AGGIORNAMENTI ••••• ELEZIONI AMMINISTRATIVE: IL PRIMO … · IL PRIMO VOTO NON SI SCORDA...

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1 © 2012 RCS Libri S.p.A. – Tutti i diritti sono riservati ••• AGGIORNAMENTI ••••• ELEZIONI AMMINISTRATIVE: IL PRIMO VOTO NON SI SCORDA MAI di Giacomina DINGEO Il prossimo 6 e 7 maggio si vota in molti Comuni d’Italia, piccoli e grandi. Vediamo quali sono le regole previste per eleggere sindaco e consiglieri comunali. Il 6 e il 7 maggio di quest’anno si vota in molti Comu- ni, tra i quali Verona e Palermo, per eleggere il sinda- co e i consiglieri comunali. Il turno di ballottaggio si terrà il 20 e 21 maggio. Le elezioni amministrative 2012 riguarderanno sol- tanto le elezioni comunali. Non si svolgeranno, invece, le previste elezioni per le amministrazioni provinciali (9 Province) che avreb- bero dovuto rinnovare gli organi amministrativi: Ancona, Belluno, Cagliari, Caltanissetta, Como, Ge- nova, La Spezia, Ragusa e Vicenza. Queste saranno commissariate secondo quanto previsto dal decreto “Salva Italia” (d.l. 6 dicembre 2011, n. 201 convertito con modificazioni dalla l. 22 dicembre 2011, n. 214). Sulla data delle elezioni fanno eccezione il Trentino- Alto Adige che ha indetto le elezioni comunali il 20 maggio, la Valle d’Aosta che le ha indette per il 27 maggio e la Sardegna dove si vota il 20 e 21 maggio. In totale andranno alle urne 1020 Comuni di cui 777 appartenenti a Regioni a statuto ordinario e 243 a Regioni a statuto speciale. Al voto saranno chiamati oltre nove milioni di elettori. Voteranno per la prima volta i giovani che hanno da poco compiuto la maggiore età. Per votare alle elezioni comunali, come è noto, bisogna essere cittadini italiani, compiere i diciotto anni d’età entro il 6 maggio e godere dei diritti civili e politici, ovvero non essere incorsi in condanne penali provviste di pena accessoria che esclu- da dall’esercizio dei diritti politici. Ricordiamo che possono anche votare i cittadini di un altro Stato dell’Unione europea i quali risiedano rego- larmente nel Comune in cui si vota. Ai neo-maggiorenni arriverà in questi giorni – se l’uf- ficio elettorale municipale non vi ha già provveduto – la tessera elettorale, indicante il seggio di apparte- nenza, che, unitamente a un documento di riconosci- mento, l’elettore dovrà presentare al presidente del seggio al quale si sarà regolarmente recato in qual- siasi momento compreso tra le ore 8.00 e le ore 22.00 di domenica 6 e le ore 7.00 e le ore 15.00 di lunedì 7 maggio 2012.

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ELEZIONI AMMINISTRATIVE: IL PRIMO VOTO NON SI SCORDA MAIdi Giacomina DINGEO

Il prossimo 6 e 7 maggio si vota in molti Comuni d’Italia, piccoli e grandi. Vediamo quali sono le regole previste per eleggere sindaco e consiglieri comunali.

Il 6 e il 7 maggio di quest’anno si vota in molti Comu-ni, tra i quali Verona e Palermo, per eleggere il sinda-co e i consiglieri comunali. Il turno di ballottaggio si terrà il 20 e 21 maggio.Le elezioni amministrative 2012 riguarderanno sol-tanto le elezioni comunali. Non si svolgeranno, invece, le previste elezioni per le amministrazioni provinciali (9 Province) che avreb-bero dovuto rinnovare gli organi amministrativi: Ancona, Belluno, Cagliari, Caltanissetta, Como, Ge-nova, La Spezia, Ragusa e Vicenza. Queste saranno commissariate secondo quanto previsto dal decreto “Salva Italia” (d.l. 6 dicembre 2011, n. 201 convertito con modificazioni dalla l. 22 dicembre 2011, n. 214).Sulla data delle elezioni fanno eccezione il Trentino-

Alto Adige che ha indetto le elezioni comunali il 20 maggio, la Valle d’Aosta che le ha indette per il 27 maggio e la Sardegna dove si vota il 20 e 21 maggio.In totale andranno alle urne 1020 Comuni di cui 777 appartenenti a Regioni a statuto ordinario e 243 a Regioni a statuto speciale.Al voto saranno chiamati oltre nove milioni di elettori. Voteranno per la prima volta i giovani che hanno da poco compiuto la maggiore età.Per votare alle elezioni comunali, come è noto, bisogna essere cittadini italiani, compiere i diciotto anni d’età entro il 6 maggio e godere dei diritti civili e politici, ovvero non essere incorsi in condanne penali provviste di pena accessoria che esclu-da dall’esercizio dei diritti politici.

