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Introduzione ed orientamento allo
studio delle aziende (Paoloni)
1
LA STRUTTURA FINANZIARIA
Dopo aver esaminato:
- come si genera e varia il FABBISOGNO di FINANZIAMENTO;
- la diversa natura degli INVESTIMENTI;
struttura finanziaria
che consente di adattare economicamente la qualità e la quantità
dei FINANZIAMENTI alle caratteristiche degli INVESTIMENTI
- le diverse forme e fonti dei possibili FINANZIAMENTI;
si può costruire la particolare
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La struttura finanziaria
La scelta di una
particolare
struttura finanziaria
è f (•)
eventuali limitazioni giuridiche
(es. prestito obbligazionario)
natura degli investimenti
“come adattare
economicamente la qualità e
la quantità dei finanziamenti
alle caratteristiche degli
investimenti?”PROBLEMA
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La struttura finanziaria
1) non è possibile istituire relazioni tra i singoli investimenti e le singole
fonti di finanziamento;
2) occorre sempre soddisfare le esigenze dei finanziatori impostando le scelte
in chiave di marketing finanziario;
3) occorre sempre tener presente l’esigenza del soggetto economico di
conservare il governo dell’impresa;
La risoluzione del problema deve ispirarsi ai seguenti principi:
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4) occorre adattare il finanziamento alle caratteristiche del fabbisogno
finanziario;
5) il costo del finanziamento deve essere paragonato con la redditività
complessiva dell’impresa (R.O.I.).
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5Tempo
Fabbisogno
Finanziario
β2
β1
Analisi storica del fabbisogno4)
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β2
β1
caratteristiche della
fascia di fabbisognomodalità di
finanziamento più appropriata
costante•capitale proprio
•capitale di credito stabile nel t
variabile crescente nel t
variabile fluttuante nel t
•capitale proprio
•capitale di credito stabile nel t
•capitale di credito molto elastico (scoperto bancario, c/c bancario, sconto di cambiali, credito mercantile)
Individuazione del tipo di finanziamento
in f (•) dell’analisi storica del fabbisogno
4)
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R.O.E. = R.O.I. + (R.O.I. – i) • CC/CP
Confronto tra il costo del finanziamento e la
redditività complessiva dell’impresa (R.O.I.)
5)
Da questa formula si deduce che:
Se R.O.I. > iR.O.E.
all’ del quoz. ind. (CC/CP)
Se R.O.I. < i
conviene
ricorrere al
cap. cred. (CC)
R.O.E.
all’ del quoz. ind. (CC/CP)
non conviene
ricorrere al
cap. cred. (CC)
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I GIUDIZI DI ECONOMICITA’
ECONOMICITA’
ECONOMICITA’
AZIENDALE
ECONOMICITA’
SUPERAZIENDALE
ECONOMICITA’
DI GRUPPO
MACROECONOMICITA’
O ECONOMICITA’
COLLETTIVA
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IL CONCETTO DI ECONOMICITA’ DI GRUPPO
ECONOMICITA’
L’ANALISI DELL’
PUO’ CONDURRE A DIFFERENTI CONCLUSIONI SECONDO CHE IL
GIUDIZIO VENGA FORMULATO CONSIDERANDO L’IMPRESA DA SOLA
O ALL’INTERNO DI UN GRUPPO
ECONOMICITA’
REALIZZABILE
NEL GRUPPO
ECONOMICITA’
IN FUNZIONE
DEL GRUPPO
E’ opportuno distinguere l’:
ECONOMICITA’
DI GRUPPO
in
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Un’impresa che singolarmente non è in EQUILIBRIO
ECONOMICO e non è in grado di produrre un’ADEGUATA
POTENZA FINANZIARIA potrebbe invece far registrare dei risultati
positivi in una situazione di integrazione con altre imprese.
Le cause possono riguardare i seguenti fattori:
1) Organizzazione di alcuni servizi
2) Marketing
3) Produzione
4) Finanza
ECONOMICITA’ REALIZZABILE NEL GRUPPO
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Potrebbe accadere che un’impresa, pur all’interno del gruppo, non
riesca comunque a raggiungere l’EQUILIBRIO ECONOMICO e a
sviluppare un’ADEGUATA POTENZA FINANZIARIA.
ECONOMICITA’ IN FUNZIONE DEL GRUPPO
Anche in questo caso, tuttavia, potrebbe essere conveniente
mantenere in vita l’impresa qualora questa svolga nel gruppo un
ruolo che contribuisce in modo positivo al risultato globale.
