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Settimanale Fondato il 15 dicembre 1969 Nuova serie - Anno XXXIX - N. 20 - 21 maggio 2015 Affrontare il mondo e sfidare la tempesta In ogni cosa, noi comunisti dobbiamo saperci integrare con le masse. Se i membri del nostro Partito passano tutta la loro vita seduti fra quattro mura e non escono mai ad affrontare il mon- do e sf idare la tempesta, di quale utilità saranno per il popolo cinese? Di nessuna utilità, e noi non abbiamo bisogno di gente simile come mem- bri del Partito. Noi comunisti dobbiamo affrontare il mondo e sfidare la tempesta, il grande mondo e la violenta tempesta delle lotte di massa. (Mao, “Organizziamoci!” - 29 novembre 1943 – Opere scelte, vol. III, pag. 160) PAG. 10 PAG. 10 PAG. 6 Valdisieve e Fucecchio IL PMLI IN PIAZZA PROPAGANDA L’ASTENSIONISMO MARXISTA-LENINISTA Costituita la Squadra di propaganda astensionista del Mugello e Valdisieve RIUNIONE DELLA CELLULA “MAO” DI MILANO Con lo studio abbiamo celebrato il 70° Anniversario della Liberazione dell’Europa dal nazi-fascismo Messi in fila dal “Fatto quotidiano” TUTTI GLI INDAGATI DEL PD DI RENZI Dal Nord al Sud d’Italia. Non c’è solo Ischia MATTARELLA SI PIEGA A RENZI E FIRMA L’ITALICUM FASCISTISSIMUM Spazziamo via l’Italicum e il governo del nuovo duce Renzi 1818 – 5 maggio – 2015 197° Anniversario della nascita del Grande Maestro del proletariato internazionale e cofondatore del socialismo scientifico - 1ª puntata MARX HA SVELATO AL PROLETARIATO IL COMPITO STORICO DI ROVESCIARE IL CAPITALISMO E CONQUISTARE IL SOCIALISMO Lenin: “Karl Marx (Breve saggio biografico ed esposizione del marxismo)” www.pmli.it Sede centrale: Via Antonio del Pollaiolo, 172a - 50142 FIRENZE Tel. e fax 055.5123164 e-mail: [email protected] stampato in proprio - committente responsabile: M. MARTENGHI (art. 3 - Legge 10.12.93 n. 515) PARTITO MARXISTA-LENINISTA ITALIANO Smentiti gli slogan ottimistici di Renzi SALE LA DISOCCUPAZIONE AL 13% QUELLA GIOVANILE AL 43% I disoccupati cresciuti del 108,2% dal 2007 al 2014. Aumenta il tasso di disoccupazione femminile BATTERSI PER LA PIENA OCCUPAZIONE Mobilitazione in Sicilia col boicottaggio delle prove grazie alla protesta degli studenti, insegnanti e genitori BRUCIATI I TEST INVALSI DAGLI STUDENTI IN CORTEO A PALERMO LA MULTINAZIONALE AMERICANA HA ANNUNCIATO 1.335 “ESUBERI”, LA CHIUSURA DI CARINARO E DI NONE E IL TRASFERIMENTO DI ALBACINA A MELANO I lavoratori Whirlpool bloccano strade e stazioni contro i licenziamenti COMUNICATO DELL’ORGANIZZAZIONE LOCALE DEL PMLI No all’esternalizzazione della gestione degli asili nido di Biella Il sindaco PD Cavicchioli getta la maschera e mostra la sua natura antipopolare PAG. 10 PAG. 4 PAG. 3 PAG. 9 PAG. 7 PAG. 2 PAG. 5 PAG. 13 PAG. 2

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Settimanale Fondato il 15 dicembre 1969 Nuova serie - Anno XXXIX - N. 20 - 21 maggio 2015

Affrontare il mondo e sfidare

la tempestaIn ogni cosa, noi comunisti dobbiamo saperci

integrare con le masse. Se i membri del nostro Partito passano tutta la loro vita seduti fra quattro mura e non escono mai ad affrontare il mon-do e sf idare la tempesta, di quale utilità saranno per il popolo cinese? Di nessuna utilità, e noi non abbiamo bisogno di gente simile come mem-bri del Partito. Noi comunisti dobbiamo affrontare il mondo e sf idare la tempesta, il grande mondo e la violenta tempesta delle lotte di massa.

(Mao, “Organizziamoci!” - 29 novembre 1943 – Opere scelte, vol. III, pag. 160)

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Valdisieve e Fucecchio

Il PMlI In PIAzzA ProPAGAndA l’AstensIonIsMo

MArxIstA-lenInIstACostituita la Squadra di propaganda astensionista del Mugello e Valdisieve

rIunIone dellA CellulA “MAo” dI MIlAno

Con lo studio abbiamo celebrato

il 70° Anniversario della liberazione dell’europa

dal nazi-fascismo

Messi in fila dal “Fatto quotidiano”

tuttI GlI IndAGAtI del Pd dI renzI

Dal Nord al Sud d’Italia. Non c’è solo Ischia

MAttArellA sI PIeGA A renzI e FIrMA l’ItAlICuM FAsCIstIssIMuM

spazziamo via l’Italicum e il governo del nuovo duce renzi

1818 – 5 maggio – 2015 197° Anniversario della nascita del Grande Maestro del proletariato internazionale e cofondatore del socialismo scientifico - 1ª puntata

Marx ha svelato al proletariato il coMpito storico di rovesciare il

capitalisMo e conquistare il socialisMoLenin: “Karl Marx (Breve saggio biografico ed esposizione del marxismo)”

www.pmli.itSede centrale: Via Antonio del Pollaiolo, 172a - 50142 FIRENZE Tel. e fax 055.5123164 e-mail: [email protected]

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PARTITO MARXISTA-LENINISTA ITALIANO

smentiti gli slogan ottimistici di renzi

sAle lA dIsoCCuPAzIone Al 13% QuellA GIoVAnIle Al 43%

I disoccupati cresciuti del 108,2% dal 2007 al 2014. Aumenta il tasso di disoccupazione femminile BatterSI per la pIeNa oCCupazIoNe

Mobilitazione in sicilia col boicottaggio delle prove grazie alla protesta degli studenti,

insegnanti e genitori

BruCIAtI I test InVAlsI dAGlI studentI

In Corteo A PAlerMo

lA MultInAzIonAle AMerICAnA hA AnnunCIAto 1.335 “esuBerI”, lA ChIusurA dI CArInAro e dI none e Il trAsFerIMento dI AlBACInA A MelAno

I lavoratori Whirlpool bloccano strade e stazioni contro i licenziamenti

CoMunICAto dell’orGAnIzzAzIone loCAle del PMlI

no all’esternalizzazione della gestione

degli asili nido di BiellaIl sindaco PD Cavicchioli getta la maschera

e mostra la sua natura antipopolare

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2 il bolscevico / interni N. 20 - 21 maggio 2015

Smentiti gli slogan ottimistici di Renzi

Sale la diSoccupazione al 13% Quella giovanile al 43%

I disoccupati cresciuti del 108,2% dal 2007 al 2014. Aumenta il tasso di disoccupazione femminile Ci sono gli slogan, le diapo-

sitive alle conferenze stampa (le “slide”), gli annunci mediatici, in-somma tutta la propaganda messa in campo dal governo Renzi; poi ci sono i numeri, le statistiche e la cruda realtà. Viene da fare questa riflessione dopo aver letto i dati Istat sulla disoccupazione a mar-zo che certificano il fallimento del Jobs Act rispetto all’obiettivo di-chiarato di creare nuova occupa-zione.

Certo l’obiettivo vero, quello di cancellare l’articolo 18, poter con-trollare i lavoratori e punirli con il demansionamento, dare ai padro-

ni la piena libertà di licenziamen-to, svalutare il lavoro e ricattare i lavoratori dando alla borghesia nostrana ulteriore potere nel com-primere i salari, togliere i dirit-ti, disporre a piacimento proprio dell’orario dei dipendenti, questo è stato raggiunto.

Ma torniamo all’efficacia oc-cupazionale della controriforma del mercato del lavoro, che per correttezza bisognerebbe chiama-re cancellazione della vecchia le-gislazione del diritto borghese del

lavoro. Il Jobs Act è entrato in vi-gore il 7 marzo, mentre dal primo gennaio 2015 le aziende possono usufruire degli sgravi contributivi che ammontano a 8.600 euro l’an-no per ogni lavoratore assunto con un nuovo “contratto a tutele cre-scenti”, sia esso un neoassunto o proveniente da altri contratti pre-cari. Nel mese di gennaio la disoc-cupazione era scesa mentre a feb-braio era rimasta sostanzialmente invariata, nel mese di marzo è tor-nata nuovamente a salire dello 0,2% toccando quota 13,% e insi-diando nuovamente il record ne-gativo di novembre 2014 quando raggiunse il 13,2%.

Il ministro del lavoro Poletti si è subito affrettato a dire che è troppo presto per emettere giudizi sul Jobs Act e come i dati diffusi dall’Istat “vanno letti in un quadro complessivo dove segnali positivi si incrociano con elementi di criti-cità tipici di una situazione econo-mica ancora non stabilizzata”. Ma lo stesso ministro, assieme al nuo-vo duce Renzi, davanti al presun-to calo della disoccupazione nei mesi precedenti aveva subito can-tato vittoria dandone il merito ai provvedimenti governativi.

Per la Cgil invece “I dati dell’Istat sulla disoccupazione confermano ancora una volta che

cancellare i diritti non crea lavoro” e “Il Jobs Act ha un effetto ‘spo-stamento’ tra tipologie contrattua-li, ma aumentare la ricattabilità dei lavoratori e la precarietà non fa crescere l’occupazione”. Nem-meno il regalo degli sgravi contri-butivi alle aziende ha intaccato in maniera significativa la disoccu-pazione, in particolare quella gio-vanile che aumenta ancor di più, con il 43,1%, dal 42,8% di febbra-io. Si tratta del livello più alto da agosto 2014. Dopo la Spagna è il peggior risultato europeo.

Quindi i numeri assoluti ci di-cono che le persone in cerca di oc-cupazione in marzo erano 3 milio-ni e trecentomila, in aumento di 52 mila unità rispetto a febbraio. Nello stesso mese gli occupati re-gistrati sono stati 22,195 milioni, in calo dello 0,3% su base mensi-le (-59 mila unità). Le donne sono più penalizzate con il 14,3% di di-soccupate, mentre tra gli uomini si raggiunge l’11,9%. Rispetto a un anno fa il numero di disoccupati è cresciuto del 4,4% (+138 mila) e il tasso di disoccupazione di 0,5 punti.

Che la situazione italiana sia tra le più drammatiche lo con-ferma anche l’Eurostat (l’istituto di statistica europeo). A marzo il tasso di disoccupazione dell’area

euro si è attestato all’11,3%, li-vello stabile rispetto al mese pre-cedente. Invariato al 9,8% an-che il tasso dell’Unione europea. Un anno fa la disoccupazione era all’11,7% nella zona euro e al 10,4% nella Ue. Fra gli Stati membri il tasso più basso si è re-gistrato in Germania (4,7%), men-tre i più alti in Grecia (25,7%) e Spagna (23%). Rispetto a un anno fa i maggiori incrementi della di-soccupazione si sono registrati in Croazia (da 17,3% a 18,2%), Fin-landia (da 8,4% a 9,1%), Italia (da 12,4% a 13%) e Francia (da 10,1% a 10,6%).

Un altro dato impressionante: negli anni della crisi economica globale capitalistica (2007-2014) in Italia la disoccupazione è au-mentata del 108,2 per cento: più del doppio rispetto alla media Ue. Numeri che rispecchiano il forte calo produttivo dell’Italia che, as-sieme alla Spagna, ha visto quasi cancellati interi settori: in Italia la produzione industriale dal 2007 a oggi è calata del 24%.

Una situazione intollerabile, ma come si dovrebbe reagire? Sia-mo consapevoli che il capitalismo non potrà mai assicurare il lavoro a tutti ma pensiamo che concen-trare la lotta sul cosiddetto reddito di cittadinanza, rilanciato in questi

giorni da Grillo e il Movimento 5 stelle con la marcia Perugia-Assisi del 9 maggio, sia un diversivo ri-spetto alla lotta per il lavoro, per la piena occupazione, e l’abolizione del precariato. Noi non escludia-mo strumenti di sostegno al reddi-to, ma tali strumenti non devono sostituire o surrogare i diritti già acquisiti, devono semplicemente integrarli.

La proposta, tra l’altro non nuova e di stampo caritatevole, filantropico e riformista, di reddi-to di cittadinanza non va a intac-care la disoccupazione e il preca-riato anzi, per poterne usufruire sarà necessario accettare anche le forme peggiori di sfruttamento capitalistico. Anziché rivendica-re un reddito di cittadinanza, che comunque non potrà che essere un’elemosina per aiutare solo a sopravvivere, dobbiamo batterci per la piena occupazione e l’abo-lizione del precariato.

Bisogna far leva sulla lotta di classe e lottare decisamente per i diritti politici, sociali e civili e contro il capitalismo, che tende a limitarli, a restringerli o addirit-tura a sopprimerli, come il diritto al lavoro. Bisogna quindi capire che occorre mettere al centro del-la lotta l’abbattimento del potere borghese e del sistema economi-co e sociale vigente, il capitali-smo, e l’instaurazione del socia-lismo.

BAttersI per lA pIenA occupAzIone

Mobilitazione in Sicilia col boicottaggio delle prove grazie alla protesta degli studenti, insegnanti e genitori

BRuciati i teSt invalSi dagli Studenti

in coRteo a paleRMo

agneSe landini, degna Moglie del nuovo duce Renzi

la crumira strafottente

Dal nostro corrispondente �della Sicilia

La mobilitazione contro la “Buona scuola” del nuovo duce Renzi, non si è fermata dopo la storica giornata di sciopero del 5 maggio. Anzi, quando la ministra Giannini, per boicottare lo sciope-ro, che avrebbe duramente colpito le famigerate, inutili, selettive, an-tistudentesche e costosissime (14 milioni di euro) prove Invalsi, pre-viste per il 5 maggio nelle seconde classi delle primarie, ha dato l’an-tisindacale e illegittima disposi-zione di spostarle al 6 maggio e al 7 maggio per le quinte classi delle primarie, ha nuovamente acceso la miccia della protesta.

L’antisindacale atto del mini-stro ha compattato agli insegnan-ti, nella stragrande maggioranza ostili a questa barbarie “didattica”, anche le famiglie che hanno tenu-to i figli fuori dalla scuola, abu-sivamente occupata per due gior-ni dagli Invalsi, e mostrato come il dissenso sulla “Buona scuola” di Renzi sia generalizzato e non

coinvolga unicamente gli addetti ai lavori.

In Sicilia il successo del boi-cottaggio è stato enorme, motivato dall’entrata a regime del sistema valutativo che, in base alle prove Invalsi, classificherà le scuole su criteri di “merito”, condannando quelle del Sud ad essere irrimedia-bilmente di serie B.

A Palermo moltissime le aule vuote e semivuote, come nella di-rezione didattica Partanna Mon-dello, nei plessi di Santocanale, Riso, Pascoli e Gregorio; nelle scuole Corrao, Nino Bixio e Ilaria Alpi, Cavallari, Sava, Monte Iblei, Pitrè e nella direzione didattica Nazario Sauro, comprese le due succursali. Anche a Ficarazzi, in provincia di Palermo, aule vuote.

Studentesse e studenti, anche i giovanissimi delle elementari, in-segnanti e famiglie per due giorni hanno manifestato, la mattina, da-vanti alle scuole fino al suono del-la campanella d’entrata. I bambi-ni, consapevoli della natura degli Invalsi, hanno scelto di non entra-re a scuola, costretti dal governo

Renzi per sottrarsi alla schedatura meritocratica.

Aule deserte e proteste anche in provincia di Messina e in altre città e paesi della Sicilia, partico-larmente colpita dalle controrifor-me dell’istruzione pubblica e dai tagli micidiali dei governi negli ultimi anni.

La protesta si sta ravvivando anche nelle scuole medie superiori di Palermo. Qui centinaia di stu-denti, durante il corteo del 5 mag-gio, avevano bruciato gli opuscoli dei test Invalsi, per poi lanciare la giornata “NoInvalsi”, prevista per il 12 maggio, giorno dello scio-pero USB nelle scuole medie in-feriori e superiori contro la som-ministrazione delle prove nelle seconde superiori.

Il PMLI appoggia il boicottag-gio degli invalsi, elemento decisi-vo della mobilitazione dei lavora-tori della scuola, delle famiglie e degli studenti per affossare il de-creto sulla “Buona scuola”, e chie-de che essi siano aboliti del tutto, a partire dall’iperselettivo ed an-tistudentesco test Invalsi per gli

esami di licenza media.La combattività delle studen-

tesse e gli studenti sarà l’elemento decisivo per decretare il successo di questa lotta. Ma per affossare la “Buona scuola” e gli Invalsi è ne-cessario che essi alzino il tiro poli-tico, ponendo all’ordine del giorno ciò che li riguarda in primo luogo, cioè la questione della natura e del governo della scuola, facendo pro-pria la parola d’ordine del PMLI per una scuola “pubblica e gratuita governata dalle studentesse e da-gli studenti”, saldando quelle stu-dentesche alle altre lotte in corso, in primo luogo quelle operaie per il lavoro e contro la chiusura del-le fabbriche, denunciando la natu-ra del governo Renzi, i contenuti antipopolari di tutte le sue leggi, l’impianto controriformatorio di stampo fascista, piduista, liberista e interventista che vuole imporre all’Italia. Se gli studenti vogliono spazzare via la “Buona scuola” e gli Invalsi è il governo del nuovo duce Renzi che devono prendere di mira fino a contribuire a spaz-zarlo via.

Mentre nella storica giorna-ta di lotta del 5 maggio, la tota-lità del mondo della scuola, stu-dentesse, studenti, insegnanti, personale ata, con l’appoggio delle famiglie e delle altre cate-gorie lavorative, era in sciope-ro e nelle piazze da Nord a Sud Italia, per opporsi alla “Buona scuola”, la moglie del nuovo duce Renzi, Agnese Landini, con tanto di comunicato ai giornali-sti che la aspettavano ai cancel-li, è entrata nella scuola in cui insegna, l’istituto “Balducci” a Pontassieve, Firenze.

La crumira ha trovato una scuola praticamente vuota, perché i colleghi, criticando la scelta della moglie di Renzi, hanno scioperato: “La signo-ra Agnese non sciopera perché non ha i nostri problemi: lei ce l’ha la certezza di avere sempre uno stipendio a fine mese”, ha sprezzantemente commentato un’insegnante.

Anche l’aula dove la moglie del nuovo duce insegna era pra-ticamente vuota, visto che gli studenti, rispedendo al mitten-te l’annuncio della crumira alla stampa, hanno preferito sciope-rare.

Si è quindi trasformato in un clamoroso autogol il cru-miraggio della moglie di Ren-zi. È infatti divenuto ancora più evidente che costei è una soste-nitrice della “Buona scuola” e che la sua presunta condizio-ne di “precaria”, tanto esibi-ta, sia solo una posa strumenta-le a difendere le controriforme in ambito scolastico del nuovo duce, suo marito. Ma poi quale “precaria”! Il lavoro gliel’han-no praticamente portato a casa. Otto ore di lezione settimana-le, concentrate comodamente il martedì e venerdì, su due giorni invece che tre e inoltre con il sa-bato e lunedì liberi. Alla faccia dei privilegi. Non appartiene certo a quella schiera di decine di migliaia di precari veri della

scuola, Agnese Landini, quelli che per lavorare sono costretti a cambiare città, abbandonare la famiglia, costretti al pendola-rismo giornaliero, senza sapere se, a scadenza del contratto a chiusura della scuola, verran-no riassunti a settembre, quel-li che davvero mandano avanti la scuola e che, quando c’è da scioperare, scioperano, perché per loro la realtà è la futura di-soccupazione e non certo i lussi di Palazzo Chigi nei quali vive la crumira strafottente.

Un sentito grazie agli stu-denti, agli insegnanti, agli Ata, ai veri precari dell’istituto di Pontassieve e ai genitori che, lasciando sola soletta la cru-mira, hanno riaffermato la loro opposizione alla “Buona scuo-la” che attacca i diritti e le tu-tele sindacali dei lavoratori della scuola, il diritto all’istru-zione di milioni di studentesse e di studenti, il Contratto Col-lettivo Nazionale di Lavoro. E non si sono lasciati frastornare e ricattare dalla presenza del-la signora Renzi per attenua-re o rinunciare alla partecipa-zione attiva allo sciopero del 5 maggio.

la crumira Agnese landini, mo-glie del nuovo duce renzi, fo-tografata il 5 maggio 2015 mentre esce dalla scuola di pontassieve (Firenze) in cui insegna

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N. 20 - 21 maggio 2015 italicum fascistissimum / il bolscevico 3

Mattarella si piega a renzi e firMa

l’italicuM fascistissiMuMIl 6 maggio, a solo due giorni

dalla sua approvazione alla Ca-mera e immediatamente dopo averla ricevuta da Renzi, Matta-rella ha firmato la legge elettorale fascista Italicum, facendo sapere con una nota del Quirinale che la legge è stata promulgata “senza note e osservazioni”. Cioè l’ha promulgata avendola già ritenuta costituzionalmente corretta, sen-za neanche prendersi come sua facoltà qualche giorno di rifles-sione, di fronte a una legge che stravolge invece di fatto la Costi-tuzione del ’48 cambiando la for-ma di governo e della Repubblica da parlamentare a presidenziale, nella forma di un “premierato forte” retto da un primo ministro eletto direttamente “dal popolo”. Segno evidente che aveva già concordato prima tutto con Renzi e gli aveva dato via libera prima ancora che la legge passasse l’esame definitivo del parlamento nero, e che neanche il modo fa-scista e a colpi di voti di fiducia con cui il nuovo duce l’ha impo-sta in aula l’aveva indotto ad un ripensamento, quantomeno per salvare le apparenze.

Persino Ciampi aveva aspet-tato otto giorni prima di firmare il porcellum, che poi è stato aboli-to dalla Corte costituzionale per manifesta incostituzionalità. E dire che l’Italicum fascistissimum ha tutti i vizi ed è per certi aspet-ti ancor peggiore del porcellum, dato che non solo mantiene le liste bloccate di candidati nomi-nati e al ballottaggio riassegna il premio di maggioranza senza soglia di sbarramento, ma lo as-segna addirittura ad un solo par-tito (o meglio “lista”, ma di fatto egemonizzata da un solo partito), mentre il porcellum lo assegna-va ad una coalizione di partiti. E questo Mattarella non può di certo ignorarlo, dal momento che era uno dei giudici della Consulta che il porcellum l’aveva bocciato proprio per i suddetti vizi di inco-stituzionalità, che l’Italicum ripre-senta aggravati.

Non gli ha fatto né caldo né freddo nemmeno il fatto clamo-roso che alla fine questa legge se la sia fatta e approvata il PD di Renzi da solo, senza neanche la foglia di fico dei voti di Forza Italia, che sia pure per motivi pu-ramente elettoralistici si è sfila-ta all’ultimo miglio, dopo averla scritta insieme al premier e votata nelle prime due letture: eppure era stato proprio Mattarella, allora deputato della Margherita, quan-do nel 2005 il “centro-destra” di Berlusconi, Fini e Casini si fece la sua “riforma” della Costituzione a maggioranza (poi bocciata dal referendum popolare), a stigma-tizzare il golpe bianco del gover-no con queste gravi parole: “Oggi voi del governo della maggio-ranza vi state facendo la vostra Costituzione, avete escluso di discutere con l’opposizione, siete andati avanti solo per non far ca-dere il governo, ma le istituzioni sono di tutti, della maggioranza e dell’opposizione”.

Anche la legge elettorale è di tutto il parlamento e non solo del governo e della maggioranza, e anche Renzi ha minacciato che il non approvarla avrebbe compor-tato la caduta del governo e lo scioglimento del parlamento, ep-pure Mattarella ha fatto lo sme-morato e ha finto di non rilevare l’evidente analogia e la stridente

contraddizione che da più parti gli erano state fatte notare, anche in diversi interventi in parlamento conclusi con l’appello a non fir-mare il provvedimento.

