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Autorità Ambientale dell’Umbria – Valutazione Ex-Ante Ambientale 31.12.2002 37 2.2 ACQUA 2.2.1 Stato ambientale delle acque I. Acque superficiali Caratteristiche idrologiche e geomorfologiche del Reticolo Idrografico Superficiale La Regione Umbria è caratterizzata dal ricadere quasi interamente nel Bacino Idrografico del fiume Tevere. La sua sezione di chiusura, localizzata a valle della confluenza con il fiume Nera, definisce un bacino regionale di 8.457 Km 2 . Le caratteristiche idrologiche della Regione vengono quindi meglio espresse se la suddivisione idrografica viene fatta per sottobacini. L’Aggiornamento del Piano Regionale di Risanamento delle Acque, approvato dalla Giunta Regionale con atto n.1629/2000 come propedeutico al Piano di Tutela delle acque previsto dalla nuova normativa, individua i seguenti otto tratti o affluenti principali del fiume Tevere (Fig. 2.2.1): Sottobacino 1: Alto Tevere Sottobacino 2: Nestore-Trasimeno Sottobacino 3: Chiascio Sottobacino 4: Topino-Marroggia Sottobacino 5: Medio Tevere Sottobacino 6: Paglia-Chiani Sottobacino 7: Nera Sottobacino 8: Basso Tevere Il sottobacino 1 Alto Tevere, è caratterizzato da un’elevata pendenza dei versanti, e da un’ampia pianura alluvionale. In corrispondenza dell’ingresso del fiume Tevere nel territorio umbro, si trova un’importante acquifero sotterraneo, denominato “Alta Valle del Tevere”. L’intero sottobacino ricade nell’ATO 1. In quest’area è prevista la realizzazione di uno sbarramento sul torrente Carpina in località Tre Ponti, a monte della confluenza con il torrente Carpinella, le cui acque sarebbero destinate sia all’uso irriguo che potabile. Nel sottobacino 2 Nestore-Trasimeno, le cui pendenze maggiori si trovano localizzate nella regione sud-occidentale, dove si origina il fiume Nestòre, ricade il principale specchio lacustre della regione, il lago Trasimeno, ed il suo bacino idrografico. Il principale acquifero alluvionale della “Media Valle del Tevere” è incluso solo parzialmente in questo bacino idrografico e precisamente con l’area compresa tra Umbertide e Todi. Il sottobacino 3 Chiascio è caratterizzato da aree di grande interesse soprattutto per l’approvvigionamento idropotabile: l’area di Petrignano d’Assisi, e il complesso carbonatico di Monte Cucco, con la sorgente Scirca a servizio della città di Perugia.

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2.2 ACQUA 2.2.1 Stato ambientale delle acque I. Acque superficiali Caratteristiche idrologiche e geomorfologiche del Reticolo Idrografico Superficiale La Regione Umbria è caratterizzata dal ricadere quasi interamente nel Bacino Idrografico del fiume Tevere. La sua sezione di chiusura, localizzata a valle della confluenza con il fiume Nera, definisce un bacino regionale di 8.457 Km2. Le caratteristiche idrologiche della Regione vengono quindi meglio espresse se la suddivisione idrografica viene fatta per sottobacini. L’Aggiornamento del Piano Regionale di Risanamento delle Acque, approvato dalla Giunta Regionale con atto n.1629/2000 come propedeutico al Piano di Tutela delle acque previsto dalla nuova normativa, individua i seguenti otto tratti o affluenti principali del fiume Tevere (Fig. 2.2.1): Sottobacino 1: Alto Tevere Sottobacino 2: Nestore-Trasimeno Sottobacino 3: Chiascio Sottobacino 4: Topino-Marroggia Sottobacino 5: Medio Tevere Sottobacino 6: Paglia-Chiani Sottobacino 7: Nera Sottobacino 8: Basso Tevere Il sottobacino 1 Alto Tevere, è caratterizzato da un’elevata pendenza dei versanti, e da un’ampia pianura alluvionale. In corrispondenza dell’ingresso del fiume Tevere nel territorio umbro, si trova un’importante acquifero sotterraneo, denominato “Alta Valle del Tevere”. L’intero sottobacino ricade nell’ATO 1. In quest’area è prevista la realizzazione di uno sbarramento sul torrente Carpina in località Tre Ponti, a monte della confluenza con il torrente Carpinella, le cui acque sarebbero destinate sia all’uso irriguo che potabile. Nel sottobacino 2 Nestore-Trasimeno, le cui pendenze maggiori si trovano localizzate nella regione sud-occidentale, dove si origina il fiume Nestòre, ricade il principale specchio lacustre della regione, il lago Trasimeno, ed il suo bacino idrografico. Il principale acquifero alluvionale della “Media Valle del Tevere” è incluso solo parzialmente in questo bacino idrografico e precisamente con l’area compresa tra Umbertide e Todi. Il sottobacino 3 Chiascio è caratterizzato da aree di grande interesse soprattutto per l’approvvigionamento idropotabile: l’area di Petrignano d’Assisi, e il complesso carbonatico di Monte Cucco, con la sorgente Scirca a servizio della città di Perugia.

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Sul fiume Chiascio è localizzata la diga di Valfabbrica, non ancora in esercizio, ma destinata a sostegno delle esigenze idropotabili dell’acquedotto perugino-Trasimeno. Il bacino idrologico del Topino-Marroggia, sottobacino 4, costituisce la più importante riserva idrica della Regione, ed è caratterizzato da una serie di torrenti che si differenziano per il percorso montano, mentre nel tratto vallivo sono per lo più artificiali o continuamente regolati dall’uomo. In questo bacino ricade il più grande sistema alluvionale della regione: la Valle Umbra. Gli invasi di rilevanza regionale sono la Palude di Colfiorito e la Diga di Arezzo. In questo sottobacino si localizza poi il fiume Clitunno, che confluisce nel fiume Timia con portata abbondante e costante. Il sottobacino 5 del Medio Tevere è caratterizzato dalla presenza di due affluenti al fiume Tevere, il fiume Chiascio in sinistra idrografica e il fiume Nestòre in destra idrografica. Affluenti minori sono il fiume Puglia e il torrente Naia. In chiusura al sottobacino si localizza la diga di Corbara, destinata alla produzione di energia elettrica. Nel sottobacino si estende l’acquifero alluvionale della “Media Valle del Tevere” che occupa un’area di 140 Km2, ad un’altitudine compresa tra i 150 e 250 ms.l.m. Il sottobacino 6 Paglia-Chiani, si estende per più della metà in territorio toscano. E’ caratterizzato dalla presenza di due piccoli bacini idrografici, quello del torrente Chiani, che incontra ad Orvieto il bacino principale del fiume Paglia. La valle del Paglia rappresenta il più piccolo acquifero alluvionale della Regione Umbria. Una caratteristica dell’area è l’agglomerato urbano di Orvieto, che da solo rappresenta il 50% di tutta la popolazione dell’intero sottobacino. Il bacino 7 Nera, è caratterizzato da un’elevata estensione che comprende nelle Regioni Lazio e Abruzzo il bacino idrografico del fiume Velino, e nella Regione Marche il tratto di monte del fiume Nera. Vista l’elevata permeabilità dei terreni, il corso d’acqua principale, presenta un regime piuttosto regolare e perenne, la qual cosa permette un intenso sfruttamento delle acque per la produzione di energia elettrica. Sui corsi d’acqua afferenti al fiume Nera sono dislocati poi la maggior parte degli allevamenti intensivi ittiogenici di rilevanza censiti dalla regione. Il sottobacino 8 Basso Tevere comprende il tratto finale del fiume Tevere, che coincide con il confine amministrativo tra Umbria e Lazio. Il corso del fiume Tevere viene interrotto nei pressi di Alviano con l’omonimo sbarramento, oggi tra le più importanti oasi faunistiche (Direttiva Habitat 92/43/CEE regolamentata dal DPR 357 dell’8 settembre 1997 - Natura 2000). Idrologicamente quest’ultimo tratto del Tevere, è caratterizzato dal contributo del fiume Nera, per cui, se pur influenzato nelle portate dalla variabilità stagionale, il regime è nettamente fluviale. All’interno dei sottobacini sopra descritti l’Aggiornamento del Piano Regionale di Risanamento delle acque individua i seguenti corpi idrici significativi: • fiume Tevere • fiume Nestòre • fiume Chiascio • fiume Topino • fiume Paglia

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• fiume Nera • lago Trasimeno • lago Piediluco oltre ai quali si possono elencare altri corpi idrici principali: • il torrente Cerfone in destra idrografica al fiume Tevere • il torrente Nèstore in destra idrografica al fiume Tevere • il torrente Niccone in destra idrografica al fiume Tevere • il torrente Carpina in sinistra idrografica al fiume Tevere • il torrente Assino in sinistra idrografica al fiume Tevere • il torrente Puglia in sinistra idrografica al fiume Tevere • il torrente Naia in sinistra idrografica al fiume Tevere • il torrente Rio Grande in sinistra idrografica al fiume Tevere • il torrente Saonda in destra idrografica al fiume Chiascio • il torrente Caldognola in destra idrografica al fiume Topino • il torrente Menotre in sinistra idrografica al fiume Topino • il sistema Timia-Marroggia in sinistra idrografica al fiume Topino • il torrente Caina in sinistra idrografica al fiume Nestòre • il torrente Fersinone in sinistra idrografica al fiume Nestòre • il fiume Chiani in sinistra idrografica al fiume Paglia • il fiume Corno in sinistra idrografica al fiume Nera • il fiume Sordo in destra idrografica al fiume Corno • il fiume Vigi in destra idrografica al fiume Nera • il fiume Velino in sinistra idrografica al fiume Nera. Caratteristiche idrologiche e geomorfologiche dei Laghi Umbri Nella Regione Umbria si possono elencare bacini naturali, come il lago Trasimeno quarto per estensione in Italia, il Lago di Piediluco caratterizzato da una regolazione artificiale a scopi idroelettrici, la Palude di Colfiorito dichiarata di interesse internazionale dalla Convezione di Ramsar, e invasi artificiali, come la diga di Valfabbrica sul fiume Chiascio, la diga di Arezzo sul torrente Marroggia, la diga di Corbara e la diga di Alviano sul fiume Tevere. Il Lago Trasimeno fa parte di un più esteso parco che oltre allo specchio d'acqua comprende tutto il sistema spondale che lo circonda, ivi compresi i centri storici minori e maggiori come quelli di Castiglione del Lago e di Passignano. La pressione antropica massima si verifica nei mesi estivi, per finalità turistiche e ricreative, avvalendosi anche delle caratteristiche di balneabilità di alcuni tratti del lago. Le crisi di livello e di quantità di acque del Trasimeno, provocate dalle precipitazioni annuali inferiori alla media regionale, dalla mancanza di veri immissari al bacino idrografico se pur esteso, fanno di quest’area un luogo da difendere da pressioni antropiche sproporzionate, da attività produttive che richiedono elevati consumi di acqua e quindi della necessità di risanarlo da ogni fonte inquinante.

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Il Lago di Piediluco localizzato nella parte sud-orientale della regione, ha un immissario naturale, il Rio Fuscello, con portata media di 120 l/s, e nella parte occidentale un canale di collegamento con il fiume Velino. Altro immissario non naturale è poi il canale costruito sul fiume Nera all’altezza di Triponzo. Inoltre il fiume Velino affluisce al lago regolato da una diga mobile a monte della cascata delle Marmore, permettendo così l’utilizzo del fiume come immissario del lago in funzione delle esigenze della centrale idroelettrica. La Palude di Colfiorito, di forma tondeggiante, fa parte del parco di Colfiorito che si estende sull'Appennino centro-occidentale, sviluppandosi anche nella regione Marche. L’altopiano costituito da un complesso di sette conche tettonico-carsiche, che costituiscono il fondo di antichi bacini lacustri, prosciugatisi sia naturalmente che per opera dell’uomo, è caratterizzato da una torbiera, e da ricche specie vegetali che rendono il luogo habitat eccellente per l'avifauna. L’area Naturale Protetta è utilizzata oltre che per le coltivazioni tradizionali dei cereali e dei foraggi, soprattutto per quelle delle lenticchie e delle patate rosse. La popolazione dell'area di gravitazione diretta del Parco è di circa 5.000 abitanti. Uno sbarramento sul fiume Chiascio costituisce la diga di Valfabbrica a monte dell’omonimo centro abitato. La finalità principale è l’uso irriguo, ma si deve giungere ancora al completamento delle opere: è interessante sottolineare anche un previsto significativo uso potabile. Le analisi al momento disponibili classificano le acque in classe A3 secondo le normative, rendendole quindi soggetti a disinfezione spinta. Il lago artificiale di Arezzo, detto anche diga di Firenzuola, è uno sbarramento del fiume Marroggia, anche questo utilizzato prevalentemente per uso idroelettrico. Oggi tra le più importante oasi faunistiche, il lago di Alviano, è caratterizzato dal dipendere idraulicamente dal contributo del fiume Tevere che agisce come immissario preponderante e come emissario. La nascita dell’oasi, con 500 ettari di palude, è successiva all’opera di sbarramento del fiume Tevere da parte dell’ENEL, al fine di produrre energia elettrica. Il territorio del parco è compreso nel Parco Fluviale del Tevere. Altro sbarramento a fini idroelettrici è la diga di Corbara, che sbarra il fiume Tevere a tre soli chilometri dalla confluenza con il fiume Paglia. La localizzazione è ancora nel Parco Fluviale del Tevere. A questi si possono aggiungere anche i serbatoi artificiali di San Liberato sul fiume Nera e dell’Aia sul torrente Aia, che comunque gestiscono volumi superiori a 5 milioni di m3. Le principali caratteristiche idrografiche del reticolo idrografico umbro sono riportate nella seguente tabella 2.2.1.

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Tab. 2.2.1 – Caratteristiche idrologiche e geomorfologiche del reticolo idrografico umbro

Regione UMBRIA Provincie Perugia Terni

Bacino Idrografico TEVERE Sottobacino Idrografico Alto Tevere Nestore-Trasimeno Chiascio Topino-Marroggia Medio Tevere Paglia-Chiani Nera Basso Tevere Area Bacino Imbrifero (Km2) 1.580 1.180 799 1.227 891 645 1.563 515 Altitudine media m. 300 300 524 444 809 909 742 Altitudine max m. 350 1.428 1.734 2.500 Abitanti residenti per comune (Censimento 2001) 274.131 221.511 270.965 213.615 311.636 50.357 135.424 146.852 Abitanti residenti al 1996 nel sottobacino 134.949 173.157 83.520 150.189 58.847 40.045 157.766 32.712

Comuni

Citerna, Città di Castello, Gubbio, Lisciano

Niccone, Magione, Montone, S.Maria

Tiberina, Passignano, Torgiano, Perugia,

Pietralunga, S.Giustino, Umbertide

Città della Pieve, Corciano, Fratta Todina,

Magione, Marsciano, Montegabbione,

Monteleone di Orvieto, Paciano, Panicale,

Perugia, Piegaro, San Venanzo, Tuoro.

Assisi, Bastia, Bettona, Costaciaro, Deruta,

Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Gubbio, Nocera,

Perugia, Scheggia e Pascelupo, Sigillo,

Torgiano, Valfabbrica

Acquasparta, Assisi, Bastia, Bettona, Bevagna, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Cerreto di Spoleto,

Foligno, Giano dell'Umbria, Gualdo Cattaneo, Gualdo Tadino, Massa

Martana, Montefalco, Nocera Umbra, S.Anatolia di Narco,

Scheggino, Sellano, Spello, Spoleto, Trevi, Valfabbrica, Vallo di Nera,

Valtopina

Acquasparta, Avigliano Umbro, Baschi, Bettona,

Bevagna, Cannara, Castel Ritaldi,

Collazzone, Deruta, Fratta Todina, Giano dell'Umbria, Gualdo Cattaneo, Marsciano,

Massa Martana, Montecastrilli,

Montecchio, Montefalco, Orvieto, Perugia, San Gemini, San Venanzo, Spoleto, Terni, Todi,

Torgiano

Allerona, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Città

della Pieve, Fabro, Ficulle,

Montegabbione, Monteleone di

Orvieto, Orvieto, Parrano, Piegaro,

Porano, San Venanzo

Acquasparta, Amelia, Arrone,

Campello sul Clitunno, Cascia,

Cerreto di Spoleto, Ferentillo, Foligno,

Montecastrilli, Montefranco, Monteleone di Orvieto, Narni,

Norcia, Poggiodomo,

Polino, Preci, San Gemini,

Scheggino, Sellano,Spoleto,

Stroncone, Terni,Vallo di Nera

Alviano, Amelia, Attigliano, Avigliano

Umbro, Baschi, Giove, Guardea, Lugnano in

Teverina, Montecchio, Narni, Orvieto,

Otricoli, Penna in Teverina

Affluenti principali

Fiume Sovara, fiume Cerfone, fiume Nèstore, torrente Carpina, torrente

Assino Torrente Fersinone,

torrente Genna Torrente Saonda, fiume

Topino Torrente Tessino, fiume Clitunno,

Torrente Menotre Fiume Chiascio, fiume

Nestore Fiume Chiani,

torrente Astrone

Fiume Corno, fiume Sordo, fiume Vigi, fiume Velino Rio Grande

Tipologia Regime torrentizio - appenninico o di magra estiva Regime fluviale

Lago/Invaso Lago Trasimeno Diga di Valfabbrica -

1984 Palude di Colfiorito

Diga di Arezzo Diga di Corbara - 1959 Lago di Piediluco

Lago di Alviano - 1963

Area invaso Km2 124,00 1,00 10,50 1,82 3,50 Quota m. s.l.m. 257 330 760 410 138 765 77,5 Profondità Max m. 6,3 69 38 51 22,23 11,1 Profondità media m. 4,7 11,46 Volume max Mm3 586,00 224,00 6,95 192,00 17,12 10,60 Superficie Bacino Idrografico (Km2) 396 471 3 23 6.075 75 7.483 Uso *

-

T - B Ir - Id - P PN Id

-

T - Id ON - Id Ir=Irriguo Id=Idroelettrico T=Turistico B=Balneazione PN=Parco Naturale P=Potabile ON=Oasi Naturalistica

Fonte: ARPA Umbria, 2002

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Fig. 2.2.1 – Principali bacini idrografici in Umbria Fonte: ARPA Umbria, 2002