In genere la convenienza a mantenere nel gruppo un’impresa viene valutata
mediante il confronto tra due bilanci consolidati: uno che esprime l’utile
realizzato dal gruppo nel suo complesso, l’altro che analizza lo stesso
risultato senza il contributo dell’impresa oggetto di valutazione.
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ECONOMICITA’ IN FUNZIONE DEL GRUPPO
Utile
netto del
gruppo
Ricavi 400 Ricavi 400 Ricavi 400
Costi 200 Costi 200 Costi 200
Utile lordo 200 Utile lordo 200 Utile lordo 200
Imposte 20 Imposte 100 Imposte 20
Utile netto 180 Utile netto 100 Utile netto 180 460
Impresa K
Stato a bassa
pressione fiscale
(10 %)
Impresa Y
Stato ad alta
pressione fiscale
(50 %)
Impresa X
Stato a bassa
pressione fiscale
(10 %)
Se, mediante trasferimenti interni al gruppo, parte dei ricavi dell’impresa K
viene attribuita alle imprese X e Y, e parte dei costi di queste ultime viene
attribuita all’impresa K, si potrebbe pervenire alla situazione seguente:
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ECONOMICITA’ IN FUNZIONE DEL GRUPPO
Nel secondo caso si ha un utile netto di gruppo superiore di 80
rispetto a quello che si otteneva nella situazione precedente; questo
deriva da un risparmio d’imposta di pari ammontare.
Utile
netto del
gruppo
Ricavi 450 Ricavi 300 Ricavi 450
Costi 150 Costi 300 Costi 150
Utile lordo 300 Utile lordo 0 Utile lordo 300
Imposte 30 Imposte 0 Imposte 30
Utile netto 270 Utile netto 0 Utile netto 270 540
Impresa K
Stato a bassa
pressione fiscale
(10 %)
Impresa Y
Stato ad alta
pressione fiscale
(50 %)
Impresa X
Stato a bassa
pressione fiscale
(10 %)
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L’EFFICIENZA
E’ un concetto che permette di qualificare
l’ECONOMICITA’ ed individuare le cause determinanti
In particolare prende in considerazione
DUE indicatori:
Rendimenti fisico-tecnici Costi
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MAGGIORE
EFFICIENZA
MAGGIORI
rendimenti fisico-tecnici
MINORI
costi
MAGGIORE
ECONOMICITA’
Da cui importanza di effettuare un’ANALISI dei COSTI
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Rendimenti fisico-tecnici
La determinazione dei rendimenti fisico-tecnici
può riguardare i:
fattori produttivi (materie prime, macchine, lavoro)
processi produttivi (es.: cokeria – altoforno – acciaieria –laminatoio)
Q beni e servizi prodotti
Q fattori produttivi utilizzatiRdx =
N.B.: La valutazione generale dell’efficienza dell’impresa deve prendere in
considerazione il rendimento di più fattori o processi produttivi, ed altri elementi quali le
variazioni del costo e della qualità degli stessi.
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Analisi dei COSTI
I costi possono essere rilevati
per la determinazione del
costo di produzione
con riferimento a
determinati oggetti
(fattori produttivi, procedure, …)
che esprime il costo
sostenuto per l’utilizzo dei
fattori impiegati in un
processo produttivo o per
realizzare un dato prodotto
che, quando coincidono con dei
centri organizzativi (es. settore
commerciale, impianto, divisione
dedicata ad un solo prodotto),
vengono denominati centri di costo
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la determinazione del
costo di produzione
richiede il ricorso a
I valori stimati sono determinazioni
approssimative di quantità economiche
che non è possibile o non è conveniente
misurare con esattezza.
stime congetture
Per questi valori è sempre possibile, a
posteriori, accertare la validità della
stima fatta.
I valori congetturati si basano su
ipotesi-finzione.
Risultano da una scissione di
costi, ricavi o risultati economici
comuni a più esercizi.
Per questi valori non è
possibile un riscontro futuro.
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• per natura
I costi vengono classificati in base alle caratteristiche
fisiche ed economiche dei fattori produttivi
CLASSIFICAZIONE dei COSTI
Nell’attività di trasformazione fisica si distinguono:
- MP
- stipendi al personale
- forza motrice
- ...
Nell’attività amministrativa si distinguono:
- stipendi al personale
- cancelleria
- spese postali e telefoniche
- consulenze
- ...Nell’attività di distribuzione si distinguono:
- stipendi al personale
- spese promozionali e di pubblicità
- spese di trasporto
- ...
