AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE INTERMEDIA

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REGIONE MARCHE VALUTAZIONE INTERMEDIA INDIPENDENTE DEL DOCUP OBIETTIVO 2 MARCHE 2000-2006 AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE INTERMEDIA ROMA, NOVEMBRE 2005 STUDI DI FATTIBILITÀ PER L'ECONOMIA E LA RIQUALIFICAZIONE DELL'AMBIENTE Unione Europea Regione Marche

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REGIONE MARCHE

VALUTAZIONE INTERMEDIA INDIPENDENTE DEL DOCUP OBIETTIVO 2 MARCHE 2000-2006

AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE INTERMEDIA

ROMA, NOVEMBRE 2005

STUDI DI FATTIBILITÀ PER L'ECONOMIA E LA RIQUALIFICAZIONE DELL'AMBIENTE

Unione Europea Regione Marche

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INDICE SINTESI PRELIMINARE...............................................................................................................3 1. VERIFICA DEL RECEPIMENTO DELLE RACCOMANDAZIONI FORMULATE DAL VALUTATORE INDIPENDENTE ...................................................................................................7 2. ANALISI DELL’AVANZAMENTO GENERALE DEL DOCUP OB. 2 IN RELAZIONE AGLI OBIETTIVI PROGRAMMATI ......................................................................................................20

2.1 GLI OBIETTIVI RAGGIUNTI ALLA LUCE DELL’ESECUZIONE FINANZIARIA E DELLE REALIZZAZIONI DEL PROGRAMMA AL 30/06/2005 .....................................................21 2.1.1 Asse I “Sviluppo e rafforzamento del sistema produttivo”..............................25 2.1.2 Asse II “Rete ecologica e riqualificazione territoriale”..................................31 2.1.3 Asse III “Diversificazione economica e valorizzazione delle potenzialità

locali” ..............................................................................................................38 2.1.4 Asse IV “Assistenza tecnica” ..........................................................................43

2.2 ANALISI DEI RISULTATI E DEGLI IMPATTI EFFETTIVI O ATTESI E DELLA PROBABILITÀ DI REALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI PROGRAMMATI ............................46 2.2.1 Analisi di contesto: l’andamento delle principali variabili socio-

economiche nel periodo di attuazione del DocUP Ob. 2.................................47 2.2.2 Verifica delle capacità del Programma di perseguire gli obiettivi di

livello superiore ...............................................................................................66 3. ANALISI FOCALIZZATA ...................................................................................................72

3.1 INDIVIDUAZIONE DELLE DOMANDE DI VALUTAZIONE ................................................72 3.2 COMPETITIVITÀ E AIUTI ALLE IMPRESE ......................................................................76

3.2.1 Obiettivi e struttura dell’analisi .......................................................................76 3.2.2 Breve inquadramento normativo sugli aiuti di Stato .......................................79 3.2.3 Cenni sulle caratteristiche del sistema produttivo marchigiano ......................81 3.2.4 Metodologia e fonti informative......................................................................82 3.2.5 L’attuazione delle azioni di sostegno alle imprese: sintesi dei risultati ..........84 3.2.6 Esiti dell’indagine sul campo .............................................................................I 3.2.7 Conclusioni e raccomandazioni................................................................. XVIII

3.3 ESPERIENZE POSITIVE RIVOLTE AL RECUPERO E ALLO SVILUPPO DELLE AREE INTERNE E MARGINALI ATTRAVERSO L’IMPLEMENTAZIONE DI PROCEDURE INNOVATIVE ........................................................................................................XXIV 3.3.1 Obiettivi e struttura dell’analisi .................................................................XXIV 3.3.2 Metodologia e fonti informative................................................................. XXV 3.3.3 Esiti dell’indagine......................................................................................XXVI 3.3.4 Il partenariato pubblico – privato per lo sviluppo del turismo sostenibile:

servizi di supporto e di ricettività rurale e minore, con il recupero di borghi anche ai fini delle attività turistico-ricettive - submisura 3.1.2 c).XXVII

3.3.5 Un nuovo approccio alla programmazione dal basso sperimentato per la riqualificazione della rete dei servizi socio-assistenziali - Misura 3.3 ....... XXX

3.3.6 L’integrazione delle iniziative di operatori pubblici e privati per la promozione di uno sviluppo sostenibile: attività commerciali e artigianali e sistemazione dell’arredo urbano nei centri storici - Misura 3.5 ..........XXXVI

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3.3.8 Prime considerazioni sulle ARSTEL quale strumento in grado di sistematizzare e ampliare la portata dell’approccio integrato e della programmazione negoziata sperimentato a livello di singola misura.. XXXVIII

3.4 L’AMBIENTE COME PRIORITÀ TRASVERSALE ..........................................................XLII 3.4.1 Obiettivi e struttura dell’analisi ..................................................................XLIII 3.4.2 Metodologia e fonti informative.................................................................XLIII 3.4.3 Esiti dell’indagine...................................................................................... XLIV 3.4.4 Conclusioni e raccomandazioni......................................................................LII

4. CONCLUSIONI E INDICAZIONI PER LA FUTURA PROGRAMMAZIONE............................ LV

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SINTESI PRELIMINARE Il Rapporto di Valutazione Intermedia al 31/12/2003, predisposto dal Valutatore avvalendosi di un’articolazione per blocchi tematici1, coerentemente con le linee guida comunitarie e nazionali, esaminava diffusamente i molteplici aspetti concernenti la definizione e l’attuazione del Programma. Nel complesso l’attività condotta si proponeva di verificare l’adeguatezza e l’attualità della strategia individuata, anche all’interno della più ampia programmazione regionale, la validità degli strumenti gestionali e organizzativi e di dar conto dell’efficacia e dell’efficienza delle azioni programmate rispetto agli obiettivi. Le considerazioni e i suggerimenti emersi dall’analisi avevano quale principale finalità quella di orientare la riprogrammazione di metà periodo, così come stabilito dai regolamenti comunitari. L’aggiornamento del Rapporto di Valutazione Intermedia, previsto dall’art. 42 par. 4 del Reg. (CE) n. 1260/99 e predisposto sulla base degli orientamenti contenuti nel Working paper n. 9 forniti dalla Commissione Europea, presenta finalità valutative e una struttura differente rispetto al Rapporto di Valutazione precedente, concentrando in particolare l’attenzione sui risultati complessivi del Programma in relazione agli obiettivi previsti, allo scopo di trarne chiare e utili indicazioni anche in vista del nuovo ciclo di programmazione 2007-2013. La Commissione sottolinea, infatti, l’importanza dell’aggiornamento della valutazione come base informativa da cui partire per l’individuazione di appropriate strategie e programmi per il nuovo periodo di programmazione. Come evidenziato nel Working paper n. 9 della Commissione Europea, i punti strategici per l’aggiornamento della valutazione intermedia sono:

1) analisi dei risultati dell’implementazione delle raccomandazioni formulate nel Rapporto di valutazione intermedia del 2003, la quale cerca di identificare i progressi realizzati dall’anno 2003 soprattutto per quanto concerne gli aspetti migliorabili;

2) analisi delle realizzazioni e degli obiettivi raggiunti alla data di redazione del Rapporto alla luce degli target e dell’esecuzione finanziaria del Programma: l’aggiornamento in questo contesto deve concentrarsi sull’analisi dei risultati aggregati ottenuti, effettuando, così, un’analisi di efficacia e di efficienza del Programma, ed ottenendo utili informazioni sulla qualità dei target determinati in fase di programmazione con l’obiettivo di valutare un possibile miglioramento in futuro;

3) analisi degli impatti raggiunti e della probabilità di realizzazione degli obiettivi: in questa fase l’analisi ha lo scopo di valutare il grado in cui gli obiettivi globali sono stati raggiunti o sono altrimenti raggiungibili;

4) altre domande di valutazione rilevanti: si tratta di una sezione facoltativa, ma che permette di esaminare con un maggiore dettaglio alcuni ambiti di intervento del

1 I blocchi individuati dalle linee guida comunitarie e nazionali sono i seguenti: a) definizione del piano di valutazione, b) valutazione dell’attualità della diagnosi e della strategia ed esame della collocazione del programma nel contesto degli altri interventi, c) valutazione di coerenza e pertinenza dell’intervento effettivamente avviato e dei criteri di selezione applicati, d) valutazione di efficacia e di efficienza e individuazione dei primi impatti, e) valutazione della funzionalità e adeguatezza del sistema di gestione; del partenariato e dell’avanzamento istituzionale complessivo, f) valutazione della qualità e del funzionamento del sistema di monitoraggio.

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Programma cui l’Autorità di Gestione e gli altri stakeholder hanno attribuito una particolare importanza ed espresso uno specifico fabbisogno conoscitivo;

5) conclusioni sull’efficacia, efficienza e impatti e raccomandazioni per il futuro: l’analisi include, in questo caso, raccomandazioni e suggerimenti per la programmazione futura aventi l’obiettivo di massimizzare lo sviluppo socio-economico della Regione, dei settori e degli Stati membri.

Nella bozza presentata a maggio 2005 è stata fornita una descrizione puntuale dell’articolazione del Rapporto, delle tematiche indagate e degli obiettivi dell’analisi, nonché dell’approccio metodologico e delle fonti informative. La presente stesura ha sviluppato e completato l’analisi avviata nei primi mesi dell’anno, con riferimento allo stato di attuazione aggiornato al 30/06/2005, avvalendosi, dunque, dei dati di monitoraggio finanziario, fisico e procedurale; data, questa, concordata con l’A.d.G. in osservanza alle indicazioni emerse per l’aggiornamento delle valutazioni dei DocUP Ob. 2 alla riunione del 24 gennaio u.s. presso la Regione Lazio con la Commissione, il MEF e le Amministrazioni responsabili dei Programmi. Il Rapporto inoltre tiene conto delle ulteriori modifiche apportate ai documenti programmatici del DocUP Ob. 2 Marche a completamento del processo di revisione di metà periodo, formalizzate nel corso dell’ultimo Comitato di Sorveglianza che si è svolto ad Ancona il 14 giugno 20052. La prima sezione del Rapporto attiene alla VERIFICA DELL’UTILIZZO DELLE INDICAZIONI EMERSE DALL’ATTIVITÀ VALUTATIVA E, in particolare, DELL’EVENTUALE ACCOGLIMENTO DEI SUGGERIMENTI ESPRESSI DAL VALUTATORE in merito ai possibili miglioramenti e/o correzioni da apportare in occasione della revisione di metà periodo.

L’analisi si è articolata su quattro macro-ambiti sviluppati nel Rapporto Intermedio, ovvero:

l’efficacia ed efficienza delle azioni del DocUP, con riferimento ai dati di attuazione più recenti, è stato possibile, in fase di aggiornamento della valutazione, verificare i progressi realizzati e gli ulteriori margini di miglioramento in relazione alle criticità incontrate nell’attuazione degli interventi e alle soluzioni proposte dal Valutatore;

il grado di integrazione delle priorità orizzontali, ovvero protezione e sostenibilità ambientale, promozione delle pari opportunità tra uomini e donne ed eliminazione delle disuguaglianze, occupazione e mercato del lavoro, rispetto ai quali erano state espresse una serie di indicazioni al fine di favorire il raggiungimento di obiettivi strategici per uno sviluppo regionale sostenibile;

il processo di razionalizzazione dei regimi di aiuto alle PMI cofinanziati dal DocUP, un tema di specifico interesse regionale sul quale il Valutatore ha condotto un approfondimento nel Rapporto di Valutazione Intermedia allo scopo di offrire un contributo al processo in corso, attraverso l’individuazione delle eventuali problematiche, nonché delle possibili soluzioni per il loro superamento. La verifica condotta in questa seconda fase della valutazione intermedia ha l’obiettivo di esaminare l’evolversi del sistema regionale ed i miglioramenti apportati, ripercorrendo i punti chiave dello studio presentato circa due anni fa;

2 Le modifiche più significative attengono all’inserimento di una nuova misura, la 1.5 “Marketing di area, promozione del territorio e internazionalizzazione” e ad un’ulteriore revisione del Piano finanziario.

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la qualità del sistema di gestione e di monitoraggio, in questo caso l’attenzione del Valutatore si è soffermata principalmente sulla scelta della Regione di internalizzare molte funzioni gestionali, spesso delegate a strutture esterne, con la possibilità di far proprie determinate competenze, valorizzando in termini di apprendimento l’esperienza dei Fondi strutturali; come pure sul corretto funzionamento della struttura di monitoraggio in relazione agli adempimenti previsti dalle Autorità nazionali e comunitarie e alla capacità del sistema di restituire informazioni adeguate alle esigenze gestionali del Programma.

Nel complesso l’analisi ha dato esito positivo, in quanto molte criticità evidenziate dal Valutatore sono state superate e molti dei suggerimenti formulati sono stati condivisi dall’Amministrazione regionale, sebbene vi siano ancora degli sforzi da compiere in relazione ad alcuni aspetti del Programma evidenziati nel presente aggiornamento. Nella sezione successiva si procede all’ANALISI DEGLI ESITI DEL PROGRAMMA, soffermandosi in primo luogo sull’avanzamento finanziario e sulle realizzazioni al 30/06/2005, allo scopo di restituire indicazioni sullo stato di attuazione del DocUP; data, questa, in cui l’Amministrazione regionale ha proceduto ad effettuare accanto al previsto monitoraggio finanziario e procedurale, anche un aggiornamento straordinario degli indicatori fisici. Quanto alle modalità di svolgimento dell’analisi valutativa, i risultati sono stati esaminati ad un livello aggregato, di asse e di misura, al fine di verificare le capacità complessive del Programma nel perseguire gli obiettivi definiti. Accogliendo i suggerimenti della Commissione, si sono individuati allo scopo alcuni indicatori di realizzazione e risultato chiave selezionati sulla base della capacità di sintetizzare i principali effetti prodotti dalle azioni attivate e ultimate. Nell’ambito di ciascun asse di intervento sono stati, poi, sviluppati dei focus sullo stato di attuazione ad un livello più disaggregato che vanno, tra l’altro, a completare gli approfondimenti condotti nella sezione del Rapporto dedicata alla c.d. analisi focalizzata, in relazione al particolare interesse conoscitivo espresso dall’A.d.G. e dagli altri stakeholder attraverso la definizione delle domande di valutazione. Nella seconda parte del medesimo capitolo, è stata verificata la probabilità di realizzazione degli obiettivi di livello superiore, nell’ambito della quale vengono quantificati, ove possibile, i principali indicatori di impatto, sforzandosi in ogni caso di fornire una stima sulla raggiungibilità degli obiettivi complessivi del Programma a partire anche da informazioni di tipo procedurale e di contesto. Dato lo stato di attuazione del Programma ancora non sufficiente alla valorizzazione della maggior parte di questi indicatori, è stato necessario affiancare ai dati forniti dal sistema di monitoraggio, anche di una molteplicità di fonti integrative, ad esempio esaminando i contenuti delle proposte progettuali ammesse a contributo. Al fine di disporre di informazioni utili a comprendere come si sta evolvendo il contesto socio-economico di riferimento in relazione alle principali variabili socio-economiche, con particolare attenzione a quelle su cui intende intervenire il DocUP, si è proceduto ad aggiornare l’analisi di contesto, avvalendosi ove possibile dei dati disaggregati a livello comunale in modo da poter dar conto dei cambiamenti intervenuti nelle aree elegibili a finanziamento. Si ritiene infatti che le variazioni intervenute dall’avvio del DocUP ad oggi, possono senz’altro aiutare a comprendere meglio il sistema territoriale di riferimento sul quale intervengono le

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azioni del DocUP e, sebbene non sia possibile ascrivere interamente a queste i mutamenti intervenuti, le nuove opportunità e l’avvio di numerosi interventi, che vanno ad agire in molteplici ambiti, hanno senza dubbio rappresentato uno stimolo positivo in direzione degli obiettivi di sviluppo definiti a livello programmatico. L’individuazione delle domande di valutazione a partire dagli specifici fabbisogni conoscitivi dell’Autorità di Gestione (in tutte le sue parti) e degli altri stakeholder, costituisce il presupposto per la conduzione della c.d. ANALISI FOCALIZZATA di cui si fa cenno al p.to 4 del Working paper n. 9 e di cui l’UVAL ha più volte sottolineato l’importanza. Alla luce delle indicazioni emerse nel corso degli incontri realizzati presso la sede regionale nei primi mesi dell’anno e in considerazione della rilevanza della trasferibilità delle esperienze nella futura programmazione regionale e comunitaria, sono state definite le domande valutative che hanno poi costituito un riferimento costante per lo sviluppo di tre approfondimenti tematici.

A. Competitività e aiuti alle imprese

I regimi di aiuto attivati dal DocUP hanno risposto all'esigenza di accrescere la competitività delle imprese nelle aree obiettivo 2? Quali tipologie si sono rivelate più efficaci? Gli investimenti cofinanziati appaiono in grado di sostenere la competitività aziendale nel medio e lungo periodo?

In che modo gli incentivi hanno condizionato le scelte localizzative delle imprese marchigiane?

Gli interventi infrastrutturali rivolti alle aree produttive hanno creato un contesto favorevole all'insediamento di nuove imprese incentivando la realizzazione di opere di riqualificazione o completamento di aree produttive esistenti o dismesse secondo innovativi ed elevati standard tecnologici ed ambientali?

B. Esperienze positive rivolte al recupero e allo sviluppo delle aree marginali

implementando procedure attuative innovative

Come e con quali risultati è stata promossa l’integrazione degli interventi all’interno della medesima misura? Si sono sviluppate sinergie tra le azioni rivolte allo sviluppo locale attivate nell’ambito del DocUP e/o con iniziative realizzate con altre risorse comunitarie o regionali, secondo un percorso di sviluppo locale complesso?

Quali dispositivi sono stati attivati per favorire il partenariato pubblico-privato? Quali sono state le principali forme di integrazione e collegamento tra gli interventi infrastrutturali e gli aiuti alle PMI? Quali le difficoltà incontrate? Quali gli insegnamenti per il futuro?

In quali altri ambiti di intervento appare possibile replicare l’approccio sperimentato (prime ipotesi: iniziative di natura ambientale, ARSTEL)?

C. L’ambiente come priorità trasversale

La combinazione di interventi di sostegno al sistema produttivo e/o all’ambiente appare in grado di generare effetti ambientali positivi?

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1. VERIFICA DEL RECEPIMENTO DELLE RACCOMANDAZIONI FORMULATE

DAL VALUTATORE INDIPENDENTE Il primo ambito di interesse attiene alla verifica dell’utilizzo delle indicazioni emerse dall’attività valutativa ed, in particolare, dell’eventuale accoglimento dei suggerimenti espressi dal Valutatore in merito ai possibili miglioramenti e/o correzioni da apportare in occasione della revisione di metà periodo. Le attività valutative sono state incentrate, per quanto attiene l’analisi dei risultati dell’implementazione delle raccomandazioni formulate nel Rapporto di Valutazione Intermedia al 30/06/2003 e nel Documento integrativo di aggiornamento dell’analisi di efficacia ed efficienza al 31/12/2003, principalmente su un’analisi di tipo desk. I principali documenti utilizzati sono:

rapporti annuali di esecuzione;

principali documenti di programmazione (nuove versioni). Il Valutatore ha, inoltre, coinvolto i soggetti interessati all’attuazione del Programma al fine di ottenere le informazioni necessarie a completare l’aggiornamento degli aspetti per i quali aveva elaborato dei suggerimenti, in particolare i Responsabili di misura/submisura, l’A.d.G e il Gruppo di Monitoraggio. L’analisi dei risultati dell’implementazione delle raccomandazioni formulate nel Rapporto di Valutazione Intermedia del 2003 ha l’obiettivo di valutare quali siano stati i progressi effettuati, in relazione agli esiti di alcuni aspetti del Programma per i quali il Valutatore aveva elaborato suggerimenti e/o raccomandazioni. In particolare il Valutatore si è soffermato su alcuni aspetti ampiamente trattati nel Rapporto intermedio, che possono essere ricondotti all’interno di quattro ambiti di analisi:

analisi di efficacia ed efficienza,

grado di integrazione delle priorità orizzontali,

processo di razionalizzazione dei regimi di aiuto,

qualità del sistema di gestione e di monitoraggio. Tale impostazione ha permesso di verificare, con maggiore accuratezza, l’accoglimento dei suggerimenti e, più in generale, in che misura e con quali modalità siano state prese in considerazione le indicazioni e i rilievi emersi nel corso dell’analisi nel corso dell’attuazione del DocUP e, in particolare, attraverso il processo di revisione di metà periodo, evidenziando le principali innovazioni introdotte con la riprogrammazione.

A. Analisi di efficacia ed efficienza L’analisi è stata articolata per assi, concentrando la valutazione sugli aspetti già trattati nel Rapporto di Valutazione al 2003 per i quali il Valutatore aveva elaborato delle raccomandazioni.

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Per quanto attiene l’asse 1 “Sviluppo e rafforzamento del sistema produttivo”, nel documento di valutazione, in linea generale, si raccomandava un forte impegno per rendere più efficaci quelle azioni che, grazie alla propria capacità di incidere sul rinnovamento di processo e di prodotto delle imprese, potessero contribuire maggiormente all’accrescimento complessivo della competitività del sistema produttivo marchigiano. Nell’analisi delle singole tipologie di azione, il Valutatore aveva rilevato, infatti, sia nel Rapporto che nel documento integrativo sull’efficacia ed efficienza al 31/12/20033 una sostanziale difficoltà nell’attuazione di alcune misure ad elevato contenuto innovativo. Le cause di tale fenomeno sono molteplici: in primo luogo un deficit riscontrato nella funzione di programmazione, come nel caso dello strumento finanziario innovativo proposto dalla submisura 1.2.2 (fondi mobiliari chiusi), il quale ha evidenziato una scarsa rispondenza con la struttura del sistema produttivo di riferimento, determinando l’insuccesso dell’iniziativa, mentre in altre circostanze (submisura 1.3.3) l’insoddisfacente risposta da parte dei soggetti potenzialmente interessati agli interventi in esame, potrebbe essere ricondotta ad una comunicazione poco efficace con il territorio. A tal riguardo il Valutatore ha sostenuto un maggiore utilizzo dei canali di comunicazione esistenti sul territorio (CCIAA, Enti, Associazioni di categoria) e la promozione di un più intenso coinvolgimento delle associazioni professionali (commercialisti, ingegneri) a fronte dell’elevato contributo in termini di consulenza aziendale. La congiuntura sfavorevole ha frenato in parte gli investimenti delle PMI (come mostrano i numerosi casi di rinuncia rilevati), incidendo, sicuramente, sulla scelta di investimenti che potenziassero la struttura produttiva, attraverso l’introduzione di nuovi impianti, macchinari ecc., piuttosto che investimenti volti a creare per l’azienda un reale vantaggio competitivo. Probabilmente una tempistica dei bandi pianificata in modo da non creare concorrenza tra le azioni DocUP e fuori obiettivo, come suggerito dal Valutatore, potrà agevolare in futuro la partecipazione dei soggetti beneficiari anche ad azioni a contenuto innovativo. Per ovviare a tali difficoltà di attuazione, sono state apportate delle modifiche e delle integrazioni allo scopo di rafforzare l’efficacia delle iniziative e ampliare la gamma degli interventi a contenuto innovativo. Ad esempio nel caso della L. 598/94 - volta a favorire l’innovazione tecnologica, organizzativa e commerciale, la tutela ambientale e la sicurezza negli ambienti di lavoro - il Valutatore ha sottolineato positivamente la scelta adottata dall’Amministrazione regionale di prevedere, oltre al contributo in conto interessi, anche l’agevolazione in conto capitale, ciò in considerazione della scarsa appetibilità della prima modalità agevolativa in periodi di recessione che di per sé presentano un basso costo del denaro. Inoltre, in accoglimento dei suggerimenti del Valutatore e dell’IPI e con riferimento all’opportunità di sostenere più efficacemente le imprese ad investire nella ricerca e lo sviluppo precompetitivo, sono stati introdotti aiuti concessi a tale scopo dalla legge in esame. La stessa Commissione nel non paper riconosce particolare valore a questa tipologia di investimento spesso trascurata dalle PMI, proprio per problemi di tipo finanziario. A tale riguardo è stato introdotto con la riprogrammazione un nuovo obiettivo specifico, “Promuovere la competitività delle PMI tramite l’innovazione tecnologica, organizzativa e commerciale, lo sviluppo precompetitivo e la ricerca industriale”, che denota un forte interesse verso tali temi e una volontà di superare le difficoltà procedurali, finanziarie e culturali

3 Con il documento in oggetto il Valutatore intendeva non solo offrire un quadro più aggiornato dell’avanzamento del Programma e del raggiungimento degli obiettivi prefissati, ma sviluppava, in accordo con l’Amministrazione regionale, una verifica delle proposte per la riprogrammazione del DocUP e della loro adeguatezza sia per far fronte alle problematiche emerse, sia rispetto ai suggerimenti e alle considerazioni dello stesso Valutatore, come pure della coerenza delle modifiche individuate con gli orientamenti espressi dalla Commissione nel c.d. non paper.

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incontrate dalle piccole e piccolissime imprese artigiane e industriali, che operano in settori tradizionali e che rappresentano la realtà dominante del tessuto produttivo marchigiano. Gli sforzi in questa direzione sono ravvisabili nell’incentivo dato per gli investimenti legati all’introduzione di nuovi modelli organizzativi, che valorizzino le competenze delle risorse umane utilizzandole come fattore di successo, e di innovazioni commerciali attraverso lo sviluppo di nuovi canali distributivi che l’azienda può usare per allargare il proprio mercato. La maggiore rilevanza di azioni volte all’innovazione del sistema, in particolare attraverso la ricerca e lo sviluppo precompetitivo, è coerente con l’obiettivo stabilito al vertice europeo di Lisbona di fare dell’UE “l’economia basata sulle conoscenze più competitiva e dinamica del mondo”, finalità presente anche nella strategia di sviluppo prevista per il prossimo periodo di programmazione4. Tali orientamenti vengono ribaditi nell’ambito di interventi infrastrutturali, come dimostra la volontà della Regione di elevare gli standard di efficienza delle aree produttive esistenti; difatti, in questo secondo periodo di programmazione, si sono rese più selettive le procedure di selezione dei progetti, favorendo gli interventi di elevato rilievo ambientale ed azioni ad alto livello tecnologico (fibre ottiche, wireless, interventi afferenti alla salute e sicurezza all’interno delle aree produttive, atterraggio eliambulanze, etc). Sono state in tal modo colmate anche le lacune di tipo programmatico sottolineate dal Valutatore con riferimento al primo bando della submisura 1.4.2, ove mancava una chiara definizione delle aree ecologicamente attrezzate previste dal C.d.P., così come apparivano scarsamente efficaci i meccanismi premiali a favore di interventi in grado di elevare il livello tecnologico delle aree produttive rispetto all’infrastrutturazione primaria. Allo scopo di disporre di un quadro esauriente della riprogrammazione del DocUP Ob. 2 della Regione Marche, appare opportuno far riferimento alle variazioni/integrazioni apportate più di recente rispetto e con le quali si è inteso soddisfare alcune esigenze che si sono palesate anche a seguito dell’evolversi dell’assetto produttivo regionale e concernenti la questione dell’internazionalizzazione, un fenomeno che, secondo una buona parte degli addetti alla politica economica nazionale e regionale, va in qualche misura indirizzato affinché non si trasformi in una mera delocalizzazione delle attività, con conseguenze negative in termini di perdita netta di posti di lavoro. Con l’approvazione nel corso del Comitato di Sorveglianza del 14 giugno 2005 della misura 1.5, si intende rafforzare il tessuto produttivo regionale delle aree di interesse del Programma attraverso un ulteriore impulso alla promozione internazionale del sistema produttivo locale e in tal modo favorire l’attrazione di investimenti esogeni sul territorio marchigiano. Con riferimento agli aspetti finanziari, un suggerimento dato dal Valutatore e accolto dall’Amministrazione regionale ha riguardato la modifica delle procedure vigenti per alcune azioni e la semplificazione nel caso degli interventi innovativi che avevano fatto registrare delle difficoltà. 4 Il tema dell’innovazione trova spazio anche attraverso interventi immateriali tesi ad accrescere la qualità dei luoghi di lavoro. In particolare nell’ambito della submisura relativa all’introduzione di incentivi per l’acquisizione di servizi per la qualità e l’innovazione, è stata prevista la concessione di incentivi per l’acquisizione della certificazione della responsabilità sociale (norma S.A. 8000), sistema di qualità di più recente diffusione, le cui prescrizioni riguardano il rispetto delle principali regole etico-sociali del mercato del lavoro con conseguenti benefici in termini di miglioramento delle condizioni di lavoro delle imprese che vi aderiranno. Questo tema è stato inserito in conformità con le indicazioni formulate dal recente Testo Unico per gli incentivi ai settori dell’artigianato, dell’industria e dei servizi alla produzione (L.R. n. 20 del 28/10/2003), introdotto dalla Regione coerentemente con la necessità di organizzare e coordinare più efficacemente i regimi di aiuto alle imprese.

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Per le misure di aiuto alle imprese, su indicazione del Valutatore, è stato introdotto il regime notificato dove era previsto unicamente il de minimis e, laddove coesistevano entrambe le modalità, è stato applicato il principio di alternatività del contributo a scelta dell’impresa richiedente. In sostanza, tale opzione, consente alle aziende impossibilitate ad accedere al regime de minimis, a causa del raggiungimento del massimale consentito, di potersi avvalere comunque dei finanziamenti. Con riferimento alle criticità individuate dal Valutatore relative a difficoltà di tipo procedurale e/o giuridico-amministrative e risposte insoddisfacenti da parte dei potenziali destinatari/beneficiari, riscontrate per le misure dell’asse 1 sono stati fatti consistenti passi in avanti. Dal punto di vista procedurale, il ritardo che aveva interessato le submisure 1.1.1 e 1.2.1 è stato recuperato; mentre per quanto riguarda il secondo aspetto, l’individuazione delle cause del disinteresse manifestato da taluni beneficiari/destinatari ha portato ad una semplificazione delle procedure. Nel caso dell’intervento volto al riequilibrio della struttura finanziaria delle PMI industriali ed artigiane attraverso la partecipazione al capitale di rischio (submisura 1.2.2), è stata prevista una definizione meno rigorosa dello strumento finanziario da utilizzare e la trasformazione della procedura valutativa a quella a sportello, in linea con le osservazioni del Valutatore, modifiche che purtroppo non hanno portato i risultati attesi, confermando l’impressione di una netta propensione delle imprese marchigiane a ricorrere a fonti di finanziamento tradizionali. Nel caso della submisura 1.3.3, volta all’implementazione di servizi diretti alla creazione di imprese innovative, il medesimo passaggio dalla procedura valutativa a quella a sportello (DGR 1320/03) non ha portato benefici in termini di performance della misura, visto lo scarso numero di domande pervenute5; a tale situazione ha verosimilmente concorso la sovrapposizione con un intervento analogo cofinanziato dal POR Ob. 3, opportunamente evidenziata nel Rapporto di Valutazione. Rispetto all’asse 2,“Rete ecologica e riqualificazione territoriale”, che persegue obiettivi specifici di sostenibilità ambientale6, nel Rapporto al 2003 si raccomandava di colmare i vuoti programmatici e di governo e di adeguare le intensità di aiuto da erogare, soprattutto con riferimento agli interventi volti alla realizzazione di infrastrutture ambientali. Il Valutatore, in fase di riprogrammazione, ha evidenziato come tali difficoltà siano state in parte rimosse in seguito alle modifiche operate con la revisione del DocUP. Con riferimento agli ostacoli di tipo programmatico, infatti, se ne sottolinea il superamento relativamente agli interventi per il trattamento e lo smaltimento delle acque reflue e per la ristrutturazione e razionalizzazione del ciclo idrico. Per tali interventi i ritardi accumulati erano riconducibili alla mancanza dei Piani d’Ambito, che sono stati elaborati e adottati dai 5 Ambiti Territoriali Ottimali (ATO)7 istituiti sulla base dell’iter previsto dalla legge n. 36/94 (c.d. Legge Galli). Essi rappresentavano l'inquadramento programmatico necessario per l'attuazione degli interventi ne secondo triennio.

5 La semplificazione della procedura ha dato dei risultati, seppur poco significativi nel caso della misura 1.3.3, con la presentazione di 6 domande di finanziamento a fronte dell’assenza di risposte registrata con il bando ordinario. Inoltre con la riprogrammazione non è più prevista la definizione di un elenco dei fornitori, che oltre ad allungare i tempi con la pubblicazione di un bando ad hoc, era percepito come un vincolo stringente per i neoimprenditori. L’efficacia di tale provvedimento tuttavia non potrà essere verificata, in quanto la submisura non verrà riproposta nel II triennio di attuazione. 6 La conservazione e il miglioramento della qualità delle risorse idriche, la riduzione della produzione dei rifiuti e lo sviluppo del recupero e riciclo di risorse il miglioramento della capacità del territorio di sostenere la biodiversità, lo sviluppo dell’efficienza e del risparmio energetico, il miglioramento della qualità dell’ambiente urbano. 7 ATO 1 Marche Nord- Pesaro, Urbino; ATO 2 Marche Centro-Ancona; ATO 3 Marche Centro–Macerata; ATO 4 Marche Sud – Alto Piceno Maceratese; ATO 5 Marche Sud- Ascoli Piceno.

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Non sempre è stato possibile rimuovere le criticità di ordine programmatico, come nel caso della submisura 2.1.3 destinata alla bonifica di siti inquinati ed al recupero delle aree degradate, con esiti attuativi del tutto insoddisfacenti. Le cause sono da ricondurre in parte ad una scarsa capacità progettuale del territorio sia in termini finanziari che in relazione alla qualità degli interventi, ma soprattutto al mancato aggiornamento del Piano Regionale di bonifica rispetto al quale va valutata la conformità dei progetti. Per il triennio 2004-06 l’intervento viene riproposto all’interno della nuova misura 2.9, ma l’attuazione resta condizionata dall’ultimazione in tempi utili del Piano. Con riferimento all’insufficiente tasso di cofinanziamento previsto dal C.d.P. per alcuni tipologie di intervento rispetto ai livelli mediamente rilevati nelle altre regioni Ob. 2, come evidenziato nel Rapporto di Valutazione, la Regione ha provveduto ad un incremento della quota pubblica, rimovendo, in tal modo, quella che si ritiene essere stata la principale causa dello scarso interesse da parte dei potenziali beneficiari. Gli interventi oggetto dell’innalzamento del contributo pubblico fino ad un limite massimo pari al 70% sono quelli previsti dalla misura 2.1 (riproposti per il II triennio nella nuova misura 2.9) e dalla misura 2.2 (attinente il miglioramento del sistema dei rifiuti). Gli ostacoli incontrati dalle misure di cui sopra hanno comportato dei ritardi nell’avvio delle opere; a tale scopo il Valutatore aveva suggerito di porre attenzione alla fattibilità dei progetti entro i termini previsti dai regolamenti comunitari procedendo, ove opportuno, ad un adeguamento della tempistica prevista nei cronogrammi procedurali al fine di renderla coerente con gli obiettivi intermedi e finali programmati, indicazione raccolta dall’Amministrazione regionale, la quale ha provveduto a sostanziali modifiche nella tempistica con la riduzione dei tempi previsti con l’obiettivo di contenere i tempi di realizzazione degli investimenti ed, in particolar modo, di renderli maggiormente coerenti con le procedure e le scadenze previste dalle norme comunitarie per la rendicontazione e la certificazione della spesa. Oltre al ridimensionamento delle procedure in qualche caso (ad esempio la misura 2.2), sono stati introdotti nuovi criteri di selezione volti a privilegiare quei progetti che presentano tempi di realizzazione più contenuti. Al 31/12/2003 l’asse 3“Diversificazione economica e valorizzazione delle potenzialità locali” presentava nel complesso i migliori risultati attuativi, tuttavia in considerazione dei ritardi accumulati da alcune misure a causa della complessità e/o del carattere sperimentale delle procedure attivate, anche in questo caso il Valutatore ha sottolineato la necessità di porre una particolare attenzione alla tempistica prevista per la realizzazione delle misure al fine di renderla compatibile con gli obiettivi programmati. A tale riguardo le misure intraprese dalla Regione sono:

una revisione della tempistica definita per i diversi step procedurali, in parte volti a completare alcune fasi in tempi più ridotti, ove possibile, ma anche a rendere più coerente tale tempistica con le esigenze effettive riscontrate con i primi bandi (misure 3.1, 3.3 e 3.5);

l’inserimento tra i criteri di ammissibilità della disponibilità del progetto definitivo, in luogo della più vaga “disponibilità del progetto” (misure 3.2, 3.3 e 3.5);

l’inserimento tra i criteri di selezione dello stato della progettazione superiore al livello minimo di ammissibilità o dello stato di realizzazione del progetto (misura 3.2 e 3.3).

Nonostante i suddetti ritardi da imputare al carattere innovativo delle procedure attuative, l’approccio programmatico e attuativo utilizzato per alcune misure dell’asse 3 è stato

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segnalato dal Valutatore come una best practice da sviluppare sia nella Regione stessa che in altre Regioni per l’implementazione di iniziative di sviluppo locale. Il Valutatore ha, infatti, evidenziato l’utilizzo di una procedura concertativa che ha aggiunto valore agli interventi stessi, come è accaduto per gli interventi della misura 3.3 volta alla creazione di una rete di servizi socio-assistenziali flessibili e diversificati coerenti con le esigenze di ambiti territoriali sub-provinciali8. Ulteriore elemento da rilevare è l’impegno profuso per la rivitalizzazione turistica, culturale ed economica in ambiti territoriali circoscritti dove vengono promosse diverse iniziative tra loro integrate con l’obiettivo di consentire l’evoluzione del sistema territoriale mantenendone l’identità, attraverso la condivisione delle strategie, e privilegiando l’intersettorialità degli interventi. Tali azioni rappresentano un’ulteriore opportunità di partecipazione diretta del territorio alle politiche di sviluppo attraverso la valorizzazione del territorio stesso e delle proprie competenze. Alla luce di quanto evidenziato, il Valutatore ritiene pienamente coerente la scelta della Regione di destinare una parte delle risorse ottenute con l’assegnazione della riserva di premialità, a favore di tutte le misure dell’asse 3 (con l’unica eccezione della 3.4 “Sviluppo della società dell’informazione a livello locale”) in ragione delle buone performance finanziarie, della forte attenzione da parte del territorio e della strategicità dell’approccio concertativo e/o integrato. Inoltre la maggiore attenzione da parte della Regione ad uno sviluppo territoriale da favorire attraverso un approccio integrato e condiviso a livello locale emerge chiaramente con l’attivazione nel II triennio di uno strumento che viene attuato in via sperimentale ma che potrebbe rivelarsi strategico anche nella programmazione futura: le ARSTEL che dovranno operare trasversalmente attraverso la realizzazione di azioni programmate nei tre assi del DocUP. Con riferimento agli aspetti procedurali l’unica modifica apportata riguarda il regime de minimis e concerne anche per queste tipologie di azioni l’introduzione del principio di alternatività del contributo che è stato esteso all’intervento riguardante la promozione del turismo, in linea con le modifiche apportate alle misure dell’asse I.

B. Grado di integrazione delle Priorità Orizzontali Con riferimento al grado di integrazione della priorità protezione e sostenibilità ambientale9 il Valutatore aveva condiviso con lo staff dell’Autorità Ambientale Regionale la necessità di introdurre degli indicatori sintetici e di inserire e/o perfezionare alcuni indicatori ambientali per misura, nonché di integrare e/o modificare alcuni criteri di selezione al fine di garantire una valutazione più accurata dell’effettiva integrazione della tematica nel Programma. La ritardata operatività dell’A.A.R. 10, infatti, non aveva consentito inizialmente tale puntuale sorveglianza. L’avvio della sua attività, che non ha sicuramente potuto colmato il vuoto creatosi

8 La misura 3.3 assume carattere sperimentale non solo per quanto attiene il tema trattato, ma anche e soprattutto in virtù del ruolo assunto dagli Ambiti territoriali, attraverso l’istituto del Comitato dei Sindaci, quale sede naturale della concertazione tra Regione e Comuni per la pianificazione sociale. La misura recepisce pienamente l’architettura sistemica proposta nel “Piano regionale per un sistema integrato di interventi e servizi sociali 2000-2002”. 9 Lo sviluppo sostenibile, rappresenta attualmente una delle sfide più importanti in campo sociale economico e ambientale al fine di dare vita ad una società in cui la tutela dell’ambiente, lo sviluppo sociale ed economico delle comunità locali coesistano e che, attraverso una più equa distribuzione delle ricchezze, consenta il mantenimento delle risorse per le generazioni future. 10 L’A.A.R. è impegnata nella promozione della sostenibilità ambientale attraverso l’integrazione della componente ambientale nei programmi finanziati dai fondi strutturali ed è responsabile di azioni mirate al perseguimento dello sviluppo sostenibile. Relativamente a tali azioni, la sua attività, iniziata nel 2002, presuppone il

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in fase di programmazione, ha comunque portato ad alcuni risultati positivi. In particolare l’aggiornamento della VeA ambientale ha prodotto il risultato di migliorare il quadro conoscitivo della situazione ambientale regionale, anche grazie ad una maggiore attenzione alla situazione delle zone che interessano il DocUP. L’aggiornamento della valutazione di sostenibilità del DocUP ha consentito, invece, la revisione della matrice che mette in relazione le misure esistenti con otto obiettivi di sostenibilità, definiti sulla base delle indicazioni generali degli strumenti di programmazione della Regione e della situazione ambientale del territorio. Tale aggiornamento ha mostrato che le attese in fase di programmazione non sono state soddisfatte dai risultati del triennio 2000-2003. Complessivamente per il secondo periodo di programmazione si è inteso agire con più forza proprio sugli aspetti legati alla sostenibilità ambientale, per far fronte agli impegni presi con l’adesione alla risoluzione di Göteborg (DGR 859 del 17/06/2003) 11. In particolare l’A.A.R. ha stimolato l’inserimento della nuova misura (2.8) rimovendo così una carenza delle misure del DocUP in riferimento all’obiettivo della lotta ai cambiamenti climatici. La nuova misura, infatti, dovrà favorire l’efficienza energetica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili tramite l’introduzione di impianti tecnologici per la riduzione delle emissioni climalteranti, in linea con quanto stabilito dal Protocollo di Kyoto dell’11 dicembre 199712. Essa anticipa le strategie energetiche che sono confluite nel Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) approvato con DGR n. 175 del 16/02/2005. Per quanto riguarda gli indicatori ambientali, sono stati individuati due indicatori sintetici a cura dell’A.A.R. di concerto con il Valutatore, che ne aveva evidenziato l’utilità ai fini di una valutazione complessiva del Programma; un primo indicatore è di tipo quantitativo e indaga sulla percentuale di progetti a finalità ambientale all’interno di una particolare misura e/o submisura; l’altro, di natura finanziaria, consente di calcolare la percentuale di spesa ritenuta ammissibile destinata a finalità ambientale. Sono stati, inoltre, inseriti e/o perfezionati alcuni indicatori ambientali per misura, in linea con i suggerimenti del Valutatore che aveva rilevato una certa carenza. In merito ai criteri di selezione, con riferimento alla priorità in esame, l’A.A.R. ed il Valutatore indipendente avevano proposto delle modifiche e/o integrazioni, per accrescere l’efficacia complessiva degli interventi in termini di prevenzione e contenimento di impatti potenzialmente negativi e di rafforzamento di effetti potenzialmente positivi sull’ambiente, che sono state recepite, in particolar modo, con l’introduzione del criterio di adesione ad un sistema di gestione ambientale (EMAS o ISO 14001) nella misura 1.3, ma che non potranno incidere sulle azioni avviate nel I triennio di programmazione. Con riferimento alla priorità di promuovere Pari Opportunità tra uomini e donne ed eliminare le disuguaglianze, il Valutatore, in linea generale, aveva raccomandato una più efficace attività di sensibilizzazione da parte della struttura preposta alla promozione delle pari opportunità anche attraverso un più adeguato inserimento del tema nei criteri di selezione e priorità all’interno dei bandi. Nell’ambito del DocUP, la priorità trasversale in oggetto può trovare particolare spazio in termini di maggiore accesso al mercato del lavoro e mediante la creazione e il potenziamento di infrastrutture e servizi che consentono la conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa.

raggiungimento degli obiettivi di integrità degli ecosistemi, equità sociale ed efficienza dell’economia. Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo (1992 - “Conferenza di Rio”) 11 Gli obiettivi sono: la lotta ai cambiamenti climatici, la garanzia di trasporti ecologicamente validi, la riduzione dei rischi per la salute pubblica e la gestione responsabile delle risorse naturali. 12 La misura contribuirà al conseguimento dell’obiettivo di innalzare l’incidenza al 22% della elettricità prodotta da fonti rinnovabili entro il 2010 richiesto all’Italia dall’Unione Europea attraverso la Direttiva - 2001/77/CE.

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È emersa la necessità di potenziare le attività di sensibilizzazione svolta presso i soggetti coinvolti nell’attuazione degli interventi, al fine di compiere un salto di qualità nel rendere realmente operativo il rispetto del principio in esame nell’ottica del mainstreaming di genere13. La Commissione per le pari opportunità, e la Struttura P.F. Pari Opportunità della Giunta regionale, preposte a tale scopo, hanno avviato in tempi relativamente recenti una serie di iniziative e si spera che quanto prima possano rappresentare un punto di riferimento fondamentale e soprattutto una struttura di coordinamento per l’efficace integrazione del tema prioritario di competenza all’interno delle misure sia in fase di programmazione che in fase di attuazione, come è avvenuto con l’Autorità Ambientale Regionale. Per quanto attiene gli aspetti di tipo procedurale, nella prima fase di attuazione del Programma, dall’analisi condotta dal Valutatore sulle misure dell’asse 1, è emerso che, complessivamente, la politica trasversale in esame vada sostenuta con ancora maggiore efficacia all’interno dei bandi, i quali non includevano, in toto o solo in parte, i criteri premiali a favore dell’imprenditoria femminile o dell’occupazione femminile e di soggetti svantaggiati così come previsto nel C.d.P.; da un’analisi dei nuovi bandi permangono dei margini di miglioramento per rafforzare l’integrazione della priorità in esame. Per quanto riguarda il sistema degli indicatori, sono state accolte le osservazioni del Valutatore sulla opportunità di apportare modifiche/integrazioni al fine di disporre di informazioni sulla qualità dell’occupazione creata con riguardo alla componente femminile e svantaggiata, ma anche sull’impiego part-time utile alle esigenze di conciliazione, come pure sulla quota di imprese gestite o create da donne sul totale di quelle ammesse a finanziamento. La priorità occupazione e mercato del lavoro rappresenta una tematica fondamentale per il perseguimento dell’obiettivo generale del Programma di ridurre la perifericità economica e sociale e di frenare lo spopolamento dell’area obiettivo 2 della regione ed anche quella con un grado di integrazione maggiore all’interno del Programma. Per consentire una sorveglianza più accurata della sua integrazione, il Valutatore raccomandava di inserire all’interno degli indicatori di impatto esistenti la rilevazione di aspetti qualitativi, mentre dall’analisi è emerso che il tema dell’occupazione è adeguatamente sostenuto nei criteri di selezione e di priorità inseriti nel C.d.P.. In linea con il nostro suggerimento nell’ambito degli indicatori di impatto è stata introdotta la rilevazione di aspetti di tipo qualitativo in riferimento all’occupazione creata e mantenuta, quali la quota di occupazione femminile, di soggetti svantaggiati, a tempo determinato e atipici, part-time. La rilevazione dell’aspetto qualitativo, infatti, consente di misurare il reale peso dell’intervento in termini di occupazione nel tempo, tenendo appunto in considerazione la stabilità o meno dell’occupazione creata o mantenuta. Gli aspetti qualitativi dell’occupazione assumono una particolare rilevanza in regioni che, come le Marche, sono caratterizzate da una situazione di “quasi piena occupazione”, con un livello di disoccupazione “frizionale”14 ed un elevato tasso di occupazione15.

13 Il Reg. 1260/99 pone il mainstreaming di genere come vincolo al fine del raggiungimento delle pari opportunità: tale strategia contribuisce a porre il punto di vista delle donne letteralmente al centro di tutte le politiche e azioni dell’UE, promuovendo la loro partecipazione in campi o ruoli in cui la presenza femminile appare deficitaria. 14 La disoccupazione frizionale è legata ai tempi necessari alla ricerca di un nuovo lavoro e se può essere in qualche modo ridotto da un più efficiente servizio di collocamento, va comunque riconosciuto che un certo livello di disoccupazione frizionale è comunque ineliminabile. 15 Ciò non toglie che, anche in simili realtà, l’occupazione possa ancora aumentare, senza tener conto poi dei settori in difficoltà strutturale, come quello tessile, che generano significative fuoriuscite dal mercato del lavoro. Inoltre la presenza, oggi molto forte di lavori atipici, introduce ad una realtà molto più complessa dove, tra chi si può definire occupato in senso pieno e chi, invece, disoccupato in senso proprio esistono una serie di posizioni intermedie, diverse soprattutto per la quantità e la qualità di tempo di lavoro effettivamente prestate:

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Accanto ai tradizionali criteri di priorità, l’obiettivo di favorire un’occupazione di qualità è stato perseguito anche attraverso l’introduzione di incentivi per coloro che assumono a tempo indeterminato. Particolarmente positiva in questo senso appare l’esperienza della submisura 1.1.2 “Aiuti alle imprese artigiane di produzione e di servizi alla produzione” che presenta un legame diretto con la misura D1 del POR Ob. 3 prevedendo, per le aziende che assumono manodopera femminile e/o qualificata a tempo indeterminato, la possibilità di accedere agli aiuti per la formazione continua di cui alla misura del POR16. La sperimentazione di cui sopra resta tuttavia un caso isolato e l’integrazione tra i due strumenti appare limitata alla fase programmatoria senza un concreto raccordo in fase attuativa tra le diverse azioni.

C. Il processo di razionalizzazione del sistema regionale di incentivi alle imprese L’approfondimento sul tema degli aiuti alle PMI cofinanziati dal DocUP ha dato seguito alla proposta rivolta dalla Commissione Europea17 all’Autorità di Gestione di avvalersi del contributo del Valutatore per lo studio di tale tematica. L’analisi era volta ad individuare le problematiche inerenti il sistema di aiuti esistente nonché le possibili soluzioni per il loro superamento, nella prospettiva di una razionalizzazione del sistema che ne accrescesse l’efficacia complessiva. A tale scopo il Valutatore aveva raccomandato in linea generale di dare maggiore stimolo alle azioni più innovative, di rafforzare il sistema informativo relativo agli incentivi esistenti a livello locale e nazionale e di potenziare gli strumenti di coordinamento dei diversi interventi attivati sul territorio regionale. Nel seguito si riportano in sintesi i principali risultati dello studio e le principali misure intraprese dalla Regione per la c.d. razionalizzazione del sistema di incentivi a livello regionale, e soprattutto le modifiche apportate al DocUP in occasione della revisione di metà periodo per innalzare l’efficacia delle azioni rivolte al settore produttivo. Dal punto di vista della concentrazione delle risorse, la misura 1.1 era e rimane una misura centrale a cui sono destinate la maggior parte delle risorse finanziarie a favore delle PMI industriali e artigiane con particolare attenzione ai temi dell’innovazione tecnologica, organizzativa e della tutela ambientale. In linea con i suggerimenti del Valutatore di sostenere più efficacemente le imprese ad investire nella ricerca e lo sviluppo precompetitivo, sono stati introdotti aiuti concessi a tale scopo dalla legge 598/94, modificata dall’art. 54 della L. 488/99 e successivamente dall’art. 15 della L. 57/2001. Sono stati, inoltre, introdotti degli incentivi per la diffusione dell’innovazione tecnologica nelle imprese artigiane nell’ambito della submisura 2 e per l’introduzione di investimenti innovativi con particolare riferimento a

• i cosiddetti disoccupati scoraggiati e coloro che lavorerebbero solo a particolari condizioni (statisticamente assimilati alle non forze lavoro);

• gli occupati senza lavoro - che svolgono un numero di ore di lavoro inferiore a quello abituale; • gli occupati part-time involontari.

16 Con decreto n. 754 del 25/11/04 è stato approvato il nuovo bando per gli aiuti alle assunzioni (oltre ai contributi per le spese di fideiussione) ad imprese ammesse ai benefici del bando attuativo della misura 1.1.2 del DocUP, le quali, a seguito dell’investimento cofinanziato con il FESR, abbiano provveduto ad effettuare assunzioni a tempo indeterminato di soggetti inoccupati o disoccupati, residenti nella Regione, determinando un incremento occupazionale netto. 17 Il suggerimento è stato formulato in occasione dell’incontro annuale a Bruxelles del 25-26 novembre 2002.

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interventi volti a favorire sia il risparmio energetico sia l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. Per quanto attiene le procedure di accesso alle agevolazioni (automatica, valutativa a graduatoria e valutativa a sportello), le modifiche apportate in fase di riprogrammazione al C.d.P. hanno introdotto la procedura a sportello per più interventi rispetto alla versione precedente, come nel caso della submisura 1.2.1 relativa alla prestazione di garanzie ed abbattimento del costo delle operazioni di finanziamento per investimenti materiali ed immateriali. Ciò a conferma dell’analisi fatta dal Valutatore che registrava un più intenso ricorso a quest’ultima procedura allo scopo di semplificare l’accesso da parte dei beneficiari a misure a maggior contenuto innovativo. Rispetto alle tipologie di agevolazioni concesse (in c/capitale, in c/interessi e bonus fiscale), in linea con le proposte del Valutatore, è stato introdotto il regime notificato dove era previsto unicamente il de minimis, e dove coesistevano entrambe le modalità è stato applicato il principio di alternatività del contributo a scelta dell’impresa richiedente. Inoltre sono state inserite in maniera diffusa, accanto alle agevolazioni in c/interessi, quelle in c/capitale, vista la risposta dei beneficiari inferiore alle attese per alcuni interventi che prevedevano solo la prima tipologia di aiuto. Con riferimento alla necessità espressa dalla Commissione Europea di potenziare l’efficacia dei regimi di aiuto del DocUP, anche attraverso un’adeguata selezione degli interventi, l’analisi effettuata esprimeva un giudizio positivo soprattutto in funzione della scelta di adottare diffusamente procedure di selezione valutative. Tuttavia, visti i risultati inferiori alle attese per le misure a più elevato contenuto innovativo, l’attuale propensione è quella di semplificare in questi casi l’accesso agli incentivi e di intervenire soprattutto sull’oggetto delle iniziative estendendo il concetto di innovatività in linea con gli orientamenti comunitari. Il concetto di innovatività a cui si fa riferimento attiene all’introduzione dell’attività di ricerca industriale e sviluppo precompetitivo non solo per le PMI industriali ma anche per quelle artigiane, cercando di superare gli ostacoli che fino ad ora ne hanno ostacolato l’introduzione. A seguito dell’analisi condotta il Valutatore ha segnalato alcuni fattori di potenziale o effettiva criticità ravvisabili:

nel rischio di duplicazione delle iniziative a livello locale e nazionale;

nella opportunità di potenziare un sistema informativo regionale;

nel rischio di diseconomie gestionali connesse alla complessa articolazione dell’asse 1. Al fine di incrementare l’efficacia del sistema, il Valutatore ha suggerito di rafforzare il coordinamento delle azioni del DocUP con gli altri strumenti di programmazione comunitari e regionali e di predisporre un adeguato sistema di monitoraggio regionale. Con riferimento al primo aspetto, il Valutatore ha sottolineato l’importanza degli strumenti di programmazione al fine di evitare inutili sprechi di risorse ed il determinarsi di un eccesso di concorrenza fra le politiche locali. Il sistema di monitoraggio, inoltre, è ritenuto uno strumento fondamentale al fine di consentire un miglioramento continuo del sistema. Ulteriore condizione, indispensabile per un’efficace regolazione del sistema regionale di agevolazioni, è la piena operatività di un sistema di raccolta delle informazioni, che dovrebbe comprendere tutti gli incentivi attivati sul territorio. A tale riguardo, nell’ambito della convenzione con l’IPI era previsto il supporto per l’integrazione ed

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implementazione della banca dati anagrafica per la verifica del rispetto del cumulo degli aiuti e del rispetto della soglia “de minimis”, ma tale banca dati è ancora in via di definizione. La possibile soluzione suggerita per il riordino degli strumenti di aiuto era quella di predisporre una normativa quadro ad hoc, come era stato già fatto da alcune regioni Ob. 1 (Basilicata, Calabria e Campania). In linea con tale suggerimento il processo di razionalizzazione partito per la Regione Marche con l’approvazione del Piano di Sviluppo Regionale18 ha portato alla redazione del Testo Unico delle norme in materia industriale, artigiana e dei servizi alla produzione (Legge Regionale 28 ottobre 2003, n°20). Esso ha consentito una semplificazione normativa necessaria al fine di disciplinare, nel rispetto delle competenze legislative statali, interventi in materia di sostegno all’artigianato, all’industria ed ai servizi alla produzione, allo scopo di favorire la crescita e la qualificazione dell’apparato produttivo regionale. Relativamente alla necessità di contrastare il rischio di diseconomie gestionali, il Valutatore riteneva utile la ridefinizione della struttura degli interventi estremamente articolati, anche attraverso accorpamenti tra azioni similari. In tale direzione si è già registrato un parziale adattamento in fase di riprogrammazione di metà periodo, anche se l’A.d.G. riconosce nella complessità strutturale della parte del programma relativa agli aiuti, un ambito di ulteriore opportuna migliorabilità nel prossimo periodo di programmazione

D. Qualità del sistema di attuazione Il Valutatore, nell’analisi condotta sull’organizzazione dell’attuazione del Programma, ha raccomandato soprattutto di rafforzare il sistema di monitoraggio regionale strutturandolo in modo da tener conto dell’articolazione e delle specificità del DocUP e in grado di restituire informazioni rispondenti alle esigenze gestionali del Programma. Punto di forza della struttura organizzativa doveva essere rappresentato dal Gruppo regionale di Monitoraggio e Assistenza Tecnica, che però è riuscito solo in parte ad esprimere appieno le proprie potenzialità. Si tratta di una struttura, già attiva nel precedente periodo di programmazione, ulteriormente sviluppata in termini di risorse umane coinvolte e che rappresenta un importante “elemento” di raccordo tra i vari livelli attuativi e l’A.d.G.. Nel Rapporto di Valutazione Intermedia era stato valutato positivamente l’impiego di personale già impegnato nel precedente periodo di programmazione in quanto denotava la volontà da parte della Regione di internalizzare le conoscenze al fine di costruire e valorizzare un utile patrimonio di “saperi” operativi. Positivo era, inoltre, il giudizio sulla decisione di affidare all’Unità di Assistenza tecnica l’attività di supporto al livello territoriale, sia in fase di presentazione dei progetti che nella fase di avvio e gestione dei progetti stessi, in quanto ciò rendeva possibile una maggiore considerazione delle esigenze del territorio. Tuttavia, in concreto, la funzione di raccordo tra i vari livelli attuativi e l’A.d.G., e di conseguenza una migliore efficacia nella circolazione delle informazioni tra tali soggetti, ha solo in parte soddisfatto le aspettative. In diverse occasioni si è operato sulla base di obiettivi contingenti e in condizioni di emergenza, soprattutto in relazione al raggiungimento degli obiettivi intermedi (legati alla riserva di premialità e al raggiungimento del livello di spesa necessario ad evitare il disimpegno

18 Il Piano fornisce un quadro degli interventi vigenti o attivabili dalla Regione in una logica integrata con le risorse nazionali delegate nel Fondo Unico, con le risorse regionali e con le risorse comunitarie. Attraverso la predisposizione di tale quadro è stato possibile arrivare ad una semplificazione normativa ed alla selezione degli strumenti necessari al raggiungimento degli obiettivi generali.

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automatico); inoltre, non si è sufficientemente diffusa la consapevolezza presso i singoli settori responsabili delle diverse azioni finanziate dal DocUP di operare nell’ambito di un programma complesso che prevede vincoli e obiettivi intermedi, trasversali o di livello superiore di cui occorre tenere debitamente conto oltre a quelli direttamente imputabili ai singoli interventi, come dimostra anche una non sempre efficace e univoca modalità di perseguimento delle priorità trasversali. A tale situazione hanno senza dubbio contribuito i lunghi tempi occorsi per l’avvicendamento dell’Autorità di Gestione19, determinando molte incertezze e difficoltà, peraltro proprio in un momento particolarmente delicato qual è la revisione di metà periodo. Un maggiore orientamento delle attività di monitoraggio ai fini gestionali consentirebbe di verificare in modo costante l’andamento dell’attuazione degli interventi, ad esempio le rilevazioni potrebbero essere opportunamente cadenzate in funzione degli obiettivi finanziari legate al meccanismo del disimpegno automatico e/o per le misure considerate a rischio. Occorre sottolineare ad ogni modo lo sforzo dell’A.d.G. per riposizionare in modo più corretto le responsabilità tra A.d.G. stessa e R.d.M., ai fini di una migliore "circolarità" della collaborazione: gli esiti di tale impegno si sono determinati solo con la conclusione del nuovo assetto funzionale dell'Amministrazione regionale (L.R. 19/2005 approvata con D.G.R. n. 1341 del 03/11/2005). Risulta inoltre che l’'assenza o la carenza di governo regionale sulle strutture, conseguenti alla fase preelettorale di primavera e quella successiva alle elezioni, che si è conclusa solo con l'approvazione della legge 19 del 30/06/2005, a sua volta attivata con la DGR 1341/05, ha lasciato per tutto il corrente anno l'AdG con personale considerevolmente sottodimensionato, in particolare sul versante dei rapporti funzionali con i RdM e con il Valutatore esterno. La risposta della Regione rispetto alle problematiche evidenziate, si sta concretizzando in un progetto con il quale si intendono offrire soluzioni informatiche atte a gestire in maniera organizzata ma flessibile, le varie fasi di programmazione, attuazione e controllo dei programmi comunitari per il periodo 2007-2013. L’esperienza passata ha messo in evidenza l’estrema importanza di uno stretto coordinamento tra i servizi regionali al fine di accrescere l’efficienza dell’Amministrazione nel perseguire tutte le finalità intermedie e finali connesse al Programma. L’informatizzazione della gestione delle pratiche di finanziamento per agevolare il lavoro dei funzionari e dei Responsabili di Misura, ha determinato anche ulteriori vantaggi, quali la riduzione della carta circolante, l’archiviazione e catalogazione di tutti i documenti, l’eliminazione della raccolta, elaborazione e reinserimento dei dati per il monitoraggio da parte dello staff di monitoraggio, in quanto i dati saranno imputati durante il normale iter lavorativo dei Servizi preposti all’attuazione delle misure. In tal modo sarà possibile dare maggiore spazio alla verifica dell’andamento delle misure attraverso report e grafici, al fine di individuare tempestivamente gli eventuali problemi e le possibili soluzioni per utilizzare al meglio le risorse finanziarie disponibili. Infine, ma non meno importante, è la portata di un siffatto sistema in termini di semplificazione in fase di rendicontazione e di previsione delle spese; i dati saranno, poi, estratti in automatico e una volta verificati verranno inviati al Ministero. Relativamente agli aspetti strettamente tecnici, è stato migliorato il coordinamento e l’omogeneità delle informazioni raccolte attraverso la predisposizione di apposite schede per la

19 Precisamente dalla metà alla fine del 2004 il titolare dell'AdG aveva anche la responsabilità del Servizio Programmazione e Legislazione dell'Agricoltura, mentre in precedenza, dalla nomina avvenuta nell'aprile 2004 sino alla seduta del CdS di giugno 2004 non era quasi affatto intervenuto nella gestione del programma. Ancor prima, dal gennaio 2004 all’aprile 2004 il ruolo dell'AdG era vacante.

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raccolta delle informazioni finanziarie, fisiche e procedurali, in grado di fornire un valido supporto rivolto agli stessi beneficiari finali, ai fini di una corretta gestione finanziaria degli interventi20. Le carenze relative ai sistemi di monitoraggio, in primo luogo per difficoltà connesse all'utilizzo di MONITWEB, sono in via di superamento grazie alla realizzazione del software gestionale che l'Amministrazione regionale, in linea con la proposta del Valutatore, sta portando a compimento. Esso si rivela in grado di rispondere in modo efficace alle specifiche esigenze conoscitive dell'A.d.G., superando i limiti inevitabili del sistema nazionale, che non può riflettere l'estrema articolazione del DocUP marchigiano. Tale software, in grado di dialogare, attraverso il cd. protocollino di colloquio, con MONITWEB, permette di evitare la doppia imputazione dei dati nei due sistemi informativi, garantendo così il travaso dei dati più sintetici richiesti dal sistema MONIT dal sistema regionale, più complesso ed articolato, e, al contempo, una più efficace raccolta e gestione delle informazioni a livello di programma, attraverso l’inserimento automatico delle informazioni da parte di ciascun membro dello staff in un’unica banca dati, limitando l’eccessiva “personalizzazione” delle attività di monitoraggio.

20 Cfr. “Linee Guida per la compilazione delle schede di monitoraggio da parte dei beneficiari diversi dall’Amministrazione regionale”.