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Reti di monitoraggio Le reti di monitoraggio presenti nella regione Umbria possono essere divise in discreto ed automatiche. Nel maggio 2000 entra in funzione la “prima” rete di monitoraggio in discreto sui corsi d’acqua superficiali ai sensi del D.Lgs. n. 152/99 e successive modifiche, con un numero complessivo di 55 punti. Essa sostituisce la rete esistente dal 1977 ai sensi della legge Merli, avente frequenze e impostazioni differenti. Il monitoraggio dei punti, selezionati in funzione degli obiettivi per la qualità ambientale, si svolge su 28 stazioni, con campionamenti mensili sui quali vengono rilevati tutti i parametri indicati in tabella 4 dell’All.1 del D.Lgs n. 152/99, con periodicità mensile quelli di tipo chimico e chimico-fisico, trimestrale quelli di tipo biologico e, con periodicità semestrale quelli indicati in tabella 1 dello stesso allegato. Ai fini dell’accertamento della conformità delle acque superficiali idonee alla vita dei pesci la rete è costituita dai 18 punti individuati dalla Regione nel 1997 con D.G.R. n. 5894, conformemente al Decreto Legislativo n. 130/92. Il monitoraggio di questi corpi idrici si sviluppa con campionamenti mensili e la ricerca di tutti i parametri elencati in tab. 1/b dell’All.2. Solo per le stazioni poste sul fiume Sentino e sul fiume Soara la frequenza di campionamento è semestrale. Per quanto riguarda il monitoraggio delle acque potabilizzabili secondo l’All.2 del D.Lgs. n. 152/99 i campionamenti vengono svolti su un solo punto di analisi localizzato all’ingresso del potabilizzatore di Castiglione del Lago sul lago Trasimeno - unico punto di prelievo regionale di acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile. Per quanto riguarda il monitoraggio dei corpi idrici destinati all’uso potabile o ai fini della balneazione, l’ARPA Umbria effettua le analisi di laboratorio, trasmette i risultati agli organi di competenza ed elabora le valutazioni di balneabilità. Il monitoraggio ambientale sui laghi si svolge invece attraverso l’analisi di sei corpi idric di cui tre naturali (lago Trasimeno, lago Piediluco, lago di Colfiorito) e tre artificiali (lago di Corbara, lago di Arezzo, lago di Alviano). Le analisi vengono effettuate semestralmente in tutti i casi sulla matrice acquosa con la determinazione obbligatoria dei 14 parametri di base elencati nel tab.10 dell’All.1 del D.Lgs. n. 152/99, e di 19 inquinanti chimici organici ed inorganici, elencati nella tab.1 dell’All.1 dello stesso decreto. Il campionamento per i laghi con maggiore ampiezza dello specchio d’acqua, avviene su più profondità. Le reti di monitoraggio in continuo sono strutturate e localizzate nella regione Umbria secondo due sistemi: 1) finalizzato all’acquisizione di dati chimico-fisici sui corsi d’acqua di interesse regionale (fiume Tevere, fiume Chiascio, fiume Topino, fiume Nera e Lago di Piediluco), allo scopo tra l’altro, di integrare tali informazioni con la determinazione sulla matrice acquosa di alcuni parametri chimico fisici ai fini dell’obiettivo di qualità ambientale;

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2) finalizzato alla qualità dei corpi idrici su cui insistono le attività produttive delle acque usate dagli impianti di troticoltura in Valnerina; Qualità delle acque superficiali L’elaborazione dei dati acquisiti al 30.06.2002, con dati a frequenza di normativa dal maggio 2000, ha portato alla seguente classificazione ai sensi del D.Lgs. n. 152/99, per le acque superficiali: Tab. 2.2.2 – Classificazione delle acque superficiali ai sensi del D.Lgs. n. 152/99

BACINO PUNTO DI PRELIEVO Livello

Inquinamento Macrodescrittori

Stato Ecologico

Corso Acqua

Stato Ambientale

Corso Acqua

TEVERE E45 uscita Pistrino, a monte ponte sulla statale Livello 3 Classe 3 Sufficiente TEVERE A valle di Città di Castello, sotto il ponte E45 Livello 3 Classe 3 Sufficiente TEVERE A valle di Umbertide, dal ponte di Montecorona Livello 2 Classe 3 Sufficiente TEVERE Ponte Felcino, dal ponte di Passo dell'Acqua Livello 2 Classe 4 Scadente CHIASCIO Barcaccia, dal ponte a valle della diga Livello 2 Classe 3 Sufficiente CHIASCIO Ex passerella Segoloni Livello 3 Classe 3 Sufficiente TOPINO A monte confluenza Chiascio, Passaggio Bettona Livello 3 Classe 3 Sufficiente TOPINO A monte Foligno, Capodacqua Livello 2 Classe 2 Buono TOPINO A valle Foligno, Corvia, Via G.Pepe Livello 2 Classe 3 Sufficiente TIMIA A monte confluenza. Topino, Cannara Livello 3 Classe 3 Sufficiente CHIASCIO A monte confluenza Tevere, Molino Silvestri Livello 3 Classe 3 Sufficiente TEVERE A valle confluenza Chiascio, ponte di Pontenuovo Livello 3 Classe 3 Sufficiente NESTORE A monte di Marsciano, Tennis Club Livello 4 Classe 4 Scadente NESTORE A monte confluenza Tevere, Fornaci Briziarelli Livello 4 Classe 4 Scadente TEVERE A monte del lago di Corbara, Pontecuti Livello 3 Classe 3 Sufficiente TEVERE A valle confluenza. Paglia, Baschi Livello 2 Classe 3 Sufficiente TEVERE A valle del Lago di Alviano, Attigliano Livello 2 Classe 3 Sufficiente TEVERE A valle confluenza Nera, Orte Scalo Livello 2 Classe 4 Scadente NERA Arrone - Casteldilago località il Piano Livello 2 Classe 2 Buono NERA Cerreto di Spoleto Borgo Cerreto Centr. ENEL Livello 2 Classe 2 Buono NERA località Pontechiusita P.te Centrale ENEL Livello 2 Classe 2 Buono NERA Terni località Pentima Livello 2 Classe 2 Buono NERA Terni Maratta Cava Sabatini e Crisanti Livello 3 Classe 3 Sufficiente CHIANI Orvieto località Ciconia - via Dei Meli Livello 3 Classe 3 Sufficiente CORNO Norcia - Balza tagliata Km.6.6 – SS 320 Livello 2 Classe 2 Buono

PAGLIA Orvieto loc.Tordimonte - Fori di Baschi - galleria ferrovia Livello 3 Classe 3 Sufficiente

PAGLIA Allerona - loc.Sassone Fonti di Tiberio Livello 3 Classe 3 Sufficiente VELINO Greccio - località Piè di Moggio Livello 2 Classe 3 Sufficiente

Fonte: ARPA Umbria, 2002

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Le situazioni di criticità che si evidenziano sia sul fiume Tevere che sul Menotre, sono definite soprattutto da bassi valori di I.B.E.. In particolare, sul fiume Tevere i punti in Classe 4 (Scadente) risultano essere la stazione posta a Ponte Felcino in loc. Passo dell’Acqua e la stazione posta a valle di Orte Scalo. In queste due stazioni la qualità biologica del corpo idrico superficiale risulta considerevolmente alterata (I.B.E. rispettivamente 4,2 e 4,6). Più critica è invece la situazione rilevata sul fiume Nestore dove all’alterazione della qualità biologica si associa anche un forte inquinamento di tipo chimico-fisico, con evidenti carichi di fosfati e ammoniaca oltre che di BOD e COD. Si evidenziano infatti contaminazioni di origine civile-zootecnica che andrebbero risolte con appositi progetti di risanamento. La classificazione per i corpi a specifica destinazione (acque idonee alla vita dei pesci) determinata dalle 18 stazioni di monitoraggio è riportata nella tabella seguente: Tab. 2.2.3 – Classificazione delle acque idonee alla vita dei pesci ai sensi del D.Lgs. 152/99

Corso d'acqua Classificazione acque

1999 Conformità per singoli

punti

2000 Conformità per singoli

punti

2001 Conformità per singoli

punti

Parametri determinanti la non conformità

TEVERE ciprinicole 3 3 3 - - - - SOARA ciprinicole 1 1 0 Solidi Sospesi SENTINO salmonicole 1 1 1 - - - - MENOTRE salmonicole 1 1 0 Solidi Sospesi CLITUNNO salmonicole 1 1 0 Ossigeno NERA salmonicole 2 2 2 - - - -

SORDO salmonicole 2 2 2 - - - -

CORNO salmonicole 2 2 2 - - - -

ARGENTINA salmonicole 1 1 1 - - - - CASTELLONE salmonicole 1 1 1 - - - - ELMO salmonicole 1 1 1 - - - - MIGLIARI salmonicole 1 1 1 - - - -

VIGI salmonicole 1 1 1 - - - -

TOTALE 18 18 15 Fonte: ARPA Umbria, 2002 La situazione di criticità evidenziata nel 2001 per le stazioni sul torrente Soara e sul fiume Menotre, è da attribuire ai valori dei Solidi Sospesi rilevati rispettivamente nel campionamento di settembre e di febbraio 2001. L’anomalia potrebbe essere dovuta ad eventi meteorici in quanto non si segnalano mutamenti di attività umane nell’area di interesse. Il fenomeno dunque, temporaneo e accidentale, non ha avuto conseguenze sulla vita acquatica, essendo in entrambi i casi confermata la buona qualità ecologica (I.B.E. = 9). Sul fiume Clitunno invece, il parametro che ha presentato valori anomali nei campionamenti del 2001, è l’ossigeno disciolto. Anche in questo caso, la motivazione è attribuibile a fenomeni naturali. Il luogo di campionamento (alle sorgenti immediatamente dopo il percorso sotterraneo), la presenza di alghe (sistematica rimozione di macrofite), possono giustificare le oscillazioni di ossigeno disciolto che comunque rimangono compatibili con la vita dei pesci. La naturalità del fenomeno è

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anche confermata dall’assenza di scarichi in prossimità della stazione e da un alto valore di I.B.E. (= 8). La classificazione dei corpi a specifica destinazione (acque potabili) in seguito alle analisi effettuate dai laboratori ARPA ai sensi del D.Lgs. n. 152/99 e s.m. e i., conferma la classificazione già individuata nel giugno 1997 dalla Regione Umbria con DGR n. 4067/97 (classe A3, subA3). Tab. 2.2.4 – Classificazione delle acque superficiali destinate ad uso potabile (D.Lgs. n. 152/99)

Corpo idrico

Classificazione1999

Classificazione

2000

Classificazione

2001

Parametri determinanti la classificazione

TRASIMENO A3 A3 A3 C.O.D., S.E.C., Cloruri

Fonte: ARPA Umbria, 2002 Qualità delle acque dei laghi L’elaborazione dei dati acquisiti per i laghi al 31.12.2001, ha portato alla seguente classificazione ai sensi del D.Lgs. n. 152/99: Tab. 2.2.5 – Classificazione delle acque dei laghi ai sensi del D.Lgs. n. 152/99

PUNTO DI PRELIEVO S.E.L. S.A.L. Parametri chimici determinanti lo stato ecologico

Trasimeno Centro lago Classe 5 Pessimo Trasparenza Trasimeno Pontile di Passignano Classe 5 Pessimo Trasparenza Trasimeno Pontile di Castiglione Classe 5 Pessimo Trasparenza Corbara Centro Lago Classe 5 Pessimo Fosforo Arezzo, dallo sbarramento Classe 3 Sufficiente Trasparenza Colfiorito, dalla riva Classe 5 Pessimo Trasparenza Alviano, zona Lago dalla riva Classe 5 Pessimo Trasparenza/Fosforo Piediluco Classe 4 Scadente Traparenza/Fosforo/Clorofilla/OssigenoFonte: ARPA Umbria, 2002 La valutazione che si ottiene dall’analisi dei parametri significativi per la classificazione ai sensi della normativa vigente, indica uno stato trofico dipendente nella maggior parte dei casi dalla trasparenza. Il fenomeno, che risulta essere naturale per i nostri laghi, caratterizzati generalmente da scarsa profondità, in molti casi è legato alla presenza di particelle inorganiche in sospensione o risospese a causa del moto ondoso che interessa il fondo lago (Trasimeno, Alviano, Colfiorito), mentre in altri implica un’analisi più approfondita incentrata sulla presenza del fosforo e della clorofilla. Maggiori dettagli sullo stato ambientale dei principali laghi umbri sono riportati in Allegato 2.

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Fig. 2.2.2 - Stazioni di monitoraggio e qualità delle acque superficiali (DLgs. 152/99) Fonte: ARPA Umbria, 2002

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II. Acque sotterranee Corpi idrici significativi Nel 1999 la Regione Umbria, nell’ambito dell’Aggiornamento del Piano Regionale di Risanamento delle Acque (PRRA), ha individuato i corpi idrici significativi ai sensi del Decreto Legislativo n. 152/99. Per le acque sotterranee sono stati individuati come corpi idrici significativi gli acquiferi delle principali valli alluvionali, delle strutture carbonatiche della fascia nord-occidentale della regione e dell’area vulcanica sud-orientale. Tab. 2.2.6 – Acque sotterranee - Corpi idrici significativi ai sensi del D.Lgs. n. 152/99

Acquiferi alluvionali: Acquiferi carbonatici e vulcanico:

Conca Eugubina Monti di Gubbio Valle Umbra Monti della Valnerina Alta Valle del Tevere Monte Cucco Media Valle del Tevere Monti delle Valli del Topino e del Menotre Conca Terzana Monti Martani e d’Amelia Complesso vulcanico Orvietano

Fonte:Aggiornamento del PRRA, Regione Umbria, 1999 Reti di monitoraggio Nella Regione Umbria è stata istituita a partire dal 1998 una rete di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei significativi sulla quale, ai fini della definizione della classe di qualità, viene effettuata a cadenza semestrale una campagna di monitoraggio quali-quantitativo. La rete è costituita di 211 stazioni, interessanti i cinque acquiferi alluvionali e le principali strutture carbonatiche, mentre per l’acquifero vulcanico orvietano sono in atto i relativi studi. Il monitoraggio prevede oltre a misure quantitative (piezometrie e portate delle sorgenti), la determinazione dei principali parametri fisico-chimici degli ioni maggiori e dei principali gruppi di microinquinanti selezionati in funzione delle caratteristiche di uso del suolo del territorio regionale:

− inorganici: metalli minori (Rame, Piombo, Zinco, Cromo, Cadmio, Nichel, Arsenico, Mercurio, Selenio), fluoruri, bromuri;

− organici: fitofarmaci, composti organo alogenati, fenoli, idrocarburi, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA).

Ai fini della classificazione quantitativa sono state istituite invece due reti di monitoraggio in continuo. La prima, interessante le principali emergenze puntuali delle strutture carbonatiche e del vulcanico, è costituita di 12 stazioni per la misura in continuo delle portate, la seconda, interessante prevalentemente gli acquiferi

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alluvionali, è costituita di 21 stazioni per la misura in continuo del livello piezometrico su pozzi e piezometri.

Fig. 2.2.3 - Rete di monitoraggio discreta e in continuo sulle acque sotterranee (DLgs. 152/99) Fonte: ARPA Umbria, 2002

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Gli acquiferi alluvionali Nella tabella che segue viene indicato, per ogni corpo idrico alluvionale significativo, il numero complessivo di punti costituenti sia la rete per il monitoraggio in discreto, sia le reti in automatico per il monitoraggio in continuo. Tab. 2.2.7 – Reticolo di monitoraggio in discreto e in continuo degli acquiferi alluvionali

Acquifero Punti di misura Reticolo discreto

Punti di misura Rete in automatico

n. punti Densità (n/km2) attivazione n. punti attivazione

Alta Valle del Tevere (alluvionale) 17 0,26 1998 3 2001 Conca Eugubina (alluvionale) 20 0,25 1998 1 2001 Media Valle del Tevere (alluvionale) 41 0,21 1998 2 2001 Valle Umbra (alluvionale) 88 0,27 1998 6 2001 Conca Ternana (alluvionale) 31 0,39 1998 2 2001 Fonte: ARPA Umbria, 2002 La rete per il monitoraggio discreto degli acquiferi alluvionali, è da considerare adeguata agli obiettivi del D.Lgs. 152/99. Sui punti della rete si dispone di una serie di dati qualitativi e quantitativi acquisiti in 10 campagne di monitoraggio. La rete per il monitoraggio quantitativo in continuo è in via di completamento mediante inserimento di altre stazioni a copertura di settori di acquifero non ancora monitorati. Gli acquiferi carbonatici e vulcanico Le acque dei rilievi regionali, contrariamente agli acquiferi delle aree di pianura, sono dotati di scarsi punti di osservazione. Le uniche modalità per monitorare le falde sono limitate alle emergenze sorgentizie ed ai rari pozzi o piezometri che intercettano la falda nelle situazioni idrogeologiche più favorevoli, ossia nei punti ove la profondità della falda è limitata. In genere infatti la falda di interesse regionale è posta a varie centinaia di metri di profondità. La conformazione del territorio e la ridotta presenza di urbanizzazione e attività produttive rende meno suscettibile di modifiche l’aspetto qualitativo della risorsa idrica. Il problema di questi sistemi è invece di tipo quantitativo, essendo molte sorgenti fortemente sensibili alla variabilità meteorologica e sottoposte a intensi prelievi a fini potabili. Nella tabella seguente si riassumono le caratteristiche della rete quali-quantitativa discreta e di quella quantitativa in automatico.

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Tab. 2.2.8 – Reticolo di monitoraggio in discreto e in continuo degli acquiferi carbonatici e vulcanico

Acquifero Punti di misura Reticolo discreto

Punti di misuraRete in

automatico Struttura Monte Cucco (calcareo) 2 1 Struttura dei Monti di Gubbio* (calcareo) 3 2 Struttura Monti delle valli Topino e Menotre (calcareo) 8 6 Struttura della Valnerina (calcareo) 4 5 Monti Martani e d’Amelia (calcareo) 0 2 Vulcanico orvietano 0 3 *Le stazioni di monitoraggio della Struttura dei Monti di Gubbio sono incluse nel reticolo di monitoraggio della Conca Eugubina Fonte: ARPA Umbria, 2002 E’ attualmente oggetto di programmazione nell’ambito delle attività dell’ARPA Umbria l’individuazione di un reticolo di monitoraggio discreto quali-quantitativo per l’acquifero vulcanico orvietano. La disponibilità idrica ed il bilancio delle risorse Sulla base degli studi condotti negli anni passati e rivisti recentemente in occasione dell’emergenza idrica 2002 sono stati definiti i valori medi indicativi delle caratteristiche idrogeologiche dei principali acquiferi regionali al fine di fornire l’ordine di grandezza delle risorse idriche disponibili. Dai dati stimati si osserva che per gli acquiferi umbri, ad eccezione della Valle del Paglia, sia i prelievi che la ricarica media annua sono molto inferiori ai volumi idrici immagazzinati, elemento favorevole nel garantire riserve da utilizzare in situazioni di emergenza idrica. Una valutazione di maggiore dettaglio può essere fatta per le aree maggiormente produttive ed interessate dai principali prelievi ai fini idropotabili, per le quali si dispone di maggiori informazioni.

