ADDIO 2006! · 2013-01-17 · Babbo Prodi ha rottamato le ... solito “Buon Natale”, non pensi...

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Cari amici vicini e lontani, non ci par vero ma tra il dire e il fare anche il 2006 è andato a farsi friggere… Babbo Prodi ha rottamato le renne e in cambio ha avuto una bella auto Euro Zero con la colonna sonora (inclusa nel prezzo) di Renato che urla “Sono innocente!”. Tutto ciò grazie anche al nostro contributo, le cosiddette tasse, più brutte della tosse dato che non passano mai manco con i farmaci. E poi l’ha detto lo stesso premier, la medicina va presa (suppongo che sia una supposta); gli effetti si vedranno in seguito. Comunque, se tutto va bene siamo rovinati. Trascorreremo un anno in santa pacs solo se ci sarà permesso, magari andremo a vederci messa da Milingo tanto da stare più allegri. A proposito, Lucio Dalla diceva nella celebre canzone “L’anno che verrà” che “anche i preti potranno sposarsi, soltanto a una certa età”. Il buon Milingo, nero ma non per la rabbia, ha dovuto attendere 70 anni per essere protagonista di una “Divina Commedia sexi”, fortuna che non ha problemi di salute, ma si è autorizzato da sé… forse perché se Fai da te fai per tre? Ciancio alle bande, In gennaio, dopo 4 anni di bilanci in negativo, la Fiat ritorna a produrre utile, mentre un nuovo scandalo travolge il mondo ban- cario, in particolar modo la Bpl- Antonveneta. In febbraio Calde- roli mostra una maglietta antiislam e scoppiano liti e atti di violenza in Libia e Iran. In aprile si svol- gono a Parma i funerali del pic- colo Tommaso Onofri, ucciso dai suoi rapitori. Sempre in Aprile avviene l’arresto del boss della mafia Bernardo Provenzano. L’Unione di Romano Prodi vince le elezioni e sempre in aprile Stefano Ricucci (marito di Anna Falchi), tenta la scalata Rcs finendo in carcere. In maggio Giorgio Napolitano diventa Presidente della Repubblica e il governo di Romano Prodi inizia la sua attività. Scoppia lo scandalo che coinvolge il mondo del calcio e che vede sotto accusa il cosiddetto “sistema Moggi” che condizionava il campionato di serie A. In giugno Vittorio Emanuele di Savoia finisce in carcere a Potenza, mentre si vota sul Referendum circa la modifica della Costituzione, che si conclude con la vittoria del NO. Ad agosto naufraga un barcone di clandestini a Lampedusa: 50 morti. Nasce poi un nuovo colosso bancario dalla fusione tra l’Istituto San Paolo e Banca Intesa. in questo numero Durante il periodo natalizio è stato distribuito il periodico mensile “Controesodo” a cura della sezione dell’UDC di Veglie. Date le similitudini con il nostro giornale, nell’impostazione grafica e nel titolo, che potrebbero ingenerare confusione o accostamenti, la Redazione di Controvoci tiene a precisare che non vi è nessun collegamento tra le due testate, poiché ciascuna di esse è autonoma e indipendente dall’altra. Controvoci rimane libero da qualsiasi identificazione politica. (Possibilmente senza Casini…) Nel bene e nel male anche il 2006 è terminato. Un anno lungo e pieno di avvenimenti, fatti, personaggi, novità, cronaca e quant’altro... Ognuno di noi avrà dei validi motivi per rimpiangerlo o altrettanto validi motivi per esclamare: “Finalmente è finito, speriamo vada meglio il prossimo!” Ma, guardando al di là del nostro privato, cosa è successo di particolare in quest’anno nella nostra amata Italia? continua a pag. 3 La Redazione continua a pag. 3 anno IX n° 6- dicembre 2006 - www.controvoci.com e-mail: [email protected] distribuzione gratuita ADDIO 2006! L’anno che verrà, magari un anno in santa pacs attualità Un augurio di buone feste "politicamente scorretto" di Sabrina Lezzi il libro Breve presentazione del libro scritto da A.Antonio De Stradis: "Come fiori di croco" di Gian Piero Leo territorio Veglie 2006 di Daniela Della Bona Natale di Gian Piero Leo poesia controvoci junior Lettera al Santo Padre gli alunni della classe V A e B Risposta dal Vaticano Mons. Gabriele Caccia Riflessioni sul sole e sull'arcobaleno. alcuni bambini vegliesi di quinta elementare valori Cristiani Appello di Luca ai nostri lettori di Luca Rizzo I molteplici volti dell'amore di Cristo di Stefania Casaluce Azione Cattolica Riappropriamoci di Cristo a cura dell'A.C.P. ambiente Chi ha orecchi da intendere intenda di Anna Maria Mattia La Madonna del Pane di Flavio Vetrano ritagli di Veglie

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Cari amici vicini e lontani,non ci par vero ma tra il dire

e il fare anche il 2006 è andatoa farsi friggere…

Babbo Prodi ha rottamato lerenne e in cambio ha avuto unabella auto Euro Zero con lacolonna sonora (inclusa nel

prezzo) di Renato che urla “Sono innocente!”. Tutto ciò grazie anche al nostro contributo, le cosiddettetasse, più brutte della tosse dato che non passano mai manco con i farmaci. E poi l’ha detto lo stessopremier, la medicina va presa (suppongo che sia una supposta); gli effetti si vedranno in seguito.Comunque, se tutto va bene siamo rovinati. Trascorreremo un anno in santa pacs solo se ci saràpermesso, magari andremo a vederci messa da Milingo tanto da stare più allegri. A proposito, LucioDalla diceva nella celebre canzone “L’anno che verrà” che “anche i preti potranno sposarsi, soltantoa una certa età”. Il buon Milingo, nero ma non per la rabbia, ha dovuto attendere 70 anni per essereprotagonista di una “Divina Commedia sexi”, fortuna che non ha problemi di salute, ma si è autorizzatoda sé… forse perché se Fai da te fai per tre?

Ciancio alle bande,

In gennaio, dopo 4 anni dibilanci in negativo, la Fiat ritornaa produrre utile, mentre un nuovoscandalo travolge il mondo ban-cario, in particolar modo la Bpl-Antonveneta. In febbraio Calde-roli mostra una maglietta antiislame scoppiano liti e atti di violenzain Libia e Iran. In aprile si svol-gono a Parma i funerali del pic-colo Tommaso Onofri, ucciso daisuoi rapitori. Sempre in Aprileavviene l’arresto del boss dellamafia Bernardo Provenzano.L’Unione di Romano Prodi vincele elezioni e sempre in aprileStefano Ricucci (marito di Anna

Falchi), tenta la scalata Rcs finendo in carcere. Inmaggio Giorgio Napolitano diventa Presidente dellaRepubblica e il governo di Romano Prodi inizia lasua attività. Scoppia lo scandalo che coinvolge ilmondo del calcio e che vede sotto accusa il cosiddetto“sistema Moggi” che condizionava il campionato diserie A. In giugno Vittorio Emanuele di Savoiafinisce in carcere a Potenza, mentre si vota sulReferendum circa la modifica della Costituzione,che si conclude con la vittoria del NO. Ad agostonaufraga un barcone di clandestini a Lampedusa: 50morti. Nasce poi un nuovo colosso bancario dallafusione tra l’Istituto San Paolo e Banca Intesa.

in questo numero

Durante il periodo natalizio è stato distribuito il periodico mensile “Controesodo” a cura della sezione dell’UDC di Veglie.Date le similitudini con il nostro giornale, nell’impostazione grafica e nel titolo, che potrebbero ingenerare confusione oaccostamenti, la Redazione di Controvoci tiene a precisare che non vi è nessun collegamento tra le due testate, poichéciascuna di esse è autonoma e indipendente dall’altra.Controvoci rimane libero da qualsiasi identificazione politica.

(Possibilmente senza Casini…)

Nel bene e nel male anche il 2006 è terminato.Un anno lungo e pieno di avvenimenti, fatti,personaggi, novità, cronaca e quant’altro... Ognunodi noi avrà dei validi motivi per rimpiangerlo oaltrettanto validi motivi per esclamare: “Finalmenteè finito, speriamo vada meglio il prossimo!”

Ma, guardando al di là del nostro privato, cosaè successo di particolare in quest’anno nella nostraamata Italia?

continua a pag. 3

La Redazione

continua a pag. 3

anno IX n° 6- dicembre 2006 - www.controvoci.come-mail: [email protected]

distribuzione gratuita

ADDIO 2006!

