Agli studenti del corso di Laurea in C.T.F. (anno ... · FARMACI CHE AGISCONO IN SEDE PRESINAPTICA...
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Agli studenti del corso di Laurea in C.T.F. (anno accademico 2016-17)
Questo file riguarda argomenti selezionati delle lezioni del corso di Farmacologia
Generale e Farmacoterapia I.
Si raccomanda agli studenti (come più volte sottolineato durante le lezioni) di usare
questo materiale solo come aiuto/guida alla preparazione del relativo esame di
Farmacologia Generale e Farmacoterapia I.
Si rammenta, infatti, che l’USO dei TESTI di Farmacologia consigliati (ad esclusiva
scelta dello studente) è indispensabile per una corretta, utile e più facile
preparazione della materia.
Si precisa che il programma completo per la preparazione dell’esame è sempre
reperibile presso la segreteria della Sezione di Farmacologia.
Gli studenti sono tenuti a svolgere tutti gli argomenti indicati nel programma
anche se non compresi nel materiale didattico utilizzato a lezione.
Infine, si mettono in guardia gli studenti dall’uso di fotocopie di materiale didattico
(presunte stampe delle lezioni contenute nel cd) ABUSIVAMENTE vendute presso le
copisterie.
Le figure utilizzate nelle lezioni sono quelle dei libri di testo consigliati o sono immagini copyright-free da siti web specializzati
FARMACOLOGIA TRASMISSIONE COLINERGICA
Il sistema nervoso autonomo e somatico
Anatomia funzionale dei sistemi colinergici
I neuroni che utilizzano acetilcolina come neurotrasmettitore si trovano
nel sistema nervoso periferico e centrale
Anatomia funzionale dei sistemi colinergici
Nuclei colinergici nel SNC.
I sistemi colinergici periferici.
•Movimenti volontari e postura
•Funzioni vegetative (sonno, omeostasi pressoria, etc)
ed endocrine
•Processi cognitivi
L’acetilcolina è rilasciata a livello delle:
• giunzioni neuromuscolari
• fibre pregangliari di tutti i gangli del SNV (simpatico e parasimpatico)
• fibre parasimpatiche postgangliari
Come mediatore alle suddette sinapsi,
l’acetilcolina controlla gli impulsi che i centri inviano agli organi periferici
Sinapsi mediate dall’acetilcolina e fibre colinergiche che rilasciano acetilcolina
Interazioni recettoriali a livello delle terminazioni nervose
delle fibre postgangliari del simpatico e del parasimpatico
da “Trattato di Farmacologia”
Annunziato-DiRenzo
Idelson Gnocchi Eds 2010
Sintesi, liberazione e metabolismo dell’acetilcolina
Colina acetiltransferasi:
è sintetizzata nel corpo
cellulare e viene poi
trasportata lungo l’assone
fino ai terminali.
colina
Sinaptotassine e Sinaptobrevine:
proteine associate alla membrana
plasmatica o alle vescicole,
fondamentali per la regolazione del
traffico vescicolare e per l’aggancio
delle vescicole alla membrana
Trasportatore della acetilcolina:
appartiene alla famiglia dei
trasportatori delle amine; permette
l’accumulo attivo di acetilcolina
nelle vescicole colinergiche.
Trasportatore
della colina
trasportatore ad alta affinità (presente
esclusivamente nei neuroni colinergici)
trasportatore a bassa affinità
La tappa limitante della sintesi della acetilcolina è il trasporto della colina, la cui
attività viene regolata in funzione della quantità di acetilcolina liberata
TAPPE DELLA NEUROTRASMISSIONE ECCITATORIA ED INIBITORIA
Complesso d’aggancio
SINTESI E RILASCIO DELL’ ACETILCOLINA
SITI D’AZIONE DEI FARMACI ATTIVI SULLE SINAPSI COLINERGICHE
FARMACI CHE AGISCONO IN SEDE PRESINAPTICA
Inibitori della colina acetiltransferasi
Cloroacetilcolina, bromochetone
inibiscono la formazione dell’acetilcolina
impedendo la acetilazione della colina
Il CoA contiene acido pantotenico
Diete carenti di acido pantotenico Atonie intestinali (stipsi dei vecchi)
La somministrazione di 50mg di acido pantotenico provoca rapidi miglioramenti!
Inibitori del trasportatore della colina
Emicolinio: inibitore competitivo della captazione
della colina, ma non viene captato dai terminali
neuronali in modo apprezzabile
Trietilcolina: oltre ad inibire la
captazione di colina, è trasportata ed
acetilata all’interno della terminazione
acetiltrietilcolina
(falso neurotrasmettitore)
FARMACI CHE AGISCONO IN SEDE PRESINAPTICA
FARMACI CHE AGISCONO IN SEDE PRESINAPTICA
vesamicolo: blocca il trasporto
dell’acetilcolina dal citosol alle
vescicole sinaptiche
Inibitori dell’emissione di acetilcolina
Inibitori del trasportatore della acetilcolina
tetrodotossina, procaina, cocaina:
impediscono l’arrivo degli impulsi
alle terminazioni nervose
Inibitori della acetilcolinaesterasi
Neostigmina, fisostigmina, piridostigmina, etc
TOSSINE
La tossina botulinica è una proteina prodotta dal bacillo anaerobico Clostridium botulinum
Tale organismo può riprodursi nei cibi conservati causando il botulismo,
una forma grave di avvelenamento alimentare
La tossina botulinica è un
eterodimero
La subunità maggiore si lega al recettore di membrana e permette l’ingresso
della tossina all’interno della terminazione nervosa colinergica e quindi
l’azione della subunità minore.