Mattarella firma anche il suo

esautoramentoLa cosa ancor più grave e

stupefacente è che il presidente della Repubblica abbia firmato senza neanche battere ciglio una legge che – combinata con la “riforma” (abolizione) del Senato - non solo esautora il parlamento a vantaggio del potere esecutivo, ma che di fatto cancella di colpo anche alcuni fondamentali poteri che la Costituzione gli assegna, per trasferirli surrettiziamente al presidente del Consiglio, che non sarà più nominato da lui, così come i suoi ministri, ma sarà eletto direttamente con la scheda elettorale, e a sua volta nominerà di sua mano i ministri e formerà il suo governo, di cui egli sarà ap-punto il primo ministro: ovvero il premier, e non più solo un primus inter pares. Potrà quindi anche revocarli e sciogliere di fatto le Camere, mentre fino ad ora an-che questi poteri spettavano solo al capo dello Stato.

Un’anticipazione significativa di questo stravolgimento istitu-zionale è stata la firma che Ren-zi ha voluto apporre in calce alla legge prima di inviarla a Mattarel-la, mentre la prassi costituzionale stabilisce che il presidente del Consiglio controfirma le leggi dopo che sono state promulga-te dal capo dello Stato (art. 89). E il nuovo duce ha voluto proprio dare la massima enfasi a questa “novità” golpista, diffondendo via twitter la foto mentre firma la legge con tanto di dedica “a tutti quelli che ci hanno credu-to, quando eravamo in pochi a farlo”. Come a dire che d’ora in avanti sarà il capo del governo a promulgare le leggi, e che al pre-sidente della Repubblica spetterà solo di aggiungere un controfir-ma tanto formale quanto dovuta: che se ne sia reso conto o no, è a questo che Mattarella ha dato l’avallo con la sua firma pratica-mente automatica alla legge già firmata da Renzi. E comunque è questo il senso del messaggio che Renzi ha fatto passare nel Paese.

Non è un caso che il rinnegato e presidenzialista Napolitano sia intervenuto immediatamente per mettere il suo pesante sigillo pi-duista alla firma di Mattarella, ri-vendicando la primogenitura del-la legge: “È un raggiungimento importante – ha dichiarato infatti l’ex inquilino del Quirinale - lo avevo detto quando fui rieletto che consideravo imperdonabile non aver fatto una nuova legge elettorale. Per fortuna questa volta non c’è bisogno di chiede-re perdono”. E quanto a coloro che hanno accusato il suo pupil-lo Renzi di aver voluto imporre la legge con metodi autoritari e an-tidemocratici (vedi la sinistra PD), li ha bacchettati replicando che l’Italicum fascistissimum “non è nato in un mese, ha impiega-to più di un anno, c’è stata una commissione di studiosi per la ricerca di soluzioni, ci sono stati tanti confronti”.

Avallata l’incostituzionalità

dell’ItalicumComunque, tanto per non

smentirsi, la sinistra PD, pur pre-sa a calci e umiliata da Renzi e Napolitano, ha accolto con ras-segnato silenzio la firma di Matta-rella, al quale del resto aveva già accordato l’assoluzione preventi-va non avendo nemmeno osato appellarsi per non “tirargli la giac-chetta”. Non così invece il M5S, che lo aveva fatto ufficialmente con l’intervento alla Camera di

Toninelli, e che ha espresso tut-ta la sua sdegnata delusione con le parole del Senatore Giarrusso: “Si avvia – ha detto a Radio 24 – una presidenza oscura, non di garanzia per il Paese. Mattarella non ha spina dorsale, ha rinne-gato le stesse cose che aveva deciso come giudice della Corte costituzionale. È supino a Renzi, non ha difeso la Carta come suo dovere. L’Italicum è una legge infame. Mattarella si è reso com-plice della violenza contro la Co-stituzione, la firma non era un atto dovuto”.

Anche molti autorevoli costi-

tuzionalisti si erano espressi con solidi argomenti giuridici contro l’avallo del Quirinale all’Italicum. Tra questi l’ex senatore Massimo Villone, docente della Federico II di Napoli, secondo il quale l’Itali-cum “è un’emerita porcheria” ed è “palesemente incostituzionale”, soprattutto sotto il profilo della rappresentatività, sacrificata alla governabilità: “Con un iperpre-mio di maggioranza e in aggiunta anche un ballottaggio, sono sicu-rissimo di avere la maggioranza. E allora le soglie a che servo-no?”, osserva il costituzionalista sottolineando come con ciò si sia voluto aggirare la sentenza della Consulta.

Stesse osservazioni le aveva fatte anche il costituzionalista de La sapienza Gaetano Azzariti, sottolineando che la Corte aveva “operato un bilanciamento tra le-gittimi strumenti di stabilizzazione dei governi, la ‘mitica’ governabi-lità, e le necessarie garanzie della rappresentanza. La legge assicu-ra solo la prima annullando il ne-cessario principio costituzionale della rappresentanza democrati-ca”. Per Azzariti sono quattro “i pilastri d’argilla della legge: il pre-mio attribuito anche a una lista dalla scarsissima rappresentanza reale; i capilista che per i partiti piccoli e medi riguarderà il 100% degli eletti; le pluricandidature (lo stesso candidato può presentarsi fino in 10 collegi, ndr) che rimet-teranno nelle mani del partito la scelta dell’eletto; la irrazionale di-versità delle norme tra Camera e Senato”.

Anche per la professoressa dell’Università di Padova, Lorenza Carlassare, la soglia del 40% per il superpremio di maggioranza, che secondo Renzi e Mattarella soddisferebbe la sentenza della Consulta, “è fumo negli occhi, perché si può diventare maggio-ranza con il 20, magari con il 15 per cento dopo il ballottaggio”. E proprio il ballottaggio – suggeri-sce la costituzionalista - potreb-be essere uno degli elementi da

abrogare per chi volesse formula-re un referendum, “anche perché la Corte ha stabilito che ci vuole un bilanciamento tra governabi-lità e diritto alla rappresentanza, ma in questo caso la rappresen-tanza è totalmente sacrificata alla governabilità”.

Il “trionfo” internazionale

di RenziAl contrario, i grandi media

della finanza internazionale ap-provano senza riserve la firma dell’Italicum e celebrano il “trion-fo” dell’erede di Mussolini, Craxi e Berlusconi: per l’agenzia di ra-ting Fitch la nuova legge eletto-rale “è un passo avanti nel per-corso delle riforme istituzionali e strutturali intraprese dall’Italia”. Per il britannico Financial Times “Renzi scuote la scricchiolante governance italiana” e mette fine “all’ossessivo sistema di pesi e contrappesi che ha regolarmen-te prodotto coalizioni di governo instabili”.

“Forza Renzi”, titola il tedesco Handelsblatt, per il quale è giunta “l’ora del riformatore, Renzi trionfa sulla legge elettorale”. Stessi toni trionfalistici da parte del francese Le Monde e dello spagnolo El Pais, mentre la tedesca Sueddeutsche Zeitung chiosa che “nessuno può più frenare Renzi”, ed elenca: “Ri-forma del lavoro, riforma della pa, riforma della Costituzione, aboli-zione di fatto del Senato e di 140 province, e ora anche la riforma elettorale: Renzi ha fatto negli ulti-mi 14 mesi più riforme di tutti i suoi predecessori insieme”.

Ma non era esattamente que-sto il programma, che in un rap-porto del 2013, la banca d’affari americana JP Morgan suggeriva per i paesi del Sud Europa per “riformare” le loro Costituzioni, nate dopo la caduta dei fascismi europei, e giudicate ancora trop-po influenzate dalle “idee socia-liste”?

Chiesto il rinvio a giudizio per peculato aggravato

della sottosegretaria PD BarracciuSi aggrava ulteriormente la

posizione della sottosegretaria alla Cultura Francesca Barrac-ciu, ex consigliera regionale della Sardegna dal 2004 al 2013, inda-gata da novembre del 2013 con l’accusa di peculato in relazione al suo mandato consiliare per una somma che, dai 30.000 euro dell’inizio dell’inchiesta, è ora ar-rivata a ben 78.000.

In relazione a tale grave ac-cusa Marco Cocco, PM presso la Procura della Repubblica di Cagliari e titolare dell’inchiesta sui fondi ai gruppi del Consiglio regionale, ha chiesto il suo rinvio a giudizio.

L’udienza è stata fissata per il prossimo 24 giugno davanti al Giudice per le indagini prelimina-ri del Tribunale di Cagliari, Lucia Perra, la quale dovrà decidere se

rinviare la Barracciu a giudizio.Nel corso delle indagini la po-

sizione si era aggravata, almeno per quanto riguarda il totale delle spese che la procura ritiene di carattere personale, e cioè non consentite.

All’inizio di dicembre 2013, quando era parlamentare euro-pea e dopo avere vinto le pri-marie del “centro-sinistra” per la guida della Regione, era stata raggiunta da un avviso di garan-zia ed era costretta a presentarsi negli uffici della Procura di Ca-gliari dove i magistrati le con-testavano spese che nulla ave-vano a che vedere con l’attività politica, un fenomeno questo che ha interessato praticamen-te tutti i Consigli regionali italiani senza eccezioni.

In modo particolare le veni-

vano originariamente contestate vertiginose spese di carburan-te per l’importo di oltre 30.000 euro, fatto che determinava alla fine di dicembre la rinuncia alla candidatura alla presidenza della Regione Sardegna, sostituita da Francesco Pigliaru.

Successivamente poi, con la nascita del governo Renzi, la Barracciu fu chiamata dal nuovo duce a ricoprire, il 28 febbraio 2014, il ruolo di sottosegretaria del ministero retto da Dario Fran-ceschini, dimettendosi nel frat-tempo anche da parlamentare europea.

Ma la carica di governo non fermava l’inchiesta in corso, perchè il 14 marzo 2014 la Pro-cura di Cagliari le comunicava la contestazione di ulteriori 45.000 euro di spese indebite e con-

temporaneamente i magistrati, incrociando i dati dei pagamenti della sua carta di credito relativi ai viaggi indicati nelle sue me-morie difensive, scoprivano che la Barracciu in molte occasioni si trovava molto lontano dai luoghi da lei indicati per svolgere attività politica, in alcuni casi addirittura fuori dalla Sardegna e addirittura all’estero.

Messa così sotto scacco dai magistrati, veniva anche abban-donata dai suoi due legali di fi-ducia.

Tra le spese contestate c’è anche un assegno di 3.600 euro per il pagamento di spese d’affit-to della società Evolvere srl della quale fino al 2004 lei stessa era stata socia e che aveva lascia-to poi in amministrazione al suo convivente.

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PARTITO MARXISTA-LENINISTA ITALIANO

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4 il bolscevico / elezioni amministrative parziali del 31 maggio N. 20 - 21 maggio 2015

Messi in fila dal “Fatto quotidiano”

TuTTi gli indagaTi del Pd di RenziDal Nord al Sud d’Italia. Non c’è solo Ischia

Dall’Expo milanese al Mose veneziano, dal “Sistema Sesto” di Penati al “sistema Incalza” passando per “Mafia Capitale” fino ad Ischia, il PD di Renzi è im-merso fino al collo nel vorticoso giro di appalti pubblici e mazzette milionarie.

Altro che questione morale e legge “anticorruzione” dal Nord al Sud d’Italia il PD detiene il re-cord di inquisiti con centinaia di governatori, sindaci, consiglieri comunali e regionali, parlamen-tari, ministri e sottosegretari finiti sotto inchiesta per reati gravi e infamanti legati a tangentopoli, mafiopoli, rimborsopoli, appalto-poli e chi più ne ha più ne metta.

Un elenco parziale degli inqui-siti più “eccellenti” e degli scan-dali più clamorosi lo ha pubblicato “Il Fatto quotidiano” nell’edizione del 1° aprile mettendoli in fila re-gione per regione.

lazioLo scandalo più grosso è si-

curamente quello di “Mafia Ca-pitale” dove risultano indagati Mirko Coratti e Daniele Ozzimo (il primo dimessosi da presidente dell’Assemblea capitolina a inizio dicembre, entrambi autosospe-si dal partito). Il vicesegretario nazionale, Lorenzo Guerini, il consigliere regionale Eugenio Patanè, mentre in Regione Mau-rizio Venafro, coinvolto nell’in-chiesta, ha lasciato l’incarico di capo di gabinetto del governa-tore Nicola Zingaretti. Agli ar-resti con l’accusa di corruzione sempre nell’inchiesta “Mondo di mezzo” è finito il vicecapo di gabinetto della giunta Veltroni, in seguito capo della polizia provin-ciale, Luca Odevaine.

liguriaL’indagato più “eccellente” è

senz’altro il governatore Claudio Burlando, finito nel registro della Procura di Savona con l’accusa di concorso in disastro ambien-

tale doloso. Sono indagati anche gli assessori alla Sanità Claudio Montaldo, alle Attività produtti-ve Renzo Guccinelli e Renata Briano (ex assessore all’Ambien-te, oggi eurodeputata) invischiati nella scandalosa inchiesta sull’in-quinamento ambientale provoca-to dalla centrale Tirreno Power che secondo i periti dell’accusa con i suoi fumi ha causato al-meno 400 morti. Indagati anche i sindaci di Vado, Attilio Caviglia e Monica Giuliano, e di Quiliano, Alberto Ferrando.

Per l’inchiesta sulle spese pazze in Regione sono invece fi-niti in carcere due vicepresidenti della giunta di “centro-sinistra” mentre tra gli indagati del PD ri-sultano il capogruppo in Regio-ne, Nino Miceli e il tesoriere del gruppo Mario Amelotti. Non fa “tecnicamente” parte del “cen-tro-sinistra”, ma Alessio Saso è un sostenitore dichiarato di Raf-faella Paita (candidata PD a go-vernatore). Saso è indagato per voto di scambio in un’inchiesta sulla criminalità organizzata nel Ponente Ligure.

CampaniaTra gli imputati per associa-

zione a delinquere finalizzata a reati contro la Pubblica ammini-strazione c’è anche l’ex sindaco e ciononostante candidato PD a governatore della Campania Vin-cenzo De Luca.

Coinvolto nell’inchiesta ine-rente la svendita dell’area dell’ex Ideal Standard a un consorzio di imprese emiliane, la Cecam, per realizzare il Sea Park in un terreno di proprietà dell’imprenditore Vin-cenzo Maria Greco.

Corruzione aggravata dal me-todo camorristico è il reato con cui è finito in carcere il sindaco sospeso di Orta d’Atella (Caser-ta) ed ex consigliere regionale DS Angelo Brancaccio. Gli inqui-renti hanno trovato le tracce di 330 mila euro versati su un conto svizzero di Brancaccio da Sergio

Orsi, imprenditore dei rifiuti e boss del clan dei Casalesi. Secondo la Dda, quei soldi sono il corrispetti-vo dell’ingresso dell’azienda degli Orsi in un consorzio pubblico-pri-vato coi Comuni di Orta d’Atella e Gricignano D’Aversa, col quale accaparrarsi una serie di appalti.

La Dda ha inoltre aperto un fascicolo sulla metanizzazione dei Comuni dell’agro-aversano. È indagato per concorso esterno in associazione camorristica Ro-berto Casari, per quasi 40 anni presidente della Gpl-Concordia, colosso delle cooperative “ros-se” di Modena arrestato il 30 marzo scorso per lo scandalo degli appalti sulla metanizzazione di Ischia.

PiemonteTra i caporioni PD “eccellenti”

finiti nelle grinfie dei Pm per lo scandalo della rimborsopoli re-gionale spiccano l’ex consigliere regionale, a processo per pecula-to e finanziamento illecito ai par-titi, Andrea Stara, già eletto con la lista “Insieme per Bresso”; e la deputata Paola Bragantini, ex presidente della Circoscrizione 5 del Comune di Torino ed ex se-gretaria provinciale del partito, in-dagata per concorso in truffa ag-gravata inerente lo scandalo dei gettoni di presenza per riunioni di giunta fittizie. Tra gli altri nove indagati tutti per truffa aggravata, c’è anche l’attuale presidente del-la Circoscrizione 5 Paolo Florio e il suo vice Giuseppe Agostino, i quali sono indagati anche per le firme false delle liste a soste-gno di Sergio Chiamparino per le ultime Regionali. In questa in-chiesta risultano indagati anche il consigliere regionale Nadia Con-ticelli, tre ex consiglieri provin-ciali (Umberto Perna, Pasquale Valente e Davide Fazzone), più quattro componenti della segre-teria provinciale (Gianni Ardisso-ne, Carola Casagrande, Mara Milanesio e Cristina Rolando).

Per un’inchiesta analoga ine-

rente le irregolarità alle elezioni provinciali di Vercelli del 2009 saranno processati molti politici locali accusati di falso ideologico in atto pubblico, tra cui spiccano i piddini Maura Forte, sindaco di Vercelli, e il consigliere regio-nale Giovanni Corganti. Mentre Alessandro Altamura, ex asses-sore al commercio ed ex segre-tario provinciale del PD, accusato di abuso d’ufficio nello scandalo “Murazzi”, è già alla sbarra.

emilia-RomagnaPer lo scandalo conseguente

all’appalto del People mover, la monorotaia che dovrebbe unire la stazione di Bologna e l’aeroporto fra poche settimane saranno alla sbarra davanti al giudice l’ex sin-daco Flavio Delbono e il suo as-sessore Villiam Rossi, accusati di abuso d’ufficio. Poi ci sono le “spese pazze” dei consiglieri re-gionali. Diciotto sono del PD. Per molti potrebbe arrivare presto la richiesta di rinvio a giudizio: ol-tre a cene da centinaia di euro, anche scontrini per wc pubblici e persino per un sex toy. Mentre Carlo Lusenti, assessore regio-nale alla sanità con Vasco Errani, è imputato per falso in una vicen-da legata ai fondi regionali desti-nati alle cliniche private.

A Ravenna incombe il proces-so per truffa per la senatrice Jo-sefa Idem in merito alla vicenda dei contributi Inps pagati dal Co-mune che due anni fa la portò alle dimissioni da ministro.

A Rimini il sindaco Andrea Gnassi è indagato per il fallimen-to della società dell’aeroporto Fellini. Assieme a lui altri otto sono sotto inchiesta per il reato di associazione a delinquere.

Infine l’inchiesta di Firenze che ha visto protagonista Ercole Incalza, vede tra gli indagati an-che l’ex assessore regionale alle

Infrastrutture Alfredo Peri e l’ex consigliere Miro Fiammenghi. L’accusa è tentata induzione a dare o a promettere indebitamen-te denaro o altra utilità nell’ambito della costruzione dell’Autostrada Cispadana.

TrentinoA Bolzano incombe il rinvio a

giudizio con l’accusa di abuso d’ufficio per il sindaco Luigi Spa-gnolli invischiato nella scandalo-sa vicenda inerente il raddoppio del centro commerciale Twenty. Ciononostante il boss piddino punta alla rielezione e non ha nessuna intenzione di ritirare la sua candidatura alle elezioni del 10 maggio grazie al via libera ar-rivato dalla segreteria regionale e nazionale.

lombardiaCambiano i personaggi ma il

“sistema” è sempre lo stesso: non c’è più Penati ma al suo posto c’è il suo nume tutelare Massi-mo D’Avolio, ex sindaco di Roz-zano già coinvolto nel “sistema Sesto” e attualmente consigliere regionale eletto con oltre 7 mila preferenze nonché membro della commissione regionale antima-fia. D’Avolio risulta indagato dalla Procura di Milano per abuso d’uf-ficio. Secondo l’accusa, D’Avolio quando era sindaco di Rozzano attraverso alcune delibere, ha au-torizzato il pagamento della par-tecipata Ama ad alcune società della moglie. Con lui risulta inda-gato anche l’attuale capogruppo PD nel Consiglio comunale di Se-grate, Vito Ancora. Anche per lui l’accusa è abuso d’ufficio.

SiciliaIn cima alla lista c’è il sotto-

segretario all’Istruzione Davide Faraone a guidare la pattuglia di deputati regionali in Sicilia inda-

gati per le spese pazze dell’As-semblea regionale. Gli viene con-testata la cifra di 3300 euro e con lui hanno ricevuto un avviso di garanzia per peculato dalla Guar-dia di finanza altri 18 deputati regionali del PD: Giovanni Bar-bagallo (11.569,44 euro), Mario Bonomo (4.918 euro), Roberto De Benedictis (per 4.653 euro), Giacomo Di Benedetto (per 27.425 euro), Giuseppe Digia-como (per 6.727 euro), Michele Donato Donegani (10mila euro), Michele Galvagno (5.681 euro di cui 1.248), Baldassare Guac-ciardi (1.365 euro), Giuseppe Laccoto (3.492 euro), Giuseppe Lupo (39.337 euro), Vincenzo Marinello (3.900 euro), Bruno Marziano (12.813 euro), Bernar-do Mattarella (6.224 euro), Ca-millo Oddo (2.500 euro), Filippo Panarello (16.026 euro), Giovan-ni Panepinto (2.600 euro), Anto-nello Cracolici e Francesco Ri-naldi (45.300 euro). Quest’ultimo è stato rinviato a giudizio quattro mesi fa insieme al cognato Fran-cantonio Genovese (deputato PD arrestato dopo l’autorizzazio-ne della Camera) per lo scandalo messinese della formazione pro-fessionale ed entrambi devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata al peculato: sono accusati di avere costituito una rete di gestione familiare del-la Formazione, trasformandola in un lucroso business. Ad Alcamo il deputato nazionale Nino Papa-nia è accusato di avere imposto assunzioni alla società di smal-timento rifiuti Aimeri procuran-dole “il benestare degli organi di governo ambientale sugli appalti e sull’irregolare svolgimento del servizio”. Contro Papania, accu-sato in un’altra inchiesta di voto di scambio, si sono costituiti par-te civile un centinaio di cittadini di Alcamo.

Renzi lo iMPone Senza PRiMaRie

Candidato dal Pd a Bolzano l’ex dC indagato e sostenuto da

riciclati berlusconiani e leghistiDISerta le urNe Il 42,23% Dell’elettorato (+8%)

Alle elezioni che si sono svolte lo scorso 10 maggio, per rinno-vare il consiglio comunale e il sin-daco di Bolzano, Renzi ha impo-sto da Roma la candidatura del sindaco uscente del capoluogo altoatesino Luigi Spagnolli, desi-gnato senza primarie.

Il sindaco uscente, ex demo-cristiano passato alla Margherita e quindi al PD, ha così formato la Lista civica per Spagnolli appog-giata dal PD, dal Partito sociali-sta, di Projekt Bozen-Noi Bolza-no e dalla Svp, e ha così superato il primo turno con il 41,58% dei voti validi. Si pensi che al PD ave-va di recente aderito l’ex leader leghista Elena Artioli.

Spagnolli, pur di prendere voti, ha imbarcato nella sua lista civica anche Robert Oberrauch, ex ber-lusconiano del Pdl sconfitto alle elezioni del 2010, e Claudio De-gasperi, ex consigliere leghista, entrambi convertiti alla fine dello scorso anno al partito di Renzi.

Spagnolli è anche indagato per abuso in atti di ufficio, accu-sato dalla Procura di Bolzano di

aver firmato il rilascio di una con-cessione per l’ampliamento di un centro commerciale nonostante il parere contrario della commissio-ne urbanistica e in presunta viola-zione delle norme urbanistiche.

Ma il vero trionfatore di questa tornata elettorale è stato l’asten-sionismo: ha disertato le urne il 42,23% dell’elettorato, con un balzo di circa +8%.

nella relazione interna dell’ex ministro su Pd e “Mafia Capitale”

BaRCa: “il Pd di RoMa e’ PeRiColoSo e ClienTelaRe. lavoRa Solo PeR

gli eleTTi e non PeR gli eleTToRi” Il presidente del PD Orfini sul partito a Ostia: “Qui c’è la mafia”

Nel PD di Renzi “Si vanno delineando i tratti di un partito non solo cattivo ma pericoloso e dannoso“, dove “non c’è traspa-renza” e “che lavora per gli eletti anziché per i cittadini”.

A certificarlo è lo stesso ex ministro per la Coesione territo-riale, Fabrizio Barca, incaricato dal commissario straordinario del PD romano Matteo Orfini, dopo l’esplosione dello scanda-lo Mafia Capitale, di “mappare” i

circoli PD romani.Nella relazione intermedia

resa pubblica a tre mesi dall’av-vio dell’inchiesta, che proseguirà fino a maggio attraverso que-stionari e interviste alla “base”, si legge di “deformazioni clien-telari” e di “una presenza mas-siccia di ‘carne da cannone da tesseramento‘”. Ma, anche senza arrivare ai casi estremi, lo scenario descritto è quello di un partito a cui manca “la capacità

di raggruppare e rappresentare” e che “subisce inerme lo scontro correntizio e le scorribande dei capibastone”.