L’anno che verrà,magari un anno

in santa pacs

attualitàUn augurio di buone feste"politicamente scorretto"di Sabrina Lezzi

il libroBreve presentazione del libroscritto da A.Antonio DeStradis: "Come fiori di croco"di Gian Piero Leo

territorioVeglie 2006di Daniela Della Bona

Nataledi Gian Piero Leo

poesia

controvoci junior

Lettera al Santo Padregli alunni della classe V A e B

Risposta dal VaticanoMons. Gabriele Caccia

Riflessioni sul sole esull'arcobaleno.alcuni bambini vegliesi diquinta elementare

valori CristianiAppello di Luca ai nostri lettoridi Luca Rizzo

I molteplici volti dell'amore diCristodi Stefania Casaluce

Azione Cattolica

Riappropriamoci di Cristoa cura dell'A.C.P.

ambiente

Chi ha orecchi da intendereintendadi Anna Maria Mattia

La Madonna del Panedi Flavio Vetrano

ritagli di Veglie

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2 attualità

C’era una volta il Natale; le strade sicoloravano di luminarie, nei negozi si ven-devano i gadget natalizi, le famiglie allesti-vano nelle loro case il presepe per accogliereil Bambinello, i fanciulli preparavano nellescuole la tradizionale recita natalizia con icanti sulla nascita di Gesù.

C’era una volta…, quando la moda del“politicamente corretto” non faceva ancorasentire i suoi nefasti effetti.

Le prime avvisaglie si erano già manife-state negli anni scorsi (chi non ricorda ilcaso sollevato nella scuola di Treviso, doveera stato deciso di sostituire la tradizionalerecita natalizia con quella di cappuccettorosso?), ma è nel Natale del 2006 che si èacutizzato un fenomeno alquanto preoccu-pante, quello della censura del Dio che s’in-carna per amore dell’umanità. Tutto questoin ossequio al principio dell’integrazione edel rispetto per le altre minoranze religiose.

L’escalation in negativo è iniziata con lanotizia che una nota catena di magazzinisvedesi quest’anno ha deciso di non venderele statuine rappresentanti i pastori, in modoapparentemente molto idealistico per nondisturbare la sensibilità della clientela noncristiana, in realtà col timore molto più con-creto e terreno di perdere la quota di fatturatoproveniente dagli acquisti di quella parte diclientela. Chiamati a rispondere sul polveronealzato dalla loro singolare scelta di mercato,la giustificazione presentata è che la notiziaera stata mal interpretata dai giornalisti. Undato è però certo: nei magazzini della catenacitata i pastori non si sono venduti e il loroesempio è stato seguito in massa da tantecatene commerciali italiane.

Successivamente è accaduto di peggio.In molte scuole materne ed elementari, gliinsegnanti hanno preteso di togliere dalprogramma delle recite natalizie pezzi quali“Tu scendi dalle stelle” e “Bianco Natale”. Si voleva evitare di offendere, con riferimentitroppo espliciti al fatto religioso, i bambiniappartenenti a fedi diverse da quella cattolica,che oggi rappresentano circa il 30% dellapopolazione scolastica primaria. La notiziaè circolata in molti ambienti scolastici, comepure l’idea di rinunciare al tradizionale alle-stimento del presepe, ma la “bomba” è scop-piata solo con il caso dell’asilo di Bolzano.Qui, i canti di Natale sono stati prima can-cellati per decisione degli insegnanti e, in

un secondo momento, ripristinati con undeciso dietrofront dal direttore del circolo,in virtù dell’allarme destato nell’opinionepubblica vistasi privata delle vecchie tradi-zioni. A Bolzano lo scempio è stato evitatosolo grazie alle proteste dei genitori, mentrealtrove i canti e il presepe sono stati cancellatinell’oblio generale.

Infine l’ultimo tassello di questo Nataleparadossale. Se qualcuno di voi ha ricevutoil tradizionale bigliettino di auguri con suscritto “Buona festa d’inverno” anziché ilsolito “Buon Natale”, non pensi che si siatrattato di un errore. Anche qui la causa varicercata nel fatto che il Natale è diventato“politicamente scorretto” e bisogna nascon-derlo, rinnegarlo e cammuffarlo sotto deno-minazioni meno compromet tent i .

A questo punto c’è da chiedersi se lalogica del politicamente corretto non abbiasuperato la soglia del buon senso, perchésuona alquanto strano che, per rispondere albisogno di integrazione di una minoranzaassolutamente rispettabile, la strada percorsae da percorrere sia quella di annientare l’iden-tità culturale della maggioranza, mortificandole tradizioni della popolazione indigena.Integrare significa mettere insieme, sommarecon continuità, non rimuovere o sopprimere.

Voltaire diceva che il sonno della ragionegenera mostri. E’ doloroso constatare comeil sonno stia conquistando la maggior partedel mondo occidentale, cristiano, ma nonsolo. E’ triste vedere come si possano lasciaredistruggere i nostri costumi, i nostri valori,la nostra stessa identità, senza il coraggio didifenderli con tenace convinzione. E’ scon-volgente il voler confondere la tolleranzacon un malinteso senso del disordine.

Il Natale, i canti e il presepe, infatti, nonsono soltanto un fenomeno di fede, ma sonosegni di appartenenza alla nostra comunitànazionale, alle nostre radici, alla nostra storia.Sono parte integrante di una tradizione e diuna cultura che, in quanto tale, trascendel’aspetto religioso e non può essere conside-rata offensiva per qualsivoglia persona, reli-gione o parte politica. Paradossalmente, seogni Paese rinunciasse unilateralmente alleproprie tradizioni per mero rispetto delleminoranze religiose e culturali, si otterrebbesolo la fine di quella diversità arricchenteproposta dalle stesse minoranze quale motivodi accettazione e di integrazione.

Non più una società policulturale e mul-tietnica, strutturata come una orchestra poli-fonica di ottoni, archi e percussioni, ma unasuoneria monofonica, piatta ed uniformataal vecchio e classico trillo, dove l’unicapossibile diversità è data da chi strilla piùforte e, spesso, in modo più estremisticamentestonato.

Credo che in questo modo si stia com-mettendo un errore grossolano, che peraltroaiuta solo chi vuole demolire la cultura cri-stiana in nome della laicità, nel pretestuosorispetto delle altre culture, e non dà nullaalle minoranze che ipocritamente si citanoa giustificazione di questi piccole e grandimeschinerie. Entrando più nel merito del-l’aspetto religioso del Natale, noi cattolicicosa facciamo? Nulla! Forse perché siamouna categoria di credenti allegorica, perchédormiamo sugli allori e crediamo per bigot-teria o per ”atteggiamento”. E’ ora invece dianalizzare un po’ più a fondo i comportamentidi tutti i giorni e riflettere con attenzionesugli stessi, iniziando con il constatare chesiamo tra i più ignoranti in materia religiosa,sia parlando della nostra Fede che dellaconoscenza di quella altrui. Purtroppo, senon conosciamo la nostra religione, nonpossiamo certo professarla né difenderla conconvinzione.

Abbiamo il dovere quindi come cattolicidi riscoprire e non di cancellare i segni dellanostra fede. Il dovere nasce dalla necessitàdi difendere la forza rivoluzionaria del Van-gelo, quel Vangelo capace di suscitare civiltà,evitando di far relegare la nostra fede e inostri valori nel limbo dell’oblio o in unastratto teorema celeste senza alcuna inci-denza sulla vita reale.

Gesù non si è scomodato semplicementeper ispirare buoni pensieri, ma ha lottatoculturalmente e fattivamente. Noi, negandola dignità culturale e storica dei simboli dellanostra fede, di fatto neghiamo il miracolodel Dio fatto uomo in Cristo e la possibilitàdell’incontro del divino con l’umano.

L’augurio che spero sia già giunto inquesto Natale 2006 e che rinnovo con con-vinzione e fermezza per il nuovo anno, è chenoi tutti si possa trovare la forza di riscoprircipiù culturalmente, eticamente, laicamenteCristiani e, se credenti, fattivamente Cattolici.

UN AUGURIODI BUONE FESTE

“POLITICAMENTESCORRETTO”

La modadel politically correct

e il tentativo di cancellarele nostre tradizioni

Sabrina Lezzi

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...dalla prima pagina

anni di coppie di fatto tra preti e badesse (con tanto di pensione successivaper la serie: otto per mille e una notte) sono state “Benedette” senza problemi,così sono passati anche rapporti clandestini del tipo Uccelli di rovo, nonchédi Ruvo, di riva e in alto mare con figli in crocetta dopo la provetta d’amoree oggi qualcuno ancora si scandalizza per i pacs.

Il bel Pierferdy, amante della famiglia tanto da avere sul suo curriculumvitae già due mogli, predica bene e razzola male. Il caro Silvio, l’unto diArcore, anche lui crede nei valori, e di valori ne ha tanti in diverse banchenon accettando le coppie di fatto e preferendo quelle di Fitto…

E se qualcuno come Piergiorgio Welby non ce la fa più a vivere una vitad’inferno e decide d’andare dal Creatore a trovare un po’ di luce allora songuai; il funerale lo celebrerà Pannella aspergendo fumo d'erba invecedell’incenso, fuori dalla chiesa naturalmente. Se invece ti chiami Pinochet,ti fanno il funerale religioso non importa se hai fatto una strage di milionid’innocenti la vera punizione sarà stata quella di guardare l’Isola dei famosisul satellite (che personalmente preferisco al patibolo).

