisamente dallo Pseudomatteo: il

    personaggio ripetuto in ogni scena Gioacchino,che riceve lannuncio dellangelo, incontra Anna,che viene allontanato dal tempio.

    Oltre alle sovrapposizioni degli angeli e delpaesaggio, si notano i fiorami doro del 1579, lecoperture con lamine dargento del 1752, le spighe,le aureole e le chiavi doro del 1798, le merlaturedoro del manto del 1813.

    Il paesaggio, in questicona, presenta da unlato le rocce, e dallaltro unombra che si apre inun arco , mentre sullo sfondo sono rappresentatiprati e colline con alcune costruzioni.

    Questa Madonna del latte esprimepienamente i primi due dogmi mariani, il partoverginale e la maternit divina.

    Nel 2004, alcuni restauri sul quadro, ad operadellOpificio delle Pietre dure di Firenze, hannoindividuato unaltra immagine dipinta sotto quellafino a quel momento esposta e venerata.Lesistenza di molteplici copie, alcune delle qualifedelissime, hanno giustificato la scelta deirestauratori di strappare il dipinto ottocentescoper riportare alla luce quello che oggi si puammirare nel Santuario.

    A parte la diversit stilistica eclatante,fondamentale stato rilevare una data scritta trale pieghe del manto della Madonna: 1521. Ragionistilistiche evidenti hanno contribuito ad una primaattribuzione ad Antonello da Messina o alla suascuola.

    Questa nuova immagine si discostamoltissimo dalla precedente (che in realt cronologicamente successiva) innanzitutto il suospiccato stile fiammingo e per alcuni particolari,che sicuramente dal pittore furono desunti dallinguaggio simbolico pagano-mediterraneo: ladecorazione della veste, non a fiorami arabescati,

    ma con coppe contenenti delle spighe. A mioavviso, questo elemento potrebbe anche essereindicativo della provenienza del quadro, ma nonin modo determinante: chiaro come il fatto cheil Bambino, in tutte le copie del quadro, porti inmano le spighe, d certamente da riflettere su unacommittenza indigena. Ma la spiga in ogni doveed in ogni tempo simbolo di prosperit e di fertilitdella terra: il simbolo di Demetra, ma anche ilrecto delle monete di Metaponto nel V sec. a. C.Certamente, nel nostro caso, anche simbolo delcontesto economico e storico del foedus

    Custonachii che si avviava alla prosperit ericchezza della produzione agricola; cos come aquesta anche legato il primo nome della

    Madonna, Madonna dellacqua, per quando venivasupplicata dai contadini per invocare la pioggiaper le coltivazioni.

    Altra differenza la si coglie nei tratti del viso:qui una dolce bambina con un ovale sfilato eil taglio degli occhi approfondito e sagomato

    dalle ombreggiature al di sotto della palpebrainferiore, che allo stesso tempo addolcisconola linea della gota.

    Ancora altre differenze le cogliamo nelleraffigurazioni degli angeli portacorona, nellasemplicit compositiva dellinsieme, nel Bambino,che porta al collo una collana sottile con pendagliodi corallo (e questo potrebbe essere indicativodella tradizione dei corallai trapanesi). Allo stessomodo, questuso di raffigurare il Bambino con

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    Madonna diCustonaci(1541?), attribuitaa A. Crescenzio, ilPanormita

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    collana da legare alla scuola di Antonello daMessina, della quale tuttavia non mi pare diriconoscerne le caratteristiche. Non ultimadifferenza, il paesaggio che fa da sfondoallimmagine e che molto pi simile a quellorappresentato nella copia del 1541.

    Questa nuova Madonna di Custonaci , a mioavviso, pi fiamminga, nelluso dei colori caldi,delle pennellate omogenee, nei tagli degli occhi,quasi disegnati con un filo sottilissimo, nelleambientazioni dei paesaggi.

    Carichi di significati legati al simbolismocristiano luso di un cromatismo accentuato perle vesti della Madonna: la veste della Madre diDio color cremisi ricoperto da un manto azzurro.Il colore del manto della Vergine ha un ben precisovalore simbolico e dogmatico, ancora picomprensibile se consideriamo come, specie

    nelliconografia cristiano-orientale, la figura diCristo presenti gli stessi colori ma in ordineinverso: Maria creatura umana, quindi la vesterossa, stata rivestita di divinit, quindi il mantoazzurro; mentre Cristo, essere divino, quindi tunicaceleste, si fatto uomo, quindi ammantato diporpora. Questa Madonna del latte esprimepienamente i primi due dogmi mariani, il partoverginale e la maternit divina. La Vergine laParthenosper eccellenza, confrontando Mt 1, 26-38, ed infatti coronata dalle dodici stelledellImmacolata, simbolo delle dodici trib diIsraele e, in seconda battuta, della regalit celeste:Maria Regina Coeli in quanto madre di Cristo;

    Ella anche Kecharitomne, la Piena di Grazia,la pienamente favorita da Dio.

    Da alcuni confronti con la scuola diAntonello da Messina (utilizzo dei materiali, deipigmenti, della struttura figurativa), si pu quasidefinitivamente escluderne la paternit delMaestro, e riferirla piuttosto ad AntonelloCrescenzio, detto il Panormita, per il confrontocon gli angeli di una Madonna con Bambinoora a Palazzo Bellomo.

    Lestrema devozione per questa immaginedella Madonna certamente testimoniata daquesta continuit di culto in tutto lager ericinuse sulla stessa opera, visto che la stessa tavola

    stata ridipinta mantenendo la stessa tipologiaiconografica, anche se alterata dagli influssistilistici dellepoca.

    Iconograficamente, si chiude il cerchio conil quale avevamo iniziato, cio il senso di Pietas eregalit espresso dalliconografia della VirgoLactans, dal modus pagano espressione dellamaiestas civile, a quello religioso arricchito dallinguaggio segnico delle Scritture, attraverso isecoli e la storia.

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    In alto:Fr L.Zichichi, Madonnadi Custonaci,Chiesa Madre diErice.In basso:

    Custonaci, Edicolalignea conMadonnaallattante.

    (*) Troverete note e bibliografia di questo articolo

    sul nostro sito, www.editorialeagora.it, nellasezione dedicata a questo numero della rivista

    (Agor n. 35, Gennaio- Marzo 2011).