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2. ANALISI DELL’AVANZAMENTO GENERALE DEL DOCUP OB. 2 IN RELAZIONE AGLI OBIETTIVI PROGRAMMATI

Accogliendo le indicazioni formulate nel Working Paper n. 9, l’analisi dell’avanzamento del Programma si articola in due parti:

a) verifica delle realizzazioni e degli obiettivi raggiunti alla data di redazione del Rapporto alla luce degli target e dell’esecuzione finanziaria del Programma: concentrando l’attenzione prevalentemente sull’analisi dei risultati ottenuti ad un livello aggregato, a livello di asse e di misura, al fine di sviluppare un’analisi di efficacia e di efficienza che possa dar conto delle capacità complessive del Programma. L’esame degli esiti registrati permetterà di ottenere utili informazioni anche sulla qualità dei target determinati in fase di programmazione con l’obiettivo di valutare un possibile miglioramento in futuro;

b) verifica degli impatti raggiunti e della probabilità di realizzazione degli obiettivi, indicando ove possibile il grado in cui gli obiettivi globali sono stati raggiunti, ma prevalentemente fornire una stima sulla raggiungibilità degli obiettivi complessivi del Programma.

Occorre precisare che in occasione della revisione di metà periodo è stato modificato il Piano finanziario allo scopo di procedere all’assegnazione delle risorse acquisite con la premialità e in qualche caso alla ridefinizione della distribuzione dei fondi, tenendo conto sia delle performance finanziarie che dell’inserimento di nuove misure e azioni di intervento. Nell’insieme le risorse pubbliche si incrementano dell’11,3%, passando da € 323.806.903,00 a € 360.552.893,21. La figura che segue mostra in sintesi le variazioni apportate con il nuovo Piano finanziario a livello di misura21.

21 Il Piano finanziario qui riportato non è tuttavia quello definitivo, che era in corso di approvazione al momento della redazione del Rapporto di valutazione, come si può evincere anche dall’assenza della misura 1.5.

Variazioni apportate al Piano finanziario del DocUP - CdS del 15/12/2004

-10.000.00020.000.00030.000.00040.000.00050.000.00060.000.00070.000.00080.000.00090.000.000

100.000.000110.000.000120.000.000130.000.000140.000.000150.000.000

ASSE 1 1.1 1.2 1.3 1.4

ASSE 2 2.1 2.2 2.3 2.

4 2.5 2.6 2.7 2.8 2.9

ASSE 3 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5

ASSE 4

P.F. originario P.F. nuovo

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Osservando la distribuzione tra gli Assi e le misure a livello di intera area DocUP emerge in modo lampante la priorità assegnata all’asse I “Sviluppo e rafforzamento del sistema produttivo” (al quale spetta il 38% dell’importo totale), ribadita anche in occasione del riparto della riserva di premialità; quanto alle misure, è la I.1 “Aiuti agli investimenti produttivi ed ambientali delle PMI industriali ed artigiane” ad ottenere le maggiori risorse (con il 68% del totale dell’asse di riferimento). Significativo è anche l’incremento di fondi riconosciuto all’asse III, il quale è stato “premiato” per le buone performance registrate nel primo triennio di attuazione e per il contributo fondamentale reso per il raggiungimento degli obiettivi intermedi, ovvero nell’ottenimento della riserva di premialità e nello scongiurare il rischio di disimpegno automatico dei fondi. Come è stato ampiamente descritto nella prima sezione del Rapporto, dietro le rimodulazioni finanziarie apportate in fase di revisione, vi sono modifiche significative che, tenendo conto delle problematiche evidenziate dall’evolversi del contesto regionale anche in relazione al posizionamento nell’economia nazionale e globale, hanno riguardato la stessa strategia regionale con il rafforzamento, per il II triennio di attuazione, di interventi volti a promuovere l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo (submisure 1.1.1b2 e 1.1.2) e l’internazionalizzazione (misura 1.5), aspetti su cui la Regione intende fare leva per migliorare la competitività del sistema produttivo marchigiano, promovendo altresì un sempre maggiore sforzo sul fronte della sostenibilità ambientale degli interventi. Su quest’ultimo fronte occorre sottolineare le molte novità apportate all’interno dell’asse 2, dove sono state riproposte in modo più efficace misure rivolte al raggiungimento di importanti obiettivi specifici (razionalizzazione del ciclo idrico e del sistema dei rifiuti regionale), cui si aggiunge un interesse crescente su alcuni dei temi e degli obiettivi stabiliti dal Consiglio europeo di Göteborg e che ha portato anche all’introduzione di una nuova misura destinata all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili (misura 2.8). Altre risorse sono state destinate all’avvio sperimentale della progettazione integrata che interesserà trasversalmente misure appartenenti a tutti e tre gli assi e che verrà implementata all’interno del nuovo strumento regionale, le ARSTEL (Agende Regionali Strategiche di Sviluppo Territoriale Locale) finalizzato a favorire uno sviluppo locale coerente e integrato promosso dal territorio. 2.1 GLI OBIETTIVI RAGGIUNTI ALLA LUCE DELL’ESECUZIONE FINANZIARIA E

DELLE REALIZZAZIONI DEL PROGRAMMA AL 30/06/2005 Per l’analisi dello stato di avanzamento raggiunto dal Programma si fa riferimento al Piano finanziario approvato dal CdS del 14/12/2004 e si utilizzano i dati di monitoraggio finanziario, fisico e procedurale aggiornati al 30 giugno 200522 prodotti dalla Regione; va precisato che proprio in funzione dell’aggiornamento della valutazione intermedia l’Amministrazione regionale ha provveduto ad effettuare accanto al previsto monitoraggio finanziario e procedurale, anche una rilevazione straordinaria degli indicatori fisici23.

22 Per le sole misure 2.5 e 2.6 si dispone dei dati aggiornati al 31/12/2004. 23 I target delle submisure/misure di seguito riportati potranno in qualche caso differire dai valori del Complemento di programmazione (versione n. 5 del 14.12.2004), in vigore nel periodo di stesura del Rapporto, in quanto si sono recepite le variazioni via via apportate dai Responsabili regionali con la revisione completata lo scorso settembre.

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La performance finanziaria verrà espressa attraverso tre indicatori:

capacità effettiva di impegno, pari al rapporto tra risorse impegnate e il costo totale da rendicontare alla Commissione;

capacità di spesa o efficienza realizzativa, pari al rapporto tra i pagamenti e il costo totale da rendicontare alla Commissione;

capacità effettiva di utilizzo, espressa dal rapporto tra erogazioni e impegni ovvero quanto è stato speso rispetto all’impegnato.

L’analisi restituisce, tra l’altro, la situazione attuativa anche per area di intervento (Obiettivo 2 e phasing out) oltre a quella relativa all’intero territorio DocUP. Per un maggior dettaglio dei dati sull’avanzamento finanziario distinti per asse/misura e per area di intervento si rimanda alle tabelle riportate alla fine del presente paragrafo.

Per quanto concerne

l’avanzamento finanziario al 30 giugno 2005, gli impegni assunti ammontano complessivamente a € 214.159.838,98 mentre i pagamenti ammontano a € 131.776.688,45, pari rispettivamente al 59,4% ed al 36,55% del costo totale del Programma (€ 360.552.893,21). La distribuzione tra area

obiettivo 2 e phasing out delle somme complessivamente impegnate riflette la diversa assegnazione delle risorse prevista dal piano finanziario; infatti nel primo caso sono stati impegnati € 178.382.610,16, mentre il totale impegnato nelle aree a sostegno transitorio risulta essere € 35.777.228,82. Anche dal lato dei pagamenti si evidenzia una simile ripartizione delle risorse, con € 108.375.454,90 per l’area obiettivo 2 e € 23.401.233,55 a favore delle zone in sostegno transitorio. Rispetto ai pagamenti si evidenzia che, mentre l’indicatore della capacità di spesa dell’area Ob. 2 presenta una certa omogeneità con il valore complessivo del Programma (35,2% e 36,6%), i pagamenti nelle zone a sostegno transitorio hanno raggiunto livelli % più alti (44,7%), in linea con le prescrizioni comunitarie, in linea con le originarie prescrizioni comunitarie, le

57,9%

35,2%

60,8%68,4%

44,7%

65,4%59,4%

36,6%

61,5%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

Obiettivo 2 Phasing out Docup

Avanzamento finanziario al 30/06/05 per area di intervento

Capacità di impegno Capacità di spesa Capacità di utilizzo

Avanzamento finanziario - serie storica

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

dic-01 dic-02 dic-03 dic-04 giu-05

Capacità di impegno Capacità di spesa Capacità di utilizzo

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quali fissavano al 31/12/2007 il termine per la rendicontazione della spesa, ovvero un anno prima rispetto alla restante parte del programma24. L’andamento della spesa nel periodo di attuazione del Programma evidenzia l’avvio incerto che ha caratterizzato tutti i DocUP Ob. 2, mentre si registra un forte avanzamento negli ultimi due anni e soprattutto nel corso del 2004; nei primi sei mesi dell’anno in corso, invece, gli impegni sono aumentati percentualmente più dei pagamenti, come si evince dalla lieve flessione della capacità di utilizzo25. In linea con gli orientamenti del Working paper n. 9, di seguito è riportata l’analisi aggregata a livello di asse, in cui si dà conto dell’avanzamento finanziario e procedurale per area territoriale, dei principali indicatori di realizzazione fisica. Nel complesso lo stato di avanzamento finanziario del Programma può considerarsi positivo, anche se con differenze sostanziali a livello di asse e misura, come si vedrà nel seguito del capitolo. Prima di procedere è bene fornire qualche informazione sull’impostazione dell’analisi. Per preservare la significatività della valutazione pur attraverso un’aggregazione dei dati di monitoraggio rilevati, in qualche caso, sono state riclassificate in macrotipologie le misure che presentavano una certa omogeneità nei contenuti, così come nei rispettivi indicatori fisici. Inoltre, al fine di fornire un’analisi maggiormente esaustiva sugli esiti realizzativi degli interventi cofinanziati con il DocUP, sono stati sviluppati dei focus che vanno a completare gli approfondimenti condotti nella seconda parte del presente Rapporto, in relazione al particolare interesse conoscitivo espresso attraverso le domande di valutazione dall’A.d.G. e dagli altri stakeholder. Un’ulteriore precisazione concerne le nuove misure introdotte con la mid-term review (misure 1.5, 2.8 e 2.9) le quali, alla data considerata, non risultavano ancora attivate o l’avvio era troppo recente per poter restituire dei risultati, motivo per cui non sono essere prese in considerazione dalla presente analisi. Nella tabella successiva sono evidenziati quelli che sono stati individuati quali indicatori di realizzazione e di risultato chiave selezionati sulla base della capacità di sintetizzare i principali effetti prodotti dalle azioni attivate e ultimate.

24 In realtà con la decisione di approvazione della revisione di metà periodo, tale termine è stato allineato a quello previsto per gli interventi in sostegno ordinario, cioè il 31/12/2008, salvo che per i regimi di aiuto, laddove la data ultima di rendicontazione della spesa è fissato al 30/04/2009. 25 Ciò si può in parte spiegare osservando come, nella maggior parte dei programmi cofinanziati dai Fondi strutturali, le rendicontazioni si concentrino soprattutto nella II metà dell’anno in vista della scadenza della verifica dell’n+2.

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Ambito d'intervento Indicatori di realizzazione chiave

Aiuti materiali e immateriali alle PMI (misure 1.1, 1.2, 1.3) Imprese beneficiarie (di cui nuove)

Infrastrutture per il sistema produttivo (misura 1.4) Imprese localizzate nelle aree produttive

Condotte fognarie (km) Reti acquedottistiche (km) Superficie bonificata/recuperata (ha) N. iniziative per ridurre la produzione di rifiuti N. impianti per la gestione del ciclo dei rifiuti Superficie interessata (ha)

Infrastrutture ambientali (misure 2.1, 2.2 e 2.3)

Percorsi realizzati N. di porti riqualificati Superficie infrastrutturata per l'intermodalità (mq) N. dei sistemi a chiamata realizzati

Sistema dei trasporti (misure 2.4, 2.5 e 2.6)

N. di aree attrezzate realizzate (nodi) N. azioni promozionali e informazione N. posti letto creati/adeguati

Promozione turistica e valorizzazione del patrimonio ricettivo, culturale e storico (misure 3.1 e 3.2) N. di beni culturali, storici, naturalistici recuperati

N. di strutture o centri sociali N. di imprese sociali beneficiarie N. Comuni che attivano lo sportello per le imprese in forma telematica

Riqualificazione della rete di servizi socio-assistenziali (misura 3.3)

N. dei siti web a supporto dei circuiti culturali N. di imprese beneficiarie Sviluppo e rivitalizzazione dei centri storici

(misura 3.5) N. di enti locali beneficiari

Ambito d'intervento Indicatori di risultato chiave

Aiuti materiali e immateriali alle PMI (misure 1.1, 1.2, 1.3)

Ammontare degli investimenti effettuati dalle PMI ad integrazione del contributo Abitanti equivalenti trattati % di popolazione servita Incremento potenzialità annua di trattamento dei RSU

Infrastrutture ambientali (misure 2.1, 2.2 e 2.3)

% di incremento potenziale dei visitatori delle aree protette Sistema dei trasporti (misure 2.4, 2.5 e 2.6) Riduzione tempi operazioni smistamento merci nelle aree portuali Promozione turistica e valorizzazione del patrimonio ricettivo, culturale e storico (misure 3.1 e 3.2)

Incremento % dei posti letto

Numero di utenti dei siti e dei servizi Società dell’Informazione (misura 3.4) Numero di imprese che utilizzeranno i servizi dello sportello unico Sviluppo e rivitalizzazione dei centri storici (misura 3.5)

Ammontare degli investimenti effettuati dalle PMI ad integrazione del contributo

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2.1.1 Asse I “Sviluppo e rafforzamento del sistema produttivo”

L’attuazione delle misure dell’asse I contribuisce in maniera significativa all’ammodernamento delle imprese esistenti e a farne nascere di nuove, anche in settori non tradizionali producendo effetti sulla capacità innovativa delle imprese stesse, sulle riorganizzazioni aziendali e sulla capacità di sviluppo dei servizi al sistema produttivo. Al 30 giugno 2005 l’asse, che concentra la quota più elevata di risorse (quasi il 38% dello stanziamento complessivo), presenta, per l’area di riferimento dell’intero DocUP, impegni per € 85.051.276,97 corrispondenti ad una percentuale del 62% sul Costo Totale previsto per l’intero asse, di cui spesi € 41.722.472,24 pari al 49% del totale impegnato nel periodo preso in considerazione. La spesa effettuata è più che raddoppiata rispetto al 2003; tuttavia va segnalato un certo rallentamento dell’economia regionale reso evidente soprattutto dall’andamento della misura 1.126 che ha influito sulla capacità di spesa delle imprese marchigiane; ciò si evince, in particolar modo, dal minor numero di domande di agevolazione rispetto alle previsioni di utilizzo ed alle risorse disponibili, cui si aggiunge una notevole incidenza delle revoche per rinuncia o per mancata rendicontazione. Queste ultime pur rappresentando un fenomeno abbastanza diffuso, ha fatto registrare un’evidente concentrazione nel comparto dell’artigianato, dove le imprese presentano una dimensione piuttosto ridotta e sono pertanto più esposte ai condizionamenti esterni legati alle difficoltà congiunturali, ma anche a vere e proprie crisi strutturali di alcune produzioni settoriali. Quanto alla possibilità di soddisfare pienamente gli obiettivi programmati, in questa fase, nella quale non si sono ancora esplicati gli effetti attesi dalle modifiche apportate con la mid-term review, non possono che ribadirsi molte delle difficoltà evidenziate nel Rapporto di Valutazione Intermedia, principalmente legate ai risultati insoddisfacenti di alcune delle azioni più innovative che hanno pagato il prezzo della novità, con un riscontro deludente da parte del territorio, ad esempio rispetto ad alcuni dei servizi innovativi ancora poco conosciuti dalle imprese proposti dalla misura 1.3. In altri casi gli strumenti individuati, pur apprezzabili per il contenuto sperimentale, si sono però rivelati non adatti alle peculiarità del sistema imprenditoriale marchigiano: è questo il caso della partecipazione al capitale di rischio (submisura 1.2.2). Diverso è il caso degli interventi di natura infrastrutturale a favore delle aree produttive (submisura 1.4.2), che pur avendo fatto registrare dei buoni risultati attuativi, hanno tuttavia disatteso alcune importanti indicazioni sulle caratteristiche degli interventi che dovevano favorire la creazione di una dotazione infrastrutturale innovativa con elevati standard

26 Dall’ultimo RAE risulta che il rallentamento della spesa non ha consentito alla misura 1.1 di soddisfare pienamente gli obiettivi connessi al meccanismo dell’n+2 per il 2004.

62%

31%

49%

68%

33%

48%

71%

43%

60%

42%

13%

31%38%31%

84%

0%10%

20%30%

40%50%

60%70%

80%90%

Asse I I.1 I.2 I.3 I.4

Asse I - avanzamento finanziario al 30/06/05 per misura

Capacità di impegno Capacità di spesa Capacità di utilizzo

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tecnologici ed ambientali, elemento questo su cui si è fortemente investito con la riprogrammazione di metà periodo, ivi comprese le ARSTEL. A livello di misura, gli impegni rappresentano una percentuale che si attesta intorno al 70% delle risorse per le misure 1.1 e 1.2, mentre per le restanti misure le somme impegnate rappresentano circa il 40% delle risorse; quanto ai pagamenti, si evidenzia un ammontare delle spese sostenute elevato in termini assoluti per la misura 1.1 (€ 30.278.600,00), mentre se si considera l’avanzamento della spesa in rapporto alle risorse assegnate ed impegnate, è la misura 1.2 di ingegneria finanziaria a presentare i risultati migliori, con oltre 60% delle somme erogate, recuperando in tal modo un avvio un po’ incerto. Dal punto di vista procedurale, dei 2.376 progetti finanziati quasi la metà è stata completata (esattamente 963). Al fine di restituire un dato sintetico dell’avanzamento fisico delle azioni previste dall’asse I è stato scelto quale indicatore chiave di realizzazione il numero di imprese che hanno beneficiato delle iniziative, che in questo caso è pari a 1.007; nel complesso un buon livello di

realizzazione in relazione all’obiettivo complessivo dell’asse (3.050, ossia circa il 33%) e alle risorse sinora spese (circa il 26% del totale). Un valore destinato a crescere se consideriamo le oltre 1.400 imprese ammesse a finanziamento che non hanno ancora completato gli investimenti. Non si dispone di informazioni esaurienti sul numero di imprese di nuova creazione, con la sola eccezione delle 3 aziende rilevate nell’ambito della submisura 1.3.3. In termini di realizzazioni, la performance migliore è senza dubbio quella della misura 1.1, mentre ancora lontano dal raggiungimento degli obiettivi

programmati sono i valori realizzativi delle misure 1.2 e 1.3. La misura di ingegneria finanziaria presenta ancora, alla data della rilevazione, uno scostamento significativo rispetto al target programmato, con 51 imprese beneficiarie (submisura 1.2.1) sulle 1.000 previste. La natura delle agevolazioni concesse suggerisce un accrescimento nel tempo del numero dei destinatari delle prestazioni di garanzie e dell’abbattimento del costo delle operazioni di finanziamento.

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

Impresebeneficiarie diincentivi agliinvestimenti

Impresepartecipanti

iniziativepromozionali

Impreselocalizzatenelle areeproduttive

Impreseservite daicentri diricerca

Target Valore realizzato

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Tipologia di intervento Indicatori chiave Valore realizzato Target %

Imprese beneficiarie (di cui nuove) 1.007 3.050 33% Realizzazioni Imprese localizzate nelle aree produttive 41 50 82% Ammontare degli investimenti effettuati dalle PMI a integrazione del contributo* 119,9 195 61,5%

Aiuti materiali e immateriali alle

PMI (1.1, 1.2, 1.3) Infrastrutture per il sistema produttivo

(1.4) Risultati

Numero di nuove imprese localizzate 26 40 65% * I valori riportati fanno riferimento alla sola misura 1.1, non disponendo dei dati relativi alla misura 1.2

Data la complessa articolazione delle misure dell’asse 1 in interventi molto diversi tra loro, nel prospetto successivo si riassume l’avanzamento procedurale di ciascuna delle tipologie di intervento in modo da offrire un quadro d’insieme del diverso contributo fornito in termini di imprese coinvolte.

Misure/submisure/ interventi

Imprese finanziate

Di cui hanno completato

gli interventi Target Revoche

1.1.1a - L. 488/92 122 13 12 1.1.1b1 – L. 341/95 184 0 0 1.1.1b2 – L. 598/94 295 277

250 0

1.1.2 460 240 500 102 1.1

1.1.3 293 157 280 35 1.2.1* 94 84 1000 1 1.2 1.2.2 0 0 5 - 1.3.1 731 201 600 1.3.2 179 29 400 1.3

1.3.3** 6 6 15 121

1.4.1 Imprese servite 750 1000 1.4

1.4.2 Imprese insediate 41 50

* In questo caso 94 sono i progetti ammessi a finanziamento (35 dei quali completati), mentre 84 sono le imprese beneficiarie. ** Per la submisura 1.3.3 volta alla creazione di imprese innovative i valori riportati fanno riferimento all’indicatore “n. di utenti”; il completamento dei progetti ha permesse di creare 3 nuove imprese (indicatore di risultato).

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Focus sulle misure di aiuto alle imprese La misura 1.1, avente come obiettivo il rafforzamento dei sistemi produttivi mediante il sostegno agli incentivi alle imprese industriali ed artigiane, come già evidenziato, si articola in tre submisure:

• submisura 1.1.1 – Aiuti agli investimenti produttivi delle PMI industriali, la quale a sua volta si articola in tre interventi: a) Incentivi a sostegno dei programmi delle piccole e medio imprese locali,

prevedendo il cofinanziamento della legge 488/92; b) Incentivi diretti ed agevolazioni fiscali per la realizzazione di investimenti

finalizzati all’ammodernamento, all’aggiornamento tecnologico degli impianti ed al miglioramento della sostenibilità ambientale delle PMI locali, prevedendo il cofinanziamento delle leggi 341/95 e 598/94

• submisura 1.1.2 – Aiuti agli investimenti delle imprese artigiane di produzione e di servizi alla produzione, i quali hanno come obiettivo soprattutto l’ammodernamento, l’ampliamento, la ristrutturazione degli impianti produttivi.

• submisura 1.1.3 – Aiuti per la riconversione ecologica delle PMI industriali e artigiane, per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e salute nell’ambiente di lavoro e per il risparmio energetico, la quale è finalizzata alla concessione di incentivi alle PMI per l’introduzione di investimenti innovativi atti a prevenire o comunque ridurre l’impatto ambientale dei loro processi produttivi.

Al 30/06/2005 l’avanzamento effettivo della misura interessa tutte le submisure; come si evince nel grafico, infatti, per l’intera area DocUP si evidenziano pagamenti per un totale di € 30.278.600 pari al 33% del costo totale. I risultati evidenziano un significativo avanzamento anche da un punto di vista procedurale, poiché nel complesso dei 1.354 progetti finanziati ne sono stati completati 687 (ovvero il 51%).

Nel dettaglio, la submisura 1.1.1 ha impegnato un ammontare molto elevato pari a circa l’89% delle risorse. I progetti di investimento completati dalla legge n. 488/92 sono stati 13 su un totale di 122 finanziati, mentre con la legge 598 sono stati conclusi 277 progetti sui 295 finanziati; non risultano ancora ultimati i 184 progetti finanziati con la legge 341/95. In totale, quindi, come evidenziato nella tabella che segue, i progetti conclusi hanno permesso la realizzazione di un numero di imprese beneficiarie superiore rispetto al target programmato (290 su 250).

Misura I.1 - avanzamento finanziario al 30/06/05

67%

53%

89%

68%

40%32%29%33%

59%60%

32%

48%

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

I.1 I.1.1 I.1.2 I.1.3

Capacità di impegno Capacità di spesa Capacità di utilizzo

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Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

Ecosfera S.p.A. 29

Sempre con riferimento alla submisura 1.1.1, vanno segnalate le numerose preferenze accordate alla L. 598/94, che indica una crescente attenzione alla innovazione tecnologica, commerciale e organizzativa, con riflessi senz’altro positivi per il prioritario obiettivo di rafforzare la competitività del sistema produttivo marchigiano proprio in risposta alle difficoltà che sta incontrando l’economia regionale. La submisura 1.1.2, riferita alle imprese artigiane, ha consentito di finanziare, al 30/06/2005, un totale di 460 progetti, di cui ultimati 240; risultato positivo per uno strumento molto apprezzato in una regione caratterizzata da un rilevante numero di imprese artigiane, anche se in parte offuscato, tenendo conto dal crescente numero di revoche/rinunce (102), un valore molto alto anche rispetto al totale registrato a livello di misura (149). Il fenomeno è senza dubbio da ricondurre al difficile momento congiunturale che sta condizionando la propensione agli investimenti nelle realtà produttive di minori dimensioni, e in particolare quelle del comparto artigiano, che operano nei comparti manifatturieri tradizionali. Tra tutti sono particolarmente interessanti i risultati ottenuti nella submisura 1.1.3 “Aiuti per la riconversione ecologica delle PMI industriali ed artigiane, per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di salute nell’ambiente di lavoro e per il risparmio energetico”, la quale presenta una buona percentuale di avanzamento procedurale, avendo concluso 157 progetti dei 293 finanziati, nonostante l’elevato numero di progetti revocati/rinunciati (38), ed evidenziata anche da una migliore capacità di spesa dei fondi, con un rapporto tra importo speso e costo totale pari a circa il 40%. Il successo della submisura, sia in termini di progetti finanziati che di risorse impegnate e spese, evidenzia un risultato molto importante e nient’affatto scontato, confermando una crescente attenzione alla sostenibilità ambientale da parte delle imprese, soprattutto in relazione al problema sempre attuale di riuscire a rendere compatibile la crescita del sistema produttivo con le priorità e i vincoli di carattere ambientale. La misura 1.2 fa riferimento ad iniziative di ingegneria finanziaria aventi come obiettivo principale quello di favorire l’accesso al credito promuovendo il riequilibrio della struttura finanziaria delle PMI industriali ed artigiane attraverso forme tradizionali di finanziamento per gli investimenti materiali ed immateriali (Fondo di Garanzia e Fondo di abbattimento del costo delle operazioni) e quelle più innovative di partecipazione al capitale di rischio per lo sviluppo ed il consolidamento organizzativo. I progetti complessivamente finanziati sono 94, tutti nell’ambito della submisura 1.2.1, di cui 49 per il fondo di garanzia e 45 per quello di abbattimento degli interessi, ed è nell’ambito di quest’ultimo che si registrano le prime conclusioni (35). Come si evince dal grafico, al 30/06/2005, l’avanzamento finanziario può essere analizzato solo da un punto di vista della submisura 1.2.1, in riferimento alle “Prestazioni di garanzie ed abbattimento del costo delle operazioni di finanziamento per investimenti materiali ed immateriali”, la quale pur essendo partita con un certo ritardo, si è distinta nell’ultimo anno per un’ottima performance finanziaria: ottima capacità di impegno, pari al 100% e buona capacità

Misura I.2 - avanzamento finanziario al 30/06/05

100%

71%

0%

60%

43%

60%60%

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%110%

I.2 I.2.1 I.2.2Capacità di impegno Capacità di spesa Capacità di utilizzo

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Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

Ecosfera S.p.A. 30

di utilizzo (il 60%). Nonostante i buoni risultati da un punto di vista finanziario, non si è registrato un significativo avanzamento riconducibile ai dati di realizzazione fisica in riferimento al numero di imprese beneficiarie, in quanto, rispetto al target di previsione pari a 1.000, per ora hanno beneficiato degli interventi derivanti dalla submisura 1.2.1 84 imprese, ovvero l’8,4%. Mentre è stato raggiunto un buon risultato da un punto di vista di volume dei Fondi costituiti, rispettivamente 2,2 M€ per il Fondo di Garanzia e 3,09 M€ per il Fondo di abbattimento del costo delle operazioni di finanziamento. Restano del tutto insoddisfacenti gli esiti della submisura 1.2.2 per la partecipazione al capitale di rischio: sebbene se ne apprezzi la portata innovativa, occorre sottolineare l’inadeguatezza dello strumento proposto rispetto alle caratteristiche delle imprese marchigiane, la cui ridotta dimensione le rende evidentemente poco propense a ricapitalizzarsi estendendo la partecipazione al capitale di rischio a soggetti terzi. La misura 1.3, volta a stimolare l’acquisizione dei servizi innovativi necessari per la promozione della competitività e la crescita occupazione del sistema imprenditoriale, presenta una capacità di spesa ancora molto bassa pari al 13% con risultati inferiori a quelli attesi dovuti sia alla congiuntura negativa, dimostrata dalla presenza di un numero elevato di revoche che al carattere fortemente innovativo di alcune submisure (1.3.2 e 1.3.3), le quali hanno proposto servizi poco conosciuti al mondo imprenditoriale marchigiano, che pertanto hanno manifestato un interesse inferiore a quello auspicato. Con riferimento alle realizzazioni, l’avanzamento fisico mette in evidenza, al 30 giugno 2005, il

completamento di 235 progetti su un totale 795 finanziati (al netto delle 121 revoche/rinunce registrate). Di questi, 201 sono le imprese che hanno ultimato gli investimenti per la submisura 1.3.1, 11 delle quali gestite da donne, un risultato molto positivo in un’ottica di maggiore diffusione dell’imprenditoria femminile in linea con la priorità trasversale delle Pari

Opportunità tra uomini e donne. I servizi maggiormente richiesti dalle imprese sono stati quelli per le certificazioni di qualità (submisura 1.3.1), con buoni risultati in termini di certificazioni effettivamente ottenute (55% del totale); nel caso delle iniziative rivolte alla commercializzazione e all’internazionalizzazione (submisura 1.3.2), sebbene il numero di imprese beneficiarie non abbia raggiunto il target, sono comunque molte quelle che hanno ampliato i mercati di riferimento (20%) o sono divenute esportatrici (90%), valori rispettivamente uguali o superiori all’obiettivo stimato. Sono solo 3, invece, le domande ammesse per l’avvio di attività innovative (submisura 1.3.3), un risultato legato alle difficoltà sopra citate, probabilmente aggravato da procedure complesse e dalla concorrenza di iniziative analoghe finanziate dal POR Ob. 3.

Misura I.3 - avanzamento finanziario al 30/06/05

9%

36%

47%42%

6%9%

16%13%

63%

24%

34%31%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

I.3 I.3.1 I.3.2 I.3.3

Capacità di impegno Capacità di spesa Capacità di utilizzo

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Ecosfera S.p.A. 31

La misura 1.4 ha come obiettivo precipuo sostenere l’efficienza del sistema produttivo regionale, attraverso il miglioramento della dotazione e della funzionalità delle infrastrutture per la localizzazione delle imprese, caratterizzate da elevati standard tecnologici e ambientali. La presente misura è quella che evidenzia un migliore avanzamento finanziario da un punto di vista di capacità di utilizzo, con un totale pagamenti pari a € 3.505.743,75 a fronte di un importo impegnato di € 4.194.484,28 per una capacità di utilizzo dell’84%, concentrata nella sola area Obiettivo 2. Per quanto concerne la realizzazione fisica, è possibile osservare che la misura ha permesso la

qualificazione, per l’offerta di servizi innovativi ed avanzati dell’impresa, di una struttura nell’ambito della submisura 1.4.1, in grado di servire circa 750 imprese. In riferimento alla submisura 1.4.2, dei 10 progetti finanziati, ne risultano conclusi 4, di cui 1 in provincia di Ancona, 1 in provincia di Pesaro e Urbino, e 2 realizzati nella provincia di Macerata, i quali, nel complesso, hanno permesso di attrezzare una superficie di 13,42 ha rispetto ai 20

stimati dove sono localizzate 41 imprese, 26 di nuova localizzazione. I progetti ancora da completare sono relativi ad opere di urbanizzazione primaria; a tale riguardo si sottolinea che in occasione della riprogrammazione di metà periodo, la submisura 1.4.2, oltre a ricevere risorse aggiuntive, è stata modificata, rafforzando i meccanismi selettivi a favore di interventi in grado di elevare il livello tecnologico e la compatibilità ambientale delle aree produttive. Inoltre gli interventi a favore delle aree produttive saranno finanziabili nell’ambito dello strumento sperimentale di programmazione integrata denominato ARSTEL (Agende Regionali Strategiche per lo Sviluppo Territoriale Locale). 2.1.2 Asse II “Rete ecologica e riqualificazione territoriale”

L’asse II, avente come obiettivo il miglioramento della rete ecologica e la riqualificazione ambientale, presenta una capacità di impegno pari al 54% sul totale delle risorse ed il raggiungimento di buoni livelli di performance in termini di spesa, messi in risalto dalle percentuali molto elevate della capacità di utilizzo (data dal rapporto tra pagamenti ed impegni), pari all’83,59% per l’intero DocUP, con una concentrazione più elevata nell’area obiettivo 2 rispetto alle zone a sostegno transitorio, mentre il rapporto tra spesa effettuata e risorse assegnate è superiore al 45%.

Misura I.4 - avanzamento finanziario al 30/06/05

36%

86%

38%31%

45%

31%

87%

52%

84%

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

I.4 I.4.1 I.4.2

Capacità di impegno Capacità di spesa Capacità di utilizzo

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Ecosfera S.p.A. 32

Nell’insieme gli interventi connessi alla “rete ecologica e riqualificazione territoriale” presentano una capacità di spesa e di utilizzo dei fondi superiore agli altri, un risultato senz’altro positivo soprattutto se si pensa alla bassa performance evidenziata dai dati di monitoraggio al 31/12/2003. Hanno contribuito particolarmente ad accrescere il livello dei pagamenti, con valori della capacità di spesa superiori rispetto alla media complessiva del DocUP, la misura 2.1, sebbene ciò sia in parte da imputare alla cospicua riduzione delle risorse operata con la riprogrammazione, e la misura 2.5, per la realizzazione di sistemi intermodali. Il superamento degli ostacoli di tipo programmatico relativamente agli interventi per il trattamento e lo smaltimento delle acque reflue e per la ristrutturazione e la razionalizzazione del ciclo idrico, permette un certo ottimismo rispetto al raggiungimento degli obiettivi programmati. Per tali interventi i ritardi accumulati sono riconducibili alla mancanza dei Piani d’Ambito, che sono stati elaborati ed adottati dai 5 Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) istituiti sulla base dell’iter previsto dalla legge n. 36/94 (c.d. Legge Galli). Tra l’altro essi rappresentano l'inquadramento programmatico necessario per l'attuazione degli interventi ne secondo triennio. L’innalzamento del tasso di cofinanziamento fissato per alcuni tipologie di intervento relative al ciclo idrico e al sistema dei rifiuti adeguato ai livelli mediamente rilevati nelle altre regioni ob. 2, ha consentito di rimuovere l’altro fattore che ha determinato uno scarso interesse da parte dei potenziali beneficiari nel primo periodo di attuazione. Gli interventi oggetto dell’innalzamento del contributo pubblico fino ad un limite massimo pari al 70% sono quelli previsti dalla misura 2.1 (riproposti per il II triennio nella nuova misura 2.9) e dalla misura 2.2. Come si è detto permane il vuoto programmatico per le azioni di bonifica di siti inquinati ed al recupero delle aree degradate (mancato aggiornamento del Piano Regionale di Bonifica rispetto al quale va valutata la conformità dei progetti), che ha portato, insieme ad una scarsa capacità progettuale del territorio sia in termini finanziari (anche in questo caso il tasso di contribuzione non è apparso sufficiente rispetto alle possibilità dei soggetti che operano sul territorio regionale dell’obiettivo 2) che in relazione alla qualità degli interventi, ad esiti attuativi del tutto insoddisfacenti. Per il triennio 2004-06 l’intervento viene riproposto all’interno della nuova misura 2.9, ma l’attuazione resta condizionata dall’ultimazione in tempi utili del Piano.

54%

45%

84%81%

73%

90%

44%

34%

76%69%

56%

81%

41%

40%

99%104%

68%66%

43%

39%

92%

18%

11%

64%

0% 0%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

120%

Asse II II.1 II.2 II.3 II.4 II.5 II.6 II.7 II.8 II.9

Asse II - avanzamento finanziario al 30/06/05 per misura

Capacità di impegno (b/a) Capacità di spesa (c/a) Capacità di utilizzo (c/b)

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Ecosfera S.p.A. 33

Quanto alle realizzazioni fisiche, la tabella che segue illustra i principali esiti attuativi rispetto ad alcuni indicatori chiave definiti rispetto a due macrotipologie di intervento: le infrastrutture ambientali e i trasporti. Tipologia di intervento Indicatori chiave Valore

realizzato Target %

Condotte fognarie (km) 40 10 400% Reti acquedottistiche (km) 36 40 90% Superficie bonificata/recuperata (ha) - 30 - N. iniziative per ridurre la produzione di rifiuti 7 8-10 77,8% N. impianti per la gestione del ciclo dei rifiuti 8 16 50,0% Sostegno alla rete ecologica regionale: Superficie interessata (ha) 1.121,75 2.000 56,1%

Realizzazioni

Percorsi realizzati (km) 64 60 107% Abitanti equivalenti trattati 11.080 20.000 11 volte % di popolazione servita 100% 40% 250% Incremento potenzialità annua di trattamento dei RSU 4.432 t/a 10.000 t/a 44,3%

Infrastrutture ambientali

(misure 2.1, 2.2 e 2.3)

Risultati

% di incremento potenziale dei visitatori delle aree protette 15% 4% 375%

N. di porti riqualificati 4 4 100,0% Superficie infrastrutturata per l'intermodalità (mq) 4.500 29.210 15,4%

Trasporto pubblico locale: N. dei sistemi di chiamata realizzati - 15 -

Realizzazioni

N. di aree attrezzate realizzate (nodi) 3 16 18,8%

Sistema dei trasporti

(misure 2.4, 2.5 e 2.6)

Risultati Riduzione tempi operazioni smistamento merci nelle aree portuali 15% 10-15% 100%

Fonte: elaborazioni Ecosfera su dati della Regione Marche Come si evince dalla tabella precedente, il primo insieme di interventi presenta risultati piuttosto soddisfacenti, superando in certi casi i valori attesi, come nel caso di alcuni interventi connessi al miglioramento della gestione delle risorse idriche e al sostegno al sistema delle aree protette ed al sistema dei Centri di Educazione Ambientale. Nessun risultato, invece, è stato raggiunto dalle azioni destinate alla bonifica dei siti inquinati ed i recupero delle cave abbandonate (submisura 2.1.3), principalmente a causa delle problematiche connesse alla mancata presentazione di progetti a finanziamento, resa ancor più complessa dal protrarsi delle attività di aggiornamento del Piano di Bonifica. In altri casi, a fronte di buone performance finanziarie, non si registrano ultimazioni, come nel caso delle misure 2.5 e 2.6 nell’ambito sistema dei trasporti che hanno finanziato in totale 55 progetti, nessuno dei quali è stato completato. Soddisfacente rispetto agli obiettivi programmati è la misura rivolta alla riqualificazione delle strutture portuali. L’articolazione delle azioni dell’asse 2 in numerose submisure e tipologie di intervento, spesso assai diverse tra loro, rende alquanto riduttiva un’analisi sintetica, pertanto è stata sviluppata una più ampia trattazione nell’approfondimento che segue.

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Ecosfera S.p.A. 34

Focus sulle misure per la riqualificazione della rete ecologica e territoriale Come si è detto, un risultato positivo dal punto di vista finanziario è stato raggiunto dalla misura 2.1 con riferimento agli interventi destinati al miglioramento della gestione delle risorse idriche, dotando le zone sprovviste di tali infrastrutture o rafforzando quelle esistenti secondo una logica di sostenibilità ambientale; in particolare, la misura ha fatto registrare un buon avanzamento finanziario con pagamenti ed impegni coincidenti pari a € 25.708.379,51, e dunque una capacità di utilizzo quasi del 90%, con capacità di impegno e spesa anch’esse molto elevate27. Nonostante i risultati registrati, il permanere delle difficoltà legate al basso livello di contribuzione, incidenti sulle aspettative di capacità di assorbimento della dotazione finanziaria, ha determinato la costituzione di una misura nuova, la 2.9 attraverso la quale si intende garantire nel secondo triennio di attuazione una percentuale di contributo più elevata. Da un punto di vista di avanzamento fisico, per la submisura 2.1.1, concernente i sistemi di smaltimento e trattamento delle acque reflue, sono stati evidenziati risultati più significativi. Infatti, dal confronto tra valori realizzati e target di previsione nella tabella che segue, emerge la buona performance della submisura, con la quale sono stati completati 40 km di condotte fognarie (4 volte il target). La submisura 2.1.2 riguardante la “Ristrutturazione e razionalizzazione del sistema idrico”, fa registrare la conclusione di 3 progetti e la razionalizzazione di 36 Km di reti acquedottistiche rispetto ad un target di 40 km. L’avanzamento fisico della submisura nel complesso risulta essere inferiore alle attese, principalmente a causa di una bassa qualità dei tre progetti ammessi a finanziamento, tutti quanti conclusi e collaudati; in particolare, solo in un caso, ovvero nell’ampliamento e razionalizzazione della rete, vengono utilizzate tecnologie innovative con l’obiettivo del risparmio energetico e dell’aumento dell’affidabilità del sistema; mentre gli interventi rivolti alla rilevazione e informatizzazione delle reti non produrranno effetti rilevanti. Quanto alla submisura 3 sono già state espresse precedentemente considerazioni rispetto all’insuccesso dell’iniziativa. Particolarmente strategica dal punto di vista ambientale appare la misura 2.2, finalizzata a migliorare il sistema di gestione dei rifiuti marchigiano che ha visto il finanziamento di 24 progetti, di cui 10 completati. Da un punto di vista finanziario presenta una buona capacità di utilizzo (il 75,86%), con pagamenti pari a € 8.876.233,91 ed impegni pari a € 11.700.922,19. Inferiori rispetto alla media di asse risultano, invece, la capacità di spesa e di impegno, pari 27 A tale riguardo occorre sottolineare che è stato il finanziamento di alcuni progetti coerenti nell’ambito della submisura 2.1.1 a permettere di raggiungere un livello di spesa decisamente soddisfacente in un lasso di tempo relativamente breve, soprattutto se si considera che si tratta di interventi infrastrutturali.

Misura II.1 - avanzamento finanziario al 30/06/05

81%

114%

32%

73%

102%

32%

90% 90%100%

0%0%

20%

40%

60%

80%

100%

120%

II.1 II.1.1 II.1.2 II.1.3

Capacità di impegno Capacità di spesa Capacità di utilizzo

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Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

Ecosfera S.p.A. 35

rispettivamente al 33,63% ed al 44,33%. Lo stato di avanzamento fisico risulta essere abbastanza positivo, soprattutto per la submisura 2.2.1, la quale, in riferimento alla riduzione della produzione di rifiuti, attraverso interventi di natura sperimentale, ha permesso il coinvolgimento di un numero maggiore di Enti rispetto a quanto previsto (ovvero 32 enti rispetto ad un target di 15) ed il finanziamento di 18 progetti, dei quali 7 sono stati ultimati. In particolare va evidenziata un’iniziativa che ha riscosso notevole successo: la riduzione dei flussi di rifiuti nelle sagre e nelle feste locali, attraverso l’eliminazione delle stoviglie “usa e getta”, ed ha coinvolto oltre 130 sagre, divenendo così anche un valido veicolo di informazione per sensibilizzare i cittadini circa le problematiche dei rifiuti stessi. Tra le altre iniziative promosse vale la pena di segnalarne alcune che hanno ricevuto una maggiore attenzione, ossia le azioni rivolte alla diffusione della pratica del compostaggio domestico presso 900 soggetti privati, valore quasi doppio rispetto all’obiettivo iniziale di 500, come pure la riduzione della produzione dei rifiuti sanitari (con particolare riferimento a quelli a rischio chimico) che ha più che triplicato i risultati attesi (con una riduzione 68.563 kg di rifiuti liquidi)28. La misura 2.3 è destinata alla valorizzazione e al sostegno del sistema regionale delle aree protette, delle potenzialità paesaggistiche, artistiche e culturali presenti nelle aree interne come pure dei Centri di Educazione Ambientale (CEA); questa ha fatto registrare degli ottimi risultati sia da un punto di vista finanziario che fisico, soprattutto grazie alla capacità di spesa registrata per le submisure 2.3.2 e 2.3.3 (rispettivamente del 75% e del 61%). I dati procedurali fanno registrare l’ultimazione di 16 progetti su 45 finanziati, il che consente di essere particolarmente ottimisti circa il superamento degli obiettivi programmati, già allo stato attuale pienamente soddisfatti. La submisura 2.3.1 contribuisce alla conservazione di un elevato numero di specie (43 su 50) e di habitat conservati (6 in linea con le attese). Come si può desumere dai risultati finanziari, i

completamenti riguardano soprattutto, la submisura 2.3.2, con 7 progetti conclusi su un totale di 16 finanziati, i quali hanno permesso la realizzazione di 64 km di sentieri (sui 60 programmati) e 38 tra aree attrezzate realizzate ed edifici ristrutturati (oltre tre volte il valore atteso), opere destinate a favorire la conoscenza e la fruibilità delle aree naturali della regione. Molto soddisfacenti

anche gli indicatori di risultato, in particolare per quanto attiene l’incremento potenziale dei visitatori delle aree protette (15% sul 3% stimato) e dell’utenza servita dai CEA (30% rispetto al 5%); questi ultimi sono finanziati dalla submisura 2.3.3, la quale avendo lo scopo di educare i più giovani al rispetto per l’ambiente, costituisce un vero e proprio investimento per la sua salvaguardia. 28 Il successo di quest’ultima iniziativa assume una valore maggiore per la capacità dimostrata dal Servizio regionale di adeguarsi rapidamente ai nuovi regolamenti del settore sanitario, le cui modifiche avevano in un primo momento ostacolato l’attuazione degli interventi.

Misura II.3 - avanzamento finanziario al 30/06/05

69%

45%

91%70%

56%

32%

75%

61%

81%70%

83%86%

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

II.3 II.3.1 II.3.2 II.3.3

Capacità di impegno Capacità di spesa Capacità di utilizzo

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Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

Ecosfera S.p.A. 36

La misura 2.4 è destinata alla riqualificazione delle aree portuali attraverso interventi di tipo infrastrutturale volti allo sviluppo delle attività produttive e commerciali legate alla filiera pesca. Essa presenta una capacità di spesa in linea con la media di asse ed ha utilizzato tutti i fondi impegnati nel corso del primo triennio. Quanto alle realizzazioni, con il primo bando sono stati completati tutti i 7 interventi finanziati, che hanno riguardato, tra l’altro, la realizzazione dei 2 scali di alaggio, la ristrutturazione o sistemazione di 5 banchine ormeggio e di 1.950 metri lineari di banchine sui 450 programmati, la messa in sicurezza di 4 porti, ovvero tutti interventi miranti ad ottenere una maggiore efficienza attraverso la velocizzazione della movimentazione delle merci e la fruibilità degli spazi, aumentando allo stesso tempo anche il livello di servizi e la sicurezza all’interno dei porti regionali interessati. Ottimi anche i valori espressi dagli indicatori di risultato, i quali evidenziano effetti positivi in termini di riduzione dei costi di gestione e dei tempi delle operazioni di smistamento merci e di quelli di attracco. Appare particolarmente importante il positivo risultato raggiunto dalla misura 2.5, considerata la valenza strategica che riveste il completamento delle due strutture intermodali dell’Interporto di Jesi e dell’Autoporto Valle Tronto per la riorganizzazione del sistema regionale dei trasporti delle merci, anche grazie al positivo impatto in termini di salvaguardia ambientale attraverso

una riduzione del trasporto su strada, trasferendo ad altra modalità parte delle merci trasportate. Il buon avanzamento finanziario effettivo con l’impegno di tutte le risorse stanziate, un rapporto tra pagamenti e costo pari al 68,48%), una spesa a fronte della quale è stata infrastrutturata una superficie di 500 mq coperti per l’Interporto di Jesi rispetto ad un valore

obiettivo di 1.100 mq, ed una superficie di 4.000 mq coperti su un target di 5.000 mq per l’Autoporto Valle Tronto (il livello delle realizzazioni è aggiornato al 31/12/04). L’Autoporto si stima sarà in grado di servire circa 500 potenziali beneficiari, grazie all’interconnessione con le aree industriali di Ascoli Piceno e Monsampolo-Monteprandone che comprendono più di 480 aziende, alcune delle quali di rilevanza nazionale ed internazionale. Riguardo ai livelli di operatività della struttura, è stato stimato un volume di traffico prudenziale di 100.000 tonnellate annue, con una frequenza media di automezzi al giorno pari a 42/50 a pieno carico ed altrettanti in rientro o in ricovero per manutenzioni ed operazioni di assistenza diversa.

Misura II.4 - avanzamento finanziarioal 30/06/05

41% 40%

99%

0%

20%

40%

60%

80%100%

120%

II.4

Capacità di impegno

Capacità di spesa

Capacità di utilizzo

Misura II.5 - avanzamento finanziario al 30/06/05

104% 100%110%

68%53%

88%

66%53%

80%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

120%

II.5 II.5.1 II.5.2

Capacità di impegno Capacità di spesa Capacità di utilizzo

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Ecosfera S.p.A. 37

La misura 2.6 è finalizzata al miglioramento della mobilità dei cittadini in aree marginali caratterizzati da inadeguati collegamenti attraverso l’istituzione di servizi di trasporto a chiamata (submisura 2.6.1) e la realizzazione di aree attrezzate per il trasporto pubblico e parcheggi urbani (submisura 2.6.2). A giugno 2005 la capacità di spesa è pari al 39,25%, dunque in linea con la media dell’asse, con un livello dei pagamenti prossimo all’ammontare complessivo delle risorse impegnate. Le poche realizzazioni riguardano solo la submisura 2.6.2, che ha registrato il completamento di 3 aree attrezzate, interventi del resto caratterizzati da una facile e pronta attuazione; al contrario nessuno dei 53 progetti avviati con la submisura 1 è stato completato. Nel complesso le iniziative promosse dalla misura sono state molto apprezzate dagli Enti locali per gli effetti in termini di innalzamento della qualità della vita delle popolazioni di zone particolarmente svantaggiate dal punto di vista morfologico e insediativo.

Infine la misura 2.7 è rivolta al rinnovamento ed al miglioramento dei villaggi e tutela del patrimonio rurale, attraverso il recupero, la ristrutturazione ed il risanamento conservativo di strutture di pregio architettonico con finalità non produttive e fruizione collettiva, mentre la submisura 2, mai attivata, è stata definitivamente soppressa. L’iniziativa è partita con molto ritardo per problemi di ordine procedurale, impegni molto al di sotto della media del Programma, appena

del 18%, e un livello di spesa molto esiguo, pari a circa dell’11,5% delle risorse disponibili. Il limitato avanzamento finanziario è in misura prevalente riconducibile al fatto che beneficiari finali sono Comuni di piccolissime dimensioni, che risentono in particolar modo dei vincoli imposti dalla normativa sulla finanza locale. Peraltro si sottolinea il notevole grado di attrattività esercitato dagli interventi proposti da parte del territorio. Dei 44 progetti finanziati, tutti ricadenti in area obiettivo, nessuno è stato ancora ultimato, né sono stati valorizzati gli indicatori di realizzazione. Si teme che un numero contenuto di progetti non riuscirà a completare i lavori nei tempi stabiliti previsti dal cronoprogramma procedurale della misura.

Misura II.6 - avanzamento finanziario al 30/06/05

43%

59%

25%

39%

59%

18%

92% 100%

72%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

120%

II.6 II.6.1 II.6.2

Capacità di impegno Capacità di spesa Capacità di utilizzo

Misura II.4 - avanzamento finanziarioal 30/06/05

18%11%

64%

0%10%20%30%40%50%60%70%

II.7

Capacità di impegno

Capacità di spesa

Capacità di utilizzo

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Ecosfera S.p.A. 38

2.1.3 Asse III “Diversificazione economica e valorizzazione delle potenzialità locali”

Con il complesso delle azioni programmate, la Regione intende sostenere la differenziazione delle attività economiche nel territorio interessato attraverso il sostegno sia di settori tradizionali che di settori nuovi, in condizione di promuovere un miglioramento generale della qualità della vita ed un miglioramento delle condizioni occupazionali, in particolar modo per le donne e per le fasce deboli. L’asse 3 presenta anch’esso un soddisfacente incremento rispetto al 31/12/2003, sia in relazione agli impegni che ai pagamenti (portandosi per i primi dal 41 al 62% e per i secondi dal 41 al 57%), inoltre i valori degli indicatori finanziari appaiono abbastanza omogenei nelle due aree di intervento. In particolare con riferimento all’intera area DocUP, si registra un totale pagamenti di € 36.353.229,31 ed un valore impegnato di € 63.892.457,31, per una capacità di spesa complessiva del 35%.

L’asse III si articola, a sua volta, in cinque misure che definiscono gli interventi da realizzare per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Nella tabella successiva si dà conto delle realizzazioni ad oggi rilevate rispetto ad alcuni indicatori di sintesi, mentre per un’analisi esauriente con un dettaglio a livello di submisura si rinvia al paragrafo successivo.

62%

35%

57%80%

40%

50%

67%

41%

61%

38%

24%

63%52%

38%

72% 73%

42%

58%

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

Asse III III.1 III.2 III.3 III.4 III.5

Asse III - avanzamento finanziario al 30/06/05 per misura

Capacità di impegno (b/a) Capacità di spesa (c/a) Capacità di utilizzo (c/b)

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Ecosfera S.p.A. 39

Tipologia di intervento Indicatori chiave Valore realizzato Target %

N. azioni promozionali e campagne di informazione 254-146 255-130 100-112%

N. posti letto creati/adeguati 230 1500 15,3% Realizzazioni N. di beni culturali, storici, naturalistici recuperati 10 50-60 20-16%

Promozione turistica e

valorizzazione del patrimonio

ricettivo, culturale e storico (misure 3.1 e

3.2) Risultati Incremento % dei posti letto 18% 10% 180%

N. di strutture o centri sociali 6 80 7,5% Riqualificazione della rete di servizi socio-assistenziali

(misura 3.3)

Realizzazioni N. di imprese sociali beneficiarie 5 10 50%

N. di Comuni che attivano lo sportello per le imprese in forma telematica

107 120 89,2% Realizzazioni

N. dei siti web a supporto dei circuiti culturali 6 20 30%

Numero di utenti dei siti e dei servizi 17.778 20.000 89%

Sviluppo SdI a livello locale (misura 3.4)

Risultati Numero di imprese che utilizzeranno i servizi dello sportello unico 6.380 25.000 25,5%

N. di imprese beneficiarie 123 160 77% Realizzazioni N. di enti locali beneficiari 26 30 86,6%

Sviluppo e rivitalizzazione dei

centri storici (misura 3.5) Risultati

Ammontare degli investimenti effettuati dalle PMI ad integrazione del contributo

3,2 8,5 37,6%

Fonte: elaborazioni Ecosfera su dati della Regione Marche Focus sulle misure volte alla diversificazione economica, alla valorizzazione delle potenzialità locali e all’accrescimento della qualità della vita Ottima la performance attuativa della misura 3.1, come evidenzia l’ammontare degli impegni,

intorno all’80% del costo totale ed il buon livello di spesa, che per la submisura 3.1.1 si avvicina al 64%. I progetti conclusi sono 288 su 548 ammessi a finanziamento ed è soprattutto la submisura 3.1.1, per la promozione del prodotto turistico marchigiano ad aver ultimato quasi tutti i 273 interventi finanziati; mentre gli aiuti per investimenti per attività a

rilevanza turistica finalizzati ad un ampliamento ed ammodernamento della capacità ricettiva esistente ed ad una riqualificazione dell’offerta (submisura 3.1.2), che hanno richiesto una

Misura III.1 - avanzamento finanziario al 30/06/05

80%74%

83%

40%

64%

32%

50%

86%

39%

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

III.1 III.1.1 III.1.2

Capacità di impegno Capacità di spesa Capacità di utilizzo

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Ecosfera S.p.A. 40

procedura più complessa, esigono evidentemente un tempo maggiore, con 24 progetti chiusi su 275, di questi 219 sono destinati alle strutture ricettive. La ripartizione territoriale vede una netta concentrazione degli interventi nelle aree obiettivo 2 (ben 476). L’analisi delle realizzazioni e dei risultati attuativi ha fatto riscontrare il raggiungimento e, spesso, il superamento dei target programmati per la submisura 1. Per informazioni complete si rimanda all’Allegato 1, mentre in questa sede evidenziamo le 400 iniziative di promozione e informazione ed il coinvolgimento di 17 città italiane e 2 paesi stranieri (Gran Bretagna e Germania). Quanto alla seconda tipologia di intervento (3.1.2), la gran parte dei progetti è ancora in corso di attuazione e i dati parziali sono relativamente esigui: 20 imprese finanziate (di queste 6 gestite da donne) e 230 nuovi posti letto rispetto ad obiettivi rispettivamente di 120 e 1500. I dati procedurali e, in particolare, le numerose iniziative agevolate consentono un certo ottimismo, sebbene occorra richiamare l’attenzione dell’Amministrazione regionale sulle 38 revoche registrate, che potrebbero essere legate al momento di difficoltà del comparto turistico, come si evince dal calo degli arrivi e delle presenze turistiche nell’ultimo anno nelle aree Obiettivo 2. La misura 3.2, che si colloca all’interno di un più ampio programma di interventi relativi al sistema regionale del Museo diffuso, prevede l’attivazione di progetti integrati sia sulla base di reti territoriali che in base a tematismi in cui confluiscono, accanto ad interventi di recupero strutturale e di adeguamento funzionale, iniziative di promozione finalizzate a dare visibilità alla comune appartenenza delle strutture aderenti al sistema museo diffuso e a rafforzarne l’identità. La misura ha registrato un notevole incremento finanziario rispetto all’anno precedente. L’importo dei pagamenti certificati, infatti, è passato da € 1.769.709 a fine 2003 ad un valore di € 9.328.979,44 al giugno di quest’anno, pari ad una capacità di spesa pari al 41%; il positivo avanzamento finanziario si riflette anche nei dati procedurali, la conclusione di 20 progetti su un totale di 97 finanziati, il recupero di 10 beni culturali, storici e naturalistici e la realizzazione di altrettante campagne promozionali. L’iter procedurale delle submisure 3.2.1 e 3.2.2 si è rivelato piuttosto complesso per l’articolazione in più fasi di valutazione e, soprattutto, perché si tratta di progetti di rete, aspetto che le differenzia dalla maggioranza delle azioni del DocUP. In effetti la complessità delle procedure di attuazione, legata all’adozione dell’approccio bottom up, tale da garantire l’adesione alle esigenze del territorio, ha richiesto un forte impegno da parte del Servizio Beni e Attività Culturali responsabile dell’attuazione della submisura, che ha incentivato e facilitato il processo di concertazione fra i beneficiari finali, conseguendo effetti positivi sull’avanzamento procedurale complessivo. In merito alla submisura 3.2.3, a titolarità regionale, si rileva una più rapida e semplice attuazione, in quanto una parte delle iniziative ammesse finanziate erano state già precedentemente selezionate in attuazione al Piano Regionale per i beni e delle attività

Misura III.2 - avanzamento finanziario al 30/06/05

67% 68%61%

89%

41% 36% 40%

79%61%

52%65%

88%

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

III.2 III.2.1 III.2.2 III.2.3

Capacità di impegno Capacità di spesa Capacità di utilizzo

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Ecosfera S.p.A. 41

culturali29 e acquisite dal DocUP, mentre altre sono state individuate sulla base di una concertazione con le Province30.

Le azioni previste dalla misura 3.3 sono finalizzate a garantire una rete di servizi flessibili e diversificati per i minori, per gli anziani, per le famiglie con persone non autosufficienti, sia attraverso interventi di recupero strutturale e funzionale di edifici (submisura 3.3.1), sia tramite incentivi, sotto

forma di contributi in c/capitale, alla nascita e al consolidamento di imprese sociali che operano nel campo dei servizi alla persona o di imprese che implementano attività produttive e di servizi, finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate (submisura 3.3.2). La misura è assolutamente coerente con la strategia generale dell’asse III, in quanto consente la riduzione della differenziazione economica e sociale frenando anche lo spopolamento delle aree rientranti nell’Obiettivo 2. L’intervento in oggetto ha una significativa portata innovativa non solo per l’oggetto, ma soprattutto per le modalità procedurali e per la preferenza accordata alla concertazione con gli Enti locali, finalizzata all’individuazione degli obiettivi di politica sociale e delle forme integrate di intervento da assumere nei diversi Ambiti territoriali, ossia assetti territoriali ottimali per la pianificazione sociale definita nel “Piano regionale per un sistema integrato di interventi e di servizi sociali 2000-2002”31. Nello specifico, come evidenziato dalla seguente tabella, i valori di realizzazione sono abbastanza contenuti per la submisura 2, mentre siamo al 63% di spesa sul costo totale per la submisura 1. Quanto all’avanzamento fisico sono stati conclusi solo 11 progetti su un totale di 61 finanziati a causa dei tempi lunghi necessari a completare i lavori infrastrutturali, di questi, infatti, la gran parte prevede la ristrutturazione, l’ampliamento, l’adeguamento e la messa a norma delle strutture o centri sociali, circa 10 interventi hanno finanziato la creazione ed il consolidamento delle imprese sociali.

29 Il Piano è stato approvato con Delibera n. 272/99 (BUR Marche n. 118 del 3.12.99) ai sensi della L.R. 75/97. 30 Le iniziative risultate coerenti e conformi con la scheda di misura, sono state ammesse a finanziamento a seguito del DDS n. 186 del 27/6/2000. La Regione, verificatane la conformità con i contenuti e gli obiettivi della submisura ha sottoscritto con le Province un’intesa, ratificata con deliberazione n. 1047 del 5/6/2002, nella quale sono stati stabiliti i progetti da finanziare e le risorse da attivare. 31 Allegato alla deliberazione n. 306, 1 marzo 2000, che ha istituito 24 Ambiti territoriali.

Misura III.3 - avanzamento finanziario al 30/06/05

38%

24%

63%

39%

24%

63%

30%

19%

63%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

Capacità di impegno Capacità di spesa Capacità di utilizzo

III.3 III.3.1 III.3.2

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Ecosfera S.p.A. 42

Molto positiva è la situazione emersa dall’analisi dello stato di attuazione della misura 3.4 che cerca di promuovere la diffusione dell’informazione e l’attività dei sistemi culturali regionali attraverso lo sviluppo della c.d. società dell’informazione, con l’obiettivo trasversale di ridurre la marginalità delle aree interne e di promuovere un processo di crescita sostenibile. La misura appare fortemente strategica, dato il rilievo attribuito alle iniziative rivolte alla promozione della Società dell’Informazione a livello regionale, nazionale e comunitario anche nel prossimo periodo di programmazione. Si rileva un deciso avanzamento finanziario a partire dal 2004 sia sul fronte degli impegni che dei pagamenti, che ha permesso di recuperare il ritardo accumulato in fase di avvio; in particolare l’ammontare degli impegni è pari a € 3.974.291,12, dei quali circa il 78% riguarda l’area Obiettivo 2. I pagamenti, invece, risultano essere pari a € 2.877.610,95 anche questi per lo più relativi all’area Obiettivo 2 (quasi il 74%). L’avanzamento finanziario effettivo, identificato con l’indicatore di capacità di spesa, risulta essere, anche in questo caso, abbastanza positivo, in quanto pari al 38%, valore ancora superiore rispetto alla media di asse. A fronte di questi risultati abbastanza positivi dal punto di vista finanziario, evidenziati nel grafico a fianco, emerge una situazione altrettanto soddisfacente dall’analisi dei risultati di realizzazione fisica (cfr. tabella successiva), in modo particolare per la submisura 3.4.2 nell’ambito della quale sono stati completati tutti i 22 progetti finanziati, ottenendo come risultato 107 Comuni che attivano lo sportello unico per le imprese in forma telematica su un valore obiettivo di 120 e 11 banche dati per il marketing territoriale, superando il target fissato a 10. Soddisfacenti anche i dati realizzativi dei servizi telematici a supporto dei circuiti culturali previsti dalla submisura 3.4.3 che evidenziano il completamento di 15 interventi su 22 ammessi a finanziamento, con un numero potenziale di utenti dei servizi stimato in circa 6.380 imprese. Si tratta comunque di dati destinati a crescere, anche in considerazione del fatto che si è proceduto alla riapertura della graduatoria approvata (DDS del 15/05/2003), assegnando il contributo pubblico ai soggetti inseriti tra la nona e la quindicesima posizione. Quanto ai servizi per il cittadino previsti dalla submisura 3.4.1 e finalizzati a facilitare l’accesso alle principali informazioni pubbliche e l’interazione di base con la P.A., con particolare attenzione alla fruizione da parte dei disabili, appare opportuno segnalare quanto emerge dai dati di monitoraggio procedurale, ovvero l’avvio di 9 progetti nell’ambito della sperimentazione delle carte intelligenti per il cittadino e il procedere della fase istruttoria per la valutazione di 42 proposte progettuali presentate a seguito del bando per accrescere l’offerta di servizi on line ai cittadini.