Emerge “una situazione peg-giore di quella che si poteva prevedere, ma in Aula questo non si vede”, è il commento del capogruppo in Campidoglio Fa-brizio Panecaldo, che prova a di-fendere la compagine capitolina aggiungendo che “ si fotografa una situazione che era già chiara a chi avesse voluto guardare”, gli fa eco il deputato Roberto Mo-rassut secondo cui ora bisogna “rigettare il partito sulle cose e sui problemi”.

E se nel cuore di Roma i ca-pibastone di tipo mafioso PD la fanno da padrone, in periferia è ancora peggio. A Ostia a metà marzo il presidente del municipio Andrea Tassone si è dimesso e ha azzerato la giunta perché “la mafia è infiltrata in questa città ma a Ostia ancor di più”.

Evidentemente il PD di Ren-zi è arrivato a un punto tale di degenerazione dove le faide in-terne e la simbiosi con la mafia e le cricche tangentizie sono talmente diffuse ed evidenti da essere ammesse persino dall’ex ministro Barca incaricato di in-dagare sulla situazione del parti-to dal commissario straordinario Orfini.

Mentre primarie del Pd ad Agrigento le ha vinte a marzo Sil-vio Alessi di Forza Italia, il presi-dente uscente della Regione Mar-che Gian Mario Spacca del Pd si è ricandidato con l’appoggio di For-za Italia, ora è la volta dell’ex ca-pogruppo di FI a Molfetta Saverio Tammacco che ha annunciato di candidarsi al Consiglio regiona-le della Puglia impegnandosi nel-la lista Popolari (che raggruppa Centro democratico, Udc e Real-tà Italia) al fianco dell’ex sindaco

di Bari Michele Emiliano, l’uomo di punta del Pd pugliese e candi-dato alla presidenza della Regio-ne Puglia.

Il caso di Tammacco è vera-mente emblematico per compren-dere che ormai tra destra e “si-nistra” borghese ci sia una tale interscambiabilità da rendere que-ste due posizioni politiche ormai indistinguibili: 47 anni, una lun-

ga carriera politica passata tut-ta a destra, dalle posizioni neofa-sciste di An a quelle del Pdl che ora si è trasformato in Forza Ita-lia, fino all’attuale approdo tra le braccia del Pd Emiliano, Tammac-co ha ricoperto anche gli incarichi di assessore comunale, consigliere provinciale, e ultimamente consi-gliere comunale di Fi al Comune di Molfetta.

Se Tammacco si è riciclato spudoratamente cambiando schie-ramento politico con tanta facili-tà, d’altra parte Emiliano si è ben guardato dal prendere le distan-ze dalla candidatura del riciclato esponente molfettese, e la ragione è facilmente intuibile, in quanto Tammacco gli porta voti comun-que.

Una ragione in più per astener-si, disertare le urne alle prossime elezioni amministrative parziali del 31 maggio.

Si ricicla senza difficoltà dal “centro-destra” al “centro-sinistra”

il CaPogRuPPo Fi a MolFeTTa Si SChieRa Con eMiliano

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N. 20 - 21 maggio 2015 interni / il bolscevico 5La multinazionale americana ha annunciato 1.335 “esuberi”, la chiusura di Carinaro e di None e il trasferimento di Albacina a Melano

I LAvorAtorI WhIrLpooL bLoCCANo strAde e stAzIoNI CoNtro I LICeNzIAMeNtI

S’intensifica la coraggiosa lot-ta dei lavoratori Whirlpool-Indesit contro la chiusura degli stabili-menti nel casertano e in difesa del posto di lavoro.

Gli operai non si fidano delle rassicurazioni dei vertici aziendali e non mollano la piazza: “Rima-niamo qui a presidiare il nostro posto di lavoro, nessuno porta via niente da Carinaro”, ripetono.

La vigilia del vertice al ministero dello Sviluppo economico fra go-verno, azienda e parti sociali per la ripresa delle trattative, è stata scandita da una nuova ondata di proteste. Il 4 maggio una decina di operai delle stabilimento di Ca-rinaro si sono barricati sul tetto della fabbrica, seduti sul cornicio-ne proprio sotto l’imponente logo Indesit, mentre gli altri lavoratori in corteo si sono diretti verso la superstrada Giugliano-Marciani-se per bloccare il traffico. Inoltre una delegazione di 50 operai si è recata a Napoli per consegnare al console statunitense una lettera in cui spiegano la loro contrarietà al piano Whirlpool, che li cancella dagli organigrammi dell’azienda.

La lotta che ormai va avanti da diverse settimane è proseguita anche il 5 maggio con circa 400 lavoratori che hanno occupa-to l’autostrada Napoli-Caserta, all’altezza dello svincolo di Caser-ta Sud. Quindi hanno percorso in auto a passo d’uomo viale Carlo III, la lunga arteria che collega lo svincolo dell’A1 al capoluogo, creando lunghe code, e poi han-no attraversato in corteo le strade della città fino alla prefettura, dove una delegazione è stata ricevuta dal prefetto Carmela Pagano. Un gruppo si è recato ad occupare i binari alla stazione.

La bomba è esplosa giovedì

16 aprile, quando al ministero del-lo Sviluppo economico l’ammini-stratore delegato per la divisione Italiana del colosso statunitense, Davide Castiglioni, ha annunciato il piano di fusione conseguente all’acquisizione dell’lndesit dal-la famiglia Merloni che prevede 1.335 licenziamenti e la conse-guente chiusura dell’impianto di Carinaro nel casertano (830 dipen-denti diretti più 500 nell’indotto) e del sito di ricerca e sviluppo di None (Torino, 90 impiegati), men-tre le produzioni di Albacina nelle Marche (600 operai) verrebbero spostate nel vicino sito di Mela-no. In cambio di questo ennesimo giro di macelleria sociale l’azienda cerca di indorare la pillola e “pro-mette” 500 milioni di investimenti in quattro anni (a fronte degli 83 milioni che erano stati annunciati da Indesit) e di riportare in Italia le produzioni delocalizzate in Cina, Polonia e Turchia.

Altro che “un’operazione fan-tastica” come la definì il nuovo duce Renzì all’indomani della sigla dell’accrodo del 3 dicem-bre 2014. Altro che “fusione per creare un grande gruppo a livello mondiale”. Basti pensare che già nel 2013 l’lndesit aveva chiuso l’impianto di Teverola nel caser-tano e previsto un taglio del 30% del personale senza che il gover-no aprisse bocca. Durante la sua visita il 18 aprile a Pompei per “Expo idee”, Renzi è stato sono-ramente contestato dai lavoratori che hanno capito che la multi-nazionale americana vuole can-nibalizzare la Indesit per mettere fuorigioco un grande concorrente a livello mondiale e utilizzare il suo marchio per penetrare nei grandi mercati dell’Est Europa dove l’ex gruppo dei Merloni è da sempre

leader. Tant’è che perfino i vertici nazionali della Cisl hanno dichia-rato che “La proposta della Whirl-pool è inaccettabile”.

In questo contesto, il presun-to “rafforzamento” di Cassinetta (Varese) con tutti i modelli da in-casso e la promessa di effettua-re 280 misere assunzioni è solo fumo negli occhi. La verità è che la Campania e le Marche rischia-no la desertificazione industriale mentre nel Centro-Nord finirà fra l’altro anche il 70% della spesa per ricerca e sviluppo stanziata per l’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa). In Campania resta solo il sito di Napoli per le lavatrici di fascia alta ma con un futuro incerto visto che qui i lavo-ratori sono stati già costretti ad accettare il contratto di solidarietà per evitare 230 esuberi; mentre a Siena si continuerà con i con-gelatori e a Comunanza con le lavatrici e lavasciuga. Immediata

è scattata la protesta degli ope-rai di Carinaro che dal 16 aprile sono entrati immediatamente in sciopero con presidio ed assem-blea permanente e blocchi dei principali snodi stradali in tutto il territorio aversano. Nelle stes-se ore assemblea e poi sciopero anche ad Albacina dove gli operai hanno occupato la vicina strada provinciale. Qui il piano Whirlpo-ol-Indesit manderà sul lastrico 250 addetti decretando di fatto la morte anche per tutto l’indotto. Agitazioni anche a Melano, nella sede centrale e nel centro ricer-che Indesit di Fabriano. l licenzia-menti non risparmiano nessuno e riguardano in massima parte ope-rai, ma anche tanti ricercatori e impiegati provenienti dall’ex fiore all’occhiello della famiglia Merlo-ni. Il piano Indesit approvato nel 2013 (mentre i Merloni trattavano la vendita agli statunitensi) preve-deva 1.425 esuberi più la chiusura

di Melano e Teverola. Le proteste salvarono l’impianto marchigiano ma non quello campano, i tagli al personale vennero smussati a poco meno di mille e l’accordo passò. Adesso ci ritroviamo con la scomparsa totale dell’lnde-sit nel casertano e un numero di esuberi ritornato vicino alla prima proposta Merloni. Di fronte alla tracotanza padronale, il 20 apri-le i sindacati confederali hanno abbandonato il tavolo delle trat-tative al ministero dello Sviluppo Economico e insieme ai lavoratori casertani hanno prima bloccato l’accesso ai magazzini merce e hanno resistito anche ai tenta-tivi delle “forze dell’ordine” che in tenuta antisommossa, hanno cercato di sgomberare la strada. Durante l’assemblea del pomerig-gio, hanno deciso 12 ore di scio-pero entro il 10 maggio in tutti i siti produttivi del gruppo, decisa anche la manifestazione unitaria

di Cgil, Cisl e Uil della Campania a Carinaro per il 1° Maggio festa dei lavoratori.

Gli operai di Albacina hanno bloccato la provinciale 256. Nelle Marche è stato dichiarato lo stato di agitazione permanente con as-semblee in tutti gli impianti.

Scioperi e proteste si susse-guono anche a Carinaro, dove i la-voratori si sono riuniti in assemblea permanente e fanno sapere che “presidieremo la fabbrica, è uno scippo industriale”. Nel casertano il 60% dei lavoratori è in cassa inte-grazione a rotazione, l’accordo del 2013 prevedeva che arrivassero dallo stabilimento di Melano 750 mila piani cottura, ma ne sono stati spostati solo 250mila.

Il 23 aprile un corteo con oltre 500 operaì è partito dallo stabili-mento di Carinaro e ha raggiunto la base Nato dì Gricignano per chiedere anche più visibilità alla vertenza.

Il 24 aprile gli stessi lavorato-ri hanno occupato i binari della stazione di Aversa paralizzando il traffico ferroviario sulla linea Ro-ma-Napoli via Formia. I treni tra Aversa e Napoli sono stati sospe-si dalle 10.45 alle 12. Nel tardo pomeriggio si è svolta anche una fiaccolata fuori i cancelli dello sta-bilimento presidiato dai lavoratori a cui hanno preso parte decine di manifestanti prvenienti da tutto il circondario da Gricignano d’Aver-sa a Teverola.

Mentre il 28 aprile in segno di solidarietà con gli operai caserta-ni sono scesi in sciopero e hanno incrociato le braccia per due ore anche i lavoratori dello stabilimen-to Whirlpool di Napoli. Durante la manifestazione i lavoratori hanno organizzato un sit-in e bloccato lo svincolo di via Argine.

Indagati per peculato 66 consiglieri di quasi tutti i partiti, dal pd a FI e NCd, da seL al pdCI-prC

Nella rimborsopoli delle Marche coinvolti ancheil governatore (pd), il presidente del consiglio regionale (pd)

e il cugino del ministro degli esteri Gentiloni Con i soldi rubati al popolo hanno comprato dai frigoriferi a leccornie come il lardo di Colonnata e la mostarda. Truffa sui rimborsi chilometrici

Dopo quasi tutti gli altri Con-sigli regionali colpiti da inchieste della magistratura sul ladrocinio legato ai rimborsi e dopo che lo stesso Consiglio regionale mar-chigiano era finito nella bufera nel novembre 2013 per le spese pazze (si veda Il Bolscevico n. 3 del 2014) la procura della Re-pubblica di Ancona ha notificato a 66 politici regionali marchigiani l’avviso di conclusione delle inda-gini preliminari, atto che prelude al rinvio a giudizio per peculato e truffa per un ammontare totale di 1,2 milioni di euro.

Tra i nomi di spicco della poli-tica marchigiana coinvolti nell’in-chiesta ci sono il presidente del-la Regione Marche Gian Mario Spacca (PD), il presidente del Consiglio regionale Vittoriano So-lazzi (PD) e l’ex capogruppo del Pdl Francesco Massi Gentiloni Silveri, cugino del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, insieme ad altri 58 consiglieri di due legislatu-re e cinque addetti ai gruppi, tutti accusati di peculato mentre l’ex consigliera dell’IDV Paola Giorgi è indagata anche per truffa.

Nelle oltre 100 pagine di av-viso di chiusura delle indagini, notificato ai 66 indagati, i magi-strati del capoluogo marchigiano dimostrano di avere passato al setaccio tutta la documentazio-

ne fiscale relativa alle spese im-putate ad attività politica di tutti i gruppi consiliari presenti nell’ot-tava e nella nona legislatura re-gionale nel periodo che va dal 2008 al 2012, riscontrando reati commessi da consiglieri apparte-nenti a quasi tutti i partiti politici presenti nel parlamento regiona-le in quel periodo, dal PD a FI e NCD, da SEL al PDCI-PRC fino all’IDV e alla Lega Nord.

In modo particolare, secondo i magistrati inquirenti, nel 2008, in quanto presidente del mono-gruppo l’Unione per le Marche nell’ottava legislatura regionale, il governatore Gian Mario Spacca (PD) si è fatto rimborsare indebi-tamente 3.658, 23 euro per spese di spedizione del periodico “Mar-che Domani” e soprattutto ben 11.787,00 euro per pranzi e cene con documentazioni di rimborso carenti. Lo stesso poi nel 2009, secondo la procura, si faceva rimborsare 14.258,35 euro in re-lazione a spese non sufficiente-mente documentate, o comun-que non inerenti l’attività politica svolta in Regione, per manife-sti, ristoranti, servizi di telefonia e traffico sms. Altri 5.273 euro vengono poi contestati a Spacca per l’anno 2010, quando si è fatto rimborsare attività di rappresen-tanza, servizi postali, cancelleria,

telefonia, traffico sms ed anche spese di ristorazione per 1.647 euro. Nella nona legislatura poi Spacca è stato rieletto con la lista “Gian Mario Spacca presidente”, ed è nella veste di responsabile della gestione dei fondi del grup-po, che i magistrati gli chiedono conto di 4.152,84 euro di spese per ristoranti, spese postali e bol-li, viaggi e per la partecipazione ad eventi che nulla hanno a che vedere con l’attività politica.

Il presidente dell’Assemblea legislativa Vittoriano Solazzi è invece indagato in concorso col capogruppo del PD Mirco Ricci per spese relative al 2009 e al 2010, quando faceva parte del Gruppo dei Democratici: l’accusa è di essersi appropriato indebita-mente insieme a Ricci di 1.270,90 euro a titolo di rimborsi e contri-buti per la ristorazione (906,80 euro), spese postali e bolli (210) e spese telefoniche (154) nel 2009, mentre l’anno successivo Ricci e Solazzi si sarebbero appropriati di 2.384,90 euro spettanti al Grup-po Dem, ossia 1.402,90 euro per spese di ristorante, oltre a spese postali (240 euro), relative a inter-net (500) e di telefonia (242 euro).

Anche all’allora capogruppo del PDL Francesco Massi Gen-tiloni Silveri, ora Ncd, vengono contestati per il 2010 e in concor-

so con il consigliere Francesco Acquaroli (PDL) rimborsi spese privi di qualsiasi documentazio-ne per 3.350 euro e 4.200 euro pagati per collaborazioni e con-sulenze senza indicare le pezze d’appoggio degli incarichi, e altri 5.200 euro vengono contestati a Massi Gentiloni e Giacomo Bu-garo (PDL) relativamente all’anno 2011 per consulenze, ristorazio-ne e rimborsi forfettari ottenuti indebitamente, tra cui spicca la spesa di 600 euro per 30 pasti in un ristorante di Agugliano e 3.400 di valori bollati.

Massimo Binci poi (capogrup-po di Sinistra Democratica-SEL) ha comprato con i soldi pubbli-ci un corso di lingua francese e il volume “Autostop”, oltre a 50 copie de “Gli occhi di Gramsci. Letture del Risorgimento”, l’ex presidente del Consiglio Raffaele Bucciarelli, capogruppo della Fe-derazione della Sinistra, ha speso i soldi dei rimborsi comprando i testi “Manuale di sopravvivenza”, “Di sana e robusta costituzione”, “Manifesto del Terzo Paese” e “La Rivincita della Campa”. Altri amanti della cultura con i sol-di pubblici sono Sandro Donati, già capogruppo Dl-Margherita-l’Ulivo ed ex presidente dell’Italia dei Valori, che ha acquistato un “Manuale dell’Ispettore di Poli-

zia”, l’ex capogruppo della Lega Nord Enzo Marangoni (ora in FI) che nel 2012 ha acquistato 2.949 copie della sua opera “L’Osteria Marangoni” spendendo 9.047,53 euro, mentre l’ex consigliera del PD Adriana Mollaroli ha, tra l’al-tro, acquistato con i soldi pubblici “La principessa sul pisello”, che ovviamente nulla ha a che vedere con l’attività politica.

Per una settimana del 2009 poi l’allora capogruppo di Ri-fondazione comunista Giuliano Brandoni affittò con i soldi pub-blici un camper, l’ex capogrup-po di FI-PPE-PDL Ottavio Brini comprò argenteria, il capogrup-po di Api-Liste civiche per l’Ita-lia Dino Latini mise in conto ai contribuenti un frigorifero Haier e l’ex leghista Enzo Marangoni si procurò, sempre a spese del po-polo lavoratore, di 40 calcolatrici marca “Texas”.

Tutti gli indagati hanno poi messo in conto alla Regione Mar-che spese di ristorazione: si va dal McDonald di Paolo Eusebi (già capogruppo IDV) alle spe-se per ristoranti dei già nominati Spacca e Solazzi fino ai 2.325,70 euro di pranzi e cene dell’asses-sore Maura Malaspina (all’epoca capogruppo UDC) consumati anche di sabato e domenica, mentre Luigi Viventi (UDC) ha

speso fino a 1.050 euro per un pranzo a Moie, organizzando poi cinque tavolate da un minimo di 26 a un massimo di 70 persone al ristorante “Fonti del Giano” di Fabriano. Abbondavano in ri-storanti anche l’assessore alla Salute Almerino Mezzolani (PD), il capogruppo dei Verdi Adriano Cardogna.

Alcuni consiglieri si facevano poi indebitamente rimborsare missioni con distanze chilometri-che di gran lunga superiori a quel-le effettive, con percorsi quindi che comprendevano anche tratti già ricompresi nel rimborso for-fettario riconosciuto per i viaggi ai singoli consiglieri: a questo appello rispondono, oltre all’ex consigliera dell’IDV Paola Giorgi che è indagata anche per truffa per avere dichiarato falsamente di risiedere fuori Ancona, anche l’assessore PD Sara Giannini in concorso con il capogruppo Mir-co Ricci.

Infine è testimoniata la presen-za nel Consiglio anche di un vero e proprio buongustaio, Franco Capponi del PDL, la cui passione per la tavola imbandita è testimo-niata da miele, torte, mostarda, lardo di Colonnata e formaggio di fossa, il tutto ovviamente offerto dal popolo lavoratore sotto forma di rimborsi.

5 maggio 2015 Blocco stradale di protesta dei lavoratori della Whirlpool di Carinaro sulla A1 Milano-Napoli tra Caserta sud e Villa Literno-Pomigliano per protestare contro i licenziamenti prospettati dalla direzione dell’azienda nelle diverse sedi italiane

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6 il bolscevico / elezioni amministrative parziali del 31 maggio N. 20 - 21 maggio 2015

Con un volantinaggio in Piazza Montanelli

Al viA lA CAMPAgnA elettorAle del PMli A FuCeCChio

�Redazione di FucecchioIl PMLI è stato tra i primi ad

aprire la campagna elettorale a Fu-cecchio. Almeno nel periodo rico-nosciuto ufficialmente valido per fare propaganda perché i vari par-titi e candidati borghesi sono mesi che si fanno pubblicità. Nella no-stra cittadina i maggiori aspiranti a governatore della Toscana sono già venuti a elemosinare voti: da Enrico Rossi del PD al candidato di Forza Italia, a quello della Lega con tanto di Salvini al seguito ( e contestazione), a quello di Fratel-li d’Italia.

Nella centrale Piazza Monta-nelli sono state diffuse dai nostri compagni alcune centinaia di co-pie del nostro appello all’astensio-

ne. Un astensionismo anticapitali-stico contro i partiti borghesi, un voto per il PMLI. I nostri com-pagni, con le loro magliette rosse con il simbolo del Partito hanno ravvivato la piazza, poco frequen-tata nonostante fosse sabato, ma oramai i centri delle piccole cit-tadine sono svuotati in favore dei grandi centri commerciali.

Durante la diffusione abbia-mo potuto constatare come tra le masse stia oramai dilagando la sfi-ducia e la rabbia sia verso il go-verno regionale di Enrico Rossi e sopratutto verso quello nazionale del nuovo duce Renzi, nonostan-te la zona sia da sempre un forte serbatoio di voti per il PD. Un la-voratore, riferendosi al premier ha

detto: “Renzi ci sta rovinando, ci sta affamando”. Nel volantino, ol-tre alle nostre rivendicazioni, era riportata una forte denuncia dei di-sastri della giunta regionale guida-ta da Rossi e dal PD, a cominciare dallo scandalo alla ASL di Massa e dei prossimi tagli alla sanità to-scana.

Com’è noto è stata tolta la pos-sibilità a chi non presenta proprie liste di affiggere sui tabelloni elet-torali (la propaganda indiretta) e quindi non si vedranno più nean-che a Fucecchio i rossi manifesti astensionisti del PMLI. Cerchere-mo di far giungere alla masse la voce dei marxisti-leninisti utiliz-zando altri mezzi. Intanto il po-meriggio di sabato 16 maggio, nel

piazzale antistante la Coop, istal-leremo un banchino per la propa-ganda elettorale astensionista.

realizzato congiuntamente dalle organizzazioni di vicchio e di rufina del PMli

Successo del banchino del PMli in vista delle elezioni regionali in toscana

In Valdisieve soffia forte il vento astensionista. Molti elettori del PD stanchi di votare un partito ormai di destra

�Dal corrispondente della Squadra di propaganda dell’astensionismo marxista-leninista del Mugello e Val di SieveSabato 9 maggio i compagni di

Rufina, di Vicchio e di Figline Val-darno, hanno aperto la campagna astensionista in vista delle elezioni regionali del 31 maggio. Al mattino un rosso banchino è stato allestito all’interno del mercato settimanale di Pontassieve, mentre al pome-riggio i compagni hanno replicato

la diffusione del volantino redatto dal PMLI.Toscana al mercato di Rufina. Ad entrambe le iniziative c’è stato molto interesse sia per il Partito in se, sia per la sua posi-zione astensionista.

Nei numerosi scambi di opi-nione con i passanti; molte volte gli interlocutori si sono detti in linea con la nostra posizione; al-cuni hanno parlato di assenza di “democrazia” per i lavoratori ed i disoccupati, altri hanno detto che, pur a malincuore data la loro

esperienza elettoralista, non se la sentivano più di andare alle urne per votare partiti ormai di destra. C’è stato anche chi ha detto di aver votato per una vita ma che adesso aveva riconsegnato in co-mune la tessera elettorale, stanco di essere preso in giro dai falsi co-munisti di ieri e dai “democratici” di oggi.

I nostri compagni in entrambe le iniziative hanno diffuso circa 500 volantini, uno dei quali ad una ragazza che ha voluto parlarci di questioni interessanti e posto do-mande sul Partito. In una giornata molto importante e proficua per il calore che i compagni hanno sen-tito pervenire da una grande parte delle masse con le quali si sono confrontati, questa è senz’altro la nota più lieta poiché fra i giovani, nonostante tutta l’opera diseduca-tiva e reazionaria dei media e del-la scuola di regime, c’è ancora chi mostra interesse per il marxismo-leninismo e vuole saperne di più. I giovani poi, come diceva Mao, rivestono particolare importanza per il lavoro del PMLI poiché ne saranno inevitabilmente il futuro: “Il mondo è vostro, come è no-stro, ma in ultima analisi è vo-stro. Voi giovani, pieni di vigore e vitalità, siete nel fiore della vita, come il sole alle otto o alle nove del mattino. Le nostre speranze sono riposte in voi”.

