Adolescenti e Psichiatria

download Adolescenti e Psichiatria

of 8

Transcript of Adolescenti e Psichiatria

  • Una nuova formula di collaborazione tra pubblico e privato La Asl3 Genovese porta avanti insieme Ai Ceis di Genova una efficace sperimentazione nei rapporto tra la sanit regionale e le organizzazioni no profit che lavorano nel sociale

    di Angela Lidia Grondona e Rita Schenone

    Nella giornata di studio che si tenuta Gioved 18 o t tobre presso l 'Auditorium dell ' Ist i tuto Nautico S. Giorgio di Genova stato possibile compiere una riflessione ed un bilancio dell'esperienza maturata

    nei due anni trascorsi dalla att ivazione deila Comunit

    Terapeutica per adolescenti "La Finestra sul Porto". La

    giornata di studio, promossa da ASL3 Genovese e CEIS di

    Genova, stata occasione per discutere e permettere un

    confronto tramodell i organizzativi /gestional i e approcci

    terapeutici presenti in Liguria e nelle regioni vicine.

    L'esperienza della C.T. "La finestra sul por to" costituisce

    un model lo innovativo di integrazione pubbl ico/pr ivato,

    che si realizzato sia nella fase di progettazione che

    nelle att ivi t organizzate all ' interno della Comunit.

    Dopo anni di proget t i e richieste alle istituzioni nel marzo

    2010 stato possibile aprire la C.T. "La Finestra sul Porto"

    rivolta alla fascia di et 12-14/18 anni, per la cura dei

    giovani pazienti in fase di grave scompenso emot ivo tali

    da compromet tere la vita di relazione e la permanenza

    in famiglia. Il proget to ha preso consistenza dopo un

    lavoro preparatorio comune tra il personale del CEIS, del

    Consultorio, del DSM e del SERT. La C.T. uno dei

    luoghi di cura che si inserisce come tessera in un

    mosaico di offerte terapeutiche, si rende necessaria

    in un momento di problematicit composta da pi

    fattori: l'adolescenza di per s un'epoca della

    vita dove i sentimenti e i comportament i possono

    raggiungere in tut te le loro manifestazioni espressioni

    molto intense, la psicopatologia in et evolutiva pu

    assumere forme sintomatologiche talvolta drammatiche.

    Nella realt di AsI 3 le competenze legate alla salute

    mentale infantile e alla riabilitazione neuropsicologica

    sono collocate all' interno dell'area materno infantile

    nella Struttura Complessa Assistenza Consultoriale.

    A questa area di intervento afferisce nel territorio

    genovese una utenza ampia: 8.744 utenti nel 2011, con

    bisogni diversi e rilevanti. Di questi 1.524 sono nella fascia

    di et adolescenziale.

    Area neuropsicologica e riabilitazione

    La psicopatologia degli adolescenti viene presa in

    carico dai Neuropsichiatri e Psicologi dei Consultori

    Familiari sia nelle sedi Ambulatorial i distribuite nei sei

    Distretti Socio-sanitari che nei Centri Giovani dove molt i

    ragazzi accedono spontaneamente, cosa che permette

    di intercettare e prendersi cura di ragazzi che non

    arriverebbero ai Servizi attraverso i canali istituzionali.

  • Il bisogno di residenzialit negli ultimi anni stata

    abbastanza costante come si evince dallo schema

    sottotante dove troviamo i numeri relativi ai ragazzi

    minori inseriti in CT da ASL 3 dal 2007 ad oggi.

    La comunit nata sulla spinta di una necessit fortemente

    sentita dagli operatori dei servizi dell'et evolutiva, costretti

    a ricoverare i ragazzi in strutture lontane dalla citt

    attuando una emarginazione ambientale che aggravava

    quella generata dalla malattia stessa.