subunità responsabile della specificità (nervi motori)
La subunità minore è una peptidasi capace di inattivare proteine specifiche
coinvolte nella esocitosi (sinaptobrevina, sintassine, etc).
subunità responsabile dell’ inibizione del rilascio di acetilcolina
Avvelenamento indotto dalla tossina botulinica Secchezza delle fauci,
offuscamento della visione e
difficoltà nella deglutizione,
progressiva paralisi respiratoria
Progressiva paralisi del sistema parasimpatico e
del sistema motorio (paralisi flaccida)
Il trattamento con antitossina è efficace soltanto se viene effettuato prima
che i sintomi compaiano, poiché una volta che la tossina è legata, la sua azione è irreversibile
Tossina tetanica
La tossina tetanica è una esotossina prodotta da Clostridium tetani
Si lega ed entra nei neuroni spinali
Blocco del rilascio di glicina
Paralisi spastica
Tossine contenute nel veleno di serpente
a-neurotossine: bloccano i recettori colinergici postsinaptici interagendo con il sito di
legame dell’agonista sul recettore nicotinico
a-bungarotossina: è selettiva per il recettore muscolare
e neuronale con subunità a7
b-bungarotossina: inibisce i recettori neuronali
fasciculine: inibiscono l’acetilcolinaesterasi
tossine muscariniche: sono agonisti muscarinici
RECETTORI DELL’ACETILCOLINA
Mediano la trasmissione sinaptica
veloce a livello della giunzione
neuromuscolare, dei gangli autonomi e
di vari siti nel SNC
Mediano gli effetti dell’acetilcolina a livello delle
sinapsi parasimaptiche postgangliari (cuore,
muscolatura liscia, ghiandole) e contribuiscono
all’eccitazione gangliare
L’acetilcolina è una molecola flessibile che si trova in due stati
conformazionali differenti a seconda del recettore cui è legata
Recettori Muscarinici Recettori Nicotinici
RECETTORI NICOTINICI
I recettori nicotinici sono canali ionici attivati dall’interazione col ligando e la loro
attivazione causa un rapido aumento della permeabilità cellulare al Na+ e al K+, seguita da
depolarizzazione ed eccitazione.
La subunità a è presente sempre in
due copie. I due siti di legame per
l’acetilcolina sono formati
dall’interfaccia di ciascuna
subunità a con la subunità
adiacente.
Sono note 5 tipi di subunità (a,b,g,d,e) con elevata
omologia di sequenza ed organizzate in pentamero per
formare un canale funzionante.
Quando l’Ach si lega
dall’esterno le a-eliche si
raddrizzano permettendo
l’apertura del canale
Il rivestimento interno del poro è formato da segmenti M2 di ogni
subunità contenenti aa negativi (selettività del canale per cationi)
Topologia subunità a
Recettore nicotinico dell’acetilcolina
La struttura pentamerica è costituita
da quattro diverse subunità:
a2bde: nel muscolo innervato
dell’adulto
a2bdg: nel muscolo embrionale o
denervato
La struttura pentamerica è
costituità da due differenti
subunità.
Subunità a: sono noti otto sottotipi
(a2-a9)
Subunità b: sono noti quattro
sottotipi (b2-b5)
Recettori nicotinici dell’acetilcolina
Recettore nicotinico dell’acetilcolina
La distribuzione e la funzionalità dei recettori è importante per la trasmissione sinaptica.
anticorpi contro AChR
MIASTENIA GRAVE (malattia autoimmune )
alterazione della contrazione
RECETTORI MUSCARINICI
Appartengono alla superfamiglia di proteine recettoriali le cui funzioni sono mediate dalle
proteine G. La clonazione genica ha consentito di rilevare l’esistenza di cinque tipi distinti
(M1, M2, M3, M4, M5) di recettori muscarinici che si differenziano per localizzazione
anatomica, meccanismi di trasduzione e specificità farmacologica.
Recettori M1, M3, M5
RECETTORI MUSCARINICI
Recettori M2, M4
Subunita b: attivazione dei canali al K+
Subunità a: inibizione adenilato ciclasi
SOTTOTIPI DI RECETTORI MUSCARINICI
ATTIVAZIONE DEL RECETTORE b-ADRENERGICO E
MUSCARINICO DI TIPO M2 ED M3 NEL MUSCOLO LISCIO
EFFETTO DELLA NORADRENALINA E
DELL’ACETILCOLINA SULLA MIOCELLULA CARDIACA
Principali effetti dell’Acetilcolina
Stimolazione di ghiandole esocrine quali le ghiandole sudorifere, salivari, mucose e le ghiandole lacrimali.