In Valdisieve quindi, la via del consenso per i partiti di regime, ed in particolare per il PD, si fa sempre più difficile e piena di in-sidie; essere concittadini del pre-mier Renzi, anziché “lusingare” la popolazione così come vorrebbe-ro i politicanti locali, ha ottenuto l’effetto contrario: tante persone

sentono che a maggior ragione c’è necessità di dare un contribu-to maggiore per smascherare la natura antioperaia e antipopolare del governo, affinché il nostro ter-ritorio sia ricordato per altro che non sia l’aver dato i natali al nuovo Berlusconi. Noi ci auguriamo che essi lo facciano unendosi al PMLI e lottando al suo fianco, per far crescere una nuova coscienza di classe nel proletariato.

Costituita la Squadra di propaganda

dell’astensionismo marxista-leninista del Mugello e val di Sieve �Dal corrispondente della Squadra di propaganda dell’astensionismo marxista-leninista del Mugello e Val di SieveMercoledì 5 maggio militan-

ti e simpatizzanti del PMLI fa-centi capo alle Organizzazioni di Rufina e di Vicchio del Mu-gello (Firenze) si sono riunite in vista delle votazioni regio-nali del 31 maggio per discu-tere il documento elettorale del PMLI Toscana dal titolo “Per-ché la Toscana sia governata dal popolo e al servizio del popolo ci vuole il socialismo”. La ri-unione è iniziata con la lettura del documento, a seguire la di-scussione.

Tutti i compagni hanno con-cordato con il documento del PMLI.Toscana, e hanno appro-fondito ciascuno dei punti rap-portandoli anche alla realtà con-creta della zona. Dalla sanità, che è sempre più privatizzata, al lavoro, al ruolo dell’invotabile PD, sempre più partito del ce-mento e che favorisce le specu-lazioni, anche in riferimento al decreto “Sblocca Italia” del go-verno del Berlusconi democri-stiano Renzi e al “Piano paesag-gistico” della regione Toscana.

Il compagno Massimo, sim-patizzante attivo del Partito, che ha fatto grandi progressi in campo sindacale da quan-do opera con il PMLI, ha rin-graziato l’Organizzazione di Rufina per l’aiuto fornitogli. Progressi che tra l’altro lo han-no portato ad essere eletto nel-la RSU dell’istituto scolastico dove lavora come ATA. Egli, rilevando che i termini borghe-sia e proletariato usati dal Par-tito sono stati tolti dalla mente dei lavoratori e delle masse col processo di deideologizzazio-ne e decomunistizzazione, ha chiesto come farsi capire dalle masse. Gli altri compagni han-no concordato che bisogna rap-portarsi al livello di coscienza

di chi abbiamo di fronte nell’u-sare le terminologie cercando di alzare la coscienza politica dei nostri interlocutori, senza staccarsi mai con discorsi e ter-mini troppo avanzati per la loro coscienza attuale che non sa-rebbero compresi.

Il compagno Andrea, altro simpatizzante ben attivo anche lui, ha toccato il punto del do-cumento della centrale a Bio-masse, in costruzione, di Pe-trona nel comune mugellano di Scarperia e San Piero. Si è di-scusso di come operare da parte nostra per mobilitare la popola-zione contro questo progetto al di là dell’attuale comitato in cui operano elementi di estrazione fascista. Visto che la centrale a biomasse può bruciare anche ri-fiuti urbani, i compagni hanno toccato anche il punto degli in-ceneritori. È stato rilevato come un buon numero di rivendica-zioni del documento elettorale del PMLI.Toscana siano a ca-rattere ambientale, per rimar-care la sensibilità del Partito su questo importantissimo tema che nel corso degli ultimi de-cenni ha avuto sempre maggio-re rilievo.

Questa è la prima campagna elettorale che beneficia dell’im-portante Rapporto del compa-gno Dario Granito alla riunione della Commissione di organiz-zazione del CC del PMLI in cui viene stabilita più cura ai rap-porti interni di Partito per mi-gliorare la qualità delle istanze; insomma gli effetti positivi si sentiranno certamente.

Vista la disponibilità dei compagni, essendoci tutte le condizioni, è stata costituita la Squadra di propaganda dell’a-stensionismo marxista-lenini-sta del Mugello e Val di Sieve. I compagni hanno organizzato i banchini e la propaganda che si terranno in queste settima-ne nelle principali piazze della zona.

La bacheca del PMLI davanti la Casa del Popolo di Fucecchio con i mani-festi elettorali astensionisti e contro il nuovo duce Renzi (foto Il Bolscevico)

AttivitA’ di ProPAgAndA AStenSioniStA

➥ RAVENNAPiazza Sighinolfi (lato via Berlinguer), presso il mercatoBanchino di propaganda dalle ore 9.30 alle 12.30

● Sabato 16 maggio

➥ RimiNiPiazza Tre MartiriVolantinaggio dalle ore 16 alle ore 18

● Sabato 16 maggio

➥ FiRENZEPiazza dell’IsolottoBanchino di propaganda dalle ore 9 alle 11

● Sabato 16 maggio

➥ FUCECCHiOPiazza Pertini, davanti alla CoopBanchino di propaganda dalle ore 16

● Sabato 16 maggio

➥ BORGO S. LORENZOBanchino di propaganda

● Sabato 16 maggio

Pontassieve, 9 maggio 2015. Interesse e discussioni intorno al banchino di pro-paganda che ha aperto la campagna astensionista in Val di Sieve (foto Il Bol-scevico)

ASTENSIONISTI DI SINISTRA, FAUTORI DEL SOCIALISMO, SOTTOSCRIVETE PER IL PMLI

Il PMLI sta impegnandosi al massimo per sostenere la campagna elettorale astensionista. Si sta svenando economicamente per far giun-gere la sua voce anticapitalista, contro il regime neo-fascista e il gover-

no Renzi, per l’Italia unita, rossa e socialista a un maggior numero possibile di elettrici e di elettori. I militanti e i simpatizzanti attivi del Partito stanno dando il massimo sul

piano economico. Di più non possono dare.Il PMLI fa quindi appello a tutte le astensioniste e agli astensionisti di sinistra e ai sinceri

fautori del socialismo, indipendentemente se voteranno i loro attuali partiti, per aiutarlo econo-micamente, anche con piccoli contributi da uno a 5 euro. Nel supremo interesse del proletariato e della causa del socialismo.

Compagne e compagni astensionisti di sinistra e fautori del socialismo, aiutateci anche eco-nomicamente per combattere le illusioni elettorali, parlamentari, riformiste e governative e per creare una coscienza, una mentalità, una mobilitazione e una lotta rivoluzionarie di massa capaci di abbattere il capitalismo e il potere della borghesia e di istituire il socialismo e il potere del pro-letariato.

Consegnate i contributi nelle nostre Sedi o ai nostri militanti oppure inviate i contributi al conto corrente postale n. 85842383, specificando la causale, intestato a: PMLI - Via A. Del Pollaiolo, 172a - 50142 FIRENZE

Ogni euro dato per la campagna elettorale astensionista del PMLI è un euro dato per la vittoria del proletariato sulla borghesia e sulle sue istituzioni, del socialismo sul capitalismo, del marxismo-leninismo-pensiero di Mao sul riformismo e sul revisionismo, del PMLI sui falsi partiti comunisti. Grazie di cuore per tutto quello che potrete fare.

www.pmli.it

Sede centrale: Via Antonio del Pollaiolo, 172a - 50142 FIRENZE

Tel. e fax 055.5123164 e-mail: [email protected]

PARTITO MARXISTA-LENINISTA ITALIANO

Perché le regioni e i comuni

siano governati dal popolo

e al servizio del popolo

ci vuole il socialismo

ASTIENITI

CREIAMO LE ISTITUZIONI

RAPPRESENTATIVE DELLE MASSE

FAUTRICI DEL SOCIALISMO

NON VOTAREI PARTITI

BORGHESI AL

SERVIZIO DEL

CAPITALISMO

Delegittimiamo

le istituzioni

rappresentative

borghesi

ASTIENITI

NON VOTAREI PARTITI

BORGHESI AL

SERVIZIO DEL

CAPITALISMO

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N. 20 - 21 maggio 2015 PMLI / il bolscevico 7

Spazziamo via l’italicum e il governo del nuovo duce renzi

e’ più che mai necessario esortare, come fa il pmli,

ad impegnarsi per il socialismo

Care compagne e cari compa-gni del PMLI,

nonostante gli inganni e le male-fatte evidenti perpetrate dal 25 Apri-le del 1945 ad oggi dai malviventi al potere in Italia, si rende più che mai necessario esortare, come fa il no-stro amato Partito, ad impegnarsi per l’instaurazione del socialismo. Infatti i tempi sarebbero ampiamen-te maturati perché ciò avvenga ma purtroppo ancora buona parte del proletariato non ha raggiunto la ma-turità necessaria, anche perché la “sinistra” parlamentarista e borghe-se continua incessantemente a fare il proprio sporco lavoro a favore del capitalismo.

È per questo che dobbiamo con-tinuare giorno dopo giorno a battere sul chiodo rosso affinché il proleta-riato prenda piena coscienza della propria condizione e si comporti di conseguenza.

Andrea, operaio del Mugello (Firenze)

il manifesto del pmli sul governo renzi è una

sintesi di chiarezzall nuovo manifesto del Partito

contro il governo Renzi chiarifica che il PMLI è l’unico partito politi-co italiano a chiedere alle masse di unirsi per cacciare via Renzi.

Inoltre, esso sottolinea la volon-tà politica di Renzi di completare la restaurazione del fascismo sotto forme nuove e con nuovi metodi, iniziata col governo Craxi ed in piena conformità col nero “piano di rinascita democratica” della loggia massonica P2, di cui fa parte anche Berlusconi. È un manifesto di sicu-ro impatto ,che smaschera i finti op-positori al governo Renzi.

Saluti marxisti-leninisti.Michele – Bolzano

renzi, come mussolini, sta portando l’italia allo

sfascioCari compagni,Karl Marx diceva: “... la Storia

si ripete”. Siamo tornati indietro di quasi cento anni, a quando Musso-lini portò l’Italia allo sfascio. Il ma-

nifesto sul nuovo duce Renzi ci è piaciuto moltissimo, tutti gli italiani dovrebbero vederlo e comprendere a cosa ci porterebbe un altro ven-tennio fascista! Purtroppo molti la pensano in altro modo (luridi bor-ghesi, capitalisti, sfruttatori dei la-voratori); chi ha vissuto quegli anni tremendi, chi ha rischiato il confino ne sa qualcosa! E mai dimentiche-rà.

Quindi, con forza e fiducia verso l’Italia unita, rossa e socialista!

Saluti marxisti-leninisti.Coi Maestri e il PMLI vinceremo!Liliana, Anna e Maria – Cuneo

le masse lavoratrici cominciano ad avere fiducia nei marxisti-

leninistiMi congratulo col PMLI per l’e-

semplare volantino sul 25 Aprile. Molto preciso nel descrivere la si-tuazione politica e sociale in Italia, nella critica al governo del nuovo duce e nelle indicazioni al proleta-riato italiano per abbattere il nuovo fascismo, rappresentato da Renzi, il capitalismo e instaurare il sociali-smo, dando il potere al proletariato che produce la ricchezza.

Il PMLI non poteva certo manca-re alla manifestazione per il 25 Apri-le a Catania e, come gli altri anni, ha fatto il suo dovere di Partito di avanguardia del proletariato, con i suoi cartelli contro il governo Renzi, con le sue gloriose bandiere, con i suoi volantini. Con l’alternarsi dei compagni al microfono, che legge-vano il volantino del PMLI, veniva catturato l’interesse politico dei ma-nifestanti. Questi accettavano con soddisfazione il volantino e talvolta conversavano di questioni politiche con i nostri compagni, con calore e unità rivoluzionaria. Tutto ciò dimo-stra che parte degli ostacoli posti artificiosamente dalla borghesia per non farci incontrare con le mas-se cominciano a crollare, le loro critiche a Lenin, Stalin, Mao, alla dittatura del proletariato, che met-tono sullo stesso piano il nazismo e il comunismo cominciano a per-dere il loro effetto. Le masse lavo-ratrici cominciano ad avere fiducia nei marxisti-leninisti, perché aprono loro gli occhi, dicendo la verità.

L’oratrice ufficiale del 25 Aprile a Catania, Santina Sconza dell’Anpi, ha criticato e condannato le contro-

riforme costituzionali effettuate dai governi precedenti e da quello at-tuale a guida PD, che sviliscono il contenuto della Costituzione repub-blicana e ne fanno carta straccia, offendendo la memoria e il sacri-ficio di coloro che hanno offerto la loro vita in cambio di essa.

Noi in Italia abbiamo costru-ito il PMLI, che ogni giorno che passa sta diventando sempre più forte. Malgrado il blackout dell’in-formazione nei confronti del Parti-to stiamo andando avanti tra mille sacrifici. Siamo fieri di tutto questo. I giovani vedono nel Partito il loro futuro e ci seguono, perché solo il socialismo può garantire un futuro luminoso.

Saluti marxisti-leninisti.Francesco Campisi –

Belpasso (Catania)

milito nella Fgc ma stimo il lavoro del pmli

Compagni,conosco da tempo Il Bolscevico,

leggendolo spesso online. Mi chie-devo se fosse possibile un abbona-mento cartaceo.

Milito nel Fronte della Gioventù Comunista (Fgc, la giovanile del Partito Comunista) ma, senza reto-rica e sovrastrutture simili, apprez-zo il vostro lavoro e l’impostazione della vostra vita di partito.

Leggo, spesso, le risoluzioni degli organismi dirigenti del PMLI e vi stimo non poco, tralasciando il fatto che per lavoro sto studiando ancora di più da vicino la cosiddet-ta galassia "emme-elle", anche per questo consulto spesso la versione online de Il Bolscevico.

L’unica nota negativa, ma forse non dovrei neanche dirlo, è la veste grafica del sito.

Marco, via e-mail

Solo il pmli ha la forza per innescare il processo

rivoluzionarioL’assurdità del sistema fascio li-

berista italiano sta causando danni al proletariato e al sottoproletariato. La pseudo politica italiana pensa all’Expo, creato apposta dalla bor-ghesia per accumulare capitale sfruttando i lavoratori e i giovani, e alla legge elettorale. Nessuno pen-sa ai giovani e ai lavoratori che non riescono a crescere e ad andare avanti. Nessuno pensa agli operai

della Fincantieri che con il nuovo contratto integrativo guadagnano 6 euro l’ora e hanno ferie e permessi dimezzati. Bisogna aiutare le mas-se a riscattarsi e solo il PMLI ha la forza, il coraggio e la cultura rivolu-zionaria per poter innescare il pro-cesso rivoluzionario culturale.

Saluti marxisti-leninisti.JD – Palermo

complimenti per due articoli de “il Bolscevico”

Scrivo per complimentarmi di due articoli apparsi su “Il Bolsce-vico”. Il primo è quello apparso sul numero 17 a pag. 13. L’articolo è ben scritto, chiaro esaustivo e ve-ritiero e mette in evidenza già dal titolo le contraddizioni del PD “Jobs Act e pace sociale”. La pace socia-le mai può mai andare a braccetto con il Jobs Act antiproletario e di estrema destra!

L’articolo è talmente efficace e cattura l’attenzione del lettore che vi suggerisco di consegnarlo quan-do fate volantinaggio per l’astensio-nismo.

Il secondo è quello apparso sul n. 19 a pagg. 5/6 sulla manifesta-zione del Primo Maggio in Valdisie-ve. Articolo interessante soprattutto quando si critica, più che giusta-mente il lassismo e la mancanza di azioni di lotta della CGIL sul Jobs Act, una critica doverosa e veritiera.

Alessandro – Sesto Fiorentino (Firenze)

provocatoria manifestazione della lega a reggio emilia per il 25

aprileNon era bastata giusto un anno

fa la provocazione di una contro-manifestazione a Reggio Emilia durante il 25 Aprile, giorno della Li-berazione, manifestazione seppur legittima della Lega per quelle che sono le norme previste dalla Costi-tuzione, tuttavia allora si rivelò pa-recchio fuori luogo la concomitanza di una iniziativa che nulla aveva a che vedere con la ricorrenza del 25 Aprile.

Chi allora protestò nei confronti di tutto questo, a fronte dell’indiffe-renza politica delle istituzioni cittadi-ne e delle forze preposte all’ordine, venne tacciato con non poca faccia tosta, di creare una contrapposizio-ne di piazza in occasione delle ce-

lebrazioni della Liberazione.Un anno dopo siamo punto e a

capo, forte dell’indifferenza e dell’i-gnavia di istituzioni e delle forze preposte all’ordine pubblico, la Lega rilancia e porta a Reggio Emi-lia sempre nel giorno della Libera-zione, un personaggio ambiguo, ex fascista dell’MSI, quel Buonanno che si è fatto riconoscere più per la sua presenza in televisione e per fomentare l’odio razziale e la discriminazione, anziché darsi da fare per i bisogni di tutti i cittadini, senza distinzione di colore, razza o nazionalità. Alla luce di tutto que-sto, non era affatto casuale durante il 25 Aprile, la manifestazione della Lega di un anno fa e non lo è nem-meno oggi quando, chi di dovere, permetterà che in città si creino i presupposti di una contrapposi-zione di piazza, sempre durante il giorno deputato invece a ricordare quello che è stato il sacrificio di un popolo intero per la sua Liberazio-ne e dove l’attenzione verrà sposta-ta sul baccano populista e fascio-leghista che accompagna questo personaggio.

Ancora oggi, sindaco e forze preposte all’ordine pubblico dove sono?

Alessandro Fontanesi, segretario provinciale del PCdI -

Reggio Emilia

insoddisfacente manifestazione per il 25

aprile a ForlìImpressionante la micro cele-

brazione del 25 Aprile a Forlì. Voi avete saputo cosa ha motivato una così penosa rappresentazione? As-senza del palco, minuscolo assem-bramento al centro della piazza, pochissime sedie per i partecipanti, meno ancora i curiosi attorno, com-plessivamente una gran fretta a far presto.

Ne ho tratto un’impressione concreta dell’aria che tira, per di più rafforzata dalla visita successiva alla mostra fotografica sui forlivesi e la “grande guerra” che è un re-torico esempio (compresa un’intera sala, la più grande, dedicata a De Calboli, alla sua carrozzina e alle mazze ferrate dei “perfidi cruc-chi”…) di cosa non è più lecito fare, vista anche la mole di studi che of-frirebbero materiale per ben altre analisi. Ciao.

Gabriele - Forlì

da parte di compagni romani

omaggio a marx a londra

�Dal corrispondente della Cellula “Rivoluzione d’Ottobre” di RomaIl 30 aprile nostri compa-

gni si sono recati a Londra per motivi turistici, e in quella stessa mattinata hanno volu-to rendere omaggio a uno dei cinque Maestri del proletaria-to internazionale, Karl Marx, facendosi fotografare dinanzi alla sua tomba nel cimitero di Highgate con in mano la ban-diera del Partito portata per l’occasione.

Un fatto curioso che è av-venuto nel momento delle foto è la presenza nelle vicinanze

della tomba di un turista cine-se, che si è mostrato stupito e interessato alla bandiera del PMLI e soprattutto all’effige di Mao posta su di essa, che ha subito voluto fotografare. In seguito ha chiesto cosa stes-se a significare l’acronimo “PMLI” e gli abbiamo risposto spiegandogli in inglese che siamo un Partito marxista-leninista e proveniamo dall’I-talia. Il simpatico incontro si è concluso con un gioviale saluto.

Viva Karl Marx!Uniti, con i Maestri e il PMLI

vinceremo!

Davvero rosso, ben fatto e az-zeccato (come sempre, del resto) l’articolo de Il Bolscevico “La ca-mera vota l’Italicum fascistissimum” che chiarisce il punto di vista di classe e antifascista su questa nuo-va sciagurata legge fascista.

Fascista nel metodo adottato per farla passare: a colpi di fiducia, come accaduto con la legge Acer-bo sotto il regime fascista e con la legge truffa voluta da Scelba e De Gasperi nel 1953. Le leggi elettorali sono materia del parlamento e non del governo, la fiducia di per sé è quindi già una forzatura. Renzi la impone grazie alla sua arroganza e “smisurata ambizione” fascista, sot-tomettendo il parlamento, epurando la (imbelle e opportunista) sinistra interna del PD e comprando il voto di diversi parlamentari con tanto di campagna acquisti, dal sapore ber-lusconiano, a destra e a “sinistra” dell’emiciclo, cosa che comunque ha visto l’Italicum raccogliere meno voti di quelli della maggioranza di

governo (334 contro 352).Fascista nel merito: perchè è

una legge, concepita nel patto pi-duista del Nazareno, che conse-gna la maggioranza assoluta della Camera dei deputati al partito o alla lista che ottiene più del 40% dei voti al primo turno o un voto in più del secondo classificato al se-condo turno in caso di ballottaggio. Ma qualunque partito al netto degli astenuti in Italia è una sparuta mi-noranza sull’intero corpo elettorale, così una forza politica largamente minoritaria avrà il controllo assolu-to della Camera (il 54% dei seggi). La qual cosa lede evidentemente il principio della rappresentanza. Inoltre i deputati saranno per lo più nominati e dunque scelti dai rispet-tivi capipartito.

Va considerato poi il quadro di

controriforme costituzionali in cui si inserisce questa legge, l’eliminazio-ne del bicameralismo perfetto, con il ridimensionamento dei poteri del Senato, che non sarà più elettivo ma nominato dai consiglieri regio-nali e comunali, con evidente pa-lese restringimento degli spazi di democrazia borghese a tutto van-taggio del potere dell’esecutivo, il cui premier non sarà più “primum inter pares”, perché nominerà di-rettamente i ministri, avrà un potere sovrastante sulla Camera e cosa ancor più grave potrà nominare a suo uso e consumo il presidente della Repubblica, i membri della Corte costituzionale e del CSM. Cambia dunque la forma di gover-no dell’Italia, da repubblica parla-mentare a presidenziale di fatto, con la fine della separazione fra il

potere legislativo, esecutivo e giu-diziario.

La classe dominante borghese ha quindi trovato in Renzi il suo migliore servo e cavallo di razza su cui puntare per completare quello che i suoi predecessori avevano lasciato a metà. Quando verrà ap-provata la “riforma” del Senato sarà definitivamente completato il regi-me capitalista, neofascista, presi-denzialista e interventista, secondo il “piano di rinascita democratica” e lo “schema R” della loggia masso-nica P2 di Licio Gelli, il cui architra-ve politico sarà il partito renziano, che si scrive PD, ma si legge partito della nazione fascista.

Le opposizioni parlamentari non sono credibili e veramente antiren-ziane e contro l’Italicum (almeno fino ad oggi), per almeno due moti-

vi: intanto perché un parlamento di nominati fa comodo a tutti, questa è la verità, in secondo luogo per-ché sia il M5S, sia quel che rima-ne del “centro-destra” (che in gran parte ha concepito insieme a Ren-zi nel “patto del Nazareno” e poi votato la legge inizialmente), sono allettati dalla possibilità di arrivare al ballottaggio e magari “vincere” un domani le elezioni godendo a loro volta di una schiacciante mag-gioranza parlamentare asservita al governo. Lo dicono abbastan-za chiaramente gli stessi “grillini”, aldilà delle parole di critica, ed è eloquente il silenzio di Berlusconi in questo senso.

Quest’ennesima vicenda dimo-stra che il cavallo della borghesia e della Ue imperialista Renzi, nuovo duce ed erede di Mussolini, Cra-

xi e Berlusconi va spazzato via al più presto dalla piazza, prima che possa fare ulteriori danni economi-ci, politici, sociali e istituzionali al popolo italiano. Mussolini è stato giustiziato e appeso a capo in giù dopo la gloriosa Resistenza, Craxi è dovuto scappare dal Paese brac-cato dalla magistratura, Berlusconi è stato condannato e interdetto e solo l’opportunismo e la conniven-za (basti pensare a Napolitano) della “sinistra” borghese (politica e sindacale) lo hanno salvato dalla sollevazione della piazza.

Mi auguro di cuore che presto tocchi a Renzi fare una gran brutta fine politica sotto la spinta della giu-sta collera popolare e antifascista!

Il popolo italiano non vuole il fa-scismo!

Spazziamo via l’Italicum e il go-verno del nuovo duce Renzi!

Per l’Italia unita, rossa e socia-lista e il potere politico del proleta-riato!