Misura III.4 - avanzamento finanziario al 30/06/05

52%

33%

67%

82%

38%

18%

57%

50%

72%

54%

86%61%

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

III.4 III.4.1 III.4.2 III.4.3

Capacità di impegno Capacità di spesa Capacità di utilizzo

Page 44: AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE INTERMEDIA

Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

Ecosfera S.p.A. 43

La maggior parte delle misure dell’asse III presentano un buon avanzamento finanziario, ma i risultati conseguiti dalla misura 3.5 appaiono particolarmente positivi. La misura prevede la realizzazione di progetti integrati rivolti alla rivitalizzazione dei centri storici attraverso il

miglioramento e l’adeguamento

dell’urbanizzazione e la riqualificazione

dell’artigianato artistico e tradizionale. Alla data considerata, i progetti completati sono 149 su un totale di 332 ammessi a finanziamento, con oltre l’80% dei quali concernenti la submisura 3.5.1. Anche per questa misura le rinunce/revoche sono state

relativamente numerose (40). La situazione finanziaria presenta un totale pagamenti pari a € 3.194.468,70 ripartiti tra la submisura 3.5.1 “Aiuti agli investimenti materiali ed immateriali delle PMI del commercio e dell’artigianato artistico e tradizionale” per un importo di € 1.274.284 e la submisura 3.5.2 “Sostegno agli Enti locali per la valorizzazione dei centri storici e la promozione dei prodotti tipici locali” con € 1.920.184,69 di pagamenti; la capacità di spesa, rappresentata dal rapporto tra pagamenti e costo totale della misura è pari al 75%, valore superiore rispetto alla media di asse (35%). La 1° submisura ha ottenuto buoni risultati da un punto di vista di realizzazione fisica, infatti, è stato possibile realizzare 123 imprese beneficiarie rispetto ad un valore obiettivo di 160 imprese; mentre con la submisura 3.5.2 hanno beneficiato degli aiuti 26 Enti locali su un valore target di 30, realizzando 3 iniziative promozionali su 7 progettate all’inizio della programmazione. L’elevato grado di integrazione tra le due submisure e la tempistica procedurale, se ha inizialmente rallentato l’andamento della spesa, ha tuttavia permesso di sperimentare una nuova modalità promuovendo lo sviluppo rurale che ha riscontrato grande favore da parte del territorio. 2.1.4 Asse IV “Assistenza tecnica”

L’asse IV comprende diverse tipologie di attività di supporto fondamentali per assicurare la corretta e tempestiva gestione degli interventi programmati nonché per elevare i livelli di efficacia e di efficienza, tali da garantire l’utilizzo ottimale delle risorse ed il conseguimento degli obiettivi del DocUP. Come evidenziato nel grafico, l’Assistenza Tecnica presenta un discreto avanzamento finanziario rappresentato da un totale pagamenti pari a € 2.026.449,40 evidenziando una capacità di utilizzo pari al 59,67%, ed una capacità di spesa pari al 29,16%.

49%

29%

60%

0%10%20%30%40%50%60%

Asse IV

Asse IV - avanzamento finanziario al 30/06/05

Capacità di impegno (b/a)

Capacità di spesa (c/a)

Capacità di utilizzo (c/b)

Misura III.5 - avanzamento finanziario al 30/06/05

73%

42%58%

75%

29%38%

69%

61%

88%

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

Capacità di impegno Capacità di spesa Capacità di utilizzo

III.5 III.5.1 III.5.2

Page 45: AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE INTERMEDIA

Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

Ecosfera S.p.A. 44

Avanzamento finanziario del DocUP Ob.2 Marche 2000-2006 per misura, asse, programma e area aggiornati al 30/6/2005

Ob.2 sost. trans. Totale Ob.2 sost. trans. Totale

a b c d e f g h=d/a*100 i=g/a*100 i=g/d*101ASSE 1 - SVILUPPO E RAFFORZAMENTO DEL SISTEMA PRODUTTIVO 136.622.120,00 66.924.125,35 18.127.151,62 85.051.276,97 32.497.698,48 9.224.773,76 41.722.472,24 62,25% 30,54% 49,06%Misura 1.1 - Aiuti agli investimenti produttivi e ambientali delle PMI industriali e artigiane 93.120.730,00 47.982.977,28 15.570.943,09 63.553.920,37 21.867.246,60 8.411.353,40 30.278.600,00 68,25% 32,52% 47,64%Submisura 1.1.1 - Aiuti agli investimenti produttivi delle PMI industriali 31.011.030,00 19.996.664,05 7.707.634,62 27.704.298,67 5.331.958,26 3.507.335,41 8.839.293,67 89,34% 28,50% 31,91%Submisura 1.1.2 – Aiuti agli investimenti delle imprese artigiane di produzione e di servizi alla produzione

40.984.219,00 17.009.087,67 4.629.986,22 21.639.073,89 10.073.575,61 2.998.289,41 13.071.865,02 52,80% 31,89% 60,41%

Submisura 1.1.3 – Aiuti per la riconversione ecologica delle PMI industriali ed artigiane, per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di salute nell’ambiente di lavoro e per il risparmio energetico

21.125.481,00 10.977.225,56 3.233.322,25 14.210.547,81 6.461.712,73 1.905.728,58 8.367.441,31 67,27% 39,61% 58,88%

Misura 1.2 – Servizi di ingegneria finanziaria 12.427.739,00 8.853.157,00 - 8.853.157,00 5.311.797,00 - 5.311.797,00 71,24% 42,74% 60,00%Submisura 1.2.1 - Servizi alla produzione 8.853.545,00 8.853.157,00 - 8.853.157,00 5.311.797,00 - 5.311.797,00 100,00% 60,00% 60,00%

Submisura 1.2.2 - Startup financing, expansion financing, turnaround financing, replacement capital 3.574.194,00 - - - - - - 0,00% 0,00% 0,00%

Misura 1.3 – Incentivi per il miglioramento della qualità ed il rafforzamento della competitività delle PMI

19.924.819,00 5.893.506,79 2.556.208,53 8.449.715,32 1.812.911,13 813.420,36 2.626.331,49 42,41% 13,18% 31,08%

Submisura 1.3.1 - Incentivi per l’acquisizione di servizi per la qualità e l’innovazione tecnologica 12.435.739,00 3.782.436,33 2.042.809,03 5.825.245,36 1.282.184,18 696.526,23 1.978.710,41 46,84% 15,91% 33,97%

Submisura 1.3.2 – Incentivi per l’acquisizione di servizi per la commercializzazione e l’internazionalizzazione

7.201.520,00 2.083.870,46 513.399,50 2.597.269,96 513.526,95 116.894,13 630.421,08 36,07% 8,75% 24,27%

Submisura 1.3.3 - Incentivi per l’acquisizione di servizi diretti alla creazione di imprese innovative 287.560,00 27.200,00 - 27.200,00 17.200,00 - 17.200,00 9,46% 5,98% 63,24%

Misura 1.4 – Infrastrutture per il sistema produttivo 11.148.832,00 4.194.484,28 - 4.194.484,28 3.505.743,75 - 3.505.743,75 37,62% 31,44% 83,58%Submisura 1.4.1 – Qualificazione dell’offerta di servizi innovativi ed avanzati all’impresa 437.608,00 377.191,76 - 377.191,76 196.442,36 - 196.442,36 86,19% 44,89% 52,08%Submisura 1.4.2 – Aiuti agli enti locali e Consorzi Industriali di cui alla L.R. 48/96 per attrezzare le aree produttive

10.711.224,00 3.817.292,52 - 3.817.292,52 3.309.301,39 - 3.309.301,39 35,64% 30,90% 86,69%

ASSE 2 - RETE ECOLOGICA E RIQUALIFICAZIONE TERRITORIALE 114.403.269,20 52.571.802,96 9.247.967,26 61.819.770,22 43.003.123,21 8.671.414,29 51.674.537,50 54,04% 45,17% 83,59%Misura 2.1 - Ciclo idrico integrato e risanamento ambientale 35.298.454,42 27.202.919,20 1.380.097,92 28.583.017,12 22.164.210,72 3.544.168,79 25.708.379,51 80,98% 72,83% 89,94%Submisura 2.1.1 – Intervento per il trattamento e lo smaltimento delle acque reflue 24.362.855,42 26.462.383,12 1.193.805,75 27.656.188,87 21.423.674,64 3.357.876,62 24.781.551,26 113,52% 101,72% 89,61%Submisura 2.1.2 – Ristrutturazione e razionalizzazione del ciclo idrico 2.901.623,00 740.536,08 186.292,17 926.828,25 740.536,08 186.292,17 926.828,25 31,94% 31,94% 100,00%Submisura 2.1.3 – Bonifica e recupero dei siti inquinati e delle aree degradate 8.033.976,00 - - - - - - 0,00% 0,00% 0,00%Misura 2.2 – Ottimizzazione del sistema di gestione del ciclo dei rifiuti 26.397.314,40 10.017.268,01 1.683.654,18 11.700.922,19 7.488.966,63 1.387.267,28 8.876.233,91 44,33% 33,63% 75,86%Submisura 2.2.1 – Riduzione della produzione dei rifiuti 6.597.102,25 3.697.444,90 1.441.941,48 5.139.386,38 3.424.550,89 1.329.683,45 4.754.234,34 77,90% 72,07% 92,51%Submisura 2.2.2 – Separazione dei rifiuti in flussi omogenei e costanti 4.309.326,71 840.647,75 241.712,70 1.082.360,45 489.538,03 57.583,83 547.121,86 25,12% 12,70% 50,55%Submisura 2.2.3 – Sostegno e sviluppo del recupero di materia del trattamento dei rifiuti 15.490.885,44 5.479.175,36 - 5.479.175,36 3.574.877,71 - 3.574.877,71 35,37% 23,08% 65,24%Misura 2.3 – Interventi di sostegno al sistema delle aree protette e al sistema dei CEA 7.887.371,00 4.597.311,21 809.704,24 5.407.015,45 3.835.350,89 564.186,84 4.399.537,73 68,55% 55,78% 81,37%Submisura 2.3.1 – Sostegno alla rete ecologica regionale 2.714.473,00 710.291,24 507.416,74 1.217.707,98 583.365,98 273.825,46 857.191,44 44,86% 31,58% 70,39%Submisura 2.3.2 – Sostegno alla fruibilità e alla ricettività delle aree protette 2.714.611,00 2.461.968,43 - 2.461.968,43 2.049.088,15 - 2.049.088,15 90,69% 75,48% 83,23%Submisura 2.3.3 – Sostegno al sistema dei Centri di Educazione Ambientale 2.458.287,00 1.425.051,54 302.287,50 1.727.339,04 1.202.896,76 290.361,38 1.493.258,14 70,27% 60,74% 86,45%Misura 2.4 – Infrastrutture portuali 6.149.516,00 2.509.581,15 - 2.509.581,15 2.483.518,80 - 2.483.518,80 40,81% 40,39% 98,96%Misura 2.5– Strutture intermodali 7.871.900,22 3.758.631,00 4.440.374,00 8.199.005,00 3.015.305,18 2.375.102,54 5.390.407,72 104,16% 68,48% 65,74%Submisura 2.5.1 – Interporto di Jesi 4.440.753,90 - 4.440.374,00 4.440.374,00 - 2.375.102,54 2.375.102,54 99,99% 53,48% 53,49%Submisura 2.5.2 – Autoporto Valle Tronto 3.431.146,32 3.758.631,00 - 3.758.631,00 3.015.305,18 - 3.015.305,18 109,54% 87,88% 80,22%Misura 2.6 – Razionalizzazione del sistema dei trasporti 11.238.026,20 3.851.720,98 934.136,92 4.785.857,90 3.610.008,43 800.688,84 4.410.697,27 42,59% 39,25% 92,16%Submisura 2.6.1 – Servizi di trasporto a chiamata 5.874.176,00 2.900.938,67 540.766,03 3.441.704,70 2.900.938,67 540.766,03 3.441.704,70 58,59% 58,59% 100,00%Submisura 2.6.2 – Aree Attrezzate per il trasporto pubblico e parcheggi urbani 5.363.850,20 950.782,31 393.370,89 1.344.153,20 709.069,76 259.922,81 968.992,57 25,06% 18,07% 72,09%Misura 2.7 – Interventi di rinnovamento e miglioramento dei villaggi rurali e delle infrastrutture connesse

3.530.532,00 634.371,41 - 634.371,41 405.762,56 - 405.762,56 17,97% 11,49% 63,96%

Misura 2.8 - Ottimizzazione del sistema energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili 5.363.114,67 - - 0,00% 0,00% 0,00%Misura 2.9 - Ciclo idrico integrato e risanamento ambientale 10.667.040,29 - - 0,00% 0,00% 0,00%

ASSE PRIORITARIO/ Misura/ Submisura

Costo totale ammissibile

(da rendicontare)(1)

Impegni dei b.f.(2)

Pagamenti dei b.f.(2) Capacità di

impegnoCapacità di

spesaCapacità di

utilizzo

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Ecosfera S.p.A. 45

Ob.2 sost. trans. Totale Ob.2 sost. trans. Totale

a b c d e f g h=d/a*100 i=g/a*100ASSE 3 - DIVERSIFICAZIONE ECONOMICA E VALORIZZAZIONE DELLE POTENZIALITA' LOCALI

102.576.946,01 56.027.958,91 7.864.498,40 63.892.457,31 31.193.329,71 5.159.899,60 36.353.229,31 62,29% 35,44% 56,90%

Misura 3.1 - Promozione turistica e valorizzazione del patrimonio ricettivo 34.066.688,90 23.104.142,46 4.304.607,65 27.408.750,11 11.638.338,30 1.951.607,86 13.589.946,16 80,46% 39,89% 49,58%Submisura 3.1.1 – Promozione turistica 8.486.672,90 5.253.582,44 985.986,73 6.239.569,17 4.403.890,44 985.986,73 5.389.877,17 73,52% 63,51% 86,38%Submisura 3.1.2 – Aiuti agli investimenti per attività a rilevanza turistica 25.580.016,00 17.850.560,02 3.318.620,92 21.169.180,94 7.234.447,86 965.621,13 8.200.068,99 82,76% 32,06% 38,74%Misura 3.2 – Recupero, valorizzazione e promozione del patrimonio storico e culturale 22.801.260,20 12.888.930,11 2.410.818,32 15.299.748,43 7.090.381,00 2.238.598,44 9.328.979,44 67,10% 40,91% 60,97%Submisura 3.2.1 – Sistema Museo diffuso: progetti integrati su scala territoriale 11.645.483,00 7.968.433,86 - 7.968.433,86 4.163.260,54 - 4.163.260,54 68,43% 35,75% 52,25%Submisura 3.2.2 – Sistema Museo diffuso: progetti integrati in base a tematismi 9.360.801,20 3.743.463,45 1.993.531,12 5.736.994,57 1.909.974,07 1.844.972,28 3.754.946,35 61,29% 40,11% 65,45%Submisura 3.2.3 – Sistema Museo diffuso: promozione e immagine 1.794.976,00 1.177.032,80 417.287,20 1.594.320,00 1.017.146,39 393.626,16 1.410.772,55 88,82% 78,60% 88,49%

Misura 3.3 – Aiuti agli investimenti per la riqualificazione della rete dei servizi socio-assistenziali 30.552.420,91 11.395.833,88 300.230,00 11.696.063,88 7.149.099,05 213.125,01 7.362.224,06 38,28% 24,10% 62,95%

Submisura 3.3.1 – Sostegno ad interventi strutturali 28.869.270,91 11.195.966,04 - 11.195.966,04 7.048.037,99 - 7.048.037,99 38,78% 24,41% 62,95%Submisura 3.3.2 – Aiuti alla creazione ed al consolidamento di imprese sociali 1.683.150,00 199.867,84 300.230,00 500.097,84 101.061,06 213.125,01 314.186,07 29,71% 18,67% 62,82%Misura 3.4 – Sviluppo della società dell’informazione a livello locale 7.585.820,00 3.125.448,69 848.842,43 3.974.291,12 2.121.042,66 756.568,29 2.877.610,95 52,39% 37,93% 72,41%Submisura 3.4.1 – Servizi per il cittadino 3.593.361,00 999.497,77 203.022,84 1.202.520,61 540.329,27 110.748,70 651.077,97 33,47% 18,12% 54,14%Submisura 3.4.2 - Sportello unico per le attività produttive e marketing territoriale 3.262.554,00 1.528.464,90 645.819,59 2.174.284,49 1.217.903,34 645.819,59 1.863.722,93 66,64% 57,12% 85,72%Submisura 3.4.3 – Servizi telematici a supporto dei circuiti culturali 729.905,00 597.486,02 - 597.486,02 362.810,05 - 362.810,05 81,86% 49,71% 60,72%Misura 3.5 – Sviluppo delle attività commerciali e artigianali e sistemazione dell’arredo urbano nei centri storici

7.570.756,00 5.513.603,77 - 5.513.603,77 3.194.468,70 - 3.194.468,70 72,83% 42,19% 57,94%

Submisura 3.5.1 – Aiuti agli investimenti materiali e immateriali delle PMI del commercio e dell’artigianato artistico e tradizionale (30% de minimis) 4.401.719,00 3.322.387,98 - 3.322.387,98 1.274.284,01 - 1.274.284,01 75,48% 28,95% 38,35%

Submisura 3.5.2 – Sostegno agli Enti Locali per la valorizzazione dei centri storici e la promozione dei prodotti tipici locali (60%)

3.169.037,00 2.191.215,79 - 2.191.215,79 1.920.184,69 - 1.920.184,69 69,14% 60,59% 87,63%

ASSE 4 - ASSISTENZA TECNICA 6.950.558,00 2.858.722,94 537.611,54 3.396.334,48 1.681.303,50 345.145,90 2.026.449,40 48,86% 29,16% 59,67%Misura 4.1 - Assistenza Tecnica 6.950.558,00 2.858.722,94 537.611,54 3.396.334,48 1.681.303,50 345.145,90 2.026.449,40 48,86% 29,16% 59,67%Submisura 4.1.1 – Informazione e pubblicità 464.810,00 335.152,68 66.221,94 401.374,62 313.973,65 63.221,06 377.194,71 86,35% 81,15% 93,98%Submisura 4.1.2 – Studi e ricerche 500.000,00 138.550,00 24.450,00 163.000,00 72.050,00 24.450,00 96.500,00 32,60% 19,30% 59,20%Submisura 4.1.3 – Valutazione, monitoraggio, sorveglianza e controllo attività di supporto 5.985.748,00 2.385.020,26 446.939,60 2.831.959,86 1.295.279,85 257.474,84 1.552.754,69 47,31% 25,94% 54,83%TOTALE DOC.U.P. 360.552.893,21 178.382.610,16 35.777.228,82 214.159.838,98 108.375.454,90 23.401.233,55 131.776.688,45 59,40% 36,55% 61,53%Fonte: dati di monitoraggio della Regione Marche(1) I dati si riferiscono alle risorse totali (Ob.2 e sost. trans.) stanziate per misura per il periodo 2000/06 previste dal piano finanziario approvato dal Comitato di Sorveglianza il 14/12/2004 e conforme alla decisione C(2004) 4781 del 3/12/2004.(2) L'importo comprende gli impegni assunti ed i pagamenti effettuati dai beneficiari e certificati di parte pubblica (FESR, Stato, Regione, Altri) e privata rendicontabile, laddove quest'ultima sia prevista dal piano finanziario in uso al momento della registrazione del dato da parte dello staff di monitoraggio.

ASSE PRIORITARIO/ Misura/ Submisura

Costo totale ammissibile

(da rendicontare)(1)

Impegni dei b.f.(2)

Pagamenti dei b.f.(2) % capac. di

imp.% avanz.

fin. effettivo

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2.2 ANALISI DEI RISULTATI E DEGLI IMPATTI EFFETTIVI O ATTESI E DELLA PROBABILITÀ DI REALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI PROGRAMMATI

Nella prima parte del capitolo si presenta un breve aggiornamento dell’analisi di contesto, con la finalità di fornire una rappresentazione dell’evoluzione delle principali variabili socio-economiche, con particolare attenzione a quelle su cui intende intervenire il DocUP nel perseguire l’obiettivo globale di ridurre la perifericità economica e sociale e di frenare lo spopolamento dell’area selezionata, valorizzandone le potenzialità storico-culturali e ambientali, e favorendo, nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile, la nascita e il rafforzamento di iniziative imprenditoriali, specie di natura innovativa, capaci di generare nuove opportunità occupazionali. Nella sezione successiva si darà conto dei risultati e degli impatti effettivi e attesi concernenti gli obiettivi di livello superiore del DocUP ed espressi da alcuni indicatori chiave. Dato lo stato di attuazione del Programma, ancora non sufficiente alla valorizzazione della maggior parte di questi indicatori, si effettuerà una stima della capacità delle azioni di soddisfare i target definiti, avvalendosi a tale scopo di una molteplicità di fonti e modalità di analisi. Laddove si procede all’analisi focalizzata, adottando anche tecniche di indagine sul campo, come ad esempio nel caso di alcune misure di aiuto alle imprese, i dati saranno relativi sia a valori registrati che attesi, nel caso in cui l’intervento non sia ancora stato completato. Quanto agli impatti, occorre sottolineare che in tutti i casi le quantificazioni fornite relativamente agli interventi completati non sempre potranno essere considerate definitive, in quanto potrebbe non essere trascorso quel lasso di tempo necessario a qualificare gli impatti effettivi: ciò è particolarmente vero rispetto agli effetti occupazionali o per il tasso di sopravvivenza delle imprese. Un’altra fonte molto importante è rappresentata dai contenuti delle proposte progettuali cui sono stati assegnati i contributi, in tal modo potranno essere valorizzati i valori attesi dall’attuazione delle iniziative finanziate (ad esempio, l’impatto occupazionale). L’analisi della capacità delle azioni del DocUP di soddisfare gli obiettivi programmati terrà conto di una serie di fattori, quali l’avanzamento della spesa, aspetti di tipo procedurale legati ai fenomeni di revoche/rinunce, e gli ostacoli che hanno condizionato il buon esito degli interventi e le soluzioni adottate dall’Amministrazione per il loro superamento. Per la stima dei risultati e impatti legati agli interventi avviati, il Valutatore si avvarrà della collaborazione dei Responsabili regionali di misura e submisura.

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2.2.1 Analisi di contesto: l’andamento delle principali variabili socio-economiche nel periodo di attuazione del DocUP Ob. 232

Le variazioni intervenute nel periodo che va dal 2001-2004, dunque dall’avvio del Programma ad oggi, possono senz’altro aiutare a comprendere meglio il sistema territoriale di riferimento sul quale intervengono le azioni del DocUP e, sebbene non sia possibile ascrivere interamente a queste i mutamenti intervenuti, le nuove opportunità e l’avvio di numerosi interventi, che vanno ad agire in molteplici ambiti, hanno senza dubbio rappresentato uno stimolo positivo in direzione degli obiettivi di sviluppo definiti a livello programmatico. L’analisi che segue prende in considerazione i seguenti aspetti:

le caratteristiche demografiche, il sistema produttivo, il mercato del lavoro, il sistema turistico, la dotazione infrastrutturale.

Le disposizioni generali sui Fondi strutturali prevedono che l’Obiettivo 2 sia finalizzato alla riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali del territorio regionale. Proprio per questo motivo la strategia di intervento del Documento Unico di Programmazione Obiettivo 2 della regione Marche si basa su caratteristiche, bisogni e potenzialità dei territori interessati dall’intervento del Programma. L’avvio del DocUP è coinciso con una forte crisi internazionale che ha comportato una forte congiuntura negativa avente come conseguenza una stagnazione generale dell’economia marchigiana. Tuttavia, dalla verifica delle condizioni attuali del contesto economico, si è avuto modo di rilevare come siano presenti elementi positivi e di grande dinamismo, in linea con il perseguimento degli obiettivi originariamente delineati per il Programma. Dall’analisi generale di contesto è emersa una situazione in cui le dinamiche registrate nei principali settori economici sono fortemente differenziate, soprattutto in relazione alla diversa intensità con la quale gli stessi settori risentono delle variazioni del ciclo economico. L’analisi che segue ha come obiettivo quello di esprimere in maniera più chiara la relazione tra l’evolversi del panorama socioeconomico della regione, in particolare nelle aree obiettivo, ed i primi effetti in termini di risultati e impatti prodotti dalle azioni del DocUP. Tenendo conto di quanto precisato, si restituisce una sintesi degli esiti dell’analisi condotta, cui segue un’elaborazione più dettagliata per ciascuno degli ambiti esaminati. Il movimento demografico è stato caratterizzato da un forte dinamismo soprattutto per l’area Obiettivo 2, la cui popolazione, coerentemente con l’andamento regionale, ha evidenziato una positiva inversione di tendenza rispetto ai risultati negativi registrati nel periodo antecedente la programmazione del DocUP. Nel periodo considerato (1985-99) in fase di elaborazione del 32 La legge n. 147 dell’11/06/2004 ha istituito la provincia di Fermo, nella quale confluiscono 40 comuni già appartenenti alla provincia di Ascoli Piceno. I dati statistici aggiornati al 2004 non tengono ancora conto della nuova ripartizione del territorio, pertanto nell’analisi continuiamo a considerare le sole province di Ancona, Ascoli Piceno, Macerata e Pesaro-Urbino.

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Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

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DocUP Ob. 2 2000-2006, il contesto demografico della regione nel suo insieme presentava un andamento positivo, evidenziando una crescita continua e costante della popolazione, il che rendeva ancor più marcate le differenze rilevate nelle aree eleggibili, contraddistinte, al contrario, da un processo di spopolamento particolarmente intenso nelle zone interne e montuose, da collegare evidentemente alla difficile accessibilità e alle minori opportunità occupazionali. La gravità della situazione ha comportato l’inserimento dell’obiettivo di contrastare il fenomeno tra le priorità del Programma. Tra il 1999 e il 2004 la popolazione residente in area Obiettivo 2, coerentemente con il positivo trend regionale, è aumentata del 3,76%; un dato nel complesso positivo se si considera che in quel territorio sono localizzati i comuni maggiormente colpiti dal fenomeno dello spopolamento. Gli effetti del movimento naturale, per il quale permane un saldo negativo in tutte le province, sono efficacemente contrastati dall’andamento dei flussi migratori, anche se la differenza tra iscritti e cancellati non è particolarmente elevata. In merito al sistema produttivo, si sottolinea che nonostante la continua crescita conosciuta dalle Marche negli ultimi decenni, ultimamente, come nella maggior parte delle economie occidentali, anche in questa regione si è cominciato ad avvertire un certo indebolimento della capacità competitiva che, per alcuni settori (moda e calzaturiero), assume oggi il profilo di una crisi strutturale, con effetti negativi sull’occupazione33. Il calo dell’occupazione nel settore calzaturiero marchigiano e italiano va inserito nel modificarsi del contesto internazionale caratterizzato da un’agguerrita competizione di prezzo esercitata dai produttori del PVS34. I dati demografici delle imprese nella regione Marche confermano una crescita positiva della struttura imprenditoriale locale, malgrado la difficile congiuntura negativa attraversata dal commercio e dal manifatturiero. La dinamicità della struttura imprenditoriale della regione è confermata dal trend positivo dei tassi di crescita degli ultimi anni per tutte le ripartizioni territoriali, con valori nel 2004 particolarmente elevati proprio nelle aree elegibili, in particolare l’area a sostegno transitorio passa da un tasso di crescita negativo all’avvio del DocUP ad un tasso addirittura superiore alla media regionale. La presenza diffusa dell’artigianato e, più in generale, della piccola impresa hanno rappresentato un importante contributo nella determinazione dei punti di forza del sistema regionale, ma purtroppo, nell’attuale contesto competitivo, gli stessi punti di forza rischiano di trasformarsi in punti di debolezza. Ciò è più evidente con riferimento alla forma giuridica delle imprese: il tessuto imprenditoriale marchigiano risulta essere prevalentemente composto da ditte individuali (61% contro il 58% nazionale), i cui tassi di mortalità nel 2004 sono circa il doppio di quello delle società di capitali e delle società di persone. La fragilità delle imprese di piccola dimensione trova conferma anche nello studio condotta a livello nazionale dall’Unioncamere e dall’Istituto Tagliacarne, sottolineando la necessità di promuovere prioritariamente la crescita dimensionale e l’associazionismo tra le imprese, in modo da accrescerne la capacità di innovazione e renderle maggiormente competitive rispetto alla concorrenza interna e, soprattutto, estera.

33 Secondo l’ultimo censimento ISTAT tra il 1991 e il 2001 gli addetti alle unità calzaturiere sono diminuiti del 17,5% in Italia e dell’8,2% nelle Marche, con un calo concentrato nelle piccole imprese, il che ha indirettamente accresciuto la dimensione media delle aziende del comparto (da 8 a 8,9 addetti) e determinato paradossalmente un effetto positivo in termini di accrescimento della produttività per addetto. 34 Secondo una ricerca della SATRA la quota della produzione mondiale nei paesi asiatici è salita nel 2002 all’80%, con un’incidenza della Cina di circa il 56%, mentre il 1992 e il 2002 l’Italia ha visto quasi dimezzare la propria quota dal 4,8 al 2,7%.

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L’analisi del valore aggiunto per i diversi macro-settori conferma quanto evidenziato nel DocUP; infatti, il settore industriale continua a rivestire un ruolo importante all’interno dell’economia marchigiana con una percentuale del 30,4% rispetto al 26,6% dell’Italia, mentre il settore servizi, pur con un peso del 67,2% sul totale, rimane comunque di circa 3 punti percentuali al di sotto della media nazionale35. I due principali indicatori di sviluppo economico, PIL e la Produttività del Lavoro, non appaiono soddisfacenti se confrontati con i valori più elevati del Centro-Nord, sebbene la crescita percentuale annua sia più elevata; addirittura il PIL per Unità di Lavoro della regione Marche è piuttosto distante anche dalla media nazionale. È proprio il settore manifatturiero a far registrare bassi livelli di produttività per addetto, la cui origine va ricercata nella dimensione aziendale e, soprattutto, nel rilevante peso che hanno i comparti tradizionali, dunque a basso valore aggiunto, nell’economia marchigiana. L’analisi dell’andamento del commercio al I trimestre del 2004 conferma sicuramente un miglioramento rispetto alla situazione delineata nel DocUP, evidenziando performance migliori rispetto alla media nazionale, attraverso un forte aumento dei prodotti esportati del 12,7% rispetto all’anno precedente. Il primo mercato di sbocco dell’export marchigiano è costituito dai paesi appartenenti all’Unione Europea, i quali assorbono il 54% circa del valore totale esportato dalla regione, mentre in forte espansione è il mercato dell’Europa centro-orientale e della Russia, in particolare. Le categorie merceologiche tipiche dell’export marchigiano riguardano il settore manifatturiero che ricopre il 95% circa dell’intero valore esportato, facendo registrare, quindi, un vantaggio competitivo soprattutto per il comparto “prodotti in cuoio, pelle e calzature” e “macchine ed apparecchi meccanici”. Nel 2004, nonostante la difficile fase congiunturale, il mercato del lavoro marchigiano è stato caratterizzato da un netto miglioramento rispetto agli anni precedenti, soprattutto se si opera un confronto con i dati nazionali, con un tasso di occupazione complessivo in crescita, che nel 2004 ha raggiunto il 63,8%, valore decisamente superiore al dato nazionale del 57,4%, ma che non raggiunge il 64,21% della media delle regioni del Centro-Nord. Considerando, inoltre, le differenze di genere, la regione Marche sembra garantire meglio il principio delle pari opportunità rispetto al resto d’Italia, registrando una partecipazione femminile superiore rispetto alla media nazionale e a quella del Centro-Nord. Nonostante gli enormi progressi compiuti, permane comunque una certa differenziazione tra i generi, essendo presente tra i due un gap consistente di circa 20 punti percentuali. Il sistema turistico regionale ha registrato nel 2003 un andamento diverso a livello di ripartizione territoriale confermando un trend positivo nell’area a sostegno transitorio e da un punto di vista regionale; il settore turismo ha, invece, registrato un leggero calo rispetto all’anno precedente per i comuni ritenuti ammessi ai benefici dell’Obiettivo 2, in quanto all’andamento positivo dell’anno 2000, ha fatto seguito una flessione della domanda ricettiva sia in termini di arrivi che di presenze. Per quanto riguarda la tipologia di strutture ricettive, l’area Obiettivo 2 è caratterizzata, per un quarto circa dei posti letto, dalle strutture alberghiere e per la parte restante dalle strutture complementari, rappresentando nel complesso il 40% del totale della disponibilità ricettiva nella

35 Dati al 2003.

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regione Marche. In conclusione è possibile affermare che l’area Obiettivo 2 si caratterizza per un’offerta alberghiera presente e diffusa ma sotto-utilizzata rispetto all’intera regione Marche, incidendo negativamente sulla competitività del sistema stesso. Gli indici elaborati da Unioncamere e Tagliacarne per l’analisi della dotazione infrastrutturale non evidenziano una situazione molto positiva soprattutto se confrontata con la media nazionale. La regione Marche, infatti, presenta indici di dotazione pari a 85,1 per le infrastrutture economiche e 88,1 per quelle sociali, valori al di sotto della media nazionale pari a 100. La situazione dell’economia marchigiana è penalizzata pertanto da un grave svantaggio competitivo rispetto alle altre regioni più avanzate del Paese. Per questo motivo, occorrerebbe focalizzare maggiormente l’attenzione sul presente punto per evitare che questo possa rappresentare un freno o un vincolo per l’intero sviluppo economico. A) Le caratteristiche demografiche dell’area Obiettivo 2 e dell’area in phasing out36 I movimenti demografici relativi alla popolazione residente in area Obiettivo 2 rilevati nel periodo 1999-2004, coerentemente con il positivo trend regionale, evidenziano una positiva inversione di tendenza rispetto al saldo negativo rilevato nella stessa area nel periodo antecedente il 1999, con il passaggio da un progressivo decremento dei residenti ad un aumento degli stessi del 3,76%; un dato nel complesso positivo se si considera che in quel territorio sono

localizzati i comuni maggiormente colpiti dal fenomeno dello spopolamento37. In verità, l’analisi a livello comunale evidenzia situazioni molto diversificate, con realtà che, in qualche caso, hanno visto un aggravarsi del fenomeno. Anche a livello provinciale è ravvisabile il passaggio dai valori negativi registrati nel primo periodo (con l’unica eccezione di Ancona) ad un incremento generalizzato nell’intervallo successivo, sebbene con variazioni piuttosto differenziate da una provincia all’altra: i livelli più alti

si registrano nel caso di Pesaro e Urbino (+6,09%) e Macerata (+4,24%), seguite da Ancona (+3,66%) ed, in ultimo, da Ascoli Piceno (+1,86%). E’ interessante mettere in risalto il dettaglio comunale dell’area Obiettivo 2, all’interno della quale il problema dello spopolamento è più diffuso; a questo proposito la situazione è abbastanza diversificata: si può notare nella provincia di Ancona un netto miglioramento del 36 Oggetto della presente analisi è l’area costituita dai comuni Obiettivo 2 e di quelli ammessi ai benefici in phasing out per l’intera popolazione residente, in base ai dati ISTAT 1999, 2000, 2001, 2002, 2003 e 2004. 37 Il confronto con i dati provinciali evidenzia alcune differenze da attribuirsi fondamentalmente all’esclusione dall’analisi di alcuni comuni dell’area Obiettivo 2 di grosse dimensioni. Relativamente alla metodologia di analisi adottata in questo paragrafo, si specifica che lo studio delle caratteristiche demografiche dell’area Obiettivo 2 non tiene conto delle zone dipendenti dalla pesca che si trovano in situazione di crisi (le aree portuali dei comuni di Ancona, Civitanova Marche, Fano e San Benedetto del Tronto).

Trend dell 'incremento demografico negli anni 2000, 2001, 2002, 2003, 2004

0,560,92

0,930,13

1,361,43

1,03

0,98

-0,25

0,520,63

0,35

1,20

0,18

0,72

1,25 1,32

0,760,20

0,24

-1,00

-0,50

0,00

0,50

1,00

1,50

2,00

Regione MARCHE Totale Obiettivo 2Totale Phasing Out Centro-Nord

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saldo demografico di alcuni comuni (ad es. Castelbellino parziale e Cerreto d’Esi), mentre quelli geograficamente più svantaggiati (come ad es. Arcevia, Genga e Serra San Quirico), che avevano registrato significativi tassi di spopolamento prima dell’avvio del DocUP, evidenziano al 2004 un incremento del saldo demografico. La provincia di Macerata presenta una riduzione notevole dello spopolamento nei comuni localizzati nelle zone più interne e montuose (ad es. Sefro, Camerino, Montecavallo e Fiordimonte), registrando, comunque, un netto miglioramento nel comune di Visso, per il quale si è verificata un’inversione di tendenza rispetto al periodo pre-DocUP, quando era considerato un caso critico. Si evidenzia, invece, il peggioramento del saldo demografico nei comuni di Acquacanina e Castelsantangelo sul Nera, che dal 1999 hanno registrato una variazione negativa pari al 7,25% e al 6,30% rispettivamente. In provincia di Pesaro e Urbino la popolazione è diminuita in maniera significativa nel comune di Frontino, considerato già critico all’avvio del DocUP, e nel comune di Casteldelci; in misura minore, invece, nei comuni di Pietrarubbia e Orciano di Pesaro. Ottimi risultati sono stati registrati, invece, nei comuni di Tavoleto, Sant’Ippolito, Lunano e Fano. Nell’ascolano, infine, lo spopolamento si è ridotto nei comuni di Montegallo e Monfalcone Appennino e vi è stato un incremento nel comune di Montedinove, sebbene nella maggior parte dei casi permanga un saldo negativo. In generale, è possibile affermare che perdite o incrementi di popolazione più contenuti si riscontrano nei comuni che si collocano nelle immediate vicinanze di un centro più sviluppato: è il caso, ad esempio, dei comuni intorno ad Ascoli Piceno (ad es. Acquasanta Terme, Arquata del Tronto e Force) e di quelli limitrofi a Jesi (ad es. Castelbellino, Cerreto d’Esi e Serra San Quirico). L’osservazione dell’andamento demografico nell’area a sostegno transitorio, invece, evidenzia un incremento della popolazione nel periodo 1999-2004 quasi in linea con quello regionale (il 3,86% contro il 3,96%), con valori superiori per le province di Pesaro e Urbino e Macerata (rispettivamente il 7,09% ed il 4,24%), in linea con la media marchigiana nella provincia di Ancona (il 3,66%) e con valori inferiori rispetto alla media regionale per la provincia di Ascoli Piceno (l’1,86% contro il 2,48%). Da uno studio più dettagliato, è emersa una crescita dei residenti in tutti i comuni di Pesaro e Urbino, Ancona e Macerata dell’area beneficiaria dei finanziamenti; in particolar modo nell’area di Ancona si evidenzia un significativo aumento nei comuni di Monte San Vito, Castelbellino Parziale e Monte Roberto Parziale; l’area di Macerata, invece, numericamente meno consistente sia in termini di comuni che di popolazione, presenta una situazione uniforme di crescita in cui emergono Montefano e Montecassiano; nella provincia di Pesaro e Urbino, emerge sicuramente il comune di Monteciccardo che ha evidenziato una crescita sostenuta della popolazione dall’inizio della programmazione; nell’ascolano, infine, la popolazione aumenta in misura maggiore nei comuni di Spinetoli e Colli del Tronto, mentre diminuisce in modo sostenuto a Belmonte Piceno, ed in misura inferiore nei comuni di Monsanpietro Morico e Petritoli. A questo proposito è necessario sottolineare il miglioramento evidenziato da alcuni comuni che, prima dell’avvio del DocUP, erano investiti da un preoccupante spopolamento, come ad esempio Jesi e Falerone per le province di

Trend del movimento naturale negli anni 2002, 2003, 2004

-0,26

-0,35

-0,21-0,18-0,17

-0,13

-0,17

-0,23

-0,13-0,13 -0,17

-0,05

-0 ,50

0 ,00

Totale Obiettivo 2 Totale Phasing OutRegione MARCHE Centro-Nord

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Ancona ed Ascoli Piceno rispettivamente; mentre continua a permanere una situazione critica per Massa Fermana. Le cause all’origine del trend demografico possono essere individuate nell’andamento del movimento naturale e quello migratorio. Come evidenziato nel grafico, negli ultimi anni il saldo naturale della regione permane negativo. Nessuna provincia marchigiana presenta un saldo naturale positivo, anche se nel dettaglio territoriale si rilevano notevoli differenze, in particolare la provincia di Ancona, con un numero di morti pari alle 4.877 unità, evidenzia un saldo naturale negativo pari a 699 unità contribuendo per il 36% circa all’intero saldo negativo regionale. L’andamento dei flussi migratori contribuisce a contrastare gli effetti del movimento naturale, infatti, il grafico evidenzia un valore dello 0,91% per l’area Obiettivo 2 e nel 2004,

complessivamente, si registra un’eccedenza di iscrizioni rispetto alle cancellazioni anagrafiche, il che determina un saldo migratorio positivo pari a 15.887 unità. L’andamento crescente della popolazione marchigiana è legato sicuramente alla presenza nell’area phasing out di saldi migratori positivi, che, a fronte di saldi naturali negativi, aumentano in misura maggiore rispetto alle medie regionali (nel 2004, ad esempio, l’1,16% contro l’1,05%).

B) Il sistema produttivo marchigiano I dati demografici delle imprese nella regione Marche confermano una crescita positiva della struttura imprenditoriale locale, malgrado la difficile congiuntura negativa attraversata dal

commercio e dal manifatturiero. Dall’analisi sui dati forniti da Movimprese, infatti, rispetto all’anno precedente, il numero di imprese attive è aumentato, mettendo in luce un miglioramento rispetto alla situazione esistente a partire dal 2001. Le nuove iscrizioni subiscono un notevole incremento rispetto al 2000 per le aree Obiettivo 2 e phasing out, a differenza,

Trend del movimento migratorio negli anni 2002, 2003, 2004

0,89

1,35

0,91

1,51

0,88

1,161,18

1,61

1,05

1,58

1,08

1,41

0 ,80

1,80

Totale Obiettivo 2 Totale Phasing OutRegione MARCHE Centro-Nord

Andamento anagrafico delle imprese marchigiane

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

2000 2001 2002 2003 2004

Val

ori r

iferi

ti ad

impr

ese

iscr

itte

e ce

ssat

e

167.000

168.000

169.000

170.000

171.000

172.000

173.000

174.000

175.000

176.000

Val

ori r

iferi

ti ad

impr

ese

regi

stra

te

Iscritte Cessate Registrate

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Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

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invece, dei dati regionali che evidenziano una diminuzione del numero di nuove imprese. Calcolando i tassi di crescita38, si evidenzia un trend positivo negli ultimi anni per tutte le ripartizioni territoriali, anche se con differenze sostanziali. Si può notare, infatti, che nel 2004 il tasso di crescita marchigiano viene notevolmente superato dai corrispondenti tassi di crescita delle aree Obiettivo 2 e phasing out. Ed è proprio l’area a sostegno transitorio a registrare un sostanziale miglioramento passando da un tasso di crescita negativo all’avvio del DocUP ad un tasso addirittura superiore alla media regionale. Confrontando i dati delle diverse province della regione Marche nell’anno 2004, si evidenzia una forte similarità nei bilanci demografici di Ancona ed Ascoli Piceno: infatti il numero di imprese registrate39 è leggermente superiore nella prima con un valore di 46.181 rispetto alle 46.092 imprese della seconda. Ed è proprio nel capoluogo Ancona che si registra il maggior numero di nuove imprese (3.148), presentando, inoltre, un maggior saldo anagrafico (ovvero differenza tra numero di imprese iscritte e numero di imprese cessate). Un lieve peggioramento è stato rilevato per Macerata, non solo a livello provinciale ma anche per i comuni finanziabili dal DocUP rientranti, quindi, nell’area obiettivo 2 ed in quella in phasing out. Nell’ambito della presente analisi è stata, altresì, effettuata un’articolazione settoriale dei dati Movimpresa per le province di Ancona, Ascoli Piceno e Macerata. Se in media è possibile affermare che, nella regione Marche, gli imprenditori preferiscono rivolgersi al settore Commercio, con un numero di imprese attive pari al 24,5% rispetto al totale, il peso è relativamente più basso rispetto al dato nazionale dove il comparto in questione rappresenta quasi il 28%. La differenza è assorbita dal settore manifatturiero (15,5 contro il 12,7% dell’Italia) e dall’Agricoltura, in cui le imprese attive risultano essere 23,4% del totale ovvero circa +3,5% della media italiana. Tuttavia, rispetto al 2000, è soprattutto l’agricoltura a far registrare il maggior calo di imprese nel 2004 (-11,4%), trend che viene confermato per tutte le province marchigiane. Nonostante permanga un peggioramento del settore agricolo in tutte le aree considerate, per i comuni rientranti nell’area Obiettivo 2 della provincia di Ascoli Piceno si è avuto un decremento del numero di imprese soprattutto nel settore “Pesca”, con una variazione negativa del 23% circa. Mentre la provincia di Ancona evidenzia un risultato 38 Il tasso di crescita è dato dal rapporto tra il saldo natalità-mortalità delle imprese ed il numero di imprese attive.

Per mancanza di dati riferiti alla provincia di Pesaro e Urbino, il tasso di crescita ed i successivi tassi di natalità e mortalità, per l’area Obiettivo 2 e phasing out, sono stati calcolati considerando esclusivamente le restanti province marchigiane.

39 Ai fini di Movimprese, il sistema telematico nazionale di Infocamere, si definisce: impresa attiva: iscritta al Registro delle Imprese che esercita l’attività e non risulta avere procedure

concorsuali in atto; impresa registrata: presente in archivio e non cessata, indipendentemente dallo stato di attività assunto (attiva,

inattiva, sospesa, in liquidazione, fallita); impresa cessata: iscritta al Registro delle Imprese che ha comunicato la cessazione dell’attività.

Trend della crescita delle imprese marchigiane

0,0007

0,0017

0,00090,0011

0,0021

-0,0008

0,0016

0,0011

0,0015

0,0030

0,0005 0,0004

0,0024

0,0003

0,0005

2000 2001 2002 2003 2004

Obiettivo 2 Phasing Out Marche

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negativo nelle zone eleggibili a finanziamento, dove il maggiore decremento di imprese attive nel 2004 si ha nel settore manifatturiero con una variazione del -43% e del -44% rispettivamente. Per valutare la crescita del tessuto imprenditoriale nella regione Marche, sono stati determinati due indicatori, ovvero il tasso di natalità (iscritte/registrate*100) ed il tasso di mortalità (cessate/registrate*100).

Nell’anno 2004, gli indicatori elaborati evidenziano un tasso di natalità regionale che si avvicina alla media nazionale (il 6,1 rispetto al 7,1). In linea generale, il trend è stato simile per le diverse ripartizioni territoriali evidenziando una modesta crescita dall’avvio della programmazione del DocUP al 2004 sia per le aree obiettivo 2 che per quelle in phasing out, a differenza dei valori regionali che, come si può notare, in seguito ad un forte picco di crescita raggiunto nel 2002 (8,67%), hanno incontrato un peggioramento raggiungendo un valore inferiore rispetto al 2000 (il 6,08% rispetto al 6,35%). Dal lato della mortalità delle imprese, si evidenzia un valore nazionale superiore dello 0,2% rispetto alla media regionale (5,6% rispetto al 5,4%). In questo caso, risultati non positivi sono stati registrati per l’area Obiettivo 2,

dove il rapporto tra imprese cessate e registrate nel 2004 è aumentato rispetto al 2000 (il 6,20% rispetto al 6,04%). Un lieve miglioramento è stato, invece, realizzato nell’area a sostegno transitorio, la quale ha subito un decremento del numero di imprese cessate, passando da 1.660 unità nel 2000 a 1.553 imprese nel 2004, comportando, di conseguenza, un decremento del tasso di mortalità (dal 6,53% al 6,31%).

Trend del tasso di natalità delle imprese

7,096,40

6,98

6,696,21

7,27

6,32

6,79 6,90

6,46

7,05

6,35 6,51

8,67

6,46

6,08

6,59

7,167,287,08

2000 2001 2002 2003 2004

Obiettivo 2 Phasing Out Marche Italia

Trend del tasso di mortalità delle imprese

5,59

6,20

5,64

6,246,15

6,04

6,31

6,08

6,636,40

6,53

5,37

6,01

5,85

5,82

5,57

5,56

5,73

5,95

5,38

2000 2001 2002 2003 2004

Obiettivo 2 Phasing Out Marche Italia

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Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

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Il tessuto imprenditoriale marchigiano risulta essere prevalentemente composto da imprese costituite sotto forma di imprese individuali, maggiormente rappresentate nella provincia di Ascoli Piceno con una percentuale del 27% circa rispetto al sistema imprenditoriale marchigiano. I tassi di nati-mortalità delle imprese evidenziano nella regione Marche nell’anno 2004, che le “società di capitali” sono caratterizzate da un tasso di natalità pari all’8,6% ed un tasso di mortalità del 3,1%, mentre a forma giuridica “società di

persone” è quella che fa registrare il tasso di natalità più basso pur mantenendo un indice di mortalità abbastanza elevato; quanto alle “ditte individuali” si confermano quelle con la mortalità più elevata (7,1% nel 2004). Le imprese artigiane40 che alla fine del 2004 risultano essere registrate presso il Registro delle Imprese sono 51.206 rispetto alle 49.019 del 2000, evidenziando una variazione percentuale pari al 4,46%. Sono, inoltre, aumentate le nuove iscrizioni, corrispondenti a 4.230 imprese, a fronte delle quali 3.783 hanno cessato di operare.

40 L’impresa artigiana viene definita come “l’impresa iscritta nell’apposito Albo Provinciale previsto dall’art. 5 della legge n. 443”, la quale fornisce una definizione diversa rispetto a quella prevista dal Codice Civile che la colloca nell’ambito della piccola impresa.

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

Società dicapitali

Società dipersone

Impreseindividuali

Altre forme

Forma giuridica delle imprese marchigiane

Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino

Imprese artigiane - Trend anni 2000-2004

0500

1.0001.5002.0002.5003.0003.5004.0004.500

Anno 2000 Anno 200447.50048.00048.50049.00049.50050.00050.50051.00051.500

Iscrit te Cessate Registrate

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Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

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C) La ricchezza prodotta L’attuale fase di incertezza e di instabilità internazionale inducono a prestare maggiore attenzione alle dinamiche congiunturali che caratterizzano la regione Marche. A questo proposito per confrontare i livelli di sviluppo economico raggiunti dalle diverse ripartizioni territoriali, l’analisi si avvarrà di due indicatori: il PIL e la Produttività del Lavoro. Nel 2003, la regione Marche si caratterizza per un PIL pro-capite pari a circa 22.237 milioni di

euro, in linea con la media nazionale (22.473 milioni di euro), ma al di sotto del Centro-Nord, dove si rileva il livello relativo al PIL per abitante più elevato, pari a 26.234 milioni di euro. Il PIL per Unità di Lavoro, come evidenziato nel grafico, distanzia maggiormente la regione Marche dalla media nazionale (49.773 milioni di euro rispetto ai 53.669 milioni di euro).

Nel periodo 1995-2003, le Marche si caratterizzano per un tasso di sviluppo ragguardevole: il PIL a prezzi di mercato, infatti, ha registrato un tasso medio annuo di incremento superiore rispetto alla media italiana e del Centro-Nord (il 4,6% contro il 4,4% ed il 4,3% rispettivamente). Meno soddisfacenti appaiono i dati sulla produttività del lavoro realizzata dal sistema economico marchigiano, che si mantiene al di sotto dei valori nazionali e, in misura maggiore, di quelli del Centro-Nord, pur presentando un tasso medio annuo di incremento pari al 3,6% più elevato delle medie delle due aree considerate pari rispettivamente a 3,4% e 3,3%. La più bassa produttività si registra nel comparto manifatturiero, il quale da una parte risente della composizione settoriale maggiormente orientata verso produzioni tradizionali, caratterizzate da un minor valore aggiunto per addetto41; dall’altra è legata alla presenza di aziende molto piccole, in special modo nel calzaturiero.

41 Secondo il rapporto sull’economia regionale al 2004 della Banca d’Italia, a parità di quote settoriali, il differenziale di produttività del lavoro si ridurrebbe di oltre il 60%.

010.00020.00030.00040.00050.00060.000

Marche Italia Centro-Nord

PIL per abitante e per Unità di Lavoro al 2003

PIL per abitante PIL per ULA

Trend della Produttività del Lavoro nel periodo 1995-2003

30

40

50

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003Marche Italia Centro-Nord

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Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

Ecosfera S.p.A. 57

Nel grafico che segue sono stati presi in considerazione i tre macro-settori (agricoltura, industria

e servizi) con l’obiettivo di conoscere il contributo della specializzazione economica alla ricchezza realizzata nell’intero territorio. I dati in oggetto permettono di evidenziare alcune differenze sostanziali dell’economia marchigiana rispetto all’Italia nel suo complesso e, soprattutto, alle altre regioni del Centro-Nord. In primo luogo emerge un peso relativamente minore dell’attività terziaria, con il 67,2% del valore aggiunto

totale della regione a fronte del 70,8 e del 69,2 rispettivamente di Italia e del Centro-Nord, un risultato che si spiega con il contributo più elevato del settore industriale, il quale con il 30,4% è di molto superiore sia rispetto alla situazione media delle regioni del Centro-Nord, che registrano un valore pari al 28,8%, che rispetto al dato medio nazionale che si assesta intorno al 26%. Quanto al comparto primario le Marche con il 2,3% di valore aggiunto si pongono in una situazione intermedia tra Italia (2,5%) e Centro Nord (2%). L’andamento della produzione nel 2004 evidenzia situazioni piuttosto differenti tra i comparti manifatturieri: con valori in crescita nella meccanica e nelle attività legate all’edilizia, mentre è sempre più di carattere strutturale la crisi del comparto moda, in particolare quello calzaturiero. D) L’andamento del commercio estero L’analisi del commercio internazionale evidenzia una spiccata vocazione all’export da parte delle PMI marchigiane, con tassi di crescita che nella seconda metà degli anni ’90 decisamente

superiori alla media del Paese. Nel 2004 (secondo dati provvisori) il valore complessivo di merci esportate pari a 8.883 milioni circa di euro e di merci importate di 3.958 milioni di euro. Rispetto al 2003, le seconde hanno registrato un incremento dell’1,3%, valore che si differenzia rispetto alla variazione ottenuta in Italia, la quale

0

20

40

60

80

Agricoltura Industria Servizi

Ripartizione territoriale del valore aggiunto per settore di attività economica nel 2003

Marche Italia Centro-Nord

01.000.000.0002.000.000.0003.000.000.0004.000.000.0005.000.000.0006.000.000.0007.000.000.0008.000.000.0009.000.000.000

Import Export

Importazioni ed esportazioni disaggregate a livello territoriale (Dati provvisori 2004 )

Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino Marche

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Ecosfera S.p.A. 58

ha fatto registrare un aumento delle importazioni del 7,3% e rispetto all’incremento del 4,7% realizzato nel Centro Nord. Dall’analisi delle variazioni delle esportazioni è possibile evidenziare un aumento quasi irrisorio rispetto al 2003 pari allo 0,57% rispetto ad un incremento a livello nazionale del 6,1% e del Centro-Nord pari al 4,28%. Le esportazioni delle singole province marchigiane rappresentano le seguenti quote sul totale regionale del 2004: Ancona con il 43,9%, Ascoli Piceno con il 21%, Macerata il 16,1% ed, infine, Pesaro e Urbino con il 19% rispetto alla media regionale. Dall’analisi effettuata è emerso che la destinazione principale delle esportazioni marchigiane è l’area dell’Unione Europea che nel 2004 ha assorbito ben il 39,7% del valore esportato complessivamente dalla regione risultando, comunque, diminuite rispetto al 2003 del 3,4%. Il decremento ha interessato in particolare Germania e Francia, mentre è in aumento l’export verso la Gran Bretagna. La crescita maggiore è stata registrata dall’Europa centro-orientale (+9,4%), e specialmente dalla Russia (+21%). I principali settori di esportazione della regione Marche sono quelli corrispondenti ai distretti industriali, riguardanti, quindi, il settore manifatturiero con un totale di 8.842 milioni di euro circa pari al 99,5% del valore totale esportato, evidenziando dal 2003 una crescita del solo 2,3% rispetto ad un incremento del 6,4% a livello nazionale e del 6% nel Centro Nord. E) Il mercato del lavoro42 Dall’analisi effettuata sono emersi i seguenti elementi rilevanti:

il tasso di occupazione complessivo della regione Marche, nell’arco del periodo di tempo considerato, è sempre al di sopra della soglia del 58%, mentre quello nazionale, nonostante sia in continua crescita, non è riuscito ancora a raggiungere il 58%;

ma la principale differenziazione che emerge fa riferimento alla componente femminile: infatti, mentre il tasso di occupazione maschile oscilla nel periodo 1999-2004 tra il 65 ed il 75%, quello femminile, nelle Marche, si mantiene per l’intero periodo considerato al di sotto della soglia del 55%; quello nazionale, invece, non riesce a superare la percentuale massima di 45,2 del 2004. La componente femminile, quindi, registrando lo stesso andamento sia da un punto di vista regionale che nazionale, garantisce la conservazione

42 La nuova metodologia di rilevazione campionaria consiste nella raccolta delle informazioni in tutte le settimane dell’anno e non più in una singola settimana per trimestre. A questo proposito, per garantire il confronto delle nuove stime rispetto ai dati riferiti agli anni passati, l’ISTAT ha provveduto a ricostruire le serie storiche a partire dal IV trimestre del 1992.

Le esportazioni delle Marche per Paese di destinazione

Asia7,6%

Africa, Australia e

altri3,7%

Area dell'euro39,7%

America centro-

meridionale1,8%

America settentrionale

8,1%

Altri Paesi europei7,3%

Europa centro-orientale22,7% Regno Unito

9,2%

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Ecosfera S.p.A. 59

del principale vantaggio che la caratterizza rispetto al tasso di occupazione nazionale.

Da un’analisi in termini di flussi dell’occupazione e della disoccupazione nelle Marche, osserviamo, dalla tabella seguente, che dal 2001 al 2004 il numero di occupati a livello regionale è aumentato del 5,2%, e che anche il numero delle persone in cerca di occupazione aumenta 8 mila unità (27,1%), evidenziando una grande difformità rispetto alle medie nazionali, in cui gli occupati aumentano rispetto al 2001 del 4% circa, mentre le persone in cerca di occupazione diminuiscono del 13,5%. La provincia che prospetta una situazione lavorativa migliore rispetto alle altre è Ascoli Piceno, la quale, non solo presenta un maggior numero di occupati rispetto al passato (+10%), ma evidenzia una riduzione, anche se minima, del numero di persone in cerca di occupazione (-0,9%).

Analizzando in modo più approfondito la situazione della forza lavoro al 2004, è possibile mettere in evidenza un miglioramento nella condizione femminile. Nonostante il numero di donne occupate sia comunque inferiore rispetto a quello maschile (il 43% contro il 57%), la forza di lavoro femminile ha subito un incremento dal 2001 di 8 punti percentuali, rispetto al +4,6% registrato dal comparto maschile. La maggiore partecipazione rispetto al passato al mondo del lavoro da parte delle donne marchigiane trova conferma nel trend dei tassi di attività43 nella regione distinto per sesso, il quale evidenzia un andamento crescente dal 2000 al 2004 passando da un tasso del 53,7% al 58,5%. Questa situazione appare ancor più positiva se si fa un confronto con i 43 In questo contesto si fa riferimento alla definizione di tasso di attività netto, dato dal rapporto tra le persone appartenenti alle forze di lavoro e la popolazione dai 15 ai 64 anni

Variazione % Territorio

Totale Forza di lavoro Occupati In cerca di occupazione

Ancona 4,6 4,0 31,8 Ascoli Piceno 9,3 10,0 -0,9 Macerata 0,2 -0,6 40,9 Pesaro e Urbino 9,0 7,1 61,6 MARCHE 6,0 5,2 27,1 ITALIA 2,5 4,1 -13,5 Fonte: elaborazioni Ecosfera su dati Sistar - Sistema Statistico Regionale Marche

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

Ancona AscoliPiceno

Macerata Pesaro eUrbino

Marche Italia

Tasso di attività per sesso e ripartizione territoriale - Anno 2004

Maschi Femmine Totale

Trend dei tassi di attività delle Marche distinti per sesso

67,4

76,275,074,573,874,773,8

58,557,456,455,153,453,7

66,265,564,564,063,8

50,0

60,0

70,0

80,0

1999 2000 2001 2002 2003 2004

Maschi Femmine Totale

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dati nazionali, che mostrano un generalizzato ritardo del Paese nel tasso di attività e di occupazione femminili pari ad appena al 50,6 ed al 45,2, sebbene in entrambi siano cresciuti molto rispetto al 1999 (+5,1 e +6,9%). Il livello di disoccupazione femminile risulta essere molto più alto rispetto alla componente maschile; nonostante la domanda di lavoro sia cresciuta negli ultimi anni, quindi, certamente non si è ancora adeguata all’offerta. Il grafico successivo, invece, descrive l’andamento della partecipazione al mercato del lavoro osservando il trend dei tassi di attività suddivisi per sesso nelle diverse province marchigiane. La provincia di Ascoli Piceno presenta una situazione caratterizzata dal tasso di attività più elevato per quanto riguarda la componente maschile, pari al 78%; mentre la componente femminile è maggiormente presente ad Ancona, con una percentuale del 60,7%. In generale, è bene notare che è sempre la provincia di Ascoli Piceno che presenta una maggiore partecipazione al mercato del lavoro con il 68,3%, mentre quella che presenta il più basso tasso di attività è Macerata (66,5%), valore inferiore rispetto alla media regionale pari al 67,4 %. Esaminando il trend dei tassi di occupazione44 dal 1999 al 2004, si può osservare come il tasso

della regione Marche continui ad aumentare principalmente per effetto della componente femminile, che registra un incremento di circa 6 punti percentuali, a differenza della componente maschile che evidenzia un incremento di soli 2 punti percentuali; in linea generale, entrambi i tassi presentano un andamento positivo crescente nel tempo, pur differenziandosi notevolmente tra loro; vi è, infatti, tra i due valori percentuali un differenziale di circa 19 punti percentuali, inferiore comunque a quello nazionale pari al 24,5%. Analizzando, inoltre, la situazione disaggregata a livello provinciale, riscontriamo che la crescita risulta più sostenuta per la provincia di Macerata, che dal 1999 con il 58,3% è passata ad un valore del 63% nel 2004,

pur continuando a mantenere un tasso inferiore alla media regionale pari al 63,8%. Nel 2004, in generale, si evidenzia un risultato molto positivo in quanto tutti i valori di ogni

44 Anche in questo caso si prende in considerazione il tasso di occupazione in età 15 ai 64 anni

Trend dei tassi di occupazione delle Marche distinti per sesso

63,8

73,373,172,371,472,271,1

54,254,252,751,549,348,5

63,762,561,560,859,8

1999 2000 2001 2002 2003 2004

Maschi Femmine Totale

Tassi di occupazione disaggregati per sesso e per provincia - Anno 2004 - Dati percentuali

71,274,6 74,0 74,0 73,3

53,9 51,9 53,3 54,256,7

0,0

10,0

20,0

30,040,0

50,0

60,0

70,0

80,0

Ancona AscoliPiceno

Macerata Pesaro eUrbino

MARCHE

Maschi

Femmine

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Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

Ecosfera S.p.A. 61

singola provincia marchigiana sono superiori rispetto alla media nazionale pari al 57,4%. Anche analizzando l’andamento del tasso di disoccupazione, si notano importanti differenze tra il trend regionale e quello nazionale: dal 1999 al 2004 la disoccupazione è calata nelle Marche di 0,8 punti percentuali e di 3,4 in Italia. Questo, però, viene giustificato dal fatto che, da un punto di vista regionale, viene mantenuto nell’arco di tempo considerato un tasso di disoccupazione che non supera il 6,1%, mentre considerando i dati nazionali, i tassi oscillano tra l’11,4 e l’8 % che pur presentando una situazione di netto miglioramento rispetto al passato, rimangono comunque molto distanziati da quelli marchigiani. La dinamica del tasso di disoccupazione continua ad essere nelle Marche influenzata dalla componente femminile della disoccupazione regionale, che nel 2004 registra un calo sostanziale di quasi 2 punti percentuali, mentre il tasso di disoccupazione maschile si mantiene stabile rispetto al 1999. Osservando la composizione del tasso di disoccupazione disaggregato a livello provinciale, si evince come il tasso di disoccupazione femminile regionale, nel 2004, sia pari al 7,3%, mentre quello maschile al 3,8%, con, un differenziale tra i due tassi, quindi, di 3,5 punti percentuali; risultato che è confermato per tutte le province, in alcune in misura maggiore come a Pesaro e Urbino, in altre, invece, il differenziale risulta inferiore come nel caso del capoluogo Ancona. F) Il sistema turistico Un importante elemento della competitività del territorio è rappresentato dall’industria del turismo, che si configura, oggi, come uno dei settori più rilevanti dell’intera economia mondiale. La regione Marche, che sicuramente non occupa a livello nazionale un posto rilevante nella classifica delle mete preferite dai turisti ha, comunque, evidenziato negli ultimi anni una forte espansione divenendo una risorsa sempre più importante per l’economia regionale. Il sistema turistico regionale ha registrato nel 2003 un andamento diverso a livello di ripartizione territoriale confermando un trend positivo nell’area a sostegno transitorio e da un

Trend dei tassi di disoccupazione delle Marche distinti per sesso

3,6

3,2 3,0 3,0 2,5

3,8

9,6

7,56,7 6,4

5,67,3

5,36,1

5,0 4,6 4,43,8

1999 2000 2001 2002 2003 2004

Maschi Femmine Totale

3 ,8

7 ,3

5 ,3

6 ,4

10 ,5

8 ,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

Ancona Macerata Marche

Tasso di disoccupazione per sesso e ripartizione territoriale - Anno 2004

Maschi Femmine Totale

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Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

Ecosfera S.p.A. 62

punto di vista regionale; ha, invece, evidenziato un leggero calo rispetto all’anno precedente per i comuni ritenuti ammessi ai benefici dell’Obiettivo 2, in quanto all’andamento positivo dell’anno 2000, ha fatto seguito una flessione della domanda ricettiva sia in termini di arrivi che di presenze. In particolar modo, in termini di arrivi, il tasso di crescita rispetto al 2000 è del 5,3% nei comuni Obiettivo 245 e del 10,1% in quelli phasing out. Tuttavia, rispetto all’anno precedente si è registrata una variazione percentuale negativa dell’1% nel primo caso ed una variazione positiva nel secondo pari al +3,9%.