Anche le secrezioni gastriche, intestinali e pancreatiche vengono stimolate, sebbene dipendano solo in parte
dall’innervazione parasimpatica.
Stimolazione della muscolatura liscia dei bronchi, del tratto gastrointestinale, della colecisti, del dotto biliare,
della vescica e degli ureteri.
Stimolazione dei muscoli circolari dell’iride e dei muscoli dell’accomodamento così da mantenere la pupilla
contratta e il cristallino dell’occhio accomodato per la visione vicina.
Rilassamento degli sfinteri nel tratto gastrointestinale, biliare e urinario.
Rallentamento del cuore.
Effetti muscarinici
Effetti nicotinici
Gli effetti muscarinici sono quelli parasimpatici post-gangliali a livello delle ghiandole
esocrine e della muscolatura liscia:
Stimolazione dei gangli simpatici e parasimpatici, cioè stimolazione di strutture postsinaptiche all’interno
dei gangli con conseguente liberazione da parte delle fibre postgangliali del loro neurotrasmettitore alla loro
terminazione periferica.
stimolazione della midollare del surrene con conseguente liberazione di adrenalina e noradrenalina
contrazione dei muscoli scheletrici
ACETILCOLINA COME FARMACO
Somministrazione per os o sottocute: scarso assorbimento
Somministrazione per via endovenosa: rapida idrolisi
da parte delle colinesterasi plasmatiche
L’acetilcolina non ha
applicazione terapeutica!
Calo transitorio pressione sanguigna
Bradicardia
Blocco parziale o arresto cardiaco
Vampate, sudorazione
Salivazione, lacrimazione
Nausea, tosse, dispena
Tutti effetti muscarinici
Gli effetti nicotinici sul muscolo scheletrico sono visibili solo dopo somministrazione intrarteriosa.
Essendo un composto ammonico quaternario, l’acetilcolina se somministrata esogenamente
non supera la barriera ematoencefalica.
Effetti farmacologici:
Farmacologia del recettore nicotinico dell’acetilcolina
AGONISTI Nicotina: gangli autonomi e SNC
stimolazione
Lobelina: gangli autonomi
terminazioni nervose sensoriali
stimolazione
Sussametonio: giunzione neuromuscolare
prolungata stimolazione e blocco da
depolarizzazione (desensitizzazione)
rilassante muscolare
Decametonio blocco da depolarizzazione
(nicotina, lobelina e decametonio non hanno usi terapeutici per effetti collaterali)
ANTAGONISTI Esametonio: gangli autonomi
blocco della trasmissione
Trimetafano: gangli autonomi
blocco della trasmissione
abbassamento pressione arteriosa
durante interventi chirurgici
Tubocurarina: giunzione neuromuscolare
bloccante non depolarizzante
rilassante muscolare in anestesia
• 2 categorie – non-depolarizzanti
(competitivi) e depolarizzanti
• Differenti meccanismi per ottenere lo
stesso effetto: rilassamento muscoli
scheletrici
Farmacologia del recettore nicotinico
Bloccanti neuromuscolari
Trasmissione colinergica nicotinica
Bloccanti di placca: miorilassanti (in associazione ad anestetici generali) Curarici o competitivi: antagonisti della Ach sul recettore nicotinico. La loro azione può essere rimossa aumentando la [Ach] con gli inibitori della AchE. Depolarizzanti: attivazione del recettore nicotinico. Effetto prolungato resistenza ad azione idrolitica di AchE. Blocco di placca per depolarizzazione e successiva desensitizzazione del recettore nicotinico.
D-tubocurarine pancuronium
Vecuronium
Decamethonium
Succinylcholine Depolarizing
Blockers
Competitive
Blockers
Farmaci non depolarizzanti
• D-tubocurarina: estratta dal curaro
• Farmaci sintetici: gallamina, pancuronio,
atracurio, etc. Tutti hanno un gruppo di
ammonio quaternario.
N+ CH3
CH3
CH3
D-tubocurarina
• Lega il recettore nicotinico di placca e si comporta da
antagonista competitivo di Ach
• Circo il 90% dei recettori deve essere occupato dalla
tubocurarina per osservare un effetto.
• Il blocco dei recettori causa la riduzione del potenziale di
placca e quindi riduce la contrazione muscolare
20
0
-20
-40
-60
-80
-40
-60
-80
Stimulus
artefact
Action
potential
Endplate
potential
CONTROL
TUBOCURARINE
endplate
Motor axon
Effetto della tubocurarina
• Paralisi motoria: che comincia dai muscoli oculari e
coinvolge alla fine i muscoli respiratori
• Riduce la pressione sanguigna per effetto sui gangli e
per il rilascio di istamina (effetti minori con i bloccanti
sintetici)
• Usato come rilassante durante gli interventi chirurgici
Bloccanti neuromuscolari
depolarizzanti
• Decametonio e succinilcolina – meccanismo
d’azione più complesso dei bloccanti competitivi
• Legano ed attivano il recettore nicotinico: si
osservano quindi fascicolazioni iniziali, seguite
da paralisi flaccida
• La paralisi è dovuta all’inattivazione dei canali al
sodio voltaggio dipendenti a causa della
depolarizzazione sostenuta
• Questi farmaci non sono rapidamente degradati da
AChE: ciò causa la depolarizzazione prolungata per
permanenza del farmaco nello spazio sinaptico
• Blocco di Fase I: causato dalla depolarizzazione di
membrana
• Blocco di Fase II: si osserva dopo qualche minuto ed è
dovuto alla desensitizzazione del recettore nicotinico
• Fascicolazioni seguite da paralisi flaccida
• Controindicati nei pazienti affetti da ipertermia maligna e
altre malattie muscolari genetiche (distrofia muscolare)
Succinilcolina o Suxametonio
• Dopo somministrazione di un bolo le
concentrazioni plasmatiche si riducono secondo
una cinetica di I ordine
• Emivita 4 minuti
• Idrolisi da parte delle pseudocolinesterasi a
colina e succinilmonocolina, eliminate per
filtrazione glomerulare
PERCHE’ LA USIAMO?