    In effetti da quando si dispone di C. T. in Regione

    Liguria il numero dei ragazzi inseriti in CT fuori regione

    passato da 17 a 3. In particolare la possibilit della

    collocazione in centro citt ha permesso di pensare

    ad una organizzazione che potesse comprendere il

    mantenimento, quando possibile, del progetto scuola,

    sport, e tempo libero gi in atto, importante per

    contrastare lo sradicamento dei pazienti dal contesto

    ambientale, di mantenere la cooperazione dei servizi

    territoriali coinvolti , e di predisporre spazi di relazione

    per i genitori anche attraverso la metodologia del gruppo.

    Nella prima parte della mattinata, nelle quattro relazioni

    la CT si presentata raccontando la sua complessit

    di avere un "dentro" (numero dei ragazzi, sintomi e

    manifestazioni della patologia, dinamiche sempre

    mutevoli dei gruppi..) ma soprattutto avere un "fuori"

    (frequenza della scuola, tempo libero, rapporti con

    la famiglia, con i fidanzati, con gruppi esterni talvolta

    devianti.., rapporti con gli altri luoghi di cura..).

    Nella seconda parte della mattinata si tenuta la prima

    tavola rotonda con l'apporto delle esperienze della la

    Comunit Gruppo Ceis di Modena, la Comunit "Lo

    scarabocchio" di Befana Brianza, La C. La Tuga 1 di

    Genova, La C. di Casal Noceto, la C. di Desio Vimercate

    Milano. Particolarmente interessante l'esperienza della

    semiresidenzialit portata dalla C.T. di Desio, grazie alla

    quale gli ingressi e le dimissioni dalla struttura possono

    avvenire con gradualit, permettendo una maggiore

    consapevolezza e adesione nelle scelte terapeutiche del

    ragazzo e della sua famiglia. Nel pomeriggio c' stata la

    tavola rotonda sulla Organizzazione dei Servizi Sanitari

    per l'et evolutiva e l'adolescenza. Sono state messe a

    confronto la realt Lombarda, Piemontese e Genovese.

    Sono stati presentati dal dr Alberto Matricardi i risultati

    di una indagine epidemiologica promossa dalla Agenzia

    Regionale Sanitaria riguardante i dati degli inserimenti

    in strutture residenziali dei pazienti psichiatrici minori

    in carico ai Servizi Sanitari Pubblici della Regione.

    Nel 2011 sono stati visti dai servizi territoriali, delle 5

    ASL Liguri, per la cura della psicopatologia dell'et

    evolutiva circa 13.000 minori. Un consistente numero di

    questi minori risultava affetto da patologie manifestatesi

    attraverso disturbi del comportamento (circa 700 casi),

    situazioni che potenzialmente potrebbero afferire alle

    comunit terapeutiche regionali, questa patologia era

    presente in quasi la met dei ragazzi inseriti in comunit

    in Liguria nel 2011. Proprio i disturbi comportamental i

    necessitano di notevole attenzione da parte di tutte

    le istituzioni e non solo di quelle sanitarie in quanto

    al loro interno necessario distinguere i disturbi

    comportamentali causati da una vera psicopatologia

    da quelli che si manifestano come reazione a situazioni

    ambientali contingenti, al fine di poter scegliere il luogo

  • di cura pi appropriato. La presenza del presidente del

    Tribunale dei Minori, dott. Sansa, ha dato un importante

    contributo nel dibattere proprio le problematiche di chi'

    attraverso lo scivolamento nella devianza pu sottendere

    una patologia che richiede l'intervento sanitario e chi,

    pure affetto da Disturbo della Condotta (ICD-10),

    pi indicato usufruisca dell'intervento psico-educativo.

    Si cercato infine di immaginare, partendo dalla realt

    odierna dei Servizi, un ventaglio d'i servizi che permetta

    di rispondere all'urgenza e all'emergenza, pensato ed

    organizzato per l'et evolutiva dove il momento acuto

    richiedente il ricovero e/o una prima tempestiva risposta,

    possa avvenire nelle migliori condizioni possibili e possa

    costituire un momento reale di diagnosi ed impostazione

    delle cure, con tempi di permanenza dettati dal bisogno.