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CLASSIFICAZIONE dei COSTI
• secondo il periodo
di riferimento
costi capitalizzabili
costi di periodo o di esercizio
Sono costi aventi un’utilità pluriennale, essendo
relativi a fattori produttivi strutturali.
Es.: impianti, capannoni.
Sono costi che partecipano alla determinazione del reddito di
esercizio come componenti negativi di reddito.
Es.: MOD.
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CLASSIFICAZIONE dei COSTI
• secondo le modalità
di attribuzione
all’oggetto di calcolo
costi diretti o speciali
Sono costi per cui è possibile e conveniente individuare
una relazione diretta e misurabile in modo oggettivo tra
l’oggetto di costo - processo produttivo/prodotto - e la
quantità di fattore impiegata.
Es.: materie, MOD.
costi indiretti o comuni
Sono costi per cui non è possibile o conveniente
individuare una relazione diretta e misurabile
oggettivamente tra l’oggetto di costo - processo
produttivo/prodotto - e la quantità di fattore impiegata.
Es.: fattori strutturali.
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ESEMPIO di attribuzione e classificazione di componenti di costo per
REPARTO DI PRODUZIONE e per SINGOLI STABILIMENTI
Lavoro
Materie
En. elettrica
Direz. produz.
h. 600 diretti
t. 700 diretti
Kw. 400 indiretti
h. 50 indiretti
Lavoro
Materie
En. elettrica
Direz. produz.
h. 400 diretti
t. 300 diretti
Kw. 600 indiretti
h. 50 indiretti
Lavoro h. 10 x dip. 100
Materie
Energia elettrica Kw. 1.000 x n. 1 impianti
Direzione produzione
h. 1.000 diretti
t. 1.000 diretti
Kw. 1.000 indiretti
h. 100 indiretti
=
=
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CLASSIFICAZIONE dei COSTI
• secondo la variabilità
costi variabili
Sono costi che variano al mutare della produzione.
Es.: materie.
costi fissi
Sono costi che non sono influenzati dal volume di produzione.
Es.: fattori strutturali.
Costi fissiCosto
Volume di produzione
Ma nel lungo periodo (al variare di determinate condizioni),
costi classificati come fissi nell’ambito di un determinato
volume di produzione, possono essere considerati variabili
al variare dei volumi produttivi (andamento a “scalini”)
costi particolari
Sono costi variabili all’ della produzione, rigidi alla della pr.
Es.: MOD.
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CLASSIFICAZIONE dei COSTI
• secondo la
controllabilità
costi controllabili
Sono costi il cui andamento è influenzabile in modo
significativo.
costi non controllabili
Sono costi non attribuibili alla responsabilità di chi sta a
capo di un centro di costo.
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CONFIGURAZIONE dei COSTI
Costo primo
Costo di produzione Costo
complessivo
Costo econom-tec.
- MP - MOD - consumi diretti di altri fatt. produtt.
=
Costo primo
- costi industriali indiretti
+
=
Costo di produzione
- oneri indiretti di natura amm., finanziaria, commerciale, fiscale
+
=
Costo complessivo
- oneri figurativi: interessi di computo, compenso per il rischio, salario direzionale
+
=
Consente di
controllare
l’efficienza
Consente di
valutare PF o
prod. in cs. lav.
Consente di
valutare la
redditività
Serve come base
per determinare i
prezzi di
vendita
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CONFIGURAZIONI di costo PARZIALE
Variable costing Direct costing
Ricavi
- Costi variabili diretti
Margine lordo
- Costi variabili indiretti
Margine di contribuzione specifico
- Costi fissi diretti
- Costi fissi indiretti
Reddito (utile) prodotto A
Ricavi
- Costi variabili diretti
Margine lordo
- Costi diretti fissi
Margine di contribuzione specifico
- Costi indiretti (fissi e variabili)
Reddito (utile) prodotto A
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CONFIGURAZIONI di costo PARZIALE
Quali differenze?