Allora amici cari, cosa volete che sia una finanziaria a base di mortadellae un bel sorso di spumante “Sgancia?”. Nella nostra amata terra dei cachidove gli scandali sono di casa, dove una valletta ha bisogno di una mano,non importa se la stessa va a finire sulla chiappa, dove le partite sonotaroccate e i maghi oltre a leggere le mani leggono anche il portafogli, dovei lavoratori neri sono perlopiù bianchi, dove quelli di sinistra diventanosinistri e quelli di destra dicono cose di sinistra, ma per altri Fini, almenopossiamo farci una bella tombolata tra amici.

In altre parti del mondo c’è il rischio di fare coccitombole e finire all’altromondo senza pietà.

L’anno si chiude con l’immagine barbara del cappio al collo di SaddamHussein in diretta internazionale con la gioia dello sceriffo di nome Bush.Se l’anno che verrà sarà simile a questo forse sarà meglio staccare la spina,almeno quella del televisore.

Daniela Della Bona

Gian Piero Leo

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ADDIO 2006 L'anno che verrà, magari un anno in santa pacsSempre in agosto ha inizio la missione italiana di pace inLibano, mentre Hina Saleem, ragazza musulmana che vivevain Italia viene uccisa dal padre che la riteneva troppo“occidentalizzata”. In settembre Marco Tronchetti Proveralascia la presidenza di Telecom dopo le polemiche per ilpiano di scorporo Tim e lo scandalo intercettazioni. Muorela grande giornalista e scrittrice Oriana Fallaci. In ottobre,tra altrettante polemiche, viene inaugurata a Milano la primascuola araba, mentre muore il cantautore Bruno Lauzi. Innovembre il fotoreporter italiano Gabriele Torsello vienerilasciato dai talebani dopo 23 giorni di prigionia. Muore ilgrande attore e cantante napoletano Mario Merola. Scoppia lo scandalo per il video pubblicato su Internet del disabilepicchiato dai compagni di scuola a Torino. E sempre innovembre Silvio Berlusconi viene colpito da malore mentreparla ai giovani di Forza Italia a Montecatini. Papa BenedettoXVI va in visita in Turchia, paese con il quale la Chiesaoccidentale non è in buoni rapporti dallo scisma del 1050.Nicola Ciardelli, ufficiale dell'esercito italiano, muore in unattacco a Nassiriyah In dicembre rientrano gli ultimi militariitaliani dalla missione in Iraq. Piergiorgio Welby muore lanotte del 20 dicembre, quando gli viene staccato il respiratoreartificiale che lo tiene in vita, dopo una lunga battagliasull’eutanasia che suscita polemiche, dibattiti, discussionie interrogativi etici, morali, religiosi nell’opinione pubblicamondiale e che si conclude con la morte dell’uomo, al qualeil vicariato di Roma nega i funerali religiosi. Nel dicembre2006 muore l’attore Aroldo Tieri e Saddam Hussein vienecondannato a morte per impiccagione. Ecco i commentisulla sua morte. Bush: atto di giustizia. Vaticano: notiziatragica, rischio di vendette. Napolitano: Italia contraria adogni sentenza di morte. Prodi: preoccupato per l'aumentodella tensione. Bertinotti: orrore e rifiuto. Pannella: noninterrompo lo sciopero della sete. Autobomba a Kufa, 35morti. Nel 2006 accade ancora che il programma di Fiorello“Viva Radio2” diventa un cult, che in un anno dalla leggeSirchia, i fumatori nel nostro paese sono diminuiti di mezzomilione, mentre le Ferrovie dello Stato sono sull’orlo delfallimento.

SPORT ITALIANO 2006 L'italiano Andrea Bargnani,prima scelta assoluta nel draft Nba, fa il suo esordio nelcampionato di basket statunitense con la maglia dei TorontoRaptors. Il neocampione del mondo di ciclismo Paolo Bettinivince il Giro di Lombardia. Enrico Fabris, trionfa ai Giochidi Torino 2006 nel pattinaggio di velocità sui 1500 metri edè medaglia di bronzo sui 5000 metri. La giovanissimaVanessa Ferrari, un oro e due bronzi ai mondiali di ginnastica,è la rivelazione 2006 dello sport azzurro. La squadra italianadi pattinaggio a velocità vince le sue olimpiadi 2006.Margherita Granbassi vince la medaglia d'oro ai campionatimondiali di scherma - specialità fioretto femminile -superando in finale la connazionale Valentina Vezzali.Medaglia di bronzo un'altra italiana, Giovanna Trillini. IGiochi Olimpici invernali “Torino 2006” si concludono conla vittoria da parte dell’Italia di 5 medaglie d’oro e 6 dibronzo. La Nazionale Italiana di Calcio, guidata da Lippi,vince la Coppa del Mondo ai mondiali disputati in Germaniae il capitano, Fabio Cannavaro, vince poco dopo il Palloned'Oro 2006 e il premio Fifa World Player. Valentino Rossiperde il Motomondiale 2006 cadendo nell’ultima prova conla moto. Michael Schumacher conclude l'ultimo mondialedella sua lunga carriera in Formula 1: per il campione tedescoun futuro da consulente in Ferrari. Il tennis femminile italianoesulta per la vittoria della prima Federation Cup conquistatadall'Italia. Tanja Romano, campionessa mondiale inpattinaggio su ghiaccio in libera e combinata, vince medagliea ripetizione tenendo alti i colori del nostro Paese.Dimenticavo, nel 2006 l'Inter dopo un tunnel lungo 17 anniha dato pratica dimostrazione di quanto nulla sia impossibilenella vita! E come mi fa notare la mia amica Sabrina si puòvincere anche senza vincere sul campo!

...dalla prima pagina

A due mesi dall’uscita vogliamo presentarvi il libro di poesie di AngeloAntonio Destradis (presentato all’ultima edizione della rassegna “Cittàdel Libro” di Campi Salentina) dal titolo “Come fiori di croco”. Sono43 emozioni in liberi versi (43 sono gli anni dell’autore). I testi sonointimisti. Sono riflessione sulla natura e sugli uomini, sull’inconscio esull’onirico e sono raffigurati con dei disegni elaborati al computer dellostesso autore. Anche la copertina è opera di Destradis.

Angelo Antonio Destradis è nato ad Avetrana (Ta) nel 1963. vive elavora in provincia di Lecce. Diplomato presso l’Istituto Magistrale eil Liceo Artistico, Laureato in Pedagogia con un corso di perfezionamentouniversitario in Archeologia e Storia dell’Arte, ha partecipato a mostredi pittura e concorsi di fotografia e poesia.

Nel 2004 ha pubblicato il libro “Il senso onirico del viaggiare” liberalettura della storia dell’arte contemporanea, Lupo Editore – Copertino.

Il libro

I testi sono disponibili pressoil Centro Ufficio

di Giovanni Conte

Come fioridi croco

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Nulla di particolarmente interessanteè accaduto a Veglie nel 2006 sotto ilprofilo politico e cittadino, con un’am-ministrazione che pubblica il quadrime-strale “Il punto amministrativo” nel qualeelenca una serie di opere e iniziativerealizzate o in fase di realizzazione, senzaspendere una sola parola per controbatterele gravi e pesanti accuse che le sono staterivolte dalla minoranza nel corsodell'anno. Eppure quale poteva esserel'occasione migliore per dimostrare chesi è sempre operato nel bene della collet-tività, in modo corretto, trasparente, co-erente e che le scelte fatte sono statedavvero utili e necessarie per il paese?L’anno politico vegliese si conclude conla pubblicazione del secondo numero diControesodo a cura dell’UDC di Veglie,giornale che tra le varie cose non disdegna(anzi!) di buttare sassolini contro l’attualeamministrazione. E' apparso invece, adottobre, per la prima volta, in numerounico chiuso, il foglio di informazionepolitica e amministrativa dei consiglieridi minoranza, intitolato “Il disappuntoamministrativo” (che già dal titolo siponeva in contrapposizione a quello del-l’amministrazione Fai), nel quale la mi-noranza faceva, diciamo così, una radio-grafia completa all’operato dell’attualeamministrazione, rivelandone malfattie pecche varie. Nel giornale si facevaanche riferimento esplicito ad un passag-gio dell’articolo “Dove si va?”, apparsosul precedente numero di Controvoci,scritto da me stessa, ed interpretato daalcuni come una condanna indistinta di

maggioranza e opposizione da parte mia.Preciso che, al contrario, ammiro moltol’attività di informazione portata avantidalla minoranza, che ci permette di avereun quadro completo di ciò che avvieneall’interno del Municipio Vegliese. Ciòche condanno è il continuo lanciarsi lapalla, il continuo duellare tra le varieforze politiche presenti sul territorio, chesembra quasi fine a se stesso, quantomeno nei modi, che non condivido poichépoco producenti e propositivi. Va beneil "disappunto", va bene il "controesodo",va bene l’opposizione, ma oltre a fareinformazione e a denunciare, voi politicidi minoranza, il cui intento dichiarato èquello di informare e “mettere in guardia”noi cittadini dal malgoverno locale, inconcreto, cosa proponete di fare? Voleteche i cittadini collaborino per far rivivereun paese che definite quasi morto? Maquando, da subito? O bisogna rimandaretutto alle prossime elezioni amministra-tive? E’ vero, noi cittadini fondamental-mente siamo ignoranti in materia e spessonon sappiamo nemmeno in che modo siapossibile tutelare i nostri interessi. Mase il vostro obiettivo è realmente il benedel paese, perché allora non fate proposteconcrete che possano aiutarci da subitoa “rivitalizzare” Veglie? E’ troppo faciledare, tra le righe, degli ignoranti ai citta-dini, accusarli di qualunquismo e di pren-dere le distanze dalla politica, quandoproprio voi sembrate scadere nel qualun-quismo, dal momento che negli anniavete dato tutti, indistintamente, provadi come sia possibile diventare amici