o Rapido onset
o Breve durata del blocco muscolare
QUANDO LA USIAMO?
o Intubazione difficile (1 mg/Kg e.v.)
Effetti collaterali
o Bradicardia
o Fascicolazioni
o Aumento della pressione intragastrica, intraoculare
ed endocranica
o Ipercaliemia
o Ipertermia maligna
o Reazioni allergiche
Usi dei bloccanti depolarizzanti
• Rilassamento muscolare durante anestesia (succinilcolina ha una breve durata d’azione e quindi è più utilizzata)
• Inefficaci nei pazienti con Miastenia Grave (malattia autoimmune causata da riduzione del numero di recettori nicotinici)
• Questi pazienti sono iper-sensibili all’azione dei bloccanti competitivi poichè una minima quantità di antagonista riesce a bloccare efficacemente i pochi recettori residui
Recettore nicotinico di placca e bloccanti neuromuscolari
BLOCCANTI NEUROMUSCOLARI
Come si può superare il blocco di
placca di agenti depolarizzanti e non ?
• I bloccanti AChE permettono di superare il blocco degli
agenti competitivi, ma possono addirittura peggiorare il
blocco operato dagli agenti depolarizzanti
• Il blocco da succinilcolina può essere antagonizzato
dalla tubocurarina
FARMACI CHE INIBISCONO LE COLINOESTERASI
DISTRIBUZIONE E FUNZIONE DELLE COLINOESTERASI
Acetilcolinaesterasi (colinaesterasi vera)
E’ presente come:
Oligomeri omomerici di subunità catalitiche (monomeri, dimeri, tetrametri)
Localizzazione: terminazioni nervose colinergiche
Associazioni eteromeriche costituite da subunità catalitiche e subunità strutturali ( lipidi o collagene)
Localizzazione: giunzione neuromusolare, eritrociti
L’acetilcolinaestersi è specifica per l’acetilcolina ed è responsabile dell’idrolisi rapida
dell’acetilcolina che si verifica nelle sinapsi colinergiche.
1 molecola di enzima idrolizza 6x105 molecole di Ach turnover di 150 microsecondi!
E’ codificata da un gene diverso da quello dell’acetilcolinaesterasi.
E’ sintetizzata nel fegato ed è principalmente localizzata nel plasma
Butirrilcolinesterasi (pseudocolinaesterasi)
L’acetilcolinaesterasi e la butirrilcolinaesterasi appartengono
alla classe delle serina-idrolasi. Il sito attivo
dell’acetilcolinaesterasi è costituito da due distinte regioni:
DISTRIBUZIONE E FUNZIONE DELLE COLINOESTERASI
Idrolisi dell’acetilcolina da parte dell’acetilcolinaesterasi
I TAPPA
l’enzima acetilato reagisce con l’H2O
formando Acido Acetico + Enzima
Rigenerato.
L’anello imidazolico dell’istidina agisce
come accettore di protoni facilitando il
trasferimento del gruppo acetilico dalla
serina all’H2O
Gruppo idrossilico serina cede elettroni a C elettrofilo del
gruppo carbossilico Ach, l’atomo di H+ del gruppo
idrossilico è accettato temporaneamente dal gruppo
imidazolico dell’istidina.
II TAPPA
III TAPPA:
La colina si libera
lasciando l’enzima
acetilato
Esteri
carbamilici
Derivati del
fosforo
pentavalente
I FARMACI CHE INIBISCONO LA COLINOESTERASI si dividono in tre principali
gruppi sulla base del tipo di interazione con il sito attivo, che ne determina la durata d’azione
La maggior parte dei
farmaci clinicamente
importanti è in grado di
inibire sia
l’acetilcolinaesterasi che
la butirrilcolinaesterasi.
ANTICOLINOESTERASICI: meccanismo d’azione
Anticolinoesterasici a breve durata
d’azione
L’edrofonio (composto di ammonio
quaternario) si lega solo al sito anionico
dell’enzima. Il legame ionico che si forma è
reversibile e l’azione del farmaco è molto
breve. Si utilizza solo a scopo diagnostico.
Anticolinoesterasici a media durata
d’azione (Fisostigmina, Neostigmina..)