Giordano – Paola (Cosenza)

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PARTITO MARXISTA-LENINISTA ITALIANO

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N. 20 - 21 maggio 2015 Marx / il bolscevico 91818 – 5 maggio – 2015 197° Anniversario della nascita del Grande Maestro del proletariato

internazionale e cofondatore del socialismo scientifico - 2ª puntata

Riprendiamo la pubblica-zione dell’importante opera di Lenin, “Karl Marx (Breve sag-gio biografico ed esposizione del marxismo)” in occasione dell’Anniversario della nascita di Marx, avvenuta il 5 maggio 1818. Il titolo che qui compare è redazionale. La prima puntata è apparsa sul n. 18 a pag. 5.

La dottrina di Karl Marx

Il marxismo è il sistema delle concezioni e della dottrina di Marx. Marx è stato colui che ha continua-to e ha genialmente perfezionato le tre più importanti correnti d’idee del secolo XIX, proprie dei tre pa-esi più progrediti dell’umanità: la filosofia classica tedesca, l’econo-mia politica inglese e il socialismo francese, in rapporto con le dottrine rivoluzionarie francesi in generale. Anche gli avversari riconoscono la meravigliosa coerenza e organici-tà delle concezioni di Marx che co-stituiscono nel loro assieme il ma-terialismo moderno e il moderno socialismo scientifico, teoria e pro-gramma del movimento operaio di tutti i paesi del mondo civile. È per-ciò necessario far precedere l’espo-sizione del contenuto principale del marxismo - la dottrina economi-ca - da un breve saggio sulla sua concezione del mondo in generale. Il materialismo filosofico

A partire dagli anni 1844-1845, cioè fin da quando si vennero for-mando le sue concezioni, Marx fu un materialista, e più particolar-mente un seguace di Ludwig Feu-erbach, del quale, anche in segui-to, vide i lati deboli esclusivamente nel fatto che il suo materialismo non era né abbastanza conseguente né abbastanza completo. L’impor-tanza storica universale di Feuer-bach, che “faceva epoca”, fu vista da Marx precisamente nel distac-co deciso dall’idealismo di Hegel e nella proclamazione del materia-lismo, il quale, già “nel XVIII seco-lo, e specialmente il materialismo francese, non fu solo una lotta con-tro le istituzioni politiche vigenti, ad esempio la religione e la teolo-gia dell’epoca, ma, nella stessa mi-sura... contro ogni metafisica, inte-sa nel senso di speculazione briaca in opposizione alla filosofa sobria” (La sacra famiglia nella Eredità letteraria). “Per Hegel - ha scrit-to Marx - il processo del pensiero, che egli, sotto il nome di Idea, tra-sforma addirittura in soggetto indi-pendente è il demiurgo” (il creato-re) “del reale... Per me, viceversa, l’elemento ideale non è altro che l’elemento materiale trasferito e tradotto nel cervello degli uomini” (Poscritto alla II edizione tedesca del I volume del Capitale)10. In pie-na conformità con questa filosofia materialistica di Marx e facendone l’esposizione, Friedrich Engels scri-ve nell’Antidühring (cfr.), opera di cui Marx aveva preso visione quan-do essa era ancora manoscritto: “... L’unità del mondo non consiste nel suo essere... L’unità reale del mon-

do consiste nella sua materialità, e questa è dimostrata... da uno svi-luppo lungo e laborioso della filo-sofia e delle scienze naturali”11... “Il movimento è il modo di esistere della materia. Mai e in nessun luo-go c’è stata e mai può esserci ma-teria senza movimento”12... “movi-mento senza materia...”13. “Ma se ci si chiede... che cosa siano allora il pensiero e la coscienza, e da dove essi traggano origine, si trova che essi sono prodotti del cervello uma-no e che l’uomo stesso è un prodot-to della natura che si è sviluppato col e nel suo ambiente; da ciò si in-tende allora senz’altro che i prodot-ti del cervello umano, i quali in ul-tima analisi sono anch’essi prodotti naturali, non contraddicono il re-stante nesso della natura, ma inve-ce vi corrispondono.”14 “Hegel era un idealista, cioè per lui i pensieri della sua testa non erano le imma-gini riflesse” (Abbilder, immagini riflesse; talvolta Engels parla di “ri-produzioni”) “ più o meno astratte delle cose e dei fenomeni reali; ma, al contrario, le cose e il loro svilup-po erano per Hegel immagini ri-flesse delle ‘idee’ esistenti già pri-ma del mondo in qual che luogo”15. Nella sua opera Ludwig Feuerbach - dove Friedrich Engels espone le opinioni sue e di Marx sulla filo-sofia di Feuerbach e che l’autore mandò alle stampe solo dopo aver riletto un vecchio manoscritto suo e di Marx degli anni 1844-1845 su Hegel, Feuerbach e l’interpretazio-ne materialistica della storia - En-gels scrive: “Il grande problema fondamentale di tutta la filosofia, e specialmente della filosofia moder-na, è quello del rapporto del pensie-ro con l’essere... dello spirito col-la natura...il problema di sapere se l’elemento primordiale è lo spirito o la natura... I filosofi si sono di-visi in due grandi campi secondo il modo come rispondevano a tale quesito. I filosofi che affermavano la priorità dello spirito rispetto alla natura e quindi ammettevano in ul-tima istanza la creazione del mondo di un genere qualsiasi... formavano il campo dell’idealismo. Quelli che affermavano la priorità della natu-ra appartenevano alle diverse scuo-le del materialismo”16. Qualsiasi al-tro uso dei concetti (filosofici) di idealismo e materialismo conduce soltanto alla confusione. Marx re-spinse decisamente non solo l’idea-lismo, che è sempre legato in qual-che modo alla religione, ma anche le opinioni, oggi particolarmente diffuse, di Hume e di Kant, l’agno-sticismo, il criticismo, il positivi-smo di varie specie, considerando tali filosofie come “reazionarie”, come concessioni all’idealismo, e, nel migliore dei casi, “un modo vergognoso di accettare il mate-rialismo sottomano, pur rinnegan-dolo pubblicamente”. Si veda a questo proposito, oltre alle opere citate di Engels e Marx, la lettera di quest’ultimo al primo in data 12 di-cembre 1866, nella quale Marx, pur osservando che l’esposizione del noto naturalista T. Huxley e il suo

riconoscimento che, “in quanto noi osserviamo e pensiamo realmente, non possiamo mai uscire dal campo del materialismo”, sono “più mate-rialistici” del solito, lo rimprovera per aver lasciato aperte delle “fes-sure” all’agnosticismo e alle con-cezioni di Hume17. Occorre ricor-dare particolarmente la posizione di Marx circa i rapporti tra libertà e necessità: “La necessità è cieca fino a quando non se n’è presa coscien-za. La libertà è la coscienza della necessità” (Engels, Antidühring), cioè il riconoscimento della ogget-tività delle leggi della natura e della trasformazione dialettica della ne-cessità in libertà (e così pure della trasformazione dell’ignorata, ma conoscibile “cosa in sé” in “cosa per noi”, dell’“essenza delle cose” in “fenomeno”). Marx ed Engels consideravano come difetto prin-cipale del “vecchio” materialismo, compreso quello di Feuerbach (e tanto più del materialismo “volga-re” di Buchner, Vogt, Moleschott): 1) il fatto che questo materialismo era “prevalentemente meccanico”, giacché non prendeva in conside-razione il moderno sviluppo della chimica e della biologia (ai nostri giorni bisognerebbe aggiungere an-cora: della teoria elettrica della ma-teria); 2) il fatto che il vecchio ma-terialismo non era storico, non era dialettico (era metafisico, cioè anti-dialettico), non applicava coerente-mente e completamente la dottrina dell’evoluzione; 3) il fatto che esso

concepiva l’“essenza dell’uomo” in modo astratto e non come l’“in-sieme” di “tutti i rapporti sociali” (concretamente e storicamente de-terminati), e perciò si limitava a “spiegare” il mondo, mentre si trat-ta di “mutarlo”; esso cioè non com-prendeva l’importanza dell’“attivi-tà rivoluzionaria pratica”.

La dialetticaMarx ed Engels considerava-

no la dialettica hegeliana come la più completa, la più profonda e la più ricca dottrina dell’evoluzione, come la più grande conquista del-la filosofia classica tedesca. Tut-te le altre formulazioni del princi-pio dello sviluppo, dell’evoluzione, essi le ritenevano unilaterali, pove-re di contenuto, tali da deformare e mutilare il reale processo di svilup-po (spesso contrassegnato da salti, catastrofi, rivoluzioni) nella natura e nella società. “Marx ed io siamo stati presso a poco i soli a salvare dalla filosofia idealistica tedesca” (dalla rovina dell’idealismo, quel-lo hegeliano compreso) “la dialet-tica cosciente e a trasferirla nella concezione materialistica della na-tura e della storia.” 18 “La natura è il banco di prova della dialettica e noi dobbiamo dire a lode delle mo-derne scienze naturali che esse han-no fornito a questo banco di prova un materiale estremamente ricco” (e questo è stato scritto prima della scoperta del radio, degli elettroni,

della trasformazione degli elementi ecc.!) “che va accumulandosi gior-nalmente e che di conseguenza esse hanno dimostrato che, in ultima analisi, la natura procede dialettica-mente e non metafisicamente.”19

“La grande idea fondamenta-le - scrive Engels - che il mondo non deve essere concepito come un complesso di cose compiute, ma come un complesso di processi, in cui le cose in apparenza stabili, non meno dei loro riflessi intellet-tuali nella nostra testa, i concetti, at-traversano un ininterrotto processo di origine e di decadenza... questa grande idea fondamentale è entra-ta così largamente, specie dopo He-gel, nella coscienza comune, che in questa sua forma generale non trova quasi più contraddittori. Ma ricono-scerla a parole, e applicarla concre-tamente nella realtà, in ogni campo che è oggetto di indagine, sono due cose diverse”20.

“Per la filosofia dialettica non vi è nulla di definitivo, di assolu-to, di sacro; di tutte le cose e in tut-te le cose essa mostra la caducità e

null’altro esiste per essa all’infuori del processo ininterrotto del diveni-re e del perire, dell’ascensione sen-za fine dal più basso al più alto, di cui essa stessa non è che il rifles-so nel cervello pensante.”21 Dun-que, la dialettica è, secondo Marx, “la scienza delle leggi generali del movimento, così del mondo esterno come del pensiero umano”.

Marx accolse e sviluppò questa parte rivoluzionaria della filosofia di Hegel. Il materialismo dialettico “non ha più bisogno di nessuna filo-sofia che stia al di sopra delle altre scienze”22. Della precedente filoso-fia rimane “la dottrina del pensie-ro e delle sue leggi, cioè la logica formale e la dialettica”23. E la dia-lettica, nella concezione di Marx, e anche in quella di Hegel, contiene in sé quella che oggi chiamiamo te-oria della conoscenza o gnoseolo-gia, la quale pure deve considera-re il proprio oggetto storicamente, studiando e generalizzando l’origi-ne e lo sviluppo della conoscenza, il passaggio dalla non-conoscenza alla conoscenza.

Ai giorni nostri l’idea di svilup-po, di evoluzione, è entrata quasi ge-neralmente nella coscienza sociale, ma non per tramite della filosofia di Hegel, bensì per altre vie. Tuttavia quest’idea, come l’hanno formulata Marx ed Engels basandosi su He-gel, è molto più completa e ricca di contenuto dell’idea corrente di evo-luzione. Uno sviluppo che sembra ripercorrere le fasi già percorse, ma le ripercorre in modo diverso, a un livello più elevato (“negazione del-la negazione”); uno sviluppo, per così dire, non rettilineo ma a spira-le; uno sviluppo a salti, catastrofi-co, rivoluzionario; “l’interruzione della gradualità”; la trasformazio-ne della quantità in qualità; gli im-pulsi interni dello sviluppo, gene-rati dalle contraddizioni, dagli urti tra le diverse forze e tendenze ope-ranti sopra un dato corpo oppure entro i limiti di un dato fenomeno o nell’interno di una data società: l’interdipendenza e il legame più stretto e indissolubile tra tutti i lati di ogni fenomeno (e la storia mette in luce lati sempre nuovi), legame che genera un processo di movi-mento unico, universale, sottoposto a leggi: tali sono alcune caratteri-stiche della dialettica, dottrina del-lo sviluppo che è più ricca di con-tenuto delle dottrine correnti. (Cfr. la lettera di Marx a Engels dell’8 gennaio 1868, nella quale sono de-rise le “tricotomie rigide” di Stein, che sarebbe assurdo confonde-re con la dialettica materialistica).

NOTE

10 Karl Marx, Il Capitale, cit., v. I, p. 44.11 F. Engels, Antidühring, Roma, Edizioni Rinascita, 1951 (II ediz.), pp. 52-53.12 Ivi, p. 70. 13 Ibidem.14 Ivi, p. 45.15 Ivi, p. 31.16 F. Engels, Ludovico Feuerbach e il punto

d’approdo della filosofia classica tedesca, in Karl Marx- F. Engels, op. cit., pp. 114-1115. 17 Carteggio, cit., IV, p. 456. 18 F. Engels, Antidühring, cit., p. 15. 19 Ivi, p. 29.20 F. Engels, Ludovico Feuerbach e il punto d’approdo della filosofia classica tedesca, in Karl Marx- F. Engels, op. cit., pp. 1133. 21 Ivi, p. 1107.22 F. Engels, Antidühring, cit., p. 32.23 Ibidem.

Marx ed Engels con le figlie di Marx Laura, Eleanor e Jenny nel 1864. Si conobbe l’esistenza di questa foto solo nel 1948 quando un nipote di Marx, Edgar Longuet la donò all’Istituto per il Marxismo-Leninismo di Mosca

(2ª puntata - segue)

Marx ha svelato al proletariato il coMpito storico di rovesciare

il capitalisMo e conquistare il socialisMoLenin: “Karl Marx1 (Breve saggio biografico ed esposizione del marxismo)”

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10 il bolscevico / PMLI N. 20 - 21 maggio 2015

Il PMlI cI dIMostra che la cultura borghese è sbaglIata e noI aPrIaMo la Mente e Il corPo all’IdeologIa del PMlI

L’incredibile opera del compa-gno Scuderi è già appartenente alla storia, egli si è già ritagliato lo spazio che merita nella storia del marxismo-leninismo in Italia. Ma questa opera continua: Giovanni Scuderi avrà posto un giorno nel-la nostra bandiera, a fianco dei cinque Maestri del proletariato, ma egli ancora oggi e per tanto tempo continuerà a “illuminare” il nostro cammino con i suoi scritti, come l’appello ai nuovi militanti.

Siamo tutti noi, nuovi militanti, chiamati in questo scritto a mi-gliorare la nostra cultura giorno per giorno e trasformarla. Ci si accorge del cambiamento in atto quando lo spazio intorno a noi cominciamo a vederlo in chiave proletaria, militante e marxista-le-ninista. Dico “marxista-leninista” genericamente perché questa parola mi pare l’opposto del con-cetto individualistico di carriera personale che la borghesia ha sempre insegnato a tutti noi, fin da quando eravamo dei ragazzi incapaci di analizzare la socie-tà. Abbiamo tutti, a meno che non siamo nati e cresciuti in un ambiente proletario e comunista particolare, inglobato nel nostro carattere, e ci siamo fatti traspor-tare nelle nostre scelte, da ideali individualistici che semplicemen-te si possono riassumere come il miglioramento di se stessi e l’ar-rivismo, anche a costo di calpe-stare col piede la testa dei nostri vicini più prossimi.

Lo vedo nel mio ambiente di lavoro. La mentalità di molti è quella di fare di un bene neces-sario regalatoci dalla natura stes-

sa un modo per guadagnare, e questo è lo spirito borghese: c’è un bene, allora proviamo a ven-derlo. Scioccamente elementi più arretrati delle masse sono abbin-dolati dal desiderio di fare carrie-ra e avere tornaconti personali ma non sono le singole persone che muovono il mondo, sono le masse.

Senza le masse l’individuo non può essere importante. Lo dimostra il fatto che la maggior parte delle persone sono escluse dai ruoli importanti della società, a meno che esse non siano di-sposte a sgambettare anche un proprio fratello. Quindi c’è una lotta, alla cui vittoria si arriva con i metodi appena citati molto più fa-cilmente che non attraverso col-laborazione comune, sfruttando le capacità del singolo per miglio-rare la vita delle masse.

Allora, questo discorso, cosa c’entra coi nuovi militanti del PMLI? Innanzitutto è difficile sradicare la concezione borghe-se individualistica del mondo da ognuno di noi nuovi militanti poiché subentrano ideali ormai

acquisiti a causa dell’indottrina-mento borghese che abbiamo ricevuto. Compito del PMLI è sradicarlo, presentando la via del socialismo come la migliore per realizzarsi. Realizzarsi non deve voler dire essere importanti solo perché nei canoni borghesi l’arrivismo è il primo comanda-mento. Realizzarsi deve essere univocamente legato al succes-so della società e delle masse lavoratrici, e questo è importan-te. Ma ciò può avvenire solo nel socialismo.

Il PMLI deve lavorare affinché dimostri che la cultura borghese è sbagliata. Ma anche noi dob-biamo metterci del nostro e apri-re la mente e il corpo all’ideologia del PMLI e accettarla senza se e senza ma! Dobbiamo capire che per il bene delle masse si deve essere disposti ad appoggiare il Partito anche quando non si è concordi con qualche sua scelta. I partiti moderni della borghesia si scindono quando un paio di componenti non sono d’accor-do con il “capo”, ed ecco perché nessun partito dura al governo

per molti anni. I partiti della bor-ghesia fra l’altro desiderano tutti le stesse cose, ossia il successo della propria classe sociale sul proletariato. Quindi, come dice Scuderi, o siamo con la borghe-sia o siamo col proletariato. Per il bene del PMLI è meglio che uno vada via dal PMLI piuttosto che rimanere nel Partito senza pro-durre per il bene della rivoluzio-ne proletaria e, magari, alimenti discordie interne. Il PMLI a mio parere, attraverso il compagno Dario, Responsabile della Com-missione di organizzazione del CC, sta facendo il meglio per ac-compagnare i militanti nella nuo-va avventura e, senza peli sulla lingua, migliorarli nelle proprie attività locali.

Spero di trovare presto gli spunti per fare il salto di qualità politica. Mi sto preparando ide-ologicamente, ma serve la mia presenza fra le masse. A volte mi chiedo se ho la stoffa per trasci-nare la masse fuori dal calderone borghese, e sicuramente l’aiuto di nuovi compagni agevolerebbe il lavoro del PMLI a Uras: que-sto a riprova che io da solo non sono fondamentale, mentre uniti possiamo davvero cambiare il modo di vivere del proletariato, fargli acquisire la consapevolez-za di essere la classe che merita il potere politico poiché è indub-bio che esso produce tutta la ric-chezza della società capitalista nella quale viviamo.

Coi Maestri e il PMLI vincere-mo!

Maurizio Littera – Uras (Oristano)

una fotografIa Perfetta della realtà conteMPoranea, una grande sPInta a lavorare Per la rIvoluzIone socIalIsta

Come sempre, del resto, l’ampio Editoriale del compagno Segretario generale, Giovanni Scuderi, in occasione del 38° del-la fondazione del PMLI è ricco di osservazioni e di indicazioni pre-ziose, tutte condivisibili.

In primo luogo l’impianto ge-nerale coglie pienamente nel segno, evidenziando come il proletariato italiano si trovi in una situazione pessima, decisamente peggiore anche rispetto a quella (certo non rosea, comunque) in cui si trovava una decina di anni fa, per risalire a un tempo non lunghissimo. Peggiore la situa-zione salariale, con un tasso di svalutazione inimmaginabile an-che solo un quinquennio (non un decennio) fa. Dieci anni fa l’euro c’era già, ma non se ne sentiva-

no ancora così pesantemente gli effetti; soprattutto non c’era la crisi, indotta più che direttamente provocata da quella iniziata negli USA come crisi della “Lehman Brothers” (settembre 2008).

Nelle crisi del capitalismo, sia-no esse “pletoriche” (cioè date da un’offerta di molto superiore alla domanda) o strutturali in senso più deciso (ma il capitalismo è comunque sempre “condanna-to alle crisi”, dunque “strutturali” sono tutte le crisi del capitalismo, a voler essere esatti, in quanto ad esso connaturate) chi viene penalizzato è sempre in primis il proletariato, mentre le classi me-die s’arrangiano, la grande bor-ghesia invece s’arricchisce spe-culando sulla crisi, come noto.

Anche tutte le altre osserva-

zioni sono totalmente da con-dividere, come quelle relative a disoccupazione e sotto-occupa-zione dei giovani ma in realtà di moltissimi proletari anche meno giovani. Importante quanto detto da Scuderi sulle donne e il loro ruolo di esclusione e ghettizza-zione sociale, sia a livello retri-butivo sia di condizione comples-siva: il “machismo” non è solo condizione latinoamericana ma prospera in Italia, legandosi an-che strettamente alle condizioni di retribuzione molto inferiore delle donne. La condizione di gay e lesbiche è nota, la cultura e la scuola seguono un modello produttivistico, di indurimento del capitalismo (quello che in Fran-cia e in altri Paesi ma anche in Italia giustamente viene definito “iperliberismo”) e ogni “ricetta” anche solo larvatamente liberale nasconde in sé e altre volte inve-ce appalesa in pieno la propria natura reazionaria.

Della cultura e dell’istruzione dice ancora una volta perfetta-mente il compagno Scuderi che si tratta di controriforme dura-mente repressive, funzionali alla “selezione”, al “merito”, anzi alla meritocrazia, togliendo in realtà ogni speranza al proletariato. La condizione dei migranti è nota, come attestano persino fonti in-sospettabili, statistiche oltremodo “neutre”, quasi fossero “voci dal sen fuggite”.

Le controriforme istituzionali e costituzionali sono ben note,

ma mai abbastanza evidenziate, come lo sono quelle del pubblico impiego, della magistratura, ecc. Torna l’imperialismo militarista negli attacchi che l’imperialismo progetta, minaccia e conduce in tutto il mondo.

Importante ribadire, poi, come il compagno Segretario fa otti-mamente, che il proletariato ita-liano, è distolto dallo studio del marxismo-leninismo-pensiero di Mao ad opera di revisionisti, ideologi borghesi e da altro, da un’informazione televisiva e gior-nalistica che canta ogni giorno, magari con poche e apparenti venature critiche le “magnifiche sorti e progressive” del renzismo, giustamente individuato da Scu-deri quale prosecuzione “con altri mezzi” del disegno reazionario, piduista e neo-fascista che negli anni ha conosciuto varie “incar-nazioni”, da Mussolini a Berlu-sconi, arrivando poi agli ultimi governi di Monti, Letta e Renzi, dove quest’ultimo è forse il più pericoloso in quanto ammantato di giovanilismo, velocità, decisio-nismo dove lo stile è quello che ricorda Mussolini, Craxi e Berlu-sconi ma con accenti nuovi e, se possibile, più pericolosi.

Probabilmente la rivoluzione socialista armata, giustamente auspicabile, non sarà vicina, ma occorre prepararla, smontando di volta in volta gli idoli che il potere capitalista propone anche e so-prattutto al proletariato.

Eugen Galasso

Richiedete l’opuscolon. 15 di Giovanni ScuderiLe richieste vanno indirizzate a: [email protected]

PMLIvia A. del Pollaiolo, 172/a - 50142 Firenze - Tel. e fax 055 5123164

rIunIone della cellula “Mao” dI MIlano

con lo studio abbiamo celebrato il 70°

anniversario della liberazione dell’europa

dal nazi-fascismo �Redazione di MilanoSabato 9 Maggio la Cellula

“Mao” di Milano del PMLI ha celebrato in modo militante il 70° Anniversario della Libe-razione dell’Europa dal nazi-fascismo svolgendo una riu-nione di studio pomeridiana, presso la Sede milanese del Partito, sull’articolo pubblicato a pagina 9 de Il Bolscevico n. 19 dal titolo: “Una grande e storica vittoria in cui l’Urss di Stalin ha svolto un ruolo deci-sivo”.

Nel dibattito si sono appro-fonditi i vari aspetti descritti nell’articolo quali le cause della guerra e le responsabi-lità dei capitalisti occidentali, Il patto di non aggressione “Molotov-Ribbentrop”, l’ag-gressione nazi-fascista all’U-nione Sovietica e il ruolo de-cisivo dell’Armata Rossa nella Vittoria totale sul mostro nazi-fascista.