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Tab. 2.2.9 – Risorse idriche regionali e prelievi potabili

PRELIEVI E DISPONIBILITA’ DELLE RISORSE IDRICHE

SOTTERRANEE

ACQUIFERO RISERVA TOTALE

(milioni di m3)

RISERVA ANNUALMENTE RINNOVABILE

(l/s) PRINCIPALE

ENTE GESTORE

PRELIEVI MEDI ANNUI

(l/s)

Alta Valle del Tevere (Umbria) 200 1.000 SOGEPU 300

Conca Eugubina 20 150 CONAP 150

Valle Umbra 800 4.000 CONAP, VUS 550

Conca Ternana 200 2.000 ASM, CONS. Amerino 350

Sistema dell’Umbria Nord–Orientale 1.000 10.000 CONAP, VUS 1.200

Sistema della Valnerina 5.000 13.000 ASM, VUS 600

Sistema dei Monti Martani 500 3.000 Comuni minimi

Sistema dei Monti di Amelia e di Narni 500 3.000 Comuni minimi

Unità del M. Subasio 100 600 Comuni minimi

Unità dei Monti di Gubbio 20 200 CONAP 50

Unità di Monte Malbe–Monte Tezio 100 500 CONAP 50

Vulcanico Vulsino 100 800 Comuni 300

Fonte: Regione Umbria -ARPA Umbria, Rapporto Emergenza Idrica, 2002

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200

20

800

200

1.000

5.000

500

500

100

20

100

100

31,5

4,7

126,1

63,1

315,4

410,0

94,6

94,6

18,9

6,3

15,8

25,2

0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000 4500 5000

Alta Valle del Tevere

Conca Eugubina

Valle Umbra

Conca Ternana

Sistema dell’UmbriaNord–Orientale

Sistema della Valnerina

Sistema dei Monti Martani

Sistema dei Monti di Amelia e diNarni

Unità del M. Subasio

Unità dei Monti di Gubbio

Unità di Monte Malbe–Monte Tezio

Vulcanico Vulsino

Milioni di m3

Risorse rinnovabili annue

Risorsa disponibile totale

Grafico 2.2.1 - Risorse idriche sotterranee regionali per acquifero

Fonte: Regione Umbria-ARPA Umbria, 2002

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Qualità delle acque sotterranee I risultati relativi al monitoraggio effettuato nel periodo 1998-2001 (10 campagne) sono stati elaborati per una prima definizione dello stato qualitativo delle acque sotterranee secondo i criteri previsti dal D. Lgs. n. 152/99 che distingue 5 classi di qualità:

− Classe 1: acque con pregiate caratteristiche idrochimiche e impatto antropico trascurabile;

− Classe 2: acque con buone caratteristiche idrochimiche e impatto antropico ridotto;

− Classe 3: acque con caratteristiche idrochimiche con segnali di compromissione e impatto antropico significativo;

− Classe 4: acque con caratteristiche idrochimiche scadenti e impatto antropico rilevante;

− Classe 0: acque con caratteristiche idrochimiche naturalmente scadenti. I risultati della classificazione sono riportati nella seguente tabella 2.2.10.

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Tab. 2.2.10 – Classificazione delle acque sotterranee ai sensi del D.Lgs. n. 152/99

Fonte: ARPA Umbria, 2002

Parametri critici determinanti la Classe 4

Parametri addizionali (valori medi eccedenti i limiti di legge)

Totali Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 0 Nitrati medi >

50 mg/l Totali Nichel Pesticidi Organo

alogenati Alluvionali n. punti n. punti n. punti n. punti n. punti n. punti n. punti n. punti n. punti n. punti n. punti

Conca Eugubina 19 1 2 8 8 0 4 4 2 2

Alta Valle del Tevere 17 0 4 5 6 2 3 3 2 1

Media Valle del Tevere 41 0 4 7 25 5 17 10 3 6 2

Conca Ternana 30 0 12 11 6 1 3 3 3

Valle Umbra 88 1 11 14 48 14 38 11 11 1

Totale 195 2 33 45 93 22 65 31

1% 17% 23% 48% 11% 33% 16% Carbonatici n. punti n. punti n. punti n. punti n. punti n. punti n. punti n. punti n. punti n. punti n. punti

Monte Cucco 2 1 1 0 0 0 0 0

Valli Topino e Menotre 8 1 6 0 0 1 0 0

Valnerina 4 4 0 0 0 0 0 0

Totale 14 6 7 0 0 1 0 0

43% 50% 0% 0% 7% 0% 0%

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Negli acquiferi alluvionali, la quasi totale assenza di punti in classe 1 è dovuta al contenuto salino quasi sempre superiore a 400 µg/l, imputabile principalmente al contenuto in ioni bicarbonato e calcio. L’entrata in “Classe 4” (qualità delle acque “scadente”) è dovuta prevalentemente al contenuto in nitrati e subordinatamente alla presenza di inquinanti specifici. Le acque inserite in “Classe 0” (acque “naturalmente scadenti”) presentano elevati valori di ferro, manganese e ammoniaca. Anche per quanto riguarda le sorgenti la presenza di punti in “Classe 2” è legata al contenuto salino, mentre il punto in “Classe 0” (Sorgente Clitunno) è dovuto all’elevato contenuto in solfati. Qualità delle acque naturalmente scadenti e qualità delle acque scadenti per impatto antropico Tra gli elementi che fanno scadere la qualità delle acque un discorso a parte meritano i nitriti e l’ammoniaca; la loro presenza indica condizioni riducenti legate all’ossidazione di materia organica e può essere messa in relazione con episodi di inquinamento localizzato dovuto a scarichi civili e attività zootecniche. Tuttavia elevate concentrazioni di ammoniaca sono spesso dovute anche a fenomeni naturali. Ad esempio, nell’acquifero artesiano di Cannara, dove circa il 60% dei campioni mostra concentrazioni misurabili di ammoniaca e oltre il 35 % dei campioni supera la CMA prevista dalle normative in materia di acque destinate al consumo umano, la presenza di specie azotate ridotte è dovuta all’instaurarsi di condizioni riducenti legate alla composizione naturale della matrice solida e alle peculiari caratteristiche idrogeologiche. Un discorso analogo riguarda le concentrazioni di ferro e manganese, che superano il limite di legge in una percentuale rilevante di campioni: in frequenti casi queste anomalie sono risultate essere legate ad uno scadimento “naturale” della qualità delle acque dovuto a circolazione lenta in sedimenti poco permeabili e alla presenza di ossidi di ferro e manganese nella matrice solida. In Media Valle del Tevere il 20 % dei campioni ha concentrazioni di manganese superiore alla CMA e l’11% ha concentrazioni di ferro superiori alla CMA. Situazioni analoghe sono presenti in Alta Valle del Tevere e Valle Umbra. L’acquifero artesiano di Cannara è quello che mostra le percentuali più alte di campioni con elevati tenori di ferro e manganese, la cui origine è da relazionare ai condizioni riducenti delle falde. Il solo modo per differenziare le situazioni di contaminazione da quelle di origine naturale, laddove non è chiara la condizione geochimica dell’acquifero, è mediante l’incrocio dei dati con altri indicatori di tipo microbiologico o con inquinanti di sola provenienza antropica. Inquinamento diffuso di origine agricola (nitrati, prodotti fitosanitari) I più diffusi problemi riscontrati nelle acque sotterranee umbre sono legati all’elevata concentrazione in nitrati. Gli studi effettuati sui principali corpi idrici sotterranei

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hanno evidenziato che in genere il problema rimane limitato alle porzioni di acquifero meno consistenti e permeabili, mentre le aree idricamente consistenti riescono a ‘smaltire naturalmente’ i carichi provenienti dalla superficie. E’ il caso di settori di acquifero che beneficiano degli apporti laterali da strutture idrogeologiche contigue (in Conca Eugubina e Valle Umbra sud) o in alcuni acquiferi che vengono alimentati da corpi idrici superficiali (il fiume Nera in Conca Ternana e il fiume Tevere in Alta Valle del Tevere); tali apporti consentono di mantenere i tenori in nitrati entro limiti accettabili. In situazioni idrogeologiche meno favorevoli (p.es. in Media Valle del Tevere) o nei casi in cui si realizza la coincidenza di sovrasfruttamento della risorsa idrica e di elevato carico di inquinanti legati alle pratiche agricole (p.es. Valle Umbra nord), l’accumulo di nitrati in falda diventa elevato. Il monitoraggio periodico effettuato da ARPA sui pozzi del reticolo di controllo regionale conferma che le elevate concentrazioni in nitrati delle acque sotterranee interessano, in misura diversa, tutti gli acquiferi alluvionali significativi. Tuttavia mentre gli acquiferi della Valle Umbra e della Media Valle del Tevere presentano ampi settori in cui i valori sono costantemente elevati, indicando un inquinamento da nitrati di tipo diffuso, nell’Alta Valle del Tevere, nella Conca Eugubina e nella Conca Ternana il fenomeno interessa aree più ristrette o in alcuni casi singoli punti. Nella figura 2.2.4 vengono evidenziate le aree critiche da nitrati dell’acquifero della Valle Umbra. Tra queste l’area di Petrignano di Assisi è stata già perimetrata dalla Regione Umbria quale area vulnerabile ai nitrati di origine agricola ai sensi del DLgs n. 152/99. Per quanto attiene al problema dei prodotti fitosanitari, l'attività di monitoraggio fino ad oggi effettuata ha permesso di riscontrare su alcuni punti del reticolo la presenza nelle acque sotterranee di alcuni tra i più diffusi principi attivi, in concentrazioni solo raramente elevate. La distribuzione areale dei casi positivi è indice certo di vulnerabilità delle falde. Nella primavera 2000 sono risultati positivi 28 campioni su 197 (14%): sono stati individuati 17 campioni con concentrazioni superiori a 0.5 µg/l e 5 campioni con valori superiori a 0,1 µg/l. Occorre evidenziare che quasi tutti i campioni positivi sono riconducibili a due soli composti: il Metobromuron e la Terbutilazina. Uniche eccezioni un campione con Alaclor al limite dei valori di rilevabilità ed un campione con Metolaclor ( 0,33 µg/l). Nella carta di figura 2.2.4 vengono indicati i ranges di concentrazione e i tipi di antiparassitari individuati. La loro presenza riguarda circa il 10% dei campioni della Valle Umbra (8 campioni) e quasi il 20% dei campioni della Media Valle del Tevere (6 campioni). Sono stati individuati pesticidi anche in due campioni dell’Alta Valle del Tevere ed uno in Conca Eugubina. Nessun campione della Conca Ternana presenta contaminazione da pesticidi.

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Fig. 2.2.4 - Acquifero della Valle Umbra: aree con elevate concentrazioni di nitrati nelle acque sotterranee Fonte: ARPA Umbria, 2000

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Indici di inquinamento di origine industriale Il monitoraggio dei microinquinanti che possono essere considerati indicatori di contaminazione legata alle attività produttive ha rilevato alcuni problemi legati alla presenza nelle acque sotterranee di microinquinanti organici come fenoli e composti organo alogenati volatili nonché, in misura minore, di microinquinanti inorganici quali i metalli pesanti. Gli idrocarburi totali (ITP) sono presenti solo in pochi campioni mentre non è mai stata rilevata la presenza di Idrocarburi Policiclici Aromatici in concentrazioni rilevabili. La distribuzione areale degli eventi di contaminazione da composti organoalogenati volatili nella primavera 2000 viene illustrata in figura 2.2.5. E’ stata rilevata la presenza di composti organo alogenati volatili nel 26% dei campioni prelevati negli acquiferi alluvionali, con concentrazioni superiori a 1 µg/l in 45 campioni e concentrazioni superiori alla CMA (30 µg/l) in 4 campioni. Gli acquiferi maggiormente interessati dalla presenza di composti organo alogenati sono la Valle Umbra e la Conca Ternana che presenta la situazione più critica con il 69% dei campioni positivi. Nella maggior parte dei casi di positività il composto rilevato è stato il Tetracloroetilene. In particolare possono essere definite 7 zone “vulnerate” da composti organo alogenati, aree aventi una omogenea presenza di inquinanti, per le quali si dovrà prevedere un approfondimento conoscitivo per risalire alle dimensioni del fenomeno: In Conca Eugubina Il settore orientale tra Gubbio e S. Marco In Valle Umbra Il settore delle conoidi coalescenti sul lato orientale

della valle a nord di Spoleto; La zona centrale della valle nel settore tra Foligno, Spello e Cannara; L’area a sud di S. Maria degli Angeli;

In Conca Ternana Il settore dei depositi detritici pedemontani dei

M.Martani; L’intera valle alluvionale , con particolare riferimento alla fascia prossima al F. Nera;

In Media Valle del Tevere Il settore a sud di Ponte S. Giovanni Le misure sugli idrocarburi (IPT) effettuate hanno portato all’individuazione di 54 campioni positivi sul totale, per una frequenza del 27%. Il limite di sensibilità strumentale è stato di 5 µg/l e 20 campioni sono risultati con valori superiori ai 10 µg/l, quindi oltre la C.M.A. del DPR n. 36/88. Le maggiori frequenze sono state rilevate in Conca Eugubina, in Media Valle del Tevere e in Conca Ternana.

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Fig. 2.2.5 - Evidenze di contaminazioni da composti organo alogenati nell’anno 2000 Fonte: ARPA Umbria, 2000

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AVT

CEU

CTR

MVT

VUA

VUM

0 10 20 30 40 50 60 70

acqu

iferi

% campioni positivi

AOXpesticidiIPAITPFenoliNO2NH4

AVT

CEU

CTR

MVT

VUM

VUA

0 5 10 15 20 25 30 35

acqu

iferi

% dei campioni aventi concentrazione > C.M.A.

AOXpesticidiIPAIPTfenoliNO2NH4

Grafico 2.2.2 – Distribuzione di microinquinanti organici negli acquiferi alluvionali Fonte: ARPA Umbria, 2002

Per quanto riguarda infine la presenza di metalli pesanti sono stati osservati alcuni casi di inquinamento da Cadmio e Arsenico. La gran parte delle presenze di ferro e manganese sono riconducibili a situazioni naturali.

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AVT

CEU

CTR

MVT

VUA

VUM

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45

acqu

iferi

% campioni aventi concentrazione > C.M.A. Grafico 2.2.3 – Distribuzione di metalli pesanti negli acquiferi alluvionali

Fonte: ARPA Umbria, 2002 Sintesi dello stato ambientale degli acquiferi principali La Regione Umbria ha individuato come significativi e di importanza regionale gli acquiferi carbonatici e vulcanico e quelli alluvionali che sono sede dei maggiori approvvigionamenti idropotabili. I primi sono caratterizzati da fattori idrologici che mettono a rischio la disponibilità di risorse in periodi di magra, i secondi rappresentano situazioni particolarmente a rischio di inquinamento. Acquiferi carbonatici Costituiscono un grosso serbatoio quasi continuo che si estende su tutto il settore orientale della regione, caratterizzato in genere da circuiti idrogeologici con influsso carsico e circolazione non molto profonda. La qualità delle acque è sempre buona facendo difetto solo una durezza sui 25-35 °F: esse sono la principale fonte di prelievo potabile nel periodo di morbida primaverile. La lontananza da alcuni centri importanti della regione ha reso necessario realizzare lunghe condotte di adduzione non più in grado di soddisfare i bisogni potabili dei comuni che si sono man mano aggiunti a quelli originari. Il problema principale delle risorse è la loro diminuzione significativa in magra, con conseguente incidenza sulle portate dei fiumi dell’area che in estate-inizio autunno dipendono esclusivamente dal deflusso sorgivo. Sono presenti 11 stazioni di monitoraggio quali-quantitativo in continuo e di campionamento discreto. Acquifero vulcanico vulsino E’ un tavolato di circa 500 km2 per la parte umbra, al confine con la regione Lazio dove si estende gran parte dell’altopiano vulcanico circondante il Lago di Bolsena.

