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WEB 2.0

Ovvero come cambia la rete

delle reti

Corso di Comunicazione Mediata dal Computer

30 novembre 2006

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Internet 2.0

• Per Graham Meikle viviamo a cavallo dello “shift” fra la Internet versione 1.0 - quella degli hacker e dei ricercatori - aperta e modulare, e la Internet versione 2.0, quella del business e dell’e-commerce, chiusa e presidiata da brevetti e copyright.

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Web 2.0

• Si parla però sempre più spesso di Web 2.0, il web caratterizzato da contenuti prodotti dagli utenti, gli user generated contents, e da tecnologie di prossimità user driven.

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Meikle vs. Carlini

• Secondo alcuni studiosi ciò sintetizza non tanto un salto tecnologico, quanto “un diverso intreccio tra tecnologia, usi sociali e collettivi e modelli di business, basati su gratuità più pubblicità”.

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Dal web al web 2.0

• Ma quali sono gli strumenti del web 2.0?

• E come si differenziano dal web 1.0?

• Cosa portano in dote alla società?

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Newsletter e RSS

• Le newsletter periodiche hanno rappresentato un eccezionale strumento con cui spingere (push) dei contenuti informativi verso un proprio pubblico, grazie a una mailing list.

• Le newsletter sono in parte sostituite dagli RSS.

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Cos’è un RSS

• RSS (acronimo di RDF Site Summary ed anche di Really Simple Syndication) è uno dei più popolari formati per la distribuzione di contenuti Web;

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RSS e XML

• L’RSS è basato su XML, da cui ha ereditato la semplicità, l'estensibilità, la flessibilità.

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XML serve a strutturare i dati I dati strutturati modellano entità come fogli di calcolo,

rubriche, parametri di configurazione, transazioni finanziarie e disegni tecnici.

XML è un insieme di regole per formulare dei file in formato testo che ti permettano di strutturare i tuoi dati

XML non è un linguaggio di programmazione, e non devi essere un programmatore per usarlo od impararlo.

XML rende facile la generazione di dati tramite un computer, la lettura dei dati e il controllo sulla struttura in modo che non sia ambigua.

XML evita le pecche comuni dei linguaggi: è estensibile, indipendente dalla piattaforma e supporta i parametri internazionali e locali.

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RSS: headlines e links

• In sintesi un RSS è uno standard per la pubblicazione di informazioni costantemente aggiornate.

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RSS: headlines e links

• Il formato RSS permette la visualizzazione su portali e siti web di headline e link relativi a notizie pubblicate su altri siti e rese disponibili attenendosi a specifiche ben precise.

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RSS: Real Simple Syndication

• Sfruttando la logica della Really Simple Syndication, gli utenti iscritti al servizio ricevono automaticamente gli ultimi aggiornamenti da un sito, tramite la posta elettronica o usando un apposito programma web, chiamato aggregatore che riunisce le ultime novità dei feed RSS scelti.

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Gli aggregatori RSS

Un ulteriore sviluppo permette di ricevere e pubblicare automaticamente sul proprio sito gli Rss pubblicate da siti o blog con cui è gemellato.

• In questo modo si creano comunità di blog, che si arricchiscono l'uno con l'altro.

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Sindycation tools

• I “Sindycation tools” sono strumenti per mettere in relazione costante attori che agiscono in specifici contesti in modo da facilitare il raggruppamento di strumenti ed esperienze favorendo economia di scala e informazione

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Dai Siti ai Blog

• Dai siti siamo passati ai Blog.

• Sono 57 milioni i blog censiti da Technorati (www.technorati.com)

• Si tratta di blog testuali, d'autore, blog collettivi, ma anche photoblog alimentati con le fotografie, o videoblog con filmati.

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I Blog

• I Blog nascono e si sviluppano in ogni ambito, da quello politico a quello socio-ambientale, dalla musica ai gruppi di amici, dal diario dei ragazzi ai tifosi sportivi.

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Cos’è un blog

• Nel gergo di Internet, un blog è un diario in rete. Il termine blog è la contrazione di web log, ovvero "traccia su rete“ o “diario di bordo”.

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Cos’è un blog

• Il fenomeno ha iniziato a prendere piede nel 1997 in America; nel 2001 è divenuto popolare anche in Italia, con la nascita dei primi servizi gratuiti dedicati alla gestione di blog. (www.splinder.com)

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Come funziona il blog

• La struttura è costituita, solitamente, da un programma di pubblicazione guidata che consente di creare automaticamente una pagina web, anche senza conoscere necessariamente il linguaggio HTML;

• Questa struttura può essere personalizzata con vesti grafiche dette templates (ne esistono diverse centinaia).

