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REGIONE CALABRIA AUTORITA’ DI BACINO REGIONALE ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO DIFESA DEL SUOLO - EROSIONE DELLE COSTE LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE DEGLI INTERVENTI Catanzaro, Novembre 2006 Docum Ing. G dell’Au Con il Prof. P Ing. F ento redatto da: iovanni Ricca – Ing. Francesco Mercuri torità di Bacino Regionale contributo di: aolo Veltri – Geol. Tonino Caracciolo – ranco Guiducci – Ing. Vincenzo Falcomatà

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REGIONE CALABRIA AUTORITA’ DI BACINO REGIONALE

ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO

DIFESA DEL SUOLO - EROSIONE DELLE COSTE

LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE DEGLI INTERVENTI

Catanzaro, Novembre 2006

DocumIng. Gdell’Au

Con ilProf. PIng. F

ento redatto da: iovanni Ricca – Ing. Francesco Mercuri torità di Bacino Regionale

contributo di: aolo Veltri – Geol. Tonino Caracciolo –

ranco Guiducci – Ing. Vincenzo Falcomatà

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I N D I C E PREMESSA, CAMPO DI APLICAZIONE E FINALITA’ pag. 3INDIRIZZI E CRITERI GENERALI PER LA PROGETTAZIONE DI OPERE A DIFESA DEI LITORALI “ 4NORMATIVA DI RIFERIMENTO “ 6 PARTE PRIMACAP. 1 – INDAGINI E RILIEVI PROPEDEUTICI ALLA PROGETTAZIONE “ 7

1.1– Indagini e rilievi topografici e geomorfologici “ 71.2 – Indagini sedimentologiche “ 9

CAP. 2 – STUDIO IDRAULICO-MARITTIMO “ 112.1 – Regime dei venti “ 112.2 – Regime del moto ondoso “ 112.3 – Regime delle correnti “ 11

2.4 – Dinamica dei sedimenti “ 12

2.5 – Bilancio dei sedimenti “ 13 PARTE SECONDACAP. 3 – PROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI DI PROTEZIONE DELLA COSTA “ 14

3.1 – Individuazione della tipologia di intervento “ 143.2 – Verifica dell’efficienza dell’intervento “ 143.3 – Ricerca delle cave di prestito per gli interventi di ripascimento “ 163.4 – Verifica dell’impatto degli interventi sulle componenti ambientali e paesaggistiche del paraggio “ 173.5 – Piano di manutenzione e monitoraggio delle opere “ 183.6 – Costo dell’intervento “ 19

CAP. 4 – CONTENUTO DEGLI ELABORATI PROGETTUALI “ 204.1 – Progetto preliminare “ 204.2 – Progetto definitivo “ 214.3 – Progetto esecutivo “ 23

APPENDICE A: Tipologia della opere

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PREMESSA, CAMPO DI APPLICAZIONE E FINALITA’

La Regione Calabria ha stipulato con i Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare l’Accordo di Programma Quadro (A.P.Q.) “Difesa del Suolo” – Erosione delle Coste. Detto accordo è stato firmato in data 29 settembre 2006 e, con l’utilizzo dei fondi della Delibera CIPE n. 35 del 27 maggio 2005, ha destinato l’importo di € 45.000.000,00 per finanziare n. 47 interventi, finalizzati alla difesa delle coste ed al ripascimento degli arenili nel territorio regionale, da attuare a cura dei Comuni.

Il 2° comma dell’art. 2 del suddetto A.P.Q. prevede che: “L’attivazione degli interventi è condizionata all’inserimento, nel disciplinare da stipulare tra la Regione e gli Enti attuatori, di specifiche direttive e prescrizioni (linee guida), predisposte dall’Autorità di Bacino Regionale, finalizzate ad assicurare che gli interventi consentano di conseguire gli obiettivi di ricostruzione degli arenili e di riqualificazione e messa in sicurezza degli ambiti costieri interessati, nel rispetto dei criteri di compatibilità e di impatto ambientale”.