In particolar modo, dall’analisi dei dati provinciali, Pesaro e Urbino è risultata la provincia con una maggiore disponibilità ricettiva nell’area Obiettivo 2 rappresentando il 38% del totale area; Ancona, invece, detiene la “fetta” maggiore di offerta turistica con l’81% dell’area totale di phasing out. L’area Obiettivo 2, quindi, si caratterizza per un’offerta alberghiera presente e diffusa ma sotto-utilizzata rispetto all’intera regione Marche, incidendo negativamente sulla competitività del sistema stesso. L’andamento degli arrivi è stato comunque molto variabile nel corso del 2003. Come evidenziato nel grafico precedente, infatti, essi si addensano prevalentemente nei mesi estivi, con percentuali del 15,94% in giugno e del 17,55% nel mese di luglio.

45 L’analisi utilizza come fonte una elaborazione del Servizio Sistema Informativo Statistico di dati ISTAT, nella quale non sono stati considerati i comuni con meno di 3 esercizi ricettivi

0

500.000

1.000.000

1.500.000

2.000.000

2.500.000

Obiettivo 2 Phasing out Regione Marche

Trend degli arrivi negli esercizi ricettivi

2000 2001 2002 2003

Distribuzione nel tempo degli arrivi negli esercizi ricettivi - Anno 2003

-50.000

100.000150.000200.000250.000300.000350.000

Gen

naio

Febb

raio

Mar

zo

Apr

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Mag

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Giu

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Lugl

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Ago

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Sette

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Otto

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Nov

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e

Dic

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e

Marche

0

2.000.000

4.000.000

6.000.000

8.000.000

10.000.000

12.000.000

14.000.000

Obiettivo 2 Phasing out Regione Marche

Trend delle presenze negli esercizi ricettivi

2000 2001 2002 2003

Distribuzione nel tempo delle presenze negli esercizi ricettivi - Anno 2003

-

1.000.000

2.000.000

3.000.000

4.000.000

5.000.000

Gen

naio

Febb

raio

Mar

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Apr

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Mag

gio

Giu

gno

Lugl

io

Ago

sto

Sette

mbr

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Otto

bre

Nov

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e

Dic

embr

e

Marche

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Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

Ecosfera S.p.A. 63

Per quanto riguarda, invece, le presenze nelle strutture ricettive, nel 2003 si è registrato un incremento del 3,2% rispetto al 2000 per l’area Obiettivo 2 e dell’11% circa per la zona a sostegno transitorio. In riferimento al periodo di soggiorno, la preferenza nel 2003 è stata per i mesi estivi. Tra giugno e settembre si è concentrato circa il 67% delle presenze annuali, con il massimo “picco” nel mese di agosto (35%) rispetto al 4,3% di luglio che è stato caratterizzato, invece, da un flusso di presenze molto basso legato ai freddi mesi invernali. Esaminando le varie realtà provinciali, emergono notevoli differenze nel movimento turistico. Nel 2003, infatti, il maggior numero di presenze turistiche registrate nel complesso in tutte le strutture ricettive, si è avuto nella provincia di Ascoli Piceno con 4.328.182 pernottamenti; seguono, poi, Pesaro con 3.817.184 presenze, Ancona con 3.198.661 ed, infine, la provincia di Macerata con 2.105.339 presenze, preferenze che risultano essere confermate dai turisti italiani, con un totale di pernottamenti ad Ascoli Piceno di 3.715.551. Gli stranieri, invece, sembrano prediligere la provincia di Pesaro e Urbino, facendo registrare 762.830 presenze nel 2003. Dal lato dell’offerta, la regione presenta un totale di strutture ricettive pari a 2.369, di cui 1.089 sono rappresentate dagli alberghi e 1.280 sono, invece, esercizi complementari e bed & breakfast. Per quanto riguarda la tipologia di strutture ricettive, l’area Obiettivo 2 è

caratterizzata per un quarto circa dei posti letto dalle strutture alberghiere e per la parte restante dalle strutture complementari, rappresentando, nel complesso, il 40% del totale della disponibilità ricettiva nella regione Marche, mentre la disponibilità ricettiva regionale è pari a 211.845 posti letto, di cui 82.704 appartengono ai comuni

Obiettivo 2 e 26.932 fanno riferimento, invece, all’area phasing out.

Analizzando la composizione dell’offerta a livello provinciale dell’area Obiettivo 2, si evincono le seguenti caratteristiche:

la provincia che evidenzia un impatto inferiore sul totale è Ancona che, con 5.734 posti letto, rappresenta il 7% circa dell’intera offerta ricettiva; in modo particolare, è nei comuni di Ancona e Fabriano che si concentra la maggiore disponibilità ricettiva, con rispettivamente 2.609 e 1.265 posti letto;

l’offerta ricettiva turistica di Macerata pur rappresentando il 26,9% del totale dell’area, si caratterizza per la presenza di comuni che non possono essere considerati come centri di attrazione turistica; infatti, ad esclusione di Sarnano, Castelsantangelo sul Nera e Camerino aventi una consistente disponibilità di posti letto, gli altri comuni garantiscono una disponibilità molto bassa se non inesistente;

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

Strutture alberghiere Strutture extra-alberghiere

Totale strutture

Composizione dell'offerta turistica. Anno 2003

Obiettivo 2 Phasing out Regione Marche

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Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

Ecosfera S.p.A. 64

l’area Obiettivo 2 della provincia di Ascoli Piceno, con una disponibilità di 23.309 posti letto, rappresenta il 28,2% dell’area totale; il comune che si caratterizza per una maggiore disponibilità è sicuramente San Benedetto del Tronto che solo conta quasi la metà dell’offerta ricettiva (10.512);

Pesaro e Urbino, infine, è la provincia che dispone di una maggiore disponibilità ricettiva, rappresentando il 38% del totale dell’area; in questo caso molto significativa risulta essere la quota riferita al comune di Fano che, con 58 strutture alberghiere e 50 complementari, garantisce una disponibilità totale di 21.362 posti letto.

L’area phasing out, invece, si caratterizza al 2003 per una disponibilità ricettiva pari a 26.932 posti letto, i quali, come illustrato nel grafico, fanno riferimento in misura maggiore alla provincia di Ancona che detiene l’81% dell’offerta totale. Significativa appare l’offerta ricettiva del comune di Senigallia che rappresenta la quasi totalità della disponibilità anconetana, ovvero 19.980 posti letto, dei quali il 70% circa riguarda le 50 strutture complementari ed il 30% quelle alberghiere. G) La dotazione infrastrutturale Tra i diversi fattori che concorrono a definire la competitività di un sistema locale assume

particolare rilevanza il tema delle infrastrutture, considerato come fattore in grado di favorire lo sviluppo economico e produttivo, migliorando, al contempo, la qualità della vita. Come evidenziato nel DocUP, quindi, l’analisi prenderà in considerazione due macro-categorie infrastrutturali principali: le infrastrutture economiche, legate, quindi, più direttamente al momento economico-produttivo (trasporti, comunicazioni, energia ed

Composizione % dell'offerta ricettiva totale nell'area Obiettivo 2. Anno 2003

Macerata 26,9%

Pesaro e Urbino 38,0%

Ascoli Piceno 28,2%

Ancona 6,9%

Composizione % dell'offerta ricettiva totale nell'area Phasing Out.

Anno 2003Ancona

81%Ascoli Piceno 4,9%

Pesaro e Urbino

10%

Macerata 4,1%

0,0

40,0

80,0

120,0

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Anc

ona

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Mac

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Trend indici di dotazione infrastrutture economiche

Anno 1999 Anno 2004

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Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

Ecosfera S.p.A. 65

acqua) e le infrastrutture sociali, legate, invece, all’utilizzo di servizi da parte della popolazione (istruzione, sanità, servizi sociali in senso stretto, sport e cultura). Gli indici elaborati da Unioncamere e Tagliacarne per l’analisi della dotazione infrastrutturale non evidenziano una situazione molto positiva soprattutto se confrontata con la media nazionale. La regione Marche, infatti, presenta indici di dotazione pari a 85,1 per le infrastrutture economiche e 88,1 per quelle sociali, valori al di sotto della media nazionale pari a 100. La situazione delle infrastrutture economiche risulta essere peggiorativa rispetto al 1999 non solo a livello regionale, ma anche da un punto di vista provinciale. Unica eccezione è rappresentata dal capoluogo Ancona, che, evidenziando un miglioramento dell’indice di dotazione delle infrastrutture economiche dal 149,2 nel 1999 al 152 nel 2004, rappresenta il miglior risultato della regione, in particolar modo per il comparto infrastrutturale della rete

ferroviaria con un valore pari a 303,1 rispetto ad un valore medio regionale di 106,1. Per quanto riguarda le infrastrutture sociali, la regione Marche si distingue per una situazione soddisfacente nell’ambito dell’istruzione, con un indice che da 101,4 nel 1999 è passato a 102,01 nel 2004. La condizione di maggiore arretratezza è rappresentata, invece, dalla dotazione di strutture sanitarie che a livello regionale presenta un indice di

dotazione pari a 97, valore inferiore rispetto alle altre tipologie infrastrutturali. In particolar modo, analizzando la composizione delle infrastrutture economiche al 2004, è la dotazione stradale che fa registrare migliori risultati evidenziando un indice pari a 108 come media regionale, 119 per la provincia di Pesaro e Urbino, 122 per Ascoli Piceno e 83,1 per Macerata. Poco soddisfacente sembra essere, invece, la dotazione di aeroporti.

0,0

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120,0

160,0

Anc

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MA

RC

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Trend indici di dotazione infrastrutture sociali

Anno 1999 Anno 2004

0

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200

250

300

350

Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro eUrbino

MARCHE

Indici di dotazione delle infrastrutture economiche - Anno 2004

Rete stradale Rete ferroviariaPorti AeroportiImpianti e reti energetico-ambientali Strutture e reti per la telefonia e la telematicaReti bancarie e di servizi vari

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Dall’analisi emerge, quindi, una situazione non molto soddisfacente:

l’indice di dotazione complessivo, pari a 85,1, si mantiene al di sotto della media nazionale; eccezione fatta per la provincia di Ancona che con un indice pari a 152,1 rappresenta uno dei migliori risultati della regione;

il capoluogo Ancona evidenzia, all’interno delle Marche, un indice più elevato per la dotazione sulla rete ferroviaria pari a 303,1, valore di gran lunga superiore rispetto alla media regionale (106,1) e nazionale (100);

i risultati meno brillanti si riscontrano, invece, per le infrastrutture aeroportuali e portuali, con valori regionali rispettivamente pari a 50,04 e 71,01.

Essendo considerata la dotazione infrastrutturale come indicatore in grado di determinare un importante vantaggio competitivo per l’intera economia regionale, la situazione delle Marche presenta un dislivello rispetto alle altre regioni più avanzate del Paese. Per questo motivo, occorrerebbe focalizzare maggiormente l’attenzione sul presente punto per evitare che questo possa rappresentare un freno o un vincolo per l’intero sviluppo economico. 2.2.2 Verifica delle capacità del Programma di perseguire gli obiettivi di livello

superiore La definizione degli indicatori di impatto ha richiesto il diretto coinvolgimento dei Responsabili di Misura, sulla base di indicazioni fornite dallo stesso Valutatore. Solo per alcune submisure dell’Asse I e per la misura 2.1, le realizzazioni al 30 giugno 2005 fanno riferimento a valori effettivamente attuati; per le altre misure, non essendo stato possibile per i diversi Responsabili di Misura l’estrapolazione e la valorizzazione degli indicatori di impatto occupazionali, è stata definita dal Valutatore una stima a partire dall’importo effettivamente finanziato. La “stima” della valorizzazione degli indicatori di impatto è stata determinata precisamente rapportando l’effettiva capacità di impegno (pari al rapporto tra risorse impegnate e il costo totale da rendicontare alla Commissione) al target definito dal Complemento di Programmazione. Nella tabella successiva sono stati riportati i core indicators di impatto, ovvero un insieme di indicatori di sintesi finalizzati a restituire una stima degli effetti reali o attesi rispetto alle finalità del DocUP Obiettivo 2.

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Ambito d'intervento Indicatori di impatto chiave Target

CdP Realizzazioni al 30/06/2005

Occupazione creata/mantenuta totale 2.536 2.528 (di cui femminile) 490 321/371 Asse I Tasso di sopravvivenza delle nuove PMI46 80% 100% Rimozione nutrienti 70% (100% del target) 70% 70%

Riduzione percentuale delle perdite 40% rispetto a un target del 5% 5% 40%

Riduzione delle aree degradate in % sul totale delle aree da recuperare 0% 30% 0%

Quantità di rifiuti sottratti allo smaltimento in discarica

11 kg/ab/anno

15,02 kg/ab/anno

Occupazione creata/mantenuta totale 163 97

Asse II

(di cui femminile) 41 31 Incremento percentuale dei flussi turistici 3,5% 5,2%

Occupazione creata/mantenuta totale 301/331 213/229 Asse III

(di cui femminile) 160/170 116/122

L’impatto sull’occupazione, con separata indicazione della quota di occupazione femminile, oltre ad essere una delle finalità principali dell’intervento delle politiche territoriali nelle aree in ritardo di sviluppo, consente di misurare il reale peso dell’intervento in termini di occupazione nel tempo, tenendo appunto in considerazione la stabilità o meno dell’occupazione creata o mantenuta. A questo proposito, i principali risultati dell’analisi evidenziano come, nella maggior parte dei casi, sia presente un andamento soddisfacente in termini di impatto. Dall’elaborazione di un’analisi maggiormente dettagliata e disaggregando le informazioni a disposizione a livello di singola misura e submisura, otteniamo i seguenti risultati che possono essere sinteticamente rappresentati nelle tabelle che seguono.

46 Il tasso di sopravvivenza atteso per le nuove PMI varia da una submisura all’altra tra il 60 e l’80%; a livello di Asse si è scelto di inserire il valore più ambizioso.

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Dall’analisi dell’avanzamento del Programma, come già più volte ribadito all’interno del Rapporto di Valutazione, sono emerse notevoli difficoltà principalmente legate ai risultati insoddisfacenti di alcune delle azioni più innovative, le quali hanno incontrato un riscontro negativo da parte del territorio, forse non ancora preparato ad intraprendere servizi così innovativi; è il caso della misura 1.3, avente come obiettivo lo stimolo di acquisizione dei servizi innovativi necessari per la promozione della competitività e la crescita occupazionale del sistema imprenditoriale. Nonostante una capacità di impegno del 42% circa, la misura presenta, però, i primi risultati a livello di impatto occupazionale, in particolare per quanto concerne la submisura 1.3.1, che presenta un valore realizzato pari al 73% dell’obiettivo previsto dal C.d.P., con una previsione di realizzazione nel 2008 che supera l’attuale target generale (200 nuovi posti di lavoro rispetto a 150), ma non quello riguardante la creazione di occupazione femminile (42 contro 50). Confrontando i target con le stime realizzate dal Valutatore, per le submisure 1.3.2 e 1.3.3 non è possibile affermare quanto detto precedentemente; la valorizzazione dell’effettiva realizzazione dell’indicatore, in questi due casi, infatti, non raggiunge il 40% nel primo caso ed è pari al 17% nel secondo caso, confermando un interesse da parte del mondo imprenditoriale al di sotto delle aspettative. Risultati molto soddisfacenti dal punto di vista dell’impatto occupazionale, si manifestano nell’ambito della submisura 1.1.3 “Aiuti per la riconversione ecologica delle PMI industriali ed artigiane, per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di salute nell’ambiente di lavoro

47 Il dato fa riferimento alla submisura 1.1.1 a) – Legge 488/92 48 Il dato al 30 giugno 2005 non è disponibile poiché non previsto nei bandi precedenti. Si è provveduto per il Bando 2005 49 Il dato fa riferimento alla submisura 1.2.1 b) 50 Il dato fa riferimento alla submisura 1.3.1 trattini 3, 4 e 5

Ambito d'intervento (Submisura/Misura) Indicatori di impatto chiave Target CdP Realizzazioni

al 30/06/2005

Occupazione creata/mantenuta totale 2.536 2.528 Asse I

(di cui femminile) 490 321/371 Occupazione creata/mantenuta totale 400 1.27247

1.1.1 (di cui femminile) 3 3* Occupazione creata/mantenuta totale 800 931

1.1.2 (di cui femminile) 100 300/350 Occupazione creata/mantenuta totale 150 175

1.1.3 (di cui femminile) 30 n. d. 48 Occupazione creata/mantenuta totale 1000 2849

1.2.1 (di cui femminile) 300 4*

Occupazione creata/mantenuta totale 150 11050 1.3.1

(di cui femminile) 50 12 Occupazione creata/mantenuta totale 30 11*

1.3.2 (di cui femminile) 5 2* Occupazione creata/mantenuta totale 6 1*

1.3.3 (di cui femminile) 2 0*

Fonte: elaborazione Ecosfera S.p.A. su dati forniti dai RdM * elaborazioni Ecosfera S.p.A. sulla base di stime realizzate a partire dai dati finanziari

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e per il risparmio energetico”, la quale, pur avendo ancora una capacità di impegno pari al 67%, con la creazione di 175 posti di lavoro, ha già ampiamente superato il target fissato in precedenza nel C.d.P., prevedendo entro la fine del 2008, la creazione di ulteriori 200 posti. Nonostante i buoni esiti da un punto di vista finanziario, non sono stati registrati significativi risultati in riferimento all’occupazione creata per la submisura 1.2.1, in quanto rispetto ad un target pari a 1.000, sono stati creati “solo” 28 nuovi posti di lavoro; anche in un’ottica futura, non è possibile evidenziare soddisfacenti risultati che si prevede di conseguire entro la fine del Programma (154 nuovi posti di lavoro), con un valore notevolmente al di sotto del target fissato. La submisura 1.1.2 prevede per le aziende che assumono manodopera femminile e/o qualificata a tempo indeterminato la possibilità di accedere agli aiuti per la formazione continua e nell’indagine realizzata nel par. 3.2.6, si sottolinea l’esperienza positiva degli aiuti alle imprese artigiane di produzione e di servizi alla produzione, la quale ha previsto un aumento dei posti di lavoro e soprattutto della qualità dell’occupazione all’interno delle singole imprese, incrementando l’occupazione a tempo indeterminato, anche per quanto concerne la componente femminile e pervenendo, così, ad una stabilizzazione dei rapporti lavorativi. Dall’indagine è emerso, inoltre, un certo legame tra la tipologia di incentivo e la creazione di nuova occupazione, anche femminile; in particolar modo, per le aree finanziate dal DocUP è evidente il contributo della submisura 1.1.2 e della legge 341 del 1995 alla creazione di un’occupazione più “stabile”; per le imprese localizzate nei comuni non eleggibili, invece, l’incentivo che ha determinato il maggior numero di nuove assunzioni è stato il ricorso alla legge 598/94. Posti meno stabili sono stati, invece, assicurati dalla legge 488/92 ordinaria, in particolare nelle aree obiettivo 2 e phasing out della regione Marche. Buoni livelli di performance da un punto di vista finanziario sono stati raggiunti dall’Asse II, volto al miglioramento ed alla riqualificazione ambientale. Come si evince dalla tabella precedente, in cui sono evidenziati i principali esiti attuativi degli indicatori chiave definiti in ambito occupazionale ed ambientale, gli impatti ambientali presentano risultati piuttosto soddisfacenti, superando per la submisura 2.1.2 il target che si prevedeva di raggiungere (40% di riduzione delle perdite rispetto al 5%). Nessun impatto è stato realizzato per le azioni destinate alla bonifica dei siti inquinati ed il recupero delle cave abbandonate (submisura 2.1.3), a causa fondamentalmente delle difficoltà connesse alla mancata presentazione di progetti a finanziamento. Dal punto di vista dell’impatto occupazionale ottimi risultati sono stati conseguiti dalla submisura 2.3, la quale, con una capacità di impegno pari al 69% circa, ha garantito la creazione di 15 nuovi posti di lavoro rispetto ad un target previsto di 3, superando, altresì, la previsione di nuova occupazione femminile (1) con l’inserimento di 8 nuove lavoratrici.

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Buone performance anche per l’Asse III, sia in termini di avanzamento finanziario che di impatto. L’obiettivo fissato di incrementare del 3,5% i flussi turistici con gli interventi della misura 3.1 è stato visibilmente raggiunto (+5,2%), ciò sia in ragione del buon andamento finanziario e realizzativo della misura, sia in relazione allo sviluppo del turismo regionale che nel corso degli ultimi anni ha visto un aumento degli arrivi e delle presenze turistiche. Sono soprattutto gli aiuti per investimenti per attività a rilevanza turistica, finalizzati ad un ampliamento ed ammodernamento della capacità ricettiva esistente ed ad una riqualificazione dell’offerta (submisura 3.1.2), che con una capacità di impegno dell’83%, hanno determinato la nascita di 108 nuove postazioni lavorative, rispetto ad una target di previsione di 130. La misura 3.2 ha evidenziato, rispetto all’anno precedente, un notevole incremento finanziario, registrando una capacità di impegno pari al 67%; il positivo avanzamento finanziario si riflette anche nei risultati di impatto, con una stima di nuovi posti di lavoro creati che oscilla tra 34 e 44 rispetto ad un valore obiettivo compreso tra 50 e 65. Tra le diverse misure dell’Asse III emergono i risultati conseguiti dalla misura 3.5, avente per obiettivo la realizzazione di progetti integrati rivolti alla rivitalizzazione dei centri storici

Ambito d'intervento (Submisura/Misura) Indicatori di impatto chiave Target CdP Realizzazioni

al 30/06/2005

Rimozione nutrienti 70% (100% del target) 70% 70% Riduzione percentuale delle perdite 40% rispetto a un target del 5% 5% 40%

Riduzione delle aree degradate in % sul totale delle aree da recuperare 0% 30% 0%

Quantità di rifiuti sottratti allo smaltimento in discarica 11 kg/ab/anno 15,02

kg/ab/anno Occupazione creata/mantenuta totale 163 97

Asse II

(di cui femminile) 41 31 2.1.1 Rimozione nutrienti 70% (100% del target) 70% 70%

2.1.2 Riduzione percentuale delle perdite 40% rispetto a un target del 5% 5% 40%

2.1.3 Riduzione delle aree degradate in % sul totale delle aree da recuperare 0% 30% 0%

2.2.1 Quantità di rifiuti sottratti allo smaltimento in discarica 11kg/ab/anno 15,02

kg/ab/anno

Occupazione creata/mantenuta totale 3 17** 2.3

(di cui femminile) 1 10** Occupazione creata/mantenuta totale 5 1**

2.4 (di cui femminile) 1 0** Occupazione creata/mantenuta totale 25 26*

2.5 (di cui femminile) 10 10* Occupazione creata/mantenuta totale 120 51*

2.6 (di cui femminile) 24 10* Occupazione creata/mantenuta totale 10 2*

2.7 (di cui femminile) 5 1*

Fonte: elaborazione Ecosfera S.p.A. su dati forniti dai RdM * Elaborazioni Ecosfera S.p.A. sulla base di stime realizzate a partire dai dati finanziari ** Stime realizzate dal Responsabile di Misura

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attraverso il miglioramento e l’adeguamento dell’urbanizzazione e la riqualificazione dell’artigianato artistico e tradizionale. Al 30 giugno 2005, la misura presenta una capacità di impegno, rappresentata dal rapporto tra impegni e costo totale della misura, pari al 73% circa, garantendo il raggiungimento di buoni risultati anche da un punto di vista di impatto occupazionale, essendo stato stimato un incremento del numero dei lavoratori di 52 unità rispetto ad una previsione iniziale di 71. In conclusione si può affermare che sul fronte occupazionale si attende un positivo impatto delle azioni del DocUP, sebbene questo potrebbe essere in parte ridimensionato dalla difficile situazione congiunturale che ha interessato il Paese negli ultimi due anni e che, penalizzando soprattutto l’export dei prodotti del made in Italy, settore strategico per l’economia marchigiana, ha risentito anche della crisi di tipo strutturale che ha colpito il comparto “moda”. I dati statistici relativi al mercato del lavoro permangono, tuttavia, abbastanza incoraggianti specie se confrontati con le medie del Paese. Difatti la regione Marche è caratterizzata da una situazione di “quasi piena occupazione”, con un livello di disoccupazione prossimo a quello frizionale51 ed un elevato tasso di occupazione. Ciò non toglie che, anche in simili realtà, l’occupazione possa ancora aumentare, del resto la presenza, oggi molto forte, di lavori atipici, introduce una realtà molto più complessa dove, tra chi si può definire occupato in senso pieno e chi, invece, disoccupato in senso proprio, esistono una serie di posizioni intermedie, diverse soprattutto per la quantità e la qualità di tempo di lavoro effettivamente prestate. In tal senso appare molto importante, anche in prospettiva futura, la capacità dimostrata dalle azioni del DocUP di favorire una maggiore stabilizzazione dei rapporti lavorativi rispetto ad altre iniziative attivate sul territorio regionale.

51 La disoccupazione frizionale è legata ai tempi necessari alla ricerca di un nuovo lavoro e se può essere in qualche modo ridotto da un più efficiente servizio di collocamento, va comunque riconosciuto che un certo livello di disoccupazione frizionale è comunque ineliminabile.

Ambito d’intervento (Submisura/Misura) Indicatori di impatto chiave Target CdP Realizzazioni

al 30/06/2005

Incremento percentuale dei flussi turistici 3,5% 5,2% Occupazione creata/mantenuta totale 301/331 213/229 Asse III (di cui femminile) 160/170 116/122 Occupazione creata/mantenuta totale 130 108 (di cui femminile) 85 70 3.1 Incremento percentuale dei flussi turistici 3,5% 5,2% Occupazione creata/mantenuta totale 50/65 34/44

3.2 (di cui femminile) 20/25 13/17 Occupazione creata/mantenuta totale 50/65 19/2*

3.3 (di cui femminile) 20/25 8/10 Occupazione creata/mantenuta totale 71 52

3.5 (di cui femminile) 35 25

Fonte: elaborazione Ecosfera S.p.A. sulla base di stime realizzate a partire dai dati finanziari

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3. ANALISI FOCALIZZATA 3.1 INDIVIDUAZIONE DELLE DOMANDE DI VALUTAZIONE Approccio metodologico L’aggiornamento della valutazione intermedia privilegia un approccio aggregato, in linea con le indicazioni della Commissione Europea, al fine di restituire una visione d’insieme focalizzata su risultati ottenuti o attesi in ragione degli obiettivi di livello superiore, indagando sulle ragioni che sono all’origine di successi così come di esiti meno soddisfacenti. Ciò non esclude la possibilità di soffermarsi su questioni rispetto alle quali l’Autorità di Gestione (in tutte le sue parti) e gli altri stakeholder possano esprimono specifici fabbisogni conoscitivi da esaminare anche attraverso approfondimenti ad hoc (tipologie di azione, temi orizzontali, ecc.). Nella consapevolezza di tale esigenza è stato avviato un percorso per l’individuazione di alcune domande di valutazione e la relativa trattazione, che si è sviluppato attraverso il susseguirsi delle seguenti fasi:

1. confronto tra Autorità di gestione e Valutatore indipendente per la definizione del

processo di individuazione delle domande e per l’elaborazione delle prime ipotesi di domande di valutazione;

2. raccolta dei fabbisogni conoscitivi degli stakeholder a partire dalle tematiche individuate52;

3. selezione delle domande;

4. definizione degli strumenti e della metodologia;

5. comunicazione alla Commissione Europea;

6. svolgimento delle attività;

7. restituzione dei risultati.

Una volta definito un insieme di possibili quesiti valutativi, frutto di un processo di codecisione con l’A.d.G., sono stati organizzati tre incontri rivolti agli stakeholder e ai responsabili regionali delle misure del DocUP, nel corso dei quali sono stati presentati gli obiettivi della valutazione nella fase di aggiornamento, gli ambiti tematici individuati e le relative domande di valutazione. Poiché non tutte le esigenze informative potranno essere soddisfatte, a causa di limiti di tempo e risorse e della difficoltà di combinare le esigenze di tutti, ai partecipanti all’incontro è stato chiesto di selezionare, tra i temi individuati, i due a loro avviso di maggiore rilevanza e, per ciascuno di questi, due domande valutative, ciò allo scopo di fornire degli input ovvero dei primi elementi di riflessione, senza tuttavia vincolare in alcun modo l’individuazione delle

52 La raccolta è avvenuta attraverso tre incontri che si sono svolti nelle date del 24 e 25 febbraio con le autonomie locali, parti economiche e sociali ed un incontro successivo il 3 marzo con i responsabili regionali dell’attuazione delle azioni e la rappresentante dell’Autorità Ambientale regionale

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priorità di ciascuno. Difatti è stata lasciata la possibilità di suggerire altre tematiche, domande o esplicitare aspetti di particolare interesse a partire dai quesiti specificati. Infine è stato sviluppato un dibattito, in modo che ognuno potesse esporre le ragioni che hanno determinato la scelta, il quale ha permesso di raccogliere già in questa fase prime osservazioni utili ad orientare il Valutatore verso una definizione più puntuale delle domande di valutazione e un’adeguata impostazione dello studio e dei suoi contenuti. Di seguito si riporta l’elenco dei rappresentanti delle autonomie locali e delle parti economiche e sociali.

ENTE ENTE ENTE AUTONOMIE LOCALI

UNCEM

Lega Autonomie locali

Provincia di Pesaro e Urbino*

SINDACATI

CGIL

UIL

CISL

ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA

CNA

Confindustria

Legacoop

* Non ha partecipato agli incontri , ma ha trasmesso le proprie preferenze per posta elettronica. La selezione delle domande valutative ha tenuto conto non solo delle priorità selezionate dai soggetti incontrati, ma anche delle considerazioni emerse nel corso dei dibattiti e ovviamente dei fabbisogni conoscitivi dell’A.d.G.. È, infatti, sin d’ora evidente il taglio fortemente qualitativo che si vuol conferire all’analisi valutativa, da cui discende lo stesso coinvolgimento dei diversi soggetti in qualche modo interessati alla realizzazione delle iniziative programmate. L’individuazione delle domande di valutazione rappresenta una tappa fondamentale per l’avvio del processo di definizione dell’attività valutativa. Innanzitutto occorre precisare che le domande valutative devono presentare due caratteristiche fondamentali:

• orientamento ad aspetti specifici dei programmi operativi,

• focalizzazione sui risultati e sugli impatti degli interventi finanziati dal Programma. A quanto detto si aggiunge che la scelta deve essere governata da due parametri:

• l’utilità, strettamente collegata all’interesse della Regione verso particolari aspetti del Programma ritenuti rilevanti, per i quali si è verificato un andamento “problematico” o al contrario molto positivo;

• la valutabilità consiste, invece, nella presenza o meno delle condizioni necessarie per procedere alla valutazione di determinati aspetti in termini di tempi, risorse a disposizione, ma soprattutto di informazioni disponibili, in considerazione del fatto che non tutte le iniziative avviate hanno raggiunto un livello di realizzazione tale da permettere la valutazione degli effetti prodotti.

Dunque, una valutazione che pone domande rilevanti, realistiche e circoscritte ha molte più possibilità di fornire informazioni e analisi utili per influenzare i percorsi di sviluppo definiti da programmi operativi.

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Le domande di valutazione Alla luce degli incontri realizzati e considerando rilevante la trasferibilità delle esperienze nella futura programmazione regionale e comunitaria, sono state effettuate delle proposte di domande valutative in riferimento ai singoli approfondimenti tematici.

In questo caso le domande individuate cercano di soddisfare le principali indicazioni emerse dai diversi stakeholder, facendo particolare attenzione alle strategie volte a sostenere la competitività del sistema produttivo della regione Marche nei confronti dei nuovi Paesi emergenti, concentrando l’attenzione anche sull’impatto che gli strumenti di aiuto e gli incentivi hanno sulle decisioni in materia di localizzazione delle imprese e focalizzando l’attenzione su due macroaree, una plurisettoriale e l’altra specializzata nel settore produttivo del mobile. L’approfondimento si inserisce nello studio che la Regione ha commissionato all’IPI sull’impatto degli strumenti di incentivazione sulle scelte di localizzazione delle imprese (2° domanda), anche a seguito del nostro inserimento nel gruppo di lavoro. Per lo svolgimento dell’analisi degli strumenti utilizzati ci si avvarrà della banca dati disponibile presso il Settore Industria e Artigianato sui diversi regimi di aiuto attivati e sulle caratteristiche delle imprese destinatarie dei contributi.

A. Approfondimento sulla competitività e sugli aiuti alle imprese

I regimi di aiuto attivati dal DocUP hanno risposto all'esigenza di accrescere la competitività delle imprese nelle aree obiettivo 2? Quali tipologie si sono rivelate più efficaci? Gli investimenti cofinanziati appaiono in grado di sostenere la competitività aziendale nel medio e lungo periodo?

In che modo gli incentivi hanno condizionato le scelte localizzative delle imprese marchigiane?

Gli interventi infrastrutturali rivolti alle aree produttive hanno creato un contesto favorevole all'insediamento di nuove imprese incentivando la realizzazione di opere di riqualificazione o completamento di aree produttive esistenti o dismesse secondo innovativi ed elevati standard tecnologici ed ambientali?

B. Approfondimento di esperienze positive rivolte al recupero e allo sviluppo delle aree marginali implementando procedure attuative innovative

Come e con quali risultati è stata promossa l’integrazione degli interventi all’interno della medesima misura? Si sono sviluppate sinergie tra le azioni rivolte allo sviluppo locale attivate nell’ambito del DocUP e/o con iniziative realizzate con altre risorse comunitarie o regionali, secondo un percorso di sviluppo locale complesso?

Quali dispositivi sono stati attivati per favorire il partenariato pubblico-privato? Quali sono state le principali forme di integrazione e collegamento tra gli interventi infrastrutturali e gli aiuti alle PMI? Quali le difficoltà incontrate? Quali gli insegnamenti per il futuro?

In quali altri ambiti di intervento appare possibile replicare l’approccio sperimentato (prime ipotesi: iniziative di natura ambientale, ARSTEL)?

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Il secondo ambito di approfondimento concerne le esperienze concertative maturate a livello locale per la pianificazione e l’attuazione di interventi volti all’accrescimento della qualità della vita e alla creazione di nuove fonti di reddito e opportunità occupazionali, rispetto alle quali erano già emerse le forti potenzialità in occasione del confronto con alcuni attori locali per la redazione del Rapporto di valutazione intermedia. Tra l’altro queste forme di programmazione dal basso appaiono utili anche ad una più corretta pianificazione e realizzazione delle ARSTEL (Agende Regionali Strategiche per lo Sviluppo Territoriale Locale), che pur in una fase embrionale, mostrano dei potenziali margini di miglioramento afferenti proprio il livello della concertazione, attualmente limitato al confronto tra Regione e Province, e l’ambito territoriale prescelto, coincidente con l’intera provincia, e probabilmente troppo ampio e disomogeneo rispetto all’idea iniziale che prevedeva la definizione di aree sub-provinciali caratterizzate da caratteristiche e fabbisogni comuni. Quanto al metodo dell’indagine, è previsto il coinvolgimento di testimoni privilegiati (in primo luogo i rappresentanti delle Autonomie locali) e di alcuni attori locali che hanno partecipato alla realizzazione di una o più esperienze, da individuare con il supporto del RdM e valorizzare attraverso l’elaborazione di casi studio.

Rispetto al presente tema, pur di indubbio interesse, gli incontri con il territorio e con i responsabili regionali dell’attuazione non hanno fatto emergere indicazioni in merito a buone pratiche, che dovrebbero essere, secondo le indicazioni comunitarie, alla base dell’aggiornamento della valutazione. Al tempo stesso sono state ribadite le problematiche, già evidenziate nella prima fase di valutazione, che hanno determinato le limitate performance attuative delle misure di valenza ambientale e un’insufficiente considerazione della priorità trasversale in tutti gli interventi programmati nel primo triennio. Per quest’ultimo aspetto, peraltro, l’attività svolta dall’Autorità Ambientale Regionale ha avuto riflessi indubbiamente positivi nel rafforzare la capacità del Programma di conseguire obiettivi di natura ambientale. Gli effetti saranno però rilevabili solo in un momento successivo al termine ultimo per la consegna dell’aggiornamento. Tuttavia, considerata la rilevanza della tematica ai fini del conseguimento di un processo di sviluppo sostenibile del sistema produttivo regionale, sia nell’attuale ciclo di programmazione che nella nuova politica di coesione, la priorità ambientale sarà in ogni caso oggetto di valutazione utilizzando, accanto ai dati di monitoraggio, i due indicatori ambientali sintetici definiti di concerto con l’A.A.R., in modo da restituire i risultati del primo periodo di attuazione.

C. Approfondimento sull’ambiente come priorità trasversale La combinazione di interventi di sostegno al sistema produttivo e/o all’ambiente appare in grado

di generare effetti ambientali positivi?

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3.2 COMPETITIVITÀ E AIUTI ALLE IMPRESE 3.2.1 Obiettivi e struttura dell’analisi Le risorse destinate all’asse I per gli interventi a sostegno del sistema produttivo marchigiano rappresentano circa il 38% del totale. L’analisi valutativa non dovrebbe prescindere dal tema in oggetto, in considerazione del notevole peso finanziario, il quale riflette, del resto, l’importante ruolo che il comparto industriale riveste all’interno dell’economia regionale, contribuendo alla formazione della ricchezza realizzata (in termini di PIL) nell’intero territorio marchigiano con una percentuale del 30,4% rispetto al 26% dell’Italia53. Il DocUP attiva un mix di azioni per favorire lo sviluppo imprenditoriale delle aree con particolari problemi strutturali, rivolgendosi non solo alle vocazioni imprenditoriali ampiamente consolidate, ma promovendo anche lo sviluppo di nuove attività, in modo da favorire la diversificazione dei prodotti e l’allargamento dei mercati di sbocco. Le misure finanziate prevedono incentivi agli investimenti produttivi, attraverso aiuti diretti, un più agevole accesso al credito e l’erogazione di servizi reali alle imprese, la diffusione di innovazione tecnologica e gestionale, con ricadute positive anche in termini di sostenibilità ambientale dei processi produttivi. Le azioni previste dall’asse 1 a sostegno del sistema produttivo, essendo piuttosto diversificate nella natura così come nelle finalità specifiche, operano sinergicamente per accrescere la competitività complessiva del sistema produttivo marchigiano ovvero nel perseguire «il rafforzamento del tessuto produttivo dell’area, specie in termini di crescita della competitività delle imprese sui mercati interni ed esteri, puntando sulla diffusione dell’innovazione a tutti i livelli, in un’ottica di sviluppo sostenibile». Il tema degli aiuti è stato già affrontato nel Rapporto di Valutazione Intermedia, con un approfondimento sul processo di razionalizzazione dei regimi di aiuto strettamente connesso con la riforma in senso federalista dello Stato che ha determinato un significativo rafforzamento del ruolo delle Regioni, in particolare la centralità riconosciuta al territorio nelle politiche di sviluppo54. Nella fase di aggiornamento della valutazione si ribadisce la centralità degli interventi rivolti al settore produttivo nell’ambito della strategia del DocUP Ob. 2 della Regione Marche, ma si cambia la prospettiva, spostando l’attenzione dall’analisi della programmazione alla verifica dell’efficacia delle azioni attivate rispetto agli obiettivi fissati. L’approfondimento sul tema “competitività e aiuti di Stato” ha quale obiettivo principale quello di fornire risposte ai tre quesiti valutativi individuati, che costituiranno un riferimento costante nello svolgimento dell’indagine (vedi par. 3.1).

53 Fonte: ISTAT 54 In particolare, l’esame del sistema di incentivi cofinanziati dal DocUP ha cercato di evidenziare il possesso o la mancanza di quei requisiti di razionalità della programmazione, sui quali insiste la documentazione nazionale e comunitaria, in primo luogo il coordinamento dei numerosi strumenti esistenti al fine di assicurare la complementarietà e l’integrazione, quindi la concentrazione delle risorse, la semplificazione delle procedure di attuazione, nonché un’adeguata selettività degli interventi in funzione di una maggiore efficacia degli stessi.

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L’innalzamento della capacità competitiva è divenuto un obiettivo sempre più pressante a seguito della crisi congiunturale (e in certi settori strutturale) che negli ultimi due anni ha investito l’economia italiana e di cui hanno fortemente risentito anche le PMI artigiane e industriali marchigiane. La programmazione regionale nel suo complesso mira all’accrescimento della competitività delle imprese soprattutto attraverso l’innalzamento qualitativo delle produzioni regionali, quale risposta vincente alla crescente concorrenza internazionale, che, nel caso delle Marche, proviene per lo più dai Paesi di nuova industrializzazione, data la radicata presenza di attività manifatturiere tradizionali. Si tratta di una scelta legata alla ormai diffusa consapevolezza che la concorrenza deve essere affrontata inevitabilmente con un maggior valore aggiunto in termini di qualità e/o tecnologia non essendo più possibile confrontarsi sulla base del prezzo. La concorrenza dei paesi emergenti è, infatti, sempre più agguerrita ed in grado di competere in modo preponderante sul lato dei costi, anche attraverso politiche di dumping, da cui non è più possibile difendersi con la svalutazione della moneta, che, fino all’inizio degli anni ’90, ha rappresentato un importante vantaggio competitivo dell’Italia sui mercati internazionali55. Per recuperare competitività, il Paese può e deve puntare sulle PMI, le quali possono considerare la crescente globalizzazione dell’economia come un’importante opportunità per creare nuovi mercati di sbocco. Alla luce delle prime indicazioni emerse sul nuovo ciclo di programmazione dei Fondi strutturali, in termini di agevolazioni alle imprese nel regolamento FESR, sembra affiorare l’impossibilità di finanziare con risorse comunitarie – dopo il 2006 – i regimi di aiuto “generalisti”, cioè a sostegno degli investimenti materiali ed immateriali realizzati dalle unità produttive locali, come ad esempio la legge 488/92, al contrario contemplati esplicitamente nella proposta di regolamento dell’Obiettivo “Convergenza”. Se ciò trovasse conferma, l’utilizzo di simili strumenti potrebbe avvenire solo a carico delle risorse nazionali, con un ridimensionamento significativo delle complessive disponibilità finanziarie dei futuri piani di sviluppo regionale, visti i vincoli di bilancio sulle finanze nazionale e regionali. In una simile prospettiva appare più che mai importante raccogliere informazioni sugli effetti degli strumenti consolidati nelle procedure di funzionamento sino ad oggi apprezzati dal mondo imprenditoriale, ma anche sulla diffusione e sui risultati degli incentivi “mirati” a sostegno di investimenti innovativi, alla Ricerca e Sviluppo, ai servizi reali di tipo avanzato, ecc. Ai fini dell’analisi si porrà attenzione alla propensione del sistema produttivo regionale a realizzare investimenti maggiormente qualificati, indagando sulle eventuali difficoltà che possono condizionare la diffusione degli incentivi mirati, che dovranno via via sostituire gli aiuti “generalisti”. Ovviamente sostenere l’innovazione del proprio contesto economico produttivo non significa offrire alle imprese solo un insieme di incentivi ed agevolazioni che permettano loro di investire maggiormente per sviluppare o acquistare innovazione; vuol dire, anche, dotare il proprio territorio degli strumenti e delle infrastrutture necessarie.

55 La tematica della competitività è particolarmente attuale: il recente D.Lgs. n. 35 del 14/03/05, il c.d. decreto “competitività”, prevede, tra le diverse azioni introdotte, un incentivo per le imprese rientranti nella definizione comunitaria di PMI, per le quali è previsto un credito di imposta pari al 50% a fronte di spese sostenute per studi e consulenze inerenti le operazioni di concentrazione. Si tratta di un provvedimento molto importante, anche in relazione alla prossima programmazione 2007-2013 di Fondi strutturali, nella quale si rafforza il ruolo programmatico degli Stati membri rispetto al passato.

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In un sistema fortemente “distrettualizzato”, qual è quello marchigiano, riveste notevole importanza la riqualificazione o completamento di aree produttive secondo innovativi ed elevati standard tecnologici ed ambientali, al fine di creare un contesto favorevole all’insediamento di nuove imprese. Rivolgendosi il DocUP alle sole aree obiettivo 2 e phasing out56, è fondamentale per il successo del Programma individuare i fattori di attrazione che guidano la localizzazione degli investimenti delle imprese, allo scopo di verificare l’efficacia delle azioni attivate a promuovere lo sviluppo nelle zone svantaggiate ed eventualmente rafforzare e orientare la programmazione regionale. Seppure in via indiretta, la questione sollevata porta l’attenzione al preoccupante fenomeno della delocalizzazione che sta interessando le aree più produttive del Paese che comporta in molti casi la chiusura degli stabilimenti italiani, con conseguenze negative in termini occupazionali, dunque ben diversa dall’auspicata internazionalizzazione con la quale si intende piuttosto allargare i mercati di sbocco. Dal punto di vista dei risultati e degli impatti effettivi o attesi imputabili agli interventi del DocUP, lo studio si concentrerà sulla capacità di soddisfare i principali obiettivi programmati in termini occupazionali e di fatturato, come pure la diffusione di innovazioni tecnologiche, organizzative e commerciali. Pur restituendo considerazioni valutative su tutte le azioni a supporto del sistema delle PMI contemplate nell’asse 1, saranno gli interventi previsti dalla misura 1.1 a costituire l’oggetto principale dell’analisi, una scelta coerente con l’esigenza di focalizzare l’attenzione su ambiti specifici al fine di poter sviluppare un’indagine approfondita ed esaustiva. Tali strumenti agevolativi sono trattati in un caso studio che sviluppa le medesime tematiche in un ambito più ristretto, incentrando l’analisi valutativa su un campione di imprese che hanno beneficiato delle agevolazioni, individuato sulla base di diversi criteri, primo fra tutti quello di tipo territoriale. Nella conduzione dell’indagine ci si collega allo studio delle imprese localizzate su due aree specifiche affidato dalla regione Marche all’IPI (Istituto per la Promozione Industriale) che ha per oggetto “la valutazione dell’impatto degli strumenti di incentivazione alle imprese sulle scelte di localizzazione degli investimenti”, con lo scopo di verificare se la concentrazione in determinate aree di strumenti agevolativi incide significativamente sulla scelta dell’impresa della localizzazione del proprio investimento produttivo. Per l’analisi è stato istituito un Gruppo di Lavoro ad hoc costituito dall’IPI, dalla Società Ecosfera, in qualità di Valutatore Indipendente, e dal Rappresentante dell’Autorità di Gestione del DocUP con ruolo di coordinamento. Avvalendosi principalmente di un’indagine di campo si è scelto di allargare l’ambito originario dello studio dalle scelte localizzative ad altre questioni ritenute rilevanti ossia gli effetti degli investimenti rispetto agli obiettivi individuati, con particolare riferimento alla competitività e all’innovazione, le strategie aziendali, la conoscenza degli strumenti di incentivazione.

56 A questo proposito per le Regioni del nuovo Obiettivo 2, il cosiddetto “obiettivo competitività”, la Commissione ha proposto l’abbandono del sistema attualmente in vigore che prevede la microzonizzazione delle regioni eleggibili, garantendo così la coerenza a livello di priorità da finanziare piuttosto che a livello di aree geografiche all’interno delle quali sono attuate le azioni beneficiarie degli aiuti. Ciò significa che, oltre all’obiettivo della convergenza, l’attuazione all’interno dei diversi settori di intervento, deve essere compatibile con le norme applicabili in materia di aiuti di Stato.

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Si aggiunge, inoltre, che alcuni aspetti che completano l’approfondimento sono esaminati in altre sezioni del presente documento; in particolare si rimanda al Capitolo 2 per l’analisi dell’avanzamento attuativo e della verifica della capacità delle misure di sostegno al sistema produttivo di soddisfare gli obiettivi operativi programmati attraverso la valorizzazione di alcuni indicatori chiave sulla base di risultati effettivi o stimati; nella stessa sezione del documento si potrà disporre di un quadro sull’evoluzione del contesto produttivo marchigiano negli anni di attuazione del DocUP Ob. 2. Quanto alla prospettiva temporale dell’analisi valutativa, in coerenza con gli orientamenti delle autorità nazionali e comunitarie, si ribadisce la finalizzazione non solo a restituire risultati e indicazioni per la programmazione in corso, ma anche a supportare la definizione della prossima politica di coesione e la stesura dei documenti strategici nazionali e regionali. 3.2.2 Breve inquadramento normativo sugli aiuti di Stato Nell’ambito della programmazione dei Fondi strutturali per il periodo 2000-2006, la Commissione ha invitato gli Stati membri e le Regioni a dare priorità alle azioni e agli interventi volti a rafforzare la competitività dell’economia regionale. Tra di esse rientrano gli “Aiuti di Stato”, ovvero le misure di aiuto pubblico alle imprese che pur essendo incoraggiate dalle politiche e dai programmi dell’Unione Europea, possono causare distorsioni alla concorrenza e minacciare il corretto funzionamento del mercato interno, se non adeguatamente regolamentate. Nel riquadro sottostante vengono riportate le caratteristiche imprescindibili affinché la misura agevolativa possa essere considerata un aiuto di Stato.

Lo Stato e le altre Amministrazioni pubbliche possono erogare aiuti alle imprese solo nel limite di determinati massimali autorizzati espressamente dalla Commissione. Ogni progetto di legge agevolativo deve essere notificato alla Commissione stessa. Fanno eccezione gli aiuti di piccola

Affinché una misura possa contraddistinguersi come aiuto di Stato è necessaria la presenza dei seguenti requisiti precisati nell’art. 87 par. 1:

trasferimento di risorse statali: le norme relative agli aiuti di Stato riguardano solo quelle misure aventi per oggetto un trasferimento di risorse statali;

vantaggio economico: la misura di aiuto deve conferire al beneficiario finale un vantaggio economico che non avrebbe conseguito nel caso di svolgimento normale della sua attività;

criterio della selettività: la misura, per costituire aiuto di Stato, non deve essere generale o generica, ma deve essere “selettiva”, cioè deve essere applicata ad uno specifico settore economico o ad un determinata parte del territorio dello Stato membro (aiuti settoriali e regionali); in questo caso, carattere distintivo è sicuramente il potere di discrezionalità di cui godono le autorità;

effetti sulla concorrenza e sugli scambi: l’aiuto deve avere effetti potenziali sulla concorrenza e sugli scambi fra gli Stati membri, in quanto destinato ad un beneficiario che esercita un’attività economica ed opera su un mercato che prevede scambi commerciali tra gli Stati membri.

La semplice mancanza di uno di questi elementi esclude che la misura agevolativa progettata costituisca un aiuto di Stato.

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entità, definiti de minimis, che si presume non incidano sulla concorrenza in maniera significativa. La regola de minimis, disciplinata dal Regolamento della Commissione 69/2001, quindi, riguarda gli aiuti di Stato di importo poco elevato, per i quali non è richiesta una notifica preventiva. L’importo totale massimo degli aiuti di questo tipo ottenuti da un’impresa, non può superare, nell’arco di tre anni, 100.000 euro, il quale viene calcolato a ritroso a partire dall’ultimo aiuto ricevuto. Sono escluse dal campo di applicazione delle regola suddetta le imprese attive in una serie di settori cosiddetti “sensibili” fra i quali, in particolar modo, quello dei trasporti, dell’agricoltura e della pesca. Destinatarie delle iniziative sono le piccole e medio imprese artigiane ed industriali, ovvero la categoria caratterizzante il modello di organizzazione economico della regione Marche che si è rivelata la determinante fondamentale del suo vantaggio competitivo.

Il Ministero delle Attività Produttive ha diffuso recentemente il testo del Decreto approvato il 18 aprile 2005, il quale aggiorna i criteri di individuazione delle microimprese, piccole e medie imprese, in accordo con la disciplina comunitaria, rappresentata dalla raccomandazione della Commissione Europea 2003/361/CE del 6 maggio 2003, che dal primo gennaio 2005 sostituisce la precedente normativa. Il decreto fornisce le necessarie indicazioni per la determinazione della dimensione aziendale ai fini della concessione di aiuti alle attività produttive. A questo proposito nel riquadro seguente viene descritta la nuova definizione di PMI.

Definizione di PMI

La definizione di piccola e media impresa, spesso oggetto di contestazione in ambito comunitario, che risulta dall’Allegato I del Regolamento 70/2001, è la seguente: Le piccole e medie imprese (PMI) sono così definite se hanno:

meno di 250 dipendenti; un fatturato annuo non superiore a 40 milioni di euro, oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 37

milioni di euro; il requisito di indipendenza. A questo proposito sono considerate imprese indipendenti quelle il cui capitale o

i cui diritti di voto non sono detenuti per il 25% o più da una sola impresa oppure, congiuntamente, da più imprese non conformi alle definizioni di PMI o di piccola impresa, secondo il caso.

Nuova definizione di PMI (Decreto approvato il 18 aprile 2005)

L’impresa può essere definita come ogni entità, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, che eserciti una attività economica. Le piccole e medie imprese (PMI) sono costituite da microimprese, piccole imprese e medie imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non superi i 50 milioni di euro o il cui totale di bilancio annuo non superi i 43 milioni di euro. Piccola impresa: impresa che occupa meno di 50 persone e realizza un fatturato annuo o un totale di bilancio

annuo non superiori a 10 milioni di euro. Microimpresa: impresa che occupa meno di 10 persone e realizza un fatturato annuo o un totale di bilancio

annuo non superiori a 2 milioni di euro.

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Nel rispetto della normativa UE sulla compatibilità tra gli aiuti di Stato e la libera concorrenza nel mercato comune e in armonia con le priorità fissate nella programmazione dei Fondi strutturali, il sistema italiano offre una serie di norme agevolative rivolte alle piccole e medio imprese per incentivarne lo sviluppo e l’investimento. 3.2.3 Cenni sulle caratteristiche del sistema produttivo marchigiano La regione Marche si è contraddistinta per l’affermazione di piccole e medie imprese industriali ed artigiane, le quali hanno comportato un’importante crescita economica del territorio, attraverso la nascita dei cosiddetti Distretti Industriali, un modello di riferimento a livello regionale che però interessa solo marginalmente le aree obiettivo 2. Il distretto viene identificato nell’unità elementare di analisi e di intervento per la politica economica ed industriale e si configura come un sistema locale caratterizzato dalla compresenza di un raggruppamento umano e di un’industria principale costituita da una popolazione di piccole e medie imprese indipendenti, specializzate in fasi diverse di uno stesso processo produttivo. Esempi di distretti tipici dell’economia marchigiana sono quelli delle calzature di Fermano (Macerata), del mobile (provincia di Pesaro e Urbino) e quello della carta di Fabriano. I distretti industriali stanno vivendo una fase di profondi cambiamenti che sono collegati alla forte interdipendenza che caratterizza i sistemi locali nei processi di globalizzazione. La nuova internazionalizzazione tende a dare molto più spazio agli scambi transnazionali di conoscenze, anziché limitare i rapporti con l’esterno alla commercializzazione dei prodotti, concretizzando processi capaci di permettere ingressi in mercati considerati chiusi e relazioni con i mercati di sbocco non solo individuali ma anche allargate. Per non soccombere agli attacchi della concorrenza ed essere più esposti a rischio ed instabilità, è necessario costruire reti multinazionali in grado di assicurare, quindi, una presenza stabile all’interno del mercato ed intraprendere il percorso dell’innovazione cercando di spostare le produzioni di ogni filiera verso livelli più alti dove, almeno, “la Cina non è vicina”. Occorre puntare, inoltre, sul mercato del credito, il quale, giocando un ruolo determinante per il buon funzionamento dell’economia del territorio, rappresenta un settore che, con le proprie azioni ed iniziative, ha un’influenza diretta sia sulla crescita dimensionale del sistema economico locale che sulla relativa competitività. L’obiettivo di una maggiore apertura dell’economia marchigiana può essere conseguito solo se le imprese orientano la propria attività verso lo sviluppo di fattori ritenuti fortemente competitivi riconducibili, ad esempio, alla qualità dei prodotti, dei servizi e dei processi produttivi. La crescita del ruolo internazionale delle Marche, quindi, va costruita soprattutto nel segno del “Made in Italy”, attraverso il sostegno ai sistemi industriali e turistici, ma anche cercando di valorizzare maggiormente le risorse artistiche e culturali che rappresentano una grande opportunità per la regione. Nonostante la continua crescita conosciuta dalle Marche negli ultimi decenni, recentemente, come nella maggior parte delle economie occidentali, anche in questa Regione si è cominciato ad avvertire un certo indebolimento della capacità competitiva che, per alcuni territori e per alcuni settori, assume oggi il profilo di una forte crisi strutturale, con possibili ricadute su occupazione e produzione di ricchezza.

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La presenza diffusa dell’artigianato, della piccola impresa e dello sviluppo distrettuale hanno rappresentato un importante contributo nella determinazione dei punti di forza del sistema regionale. Purtroppo, nell’attuale contesto competitivo gli stessi aspetti rischiano di trasformarsi in punti di debolezza, in particolare proprio l’aspetto dimensionale unitamente alla scarsa propensione delle imprese a fare sistema incidono negativamente sulla capacità di realizzare adeguati investimenti nell’innovazione e in R&S. 3.2.4 Metodologia e fonti informative La metodologia utilizzata per il presente approfondimento tematico ha previsto un’analisi desk, riguardante, in primis, la ricerca e la raccolta di tutti i dati economici, sociali e normativi a disposizione, dei dati di monitoraggio regionale e, successivamente, il confronto e lo studio degli stessi; quanto alla parte field, si è proceduto ad una serie di confronti con le parti economiche e sociali, in grado di formulare giudizi qualificati sui risultati conseguiti. Nell’ambito dello studio sulle due aree produttive, sono state realizzate indagini di campo con la somministrazione di questionari (secondo la tecnica CATI57) alle imprese destinatarie dei finanziamenti che hanno avviato o completato investimenti selezionati nell’ambito di alcune delle misure di intervento attivate58. A tale riguardo, occorre sottolineare che i risultati ottenuti dall’analisi potranno essere utilizzati per riordinare il sistema degli incentivi regionali e per poter, così, avviare la definizione delle strategie regionali per il prossimo periodo di programmazione 2007-2013 dei Fondi strutturali in coerenza con le nuove linee guida degli orientamenti comunitari in materia di politica di concorrenza e di coesione. Nel box successivo si riportano le principali questioni affrontate nella conduzione dello studio, anche attraverso un confronto con alcuni interlocutori privilegiati ossia con i rappresentanti delle parti economiche e sociali, delle autonomie locali e con i responsabili regionali preposti all’attuazione del Programma.

57 Si tratta di un’innovazione recente dell’intervista telefonica che si avvale del supporto del PC. Al rilevatore compaiono sul video i singoli quesiti in una successione predefinita e regolata da filtri e coerenze dipendenti dalle risposte via via ottenute e stabiliti nella fase di informatizzazione precedente. 58 L’indagine sul territorio è stata condotta da una società di ricerche di mercato FORMAT individuata dall’IPI.

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Principali aspetti esaminati

Effetti rilevati o attesi dalla realizzazione degli investimenti in relazione ai principali obiettivi programmati

Adeguatezza degli strumenti adottati nel rimuovere le difficoltà di ordine strutturale Adeguatezza della strategia nel sostenere la competitività delle imprese marchigiane Capacità degli incentivi attivati nel favorire la localizzazione delle imprese nell’area obiettivo Esistenza di eventuali fattori ostativi alla diffusione di azioni maggiormente innovative (servizi

finanziari e reali alle imprese, innovazioni tecnologiche, R&S) Efficacia degli interventi di riqualificazione delle aree produttive nel creare un contesto favorevole

all'insediamento di nuove imprese Integrazione delle azioni attivate con altri strumenti DocUP o extra DocUP implementati sul

territorio regionale Punti di forza e di debolezza, possibili miglioramenti rispetto alle procedure di attuazione Riflessioni rispetto alla prossimo ciclo di fondi strutturali

Per quanto riguarda le fonti informative utilizzate nella realizzazione della presente analisi, si fa ricorso prevalentemente a:

dati primari: in questo contesto si esaminano informazioni quali-quantitative raccolte presso soggetti destinatari e/o beneficiari e testimoni privilegiati;

dati secondari: per l’analisi del contesto territoriale di riferimento si utilizzano fonti statistiche; in modo particolare dati ISTAT, elaborazioni dell’Istituto Tagliacarne ed Unioncamere, oltre ai dati Movimprese, ove disponibili disaggregati a livello comunale. Per la valutazione dello stato di avanzamento del Programma, si analizzano, invece, informazioni desumibili dal sistema di monitoraggio regionale, relativamente agli aspetti finanziari, procedurali e fisici, ricorrendo alla stretta collaborazione dei Responsabili di misura; ci si avvale, inoltre, dei diversi documenti predisposti dall’Amministrazione regionale, in particolare della Relazione Annuale di Esecuzione. Al fine di disporre di un quadro esaustivo della risposta del mondo imprenditoriale alle possibilità offerte dal DocUP - sia per l’analisi generale sugli incentivi alle imprese sia nell’ambito del caso studio - si utilizzeranno i dati disponibili sulle caratteristiche delle imprese e dei progetti presentati (forma giuridica, settore produttivo, localizzazione, ambito di investimento, effetti attesi, ecc.).

In merito alle fasi e ai tempi per lo svolgimento dell’analisi, ad aprile sono state avviate le attività di raccolta delle informazioni e di studio della documentazione, che sono state completate nel mese di luglio con la disponibilità dei dati di monitoraggio al II trimestre del 2005. Contestualmente si sono svolti diversi incontri con gli altri membri del Gruppo di Lavoro per definire le aree territoriali sulle quali incentrare l’analisi, gli strumenti di agevolazione alle imprese da esaminare, fissare i contenuti del questionario e i principali criteri per il campionamento e per la conduzione dell’indagine sul campo. Il completamento di quest’ultima e la restituzione dei relativi risultati è avvenuta a metà settembre e ha consentito di procedere all’analisi dei risultati stessi da un punto di vista strettamente funzionale alle finalità proprie della valutazione del DocUP.

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3.2.5 L’attuazione delle azioni di sostegno alle imprese: sintesi dei risultati Al fine di comprendere meglio il sistema territoriale di riferimento sul quale interviene il DocUP, è possibile evidenziare i primi effetti in termini di risultati ed impatti prodotti dalle azioni del Programma, in modo tale da anticipare l’analisi di dettaglio (il caso studio) con una visione d’insieme dell’attuazione del Programma. Il DocUP Obiettivo 2 Marche evidenzia al 30 giugno 2005 una performance finanziaria complessivamente soddisfacente. A questo proposito si è verificato un andamento differenziato dei pagamenti effettuati a livello di asse prioritario, con il raggiungimento di ottimi livelli di performance, in termini di spesa, per l’asse II “Rete ecologica e riqualificazione territoriale”, mentre si rileva una maggiore difficoltà per le misure dell’asse I “Sviluppo e rafforzamento del sistema produttivo”, a causa di un rallentamento dell’economia regionale che ha influito sulla capacità di spesa delle imprese marchigiane, le quali hanno presentato minori domande di agevolazione rispetto alle previsioni di utilizzo ed alle risorse disponibili, con una notevole incidenza anche delle revoche per rinuncia o per mancata rendicontazione. Come si avrà modo di verificare nel prosieguo dell’analisi le imprese che si sono rivelate più esposte ai condizionamenti esterni sono state quelle di piccola dimensione. Le misure dell’asse I sono piuttosto articolate ed hanno previsto tipologie di incentivi molto diverse tra loro per contenuto, target e tipo di agevolazione e, di conseguenza, anche i risultati appaiono differenti. Nel prospetto che segue si riportano in sintesi le principali caratteristiche, gli obiettivi degli incentivi finanziati, nonché gli esiti attuativi esaminati per lo più da un punto di vista qualitativo, avendo già ampiamente trattato gli aspetti finanziari e fisici nel capitolo 2 al quale si rimanda per una disamina più approfondita dell’attuazione, mentre la disamina dei rilievi e delle raccomandazioni espressi nel Rapporto di valutazione intermedia nonché del loro accoglimento da parte dell’Amministrazione regionale sono trattati nel primo capitolo del presente documento.

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Azioni a sostegno del sistema produttivo marchigiano: caratteristiche e osservazioni sui risultati attuativi Mis. Sub Descrizione e obiettivi Risultati

1.1.1

submisura– Aiuti agli investimenti produttivi delle PMI industriali, la quale a sua volta si articola in tre interventi: Legge 488/92 – Agevolazioni alle attività produttive nelle aree depresse del Paese, il più importante strumento a sostegno degli investimenti produttivi, prevedendo contributi in conto capitale per i programmi di investimento delle imprese localizzati nelle aree depresse. Legge 598/94 “Agevolazioni per l’innovazione tecnologica e la tutela ambientale” permette di agevolare gli investimenti finalizzati all’innovazione tecnologica e alla tutela ambientale, rivolgendosi alle PMI industriali. L’intervento agevola il finanziamento attraverso l’abbattimento del tasso di interesse praticato sui prestiti concessi dagli Istituti Bancari attraverso l’intervento del Mediocredito Centrale. Legge 341/95 “Agevolazioni in forma automatica per le imprese manifatturiere”, è finalizzata allo sviluppo delle aree depresse del territorio nazionale ed accorda un “bonus fiscale” da utilizzare come credito di imposta relativamente agli importi che l’impresa beneficiaria dovrà versare presso il concessionario59.