fidati di chi prima rappresentava il nemicopolitico, di come sia possibile trovarel’alleato ideale in chi prima non si repu-tava all’altezza di amministrare un paese,di come sia possibile accusare gli altrianche per le mancanze che in passatosono state vostre. E vi chiedete perché icittadini prendano le distanze dalla poli-tica? Siamo stanchi di parole, per quantogiuste, dovute, indispensabili… vogliamofatti, idee, proposte concrete, da tutti,soprattutto da chi ha il compito di rap-presentare in maggioranza o in opposi-zione i cittadini e, soprattutto, ci auguria-mo che il nuovo anno porti a Veglie eovunque una politica propositiva e alter-nativa.

veglie

Daniela Della Bona

VEGLIE,

ho percorso le tue strade evisitato i monumenti.Ho pregato, cantato,pianto e gioitocon la tua Gente.Sono stata bene.Mi sono sentita a casa.BUON NATALE,VEGLIE

E grazie ancora!

Dania

In quest'anno è successo di tutto... e niente!

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Lunga è l’attesa,tra canti e lamenti sospesi su un filodi lana,all’ombra di un’alba che nascelontano.Ora è vicino il momentonel quale la luce ritornascomposta in frammenti di stelle.È tiepida l’aria,un suono echeggia leggero

muovendo le ali.Ecco il Bambino,colui che sorride al domanimostrando la strada.Carezza gli inutili cuori perdutiridando la forza per proseguirel’attesa.Un altro Natale è alle porte,quello del rendersi contoche non basta avere tesori.

Occorre una meta,un viaggio all’interno dei sognicercando una luce più intensa.Allora Natale sarà camminare sulmare raccogliendo spicchi d’amoreche parevan perduti.

Gian Piero Leo

la poesia

Natale

Per un 2007 politicamente alternativo

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Caro Santo Padre,siamo gli alunni delle classi Vª A eVª B della scuola primaria“Guglielmo Marconi” di Veglie, unpaese del bellissimo Salento, inPuglia.La vediamo in TV vestito di biancocon il viso sorridente come quellodi un fanciullo.Ascoltiamo i suoi messaggi di pace,di fratellanza, di amore rivolti atutta l’umanità.Sappiamo quanto bene vuole aibimbi, perciò, per porgerLe gliauguri più belli per il Natale 2006,abbiamo pensato di scriverLe unalettera un po’ speciale che parlaproprio di bambini. Il destinatariosarà Gesù…Caro Gesù, per quest’anno nascisoprattutto nelle fabbriche dellaCina, della Cambogia e del Vietnamdove migliaia di bambini fabbricanoscarpe e per il troppo lavorare leloro mani diventano deformate.Accarezzale Tu!Nasci Gesù nelle casupole di fango

e di paglia in Etiopia; lì non c’è acqua,né cibo per dissetare e saziare itanti bimbi che incontrerai con ilviso radioso e sorridente, ma colpancino gonfio gonfio per la fame.Sii Tu Signore, la loro acqua e illoro cibo!Nasci Gesù nei paesi dove c’è tanto“oro nero”; lì la vita di una creaturanon vale un barile di petrolio. SiiTu, culla d’amore per tanti neonatipoverissimi!Nasci Gesù nelle favelas e sullestrade del Brasile dove i meninosde rua chiedono l’elemosina,puliscono i vetri, lucidano le scarpedei ricchi passanti. Lì incontreraisicuramente Fafà e Miro che noiabbiamo conosciuto sulle pagine diun libro. Saranno loro a raccontartimeglio di come si vive in quel paesedove la ricchezza è di pochi e lapovertà di molti.Nasci Gesù in Africa, dove tantinostri coetanei non vanno a scuolaper andare a lavorare nellefabbriche. Lì costruiscono palloni

da calcio o scarpe con pezzi di cuoiobianco e nero. Sii Tu Gesù la scuoladi quei bambini!Nasci Gesù nel cuore di tantefamiglie capaci sì di donare ai lorobambini cose inutili come telefoninisuperaccessoriati, giochi per playstation, violenti e sciocchi; non sonocapaci di trovare una briciola ditempo per raccontar loro una fiaba,per spiegar loro una poesia!Nasci Gesù nelle nostre verdiintelligenze, nella nostra fantasia,nella nostra creatività e dipingiledi sogni e desideri che possanoportarci a realizzare un futuromigliore seguendo la scia della pace,della fratellanza, dell’uguaglianza,della giustizia, del l ’Amore!

Con affetto sinceroI bambini e le bambine della VªA e Vª B

Cari Bambini e Bambine,il Santo Padre ha molto gradito la bella letterina

che recentemente Gli avete voluto indirizzare, peresprimere affettuosi auguri in occasione delle Festivitànatalizie e per il Nuovo Anno.

Sua Santità ringrazia per il gesto di filiale confidenzae di gioiosa vicinanza alla Sua persona e, mentre invocasu ciascuno la protezione della Madre di Gesù di cuore

invia la Sua Benedizione, pegno di grazia, di amore edi speranza, volentieri estendendola ai familiari, alDirigente scolastico, agli Insegnanti e a tutto il Personaledi codesta Scuola.

Augurando ogni bene, anch’io cordialmente vi saluto.

Mons. Gabriele Caccia

Inserto al n° 6 di controvoci Dicembre 2006

LETTERA INVIATA AL SANTO PADREBENEDETTO XVIscritta dai bambini della quinta classe sez.A e Bdella scuola elementare “Marconi” di Veglie

RISPOSTA DAL VATICANO AI BAMBINI del 16 dicembre 2006

Junior

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Io immagino l’albero di natale così: con tanti bigliettini attaccati con scritto nonquello che vogliono i bambini, ma i loro nomi. Poi me lo immagino con una coronasopra tutta azzurra e, infine, con dei soldini sotto da donare ai bambini poveri.Sapete perchè non lo immagino con le palle di Natale, con le fasce, ecc…? Perchéun albero non deve essere per forza addobbato, l’importante è che si faccia.Poi vi voglio dire una cosa: mi raccomando pensate a Gesù Bambino che nasce enon a Babbo Natale, perché il Natale è una festa dove tutti son contenti ma nonperché viene Babbo Natale, ma perché nasce Gesù, Colui che salverà gli uominidal peccato! Poi, come ho detto prima, non pensate a Babbo Natale, anche se qualchevolta lo potete fare, ma Gesù è più importante, si è fatto mettere in croce per farcapire molte cose, anche se non voleva morire, ma l’ha dovuto fare. Invece BabboNatale ci porta solo doni.

IL MIO AMICO SOLE di Andrea Giannoccaro

Tutte le mattine mi aspettaquando esco dalla mia camerettacome un grande pallone che giocare vorrebbesembra che col suo sguardo mi sorrida.Com’è grande, com’è caldo, com’è luminoso!Pare che abbia vita per ognuno di noiche con i suoi raggi ci coccoli e ci riscaldi,sembra vicino, ma è lontano.Vorrei accarezzarlo, allungando una mano!

L’ARCOBALENO di Anna Barbarello

L’arcobaleno gioioso e bello,spunta fuori quandosi chiude l’ombrello.E’ fatto di tanti coloricome la sciarpa degli attori.Quando il sole fa capolino nel cielosi vedono tanti colori meravigliosi eacquerellosi.

L’ARCOBALENO di Francesco Sbavaglia

L’arcobaleno è multicolore;esso ti può riempire di gioiao farti ricordare un momento di felicità.L’arcobaleno è un quadroche ti fa volare nel mondo dei sognidove ogni cosa è come vuoi tu.L’arcobaleno è come una barcadipinta solo con 7 colori,che naviga nel mare.

IL SOLE di Luca Caputo

Sole splendente, radioso,caldo e ridente,splendi nel cielo,illumini la Terra.Tu sei il simbolodel Signore,che in cielo ti ha creato con grande onore.Tu decori il cielocon la tua grandezzaE trasmetti tanta, tanta gioiaa tutte le creature:cattive e buone,grosse e piccole,belle e brutte.E io ti guardo con grande ammirazione

Junior

dal quaderno di Religione di Alessia Meaterza elementare

UN ALBERO SPECIALE

Riflessioni sul sole e sull’arcobaleno di alcuni bambini vegliesi di quinta elementare

II

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III

COLORI E LUCI RACCONTANO IL TEMPO CHE PASSA di Agnese Olivastro

Inseguo un sognovoglio l’impossibile.I pittori dipingonole mele, le fragole, le ciliegie.Dipingono i fiumi, i laghi, l’aria.Io con la mia scala dei sognivoglio dipingere i colori dell’arcobaleno:il rosso, il colore dei cuoricini,il verde, il colore dell’erba,l’arancio, il colore delle albicocche,l’azzurro, il colore del limpido cielo,il viola, il colore delle violette,l’indaco, il colore del glicine.