In relazione a ciò, al fine di indirizzare gli interventi previsti nel suddetto A.P.Q. verso soluzioni efficienti che non inducano effetti negativi sull’ambiente circostante, la Segreteria Tecnica dell’Autorità di Bacino Regionale, con il supporto dei Consulenti ed Esperti, ha redatto le presenti Linee Guida, per fornire ai Comuni ed ai Progettisti indicazioni specifiche per finalizzare gli interventi a difesa delle coste a un uso razionale delle risorse finanziarie disponibili. Nel redigere i progetti e nella realizzazione delle opere inserite nell’A.P.Q. si dovrà, pertanto, tener conto delle indicazioni contenute nel presente documento. Nelle aree costiere oggetto degli interventi, in caso di contrasto tra le indicazioni delle presenti Linee Guida e le disposizioni contenute nelle leggi, norme e prescrizioni di tutela ambientale, paesaggistica, culturale e/o archeologica, prevalgono in ogni caso le disposizioni più restrittive. Le presenti “Linee Guida” sono riferite e applicate alla progettazione ed esecuzione dei singoli interventi, con riferimento all’intera unità fisiografica, così come indicata e determinata nella premessa del Cap. 1, entro la quale l’opera viene realizzata e/o esercita l’azione o l’influenza. Le presenti “Linee Guida”, sono state elaborate sulla base delle norme generali e delle istruzioni ministeriali vigenti. Dopo aver elencato gli indirizzi e i criteri generali per la progettazione di opere a difesa dei litorali e delle normative di riferimento, le “Linee Guida” si articolano nel modo seguente. Nella prima parte (Cap. 1 e 2) vengono presi in esame i criteri da seguire nella esecuzione dei rilievi e delle indagini propedeutici al progetto, vengono descritti i requisiti dello studio topografico, morfo-sedimentologico e idraulico-marittimo, attraverso cui si perviene alla conoscenza dei caratteri fisici del territorio e dei processi di erosione e trasporto dei sedimenti litoranei e viene indicata la procedura per la scelta del tipo di intervento più idoneo al caso esaminato. Nella seconda parte (Cap. 3 e 4) vengono descritti gli interventi strutturali, le verifiche necessarie per la definizione degli stessi e i contenuti minimi richiesti per gli elaborati progettuali.

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INDIRIZZI E CRITERI GENERALI PER LA PROGETTAZIONE DI OPERE A DIFESA DEI LITORALI Per la progettazione delle opere di difesa della costa, si deve tenere conto dei seguenti indirizzi e criteri generali.

− Al fine di evitare che l’evoluzione dell’area interessata dalle opere marittime da realizzarsi influenzi i tratti di litorale adiacenti, la progettazione dovrà essere svolta tenendo conto dell’intera Unità (Sub-unità) fisiografica intesa come quell’area marino-costiera, più o meno ampia, nella quale i materiali sedimentari che la costiutiscono presentano movimenti confinati, con modeste perdite verso i margini del sistema, nell’ambito dell’unità, stessa senza scambi significativi con l’esterno cosicche gli effetti di un’opera realizzata sulla costa non si estendono, a breve e medio termine, al di fuori dell’unità fisiografica in cui essa ricade.

− Le ipotesi progettuali adottate devono valutare l’efficacia e gli effetti degli interventi a scala di “Unità (Sub-Unità) fisiografica”, considerando gli effetti dell’opera su tutto l’arco costiero interessato dalle possibili conseguenze.

− Ciascun progetto deve essere preceduto dalla ricognizione e dalla analisi critica dei rilievi, indagini, studi, progetti e interventi già svolti per l’area in esame e da una puntuale analisi dello stato esistente, individuando l’origine del problema erosivo o le cause che inducono a una difesa della costa.

− Per la scelta della tipologia di intervento devono essere esaminate soluzioni alternative: la soluzione di non intervento con eventuale delocalizzazione di strutture e quella di solo ripascimento devono essere sempre prese in considerazione; soluzioni che favoriscano il trasporto solido fluviale di opportuna granulometria devono essere ricercate laddove ne esistano le condizioni.

− Negli interventi di difesa delle abitazioni e delle reti di collegamento presenti a tergo della riva devono ricercarsi quelle soluzioni che, oltre a garantire le funzioni di salvaguardia delle strutture e infrastrutture, realizzino una ricostituzione del litorale sabbioso.