    Si sono ipotizzati quindi:- un Reparto Ospedaliero

    dedicato ai pi giovani, con personale preparato in

    stretta relazione con il Pronto Soccorso,- un Ospedale

    Diurno (DH, Centro Crisi..), per le situazioni nelle quali la

    famiglia risulta ancora in grado di contenere il giovane

    paziente e dove la frequentazione diurna pu permettere

    l' inquadramento diagnostico, la valutazione clinica

    globale, l'inizio eventuale delle terapie farmacologiche,

    l'organizzazione della rete delle cure domicil iari/

    ambulatoriali ,- un Centro Diurno educativo/terapeutico.

    Un'altra necessit evidenziata una C.T. per adolescenti

    e giovani adulti dopo i 18 anni, per contrastare la

    cronicizzazione della patologia e mantenere ancora al

    centro la riabilitazione e la speranza del reinserimento

    sociale. Queste idee hanno riscosso un vasto e

    manifestato consenso tra i numerosi partecipanti ai

    lavori e sono stati condivisi dai politici intervenuti.

    Siamo fiduciosi quindi che nella nostra Regione si voglia

    lavorare in modo serio e competente e con migliori

    strumenti per la salute psichica dei ragazzi che molto

    numerosi si rivolgono ai servizi sanitari per essere curati

    e riabilitati e non per essere avviati a percorsi di cure

    stigmatizzanti tendenti alla cronicizzazione. Siamo

    convinti che la Comunit Terapeutica "la Finestra sul

    porto" sia una prima valida risposta in questa direzione.

  • Il difficile rapporto tra Psichiatria e Adolescenza La Finestra sul Porto: H punto di vista degli operatori del Dipartimento della Salute

    mentale e Dipendenze

    di Sergio Calabro, Margherita Doicino, Antonietta ScibUia, Cristina Venturino

    Da quasi tre anni opera Genova la comunit terapeutica per minori "La Finestra sul porto", nata dalla stretta collaborazione fra servizi pubblici della ASL 3 Genovese (Dipart imento

    di Salute Mentale e delle Dipendenze e U.O. Assistenza

    Consultoriale) ed il CEIS: da un tentativo, dunque, di

    integrare pubbl ico e privato in un settore delicato quale

    la sofferenza psichica giovanile.

    Vogliamo, in questa sede, tentare un primo bilancio di

    un'avventura cos impegnativa dal nostro punto di vista

  • di operatori del dipart imento della salute mentale e

    dipendenze.

    Il nostro contesto di r iferimento quindi quello della

    presa in carico dell'adolescente all'interno dei servizi

    psichiatrici, situazione resa sempre pi concreta

    dalla crescente domanda di intervento ospedaliera

    e territoriale a fronte del trasformarsi della fase

    adolescenziale in qualcosa

    di relativamente pi stabile

    e che si prolunga nel

    tempo.

    Tradizionalmente il

    rapporto tra psichiatria

    e adolescenza non mai

    stato facile: la psichiatria,

    come disciplina e come

    prassi, rischia di non riuscire

    a cogliere la dimensione

    evolutiva, plastica, anche

    ludica di alcuni segni/

    sintomi dell'adolescenza

    e di cristallizzarli in uno

    schema nosografico-

    semeiotico-cl inico r igido

    ed adulto-forme.

    L'adolescenza stata

    soprattut to considerata

    una "fase di esordio", pi che un momento che assume in

    se alcune sfide indispensabili per il processo di crescita,

    di cui il bambino non aveva bisogno e che per l'adulto

    non sono pi possibili.

    Forse per questo si dice che l'adolescente si ammala

    poco, ma muore spesso: non sono tanto i processi

    morbosi a piegarlo quanto i rischi, i comportamenti ,

    lo stile di vita. Il mentale si esprime attraverso il

    comportamento e l'agito, che assumono la dimensione

    di porta di accesso allo psichico ed al corporeo, ma

    possono al tempo stesso costituirsi come un diaframma

    ed una difesa da loro e soprattutto dalle loro integrazioni

    ed interazioni.