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Di buona potenzialità, ha una ricarica annua stimata in oltre 20 milioni di metri cubi, dei quali solo una parte captati per uso potabile da sorgenti e per uso irriguo da pozzi. Il piano regionale prevede su tale area l’ampliamento dei prelievi a fini potabili. Il territorio è prevalentemente agricolo e fa parte del sottobacino Paglia-Chiani. Sul sistema sono presenti 3 stazioni automatiche di monitoraggio, due piezometriche ed una quali-quantitativa sulla principale sorgente. E’ prevista la realizzazione di una rete di monitoraggio discreta. Acquiferi alluvionali Gli studi idrochimici sulla qualità delle acque sotterranee condotti con l’attivazione della rete di monitoraggio nella Regione Umbria mostrano chiaramente una notevole diffusione di nitrati in tutti gli acquiferi alluvionali. In alcune stagioni le concentrazioni medie di NO3 superano i valori della CMA e ci sono zone dove questi valori vengono costantemente superati da molti anni consecutivi. Le variazioni di NO3 sono spesso accompagnate da variazioni di conducibilità salinità, Na, Cl, SO4. Nel caso in cui le variazioni di questi parametri non sono attribuibili a processi di mixing o a equilibri con specie minerali anch’essi forniscono delle indicazioni indirette sulla variazione del carico inquinante. Nel caso di inquinamento da materia organica ossidabile (scarichi) si osserva anche una variazione dei contenuti di O.D. e ammoniaca ed una variazione di Eh. Alta Valle del Tevere L’Alta Valtiberina è un’ampia zona alluvionale che si estende dalla stretta di Montedoglio fino all’altezza di Città di Castello per circa 130 km2. Di questa superficie circa il 40% ricade al di fuori della Regione Umbria. Essa appartiene al sottobacino Alto Tevere. Sulla parte umbra dell’acquifero sono presenti 17 punti di monitoraggio discreto e 3 stazioni piezometriche in automatico. Il Fiume Tevere svolge un ruolo fondamentale nella qualità e quantità delle acque di falda, alimentando gli acquiferi nel tratto a monte e drenandolo poi nella parte meridionale. L’effetto di diluizione del Tevere produce un’area a bassi tenori di nitrati nella parte centrale della valle, mentre lungo il margine orientale della piana, depositi terrazzati più antichi mostrano valori mediamente elevati. Il bilancio idrico indica in quasi 300 milioni i metri cubi di acqua invasati in falda, con una ricarica media annua di quasi 70 milioni, di cui gran parte prodotta dal Fiume Tevere. Con l’entrata in funzione della Diga di Montedoglio, in territorio toscano, è cambiato il regime idrologico del Fiume. I prelievi si attestano sull’ordine dei 10 milioni annui, non incidendo significativamente sull’equilibrio del sistema. Qualitativamente le acque sono invece sensibili alla pressione industriale (una vasta area allungata che si estende da Città di Castello a S. Giustino) con qualche evidenza di inquinamento (Pozzi comunali Città di Castello, organo-alogenati) ed a quella agricola (tabacco in particolare), con tracce di inquinamento da fitofarmaci. Conca Eugubina L’area della Conca Eugubina interessa circa 80 km2, comprendenti i rilievi carbonatici dei Monti di Gubbio (circa 15 km2) e la parte della pianura, suddivisa in una zona alluvionale localizzata principalmente nel settore settentrionale ed una costituita da depositi più antichi del ciclo fluvio-lacustre che si rinvengono in tutte le aree intramontane della regione. La rete di monitoraggio è stata sviluppata

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sull’acquifero alluvionale (17 punti in discreto, 1 stazione piezometrica automatica) e su quello calcareo (2 stazioni discrete e in automatico). Il settore NW dell’area, riferito al T. Assino, fa parte del sottobacino Altotevere, mentre la parte E-SE drena nel sottobacino del Chiascio. Gli acquiferi sono di modesta entità e solo quello prossimo ai calcari riceve apporti laterali di un certo significato (15 milioni di metri cubi, ricarica annua circa 5 di cui la metà sono prelevati a fini potabili). Ne consegue un’elevata sensibilità alle variazioni climatiche (crisi idriche nel 1994-5 e 2001-2) e vulnerabilità all’inquinamento (diffusa presenza di inquinamento microbiologico). Media Valle del Tevere La struttura valliva della Media Valle del Tevere si estende longitudinalmente per circa 85 km al centro della regione con un’ampiezza piuttosto ridotta: nel tratto Città di Castello-Ponte S.Giovanni supera i 2-3 km solo in corrispondenza della confluenza di alcuni torrenti, mentre da Ponte S.Giovanni a Todi la larghezza media si aggira sui 4 km. La parte monitorata si estende da Pierantonio a Todi, il settore nord fino a Torgiano appartiene al sottobacino Altotevere, il settore sud al Medio Tevere ad esclusione di una piccola zona nei pressi di Marsciano (sottobacino Nestore-Trasimento, 3 punti di monitoraggio). La rete di monitoraggio discreto comprende 41 punti di campionamento mentre il monitoraggio in continuo dei livelli è presente su 2 stazioni. Tutto l'acquifero presenta generalizzati problemi di cattiva qualità delle acque dovute anche, ma non solo, alle elevate concentrazioni dello ione nitrato ed al fatto che il F.Tevere che lo attraversa ha in genere funzione drenante degli acquiferi e non è in grado di agire con effetti di diluizione sulle falde. A riserve complessive teoriche di meno di 100 milioni di metri cubi, si associa una ricarica media annua di circa 65. L’area è interessata da allevamenti suinicoli e pratica diffusa di fertirrigazione. Sono presenti due ambiti industriali che hanno già dato alcuni problemi di contaminazione delle falde, in particolare da composti organo alogenati: la zona di Ponte S. Giovanni e quella di Marsciano-Pantalla.

Valle Umbra La Valle Umbra ha un’estensione di circa 330 km2 ed è compresa tra i rilievi occidentali dei Monti Martani e quelli orientali del M.te Subasio - M.ti di Foligno e Spoleto. Il deflusso superficiale dell’intera valle avviene nella zona nord-occidentale attraverso il Fiume Chiascio. Il margine orientale è caratterizzato dalle formazioni carbonatiche mesozoiche della Serie Umbro-Marchigiana che sono a contatto con i depositi alluvionali, in genere mediante interposizione di spesse coltri detritiche, e che forniscono una consistente ricarica laterale all’acquifero. La rete di monitoraggio è stata sviluppata sia sull’acquifero generale freatico che su quello artesiano che interessa il settore centrale (Cannara, 15 stazioni discrete e 3 automatiche) e porzioni di quello meridionale (Azzano, 2 stazioni discrete). Il settore N dell’area fa parte del sottobacino Chiascio, mentre la parte restante è all’interno del sottobacino Topino-Marroggia. La disponibilità idrica del sistema complessivo è abbondante (800 milioni di metri cubi, con una ricarica media annua di circa 130 milioni e prelievi per circa 30 milioni) e maggiormente localizzata in aree specifiche quali quella di Petrignano di Assisi

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(sottobacino del Chiascio) fortemente condizionata dalla presenza di nitrati, quella artesiana di Cannara (acque con ferro e ammoniaca per condizioni riducenti della falda, comunque potabilizzate e captate), quella della conoide sepolta del Topino (zona di Foligno) e quella delle conoidi del settore meridionale. Coltivata in modo intensivo con colture prevalentemente irrigue ha evidenziato diffusi problemi da nitrati ma anche da fitofarmaci e composti organici di provenienza industriale-artigianale. Notevole anche la presenza di allevamenti suinicoli nel settore orientale della valle. Conca Ternana La Conca Ternana ha un'estensione di circa 100 Km2 caratterizzati da una zona alluvionale pianeggiante centrale (attraversata in senso E-W dal F.Nera) e da una fascia al contorno a debole acclività che fa da raccordo ai rilievi calcarei che bordano per gran parte questa depressione. A Nord sono presenti i Monti Martani, ad Est quelli di Miranda Stroncone ed a Sud quelli di Amelia, tutti formati da sequenze calcaree e calcareo-marnose mesozoiche-terziarie della serie Umbro-Marchigiana. I limiti tra queste strutture e la Conca Ternana sono il risultato di grossi sistemi distensivi che hanno ribassato le formazioni calcaree in tutta l'area dove sono attualmente presenti i terreni Neogenici post-orogenici. L’area fa parte del sottobacino del F. Nera e si caratterizza per essere il principale polo industriale della regione, da oltre un secolo sviluppato attorno alle cospicue risorse idriche ivi presenti: chimica e metallurgia sono le attività storiche, attualmente in declino. La piana alluvionale, circa 40 km2, è collegata idrogeologicamente al F. Nera che fa sentire il suo influsso fino quasi ai margini dei depositi, producendo un deflusso sotterraneo significativo ed un rinnovamento delle acque di falda (riserve per circa 200 milioni di metri cubi, ricarica media annua di circa 50, pari ai prelievi, in prevalenza industriali, di cui circa 30 milioni dal Nera). L’effetto benefico del fiume è forse alla base dello stato qualitativo non così degradato delle acque di falda. Sui 25 punti di monitoraggio discreto si riscontrano infatti contaminazioni organiche di natura antropica che però si mantengono su valori bassi o molto bassi, in genere comunque inferiori ai limiti consentiti per le acque potabili. Un acquifero più limitato è costituito dai detriti pedemontani dei Martani, settore nord della valle, ove non si hanno però travasi dai contigui calcari: il bilancio idrico è sufficiente a garantire prelievi potabili per 100-150 l/s che recentemente stanno peggiorando in qualità a causa del progredire dell’urbanizzazione dell’area.

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2.2.2 Aree sensibili, zone vulnerabili e aree da sottoporre a particolari vincoli

protezionistici L’Aggiornamento del Piano Regionale di Risanamento delle Acque, approvato dalla Giunta Regionale con atto n.1629/2000, individua le aree sensibili e zone vulnerabili ai sensi del D.Lgs. n. 152/99 presenti sul territorio regionale. Le aree individuate comprendono in particolare: Aree sensibili

- il lago di Piediluco; - il lago Trasimeno; - la palude di Colfiorito; - il lago artificiale di Alviano; - il tratto del fiume Nera fino a Scheggino; - il tratto del fiume Clitunno dalla sorgente fino alla località Casco dell’Acqua.

La perimetrazione dei bacini ricadenti in aree sensibili è attualmente in fase di individuazione da parte della Regione Umbria in collaborazione con l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente. Zone vulnerabili E’ stata definita dalla Regione Umbria zona vulnerabile, ai sensi del D.Lgs. n. 152/99 nel settembre 2002, l’area relativa alla zona di Petrignano di Assisi nell’acquifero della Valle Umbra Nord, per una superficie di circa 2000 ha. Aree da sottoporre a norme di salvaguardia Sono inoltre state individuate, quali aree di particolare interesse ambientale da sottoporre a specifiche norme di salvaguardia, il Lago Trasimeno ed il Lago di Piediluco, per la cui protezione ambientale l’Autorità di Bacino del Fiume Tevere di concerto con la Regione ha già prodotto i seguenti strumenti pianificatori:

- Lago Trasimeno: II Piano stralcio funzionale per il Lago Trasimeno – PS2, adottato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere il 31 maggio 2001;

- Lago di Piediluco: III Piano stralcio funzionale per il Lago di Piediluco – PS3, approvato dal Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere il 19 giugno 2002.

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2.2.3 Fattori di pressione sulle acque I prelievi e gli usi Prelievi teorici per vari usi Il fabbisogno idrico teorico a livello regionale è stato stimato con metodi parametrici applicati ai dati dei censimenti ISTAT, sulla popolazione, la consistenza occupazionale delle attività industriali, le attività zootecniche e l’uso del suolo delle superfici agricole. Per la stima del fabbisogno potabile sono stati applicati i fabbisogni medi giornalieri per abitante stimati da varie analisi a livello regionale e nazionale (IRRES, FEDERGASACQUA, Aggiornamento Piano Regionale Acquedotti) ai dati di popolazione forniti dai censimenti ISTAT anno 1991 e anno 2001. Per i dati del censimento anno 1991 è stato possibile considerare anche i dati sulle presenze turistiche, non ancora disponibili per il censimento anno 2001. In ambedue i casi il fabbisogno idrico a scala regionale è stato stimato in circa 60 milioni di metri cubi. Per la parte relativa alle attività produttive, una valutazione teorica del fabbisogno idrico è stata realizzata dall’Istituto Regionale di Ricerche Economiche e Statistiche (IRRES) nel 1997. In questo lavoro è stato stimato il fabbisogno idrico industriale delle attività manifatturiere regionali localizzate nelle aree industriali comprese all’interno dei principali sistemi industriali della regione per un totale di 36.674 addetti. Il fabbisogno idrico è stato stimato utilizzando i fabbisogni medi per addetto per categoria di attività (codici ISTAT_ ATECO). Le fonti di dati per definire la consistenza occupazionale furono il Censimento Sviluppumbria anno 1995 e l’archivio della Camera di Commercio anno 1994. In questo modo venne stimato un fabbisogno idrico complessivo di quasi 41 milioni di metri cubi annui, legato principalmente alle esigenze dei settori chimico e della produzione e trasformazione dei metalli territorialmente concentrati nell’area del ternano. Dai dati del censimento ISTAT 2001 risulta un totale regionale di 94.619 addetti all’industria, quindi l’universo di osservazione dello studio IRRES corrisponde a poco più di un terzo della popolazione impiegata nel settore industriale. Questo è dovuto al consistente numero di aziende localizzate fuori dalle aree prese in considerazione e alla consistenza delle attività non manifatturiere. In assenza dei dati di dettaglio del censimento dell’industria ISTAT anno 2001, non ancora disponibili, è stata fatta una stima grossolana del fabbisogno idrico a scala regionale applicando al numero di addetti all’industria complessivo fornito dall’ISTAT un fabbisogno idrico medio per addetto di 1.000 metri cubi annui stimato dai risultati della ricerca IRRES. In questo modo il fabbisogno idrico viene stimato in quasi 95 milioni di metri cubi. Il fabbisogno idrico per l’agricoltura è stato stimato dai dati sulla distribuzione delle colture sul territorio regionale del 5° Censimento dell’agricoltura anno 2000 applicando la dotazione irrigua media fornita nelle stime agronomiche colturali e nel Codice di buona pratica agricola per le colture in irriguo, pubblicato dal Ministero delle risorse agricole e forestali nel 1999.

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Viene in questo modo stimato un fabbisogno irriguo complessivo di circa 254,6 milioni di metri cubi annui. Analogamente è stato stimato il fabbisogno idrico per le attività zootecniche applicando i fabbisogni giornalieri e annui medi per ogni specie allevata ai dati del 5° censimento dell’agricoltura 2000. Il fabbisogno idrico così stimato è di circa 8,6 milioni di metri cubi annui per l’86% legati all’allevamento dei suini. Il totale dei fabbisogni teorici per le quattro tipologie di prelievi a scala regionale portano ad un fabbisogno idrico teorico regionale di circa 400 milioni di metri cubi. Tab. 2.2.11 – Quadro riassuntivo del fabbisogno idrico teorico a scala regionale

Uso potabile Uso industriale Uso irriguo Uso

zootecnico TOTALE

Fabbisogno annuo m3 59.537.924 94.619.000 254.639.579 8.647.351 417.443.854

Fonte: ARPA umbria, 2002

Fabbisogno idrico a scala regionale per tipologia di uso

14%

23%

61%

2%

Uso potabile Uso industriale Uso irriguo Uso zootecnico

Grafico 2.2.4 – Quadro riassuntivo del fabbisogno idrico teorico a scala regionale Fonte: ARPA Umbria, 2002

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Uso reale delle risorse idriche Uso idropotabile I dati sono stati sviluppati ed elaborati dalla Proposta di aggiornamento del Piano regionale degli acquedotti, realizzata da ARPA Umbria nel 2002. Le informazioni dirette sono state ottenute dalle ricognizioni dei Piani d’Ambito dei 3 ATO regionali e da un’indagine integrativa e di verifica condotta dall’ARPA su circa il 57% delle utenze regionali. I 3 ATO sono geograficamente ripartiti a scala provinciale, con la Provincia di Perugia che ne presenta due: l’ATO n.1 abbraccia il settore centro settentrionale della provincia e comprende in maniera quasi completa 4 sottobacini idrografici regionali, l’ATO n.3 corrisponde in linea di massima ai sottobacini Topino e Alto Nera, l’ATO n.2 al Basso Nera, al Paglia-Chiani e alla dorsale Amerina che si ricollega al Basso Tevere. I dati riportati sono stati organizzati secondo i seguenti raggruppamenti che risultano essere prossimi geograficamente e omogenei per consumi ed in gran parte già appartengono allo stesso sistema acquedottistico.

Fig. 2.2.6 - Localizzazione degli ATO e dei comprensori idropotabili regionali Fonte: ARPA Umbria , 2002

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La popolazione servita da acquedotto, è stata stimata sulla base delle abitazioni non servite da acquedotto del censimento ISTAT 1991. Nelle tabelle seguenti è data la ripartizione per ATO, Comuni e Scala Regionale. Tab. 2.2.12 – Quadro riassuntivo dei prelievi idrici regionali nell’anno 2000

Popolazione Popolazione Volume lordo annuo

Dotazione lorda

ATO 1 residente (ISTAT. 2001) residente servita 2000 procapite (ab.) (ab.) (m3) (l/g/ab.)

Alto Tevere 69.325 58.429 6.209.129 291Alto Chiascio 55.530 53.082 6.888.312 356Perugino-Trasim.N. 244.502 225.844 30.751.774 373Trasimeno Sud 31.226 28.065 2.762.103 270Medio Tevere 52.821 43.863 4.017.031 251

Totale 453.404 409.283 50.628.349 339

Popolazione Popolazione Volume lordo

annuo Dotazione lorda

ATO 2 residente (ISTAT. 2001) residente servita 2000 procapite (ab.) (ab.) (m3) (l/g/ab.)

Ternano-Amerino 171.930 169.203 21.846.045 354Orvieto 39.950 38.034 5.528.726 398Comuni autonomi 3.956 3.851 380.415 271

Totale 215.836 211.088 27.755.186 360

Popolazione Popolazione Volume lordo

annuo Dotazione lorda

ATO 3 residente (ISTAT. 2001) residente servita 2000 procapite (ab.) (ab.) (m3) (l/g/ab.)

Folignate-Spoletino 127.110 122.598 18.931.987 423Nursino 7.945 7.909 5.157.904 1.787Comuni autonomi 11.293 11.236 5.688.273 1.387

Totale 146.348 141.743 29.778.164 576

Popolazione Popolazione Volume lordo

annuo Dotazione lorda

Regione residente (ISTAT. 2001) residente servita 2000 procapite dell'Umbria (ab.) (ab.) (m3) (l/g/ab.)

ATO n.1 453.404 409.283 50.628.349 339ATO n.2 215.836 211.088 27.755.186 360ATO n.3 146.348 141.743 29.778.164 576

Totale 815.588 762.114 108.161.699 389

Fonte: Proposta di aggiornamento del Piano regionale degli acquedotti, ARPA Umbria, 2002 Nel grafico e nella figura seguenti viene riassunta la distribuzione delle dotazioni idriche pro capite dei comuni asserviti alle reti idriche.

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Distribuzione delle dotazioni idriche a scala comunale

Dotazione comunale pro capite giornaliera (litri/ab.)