− I progetti devono prevedere un monitoraggio di opportuna durata, al duplice scopo di verificare l’evoluzione delle opere di progetto nel contesto in cui questo è eseguito, nonchè l’efficacia delle soluzioni previste, confrontando le dinamiche del litorale interessato prima e dopo l’intervento, dal punto di vista topografico e sedimentologico. I sistemi di monitoraggio devono essere appoggiati, per quanto riguarda le caratteristiche, a capisaldi fissi materializzati con placche inamovibili e georeferiti, ben individuati e impostati in modo che sia possibile la ripetizione del monitoraggio nel tempo, con garanzie di sovrapposizione delle sezioni. Detto monitoraggio dovrà essere eseguito da ditte specializzate nel settore dei rilievi topografici, batimetrici e sedimentologici, sulla base di uno specifico piano inserito nel progetto. I progettisti ed il Direttore dei Lavori dovranno analizzare e commentare i risultati del monitoraggio in una specifica relazione. I prodotti del monitoraggio e le relative relazioni di commento dovranno essere trasmessi all’ABR sia su supporto cartaceo sia su supporto informatizzato in formati standard commerciali.

− I progetti di protezione del litorale che prevedono un ampliamento della spiaggia emersa e/o sommersa devono garantire che tale ampliamento non avvenga sottraendo materiale ai tratti di litorale sottoflutto.

− I progetti di protezione del litorale devono privilegiare interventi che prevedano il ricorso a tipologie basate sul ripascimento o, nel caso di esclusiva difesa costiera tramite opere fisse longitudinali o trasversali, che siano opere a basso impatto ambientale. Deve essere prevista anche la possibilità rimozione progressiva e/o parziale di opere esistenti che risultino non compatibili con gli esiti prefigurati dal progetto.

− Ove possibile, strutture sommerse e massi naturali vanno preferiti a opere emerse e massi artificiali, per il minore impatto paesaggistico indotto.

I progetti di ripascimento devono indicare le sagome di versamento del materiale, prevedere le

perdite iniziali per assestamento e per allontanamento della frazione più fina e non stabile sotto l’azione dei moti ondosi incidenti e l’entità, nel tempo, dell’allontanamento verso il largo della

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frazione più fina in transito o derivata dall’azione di abrasione del materiale più grosso; devono prevedere la configurazione finale della spiaggia dal punto di vista sia topografico sia granulometrico, con la specificazione dei risultati minimali raggiungibili e devono altresì indicare le caratteristiche tessiturali e mineralogiche del materiale necessario e la frequenza dei successivi interventi periodici di mantenimento. E’ necessario indicare la quantità del ripascimento e il luogo del prelievo, prevedendo di utilizzare materiale idoneo a essere immesso nell’ambiente di cui entrerà a far parte: la granulometria, la composizione chimica e mineralogica devono essere tali da non alterare le condizioni naturali delle spiagge e dei fondali. In particolare:

− la granulometria del materiale deve essere tale da costituire una spiaggia il più possibile stabile e in equilibrio con le condizioni idrodinamiche locali;

− la quantità, la tipologia e le modalità (spaziali e temporali) di versamento dei materiali devono essere tali da non produrre fenomeni sedimentari dannosi per le eventuali specie sensibili;

− vanno evitati apporti a forte componente limo-argillosa, che producono un infangamento dei fondali e un conseguente impoverimento delle biocenosi costiere.

Occorre priviligiare, quale fonte di materiale, quello autoctono e, quindi, mineralogicamente compatibile, proveniente dagli arenili in evidente ripascimento o dai corsi d’acqua sovralluvionati, possibilmente vicini al transetto su cui si interviene. In quest’ultimo caso, si deve dimostrare che l’asportazione del materiale sedimentato non provochi fenomeni di erosione lungo il corso d’acqua, a causa di modifiche delle pendenze longitudinali. Nel caso di utilizzo di materiale proveniente da opere d’infrastrutturazione, occorre verificare i parametri chimico-granulometrici e, eventualmente, operare interventi di selezione e rielaborazione, quali lavaggio e frantumazione, fino a ottenere un materiale di qualità idonea al ripascimento. Nel caso di utilizzo di materiale proveniente dai fondali marini, occorre valutare attentamente il possibile impatto sia sulle condizioni idraulico-geologiche (modificazioni delle correnti e/o della stabilità dei fondali dragati) sia sul popolamento bentonico (distruzione di habitat d’alta valenza naturalistica). Si dovrà anche considerare l’ipotesi di realizzare dei ripascimenti stratificati, con materiali di granulometria maggiore negli strati inferiori per migliorare l’azione di difesa passiva della spiaggia emersa. Inoltre, nella scelta del materiale da versare si deve tenere conto della possibilità di impiegare materiali provenienti da diverse fonti (alvei fluviali,cave a terra, cave a mare) opportunamente combinati in modo da ottenere le caratteristiche necessarie per assicurare una durevolezza dell’intervento nel tempo.