    L'attuale organizzazione dei Servizi psichiatrici offre

    programmi, strategie di cura e assistenza che hanno

    dimostrato nel tempo una efficacia per differenti

    patologie e t ipologie di utenti, ma lasciano spazi

    irrisolti. L'area dell'adolescenza, in quanto area di

    transito, risente in modo particolare di alcune di

    queste criticit, quali diff icolt a riunificare i diversi

    angoli di osservazione all'interno di una elaborazione

    complessiva, atteggiamenti di delega da un settore

    all'altro ed un divario fra le metodologie d' intervento ed

    i processi formativi. Sembra spesso difficile individuare

    uno spazio d'ascolto per ci che non si adatta ai modelli,

    ai tempi, all'organizzazione dei Servizi tradizionali, e per

    ci che esula dalle prioritarie funzioni di contenimento

    e t rat tamento a lungo

    termine. Pertanto, gli

    adolescenti sviluppano

    un uso molto selettivo

    e circoscritto dei Servizi

    stessi, rendendo manifesta

    la rigidit che li caratterizza

    e la mancanza di strategie

    d'accoglimento a loro

    adeguate.

    Inoltre ci sembra anche

    di poter dire che, come

    accade per altre fasce

    di et, nuovi tipi di

    richiesta si aggiungano

    oggi a quella classica

    che afferisce ai servizi,

    di t ipo psicopatologico,

    una richiesta in cui si

    riversa anche la fragilit, la

    precariet di un mondo attraversato da "nuove povert",

    o, per usare le parole di Benasayag, da "passioni tristi".

    La risposta a questo certamente difficile, ma non pu

    consistere nel trasformare le storie di vita delle persone

    in casi clinici, e la complessit del vivere ed essere

    giovani oggi in una patologia.

    Rispetto all'organizzazione dei servizi per l'adolescenza,

    l'esperienza della Comunit "La finestra sul porto"

    ha evidenziato in modo netto l ' importanza di poter

    disporre di luoghi e persone che permettano di riaprire

    "i giochi": luoghi non solo "transizionali", ma anche

    transitori, svincolati dai percorsi di cura tradizionali ed

    utilizzabili in modo pi vicino ai bisogni dell'adolescente.

    Luoghi che offrano in primo luogo opportunit, percorsi

    che non sollecitino pi del necessario la dipendenza, la

    regressione e gli investimenti transferali, spazi intermedi

    tra salute e malattia, tra familiare e sconosciuto, tra

    aspetti regressivi e potenzialit evolutive, "pont i" tra un

    "pr ima" e un "dopo" e tra un dentro ed un fuori in grado

    di avviare eventuali successivi moment i di volta in volta

  • terapeutici, educativi, riabilitativi.

    Sempre Benasayag sottol inea come per occuparsi

    dei giovani nel contesto storico e culturale odierno sia

    necessario assumere la cura come un accompagnamento,

    nel corso del quale il cl inico - e le istituzioni- debbono

    prendersi la responsabil i t di cercare insieme ai pazienti

    una direzione capace di modi f icare la situazione

    presente, e che eviti di r idurre l ' individuo alla visione

    unidimensionale del suo problema. Ci vuol dire anche,

    nella clinica, sostenere i legami concret i che spingono

    pazienti ed operator i fuori dall ' isolamento, perch la

    dove le relazioni d iventano pi "consistenti", lo diventa

    anche l ' identit.

    Quindi, per tornare ad una sintesi dell 'esperienza del

    g ruppo di lavoro che in questi anni ha af f iancato la

    Comunit "La finestra sul porto" , r i teniamo che lo

    specif ico del nostro cont r ibuto abbia a che vedere

    soprat tu t to con due aspett i :

    1 - INTEGRARSI FATICOSO, MA POSSIBILE.

    La prima considerazione riguarda il processo di

    costruzione di una mental i t, di un l inguaggio, di un

    pensiero comune fra persone e servizi che, in partenza,

    si sentivano pro fondamente di f ferent i fra loro.