IL SOLE di Cosimo Leveré

Il sole ridente,splendente, caldo,è come una bolla focosache abbaglia i miei occhi.Esso espande la sua luminositànell’immenso cielo azzurro.Il sole è il simbolo di Dioche tramonta e appare con eleganzae nessuno è degno di guardarlo.

L’ARCOBALENO E’… di Cosimo Leveré

L’arcobaleno effimero,evanescente, arcuato,è come un grande nastro multicoloreche risplende in cielo,e porta speranza nel cuore di ognuno di noi.

IL MIO CARO AMICO SOLE di Francesco Quarta

Il mio caro amico Soleè luminoso, scintillantee abbagliante:appare, tramontae rientra nella luce intensadel suo bagliore.Racchiude nella sua luminosità abbagliantela felicità, la gioia, la meravigliae l’entusiasmo dei bambinidi tutto il mondo!Con la sua luce dà splendoreal Creatoe lo ammiriamocon grandissimo stupore!!!Con il suo scintillio reca gioia ai poverie anche alla nostra cara amica Terra!Sole! Io e tuttii bambini del mondonon smetteremo maidi ammirarti!!!

IL MIO ARCOBALENO di Francesco Quarta

L’arcobaleno multicolore,chiaro, radioso,è come un semicerchio,abbellito con nastri coloratiuguali ai colori dell’iride.Appare, risplende, adorna, scompare…Resto stupitoe lo ammiro felicemente,quando lo guardo!

Junior

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L’ARCOBALENO di Francesco Barbarello

L’arcobaleno è multicolore,bellissimo,e sembra un arco colorato.Appare quandofinisce di pioveree il sole fa capolino tra le nuvole.È meravigliosovederlo apparire!

PoesiaSOGNO... di Simone Vetranoquinta elementare

Sogno ad occhi aperti…Vedo tanti amiciche giocano in un prato…Rimango incantatodal sole che splende,vedo tanti aquiloni che colorano il cielo…Vedo la bellezzae lo splendore della natura.

L’ARCOBALENO di Lorenzo Miccoli

L’arcobaleno, bello,prezioso, giocherellone.Corre tra le nuvole,e quando si avvicina al solefa sbocciare le viole.Con la sua bellezzadà a tutti una carezza.Con la sua armoniamette tutti in allegria.

IL SOLE di Elisa Martina

Il solesplendente, focoso, lucenteassomiglia ad un’ enorme bolla di fuoco.Il solemeraviglioso, enorme, scintillanteappare come un cerchio rossastro.Il soleriscalda, abbronza, illuminaed è come il volto sorridente di un bambino.Il sole:una enorme stella luminosa.Il sole meravigliosoè un bene immenso per l’umanità!

IL MIO SOLE di Angelica Spagnolo

Sole caldo, abbronzante,radioso, abbagliante,appari, tramonti, scomparinel cielo pieno di gabbiani.Con la tua luce splendente richiami Dio!La tua sfera giallaappare come un girotondo di scintille luminose.Dai a tutti la forza e la serenità di vivere.

Il SOLE di Lorenzo Miccoli

Quando si alza nel cielo, il Solefa sbocciare i campi di girasole.Quando il Sole tramonta lentonell’aria circola un fresco vento.E quando il Sole non c’è più,tutto il mondo cascherà giù.

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Ciao a tutti: Sono Luca. Fino alle età di 10 anni ho vissuto a Veglie, miamadre è di Veglie mio padre era di Melendugno il paese dove vivo da20 anni...Io sono affetto da una distrofia muscolare e sono costretto a stare in casa.Io qui ho tre quattro amici di quando stavo bene che mi sono rimastifedeli...Sono un ragazzo come voi, con i vostri stessi sogni e interessi amo lamusica il calcio e le amicizie in genere. Per motivi di famiglia devotrasferirmi a Veglie ma ho tanta paura di lasciare gli amici di qua e nontrovarli la. Confido nella vostra sensibilità e accoglienza. Vorrei unarassicurazione che non rimarrò solo. La mia venuta tra voi sarà nella prossima primavera inoltrata. Comunquese qualcuno di voi volesse contattarmi il mio indirizzo è[email protected] - Grazie e Arrivederci presto.

Uno dei più grandi scrittori latini, il mio preferito, Seneca,in punto di morte ha detto ai suoi amici più intimi che la cosapiù cara che lasciava loro, la più importante, era “l’immaginedella sua vita”.

Queste parole ben si additano a tante persone che, nelcorso degli anni, hanno fatto della loro vita l’esempio piùgrande dell’amore di Cristo. Sono le tante persone cheattraverso le proprie fragilità e debolezze hanno reso questomondo più umano e più cristiano.

Ai giorni nostri siamo soliti usare e sfruttare la parolaamore provocandone quasi l’inflazione, ma ben poco cono-sciamo il valore di questo termine e la portata del suo utilizzo,nonché la molteplicità delle sue forme. Definiamo amore ilsentimento che lega due fidanzati, due coniugi, una madreverso il figlio, due fratelli. Poi però giornalmente e ordina-riamente assistiamo alla separazione dei due fidanzati, aldivorzio dei due coniugi, al rifiuto della madre di continuarela gravidanza, alla lite dei due fratelli.. e l’amore non è piùamore, ha lasciato spazio verso altri sentimenti: l’insofferenza,l’infedeltà, il rifiuto, l’odio. Mi domando spesso quanto siamoveramente cristiani e quanto le nostre scelte sono, invececondizionate da una società che non vede e non riconoscepiù il volto di Cristo nel prossimo. Eppure dietro a ciò chenoi spesso snobbiamo o riteniamo insignificante c’è il segnodella presenza del Risorto. Pochi giorni fa insieme ad alcunemie amiche, in rappresentanza dell’Azione Cattolica dellamia parrocchia, ho fatto l’esperienza di portare ad alcuniammalati dei dolci e una volta lì ho provato una sensazioneparticolare di smarrimento, mi sono sentita superficiale einutile quanto mai. Quei pochi minuti trascorsi accanto aquelle persone mi hanno insegnato più dei tanti libri che leggoo studio. Mi hanno dato testimonianza di quanto la vita terrenasia diventata in realtà la prigione ove ognuno di noi volonta-riamente si chiude. Pensiamo che il lavoro, lo studio sianodiritti e doveri che pedissequamente siamo tenuti a rispettaree pretendere o in alcuni casi le sole ragioni per cui valga lapena vivere; quando per strada incontriamo Tizio o Caionemmeno lo guardiamo in faccia, passiamo oltre, non ciaccorgiamo di nulla, tanto siamo presi dalle nostre “cose”.E quando quelle poche volte riusciamo a tirarci fuori dallasolita routine provando sensazioni ed esperienze nuove, dopopochi attimi ci ricacciamo in quel tunnel di sempre.

A farmi riflettere, in questo periodo natalizio, ha contribuito

la conoscenza di una persona speciale, di un ragazzo ditrent’anni che, malato di distrofia muscolare, scrivendomi ,si definisce “un ragazzo normale”. Mi insegna, giorno dopogiorno, che la normalità non risiede nella perfezione fisica,ma nei sentimenti genuini e naturali che dovrebbero (ilcondizionale è d’obbligo) accomunare tutti. Anche lui vuoleAmare, anche lui, sebbene afflitto dalla sofferenza e daldolore, vuole Vivere. Abituati come siamo a non bere più nelbicchiere di nostro fratello o dei nostri genitori, perché schifati,la malattia ci sembra una piaga che non vogliamo ci contamini.Non capiamo che proprio lì sta la differenza tra l’essereuomini e l’essere nessuno. Pensiamo che allontanare da noiogni sofferenza, ogni traccia di dolore, possa farci stare megliopossa farci vivere meglio. Invece viviamo male perché nontocchiamo con mano e non viviamo con tutta la nostra personal’esempio e l’immagine trasfigurata del volto di Cristo, ildono della Sua venuta tra noi, il suo farsi Bambino perpermetterci di capire che proprio chi è piccolo, chi è indifeso,chi più ha bisogno delle nostre cure, ci rende liberi di amaree di essere amati incondizionatamente, ci avvicina di più alcammino di Santità che Dio ha tracciato per ognuno di noi.