Nel progetto devono essere inoltre chiaramente evidenziate:

− le fonti da cui si sono dedotti i dati utilizzati; in particolare, è consigliata l’adozione, eventualmente rivisitata e aggiornata, dei risultati degli studi sull’”Indagine conoscitiva delle coste calabresi” – ATI Technital et al., Regione Calabria, 2003. In caso contrario, è necessario dotarsi di dati originali, la cui attendibilità deve essere dimostrata;

− la compatibilità dell’opera con la pianificazione urbanistica vigente, compreso i piani di spiaggia, e quella eventuale con gli ambienti sottopposti a vincoli a tutela particolare, quali parchi, riserve, foci fluviali, edifici di pregio particolare, etc.;

− la delimitazione dell’area demaniale.

Per tutti i modelli impiegati nella progettazione, dovranno essere documentati gli algoritmi e le modalità di calibrazione e taratura. Dovranno altresì essere illustrate le ipotesi poste a base del calcolo, evidenziate le grandezze computate, quelle approssimate o trascurate ed indicati i livelli di attendibilità dei risultati ottenuti.

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NORMATIVA DI RIFERIMENTO Costituiscono norme di riferimento delle presenti “Linee Guida” i seguenti documenti, per quanto applicabili:

− Legge 109/94 e s.m.i. - Legge quadro in materia di Lavori Pubblici; − D.P.R. n. 554/99 e s.m.i. - Regolamento di attuazione della legge quadro sui Lavori Pubblici; − D. Lgs. n. 163/2006 - Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in

attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE; − D.M. 14/4/1998 – Approvazione dei requisiti per la redazione dei progetti da allegare ad

istanze di concessioni demaniale marittima per la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto;

− D.P.R. n. 509/97 concernente la regolamentazione del regime concessorio per strutture destinate alla nautica da diporto;

− Decreto Ministero dell’Ambiente del 24/01/96 – “Direttive inerenti le attività istruttorie per il rilascio delle autorizzazioni..…., relative allo scarico nelle acque del mare o in ambienti ad esso contigui, di materiali provenienti dai escavo di fondali di ambienti marini o salmastri o di terreni litoranei emersi nonché da ogni altra movimentazione di sedimenti in ambiente marino”;

− “Istruzioni tecniche per la progettazione delle dighe marittime” emanate dal Consiglio Superiore dei LL.PP. III sez. il 23/9/1994;

− Deliberazione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici n. 151 (Assemblea Generale del 28 giugno 1991) - “Istruzioni tecniche per la progettazione e la esecuzione di opere di protezione delle coste in erosione” ;

− Legge 349/1986 - D.P.C.M. 10/8/1988 – D.P.C.M. 27/10/1988 – D.P.R. 12/04/1996 concernenti la disciplina delle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale e di Studio di Impatto ambientale.

− D. Lgs n. 152/99 - “ Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento dirett. 91/271/CEE concernente trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole”

− Direttiva 92/43/CEE “Habitat” e D.P.R. 357/97 così come integrato dal D.P.R. 120/03; − Ordinanza del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003 - “Primi elementi in materia

di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e normative tecniche (Eurocodice 8) per le costruzioni in zona sismica”;

− D. Lgs. N. 152/2006 – Norme in materia ambientale (Codice dell’Ambiente); − Manuale per la movimentazione dei sedimenti marini – Ministero dell’Ambiente, della Tutela

del Territorio e del Mare predisposto da ICRAM e APAT – Agosto 2006.