Per

cent

o co

mun

i

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

100

180

260

340

420

500

580

660

740

820

900

980

1060

1140

1220

1300

1380

1460

1540

1620

1700

1780

Grafico 2.2.5 – Distribuzione delle dotazioni idriche a scala comunale

Fig. 2.2.7 - Dotazioni idriche potabili lorde per abitante allacciato alla rete idrica Fonte: Proposta di aggiornamento del Piano regionale degli acquedotti, ARPA Umbria, 2002

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Autorità Ambientale dell’Umbria – Valutazione Ex-Ante Ambientale 31.12.2002 72

Le perdite Un elemento importante da considerare in riferimento alle dotazioni idriche sono le “perdite” intese come la differenza tra il volume di acqua captato ed immesso nel sistema acquedottistico ed il volume consegnato all’utenza. Il dato è stato rilevato in un gruppo di comuni campione significativo. Ovviamente molteplici fattori contribuiscono a lievitare la differenza tra questi due volumi, e non tutti sono in realtà delle perdite: l’esistenza – ad esempio – di utenze prive di contatore fa sì che si considerino come perdite i volumi di acqua che non vengono contabilizzati. Alcuni Comuni non dispongono mai di contatori sulle utenze comunali o pubbliche, mentre in altri i contatori sono presenti solo in parte.

Rapporto fra i Volumi consegnati alle utenze e le Perdite complessive (reali e non contabilizzate)

dei comuni campione

54%

46% Volumi (m3) consegnati

Perdite (m3) complessive

Grafico 2.2.6 – Ripartizione dei consumi in base alla tipologia di utenza Fonte: Proposta di aggiornamento del Piano regionale degli acquedotti, ARPA Umbria, 2002 L’analisi sulla ripartizione dei consumi delle acque distribuite in rete è stata condotta per il PRGA 2002 su un campione di circa 575.000 abitanti su di un totale della popolazione umbra di 815.558 abitanti. Nella tabella che segue il volume degli usi pubblici risulta essere sottostimato. Tab. 2.2.13 – Volumi prelevati per usi potabili

Tipo di uso Volume Volume (m3/g) (%) domestico 89.556 73extradomestico 19.165 16pubblico 9.139 7altri usi 4.583 4

totale 122.444 100 Fonte: Proposta di aggiornamento del Piano regionale degli acquedotti, ARPA Umbria, 2002

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Ripatizione dei volumi erogati in base alla tipologia di utenza nella Regione Umbria (campione su 2/3

della popolazione regionale)

73%

16%

7% 4%

domesticiextradomesticipubblicialtri usi

Grafico 2.2.7 – Ripartizione dei volumi erogati in base alla tipologia di utenza Fonte: Proposta di aggiornamento del Piano regionale degli acquedotti, ARPA Umbria, 2002 Altri usi Le informazioni sugli usi reali delle risorse idriche provengono dall’archivio regionale delle concessioni idriche per piccole e grandi derivazioni e da quelli delle licenze di attingimento delle province. In base a questi dati risultano autorizzati prelievi per circa 2,6 m3/s da acque sotterranee destinati principalmente alle attività industriali (uso industriale e igienico) e di circa 190 m3/s da acque superficiali destinati prevalentemente ad attività agricole e itticole. I dati sulle portate dei prelievi autorizzati a scala regionale vengono sintetizzati in tabella per bacino idrografico. Viene inoltre fornita una stima dei volumi prelevati a scala regionale. Per quanto riguarda l’uso irriguo i dati delle pratiche autorizzative sono stati analizzati, controllati e verificati in maniera incrociata, giungendo a definire in modo più adeguato le dotazioni idriche realmente attivate. I dati di base comprendono circa 2.900 licenze di attingimento relative esclusivamente a prelievi da corpi idrici superficiali e 500 concessioni regionali relative a prelievi da corpi idrici sia superficiali sia sotterranei. Il prelievo per uso irriguo autorizzato a livello regionale da corpi idrici sotterranei risulta essere piuttosto modesto se confrontato con il prelievo da corpi idrici superficiali; tuttavia va considerato che, per piccole dotazioni, forniscono acqua irrigua pozzi ad uso domestico autorizzati a livello comunale e non compresi nella stima. Dai circa 120.000 pozzi ad uso domestico presenti nel territorio regionale si può ben immaginare che si aggiunga una significativa aliquota irrigua e zootecnica da acque sotterranee ai prelievi definiti con i dati di concessioni e licenze. L’uso ittiogenico, con prelievi sia da acque superficiali che sotterranee, pur essendo a scala regionale decisamente subordinato all’uso irriguo, ha la caratteristica di essere concentrato nei bacini idrografici del fiume Nera e del Topino Marroggia e di essere pertanto localmente importante. Il volume idrico prelevato, risultante dalle concessioni ad uso industriale e corrispondente a circa 60 milioni di metri cubi (considerando prelievi per 24 ore per

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tutto l’anno), pesa in modo confrontabile su corpi idrici sotterranei e superficiali. A questo viene associato l’uso “igienico” destinato sempre alle attività produttive. L’uso idroelettrico e di forza motrice pesano esclusivamente su acque superficiali. L’entità dei prelievi è notevolissima. Questo tipo di uso tuttavia comporta la restituzione di gran parte delle acque prelevate talora a distanza considerevole dal punto di derivazione. Il suo impatto sull’aspetto quantitativo delle risorse idriche è pertanto molto forte localmente. Tab. 2.2.13 – Prelievi autorizzati da corpi idrici sotterranei per tipologia d’uso

BACINO

Irriguo (l/s)

Ittiogenico (l/s)

Industriale (l/s)

Igienico (l/s)

Idroelettrico (l/s)

Forza motrice

(l/s) ALTO TEVERE 13,66 0 125,2 93,9 0 0BASSO TEVERE 0 0 0,9 1 0 0CHIASCIO 28,12 0 91,4 143 0 0MEDIO TEVERE 42 0 8,1 470,4 0 0NERA 63,3 120,0 451,3 112,3 0 0NESTORE TRASIMENO 3,33 10,0 29 183,8 0 0PAGLIA CHIANI 0 0 31 27,9 0 0TOPINO MARROGGIA 124,24 64,3 320,3 53,5 0 0Bacini fuori Tevere 0 0,1 1,5 0 0 0 Totale complessivo 274,65 194,4 1058,7 1085,8 0 0

Fonte: ARPA Umbria, 2002

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Fig. 2.2.7 - Concessioni e licenze irrigue nei sottobacini regionali Fonte: ARPA Umbria, 2002

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Tab. 2.2.14 – Prelievi autorizzati da corpi idrici superficiali per tipologia d’uso

BACINO

Irriguo (l/s)

Ittiogenico (l/s)

Industriale (l/s)

Igienico (l/s)

Idroelettrico (l/s)

Forza motrice

(l/s) ALTO TEVERE 10850,7 22,0 204,8 133,2 43.010 655

BASSO TEVERE 3.738,7 0 1,3 14,3 722 0

CHIASCIO 6.790,0 19,5 0 0 410 4.718

MEDIO TEVERE 5.106,1 90,0 19,2 18 22.300 355

NERA 14.916,0 13.404,0 78 8,3 23.145 170

NESTORE TRASIMENO 5.397,3 0,1 200 2 0 500

PAGLIA CHIANI 1.537,8 0 85 0 0 105

TOPINO MARROGGIA 5.722,6 1.088,0 243,8 0,8 20.521 2.143

Bacini fuori Tevere 7,6 0 0 0 0 16,6

Totale complessivo 54.066,8 14.623,6 1.890,8 1.262,3 110.108,0 8.646,0 Fonte: ARPA Umbria, 2002 Un confronto tra le stime dei fabbisogni idrici teorici e dei volumi prelevati desunti dai dati sopra descritti può essere fatto con tutte le limitazioni dell’incompletezza dei dati e diversa forma di calcolo: in particolare per l’uso irriguo si possono considerare le portate considerando un uso per 8 ore giorno per 120 giorni, periodo irriguo estivo. Nel caso dei prelievi potabili il dato reale è ben definito ma vi intervengono le perdite reali in rete unitamente a quelle apparenti: inoltre una parte del volume distribuito è utilizzata per altri fini. Tab. 2.2.15 – Quadro di confronto tra fabbisogno idrico teorico e prelievi reali a scala regionale

Uso potabile Uso industriale e igienico

Uso irriguo Uso zootecnico

Uso ittiogenico

Uso idroelettrico e forza motrice

TOTALE (m3)

Fabbisogno annuo teorico

59.537.924 94.619.000 254.639.579 8.647.351 - - 417.443.854

Fabbisogno annuo reale

76.800.000 99.467.698 187.777.613 - 467.300.448 3.745.537.027 4.576.882.786

Fonte: ARPA Umbria, 2002

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0

50.000.000

100.000.000

150.000.000

200.000.000

250.000.000

300.000.000

350.000.000

400.000.000

450.000.000

500.000.000

Uso potabile Uso industrialee igienico

Uso irriguo Uso zootecnico Uso ittiogenico

m3 /a

nno

Fabbisogno annuo teorico

Fabbisogno annuo reale

Grafico 2.2.8 – Quadro di confronto tra fabbisogno idrico teorico e prelievi reali a scala regionale Fonte: ARPA Umbria, 2002 I carichi inquinanti Per quanto riguarda la stima dei carichi inquinanti civili, agricoli e industriali, i carichi potenziali annuali sono stati ottenuti applicando i fattori di carico ai dati relativi alla popolazione, ai capi di bestiame, alla produzione industriale, al numero di addetti nel settore industriale, all’uso del suolo ed alle superfici agricole con il loro uso colturale. La stima dei carichi effettivi annuali viene ricavata sia per via indiretta applicando dei coefficienti di esportazione e dei fattori di calcolo ai carichi potenziali, oppure in maniera più significativa, laddove possibile, da misurazioni e dati diretti. Le informazioni attualmente disponibili a livello regionale riguardano in quest’ultimo caso i carichi effluenti dai principali impianti di depurazione di reflui civili (o con parziale presenza di reflui industriali assimilati ai civili). L’analisi di questi dati fornisce una valutazione del carico totale generato da tutte le fonti esistenti all’interno di ogni comune ed il possibile carico conseguente per i corpi idrici ricettori, siano essi superficiali o sotterranei. Carichi inquinanti teorici

Carico civile Il carico civile potenziale si può calcolare moltiplicando la popolazione totale per i seguenti fattori di carico per abitante:

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* 4,50 Kg N per abitante/anno (12,3 grammi al giorno) * 0,60 Kg P per abitante/anno (1,6 grammi al giorno) * 21,9 Kg BOD per abitante/anno (60 grammi al giorno) * 47,1 Kg COD per abitante/anno (129 grammi al giorno) Nei comuni dove la presenza turistica è >5% della popolazione regionale, i carichi inquinanti potenziali sono stati stimati moltiplicando per i valori di carico per abitante sia il numero dei turisti che dei residenti. I coefficienti di esportazione standard devono essere quindi moltiplicati per fattori correlati ai meccanismi di trasporto verso i corsi d’acqua e in falda, quali la permeabilità del suolo, la pendenza del terreno e i livelli di precipitazione. Utilizzando i dati del PRRA a scala di sottobacini e quelli del censimento ISTAT della popolazione anno 2001 per l’intera regione si ottengono i seguenti carichi teorici civili complessivi, che risultano confrontabili tra di loro. Tab. 2.2.16 – Carichi teorici civili complessivi

Sottobacino Popolazione 1996 BOD COD N P

(kg anno) (kg/anno) (kg/anno) (kg/anno)Alto Tevere 134.949 2.955.383,1 6.356.097,9 607.270,5 80.969,4 Nestore - Trasimeno 173.157 3.792.138,3 8.155.694,7 779.206,5 103894,2 Chiascio 83.520 1.829.088 3.933.792 375.840 50112 Topino-Marroggia 148.912 3.261.172,8 7.013.755,2 670.104 89347,2 Medio Tevere 58.843 1.288.661,7 2.771.505,3 264.793,5 35305,8 Paglia-Chiani 40.044 876.963,6 1.886.072,4 180.198 24026,4 Nera 157.778 3.455.338,2 7431343,8 710.001 94666,8 Basso Tevere 32.712 716.392,8 1540735,2 147.204 19627,2 TOTALE 829.915 18.175.139 39.088.997 3.734.618 497.949

Regione Umbria

Popolazione 2001 BOD COD N P

(kg anno) (kg/anno) (kg/anno) (kg/anno)TOTALE 815.588 17.861.377 38.414.195 3.670.146 489.353

Fonte: PRRA, 1996; ISTAT, 2001

Carico industriale La stima del carico potenziale può essere ottenuta adottando dei coefficienti unitari per categorie industriali. L’Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA-CNR) propone dei metodi per la stima di BOD, azoto totale e fosforo totale: per il BOD vengono proposti coefficienti di produzione differenziati per 28 categorie industriali ISTAT, per l’azoto totale viene proposto un coefficiente di produzione standard pari a 10 Kg/anno per addetto applicato a tutte le categorie industriali, infine il carico potenziale di fosforo totale viene stimato pari al 10% del carico civile potenziale (0,06 kg/anno).

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Nell’aggiornamento del PRRA dell’Umbria è stato utilizzato un metodo che definisce il fabbisogno idrico, il volume di reflui prodotti, BOD e COD per addetto su 117 categorie di attività produttiva, come da esempio in tabella. Tab. 2.2.16 – Esempio di carichi potenziali per addetto industriale in funzione del tipo di attività (Codice Istat)

Codice Attività Attività industriale Q ingresso

(m3/anno)

Q scaricata (m3/anno)

BOD (Kg/anno)

COD (Kg/anno)

151

Produzione, lavorazione e conservazione di carne, esclusi i volatili 820 740 965,1 2245,5

152

Lavorazione e conservazione di pesce e di prodotti a base di pesce 1500 1300 3239,8 7926,2

153 Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi 1090 945 965,1 2245,5

154 Fabbricazione di oli e grassi vegetali ed animali 2980 2720 965,1 2245,5

Fonte: PRRA, Regione Umbria, 2000 Considerando gli addetti presenti sul territorio regionale, il quadro ottenuto sui dati del censimento ISTAT anno 1991, benchè non aggiornato, è significativo per la parte organica dei carichi potenziali del settore industriale. Non ci sono dati sul carico potenziale per gli inquinanti microinorganici. Il carico industriale potenziale complessivo regionale è ottenuto dalla somma dei carichi determinati a livello comunale e di sottobacino e risulta essere il seguente: Tab. 2.2.17 – Carico industriale potenziale complessivo regionale

Regione Umbria Addetti industria

1991 BOD COD N P (t/anno) (t/anno) (t/anno) (t/anno) TOTALE 74.057 49.400,6 150.190,4 1950,0 650,0

Fonte: PRRA, Regione Umbria, 1996; Censimento ISTAT, 1991 Applicando il metodo proposto nel PRRA ai dati del Censimento delle aziende manifatturiere con più di 5 addetti della Sviluppumbria (1999) per stimare il volume idrico utilizzato e smaltito, nonché il carico espresso come BOD, COD e Azoto totale, si ottengono dei valori abbastanza vicini a quelli ottenuti nel PRRA, ma mediamente inferiori.

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Autorità Ambientale dell’Umbria – Valutazione Ex-Ante Ambientale 31.12.2002 80

Tab. 2.2.18 – Carico industriale potenziale complessivo regionale

N. Codici

ATECO

Numero Aziende

Addetti totali 1999

Attività industriali

(Sviluppumbria 1999)

Acqua Q ingresso (m3/anno)

Acqua Q scaricata (m3/anno)

BOD (t/anno)

COD (Kg/anno)

N (Kg/anno)

90 2.379 57.335 TOTALI 20.902.870 19.320.017 24.596 80.258 507 Fonte: ARPA Umbria, 2002; Censimento delle aziende manifatturiere, Sviluppumbria, 1999 Carico agricolo I tassi di impiego medio dei fertilizzanti inorganici utilizzati per ogni singolo tipo di raccolto sono evidenziati nella tabella 2.2.19. Tab. 2.2.19 – Tasso di impiego di nutrienti nei principali tipi di raccolto Coltura kg N anno

per ettaro kg P anno per

ettaro Coltura kg N anno

per ettaro kg P anno per

ettaro

Grano 180 45 Foraggere 40 40 Mais 250 45 Vite 100 20

Girasole 100 25 Olivo 110 35 Altri cereali 110 35 Frutteti 110 35

Patata 130 55 Pascolo 40 30 Barbabietola 120 65 Tabacco 50 50 Fonte: ARPA, 2002 I coefficienti standard per l’esportazione di nutriente dovuto all’applicazione di fertilizzante relativamente alle acque sotterranee considerati nell’Aggiornamento del PRRA sono i seguenti: * 0,1% del fertilizzante a base di fosforo applicato a tutti i tipi di raccolto. * 26% del fertilizzante a base di azoto inorganico applicato a tutti i tipi di raccolto. Questi coefficienti di esportazione vengono quindi moltiplicati per dei fattori per adattarsi alla variabilità esistente tra i vari comuni relativamente alle precipitazioni e alla permeabilità del suolo. L’area occupata dai vari tipi di raccolto all’interno di ogni comune è dedotta dai dati relativi al V° censimento ISTAT del 2000. Poiché sul territorio regionale è presente una percentuale della SAU che prevede fertirrigazione e quindi l’uso di concime organico e non organico è necessario tener conto della conseguente diminuzione di area sulla quale è fatto uso di fertilizzanti inorganici. Utilizzando tali valori in relazione alle superfici agricole coltivate si ottengono i carichi totali potenziali a scala regionale.