Ogni Natale, ognuno di noi si affanna nella ricerca disperatadel dono da trovare per quel familiare, per quell’amico caro,per il compagno o la compagna, come se il Natale non avessesenso senza la corsa ai regali, come se il senso del Natalefosse solo il regalo o la preparazione del cenone della vigiliao del pranzo con i parenti. Indubbiamente questi sono segniche se presi con la dovuta considerazione o il dovuto contegno,fanno parte della nostra tradizione, ma non rendono giustiziaalla nascita di Gesù Bambino. Ciò che credo stia venendomeno è il discernimento che già con l’avvento dovrebbecaratterizzare le nostre esistenze, la voglia naturale di fermarsia pensare a come le nostre vite stiano percorrendo una stradache non rispecchia la nostra passione per la gioia dell’incontrocon il Cristo; come tutto ciò che ci rende felici sia solo fallacee momentaneo. Pensare e agire. Questo è ciò che il BambinGesù ci ricorda ogni anno con la Sua venuta.

L’ augurio che ciascuno di noi può fare a se stesso, inquesto periodo natalizio, è quello di riscoprire l’Amore checi lega gli uni agli altri, simili e dissimili, reciprocamenteattraverso la riscoperta del senso della nascita del Figlio diDio.

I M O L T E P L I C I V O L T ID E L L ’ A M O R E D I C R I S T O

Stefania Casaluce

Appello di Luca ai nostri lettori:

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Scambiarsi gli auguri in occasione delle Sante Feste chestiamo vivendo è un gesto ormai consueto…….forse abi-tudinario!?

E’ importante allora riscoprire e ridirsi il senso profondodi quest’augurio, sì da renderlo capace di scuotere e“convertire” la nostra vita, perchè diventi “luogo” privile-giato di incontro con Cristo che viene a farci gustarel’amore del PADRE, unico “tritolo” capace di farci esplo-dere in una testimonianza di SPERANZA, DI GIOIA, DIAMORE.

Nella realtà parrocchiale, nel paese tutto….ma anchelontano da noi, ci sono persone che attendono “liete notizie”per recuperare la speranza. Possono essere i POVERI delnostro paese o dei paesi geograficamente più lontani. Inquesto caso la comunità cristiana è chiamata a farsi presente,a proporre gesti di comunione e di speranza. Possono ancheessere SITUAZIONI FAMILIARI dove la crisi delle rela-zioni blocca la possibilità di una vita serena; in questo casoaltre famiglie possono costituire un valido sostegno eaccompagnamento. Possono essere anche persone cui sononegati i diritti fondamentali oppure funestate dalla furiadella natura che ha creato devastazione intorno a loro; odancora persone che si organizzano in piccole comunità mafaticano a causa della grande povertà. Possono essereMALATI che “marciscono” nella sofferenza e nella solitu-dine delle loro case. Posso essere PERSONE che vivonoai margini della società, ghettizzati dall’indifferenza altrui(nonni e bambini abbandonati a loro stessi; extracomunitari)

In questi casi è necessario un coinvolgimento di tuttoil nostro essere e non solo delle nostre “tasche”. In ognunadi queste situazioni, è importante annunciare a tutti la buonanotizia che Dio ama ogni persona.«Portare il lieto annunzioai poveri, agli ammalati, alle persone sole» comporta larealizzazione di un incontro autentico. Non è questione dielemosina, di dare-ricevere. Un lieto annunzio è efficacese si realizza all’interno di uno scambio, di unarelazione…altrimenti rimane un rapporto troppo squilibrato.

Non è facile, ma è importante iniziare, rivedendo il nostrocomportamento nei confronti degli altri, per migliorarcisempre di più tenendo presenti anche “gli ultimi” a pieno

titolo, non solo come destinatari di servizi.AUGURIAMOCI, dunque, di accrescere il nostro impe-

gno quotidiano, ovunque, operiamo, a costruire l’UNITA’tra le persone, tra i gruppi, tra i popoli, nel rispetto delladifferenza, promuovendo ricerche condivise, praticando ilconfronto, allenandoci al dialogo, rifiutando l’intolleranza,la contrapposizione, la polemica.

Riconoscendo la realtà dell’altro ed il suo essere dono diDIO, CURIAMO con attenzione e sensibilità le relazionitra le persone, preferendo alla freddezza ed all’indifferenzareciproca, la cordialità, la mitezza, la partecipazione e lasolidarietà.

AUGURIAMOCI di poter essere persone RESPONSA-BILI, chiamati a rispondere dei doni che DIO ci ha fatto:la vita che abbiamo ricevuto; il mondo che abbiamo inaffidamento; la città in cui viviamo.

AUGURIAMOCI di appropriarci, senza paura, di CRI-STO; di lasciare che il mistero dell’INCARNAZIONEpossa invadere la nostra PERSONA, le nostre relazioni perportare a compimento il progetto di DIO.

Azione Cattolica Parrocchiale

Il nostro augurio di ACRiappropriamoci di CRISTO…

di Gian Piero Leo

Pittura, scultura, grafica, decorazione,restauro, vignette

Via Madonna dei Greci, 8073010 Veglie (Le)

Nuovo sito internet: www.gpleo.com

Editore :Fernando Paladini

Direttore:Ilio Palmarigi

Impaginazione e grafica:

Mauro MeaGian Piero Leo

Stampato in propriopresso la sede del giornale

Redazione:Daniela Della Bona

Mauro MeaAnna Maria MattiaStefania Casaluce

Gianluca MarcucciPina Lanza

Comitato Direttivo:Fernando Paladini

Sabrina LezziGian Piero Leo

Bimestrale di attualità, cultura, politica, ambiente, religione, sport

Anno IX N° 6 dicembre 2006

Via Dante, 1 - 73010 Veglie (Le)

La collaborazione alla realizzazione di ControVoci è gratuita, volontaria e aperta a tutti.La redazione non risponde delle opinioni espresse nei singoli articoli ma si riserva di scartare gli scritti non inerenti allo spirito e agli

obiettivi del giornale.

Registrazione Tribunale: iscritto al n. 677 del registro della stampa del tribunale di Lecce il 19 marzo 1998

Azione Cattolica6

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“Ennio” è morto giovane, stroncato dalcancro. Ha lavorato in Germania e qui èvenuto a contatto con l’amianto.

Notizia triste ed agghiacciante che hoappreso in questa piovosa mattina di venerdì22 dicembre 2006, durante l’omelia. Ilnostro parroco l’ha riferita con molta me-stizia e serenità, per ragioni diverse rispettoa quello che affronterò subito dopo.

Ha fatto riferimento ad Ennio, sicura-mente, per affetto fraterno nei confronti diquesta giovane vita spezzata ma ancor dipiù per far comprendere a tutta l’assembleache “la sofferenza e la tribolazione, lamalattia e le catastrofi non sono l’ultimaparola della storia, in quanto c’è un com-pimento trascendente per la vita delle per-sone e il futuro del mondo”. Ed è per questoche ci comunica di aver sentito la necessitàdi recitare con i familiari di “Ennio”, ilMagnificat, il canto di lode di Maria, cheracchiude il fervore e l’esultanza del cuoredella giovane madre, anche ai piedi dellacroce del figlio. Umanamente parlando,questo non ci sembra possibile. Tuttavia,nella pienezza della verità divina, le paroledel Magnificat trovano il loro pieno signi-ficato alla luce del mistero pasquale diCristo dalla croce alla risurrezione, comequella attraversata da “Ennio”.

E’ inutile nascondere che tutti i presentisono rimasti molto commossi da questeparole di speranza, capaci di portare la luceanche dove ci sono solo le tenebre.

Per quanto mi riguarda, da quel mo-mento non riesco a non andare al di là diquanto ho ascoltato e a non soffermarmianche sulle possibili cause che hanno potutomettere fine alla giovane vita di “Ennio”.Accetto la morte, come conseguenza natu-rale del nostro cammino, quando accade,quindi, per ragioni naturali; l’accetto meno,quando la fine del processo della vita èaccelerato od ancor di più è causato da unavera e propria catastrofe ambientale e,quindi, umana, riconducibile anche alla“fibra assassina”.Sia ben chiaro che taledefinizione non mi appartiene. E’ agevol-mente deducibile leggendo il testo norma-tivo n. 257 del marzo 1992 che ha sancitola messa al bando di tale fibra, ritenendolaestremamente pericolosa per la salute uma-na.

In greco, amianto significa perpetuo,inestinguibile. Fra le sue caratteristiche piùinteressanti, l'amianto è costituito da fibresottili ma molto addensate, che ne fannoun materiale altamente resistente dal puntodi vista meccanico, ma allo stesso tempoflessibile. Ha una buona resistenza termica,pur non essendo un materiale refrattario;resiste a temperature anche di 500° C e,miscelato ad altre sostanze, anche a tempe-rature maggiori. Resiste all'azione di agentichimici e biologici, all'abrasione e all'usura.Ha infine un comportamento soddisfacentenei confronti sia dell'usura termica siameccanica. Le ottime caratteristiche chimi-che e meccaniche dell'amianto hanno fattosi che il suo utilizzo si sia rapidamente

diffuso; è stato quindi utilizzato per lafabbricazione di oltre 3000 prodotti e ma-nufatti industriali. Nomino solo alcuni deiprodotti di più larga diffusione: tubi peracquedotti, fogne ecc, lastre e fogli incemento-amianto, mattonelle per pavimen-tazioni, frizioni, freni e prodotti vari perattrito, guarnizioni, filtri per bevande, tute,coperte, guanti antincendio, pannelli fo-noassorbenti e/o isolanti, vernici, rivesti-menti, stucchi, feltri, tegole, ecc. ecc.