L’iniziativa, che ha entusia-smato tutti i suoi partecipanti, risponde alle necessità di for-nire a ogni militante e simpa-tizzante marxista-leninista gli indispensabili strumenti cultu-rali atti a sgomberare il cam-po da tutta una serie di falsità storiche che tanto la destra quanto la “sinistra” borghe-se hanno cercato, e cercano tutt’ora, di dare a bere alle masse per diffamare spudora-tamente il socialismo tramite il revisionismo storico antico-munista elaborato da imbro-glioni lautamente stipendiati dalla classe dominante bor-ghese. Difendendo la verità storica del socialismo se ne difende la validità scientifica della sua causa per l’avve-nire dalla quale passano gli

obbiettivi imprescindibili di tra-sformare il mondo e se stessi e nello specifico di fornire le doverose basi su cui artico-lare la preparazione politica strategica e tattica che serve come guida per l’azione nel rendere il PMLI un Gigante Rosso anche nel corpo, capa-ce di abbattere il capitalismo, e con esso il regime neofasci-sta, al fine di conquistare l’Ita-lia unita, rossa e socialista!

Gloria eterna ai vittoriosi soldati che hanno difeso l’O-nore, la Libertà e l’Indipen-denza della Patria del Socia-lismo e che hanno assolto al ruolo di principali artefici della Liberazione dell’Europa dal mostro nazi-fascista!

Onore imperituro ai popoli sovietici per il loro sacrificio e tributo di sangue!

Gloria all’ispiratore e or-ganizzatore della Vittoria sull’aggressore nazi-fascista: il Grande Partito bolscevico di Lenin e Stalin!

Gloria eterna al grande Maestro del proletariato in-ternazionale e Maresciallo dell’Unione Sovietica, Stalin!

Al Servizio del Partito!Coi Maestri e il PMLI vin-

ceremo!

Scuderi ha ragione: la strada per la rivoluzione nessuno è

in grado di soffocarlaStudiando l’opuscolo n.

16 di Giovanni Scuderi, Se-gretario generale del PMLI, dal titolo “Mao è un grande Maestro del proletariato in-ternazionale delle nazioni e dei popoli oppressi”, e che ripubblica il saggio scritto da Scuderi in occasione del Seminario internazionale sul pensiero di Mao tenutosi il 22 giugno 1993 a Gelsenkir-chen, ci rendiamo conto quanto è attuale il pensiero di Mao a proposito di una fa-mosa lettera che egli scrisse nel luglio 1966, dove si leg-ge: “Nel mondo ci sono più di cento partiti comunisti e la maggioranza di essi non crede più nel marxismo-leninismo; ha fatto a pezzi Marx e Lenin: perché non potrebbe succedere anche a noi?”.

Il nostro Segretario gene-rale sottolinea giustamente “e così purtroppo è avvenuto poco dopo la morte di Mao a causa del tradimento dei revisionisti moderni. Il capo-

banda della borghesia cine-se, Deng Xiao Ping, infatti ha fatto a pezzi il pensiero di Mao restaurando il capitali-smo in Cina e trasformando il glorioso Partito comunista cinese in un partito revisioni-sta, anticomunista e fascista. Con ciò tutto è finito? No, non lo crediamo. Né in Cina né in tutto il mondo. La rivoluzione è inarrestabile, può marcare il passo, subire delle sconfit-te, ma nessuno è in grado di soffocarla per sempre”.

Noi del PMLI marciamo a passo di montagna, risoluti e coscienti. La nostra Lunga marcia per il socialismo ci porterà inevitabilmente alla vittoria finale sul capitalismo e instaureremo il socialismo con la classe operaia. È solo questione di tempo. Avanti con forza e fiducia compagni, l’avvenire è rosso.

Coi Maestri e il PMLI vin-ceremo!

Da un rapporto interno dell’Organizzazione di Civita-vecchia (Roma) del PMLI

Milano, 9 maggio 2015. La riu-nione di studio de Il Bolscevico sul 70° della Liberazione dell’Europa dal nazifascismo

Roma, 28 marzo

2015

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N. 20 - 21 maggio 2015 intervista esclusiva / il bolscevico 11Intervista della Redazione di Napoli de “Il Bolscevico” al responsabile campano “Salute e vita” e a un legale di alcuni Comitati per l’ambiente

FoRte e CoNSolI: “NeSSuN CaNdIdato alle RegIoNalI RappReSeNta I ComItatI

amBIeNtalI IN lotta”“NESSUN SALOTTO BUONO E pULiTO: SALERNO E’ iNQUiNATA cOmE pEcHiNO.

cALDORO E DE LUcA DUE FAccE DELLA STESSA mEDAGLiA. iL mOVimENTO 5 STELLE HA ABBANDONATO LA piAZZA E LE LOTTE AmBiENTALi”

Redazione di Napoli �Il 28 marzo scorso a Napoli

presso il Centro Direzionale si è svolta l’inaugurazione della sede di Napoli dell’Associazione consu-matori “Help!” il cui responsabile, Lorenzo Forte è uno dei leader campani dei Comitati ambientali e fondatore del Comitato “Salute e Vita” che ha organizzato negli ultimi anni numerose iniziative e manife-stazioni nel Salernitano. Battaglie dedicate soprattutto a sottolineare che Salerno è tutt’altro che il salot-to buono e pulito che l’ex neopo-destà De Luca ciancia da tempo di dire, ma un luogo inquinatissimo a causa anche delle famigerate Fon-derie “Pisano”, condannate dal Tribunale di Salerno per danni am-bientali molto gravi. L’Associazione ha concordato con la Redazione di Napoli de “Il Bolscevico” un’inter-vista sulla situazione ambientale in Campania, alla presenza anche del nuovo responsabile napoletano, l’avvocato Felice Consoli, già in diversi processi su questioni simili, come quello relativo alle vittime del quartiere di Bagnoli dell’amianto, che vede imputati alcuni papaveri della vecchia amministrazione del rinnegato Bassolino, e quello “Ter-na” sulla centrale elettrica tra la provincia di Salerno e la Basilica-ta, con una rivolta molto forte dei Comitati ambientali che si costi-tuiranno parte civile nel processo. Ad intervistarli per la Redazione napoletana, il compagno Andrea, Segretario della Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del PMLI.

Di seguito ampi stralci dell’in-tervista che è durata circa un’ora.

Qual è la storia e come nasce il Comitato “Salute e Vita”?

Lorenzo Forte: “Il Comitato nasce in una assemblea pubbli-ca molto partecipata nel 2004 e rinasce il 17 novembre 2013 che riguardava le inchieste sulle Fon-derie ‘Pisano’ di Salerno per reati ambientali. All’epoca ero consi-gliere comunale del PRC e raccolsi le proteste popolari formando un movimento che appunto chiamam-mo ‘Salute e Vita’ facendo partire una inchiesta giudiziaria, con un mio esposto in Procura, che si concluse con un nulla di fatto nel 2007, atteso che le Fonderie pat-teggiarono una pena di 4.900 euro di multa circa, nonostante i gravis-simi capi di imputazione. Il Comi-tato ha una flessione a causa delle ripetute morti per tumore dei suoi fondatori e aderenti e, approfittan-do di questo momento di assenza, la Regione Campania guidata da Caldoro nel 2012, di comune ac-cordo, in una conferenza di servizi, con tutte le istituzioni locali, inclu-so il comune guidato dal sindaco Vincenzo De Luca, concessero alla famiglia Pisano l’AIA (l’attuale VIA, ndr), ossia l’Autorizzazione Integra-ta Ambientale, che dà, appunto, l’autorizzazione ad emettere i fumi entro i parametri stabiliti per legge. Dal 2008 al 2011 ci fu una nuova inchiesta giudiziaria che ha ripor-tato la chiusura della fabbrica con capi di imputazione che andavano dall’immissione in atmosfera di metalli pesanti cancerogeni per la salute umana, con forni a carbone ed elettrico con captazione di fumi non a norma, ed immissione di fumi che andavano fuori le autoriz-zazioni e i parametri di legge stes-

si; tutti mettevano in pericolo la vita umana dei cittadini e dei lavoratori. Tra l’altro l’AIA venne concessa in una zona di trasformazione urbana già dal 2006 dal piano regolatore dell’epoca, con costruzioni di tipo residenziale e commerciale con delocalizzazione della zona indu-striale, e quindi un’autorizzazione contraddittoria ed illegittima”.

Cosa propone la vostra piatta-forma di lotta sui rifiuti e cosa pro-ponete a riguardo delle fonderie Pisano? Qual è il vostro rapporto con le altre realtà di lotta contro le “acciaierie Pisano” e dei Comitati di lotta sparsi in Campania?

Forte: “In questi anni ci siamo occupati della questione della sa-lute e dell’ambiente ma anche del lavoro all’interno delle Fonderie ‘Pisano’, visto le non poche morti di lavoratori che avvenivano in una età tra i 50 e i 60 anni, ancora ora, intervistando le vedove degli ope-rai quasi tutti morti per tumore. In questi anni il nostro Comitato ha incontrato tutte le istituzioni locali, facendo nascere un tavolo tecni-co di monitoraggio ambientale, in particolare la giunta Caldoro e l’as-sessore all’ambiente Romano, con De Luca quando era ancora sinda-co, con Realacci a livello nazionale per rivendicare i due diritti fonda-mentali, ambientale e del lavoro, per la salvaguardia sia della salu-te, ma anche dei non pochi posti di lavoro. Voglio qui sottolineare l’assenza quasi totale di monito-raggio da parte dell’Arpac e la ne-cessità dei Comitati per l’ambiente di denunciare la sempre più grave situazione ambientale. La giun-ta De Luca ha fatto una chiusura netta e non ci ha dato una mano per fornire una adeguata deloca-lizzazione delle Fonderie: anche la trasmissione ‘Report’ si è oc-cupata della questione salernitana con una inchiesta, grazie anche al nostro contributo. Abbiamo dimo-strato che le polveri che arrivano al centro di Salerno, alla stazione, a piazza Portanova, al Torrione ri-guardano quasi tutta la città e le immissioni superano di tre volte quello che la legge prevede come massimo, grazie ad una centralina che è stata messa, su nostre insi-stenze, dall’Arpac: siamo arrivati a valori simili ad una delle metropoli più inquinate del mondo come Pe-chino. A Coperchia, nel comune di Pellezzano, in provincia di Saler-no, a due passi dalla fabbrica, su 3.500 abitanti abbiamo già almeno 10 casi di leucemia, di cui un bam-bino di sei anni, una ragazza di 19 anni che è purtroppo morta e una ragazza di 18 anni che è in lotta

contro questa terribile malattia. Il rapporto con le altre realtà è

ottimo, basti pensare al corteo del 27 settembre scorso con quasi un centinaio di associazioni e comitati che hanno aderito, tra cui la CGIL, Lega Ambiente regionale, il Comi-tato salute e ambiente campano, Stop Biocidio, Comitato Terra dei Fuochi che hanno sfilato nel cen-tro della città di Salerno. Noi siamo per la raccolta differenziata porta a porta, per i ‘rifiuti zero’ e contro gli inceneritori che non risolvono as-solutamente il problema, sono an-tieconomici e strumento del malaf-fare. La raccolta differenziata ora non va bene proprio perché i rifiuti vengono lasciati comunque nei bi-doni per strada in attesa di essere raccolti e non è attivata la raccolta porta a porta come proponiamo noi dei Comitati ambientali”.

A riguardo delle acciaierie Pi-sano chiedete la sola delocalizza-zione e chiusura oppure avete un piano alternativo?

Forte: “Noi chiediamo l’imme-diata sospensione delle attività delle Fonderie. Non capiamo per-ché questa delocalizzazione non avviene: il piano regolatore, voluto dalla giunta De Luca, ha fatto un proprio regalo alla famiglia Pisano che permette di fare 300 apparta-menti residenziali dal cui guadagno vi sarà la possibilità da parte dei Pi-sano di aprirsi una nuova fabbrica senza alcuna spesa. Ricordiamoci anche quello che fece De Luca per Gianni Lettieri (poi candidato a sin-daco per la coalizione di ‘centro-destra’ nel 2011, ndr) nel 2004: nella stessa area dove esistevano le Fonderie ‘Pisano’ per garantire l’occupazione e grazie all’interces-sione di Isaia Sales, di fare delle varianti urbanistiche per favorire la MCM di Lettieri, la fabbrica delle cotoniere meridionali. A Lettieri fu letteralmente regalato un territorio con indici di edificabilità superiore alla legge, praticamente raddop-piandoli da 3,5 di volumi esistenti come zona industriale a 7,2 in una zona residenziale. Chiaramente la famiglia Pisano, visto il regalo che il nuovo piano regolatore proposto da De Luca aveva fatto a Lettie-ri, voleva essere ripagata con la stessa moneta avendo indici di edificabilità uguali o maggiori di quelli poi concessi allo stesso Let-tieri. Le responsabilità della giunta De Luca sono enormi, nonostante l’assessore ambientale Francesco Saverio D’Ambrosio votò contro alle varianti contestate anche dai Comitati ambientali salernitani che proponevano una delocalizzazione mai accettata dalla giunta. Chiara-

mente Lettieri ricambiò, con i se-guaci di Nicola Cosentino, il favore a De Luca sostenendolo nella pri-ma candidatura a presidente della Regione Campania”.

Che bilancio fate della giunta Caldoro e, in particolare, dell’as-sessore all’ambiente Romano?

Felice Consoli: “A fronte di proclami fatti dalla giunta regio-nale Caldoro, non abbiamo alcun riscontro reale in termini di politica ambientale che effettivamente fan-no gli interessi dei cittadini. Nella vicenda dell’amianto, che ci vede legali in un processo contro la vec-chia giunta comunale, abbiamo denunciato la giunta Caldoro che non ha istituito alcun registro dei mesioteliomi, strumento fonda-mentale per verificare se in una certa area vi sono insorgenze di tumori collegate alla presenza dell’amianto, individuando non solo le zone inquinate dove le per-sone si ammalano di mesiotelioma pleurico, l’unico tumore per cui è previsto la prova scientifica di un nesso di causalità tra l’esposizione all’amianto e il mesiotelioma, ma anche avere una funzione preven-tiva, perché individuate le aree in-quinate dovrebbe fare una attività di prevenzione sul territorio che è funzionale al piano ambientale previsto in regione.

La giunta Caldoro non ha fatto nulla a riguardo: basti guardare il sito di Bagnoli-Coroglio altamente inquinato sul fronte dell’amianto e non solo. La mancanza di un regi-stro di mesiotelioma alle famiglie, vittime dell’amianto, è uno dei mo-tivi per cui si possa accertare con certezza medica che un soggetto si sia ammalato effettivamente di mesiotelioma pleurico, vanificando ciò che è contenuto nella legge di stabilità dove ai familiari è possibi-le accedere ad un fondo per avere il giusto ristoro come vittime, ap-punto, dell’amianto. La mancanza di questo registro in Campania è uno dei motivi, non si può accer-tare con certezza medica che un soggetto si sia ammalato: questa mancanza impedisce e impedirà a questi cittadini di accedere al fon-do vittime dell’amianto, nonostan-te sulla carta la legge lo preveda”.

Per quanto riguarda De Luca e la sua esperienza a Salerno, che giudizio ne date in generale e sul fronte ambientale?

Forte: “Basta guardare soltanto le candidature che hanno propo-sto per le elezioni regionali sia Cal-

doro che De Luca per capire che non vi sono le volontà politiche per affrontare i problemi ambien-tali. De Luca non viene affatto da una cultura ambientale né sa cosa significa avere una seria politica ambientale e lo ha dimostrato nel-la sua quasi ventennale esperienza come sindaco di Salerno. La rac-colta differenziata fu proposta dai Comitati ambientali dal 2001 in poi non è presente nel piano regionale campano e non è aggiornata alla reale situazione dei rifiuti: trattasi di un piano obsoleto e vecchio. De Luca si è accorto della raccol-ta differenziata in grave ritardo e l’ha fatta partire nel 2006-2007 ma solo in chiave di contrapposizione alla componente bassoliniana nel PD. Non è un caso che De Luca è assolutamente favorevole all’ince-neritore al punto da affermare che quello di Salerno sarebbe stato il ‘più bel inceneritore d’Europa’. In-somma posso dire senza ombra di dubbio che De Luca sul fronte ambientale si propone anche peg-gio della giunta uscente Caldoro che almeno ci ha ricevuto, salvo poi disinteressarsi completamen-te dell’ambiente anche lui. Quel poco di politica ambientale che ha fatto la giunta uscente è sta-to grazie alla spinta dei Comitati ambientali territoriali, mai ricevuti da De Luca, men che meno i fa-miliari vittime dell’inquinamento. Sulla questione ambientale, sulla Terra dei Fuochi e sulla Fonderie Pisani De Luca non dice nulla! Devo sottolineare negativamente anche il Movimento 5 Stelle che tramite i suoi parlamentari sono stati gli unici a fare interrogazioni al ministro della Salute sulla que-stione ambientale in Campania. Sul territorio c’è stata una assen-za di questo Movimento, penso alla manifestazione di settem-bre a Salerno che ha visto tutti i Comitati ambientali campani e l’associazionismo ambientalista. Ritengo che la politica sia una cosa seria e non serve solo avere la fedina penale pulita: ho molto dubbi anche sulla candidata alla presidenza della Regione, una perfetta sconosciuta sul territorio come Valeria Ciarambino”.

Quali sono le vostre idee in me-rito ai metodi di lotta da applica-re nella battaglia per il territorio e l’ambiente?

Consoli: “I diversi candidati che chiederanno i voti alle prossime elezioni regionali non rispondono,

nei loro programmi, alla richiesta di politica ambientale manifestata dai Comitati ambientali. Caldoro e De Luca considerano, anzi, l’ambien-te come merce di scambio eletto-rale mentre il Movimento 5 Stelle è stato spesso assente nelle assem-blee e nelle piazze. Non crediamo di preoccuparci di scegliere quello o quell’altro candidato: il nostro li-vello politico è quello della piazza, le avanguardie dei Comitati e i Co-mitati ambientali stessi, che hanno sollevato la questione ambientale concretamente laddove le istitu-zioni sono assolutamente lontane. Dopo la grande manifestazione ‘un fiume in piena’ abbiamo deciso di fare politica tra la gente, tra i citta-dini, ottenendo di più fuori le istitu-zioni che dentro”.

Forte: “Concordo con Consoli. I politici, al di là di ogni colore, na-scondono sotto il tappeto la grave questione ambientale, al punto da avere una identità nelle politiche ambientali nel programma di Cal-doro e De Luca per le prossime elezioni regionali. Il Movimento 5 Stelle non può limitarsi alla sem-plice interrogazione parlamentare: non basta affatto! Io avrei occupa-to la stanza del ministro Lorenzin! Il movimento ha ottenuto più in piazza pressando fuori al palazzo le giunte locali, destando la atten-zione dei mass media anche na-zionali. Pochi minuti fa mi è giunto un messaggio da una mia amica che mi annunciava la morte di un uomo di 46 anni per tumore: io su questo devo ragionare, costrin-gendo la politica a confrontarsi con la realtà dei Comitati ambien-tali, soprattutto sotto campagna elettorale”.

L’impegno del governo Renzi vi ha soddisfatto? Consoli: “non c’è nulla, solo promesse, fumo negli occhi, ma veramente sulla politi-ca ambientale non vi è veramente nulla, l’azione del governo Renzi è fallimentare”.

Forte: “siamo passati dall’im-mobilismo del governo Letta allo stravolgimento della Costituzione da parte di Renzi contrastando gli interessi della comunità: basta ve-dere non solo l’ambiente, ma an-che la legge elettorale. Anche la ri-forma sui reati ambientali dimostra la pericolosità di questo governo che è a favore dei ricchi e contro i poveri, contro la popolazione. Anche il mio giudizio su Renzi e il suo governo è assolutamente ne-gativo”.

Napoli, 28 marzo 2015. Lorenzo Forte e Felice consoli intervistati da il Bolsce-vico nella sede dell’Associazione “Help!” (foto il Bolscevico)

Boscoreale (Napoli), 30 marzo 2011. manifestazione contro le discariche e gli inceneritori e per chiedere la chiusura e la bonifica di Cava Sari. Le Mamme Vulcaniche sfilano in corteo alla Rotonda della Resistenza

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12 il bolscevico / cronache locali N. 20 - 21 maggio 2015

Mao era per il 1° Maggio, Hitler No

�Dal nostro corrispondente dell’Emilia-RomagnaIn occasione delle recenti ma-

nifestazioni per celebrare il 25 Aprile e il 1° Maggio, giornate storiche per le masse lavoratrici e popolari nelle quali storicamente i comunisti hanno avuto un ruolo determinante tanto che oggi solo i marxisti-leninisti ne tengono alti i veri ideali e valori, la destra fa-scista ha colto l’occasione per scagliare un attacco ai partiti nati richiamandosi alla classe operaia e in particolare al PMLI.

Il 25 Aprile il capogruppo di Forza Italia in consiglio comuna-le a Forlì (ed ex esponente della Fiamma Tricolore) Fabrizio Ragni aveva chiesto il divieto di esporre le bandiere rosse proprio in oc-casione della celebrazione della Liberazione dell’Italia dal nazifa-scismo, riferendosi alle bandiere del PMLI e del PCL presenti alla manifestazione in piazza Saffi.

Sempre il 25 Aprile a Riccione il sindaco Renata Tosi (eletta alle amministrative del 2014 a guida della lista civica “Noi Riccione-si” che comprende Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega Nord, nelle quali l’affluenza alle urne è sta-

ta appena del 58%) ha vietato di esporre le bandiere di asso-ciazioni e sindacati, tanto che a una bambina di appena 6 anni ha imposto di lasciare la bandiera della CGIL che portava con sé assieme ai suoi familiari. Inoltre ha vietato la sosta davanti al mo-numento ai caduti e ha preteso che “Bella Ciao” fosse sostituita da “La banda” di Mina.

In occasione del 1° Maggio è stato Matteo Montevecchi, con-sigliere comunale di Santarcan-gelo (Rimini) di Fratelli d’Italia a scagliarsi contro le bandiere del “Partito Marxista Leninista italia-no che includevano, nello sfondo rigorosamente rosso con falce a martello, guarda caso anche il faccione del dittatore comunista cinese Mao Tse-Tung”, facendo poi la solita lista di presunti, falsi, crimini, dai “campi di concentra-mento” all’“invasione del Tibet”, fino ai “65 milioni di morti cau-sati da questo spietato dittatore comunista”. Ha poi concluso at-taccando il sindaco PD Alice Par-ma, rea di aver sfilato nel corteo dov’erano presenti le bandiere del PMLI: “chiarisca subito que-sta situazione bizzarra o si dimet-

ta”. Gli ha fatto eco Forza Italia che accusa: “i nostri amministra-tori erano, sono, e resteranno co-munisti della fascia più estrema e dittatoriale”.

Anche in questo caso i marxi-sti-leninisti non possono restare in silenzio e non accettano certo lezioni di “democrazia” dai fasci-sti vecchi e nuovi.

La bandiere del PMLI e quelle raffiguranti i Grandi Maestri del proletariato internazionale, Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, han-no piena legittimità a partecipare alle manifestazioni del 25 Aprile, del 1° Maggio e a qualsiasi ma-nifestazione alla quale il PMLI ritenga opportuno partecipare in quanto da 38 anni è l’unico Parti-to coerentemente dalla parte dei lavoratori, delle masse lavoratri-

ci e popolari, dell’antifascismo e dell’antimperialismo, e i cinque Maestri hanno dato dei contributi fondamentali all’emancipazione del proletariato e alla Liberazione dal nazifascismo.

Ai fascisti non va giù vede-re le bandiere rosse in piazza, preferirebbero che l’opera di pa-cificazione tra fascisti e antifa-scisti e tra padroni e lavoratori, portata avanti tanto dalla destra quanto dalla “sinistra” del regime neofascista potesse procede-re indisturbata, ma così non è, ovunque il PMLI porterà avanti la lotta contro il capitalismo, per il socialismo.

Al di là delle falsità propugna-te dai fascisti, la verità è inconfu-tabile: Mao era per il 1° Maggio, Hitler no!