Tutte e tre le tipologie di aiuto previste hanno prodotto risultati soddisfacenti in termini di progetti finanziati, sebbene l’avanzamento della spesa non sia risultato adeguato agli obiettivi connessi al meccanismo dell’n+2 per il 2004. È questo il caso degli incentivi a favore di programmi di investimento (leggi 488/92 e 341/95), in molti casi sono stati acquisiti al DocUP progetti finanziati con bandi ordinari extra-DocUP per garantire il raggiungimento degli obiettivi di spesa e per colmare la riduzione del numero di domande da imputare al difficile momento congiunturale, come è accaduto ad esempio per il bando DocUP per la 341/95. Si pone poi l’accento sulle numerose preferenze accordate alla 598/94, che indica una crescente attenzione alla innovazione tecnologica, commerciale e organizzativa, con riflessi senz’altro positivi per il prioritario obiettivo di rafforzare la competitività del sistema produttivo marchigiano proprio in risposta alla crisi congiunturale e che, per alcuni settori, è di tipo strutturale.

1.1

1.1.2

Si tratta di aiuti agli investimenti delle imprese artigiane di produzione e di servizi alla produzione, avente come obiettivo soprattutto l’ammodernamento, l’ampliamento, la ristrutturazione degli impianti produttivi. Con la revisione di metà periodo è stato anche in questo caso posto maggiormente l’accento sull’innovazione, prevedendo una specifica tipologia di intervento distinta dai più generici investimenti aziendali.

La submisura 1.1.2 rivolta al settore artigiano ha dato dei buoni risultati e si conferma uno strumento molto apprezzato in una regione che presenta un rilevante numero di imprese artigiane; nell’ambito della misura è stata tra la l’altro sperimentata con successo una modalità di integrazione con il POR Ob. 3 per favorire nuova occupazione. Tuttavia proprio il settore artigiano, caratterizzato da realtà produttive di minori dimensioni ed operanti nei comparti manifatturieri tradizionali, è stato particolarmente penalizzato dal difficile momento congiunturale che ha condizionato la propensione agli investimenti delle imprese e determinato un alto numero di rinunce.

59 La L. 266/97 art. 8 “incentivi automatici per l’intero territorio nazionale” costituisce l’estensione all’intero territorio nazionale e limitatamente alle PMI della L. 341/95 che invece è rivolta alle sole aree svantaggiate.

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1.1 1.1.3

La submisura è finalizzata alla concessione di incentivi alle PMI per l’introduzione di investimenti innovativi atti a prevenire o comunque ridurre l’impatto ambientale dei loro processi produttivi, il miglioramento delle condizioni di sicurezza e salute nell’ambiente di lavoro e per il risparmio energetico.

Il successo della submisura, sia in termini di progetti finanziati sia di risorse impegnate e spese, evidenzia un risultato molto importante e nient’affatto scontato ossia una crescente attenzione alla sostenibilità ambientale da parte delle imprese, soprattutto in relazione al problema sempre attuale di poter rendere compatibile la crescita del sistema produttivo con le priorità e i vincoli di carattere ambientale.

1.2 1.2.1 1.2.2

La misura ha come obiettivo quello di promuovere il riequilibrio della struttura finanziaria delle piccole e medie imprese locali e lo sviluppo di investimenti innovativi attraverso iniziative di ingegneria finanziaria volte ad agevolare l’accesso al credito e la partecipazione al capitale di rischio.

Pur essendo partita con un certo ritardo, la submisura 1 si è distinta nell’ultimo anno per un’ottima performance finanziaria; inoltre si segnala l’introduzione di una serie di modifiche apportate per rafforzare il sistema dei fondi di garanzie in modo da tener conto dei vincoli più stringenti sul rating di solvibilità che a breve saranno introdotti da Basilea II. Insoddisfacenti invece gli esiti della partecipazione al capitale di rischio, in quanto lo strumento non si è rivelato adatto alle peculiarità del sistema imprenditoriale marchigiano.

1.3 1.3.1 1.3.2 1.3.3

In riferimento a quanto emerso dall’analisi dei fattori di forza e di debolezza dell’economia locale, la misura si pone l’obiettivo di stimolare l’acquisizione di quei servizi innovativi atti a promuovere la competitività e la crescita occupazionale del sistema imprenditoriale marchigiano, cercando, altresì, di rafforzarne la posizione sui mercati interni ed esteri.

Risultati molto diversi a seconda della tipologia di intervento, ma nell’insieme si registra un’insoddisfacente avanzamento della spesa e risultati inferiori a quelli attesi, dovuti sia alla congiuntura negativa come dimostra la presenza di un numero elevato di revoche e alla novità rappresentata da alcuni servizi offerti (1.3.2 e 1.3.3). I servizi maggiormente richiesti dalle imprese sono stati quelli per l’ottenimento delle certificazioni di qualità (sub 1.3.1), seguono quelli per la commercializzazione e internazionalizzazione (1.3.2), in entrambi i casi si sono avuti buoni risultati in termini di certificazioni ottenute e nel n. di imprese beneficiarie che hanno ampliato i mercati di riferimento o sono divenute esportatrici. Solo 3 le domande ammesse per l’avvio di attività innovative (1.3.3): un risultato legato alle difficoltà sopra citate e probabilmente aggravato da procedure complesse e dalla concorrenza di iniziative analoghe finanziate dal POR Ob. 3.

1.4 1.4.1 1.4.2

La misura intende creare i presupposti per superare le criticità intrinseche del sistema produttivo della regione Marche che di fatto ostacolano l’effettivo sviluppo ed una maggiore competitività delle imprese locali, puntando sull’evoluzione di processi di introduzione di innovazione tecnologica ai diversi livelli e garantendo una maggiore, efficiente ed innovativa dotazione infrastrutturale, per contribuire così alla localizzazione delle nuove imprese e alla razionale rilocalizzazione di quelle già esistenti.

Con il primo intervento sono stati finanziati due centri di ricerca destinati a servire circa 750 imprese (75% del valore obiettivo); più numerosi sono stati gli interventi a favore delle aree produttive, sebbene non si sia trattato di infrastrutture high tech ed eco-sostenibili, come auspicato nei documenti di programmazione. Per il II triennio ci si attende un maggiore orientamento in tale direzione grazie alle modifiche apportate con la revisione di metà periodo.

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Ecosfera S.p.A. I

3.2.6 Esiti dell’indagine sul campo Prima di procedere ad esaminare le risposte raccolte sul territorio, si ritiene necessario soffermarsi sull’impostazione del caso studio sulle aree border line. In questa seconda parte dell’approfondimento, l’analisi valutativa intende focalizzarsi sulle imprese che hanno beneficiato di incentivi agli investimenti localizzate in alcune zone del territorio marchigiano, nell’ambito dello studio sopra richiamato, che la Regione ha commissionato all’IPI e per il quale è stato costituito un Gruppo di Lavoro di cui fa parte, tra gli altri, il Valutatore Indipendente. Il tema oggetto dello studio è fortemente legato alla 2a domanda di valutazione “in che modo gli incentivi hanno condizionato le scelte localizzative delle imprese marchigiane?”, ma in realtà, come si illustrerà meglio nel seguito, il coinvolgimento del Valutatore ha di fatto ampliato l’oggetto dell’indagine e, dunque, i quesiti somministrati alle aziende hanno perseguito la finalità di fornire delle risposte anche ad altre domande di valutazione già in precedenza menzionate. Per la definizione dell’ambito di interesse del caso studio è stato privilegiato un criterio “territoriale”, con lo scopo di comprendere gli effetti concreti di un insieme di azioni in un contesto specifico, sistemico e geograficamente delimitato. I criteri adottati per l’individuazione delle aree non sono legati alla classificazione più immediata del territorio come unità amministrativa (provincia, comune, ecc), ma ad altri aspetti altrettanto rilevanti per la valutazione. Le due aree oggetto dell’analisi, infatti, presentano caratteristiche simili da un punto di vista delle infrastrutture (infrastrutture leggere) e della dotazione di servizi, ed hanno, soprattutto, una collocazione c.d. “border line”, ossia sono confinanti rispetto ad alcuni distretti produttivi; si tratta pertanto di realtà nelle quali le opportunità offerte dagli aiuti alle PMI possono produrre positivi fenomeni di allargamento ed “esondazione” del sistema di produzione a favore dei comuni confinanti, con ricadute positive anche in termini di decongestione degli stessi distretti di origine. Si tratta di un aspetto che assume particolare rilevanza per la valutazione del DocUP che si rivolge alle sole aree obiettivo 2 e phasing out e per il cui successo è pertanto fondamentale la capacità di attrazione degli investimenti, in modo da promuovere lo sviluppo delle zone svantaggiate della regione. Ai fini di una maggiore esaustività e completezza dell’analisi dei risultati, le zone individuate, di concerto con la Regione, devono soddisfare anche altri criteri, ossia devono:

comprendere comuni obiettivo 2 e phasing out, ma anche fuori obiettivo e dunque non finanziabili dal DocUP;

essere in prossimità di distretti con una differente logica produttiva; si è scelto pertanto un distretto plurisettoriale e un altro con una precisa specializzazione produttiva, nel settore del mobile.

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Ecosfera S.p.A. II

Nelle tabelle successive sono elencati i comuni oggetto di indagine con l’indicazione delle macroaree di appartenenza e la specificazione delle eventuali modalità attraverso cui le proprie imprese hanno potuto accedere ai finanziamenti.

AREA DI RIFERIMENTO SUB-AREA COMUNI Osimo (AN) Loreto (AN) Comuni Fuori Obiettivo

Recanati (MC) Comuni in area Obiettivo 2 Appignano (MC)

Monteccasiano (MC) Montefano (MC)

1 – AREA PLURISETTORIALE

Comuni phasing out Filotrano (AN)

Colbordolo (PU) Monteciccardo (PU) Lombaroccio (PU)

Cartoceto (PU) San Costanzo (PU)

Comuni Fuori Obiettivo

Mondolfo (PU) Montefelcino (PU) Serrungarina (PU)

San Giorgio di Pesaro (PU) Comuni in area Obiettivo 2

Monte Porzio (PU) Montecalvo in Foglia (PU)

Petriano (PU) Montemaggiore al Metauro (PU)

2 – AREA SPECIALIZZATA NEL SETTORE DEL MOBILE

Comuni phasing out

Piagge (PU)

Da successivi incontri con la regione Marche sono stati definiti anche gli strumenti di incentivazione da prendere in considerazione con la relativa porzione di territorio coinvolta.

Legge 488/92 Bando ordinario e DocUP (sub. 1.1.1a) Intero territorio regionale

Legge 598/94 Bando ordinario e DocUP (sub. 1.1.1 b2) Intero territorio regionale

Legge 266/97 art. 8 Bando ordinario Intero territorio regionale

Art. 16J della L.R. n. 20/03 Bando regionale Intero territorio regionale

Legge 341/95 DocUP (sub. 1.1.1 b1) Aree obiettivo

submisura 1.1.2 DocUP Aree obiettivo

submisura 1.1.3 DocUP Aree obiettivo

Come si evince dall’elenco gli incentivi del DocUP oggetto dell’indagine sul campo sono quelli della misura 1.1, alla quale sono state riservate le maggiori risorse destinate al sostegno del sistema delle imprese e finalizzata a favorire gli investimenti produttivi delle PMI industriali ed artigiane capaci di promuovere una crescita qualitativa, migliorando i processi di internazionalizzazione ed innovazione tecnologica, cercando di contribuire al miglioramento delle performance ambientali e promuovere la cultura aziendale come presupposto per l’attivazione di processi di riconversione, ristrutturazione e ammodernamento produttivo. Dal punto di vista procedurale e attuativo si è scelto di considerare situazioni diverse, ricomprendendo nell’universo di riferimento non solo le imprese che hanno ultimato gli investimenti, ma anche quelle che sono ancora impegnate nell’attuazione. Su indicazione della stessa A.d.G., inoltre, si è ritenuto opportuno contattare anche le aziende che hanno rinunciato a realizzare l’investimento o che sono state sottoposte alla

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Ecosfera S.p.A. III

procedura di revoca dei finanziamenti, al fine di comprendere le ragioni delle mancate realizzazioni, scelta pienamente condivisa dal Valutatore, soprattutto alla luce delle numerose rinunce/revoche registrate principalmente su alcune tipologie di agevolazione. La definizione dell’ambito di interesse e l’impostazione dello studio permettono di realizzare raffronti su diversi livelli:

1) attraverso un’analisi fattuale e controfattuale, tesa a confrontare da una parte, dal punto di vista quali-quantitativo, le iniziative realizzate dalle imprese marchigiane che hanno fruito dei contributi del DocUP e gli investimenti attivati avvalendosi di altri incentivi regionali, al fine di valutare appieno l’impatto degli incentivi sulle attività delle aziende beneficiarie; dall’altra la situazione delle imprese agevolate con quella delle aziende che al contrario non hanno beneficiato degli incentivi;

2) restando nell’ambito del DocUP, si intendono comparare, invece, i risultati conseguiti dalle imprese in relazione alle diverse tipologie di investimento più o meno innovative.

Una volta definita l’area di ricerca e gli strumenti di incentivazione oggetto di analisi, il Gruppo di Lavoro ha realizzato un questionario strutturato, successivamente somministrato, attraverso interviste telefoniche alle imprese localizzate nelle due macroaree. L’indagine conoscitiva strutturata attraverso la somministrazione del questionario è stata rivolta all’acquisizione di informazione circa gli aspetti sotto indicati:

1) dati di struttura, attraverso domande concernenti le caratteristiche generali dell’impresa (quali la denominazione sociale, la composizione organizzativa, le dimensioni aziendali, ecc.);

2) conoscenza e utilizzo degli incentivi alle imprese, in questa sezione sono state inserite domande sul grado di conoscenza delle diverse tipologie di incentivi (nazionali, regionali, delegati, DocUP), sulle modalità di acquisizione delle fonti a disposizione, l’adeguatezza delle informazioni e l’eventuale presenza di difficoltà nelle modalità di accesso al contributo ricevuto;

3) investimenti realizzati, attraverso l’ausilio di domande sulla tipologia di investimenti realizzati, sugli obiettivi da raggiungere tramite l’investimento e sull’ammontare del costo complessivo e del contributo ricevuto, indagando tra l’altro sulla propensione e sulla capacità dell’impresa di realizzare l’investimento anche in assenza di incentivi;

4) scelte di localizzazione, con lo scopo di ottenere informazioni sulla capacità del contributo di realizzare l’investimento sia nel caso di nuovo impianto che in quello di imprese già esistenti, sugli aspetti percepiti come prioritari nelle scelte localizzative ed eventualmente mancanti nel territorio di riferimento rispetto alle effettive esigenze delle aziende;

5) effetti sulla competitività aziendale, sezione del questionario che ha permesso di valutare gli effetti prodotti dall’investimento in termini di incremento di fatturato, allargamento dei mercati di sbocco, nuova occupazione ed, infine, riduzione dell’impatto ambientale degli investimenti;

6) effetti sull’innovatività dell’impresa, per conoscere la propensione delle PMI a realizzare investimenti in grado di qualificare la produzione e la posizione sui mercati e ad introdurre innovazioni tecnologiche, organizzative, commerciali e gestionali, cercando di individuare altresì gli eventuali fattori ostativi alla diffusione di queste tipologie di investimento ritenute altamente strategiche nel panorama produttivo regionale;

7) rinunce e revoche, per tracciare i fattori e le criticità che hanno determinato la rinuncia o la revoca del progetto di investimento.

L’indagine è stata effettuata presso un campione di imprese della regione Marche che hanno beneficiato di alcune misure di agevolazione (campione dei casi) e presso un campione di imprese che non hanno beneficiato di agevolazioni (campione di controllo). Su un campione stratificato per aree obiettivo, settore merceologico e classe di addetti di 653 imprese, ha risposto al questionario l’83,6% delle imprese, corrispondente in valore assoluto a 546 imprese equidistribuite tra i due campioni su indicati.

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Ecosfera S.p.A. IV

Le informazioni pervenute dalla somministrazione del questionario, opportunamente codificate e disaggregate per macroarea, rappresentano la base di studio entro cui analizzare la dinamica degli investimenti correlata all’analisi delle imprese appartenenti al campione dei casi. Ove necessario si è provveduto a fare un confronto con le informazioni derivanti dall’indagine svolta sul campione dei controlli. DATI DELLA STRUTTURA L’indagine qualitativa condotta sulle imprese appartenenti all’area plurisettoriale ed a quella specializzata nel

settore del mobile beneficiarie delle diverse agevolazioni, ha portato ad alcune evidenze principali. Le imprese intervistate appartenenti al campione dei casi sono localizzate per il 43% nell’area plurisettoriale non soggetta ad agevolazioni del DocUP, il 25% in quella plurisettoriale finanziata dal DocUP, mentre solo il 32% è localizzato all’interno dell’area specializzata nel settore del mobile (il 22% nell’area obiettivo 2 e phasing out ed il 10% in quella fuori obiettivo). Il 51,3% delle imprese intervistate presenta la forma giuridica di società di capitali a responsabilità limitata; tale dato presenta un

andamento difforme all’interno delle quattro ripartizioni territoriali (d’ora in poi così denominate: Area Plurisettoriale In Obiettivo – A.P.I.O., Area Plurisettoriale Fuori Obiettivo – A.P.F.O., Area Specializzata In Obiettivo – A.S.I.O., Area Specializzata Fuori Obiettivo – A.S.F.O.). Dall’analisi è emersa, infatti, una differenziazione tra le aree finanziate dal DocUP e quelle cosiddette fuori obiettivo: per le prime, le altre forme giuridiche più utilizzate sono quelle di società di persone e di ditta individuale (rispettivamente il 23% ed il 19% del totale); poche, invece, sono quelle che ricorrono alla tipologia di S.p.A. (solo il 5%). Le imprese localizzate nelle aree non finanziate dal Programma, invece, sembrano prediligere, oltre alla forma giuridica di società di persone per il 18% del totale, quella di Società per Azioni (14% circa). Nell’ambito del settore merceologico di appartenenza, il 57,5% delle imprese intervistate opera nel settore manifatturiero, con valore massimo per le A.S.F.O. (67,9%) ed un picco minimo per le A.P.F.O. (54,3%). L’area specializzata nel settore del mobile presenta un valore aggregato di imprese rivolte al settore manifatturiero pari al 60%, ben il 31% delle imprese opera in settori quali i servizi e le costruzioni, mentre il restante 9% delle imprese opera, invece, nel commercio. Appare utile completare l’esame delle caratteristiche strutturali delle imprese intervistate con quanto è emerso dall’analisi di contesto dei comuni oggetto dell’indagine. Nell’area plurisettoriale si è verificato un incremento del numero di imprese registrate dal 2001 al 200460 (+0,3% per i comuni finanziati dal DocUP e + 3,5% per quelli rientranti nell’area fuori obiettivo). Per il distretto del mobile, invece, la situazione evidenziata è differente: i comuni rientranti nell’area obiettivo 2 e phasing out, infatti, hanno incontrato nel 2004 una riduzione del numero di imprese registrate pari al 3,5% rispetto al 2001; in controtendenza l’area fuori obiettivo, caratterizzata, negli anni di riferimento, da una crescita sostanziale delle imprese specializzate nel settore manifatturiero (+8,4%). Questi dati diventano una buona chiave di lettura del sistema produttivo marchigiano se integrati con le informazioni sul numero di addetti delle imprese localizzate nei comuni definiti nell’ambito del caso studio; in tutte le aree territoriali di riferimento il numero di addetti (dal 2001 al 2004) si è ridotto, seppur con notevoli differenze: nel caso dell’area plurisettoriale, infatti, la riduzione degli addetti (del 3,6% nelle imprese localizzate nelle aree eleggibili dal DocUP e

60 Fonte: SISTAR - Sistema Statistico Regionale Marche.

Localizzazione delle imprese

A.S.I.O.22%

A.P.F.O.43%

A.P.I.O.25%

A.S.F.O.10%

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Ecosfera S.p.A. V

dell’8% circa in quelle fuori obiettivo), è stata accompagnata, come evidenziato precedentemente, da un incremento del numero di imprese registrate. Questa conclusione, incrociata con gli altri risultati derivanti dall’indagine svolta, potrebbe essere giustificata dall’indirizzo delle imprese verso un nuovo processo di “automatizzazione” come elemento programmatico e strategico. Dall’analisi dei dati reperiti da Format, infatti, le imprese localizzate nei comuni dell’A.P.I.O. e nell’A.P.F.O., hanno prevalentemente indirizzato i propri investimenti nell’acquisto di nuovi macchinari (35 e 32% rispettivamente), sintomo di una volontà per le PMI di dare inizio ad un processo di innovazione, avente per obiettivo l’aumento dell’efficienza, la riduzione dei costi, la migliore risposta alle esigenze dei clienti e l’acquisizione di nuovi, il miglioramento ed, addirittura, la sopravvivenza nelle situazioni più difficili. Per le imprese localizzate nel distretto del mobile, invece, le interpretazioni che possono essere date ai risultati conseguiti sono differenti a seconda che le stesse imprese si trovino nell’area obiettivo 2 e phasing out o in quella fuori obiettivo. Nel primo caso, infatti, nel 2004 le PMI sono state caratterizzate da una riduzione del numero di addetti rispetto al 2001 pari al 2% circa, e contemporaneamente, come evidenziato prima, si è verificata una riduzione del 3,5% delle imprese registrate. Questo risultato può essere interpretato come una “relativa” crescita dimensionale delle imprese, che, pur conservando l’appellativo di “microimprese”, incontrano un incremento del 2% nel numero medio di addetti rispetto al 2001. Anche per le imprese localizzate nell’A.S.F.O. si può affermare quanto detto precedentemente per l’area plurisettoriale: la crescita delle imprese, infatti, è stata accompagnata da una riduzione del 3% circa del numero di addetti, avviando, probabilmente, una maggiore automatizzazione dei processi produttivi, confermata da un notevole ricorso, per le suddette imprese, ad investimenti in acquisto di nuovi macchinari ed impianti, nonché al rinnovo tecnologico degli stessi. Dalla composizione dimensionale delle imprese intervistate emergono delle considerazioni piuttosto

interessanti. Il 45,8% delle imprese presenta un numero di addetti inferiore o uguale a 9 e ben il 35,5% delle imprese è una società di persone o ditta individuale, per lo più concentrate proprio nelle zone obiettivo, le meno sviluppate. Com’è noto dimensioni aziendali ridotte, se da un lato conferiscono maggiore flessibilità al sistema produttivo, dall’altro limitano l’efficienza condizionando la capacità di innovazione e di competere sui mercati internazionali. Quanto è emerso rende ancor più evidente l’opportunità di privilegiare in futuro anche l’attuazione di progetti mirati a spingere le imprese verso forme di

associazione ed aggregazione; le stesse imprese per contiguità territoriale e complementarietà potrebbero, poi, creare distretti produttivi onde pervenire allo sfruttamento di economie di scala e ad una maggiore capacità di investire in R&S con effetti positivi per la competitività regionale. CONOSCENZA ED UTILIZZO DEGLI INCENTIVI ALLE IMPRESE Obiettivo di questa sezione di studio è l’analisi della tipologia di incentivi utilizzati e del loro grado di conoscenza, con particolare riguardo alle modalità di reperimento delle informazioni, cercando di individuare eventualmente la presenza di difficoltà sulle modalità di accesso al contributo ricevuto. Risulta evidente al Valutatore che un incentivo, per essere performante, deve essere, in primis, conoscibile ai soggetti a cui si rivolge; da ciò deriva, quindi, che la “reperibilità delle informazioni” deve essere considerata

45,8% 40,7% 13,6%

32,1% 64,3% 3,6%

55,0% 31,7%13,3%

41,4% 39,7% 19,0%

50,7% 40,6% 8,7%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Totale

A.S.F.O.

A.S.I.O.

A.P.F.O.

A.P.I.O.

Composizione dell'impresa per numero di addetti

da 1 a 9 addetti

da 10 a 49addetti

da 50 a 250addetti

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Ecosfera S.p.A. VI

un fondamentale elemento strategico sul quale l’impresa deve puntare per poter ottenere un evidente vantaggio competitivo. Come già evidenziato in precedenza, il campione dei casi, comprendente imprese finanziate attraverso agevolazioni del DocUP e non, risulta disaggregato, nella tabella che segue, per area territoriale di riferimento (un’area plurisettoriale ed una specializzata nel settore del mobile, all’interno delle quali si distingue tra area in obiettivo e fuori obiettivo), e tipologia di incentivo.

0

10

20

30

40

50

60

70

A.P.I.O. A.P.F.O. A.S.I.O. A.S.F.O.

Ripartizione della normativa di riferimento per aree territoriali

Misura 1.1.2 del DocUP Misura 1.1.3 del DocUPLegge 488/92 ordinaria L.R. 20/03 art. 16JLegge 266/97 art. 8 Legge 598/94Submisura 1.1.1a del DocUP (cof. L. 488/92) Submisura 1.1.1b2 del DocUP (cof. L. 598/94)Legge 341/95 Misura 1.1.1b1 (legge 341)

Come evidenziato nel grafico, il ricorso alle diverse tipologie di incentivi si presenta eterogeneo e vario a seconda della localizzazione delle imprese, sebbene sia abbastanza evidente che la maggior parte delle imprese abbia privilegiato gli incentivi automatici nell’ambito dei c.d. aiuti generalisti (L. 266/97 art. 8 e L. 341/95), soprattutto nelle aree fuori obiettivo, e si sottolinea il successo di incentivi mirati all’innovazione tecnologica, organizzativa e commerciale previsti dalla L. 598/94. Il 67% delle imprese localizzate nell’area plurisettoriale, che potenzialmente potevano accedere alle agevolazioni previste dal DocUP, ha “sfruttato” in misura maggiore gli aiuti di quest’ultimo. In un’analisi più approfondita spiccano i finanziamenti ottenuti dai progetti previsti nelle submisure 1.1.2 ed 1.1.3, che

Area In Obiettivo

Area Fuori Obiettivo

Area In Obiettivo

Area Fuori Obiettivo

Misura 1.1.2 del DocUP 17 0 1 0 18Misura 1.1.3 del DocUP 15 0 11 1 27Legge 488/92 ordinaria 4 0 6 0 10L.R. 20/03 art. 16J 5 7 6 0 18Legge 266/97 art. 8 2 65 0 10 77Legge 598/94 0 44 4 17 65Submisura 1.1.1a del DocUP (cof. L. 488/92) 4 0 5 0 9Submisura 1.1.1b2 del DocUP (cof. L. 598/94) 7 0 12 0 19Legge 341/95 12 0 15 0 27Misura 1.1.1b1 (legge 341) 3 0 0 0 3TOTALE 69 116 60 28 273

1 - Area PLURISETTORIALE 2 - Area SPECIALIZZATA NEL SETTORE DEL MOBILENORMATIVA DI RIFERIMENTO TOTALE

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Ecosfera S.p.A. VII

hanno coinvolto, rispettivamente, il 25% ed il 22% del totale delle imprese localizzate nell’A.P.I.O.; emergono, inoltre, i finanziamenti erogati dalla legge 341/95 che hanno coinvolto il 21% delle imprese (il 4% attraverso il DocUP ed il 17% tramite bando ordinario). Le imprese localizzate nell’A.P.F.O., ovviamente, hanno fatto ricorso ad altri strumenti di incentivazione, ovvero il 56% alla legge 266/97 ed il 38% alla legge 598/94, in controtendenza rispetto al risultato dell’A.P.I.O.; in quest’area nessuna impresa ha fatto ricorso agli investimenti previsti dalla legge 341/95. Situazione differente si ha per i comuni specializzati nel settore del mobile: in questo caso, il 25% delle imprese in area obiettivo 2 e phasing out ha richiesto il finanziamento della legge 341/95, mentre il 27% circa ha realizzato i propri investimenti tramite il cofinanziamento della legge 598/94 attraverso la submisura 1.1.1 b2 del DocUP e bando ordinario. Le imprese localizzate nell’area fuori obiettivo, invece, nel 61% dei casi hanno utilizzato la legge 598/94, la restante parte ha ottenuto l’agevolazione della legge 266/9761. Per quanto concerne l’accesso alle informazioni inerenti gli incentivi, dall’analisi dell’indagine svolta è emerso che la maggioranza delle imprese intervistate nelle diverse aree territoriali (82%), era già a conoscenza delle normative nazionali e comunitarie riguardanti le agevolazioni sopra prospettate. Quello che emerge in prima istanza dall’analisi è il mancato funzionamento dei metodi classici di diffusione delle informazioni, come ad esempio le campagne pubblicitarie, ai quali le imprese preferiscono la consultazione di associazioni di categoria e, soprattutto, dei propri consulenti di fiducia. L’utilizzo del sito web, invece, viene considerato nella maggior parte dei casi uno strumento di “conoscenza libera”; non emerge, infatti, come fonte di comunicazione primaria, ma come strumento di approfondimento, utile esclusivamente per verificare l’effettivo interesse che l’incentivo riveste per l’impresa. Il 66% circa delle imprese, infatti, è venuto a conoscenza della possibilità di accesso ai finanziamenti grazie all’intervento di consulenti di fiducia, essenzialmente commercialisti (vedi grafico); per le imprese localizzate nelle aree plurisettoriali, ha contribuito in maniera rilevante anche l’intervento di Associazioni di categoria che hanno provveduto ad informare le imprese stesse della presenza di incentivi; mentre per le imprese localizzate nelle aree specializzate nel settore del mobile è stata di fondamentale importanza anche la consultazione di siti web.

61 È bene evidenziare che in fase di rilevazione, un’azienda in area fuori obiettivo ha dichiarato di aver ottenuto delle agevolazioni pertinenti esclusivamente alle aree in obiettivo. Tale incoerenza può essere spiegata dal fatto che alcune imprese dispongono di un’organizzazione basata su più unità locali che insistono su diverse aree territoriali.

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Totale

A.S.F.O.

A.S.I.O.

A.P.F.O.

A.P.I.O.

Modalità di acquisizione delle informazioni

Campagne pubblicitarie

Consultazione sit i web

Iniziative realizzate daCCIAAIniziative realizzate dallaRegioneIniziative realizzate dalleAssociazioni di categoriaIniziative di altre imprese

Consulenti di fiducia

Altro

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Ecosfera S.p.A. VIII

Positivo è il dato che emerge circa le difficoltà riscontrate nella modalità di accesso al finanziamento; infatti, ben l’87% delle imprese intervistate dichiara di non aver riscontrato particolari difficoltà nelle modalità di accesso al contributo ricevuto. Un altro risultato importante che emerge è quello relativo alle imprese che hanno riscontrato difficoltà burocratiche; tale dato, anche se rilevante, presenta però una situazione che in itinere può prevedere degli aggiustamenti attraverso la formale semplificazione da parte delle Amministrazioni coinvolte negli iter burocratici; è risaputo, infatti, che per quanto concerne i Fondi strutturali, la maggiore criticità che gli operatori si trovano ad affrontare è l’eccessivo e farraginoso processo di inserimento nelle procedure di investimento che non

permette per i singoli Programmi il tiraggio finanziario auspicato. TIPOLOGIA DI INVESTIMENTI E STRATEGIE AZIENDALI La presente sezione contiene l’analisi dei risultati in riferimento alla tipologia di investimenti realizzati e agli obiettivi da raggiungere indagando tra l’altro sulla propensione e sulla capacità dell’impresa a realizzare l’investimento anche in assenza di incentivo. Il 32,4% del totale degli investimenti è stato utilizzato dalle imprese per acquistare nuovi macchinari, questo dato è omogeneo all’interno delle singole aree; il secondo “fattore” di spesa è stato il rinnovo tecnologico macchinari; gli elementi che avrebbero spinto, invece, maggiormente la domanda aggregata dei prodotti, ovvero la ricerca e l’innovazione, si attestano, come forma di finanziamento, all’11,5%. Gli investimenti in occupazione e formazione raggiungono a livello aggregato solo il 7,4%. L’analisi dei risultati fa rilevare una più alta qualità degli investimenti delle imprese agevolate rispetto al campione di controllo che non ha beneficiato degli incentivi, come si evince dalla più alta concentrazione nel gruppo di imprese agevolate di investimenti in programmi di innovazione, di tutela dell’ambiente e nel rinnovo tecnologico dei macchinari. Disaggregando le informazioni per aree territoriali di riferimento (vedi grafico sottostante), è possibile evidenziare ulteriori differenze a livello di tipologia degli investimenti realizzati.

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Totale

A.S.F.O.

A.S.I.O.

A.P.F.O.

A.P.I.O.

Difficoltà riscontrate nelle modalità di accesso al contributo ricevuto

Nessuna in particolare Difficoltà burocraticheScarsa informazione Contributo inferiore al richiestoTempi lunghi

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Ecosfera S.p.A. IX

Ciò che emerge, in prima istanza, è la minore propensione agli investimenti più innovativi delle imprese localizzate nell’area plurisettoriale sia in obiettivo che fuori obiettivo (9,6 e 10,5% rispettivamente). A questo proposito, confrontando il campione dei casi e quello dei controlli, si nota come gli investimenti nell’innovazione siano realizzati in misura più ragguardevole nelle imprese agevolate, con uno scarto percentuale maggiore nell’A.S.I.O. e nell’A.S.F.O. (+11,5% e +10,5% rispettivamente). Interessanti sono, altresì, i risultati in termini di investimenti in occupazione. Come evidenziato nel grafico l’importanza destinata a questa tipologia di investimento è differente a seconda delle diverse aree territoriali di riferimento. L’A.S.I.O. si caratterizza, ad esempio, per un totale di investimenti in occupazione del 4,5%, mentre l’A.S.F.O., in controtendenza, ha riservato un peso maggiore all’obiettivo occupazionale, pari al quasi 8% rispetto al totale. Anche dal punto di vista della formazione, le imprese intervistate localizzate nella stessa area hanno dichiarato di aver realizzato maggiori investimenti nei comuni non finanziati dal DocUP (3,1% contro lo 0,9% dell’area obiettivo). Gli obiettivi per le imprese che hanno ottenuto le agevolazioni, che si posso facilmente desumere anche dal dato degli investimenti, sono stati rivolti prevalentemente al miglioramento della produttività e all’aumento della capacità produttiva (32 e 31%); non trascurabile è anche la volontà di determinare, attraverso il ricorso agli incentivi, il miglioramento della redditività (23,4%). Più bassa, invece, la percentuale di imprese non agevolate che si prefiggono il raggiungimento di quest’ultimo obiettivo (17% circa). Un’analisi più efficace degli effetti prodotti dagli investimenti in relazione agli obiettivi è senza dubbio quella attuata ex-post, per cui, riducendo il campione da 273 a 188 imprese, è possibile focalizzare l’attenzione su imprese che hanno completato i progetti di investimento; a questo proposito, l’83% di tali

Tipologia di investimento A.P.I.O .

Rinnovo tecnologico macchinari

13,6%

Scorte2,4%

Occupazione 5,6% Formazione

2,4%

Innovazione9,6% Sicurezza

7,2%

Ambiente4,8%

Nuovo impianto

13,6%Ampliam di un impianto

esistente, ristrutturaz

5,6%

Nuovi macchinari

35,2%

Tipologia di investimento A.P.F.O .

Nuovi macchinari

31,9%

Ampliam di un impianto

esistente, ristrutturaz

7,0%

Nuovo impianto

10,1%

Ambiente6,2%

Sicurezza7,4%

Innovazione10,5%

Formazione1,2%

Occupazione 5,8%

Scorte3,5%

Rinnovo tecnologico macchinari

16,3%

Tipologia di investimento A.S.I.O .

Nuovi macchinari

30,0%

Ampliam di un impianto

esistente, ristrutturaz

5,5%

Nuovo impianto

9,1%

Ambiente7,3%

Sicurezza8,2%

Innovazione15,5%

Formazione0,9%

Occupazione 4,5%

Scorte4,5%

Rinnovo tecnologico macchinari

14,5%

Tipologia di investimento A.S.F.O .

Nuovi macchinari

32,8%

Ampliam di un impianto

esistente, ristrutturaz

4,7%

Nuovo impianto

4,7%

Ambiente4,7%

Sicurezza4,7%

Innovazione12,5%

Formazione3,1%

Occupazione 7,8%

Scorte4,7%

Rinnovo tecnologico macchinari

20,3%

Page 97: AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE INTERMEDIA

Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

Ecosfera S.p.A. X

imprese sostiene di aver ottenuto il completo raggiungimento degli obiettivi prefissati, mentre il 16% afferma di aver raggiunto gli obiettivi solo parzialmente; in media solo l’1,1% delle imprese intervistate dichiara di aver avuto risultati insoddisfacenti ed, in particolare, si fa riferimento a due imprese localizzate nell’A.P.F.O; la causa principale del mancato raggiungimento dell’obiettivo è stata individuata negli imprevisti cambiamenti nelle condizioni del mercato che hanno determinato una sopravvenuta difficoltà di contribuire con le proprie risorse. Dal punto di vista dimensionale, maggiormente insoddisfatte dei risultati sono le microimprese e quelle di piccole dimensioni (fino a 49 addetti), che rappresentano la quasi totalità degli insuccessi e delle rinunce ai progetti di investimento (88,46%), soprattutto a causa della sopravvenuta difficoltà di contribuire solo con le proprie risorse. Si tratta di un risultato coerente con i problemi di capitalizzazione che affliggono principalmente le aziende di minori dimensioni e che per il futuro potranno accrescersi con l’entrata in vigore nel 2007 degli Accordi di Basilea II, ragion per cui occorre quanto prima individuare gli strumenti adeguati per contrastarli. La banca per le imprese del gruppo BPU, ad esempio, sta lanciando una formula innovativa di prestiti partecipativi per dare una risposta ai problemi di sottocapitalizzazione delle aziende marchigiane, in risposta proprio ai parametri di Basilea II. Per favorire le PMI, la Banca si è impegnata in accordi di collaborazione con numerose associazioni imprenditoriali, le quali consentono di garantire numerose forme di finanziamento a condizioni concordate e servizi operativi soprattutto a supporto dell’internazionalizzazione. Sulla base dei risultati del questionario è possibile rilevare una correlazione tra il raggiungimento degli obiettivi programmati e le strategie che le aziende hanno inteso perseguire nel breve periodo. Le imprese con una strategia orientata alla conquista di nuovi mercati di sbocco hanno puntato principalmente su un mix basato in primis sulla realizzazione di nuovi impianti e macchinari ed in secondo luogo del loro rinnovo tecnologico. Per l’A.S.I.O. assume, invece, un ruolo fondamentale la realizzazione di investimenti aventi come obiettivo fondamentale l’innovazione. Le imprese con una strategia orientata all’internalizzazione della produzione mostrano una maggiore attenzione verso investimenti rivolti alla creazione di nuovi macchinari ed impianti ed una scarsa volontà di qualificazione professionale tramite attività di formazione. Questo risultato deve ovviamente far riflettere: la strategia di internalizzazione delle PMI, infatti, deve prevenire le criticità insite nella formazione e nella motivazione delle risorse umane, puntando soprattutto sui giovani, che devono diventare, per queste imprese, il fulcro del processo di rafforzamento. Le imprese destinatarie delle agevolazioni hanno sfruttato l’opportunità di attivare, con l’ausilio degli aiuti, investimenti che probabilmente avrebbero comunque effettuato con mezzi propri e con l’indebitamento sul mercato del credito. A questo proposito, il questionario ha permesso di indagare, sulla propensione e sulla capacità dell’impresa di realizzare l’investimento anche in assenza di incentivo. Il 60,5% delle imprese localizzate nell’A.P.F.O. ed il 55,6% di quelle localizzate nell’A.S.F.O. ha dichiarato che la presenza di incentivo non ha condizionato in nessun modo la decisione di investimento che si sarebbe fatta ugualmente e con le stesse modalità. D’altronde nell’area finanziabile dal DocUP, il 49% delle imprese localizzate nell’A.P.I.O. ed il 54% di quelle localizzate nell’A.S.I.O., dichiara che, in assenza di incentivo, l’investimento sarebbe stato fatto ugualmente, ma sicuramente con la disponibilità di minori risorse da investire. Pertanto è nelle aree svantaggiate che l’agevolazione ha concorso in maniera determinante o comunque significativa alla realizzazione dell’investimento. Disaggregando le informazioni per dimensione aziendale, emerge, in primis, una forte correlazione tra la scelta dell’investimento ed il ricorso agli incentivi per le microimprese, motivate dalle condizioni esterne (nuovi mercati di riferimento), con maggiore propensione alla dipendenza reciproca tra realizzazione dell’investimento e tipologia di incentivo; le medie imprese, invece, adottano una strategia che cerca di “anticipare” il ciclo degli investimenti, effettuando una scelta più ponderata e attenta rispetto alle proprie esigenze della tipologia di investimento da realizzare tramite un determinato contributo. Dalla consultazione delle risposte al questionario sottoposto alle imprese, un altro risultato importante che emerge fa riferimento al cambiamento nella distribuzione delle vendite in seguito alla realizzazione dell’investimento; indipendentemente dagli obiettivi prefissati con l’investimento incentivato, l’ottenimento delle agevolazioni, per le imprese in area obiettivo, ha avuto come conseguenza la riduzione della quota locale del proprio mercato ed una maggiore penetrazione commerciale all’estero, in particolare nell’area

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Ecosfera S.p.A. XI

dell’Unione Europea, testimoniando, quindi, una maggiore competitività delle imprese grazie all’incentivo utilizzato. Questo si lega all’indubbio processo di crescita della consapevolezza con la quale vengono gestite le imprese ammesse alle agevolazioni rispetto a quanto accaduto prima dell’investimento; consapevolezza che consolida i rapporti interni alle subforniture e garantisce altresì agli stessi imprenditori una nuova visione e nuove opportunità di mercato legate anche ai diversi canali e diversi intermediari commerciali. A tale proposito è opportuno soffermarsi sulla diffusa presenza sul territorio regionale di imprese contoterziste, una peculiarità della struttura produttiva regionale, che condiziona non poco la dimensione media delle aziende, le quali non interagendo direttamente con il mercato non pervengono ad una significativa acquisizione del valore prodotto in quanto questo si concentra nelle fasi a valle della catena del valore. La maggiore attenzione riservata alla ricerca di nuovi sbocchi di mercato è coerente da una parte con il maggior orientamento all’internalizzazione della produzione da parte delle medie imprese evidenziata dall’indagine nelle due aree selezionate, dall’altra è in linea con l’evolversi negli ultimi anni dei rapporti con l’impresa leader. Più precisamente si vanno consolidando i cosiddetti “rapporti evoluti” di fornitura, caratterizzati da un radicale cambio di strategia dell’impresa contoterziste: in primo luogo si punta alla soddisfazione del committente dando spazio alla qualità del prodotto e/o alla personalizzazione delle modalità di fornitura piuttosto che alla tradizionale competizione sul costo con le imprese concorrenti; inoltre si tende a non avere un unico committente, un atteggiamento apprezzato anche dalle imprese leader che intravedono nella capacità delle aziende di stare sul mercato autonomamente un elemento di efficienza gestionale. SCELTE DI LOCALIZZAZIONE La presente parte dell’analisi ha lo scopo di individuare le determinanti fondamentali delle scelte localizzative delle imprese, ovvero gli aspetti percepiti come prioritari e quelli eventualmente mancanti nel territorio di riferimento rispetto alle effettive esigenze dell’impresa. In questo senso, la capacità degli incentivi di dirottare investimenti verso le aree obiettivo del DocUP sembra irrilevante: solo una impresa localizzata nell’area finanziata dal DocUP specializzata nel settore del mobile ha deciso effettivamente la localizzazione dell’investimento sulla base dell’accesso agli incentivi; il 78,5% del totale delle imprese che ha già ottenuto le agevolazioni ha affermato, invece, che, anche in assenza di contributo, l’investimento si sarebbe realizzato nella stessa area, confermando una evidente indipendenza tra la scelta del luogo di localizzazione e l’ottenimento dell’incentivo. Il risultato spinge ad un’ulteriore riflessione sull’effettiva capacità del DocUP di favorire l’auspicato allargamento ed “esondazione” dei sistemi di produzione consolidati e spesso congestionati a favore dei comuni obiettivo limitrofi. Le ragioni possibili possono essere ricercate nell’inadeguata differenziazione degli incentivi proposti dal DocUP rispetto a quelli regionali e nazionali applicabili all’intero territorio marchigiano (già evidenziata nel Rapporto di valutazione intermedia), cui si aggiungerebbe l’assenza di un significativo vantaggio nelle condizioni di finanziamento e di accesso ai contributi o almeno tale da condizionare le scelte aziendali.

Page 99: AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE INTERMEDIA

Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

Ecosfera S.p.A. XII

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Totale

A.S.F.O.

A.S.I.O.

A.P.F.O.

A.P.I.O.

Fattori di attrazione per le scelte di localizzazione dell'investimento

Servizi specifici

Opere di urbanizzazione

Infrastrutture di trasportoper le merciReti

Legami di filiera

Economie di scala

Disponibilità di risorseumane specializzateProcedure PA a livelloregionale e localeAltro

Per l’impresa è essenziale conoscere a priori la “vocazione” dell’investimento in un determinato ambito territoriale, in modo tale da ridurre i tempi ed aumentare la probabilità di realizzare l’investimento entro il termine fissato. A questo proposito, nel 34% dei casi le imprese intervistate hanno considerato principalmente fattori di attrazione per la scelta localizzativa dell’investimento, le infrastrutture di trasporto e le reti. L’importanza attribuita dalle imprese alla presenza di infrastrutture di trasporto ed alle reti quali fattori di attrazione per la localizzazione dei propri investimenti, si collega agli obiettivi generali del DocUP ed in particolare alle misure 1.4 “Infrastrutture per il sistema produttivo” e 2.5 “Strutture intermodali”, che hanno come scopo precipuo il sostenimento dell’efficienza del sistema produttivo regionale prevedendo la realizzazione di interventi volti all’aumento ed alla qualificazione di una dotazione tuttora non adeguata alle esigenze dell’intera popolazione, nel primo caso attraverso il miglioramento della dotazione e della funzionalità delle infrastrutture per la localizzazione delle imprese, nel secondo con la riorganizzazione del trasporto delle merci mediante il potenziamento e l’integrazione di due strutture intermodali. Per garantire una maggiore competitività alle PMI è necessario, quindi, puntare sulla riqualificazione e sul completamento delle aree produttive secondo innovativi ed elevati standard tecnologici ed ambientali, al fine di creare un contesto favorevole all’insediamento di nuove imprese. Dall’indagine, però, sembra che questo non sia stato ancora percepito dalle imprese oggetto del caso studio: nessuna impresa, infatti, considera la presenza di spazi insediativi attrezzati un fattore di attrazione per le scelte localizzative degli investimenti. Mentre da un lato, la presenza di infrastrutture di trasporto garantisce un fattore competitivo per l’area di riferimento diventando rilevante al fine di una maggiore attrazione delle imprese, dall’altra parte, da uno studio più dettagliato dell’indagine, è emerso che il 19% delle imprese ha considerato proprio le infrastrutture di trasporto e le reti come aspetti carenti che avrebbero influenzato negativamente le scelte di localizzazione degli investimenti. Un altro fattore percepito come mancante dalle imprese è la disponibilità di risorse umane specializzate (19% del totale), fattore individuato anche dalle imprese che non hanno ottenuto le agevolazioni e rientranti, quindi, nel campione dei controlli, diventando, in alcuni casi, il principale ostacolo ad un maggiore orientamento innovativo dell’impresa. Dunque un problema rilevante è nella Regione quello di reperire persone qualificate. Le cause possono essere individuate nelle stesse caratteristiche intrinseche della struttura del sistema formativo-scolastico regionale, che, pur in presenza di picchi di eccellenza nella formazione tecnologica e di collegamento fra Università e mondo imprenditoriale62, non è ancora riuscito a raggiungere una sufficiente massa critica,

62 Ne rappresenta un esempio il Progetto “INCREASING KNOWLEDGE IN SUPPORTING INNOVATION TRASNFERT - Implementazione della conoscenza nel supporto al trasferimento tecnologico” attivato all’interno del PRAI Marche, con il quale sono stati ammessi a cofinanziamento 29 progetti di R&S proposti da altrettante aziende, entrate a contatto con 20 giovani tecnologi.

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Ecosfera S.p.A. XIII

proporzionata al forte radicamento ed alle notevoli dimensioni del sistema imprenditoriale regionale. Più che un raccordo organico ed integrato fra Università, Ricerca ed Imprese, si può parlare per la Regione della presenza di interessanti progetti-pilota che, però, vanno utilizzati per trasformare in maniera più compiuta le caratteristiche del sistema imprenditoriale, mediante una azione che potrebbe essere definita “enzimatica”.

EFFETTI SULLA COMPETITIVITÀ AZIENDALE In questo contesto si cerca di individuare i fattori e le caratteristiche salienti dell’impresa che possono aver influenzato l’impatto delle agevolazioni sulle performance aziendali. In caso di agevolazione, infatti, il risultato più immediato è l’aumento differenziale nell’investimento e, quindi, nel prodotto e nell’occupazione delle imprese agevolate, per lo meno nel breve periodo. In questo caso, i risultati conseguiti sono stati alquanto condizionati dalla localizzazione delle imprese. Nel caso di imprese localizzate nell’area plurisettoriale finanziata dal DocUP, l’effetto preponderante dell’investimento realizzato è stato quello della variazione della quota di lavorazione in conto proprio (46,8%), mentre per le rimanenti imprese il risultato prevalente della realizzazione dell’investimento è stato l’acquisizione di nuovi mercati di sbocco.

Gli effetti dell’investimento sono stati fortemente influenzati dalla dimensione aziendale. Le imprese con meno di 9 addetti, infatti, hanno privilegiato la ricerca di nuovi mercati di sbocco (46,7%). Al contrario il 49 ed il 41% delle piccole e medie imprese, ha realizzato una maggiore internalizzazione della produzione, variando la quota di lavorazione in conto proprio. L’inserimento in nuovo sistema di filiera è stato un risultato ottenuto solo dal 11% circa delle imprese, indipendentemente dalla localizzazione aziendale.

Ulteriore esempio del dinamismo esistente nella regione nel tema dei rapporti Università-Imprese è l’elevato numero di spin-off, che con 8 attività imprenditoriali avviate da parte di ricerche maturate all’interno dell’Università di Ancona rappresenta il record nazionale nel in questo genere di iniziative.

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Totale

A.S.F.O.

A.S.I.O.

A.P.F.O.

A.P.I.O.

Effetti dell'investimento

Acquisizione nuovomercato di sbocco

Variazione quotalavorazione in c/cproprio

Inserimento in unnuovo sistema difiliera

Attivazione alleanzecommerciali

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Totale

A.S.F.O.

A.S.I.O.

A.P.F.O.

A.P.I.O.

Aspetti carenti rispetto alle esigenze del territorio

Servizi specifici

Opere di urbanizzazione

Infrastrutture di trasportoper le merciReti

Legami di filiera

Economie di scala

Disponibilità di risorseumane specializzateProcedure PA a livelloregionale e localeAltro

Page 101: AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE INTERMEDIA

Aggiornamento Valutazione intermedia del DocUP Obiettivo 2 Regione Marche 2000-2006

Ecosfera S.p.A. XIV

Sembra, inoltre, che le imprese più piccole, sia in termini di fatturato che di occupati, siano più intraprendenti e preferiscano espandersi in nuovi mercati di sbocco. Nella maggior parte dei casi, infatti, l’effetto principale dell’investimento è stato l’aumento del fatturato, che, facendo riferimento ad un campione di 260 imprese, risulta essere stato considerato un fattore di successo dal 55,4% del totale. Disaggregando i risultati relativi al fatturato secondo la dimensione aziendale, si nota subito come siano le piccole e medie imprese ad aver realizzato, grazie all’investimento, un aumento del fatturato (62 e 58% rispettivamente), seguite dalle microimprese, che nel 48% dei casi hanno dichiarato di aver avuto un incremento del fatturato. Per le imprese localizzate nell’area plurisettoriale finanziata dal DocUP è, inoltre, importante evidenziare i risultati positivi raggiunti nell’ambito dell’occupazione; del resto l’obiettivo fondamentale dell’Unione Europea è la necessità di favorire la crescita dell’occupazione soprattutto attraverso una maggiore innovazione tecnologica e favorendo gli investimenti nelle PMI innovative, anche se gli incentivi in quest’ultima direzione assicurati dalla submisura 1.3.3 del DocUP hanno ricevuto ben poca attenzione. In linea generale, il 52,4% delle imprese ha affermato di aver conseguito un innalzamento dell’occupazione complessiva, proprio grazie all’investimento effettuato. Le imprese agevolate presentano sicuramente tassi di crescita dell’occupazione maggiori rispetto al campione di imprese non agevolate (il 52,4% contro il 12,3%). Disaggregando i dati dal punto di vista dimensionale, per le microimprese, con meno di 9 addetti, l’investimento ha determinato un aumento più contenuto dell’occupazione (pari al 37%) se raffrontato agli effetti evidenziati per le imprese di dimensioni maggiori: infatti per quelle caratterizzate da un numero di addetti compreso tra 10 e 49, l’occupazione è aumentata del 51%, mentre per le medie imprese (con un numero di addetti compreso tra 50 e 250), l’investimento realizzato ha causato un incremento occupazionale del 56%. A questo proposito sembra interessante evidenziare l’evoluzione nella composizione dell’occupazione delle imprese che hanno effettuato l’investimento. Nelle interviste realizzate le imprese hanno dichiarato di aver incrementato l’occupazione, proprio grazie all’investimento realizzato, di 403 unità, di cui il 28% rappresentato da donne.

0%

10%20%

30%40%50%

60%70%

80%90%

100%

APIO APF ASIO ASFO

Contributo degli incentivi alla creazione di nuova occupazione a tempo indeterminato

1.1.2 del Docup 1.1.3 del DocupLegge 488/92 ordinaria L.R. 20/03 art. 16J

Legge 266/97 art. 8 Legge 598/94Submisura 1.1.1a del DocUP (cof. L. 488/92) Submisura 1.1.1b2 del DocUP (cof. L. 598/94)Legge 341/95 Misura 1.1.1b1 (legge 341)

Page 102: AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE INTERMEDIA

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Ecosfera S.p.A. XV

0%10%

20%30%

40%50%

60%70%

80%

90%100%

APIO APF ASIO ASFO

Contributo degli incentivi alla creazione di nuova occupazione a tempo determinato

1.1.2 del Docup 1.1.3 del Docup488/92 oridnaria art . 16J della L.R. 20/03 (ex art .17 della L.14/00)

Legge 266/95 Legge 598/94Submisura 111a del Docup (cofinanz. L.488/92) Submisura 111b2 del Docup (cofinanz. L.598/94)Legge 341/95 Misura 1.1.1b1 (legge 341)

La composizione ovviamente varia nelle diverse aree territoriali di riferimento, ma in tutti i casi si può evidenziare una crescita della diffusione delle posizioni lavorative più stabili. Nell’area plurisettoriale la quota dei nuovi assunti con contratti a tempo indeterminato è del 75% circa per le imprese localizzate nei comuni eleggibili e del 72% per quelle localizzate in aree fuori obiettivo; la restante parte è ripartita tra occupazione a tempo determinato ed, in minima parte, con contratti di apprendistato e lavoro interinale. Nell’A.P.I.O. il 32% dell’occupazione a tempo indeterminato è stata creata facendo ricorso agli incentivi della submisura 1.1.2 del DocUP, il 21% circa ricorrendo alla L.R. 20 del 2003 ed il 16% con la legge 488/92. La legge 488/92 ordinaria, invece, ha contribuito prevalentemente alla creazione di nuova occupazione a tempo determinato (29%). Nell’A.P.F.O. il ricorso delle imprese agli incentivi della legge 598/94 ha garantito la maggior parte dell’assunzione di nuovi lavoratori sia a tempo indeterminato (53%) che a tempo determinato (69% circa), con buoni risultati, nel primo caso, anche per la legge 266/95 (47%). Nell’area specializzata nel settore del mobile, in particolar modo, si intende evidenziare la ripartizione occupazionale per le imprese localizzate nei comuni non finanziati dal DocUP: in questo caso, infatti, la differenza tra occupazione a tempo indeterminato ed a tempo determinato non è così evidente come nei casi precedentemente citati (53% contro il 42% rispettivamente). Nei comuni eleggibili dal DocUP, il 38% della “nuova occupazione” a tempo indeterminato è stata creata con l’intervento della legge 341/95, mentre la maggior parte dell’occupazione a tempo determinato (il 58%) è nata ricorrendo agli aiuti della legge 488/92 ordinaria. La quota di nuovi assunti nelle imprese localizzate nell’A.S.F.O., creata facendo ricorso alla legge 598/94, rappresenta il 72% dell’occupazione a tempo indeterminato ed il 55% di quella a tempo determinato; in questo secondo caso, un importante contributo è stato concesso dalla legge 266 del 1995 che ha garantito l’assunzione del 45% di nuovi lavoratori. Tra i vari accorgimenti utilizzati per favorire l’occupazione, è bene citare l’esperienza positiva della submisura 1.1.2 “Aiuti alle imprese artigiane di produzione e di servizi alla produzione” che presenta un legame diretto con la misura D1 del POR Obiettivo 3 prevedendo, per le aziende che assumono manodopera femminile e/o qualificata a tempo indeterminato, la possibilità di accedere agli aiuti per la formazione continua. Questo dovrebbe tradursi automaticamente non solo nell’aumento dei posti di lavoro ma anche della qualità dell’occupazione all’interno delle singole imprese. Proprio per l’importanza assunta dall’aspetto qualitativo è stata prevista la rilevazione, nell’ambito degli indicatori di impatto, di aspetti qualitativi in riferimento all’occupazione creata e mantenuta, con evidenza della quota di occupazione femminile, dei soggetti svantaggiati, a tempo determinato, atipici e part-time.

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Ecosfera S.p.A. XVI

Le principali evidenze che emergono in riferimento alla composizione occupazionale femminile riguardano:

la netta prevalenza dell’occupazione femminile a tempo indeterminato rispetto alle altre tipologie lavorative contrattuali soprattutto per le aree finanziabili dal DocUP (88% per l’A.P.I.O. e 95% per l’A.S.I.O.);

nell’A.S.F.O. solo il 37,5% delle nuove occupate è stato assunto con contratto a tempo indeterminato, la restante quota del 62,5% ha trovato impiego a tempo determinato, ed in particolar modo il 40% con un contratto part-time;

gli incentivi diretti del DocUP hanno contribuito alla creazione dell’occupazione femminile principalmente nell’area plurisettoriale, garantendo, quindi, il 42% di nuove assunzioni a tempo indeterminato tramite la submisura 1.1.2;

nel distretto del mobile hanno contribuito in misura maggiore alla creazione di nuova occupazione femminile stabile (a tempo indeterminato) gli aiuti cosiddetti generalisti, L. 341/95 e L. 266/95, il primo con un impatto del 56% per l’area finanziata dal DocUP, il secondo, invece, per il 100% dell’area fuori obiettivo.

Analizzando la ripartizione dell’occupazione secondo il settore merceologico di appartenenza delle imprese, si nota come le forme contrattuali a tempo indeterminato siano maggiormente diffuse nel settore dei servizi (76,1% di occupazione nuova creata in seguito alla realizzazione dell’investimento); minore è, invece, il contributo dell’investimento all’assunzione di nuovi addetti nel settore del commercio (69%). Anche la creazione di occupazione femminile a tempo indeterminato è stata prevalentemente diffusa nel settore dei servizi (88% circa), con un minore impiego, invece, nel settore delle costruzioni (66,7%). L’8,3% della componente femminile delle nuove assunzioni nel settore manifatturiero ha optato per un’altra tipologia contrattuale, quella dell’apprendistato. Attraverso la divulgazione del questionario, inoltre, si è cercato di indagare sull’occupazione di lavoratori così definiti svantaggiati63 all’interno delle imprese. Indipendentemente dalla tipologia contrattuale, è emerso che il 51% delle imprese che hanno assunto lavoratori svantaggiati è localizzato nell’A.P.F.O., pur rimanendo bassa la percentuale delle imprese che rispetto al totale ha previsto la partecipazione di tale tipologia di occupati (26%). Al riguardo occorre chiarire che il mancato inserimento dei criteri di priorità a favore delle categorie svantaggiate nei bandi delle misure esaminate, disattendendo così le indicazioni del Complemento di Programmazione, non permette di imputare la loro presenza al Programma oggetto della valutazione. Dal punto di vista dimensionale, nel 70,3% delle medie imprese sono occupati attualmente dei lavoratori svantaggiati. Il risultato positivo si intravede dal confronto di tali dati con quelli delle imprese che non hanno ricevuto agevolazioni: per queste ultime, infatti, solo il 15% delle imprese prevede al suo interno dipendenti rientranti nella categoria degli svantaggiati, prevalentemente distribuiti nell’A.S.F.O. e, anche in questo caso, riconducibili per il 73% del totale alle imprese di medie dimensioni. In conclusione, sugli effetti della realizzazione degli investimenti incentivati occorre sottolineare che per poter misurare l’effettivo incremento della forza lavoro impiegata grazie all’utilizzo degli incentivi occorrerà comunque attendere che l’impatto degli investimenti abbia modo di esplicarsi (di solito si verifica dopo de anni dal completamento di un intervento), pertanto l’aumento occupazionale rilevato va inteso come una prima positiva stima da verificare successivamente. Si può invece certamente ritenere valido l’elemento di natura qualitativa: infatti è possibile affermare che tramite il ricorso agli aiuti, le imprese hanno concretizzato una stabilizzazione dei rapporti lavorativi attraverso un incremento degli occupati a tempo indeterminato e ciò principalmente nelle aree obiettivo grazie alla priorità riconosciuta dal DocUP alla qualità dell’occupazione creata.

63 Rientrano nella definizione di “lavoratori svantaggiati”, in base a quanto espresso nella misura B1 del P.O. e dei CdP Ob. 3, le seguenti categorie: alcoolisti ed ex-alcoolisti, detenuti ed ex-detenuti, disoccupati di lunga durata, immigrati, disabili fisici, psichici e sensoriali, minoranze etniche, nomadi, senza fissa dimora, sieropositivi da HIV, soggetti in uscita dal mondo della prostituzione, rifugiati, tossicodipendenti ed ex- tossicodipendenti.

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Ecosfera S.p.A. XVII

Queste indicazioni portano a concludere che gli incentivi, nel loro complesso, siano degli utili strumenti per innescare processi di sviluppo occupazionale a livello locale, creando maggiore occupazione ed adoperando un meccanismo efficiente di allocazione delle risorse tra imprese. EFFETTI SULL’INNOVATIVITÀ DELL’IMPRESA La competitività delle imprese si basa sempre più sulla loro capacità di essere innovative, di avere, cioè, al proprio interno una massa “critica” di conoscenze da mettere a profitto in modo tale da anticipare ed indirizzare le diverse esigenze del mercato. Dai dati dell’indagine emergono risultati non molto positivi: solo l’11,5% degli investimenti realizzati dalle imprese che hanno ottenuto le agevolazioni negli ultimi quattro anni, infatti, è stato orientato alla realizzazione di investimenti innovativi. A questo proposito è importante evidenziare l’inversa propensione agli investimenti più innovativi delle imprese localizzate nell’area plurisettoriale finanziata dal DocUP ed in quella cosiddetta fuori obiettivo (9,6 e 10,5% rispettivamente), rispetto a quanto accade, invece, nell’area specializzata nel settore del mobile, all’interno della quale viene realizzata una percentuale maggiore di investimenti innovativi nei comuni obiettivo 2 e phasing out (15,5%), rispetto al 12,5% dell’area non finanziabile dal DocUP. Delle imprese che hanno realizzato investimenti innovativi, il 39% circa ha riguardato innovazioni di processo; le imprese localizzate nell’A.P.I.O., inoltre, sono riuscite ad introdurre, attraverso l’incentivo, anche una buona percentuale di innovazioni di nuovi prodotti (il 29,6% del totale), con le quali si è provveduto principalmente alla creazione di prodotti per l’impresa stessa (78,1%), rispetto alla creazione di nuovi prodotti rivolti al mercato italiano in generale (21,9%). D’altro canto, questo è comunque un risultato positivo, se paragonato alle tipologie di investimenti realizzate dalle imprese che non hanno ottenuto agevolazioni: in quest’ultimo caso, infatti, solo il 4% del totale degli investimenti attivati ha avuto come oggetto la realizzazione di innovazioni e, anche in questo caso, la localizzazione geografica non sembra incidere significativamente sulla realizzazione di un maggior orientamento innovativo delle imprese. Solitamente gli investimenti in innovazioni di prodotto superano quelli in innovazioni di processo; ciò che accade, invece, nella regione Marche è il contrario. Questo dato può essere interpretato come una maggiore concentrazione delle imprese sulla qualificazione delle certificazioni di qualità, considerato come un importante strumento della cultura aziendale all’interno dell’impresa; in particolare, con l’esperienza PIV-RETEX, è stata evidenziata una maggiore sensibilità delle imprese al processo in base al quale si può ottenere la certificazione di qualità, rispetto alla disponibilità della certificazione stessa.

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Totale

A.S.F.O.

A.S.I.O.

A.P.F.O.

A.P.I.O.