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Autorità Ambientale dell’Umbria – Valutazione Ex-Ante Ambientale 31.12.2002 81

Tab. 2.2.20 – Carico agricolo regionale per coltura

kg N kg P kg N kg P Coltura Superficie agricola 1990

(ha) anno 1990 Totale

anno 1990 Totale

Superficie agricola 2000 (Ha) anno 2000

Totale anno 2000

Totale

Grano 75.864,40 13.655.583,00 3.413.895,80 64.133,5 11.544.022,80 2.886.005,7Mais 18.005,40 4.501.337,50 810.240,80 18.541,1 4.635.267,50 834.348,15

Girasole 33.337,00 3.333.697,00 833.424,30 34.404,3 3.440.425,00 860.106,25Altri cereali 32.543,80 3.579.815,80 1.139.032,30 31.197,0 3.431.674,40 1.091.896,4

Patata 662,9 86.180,90 36.461,20 340,2 44.227,30 18.711,55Barbabietola 3.951,60 474.193,20 256.854,70 4.673,1 560.767,20 303.748,9

Foraggere 52.051,90 2.082.075,60 2.082.075,60 50.000 2.000.000 2.000.000Vite 18.034,60 1.803.456,00 360.691,20 14.226,1 1.422.613,00 284522,6

Olivo 23.824,80 2.620.724,70 833.867,00 31.692,2 3.486.137,60 1.109.225,6Frutteti 1.484,70 163.318,10 51.964,90 2.894,9 318.440,10 101.321,85Pascolo 101.092,80 4.043.711,60 3.032.783,70 83.080,0 3.323.200,00 2.492.400,00Tabacco 10.781,5 539.077 539.077 8.567,4 428.367,50 428367,5

TOTALE 371.635,30 36.883.170,40 13.390.368,20 343.749,6 34.635.142,40 12.410.654,50I valori in grigio devono ritenersi indicativi o soggetti a verifica Fonte: PRRA, Regione Umbria, 1996; V° Censimento ISTAT, 2000 Altro elemento di carico importante è rappresentato dalle acque di vegetazione prodotte dai frantoi oleari e distribuiti come ammendante sul suolo. I dati più recenti, relativi al 1996-97 provengono dal PRRA. Tab. 2.2.21 – Frantoi, produzione olearia e acque di vegetazione Codice Sottobacino N° di

frantoi Olive

molite (q.li

96/97)

Olio prodotto

(q.li 96/97)

Sansa prodotta

(q.li 96/97)

Acque di vegetazione (m3 96/97)

1 Alto Tevere 22 27968,44 5039,52 11095,01 348,12 Nestore-Trasimeno 47 73260,57 12497,06 31376,14 4741,13 Chiascio 12 46391,76 8848,54 18162,11 2561,74 Topino-Marroggia 74 127006,44 24255,07 53685,49 8600,55 Medio Tevere 42 69806,44 12238,74 28984,12 4520,86 Paglia-Chiani 20 31892,08 5315,91 12595,92 1789,27 Nera 37 40355,75 6886,87 17757,37 2849,28 Basso Tevere 23 49118,7 7854,02 22667,49 3318

Totale 277 465800,18 82935,73 196323,65 28728,6

Fonte: PRRA, Regione Umbria, 1996

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Autorità Ambientale dell’Umbria – Valutazione Ex-Ante Ambientale 31.12.2002 82

Carico zootecnico In ogni comune e per ogni parametro, il numero dei capi di ogni tipo di bestiame è stato moltiplicato per i fattori di carico illustrati in tabella per ottenere il carico potenziale specifico. I valori ottenuti sono stati sommati per fornire il carico potenziale totale da bestiame in ogni singolo comune. Tab. 2.2.22 – Fattori di carico inquinante potenziale relativi al bestiame

Carico Potenziale P

Carico Potenziale N

Carico Potenziale

BOD

Carico Potenziale

COD

(kg/anno per capo)

(kg/anno per capo)

(kg/anno per capo)

(kg/anno per capo)

Bovini 9 60 200 430 Suini 4,5 15 90 193,50 Ovini 2,8 7 55 118,30

Pollame 0,2 0,5 1 2,2 Cavalli 9 58 200 430

Fonte: Aggiornamento del PRRA, Regione Umbria, 2000 Una parte del carico prodotto dagli allevamenti viene utilizzata per la fertirrigazione è quindi fonte di un carico effettivo. Il quadro complessivo regionale con i nuovi dati del censimento agricoltura 2000 è il seguente: Tab. 2.2.23 – Carico zootecnico regionale per specie animale al 2000

Specie Numero capi censiti anno

2000

Carico potenziale BOD

kg/anno

Carico potenziale

COD kg/anno

Carico potenziale N kg/anno

Carico potenziale P

kg/anno

Bovini/bufalini 63.120 12.624.000 27.141.600 3.787.200 568.080 Ovini/caprini 156.116 8.586.380 18.468.523 1.092.812 437.125 Equini 8.251 1.650.200 3.547.930 478.558 74.259 Suini 250.492 22.544.280 29.633.204 3.757.380 1.127.214 Avicoli 8.170.282 8.170.282 17.974.620 4.085.141 1.634.056 Cunicoli 193.293 193.293 425.245 96.647 38.659 TOTALE 8.841.554 53.768.435 97.191.121 13.297.738 3.879.393

Fonte: ARPA, 2002; V° Censimento Nazionale Agricoltura, ISTAT, 2000

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Rispetto ai dati del PRRA (anno 1996) si evidenzia una diminuzione dei capi censiti, in particolare suini. Nel PRRA è riportata per ciascun sottobacino l’estensione delle aree autorizzate alla fertirrigazione e le superfici necessarie ottenute in base al carico unitario massimo di 400 kg N/ha all’anno come previsto dalla Delibera Regionale n. 09/79. Questa stima fornisce un’importante indicazione sul quantitativo dei carichi prodotti dalle attività zootecniche per i quali non è stato possibile individuare alcun tipo di smaltimento. Ulteriori dati provengono dalla verifica effettuata dalla Regione nel 1997, con i dati utilizzati per il Piano Urbanistico Territoriale Tab. 2.2.24 – Superfici fertirrigate nel 1991 e 1997

Codice Sottobacino Superficie fertirrigata 1991

(ha)

Superficie fertirrigata 1997

(ha) 1 Alto Tevere 1082,5 1356,6 2 Nestore-Trasimeno 5120,4 5803,2 3 Chiascio 1884,7 4020,5 4 Topino-Marroggia 2555,6 2801,1 5 Medio Tevere 1981,7 2452,6 6 Paglia-Chiani 573,3 733,1 7 Nera 620,8 1385,6 8 Basso Tevere 968,7 1086,2

TOTALE 14787,5 19638,9 Fonte: PRRA,Regione Umbria, 1996; PUT, Regione Umbria, 1997 Da tale tabella si evince che a livello regionale si è avuto un incremento di superficie fertirrigata in particolare nel sottobacino del Chiascio. I dati del 1991 indicavano la presenza di un deficit di superficie autorizzata principalmente nei sottobacini 4 e 5. Carico itticolo Il numero di allevamenti ittiogenici presenti in Umbria risulta essere di 15 unità al 1996 di cui ben 11 sono situati in Valnerina nel sottobacino Nera, come riportato dal PRRA. Tab. 2.2.25 – Allevamenti ittiogenici nei sottobacini della Regione dell’Umbria

Codice sottobacino

Sottobacino Portata prelevata(l/s)

Restituzione Produttività annua (quintali)

3 Chiascio fiume Chiascio

4 Topino - Marroggia

600 fiume Clitunno 850

7 Nera - Velino 10.007 fiume Nera e affluenti 7.985 Fonte: PRRA, Regione Umbria, 1996

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Carichi atmosferici e di dilavamento di nutrienti I carichi atmosferici vengono considerati solamente relativamente ai nutrienti e vengono considerati nella definizione dei coefficienti di esportazione dei carichi da dilavamento nelle acque superficiali. Nella proposta di aggiornamento del PRRA sono stati utilizzati i seguenti coefficienti di esportazione di nutrienti atmosferico e di dilavamento: • 0,2 kg di P all’anno per ettaro e 4,5 kg di N all’anno per ettaro per il territorio

rurale • 0,4 kg di P all’anno per ettaro e 8 kg di N all’anno per ettaro per il territorio

urbano

Sintesi dei principali carichi inquinanti teorici Nelle tabelle seguenti sono rappresentati i valori delle fonti di produzione dei carichi inquinanti potenziali suddivisi per ciascun sottobacino e che riguardano la popolazione, l’industria, l’agricoltura e la zootecnia. Il sottobacino con maggior popolazione e densità abitativa è il sottobacino Nestore-Trasimeno seguito dai sottobacini Nera, Topino-Marroggia e Alto Tevere, dove sono presenti i maggiori insediamenti abitativi (Perugia, Terni e Foligno) e a cui corrisponde anche, insieme al sottobacino Chiascio, la maggior quantità di addetti industriali. Per quanto riguarda il comparto agro-zootecnico i sottobacini Nestore-Trasimeno e Medio Tevere sono in assoluto quelli dove maggiore risulta la presenza di capi suini. Quest’ultimo sottobacino è quello che dispone anche della maggior superficie agricola utilizzabile. I frantoi oleari sono maggiormente presenti nei sottobacini Nestore-Trasimeno, Topino-Marroggia e Medio Tevere. Il PRRA del 2000 mette a confronto i carichi potenziali con la loro provenienza come riportato nelle tabelle sottostanti: BOD e COD sono principalmente di origine industriale, N e P di origine agricola. Tab. 2.2.26 a) – Carichi potenziali suddivisi per parametro e per diversa tipologia di fonte

BOD COD

Codice Sottobacino

Totale (t/anno)

Civile %

Industriale%

Zootecnica (suini)

%

Zootecnica (altri)%

Totale (t/anno)

Civile %

Industriale%

Zootecnica (suini)

%

Zootecnica (altri)%

1 Alto Tevere 20880 14,2 55,5 10,3 20,0 54113 11,8 63,1 8,5 16,7

2 Nestore-Trasimeno 28918 13,2 35,5 40,4 10,8 70923 11,6 43,4 35,4 9,5

3 Chiascio 16796 11,0 51,0 21,2 16,8 41874 9,5 57,7 18,3 14,5

4 Topino-Marroggia 23933 13,8 33,5 25,4 27,3 59670 11,9 42,6 21,9 23,6

5 Medio Tevere 16373 7,9 15,4 56,2 20,5 37074 7,5 19,4 53,4 19,7

6 Paglia-Chiani 4254 20,6 39,7 15,9 23,8 10364 18,2 46,8 14,0 21,0

7 Nera 16142 21,5 31,4 8,7 38,4 42857 17,4 44,4 7,0 31,2

8 Basso Tevere 4918 17,5 4,0 3,1 75,3 11588 13,3 39,8 17,3 29,6

TOTALE 132215 13,9 36,2 26,4 23,4 328463 12,0 45,7 23,4 18,9

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Tab. 2.2.26 b) – Carichi potenziali suddivisi per parametro e per diversa tipologia di fonte

Azoto Totale (Ntot) Fosforo Totale (Ptot)

Codice Sottobacino

Totale (t/anno)

Civile %

Industriale%

Zootecnica (suini)

%

Zootecnica (altri)%

Agricola %

Totale (t/anno)

Civile %

Industriale%

Zootecnica (suini)

%

Zootecnica (altri)%

Agricola %

1 Alto Tevere 7129 8,8 2,9 5,0 15,9 67,2 2408 3,4 2,9 4,5 11,7 77,5

2 Nestore-Trasimeno 8696 9,4 1,9 22,4 12,4 53,9 2383 4,5 2,3 24,5 18,5 50,2

3 Chiascio 5028 7,9 4,0 11,8 19,7 56,6 1762 2,9 3,8 10,1 17,4 65,8

4 Topino-Marroggia 7781 9,1 5,2 13,0 22,9 49,8 2607 3,5 5,2 11,7 19,1 60,5

5 Medio Tevere 7303 3,8 1,8 21,0 16,6 56,7 2171 1,7 2,1 21,2 19,5 55,6

6 Paglia-Chiani 2914 6,5 0,8 3,9 8,1 80,8 892 2,7 0,9 3,8 6,4 86,2

7 Nera 6697 10,8 11,7 3,5 19,8 54,2 2700 3,5 9,7 2,6 12,8 71,4

8 Basso Tevere 2805 6,0 1,1 5,5 16,7 70,7 863 2,4 1,2 5,4 10,6 80,4

TOTALE 48352 8,1 4,0 12,3 17,0 58,6 15787 3,2 4,1 11,3 15,5 65,9

Fonte: ARPA, 2002 Valutazione dei carichi diffusi a scala di bacino del Tevere Un’elaborazione condotta nel 2000 da ANPA e pubblicata in sintesi nella RSA 2001 del Ministero dell’Ambiente ha affrontato il problema dell’inquinamento diffuso dei corsi d’acqua, producendo una mappatura di un Indice di Inquinamento diffuso Potenziale (IDP). L’analisi ha riguardato l’intero bacino del Tevere e quindi gran parte della Regione Umbria evidenziando, a scala di bacino idrografico, le relazioni tra il sistema fluviale e il territorio circostante con cui esso interagisce direttamente, considerando le driving forces che possono originare pressioni sul corso d’acqua in termini di inquinamento diffuso. Mentre il controllo degli scarichi puntuali può essere effettuato con una relativa facilità, la verifica di sorgenti diffuse, nonostante queste siano spesso predominanti, è assai rara e difficoltosa. Basti pensare alla scarsa attività di controllo sulle acque di dilavamento superficiale dei suoli agricoli, fonte principale della presenza di nitrati nei corsi d’acqua. La difficoltà di una valutazione diretta delle pressioni, nel caso di inquinamento diffuso dei corsi d’acqua, porta a preferire un’analisi delle driving forces che le generano ed in particolare dell’uso del suolo circostante, considerando le strette relazioni che esistono tra l’uso dello spazio fisico terrestre e la qualità dei corpi idrici. A partire dal modello digitale del terreno, utilizzando un DEM con una maglia formata da celle quadrate di lato 75 m, sono state individuate le direzioni del flusso

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che escono da ogni cella e le distanze relative rispetto al corso d’acqua su cui confluiscono. I parametri di base utilizzati sono stati l’uso del suolo (Corine Land Cover), la geologia del bacino e la sua acclività, congiuntamente alla presenza di reti stradali e ferroviarie. Sono stati calcolati pesi relativi alle classi di permeabilità del suolo e valutato il coefficiente di deflusso di ciascuna cella e la sua distanza relativa dal corpo idrico recettore, con un’analisi che ha avuto la seguente struttura:

CORINE Land Cover

Strade e ferrovie

Uso del suolo

CORINE Land Cover

Pendenza

Geologia

Coeff. di deflusso medio del percorso idraulico

Distanza dal corso d’acqua di sversamento

IDP (Bacino)

IDP (Fiumi)

Superficie contribuente

Fig. 2.2.8 - Schema della procedura di calcolo dell’IDP Fonte: ANPA, 2000 Per ogni cella del bacino è stato, quindi, calcolato il valore di un indice assegnando dei pesi alle diverse classi del CORINE Land Cover, alla presenza di infrastrutture stradali e ferroviarie, alla lunghezza del percorso idraulico ed al coefficiente di deflusso medio di tale percorso. Tale indice, chiamato I.D.P. - indice di Inquinamento Diffuso Potenziale (riferito al bacino), rappresenta l’incidenza della singola cella (intesa come unità di superficie) per l’inquinamento diffuso del corso d’acqua di riferimento. Tali valori sono stati poi riportati ai corsi d’acqua cumulando tutte le celle che hanno come destinazione finale lo stesso punto e quindi, dividendo le aste fluviali in tratti di

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lunghezza omogenea (circa 900 m), assegnando il valore medio al singolo tratto. I risultati sono stati poi suddivisi in cinque classi. Il risultato evidenzia le pressioni potenziali diffuse esercitate dalle aree di pianura prossime ai principali corsi d’acqua su cui insistono maggiormente le attività agricole e si sviluppano le infrastrutture viarie. Pur non essendo quantitativa l’informazione è utile per raffrontare lo stato ambientale dei corsi d’acqua ai carichi sia puntuali che diffusi.

Fig. 2.2.8 - Indice di inquinamento diffuso potenziale (IDP) riferito ai corsi d’acqua (bacino del Tevere) Fonte: ANPA, 2000

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Carichi inquinanti reali Carico civile I carichi di origine civile sono monitorati in maniera organica dal 2001 da parte dell’ARPA, con controlli sugli impianti di depurazione tanto a livello analitico che di verifica del funzionamento generale del sistema. In questo contesto sono verificate le portate in ingresso o i carichi entranti, ragione per cui si può risalire agli abitanti equivalenti serviti al netto delle eventuali perdite in rete. Parte degli impianti principali è autorizzata al trattamento anche di parti di reflui industriali assimilabili a civili. Se si considera il quadro dell’aggiornamento del PRRA (dato 1996) risulta che il 72% della popolazione regionale è servita da impianti di depurazione (circa 210) e che vi è ancora un 20% suscettibile di essere allacciata a futuri impianti di depurazione. Tab. 2.2.27 – Abitanti effettivi allacciati alla rete fognaria

Codice Sottobacino Abitanti

effettivi nel Sottobacino

Percentuale abitanti

serviti da impianti

Percentuale abitanti

serviti da fognatura e

non serviti da depuratore

Percentuale abitanti

allacciabili

Percentuale abitanti non allacciabili

1 Alto Tevere 134.949 81% 2% 11% 6%

2 Nestore-Trasimeno 173.157 77% 5% 12% 5%

3 Chiascio 83.520 65% 12% 15% 8%

4 Topino-Marroggia 148.912 71% 2% 17% 10%

5 Medio Tevere 58.843 59% 7% 19% 16%

6 Paglia-Chiani 40.044 61% 19% 11% 9%

7 Nera 157.778 77% 7% 11% 5%

8 Basso Tevere 32.712 52% 18% 17% 13%

TOTALE 829.915 72% 6% 14% 8%

Fonte: PRRA, Regione Umbria, 1996 Tale quadro non è direttamente corrispondente all’effettivo trattamento depurativo degli abitanti allacciati. Dall’anno 2000 l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente dell’Umbria esegue controlli periodici sugli effluenti in uscita dagli impianti, come previsto dal D.L. 152/99. Il numero minimo di controlli da eseguire, in base alla potenzialità dell’impianto, e i parametri da ricercare sono di seguito riportati:

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POTENZIALITA’ IMPIANTO

N° CAMPIONI DA PRELEVARE NELL’EFFLUENTE

PARAMETRI

DA 2000 A 9999 A.E. 1 CAMPIONE ANNUO •FINO A 50 CHIMICO-FISICI, ELENCATI IN TAB. 3 (O ALTRI RITENUTI NECESSARI), •TEST DI TOSSICITÀ ACUTA SU DAPHNIA MAGNA, •ESCHERICHIA COLI

DA 10000 A 49999 A.E. 3 CAMPIONI ANNUI COME SOPRA OLTRE 50000 A.E. 6 CAMPIONI ANNUI COME SOPRA

Nel 2001 ARPA ha effettuato controlli su 22 impianti con potenzialità > 10.000 a.e. e 36 con potenzialità tra 2.000 e 10.000 a.e. Inoltre, nell’ultimo trimestre 2001, è stata svolta un’indagine, su specifica richiesta della Regione dell’Umbria, finalizzata a verificare l’efficienza degli impianti più significativi presenti nel territorio regionale, con lo scopo di individuare situazioni in cui si rendono necessari interventi strutturali (progetto V.E.I.D.E.). Sono stati esaminati complessivamente 26 impianti di trattamento, di cui 22 con potenzialità >10.000 a.e. e 4 con potenzialità compresa tra 2.000 e 10.000 a.e., ubicati in aree sensibili ai sensi del D.Lgs n. 152/99. Lo studio ha preso in considerazione anche le portate trattate giornalmente negli impianti, in modo da valutare gli effettivi carichi inquinanti in ingresso e in uscita e l’impatto sui corpi idrici recettori. L’indagine prosegue anche nel 2002. Nelle tabelle seguenti vengono presentati i dati, riferiti ai sottobacini regionali, sulle portate di progetto e di esercizio degli impianti controllati, sulla popolazione servita di progetto e di esercizio (determinata sulla base del carico di BOD5 in ingresso a ciascun depuratore e considerando un apporto unitario pari a 60 gr/ab/d) e sui carichi di BOD5, azoto totale, solidi sospesi e fosforo totale effettivamente in uscita dagli impianti. I dati sono completi per i depuratori con potenzialità >10.000 a.e e per quelli dell’area del Trasimeno, in alcuni casi manca la portata o le analisi su impianti minori.