Ricavi
- Costi variabili diretti
Margine lordo
- Costi variabili indiretti
Margine di contribuzione specifico
- Costi fissi diretti
- Costi fissi indiretti
Reddito (utile) prodotto A
Ricavi
- Costi variabili diretti
Margine lordo
- Costi diretti fissi
Margine di contribuzione specifico
- Costi indiretti (fissi e variabili)
Reddito (utile) prodotto A
Da qui in poi risentono di stime e congetture
(quindi risentono di valutazioni soggettive)
Variable costing Direct costing
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Esempio di CONFIGURAZIONI di costo PARZIALE
Variable costing Direct costing
Ricavi 3.200
Costi diretti variabili 400
Costi diretti fissi 600
Costi indiretti variabili e fissi 2.000
REDDITO 200
Si ipotizzi che la produzione consista di due prodotti e che si
voglia calcolare il margine di contribuzione di entrambi secondo il
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Variable costing
Prodotto A Prodotto B
1.000 Ricavi 2.200
-200 Costi diretti variabili -200
800 Margine lordo 2.000
-300 Costi indiretti variabili -300
500 Margine di contribuzione 1.700
-300 Costi fissi diretti e indiretti -1.700
200 REDDITO 0
Ricavi 3.200
Costi diretti variabili 400
Costi diretti fissi 600
Costi indiretti variabili e fissi 2.000
REDDITO 200
Prodotto A Prodotto B
1.000 Ricavi 2.200
-200 Costi diretti variabili -200
800 Margine lordo 2.000
-300 Costi diretti fissi -300
500 Margine di contribuzione 1.700
-1.000 Costi indiretti variabili e fissi -1.000
-500 REDDITO 700
Direct costing
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Il CONTROLLO DEI COSTI
Il controllo dei costi può essere effettuato, oltre che
con riferimento a diversi oggetti, anche a diversi livelli
2) a livello di sub-sistemi aziendali
1) a livello di sistema aziendale
3) a livello di oggetti più specifici
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I DIVERSI LIVELLI DI CONTROLLO
Sistema aziendale
Sistema aziendale
Sub-sistemi
Approvvigionamento Produzione Vendita R&S
Oggetti più specifici
Stabilimento 1 Stabilimento 2 Filiale 1 Filiale 2
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IL CONTROLLO DEI COSTI PER IL SISTEMA AZIENDALE
A livello di sistema aziendale il controllo dei costi si svolge mediante
la redazione e la lettura di un documento contabile in forma scalare nel
quale si confrontano i costi sostenuti e i ricavi ottenuti.
Si tratta di un CONTO ECONOMICO a Report Form.
In esso il costo di prodotti venduti è il risultato dei seguenti elementi:
+ Rimanenze iniziali (materie prime, semilavorati, prodotti finiti)
+ Acquisti
+ Costo del lavoro (settore produzione)
+ Costi generali industriali (ammortamenti impianti, macchine, ecc.)
- Rimanenze finali
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Il Report Form secondo la configurazione a costo del venduto
+ Ricavi 400
- costo dei prodotti venduti 350
UTILE INDUSTRIALE LORDO 50
- costi di ricerca e sviluppo 10
- costi amministrativi 10
- costi di vendita 10
RISULTATO OPERATIVO 20
- oneri finanziari e/o patrimoniali 5
- proventi finanziari e/o patrimoniali -
UTILE GESTIONE 15
- oneri straordinari 10
+ proventi straordinari 5
UTILE PRIMA DELLE IMPOSTE 10
- imposte e tasse 5
UTILE NETTO 5
Gestione
Caratteristica
Gestione
Extracaratteristica
Gestione
Straordinaria
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Gli INDICI
In particolare:
Combinando i valori intermedi di cui al Report Form,
si possono ricavare degli indici capaci di fornire una
misura sintetica di quanto si è riusciti a realizzare in
termini di economicità ed efficienza.
R.O.I.
(Return on
Investment)
R.O.E.
(Return on Equity)
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Gli INDICI
R.O.I.
(Return on
Investment)
Serve per dimostrare la redditività del capitale che è stato investito
nella gestione a prescindere dalle fonti di finanziamento
R.O.I. =Risultato operativo
Capitale proprio + Capitale di credito=
100
20= 20 %
E’ un indice di redditività aziendale
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Gli INDICI
R.O.I.
(Return on
Investment)
Il R.O.I. è ottenibile come combinazione di altri due indici:
R.O.I. =Fatturato
Risultato operativo
Capitale proprio + Capitale di credito
FatturatoX
R.O.S. Capital Turnorver
Permette di vedere la redditività
delle vendite, cioè quanto resta del
prezzo di vendita dopo aver coperto
i costi dell’area caratteristica
Rappresenta il tasso di
rotazione del capitale
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Gli INDICI
Serve per misurare la redditività del capitale investito nella
gestione dall’imprenditore o dai soci.