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PARTE PRIMA CAP. 1 - INDAGINI E RILIEVI PROPEDEUTICI ALLA PROGETTAZIONE La progettazione di un’opera marittima dovrà essere preceduta da indagini e rilievi il cui livello di approfondimento sarà commisurato all’importanza dell’opera e alla fase della progettazione stessa. 1.1- Indagini e rilievi topografici e geomorfologici Spiaggia emersa Rilievo topografico e prelievo campioni Il rilievo topografico della spiaggia emersa dovrà estendersi all’area del previsto intervento e ad un tratto sottoflutto di lunghezza adeguata per consentire la valutazione nel tempo degli effetti indotti. Il rilievo topografico potrà essere effettuato con i metodi appresso descritti e dovrà avere le seguenti caratteristiche:

− con il metodo della celerimensura tramite profili trasversali alla linea di riva a interasse adeguato in relazione all’estensione dell’area da indagare. La linea di riva sarà rilevata con battute topografiche ogni 10 m. Ai fini della determinazione delle quote assolute dei punti e per le verifiche in tempi successivi, il rilievo dovrà essere riferito ai capisaldi della rete Planoaltimetrica Regionale e avere il medesimo grado di precisione e accuratezza IGM;

− con un sistema di localizzazione satellitare differenziale con tecnologia Real Time Kinematics (DGPS - RTK);

− i punti di rilievo topografico dovranno coincidere con i punti nodali di una maglia di 50 m di lato e con punti morfologici significativi, mentre la linea di riva sarà rilevata in continuo;

− la rete dei punti dovrà essere appoggiata sulla rete Planoaltimetrica Regionale e avere il medesimo grado di precisione e accuratezza;

− i punti dovranno essere materializzati con appositi centrini non rimovibili e di ciascuno di essi dovrà essere fornita una monografia redatta secondo il modello della Rete Regionale;

− i punti rilevati dovranno essere georeferiti secondo il sistema UTM WGS 84 (World Geodetic System, 1984);

− la restituzione dei rilievi dovrà essere fornita con carte tematiche georeferenziate secondo il sistema UTM WGS 84 (World Geodetic System, 1984).

Il rilievo sarà esteso fino a comprendere, interamente, il primo cordone dunale o fino alle prime strutture antropiche presenti sulla costa. Il rilievo dovrà essere svolto in contemporanea con quello batimetrico e a esso collegato. Il prelievo dei campioni sarà effettuato, lungo sezioni trasversali a interasse adeguato, preferibilmente in allineamento con i profili topografici, sulla cresta e sul piede della duna a fronte mare, sulla spiaggia interna (berme di tempesta) e sulla battigia. Ciascun campione va chiaramente identificato e il punto di campionamento georeferenziato. Caratterizzazione geomorfologica e vegetazionale della fascia dunale Ove presente, sarà effettuata una caratterizzazione geomorfologica e vegetazionale della fascia dunale per una estensione fino a circa 50 m nella terraferma. Andranno rilevati i seguenti tematismi:

− duna naturale, antropizzata, artificiale; − tipologia di antropizzazione; − evidenze di fenomeni erosivi sulla duna a fronte mare; − evidenze di fenomeni erosivi sulla duna stabilizzata; − sbancamenti per realizzazione di lidi e parcheggi;

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− varchi e percorsi viari abusivi; − scarico di macerie e di immondizie; − presenza, tipologia e stato di conservazione della vegetazione.

ELABORATI − Carta con indicazione delle tracce dei profili topografici e dei capisaldi in scala 1:500

÷1:2.000; − Monografie dei capisaldi ; − Profili topografici in scala orizzontale, preferibilmente alla scala 1:1000, scala verticale 1:100; − Carta dell’ubicazione dei campioni, preferibilmente alla scala da 1:500 a 1:2.000; − Rilievo della linea di riva preferibilmente alla scala da 1:500 a 1:2.000; − Carta geomorfologica della fascia costiera emersa preferibilmente alla scala da 1:500 a

1:2.000; − Carta delle variazioni planimetriche e volumetriche preferibilmente alla scala da 1:500 a