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Tab. 2.2.28 a) – Carichi annuali in uscita (Kg) - Sottobacino Alto Tevere

Sottobacino Alto Tevere

Portata di

progetto m3/d

Abitanti serviti di progetto

Portata di

esercizio m3/d

Abitanti serviti di esercizio

Carico annuale BOD5

Carico annuale

Ntot

Carico annuale Solidi

Sospesi

Carico annuale

Ptot

Perugia-P.Rio 1.500 10.000 1.600 6.600 21.791 114.318 47888 1.278 Perugia-P.S.Giovanni 8.400 30.000 9.000 19.670 22.776 12.352 76.650 5.986 Perugia-Pontevalleceppi 8.400 30.000 6.700 17.000 12.961 50.542 17.790 5.869

Perugia S.Martino 500 2500 1.200 4.260 1.226 n.d. 2.847 n.d. C. di Castello-Canonica 10.000 40.000 10.000 17.700 32.576 44.650 17.338 5.595 S.Giustino-Selci Lama 3.000 15.000 4.500 4.700 16.754 8.596 47085 2.252

Umbertide-Pian D'Assino 3.200 20.000 3.260 2.230 26.455 15.469 17.254 1.113

Gubbio Raggio n.d. 7000-8000 1.200 1.000 2.409 9.198 3.723 788

Perugia-S.Orfeto 672 2400 1.500 2.500 2.300 n.d. 4.380 n.d. Pietralunga- M. dei Rimedi 400 2.000 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. TOTALE 38.960 75.660 139.248 255.124 234.954 22.882

Tab. 2.2.28 b) – Carichi annuali in uscita (Kg) - Sottobacino Medio Tevere

Sottobacino Medio Tevere

Portata di

progetto m3/d

Abitanti serviti di progetto

Portata di

esercizio m3/d

Abitanti serviti di esercizio

Carico annuale BOD5

Carico annuale

Ntot

Carico annuale Solidi

Sospesi

Carico annuale

Ptot

Deruta 3.876 16.150 6.860 8.820 9.264 39.686 16.275 3.143 Massa Martana 270 2500 276 n.d. 1.511 n.d. 1.310 n.d. Todi Cascianella n.d. 3500 630 n.d. 942 n.d. 2.759 n.d. Todi Impianti Sportivi n.d. 4000 890 2.000 781 4.548 1.624 489 Todi Ponte Rio n.d. 6400 1.365 841 1.697 n.d. 26.426 n.d. TOTALE 10.021 11.661 14.195 44.234 48.395 3.632

Tab. 2.2.28 c) – Carichi annuali in uscita (Kg) - Sottobacino Chiascio

Sottobacino Chiascio

Portata di

progetto m3/d

Abitanti serviti di progetto

Portata di

esercizio m3/d

Abitanti serviti di esercizio

Carico annuale BOD5

Carico annuale

Ntot

Carico annuale Solidi

Sospesi

Carico annuale

Ptot

Assisi Bastia 12.000-15.000

48.500-66.700 13.000 19.600 29.499 59.028 44.683 6.928

Gubbio S.Erasmo 3.000 15.000 4.500 7.000 29.729 17.192 20.258 427 G.Tadino - F. di Vico 4.757 16.560 2.546 3.530 5.205 3.654 10.377 442 TOTALE 20.046 30.130 64.433 79.873 75.318 7.796

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Autorità Ambientale dell’Umbria – Valutazione Ex-Ante Ambientale 31.12.2002 91

Tab. 2.2.28 d) – Carichi annuali in uscita (Kg) - Sottobacino Nestore-Trasimeno

Sottobacino Nestore

Trasimeno

Portata di

progetto m3/d

Abitanti serviti di progetto

Portata di

esercizio m3/d

Abitanti serviti di esercizio

Carico annuale BOD5

Carico annuale

Ntot

Carico annuale Solidi

Sospesi

Carico annuale

Ptot

San Sisto 11.200 40.000 5.000 11.800 7117,5 9052 14235 3212 Perugia Pian della Genna 25.200 90.000 18.440 55.800 28.616 124.246 70.664 12.264 Marsciano S.M.Poggiali 1.440 6.000 2.147 6.000 3.920 28.996 8.034 179 Magione Montesperello 1.453 13.200 1.760 10.000 2.807 6.402 3.318 537 Passignano Le Pedate

1104-1680

6000-12000 1.092 2.821 10.045 1.675 4.822 558

C. del Lago-Pineta n.d. 4.000 275 600 785 2.208 1.004 95 C. del Lago-bonazzoli

800 - 1600

4.000 - 9000 1.363 3.489 23.382 33.828 30.098 1.989

Mugnano 420 2000 380 506 444 n.d. 1.664 n.d. TOTALE 30.457 91.016 77115,74 206407,5 133838,2 18834

Tab. 2.2.28 e) – Carichi annuali in uscita (Kg) - Sottobacino Topino-Marroggia

Sottobacino Topino Marroggia

Portata di

progetto m3/d

Abitanti serviti di progetto

Portata di

esercizio m3/d

Abitanti serviti di esercizio

Carico annuale BOD5

Carico annuale

Ntot

Carico annuale Solidi

Sospesi

Carico annuale

Ptot

Foligno - Casone 10.800 60.000 16.140 56.665 179.679 108.201 202.506 4.420 Spello - Castellaccio 2.800 14.000 5.860 11.500 30.587 34.489 37.646 1.577 Spoleto - Camposalese 5.600 28.000 9.300 16.600 66.193 44.129 50.691 15.819 Bevagna - Loc.Capro 720 4.500 400 1.373 803 n.d. 876 n.d. Colfiorito 1.500 7.500 460 3.780 369 n.d. 471 n.d. Montefalco 1.400 7.000 760 2.600 694 4.438 4.993 416 Nocera Umbra 940 4000 1.200 2.200 2.234 n.d. 5.694 n.d. TOTALE 34.120 94.718 280.557 191.256 302.877 22.232

Tab. 2.2.28 f) – Carichi annuali in uscita (Kg) - Sottobacino Nera

Sottobacino Nera

Portata di

progetto m3/d

Abitanti serviti di progetto

Portata di esercizio

m3/d

Abitanti serviti di esercizio

Carico annuale BOD5

Carico annuale

Ntot

Carico annuale Solidi

Sospesi

Carico annuale

Ptot

Norcia Serravalle 3.360 5000-12000 2.400 2.800 4.468 11.388 11.607 2.453

Cascia 600 3000 720 1.284 n.d. n.d. n.d. n.d. Terni Gabelletta 4.500 15.000 1260 3400 4.139 7.796 3.551 1.292 Terni Maratta Bassa 48.900 150.000 64800 95300 174.434 222.741 120.625 2.113 TOTALE 69.180 102.784 183.040 241.926 135.784 5.858

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Autorità Ambientale dell’Umbria – Valutazione Ex-Ante Ambientale 31.12.2002 92

Tab. 2.2.28 g) – Carichi annuali in uscita (Kg) - Sottobacino Basso Tevere

Sottobacino Basso Tevere

Portata di

progetto m3/d

Abitanti serviti di progetto

Portata di

esercizio m3/d

Abitanti serviti di esercizio

Carico annuale BOD5

Carico annuale

Ntot

Carico annuale Solidi

Sospesi

Carico annuale

Ptot

Amelia Paticchi 1700 8.500 1.360 2.430 8603 7855 6023 299 Tab. 2.2.28 h) – Carichi annuali in uscita (Kg) - Sottobacino Paglia-Chiani

Sottobacino Paglia Chiani

Portata di

progetto m3/d

Abitanti serviti di progetto

Portata di

esercizio m3/d

Abitanti serviti di esercizio

Carico annuale BOD5

Carico annuale

Ntot

Carico annuale Solidi

Sospesi

Carico annuale

Ptot

Orvieto 6.400 20.000 4.800 8.500 29.346 31.211 16.118 1.916 Fonte: ARPA, 2001 Nella tabella di sintesi si riporta il raffronto su due dei parametri principali a scala regionale con il carico determinato dal PRRA su tutta la popolazione regionale (considerando che la popolazione servita risultante nello studio è circa il 50% di quella regionale). Tab. 2.2.29 – Carichi civili residui reali dal PRRA e dal controllo ARPA 2001

da PRRA (2000) da ARPA 2002

Cod. Sottobacino Abitanti effettivi nel Sottobacino

(1996)

Carico annuo BOD5 (kg)

Carico annuo

N (kg)

Abitanti serviti

(indagine 2001)

Carico annuo da indagine

BOD5 (kg)

Carico annuo da indagine N (kg)

1 Alto Tevere 134.949 173.800 244.000 75.660 139.248 255.124

2 Nestore-Trasimeno

173.157 212.000 322.000 91.016 77115,74 206407,5

3 Chiascio 83.520 87.900 172.700 30.130 64.433 79.873

4 Topino-Marroggia

148.912 169.900 302.000 94.718 280.557 191.256

5 Medio Tevere 58.843 57300 155.800 11.661 14.195 44.234

6 Paglia-Chiani 40.044 39.100 103.500 8.500 29.346 31.211

7 Nera 157.778 194.200 270.000 102.784 183.040 241.926

8 Basso Tevere 32.712 27.400 113.000 2.430 8603 7855

TOTALE 829.915 964.000 1.683.000 416.889 796.537 1.057.887

Fonte: PRRA, Regione Umbria, 1996; ARPA, 2001

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Nel grafico 2.2.9 vengono riportati i dati sulla popolazione servita di progetto e di esercizio relativi agli impianti di depurazione studiati e controllati da ARPA. Il carico organico in ingresso è stato determinato mediante uno o più campionamenti medi compositi nelle 24 ore e, dove presenti, da autocontrolli dei gestori, in modo da poter conoscere la popolazione effettivamente servita.

0

20000

40000

60000

80000

100000

120000

140000

160000

180000

200000

Sottob

acino

Alto

Tevere

Sottob

acino

Med

io Tev

ere

Sottob

acino

Nes

tore T

rasim

eno

Sottob

acino

Chia

scio

Sottob

acino

Topino

Marr

oggia

Sottob

acino

Nera

Sottob

acino

Bas

so Tev

ere

Sottob

acino

Pag

lia C

hiani

Sottobacini

Abi

tant

i equ

ival

enti Abitanti serviti di progetto

Abitanti serviti di esercizio

Grafico 2.2.9 – Confronto tra popolazione servita di progetto e di esercizio Fonte: ARPA Umbria, 2001 Nel grafico n. 2.2.10 viene invece messo in evidenza l’effettivo carico inquinante in uscita dagli stessi impianti per ogni sottobacino.

050.000

100.000150.000200.000250.000300.000350.000400.000

Sottob

acino

Alto

Tevere

Sottob

acino

Med

io Tev

ere

Sottob

acino

Nes

tore T

rasim

eno

Sottob

acino

Chia

scio

Sottob

acino

Topino

Marr

oggia

Sottob

acino

Nera

Sottob

acino

Bas

so Tev

ere

Sottob

acino

Pag

lia C

hiani

Sottobacini

Car

ichi

(kg/

anno

)

Carico annuale BOD5Carico annuale NtotCarico annuale Solidi SospesiCarico annuale Ptot

Grafico 2.2.10 – Carico inquinante effettivo in uscita dai depuratori Fonte: ARPA Umbria, 2001

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Dai rilevamenti effettuati emerge che il problema principale riguarda la quasi totale adozione di reti fognarie miste, spesso obsolete, e quindi soggette a perdite nel suolo o ad infiltrazione di acque di ruscellamento. In particolare, nei periodi di pioggia, ma anche nei periodi di irrigazione, la massiccia infiltrazione di acqua in rete costringe a by-passare gran parte del carico inquinante in arrivo, vanificando il miglioramento qualitativo dei corpi idrici ricettori, anche quando l’effluente finale relativo alla frazione delle acque reflue trattata negli impianti rientra nei limiti di legge. Dati sulla totalità dei depuratori regionali (fig. 2.2.9) sono contenuti nell’aggiornamento del PRRA e si riferiscono a controlli effettuati tra il 1996 e il 1998. I dati presenti sono completi solo per una parte degli impianti, talora manca la portata trattata, altre volte i valori analitici in ingresso o in uscita, che comunque sono spesso dati singoli per impianto e non necessariamente rappresentativi della condizione media annua.. Il quadro complessivo per i carichi in uscita risultante da questi dati è puramente indicativo.

Carichi inquinanti annuali stimati in uscita dagli impianti di depurazione (dati PRRA, anni 1996-98)

0

100000

200000

300000

400000

500000

600000

Alto Tevere NestoreTrasimeno

Chiascio TopinoM arroggia

M edio Tevere Paglia Chiani Nera Basso Tevere

Sottobacino

Car

ico

(kg/

anno

)

BOD5

COD

SS

Ptot

Ntot

Grafico 2.2.11 – Carichi inquinanti annuali stimati in uscita dagli impianti di depurazione Fonte: Aggiornamento PRRA, 2000

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Fig. 2.2.9 - Quadro degli impianti di depurazione in Umbria in relazione ai sottobacini Fonte: Aggiornamento PRRA, Regione Umbria, 2000

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Carico agricolo/zootecnico Le superfici agricole risultanti dai censimenti ISTAT sono riportate nella tabella 2.2.30. La stima dei carichi agricoli e zootecnici dovuti alle colture e concimazioni è stata effettuata dal PRRA. Essa fornisce valori percentuali molto elevati rispetto al carico complessivo civile, industriale e agrozootecnico. Tab. 2.2.30 - Carichi agricoli e zootecnici organici

BOD COD Zootecnica (suini) %

Zootecnica (suini) %

Sottobacino

Totale carichi

(t/anno)

Smaltito

Esubero

Agrozootecnici

(%)

Totale A

gro-zoot %

Totale A

gro-zoot (t/anno)

Totale carichi

(t/anno)

Smaltito

Esubero

Agrozootecnici

(%)

Totale A

gro-zoot %

Totale A

gro-zoot (t/anno)

1 Alto Tevere 1.829,0 0,5 73,1 2,5 76,1 1.391,9 4.864,2 1,1 59 5,2 65,3 3.176,32 Nestore-

Trasimeno 6.076,9 0,8 91,8 0,5 93,1 5.657,6 13.934,6 1,9 85,3 1,2 88,4 12.318,2

3 Chiascio 1.418,3 0,8 72,6 2,8 76,2 1.080,7 3.790,8 1,8 57,6 5,7 65,1 2.467,84 Topino-

Marroggia 3.331,0 0,6 77,5 1,8 79,9 2.661,5 8.590,8 1,2 64,3 3,8 69,3 5.953,4

5 Medio Tevere 7.164,8 0,3 96,1 0,5 96,9 6.942,7 15.937,8 0,8 92,6 1,1 94,5 15.061,26 Paglia-Chiani 202,7 2,8 58,9 5,1 66,8 135,4 599,7 5,1 42,5 9,2 56,8 340,67 Nera 2.182,5 0,3 41,1 5 46,4 1.012,7 7.172,9 0,5 26,8 8,2 35,5 2.546,48 Basso Tevere 187,5 5,7 48,2 11,5 65,4 122,6 610,9 9,5 30,2 19 58,7 358,6

TOTALE 22.392,6 0,6 82,7 1,6 84,9 19.011,3 55.501,8 1,3 71,3 3,4 76 42.181,3 Tab. 2.2.31 - Carichi agricoli e zootecnici in nutrienti

Azoto totale (Ntot) Fosforo totale (Ptot) Zootecnica (suini) %

Zootecnica (suini) %

Sottobacino Totale carichi

(t/anno)

Smaltito

Esubero

Agricola %

Totale A

gro-zoot %

Totale A

gro-zoot (t/anno)

Totale carichi

(t/anno)

Smaltito

Esubero

Agricola %

Totale A

gro-zoot %

Totale A

gro-zoot (t/anno)

1 Alto Tevere 2.050,8 1,8 8,6 55,2 65,6 1.345,3 198,0 0,8 31,4 35,7 67,9 134,42 Nestore-

Trasimeno 2.225,3 11,3 18 45,4 74,7 1.662,3 347,1 3,1 60,9 13,9 77,9 270,4

3 Chiascio 1.408,9 5,5 1,5 62,3 69,3 976,4 123,2 2,8 27,2 44,7 74,7 92,04 Topino-

Marroggia 2.103,9 3,3 14,1 49 66,4 1.397,0 243,6 1,3 47,6 26,3 75,2 183,2

5 Medio Tevere 2.327,0 4,4 39,8 40,7 84,9 1.975,6 395,6 1,1 80,7 12,1 93,9 371,56 Paglia-Chiani 737,7 2,4 1,2 61,4 65 479,5 52,9 1,7 9,3 45,9 56,9 30,17 Nera 2.791,6 0,9 4,3 51,2 56,4 1.574,5 243,2 0,5 17,3 47,2 65 158,18 Basso Tevere 806,4 4,2 0,1 67,4 71,7 578,2 50,0 3,6 0,6 58,2 62,4 31,2

TOTALE 14.451,6 4,3 13,5 51,4 69,2 10.000,5 1.653,6 1,6 47,7 27,5 76,8 1.270,0 Fonte: PRRA, Regione Umbria, 1996

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Autorità Ambientale dell’Umbria – Valutazione Ex-Ante Ambientale 31.12.2002 97

Per quanto riguarda i carichi da prodotti fitosanitari, l’impiego dei prodotti fitosanitari è sempre più diffuso e diversificato, in particolare nelle zone caratterizzate da una agricoltura intensiva: esso pone in primo piano il problema del loro destino nel terreno e dei rischi di inquinamento delle acque superficiali e profonde, sia quando tali sostanze siano direttamente distribuite sul suolo che somministrate sulla parte aerea delle colture. In Umbria il dato disponibile si riferisce alla vendita dei prodotti a scala annua ed è aggiornato al 1998: vengono venduti mediamente 27.706 q.li all’anno ca. di prodotti fitosanitari, gran parte dei quali nella provincia di Perugia. L’andamento nel tempo non è completamente esaustivo dell’evoluzione in quanto la diversificazione e l’evoluzione dei prodotti utilizzati può comportare variazioni significative dei dosaggi volumetrici a parità di effetti sulle colture e tossicità. Il carico totale di prodotti fitosanitari sul territorio regionale è stato ricavato dai dati di vendita di sostanze attive, disponibili presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali relativi agli anni 1994-1998, che provengono dalle dichiarazioni dei rivenditori i quali notificano semestralmente le vendite, ai sensi del D.M. n. 217/91, al Sistema Informatico Agricolo Nazionale (SIAN). Tab. 2.2.32 - Vendite di prodotti fitosanitari in Umbria, anni 1994-1998

Provincia di Perugia Anno

1994 1995 1996 1997 1998 FITOFARMACI (Quintali/Ettolitri)

22.243 25.212 25.713 22.319 18.706

Provincia di Terni 1994 1995 1996 1997 1998

FITOFARMACI (Quintali/Ettolitri)

4.971 4.112 6.066 4.327 4.861

TOTALE REGIONALE 27.214 29.324 31.779 26.646 23.567 Kg/ha di prodotto distribuito

8.6 9.3 7.8 6.8 6.4

Fonte: Ministero Politiche Agricole e Forestali, 1998 Carico itticolo La gran parte degli allevamenti regionali è localizzata nel sottobacino del Nera e riguarda le troticolture. Un progetto condotto da ARPA in collaborazione con la provincia di Perugia sugli allevamenti di trote della Valnerina, comprendente la determinazione di sostanze rilasciata nel reticolo idrografico. Dalla somma delle quantità di fosforo e azoto apportati giornalmente dai singoli impianti si ricava la stima del carico inquinante sia per le troticolture dell’Umbria, sia per quelle delle Marche.