    Il tavolo che, in questi t re-quat t ro anni, ha riunito a lmeno

    una volta alla sett imana, nella c.t. "La finestra sul porto" ,

    a parlare di concret i casi clinici operator i del Consultorio,

    della Salute mentale, dei Sert, del Ceis, delle ATS del

    Comune, delle varie agenzie educative, del mondo

    ospedaliero e universitario, ha svi luppato, forse al di l

    di quanto era lecito attendersi, una profonda riflessione

    sui l imit i dell 'esperienza e del sapere di cui ognuno

    portatore, e sull 'uti l it di mettere in comune conoscenze

    e punt i di vista per af f rontare un compi to cos arduo

    quale la gest ione del l 'adolescente problemat ico.

    2 - LA FRUSTRAZIONE SEMPRE DIETRO L'ANGOLO,

    IN EVIDENZA ; LA GRATIFICAZIONE VA RICERCATA

    CON GRANDE PAZIENZA.

    La gest ione di una comuni t terapeut ica per minor i

    r ichiede di lavorare in un clima che appare sempre

    dominato dall 'emergenza, dall 'urgenza, dagli actings.

    Occorre tempo perch si instauri un suff ic iente

    legame fra il ragazzo e gli operatori , e perch questo

    legame possa essere lo s t rumento pi impor tante di

    contenimento emot ivo del giovane.Succede dunque che

    ci sia sempre qualche ospi te in condiz ione di profonda

    instabilit, "n dentro n fuori", in parte alla ricerca

    // processo di integrazione tra AsI e Servizi Privati no profit parte dal confronto e dall'elaborazione di un

    linguaggio comune.

    di legami famil iar i-gruppal i ma in parte rabbioso e

    opposi t ivo, e che il suo malessere si propaghi come un

    incendio, cos che tu t ta la comunit entri in sofferenza.

    Pu sembrare,agli operatori , che non ci sia mai un ordine,

    un min imo di tranquil l i t, di rout ine giornaliera, e che si

    viva sempre nel caos e nella tensione.

    In realt, col t empo ed il lavoro terapeut ico il s ingolo

    ragazzo si stabil izza e migliora, ma all ' interno del g ruppo

    c' sempre qualcuno che svolge il ruolo di "agi tatore", o

    perch pi indietro nel processo di inserimento in c.t., o

    perch in crisi evolutiva.

    su questi temi che, come operator i della salute mentale,

    ci parso che la nostra esperienza potesse essere

    speci f icamente utile: nel sostegno e incoraggiamento

    agli educatori , nella valorizzazione dei piccoli, a vol te

    poco evidenti, progressi dei pazienti, nel l 'abitudine a

    mantenere ferma la speranza in situazioni che possono

    sembrare disperate, a sopportare sensazioni di

    impotenza, di ingrat i tudine altrui, di opposi t iv i t a volte

    estenuante da parte del paziente, dei familiari, perf ino di

    colleghi.

    Ci sembra quindi che questo lavoro, vol to a creare una

    cornice pi ampia di contenimento, costr ibuisca alla

    costruzione di quella necessaria "base sicura" che pu

    permet tere alla cura di rivolgersi ad un reinvest imento

    relazionale instaurato su distanze pi adeguate con

    l'altro, a rendere pi ampie le possibil it di potersi

    attaccare a qualcosa .di vitale, ad ampliare una gamma

    di interessi spesso for temente r idotta, a riparare legami

    poveri ed inconsistenti, insomma restituire senso,

    identit, speranza.

  • n adolescenza si evidenziano la maggior parte

    delle condizioni psicopatologiche pi gravi: disturbi

    d'ansia, depressione, comportament i antisociali,

    abuso di.sostanze, spettro schizofrenico e tali patologie

    interessano globalmente almeno il 20% della popolazione

    adolescenziale. Questo fenomeno si pu spiegare

    tenendo conto delle rapide trasformazioni, psicologiche,

    sociali e neurobiologiche, che determinano uno stato di

    "f isiologico" disequilibrio in questa fase della vita.