Il Resto del Carlino del 3 maggio 2015, pagina dedicata a Santarcangelo e Val-marecchia

orgaNizzati dal CoMitato “MilaNo 29 aprile: Nazisti No grazie”

più di mille antifascisti manifestano contro l’adunata dei nazifascisti e

degli squadristi milanesiPresente il PMLI che riesce a coinvolgere i manifestanti con le canzoni partigiane e lanciando slogan antifascisti

MetteRe fuoRILegge I gRuPPI nazIfaSCIStI �Redazione di MilanoNazifascisti di varie organiz-

zazioni e formazioni squadristi-che, nella sera del 29 aprile si sono dati appuntamento a Mila-no per sfilare impunemente per le strade della città con tamburi, saluti romani e simboli ricondu-cibili al fascismo e al nazismo, utilizzando il pretesto di com-memorare tre ricorrenze: quella del repubblichino Carlo Borsa-ni, giustiziato dai partigiani il 29 aprile ’45, del fascista Enrico Pedenovi, ucciso il 29 aprile ’76 da un commando dell’organiz-zazione terroristica sedicente “rossa” denominata “Prima Li-

nea” e Sergio Ramelli, militan-te del “Fronte della Gioventù” (FdG) missino morto il 29 aprile ’75 dopo uno scontro, un mese e mezzo prima, con “ultrasini-stri” di “Avanguardia Operaia”.

I nazifascisti hanno sfilato protetti da centinaia di agenti in tenuta antisommossa.

A poca distanza più di mille manifestanti hanno risposto alla mobilitazione antifascista indet-ta dal Comitato “Milano 29 apri-le: nazisti no grazie”. Il corteo è sfilato da piazza Tricolore a piazzale Dateo, passando sotto la lapide che ricorda l’omicidio per mano dei fascisti di Gaeta-

no Amoroso, un operaio e sin-cero comunista accoltellato e assassinato da squadristi del FdG missino nell’aprile 1976, una delle molte vittime del san-guinario terrorismo squadrista nazifascista e della brutale re-pressione poliziesca di quegli anni.

Militanti e simpatizzanti del-la Cellula “Mao” di Milano del PMLI hanno partecipato al corteo antifascista con il car-tello realizzato dal Comitato lombardo del PMLI riportante da un lato la scritta “Mettere fuorilegge i gruppi nazifascisti – Applicare la legge n. 645 del 20

giugno 1952” e dall’altra “Spaz-ziamo via il governo del Berlu-sconi democristiano Renzi” e le rosse bandiere del Partito. Essi hanno coinvolto i manifestan-ti cantando “Fischia il vento” e “Bella ciao” e lanciando slogan per l’applicazione delle norme di attuazione della XII disposi-zione transitoria e finale della Costituzione affinché si contra-sti la proliferazione assistita dei gruppi squadristici nazifascisti attuata dalle istituzioni locali quali: “I nazifascisti e chi li pro-tegge, non vanno tollerati ma messi fuorilegge” e “L’apologia di fascismo è un reato”.

CoMuNiCato della Cellula “ViNCeNzo FalzaraNo” di FuCeCCHio (FireNze) del pMli

il pd non accetta le critiche della Cgil al governo renzi e alla

sua politica reazionaria e antipopolare durante i comizi del 1° MaggioIl Primo Maggio il Partito

marxista-leninista italiano ha partecipato come tutti gli anni al corteo di Fucecchio assie-me ai lavoratori e ad altri partiti e associazioni. Abbiamo assi-stito, senza rimanere passivi, alla polemica del PD contro la

Cgil.Durante il comizio conclusi-

vo tenuto da Maurizio Brotini della Cgil il segretario Leo-nardo Bertini del PD ed altri esponenti di tal partito hanno disturbato l’oratore con le loro intemperanze perché non era-no d’accordo con le critiche fatte dal sindacato alla politica reazionaria e antioperaia del governo Renzi, continuando dopo la conclusione del di-scorso e con uno strascico anche nei giorni successivi.

Brotini si è difeso benissi-mo da solo dai loro attacchi, noi marxisti-leninisti però, as-sieme ad altri manifestanti, ci siamo sentiti in dovere di so-stenerlo e contribuire a ribat-tere alle menzogne di quegli esponenti del PD che voleva-no far passare Renzi come un difensore dei lavoratori (sic).

Per il PD fucecchiese la Cgil può benissimo criticare un governo guidato da Berlu-sconi ma non da Renzi anche se quest’ultimo è riuscito a

fare peggio (e non era facile) di Berlusconi sia nell’attacco ai lavoratori che nel portare a termine le controriforme pidu-iste.

Cancellazione dell’articolo 18 e dello Statuto dei Lavora-tori, libertà incondizionata di

licenziamento, demansiona-mento e controllo a distanza dei lavoratori con il Jobs Act, controriforma reazionaria del-la scuola pubblica, bavaglio alla magistratura, legge eletto-rale truffa con l’Italicum fasci-stissimum, sono solo alcune perle del governo del nuovo duce Renzi.

E i lavoratori, i sindacati e la Cgil non dovrebbero opporsi, lottare, o addirittura nemmeno criticare il governo del Berlu-sconi democristiano Renzi? Anzi, Renzi è molto pericoloso e occorre alzare il livello della mobilitazione ed evitare che governi per 20 anni come il suo maestro di Arcore.

La Cellula di Fucecchio del PMLI coglie l’occasione per ribadire tutta la propria solida-rietà all’esponente della Cgil Maurizio Brotini.

PMLI – Cellula “Vincenzo Falzarano” di Fucecchio

5 maggio 2015Il comunicato è apparso inte-gralmente sul sito gonews.it

fucecchio, Primo Maggio 2015. Lo spezzone del PMLI al corteo sinda-cale. Primo da sinistra il compagno andrea Cammilli (foto Il Bolscevico)

25 aprile a Ferrara L’Anpi snatura il significato della giornata. Simpatizzanti del PMLI ed ex militanti del PRC cantano “Bella ciao” coinvolgendo manifestanti e popolazione

Corrispondenza delle masse Questa rubrica pubblica interventi dei nostri lettori, non membri del PMLI. Per cui non è detto che le loro opinioni e vedute collimino perfettamente, e in ogni caso, con quelle de “Il Bolscevico”

Questa corrispondenza è giun-ta in Redazione dopo la chiusura del numero 18.

Sabato 25 Aprile a Ferrara, in occasione del 70esimo Anniver-sario della Liberazione dal nazi-fascismo, si è tenuta una parata commemorativa in ricordo della liberazione di Ferrara. In sostan-za si è trattato di una messa in scena della marcia della vittoria delle truppe partigiane e alleate in seguito alla cacciata dell’invasore. Allo stesso tempo la cittadinanza era invitata a seguire le truppe per le vie del centro in modo da forma-re una sorta di piccolo corteo.

L’evento, organizzato dall’Anpi di Ferrara e dal suo rappresentan-

te prof. Daniele Civolani, vedeva la compagnia teatrale di Ponte-lagoscuro inscenare il ruolo dei partigiani della Brigata Garibaldi e i soldati inglesi. La messa in scena vedeva i partigiani con fazzoletto e bandiera rossa accanto ai soldati inglesi con le rispettive bandiere. Un’assoluta mancanza di rispetto nei confronti dei gloriosi partigiani, in particolare comunisti. A parte il fatto che le bandiere rosse dei par-tigiani erano senza falce e martel-lo, le bandiere inglesi, che quasi le affiancavano, non possono essere messe sullo stesso piano di quelle rosse e comuniste. Una è il simbo-lo dell’imperialismo e della monar-chia, l’altra è il simbolo del movi-

mento operaio nonché degli ideali del socialismo e del comunismo che hanno animato i partigiani del-la Brigata Garibaldi. Ma è anche il simbolo dell’Armata Rossa e di Stalin oggi più che mai guida del proletariato e delle masse antifa-sciste e oppresse di tutto il mondo.

Non dello stesso avviso è stato Civolani che, attaccando indiretta-mente il socialismo, ha affermato, parlando con un passante, che di bandiere rosse nella realtà di tutti i giorni se ne vedranno “sempre di meno” e che non sono altro che un “vecchio simbolo ormai sorpas-sato”. A Civolani invece piacciono gli eserciti americano e inglese che secondo lui sarebbero stati

indispensabili per la Liberazione d’Italia. I partigiani da soli “non ce l’avrebbero mai fatta”. Anzi, prose-guiva Civolani, molti partigiani “il giorno prima erano fascisti e l’altro partigiani”.

Il colmo è stato toccato quando gli attori vestiti da soldati inglesi con tanto di bandiera e divise han-no sfilato fieri al suono dell’insop-portabile inno inglese “Dio salvi la regina”. Suonate, solo con la base strumentale, “Bella ciao” e “Fischia il vento”. A cantarle ci hanno pensato un piccolo grup-po di coraggiosi antifascisti, tra cui simpatizzanti del PMLI e al-cuni ex militanti del PRC. Mentre stavano cantando “Bella ciao” si

sono uniti altri nel corteo e anche alcuni passanti, tra cui un anziano “compagno e grande ammiratore” di Mao e della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria. Alcuni hanno alzato il pugno chiuso. Una bella reazione delle masse: una reazio-ne spontanea, genuina, che sta a dimostrare che gli ideali dell’anti-fascismo e socialismo che hanno animato la Resistenza sono valori giusti che non potranno mai mo-rire finché ci sarà anche un solo oppresso sulla terra.

I dirigenti dell’Anpi di Ferrara fanno finta di ignorare tutto ciò e invece di parlare con le masse antifasciste preferiscono farlo con chi con il governo neofascista ci va

a nozze come il sindaco renziano Tagliani. Basti ricordare l’afferma-zione di Civolani al comizio orga-nizzato dal comune la stessa mat-tina, “il 25 Aprile è la festa per tutti, anche per chi è contrario, perché se loro possono dire di opporsi, questo è perché lo permettono non i loro, ma i nostri ideali”. L’Anpi di Ferrara, evidentemente in mano al PD, ancora una volta non si è smentita ed esaltando spudora-tamente i valori della democrazia borghese e dell’anticomunismo dimostra che ce la sta mettendo tutta per stravolgere e calunniare i valori della Resistenza agli occhi delle masse ferraresi.

Federico - Ferrara

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N. 20 - 21 maggio 2015 cronache locali / il bolscevico 13Comunicato dell’Organizzazione locale del PMLI

NO aLL’esterNaLIzzazIONe deLLa gestIONe

degLI asILI NIdO dI BIeLLaIl sindaco PD Cavicchioli getta la maschera e mostra la sua natura antipopolareL’Organizzazione biellese del

PMLI esprime la sua totale con-trarietà alla decisione della giunta comunale di Biella, targata Parti-to Democratico (PD) e “centro-si-nistra”, di esternalizzare la gestio-ne di due asili nido attualmente direttamente gestiti dal comune e dai suoi educatori. La decisio-ne presa mostra la totale ipocri-sia e malafede della giunta del sindaco Cavicchioli dopo che per mesi, ingannando le masse po-polari, i sindacati e la sua stessa maggioranza, aveva negato con forza l’esternalizzazione degli asi-li nido. Come un fulmine a ciel se-reno la decisione è stata comuni-cata alle Organizzazioni sindacali senza alcun tipo di contrattazione e neppure di confronto tra le parti, questo nel miglior stile del PD del Berlusconi democristiano Ren-

zi. La scusa accampata, la stessa ad ogni livello di governo sia esso di destra o di “sinistra” borghese, i problemi di bilancio, il conteni-mento delle spese e l’impossibili-tà, dato il blocco del turn-over del personale degli enti locali, di assu-mere nuovo personale.

Ancora una volta, anche nella nostra città, i costi economici e so-ciali della crisi vengono scaricati sulle masse popolari che sono le uniche a pagare in termini di con-trazione dei loro diritti e dei beni e dei servizi di cui hanno tutto il diritto di beneficiare. Interessan-te notare come i due asili nido che verranno chiusi sono quelli del Masarone-Villaggio e di Chiavaz-za, due storici quartieri popolari che da anni patiscono le decisioni delle giunte comunali, tanto atten-te ad offrire tutti i servizi ai quar-

tieri centrali popolati dalla borghe-sia cittadina quanto disinteressate ai quartieri popolari periferici.

I due asili, nelle intenzioni ir-removibili della giunta comunale, saranno dati in gestione a priva-ti che, per tramite di cooperative, continueranno ad erogare i servi-zi fino a quando sarà loro utile per quanto riguarda il profitto da trar-ne. Ecco svelata ancora una volta la politica delle giunte locali, sia-no esse di destra o di “sinistra” borghese: tradurre ogni servizio a carattere assistenziale e sociale in una attività economica che deve fornire un profitto. In questo caso sono due nidi comunali che accol-gono bimbi nella delicatissima fa-scia da 0 a 3 anni, che vengono gettati in pasto al mercato e ad un futuro del tutto incerto.

La giunta PD di Cavicchioli,

il sindaco di Biella che in campa-gna elettorale si è presentato come il “nuovo” e come uomo di “sini-stra”, alla prova dei fatti dimostra la sua natura borghese assoluta-mente allineata al sistema capita-listico e dichiarata nemica delle masse popolari.

L’Organizzazione biellese del PMLI esprime la sua totale e in-condizionata solidarietà ai resi-denti dei quartieri Chiavazza e Masarone-Villaggio e propone fin da ora la costituzione del più am-pio fronte unito per difendere la gestione comunale dei due nido che sono un patrimonio dell’intera collettività biellese.

Per il PMLI.Biella - Gabrie-le Urban

Biella, 11 maggio 2015

BaNChINI INfOrMatIvI a MOdeNa

Continua l’impegno del PMLI nella raccolta firme contro il ttIP

L’Editoriale di Scuderi diffuso in volantino apprezzatissimo tra le masse. Il PMLI partecipa alla giornata globale antiTTIP insieme al Comitato popolare

Dal corrispondente �dell’Organizzazione di Modena del PMLIVenerdì 17 aprile e giovedì 23

aprile l’Organizzazione di Mode-na del PMLI è scesa nuovamen-te in piazza tra le masse popo-lari diffondendo l’Editoriale del compagno Giovanni Scuderi, Se-gretario generale del PMLI, “Che il proletariato prenda in mano la situazione”, apprezzatissimo dal-le masse, ed è continuata la rac-colta firme contro il TTIP dif-fondendo il volantino redatto dal comitato centrale “Fermiamo il TTIP – Una manna per i grandi monopoli e fonte di nuovi danni e sventure per i popoli”.

I compagni modenesi hanno inoltre partecipato alla giornata di mobilitazione globale contro il TTIP del 18 aprile, dove il Co-mitato popolare locale ha tenu-to un banchino di raccolta firme e di sensibilizzazione. Le firme raccolte sono state tantissime.

Oltre al banchino informati-vo, il Comitato ha prodotto una rappresentazione teatrale popo-lare di strada, un lungo serpen-tone che metaforicamente rap-presentava il mostro capitalista che avvolgeva e mangiava tutti i diritti, lavoro, salute, privacy, alimentazione, beni pubblici. Il serpentone ha attraversato tutto il centro storico modenese e nel mentre sono stati diffusi volan-tini informativi sul trattato se-greto tra USA e UE. È stata una grande giornata anticapitalista e si è avuto modo di informare e sensibilizzare l’opinione pubbli-ca sulle mostruosità del capitali-smo. Un motivo in più per unir-si tutti in un grande fronte unito popolare per abbattere il gover-no del Berlusconi democristia-no Renzi, complice in primis e servo del capitalismo.

Fermiamo il TTIP!Coi Maestri e il PMLI vin-

ceremo!

Non modificando il rue comunaleIL COMuNe dI fOrLIMPOPOLI

sI rIMaNgIa La ParOLa e da’ IL vIa LIBera

aLLa CeNtraLe a BIOgasDal nostro corrispondente �dell’Emilia-Romagna Quello che si temeva è pun-

tualmente accaduto. Dopo che le istituzioni borghesi locali si erano dette contrarie alla realizzazione della centrale a biogas da 600 kilowatt nella frazione di San Pie-tro ai Prati a Forlimpopoli (Forlì-Cesena) presentato dalla Società Agricola R.L. SuvEnergy, mano a mano che ognuna di esse deve mettere le loro posizioni “nero su bianco” si stanno tutte riman-giando la parola dando di fatto il via libera alla centrale, contro la quale era stata anche avviata una petizione firmata da migliaia di cittadini.

La prima era stata la regio-ne Emilia-Romagna negando la richiesta di un’indagine sull’im-patto ambientale, poi la Confe-renza dei servizi della provincia aveva rilevato 113 osservazioni sul progetto ma nessuno stop, ora è toccato al comune di For-limpopoli che nel varare il nuovo Rue (Regolamento urbanistico edilizio), non ha accolto le modi-fiche richieste del Comitato che si batte contro la realizzazione della centrale (tra l’altro: sì a im-pianti per la produzione di biogas ma con potenza massima di 250 kw a servizio di aziende agricole in attività connessa, e fuori dalle aree di valenza paesistica definite dagli articoli 17 e 18 del Piano ter-ritoriale paesaggistico regionale, garanzia della completa traccia-bilità (distanza non superiore ai 5 chilometri) delle biomasse tratta-te dall’impianto, previa verifica da parte del servizio Agricoltura del-la provincia, localizzazione fuori dalle aree ad alto rischio eson-

dazioni, individuate nelle zone di San Pietro ai Prati, Ausa, Ausetta, Bevano, Bevanello, ecc.) e che avrebbero messo la parola fine alla questione.

Il Rue infatti ha subìto alcune modifiche ma nulla hanno a che vedere con il progetto di centrale a biogas già presentato, tanto che lo stesso sindaco Grandini, che in precedenza si era detto contrario alla centrale, ha esplicitamente affermato che “La modifica del regolamento non è mai stata fat-ta per bloccare la costruzione di quel biodigestore”, paventando il rischio di risarcimenti danni alla proponente “SuvEnergy” nel caso si fosse dato lo stop alla centrale: “Sono sindaco, devo rispettare le leggi e pensare a non indebitare il comune con inutili processi. Se il progetto non si può realizzare lo deciderà l’ufficio tecnico compe-tente. Anche i privati proponenti hanno diritti di legge”.

Giustamente infuriati i respon-sabili del Comitato contro il bio-digestore, dato che “i ricorrenti contro le modifiche ai progetti introdotte con la clausola di sal-vaguardia non hanno vinto una sola causa… la cosa che emerge sempre più chiaramente è che qualcuno vuole questo impian-to”.

Anche questo caso dimostra chiaramente come non si pos-sa riporre alcuna fiducia nelle istituzioni borghesi che a conti fatti rispondono solo agli inte-ressi economici capitalistici e se ne fregano degli interessi e della salute delle masse, l’unica via da seguire è quella della lotta di piazza e di massa per fermare la centrale a biogas.

I Comitati della valdisieve a un passo dalla vittoria contro l’inceneritore

Accordo in regione in odore di campagna elettorale. Scandalosa l’ipotesi di far pagare i costi di progettazione alla popolazione

Dal corrispondente �dell’Organizzazione di Rufina del PMLIIl 23 aprile scorso, la Regione

Toscana, l’ATO Toscana Centro, i comuni della Valdisieve e gli orga-nismi dirigenti di AER Spa e AER Impianti, hanno firmato un accor-do che ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai Comitati e alla popo-lazione della Valdisieve, da oltre dieci anni in lotta per impedire la costruzione del nuovo inceneri-tore di Selvapiana. Nell’accordo si prevede che entro il 2015 la Regione stessa, dati alla mano di raccolta differenziata sul territorio, decida se togliere definitivamente o meno l’impianto dal Piano Re-gionale di smaltimento rifiuti.

Le dichiarazioni verbali dei sin-daci e le percentuali stesse di RD (raccolta differenziata) che in Val-disieve (Firenze) hanno raggiunto nel 2014 il 70% con eccellenze di oltre l’80% come ad esempio a Rufina, comune dell’eventuale sede dell’impianto, consentono di essere ottimisti anche se è opportuno precisare che ancora nessuna decisione è presa in via definitiva. Un motivo in più per te-nere ben alta l’attenzione è certa-mente l’avvicinarsi delle elezioni regionali del 31 maggio prossimo nelle quali, per il PD ed affini, sarà ancora candidato governatore Enrico Rossi, artefice con Renzi fin dai tempi della presidenza del-la provincia fiorentina, di un piano

di gestione rifiuti retrogrado e to-talmente incentrato sul costosis-simo e dannoso incenerimento. Una manovra che senz’altro lo aiuterà con una parte di elettora-to “ambientalista” che gli aveva chiuso le porte in faccia proprio per la questione rifiuti.

Siamo certi però che un’altra parte, la maggioranza della po-polazione impegnata da anni su questo fronte, non si farà ingan-nare poiché a parte la costruzione o meno di Selvapiana, il PD conti-nua a essere proinceneritori (vedi la Piana fiorentina ad esempio, con la previsione di ampliamen-to dell’aeroporto di Peretola e la costruzione del nuovo incenerito-

re di Case Passerini) ed è di fat-to il “partito del cemento” come chiaramente emerso dal dibattito sul Piano paesaggistico da poco varato in regione e dall’inchiesta sul sottoattraversamento dell’Al-ta velocità di Firenze.

L’accordo con i comuni preve-de inoltre che i costi di progetta-zione e collegati già sostenuti da AER Impianti per il nuovo incene-ritore – società figlia della mag-giore AER Spa e costituita ap-positamente per la costruzione e gestione dell’impianto – siano so-stenuti totalmente dalla popola-zione dei comuni di ATO Toscana Centro. In pratica ad ogni utenza rifiuti urbani degli abitanti dei 68 comuni delle province di Firenze, Prato e Pistoia, saranno adde-bitati altri 4 euro (l’accordo dice da 2 a 4) su ogni bolletta ricevuta fino al 30 giugno 2017. Troviamo inaccettabile questa soluzione che ancora una volta fa pagare alle masse le scelte sbagliate e ostinatamente portate avanti per anni, nonostante l’opposizione della popolazione, da sindaci e amministratori che hanno sempre sostenuto in maniera ossequiosa ed acritica il piano regionali sui rifiuti.

La popolazione attraverso i comitati uniti all’interno della Rete Ambientale Valdisieve, ha denun-ciato da tempo l’antieconomicità dell’impianto, unita alle altre pro-blematiche più generali quali la mancata opportunità occupazio-nale rispetto a pratiche virtuose e alternative e la dannosità per la salute e l’ambiente. La costruzio-ne dell’inceneritore avrebbe ribal-tato i suoi costi sulle bollette degli utenti ma, a quanto pare, anche i costi della progettazione di un impianto che fortunatamente non si farà, seppur minori dei prece-denti, invece di essere restituiti da chi l’ha perseguito per un de-cennio, saranno fatti pagare alle masse.

Noi auspichiamo che, dopo i dovuti festeggiamenti per una grandissima vittoria della popola-zione se davvero l’inceneritore di Selvapiana sarà cancellato defini-tivamente, il movimento non si di-sunisca considerando terminato il proprio compito ma sappia op-porsi ancora a questa misura an-tipopolare perpetrata proprio per mano di coloro che direttamente quell’impianto l’hanno sostenuto: sia Pinzani sindaco di Rufina, sia Zucchini sindaco di Pelago, sia Marini sindaco di Pontassieve - che fino alle scorse elezioni era presente in giunta in qualità di assessore alla sanità -, hanno fir-mato direttamente ogni provvedi-mento e ogni carta che andasse nella direzione della costruzione dell’impianto. Sono loro, assieme agli altri componenti delle giunte di tutti i comuni firmatari di tali accordi, che dovrebbero risarcire la comunità dei circa tre milioni di euro che le sono stati irresponsa-bilmente sottratti in questo noci-vo e irresponsabile progetto. Non un euro dev’essere risarcito dalla popolazione che oltre a non avere alcuna responsabilità, ha sempre avuto ragione. Adesso il conto salato che si presenta, lo paghino i responsabili!

Direttrice responsabile: MONICA MARTENGHIe-mail [email protected] Internet http://www.pmli.itRedazione centrale: via A. del Pollaiolo, 172/a - 50142 Firenze - Tel. e fax 055.5123164Iscritto al n. 2142 del Registro della stampa del Tribunale di Firenze. Iscritto come giornale murale al n. 2820 del Registro della stampa del Tribunale di FirenzeEditore: PMLI

ISSN: 0392-3886chiuso il 13/5/2015

ore 16,00

Pontassieve (Firenze). Gli striscioni contro l’inceneritore stesi sullo storico pon-te mediceo durante la manifestazione del 13 aprile 2013

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14 il bolscevico / cronache locali N. 20 - 21 maggio 2015

Il governo non fornisce risposte sicure alle masse

Sardegna pattumIera nucleare d’ItalIa

L’Isola pare la candidata principale del governo per la costruzione del deposito unico nazionale di rifiuti radioattivi

�Dal corrispondente dell’Organizzazione di Uras (Oristano) del PMLIEntro giugno le masse sarde

conosceranno il futuro della pro-pria terra, sempre più destinata ad accogliere i rifiuti nucleari di tutta Italia. Si tratta di 54mila me-tri cubi di rifiuti radioattivi, prove-nienti in parte dalla dismissione delle centrali costruite quasi mez-zo secolo fa, in parte da ricerche scientifiche e usi medici: in prati-ca potrebbero riempire un campo da calcio e raggiungere l’altezza di 10 metri. Sogin, che si occupa in Italia di svolgere lo studio per la fattibilità del progetto del governo per un deposito unico nazionale, da anni inserisce la Sardegna fra le possibili candidate a ospitare il mostro radioattivo. Ci provarono già con Scanzano Jonico, esclu-sa per l’alto pericolo causato da un’area a rischio sismico elevato e per la rivolta di piazza della po-polazione.