• Il blog permette a chiunque sia in possesso di una connessione internet di creare facilmente un sito in cui pubblicare storie, informazioni e opinioni in completa autonomia.

• Ogni articolo è generalmente legato ad un thread, in cui i lettori possono scrivere i loro commenti e lasciare messaggi all'autore.

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Il Blogger

• Un blogger è colui che scrive e gestisce un blog, mentre l'insieme di tutti i blog viene detto blogosfera (in inglese, blogsphere).

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Permalink

• All'interno del blog ogni articolo viene numerato e può essere indicato univocamente attraverso un permalink, ovvero un link che punta direttamente a quell'articolo.

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Blogosfera

• Il fenomeno, irrefrenabile, ha trascinato con sé appositi servizi di supporto come i siti che permettono di creare gratuitamente il proprio blog e i motori di ricerca all'interno della blogosfera.

• Queste iniziative sono sovente avviate con un modello di business basato sulla gratuità del servizio, coperta dalle nuove forme di pubblicità rese popolari da Google.

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Vita dei blog

• Alcuni Blog si possono considerare veri e propri diari personali e/o collettivi, nel senso che sono utilizzati per mettere on-line le storie personali e i momenti importanti della propria vita.

• In questo contesto la riservatezza, il privato, il personale va verso la collettività.

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Vlog o video blog

• Vlog: Si tratta di un blog che utilizza filmati come contenuto principale, spesso accompagnato da testi e immagini. Il vlog è una forma di distribuzione di contenuti audiovideo. I vlog sono utilizzati da blogger

• Videoblogging: è una forma espressiva incentrata sulla pubblicazione di audiovisivi fruibili via web in streaming oppure off line in locale che si possono commentare.

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Dal Download al P2P:

• Lo scaricamento (download) e il caricamento (upload) di file tra computer lontani erano le forme di attività originarie della prima internet (BBS, Uucp, ftp).

• Oggi le stesse attività di condivisione di risorse si svolgono con software e sistemi P2P.

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Cos’è il P2P

• Generalmente con peer-to-peer (o P2P) si intende una rete di computer o qualsiasi rete che non possiede client o server fissi, ma un numero di nodi equivalenti (peer, appunto) che fungono sia da client che da server verso altri nodi della rete.

• Questo modello di rete è l'antitesi dell'architettura client-server. Mediante questa configurazione qualsiasi nodo è in grado di avviare o completare una transazione.

• I nodi equivalenti possono differire nella configurazione locale, nella velocità di elaborazione, nell’ampiezza di banda e nella quantità di dati memorizzati. L'esempio classico di P2P è la rete per la condivisione di file (File sharing).

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Musica Peer to peer

• Il fenomeno ha investito soprattutto la musica, con la creazione di siti che offrono sia il software adeguato per queste operazioni, sia l'elenco dei computer aderenti a queste attività.

• La novità sociale del P2P sta nel fatto che esso mette in collegamento in orizzontale, senza bisogno di server centrali, dei Pc lontani (e i loro proprietari), permettendo loro lo sharing (la condivisione) di risorse intellettuali.

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Da Communities a Social Networks:

• Le comunità (e i newsgroup) risalgono anch'esse alle prime esperienze di rete e ne sono sempre stato un elemento caratteristico.

• Adesso si tende a parlare di Social networks

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Social networks

• Le tecnologie per dialogare all'interno di gruppi uniti da interessi comuni sono divenute molto più facili e dirette e questo ha consentito oggi la creazione di altre reti sociali, spesso costituite da milioni di individui.

• I legami sono ovviamente più labili ed effimeri, ma una delle caratteristiche nuove è che aderendo a questi servizi ognuno viene dotato di una sua pagina dove si presenta e deposita in pubblico i propri materiali.

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A cosa servono?

• Un social network può servire per esibire il proprio curriculum, ma anche per incontrare e fare conoscenza, eventualmente affettiva e diretta, di altre persone (dating on line).

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Da motori di ricerca alle tassonomie sociali

• I motori di ricerca sono divenuti loro la vera interfaccia di rete, come e più dei portali. Ma le loro prestazioni, gestite da potenti computer, sono comunque limitate.

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Ritorno al passato

• Il primo Yahoo! era un elenco di siti (una directory), creato da persone fisiche che navigavano e annotavano a pagamento. Vennero poi le vigorose search engines, che automatizzavano la navigazione tra i siti, per scoprirne in contenuti e la loro indicizzazione.

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Folksonomy=socializzare

• Oggi i motori restano preziosi, ma alla quantità enorme di informazione (infoglut), sovente eccessiva, si pone rimedio facendo ricorso nuovamente alle persone, con la differenza che questa volta non si tratta di dipendenti pagati, ma di volontari che spontaneamente segnalano i siti da loro apprezzati e li commentano brevemente con delle etichette (tag) depositandole in siti pubblici.