Il trasferimento del gruppo carbamilico al
gruppo –OH serinico del sito esterasico
avviene come per l’acetilcolina, ma il
processo idrolitico dell’enzima
carbamilato è molto lento.
Il lento recupero dell’enzima carbamilato
sta ad indicare che l’azione di questi
farmaci è piuttosto duratura.
Anticolinoesterasici di tipo
irreversibile (Isofluoropato, Parathion..)
L’inibitore rimane attaccato
covalentemente, tramite l’atomo di
fosforo, al gruppo –OH serinico
dell’enzima. L’enzima fosforilato inattivo
è solitamente molto stabile.
Il recupero dell’attività enzimatica
dipende dalla sintesi di nuove
molecole di enzima
ANTICOLINOESTERASICI: meccanismo d’azione
isofluoropato
CARBAMATI
Gli effetti dei farmaci anticolinoesterasici sono principalmente dovuti all’aumento della
trasmissione colinergica a livello delle:
• Sinapsi colinergiche autonome
• Giunzione neuromuscolare
Fascicolazioni, aumento della forza di contrazione;
Paralisi dovuta a un blocco da depolarizzazione
Le amine terziarie (fisiostigmina) attraversano la barriera ematoencefalica provocando effetti
anche sul sistema nervoso centrale
Eccitazione iniziale (convulsioni) seguita da una fase di depressione che può essere
accompagnata da incoscienza e inibizione della respirazione
FARMACI ANTICOLINOESTERASICI REVERSIBILI
Aumentata secrezione salivare, lacrimale, bronchiale e gastrointestinale;
Aumentata attività peristaltica;
Broncocostrizione;
Bradicardia e ipotensione;
Costrizione pupillare; riduzione della pressione intraoculare
USI TERAPEUTICI
CARBAMATI
ileo paralitico (postoperatorio) e atonia della vescica urinaria
Aumento della pressione
intraoculare che può causare danni
del disco ottico presso la giunzione
tra nervo ottico e retina con
conseguente cecità irreversibile
angolo chiuso
primario
angolo aperto
secondario
farmaci
farmaci
chirurgia
Miastenia grave
glaucoma
congenito
glaucoma
Stimolazione del
muscolo costrittore
della pupilla:
riduzione
della pressione
endoculare
Miastenia grave
La miastenia grave è una patologia neuromuscolare caratterizzata da debolezza e da
un’elevata affaticabilità muscolare. E’ causata da una risposta autoimmune diretta
principalmente contro i recettori dell’Ach a livello della placca motrice. Gli anticorpi, che sono
anche presenti nel sangue, provocano una riduzione del numero di recettori.
Una patologia correlata alla miastenia grave e che implica una trasmissione neuromuscolare
compromessa è la sindrome di Lambert-Eaton. In questo caso, gli anticorpi sono diretti contro i
canali del Ca2+ necessario per il rilascio presinaptico di Ach.
Tests diagnostici
· Edrofonio
· d-Tubocurarina
· Identificazione anticorpi antirecettore in
biopsie muscolari o nel plasma
Trattamento
· Anticolinesterasici
· Corticosteroidi
· Timectomia
· Plasmaferesi
Malattia di Alzheimer
Nei pazienti affetti da demenza progressiva di tipo Alzheimer, è stata osservata la
perdita di neuroni colinergici, soprattutto di quelli localizzati in aree sottocorticali,
come il nucleo basale di Maynert. Attualmente si propone una terapia volta ad
aumentare le concentrazioni di neurotrasmettitori colinergici nel SNC.
Farmaci anticolinesterasici approvati per l’utilizzo clinico:
Tacrina
Un trattamento di 2-12 mesi determina un miglioramento dello stato cognitivo e
funzionale.
Limite: elevata incidenza di epatotossicità
Donezepil
Rivastigmina
Galantamina
Vantaggi
Elevato rapporto fra inibizione
delle colinesterasi a livello centrale
e a livello periferico
Altri usi dei farmaci anticolinesterasici
Trattamento intossicazione da farmaci anticolinergici
Atropina e altri agenti muscarinici
Fenotiazine, antismatici, antidepressivi triciclici,
La fisostigmina contrasta la
sindrome anticolinergica a
carico del SNC causata da
un sovradosaggio o da una
reazione inaspettata a
questi farmaci
Profilassi nell’avvelenamento da inibitori irreversibili delle colinesterasi
Farmaci anticolinesterasici reversibili di impiego clinico
Ammina terziaria
Supera la BEE
Deriv.amm.quatern.:
non supera BEE
COMPOSTI ORGANOFOSFORICI
Sono composti apolari volatili,
a elevata solubilità nei lipidi, e
vengono rapidamente
assorbiti attraverso la pelle
intatta e la cuticola degli
insetti
Usati come gas bellici e
insetticidi
Intossicazione acuta
Miosi, dolore oculare, congestione congiuntivale, riduzione della vista
Broncocostrizione, aumento della secrezione bronchiale
Nausea, vomito, crampi addominali, diarrea
Estrema salivazione, emissione involontaria di feci e urine, sudorazione,
lacrimazione, bradicardia, ipotensione
Affaticabilità del muscolo, contrazioni involontarie, fascicolazioni sparse,
debolezza e paralisi
Il collasso respiratorio è la principale causa di morte
Neurotossicità cronica
Molti organofosforici possono causare una grave demielinizzazione di nervi
periferici (probabilmente inibendo una esterasi specifica della mielina)
Grave polineuropatia (disturbi sensori, atassia, debolezza e affaticamento
delle gambe, riduzione dei riflessi tendinei)
COMPOSTI ORGANOFOSFORICI
RIATTIVAZIONE DELLA COLINOESTERASI
O
La pralidossima agisce avvicinando al
gruppo esterasico fosforilato un gruppo
ossimico in modo tale che il legame
covalente possa essere trasferito ad esso
dal gruppo serinico dell’enzima
La rigenerazione idrolitica dell’acetilcolinaesterasi fosforilata può avvenire in presenza di
pralidossima
Azoto quaternario capace
di legarsi al sito anionico
dell’enzima
Gruppo ossimico
fortemente nucleofilo
non può antagonizzare gli effetti da organofosforici nel SNC
RIATTIVAZIONE DELLA COLINOESTERASI
Vi sono due limiti nell’impiego della pralidossima come antidoto nell’avvelenamento da
organofosforici:
1. l’enzima fosforilato cambia struttura (invecchiamento) e diventa insensibile alla riattivazione
somministrare la pralidossima precocemente
2. la pralidossima non attraversa la barriera ematoencefalica
FARMACOLOGIA RECETTORI MUSCARINICI
SOTTOTIPI DI RECETTORI MUSCARINICI
AGONISTI COLINERGICI MUSCARINICI
1.