Stando così le cose ed in ragione diquanto prescritto dalla normativa sopracitata, il problema per il nostro paese è ilrischio da amianto, nel corso delle operedi bonifica delle zone contaminate.

Il problema è l’abbandono criminale dirifiuti contenenti fibre di amianto in zoneprivate e pubbliche.

Un esempio ci viene proprio dal nostropaese dove possiamo notare che molte zoneprivate non recintate sono state trasformatein vere e proprie discariche create abusiva-mente. E non a caso parlo di discarica,perché qui il deposito incontrollato e l’ab-bandono indiscriminato dei rifiuti ed orga-nizzato, sfociano, appunto, nella tipologiadi reato, della discarica abusiva, senzaprescritta autorizzazione.

Per esempio, di fronte casa mia, le zonecomprese nel comparto C1-10, sono inte-ressati da accumuli di rifiuti di ogni genere,costituiti da beni in un evidente “stato diabbandono”, ovvero lasciati con incuria edal degrado. Si tratta spesso di beni di usodomestico o di altra provenienza urbana,come plastica, allumino, vetro di bottiglie,pile e farmaci, giochi rotti dei bambini, masi trovano anche rifiuti diversi provenientida lavorazioni artigianali o industriali e peri quali non mi sento di escludere la loropericolosità ed il loro elevato tasso di in-quinamento, come nel caso di mattonelleper pavimentazioni, pezzi di tubi per con-dutture, tegole rotte. E se queste contenes-sero fibre di amianto? E quand’anche nonle contenessero, si tratterebbe pur sempredi accumuli di rifiuti che, ammassandosisempre di più, stanno rendendo irrespirabilel’ambiente circostante. E qui una paura,una grande paura, una paura sempre piùforte mi assale se penso a tutti quei bambiniche scorrazzano con le loro biciclette inqueste zone che, non tanto tempo fa, eranoabitate dal verde, dai fiori risplendenti dimille colori e che oggi, invece, sono abitatesolo dalla desolazione di sacchetti dell’im-mondizia, contenenti i rifiuti più disparatiche rendono tenebroso tutto quanto l’am-biente.

Se a questo si aggiunge poi l’ululato diqualche cane tenuto in catene, nel vicinato,diventa veramente difficile vivere qui.

Da quanto mi risulta, comunque, ildegrado ambientale non è caratteristicasoltanto di questo comparto, interessandoanche altre zone del paese. Ricordo ancorauna volta la zona di macchia mediterraneain cui si trovano ancora l’erica arborea edil corbezzolo e si possono ammirare variespecie di uccelli. Anche qui c’è il vizio di

abbandonare rifiuti che ne compromettonol’ambiente e la sua vegetazione.

Non mi stancherò mai di ripetere chel’ambientalismo non è solo “un’impresa diprotezione della natura ma è un’impresadi protezione di noi uomini”.

A questo punto non posso non invitarele istituzioni ad essere attente al problemadell’emergenza rifiuti pericolosi e non,perchè è impossibile continuare a tollerarescelte di gente che sta pregiudicando defi-nitivamente il nostro territorio, costituendo,sotto il profilo sanitario-ambientale, unpunto di non ritorno. Voglio essere piùesplicita: bisogna che le nostre istituzionisi mobilitino nello stesso modo in cui simobilitano per tante altre situazioni, alcunevolte meno rilevanti di quella appena espo-sta. Bisogna che chi ha il potere di decidere,provi a interloquire con tutta la cittadinanzache ha il sacrosanto diritto di comprenderei danni provocati dall’abbandono scelleratodi rifiuti che può innescare un vero e proprioprocesso di catastrofe ambientale.

E’ necessario che chi ha il potere nondisdegni nemmeno i rimedi giuridici neces-sari ad interrompere il degenerarsi di unasituazione infetta ma non incurabile. Inaltre parole voglio dire che, ove possibile,è necessaria l’adozione di ordinanza sinda-cale d’urgenza per motivi di igiene, sanitaried ambientali di smaltimento dei rifiuti,rivolta ai responsabili. Naturalmente, primaè necessario procedere alla classificazione,quantificazione ed indicazione della loca-lizzazione nel sito dei rifiuti abbandonatio depositati in modo incontrollato, perintervenire in modo adeguato con opere dibonifica e ripristino ambientale adatte,facendosi aiutare da medici e chimici esper-ti, sganciati, tuttavia, dal potere politico edeconomico, di modo che possono dare unaiuto concreto alla soluzione del problema.

Condurre tutti insieme una battaglia diciviltà per tutelare l’ambiente è tanto im-portante quanto importante è tutelare ladignità dell’uomo.

La tutela dell’ambiente è anche tuteladell’uomo.

Bisogna trarre insegnamento dalla mor-te di “Ennio”. Evitiamo che altre giovanivite possano spezzarsi.

Anna Maria Mattia

risanare oggi per non piangere domani!«Chi ha orecchi da intendere, intenda»

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Si segnala una pittura murale ormai inesistente, in quanto rubata,situata sul lato nord della stradina di campagna che rimarca illimite di feudo tra Veglie, Campi, Salice e Novoli, quasi di frontealla pietra fitta, anch’essa rubata, denominata dai vegliesi “Menhir”.

In questo luogo vi è la congiunzione di tre feudi, formante treassi, chiamati in gergo locale “a coppula preitina” a cappello diprete, con tre alette. Il territorio ricadente nel feudo di Novoli èchiamato Lettiche, quello nel feudo di Campi, le Rene e quellonel feudo di Veglie, Donnu Peppu.

La pittura era situata all’interno di un edicola “Cuneddra”realizzata in un monoblocco lapideo, (foto 1) formante un taber-nacolo di forma rettangolare sormontato da un arco ribassato.

La morfologia della nicchia rispecchia nella parte superiorequella del monolite. Risulta contornata da una cornice di circadieci centimetri nelle parti laterali, nella parte superiore e nellaparte inferiore da un’alta specchiatura.

La nicchia risulta incavata di una diecina di centimetri; la paretedi fondo è realizzata con lastre di tufo squadrato, su cui è statoposato lo strato di intonaco per realizzare il dipinto.

L’altezza del monoblocco doveva risultare di circa cm. 140 e lalarghezza di cm. 60; l’altezza della nicchia doveva attenersi a circacm. 60 mentre la larghezza a cm. 40.

La pittura sarebbe stata protetta sicuramente da una grata metallica,come si deduce dai fori circolari posizionati sulla cornice lapideain maniera speculare.

La pittura inserita nella nicchia, raffigurante una scena dellaMadonna del Pane, (foto 2 pag. seguente) è di carattere votivopopolare. Il reperto non ha grandissimo pregio artistico, ma ungrande valore culturale, perché le pitture murarie antiche con questaiconografia sono rarissime.

La pittura fa parte di quella tradizione popolare, nel dedicareun’immagine sacra in segno di devozione.

Le nicchie, i tabernacoli, le cappelle, contenenti figure sacre,trovano sede sugli edifici, lungo le vie di comunicazione, siaall’interno che all’esterno dell’agglomerato urbano.

Il dipinto, realizzato a mezzo fresco, risulta rovinato dalla fortecaduta di intonaco e di colore: la quale non rende leggibili moltiparticolari grafico pittorici; risultano invece evidenti le forme, lemacchie dei colori di base e le sfumature grossolane.

Il tronco dell’albero, la fascia di terreno superiore e l’architetturaevidenziano che i vari elementi iconografici che compongono lapittura sono stati riempiti con molteplici macchie di colore, tipobeige, marrone chiaro, ocra e azzurro chiaro.

Presentano le stesse caratteristiche anche i particolari dei volti:gli occhi, il naso, la bocca, i capelli e il mento vengono rappresentaticon semplici macchie di colori.

Non risultano visibili le linee di contorno e le lumeggiature percreare il volume, a seguito della caduta di colore avvenuta neltempo.

La scena è espressa da due figure poste in primo piano: (foto 3pag. seguente)

La Madonna con la mano destra offre un pezzo di pane a unadonna (di nome Giovanna) e con il braccio sinistro alzato e conil dito allungato, le indica una chiesa.

La donna porge le mani in avanti, per ricevere il pane.Le figure sono inserite in un paesaggio dallo sfondo naturalistico

agreste: il terreno presenta leggere ondulature, un albero di querciaè posto a sinistra e un agglomerato architettonico è situato nellaparte alta destra, in cui sono riconoscibili, una facciata di unachiesa, una cupola semisferica con lanterna e una torre campanaria,riferibili alla Chiesa Matrice di Novoli.

Questo riferimento si può effettuare, perché si riscontrano alcunesimilitudini formali con gli elementi architettonici; perché laMadonna del Pane è compatrona di Novoli insieme a S. AntonioAbate; perché soprattutto nasce a Novoli il culto mariano dellaVergine a seguito della sua apparizione.