Ricordiamo che possono anche votare i cittadini di un altro Stato dell’Unione europea i quali risiedano rego-larmente nel Comune in cui si vota. Ai neo-maggiorenni arriverà in questi giorni – se l’uf-ficio elettorale municipale non vi ha già provveduto – la tessera elettorale, indicante il seggio di apparte-nenza, che, unitamente a un documento di riconosci-mento, l’elettore dovrà presentare al presidente del seggio al quale si sarà regolarmente recato in qual-siasi momento compreso tra le ore 8.00 e le ore 22.00 di domenica 6 e le ore 7.00 e le ore 15.00 di lunedì 7 maggio 2012.

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Normalmente la prima esperienza elettorale per i giovani è motivo di emozione: è una sorta di battesimo dell’età adulta e insieme di debutto nella vita pubblica.E non conta che si voti per il Parlamento piuttosto che per il Comune. Conta che, per la prima volta, il diciottenne prende parte attiva alle scelte istituzio-nali e, al di là di quanto si interessi alla politica o della fiducia che abbia nei partiti, il primo voto è un’esperienza che non dimenticherà più. Il giovane neo-maggiorenne che andrà a votare a maggio avrà probabilmente un motivo in più per sentirsi coinvolto. Infatti egli andrà a scegliere gli amministratori dell’ente politico-istituzionale che gli è più vicino, il Comune, in cui si imbatte tutti i giorni quando percorre una strada in motorino, o chiede un certificato, o passeggia nel parco cittadino ecc. E magari conosce chi si candida a sindaco o più semplicemente a consigliere comu-nale. Oppure qualcuno gli ha chiesto di candidarsi a fare il riempilista. Tuttavia, il più delle volte il giovane neo-elettore si domanda come deve votare, non tanto per chi, quanto piuttosto come.

COME SI VOTA…

A questo proposito giova ricordare che il Testo unico sull’ordinamento degli enti locali (d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267) disciplina l’elezione tanto del sindaco quanto dei consiglieri comunali, che durano in carica cinque anni. L’elezione, infatti, è contestuale: l’elettore riceve un’unica scheda su cui sono ripor-tati i nomi dei candidati alla carica di sindaco, a fianco di ciascuno dei quali sono presenti i simboli delle liste collegate per l’elezione dei consiglieri. I Comuni italiani sono classificati in piccoli e grandi, a seconda della popolazione residente. Sono piccoli i Comuni fino a quindicimila abitanti, grandi gli altri.

NOME E COGNOME

(preferenza candidato consigliere)

NOME E COGNOME

(preferenza candidato consigliere)

NOME E COGNOME

(preferenza candidato consigliere)

NOME E COGNOME

(preferenza candidato consigliere)

NOME E COGNOME

(preferenza candidato consigliere)

NOME E COGNOME

(preferenza candidato consigliere)

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(preferenza candidato consigliere)

NOME E COGNOME

(preferenza candidato consigliere)

NOME E COGNOME

(preferenza candidato consigliere)

(candidato sindaco)

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(candidato sindaco)

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(candidato sindaco)

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(candidato sindaco)

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…NEI PICCOLI COMUNI

Per i piccoli Comuni, i candidati a sindaco sono collegati solamente a una lista so-stenitrice.

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L’elettore sceglie il candidato sindaco, segnando il suo nome. In tal modo, automa-ticamente dà il voto anche alla lista che lo appoggia. Può anche indicare il nome di un candidato consigliere della stessa lista che appoggia il sindaco. Sarà eletto, nell’unico turno di votazione, il candidato sindaco che avrà ottenuto più voti, anche uno solo in più degli avversari.In caso di parità di voti si procede a un turno di ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti, da effettuarsi la seconda domenica suc-cessiva. In caso di ulteriore parità viene eletto il più anziano di età.La lista che lo appoggia vedrà eletti tanti consiglieri da rappresentare i due terzi del consiglio comunale. Il terzo rimanente sarà assegnato, con criterio proporzionale, alle altre liste.

…NEI GRANDI COMUNI

Nei grandi Comuni ogni candidato alla carica di sindaco può collegarsi a una o più liste di candidati al consiglio comunale. L’elettore, al contrario di quello dei Comuni fino a quindicimila abitanti, può dare un voto congiunto o un voto disgiunto.Con il primo sceglie il candidato sindaco e una lista tra quelle che lo appoggiano. E tuttavia se vota solo il sindaco il voto non va automaticamente ai partiti che lo appoggiano. Viceversa, se sceglie di dare il suo voto a una lista, magari esprimendo la sua preferenza con l’indicazione del nome di un candidato, il suo voto automati-camente si estende anche al candidato sindaco sostenuto dalla lista scelta.