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Autorità Ambientale dell’Umbria – Valutazione Ex-Ante Ambientale 31.12.2002 98

Tab. 2.2.33 – Carico inquinante da attività itticola

Quantità di nutrienti scaricata

dagli impianti Regione P (Kg/giorno) N (Kg/giorno) UMBRIA 15.3 93.7 MARCHE 3.4 18.7

Fonte: ARPA, 2002 I dati ottenuti possono essere correlati con quelli del monitoraggio del Canale Medio-Nera relativamente alla stima del carico inquinante presente alla partenza dell’ultimo tratto del Canale del Medio Nera. Dalle stime effettuate è risultato che l’apporto giornaliero di fosforo totale calcolato alla partenza dell’ultimo tratto del Canale del Medio Nera è pari a 106,3 Kg/giorno, il carico relativo all’azoto nitrico è di 1.326,3 Kg/giorno, mentre quello relativo all’azoto ammoniacale ammonta a 196 Kg/giorno. Carico industriale Il sistema della depurazione industriale è organicamente poco conosciuto, mancando in genere informazioni strutturate sulla localizzazione degli scarichi, sul corpo ricettore e sul tipo di trattamento eventuale. Il catasto degli scarichi risulta poco consistente; solo la Provincia di Terni ha censito gli scarichi industriali non immessi in pubblica fognatura (circa 120) mentre non si hanno dati su quelli collegati alla rete fognaria civile. La Provincia di Perugia ha avviato recentemente un programma di censimento degli scarichi. Dal 2001 l’ARPA ha avviato un programma di sopralluoghi (SPINA) presso le attività produttive regionali con la creazione di un archivio dati e la loro georeferenziazione degli impianti. Allo stato attuale sono state interessate circa 400 aziende. Nell’ambito di tale attività e di interventi sul territorio, sia programmati (allegato 5, DLgs 152/99) che di controllo, sono stati realizzati campionamenti di scarichi industriali. Nella tabella 2.2.34 si riporta il quadro riassuntivo a scala della Provincia di Perugia per gli anni 2000 e 2001. Tab. 2.2.34 – Controlli effettuati su scarichi nella Provincia di Perugia

Anno Tipo di scarico

Numero controlli

Risultato regolare

Risultato non

regolare

Risultato n.d.

Industriale 33 14 7 11 Zootecnico 10 0 7 3

2000

TOTALE 44 14 14 14 Industriale 57 32 17 8 Zootecnico 14 4 6 4

2001

TOTALE 71 36 23 12 Fonte: Progetto SPINA, ARPA, 2001

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Autorità Ambientale dell’Umbria – Valutazione Ex-Ante Ambientale 31.12.2002 99

Dall’aggiornamento del PRRA possono essere ricavati i dati sui carichi industriali calcolati come contributo alle acque superficiali ed alle acque sotterranee. Tab. 2.2.35 – Carichi effettivi su corpi idrici superficiali (o residui)

BOD COD Azoto totale (Ntot) Fosforo totale

(Ptot) Cod. Sottobacino T

otale (t/anno)

Industriale%

Industriale (t/anno)

Totale

(t/anno)

Industriale%

Industriale (t/anno)

Totale

(t/anno)

Industriale%

Industriale (t/anno)

Totale

(t/anno)

Industriale%

Industriale (t/anno)

1 Alto Tevere 1829 14,3 261,5 4864,2 21,4 1.040,9 2.050,8 4,9 100,5 198 1,9 3,82 Nestore-

Trasimeno 6076,9 3,3 200,5 13934,6 5,8 808,2 2.225,3 3,5 77,9 347,1 1,7 5,9

3 Chiascio 1418,3 17,5 248,2 3790,8 26,3 997,0 1.408,9 6,9 97,2 123,2 1,5 1,84 Topino-

Marroggia 3331 15 499,7 8590,8 23,3 2.001,7 2.103,9 9,1 191,5 243,6 1,7 4,1

5 Medio Tevere

7164,8 2,3 164,8 15937,8 4,2 669,4 2.327 2,7 62,8 395,6 0,4 1,6

6 Paglia-Chiani

202,7 13,9 28,2 599,7 18,9 113,3 737,7 1,5 11,1 52,9 2,8 1,5

7 Nera 2182,5 44,6 973,4 7172,9 54,3 3.894,9 2.791,6 13,3 371,3 243,2 2 4,98 Basso

Tevere 187,5 20,1 37,7 610,9 24,6 150,3 806,4 1,9 15,3 50 2,4 1,2

TOTALE 22392,6 10,8 2.418,4 55501,76 17,4 9.657,3 14.451,63 6,4 924,9 1653,64 1,5 24,8 Tab. 2.2.36 – Carichi effettivi su corpi idrici sotterranei

Codice Sottobacino Totale

(t/anno)

Industriale %

Industriale (t/anno)

Totale

(t/anno)

Industriale

Industriale (t/anno)

1 Alto Tevere 1226,4 0,6 7,4 11,1 1,3 0,12 Nestore-Trasimeno 1052,8 0,4 4,2 14 1,5 0,23 Chiascio 1131,6 0,6 6,8 10,4 0,7 0,14 Topino-Marroggia 1391,7 1 13,9 16,4 1 0,25 Medio Tevere 853 0,4 3,4 7,4 0,7 0,16 Paglia-Chiani 418,5 0,1 0,4 4,5 1,2 0,17 Nera 1414,5 1,6 22,6 13,4 1,3 0,28 Basso Tevere 677,8 0,1 0,7 5,4 0,8 0,0

TOTALE 8166,4 1 81,7 82,54 1 0,8

Fonte: Aggiornamento del PRRA, Regione Umbria, 2000

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Capacità di abbattimento dei carichi Una valutazione della capacità di abbattimento dei carichi è stata elaborata dal PRRA con dati fino al 1996. Essa risulta abbastanza significativa della situazione reale, anche se con i dati diretti di recente acquisizione ed elaborazione presentati nelle pagine precedenti (dati non completi) si evidenziano carichi residui leggermente superiori a quelli del PRRA. I dati qui sotto riassunti sono comunque importanti per ogni successivo sviluppo conoscitivo, progettuale e pianificatorio e costituiscono uno strumento organico e corretto di informazione ambientale. Tab. 2.2.37 – Bilancio dei carichi organici complessivi regionali Tipologia Carichi Prodotti Carichi Residui Carichi Eliminati

BOD COD BOD COD BOD COD t/anno (%) t/anno (%) t/anno (%) t/anno (%) t/anno Abbattimento

(%) t/anno Abbattimento

(%)

Civili 18430 13,9% 39323 12,0% 964 4,3% 3597 6,5% 17466 94,8% 35725 90,9%

Industriali 47923 36,2% 150190 45,7% 2418 10,8% 9672 17,4% 45505 95,0% 140518 93,6%

Zootecnici 65862 49,8% 138950 42,3% 19010 84,9% 42232 76,1% 46852 71,1% 96718 69,6%

Agricoli 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0% 0 - 0 -

TOTALI 132215 100,0% 328463100,0% 22393100,0% 55502 100,0%109822 83,1% 272961 83,1%

Tab. 2.2.37 – Bilancio dei carichi in nutrienti complessivi regionali

Carichi Prodotti Carichi Residui Carichi Eliminati

N P N P N P Tipologia

reflui t/anno (%) t/anno (%) t/anno (%) t/anno (%) t/anno Abbattimento

(%) t/anno Abbattimento

(%)

Civili 3910 8,1% 509 3,2% 1683 8,3% 327 20,0% 2227 57,0% 182 35,8%

Industriali 1950 4,0% 650 4,1% 988 4,9% 25 1,5% 962 49,3% 625 96,1%

Zootecnici 14178 9,3% 4229 26,8% 3188 15,7% 817 50,0% 10991 77,5% 3412 80,7%

Agricoli 28314 8,6% 10400 65,9% 14436 71,1% 464 28,4% 13878 49,0% 9936 95,5%

TOTALI 48352 0,0% 15787 100,0% 20294100,0% 1633100,0% 28058 58,0% 14154 89,7%

Fonte: PRRA, Regione Umbria, 1996

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2.2.4 Indicatori generali per le acque Per la descrizione sintetica dello stato di qualità ambientale e dei principali fattori di pressione sulle acque sono stati individuati i seguenti indicatori di stato e di impatto, di seguito quantificati:

1) Carico complessivo per sottobacino (COD, BOD, N, P) 2) Stazioni di monitoraggio discreto per sottobacino al 2001 3) Stazioni di monitoraggio automatico per sottobacino al 2001 4) Punti di controllo depurazione 5) Stato qualitativo delle acque sotterranee 6) Concentrazione media di materia organica rilevata nei corsi d’acqua per

sottobacino (BOD,COD) 7) Concentrazione media di nutrienti rilevata nei corsi d’acqua per

sottobacino(N, P)) 8) Concentrazione di nitrati nelle acque sotterranee (acquiferi alluvionali) 9) Numero di impianti di trattamento delle acque reflue (capacità e tipologia) 10) Abitanti serviti da impianti di depurazione (potenziali).

Indicatore 1: Carico complessivo per sottobacino (BOD-COD-N-P)

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

350.000

400.000

Sottob

acino

Alto

Tevere

Sottob

acino

Med

io Tev

ere

Sottob

acino

Nes

tore T

rasim

eno

Sottob

acino

Chia

scio

Sottob

acino

Topino

Marr

oggia

Sottob

acino

Nera

Sottob

acino

Bas

so Tev

ere

Sottob

acino

Pag

lia C

hiani

Sottobacini

Car

ichi

(kg/

anno

)

Carico annuale BOD5Carico annuale NtotCarico annuale Solidi SospesiCarico annuale Ptot

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Indicatore 2: Stazioni di monitoraggio discreto per sottobacino al 2001

Cod. Sottobacino Stazioni corsi d’acqua

Stazioni Laghi e invasi

Stazioni acque

sotterranee

Altre Stazioni

(potabilità, vita dei pesci)

TOTALE

1 Alto Tevere 4 0 43 4 51

2 Nestore-Trasimeno

2 3 3 1 9

3 Chiascio 3 0 28 0 31

4 Topino-Marroggia

4 2 79 2 87

5 Medio Tevere 2 1 22 0 25

6 Paglia-Chiani 3 0 0 2 5

7 Nera 7 1 35 9 52

8 Basso Tevere 3 1 0 0 4

Extra_Tevere 1 1 2

TOTALE 28 8 211 19 266

Indicatore 3: Stazioni di monitoraggio automatico per sottobacino al 2001

Cod. Sottobacino

Stazioni qualitative

corsi d’acqua

Stazioni qualitative

Laghi e invasi

Stazioni quantitative

acque sotterranee

Stazioni qualitative

acque sotterranee

Stazioni piezometriche

acque sotterranee

TOTALE

1 Alto Tevere 3 0 0 3 5 8

2 Nestore-Trasimeno

0 1 0 0 0 0

3 Chiascio 1 0 0 0 2 2

4 Topino-Marroggia

1 0 6 4 5 15

5 Medio Tevere 2 0 0 0 4 4

6 Paglia-Chiani 0 0 1 0 2 3

7 Nera 6 1 4 1 3 8

8 Basso Tevere 1 0 0 0 0 0

EXTRA 0 0 1 0 0 1

TOTALE 14 2 12 8 21 41

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Indicatore 4: Punti di controllo depurazione

Cod. Sottobacino Impianti civili > 10.000 a.e.

Impianti civili< 10.000 a.e.

Impianti industriali

Impianti zootecnici TOTALE

1 Alto Tevere 6 4 17 - 27

2 Nestore-Trasimeno

5 5 8 6 24

3 Chiascio 3 2 14 4 23

4 Topino-Marroggia 3 7 18 1 29

5 Medio Tevere 1 8 6 1 16

6 Paglia-Chiani 1 1 - - 2

7 Nera 3 5 1 - 9

8 Basso Tevere - 3 - - 3

TOTALE 22 35 64 12 133

Indicatore 5: Stato qualitativo delle acque sotterranee

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Alto Tev

ere

Chiasc

io

Medio

Tevere Nera

Nestor

e Tras

imen

o

Topino

Marr

oggia

Totale

% p

unti

Classe 1

Classe 2

Classe 3

Classe 4

Classe 0

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Indicatore 6: Concentrazione media di materia organica rilevata nei corsi d’acqua per sottobacino (BOD,COD)

Indicatore 7: Concentrazione media di nutrienti rilevata nei corsi d’acqua per sottobacino (N, P)

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Indicatore 8: Concentrazione di nitrati nelle acque sotterranee (acquiferi alluvionali)

Cod. Sottobacino Acquiferi di controllo

Punti di controllo

Periodo di riferimento

Numero analisi

effettuate

Valore medio complessivo

nitrati

Valore medio massimo del

bacino

1 Alto Tevere AVT CEU MVT

AVT = 17 CEU = 10 MVT = 16

1998-2001 10 39,17 128,43

2 Nestore-Trasimeno

MVT MVT = 3 1998-2001 10 41,04 89,01

3 Chiascio CEU VUM

CEU = 10 VUM = 17

1998-2001 10 60,95 126,95

4 Topino-Marroggia

VUM VUM = 71 1998-2001 10 39,15 158,10

5 Medio Tevere MVT MVT = 22 1998-2001 10 47,04 109,83

6 Paglia-Chiani - - - -

7 Nera CTR CTR = 31 1998-2001 10 25,74 63,77

8 Basso Tevere - - - -

Indicatore 9: Numero di impianti di trattamento delle acque reflue (capacità e tipologia)*

Sottobacino Numero impianti Tipologia (Trattamento

Tipologia (Trattamento Terziario) Potenzialità Portata trattata

Primario e secondario) Rimozione Azoto Rimozione

Fosforo (A.E.) (mc/g)

Alto Tevere 15 15 9 3 169.200 38.224 Nestore Trasimeno 21 21 10 2 171.698 24.685 Chiascio 14 14 10 6 51.707 12.016 Topino Marroggia 32 32 4 1 173.950 59.853 Medio Tevere 40 40 2 2 50.062 10.848 Paglia Chiani 32 32 1 0 30.400 6.162 Nera 37 37 5 1 168.700 56.889 Basso Tevere 24 24 1 0 21.190 3.912 Totale 215 215 42 15 836.907 212.589

* La tabella riporta la suddivisione degli impianti di depurazione per tipologia di trattamento (primario-secondario e terziario per la rimozione dei nutrienti). Si fa notare che dalle verifiche condotte da A.R.P.A. sugli impianti di maggiore dimensione, è emerso che la fase di rimozione del fosforo non viene quasi mai utilizzata ad eccezione degli impianti che scaricano nel bacino del Lago Trasimeno.

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Tipologie di trattamento degli impianti di depurazione

73%

20%7% Trattamenti Primari e Secondari

Rimozione Azoto

Rimozione Fosforo

Indicatore 10: Abitanti serviti da impianti di depurazione (potenziali)

Sottobacino Percentuale abitanti

serviti da impianti

Percentuale abitanti

serviti da rete

fognaria e non da

depuratore

Percentuale abitanti

allacciabili

Percentuale abitanti

non allacciabili

Alto Tevere 81% 2% 11% 6% Nestore-Trasimeno

77% 5% 12% 5%

Chiascio 65% 12% 15% 8% Topino-Marroggia

71% 2% 17% 10%

Medio Tevere

59% 7% 19% 16%

Paglia-Chiani

61% 19% 11% 9%

Nera 77% 7% 11% 5% Basso Tevere

52% 18% 17% 13%

TOTALE 72% 6% 14% 8%

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Autorità Ambientale dell’Umbria – Valutazione Ex-Ante Ambientale 31.12.2002 107

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

Alto Tevere Nestore-Trasimeno

Chiascio Topino-Marroggia

MedioTevere

Paglia-Chiani

Nera BassoTevere

TOTALE

Percentuale abitanti serviti da impianti

Percentuale abitanti fognati e non depurati

Percentuale abitanti allacciabili

Percentuale abitanti non allacciabili

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

Alto Tevere Nestore-Trasimeno

Chiascio Topino-Marroggia

Medio Tevere Paglia-Chiani Nera Basso Tevere TOTALE

Percentuale abitanti allacciati alla fognatura

Percentuale abitanti allacciabili