2.
1. Acetilcolina ed esteri sintetici della colina
2. Alcaloidi colinomimetici naturali
Agonisti muscarinici
METACOLINA
Maggiore durata d’azione rispetto all’acetilcolina poiché resistente alle colinesterasi
non specifiche
Maggiore selettività per i recettori muscarinici rispetto ai nicotinici per la presenza del
gruppo metilico in posizione b
BETANECOLO E CARBACOLO
Ibrido di metacolina e
carbacolo
Stabile all’idrolisi e selettivo
per i recettori muscarinici
METACOLINA, CARBACOLO, BETANECOLO
Azioni farmacologiche
L’ipotensione può
provocare
tachicardia riflessa!
Inibizione del rilascio di
noradrenalina dalle
terminazioni nervose
adrenergiche
1
2
Bradicardia, riduzione della gittata cardiaca
Vasodilatazione
Ipotensione
Meccanismo
Contrazione del muscolo detrursore della vescica minzione
METACOLINA, CARBACOLO, BETANECOLO
Azioni farmacologiche
Miosi, riduzione pressione endoculare, aumento secrezione lacrimale
Broncospasmo, aumento secrezione bronchiale
Aumento del tono e dell’attività peristaltica dello stomaco e
dell’intestino; aumento dell’attività secretrice
Aumento secrezione delle ghiandole sudoripare
METACOLINA, CARBACOLO, BETANECOLO
USI TERAPEUTICI
Metacolina cloruro
• diagnosi di iperattività bronchiale e condizioni asmatiche
L’imprevedibilità dell’intensità della risposta ha virtualmente eliminato l’uso della metacolina come
vasodilatatore e come farmaco ad attività vagomimetica cardiaca
Carbacolo
Non viene utilizzato in terapia a causa del suo elevato effetto nicotinico a livello dei gangli
autonomi
Betanecolo cloruro
E’ disponibile in compresse e preparazioni iniettabili (5-20mg) e viene utilizzato come stimolante
della muscolatura liscia gastrointestinale e della vescica:
Disturbi gastroenterici (ileo paralitico, atonia gastrica)
Disturbi urinari (ritenzione urinaria postoperatoria o postpartum, vescica ipotonica
cronica)
METACOLINA, CARBACOLO, BETANECOLO
Effetti collaterali
Controindicazioni:
Asma, ipertiroidismo, insufficienza
coronaria, ulcera peptica
Se si verificano seri effetti tossici in
seguito all’uso di tali farmaci, deve
essere somministrato solfato di
atropina per via sottocutanea o
endovenosa (0.5-1mg)
ALCALOIDI COLINOMIMETICI
L’arecolina e la pilocarpina sono amine terziarie.
La muscarina è un composto di ammonio quaternario e presenta un livello di
assorbimento ridotto.
Innervazione dell’occhio da parte del sistema parasimpatico
La stimolazione del muscolo costrittore dell’iride da parte di agonisti muscarinici in
individui con glaucoma provoca un abbassamento della pressione endoculare
La contrazione del muscolo ciliare in risposta all’attivazione dei recettori
muscarinici permette alla lente di rigonfiarsi assumendo una forma più sferica e di
accorciare la sua distanza focale. Questo riflesso parasimpatico è pertanto
necessario per l’accomodazione dell’occhio per la visione da vicino.
PILOCARPINA
E’ il principale alcaloide che si ottiene dalle foglie di arbusti sudamericani del genus
Pilocarpus.
Il principale impiego clinico della pilocarpina è nel trattamento del glaucoma con
applicazione locale sotto forma di gocce oftalmiche.