• Si parla dunque di Social Bookmarking (ovvero mettere in pubblico, socializzare, i propri «Preferiti»), ma anche di Folksnomy, per indicare una tassonomia (un ordine delle cose e delle materie) realizzata dalla gente (folk).

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Da testi d'autore a testi collettivi e mobili:

• Ci si riferisce qui al fenomeno Wiki, ovvero ad appositi programmi, genericamente raggruppati sotto questo termine (in haitiano significa “veloce”), che permettono facilmente di intervenire su un testo già pubblicato in rete, integrandolo, correggendolo, possibilmente migliorandolo.

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Da testi d'autore a testi collettivi e mobili:

Di ogni versione rimane una copia, di modo che quel documento, che può conoscere anche centinaia di versioni successive, sia visibile la storia e l'evoluzione.

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Wikipedia

• Il caso più noto, ma non certo unico, è l'enciclopedia Wikipedia, ma il software Wikimedia è sempre più spesso adottato anche all'interno delle aziende come un modo semplice di lavorare in comune su dei documenti. (www.wikipedia.org)

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Dai quotidiani online al Grassroot Journalism:

• Fin dai primi anni dell'internet di massa i quotidiani tradizionali, di carta, si sono posti il problema di una loro presenza online e quasi tutti l'hanno realizzata, con alterni risultati e fortune (Il Manifesto, La nuova Sardegna )

• Contemporaneamente nascevano riviste e quotidiani solo online, anch'essi con varie vicende.

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New Journalism• L'idea originale era quella di una redazione professionale, fatta da

professionisti, che produceva notizie e servizi giornalistici in maniera quasi tradizionale, mentre a cambiare era solo il supporto e il canale distributivo.

• In tempi più recenti, sempre sfruttando le tecnologie interattive di rete, si sono sviluppate forme di giornalismo dal basso, chiamate in varie maniere: citizen journalism, grassroot journalism eccetera.

• Sono tutte caratterizzate dal fatto che i lettori sono essi stessi reporter e alimentano loro stessi, gratuitamente o a pagamento, il sito web del loro giornale di fatti e notizie.

• Questo di solito avviene con il filtro e mediazione di una redazione centrale. L'esempio più noto è il quotidiano coreano Ohmymews, ora offerto anche in versione internazionale, ma sono numerose le iniziative minori, sovente locali.

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Evoluzione delle piattaforme:

• Stiamo assistendo a un processo continuo di spostamento del centro di gravità delle attività digitali: prima (fino ai primi anni `80) era centrale e decisivo l'hardware e in particolare il processore centrale.

• Poi il centro del mondo è stato occupato dai sistemi operativi e infatti Windows può girare indifferentemente su processori Intel come AMD che si trovano a essere solo un supporto materiale (hard) rispetto al software che «ordina e comanda».

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Multipiattaforma

• Ora i servizi web (di cui Google è solo l'esempio più eclatante) prescindono totalmente dal sistema operativo: le pagine e le applicazioni web lavorano indifferentemente sulle piattaforme software di Apple, Microsoft o Linux.

• E' solo con esse che gli utenti direttamente interagiscono, più che con la «scrivania» del Pc (desktop). I software del nostro computer che oggi usiamo già cominciano ad avere dei sostituti solo in rete (network pc)

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Web services evoluti:

• L'esempio più netto è quello di Google Maps, un servizio che offre mappe cittadine di molte città del mondo.

• Di questa piattaforma web la società californiana ha messo a disposizione le specifiche tecniche (API, Application Program Interfaces), con cui sovrapporre alle sue mappe altre informazioni e molti lo stanno facendo: un sito per esempio mostra sul suo sito i banchetti di Hotdog di Chicago;un altro mette degli spilloni sulla mappa di New York per indicare le location dove sono state girate scene di film famosi (www.newyorkinthemovies.com).

• Un altro ha usato le mappe di Google per segnalare durante l'uragano Katrina dove c'era bisogno di aiuti.

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Googlemaps

• Un sito recente, http://googlemapsmania.blogspot.com/ , è dedicato alla mania delle mappe e fornisce un elenco delle ultime novità.

• Cosa significa questo esempio? Semplicemente che il sistema Google, aprendosi, tende a diventare a sua volta una piattaforma per altre applicazioni realizzate da altri programmatori liberi, che possono offrirle gratuitamente o anche a pagamento.

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Conclusioni

• L'insieme di questi fenomeni ha un segno univoco: nuove tecnologie abilitano le persone, in gruppo o isolate, a prendere la parola, a inventare applicazioni, a condividere informazioni e idee