La figura della Madonna è rappresentata con la classica aureoladi colore giallo, il capo risulta coperto da una stola di colore azzurrocon un lembo che le avvolge il collo e l’altro le scende sulla spalladestra. Nonostante il capo risulta coperto risultano visibili i capelli

lunghi di colore marrone dato in maniera uniforme. Volto e manirisultano completamente bianchi, e solo gli elementi che li com-pongono risultano appena sagomati da macchie di colore.

Un lungo e voluminoso mantello di colore azzurro con sfumaturebianche, copre in parte il lungo vestito di colore bianco consfumature azzurre.

Nella parte inferiore del vestito fuoriesce con chiarezza il piededestro, calzante un sandalo marrone, invece, il piede sinistro èquasi completamente cancellato; rimane appena percettibile la suasagoma, ormai bianca per la caduta di colore.

La donna presenta il capo scoperto, i capelli di colore marronechiaro non sono troppo lunghi. Il volto e le mani risultano bianchi:solo piccole macchie di colore ne sagomano i contorni.

La testa è rivolta leggermente in alto, lo sguardo è diretto allamadonna, il volto accenna un espressione di gioia, di sorpresa, labocca semiaperta è nell’ atto di comunicare.

L’abito è costituito da un lungo vestito scuro, arricchito sia daun caratteristico scialle bianco, che copre le spalle, scende lungoi pettorali e si incrocia sulla pancia secondo il costume popolaredell’800, sia da un grembiule bianco che si ferma ad altezzaginocchio. Sotto la veste si intravede la sagoma di un piedecompletamente scalzo.

La realizzazione del dipinto si può fare risalire intorno alla metàdell’ottocento in pieno verismo, per la tecnica pittorica utilizzataa macchie, per la rappresentazione della scena, molto reale negliaspetti più umili: del paesaggio agricolo, della presenza della divinae di una popolana, riprese nei gesti spontanei della quotidianità,semplici propri della gente comune.

La morfologia e la resa grafica degli elementi riscontrati sullapittura, come la forma del mento, del naso, degli occhi, dellesopracciglia delle figure e quella delle arcate della torre campanariaci rimandano ad un altro dipinto murale, situato nel convento deifrancescani a Veglie.

Questa pittura è posta sul pianerottolo delle scale che portanoal piano superiore delle celle.

Viene rappresenta l’Immacolata che appare al monaco bibliote-cario del convento e risulta datata al 1857, come si può rilevaredalla scritta in basso: PER DIVOZIONE DI FRA GIUSEPPE ME(LEC) HI 1857 mentre sul libro aperto leggiamo; POTUIT –VOLUIT - FECIT. (Potè – Volle - Fece)

Pertanto questo dipinto è stato realizzato dopo la riapertura delconvento, avvenuta nel 1837, soppresso definitivamente nel 1866.

foto 1

di Flavio Vetrano

La Madonna del PaneRitagli di Veglie

Foto 1

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L’ ICONOGRAFIA DELLA MADONNA DEL PANE

La Pittura ricalca il modello inciso su rame realizzato nel 1839e fu eseguita, su incarico del comune di Novoli, da FilippoMorghen di Napoli su disegno del pittore Giovanni Grassi diLecce.

L’iconografia descrive l’apparizione della Vergine ad una donnachiamata Giovanna, avvenuta nel 1707, a Novoli, sulla via perVeglie.

La scena pittorica descrive la Vergine sotto un albero di quercia,mentre dona un pane alla Giovanna, indicando con un dito diconsegnarlo al parroco della chiesa matrice di Novoli, per dispen-sarlo a tutti gli infermi.

Sul luogo dell’evento è stata edificata una chiesa che conserva,al suo interno, l’effige della SS.ma Vergine di Costantinopoli,raffigurante la Madonna con Bambino e un tronco di quercia,ritrovato inglobato all’interno di un muro della chiesa, come“testimoni” dell’evento miracoloso.

NOTIZIE STORICHE DELLA MADONNA DEL PANE ANOVOLI

Le notizie storiche riguardanti il miracolo della Madonna delPane a Novoli sono tratte dalla “Relazione della miracolosacomparsa di Maria SS. di Costantinopoli in Novoli”;

in “Cappella della Madonna di Costantinopoli”, denominata diMaria SS.ma del Pane. (f.5r.) (f.5v.) (f.7v.).

La relazione è stata registrata dal Sacerdote D. Vincenzo Tarantinidel suddetto paese e inserita negli Atti della Visita Pastorale dimons. Nicola Caputo a Novoli l’8 Ottobre 1833.

In Archivio Curia Arcivescovile di Lecce, Fondo SS. Visite n.267.

In sintesi troviamo esposto che nel 1707 Novoli fu colpito daun morbo epidemico che mieteva vittime.

Quell’anno la Vergine apparve alla Giovanna donandole unpane e imponendole di consegnarlo al parroco di Novoli perdispensarlo a tutti gli infermi.

Il Parroco sminuzzò il pane in briciole, lo dispensò agli infermi,che appena lo assaggiarono guarirono immediatamente.

Il miracolo del pane è stato rinnovato a Novoli nel 1781, annoin cui dilagava tra la popolazione una malattia polmonare, mortale,denominata la Pleuro-peri-pnemonia.

Essendo inefficaci le cure mediche del periodo, si volle ricorrereal patrocinio di Maria SS. di Costantinopoli.

Nella cappella a lei dedicata si celebrò una messa, si benedisseil pane sull’altare, che subito dispensato fece sparire la malattia.

Dall’epoca dell’apparizione si stabilì la festività nella 3.adomenica di luglio e per l’occasione una fiera fu concessa dalRegio beneplacito, con decreto del 11 giugno 1711, nel qualegiorno si recitava l’Orazione Panegirica.

Comparando le due letture effettuate, tra la relazione del 1833e l’iconografia della pittura istituita nel 1839, si rilevano dellecontraddizioni. Sulla relazione troviamo descritto “la Madonna…le pose il pane, imponendole di consegnarlo al…parroco diNovoli…soggiungendo esser sua volontà, eriggersi ivi una Chiesa,e le additò il luogo, da dedicasi alla Vergine Maria diCostantinopoli”. Sulla pittura invece, la Madonna indica col ditola Chiesa Madre di Novoli, per indicare il parroco e non il luogoin cui costruire la chiesa, in quanto la scena si svolge sul luogodell’apparizione su cui, attualmente è edificata la chiesa dedicata

alla Vergine.Nella iconografia, non sono rappresentati tutti gli elementi

descritti nella relazione, ma per avvalorare il luogo del miracolo,vi è raffigurato un elemento importante: l’albero di quercia. Infattisolo pochi anni fa, all’interno della struttura muraria della chiesa,realizzata sul luogo dell’apparizione, mentre si realizzava un’apertura, è stato ritrovato un tronco di quercia, quasi che si fossevoluto conservarlo nella struttura come “testimone” dell’eventomiracoloso.

La chiesa rappresentata sulla pittura si riferisce al modello dellaChiesa Madre di Novoli già esistente nel 1839, al momento dellarealizzazione dell’iconografia, e non al momento dell’apparizioneavvenuta nel 1707, in quanto a quell’epoca non era stata ancorarealizzata la torre campanaria. Da una visita pastorale del 1745apprendiamo che la chiesa di Novoli aveva ancora il campanilea vela.

Comparando la morfologia architettonica dell’attuale chiesamadre con quella riportata sul dipinto si rilevano le seguentiparticolarità: sul dipinto troviamo la cupola semisferica e la torrecampanaria, munita di una cupoletta superiore, e priva di elementidecorativi sulle facciate. In realtà la chiesa presenta una cupolaesterna formata a gradoni, con la torre campanaria decorata dalesene priva della cupoletta superiore.

ALTRE PITTURE MURARIE

Altre pitture dedicate alla Madonna del pane con la medesimaiconografia, si riscontrano a Novoli in prossimità della ChiesaMatrice.

Una pittura murale si trova sulla parete frontale, all’ingressodel Palazzo Tarantini, in via Pendino.

Un’altra pittura su maiolica si trova sulla facciata del palazzoCosma, in vico Mazzotti.

Una terza, realizzata di recente su tavola e sistemata a modo dinicchia, è situata sulla facciata di un palazzo in piazza Margherita.

Troviamo un’ iconografia differente dalla Madonna del Pane,su un’altra pittura murale a Novoli.

Citata da Gilberto Spagnolo, in Storia di Novoli, Note eapprofondimenti, ed. del Grifo, Lecce, 1990. pag. 27.

Un’altra testimonianza è un affresco datato “A.D. 1822” chefaceva parte di una “cuneddra” situata in via Moline al n. 41 edora di proprietà della famiglia Parlangeli-Miglietta_Sozzo che haprovveduto a restaurarlo e a conservarlo. L’affresco rappresenta laMadonna di Costantinipoli che dona il pane alla Giovanna (Cfr.Testimonianze iconografiche sul culto della Madonna del Pane diNovoli, in “ La Giuanna noscia”, numero unico, 20 luglio 1986,pp. 11.)

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Ritagli di Veglie

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