La pilocarpina è il più efficace agonista muscarinico utilizzato, in quanto, essendo
un’ammina terziaria, può attraversare la membrana congiuntivale.
Applicata localmente la pilocarpina
provoca costrizione pupillare, spasmo
dell’accomodazione e aumento transitorio
della pressione intraoculare seguito da
una caduta di pressione più duratura
Farmaci che riducono la pressione endoculare
Rang et al 8° edizione, 2015
ANTAGONISTI RECETTORIALI MUSCARINICI
Siti d’azione degli antagonisti colinergici
ATROPINA E SCOPOLAMINA
L’alcaloide Atropina (dl-iosciamina) si trova
nell’Atropa belladonna e nella Datura stramonium
L’alcaloide Scopolamina (l-ioscina) si
trova principalmente negli arbusti di
Hyoscyamus niger
Entrambi gli alcaloidi sono esteri organici
Acido tropico
tropina scopina
MECCANISMO D’AZIONE
L’atropina e i composti correlati sono antagonisti competitivi
dell’acetilcolina sui recettori muscarinici
Studio degli aminoacidi
importanti per il
legame dell’antagonista
al recettore
Tutti i recettori muscarinici sono bloccati dall’atropina, a partire da
quelli presenti nelle ghiandole esocrine, nei muscoli cardiaco e liscio,
fino ai neuroni intramurali
Effetti farmacologici dell’atropina
Effetti farmacologici dell’atropina
Sistema cardiovascolare
● Bradicardia transitoria
● Progressivo aumento della tachicardia dovuto al blocco dei recettori M2 cardiaci
● Vasodilatazione cutanea
Dovuta a:
-Azione stimolante centrale sui centri vagali bulbari
-Stimolazione iniziale (e non blocco) dei recettori muscarinici cardiaci
Ghiandole sudoripare e temperatura corporea
Inibizione dell’attività delle ghiandole sudoripare
la pelle diventa calda e secca
Occhio
● Rilassamento del muscolo ciliare paralisi dell’accomodazione
(cicloplegia)
La pressione intraoculare può aumentare
e per quanto possa essere scarsamente importante
sull’individuo normale, può rappresentare un rischio in
pazienti che soffrono di glaucoma
● Midriasi
Effetti farmacologici dell’atropina
Apparato respiratorio
● Rilassamento della muscolatura liscia bronchiale
● Inibizione delle secrezioni a livello di naso, bocca, faringe e bronchi
Secchezza delle fauci e delle membrane mucose delle vie respiratorie
Tratto gastrointestinale
● Riduzione del tono e dell’ampiezza e frequenza
delle contrazioni peristaltiche
Inibizione dell’attività motoria dello stomaco, del duodeno, del digiuno,
dell’ileo e del colon
Effetti farmacologici dell’atropina
SNC
A dosi terapeutiche (0.5-1mg)
A dosi tossiche
● L’atropina esercita essenzialmente effetti di natura eccitatoria sul SNC
Lieve eccitazione
Irritabilità, irrequietezza, disorientamento e allucinazioni o deliri
A dosi più elevate
La stimolazione è seguita da depressione con conseguente collasso
circolatorio e insufficenza respiratoria
● Depressione di alcuni nuclei del sistema piramidale
● Prevenzione sindrome da movimento
Effetti farmacologici dell’atropina
riduce la rigidità
nel parkinsonismo
Effetti farmacologici della scopolamina
Azioni periferiche
SNC
Sono simili a quelle dell’atropina
Depressione del SNC
A dosi terapeutiche, la scopolamina è efficace nell’antagonizzare la cinetosi
Per la sua elevata permeabilità attraverso la barriera ematoencefalica, la
scopolamina a basse dosi terapeutiche ha attività prevalente a livello centrale.
Grazie ad un’ azione centrale a livello
della corteccia o a un’azione periferica
sull’apparato vestibolare
ASSORBIMENTO, METABOLISMO ED ESCREZIONE
DI ATROPINA E SCOPOLAMINA
Metabolismo epatico
Eliminazione senza modificazioni nelle urine
Rapido assorbimento dal tratto gastrointestinale dopo somministrazione orale
Atropina solfato (0.2-2mg)
Scopolamina bromoidrato (0.3-0.6mg)
Impieghi terapeutici dell’atropina e della scopolamina
In oftalmologia
Riduzione secrezione bronchiale
Protezione cuore inibizione vagale
Sedazione (Scopolamina)
Premedicazione interventi chirurgici
Effetti midriatici
A livello neurologico
Prevenzione della cinetosi (ioscina orale o transdermica)
A livello dei bronchi
Trattamento delle affezioni asmatiche bronchiali
Si verifica una concomitante riduzione del volume di secreto bronchiale
Ostruzione del flusso respiratorio e predisposizione ad infezioni
A livello cardiovascolare
Trattamento della bradicardia del nodo del seno che si può verificare dopo
infarto del miocardio
L’atropina è inoltre utilizzata come antidoto in caso di
avvelenamento da esteri della colina o da anticolinoesterasici
Impieghi terapeutici dell’atropina e della scopolamina
Trattamento coliche spastiche dell’intestino (spasmolitici)
Trattamento ulcera peptica
A livello gastrointestinale
Avvelenamento da Atropina
Può essere dovuto a:
● Ingestione accidentale o volontaria di bacche velenose dell’Atropa belladonna
● Trattamento con antagonisti dei recettori istaminergici H1, fenotiazine,
antidepressivi triciclici
Sintomi:
Secchezza delle fauci, sete, dilatazione pupille, paralisi accomodazione,
fotofobia, secchezza cute, ritenzione urinaria, tachicardia, respiro
frequente, irrequietezza, confusione, allucinazioni, delirio. Morte per
depressione encefalo.