La Sardegna sembra cor-rispondere in pieno ai criteri indicati nella guida tecnica 29 dell’ISPRA: “Criteri per la lo-calizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media atti-vità”, cioè principalmente stabilità geologica ed eventi naturali non estremi. Entro settembre invece sarà redatta la nuova carta nazio-nale che riporterà definitivamente le aree “perfette” per ospitare le scorie. Non bastasse la pattumie-ra marina gentilmente concessa dalla NATO all’Isola nel corso degli anni dal dopoguerra in poi, non bastassero le centrali super inquinanti di Fiumesanto (per la quale in questi giorni è scaturito il putiferio) e Portovesme, le raffi-nerie della Saras di Moratti, il “su-per presidente” che ha fatto for-tune anche sulla pelle dei sardi.

La Sardegna paga ancora il prezzo di cento anni di distruzio-ne indiscriminata di grandi aree

geografiche per lo sfruttamento del sottosuolo, senza parlare del business dell’amianto. Unica re-gione italiana a farlo, con referen-dum popolare del maggio 2011, le masse hanno espresso nella misura del 97% la volontà di non ospitare scorie nucleari, centrali e loro derivati. Tutte le parti politi-che sono state unite per quell’oc-casione e lo sono anche ora.

Il presidente della regione Francesco Pigliaru ha espresso parere nell’incontro avvenuto con la Boldrini in marzo chiedendo “un riequilibrio delle servitù mili-tari di cui una quota abnorme ri-cade sulla Sardegna. Mi auguro che nessuno stia cercando di im-porci nuove servitù, quelle delle scorie nucleari. Nel respingerla, saremo tutti molto determinati”. Sarà compito delle masse sarde, in questa fase di consultazione,

vigilare affinché il governo regio-nale veramente si opponga alla costruzione del deposito unico in Sardegna, perché già Cappel-lacci non seppe, nonostante le parole, opporsi ai furti da parte dello Stato italiano ai danni della nostra regione.

Prendendo esempio dal po-polo della Val di Susa, le masse dovranno agire di conseguenza, qualora il ministero dovesse con-fermare queste intenzioni. I più attivi attualmente in questo sen-so pare siano gli indipendentisti sardi, che attraverso il comitato NONUCLE–NOSCORIE, stanno preparando una manifestazione regionale per il 7 giugno in cinque piazze (Olbia, Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano) che si annuncia partecipatissima come la stessa che lo scorso anno si svolse al poligono di Capo Frasca, proprio

vicino a Oristano, provincia nel quale è attiva l’Organizzazione di Uras del PMLI.

Tutte le masse sarde dovranno opporsi con forza a questo nuovo prepotente tentativo del governo del nuovo duce Renzi di utilizza-re la Sardegna come discarica a cielo aperto. La Sardegna non è solo il luogo di vacanze per i vip fannulloni che impestano la scena italiana, ma soprattutto il luogo di vita di un milione e mezzo di abi-tanti interessati al proprio futuro e di quello dei propri figli. Il PMLI sarà attivo, è un dovere anche in base al 46esimo articolo delle Tesi del Quinto Congresso nazio-nale, nel quale si scarta con forza la possibilità di fare del territorio italiano una discarica di scorie nu-cleari. Sarà necessario unirsi alle forze politiche e alle associazioni di massa interessate.

In 20 mila a catania contro la “Buona scuola” di renzi e giannini

Militante partecipazione del PMLI �Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di CataniaErano in 20 mila provenien-

ti da Enna, Messina, Siracusa, Ragusa, oltre che dal capoluogo etneo, in piazza a Catania il 5 maggio in occasione dello scio-pero generale unitario della scuo-la indetto da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda - giornata in cui i Cobas

avevano già indetto la mobilita-zione per boicottare i test invalsi nella primaria -, contro il Ddl sulla “Buona scuola” di Renzi e Gian-nini. Al corteo, che è partito da piazza Europa e si è concluso in piazza Roma, hanno partecipato docenti, personale Ata, studenti medi inferiori e superiori, univer-sitari, lavoratrici e lavoratori, po-polazione. Erano inoltre presenti l’Uds, collettivi studenteschi e politici come Kaos e Aleph, par-titi e organizzazioni come PMLI, Uaar, Rifondazione comunista, Sel, M5S, sigle interne della Cgil come Fiom e Filcams, il Coordi-namento Nazionale Medici.

Il lungo e combattivo serpen-tone, che ha sfilato dietro lo stri-scione “La buona scuola siamo noi”, ha manifestato con forza il

proprio dissenso scandendo pa-role d’ordine come: “La scuola pubblica non si tocca la difen-deremo con la lotta!”, “Renzi stai sereno il nostro voto non l’avrai!”, “Contro la scuola dei padroni dieci cento mille occupazioni!”; contro una scuola “autoritaria ed antidemocratica” degli “squadristi della conoscenza” per “una scuo-la da cambiare dal basso”.

I marxisti-leninisti della pro-vincia di Catania hanno appog-giato le rivendicazioni degli stu-denti, dei docenti e degli Ata, manifestando insieme e muo-vendosi come pesci nell’acqua. I nostri compagni hanno diffuso centinaia di copie del volantino “Lottiamo affinché le scuole sia-no governate dalle studentesse e dagli studenti. Bocciamo la ‘Buona scuola’ di Renzi e Gian-nini” e hanno portato in piazza un cartello su cui spiccavano manifesti e articoli tratti da “Il Bolscevico”, organo del PMLI, anch’esso diffuso durante lo svolgimento del corteo.

La manifestazione, che si è conclusa con i comizi finali tenu-tisi in piazza Roma, ha visto lo spezzone occupato dalle bandie-re dei Cobas terminare la propria protesta in piazza Università in polemica con i sindacati confede-rali. Questi ultimi, infatti, avrebbe-ro bocciato la proposta dei Cobas di dar vita ad un corteo unitario senza permettergli di salire sul palco. Ciò avviene, secondo i Cobas Catania “perché alcuni di loro sono disponibili ad alcu-ni emendamenti sul DdL mentre per noi la Buona scuola va ritira-to totalmente”. La Cgil catanese, da parte sua ha replicato “che si possono creare delle incompren-sioni tra le varie sigle sindacali, quello che conta è che oggi sia-mo tutti uniti e stretti per chiedere cose precise”.

Catania, 5 maggio 2015. Manifestazione per lo sciopero nazionale della scuola. Si notano le insegne del PMLI (foto Il Bolscevico)

associazionismo, studenti, centri sociali, giovani in piazza a Benevento

per difendere gli spazi sociali �Dal corrispondente dell’Organizzazione di Buonalbergo del PMLIAssociazioni no profit, studen-

ti, centri sociali hanno dato vita il 23 aprile scorso ad un corteo in difesa degli spazi sociali di Bene-vento. Circa un centinaio di per-sone hanno sfilato lungo corso Garibaldi per giungere a Palazzo Mosti dove hanno consegnato agli amministratori cittadini la loro proposta per risolvere definiti-vamente la questione relativa al pagamento dei canoni di locazio-ne degli immobili comunali dove hanno sede varie associazioni.

Negli scorsi mesi il comune

di Benevento aveva richiesto il pagamento di fitti arretrati in vir-tù della normativa che obbliga gli enti a far fruttare gli edifici pub-blici. Da allora si sono susseguiti una serie di incontri, tutti andati a vuoto, con le associazioni che chiedevano l’applicazione del compenso sociale dei fitti.

Le varie associazioni pre-senti sul territorio come L@p Asilo 31 nel corso degli anni hanno risanato degli immobi-li abbandonati per arricchir-li di attività sociali e gratuite. Il governo del berlusconino Renzi dopo i vari tagli al socia-le pretende che delle associa-

zioni No Profit devano paga-re degli affitti al Comune che non si possono permettere. La manifestazione si è conclu-sa con la consegna, da parte dei rappresentanti, di una pro-posta di delibera al sindaco pid-dino plurinquisito Fausto Pepe, per dare importanza al lavoro di utilità sociale che svolgono le associazioni beneventane. L’Organizzazione di Buonalbergo del PMLI appoggia l’iniziativa e chiede che tutti gli spazi sociali vengono dati gratuitamente alle associazioni che si occupano di persone con problemi economici, sociali e di disabilità.

lavoratorI della Scuola e StudentI In pIazza a FIrenze contro la “Buona Scuola” dI renzI

Corrispondenza delle masse Questa rubrica pubblica interventi dei nostri lettori, non membri del PMLI. Per cui non è detto che le loro opinioni e vedute collimino perfettamente, e in ogni caso, con quelle de “Il Bolscevico”

Il 5 maggio ho partecipato alla manifestazione indetta dai Cobas a Firenze contro il ddl scuola del Berlusconi democristiano Renzi. Inizialmente ho provato un po’ di disappunto per non aver potuto

partecipare alla grande manife-stazione di Roma, ma l’ho subito superato e mi sono concentrato nel fronte comune della mobilita-zione dei Cobas. Continuo forte-mente a pensare che il periodo

storico che stanno vivendo il pro-letariato e i lavoratori della scuola pubblica necessiti urgentemente di una grande unificazione sinda-cale per poter avere sempre più forza contro le politiche neofa-sciste dei governi che si stanno succedendo nel nostro Paese. Serve anche un nuovo sindacato basato sulla democrazia diretta che possa prendere il posto de-gli attuali sindacati reazionari che non tutelano come dovrebbero i lavoratori ed i pensionati.

Arrivato in piazza S. Mar-co, con le spille ed il fazzoletto del PMLI indosso, ho iniziato a diffondere alcune decine di vo-lantini del Partito dal titolo “Lot-tiamo affinché le scuole siano governate dalle studentesse e dagli studenti”, ricevendo positivi commenti da parte dei molti stu-denti che gremivano la piazza. Presenti anche molti docenti ed il personale ATA, in prevalenza precari, che vivono una gran-de preoccupazione riguardo le

loro prospettive occupazionali e di qualità del lavoro stesso che questo ddl “Buona scuola” gli sta prospettando.

Gli slogan della manifestazio-ne erano incentrati sul rischio che sta correndo la scuola pubblica di diventare una vera e propria azienda nelle mani dei pescecani capitalisti conseguentemente alla trasformazione dei dirigenti sco-lastici in veri e propri padroni. In corteo è stata intonata varie volte “Bella ciao” e i fischi nei confronti di Renzi in odore di massoneria sono stati innumerevoli.

Molto positive sono state le percentuali di adesione allo scio-pero generale che a Firenze si aggirano al 90% mentre a livello nazionale al 70%. Mi auguro che questo possa essere di buon au-spicio per poter pretendere che questo infame disegno di legge venga ritirato e che si continui a pretendere che la scuola e il diritto allo studio siano gratuiti e per tutti e non al servizio del capi-tale. Insomma, è stata una bella giornata di lotta in compagnia di colleghi e studenti perché anche a Firenze la nera riforma di Renzi

e Giannini è stata bocciata.Che il movimento studentesco

si unisca con la classe operaia e le masse lavoratrici e popolari in lotta per spazzare via il gover-no del Berlusconi democristiano Renzi.

Uniamoci nella lotta contro il capitalismo, per il socialismo e per il potere del proletariato.

Massimo - lavoratore ATA della provincia di Firenze

Firenze, 5 maggio 2015. Il corteo degli studenti in occasione dello sciopero na-zionale della scuola indetto da CGIL-CISL-UIL (foto di Mirko, del Liceo Rus-sell-Newton di Scandicci – Firenze)

Firenze, 5 maggio 2015. Lavoratori della scuola in corteo durante lo sciopero nazionale di categoria (foto inviata dall’autore della corrispondenza)

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N. 20 - 21 maggio 2015 esteri / il bolscevico 15

Quasi il 34% dell’elettorato britannico diserta le urne

Alle elezioni politiche del 7 maggio in Gran Bretagna quasi il 34% dell’elettorato ha disertato le urne, solo un punto percentuale inferiore a quello delle preceden-ti del 2010, nonostante un numero maggiore di partiti in lizza e una competizione tra le formazioni principali che i sondaggi presenta-vano come incerta. Il sistema elet-torale uninominale a turno unico ha come in precedenza penaliz-zato le formazioni minori e con-segnato la maggioranza assoluta dei 650 seggi del parlamento ai conservatori del premier uscente, il conservatore David Cameron, che ha ottenuto soltanto il 37% dei voti validi distanziando i prin-cipali avversari del partito laburi-sta fermatisi a poco più del 30%.

In altre parole la destra ha battu-to la “sinistra” borghese ma il pri-mo partito è rimasto quello della diserzione dato che i risultati dei due partiti valgono rispettivamen-te circa il 25% e il 20% del corpo elettorale.

Nel dettaglio risulta che rispet-to ai 46.139.900 elettori se ne sono presentati alle urne 30.696.506 con un’affluenza pari al 66,1%; gli elettori che hanno disertato le urne sono quindi 15.443.394 pari al 33,9%.

Nella spartizione dei voti espressi dai due terzi degli elet-tori i Tories, i conservatori, di

David Cameron hanno ottenu-to 11.334.726, pari al 36,93%, e conquistato la maggioranza asso-luta in parlamento con 331 seggi, 28 in più rispetto al 2010; i laburi-sti guidati da Ed Miliband hanno ottenuto 9.347.324 voti, circa 700 mila in più delle precedenti ele-zioni, pari al 30,45% e a 232 seg-gi, 25 in meno, rimanendo quella “alternativa” poco credibile anche sul piano elettorale ai conservatori pur tenendo presente che una par-te della sconfitta laburista è nata in Scozia dove hanno perso il con-fronto coi nazionalisti e mantenu-to solo 1 dei 40 seggi conquistati

nel 2010.Al terzo posto si è piazzato lo

United Kingdom Independence Party (Ukip) la formazione raz-zista guidata dall’ultradestro Ni-gel Farage, il compare del M5S di Grillo all’europarlamento, che con 3.881.064 di voti pari al 12,64% ha portato a casa solo un seggio, uno in meno del 2010. Nelle euro-pee del 2014, dove in Gran Breta-gna la diserzione al voto era stata al livello record del 64%, aveva-no raggiunto 27,5% dei voti vali-di; riportando le due percentuali al corpo elettorale la consistenza dell’Ukip è rimasta sostanzial-

mente attorno al 9%.I liberaldemocratici del vice

premier uscente Nick Clegg han-no ottenuto 2.415.862 di voti, il 7,87% e 8 seggi, un crollo rispetto ai 57 che avevano. Con meno voti ma con una concentrazione mag-giore di consensi i separtisti scoz-zesi dello Scottish National Party (Snp) guidati dalla primo ministro scozzese Nicola Sturgeon hanno ottenuto 1.454.436 voti, il 4,74%, e hanno fatto il pieno in Scozia e portato a casa 56 seggi, 50 in più del 2010. Guadagnandosi l’atten-zione del vincitore Cameron che ha confermato la promessa di con-

cedere alla Scozia, e al Galles, in-dipendenza fiscale, la libertà di fis-sare il salario minimo e maggiore libertà nella previdenza sociale.

L’11 maggio, davanti alla re-sidenza di Downing Street, Ca-meron già al lavoro per formare il suo nuovo governo ha dichiarato che una delle priorità di questo se-condo mandato sarà la rinegozia-zione della presenza del Regno Unito nell’Unione europea in vista del referendum sulla permanenza nella Ue che ha indetto nel 2017. Il premier inglese è per rimanere nella Ue ma con meno oneri per la Gran Bretagna, preannuncian-do un braccio di ferro con i verti-ci di Bruxelles che potrebbe essere molto più difficile da risolvere di quello attuale con la Grecia.

La destra batte la “sinistra” borghese AscesA deL pArtito sepArAtistA scozzese

usa e Giappone stipulano un’alleanza “globale”

i due paesi imperialisti si coalizzano contro il socialimperialismo cineseL’alleanza Usa-Giappone del

21esimo secolo nella Difesa di-venta “globale”, Tokyo non sarà più un soggetto passivo difeso dall’alleato d’oltre Pacifico ma si preparerà a collaborare mili-tarmente con Washington, non ancora da pari a pari perché prima deve cancellare quella parte della sua costituzione e legislazione che avrebbe dovu-to impedire il riarmo dell’impe-rialismo nipponico, anche al di fuori dei confini dell’arcipelago.

Il comunicato congiunto emesso al termine dell’incon-tro del 27 aprile a New York tra i ministri degli Esteri e della Difesa americani, John Kerry e Ashton Carter, e giapponesi Fumio Kishida e Gen Nakatani, annunciava l’approvazione e rilascio delle nuove “Linee gui-da la cooperazione nella difesa tra Giappone e Stati Uniti” che “aggiornano i ruoli e le missio-ni dei due paesi e promuovono una alleanza più equilibrata ed efficace per soddisfare le sfide della sicurezza del 21° secolo”. Ovviamente per la “promozio-ne della pace, della sicurezza e della prosperità nella regio-ne Asia-Pacifico”, ovvero degli

interessi comuni dei due paesi imperialisti, “minacciati” dalla crescita economica, politica e militare dell’emergente socia-limperialismo cinese.

Non per nulla il documento riporta in chiaro la sua funzio-ne a supporto della strategia di contenimento della Cina im-perialista messa a punto dalla Casa Bianca e nota come Pivot to Asia, ricordando la decisione del Consiglio strategico di sicu-rezza americano di riequilibrare lo spiegamento delle sue forze privilegiando la regione Asia-Pacifico.

La revisione delle linee gui-da dell’alleanza Usa-Giappone, definite dall’ultimo accordo del 1997, era stata decisa nella ri-unione di Tokyo del 3 ottobre 2013 e messa in atto in tempi relativamente veloci per raf-forzare le comuni “capacità di rispondere efficacemente alle future sfide e minacce”. Che provengono dall’altra sponda del Mar Giallo.

E chi se non Pechino potreb-be “minacciare” effettivamente Tokyo; i missili della Corea del Nord (l’unico a essere definito esplicitamente un paese da te-

nere d’occhio) sono pochi, ab-bastanza lontani e in ogni caso più controllabili. Come nel caso della contesa delle isole dell’ar-cipelago Senkaku-Diaoyu, con-trollate dal Giappone ma riven-dicate da Pechino e nel 2013 al centro di una esibizione dei muscoli militari tra i due vicini paesi imperialisti, con la parte-cipazione non casuale di quello americano. La contesa sull’ar-cipelago rientra non solo nel tema della sovranità di terre ma anche nella questione del con-trollo delle vie marittime. E per

questo la questione dell’arcipe-lago è citata espressamente nel documento di New York.

“I Ministri hanno inoltre riaf-fermato che le isole Senkaku sono territori sotto l’amministra-zione del Giappone e rientrano quindi nel campo di applicazio-ne degli impegni sottoscritti”, vi si afferma. Giappone e Stati Uniti “si oppongono a qualsia-si azione unilaterale che cerca di minare il controllo di queste isole da parte del Giappone” e il Segretario di Stato americano John Kerry ha voluto sottoline-

are che il capitolo 5 del nuovo trattato prevede che se venis-sero attaccate e il Giappone de-cidesse di reagire, gli Usa sono impegnati a entrare in guerra contro l’aggressore.

Il futuro pattugliamento con-giunto delle rotte marittime in Asia ci sarà, garantivano i due ministri giapponesi pur indican-do che per attuarlo ci vorranno tempi più lunghi, visto che do-vrà essere modificata l’attuale legislazione. Nel frattempo ci pensarà il Pentagono a fornire un numero adeguato di navi pattuglia costiere.

L’alleanza “riequilibrata” a fa-vore di una maggiore presenza del Giappone sarà resa possibi-le grazie alla politica di riarmo accelerata voluta negli ultimi due anni dal premier nipponico Shinzo Abe, e la Casa Bianca glielo riconosce ufficialmente nel documento benedicendo i passi compiuti in direzione della “difesa collettiva”, a partire dalla costituizione del Consiglio di si-curezza nazionale e dai plurien-nali programmi di riarmo.

Intanto gli Usa rafforzano la loro presenza militare nell’arci-pelago nipponico come descri-ve con particolare dettaglio il documento che anzitutto sottoli-

nea “l’importanza strategica del dispiegamento delle capacità Usa più avanzate e moderne in Giappone per rafforzare la deterrenza in Asia e contribu-ire alla difesa del Giappone e della regione”. Così a Okinawa arrivano dal 2017 gli F-35B, pri-ma ancora nella base di Misa-wa saranno schierati i micidiali droni Global Hawks mentre in quella navale di Yokosuka arri-veranno altre navi con sistemi di difesa missilistici Aegis e saran-no presenti alternativamente la portaerei a propulsione nuclea-re George Washington e la più moderna Ronald Reagan.

Il mesaggio è arrivato chia-ro a Pechino. Nella conferen-za stampa del 28 aprile a nella capitale cinese, il portavoce del Ministero degli Esteri cine-se, Hong Lei, ha affermato che l’alleanza fra Usa e Giappone è un sistema bilaterale residuo della Guerra fredda, ormai finita da molti anni e ha sottolineato che la parte cinese ritiene che gli Usa e il Giappone devono garantire che la loro alleanza non distrugga la pace e la sta-bilità della regione dell’Asia e del Pacifico e non danneggi gli interessi dei terzi, ivi compresa la Cina.

nel donbass operano anche i neonazisti, i

“rossobruni” filo putin

Ai primi di aprile le organiz-zazioni di neonazisti a fianco del governo reazionario ucraino ve-devano riconosciuta la loro opera con la nomina del capo del grup-po neonazista Settore Destro a consigliere del capo di stato maggiore dell’esercito ucraino e con la proclamazione, da parte del parlamento di Kiev, di “eroi nazionali”, di membri di formazio-ni paramilitari ucraine che aveva-no combattuto a fianco degli oc-cupanti nazisti. Nella crisi ucraina registriamo però che le formazio-ni neonaziste non sono schierate solamente con Kiev e l’imperia-lismo occidentale, stanno anche dalla parte degli indipendentisti russi delle regioni dell’Est. Sono le formazioni “rossobruni” filo Pu-tin, che il Cremlino quantomeno tollera.

Nelle trincee del Donbass sono presenti in particolare i mi-litanti di uno dei movimenti storici di estrema destra russa, il Russia National Unity, assieme a “volon-

tari” dei gruppi “Unione euroa-siatica”, “Sputnik e Progrom”, il “Movimento contro l’immigrazio-ne illegale”, il “Movimento per la Russia imperiale”. Militanti del Russia National Unity, organizza-zione dichiaratamente neonazi-sta nata nei primi anni ’90, hanno partecipato già a vari conflitti de-gli anni passati, dalla Transnistria alla Cecenia, dove hanno fatto esperienza militare e ricavato armi e soldi. Alle classiche po-sizioni di destra affiancano temi come l’antiglobalizzazione, (un po’ come faceva Mussolini che diceva di contrapporsi alla pluto-crazia) l’attenzione al territorio e all’ambiente; li avvicina al nuovo zar del Cremlino la comune po-sizione a difesa delle “tradizioni culturali” e dei “valori tradizionali” russi e europei. Una presenza e una partecipazione pericolosa per le masse popolari ucraine, sia per quelle delle regioni occi-dentali sotto Kiev che per quelle filorusse del Donbass.

CALENDARIO DELLE MANIFESTAZIONI E DEGLI SCIOPERI

2515

anpac - Sciopero di 24 ore del personale navigante (piloti e assistenti di volo) gruppo alitalia

USB - Sciopero del personale addetto al trasporto pubblico locale

MAGGIO

richiedete la maglietta rossa del pMli

Possono richiederla, con una donazione volontaria, i militanti, i simpatizzanti e i

sostenitori del PMLILa donazione va inviata con versamento su

conto corrente postale n. 85842383 intestato a: PMLI - via Antonio del Pollaiolo 172/a -

50142 Firenze

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2 il bolscevico / documento dell’UP del PMLI N. 3 - 22 gennaio 2015

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PARTITO MARXISTA-LENINISTA ITALIANO

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