IL VOTO DISGIUNTO

Con il voto disgiunto, l’elettore sceglie un candidato sindaco e una lista che ne ap-poggia un altro. I motivi di questa sorta di “schizofrenia” elettorale, verosimilmente (?) tenuti in considerazione dal legislatore quando ha concepito e approvato il voto disgiunto, riposano sul fatto che, poiché l’elettore conosce i suoi concittadini che si candidano, può avere stima per Tizio che si candida a sindaco, ma anche per Caio che aspira a diventare consigliere comunale, ma che appoggia il candidato sindaco Sempronio. In realtà si è trattato, da un lato di introdurre un criterio di differenziazione tra picco-li e grandi Comuni di cui non si sentiva il bisogno. Dall’altro di creare le condizioni di una certa ricattabilità del sindaco, che con l’elezione diretta finalmente provava a uscire dal tunnel dei veti incrociati che hanno caratterizzato per decenni i sindaci eletti con i criteri precedenti.In passato, infatti, il sindaco, che era un consigliere comunale eletto dagli altri alla carica di sindaco, poteva ben cadere a piacimento del consiglio comunale che ne eleg-geva un altro. Oggi vale la regola, lapidariamente sintetizzata nel brocardo latino: simul stabunt, simul cadent, ovvero “come insieme staranno così insieme cadranno”.Infatti se cade il sindaco, cade il consiglio e si rivota; ugualmente se cade il consi-glio, cade anche il sindaco e si va a nuove elezioni. E tuttavia il voto disgiunto è uno strumento che può funzionare come un avverti-mento preventivo a chi si candida a fare il sindaco, manovrabile dai “capibastone” dei partiti cittadini. Tornando ai meccanismi di funzionamento per eleggere sindaco e consiglieri nei grandi Comuni, va ricordato che viene eletto al primo turno il candidato sindaco che ottenga la metà più uno dei voti validamente espressi, altrimenti due domeniche dopo si va al turno di ballottaggio, cui prendono parte solo i due candidati che hanno ottenuto più suffragi al primo turno. Al ballottaggio, ovviamente, chi vince sfonda il muro del 50% dei voti. Ove si verificasse la parità, è proclamato sindaco il candidato collegato con la lista o il gruppo di liste per l’elezione del consiglio comunale che ha conseguito la mag-

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1. Perché il 6 e il 7 maggio si svolgeranno soltanto le elezioni comunali?

2. In base a quale criterio i Comuni sono classificati in piccoli e grandi?

3. Come viene eletto il sindaco nei piccoli Comuni?

4. Come viene eletto il sindaco nei grandi Comuni?

5. Che cosa si intende per voto disgiunto?

6. Qual è la tua opinione sul voto disgiunto?

7. Come vengono eletti i consiglieri comunali nei piccoli Comuni?

8. Come vengono eletti i consiglieri comunali nei grandi Comuni?

9. Se nel tuo Comune si vota, andrai a votare? Perché?

giore cifra elettorale complessiva. A parità di cifra elettorale, è proclamato sindaco il candidato più anziano d’età. Per i due candidati sindaco ammessi al ballottaggio, rimangono fermi i collegamenti con le liste per l’elezione del consiglio dichiarati al primo turno. I candidati ammessi al ballottaggio hanno, tuttavia, facoltà, entro sette giorni dalla prima votazione, di dichiarare il collegamento con ulteriori liste rispetto a quelle con cui è stato effettuato il collegamento nel primo turno. Tutte le dichiarazioni di collegamento hanno efficacia solo se convergenti con analoghe dichiarazioni rese dai delegati delle liste interessate.

ELEZIONE DEI CONSIGLIERI COMUNALI

Per quanto riguarda l’elezione dei consiglieri comu-nali, qui si applica il cosiddetto premio di maggioran-za.Infatti alle liste che hanno sostenuto, tra primo e se-condo turno, il candidato sindaco che vince spetta il 60% dei seggi. Il rimanente 40% viene ripartito tra le liste che hanno appoggiato i candidati perdenti, secondo il criterio proporzionale. I primi a risultare eletti consiglieri sono proprio i candidati alla carica di sindaco che hanno subito, tra primo e secondo turno, la sconfitta, collegati a ciascuna lista che abbia ottenu-to almeno un seggio.

Il sindaco eletto e i consiglieri rimangono in carica, come detto, per un lustro. Il sin-daco può essere confermato per una sola volta, consecutiva alla prima, sempreché uno dei due mandati non si sia concluso prima della metà della sua durata per una causa diversa dalle dimissioni volontarie. Tuttavia, successivamente, può ricandidarsi. Le regole, come è evidente, possono sembrare un po’ complicate.Ma il neo-elettore non deve preoccuparsi. Deve solo imparare quelle poche elemen-tari regole che gli garantiscono di esprimere un voto valido. E, aggiungiamo noi, consapevole.In periodi come questo, in cui c’è una forte crisi della politica, e dei partiti in specie (il loro gradimento, secondo i più recenti sondaggi, è al 4%!) le elezioni comunali vanno, forse, in controtendenza. Perché si tratta di dare al proprio Comune di resi-denza degli amministratori che siano degni e capaci. E se l’elettore li conosce e si fida di loro, il voto diventa una scelta desiderata e consapevole. Il rapporto diretto, poi, tra gli eletti e gli elettori (ci si conosce e ci si incontra per strada) dovrebbe rappresentare la garanzia che votare alle elezioni comunali non è un voto perso, né inutile. E se è vero che la crisi generale del Paese ha ridotto drasticamente le risorse finanzia-rie a disposizione dell’ente territoriale più piccolo, ma più vicino ai cittadini, purtutta-via il Comune è e rimane il primo interlocutore tra società e istituzioni democratiche.

Domande di comprensione del testo