Tipologie di innovazioni realizzate negli ultimi quattro anni

Prodotto ProcessoProdotto e processo Organizzative/commerciali/gestionali

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I principali ostacoli ad un maggiore orientamento innovativo, che sono stati incontrati dalle imprese nel corso della loro attività a prescindere dalla ripartizione territoriale sono di tipo finanziario in particolare per l’insufficienza di fondi propri, un problema che riguarda il 25% delle aziende intervistate, cui si aggiunge

una diffusa difficoltà nell’accedere al canale del credito. Un altro impedimento all’innovazione aziendale concerne invece la formazione del capitale umano, infatti circa il 24,5% delle imprese ha lamentato la carenza di personale qualificato. RINUNCE E REVOCHE

La presente sezione dell’analisi indaga su un fenomeno sempre più frequente nell’attuale periodo, riconducibile senza dubbio al difficile momento congiunturale che sta condizionando la propensione agli investimenti nelle realtà produttive di minori dimensioni, ed in particolare in quelle che operano nei comparti manifatturieri tradizionali. Dall’indagine è emerso che su un totale di 273 imprese intervistate, solo 13 hanno rinunciato o revocato il progetto di investimento, ovvero il 4,8% del totale, risultando, pertanto, compreso entro ridotti limiti. Il dato va però monitorato con particolare attenzione, in quanto, pur considerando fisiologica la presenza di un certo numero di revoche a causa del mutamento della convenienza ad investire da parte delle imprese coinvolte, o, talvolta, per la sopravvenuta difficoltà di contribuire con risorse proprie, la quota di progetti che non vanno a buon fine è maggiore per le aree finanziate dal DocUP, sicuramente più esposte a fenomeni esterni negativi rispetto alle imprese che possono godere dei vantaggi offerti dall’appartenenza a sistemi economici organizzati come un distretto, plurisettoriale o specializzato che sia. Analizzando, invece, la distribuzione delle rinunce e delle revoche da un punto di vista dimensionale, è possibile evidenziare che il 54% delle imprese che hanno rinunciato o revocato il progetto di investimento rientra nella categoria delle microimprese (con meno di 9 addetti); per il 38% si tratta, invece, di piccole imprese, con un numero di addetti non superiore a 50. Solo una media impresa ha rinunciato o revocato il progetto di investimento, a causa dell’incertezza derivante dal contributo. Si tratta di risultati che ribadiscono ancora una volta la maggiore fragilità delle imprese di piccola dimensione. 3.2.7 Conclusioni e raccomandazioni Dall’indagine svolta emerge un quadro complessivo del sistema produttivo marchigiano che è prevalentemente caratterizzato da imprese di dimensione estremamente ridotta e da eccessiva frammentazione (il 46% circa delle imprese intervistate occupa, infatti, meno di 9 addetti ed il 35,5%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Totale

A.S.F.O.

A.S.I.O.

A.P.F.O.

A.P.I.O.

O stacoli ad un maggiore orientamento innovativo dell'impresa

Insufficienza dipropri fondi

Difficoltà diaccesso al credito

Difficoltà nellaricerca di partner

CarenzapersonalequalificatoAltro

Rinunce/revoche del progetto di investimento

A.S.I.O.31%

A.P.F.O.15% A.P.I.O.

46%

A.S.F.O.8%

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presenta forma giuridica di società di persone o ditta individuale); queste sono particolarmente diffuse nelle aree obiettivo (svantaggiate), al contrario nelle zone più sviluppate la dimensione media è più elevata ed è maggiormente diffusa la tipologia di Società per Azioni. Le micro e piccole imprese, pur distinguendosi per una maggiore flessibilità ed una più rapida capacità di adattamento ai cambiamenti internazionali, si sono dimostrate più esposte di altre alla congiuntura negativa ed, in generale, ai condizionamenti esterni; a ciò si aggiunge, inoltre, lo scarso orientamento innovativo delle imprese, che, per le loro dimensioni, probabilmente non sono in grado di introdurre innovazioni in modo consapevole, il che introduce dei limiti alla capacità di queste imprese di competere sui mercati internazionali. Ovviamente quello che si crea è un “circolo vizioso”: se la piccola impresa, infatti, non investe in ricerca ed innovazione perché probabilmente non dispone delle necessarie risorse finanziarie e delle competenze tecniche adatte, non riesce ad introdurre quelle innovazioni, di processo e di prodotto, che la renderebbero competitiva, permettendole di guadagnare nuove fette di mercato. I risultati dell’analisi condotta sulle due aree border line appaiono coerenti con quelli dell’analisi condotta a livello nazionale sulla situazione al 2004 del sistema delle PMI dall’Unioncamere e dall’Istituto Tagliacarne64 che ha invece sottolineato il maggior vantaggio competitivo delle aziende di media dimensione, soprattutto nel caso dei raggruppamenti di imprese; in questi casi è, infatti, possibile legare la flessibilità della piccola dimensione a strategie di innovazione concepibili solo a partire da una certa massa critica capace di stimolare R&S ed Innovazione. Quanto è emerso non fa che confermare i più recenti orientamenti in materia di politica economica - condivisi anche dalle rappresentanze economiche e sociali marchigiane incontrate dal Valutatore - che sottolineano l’opportunità di favorire in futuro in modo ancor più incisivo forme di associazione ed aggregazione di imprese proprio allo scopo di superare gli ostacoli connessi alle esigue dimensioni aziendali. Per il nuovo periodo di programmazione 2007-2013, la Commissione ha previsto un maggior coinvolgimento di risorse da destinare alle misure rivolte alla ricerca ed all’innovazione, soprattutto per essere in grado di definire una strategia di sviluppo che permetta di orientare il sistema produttivo verso beni e servizi ad alto valore aggiunto, con caratteristiche qualitative decisamente più elevate. Nelle regioni rientranti nell’obiettivo “Convergenza” ed in quello “Competitività regionale e occupazione”, l’intervento del FESR potrebbe essere maggiormente indirizzato verso la creazione di forme di finanziamento innovative. Il vantaggio derivante da questi strumenti è prevalentemente da ricercarsi nella capacità intrinseca degli stessi di migliorare le capacità di accesso al credito delle unità produttive di piccole dimensioni, spesso afflitte da un problema di sottocapitalizzazione, favorendone contestualmente la crescita da un punto di vista dimensionale. In merito all’accesso al credito si ricorda che in occasione della mid-term review è stata introdotta una nuova tipologia di intervento nella submisura 1.2.1 attinente il rafforzamento delle forme collettive di garanzia per le piccole imprese artigiane allo scopo di far fronte ai vincoli più stringenti per il rating di solvibilità previsti dall’accordo di Basilea II e che entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2007. Il provvedimento evidenzia come la regione Marche si sia tempestivamente attrezzata in vista delle nuove regole; inoltre l’esperienza del DocUP potrà essere un utile riferimento per organizzare con maggiore cognizione la futura programmazione regionale. Per semplificare il processo di ricognizione sulle strategie regionali per la ricerca e l’innovazione, la regione Marche ha definito, attraverso la L.R. 20 del 28 ottobre 2003, i rispettivi ambiti e modalità di intervento nell’ambito della ricerca e dell’innovazione a sostegno delle imprese operanti nel proprio territorio. I risultati ottenuti nella Regione in materia di innovatività, anche se non estremamente positivi, lasciano sicuramente intravedere la possibilità di replicare l’esperienza dell’attuale programmazione anche in altri contesti territoriali ed istituzionali; il tessuto produttivo marchigiano, infatti, si presenta diversificato, non solo in termini di dinamismo competitivo, ma anche in riferimento ai percorsi di crescita ed ai comportamenti strategici. Le PMI, in particolar modo, incontrano notevoli difficoltà a sviluppare autonomamente un’attività di ricerca e sviluppo e la molteplicità di realtà in cui le imprese operano, fanno sì che sia difficile, se non impossibile, formulare una metodologia di trasferimento tecnologico valida in

64 Unioncamere–Istituto G. Tagliacarne (2005), “Le piccole e medie imprese nell’economia italiana - Rapporto 2004”, Franco Angeli (Milano).

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assoluto; è proprio in questo caso che potrebbe essere necessario ricorrere a best practices realizzate in futuro, prendendo spunto da questi casi di successo, in modo da procedere, poi, per analogia. Dall’analisi condotta emerge un quadro abbastanza complesso in cui si possono distinguere due approcci diversi alla strategia di impresa: da un lato vi sono le microimprese che adottano strategie orientate al mercato con l’obiettivo di allargarsi su nuovi mercati di sbocco, mostrando dinamiche imprenditoriali maggiormente orientate alla creazione di nuovi processi. Tale strategia è condotta, in misura maggiore, tramite l’investimento nell’acquisizione di nuovi macchinari ed impianti e nel loro rinnovo tecnologico piuttosto che in politiche innovative. Dall’altra parte vi sono imprese di media dimensione, caratterizzate da forma societaria di capitale ed un numero di addetti maggiore di cinquanta, che attuano, al contrario, una strategia orientata alla produzione e precisamente di internalizzazione della produzione, essendo maggiormente concentrate sulla variazione della quota di lavorazione in conto proprio; queste sono, inoltre, poco propense a mettere in atto strategie volte all’innovazione, alla conquista di nuovi mercati ed alla definizione di nuovi prodotti. L’atteggiamento delle microimprese sembra, quindi, essere particolarmente efficace se prendiamo come riferimento la capacità di stabilirsi su sentieri di crescita economica: anche se non si dispone di dati di lungo periodo, è possibile, infatti, osservare come una buona percentuale di piccolissime imprese abbia visto il proprio fatturato crescere grazie all’investimento realizzato. Le conclusioni dell’indagine inducono a valutare gli effetti ricollegabili agli investimenti, realizzati dalle imprese intervistate grazie al contributo derivante dalle diverse tipologie di incentivi, in linea generale, positivamente, in quanto nell’83% dei casi, le imprese hanno dichiarato di aver raggiunto gli obiettivi prefissati. Le principali indicazioni emerse dall’indagine svolta riguardano i seguenti aspetti.

L’andamento del ricorso alle diverse tipologie di incentivi si presenta eterogeneo e varia a seconda della localizzazione delle imprese: la maggior parte delle imprese localizzate nelle aree fuori obiettivo ha privilegiato i cosiddetti “aiuti generalisti”, ricorrendo prevalentemente agli aiuti automatici derivanti dall’art. 8 della legge 266/97 e dalla legge 341 del 1995. E’ importante sottolineare, altresì, il successo degli incentivi volti ad accrescere l’innovazione tecnologica, organizzativa e commerciale previsti dalla legge 598/94. Le imprese localizzate nelle aree obiettivo 2 e phasing out, invece, hanno “sfruttato”, ovviamente, in misura maggiore gli aiuti derivante dal DocUP.

La gran parte delle imprese ha dichiarato di avere una buona conoscenza del sistema di aiuti proposti dalla Regione e di non aver incontrato particolari difficoltà nelle modalità di accesso al contributo ricevuto, mentre permane la necessità di proseguire sulla strada della semplificazione da parte delle Amministrazioni coinvolte negli iter burocratici, necessità più evidente per i programmi cofinanziati dai Fondi strutturali.

A partire dall’analisi dei canali di comunicazione utilizzati dalle imprese sono emerse delle indicazioni interessanti per una loro appropriata finalizzazione, in primo luogo il ruolo chiave rivestito dai consulenti (soprattutto commercialisti) e dalle associazioni di categoria, con un minor rilievo dei mezzi di comunicazione classici (giornali, radio, ecc.); alle informazioni pubblicate sul sito Web si ricorre invece per un successivo approfondimento. Quanto è emerso riporta ad alcune considerazioni espresse già nel Rapporto di valutazione intermedia, laddove si sostenne l’opportunità di rafforzare l’efficacia delle azioni di comunicazione messe in atto dalla Regione per alcune iniziative innovative che non avevano ricevuto sufficiente attenzione da parte del mondo imprenditoriale, promovendo il maggiore utilizzo di specifici canali di comunicazione esistenti sul territorio (CCIAA, Enti, Associazioni di categoria) e un più intenso coinvolgimento delle associazioni professionali (commercialisti, ingegneri) a fronte dell’elevato contributo in termini di consulenza aziendale.

Nelle aree svantaggiate l’agevolazione risulta essere stata “determinante” per la realizzazione dell’intervento o per lo meno per l’entità delle somme complessivamente investite, ed, in particolar modo, esiste una forte correlazione tra la realizzazione dell’investimento ed il ricorso ad una precisa tipologia di incentivo per le microimprese, per le quali la scelta dell’investimento è stata

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motivata dalle condizioni esterne (la volontà, ad esempio, di acquisire nuovi mercati di sbocco o semplicemente l’opportunità di agevolazioni esistenti); per le medie imprese, invece, la scelta dell’investimento è motivata da una visione strategica originata all’interno dell’impresa stessa, risultando, quindi, più ponderata ed attenta innanzitutto in riferimento alla tipologia di investimento da realizzare, solo in un secondo momento vengono individuate le migliori fonti di copertura finanziaria rispetto alle proprie esigenze.

Una giustificazione all’incremento del numero di imprese e alla riduzione di addetti nell’area plurisettoriale ed in quella fuori obiettivo specializzata nel settore del mobile potrebbe essere l’attivazione di processi di automatizzazione per le PMI localizzate in queste aree. Dall’indagine, infatti, è emerso che le suddette imprese hanno indirizzato i propri investimenti prevalentemente nell’acquisto di nuovi macchinari, azione che presagisce la volontà per le PMI di avviare un processo di innovazione con l’obiettivo di aumentare la propria competitività anche sui mercati internazionali. Come già più volte ribadito, a causa delle loro connotazioni specifiche, le PMI incontrano maggiori difficoltà a sfruttare adeguatamente le potenzialità a causa del basso grado di formalizzazione dei processi di gestione, della carenza di personale con competenze specialistiche e della mancanza di servizi di supporto adeguati. Tutti questi fattori possono impedire alle PMI di mantenere la loro capacità competitiva. Affinché l’automatizzazione dei processi diventi un fattore competitivo per l’impresa è necessario puntare fondamentalmente sulla formazione che incide notevolmente sul successo del progetto. Le imprese dovranno, quindi, programmare percorsi formativi che siano in grado di accompagnare il personale, tramite, ad esempio, la cosiddetta formazione on the job, concretizzabile attraverso percorsi di e-learning.

La presenza di infrastrutture e di reti è stata considerata come fattore di attrazione determinante nelle scelte di localizzazione dell’investimento, confermando l’importanza attribuita dal DocUP all’obiettivo di sostenere l’efficienza del sistema produttivo marchigiano tramite la realizzazione di interventi volti al miglioramento della dotazione e della funzionalità delle infrastrutture per la localizzazione delle imprese. Vista l’importanza attribuita al presente aspetto, anche per la futura programmazione 2007-2013, soprattutto nelle regioni rientranti nell’obiettivo “Convergenza”, l’azione del FESR sarà prevalentemente imperniata sullo sviluppo delle infrastrutture dei trasporti, in un’ottica di intermodalità e di riequilibrio ambientale65, al fine di garantire soprattutto un miglioramento della qualità dei servizi, in modo tale da poter accrescere la qualità della vita dell’intera popolazione e soprattutto l’attrattività del territorio di riferimento. Le aree così attrezzate potrebbero, quindi, divenire punti naturali di aggregazione e di attrattività di ulteriori investimenti anche da parte di altri territori, garantendo, altresì, non solo una buona prospettiva di sostenibilità finanziaria, ma, soprattutto, una capacità di impattare positivamente sulla competitività del territorio.

Dalle informazioni raccolte sembra sia già possibile rilevare un legame diretto tra la crescita occupazionale e l’investimento effettuato, sebbene nella fase attuale gli effetti degli interventi non possano essere ancora ritenuti definitivi. In questo contesto è opportuno evidenziare, però, l’esperienza positiva della submisura 1.1.2 “Aiuti alle imprese artigiane di produzione e di servizi alla produzione”, la quale prevede, per le aziende che assumono manodopera femminile e/o qualificata a tempo indeterminato, la possibilità di accedere agli aiuti per la formazione continua, traducendosi automaticamente non solo in un aumento dei posti di lavoro ma soprattutto della qualità dell’occupazione all’interno delle singole imprese, incrementando l’occupazione a tempo indeterminato, anche per la componente femminile e pervenendo così ad una stabilizzazione dei rapporti lavorativi. Dall’indagine è, però, emerso un certo legame tra la tipologia di incentivo e la creazione di nuova occupazione, anche femminile. Per le aree finanziate dal DocUP è evidente il contributo della submisura 1.1.2 e della legge 341 del 1995 alla creazione di un’occupazione più “stabile”; per le imprese localizzate nei comuni non eleggibili, invece, l’incentivo che ha determinato il maggior numero di nuove assunzioni è stato il ricorso alla legge 598/94. Posti meno stabili sono stati, invece, assicurati dalla legge 488/92 ordinaria, in particolare nelle aree obiettivo 2 e phasing out della regione Marche.

65 Confindustria (2004) “Le proposte di regolamentazione della Commissione Europea per la Politica di coesione 2007-2013: una prima analisi critica delle tematiche e delle tipologie di intervento”.

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Le imprese lamentano la scarsa disponibilità di manodopera qualificata, fattore confermato nel corso dell’indagine, all’interno della quale la inadeguata formazione tecnica del capitale umano rispetto alle esigenze espresse dalle aziende risulta uno dei principali ostacoli ad una maggiore innovatività aziendale. Le cause possono essere individuate nelle stesse caratteristiche intrinseche della struttura del sistema formativo-scolastico regionale, che, pur in presenza di picchi di eccellenza nella formazione tecnologica e di collegamento fra Università e mondo imprenditoriale, non è ancora riuscito a raggiungere una sufficiente massa critica, proporzionata al forte radicamento ed alle notevoli dimensioni del sistema imprenditoriale regionale. La nuova programmazione, sotto questo punto di vista, focalizza l’attenzione sulla realizzazione di maggiori investimenti in risorse umane, attraverso una continua formazione, sviluppando, quindi, sistemi di apprendimento continuo e strategie tese a promuovere la formazione delle persone meno qualificate e di quelle più anziane.

Un altro risultato importante che emerge dall’analisi fa riferimento al cambiamento nella distribuzione delle vendite e all’internazionalizzazione in seguito alla realizzazione dell’investimento; indipendentemente dagli obiettivi prefissati con l’investimento incentivato, l’ottenimento delle agevolazioni, per le imprese in area obiettivo, ha avuto come conseguenza la riduzione della quota locale del proprio mercato ed una maggiore penetrazione commerciale all’estero, in particolare nell’area dell’Unione Europea, testimoniando, quindi, una maggiore competitività delle imprese grazie all’incentivo utilizzato. Questo si lega all’indubbio processo di crescita della consapevolezza con la quale vengono gestite le imprese ammesse alle agevolazioni rispetto a quanto accaduto prima dell’investimento; consapevolezza che consolida i rapporti interni alle subforniture e garantisce agli imprenditori una nuova visione e nuove opportunità di mercato legate anche ai diversi canali e diversi intermediari commerciali. A tal riguardo si condivide la maggiore attenzione che l’Amministrazione regionale ha scelto di riservare negli ultimi tempi al fenomeno dell’internazionalizzazione, attraverso l’introduzione della nuova misura 1.5 che va ad ampliare e a completare l’azione della submisura 1.3.1. Si ritiene, infatti, sia molto importante che l’operatore pubblico in qualche modo “accompagni” l’evolversi del processo in corso affinché se ne possano contrastare gli aspetti negativi, laddove le imprese mirano esclusivamente alla delocalizzazione degli impianti produttivi e non all’apertura di nuovi mercati di sbocco, con conseguenze sfavorevoli per l’economia e l’occupazione regionale.

Non trascurabile è l’indicazione emersa dal caso studio su uno scarso impatto ambientale delle agevolazioni, che conferma su un’area circoscritta quanto era già evidente per il complesso degli interventi DocUP rivolti al sistema produttivo attivati nel primo triennio di programmazione, la cui sostenibilità ambientale non è stata favorita, come auspicato dai documenti di programmazione, a causa di bandi privi o carenti di quei criteri selettivi ambientali e integrati solo nelle successive edizioni grazie all’ausilio dell’A.A.R.. Nonostante le indiscutibili lacune, va positivamente rilevato il successo della submisura 1.1.3 volta a ridurre l’impatto dei processi produttivi, così come di una certa diffusone delle certificazioni ambientali (submisura 1.3.2), entrambi segnali di una maggiore consapevolezza da parte delle aziende non solo del territorio, ma anche delle opportunità legate ad una rinnovata immagine da trasmettere all’esterno. Per il futuro si ritiene possa trovare spazio un maggior ottimismo anche per l’integrazione in occasione della revisione di metà periodo di nuovi interventi prettamente mirati alla tutela dell’ambiente, con i quali si intende favorire in particolare l’efficienza energetica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili in linea con gli obiettivi fissati dalla Direttiva - 2001/77/CE66. La nuova misura 2.8 si rivolge agli enti pubblici e in questo senso va a completare la positiva esperienza condotta con la 1.1.3, diretta invece alle PMI. Nella programmazione 2007-2013, potranno essere finanziati interventi a favore delle PMI aventi come obiettivo precipuo quello di adottare tecnologie ambientali “pulite” e di realizzare efficienti sistemi di gestione, in particolar modo per le regioni svantaggiate. Entrando nello specifico si potranno prevedere aiuti anche per la realizzazione di investimenti volti al recupero dei siti inquinati, la biodiversità, l’uso efficiente dell’acqua, il controllo e la prevenzione dell’inquinamento.

Quanto è emerso rende ancor più evidente l’opportunità di privilegiare in futuro l’attuazione di progetti mirati a spingere le imprese verso forme di sistematizzazione ed aggregazione; imprese che per contiguità

66 Cfr. nota n. 12.

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Ecosfera S.p.A. XXIII

territoriale e complementarietà potrebbero creare distretti produttivi onde pervenire allo sfruttamento di economie di scala e ad una maggiore capacità di investire in attività di ricerca ed innovazione con rilevanti effetti positivi per l’intera competitività regionale. Il sistema industriale si trova nell’attuale periodo in una difficile fase congiunturale che inevitabilmente ha condizionato la propensione agli investimenti nelle realtà produttive di minori dimensioni, ed in particolar modo di quelle che operano nei comparti manifatturieri. Alle piccole imprese che non sono in grado di produrre da sole strategie gestionali, occorre offrire economie e servizi di contesto, prevedendo una forte collaborazione tra la Regione ed il sistema delle autonomie, categorie economiche e sociali.

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Ecosfera S.p.A. XXIV

3.3 ESPERIENZE POSITIVE RIVOLTE AL RECUPERO E ALLO SVILUPPO DELLE AREE INTERNE E MARGINALI ATTRAVERSO L’IMPLEMENTAZIONE DI PROCEDURE INNOVATIVE

3.3.1 Obiettivi e struttura dell’analisi Come si deduce dalle domande valutative individuate (cfr. par. 3.1), il secondo ambito di approfondimento concerne le esperienze più innovative e sperimentali implementate a livello locale, che si sono distinte principalmente per un’intensa attività di pianificazione dal basso e di modalità attuative che hanno privilegiato l’integrazione tra diverse tipologie di intervento anche attraverso l’attivazione del partenariato pubblico-privato a livello locale. Le tipologie di azioni oggetto dello studio sono state selezionate tra le misure dell’asse III finalizzate ad accrescere la qualità della vita delle popolazioni residenti e a favorire la creazione di nuove fonti di reddito e opportunità occupazionali. Le esperienze condotte appaiono coerenti con la filosofia dei Fondi strutturali i quali, soprattutto nelle aree Obiettivo 2, dovrebbero favorire la sperimentazione di strumenti e modalità di intervento nuove, con lo scopo di promuovere un percorso di sviluppo sostenibile e, dunque, coerente rispetto alle risorse endogene del territorio e in grado di promuovere condizioni di vita migliori per le comunità locali. Gli elementi che hanno portato alla scelta di sviluppare questi ambiti di intervento sono molteplici e possono essere così riassunti:

la portata innovativa delle azioni messe in campo;

il forte interesse degli operatori locali sia pubblici che privati e la maturità dimostrata nel saper riconoscere il vantaggio di una partecipazione più attiva alla definizione del percorso di sviluppo;

la replicabilità di tali interventi, anche nell’ambito di strumenti di programmazione negoziata di recente avvio come le ARSTEL, potenzialmente in grado di valorizzare le esperienze maturate e ampliarne i positivi effetti sul territorio.

Tra le diverse azioni del DocUP che presentano le suddette caratteristiche, abbiamo individuato le seguenti:

submisura 3.1.2 lett. c) – Servizi di supporto e di ricettività rurale e minore, con il recupero di borghi anche ai fini dell’attività turistico-ricettiva gestita in forma imprenditoriale;

misura 3.3 - Aiuti agli investimenti per la riqualificazione della rete dei servizi socio-assistenziali;

misura 3.5 - Sviluppo delle attività commerciali e artigianali e sistemazione dell’arredo urbano nei centri storici.

Rispetto a queste iniziative erano già emerse le forti potenzialità in occasione del confronto con alcuni attori locali per la redazione del Rapporto di Valutazione Intermedia. In questa fase si intende approfondire ed estendere il confronto con i principali interlocutori che hanno seguito l’attuazione degli interventi per lo sviluppo locale sostenibile, principalmente al fine di verificarne la replicabilità anche in altri ambiti territoriali e tematici. In realtà, già nel secondo triennio di attuazione dello stesso DocUP, sono partite altre iniziative sulla scia di quelle concluse o in via di ultimazione, ma connesse ad altre finalità: è il caso, ad esempio, dei cosiddetti “Centri Commerciali Naturali” individuati in occasione della revisione di metà periodo nell’ambito della misura 3.5. Il maggiore interesse dell’A.d.G. e degli stakeholder incontrati per la definizione delle domande di valutazione, si ravvisa nella potenziale trasferibilità delle buone prassi per una più corretta pianificazione e realizzazione delle ARSTEL (Agende Regionali Strategiche per lo Sviluppo Territoriale Locale), lo strumento operativo previsto dalla programmazione regionale (cfr. DPEFR 2003-2005), nell’ambito della

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Ecosfera S.p.A. XXV

progettazione territoriale integrata, e finalizzato «a favorire il rafforzamento del processo di integrazione degli interventi realizzati dalle misure del Programma in un determinato contesto territoriale e a potenziare le politiche regionali per lo sviluppo locale, in termini di sviluppo sostenibile e di valorizzazione delle risorse tecniche, umane e ambientali nelle aree regionali marchigiane dell’obiettivo 2». Nel complesso si vuole indagare sulla validità del modello di progettazione dal basso e di integrazione fra gli interventi e la trasferibilità ad altre esperienze di programmazione territoriale locale, da una parte raccogliendo pareri e percezioni degli stakeholder in termini di ruoli, problematiche, effetti e risorse richieste/impiegate e cogliendo informazioni che non possono essere desunte dai dati numerici e di attuazione; ma soprattutto evidenziando pratiche che abbiano prodotto risultati particolarmente apprezzabili in termini di efficacia del processo partenariale e replicabili anche in altri contesti. 3.3.2 Metodologia e fonti informative Quanto al metodo dell’indagine, dopo una prima fase di analisi della documentazione, sono stati coinvolti responsabili regionali, attori locali e rappresentanti del tessuto socioeconomico, per verificare, da una parte, la rispondenza dell’approccio implementato e degli interventi attuati alle priorità delle aree Obiettivo 2, e, dall’altra, raccogliere considerazioni in merito ad un proseguimento e/o un’estensione dello stesso ad altri ambiti tematici afferenti lo sviluppo locale.

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Ecosfera S.p.A. XXVI

I principali quesiti sottoposti ai diversi interlocutori sono sintetizzati nel seguente box.

Traccia dell’intervista

a) Descrizione e funzionamento dei dispositivi attivati per favorire:

- la programmazione dal basso,

- l’integrazione degli interventi,

- il partenariato pubblico-privato.

b) Qual è stata la risposta da parte del territorio (operatori pubblici ed economici)?

c) Quali gli aspetti positivi e i fattori di debolezza rilevati? Quali i possibili miglioramenti da apportare alla procedura con riferimento alla fase programmatica, attuative e gestionale?

d) In quale misura gli interventi hanno consentito di risolvere le criticità dell’area, con particolare riguardo al miglioramento della qualità della vita? Quali altre azioni prioritarie sarebbero necessarie?

e) Le iniziative finanziate appaiono in grado di sostenere efficacemente delle priorità trasversali (creazione di occupazione di qualità, in particolare con la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, tutela ambientale)?

f) Gli interventi in esame si collocano in un sistema integrato di iniziative a scala territoriale?

g) Sono state realizzate integrazioni con altri strumenti attivati extra-DocUP sul territorio?

h) Sono stati realizzati interventi di promozione sul territorio, al fine di massimizzare gli effetti?

i) Se e in che misura ha inciso lo scorrimento delle graduatorie sulla qualità dei progetti?

j) Opinioni in merito alla replicabilità dell’approccio strategico e procedurale all’interno dello stesso DocUP o al di fuori di esso, con particolare riferimento a:

- i “Centri Commerciali Naturali”,

- il settore della tutela e della valorizzazione delle risorse ambientali,

- le ARSTEL.

k) Come procede l’attuazione delle Agende? Come si sviluppa la concertazione tra Province ed Enti locali? Qual è il valore aggiunto della procedura ARSTEL rispetto alle modalità tradizionali di individuazione e attuazione degli interventi? Quali gli aspetti particolarmente positivi e quelli che andrebbero migliorati affinché il nuovo strumento possa esprimere le proprie potenzialità?

Con il supporto dei Responsabili di Misura è stato possibile in diversi casi individuare alcuni progetti significativi in termini di eccellenza e trasferibilità dell’esperienza, di cui si riporta una breve descrizione. Per avere un quadro degli effetti prodotti dagli interventi rispetto agli obiettivi programmati si rimanda all’analisi per le misure in oggetto nel paragrafo 2.1.3. Per la raccolta delle informazioni necessarie all’analisi ci si avvale di diverse fonti, in particolare:

dati primari: in questo contesto si esaminano informazioni, di tipo prevalentemente qualitativo raccolte presso i soggetti in diversa misura interessati all’attuazione degli interventi;

dati secondari: oltre alla normale analisi delle informazioni desumibili dal sistema di monitoraggio regionale, relativamente agli aspetti finanziari, procedurali e fisici, avvalendosi della stretta collaborazione dei Responsabili di misura, vi è stato un ampio ricorso a fonti documentali, in particolare a quelle attinenti gli ambiti di interesse (Piani regionali di settore, documentazione sulle ARSTEL), come pure ai diversi documenti predisposti dall’Amministrazione regionale (Relazione annuale di esecuzione).

3.3.3 Esiti dell’indagine

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Ecosfera S.p.A. XXVII

Nel presente paragrafo vengono esposti i risultati dell’indagine condotta per ciascuna delle tre azioni esaminate, attraverso una rielaborazione delle diverse informazioni raccolte sia da fonti secondarie che a partire dalle testimonianze rese dai diversi soggetti ascoltati e inerenti principalmente le procedure innovative sperimentate. Nella parte finale ci si sofferma sulle ARSTEL e si restituiscono alcune prime considerazioni sull’avvio dello strumento e sulla capacità dello stesso di valorizzare le esperienze condotte con le tre iniziative indagate. Per una descrizione accurata dei risultati prodotti in termini attuativi dalle misure oggetto dell’approfondimento si rimanda al paragrafo 2.1.3. 3.3.4 Il partenariato pubblico – privato per lo sviluppo del turismo sostenibile: servizi di supporto e

di ricettività rurale e minore, con il recupero di borghi anche ai fini delle attività turistico-ricettive - submisura 3.1.2 c)

L’aspetto che è apparso interessante ai fini del presente approfondimento degli interventi della submisura 3.1.2c) è rappresentato dalla forte rilevanza strategica attribuita al partenariato tra gli operatori pubblici e privati per la promozione della integrazione tra iniziative complementari di valorizzazione in chiave turistica del c.d. patrimonio diffuso sul territorio marchigiano. L’intervento prevede la riqualificazione di borghi attraverso il recupero di strutture quali miniere dismesse, castelli abbandonati, chiese sconsacrate, palazzi signorili di città e dimore storiche, ai fini di stimolare l’erogazione di servizi di ricettività minore e concorre al raggiungimento dell’obiettivo specifico della misura 3.1 ossia “all’aumento del grado di attrattività turistica del territorio attraverso azioni dirette a promuovere le risorse esistenti e a riqualificare e diversificare l’offerta turistica”. Si tratta dunque di iniziative innovative anche nel contenuto e volte a promuovere un turismo sostenibile nelle aree svantaggiate della Regione, che uniscono alla riqualificazione dei piccoli borghi l’erogazione di servizi di ricettività minore nell’ambito di poli di interesse turistico, da inquadrarsi all’interno di un percorso di sviluppo che attraverso la valorizzazione delle aree interne e la ricerca di nuove fonti di reddito per i residenti, ne favorisce la permanenza sul territorio, in linea con l’obiettivo di contrastare il fenomeno dello spopolamento che interessa soprattutto le aree interne. I progetti finanziati sono complessivamente 45 progetti, di cui 22 presentati da enti pubblici e 23 da privati; 5 delle 6 revoche hanno interessati questi ultimi. L’investimento complessivo ammonta a circa 4 mln di euro e la maggior parte dei progetti è in via di ultimazione tuttavia solo uno risulta effettivamente completato; in effetti si tratta di interventi che richiedono tempi di attuazione piuttosto lunghi a causa delle complesse procedure previste per l’aggiudicazione dei lavori. Occorre sottolineare che, per l’attuazione della submisura 3.1.2 c), è stato pubblicato un solo bando approvato con DGR 1485 del 02/08/2002, in quanto rispetto all’impostazione iniziale che prevedeva la pubblicazione di due bandi triennali, si è preferito optare per un unico bando che potesse assorbire le risorse dell’intero periodo di programmazione, procedendo allo scorrimento della graduatoria in applicazione della DGR 133/2003. La scelta è legata all’esiguità delle risorse residue ed alla volontà di garantire una massa critica tale da conferire alle iniziative la capacità di produrre effetti significativi sul territorio, anche in considerazione della complessità di molti interventi costituiti da diversi progetti promossi da Enti locali e da operatori turistici privati, da considerarsi anche dal punto di vista finanziario come un unico intervento. Un’altra ragione va ricercata nell’esistenza di una domanda potenziale molto elevata che la pubblicazione di un nuovo bando avrebbe potuto soddisfare in minima parte, deludendo le aspettative della maggior parte. Secondo la referente regionale lo scorrimento non avrebbe condizionato in misura eccessiva la qualità dei progetti, sebbene alcuni di quelli “ripescati” non integrino interventi pubblici e privati, un aspetto non obbligatorio, ma auspicato e favorito attraverso l’inserimento tra i criteri premiali.

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Ecosfera S.p.A. XXVIII

Il successo delle iniziative, l’apprezzamento da parte degli operatori pubblici e privati unitamente alle potenzialità ancora da valorizzare forniscono chiare indicazioni per il futuro sull’opportunità di destinare nuove risorse a questa tipologia di azioni. Come si è detto, si tratta di interventi compositi in cui l’ente pubblico promotore promuove il recupero di una delle strutture descritte, per realizzarvi servizi di informazione, azioni di accoglienza ai turisti, ecc. I progetti presentati dai soggetti privati devono essere agganciati al progetto a titolarità dell’ente pubblico, che si fa promotore anche delle istanze private, per lo più di dimensioni finanziarie contenute e concernenti soprattutto Bed & Breakfast e Country house. L’azione 3.1.2.c) ha anticipato in qualche modo quanto si sta sperimentando solo adesso in questa 2° fase nell’ambito della misura 3.5 con i Centri Commerciali Naturali, come si dirà nel seguito di questo capitolo, attraverso il riconoscimento di un ruolo di primo piano attribuito agli Enti locali e, talvolta, alle associazioni di categoria, nel promuovere e costruire direttamente il partenariato pubblico-privato per la definizione e l’attuazione di progetti complessi per la valorizzazione in chiave turistica dei borghi in disuso. Tale impostazione appare fortemente coerente con l’obiettivo di sostenere la creazione e la promozione di veri e propri sistemi turistici locali, accrescendo tra l’altro l’efficacia del criterio premiale previsto in fase di selezione a favore degli interventi misti. In fase di definizione degli interventi, la stessa Amministrazione regionale ha indirizzato le istanze, a seconda dei casi, verso le diverse tipologie di azioni previste dalla misura, contribuendo nell’ambito di quella in oggetto a favorire l’avvio contestuale di iniziative concernenti sia i servizi turistici sia il sostegno alla ricettività rurale e minore. Nella maggior parte dei casi le iniziative sono state promosse dagli Enti locali, ad esempio attraverso la sottoscrizione di patti con gli imprenditori locali; in altri casi a fronte di iniziative dei privati, la Regione ha promosso e agevolato il coinvolgimento del Comune. Dal punto di vista degli obiettivi di Programma, l’attuazione degli interventi di riqualificazione e valorizzazione delle aree destinatarie degli investimenti ha messo sin da subito in evidenza gli effetti positivi in termini di recupero delle relazioni tra i cittadini e di rafforzamento del senso di appartenenza al territorio, i cui benefici potranno nel medio e lungo periodo concretizzarsi in una riduzione del fenomeno dello spopolamento se non in una sua inversione di tendenza. Anche grazie al contributo della responsabile regionale, è stato possibile individuare alcune criticità che hanno reso maggiormente onerose le procedure amministrative che in futuro potranno essere rimossi o almeno ridimensionati.

a. Un primo aspetto concerne l’articolata definizione del Piano finanziario, in relazione ai diversi tassi di contribuzione (15/20/40% per gli aiuti alle imprese private; 60% per i contributi ai soggetti pubblici), che di fatto hanno reso poco flessibile l’utilizzo delle risorse, con procedure lunghe e complesse nelle diverse fasi di impegno, revoca, ecc.

b. Altre problematiche gestionali erano legate all’aver previsto anche per gli Enti locali il meccanismo delle fidejussioni, ritenute non solo non necessarie per i soggetti pubblici, ma anche particolarmente gravose in considerazione delle sempre maggiori difficoltà finanziarie che pesano sul sistema delle amministrazioni locali; una problematica superate con un provvedimento dell'Amministrazione regionale dello scorso dicembre, DGR 1482/2004, volto a dettare orientamenti e direttive alle Strutture regionali per la semplificazione delle procedure e l'accelerazione della spesa del DocUP.

c. Le difficoltà nel trovare adeguata copertura finanziaria, condiziona anche la capacità degli Enti locali nel garantire la gestione sul medio-lungo periodo delle strutture finanziate, i cui costi di gestione sono resi ancor più elevati dal requisito di assenza di finalità di lucro, come previsto dalle schede di misura, e dagli alti tassi di cofinanziamento a carico dei beneficiari finali. Per le medesime ragioni, risulta estremamente difficile per i soggetti pubblici garantire l’occupazione dichiarata, requisito richiesto nei bandi di attuazione, alla quale è legata la conservazione del contributo ricevuto. All’aleatorietà che questa modalità comporta, si aggiunge la stagionalità che caratterizza l’occupazione nel settore turistico.

Ha sorpreso positivamente la grande attenzione riscontrata a livello locale alla sostenibilità ambientale degli interventi, in particolare all’utilizzo delle tecniche e dei materiali della bioarchitettura e, più in generale, la

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Ecosfera S.p.A. XXIX

valenza strategica attribuita al patrimonio naturale e paesaggistico. Si ravvisa, quindi, una diffusa consapevolezza dell’opportunità di investire nei fattori qualificanti un turismo di nicchia qual è quello culturale e ambientale, che si rivolge a un target ben definito e più sensibile alla qualità del territorio. Per tale ragione, lo staff dell’A.A.R. ha affiancato il Servizio regionale affinché la componente ambientale degli interventi potesse essere adeguatamente implementata, sebbene la riduzione delle risorse, e conseguentemente del gruppo di lavoro, ne abbiano ridimensionato nel tempo il contributo. La consapevolezza che esiste una forte domanda potenziale del territorio suggerisce per il futuro di proseguire il percorso di sviluppo intrapreso, continuando a dare spazio adeguato agli aspetti attinenti la sostenibilità ambientale. Nello specifico si sottolinea la richiesta rivolta all’Amministrazione regionale da parte dei tecnici preposti all’attuazione delle opere di predisporre informazioni e parametri più precisi sulla bioarchitettura67. Di seguito sono descritti tre progetti finanziati con la submisura 3.1.2 c) selezionati tra i più significativi.

Progetto di recupero della “Fabbrica della Tintoria” e realizzazione di arredo urbano circostante Trattasi del recupero di un edificio storico, antico insediamento manifatturiero situato in zona rurale, circostante il centro storico del comune di Urbania, nella provincia di Pesaro Urbino. Il sito è costituito da un ansa del fiume Metauro, circondata da una grande rupe con suggestive stratificazioni e boschi di piante secolari, frequentati da daini selvatici. Il progetto è finalizzato alla creazione di un info-point turistico e funge da presentatore di 3 progetti di soggetti privati agganciati. Il costo del progetto ammonta a € 259.657,93 di cui è stato finanziato con contributo ordinario il 60%. Gli elementi che qualificano il progetto, attualmente in fase avanzata di completamento, sono legati alla scelta di realizzarlo secondo i criteri della bioarchitettura che sicuramente, alla magnifica localizzazione che va a costituire, insieme all’interventi privati cui è agganciato, un fulcro di eccellenza per il turismo delle Marche. In linea con le priorità individuate nella scheda di misura, l’iniziativa intende favorire la valorizzazione in chiave turistica delle aree interne, implementando lo sviluppo del territorio con la creazione di una struttura di servizio al turismo realizzata da un ente pubblico locale, presentatore di alcuni progetti di attività ricettive private, agganciate alla realizzazione della struttura pubblica, il tutto volto alla diversificazione e alla qualificazione dell’offerta turistica della regione. Il progetto rappresenta bene la valenza innovativa di questo tipo di misura che crea un circolo virtuoso di realizzazioni sia nell'ambito del "pubblico" che nel "privato", puntando su una formula di turismo di nicchia, che crei flussi diversificati nel territorio e destagionalizzati nel corso dell’anno.

67 Attualmente la Regione sta curando la catalogazione dei materiali della bioarchitettura.

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Progetto di recupero della “Casa del Vicario” e realizzazione di arredo urbano circostante Il progetto prevede il recupero di un edificio storico nel centro del piccolo borgo di Peglio, situato sulla cima di un colle in una localizzazione panoramica sulla valle del Metauro, nella provincia di Pesaro Urbino ed è finalizzato alla creazione di un info-point turistico e funge da presentatore di 2 progetti di soggetti privati agganciati. Il progetto finanziato con contributo ordinario al 60% su un costo complessivo pari a € 485.563,02. Dal punto di vista attuativo, l’intervento è in fase avanzata di completamento, sono stati adottati i parametri della bioarchitettura che sicuramente, sia in sé stesso che per la sua localizzazione, va a costituire, insieme all’interventi privati cui è agganciato, un fulcro di eccellenza per il turismo delle Marche. Sono stati rispettati i principali parametri caratterizzanti la scheda della submisura 3.1.2 c) e promuove il turismo dell’entroterra, implementando lo sviluppo del territorio con la creazione di una struttura di servizio al turismo realizzata da un ente pubblico locale, presentatore di alcuni progetti di attività ricettive private (tra i quali il Bed and Breakfast Ca' Mincello), agganciate alla realizzazione della struttura pubblica, il tutto volto alla diversificazione e alla qualificazione dell’offerta turistica della regione. Il progetto rappresenta bene la valenza innovativa di questo tipo di misura che crea un circolo virtuoso di realizzazioni sia nell'ambito del "pubblico" che nel "privato", puntando su una formula di turismo di nicchia, che crei flussi diversificati nel territorio e destagionalizzati nel corso dell’anno.

Bed and Breakfast “Ca’ Mincello” di Antoniucci Roberto La struttura consiste in un’antica casa colonica, ai piedi del comune di Peglio, sorta a ridosso di un antico convento, completamente restaurata, ammobiliata con mobili d'epoca, che affaccia sulla valle del Metauro e sulla sottostante città di Urbania. È situata a circa 500 metri slm e dista pochi chilometri da Urbino. Il costo del progetto ammonta a € 71.993,05 di cui il 40% è coperto dal contributo del DocUP, il finanziamento è avvenuto in regime di de minimis nei limiti del massimale contemplato per la tipologia B&B. Il Progetto è stato completato e rendicontato alla fine del 2004. Gli aspetti che hanno indotto a selezionare il progetto come significativo sono da rintracciare nel fatto che si tratta di un intervento già completato e realizzato secondo i parametri della bioarchitettura che sicuramente, sia in sé stesso che per la sua localizzazione, va a costituire, insieme all’intervento pubblico cui è agganciato, un fulcro di eccellenza per il turismo delle Marche. La tipologia del Bed and Breakfast, per le sue piccole dimensioni e il forte impatto relazionale, tra gestore e ospite, ben si attaglia a fungere da volano di quelle peculiarità turistiche, nascoste tra le quinte delle colline, che lo scenario del turismo marchigiano può offrire, garantendo il rispetto dell’ambiente e un indimenticabile spettacolo di cultura dell’accoglienza. Il progetto risulta pienamente adeguato ai parametri caratterizzanti la scheda di misura 3.1.2 c), in quanto è destinato alla valorizzazione del turismo dell’entroterra, implementando lo sviluppo del territorio con la creazione di attività ricettive private, agganciate alla realizzazione di una struttura di servizio al turismo realizzata da un ente pubblico locale: il progetto della Casa del Vicario. Quanto al contributo dell’intervento al raggiungimento degli obiettivi attesi, si sottolinea la valenza innovativa espressa maggiormente nella creazione di un circolo virtuoso di realizzazioni sia nell'ambito del "pubblico" che nel "privato", puntando su una formula di turismo di nicchia, che crei flussi diversificati nel territorio e destagionalizzati nel corso dell’anno.

3.3.5 Un nuovo approccio alla programmazione dal basso sperimentato per la riqualificazione della

rete dei servizi socio-assistenziali - Misura 3.3 In conformità con i contenuti e le finalità del piano di settore previsto dalla L.R. 328/2000, ossia del “Piano regionale per un sistema integrato di interventi e servizi sociali”68, la misura 3.3 si propone di favorire lo

68 Allegato alla deliberazione n. 306, 1 marzo 2000, che ha istituito 24 Ambiti territoriali.

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Ecosfera S.p.A. XXXI

sviluppo di servizi sociali capaci di attrarre investimenti produttivi, attraverso l’apertura di nuovi servizi residenziali e semiresidenziali per minori, persone disabili, anziani, la riqualificazione di strutture già esistenti e la riconversione per nuove tipologie o regimi assistenziali, la diversificazione e flessibilità dei servizi, il potenziamento dell’assistenza domiciliare per famiglie con persone non autosufficienti o per anziani che vivono da soli. Le azioni ammissibili a finanziamento possono riguardare sia interventi di recupero strutturale e funzionale di edifici (submisura 3.3.1), sia incentivi, sotto forma di contributi in c/capitale, per la nascita e il consolidamento di imprese sociali che operano nel campo dei servizi alla persona o di imprese che implementano attività produttive e di servizi, finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate (submisura 3.3.2). Ad oggi i progetti ammessi a finanziamento sono 51 per la 3.3.1 e 10 cooperative per la 3.3.2, di cui completati rispettivamente 6 e 5. Si tratta di interventi tra l’altro in grado di prevenire o contrastare il rischio di progressivo spopolamento delle aree in crisi ammissibili all’Obiettivo 2 e di creare nuove occasioni occupazionali per le fasce deboli, fornendo al tempo stesso un sostegno indiretto all’occupazione femminile attraverso la conciliazione della vita familiare con quella professionale. La volontà di realizzare queste iniziative nelle località delle aree obiettivo 2, che presentavano indici significativi di disagio sociale connesse al ridursi progressivo di residenti, ha trovato concreta attuazione in fase di valutazione delle proposte progettuali attraverso la previsione di uno specifico criterio di selezione. La misura si caratterizza per il suo carattere innovativo e sperimentale, in primo luogo per il settore oggetto degli interventi e le azioni ammissibili a finanziamento appaiono nel loro insieme particolarmente strategiche nel perseguimento delle finalità specifiche della misura così come degli obiettivi generali del DocUP Ob. 2 Marche. L’originalità si può cogliere anche per le procedure, che prevedono l’attivazione di processi di programmazione partecipata originali e atti a coinvolgere una pluralità di soggetti pubblici, economici e sociali. Il procedimento di seguito descritto può ritenersi a tutti gli effetti sperimentale per la preferenza accordata alla concertazione con gli Enti locali e finalizzata all’individuazione degli obiettivi di politica sociale e delle forme integrate di intervento da assumere nei diversi Ambiti territoriali, ossia assetti territoriali ottimali per la pianificazione sociale definita nel succitato piano di settore regionale. Il Comitato dei Sindaci dell’Ambito Territoriale rappresenta in questo contesto programmatico il soggetto di governo partecipato a livello distrettuale nonché la sede naturale della concertazione per la “selezione” delle priorità espresse dal territorio. Le relazioni con e tra gli Enti locali rispondono ai princìpi del decentramento e della sussidiarietà e sono fondamentali per l’attuazione della misura in esame dato che i servizi sociali sono a regia comunale. L’innovatività della procedura di concertazione con gli Ambiti territoriali produce effetti anche nel sistema di selezione per l’accesso ai benefici: infatti, nel bando è stata prevista l’attivazione, da parte dei Comitati dei Sindaci degli Ambiti, di tavoli di concertazione che consentono di individuare le priorità nel territorio, coerentemente al fabbisogno degli interventi di cui alla presente misura e le risorse finanziarie attivabili. Una volta selezionate le priorità locali, si procede alla preselezione delle domande da parte dell’Ente Capofila d’Ambito che prevede la verifica della sussistenza dei requisiti di ammissibilità elencati nel bando. Tale fase garantisce l’aderenza dei progetti alle priorità individuate in sede di concertazione e costituisce una fase cardine nel procedimento di selezione. Con la successiva trasmissione da parte dello stesso Ente alla Regione delle domande per le quali è stata quindi accertata la presenza dei requisiti di ammissibilità, ha inizio l’istruttoria ordinaria dei progetti a cura di una Commissione valutatrice. Il coinvolgimento dei soggetti pubblici operanti sul territorio e lo svolgimento delle attività di concertazione e preselezione degli interventi hanno determinato forti ritardi rispetto alla tempistica inizialmente prevista per l’avvio degli interventi, tempi ulteriormente dilatati da cambiamenti di tipo organizzativo interni alla Regione. Ma nonostante questi ritardi connessi senz’altro alla novità dello strumento, il nuovo approccio programmatico costituisce un esempio di best practice che potrà essere replicato in futuro sia nell’ambito della Regione stessa che in altri territori per l’implementazione di altre iniziative di sviluppo locale.

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Ecosfera S.p.A. XXXII

In effetti i risultati conseguiti appaiono soddisfacenti ed è stato riscontrato un notevole interesse per le modalità di programmazione e di selezione dei progetti adottate dalla misura in oggetto da parte degli Enti locali coinvolti. Le Amministrazioni locali hanno poi dimostrato una notevole maturità nell’accogliere favorevolmente la nuova pratica di concertazione e nel contribuire al buon esito delle attività, manifestando tra l’altro un generale apprezzamento per la possibilità offerta dalla procedura di far emergere i principali fabbisogni delle popolazioni residenti. Gli esiti della programmazione negoziata sono stati dunque positivi per tutti i soggetti interessati, Enti locali, Istituzioni di Pubblica Assistenza e Beneficenza (I.P.A.B.)69 e cooperative sociali, queste ultime in particolare hanno potuto trovare agevolmente accordi con i Comuni circa la concessione delle autorizzazioni necessarie allo svolgimento delle proprie attività. L’approccio programmatico ha inoltre garantito una ripartizione efficiente e razionale delle risorse tra i vari comuni componenti i diversi ambiti, grazie a valutazioni oggettive che hanno permesso di dare precedenza alle problematiche rivelatesi prioritarie e di tener conto delle caratteristiche socio-demografiche e territoriali per la scelta dei luoghi dove realizzare gli interventi. Gli interventi in esame si collocano in un sistema integrato di iniziative a scala territoriale; infatti, in linea con le finalità del Piano di settore è stato completato il rafforzamento della rete per i servizi socio-assistenziali su tutto il territorio regionale, attivando, accanto alle iniziative promosse dal DocUP, altre azioni rivolte ai territori fuori obiettivo attraverso l’implementazione della medesima procedura negoziale e la pubblicazione di due bandi, che non si sono differenziati in modo sostanziale da quelli del Programma cofinanziato con il FESR, se non per l’assenza di quei criteri territoriali legati alle condizioni di disagio tipiche delle aree obiettivo. Inoltre, gli interventi in oggetto possono essere collocati in un processo di sviluppo più ampio che ha come obiettivo l’accrescimento della qualità della vita delle popolazioni residenti e la riduzione della tendenza allo spopolamento, anche ma non solo attraverso il miglioramento del sistema dei servizi sociali. In questo senso va intesa la partecipazione di alcuni dei Comuni coinvolti, singolarmente o in forma associata, nei progetti attuativi della misura ad iniziative a valere su altre azioni del DocUP. La misura in esame, infatti, è strettamente correlata a tutte le misure dell’asse 3, mentre un’ulteriore integrazione si rileva con la misura 2.6, destinata alla razionalizzazione del sistema del trasporto pubblico nelle aree marginali. Dalle informazioni raccolte è dunque possibile affermare che il DocUP ha favorito lo sviluppo della collaborazione tra Comuni in una logica di sviluppo globale degli ambiti territoriali. Quanto alla priorità trasversale delle Pari Opportunità e dunque alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro e all’inserimento dei soggetti svantaggiati, occorre sottolineare che dalla misura in oggetto, più che da altre, ci si attendeva un contributo in tale direzione, proprio in ragione dei contenuti specifici delle iniziative finanziabili. In realtà, l’insoddisfacente risposta del mondo delle cooperative sociali rispetto alle previsioni avanzate in fase di programmazione ne ha condizionato negativamente i risultati, in particolare solo una cooperativa di tipo B destinata all’inserimento di soggetti svantaggiati, nello specifico di persone disabili. In ogni caso per gli esiti definitivi in termini di inserimento delle donne e dei soggetti svantaggiati occorrerà attendere ulteriori verifiche sui progetti ultimati. Se nel complesso l’esito della misura si può ritenere positivo, non sono mancate le criticità imputabili principalmente al nuovo strumento messo in campo per la programmazione negoziata che, come si è detto, ha determinato il protrarsi della concertazione sul territorio per l’individuazione delle priorità e delle iniziative ben oltre i tempi programmati, con un cospicuo ritardo nell’avvio dei lavori. Una riflessione va poi sviluppata in merito alla disponibilità delle risorse finanziarie, la cui adeguatezza in relazione al primo bando ha senz’altro favorito la convergenza degli interessi e un generalizzato accordo tra 69 Le IPAB sono nate nel 1890 con la legge Crispi e grazie a lasciti e fondi pubblici, nel corso di oltre cento anni questi istituti si sono impegnati sul fronte sociale sviluppando due attività principali: la gestione di strutture residenziali per anziani, minori e portatori di handicap e quella di strutture prescolari (asili e scuole per l’infanzia) e scolari. Con la Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali (legge 328/2000) è stata assegnata alle singole Regioni la competenza degli indirizzi e dei criteri di gestione degli istituti di assistenza.

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Ecosfera S.p.A. XXXIII

le parti, come dimostrato anche dall’assenza di ricorsi amministrativi a seguito della pubblicazione della graduatoria. Del resto la successiva approvazione del decreto per lo scorrimento delle graduatorie ha consentito di recuperare anche le domande ammissibili, ma in un primo momento non finanziate. Al riguardo la responsabile regionale ritiene che lo scorrimento delle graduatorie non abbia inciso sulla qualità dei progetti in quanto la concertazione e la scelta delle priorità hanno garantito a monte una rigorosa preselezione come evidenziato dagli scostamenti minimi nei punteggi, legati prevalentemente all’entità della spesa. Rispetto all’entità dei fondi, le prospettive future appaiono meno rosee da questo punto di vista in quanto le attese maturate sul territorio non potranno essere pienamente soddisfatte dal prossimo bando, poiché le risorse assegnate con la premialità sono piuttosto esigue e di molto inferiori a quelle ipotizzate in un primo momento. Quanto agli esiti attuativi, è la submisura 3.3.1 che ha fatto registrare le performance migliori: il numero di progetti cofinanziato è molto alto (51), il tasso di mortalità degli stessi attualmente è nullo e la capacità di assorbimento, compresa quella prevista per il prossimo triennio è elevata, proprio in ragione del fatto che il territorio ha manifestato un notevole interesse per questa linea di azione. Se la risposta da parte del territorio è stata infatti molto soddisfacente per quanto concerne gli operatori pubblici, al contrario è apparsa fortemente sovrastimato in fase di programmazione l’interesse delle cooperative sociali che hanno presentato poche domande, motivo per il quale portato alla non inclusione della submisura 3.3.2 nel bando di prossima pubblicazione; comunque non vi era stata segnalazione di interesse da parte delle cooperative, mentre i Comuni hanno premuto sin da subito per avere fondi al fine di completare e/o ampliare le opere. La carenza del numero di progetti presentati potrebbe essere addebitata a diversi fattori, in primo luogo nel settore socio-assistenziale la tipologia di interventi strutturali risponde maggiormente agli interessi e alle esigenze dei beneficiari pubblici; inoltre la proprietà delle strutture o la capacità di acquisirla è prevalentemente propria di questi ultimi. A quanto detto si aggiunge un tasso di contribuzione non si è rivelato particolarmente appetibile per le cooperative sociali; inoltre si rilevano difficoltà legate alla disponibilità delle strutture e una scarsa propensione delle Amministrazioni comunali a dare in gestione i servizi (atteggiamento dettato probabilmente anche dall’ordinamento nazionale e regionale che dà molto spazio alle I.P.A.B.); invece i privati appaiono maggiormente coinvolti quando le competenze richieste sono altamente specialistiche, come nel caso dei trattamenti rivolti ai soggetti diversamente abili. Ad ogni modo le cause dello scarso interesse non vanno ricercate nelle modalità di diffusione delle informazioni: sono stati infatti promossi degli incontri nell’ambito di tavoli territoriali sociali cui sono state invitate le cooperative, favorendo così il confronto pubblico – privato, anche in considerazione della complessità dei temi trattati. Nel seguito si riportano alcuni punti salienti dell’intervista somministrata ad un Ente locale beneficiario dei contributi ottenuti nell’ambito della misura esaminata. Il punto di vista degli attori coinvolti nel processo di gestione ed attuazione del Programma, in particolare dei Beneficiari Finali si ritiene particolarmente utile ai fini dell’analisi poiché permette di acquisire informazioni di tipo qualitativo fondamentali per l’analisi valutativa specialmente nei casi come quello in oggetto in cui si attivano procedure innovative che prevedevano la concertazione tra i diversi enti di governo territoriale competenti nel settore oggetto di intervento. Gli aspetti trattati nel corso dell’intervista possono essere sintetizzati a cinque ambiti tematici ritenuti di maggiore rilievo per l’analisi valutativa:

1. contenuti essenziali del progetto;

2. interazione con l’Amministrazione Regionale;

3. iter procedurale;

4. capacità dell’intervento di soddisfare gli obiettivi specifici della misura e impatto atteso sul territorio;

5. inserimento del progetto in un più ampio programma di sviluppo dell’area.

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Ecosfera S.p.A. XXXIV

Misura 3.3.1: Aiuti agli investimenti per la riqualificazione della rete dei servizi socio-assistenziali - Sostegno ad interventi strutturali.

Intervista al Comune di Cingoli, beneficiario finale per il progetto Casa di Riposo Foltrani Filati.

1. Contenuti essenziali del progetto. Si tratta di un intervento di recupero/ristrutturazione di una struttura esistente, un ex albergo già adibito a casa di riposo, la "Foltrani Filati", gestito in economia dal Comune, che ha appaltato all’esterno l’assistenza infermieristica, per l’esattezza ad una cooperativa sociale in cui operano prevalentemente donne. La struttura è in grado di ospitare 45 anziani in 21 camere. Il costo complessivo del progetto è di euro 201.893,73, con un contributo pari al 50% (96.599,16 €). La spesa dichiarata nella scheda di monitoraggio è più elevata, attestandosi sui 211.861,65 € ed al momento della pubblicazione del bando l’intervento era già in avanzato stato di realizzazione, in tal senso il DocUP ha sostenuto esigenze già individuate permettendo l’ampliamento ed il completamento del progetto.

2. Interazione con l’Amministrazione regionale. Nel complesso l’assistenza dall’Amministrazione regionale ricevuta è stata ritenuta molto soddisfacente, in particolare è stato positivamente segnalato l’inserimento nel bando del responsabile regionale del procedimento, figura che ha rappresentato un riferimento indispensabile per reperire prontamente chiarimenti e informazioni propedeutiche alla presentazione della domanda di contributo. A questi primi contatti con le strutture regionali ne sono seguiti di ulteriori, attraverso il servizio di Assistenza Tecnica e il sito web, attivati con la relativa misura del DocUP del a cura dell'Autorità di Gestione, per andare incontro alle esigenze informative e di supporto tecnico del territorio. Successivamente sono intercorse le ordinarie comunicazioni per il reperimento dei dati di monitoraggio; a queste si sono aggiunte ulteriori sollecitazioni per la presentazione della documentazione relativa ai pagamenti effettuati in ordine al raggiungimento degli obiettivi finanziari intermedi (riserva di premialità e disimpegno automatico). A tale riguardo il Comune ha potuto rispondere positivamente, in quanto il progetto era già stato attivato, aspetto che ha consentito di superare il ritardo registrato nel completamento del procedimento amministrativo e che molto probabilmente potrebbe aver pesato sulla capacità delle iniziative “nate” con il DocUP di concorrere positivamente agli obiettivi di spesa.

3. Iter procedurale. L’individuazione delle priorità territoriali in ordine al fabbisogno degli interventi di cui alla presente misura è avvenuta avvalendosi di procedure concertative attivate dai Comitati dei Sindaci degli Ambiti Territoriali, così come previsti dal Piano regionale, attraverso tavoli di concertazione con i soggetti interessati. Il sistema attivato è stato molto apprezzato dalle Amministrazioni locali coinvolte per il positivo confronto che ne è scaturito e per la capacità effettiva della concertazione di far emergere i reali fabbisogni di servizi socioassistenziali delle popolazioni residenti, che riguardano in primo luogo proprio una maggiore assistenza agli anziani, in ragione della forte presenza in queste aree di persone di età superiore ai 65 anni. Inoltre è stata colta pienamente la portata del cambiamento rispetto al precedente approccio programmatico che calava dall’alto priorità e azioni, al quale si è sostituito il rafforzamento del ruolo degli Enti locali nel guidare il processo di sviluppo dei sistemi territoriali su cui hanno competenza. Nel suo insieme la procedura adottata può ritenersi sufficientemente “fluida” e l’utilizzo di uno strumento “sperimentale”, qual è il Comitato dei Sindaci, non ha presentato difficoltà né ha determinato appesantimenti e rallentamenti rispetto alla tempistica stabilita dal bando. Quanto al ritardo dell’iter attuativo della misura, secondo il Comune sarebbe probabilmente ascrivibile all’avvicendamento dei responsabili regionali.

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4. Capacità dell’intervento di soddisfare gli obiettivi specifici della misura e impatto atteso sul territorio. È possibile esprimere una valutazione positiva sulla capacità dell’intervento di contribuire al raggiungimento degli obiettivi specifici e globali di misura; con riferimento all’occupazione generata dall’intervento, sono state effettuate due nuove assunzioni.

5. Inserimento del progetto in un più ampio programma di sviluppo dell’area. L’intervento rientra in un programma di sviluppo dei servizi socioassistenziali nell’area (che vede la realizzazione di un asilo nel comune di Apiro), a sua volta inserito in un processo più ampio di sviluppo dell’area volto ad accrescere la qualità della vita delle popolazioni residenti e contrastarne i flussi migratori, principalmente attraverso una maggiore disponibilità e qualità di servizi pubblici. Sono poi molteplici le iniziative attivate avviate dal Comune di Cingoli, alcune delle quali cofinanziate dal DocUP Ob. 2 2000-2006, promovendo in tal modo un percorso di sviluppo articolato e integrato per il proprio territorio. Ad esempio ha ricevuto contributi per l’implementazione di un sistema di trasporto a chiamata e di una fermata attrezzata nell’ambito della misura 2.6, mentre come membro della Comunità Montana del San Vicino il Comune partecipa alla creazione dello Sportello Unico Territoriale finanziato dalla misura 3.4 “Sviluppo della Società dell’Informazione a livello locale”. Può essere in tal senso interessante evidenziare quelli che a detta del Beneficiario sono stati gli aspetti positivi e le problematiche specifiche registrate dal punto di vista della gestione dei progetti, soprattutto per ciò che attiene agli aspetti di natura procedurale. Rispetto agli interventi concernenti il rafforzamento del sistema di trasporto locale, è stata in primo luogo sottolineata dagli interlocutori comunali una maggiore velocità del procedimento, anche grazie all’esperienza maturata nella precedente programmazione. I progetti realizzati nella scorsa programmazione hanno costituito in qualche misura un positivo riferimento, anche in termini progettuali, per quei comuni che, come Cingoli70, hanno optato per il trasporto a chiamata nel ciclo attuale di Fondi strutturali. Sempre con riguardo alla misura 2.6, la maggiore complessità dei bandi e degli adempimenti e la necessità di ricevere chiarimenti sulla normativa di riferimento e sull’ammissibilità delle spese, hanno comportato la necessità di più frequenti contatti con la Regione ed in particolare con l’Unità di Assistenza Tecnica, che ha poi inserito tali informazioni anche sul sito web. La misura 3.4 è stata avviata con un certo ritardo, circostanza che si lega indubbiamente ai tempi lunghi di preparazione di progetti complessi, all’interno dei quali i singoli ambiti di intervento ricevono finanziamenti provenienti da diverse fonti; al riguardo ha ricevuto una valutazione positiva l’assistenza attivata dalla Regione a favore dei piccoli Comuni e finalizzata all’ideazione e all’avvio di programmi integrati nell’ambito dello sviluppo della Società dell’Informazione.