    I temi fondamentali che si propongono all'adolescente

    sono quelli dell ' identit, delle scelte programmatiche

    per la vita, della separazione dalle figure di r iferimento

    infantili e dal control lo delle emozioni emergenti. I

    meccanismi di programmazione e di scelta, di control lo

    delle emozioni e della sessualit, di gestione della

    separazione e della perdita sono fortemente stimolati

    in questo periodo della vita .E' obiett ivamente difficile

    per l'adolescente trovare un armonico equilibrio tra le

    richieste dell 'ambiente esterno e le esigenze interiore

    che via, via emergono nel corso dello sviluppo.

    Lo sviluppo della personalit dell 'adolescente

    condizionato sia dalle esperienze precoci della vita

    relazionale, con gli effett i negativi secondari a eventi

    traumatici, sia dai fattori biologici, genetici e legati alla

    maturazione cerebrale. Le neuroscienze negli ultimi

    20 anni hanno dimostrato che durante l'adolescenza

    il cervello ancora molto immaturo e in una fragile

    condizione di instabilit, con accentuata att ivazione dei

    centri di stimolazione emozionale e scarsa maturazione

    delle aree di controllo.

    Quindi le scelte degli adolescenti r ispondono spesso

    alle esigenze di eccitamento incontrollato e le loro

    decisioni sono caratterizzate da un elevato rischio,

    dalla incapacit di procrastinare il soddisfacimento

    dei bisogni e talora dalla tendenza all'autolesionismo.

    Tali fattori determinano le caratteristiche modalit

    psicopatologiche e comportamental i dell'adolescente,

    molto variabili, che oscillano dalla grave inibizione

    all'estrema attivazione comportamentale. Oggi la

    diagnosi psichiatrica pu utilizzare sia la valutazione

    obiett iva dei disturbi mentali e comportamental i ,

    mediante scale di classificazione come DMS IV, sia la

    conoscenza "analogica", storica e interna del disagio

    psichico (valutazione psicodinamica). Dall' integrazione

    dei due modelli deriva una buona capacit di

    r iconoscimento delle diverse condizioni di disagio

    adolescenziale.

    L'intervento terapeutico deve essere quindi multimodale,

    privilegiando le cure psicologiche e di recupero sociale,

    senza trascurare i possibili interventi farmacologici

    mirati.

    In questo panorama evolutivo deve essere inserito

    l ' intervento in comunit; la scelta di un periodo di

    t rat tamento in Comunit proponibi le nei casi in cui

    lo stato psicopatologico e/o comportamentale richiede

    un periodo di "separazione" dalle condizioni di vita pre-

    esistenti e un trat tamento relazionale a tempo pieno.

    L'esperienza della "La Finestra sul Porto" sta

    dimostrando e confermando le possibilit e i limiti

    dell ' intervento in diverse condizioni psicopatologiche e

    sociali.

    I ragazzi ospiti della nostra comunit sono stati 27, di

    cui 14 femmine, con et media all'ingresso di 15 anni e 7

    mesi, con permanenza media di 8 mesi (da pochi mesi a

    oltre 2 anni e mezzo).

    I precedenti personali sono caratterizzati

    in una elevata percentuale di casi (74%) da

    eventi abbandonici, abusi e stress precoci.

  • Durante il periodo di valutazione sono state definiti

    specifici quadri psicopatologici: disturbi della condotta

    e tendenza antisociale 52%, disturbi dello spettro

    schizofrenico 22%, disturbi d'ansia e affett ivi 26%. Tali dati

    confermano altre analoghe esperienze della letteratura.

    I risultati ottenuti si possono ritenere pienamente positivi

    in 3 casi, parzialmente positivi in 14, non significativi in 3,

    mentre in 2 si evidenziata

    una evoluzione verso la

    tossicodipendenza e in 4

    la tendenza verso l'anti-

    socialit si confermata

    e accentuata (quindi un

    risultato positivo stato

    osservato nei due terzi

    dei casi). Da tale iniziale

    esperienza emergono

    alcuni fondamentali principi

    organizzativi e gestionali.