R.O.E. =Reddito netto
Capitale proprio=
100
5= 5 %
R.O.E.
(Return on Equity)
E’ un indice di redditività del capitale “personale”
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IL CONTROLLO DEI COSTI PER OGGETTI PIU’ SPECIFICI
Per un controllo dei costi riferito ad oggetti più specifici (uno
stabilimento, una filiale, un settore, ecc..) occorre procedere ad
un’attenta attività di imputazione dei costi generali.
= costi fissi
A tal fine, si procede ad una preventiva classificazione dei costi.
L’analisi più importante è quella che studia l’andamento dei costi al
variare del volume di produzione dell’attività aziendale:
= costi variabili proporzionalmente alla quantità di prodotto
= costi variabili più che proporzionalmente alla quantità di prodotto
Mettendo in relazione i costi con la quantità di prodotto si hanno:
- Costi totali;
- Costi medi;
- Costi suppletivi.
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COSTI SUPPLETIVI
Sono detti anche costi marginali. Rappresentano l’incremento che
subisce il costo totale per un aumento della produzione da una
quantità “q” ad una quantità “q + ”.
Sono dati anche dall’incremento che i costi variabili subiscono nel
passare dalla quantità di prodotto “q” alla quantità “q + 1”.
Costi suppletivi
In questo caro essi forniscono anche il valore minimale che deve
essere assunto dal prezzo di vendita.
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COSTI TOTALI / COSTI MEDI / COSTI SUPPLETIVI
q beta alfa gamma Costi totali Costi medi Costi suppletivi
0 10 - - 10 - -
1 10 1 1 12 12 2
2 10 2 2 14 7 2
3 10 3 4 17 5,6 3
4 10 4 8 22 5,5 5
5 10 5 16 31 6,2 9
Costi totali
Costi suppletivi
Costi medi
5
10
15
20
25
C
321 4 5 6 Q
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COSTO MEDIO
Fornisce indicazioni utili circa l’efficienza con cui vengono impiegati i fattori
di produzione al variare della produzione.
Costo del fattore produttivo
per unità di prodotto
Costo del fattore
Quantità produttiva=
Produttività economica del
fattore=
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COSTO MEDIO
Il costo medio può altresì essere scomposto, calcolandolo per le tre
componenti dei costi fissi (beta), dei costi variabili proporzionalmente (alfa)
e dei costi variabili più che proporzionalmente (gamma).
q beta alfa gamma Costi medi
q q q
1 10 1 1 12
2 5 1 1 7
3 3,3 1 1,3 5,7
4 2,5 1 2 5,5
5 2 1 3,2 6,2
I costi di tipo beta sono detti a produttività economica crescente.
I costi di tipo alfa sono detti a produttività economica costante.
I costi di tipo gamma sono detti a produttività economica decrescente.
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Analisi del “Break Even Point”
Il Break Even Point (o punto di rottura) rappresenta il livello di produzione in
corrispondenza del quale i ricavi totali di vendita eguagliano i costi totali, e, di
conseguenza, il profitto è nullo.
C. R.
Q.
RT
CT
CF
BEP
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Analisi del “Break Even Point”
L’altezza e l’inclinazione delle linee del grafico possono variare in dipendenza di
diversi fattori (caratteristiche del mercato, del prodotto od anche dell’impresa stessa).
Impresa con poche immobilizzazioniImpresa con molte immobilizzazioni
C.R. C.R.BEP
BEP
RT
CT
CF
RT
CT
CF
Q. Q.q q
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Analisi del “Break Even Point”
Dal punto di vista algebrico il BEP può essere calcolato o in termini di quantità
prodotta o in termini di fatturato.
• In termini di quantità prodotta
• In termini di fatturato
La differenza “P - CVu” viene detta Margine Lordo Unitario.
CF
P - CVuq =
CF
1 - CVuF =
P
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Break Even Point e Punto di Equilibrio Economico
Il BREAK EVEN POINT
corrispondente al punto in cui i ricavi dell’attività d’impresa eguagliano i costi totali
non deve essere confuso con
il PUNTO DI EQUILIBRIO ECONOMICO
corrispondente al momento in cui, remunerati i fattori produttivi in posizione
contrattuale (costi totali), i ricavi riescono a produrre una remunerazione congrua
anche per i fattori in posizione residuale.
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Break Even Point e Punto di Equilibrio Economico
Ricavi totali
E.E.E.
Costi totali + Rem. congrue totali•Costi totali•
0 Tn Tempo
B.E.P.