Le informazioni complessivamente raccolte nel corso dell’analisi permettono a questo punto di esprimere alcune brevi considerazioni di sintesi in relazione ai diversi ambiti di riflessione toccati. In primo luogo il grande interesse suscitato dalle iniziative esaminate, consente di affermare che il DocUP si è rilevato efficace dal punto di vista delle scelte programmatiche, poiché ha saputo cogliere le istanze presenti sul territorio, che evidentemente facevano riferimento ad esigenze reali dell’area Obiettivo 2 e coerente con gli obiettivi propri della programmazione regionale nel settore dei servizi socioassistenziali. È emerso poi da parte dei beneficiari finali un giudizio positivo in ordine alla qualità dell’interazione dei Soggetti beneficiari con l’Amministrazione regionale, grazie al un continuo scambio di pareri ed informazioni e - dal momento in cui è divenuto operativo sul territorio – anche con il Servizio di Assistenza Tecnica. Quanto alle procedure di attuazione individuate, non sono stati segnalati particolari nodi, anzi vi è stato un generale apprezzamento per la centralità assunta dal processo di concertazione sul territorio in funzione della definizione delle priorità locali e per la preselezione degli interventi. Qualche nota negativa è stata espressa solo in merito agli adempimenti di natura burocratica; in particolare, sono apparse particolarmente onerose e complesse le richieste di schede e di informazioni connesse alle esigenze di monitoraggio, nonché gli adempimenti correlati alla rendicontazione, sebbene vada aggiunto che si tratta di procedure previste dalla normativa sui Fondi Strutturali cui comunque i beneficiari finali sono soggetti; al riguardo si sottolinea che

70 In particolare è stata segnalata la positiva esperienza del comune di Fano.

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l'AdG, già a partire dai primi mesi del 2005, si sta impegnando sul fronte della semplificazione delle procedure, sia interne che esterne all'Amministrazione regionale. Le due iniziative appaiono in grado di contribuire in modo significativo al processo di sviluppo sostenuto dal DocUP, sia attraverso il raggiungimento degli obiettivi specifici di misura, sia generando effetti positivi in relazione alle finalità di livello più elevato individuate dal Programma. Infine, le iniziative analizzate sono inserite in modo coerente e sinergico nella programmazione regionale, che prevede la possibilità di attivare ulteriori strumenti finanziari con i quali le azioni DocUP possono agire in modo pienamente sinergico. 3.3.6 L’integrazione delle iniziative di operatori pubblici e privati per la promozione di uno sviluppo

sostenibile: attività commerciali e artigianali e sistemazione dell’arredo urbano nei centri storici - Misura 3.5

La misura 3.5 è volta alla rivitalizzazione e alla valorizzazione dei centri storici attraverso interventi di miglioramento dell'arredo urbano e di riqualificazione delle attività commerciali al dettaglio e delle attività di artigianato artistico e tradizionale, lo sviluppo e, a seguito della riprogrammazione della misura con la revisione di metà periodo, l’incentivazione di attività commerciali definite “Centri Commerciali Naturali”, nei quali sia riconosciuta la presenza di considerevoli valori socio-culturali, storici, architettonici ed ambientali. La misura si articola in due submisure:

1) Aiuti agli investimenti materiali e immateriali delle PMI del commercio e dell’artigianato artistico e tradizionale, rivolta alla ristrutturazione, l’ammodernamento e la manutenzione straordinaria dei locali destinati alla vendita e/o dei locali destinati ad attività di artigianato artistico e tradizionale, nonché all’acquisizione delle attrezzature volte a favorire la riqualificazione delle imprese.

2) Sostegno agli enti locali per la valorizzazione dei centri storici e la promozione dei prodotti tipici locali, attraverso la realizzazione di azioni coordinate, con particolare riferimento alle azioni di marketing, allo sviluppo del commercio elettronico ed al miglioramento dell'arredo urbano.

Il carattere innovativo della misura va ricercato sia nell’approccio sostenibile allo sviluppo locale con la valorizzazione delle risorse proprie del territorio tenendo conto delle esigenze locali, che soprattutto nell’integrazione delle iniziative promosse dagli operatori pubblici e da quelli privati, attraverso la realizzazione di progetti integrati, qualificando come tali gli interventi realizzati nelle aree dei centri storici individuate dai Comuni con Delibera di Giunta, che prevedono il coinvolgimento di PMI del commercio, artigianato e servizi. Le submisure sono infatti strettamente correlate ai fini della realizzazione di progetti integrati nelle aree selezionate, un obiettivo favorito attraverso un forte coinvolgimento dei Comuni, ai quali è riconosciuto il ruolo cardine di promotore e coordinatore di tutte le iniziative nonché la gestione della rendicontazione finale del progetto integrati. Il carattere integrato delle iniziative è indicato chiaramente nel Complemento, il quale prevede che gli interventi della submisura 1 potranno essere attuati anche attraverso gli Enti Locali con l’individuazione dei destinatari mediante bando, mentre nel caso delle operazioni a regia regionale (submisura 2) si procede all’identificazione del beneficiario con bando pubblico regionale, previa individuazione da parte degli stessi Comuni della/e porzione/i di centro storico in cui dovranno essere realizzati sia interventi pubblici che privati. Coerentemente con l’obiettivo specifico di misura, ossia di «favorire il mantenimento ed il rafforzamento del tessuto socio-economico nelle aree interne marginali a rischio di spopolamento e migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle popolazioni rurali», sarà data priorità agli interventi concentrati nelle aree che presentano indici significativi di disagio sociale sia in termini demografici che socio-economici. Come altre

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iniziative dell’asse 3, si intende infatti favorire il superamento dello stato di abbandono che caratterizza le aree interne, con effetti positivi per la residenzialità, per l’attrazione di flussi turistici e per la creazione di nuove opportunità occupazionali. In ragione delle finalità della misura occorre aggiungere che per entrambe le tipologie di intervento, i progetti sono stati individuati secondo una logica di coerenza sia con l’arredo urbano, da questo punto di vista la qualità dei progetti di riqualificazione è stata assicurata anche grazie al contributo di esperti del settore edile incaricati dalla Regione; sia rispetto ai bisogni essenziali degli abitanti di comuni poco popolosi, dove i pochi e insufficienti negozi soffrono enormemente la concorrenza dei grandi centri commerciali situati nelle zone a valle, il che procura un forte disagio per le popolazioni locali; è questa una problematica su cui aveva tra l’altro posto l’accento la stessa Commissione Europea nel corso della riunione tecnica del CdS dello scorso giugno. Per far fronte a tale situazione è stata assegnata priorità alla nascita di centri polifunzionali (previsti dalla L.R. n. 26/99); in tal senso si è diffusa un’idea originale e a nostro avviso interessante: quella di sviluppare l’offerta intorno al forno, l’unica attività che non manca mai, anche nei paesi più piccoli, allargando l’offerta ad altri prodotti essenziali e tipici della zona; tra i diversi casi di successo di questa iniziativa si segnala il caso del comune di Smerillo (AP) sui Monti Sibillini con 430 abitanti, dove non vi erano più negozi71. Laddove si persegue la volontà di accrescere l’attrattività dei luoghi anche in chiave turistica, hanno trovato maggiore diffusione le attività di ristoro, anche all’interno di appositi spazi messi a disposizione dai Comuni. Il progetto “Le loggette” nel comune di Offida (AP) destina risorse ad attività commerciali locali storici di proprietà comunale, che vengono adibiti a diverse attività incentivate attraverso dei bonus alla cui base c’è un accordo tra gli esercenti e l’Amministrazione comunale e che permettono agli acquirenti un risparmio sul costo di alcuni servizi comunali (ad esempio la tassa sulla nettezza urbana). Quanto all’integrazione tra l’azione pubblica e quella di privati, l’esperienza del primo triennio d programmazione si è rivelata molto positiva e per tale ragione si è scelto di rafforzare queste sinergie, accrescendo nell’ambito dei c.d. Centri Commerciali Naturali, individuati in fase di riprogrammazione di metà periodo, il ruolo svolto dagli Enti locali. Difatti questi Centri si distinguono dai primi interventi promossi dalla misura 3.5 per un maggiore coinvolgimento dei Comuni e per la possibilità di avvalersi dei locali comunali. L’integrazione tra i progetti presentati dai Comuni e dai privati è sempre stato un requisito imprescindibile e con la revisione di metà percorso e in ossequio ai principi di decentramento e di sussidiarietà, si individua nel Comune l'ente promotore e coordinatore di tutte le iniziative, nonché delle attività di rendicontazione finale. In tal modo si è implementato per la misura in oggetto, l’approccio già sperimentato con successo nell’ambito della submisura 3.1.2 lett. c) e descritto nella parte ad essa dedicata del presente approfondimento. In realtà al di fuori del DocUP, la Regione aveva pubblicato nel 2004 un bando per una prima sperimentazione dei Centri Naturali Commerciali nelle aree fuori obiettivo, riscuotendo un notevole successo, di qui la scelta di procedere nella medesima direzione anche con le risorse del DocUP. L’attenzione e il gradimento da parte del territorio è stata altissima, soprattutto è stata colta l’opportunità di riqualificare i centri urbani di comuni che presentano un particolare disagio e che non dispongono di tutte le risorse necessarie per farvi fronte. Di recente è stato chiuso il bando relativo ai Centri Naturali Commerciali, che verrà finanziato con le risorse della premialità di cui la misura ha potuto beneficiare in ragione delle buone performance attuative evidenziate nel I triennio. Le uniche difficoltà segnalate non si sono verificate nelle fasi di integrazione e di concertazione locale, ma hanno riguardato piuttosto gli aspetti finanziari, in quanto la legge regionale prevedeva l’anticipo dell’intero costo dell’opera a carico delle Amministrazioni comunali, il che ha comportato non poche difficoltà soprattutto per i Comuni di piccole dimensioni. Al fine di rimuovere queste problematiche con il nuovo bando si è inteso erogare i finanziamenti con riferimento allo stato di avanzamento dei lavori.

71 I progetti richiamati sono stati segnalati quali esperienze di successo dal Dirigente del Servizio regionale responsabile dell’attuazione della misura 3.5.

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Quanto agli interventi di promozione sul territorio, è stato evidenziato un loro potenziamento nel secondo periodo, anche in considerazione del maggior peso che via via ha assunto la concertazione locale. Di recente sono stati effettuati incontri a livello provinciale con i rappresentanti degli Enti locali e altri con le associazioni di categoria dei commercianti, mentre a livello locale si è intensificata l’attività di promozione da parte dei Comuni. Importante poi è anche la divulgazione dei risultati e la promozione dei siti oggetto di intervento e dei prodotti tipici (ad esempio la “mela rosa”) attraverso la rete con effetti positivi anche in termini turistici. In sintesi anche nel caso dell’esperienza della presente misura valgono considerazioni molto simili a quelle espresse in relazione alle altre tipologie di intervento esaminate nel presente approfondimento; soprattutto in relazione alla maturità di un territorio che ha saputo avvalersi dell’opportunità di perseguire un percorso di sviluppo compatibile con le proprie risorse e in grado di contrastare le problematiche specifiche delle aree marginali e interne, in primo luogo il grave fenomeno dello spopolamento, riuscendo altresì ad implementare modalità di concertazione a livello locale finalizzata, in particolare nel caso in esame, a promuovere un’integrazione concreta degli interventi pubblici e privati per innalzare la qualità della vita dei residenti e/o accrescere l’attrattività anche in chiave turistica dei luoghi oggetto di intervento. A fronte di un indiscusso successo della misura 3.5, si intende tuttavia rendere qualche indicazione utile a migliorarne ulteriormente l’efficacia. In primo luogo, pur riconoscendo che gli interventi finanziati sono complementari e sinergici rispetto ad altre iniziative per lo sviluppo locale, principalmente quelle programmate nell’asse III, è anche vero che si tratta di una integrazione per lo più formale e legata alla coerenza della strategia del DocUP. In futuro si può considerare la possibilità di inserire anche questi progetti all’interno delle ARSTEL, così come è stato fatto per gli altri interventi esaminati nel presente approfondimento, per attivarle in un vero e proprio sistema integrato di iniziative a scala territoriale, in cui la misura in esame potrà assumere una valenza strategica di rilievo. Legato alle considerazioni di cui sopra, è il suggerimento del dirigente del Servizio regionale responsabile della misura 3.5, da noi pienamente condiviso, di ricercare una maggiore integrazione con iniziative rivolte alla promozione turistica dei paesi oggetto dell’intervento, al fine di completare l’azione di riqualificazione e valorizzazione, ad esempio prevedendone l’inserimento nei sistemi “museo diffuso” previsti dalla misura 3.2 e rivolti proprio alla valorizzazione dei centri storici minori e del patrimonio naturale e storico diffuso. 3.3.8 Prime considerazioni sulle ARSTEL quale strumento in grado di sistematizzare e ampliare la

portata dell’approccio integrato e della programmazione negoziata sperimentato a livello di singola misura

Con la revisione di metà periodo del Programma, si è inteso rafforzare il processo di integrazione degli interventi realizzati dalle misure del DocUP, attraverso l’implementazione delle Agende Regionali Strategiche di Sviluppo Territoriale Locale (ARSTEL), il “nuovo strumento operativo” previsto dalla programmazione regionale per favorire la progettazione territoriale integrata in un determinato contesto territoriale e potenziare le politiche regionali per lo sviluppo locale, in termini di sviluppo sostenibile e di valorizzazione delle risorse tecniche, umane e ambientali nelle aree regionali marchigiane dell’Obiettivo 2. Con l’invito della Regione attraverso una procedura di evidenza pubblica, hanno avuto avvio le procedure di attuazione delle ARSTEL; nei termini prescritti le quattro Province72 hanno presentato le proprie proposte, successivamente selezionate da una Commissione regionale di valutazione appositamente nominata dalla Direzione del Dipartimento Programmazione e Bilancio73.

72 Si fa presente che al momento dell’avvio dell’iter non era ancora stata istituita la Provincia di Fermo. 73 La valutazione delle proposte progettuali è condotta su due diversi livelli: (i) valutazione di ammissibilità dei singoli progetti che compongono l’ARSTEL sulla base dei criteri definiti dalle schede di misura/Sub-misura del CdP; (ii) valutazione di

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Con la sola eccezione di Ascoli Piceno, tra la Regione e ciascuna Provincia è stata stipulata una Convenzione per l’attuazione della ARSTEL ammessa alle risorse del DocUP, con la quale vengono definite le modalità di gestione finanziaria, tecnica e amministrativa delle ARSTEL, e si dettaglia il sistema delle responsabilità, i ruoli ed i compiti affidati ai soggetti coinvolti nel processo di programmazione, attuazione, monitoraggio e valutazione del progetto integrato. Le proposte di progettazione integrata dovevano soddisfare alcuni requisiti, quali:

essere localizzate in un ambito territoriale circoscritto e interamente compreso all’interno delle aree ammissibili del DocUP;

essere definite mediante un percorso programmatorio negoziato, condotto dalle Province con le istituzioni locali anche mediante la convocazione e lo svolgimento della Conferenza provinciale delle Autonomie (art.3 della legge regionale 46/92);

evidenziare chiaramente la corrispondenza tra obiettivi generali e operativi da perseguire e gli obiettivi e la strategia del DocUP;

perseguire obiettivi di miglioramento ambientale e occupazionale e di rispetto delle pari opportunità;

prevedere la realizzazione di progetti infrastrutturali (materiali e immateriali);

riportare i singoli progetti che compongono l’ARSTEL secondo un ordine di priorità definito dall’Amministrazione provinciale sulla base degli obiettivi e delle strategie adottate a livello locale.

Tra i requisiti richiesti, appare particolarmente rilevante il ruolo assegnato alle Province nel processo di definizione, selezione e attuazione delle ARSTEL, che risponde all’obiettivo della programmazione regionale di dare ulteriore impulso alla concreta applicazione del principio di sussidiarietà. In particolare si pone l’accento sulla processo di negoziazione con le altre istituzioni locali per l’individuazione, la formulazione ed il reperimento dei singoli progetti infrastrutturali da inserire nelle proposte progettuali integrate, processo da attuare almeno attraverso la convocazione della Conferenza provinciale delle Autonomie. La Regione mantiene, invece, gran parte delle responsabilità gestionali e attuative relativamente ai singoli interventi che costituiscono le Agende per la progettazione integrata74.

ammissibilità complessiva dell’ARSTEL tenendo conto dei criteri specificati nell’atto regionale che invita le Province a presentare le proposte. 74 Relativamente ai singoli interventi finanziati nell’ambito delle ARSTEL vengono adottate le procedure di attuazione ordinarie – assegnazione e gestione delle risorse finanziarie, verifiche e controlli di primo e di secondo livello, rendicontazione della spesa effettivamente sostenuta dai beneficiari finali, monitoraggio finanziario, fisico e procedurale, valutazione degli interventi, ecc. – previste dalle Misure/Sub-misure del DocUP.

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Ecosfera S.p.A. XL

ARSTEL - Distribuzione risorse per misura

26%

16%

5%4%12%

37%

1.4.2 2.7 3.1.2.C 3.2.1 3.2.2 3.3.1

ARSTEL - Distribuzione risorse per provincia

37%

24%

24%

15%

Macerata AnconaPesaro e Urbino Ascoli Piceno

Sono stati poi emessi i decreti di concessione per tutti i 34 progetti presentati cui è stata riconosciuta piena copertura finanziaria (€ 5.221.300,44); nei grafici successivi viene riportata la suddivisione delle risorse tra le misure ammesse ai contributi stanziati per le ARSTEL e tra le quattro province.

Come si desume dalla rappresentazione grafica tutte le misure selezionate hanno ricevuto risorse, le quali sono state assegnate principalmente alle misure 3.3.1 (servizi socio-assistenziali) e 1.4.2 (aree produttive), seguono la 2.7 (rinnovamento e miglioramento dei villaggi e tutela del patrimonio rurale) e la 3.2.2 (sistemi musei diffusi, ovvero progetti integrati in base a tematismi), mentre somme di minore entità sono state destinate alle submisure 3.1.2c) (recupero di borghi ai fini dell’attività turistico-ricettiva) e 3.2.1 (sistemi musei diffusi, ovvero progetti integrati su scala territoriale). Quanto alla ripartizione territoriale, oltre il 95% dei fondi verrà destinato alle aree obiettivo 2, mentre a livello provinciale, la provincia di Macerata ha ricevuto oltre il 37% delle risorse per il finanziamento di 7 progetti; per numero di interventi si è distinta, invece, la Provincia di Pesaro e Urbino, con 18 progetti. Sulla base del cronogramma elaborato dalla Regione, la maggior parte degli interventi viene avviata nell’ultimo trimestre del 2005 e il primo trimestre dell’anno successivo; inoltre già nel 2006 è prevista l’ultimazione di un numero significativo dei progetti. Dal confronto con i rappresentati delle istituzioni territoriali e delle parti economiche e sociali è emerso che l’attuazione delle ARSTEL, pur in una fase embrionale, mostrava dei potenziali margini di miglioramento afferenti:

il livello della concertazione, inizialmente limitato al confronto tra Regione e Province, da cui restavano esclusi tutti gli altri soggetti interessati;

l’ambito territoriale prescelto, spesso coincidente con l’intera provincia, e probabilmente troppo ampio e disomogeneo rispetto all’idea iniziale che prevedeva la definizione di aree subprovinciali contraddistinte da caratteristiche e fabbisogni comuni, che non possono ritrovarsi in una ripartizione meramente amministrativa;

la capacità di valorizzare le positive esperienze condotte nel primo triennio nell’ambito della progettazione integrata territoriale promossa dalle ARSTEL.

Nel seguito del paragrafo si riportano le riflessioni emerse dal confronto con i responsabili regionali delle misure esaminate; opinioni talvolta divergenti, anche perché dettate dalla diversità delle esperienze e dei contesti territoriali di riferimento oltre che dalle peculiarità delle misure interessate. Detto ciò si ritiene che sia gli atteggiamenti più positivi che i timori espressi possano essere utili per sviluppare le prime considerazioni sull’avvio di questi nuovi strumenti. Riguardo alla submisura 3.1.2 c), sebbene questa abbia finanziato all’interno delle ARSTEL solo due progetti nelle province di Ancona e Pesaro e Urbino, è stato evidenziato un arricchimento rispetto all’attuazione ordinario degli interventi reso possibile soprattutto dalla positiva concertazione negoziata tra tutti i livelli dell’amministrazioni (Regione, Province e Comuni), che ha consentito di smentire, almeno in questo caso, i timori ravvisati da alcuni rappresentanti delle autonomie locali rispetto alla fase di avvio del procedimento, alla quale non aveva partecipato il sistema degli Enti locali.

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Ecosfera S.p.A. XLI

Le attività negoziali appaiono molto produttive, in particolare si ravvisa una certa maturità da parte dei soggetti coinvolti che hanno dimostrato di saper mettere da parte la tradizionale competizione esistente tra i diversi livelli e saper indirizzare i propri sforzi verso obiettivi comuni di sviluppo. I vantaggi percepiti dagli operatori regionali sono principalmente legati alle opportunità di collaborazione tra i diversi Servizi, la cui efficacia è accresciuta dall’individuazione di strumenti e modalità condivise e omogenee per la valutazione dei progetti, l’istruttoria delle pratiche con ricadute positive in termini di semplificazione procedurale ed evidenti vantaggi per il perseguimento secondo un approccio coerente delle finalità programmatiche. Nel caso specifico della submisura 3.1.2 c), il maggior limite che si può riscontrare nella sperimentazione delle ARSTEL attiene l’esclusione della componente privata dai progetti di riqualificazione e valorizzazione in chiave turistica dei borghi in disuso, in quanto si è ritenuto che il partenariato pubblico-privato avrebbe reso ancora più complesse le procedure attuative. I progetti ammessi finanziati con risorse ARSTEL nell’ambito della submisura 3.3.1 sono 16, da realizzare nelle province di Ascoli Piceno, Macerata e Pesaro e Urbino. In relazione a questa iniziativa sono stati espressi molti timori e perplessità, in primo luogo sulla qualità dell’integrazione in relazione ad un potenziale rischio di incorrere in una mera somma di interventi; un timore in parte avvalorato anche dalla preferenza accordata ai progetti conclusi, una scelta che privilegia l’obiettivo di spesa e del resto inevitabile per l’avvio dello strumento delle ARSTEL solo nella fase conclusiva della programmazione, senza dunque avere molto tempo a disposizione per sviluppare il progetto integrato nelle diverse fasi previste. Assumendo l’esistenza di questo limite che condiziona questa prima sperimentazione delle ARSTEL, d’altra parte occorre investire molto per creare un’integrazione ex post, più difficile da perseguire e che richiede un forte coinvolgimento degli operatori pubblici e privati che operano sul territorio e un’opera altrettanto incisiva in termini di promozione e di diffusione delle informazioni presso le popolazioni interessate. Per le procedure si è giunti ad un accordo che ha portato ad un unico decreto per tutti i servizi coinvolti, sulla base di un confronto che ha interessato Comuni, Provincia e Servizio Programmazione e Bilancio, mentre è stato previsto un parere meramente formale degli ambiti territoriali rispetto ai progetti inseriti nell’Agenda. Il minor peso assunto nell’ambito delle ARSTEL dagli Ambiti, pone dei limiti alla qualità della coerenza, al punto che in qualche caso si ravvisa il rischio che questo aspetto possa essere assicurato principalmente dall’aspetto territoriale, peraltro spesso coincidente con una definizione dell’area di tipo puramente amministrativo (l’area provinciale), sebbene vada aggiunto che vi sono state Amministrazioni, come Ancona e Ascoli Piceno, che hanno saputo individuare aree più circoscritte su cui attivare gli interventi. Rispetto all’attuazione ordinaria delle misure, si aggiunge la presenza di un nuovo soggetto, la Provincia, il cui apporto in termini di programmazione, concertazione e attuazione non è ancora pienamente valutabile in questa prima fase. Le Amministrazioni provinciali erano tenute a promuovere una concertazione a livello locale, assicurando, quanto meno, la riunione della Conferenza provinciale delle autonomie; quanto ai risultati sono stati ovviamente diversi e fortemente dipendenti dalla compatibilità degli interessi di cui erano portatori gli Enti locali. Nel caso della misura in esame entra in gioco un problema di competenza e di ruoli e, nello specifico, tra le Amministrazioni provinciali e gli Ambiti territoriali; questi ultimi sono, infatti, organismi di recente istituzione e più vicini ai Comuni che non alle Province, il cui riconoscimento, quali interlocutori nelle attività negoziali, non è ancora pienamente maturato. È probabile che nel tempo si riuscirà a valorizzare al meglio la capacità degli Ambiti di esprimere un percorso di sviluppo condiviso, integrato e soprattutto coerente rispetto ai fabbisogni ed alle potenzialità di sistemi territoriali subprovinciali caratterizzati da una certa omogeneità, in linea con l’idea stessa che ha originato le Agende. Da rafforzare in futuro è, invece, il coinvolgimento delle parti sociali, apparso piuttosto carente; con esse non è stato previsto l’obbligo del confronto, dando per assunta l’esistenza a monte di una concertazione in realtà solo possibile, in quanto i progetti venivano selezionati nell’ambito della programmazione locale.

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3.4 L’AMBIENTE COME PRIORITÀ TRASVERSALE Il concetto di sviluppo sostenibile è inserito nei principi costituzionali dell’Unione Europea ed è ritenuto un valore prioritario e trasversale ai diversi settori economici75; esso si fonda su tre pilastri: uno sviluppo economico equo e bilanciato, alti livelli di occupazione, integrazione e coesione sociale ed un alto livello di protezione ambientale ed uso responsabile delle risorse naturali. I primi due pilastri delle politiche europee per lo sviluppo sostenibile, lo sviluppo economico e l’integrazione e coesione sociale, sono stati affrontati in occasione del Consiglio di Lisbona (23 e 24 marzo 2000), che ha tracciato l’ambizioso obiettivo strategico per l’economia europea: “Diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo”. La tematica ambientale, invece, è stata affrontata dal Sesto Piano d'Azione Ambientale “Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta” che mira sostanzialmente a contrastare il cambiamento climatico, proteggere la natura, la flora e la fauna, affrontare i legami tra ambiente e salute, preservare le risorse naturali e migliorare la gestione dei rifiuti. La strategia segue cinque direttrici prioritarie di intervento che attengono il miglioramento nell'applicazione della legislazione vigente, l’integrazione delle tematiche ambientali nelle altre politiche, la collaborazione con il mercato, il coinvolgimento dei singoli cittadini, cercando di modificarne il comportamento e l’attenzione alla tematica ambientale nelle decisioni in materia di assetto e gestione territoriale. Tale piano, dunque, attribuisce particolare importanza al principio della responsabilità comune prevedendo una maggiore sensibilizzazione dei cittadini nei confronti della tematica ambientale e sottolinea la necessità di un impegno e di azioni concrete a tutti i livelli di governo, con particolare riguardo al governo regionale, considerato come livello ottimale per l’elaborazione e l’attuazione delle politiche per lo sviluppo sostenibile. La strategia per lo sviluppo sostenibile adottata a Göteborg, “A sustainable Europe in a better world: A European Strategy for Sustainable Development” rappresenta lo strumento per il coordinamento delle politiche di sviluppo sostenibile sotto il profilo economico, sociale ed ecologico nel lungo termine. Essa ha previsto misure volte ad affrontare le problematiche legate a quattro settori prioritari quali i cambiamenti climatici, i trasporti, la sanità pubblica e le risorse naturali e ha ribadito l’importanza dell’integrazione degli aspetti ambientali nelle politiche comunitarie. I criteri fondamentali alla base della politica di sostenibilità sono: la progressiva dematerializzazione del sistema economico, cioè la riduzione delle quantità di risorse naturali, rinnovabili e non rinnovabili, utilizzate per alimentare l’apparato produttivo e i modelli di consumo attuale; la diminuzione del rischi connessi a specifiche forme di inquinamento o degrado ambientale superando la logica dell'emergenza e riportando la preoccupazione ambientale già nell’ambito delle scelte strategiche nelle prime fasi della programmazione e la partecipazione consapevole di tutti gli attori coinvolti nella programmazione e nell’attuazione dei processi in corso. La promozione dello sviluppo sostenibile ha assunto poi una dimensione internazionale con l’adozione, nel febbraio 2002, da parte della Commissione Europea, di un secondo documento “Towards a global partnership for Sustainable Development”. Questo documento ha dato un contributo importante al Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile organizzato nell’autunno del 2002 a Johannesburg, dove si è fatto il punto sui progressi compiuti dalla Conferenza di Rio del 1992; in tale occasione sono state promosse azioni concrete per lo sradicamento della povertà, il cambiamento dei consumi e dei modelli di produzione, la protezione dell’ambiente ed una gestione sostenibile delle risorse naturali. Recentemente il Consiglio europeo del 16 e 17 giugno 2005 ha ribadito l’importanza dello sviluppo sostenibile quale obiettivo chiave per tutte le politiche della Comunità Europea. In linea con gli indirizzi e le azioni dell’Unione Europea, l’Italia ha adottato nell’agosto del 2002 la “Strategia di azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia”76. Il documento riprende le stesse tematiche prioritarie indicate nel Sesto Programma d’Azione Ambientale comunitario e individua strumenti di intervento in linea con quelli comunitari. La strategia nazionale prevede inoltre che tali obiettivi e azioni trovino continuità nel sistema delle Regioni, delle Province autonome e degli Enti locali alla luce del

75 ”L’Unione si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente”. 76 Delibera CIPE n. 57/2002

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principio di sussidiarietà, attraverso la predisposizione di strategie di sostenibilità77. Al tal fine è stato istituito, presso la Conferenza Stato-Regioni, un Tavolo tecnico permanente, presieduto dal Ministero dell’Ambiente, che ha previsto, tra i suoi principali obiettivi, l’approvazione, entro il 2005, di una Strategia di Sviluppo Sostenibile da parte di ciascuna Regione. 3.4.1 Obiettivi e struttura dell’analisi La regione Marche, in occasione degli incontri con il territorio e con i responsabili regionali dell’attuazione, ha mostrato un forte interesse per la tematica ambientale quale fattore chiave per il perseguimento di un processo di sviluppo sostenibile, sia nell’attuale ciclo di programmazione che nella nuova politica di coesione. La nuova valenza assunta dalla tematica ambientale ha favorito l’introduzione della logica di integrazione, ai fini della promozione dello sviluppo sostenibile, in contrapposizione alla logica che considerava lo sviluppo economico come fattore di impatto ambientale e la tutela dell’ambiente come mezzo per far fronte ai danni provocati, promuovendo quest’ultima da “vincolo” alla crescita economica a fattore di competitività e sviluppo. Ciò si è concretizzato all’interno del DocUP Ob. 2 Marche, soprattutto in fase di riprogrammazione di metà periodo, grazie anche al supporto dell’attività svolta dall’Autorità Ambientale Regionale, in un maggiore impegno nel perseguimento dell’integrazione di tale tematica nel Programma, e a livello regionale, con riferimento ad azioni già sperimentate o in corso di sperimentazione nel DocUP Marche, attraverso la definizione e l’avvio di nuovi strumenti mirati. Il confronto con gli stakeholder ha portato all’individuazione del seguente quesito valutativo: “la combinazione di interventi di sostegno al sistema produttivo e/o all’ambiente appare in grado di generare effetti ambientali positivi?”. L’analisi, che intende dare risposta al quesito in oggetto, ha inteso coniugare un approccio di tipo qualitativo ad uno quantitativo; si è scelto pertanto di agire su due fronti: il primo attiene la programmazione regionale in campo ambientale e i collegamenti con le azioni del DocUP, il secondo, invece, fa riferimento all’implementazione della sostenibilità ambientale nel DocUP espressa attraverso due indicatori di sintesi. Con riferimento al primo aspetto dell’analisi, saranno esaminati il Programma A.S.S.O, che sperimenta l’integrazione delle considerazioni ambientali nelle politiche di settore sin dalle prime fasi di elaborazione del Programma, confrontando le azioni previste, sia in termini di obiettivi perseguiti che di risultati ottenuti, con analoghe misure del DocUP; e la sperimentazione su casi pilota per la successiva redazione di“Linee guida per le aree produttive ecologicamente attrezzate”, strumento che nasce dalla necessità di sostituire il cosiddetto approccio “end of pipe”78 con il principio di precauzione e prevenzione dall’inquinamento ed è strettamente funzionale alla realizzazione delle c.d. aree produttive eco-efficienti previste dalla submisura 1.4.2 del DocUP. Il secondo aspetto dell’analisi, di natura quantitativa, mette in evidenza i risultati ottenuti nel primo triennio di programmazione in termini di integrazione della tematica ambientale all’interno del DocUP. 3.4.2 Metodologia e fonti informative La metodologia utilizzata ha previsto un’analisi desk, per il reperimento di informazioni relative alle politiche di sviluppo sostenibile a livello comunitario, nazionale e regionale e un’analisi field nell’ambito della quale sono stati ascoltati alcuni attori chiave in grado di fornire dati e formulare giudizi qualificati sui risultati conseguiti.

77 In occasione del Vertice di Johannesburg, infatti 22 Governi Regionali hanno sottoscritto la “Dichiarazione di Gauteng”, nella quale, si esprime l’impegno degli stessi per lo sviluppo sostenibile. 78 Abbattimento dell’inquinamento a fine ciclo.

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In particolare per la prima parte dell’analisi attinente la programmazione regionale sono stati intervistati alcuni referenti dello Staff dell’A.A.R. sulla diffusione del modello di “Aree ecologicamente attrezzate” nel territorio marchigiano e sull’implementazione del Programma A.S.S.O.. Mentre con riferimento all’analisi quantitativa si è fatto riferimento alla valorizzazione operata dall’A.A.R. di due indicatori di sintesi79, individuati dietro suggerimento dello stesso Valutatore proprio allo scopo di verificare l’integrazione dell’obiettivo trasversale di sostenibilità ambientale negli interventi del DocUP. Per la descrizione delle modalità di calcolo degli indicatori si rimanda al paragrafo successivo. 3.4.3 Esiti dell’indagine La programmazione regionale in campo ambientale e i collegamenti con le azioni del DocUP Nella parte introduttiva è stata messa in evidenza l’importanza assunta dal concetto di sviluppo sostenibile, fondato sul perseguimento dello sviluppo economico, l’integrazione sociale e la tutela dell’ambiente, a livello comunitario, nazionale e regionale. La regione Marche ha risposto a tale nuova “sfida”, che prevede il contemporaneo perseguimento dello sviluppo socio-economico e la tutela dell’ambiente al fine di garantire una più equa distribuzione delle ricchezze e il mantenimento delle risorse per le future generazioni, aderendo alla Dichiarazione di Gauteng nel giugno 200380, impegnandosi a livello internazionale nel perseguimento dello sviluppo sostenibile e entrando a far parte della Rete mondiale dei Governi Regionali per lo Sviluppo Sostenibile81. Facendo riferimento all’esperienza del DocUP Marche ed, in particolare, alle misure a finalità ambientale già sperimentate o in corso di sperimentazione, è stato approvato nel 2003 un Programma di Azioni ambientali per lo Sviluppo Sostenibile (Programma A.S.S.O.). Tale Programma, è teso a favorire l’integrazione ambientale nei principali settori di sviluppo delle Marche82 e a sensibilizzare il territorio regionale al tema dello sviluppo sostenibile in vista dell’implementazione della Strategia di Azione Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile (STRASS)83. Il Programma è in fase di attuazione: in particolare i risultati ottenuti per l’asse I, che ha l’obiettivo di finanziare interventi volti ad integrare la tematica ambientale nei settori industria, artigianato, turismo e agricoltura e l’asse II, che mira a finanziare piani locali di sviluppo sostenibile in aree caratterizzate da forti criticità ambientali, congestione insediativa, eventualmente connessi a stati di crisi di settori o distretti produttivi, che prevedono iniziative simili a quelle già implementate nel DocUP, ma con specifica caratterizzazione ambientale, sono utili ai fini di identificare possibili buone pratiche da replicare nella futura programmazione. L’asse I, ad oggi, ha ottenuto complessivamente dei buoni risultati e la risposta da parte del territorio è stata adeguata. A fronte di ciò si è riscontrata in alcuni casi un’incapacità delle imprese coinvolte nel portare avanti i progetti intrapresi con conseguenti rinunce successive. La causa di questo è riconducibile a problemi di carattere finanziario ma anche legati ad un inadeguato supporto da parte delle società di consulenza contattate, spesso orientate a fornire servizi che si esauriscono nel breve termine e non a coinvolgere e ad “accompagnare” l’impresa durante l’intero processo di “conversione ecologica”. Tra i punti di forza, oltre ovviamente alla specificità del Programma, l’importanza attribuita all’informazione ambientale, in particolare sulla certificazione ambientale da implementare in tutti i settori e alla concertazione.

79 Rapporto annuale di esecuzione 2004 – Calcolo degli indicatori di integrazione ambientale (edizione del 12/04/2005), a cura dell’Autorità Ambientale Regionale. 80 DGR n. 859/03. 81 NRG4SD – Network of Regional Governments for Sustainable Development. 82 Industria, artigianato, turismo, agricoltura, pianificazione territoriale. 83 Documento presentato in data 22/03/2005.

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Si tratta dunque di un Programma che riprende l’esperienza del DocUP e ne approfondisce le iniziative di valenza ambientale all’interno del sistema produttivo marchigiano. Con riferimento alle relazioni esistenti con le misure del DocUP, le azioni a) e b) del Programma A.S.S.O., relative rispettivamente all’integrazione della tematica ambientale nei settori industria e artigianato attraverso la promozione di Sistemi di Gestione Ambientale, si collegano alle submisure 1.1.3 “Aiuti per la riconversione ecologica delle PMI industriali e artigiane” e 1.3.1 “Incentivi per l’acquisizione di servizi per la qualità e l’innovazione tecnologica”. I buoni risultati ottenuti dalla submisura 1.1.3 (al 30/06/2005 risultano conclusi 157 progetti dei 293 finanziati con una capacità di spesa pari al 40%) ha fatto emergere una maggiore sensibilità ambientale che si sta progressivamente diffondendo tra le imprese e testimonia che è opportuno proseguire in tale direzione. Stesso discorso vale per la soddisfacente performance della submisura 1.3.1 lettere d) ed e) che ha evidenziato un interesse crescente per l’acquisizione di consulenze esterne finalizzate al conseguimento della certificazione dei sistemi di gestione ambientale e integrati. L’azione c) turismo/ambiente, infine, si collega alla submisura 3.1.2 del DocUP che finanzia “Aiuti agli investimenti per attività a rilevanza turistica” tra cui quelli per l’adozione e adesione a sistemi di gestione ambientale (ISO 14000 e 14001) e l’utilizzo di tecnologie di bioedilizia. Tale misura è in corso di attuazione e i dati parziali sono ancora esigui ma visto l’andamento dei dati procedurali e tenendo conto dell’innovatività delle iniziative, volte a promuovere un turismo sostenibile, le previsioni sono ottimistiche. Con riferimento invece all’asse II del Programma A.S.S.O., molto interessante è la sperimentazione delle ARSTEL ambientali, uno strumento in corso di sperimentazione anche nell’ambito del DocUP, ma con un applicazione di più ampio respiro e non esclusivamente ambientale. In particolare il progetto relativo alla Bassa Valle del Foglia (PASSO DP 2004) presentato congiuntamente dalla Provincia di Pesaro e Urbino e dal Comune di Pesaro (capofila del progetto) si è concluso positivamente ottenendo un buon riscontro a livello locale. Punti di forza di tale esperienza sono stati l’effettivo coinvolgimento degli attori locali nei processi decisionali e la partecipazione sociale alla riflessione sulle intenzioni e sui risultati. Si sono riscontrati invece dei problemi di tipo organizzativo vista la complessità dello strumento da implementare. L’esperienza di pianificazione strategica e cooperazione istituzionale fatta con il progetto in esame è riuscita ad ottenere, infatti, un livello di governance sensibilmente superiore a quello, seppure rilevante, che ad esse preesisteva, ma occorre ancora consolidare i modelli di cooperazione e di integrazione a rete che attraversano le istituzioni, le imprese e la società civile, utili alla condivisione degli obiettivi; e identificare dei soggetti responsabili che si impegnino a mantenere nel tempo una tensione positiva allo scambio di esperienze e al raggiungimento degli obiettivi di qualità. L’importanza di utilizzare le ARSTEL per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente è stata sottolineata - nel corso degli incontri organizzati dal Valutatore - anche da alcuni rappresentanti delle istituzioni locali in relazione alle competenze delegate a livello locale rispetto alla tematica ambientale per il principio di sussidiarietà, con riferimento in particolare agli evidenti vantaggi offerti da questo strumento nel favorire le capacità programmatiche locali attraverso una più intensa concertazione tra i diversi soggetti interessati alla gestione del territorio. L’inserimento delle ARSTEL all’interno del DocUP Ob. 2 Marche è avvenuta in fase di riprogrammazione, pressoché nello stesso periodo in cui veniva adottato il Programma A.S.S.O.. In realtà all’interno del DocUP, già nel primo triennio di programmazione, come è stato evidenziato dal focus sulle esperienze positive rivolte al recupero e allo sviluppo delle aree interne attraverso l’implementazione di procedure innovative, alcune iniziative dell’asse III si sono distinte per la pianificazione dal basso, l’integrazione tra diverse tipologie di intervento e l’attivazione del partenariato pubblico-privato a livello locale (cfr. cap. 3.3). Dunque è possibile affermare che in qualche modo la predisposizione dello strumento delle ARSTEL permette di pianificare, garantendo una maggiore concertazione, il perseguimento trasversale di molteplici obiettivi, attraverso la realizzazione di un insieme coerente di interventi per lo sviluppo fortemente condiviso con il territorio, il quale, grazie alle esperienze innovative sperimentate nel primo triennio di attuazione, ha potuto dimostrare la propria maturità e capacità di ricoprire un ruolo più attivo nel determinare il proprio percorso di sviluppo locale. Partendo dall’esperienza del Programma A.S.S.O., dai dati e dalle criticità emerse dal Secondo Rapporto sullo Stato dell’Ambiente delle Marche e dall’analisi degli attuali strumenti di programmazione regionale, è stata definita la Strategia di Azione Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile che indica, per il periodo 2005-2010, lo schema d’azione che i futuri piani settoriali di sviluppo regionale dovrebbero adottare al fine

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di integrare la componente ambientale sin dalle prime fasi di elaborazione. Il documento si articola per tematiche: clima ed atmosfera, natura e biodiversità, ambiente e salute, uso e gestione sostenibile delle risorse naturali e dei rifiuti. Per ciascuna di queste sono indicati gli obiettivi di livello generale, gli obiettivi specifici, le azioni da intraprendere ed i relativi strumenti di intervento, tra cui il DocUP84. Nel quadro delle azioni per lo sviluppo sostenibile poste in essere dall’A.A.R. ed orientate a rendere più efficaci alcuni interventi del DocUP Ob. 2, particolarmente importante è l’impegno speso per la diffusione nel territorio marchigiano del modello di aree produttive ecologicamente attrezzate. Tale concetto era stato introdotto nell’ordinamento italiano dal D.Lgs. 112/98 (Bassanini) che prevedeva che fossero le Regioni a disciplinare le aree industriali e le aree ecologicamente attrezzate. Un primo passo in tale direzione è stato fatto con la previsione di un “Testo Unico delle norme in materia industriale, artigiana e dei servizi alla produzione” (L.R. n. 20 del 28/10/2003) attraverso il quale la regione Marche si è impegnata a promuovere la diffusione nel territorio di aree produttive ecologicamente attrezzate, ritenute un importante strumento per la crescita della competitività del sistema economico e delle imprese85. Successivamente l’A.A.R., con la collaborazione di un consulente esterno, ha elaborato delle “Linee guida per le aree produttive ecologicamente attrezzate” sulla base della sperimentazione su alcune iniziative già in corso (casi pilota) e di esperienze analoghe di alcune regioni italiane. La predisposizione di tale disciplina per le aree produttive ecologicamente attrezzate interessa fortemente il DocUP Marche, nello specifico la submisura 1.4.2 “Aiuti agli enti locali e consorzi industriali”, modificata in sede di revisione di metà periodo proprio al fine di favorire interventi per la riqualificazione ambientale delle aree produttive esistenti o in fase di ampliamento, cofinanziando in particolare infrastrutture e dotazioni tecniche volte a garantirne l’ecoefficienza; le modifiche al Complemento, oltre inserire delle chiare priorità e una riserva finanziaria per questo tipo di infrastrutture, hanno inteso colmare le carenze evidenziate nel primo triennio di attuazione quando la mancanza di chiare indicazioni sugli elementi che qualificassero un’area produttiva ecologicamente attrezzata di fatto ne ha impedito la realizzazione. I risultati delle sperimentazioni attuate non sono però ancora disponibili viste le difficoltà incontrate soprattutto in termini di risposta dei soggetti interessati; il problema è principalmente culturale: la tematica ambientale, infatti, viene vissuta ancora come un ostacolo e non come un volano per lo sviluppo. Il 20 ottobre 2005 è previsto il primo Tavolo di concertazione a cui sono invitati a partecipare Enti locali, Associazioni di categoria, Sindacati e il Servizio Industria regionale che consentirà di raccogliere osservazioni e commenti sulle Linee guida. Inoltre è stato pubblicato sul BUR n. 78 del 08/09/2005 il bando per la concessione di contributi per la realizzazione di studi di fattibilità/progetti preliminari riguardanti le aree produttive ecologicamente attrezzate. Tali attività sono previste al fine di predisporre delle Linee guida ufficiali, necessarie per la diffusione del modello di aree produttive ecologicamente attrezzate. In questa prima fase di elaborazione, redazione e pubblicazione delle Linee guida, però, il Valutatore ha riscontrato possibili margini di miglioramento nella collaborazione tra A.A.R. e i Servizi regionali competenti. Ciò allo scopo di favorire una più celere ed efficace implementazione delle Linee guida all’interno del DocUP. L’implementazione della sostenibilità ambientale nel DocUP espressa attraverso due indicatori di sintesi L’analisi in oggetto è stata condotta al fine di garantire una visione d’insieme del Programma in relazione all’integrazione della tematica ambientale. A tale scopo sono stati individuati due indicatori sintetici a cura dell’A.A.R. e di concerto con il Valutatore, classificati come indicatori degli effetti:

a) % progetti a finalità ambientale: si tratta di un indicatore quantitativo atto a rilevare tra i progetti ammessi a finanziamento, all’interno di una particolare misura e/o submisura, quelli che hanno finalità ambientale;

84 Ad esempio per l’obiettivo “riduzione delle emissioni di gas climalteranti”, tra gli strumenti attivati si cita il DocUP Marche-misura 2.8 “Ottimizzazione del sistema energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili”. 85 L’espressione “area ecologicamente attrezzata” è stata introdotta nell’ordinamento legislativo italiano dal D.Lgs. n. 112/98 (Bassanini), che prevede all’art. 26 che “le Regioni disciplinino, con proprie leggi, le aree industriali e le aree ecologicamente attrezzate, dotate delle infrastrutture e dei sistemi necessari a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente”.

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b) % costo ammissibile ambientale: di natura finanziaria e permette di valorizzare la quota della spesa ritenuta ammissibile, all’interno di una particolare misura e/o submisura, “dedicata” alla finalità ambientale.

Occorre precisare che si definisce “finalità ambientale” la prevenzione, la riduzione, l’eliminazione dell’inquinamento o di ogni altra causa di degrado ambientale; un progetto viene considerato “a finalità ambientale” solo se il costo ammissibile ambientale risulta superiore al 50% del costo totale ammissibile dell’intero progetto. Dal punto di vista metodologico, la valutazione della finalità ambientale degli interventi (progetti e/o investimenti), che si riferisce unicamente agli impatti ambientali positivi, è avvenuta utilizzando 5 criteri: un criterio generale e quattro criteri specifici. Il criterio generale, utilizzato dall’A.A.R. anche per la stima di sostenibilità ambientale della Valutazione Ambientale Strategica del DocUP Ob. 2, è legato alla verifica della coerenza degli interventi con gli obiettivi di sostenibilità ambientale.

I criteri specifici sono stati individuati per tener conto della diversità degli interventi finanziabili attraverso il DocUP; si tratta di:

interventi che non comportano la costruzione ex novo o l’occupazione di nuovo suolo (es.: recupero di strutture già esistenti);

riduzione di una situazione di rischio o di crisi ambientale (ad esempio: il cambio di localizzazione di un’impresa per incompatibilità ambientale o congestione dell’area);

incidenza dell’intervento finanziato nei vari settori ambientali (ad esempio: utilizzo di tecniche di bioedilizia, consumi energetici, emissioni in atmosfera, qualità degli scarichi idrici, risparmio idrico, trasporti sostenibili, etc.);

conseguimento di certificazioni o registrazioni ambientali (certificazione ISO 14001/96, certificazione di prodotto ECOLABEL, registrazione EMASII -Reg. CE 761/2001- e certificazione dei sistemi integrati).

Per la valorizzazione degli indicatori sono state poi riclassificate le misure/submisure in tre tipologie:

propriamente ambientali, che rispondono al criterio generale, per le quali, al fine del calcolo di entrambi gli indicatori, tutti i progetti ed i relativi costi ammissibili sono considerati a finalità ambientale;

parzialmente ambientali, rispondono solo parzialmente ai criteri individuati; per tali misure viene valutata la rispondenza dei singoli progetti presentati ad uno o più criteri specifici;

non ambientali, che non soddisfano né il criterio generale né quelli specifici, per cui entrambi gli indicatori sono pari a 0%.

Prima di procedere all’analisi dei risultati, appare opportuno sottolineare che i due indicatori per la loro genericità non si prestano ad esprimere in modo esauriente tutti gli effetti positivi attesi in termini ambientali dalle azioni poste in essere; per tale finalità ci si potrà avvalere degli indicatori di sorveglianza individuati con riferimento agli obiettivi specifici delle misure del DocUP. In generale, il calcolo degli indicatori trasversali di integrazione ambientale è stato eseguito sui progetti avviati al 31/12/2004 e sui costi giudicati ammissibili in sede di valutazione degli stessi86. Nella tabella che segue sono riportati i valori assunti dai due indicatori sintetici a livello di programma, i quali appaiono in questa fase dell’attuazione poco soddisfacenti soprattutto in termini di numerosità dei progetti avviati, che rappresentano appena il 25% del totale.

86 Alla data considerata non risultano ancora attivate le nuove misure introdotte con la mid-term rewiev (misure 1.5, 2.8 e 2.9), motivo per cui non possono essere prese in considerazione dalla presente analisi.

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A finalità ambientale Totale % progetti/ costo

ammissibile a finalità ambientale

Numero dei progetti avviati 457 1797 25%

Costo ammissibile € 145.981.083,38 € 373.616.021,7 39%

Fonte: Autorità Ambientale della Regione Marche Di seguito si descrivono i risultati dell’analisi articolata per asse di intervento, in relazione ai valori assunti dagli indicatori individuati e alla strategicità delle iniziative rispetto agli obiettivi di sostenibilità previsti dalla risoluzione del Consiglio Europeo di Göteborg, cui si è fatto riferimento in occasione dell’aggiornamento della Valutazione d’impatto ambientale del DocUP.

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All’interno dell’ASSE I, che prevede interventi orientati a favorire, sia direttamente che indirettamente una crescita della competitività e dell’innovazione tecnologica nelle imprese, complessivamente le misure finanziate non rispondono al criterio generale individuato “coerenza degli interventi con gli obiettivi di sostenibilità ambientale”, dunque non hanno una finalità ambientale. Si tratta piuttosto di iniziative “parzialmente ambientali”, con le quali si intende promuovere, sia direttamente che indirettamente, una crescita della competitività e dell’innovazione anche sotto il profilo ambientale, attraverso un innalzamento dell’efficienza ambientale dei processi produttivi (con la minimizzazione dei consumi di risorse e di energia non rinnovabili e con la riduzione delle emissioni) e la diffusione di moderni sistemi di gestione ambientale di impresa, finalità rafforzate ulteriormente con la riprogrammazione di metà periodo. Nel complesso degli 852 progetti avviati nell’ambito dell’asse, 114 possono definirsi a finalità ambientale (14% sul totale). Come si evince dal grafico si rileva una concentrazione molto alta nella submisura 1.1.3 “Azioni per la riconversione ecologica delle PMI” che da sola ha finanziato ben 95 interventi e che si caratterizza per una particolare rilevanza dal punto di vista dell’innovazione tecnologica ecocompatibile. Il secondo indicatore a livello di asse rileva che circa il 10% del costo ammissibile dei progetti avviati soddisfa i criteri ambientali individuati, che in termini assoluti rappresenta un ammontare piuttosto esiguo (€ 16.918.604 se confrontato con i € 181.030.983 complessivamente impegnati) ed anche in questo caso una quota rilevante è da attribuire alla submisura 1.1.3 (circa € 13.722.922). Con riferimento alla strategicità delle singole misure/submisure rispetto agli obiettivi di Goteborg, la submisura 1.1.3 contribuisce al perseguimento del primo obiettivo globale di sostenibilità “Lotta ai cambiamenti climatici”, favorendo la riduzione delle emissioni climalteranti e l’aumento dell’uso di energie rinnovabili. Pesano in misura inferiore, in termini di integrazione della tematica ambientale, gli interventi a finalità ambientale finanziati con le submisure 1.1.1.b1 (Legge 341/925), che prevede dei punteggi supplementari facoltativi (ovvero se dichiarati dall’impresa) di tipo ambientale, 1.1.2 (incentivi diretti alle imprese artigiane), mentre tra le iniziative finanziabili dalla submisura 1.3.1 si sono registrati risultati abbastanza positivi per gli investimenti e consulenze esterne finalizzate all’acquisizione di servizi di certificazione dei sistemi di gestione ambientale87. Si ritiene, inoltre, poco soddisfacente, rispetto alle attese, l’esito degli interventi avviati con il primo bando della submisura 1.4.2 “Aiuti agli Enti locali e Consorzi industriali” a causa della scarsa incisività dei criteri selettivi nel promuovere “la realizzazione di opere di riqualificazione o completamento di aree produttive esistenti o dismesse secondo innovativi ed elevati standard tecnologici ed ambientali”, obiettivi che la

87 AL 31/12/2004 erano 73 i progetti finanziati nell’ambito della submisura 1.3.1 lettera d) per la certificazione dei sistemi di gestione ambientale rilasciata da organismi nazionali accreditati SINCERT o da organismi internazionali accreditati; ecogestione e audit (EMAS), secondo il regolamento comunitario vigente; l’ecolabel secondo il regolamento (CEE) 880/92 e successive modifiche.

Asse 1: misure/submisure parzialmente ambientali

16%

29%

0% 0% 0% 0%5% 6% 9%5% 5%4%

79%

0%0%

10%

26%

4%3%

85%

0%10%

20%30%40%

50%60%70%

80%90%

1.1 1.1.1b1 1.1.1b2 1.1.2 1.1.3 1.2 1.3 1.3.1 1.4 1.4.2

% progetti a finalità ambientale % costo ammissibile ambientale

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Regione intende perseguire con maggiore forza nel secondo triennio di programmazione. Come si è detto, in occasione della revisione di metà periodo, sono state apportate delle modifiche alla scheda di misura allo scopo di favorire l’implementazione di interventi per la riqualificazione ambientale delle aree produttive esistenti o in fase di ampliamento, cofinanziando in particolare infrastrutture e dotazioni tecniche volte a garantirne l’ecoefficienza. Tali modifiche hanno reso la misura potenzialmente coerente rispetto agli obiettivi globali di Göteborg “Lotta ai cambiamenti climatici” e “Gestire le risorse naturali in maniera più responsabile”. L’ASSE II mira a dotare il contesto territoriale e ambientale in cui opera il sistema produttivo locale dei servizi e delle infrastrutture più idonee a consentire uno sviluppo economico sostenibile. Coerentemente con l’analisi della situazione dell’ambiente, le misure in oggetto appaiono potenzialmente in grado di incidere in modo rilevante sulla dotazione infrastrutturale della regione Marche in campo ambientale e si è già sottolineata la significatività delle misure stesse anche dal punto di vista della dotazione finanziaria: esse rappresentano infatti il principale strumento di intervento nel settore della gestione delle acque e del ciclo dei rifiuti, così come appare decisivo il ruolo che svolgono nella valorizzazione della biodiversità, bonifica di aree contaminate, riduzione e recupero dei rifiuti, mobilità sostenibile, efficienza energetica ed allo sviluppo delle fonti rinnovabili. Tali considerazioni non fanno che accrescere l’importanza del successo delle azioni del DocUP, conseguibile giungendo alla piena operatività degli organismi di governo integrato su scala territoriale previsti dalla normativa nazionale e regionale. Alla luce di quanto detto, è evidente che l’asse II soddisfa maggiormente i criteri individuati per la valorizzazione dei due indicatori sintetici, con una percentuale di progetti a finalità ambientale pari all’82% (125 progetti su 143) e una percentuale di costo ammissibile ambientale dell’89,9%, con la destinazione di € 76.711.892 su un totale di € 85.319.695.

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Come mostra il grafico, delle sette misure

esaminate dell’asse 2, cinque sono quelle propriamente ambientali, mentre le altre due (destinate ai porti e ai sistemi intermodali) hanno un impatto positivo ma trasversale. Rientrano tra le misure propriamente ambientali la 2.1 e la 2.2, finalizzate alla razionalizzazione dei sistemi di gestione delle acque e del ciclo dei rifiuti, con un impatto positivo sulla riduzione della pericolosità e/o quantità di inquinanti negli scarichi idrici e nei rifiuti, che rispondono all’obiettivo globale “Gestire le risorse naturali in modo più responsabile”. Entrambe le misure sono state penalizzate da una mancanza di interesse da parte dei potenziali beneficiari, a causa dell’insufficiente tasso di contribuzione e dei forti ritardi accumulati per la definizione della relativa normativa regionale problematiche in buona parte superate con la revisione di metà periodo (cfr. Capitolo 1). Unica questione ancora aperta concerne l’aggiornamento del Piano di bonifica regionale, la cui assenza ha contribuito, accanto ad una scarsa capacità progettuale del territorio, a determinare il totale insuccesso della submisura 2.1.3 destinata alla bonifica di siti inquinati ed al recupero delle aree degradate e riproposto per il triennio 2004-06 nella misura 2.9. L“Integrazione degli aspetti ambientali nelle politiche comunitarie”, a cui ha attribuito particolare importanza il Consiglio di Göteborg, è perseguito dalla misura 2.3 attraverso il sostegno alla rete ecologica regionale e il sostegno alla fruibilità e ricettività delle aree protette. Garantisce poi effetti positivi sull’ambiente ma solo indiretti e in un lasso di tempo relativamente lungo, la submisura 2.3.3 “Potenziamento del sistema dei Centri di Educazione Ambientale”. A tale riguardo si ritiene opportuno chiarire che, se in questo caso non è possibile la valorizzazione dei due indicatori di sintesi, ciò va inteso unicamente come un criterio stringente e un limite della metodologia adottata, senza però nulla togliere al successo di iniziative altamente strategiche nel campo della tutela e della valorizzazione del territorio che, attraverso la diffusione di una maggiore conoscenza e consapevolezza dell’importanza delle risorse naturali presso le giovani generazioni, promuovono un valido investimento per il futuro. Gli interventi previsti dalla misura 2.6, che incentiva e ottimizza il trasporto pubblico locale, soddisfano pienamente i due indicatori definiti per la tipologia “propriamente ambientali”; tale misura persegue inoltre il secondo obiettivo generale del Consiglio Europeo di Gotebörg, “Garanzia di trasporti ecologicamente validi”. Contribuisce al raggiungimento dello stesso obiettivo anche la misura 2.5 la quale finanzia il potenziamento e l’integrazione di due strutture intermodali (l’interporto di Jesi e l’autoporto Valle del Tronto), che nel perseguire una più razionale ed efficiente movimentazione delle merci, soprattutto riducendo il peso del trasporto su strada, rientra tra gli interventi parzialmente ambientali. Sebbene la misura 2.4, destinata alla riqualificazione delle aree portuali, rientri tra le misure a finalità parzialmente ambientale, gli interventi finanziati con il primo bando non soddisfano i criteri individuati. Ciò potrebbe in parte essere spiegato con l’inserimento solo in itinere di interventi specificamente destinati a ridurre gli effetti ambientali negativi delle attività portuali, ovvero realizzazione o ristrutturazione di isole ecologiche o aree attrezzate per lo stoccaggio/smaltimento dei rifiuti portuali o della navi da pesca.

Asse II: misure/submisure propriamente e parzialmente ambientali

0%

68,8%

0%

48,8%

0%

10%20%

30%40%50%

60%70%80%90%

100%

2.1 2.2 2.3 2.3.1 2.3.2 2.6 2.7 2.4 2.5

propriamente ambientali parzialmente ambientali

% progetti a finalità ambientale % costo ammissibile ambientale

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Risultano tutti propriamente ambientali gli interventi della misura 2.7 “Rinnovamento e miglioramento dei villaggi e tutela del patrimonio rurale”, assicurando la piena compatibilità con le esigenze di valorizzazione e tutela delle risorse ambientali e della 2.8 “Ottimizzazione del Sistema Energetico e Sviluppo delle Fonti Rinnovabili” inserita in fase di riprogrammazione al fine di rimuovere una carenza delle misure del DocUP in riferimento all’obiettivo della “Lotta ai cambiamenti climatici”. L’ASSE III mira alla rivitalizzazione delle aree interne e all’incremento del grado di attrattività regionale sfruttando le potenziali sinergie esistenti tra ambito culturale, ambientale e turistico. Nel complesso, su 764 progetti avviati nell’ambito dell’asse, 210 soddisfano i criteri definiti per la finalità ambientale (27% sul totale), con una destinazione di risorse di circa 51.329.704,86 euro, pari al 50% del costo ammissibile totale. Dal punto di vista ambientale, gli effetti positivi sono associabili alle misure 3.1 e 3.2 legate alla promozione del turismo, alla diversificazione e alla destagionalizzazione dell’offerta turistica attraverso la valorizzazione delle risorse culturali e ambientali per lo sviluppo di un turismo sostenibile. In tutti i casi si tratta di azioni parzialmente ambientali, che soddisfano il criterio “Interventi che non comportano la costruzione ex novo o l’occupazione di nuovo suolo”, mentre dal punto di vista strategico concorrono ad una “Gestione delle risorse naturali più responsabile” (4° obiettivo di sostenibilità). Particolarmente interessante ed efficace in chiave di sviluppo sostenibile del territorio è la realizzazione dei c.d. “sistema di museo diffuso” (misura 3.2) da implementare nell’ambito di reti territoriali funzionali alla valorizzazione economica e alla promozione integrata dei musei e degli altri beni culturali diffusi sul territorio, con positive ricadute anche in termini di impatto occupazionale. La misura 3.1, invece, finalizzata al potenziamento e alla riqualificazione, con interventi strutturali e promozionali, dell’offerta turistica marchigiana, appare coerente con gli obiettivi connessi ad uno sviluppo sostenibile del territorio, attraverso la priorità riconosciuta nel C.d.P. ai “progetti inseriti nelle linee di indirizzo per lo sviluppo socio-economico definite dagli Enti locali che individuino sistemi turistici, caratterizzati da un’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche (compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale) e dalla presenza diffusa di imprese turistiche singole o associate”. 3.4.4 Conclusioni e raccomandazioni

Asse III: misure/submisure parzialmente ambientali

87,5%

0%

32,5%

74%

100%

0%0%

100%

0%

92,2%

65,2%

87,5%

0%0%0%

20%

40%

60%

80%

100%

120%

3.1 3.2 3.2.1 3.2.2 3.3 3.4 3.5% progetti a finalità ambientale % costo ammissibile ambientale

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Nei precedenti paragrafi è stata sviluppata un’analisi di tipo qualitativo sull’evolversi dell’impegno della Regione a favore di uno sviluppo sostenibile con le risorse del territorio attraverso diverse iniziative a diverso titolo originatesi dall’esperienza del DocUP Marche, e un’analisi di tipo quantitativo sui risultati ottenuti dal calcolo degli indicatori sintetici nel primo triennio di programmazione del DocUP. In merito alla prima parte, le iniziative descritte evidenziano un sempre maggiore impegno da parte dell’Amministrazione regionale a favore della sostenibilità ambientale che ha trovato un importante stimolo proprio nell’esperienza fino ad oggi maturata con il DocUP che ha costituito, insieme ad altri programmi cofinanziati dal Fondi Strutturali, un punto di partenza fondamentale per dotarsi di tutti gli strumenti necessari ad una maggiore integrazione della priorità in oggetto. Restano da superare alcuni ostacoli già evidenziati affinché questi strumenti possano essere correttamente e tempestivamente implementati in modo da produrre i risultati attesi, in primo luogo promovendo una più efficace collaborazione tra i diversi soggetti preposti al perseguimento delle finalità individuate, in particolare tra l’A.d.G., i diversi servizi regionali e l’A.A.R.. Più in generale, in risposta al quesito valutativo enunciato in precedenza, è emerso che per generare effetti positivi sull’ambiente occorre tener presente che tutti i settori di attività economica utilizzano risorse ambientali e producono effetti sull’ambiente, per cui non è possibile prevedere una combinazione di interventi di sostegno al sistema produttivo e/o all’ambiente ma è necessario integrare la componente ambientale sia nella fase di programmazione che di attuazione cercando di dare priorità agli interventi con minore impatto ambientale e assicurandosi che i bandi recepiscano in modo adeguato quanto stabilito nelle linee guida e nei documenti programmatici. Come è stato più volte sottolineato, infatti, il tardivo intervento dell’A.A.R., che ha potuto introdurre dei criteri di selezione ambientali adeguati solo dopo l’emissione della maggior parte dei bandi, ha inciso negativamente sulla capacità del DocUP nel primo triennio di programmazione di perseguire adeguatamente gli obiettivi di sostenibilità ambientale. A tal proposito vista l’importanza rivestita nel DocUP dalla valutazione ambientale nell’attuale periodo di programmazione per l’affermazione della trasversalità della tematica ambientale nei diversi settori di investimento, il Valutatore ritiene che essa sarà importante anche per la futura politica di coesione, anche se le linee guida per la redazione dei documenti strategici regionali preliminari, finalizzati alla predisposizione del QSN, non lo prevedono esplicitamente. In particolare l’adozione della Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) introdotta dalla Direttiva 2001/42/CE, approvata il 27 giugno 2001 dal Parlamento Europeo e dal Consiglio88 e recepita dalla regione Marche con Delibera della G.R. del 03/08/2004 n° 936, consentirebbe di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto della elaborazione ed adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile89. La valutazione di tali piani e programmi, inoltre, non si limita ai soli impatti determinati dai progetti e dagli interventi riconducibili al piano stesso, ma prende in considerazione la coerenza fra obiettivi del piano ed obiettivi strategici di tutela ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario e nazionale. Con riferimento, invece, alla seconda parte dell’analisi, la strategicità delle azioni rispetto agli obiettivi di Goteborg appare adeguata, soprattutto in seguito alle modifiche e alle integrazioni apportate in fase di riprogrammazione. I risultati evidenziati per asse al 31/12/2004, con riferimento ai valori assunti dagli indicatori sintetici, nel complesso appaiono soddisfacenti per le misure qualificabili come propriamente ambientali, sebbene in qualche caso siano i dati attuativi ad essere talvolta di scarsa entità; al contrario la priorità appare meno integrata laddove la valenza ambientale degli interventi è solo trasversale come nel caso delle iniziative rivolte al sistema delle imprese. Nel caso specifico dell’asse I si è riscontrata una percentuale di progetti a finalità ambientale ancora bassa (14%), altrettanto vale per la percentuale di costi ammissibili in quanto solo il 10% del costo ammissibile dei progetti avviati soddisfa i criteri ambientali individuati. 88 Le conseguenze in campo ambientale delle azioni proposte – piani e programmi - sono così incluse e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso piano delle considerazioni di ordine economico e sociale (Sadler e Verheem, 1996). 89 Direttiva 2001/42/CE, art. 4.