Antidoto: fisostigmina
Resistenza all’atropina
L’atropina, anche in elevati dosaggi, non riesce ad abolire completamente le
risposte conseguenti alla stimolazione dei nervi parasimpatici in vari distretti.
● i nervi parasimpatici potrebbero rilasciare un altro trasmettitore diverso
dall’Ach, o potrebbero rilasciare una sostanza mediatrice addizionale
(bradichinina)
● La concentrazione dell’Ach rilasciata dall’impulso nervoso nella
giunzione neuroeffettrice sia elevata e quindi capace di ovviare con un
meccanismo di antagonismo competitivo l’azione dell’atropina.
Ipotesi
Omatropina e Tropicamide
Derivati semisintetici dell’atropina tropina
Acido mandelico
OH
Breve durata d’azione
Usi terapeutici
● Trattamento degli spasmi gastrointestinali
● In oftalmologia
omatropina
Effetti avversi comunemente osservati con gli antagonisti colinergici
Altri antagonisti muscarinici ad ammina terziaria
Benzatropina mesilato
Triexifenidil cloridrato Sono molecole in grado di penetrare nel SNC
Usi terapeutici:
Tropicamide
Usi terapeutici: in oftalmologia
Diciclomina cloridrato
Oxifenciclimina cloridrato
Usi terapeutici: antispastici
Trattamento del parkinsonismo e degli effetti
extrapiramidali causati da farmaci antipsicotici
Antagonisti muscarinici contenenti un ammonio quaternario
Ipratropio
Tiotropio
Metilscopolamina
Scopolamina butilbromuro
Metilbromuro di omatropina
Metantelina, propantelina
Bromuro di clidinio
Ioduro di isopropamide
►Scarsamente assorbiti dopo somministrazione orale
► Penetrano difficilmente la congiuntiva
► Non passano facilmente la barriera ematoencefalica
Ipratropio bromuro
Usi terapeutici:
Trattamento della malattia polmonare cronica ostruttiva
Vantaggi:
Non influenza la funzionalità dell’epitelio ciliato bronchiale
Evita l’accumulo di secrezioni nelle vie aeree inferiori
Metilscopolamina, Metilbromuro di omatropina
Usi terapeutici:
Trattamento degli spasmi gastrointestinali
NH
NN
O
O
N
N
CH3
PIRENZEPINA La pirenzepina mostra un’attività selettiva nei confronti dei recettori
muscarinici M1 rispetto ai recettori M2 ed M3.
Inibisce la secrezione gastrica a dosi che hanno solo un limitato
effetto su frequenza cardiaca, salivazione e SNC
Poiché i recettori muscarinici
delle cellule parietali dello
stomaco non hanno elevata
affinità per la pirenzepina, i
recettori M1 responsabili
dell’alterata secrezione acida
dello stomaco potrebbero
essere localizzati anche in
gangli intramurali
M1
Usi terapeutici:
Trattamento dell’ulcera peptica
TELENZEPINA: Più potente
NH
N
O
N
O
N
NEt2
AF-DX 116 (Otenzepad)
Analogo della pirenzepina ma
con proprietà farmacologiche differenti
Presenta una elevata affinità per i recettori muscarinici M2 cardiaci
proposto lo sviluppo di AF-DX 116 nel trattamento di aritmie bradicardiche
(trials clinici interrotti)
Antimuscarinici e incontinenza urinaria
Darifenacina, Solifenacina e Fesoterodina: maggiore selettività M3, meglio
tollerati!
L’iperattività vescicale è efficacemente controllata da antimuscarinici: • Riduzione pressione intravescicale
• Riduzione frequenza contrazione
Usi terapeutici: incontinenza anziano, enuresi notturna, paraplegia spastica
Trospio: derivato ammonio quaternario: meglio tollerato
3-quinuclidinyl-benzilate (QNB)
2011
Antimuscarinici
Usi clinici antagonisti muscarinici
Cardiovascolare: Bradicardia sinusale (atropina) Oftalmico: Dilatazione pupilla (tropicamide, ciclopentolato) Neurologico: Chinetosi (scopolamina) Parkinsonismo e distrurbi motori da antipsicotici (benzatropina) Respiratorio: Asma (ipratropio per via inalatoria) Pre-anestesia: Riduzione secrezioni (atropina, scopolamina) Gastrointestinale: Rilasciamento muscolatura gastrointestinale durante indagini diagnostiche (scopolamina) Spasmolitici nel colon irritabile o nella diverticolite (diciclomina) Ulcera peptica (pirenzepina) Genitourinario: Iperattività vescicale ed incontinenza urinaria