    Il trattamento in comunit

    deve in ogni caso essere

    integrato in un progetto

    che precede e che segue

    la vita in comunit; sono

    quindi indispensabili una

    stretta collaborazione e una

    capacit di comunicazione

    continua ed efficiente tra

    l comunit e i servizi territoriali (Consultorio, Salute

    Mentale, ATS, SERT). Le scelte dell ' inserimento iniziale

    e il progetto del t rat tamento successivo richiedono un

    condivisione dei principi di gestione dei ragazzi.

    Inoltre emersa la necessit di poter utilizzare nella fase

    pre e post-comunit una struttura semiresidenziale, per

    favorire in alcuni casi l'ingresso in struttura e consentire

    in altri una progressiva separazione dall 'ambiente di

    cura; pu anche essere utile disporre di un servizio

    ambulatoriale, finalizzato a seguire i ragazzi nelle fasi

    intermedie dell'esperienza in comunit e poi nella fase

    successiva alla dimissione.

    Da un punto i vista generale, la nostra esperienza ha

    evidenziato la necessit di individuare interventi specifici

    per le diverse condizioni psichiche.

    L'inserimento in comunit per i soggett i con disturbi

    della condotta si deve proporre di offrire modelli

    alternativi e positivi di identificazione, di fornire una

    guida educativa autorevole ma flessibile, di favorire un

    rinforzo positivo dei comportament i adattivi.

    Per i casi con disturbi d'ansia e depressivi, alla cui

    origine si ritrova una grave angoscia di separazione, la

    comunit pu offrire una esperienza di al lontanamento

    protet to dalle figure di r iferimento e la possibilit di uno

    spostamento dell 'attaccamento verso ogget t i esterni,

    capaci di stimolare l'evoluzione verso l'autonomia.

    Infine per i pazienti con disturbi dello spettro

    schizofrenico, la comunit costituisce l'unica possibilit

    di uscire da un mondo

    chiuso, dominato dalle

    angosce e dalle reciproche

    proiezioni negative, per

    fare esperienze mult iple

    di relazioni equilibrate e

    maturanti.

    Il principio essenziale della

    nostra att ivit quindi

    costituito dalla ricerca

    costante di una relazione

    positiva e di un proget to

    condiviso con i ragazzi;

    spesso diff ici le trovare

    un armonico equilibrio tra

    i bisogni di contenimento e

    di guida (per i pazienti con

    disturbi "esternalizzati") e

    la necessita di st imolo e di

    spinta verso l 'autonomia

    (per i casi affett i da una

    psicopatologia "internalizzata").

    Non sempre possibile soddisfare queste esigenze

    contraddittorie, ma la creazione di un ambiente

    terapeutico "a tempo pieno" rappresenta lo strumento

    essenziale irrinunciabile dell ' intervento comunitario.

    "La Finestra sul Porto" nata dalla stretta collaborazione

    della ASL 3 Genovese e il CEIS di Genova, come

    esempio di una valida integrazione tra l'assistenza

    pubblica e il mondo della solidariet privata "no profit".

    In tale struttura sono confluite esperienze diverse e

    complementari, acquisite da molti decenni in ambit i

    diversi: il Consultorio Famigliare e la Salute Mentale, il

    CelS, il SERT, le strutture Ospedaliere e Universitarie

    di Neuropsichiatria Infantile. Dalla integrazione di tali

    esperienze sta nascendo un modello di lavoro basato

    sulla ricerca costante di una relazione positiva e di un

    proget to condiviso con i ragazzi, li convegno dello

    scorso 18 ot tobre si proposto di valutare le esperienze

    acquisite dalla nostra Comunit per Adolescenti, e di

    avviare un confronto con altre comunit terapeutiche in

    Italia.