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Si ritiene che, nonostante i risultati positivi ottenuti da alcune submisure dell’asse I [1.1.3 e 1.3.1 lettere d) ed e)], sia necessario impegnarsi ancora di più nel perseguimento della sostenibilità ambientale degli interventi a sostegno del sistema produttivo. Nel caso delle submisure 1.1.1b1 e 1.1.2, si ritiene utile la previsione di una chiara priorità da accordare ad investimenti con minor impatto ambientale, e non dei punteggi supplementari facoltativi. Per l’asse II, che ha chiare finalità ambientali, alcuni problemi sono stati risolti in fase di riprogrammazione e non resta che attendere gli effetti delle modifiche apportate. L’asse III, invece, implementando procedure innovative, si è distinto per iniziative caratterizzate dalla pianificazione dal basso, l’implementazione di modalità attuative che privilegiano l’integrazione tra diverse tipologie di intervento anche attraverso l’attivazione del partenariato pubblico-privato a livello locale. L’approccio utilizzato rappresenterà sicuramente un importante strumento da sviluppare per il futuro, rafforzando l’incisività degli strumenti utilizzati nell’ottica dell’integrazione ambientale. A tal proposito, partendo dal presupposto che la responsabilità degli effetti ambientali del sistema economico sia una responsabilità condivisa tra tutti i soggetti (imprese, consumatori e soggetti pubblici), si raccomanda il loro coinvolgimento nella ricerca di una soluzione alle problematiche ambientali attraverso la previsione di strumenti innovativi. Potrebbe essere utile a tale scopo l’esperienza che la regione Marche sta facendo, non solo nell’ambito del DocUP, ma anche attraverso l’implementazione delle ARSTEL ambientali nell’ambito del Programma A.S.S.O..

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4. CONCLUSIONI E INDICAZIONI PER LA FUTURA PROGRAMMAZIONE Le informazioni complessivamente raccolte nel corso dell’analisi permettono di esprimere alcune brevi considerazioni di sintesi in relazione ai diversi ambiti di riflessione toccati, in modo tale da poterne trarre utili indicazioni e suggerimenti in vista del futuro ciclo di programmazione dei Fondi strutturali. Nella prima parte del documento si propone una visione di insieme dell’andamento del Programma con riguardo alle modifiche intervenute dopo il primo periodo di attuazione in occasione della mid-term review, in particolare all’attenzione posta alle osservazioni emerse dall’analisi valutativa, ed ai risultati complessivi del DocUP al 30 giugno 2005 in relazione agli obiettivi programmati. Altre osservazioni sono state formulate in relazione a quegli ambiti di specifico interesse per l’A.d.G. e gli altri stakeholder e che hanno costituito l’oggetto della c.d. analisi focalizzata - seconda sezione del Rapporto di valutazione – ed espressi attraverso le domande valutative poste alla base dei tre approfondimenti tematici sviluppati. Il primo risultato su cui si intende richiamare l’attenzione attiene il riconoscimento dell’utilità del contributo dell’analisi valutativa al rafforzamento dell’efficacia delle azioni del DocUP nel perseguimento delle proprie finalità; ciò è stato reso possibile grazie al costante coinvolgimento del Valutatore indipendente nelle diverse fasi di attuazione del DocUP, in particolare nel processo di revisione di metà periodo ed al costruttivo confronto con i referenti dell’Amministrazione regionale. È stato così possibile indagare, oltre che sugli ambiti individuati dalle Linee guida comunitarie e nazionali, anche su tematiche di specifico interesse regionale. Quanto detto è stato determinante per l’elevata considerazione delle raccomandazioni formulate nel Rapporto di Valutazione Intermedia per il miglioramento della capacità del DocUP di raggiungere gli obiettivi programmati, anche attraverso il superamento o la rimozione di alcuni dei fattori di criticità evidenziati. Ripercorrendo l’analisi per tematiche affrontate, facendo sempre riferimento a quanto evidenziato nei documenti valutativi, si riportano di seguito i principali esiti ottenuti alla data attuale. Con riferimento al primo punto esaminato, l’analisi di efficacia ed efficienza, è emerso, in generale, un impegno intenso da parte dell’Amministrazione regionale per il raggiungimento degli obiettivi specifici e globali del Programma, evidenziando sin d’ora un chiaro orientamento a favore di strategie e tematiche che rivestiranno un ruolo chiave nella prossima politica di coesione e che, a nostro avviso, appaiono pertinenti con le caratteristiche e le potenzialità della Regione. L’innovazione, la ricerca e sviluppo rappresentano, con particolare riferimento alle azioni dell’asse 1, gli aspetti su cui la Regione intende fare leva per migliorare la competitività del sistema produttivo marchigiano, promovendo un sempre maggiore sforzo sul fronte della sostenibilità ambientale degli interventi. Quanto all’asse 2, da una parte sono stati colmati i vuoti programmatici che avevano frenato l’avanzamento di alcuni interventi, sebbene vada compiuto un ulteriore sforzo per la rimozione di alcune problematiche che continuano a condizionare l’attuazione di alcune iniziative. Sempre in relazione ai legami con i nuovi orientamenti comunitari e nazionali, si rileva un interesse crescente su temi ed obiettivi stabiliti dal Consiglio europeo di Göteborg, che ha portato, altresì, all’introduzione di una nuova misura destinata all’utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia (misura 2.8), ma anche un rinnovato impegno rispetto alla necessità di una più intensa attività di sensibilizzazione del territorio su interventi di particolare importanza per la razionalizzazione del ciclo idrico e del sistema dei rifiuti regionale. Per le azioni volte alla “Diversificazione economica e valorizzazione delle potenzialità locali” (asse 3) il Valutatore ha sottolineato positivamente l’attivazione da parte dell’Amministrazione regionale di procedure di concertazione che hanno consentito di ottenere una maggiore aderenza degli interventi alle esigenze del territorio. Ulteriore elemento distintivo delle misure dell’asse è rappresentato dall’implementazione della progettazione integrata all’interno del nuovo strumento regionale, le ARSTEL (Agende Regionali Strategiche di Sviluppo Territoriale Locale) finalizzato proprio a favorire uno sviluppo locale coerente e integrato promosso dal territorio e che consentirà di valorizzare ed accrescere l’efficacia delle esperienze sinora condotte.

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In diversi casi le problematiche evidenziate sono legate ai tempi necessari a dotarsi di tutti gli strumenti di pianificazione regionale, anche se va riconosciuto che si è trattato di un periodo di transizione che ha interessato tutte le Amministrazioni regionali italiane, le quali hanno dovuto organizzarsi per l’accrescersi delle proprie competenze a seguito del processo di devolution iniziato con la c.d. Legge Bassanini. L’analisi del grado d’integrazione delle strategie orizzontali, ovvero protezione e sostenibilità ambientale, promozione delle pari opportunità tra uomini e donne ed eliminazione delle disuguaglianze, occupazione e mercato del lavoro, inserita nel Rapporto di Valutazione al 2003, ha permesso di esprimere una serie di indicazioni in buona parte soddisfatte in fase di attuazione e di riprogrammazione del DocUP. Per quanto attiene la prima tematica, quella ambientale, è stato espresso un giudizio positivo sulla incisiva azione dell’Autorità Ambientale Regionale, sebbene siano state scontate le conseguenze di una tardiva attivazione. La presente analisi ha permesso di riscontrare una crescente attenzione per tale priorità ed ha evidenziato gli esiti dell’impegno profuso dal gruppo di lavoro dell’A.A.R. nell’integrazione di nuovi indicatori di natura ambientale e dei criteri di selezione, tenendo adeguatamente conto delle indicazioni elaborate in merito dal Valutatore, cui si aggiunge in fase di revisione del DocUP, l’introduzione di nuove azioni con finalità ambientale. Con riferimento al tema Pari Opportunità è emersa sin da subito la necessità di un rafforzamento della presenza della struttura preposta all’integrazione di tale priorità all’interno del Programma al fine di intensificare l’attività di sensibilizzazione presso i soggetti preposti all’attuazione degli interventi, fornendo al tempo stesso indicazioni concrete per favorire il mainstreaming di genere. Tuttavia l’avvio in tempi relativamente recenti di azioni mirate a soddisfare tale esigenza, ne riduce sensibilmente l’efficacia. Relativamente al tema dell’occupazione e mercato del lavoro, dall’analisi emerge una positiva integrazione della tematica all’interno del Programma, con criteri di selezione adeguati e l’inserimento di indicatori anche di tipo qualitativo (femminile, soggetti svantaggiati, contratto a tempo determinato o indeterminato, part time-full time), in linea con le proposte del Valutatore. Si segnala, poi, l’interessante collegamento tra gli aiuti alle imprese artigiane (submisura 1.1.2) e alcune iniziative del POR Ob. 3, che ha permesso di sperimentare con successo una nuova modalità per creare occupazione di qualità e che potrebbe essere replicata ed ampliata nella prossima programmazione. In futuro, una più efficace integrazione delle priorità trasversali potrà essere garantita attraverso una tempestiva attivazione delle strutture di supporto preposte sia in fase di programmazione e che di redazione dei primi bandi, magari attraverso delle linee guida disponibili sin dall’inizio e che potranno, tra l’altro, garantire l’adozione di definizioni e criteri condivisi ed omogenei; un altro aspetto da non trascurare è poi un costante e costruttivo scambio con i Servizi regionali interessati all’attuazione del Programma. Al fine di favorire una strategia regionale unitaria e coerente pur nella molteplicità degli strumenti attivabili necessità, per il futuro sarebbe auspicabile prevedere l’istituzione nell’ambito dei meccanismi di partenariato di una struttura regionale di governance. Nel Rapporto al 2003 il Valutatore ha condotto un approfondimento relativo al sistema di aiuti alle PMI cofinanziati dal DocUP con lo scopo di offrire, tra l’altro, un contributo al processo di razionalizzazione del sistema regionale di incentivi, attraverso l’individuazione delle eventuali problematiche, nonché delle possibili soluzioni per il loro superamento. La verifica condotta sull’evoluzione del sistema regionale di aiuti, mette in luce una serie di modifiche cha hanno portato ad una mirata pianificazione per il sostegno al sistema produttivo marchigiano Al fine di incrementare l’efficacia del sistema, il Valutatore aveva suggerito di rafforzare il coordinamento delle azioni del DocUP con gli altri strumenti di programmazione comunitari e regionali e di predisporre un adeguato sistema di monitoraggio regionale. In linea con tale suggerimento il processo di razionalizzazione partito per la regione Marche con l’approvazione del Piano regionale di sviluppo per le attività produttive ha portato all’approvazione del Testo Unico delle norme in materia industriale, artigiana e dei servizi alla produzione (L.R. n. 20 del 28/10/03). Quanto al secondo aspetto nell’ambito di una convenzione con l’IPI è stato previsto il supporto per l’integrazione ed implementazione della banca dati anagrafica per la verifica del rispetto del cumulo degli aiuti e del rispetto della soglia “de minimis”, ma tale banca dati è ancora in via di definizione. Relativamente alla necessità di contrastare il rischio di diseconomie gestionali, il Valutatore riteneva utile la ridefinizione della struttura degli interventi estremamente articolati, anche attraverso accorpamenti tra azioni similari. In tale direzione si è registrato un parziale adattamento in fase di programmazione, sebbene l’A.d.G. riconosca nella complessità strutturale un ambito di opportuna migliorabilità nel prossimo periodo

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di programmazione, anche a fronte dell’esigenza di canalizzare le risorse disponibili, alquanto più limitate, sulle tipologie di intervento considerate strategiche per la competitività del territorio marchigiano. In merito al sistema di gestione e di monitoraggio avevamo sottolineato positivamente la scelta della Regione di internalizzare molte funzioni gestionali, spesso delegate a strutture esterne, con la possibilità di far proprie determinate competenze, valorizzando in termini di apprendimento l’esperienza dei Fondi strutturali; si fa riferimento, in particolare, alla creazione del Gruppo di monitoraggio e assistenza tecnica regionale. Dall’analisi condotta emerge che la ridefinizione in itinere di ruoli e compiti dei diversi soggetti preposti alla gestione e all’attuazione del DocUP potrà sviluppare alcune potenzialità che solo in parte erano state espresse in termini di circolazione delle informazioni e di una “riduzione delle distanze” tra la struttura dell’A.d.G. e i Responsabili regionali delle misure di intervento. Altre problematiche emerse in sede di valutazione intermedia erano dovute alla mancata attivazione di un sistema di monitoraggio regionale in grado di colloquiare con MONITWEB e strutturato in modo da tener conto dell’eccessiva complessità e articolazione del DocUP Ob. 2 della Regione Marche e di restituire informazioni adeguate alle esigenze gestionali del Programma. Al riguardo la Regione prevede di implementare un software di monitoraggio gestionale (il c.d. “protocollino”) in grado di supportare la gestione del Programma e di trasferire automaticamente i dati inseriti nel sistema di monitoraggio nazionale. La verifica dell’esecuzione finanziaria, delle realizzazioni e degli obiettivi raggiunti al 30 giugno 2005 ha messo in evidenza dei risultati complessivamente positivi, sebbene gli esiti delle molteplici linee di azione del DocUP appaiono piuttosto diversificati. Il tardivo avvio dei DocUP Ob. 2 in tutte le regioni del Centro-Nord ha invece condizionato in parte la valorizzazione di alcuni indicatori, principalmente quelli di livello superiore. Il livello dei pagamenti raggiunge il 36,55% del costo totale del Programma e, pur non essendo particolarmente elevato, ha tuttavia consentito di soddisfare gli obiettivi di spesa annuali, scongiurando di volta in volta il disimpegno automatico delle risorse; si ricorda poi il successo legato al raggiungimento dei criteri, non solo di tipo finanziario, per l’assegnazione della premialità. Le ricadute positive delle azioni dell’asse 1 sulla competitività del sistema produttivo marchigiano potranno essere pienamente valutate nel medio e lungo periodo; tuttavia, già in questa fase, è possibile rilevare il successo di molte delle iniziative promosse, soprattutto in termini di numero di imprese che hanno beneficiato delle iniziative (oltre 1.400 ammesse a finanziamento di cui circa un migliaio ha completato gli investimenti). Le risorse spese, che ammontano al 31% del totale, in realtà sono il segnale di un certo rallentamento dell’economia regionale da ricondursi alla congiuntura sfavorevole, che ha:

• frenato in parte gli investimenti delle PMI; • inciso sulla scelta di investimenti; • prodotto numerosi casi di rinuncia rilevati, con una maggiore concentrazione nel comparto

dell’artigianato, dove le imprese presentano una dimensione piuttosto ridotta e sono, pertanto, più esposte ai condizionamenti esterni legati alle difficoltà congiunturali, ma anche a vere e proprie crisi strutturali di alcune produzioni settoriali.

Quanto alla possibilità di soddisfare pienamente gli obiettivi programmati, in questa fase, in cui non si sono ancora esplicati gli effetti attesi dalle modifiche apportate con la mid-term review, non possono che ribadirsi molte delle difficoltà evidenziate nel Rapporto di Valutazione Intermedia, principalmente legate ai risultati insoddisfacenti di alcune delle azioni più innovative legati alla scarsa conoscenza da parte dei potenziali beneficiari (nuovi servizi alle imprese proposti nella misura 1.3, in particolare quelli per la creazione di PMI innovative -1.3.3) o per l’inadeguatezza degli strumenti proposti alla struttura produttiva regionale (partecipazione al capitale di rischio submisura 1.2.2), mentre diverso è il caso degli interventi di natura infrastrutturale a favore delle aree produttive (submisura 1.4.2), che pur avendo fatto registrare dei buoni risultati attuativi, hanno, tuttavia, disatteso alcune importanti indicazioni sulle caratteristiche degli interventi che dovevano favorire la creazione di una dotazione infrastrutturale innovativa con elevati standard tecnologici ed ambientali, fatto questo imputabile in misura sostanziale all’assenza di una regolamentazione regionale delle aree ecologicamente attrezzate.

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Con l’Amministrazione regionale si è proceduto al confronto ed alla condivisione delle raccomandazioni poste in essere dal Valutatore in merito ai principali aspetti che risultano di fondamentale importanza in vista della futura programmazione 2007-2013; la politica di sostegno alla promozione delle PMI è stata oggetto di approfondimento nel presente Rapporto; si rimanda, quindi, al caso studio per ulteriori considerazioni e raccomandazioni in vista della nuova programmazione. Nell’ambito dell’innovazione, le raccomandazioni si rivolgono, in particolare, al rafforzamento della capacità di innovazione da parte della Regione attraverso la qualificazione dell’offerta di innovazione, il collegamento tra l’offerta e la domanda di innovazione del sistema produttivo marchigiano, in particolar modo attraverso la promozione di reti di cooperazione tra Università, centri di ricerca e piccole imprese. Le indicazioni desumibili dai buoni livelli di spesa dell’asse 2, avente come obiettivo il miglioramento della rete ecologica e la riqualificazione ambientale, vanno lette con una certa cautela in quanto l’andamento delle azioni previste è in realtà molto differente in relazione agli obiettivi programmati. Il superamento degli ostacoli di tipo programmatico [l’approvazione dei Piani d’Ambito e istituzione dei 5 Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) istituiti sulla base dell’iter previsto dalla legge n. 36/94 (c.d. Legge Galli)] cui si accompagna l’innalzamento del tasso di cofinanziamento lascia spazio ad un maggiore ottimismo rispetto alla capacità del Programma di raggiungere gli obiettivi, che, al termine del primo periodo di attuazione sono state in parte disattesi da alcune delle azioni finalizzate alla razionalizzazione ed al miglioramento del ciclo idrico e del sistema dei rifiuti regionali, con particolare riferimento agli interventi rivolti alla separazione dei rifiuti in flussi omogenei e costanti. Per il triennio 2004-06 gli interventi di bonifica di siti inquinati e per il recupero delle aree degradate vengono riproposti all’interno della nuova misura 2.9, ma in questo caso si nutrono forti dubbi sulla fattibilità delle azioni per il permanere del vuoto programmatico (mancato aggiornamento del Piano Regionale di Bonifica rispetto al quale va valutata la conformità dei progetti), che ha portato sinora ad esiti attuativi del tutto insoddisfacenti, insieme ad altri fattori, quali una scarsa capacità progettuale del territorio sia in termini finanziari (anche in questo caso il tasso di contribuzione non è apparso sufficiente rispetto alle possibilità dei soggetti che operano sul territorio regionale obiettivo 2) che in relazione alla qualità degli interventi. In relazione alla condivisa necessità di perseguire in misura più incisiva alcuni degli obiettivi connessi al miglioramento e alla razionalizzazione del ciclo idrico e del sistema di gestione dei rifiuti, sebbene non si tratti ambiti di intervento ammissibili a finanziamento nella nuova programmazione dei fondi strutturali, si sottolinea la possibilità di proseguire quanto intrapreso con il DocUP nell’ambito della politica regionale attraverso l’attivazione di fondi nazionali opportunamente integrati nell’obiettivo “competitività”. Non mancano i casi di successo tra le iniziative ambientali, in primo luogo quelle a carattere sperimentale volte alla riduzione dei rifiuti (submisura 2.2.1); così come hanno pienamente soddisfatto gli obiettivi gli interventi di sostegno al sistema delle aree protette e al sistema dei Centri di Educazione Ambientale (CEA). Le positive esperienze maturate potranno essere replicate in linea con le indicazioni desumibili dalle bozze dei regolamenti. In questo contesto, il perseguimento dell’obiettivo di sostenibilità ambientale quale priorità trasversale, potrà tradursi, nella futura programmazione 2007-2013, in azioni finalizzate sia al sostegno di investimenti infrastrutturali che alla creazione di condizioni favorevoli alle imprese, assegnando la priorità alla promozione dei sistemi di gestione ambientale, alla diffusione delle tecnologie pulite a livello delle PMI, soprattutto a favore di un maggiore utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili (sulla scia di quanto è stato avviato con la nuova misura 2.8 nel II triennio di attuazione), ed al risanamento dei siti contaminati. Sarà necessario, inoltre, puntare l’attenzione sulla promozione di trasporti pubblici urbani puliti che potrà essere perseguita attraverso interventi volti a incentivare l’utilizzo di tecnologie e dispositivi ecologici nei trasporti pubblici urbani. Considerazioni positive possono essere espresse sull’andamento delle azioni rivolte alla riorganizzazione del sistema dei trasporti, molte delle quali sono ancora in corso di realizzazione, ma che si distinguono per l’alta qualità degli interventi e per gli effetti attesi non solo in termini di razionalizzazione del sistema, ma anche per le positive ricadute su salubrità dei luoghi di lavoro (2.4), salvaguardia ambientale (2.4, 2.5 e 2.6), e innalzamento della qualità della vita nelle aree disagiate e meno servite a causa della morfologia del territorio (2.6). La strategia del DocUP per il miglioramento dei trasporti regionali ha dato avvio ad un percorso a nostro avviso responsabile e attento rispetto alle esigenze dei residenti, che per molti aspetti resta valido anche per il

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futuro in quanto rispondente a molte delle tipologie di azioni e ai principi proposti a livello europeo per la programmazione 2007-2013 per l’Obiettivo “Competitività”, in primo luogo a favore dei sistemi di trasporto intermodale. In particolare occorre rafforzare le infrastrutture ed intensificare gli scambi intermodali cercando di migliorare il movimento delle merci nelle aree urbane e razionalizzare il traffico extraurbano; è necessario, altresì, migliorare le dotazioni infrastrutturali dei poli strategici e le infrastrutture di connessione tra rete principale e reti locali. Con il complesso delle azioni programmate nell’asse 3, la Regione ha inteso sostenere la differenziazione delle attività economiche nel territorio interessato al fine di promuovere un miglioramento generale della qualità della vita e di un miglioramento delle condizioni occupazionali, in particolar modo per le donne e per le fasce deboli. Ad una buona performance finanziaria, si accompagnano le prime rilevazioni di realizzazioni e risultati attuativi che nell’insieme appaiono allineati con i target di programma. L’importanza della positiva risposta da parte degli operatori pubblici e privati locali, si accresce in considerazione dei contenuti innovativi delle azioni proposte, senza contare la sperimentazione di nuove procedure di pianificazione e attivazione degli interventi. Le misure in oggetto intervengono su ambiti piuttosto diversi ma nell’insieme agiscono in modo sinergico inserendosi all’interno di una medesima strategia di sviluppo sostenibile del territorio in cui assumono una valenza particolare l’approccio bottom up e l’integrazione degli interventi; una sinergia che potrà essere ulteriormente rafforzata dall’implementazione delle ARSTEL, la cui maggiore applicazione è attesa nella futura programmazione regionale. Entrando nel merito delle azioni attivate, si segnalano positivamente le misure 3.1 e 3.2 volte ad accrescere l’attrattività turistica del territorio regionale. Nel primo caso si è inteso riqualificare e ampliare l’offerta turistica attraverso azioni promozionali di ampio respiro e aiuti agli investimenti per attività a rilevanza turistica rivolti alle imprese e agli enti locali; con la seconda misura si realizzano iniziative mirate allo sviluppo di un turismo sostenibile di tipo culturale e ambientale, puntando in particolare sulla creazione del c.d. sistema regionale del museo diffuso attraverso l’attivazione di progetti integrati basati sia su reti territoriali che su tematismi. Ad innalzare la qualità della vita nelle aree elegibili e a ridurre il fenomeno dello spopolamento delle aree interne, contribuiscono le azioni previste dalla misura 3.3 finalizzate a rafforzare la rete dei servizi socioassistenziali regionale e quelle della misura 3.5 attraverso la realizzazione di progetti integrati rivolti alla rivitalizzazione dei centri storici dei comuni in condizioni di particolare disagio attraverso il miglioramento e l’adeguamento dell’urbanizzazione e la riqualificazione dell’artigianato artistico e tradizionale e la creazione dei Centri Commerciali Naturali. Le positive esperienze dell’asse 3 sin qui esaminate, potranno rappresentare un valido punto di partenza per la definizione del futuro approccio allo sviluppo locale, tenendo conto che gli orientamenti comunitari prevedono l’attivazione di tipologie di azioni assimilabili a quelle realizzate con il DocUP a favore di aree caratterizzate da specificità territoriali o da situazioni di particolare disagio sociale ed economico, che la bozza del regolamento comunitario distingue in agglomerati urbani, zone rurali, zone dipendenti dalla pesca e zone che presentano svantaggi naturali. Un discorso a parte va fatto per la misura 3.4 la quale, pur coerente con gli obiettivi dell’asse 3 di ridurre la marginalità delle aree interne e promuovere un processo di crescita sostenibile, va inquadrata all’interno della più ampia strategia regionale, nazionale ed europea per la diffusione della Società dell’informazione la cui rilevanza strategica permane anche per il futuro obiettivo “Competitività regionale e occupazione” nell’ambito della priorità “Accessibilità”, in cui si inseriscono le azioni volte a favorire l’accesso alle Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione (ICT) ed il loro utilizzo da parte dei cittadini e delle imprese. Proprio in considerazione di tale continuità, occorre tener conto dell’esperienza sino ad oggi maturata e che permette di raccogliere alcuni primi soddisfacenti risultati per le azioni avviate e inerenti la realizzazione di servizi telematici della P.A. rivolti al cittadino, con effetti particolarmente positivi per le persone diversamente abili, l’attivazione dello sportello per le attività produttive e la creazione banche dati per il marketing territoriale e l’implementazione di servizi telematici a supporto dei circuiti culturali. La situazione dell’attuale configurazione delle reti di trasporto marchigiane rende necessario uno sforzo di ammodernamento delle finalizzato a garantire adeguati livelli di mobilità tra rete transeuropea e rete regionale, e nell’ambito di quest’ultima tra reti locali e sistemi urbani e produttivi.

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In questo ambito è stata verificata la probabilità di realizzazione degli obiettivi di livello superiore, nell’ambito della quale sono stati quantificati, ove possibile, i principali indicatori di impatto, cercando comunque di colmare le lacune fornendo una stima sulla raggiungibilità degli obiettivi complessivi del Programma. I principali risultati conseguiti evidenziano come, nella maggior parte dei casi, ci sia stato un andamento positivo in termini di impatto, soprattutto sul fronte occupazionale, nell’ambito del quale si attende un positivo impatto delle azioni del DocUP, sebbene questo sia complicato dalla difficile situazione congiunturale che ha interessato l’intero Paese, con conseguenze negative, in particolar modo, sulle esportazioni dei prodotti made in Italy, settore strategico per l’economia marchigiana. La Regione, trovandosi in una situazione di “piena occupazione”, tuttavia, non presenta particolari difficoltà, ma in una prospettiva futura appare molto importante la capacità dimostrata dalle azioni del DocUP di garantire un incremento della qualità occupazionale, favorendo una maggiore stabilizzazione dei rapporti lavorativi rispetto alle altre iniziative attivate sul territorio regionale. Nel seguito si illustrano le principali considerazioni inerenti i tre approfondimenti tematici trattati nell’ambito dell’analisi focalizzata, con l’obiettivo di rispondere alle domande valutative individuate. Approfondimento sulla competitività e sugli aiuti alle imprese In questo caso le domande di valutazione individuate, cercando di soddisfare le principali indicazioni emerse dai diversi stakeholder, hanno concentrato l’attenzione sulle strategie volte a sostenere la competitività del sistema produttivo della regione Marche nei confronti dei nuovi Paesi emergenti, evidenziando l’impatto che gli incentivi hanno avuto sulle decisioni in materia di localizzazione delle imprese. La

crescita della competitività è un obiettivo sempre più pressante a seguito della crisi congiunturale internazionale che negli ultimi anni ha colpito anche il sistema produttivo marchigiano soprattutto delle piccole e medie imprese. La programmazione regionale si pone l’obiettivo di accrescere la competitività delle imprese in particolar modo puntando all’innalzamento qualitativo delle produzioni regionali, soprattutto per contrastare la crescente concorrenza internazionale che, per la regione Marche, risulta provenire principalmente dai Paesi di nuova industrializzazione, essendo presente una struttura imprenditoriale imperniata fondamentalmente su attività manifatturiere tradizionali. Dall’indagine, condotta collegandosi allo studio delle imprese localizzate su due aree specifiche affidato dalla regione Marche all’IPI ed avente per oggetto “La valutazione dell’impatto degli strumenti di incentivazione alle imprese sulle scelte di localizzazione degli investimenti”, è emersa una situazione in cui sono presenti tutte le premesse per migliorare la competitività soprattutto delle piccole imprese marchigiane. L’effetto principale dell’utilizzo delle agevolazioni è stato, soprattutto per le piccole e microimprese, l’aumento del fatturato, considerato il principale fattore di successo dell’investimento. Gli incentivi, inoltre, nel loro complesso, si sono rivelati degli utili strumenti per innescare processi di sviluppo occupazionale a livello locale, creando maggiore occupazione e pervenendo ad una stabilizzazione dei rapporti lavorativi con l’aumento dell’occupazione a tempo indeterminato, anche per la componente femminile. Un’ulteriore testimonianza di maggiore competitività per le imprese marchigiane fa riferimento al cambiamento nella distribuzione delle vendite in seguito all’ottenimento dell’incentivo, soprattutto per le imprese localizzate nelle aree eleggibili del DocUP, evidenziando una riduzione della quota locale del proprio mercato ed una maggiore penetrazione commerciale all’estero, in particolar modo nell’Unione Europea.

I regimi di aiuto attivati dal DocUP hanno risposto all’esigenza di accrescere la competitività delle imprese nelle aree obiettivo 2? Quali tipologie si sono rivelate più efficaci? Gli investimenti cofinanziati appaiono in grado di sostenere la competitività aziendale nel medio e lungo periodo?

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Un altro fattore in grado di impattare positivamente sulla competitività del territorio è la presenza di infrastrutture e reti, considerata dalle imprese intervistate il principale fattore di attrazione nella scelta di localizzazione dell’investimento confermando, quindi, l’importanza attribuita dal DocUP all’obiettivo di sostenere l’efficienza del sistema produttivo marchigiano tramite la realizzazione di interventi volti al miglioramento della dotazione e della funzionalità delle infrastrutture per la localizzazione delle imprese. Vista l’importanza attribuita al presente aspetto, anche per la futura programmazione 2007-2013, soprattutto nelle regioni rientranti nell’obiettivo “Competitività”, l’azione del FESR sarà prevalentemente imperniata sullo sviluppo delle infrastrutture dei trasporti, in un’ottica di intermodalità e di riequilibrio ambientale, al fine di garantire soprattutto un miglioramento della qualità dei servizi, in modo tale da poter accrescere la qualità della vita dell’intera popolazione e soprattutto l’attrattività del territorio di riferimento. Per il futuro si raccomanda, inoltre, di dar vita ad azioni specifiche miranti allo sviluppo della collaborazione tra il sistema di imprese e le Università. Dall’indagine, infatti, è emersa la scarsa disponibilità di manodopera qualificata a causa di un’inadeguata formazione tecnica del capitale umano rispetto alle esigenze, risultando, questa, uno dei principali ostacoli ad una maggiore innovatività aziendale. Le cause possono essere individuate nelle stesse caratteristiche intrinseche della struttura del sistema formativo-scolastico regionale, che, pur in presenza di picchi di eccellenza nella formazione tecnologica e di collegamento fra Università e mondo imprenditoriale, non è ancora riuscito a raggiungere una sufficiente massa critica, proporzionata al forte radicamento ed alle notevoli dimensioni del sistema imprenditoriale regionale. La nuova programmazione, sotto questo punto di vista, focalizza l’attenzione sulla realizzazione di maggiori investimenti in risorse umane, attraverso una continua formazione, sviluppando, quindi, sistemi di apprendimento continuo e strategie tese a promuovere la formazione delle persone meno qualificate e di quelle più anziane. Il potenziamento, in questa direzione, può essere realizzato attraverso diversi interventi: l’assegnazione di borse per il diritto allo studio, maggiori residenze per gli studenti, promozione più efficiente dell’internazionalizzazione e della mobilità dei professori e degli studenti, l’attrazione di studenti esteri. Specifiche azioni che le Università marchigiane potrebbero svolgere a supporto della competitività delle imprese sono, inoltre, la consulenza e la ricerca per conto delle imprese stesse, azioni non di facile applicazione a causa delle barriere culturali presenti sia nella tradizione delle Università italiane che presso le imprese soprattutto di piccole dimensioni che hanno prevalentemente una visione ristretta al breve periodo e l’ansia del minimo costo, soprattutto a causa della modesta disponibilità di fondi per la ricerca. Al di là, comunque, delle citate azioni, si suggerisce all’Amministrazione di esercitare un ruolo di forte raccordo fra mondo della ricerca e mondo produttivo, teso a creare quelle relazioni stabili che sono l’unico effettivo “bene immateriale pubblico” che possa garantire l’instaurazione di stabili circuiti virtuosi di veicolazione delle informazioni e dell’innovazione fra chi questa produce e chi ne è il principale fruitore. La

seconda domanda di valutazione è fortemente legata al tema oggetto del caso studio. Dall’indagine è emersa l’irrilevanza della capacità degli incentivi di dirottare gli investimenti verso le aree obiettivo del DocUP (condizionando così in maniera effettiva le scelte localizzative imprenditoriali), dimostrata dal fatto che solo un’impresa localizzata nell’area eleggibile specializzata nel settore del mobile ha deciso “effettivamente” la localizzazione dell’investimento sulla base dell’accesso agli incentivi. Il risultato spinge ad un’ulteriore riflessione sull’effettiva capacità del DocUP di favorire l’auspicato allargamento ed “esondazione” dei sistemi di produzione consolidati e spesso congestionati a favore dei comuni obiettivo limitrofi. Le ragioni possibili possono essere ricercate nell’inadeguata differenziazione degli incentivi proposti dal DocUP rispetto a quelli regionali e nazionali applicabili all’intero territorio marchigiano (già evidenziata nel Rapporto di Valutazione Intermedia), cui si aggiungerebbe l’assenza di un significativo vantaggio nelle condizioni di finanziamento e di accesso ai contributi o almeno tale da condizionare le scelte aziendali. L’agevolazione, piuttosto, è risultata “determinante” nelle aree svantaggiate per l’entità delle somme complessivamente investite, confermando una forte correlazione tra la realizzazione dell’investimento ed il ricorso ad una precisa tipologia di incentivo per le microimprese, per le quali la scelta dell’investimento è stata spesso motivata dalle condizioni esterne (la volontà, ad esempio, di acquisire nuovi mercati di sbocco o semplicemente l’opportunità di agevolazioni esistenti). Per le medie imprese, invece, la scelta

In che modo gli incentivi hanno condizionato le scelte localizzative delle imprese marchigiane?

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dell’investimento è motivata da una visione strategica originata all’interno dell’impresa stessa, risultando, quindi, più ponderata ed attenta innanzitutto in riferimento alla tipologia di investimento da realizzare. Le compagini più strutturate, quindi, appaiono in grado di “anticipare” l’investimento rispetto alle opportunità agevolative poste in essere, mentre solo in un secondo momento vengono individuate le migliori fonti di copertura finanziaria rispetto alle proprie esigenze. Nel

quadro delle azioni per lo sviluppo sostenibile poste in essere dall’AAR ed orientate a rendere più efficaci alcuni interventi del DocUP Ob. 2, particolarmente importante è l’impegno speso per la diffusione nel territorio marchigiano del modello di aree produttive ecologicamente attrezzate, ritenute un importante strumento per la crescita della competitività del sistema economico e delle imprese. La predisposizione di tale disciplina interessa fortemente il DocUP Marche, nello specifico la Submisura 1.4.2. “Aiuti agli enti locali e consorzi industriali”, modificata in sede di revisione di metà periodo proprio al fine di favorire interventi per la riqualificazione ambientale delle aree produttive esistenti o in fase di ampliamento, cofinanziando in particolare infrastrutture e dotazioni tecniche volte a garantirne l’ecoefficienza; le modifiche al Complemento, oltre che inserire delle chiare priorità e una riserva finanziaria per questo tipo di infrastrutture, hanno inteso colmare le carenze evidenziate nel primo triennio di attuazione quando la mancanza di chiare indicazioni sugli elementi che qualificassero un’area produttiva ecologicamente attrezzata di fatto ne ha impedito la realizzazione. Non è possibile rispondere adeguatamente alla presente domanda di valutazione in riferimento al caso studio, in quanto, tra le imprese intervistate, non vi è stata considerazione di nessuna impresa del fattore presenza di spazi insediativi attrezzati, quale elemento di attrazione per le scelte localizzative degli investimenti. Questo, probabilmente, anche per la mancata presenza (nei comuni oggetto dell’indagine diretta) di effettive iniziative cofinanziate dalla submisura che fossero state completate entro la data di somministrazione dei questionari. In generale è doveroso suggerire i principali punti di debolezza da rimuovere in occasione della nuova programmazione 2007-2013, per garantire una maggiore competitività alle imprese localizzate nel territorio marchigiano, attualmente colpite da una difficile fase congiunturale che inevitabilmente ha condizionato la propensione agli investimenti nelle realtà produttive di minori dimensioni, ed in particolar modo di quelle che operano nei comparti manifatturieri. L’indagine sulle aree border line ha evidenziato, infatti, maggiori difficoltà per le piccole e piccolissime imprese risultate più fragili e maggiormente esposte alla congiuntura negativa, che si è abbattuta nelle regioni italiane nell’ultimo periodo, a differenza, invece, delle medie imprese che, soprattutto in caso di raggruppamenti, presentano un maggior vantaggio competitivo, rendendo possibile strategie di innovazioni in grado di garantire una maggiore crescita del ruolo internazionale delle Marche, costruita proprio nel segno del “Made in Italy”, attraverso il sostegno ai sistemi industriali e turistici, ma anche cercando di valorizzare maggiormente le risorse artistiche e culturali che rappresentano una grande opportunità per la regione stessa. Quanto è emerso rende ancora più evidente l’opportunità di privilegiare in futuro l’attuazione di progetti mirati ad spingere le imprese verso forme di associazione ed aggregazione; imprese che per contiguità territoriale e complementarietà potrebbero creare distretti produttivi onde pervenire allo sfruttamento di economie di scala e ad una maggiore capacità di investire in attività di ricerca ed innovazione con rilevanti effetti positivi per l’intera competitività regionale. Alle piccole imprese che non sono in grado di produrre da sole strategie gestionali, occorre offrire economie e servizi di contesto, prevedendo una forte collaborazione tra la Regione ed il sistema delle autonomie, categorie economiche e sociali. Occorre in futuro concentrare gli sforzi su azioni volte ad incrementare l’innovazione e la ricerca, con l’intendo di fornire un sostegno più adeguato alle imprese, anche attraverso strumenti innovativi di ingegneria finanziaria e di partecipazione al capitale di rischio che risultino adeguati alle specificità regionali.

Gli interventi infrastrutturali rivolti alle aree produttive hanno creato un contesto favorevole all’insediamento di nuove imprese incentivando la realizzazione di opere di riqualificazione o completamento di aree produttive esistenti o dismesse secondo innovativi ed elevati standard tecnologici ed ambientali?

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Nelle regioni rientranti nell’obiettivo “Competitività regionale e occupazione”, l’intervento del FESR potrebbe essere maggiormente indirizzato verso la creazione di forme di finanziamento innovative. Il vantaggio derivante da questi strumenti è prevalentemente da ricercarsi nella capacità intrinseca degli stessi di migliorare le capacità di accesso al credito delle unità produttive di piccole dimensioni, spesso afflitte da un problema di sottocapitalizzazione, favorendone contestualmente la crescita da un punto di vista dimensionale. In merito all’accesso al credito si ricorda che in occasione della mid-term review è stata introdotta una nuova tipologia di intervento nella submisura 1.2.1 attinente il rafforzamento delle forme collettive di garanzia per le piccole imprese artigiane allo scopo di far fronte ai vincoli più stringenti per il rating di solvibilità previsti dall’accordo di Basilea II e che entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2007. Il provvedimento evidenzia come la regione Marche si sia tempestivamente attrezzata in vista delle nuove regole; inoltre l’esperienza del DocUP potrà essere un utile riferimento per organizzare con maggiore cognizione la futura programmazione regionale. Approfondimento sulle esperienze positive rivolte al recupero e allo sviluppo delle aree marginali implementando procedure attuative innovative L’approccio allo sviluppo locale ha assunto nel corso dell’ultimo decennio una connotazione sempre più orientata alla compatibilità tra le azioni promosse e le risorse endogene esistenti nelle aree oggetto di intervento. Il rilievo attribuito alla sostenibilità delle iniziative sul territorio ha favorito una più intensa attività di pianificazione dal basso e di modalità attuative che hanno privilegiato l’integrazione tra diverse tipologie di intervento anche attraverso l’attivazione del partenariato pubblico-privato a livello locale; in tale direzione il DocUP ha rappresentato l’ambito privilegiato in cui sperimentare strumenti e modalità innovativi, una scelta del resto coerente con gli orientamenti comunitari. Le tipologie di azioni oggetto dello studio sono:

la submisura 3.1.2 lett. c) – Servizi di supporto e di ricettività rurale e minore, con il recupero di borghi anche ai fini dell’attività turistico-ricettiva gestita in forma imprenditoriale;

la misura 3.3 - Aiuti agli investimenti per la riqualificazione della rete dei servizi socio-assistenziali;

la misura 3.5 - Sviluppo delle attività commerciali e artigianali e sistemazione dell’arredo urbano nei centri storici.

Le misure, selezionate all’interno dell’asse III, sono finalizzate ad accrescere la qualità della vita delle popolazioni residenti e a favorire la creazione di nuove fonti di reddito e opportunità occupazionali e si sono particolarmente distinte per:

la portata innovativa delle azioni messe in campo;

il forte interesse degli operatori locali sia pubblici che privati e la maturità dimostrata nel saper riconoscere il vantaggio di una partecipazione più attiva alla definizione del percorso di sviluppo;

la replicabilità di tali interventi, anche nell’ambito di strumenti di programmazione negoziata di recente avvio come le ARSTEL, potenzialmente in grado di valorizzare le esperienze maturate e ampliarne i positivi effetti sul territorio.

Nel seguito si restituiscono alcune conclusioni tratte dai risultati dell’indagine ed eventuali considerazioni di cui tener conto sia per il completamento della programmazione in corso che per la definizione degli elementi strategici delle future linee di azione regionali; le domande di valutazione, in questo senso, hanno costituito un riferimento costante per la conduzione dello studio e per la sintesi qui riportata.

Quali dispositivi sono stati attivati per favorire il partenariato pubblico-privato? Quali sono state le principali forme di integrazione e collegamento tra gli interventi infrastrutturali e gli aiuti alle PMI? Quali le difficoltà incontrate? Quali gli insegnamenti per il futuro?

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A partire dal quesito valutativo si è voluto indagare sulla validità del modello di progettazione dal basso e di integrazione fra gli interventi e sulla trasferibilità ad altre esperienze di programmazione territoriale locale. Uno degli elementi che è apparso interessante ai fini del presente approfondimento è rappresentato dalla forte rilevanza strategica attribuita al partenariato tra gli operatori pubblici e privati per la promozione di una reale integrazione tra iniziative complementari di valorizzazione in chiave turistica del c.d. patrimonio diffuso sul territorio marchigiano (submisura 3.1.2c) e per innalzare la qualità della vita dei residenti e/o accrescere l’attrattività anche in chiave turistica attraverso la riqualificazione dei centri storici ubicati nelle aree marginali e interne disagiate (misura 3.5). Si è poi potuto osservare un graduale cambiamento nelle modalità di promuovere l’approccio integrato, con il rafforzarsi del ruolo degli Enti locali nel favorire l’integrazione tra i progetti presentati pubblici con quelli privati; in diversi casi essi raccolgono i progetti dei privati e li trasmettono poi insieme ai propri alla Regione, divenendo a tutti gli effetti dei soggetti attuatori e garantendo anche l’implementazione di tutte le modalità e procedure previste, rispetto alle quali comunque l’Amministrazione regionale effettua dei controlli a campione. Con il finanziamento dei Centri Naturali Commerciali, questo approccio già sperimentato con successo nell’ambito della submisura 3.1.2 lett. c), è stato implementato anche per la misura 3.5. Un’altra procedura alquanto originale si può ritrovare nei processi di programmazione partecipata sperimentata per la realizzazione della rete dei servizi socioassistenziali (misura 3.3), atti a coinvolgere una pluralità di soggetti pubblici, economici e sociali. Il procedimento di seguito descritto può ritenersi a tutti gli effetti sperimentale per la preferenza accordata alla concertazione con gli Enti locali e finalizzata all’individuazione degli obiettivi di politica sociale e delle forme integrate di intervento da assumere nei diversi Ambiti territoriali, ossia assetti territoriali ottimali per la pianificazione sociale definita nel succitato piano di settore regionale. Le relazioni con e tra gli Enti locali rispondono ai princìpi del decentramento e della sussidiarietà e sono fondamentali per l’attuazione della misura in esame, poiché i servizi sociali sono a regia comunale. Il coinvolgimento dei soggetti pubblici operanti sul territorio e lo svolgimento delle attività di concertazione e preselezione degli interventi hanno determinato forti ritardi rispetto alla tempistica inizialmente prevista; tuttavia, il nuovo approccio programmatico costituisce un esempio di best practice che potrà essere replicato in futuro sia nell’ambito della Regione stessa che in altri territori per l’implementazione di altre iniziative di sviluppo locale. La nuova pratica di concertazione ha favorito l’individuazione dei principali fabbisogni delle popolazioni residenti, garantendo altresì una ripartizione efficiente e razionale delle risorse tra i vari comuni componenti i diversi ambiti, grazie a valutazioni oggettive che hanno permesso di dare precedenza alle problematiche rivelatesi prioritarie e di tener conto delle caratteristiche socio-demografiche e territoriali per la scelta dei luoghi dove realizzare gli interventi. In tutti i casi esaminati, l’elemento decisivo per il successo delle iniziative realizzate è rappresentato dalla maturità del territorio che ha manifestato apprezzamento per la centralità assunta dal processo di concertazione, come pure la capacità nel rivestire un ruolo più attivo nella programmazione dello sviluppo locale. La novità degli strumenti e delle procedure proposte ha rappresentato la principali criticità ed è stata fonte di ritardo; altre difficoltà potranno essere superate con una semplificazione delle procedure amministrative ritenute eccessivamente onerose; al riguardo occorre aggiungere che molti degli adempimenti sono previsti dalla normativa sui Fondi Strutturali e ad ogni modo l’AdG, già a partire dai primi mesi del 2005, si sta impegnando sul fronte della semplificazione delle procedure, sia interne che esterne all'Amministrazione regionale. Infine, aspetti quali la sostenibilità nel periodo medio-lungo dei costi di gestione rappresenta un vincolo gravoso per i beneficiari finali pubblici.

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Come e con quali risultati è stata promossa l’integrazione degli interventi all’interno della medesima misura? Si sono sviluppate sinergie tra le azioni rivolte allo sviluppo locale attivate nell’ambito del DocUP e/o con iniziative realizzate con altre risorse comunitarie o regionali, secondo un percorso di sviluppo locale complesso?

Per le misure dell’asse 3 oggetto dello studio, ma non solo, appare abbastanza evidente il loro agire sinergico verso il raggiungimento di alcuni obiettivi di livello superiore del DocUP quali l’innalzamento della qualità della vita dei residenti nelle aree obiettivo 2, con la creazione di servizi migliori, opportunità occupazionali, anche al fine di contrastare il preoccupante fenomeno dello spopolamento. Questa integrazione è stata realizzata in modo efficace all’interno delle stesse misure [com’è stato illustrato in precedenza per la submisura 3.1.2 c) e la misura 3.5], soprattutto attraverso l’attivazione del partenariato pubblico-privato, promosso in un primo momento dalla Regione e successivamente riconoscendo un ruolo di maggiore rilevanza agli Enti locali; un orientamento coerente con le buone capacità evidenziate e l’accrescersi delle competenze delegate alle Amministrazioni locali in base al principio di sussidiarietà. In molti casi si può parlare di sistemi integrati di iniziative a scala territoriale, innanzitutto con riferimento al medesimo ambito di intervento; ad esempio per la misura 3.3, in linea con le finalità del Piano di settore, è stato completato il rafforzamento della rete per i servizi socio-assistenziali su tutto il territorio regionale, attivando accanto alle iniziative promosse dal DocUP altre azioni rivolte ai territori fuori obiettivo attraverso l’implementazione della medesima procedura negoziale. In realtà, gli interventi esaminati possono essere collocati in un processo di sviluppo più ampio che ha come obiettivo proprio l’accrescimento della qualità della vita delle popolazioni residenti e la riduzione della tendenza allo spopolamento; in questo senso va intesa la partecipazione di alcuni dei Comuni coinvolti, singolarmente o in forma associata, nei progetti attuativi della misura ad iniziative a valere su altre azioni del DocUP strettamente correlate, ossia tutte le misure dell’asse 3, come pure le misure 2.6 e 2.7, destinate rispettivamente alla razionalizzazione del sistema del trasporto pubblico nelle aree marginali e alla riqualificazione dei centri rurali. Dalle informazioni raccolte è, dunque, possibile affermare che il DocUP ha favorito lo sviluppo della collaborazione, anche spontanee, tra le Amministrazioni locali in una logica di sviluppo globale di ambiti territoriali omogenei. Le positive esperienze maturate in questi anni e prese in considerazione dalla presente analisi sono state possibili grazie alla validità degli strumenti attivati dalla Regione e dalla capacità degli operatori locali pubblici e privati di sapersi appropriare di modi innovativi di pensare e promuovere lo sviluppo locale; ciò fa emergere evidentemente l’opportunità di riproporre meccanismi analoghi anche per il nuovo periodo di programmazione. In particolare appare molto efficace l’approccio per ambiti territoriali – siano questi distretti industriali, reti di imprese, distretti culturali, territori caratterizzati da crisi e/o riconversioni industriali, ecc. - in alternativa ad azioni genericamente applicate a tutto il territorio; dunque non bisognerebbe prescindere dall’esistenza di caratteristiche omogenee delle realtà su cui si va ad intervenire, assicurando al tempo stesso un’adeguata concentrazione di risorse al fine di garantire la massa critica di investimenti necessaria per le tipologie di intervento considerate strategiche per la competitività del sistema regionale. Il rafforzamento dell’approccio integrato territoriale è un altro aspetto da tenere in considerazione per la prossima politica regionale, anche alla luce degli orientamenti europei e nazionali, valorizzando le esperienze realizzate con il DocUP che hanno consentito di perseguire in maniera sinergica gli obiettivi di sviluppo individuati e di realizzarli in modo più efficiente ed efficace. Tra le esperienze avviate a livello regionale e che potranno costituire strumenti e/o modalità di utilizzo delle risorse disponibili al fine di coniugare l’approccio integrato con la disponibilità di risorse limitate e con le esigenze della concentrazione tematica e settoriale, si segnalano:

le ARSTEL, che potranno favorire la concentrazione sia tematica che territoriale di azioni coerenti;

i sistemi turistici e culturali a supporto della conoscenza, della preservazione e della valorizzazione del patrimonio storico, culturale e naturale della regione.

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Quanto agli ambiti di intervento, dalla bozza del Regolamento relativo al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale del 14/07/2004, artt. n. 8, 9 e 10, si desume una certa continuità con le azioni promosse dall’Asse 3 del DocUP nell’attuale programmazione, con particolare riguardo alle iniziative volte a favore lo sviluppo di aree caratterizzate da specificità territoriali o da situazioni di particolare disagio sociale ed economico, che il documento comunitario distingue in agglomerati urbani, zone rurali, zone dipendenti dalla pesca e zone che presentano svantaggi naturali. Si propone di continuare ad agire sul versante dei servizi alla popolazione, che tengano conto dei cambiamenti nelle strutture demografiche, e a favore della diversificazione economica con misure destinate a promuovere l’imprenditorialità, l’occupazione e lo sviluppo delle comunità locali, puntando principalmente sulle attività di valorizzazione e promozione del patrimonio storico, culturale e ambientale, in modo da incentivare l’uso sostenibile delle risorse naturali e a stimolare il settore turistico, quali ambiti potenziali di intervento in aree con specificità territoriali. L’attuazione di tali interventi non dovrà poi prescindere dall’utilizzo efficace da forme di concertazione sviluppate a livello locale, dal ricorso al partenariato pubblico-privato e dalla progettazione integrata, la cui strategicità anche nella presente programmazione è stata più volte sottolineata nel documento di valutazione.

In quali altri ambiti di intervento appare possibile replicare l’approccio sperimentato (prime ipotesi: iniziative di natura ambientale, ARSTEL)?

Dalle positive esperienze evidenziate nell’ambito delle tre tipologie di azioni descritte, emerge una chiara indicazione a favore della concertazione con il territorio e della promozione di una sempre maggiore integrazione tra i molteplici interventi che dovranno agire in modo coerente e sinergico per uno sviluppo armonioso di aree caratterizzate da elementi distintivi omogenei dal punto di vista delle potenzialità e degli eventuali fattori di disagio. Con le ARSTEL, lo strumento di progettazione integrata individuato dalla regione Marche e di cui è di recente partita una prima sperimentazione, si dà seguito a questo orientamento in atto da qualche anno, e con le quali si intende sistematizzare e ampliare la portata delle iniziative sinora sperimentate con un certo successo, soprattutto grazie all’interesse e alla maturità dimostrate dal territorio. Nel corso dell’indagine condotta sono emerse esperienze ed opinioni differenti da cui trarre possibili indicazioni sul valore aggiunto della progettazione integrata e dei possibili ambiti di intervento, così come alcuni fattori di rischio da non trascurare e che potrebbero condizionare in parte l’efficacia del nuovo strumento. Le ARSTEL prevedono la messa in coerenza di interventi anche molto diversi; ad oggi, nell’ambito del DocUP sulla base dell’interesse manifestato dal territorio, sono state attivate alcune linee di azione, ma una prima indicazione emersa attiene proprio alla necessità di estenderle. In particolare, le Agende appaiono adatte ad attivare al proprio interno alcune tipologie di intervento previste dal DocUP, come la misura 3.5, e, più in generale, a quelle le cui competenze sono state delegate a livello locale per il principio di sussidiarietà, per gli evidenti vantaggi offerti da questo strumento nel favorire le capacità programmatiche locali attraverso una più intensa concertazione tra i diversi soggetti interessati alla gestione del territorio. Una indicazione chiara in tal senso è stata data da alcuni rappresentanti delle istituzioni locali alle azioni per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, la cui sperimentazione all’interno di ARSTEL propriamente ambientali è stata da poco avviata al di fuor del DocUP. I vantaggi attesi da questo strumento sono molteplici, ma potranno essere pienamente rilevati solo in un momento successivo, tuttavia già in questa prima fase dell’attuazione è possibile cogliere alcuni aspetti positivi. Innanzitutto è stato segnalato un arricchimento rispetto all’attuazione ordinaria degli interventi resa possibile soprattutto dalla positiva concertazione tra tutti i livelli dell’Amministrazioni (Regione, Province e Comuni), in cui le attività negoziali appaiono molto produttive, anche grazie alla maturità dei soggetti coinvolti che hanno dimostrato di saper mettere da parte la tradizionale competizione esistente tra i diversi livelli e saper indirizzare i propri sforzi verso obiettivi comuni di sviluppo.

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Ecosfera S.p.A. LXVII

I vantaggi percepiti dagli operatori regionali sono, invece, legati alle opportunità di collaborazione tra i diversi Servizi, la cui efficacia è accresciuta dall’individuazione di strumenti e modalità condivise e omogenee per la valutazione dei progetti, l’istruttoria delle pratiche con ricadute positive in termini di semplificazione procedurale e di perseguire secondo un approccio coerente le finalità programmatiche. Non bisogna tuttavia trascurare i fattori in grado di contrastare i vantaggi di un approccio integrato; in primo luogo occorre assicurare la qualità dell’integrazione per evitare il rischio di incorrere in una mera somma di interventi; un timore in parte avvalorato anche dalla preferenza accordata ai progetti conclusi, una scelta che privilegia l’obiettivo di spesa e del resto inevitabile per l’avvio dello strumento delle ARSTEL solo nella fase conclusiva della programmazione, senza dunque avere molto tempo a disposizione per sviluppare il progetto integrato nelle diverse fasi necessarie. Assumendo l’esistenza di questo limite che condiziona questa prima sperimentazione delle ARSTEL, per creare un’integrazione ex post occorre investire molto tempo, soprattutto nel forte coinvolgimento degli operatori pubblici e privati che operano sul territorio, avviando, altresì, un’opera altrettanto incisiva in termini di promozione e di diffusione delle informazioni presso la popolazione interessata. In merito alla capacità di valorizzare le buone pratiche maturate nel corso del 1° triennio di programmazione, le procedure di definizione e attuazione delle ARSTEL presentano senza dubbio dei margini di miglioramento. Alcuni limiti si riscontrano nella fase di concertazione, ad esempio il parere meramente formale espresso dagli Ambiti territoriali sulle iniziative da attuare con le ARSTEL, non consente di replicare all’interno delle Agende la medesima qualità della concertazione nel pervenire alla definizione delle priorità territoriali che era stata assicurata con le procedure ordinarie della misura 3.3. Si ricorda che, rispetto all’attuazione ordinaria delle misure, con le Agende si aggiunge la presenza di nuovi soggetti, le Province, che sono tenute a promuovere una concertazione a livello locale, assicurando quanto meno la riunione della Conferenza provinciale delle autonomie, i cui risultati sono fortemente dipendenti dalla compatibilità degli interessi di cui erano portatori gli Enti locali. Da rafforzare in futuro è, invece, il coinvolgimento delle parti sociali, con cui non è stato previsto l’obbligo del confronto, dando per assunta l’esistenza a monte di una concertazione in realtà solo possibile, in quanto i progetti venivano selezionati nell’ambito della programmazione locale. Tornando al caso dei servizi socioassistenziali entra in gioco un problema di competenza e di ruoli e, nello specifico, tra le Amministrazioni provinciali e gli Ambiti territoriali; questi ultimi sono infatti organismi di recente istituzione e più vicini ai Comuni che non alle Province, il cui riconoscimento quali interlocutori nelle attività negoziali non è ancora pienamente maturato. È probabile che nel tempo si riuscirà a valorizzare al meglio la capacità degli Ambiti di esprimere un percorso di sviluppo condiviso, integrato e soprattutto coerente rispetto ai fabbisogni ed alle potenzialità di sistemi territoriali subprovinciali caratterizzati da una certa omogeneità, in linea con l’idea stessa che ha originato le Agende; a questo riguardo occorre segnalare che il territorio dell’ARSTEL in diversi casi coincide con una definizione dell’area di tipo puramente amministrativo (l’area provinciale). L’ambiente come priorità trasversale Nel corso degli ultimi anni è stato evidenziato un sempre maggiore impegno da parte dell’Amministrazione regionale a favore della sostenibilità ambientale che ha trovato un importante stimolo proprio nell’esperienza fino ad oggi maturata con il DocUP che ha costituito, insieme ad altri programmi cofinanziati dal Fondi Strutturali, un punto di partenza fondamentale per dotarsi di tutti gli strumenti necessari ad una maggiore integrazione della priorità in oggetto. Restano da superare alcuni ostacoli affinché questi strumenti possano essere correttamente e tempestivamente implementati in modo da produrre i risultati attesi, in primo luogo promovendo una più efficace collaborazione tra i diversi soggetti preposti al perseguimento delle finalità individuate, in particolare tra l’A.d.G., i diversi servizi regionali e l’A.A.R..

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Ecosfera S.p.A. LXVIII

La combinazione di interventi di sostegno al sistema produttivo e/o all’ambiente appare in grado di generare effetti ambientali positivi?

Dall’analisi è emerso che, per generare effetti positivi sull’ambiente, occorre tener presente che tutti i settori di attività economica utilizzano risorse ambientali e producono effetti sull’ambiente, per cui non è possibile prevedere una combinazione di interventi di sostegno al sistema produttivo e/o all’ambiente ma è necessario integrare la componente ambientale sia nella fase di programmazione che di attuazione cercando di dare priorità agli interventi con minore impatto ambientale e assicurandosi che i bandi recepiscano in modo adeguato quanto stabilito nelle linee guida e nei documenti programmatici. A tal proposito vista l’importanza rivestita nel DocUP dalla valutazione ambientale nell’attuale periodo di programmazione per l’affermazione della trasversalità della tematica ambientale nei diversi settori di investimento, il Valutatore ritiene che essa sarà importante anche per la futura politica di coesione, anche se le linee guida per la redazione dei documenti strategici regionali preliminari, finalizzati alla predisposizione del QSN, non lo prevedono esplicitamente. In particolare l’adozione della Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) consentirebbe di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto della elaborazione ed adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. La valutazione di tali piani e programmi, inoltre, non si limita ai soli impatti determinati dai progetti e dagli interventi riconducibili al piano stesso, ma prende in considerazione la coerenza fra obiettivi del piano ed obiettivi strategici di tutela ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario e nazionale. L’analisi di tipo quantitativo sui risultati ottenuti dal calcolo degli indicatori sintetici nel primo triennio di programmazione del DocUP ha evidenziato risultati nel complesso soddisfacenti per le misure qualificabili come propriamente ambientali che ritroviamo prevalentemente nell’asse II, sebbene in qualche caso siano i dati attuativi ad essere talvolta di scarsa entità; al contrario la priorità appare meno integrata laddove la valenza ambientale degli interventi è solo trasversale come nel caso delle iniziative rivolte al sistema delle imprese. Si ritiene che, nonostante i risultati positivi ottenuti da alcune submisure dell’asse I [1.1.3 e 1.3.1 lettere d) ed e)], sia necessario impegnarsi ancora di più nel perseguimento della sostenibilità ambientale degli interventi a sostegno del sistema produttivo. In generale si suggerisce, nella definizione dei criteri di selezione degli investimenti produttivi, la previsione di una chiara priorità da accordare ad investimenti con minor impatto ambientale, in luogo dei punteggi supplementari facoltativi applicati i qualche caso nelle misure del DocUP. Quanto all’asse III, che promuove un insieme di azioni funzionali all’attivazione di un percorso di sviluppo sostenibile in armonia con le risorse del territorio, un maggiore orientamento verso la sostenibilità ambientale degli interventi è stato rilevato nell’ambito delle misure rivolte al turismo, che si concretizza in particolare attraverso l’utilizzo delle tecniche e dei materiali della bioarchitettura e, più in generale, per la valenza strategica attribuita al patrimonio naturale e paesaggistico. Si ravvisa, quindi, una diffusa consapevolezza dell’opportunità di investire nei fattori qualificanti un turismo di nicchia qual è quello culturale e ambientale, che si rivolge a un target ben definito e più sensibile alla qualità del territorio. La consapevolezza che esista una forte domanda potenziale del territorio suggerisce per il futuro di proseguire il percorso di sviluppo intrapreso, continuando a dare spazio adeguato agli aspetti attinenti la sostenibilità ambientale. Con riferimento alla nuova programmazione, infine, si sottolinea l’importanza del principio sulla base del quale la responsabilità degli effetti ambientali del sistema economico sia una responsabilità condivisa tra tutti i soggetti: imprese, consumatori e soggetti pubblici; si raccomanda, pertanto, il loro coinvolgimento nella ricerca di una soluzione alle problematiche ambientali attraverso la previsione di strumenti innovativi. Potrebbe essere utile a tale scopo l’esperienza che la regione Marche sta facendo, non solo nell’ambito del DocUP, ma anche attraverso l’implementazione delle ARSTEL ambientali nell’ambito del Programma A.S.S.O. e la creazione sperimentale di aree produttive ecologicamente attrezzate, sia all’interno del DocUP che al di fuori, da cui trarre utili indicazioni per l’adeguamento della normativa regionale secondo quanto previsto dalla Legge Bassanini.