1:2.000. Spiaggia sommersa Rilievo batimetrico e prelievo campioni di sedimenti Il rilievo batimetrico ed il prelievo dei campioni di sedimenti dovranno estendersi all’area del previsto intervento e ad un tratto sottoflutto di lunghezza adeguata per consentire la valutazione nel tempo degli effetti indotti. In presenza di “costa bassa”, il rilievo batimetrico della spiaggia sommersa dovrà essere effettuato tra la battigia e la profondità di 20 m, secondo sezioni trasversali alla costa a interasse adeguato (inferiore ai 100 m) in relazione all’estensione dell’area in esame. Il rilevo sarà effettuato preferibilmente con ecoscandaglio idrografico di precisione su rotte ortogonali alla linea di riva e parallele tra loro, e documentato dagli originali di campagna (ecogrammi). Ai fini del posizionamento di precisione dell’imbarcazione, i profili potranno essere eseguiti o in continuazione con quelli emersi, così da utilizzare i capisaldi di origine, oppure con un sistema di localizzazione satellitare differenziale (DGPS). L’acquisizione dei dati di posizione, unitamente ai dati di navigazione, potrà essere curata da un sistema integrato gestito da un computer con software dedicato. Il prelievo dei campioni sarà effettuato per sezioni distanziate di non più di 500 m e, comunque, a distanza significativa per il tratto in esame all’incirca in allineamento con i transetti batimetrici presenti sulla spiaggia emersa in corrispondenza di ogni metro di quota sul gradino di battigia e a ogni metro di profondità fino a –8 m, quindi a –10 e –15 m. Ove presenti, saranno campionati il truogolo, la cresta e il piede delle barre sommerse. Ciascun campione va chiaramente identificato e georeferenziato. La restituzione dei rilievi dovrà essere fornita mediante carte tematiche georeferenziate secondo il sistema di riferimento UTM WGS 84. Il rilievo dovrà essere svolto in contemporanea con quello topografico e a esso collegato. ELABORATI

− Carta con indicazione delle tracce dei profili batimetrici e dei capisaldi preferibilmente alla scala da 1:500 a 1:2.000;

− Profili batimetrici preferibilmente alla scala orizzontale 1:1000, scala verticale 1:100; − Carta delle isobate preferibilmente alla scala da 1:500 a 1:2.000; − Carta geomorfologica della spiaggia sommersa preferibilmente alla scala da 1:500 a 1:2.000; − Carta dell’ubicazione dei campioni preferibilmente alla scala da 1:500 a 1:2.000.

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In presenza di “costa alta”, il rilievo batimetrico potrà essere eseguito tramite profili all’incirca perpendicolari alla linea di costa, a interasse adeguato (inferiore ai 100 m) in relazione all’estensione dell’intervento. Il rilievo documentato dagli originali di campagna (ecogrammi) va eseguito fino alla profondità di 30 m e, comunque, a una distanza dalla costa non inferiore a 500 m. Il posizionamento di precisione dell’imbarcazione potrà essere acquisito mediante un sistema di localizzazione satellitare differenziale (DGPS); l’acquisizione dei dati di posizione unitamente ai dati di navigazione potrà essere curata da un sistema integrato gestito da un computer con software dedicato. La densità dei punti batimetrici georeferenziati sarà almeno pari a 50/ha. I rilievi batimetrici dovranno essere collegati a un sistema di riferimento a capisaldi ufficiali (Rete Regionale/ (I.G.M.I); la restituzione dei rilievi dovrà essere fornita in modalità georeferenziata con riferimento al sistema UTM WGS 84. Il rilievo potrà essere integrato in specifici settori di particolare interesse da strisciate “side scan sonar” per la rappresentazione bidimensionale continua delle aree investigate. In questo caso sarà fornito un fotomosaico delle immagini acustiche dei fondali in scala da 1:500 a 1:2.000 e relativi files in formato GEOTIFF. Rilevamento geolitologico e geomorfologico subacqueo (da effettuare solo nei casi di comprovata necessità) Il rilevamento geolitologico e geomorfologico subacqueo sarà eseguito con impiego di autorespiratori ad aria (A.R.A.) fino alla profondità massima di 30 m attraverso ispezioni di tipo direzionale condotte secondo linee trasversali alla costa, generalmente ad interasse di 500 m. In presenza di spiagge di fondo di baia (pocket beaches) il rilevamento interesserà tutta la spiaggia sottomarina, anche a distanza superiore ai 500 m dalla linea di riva (ispezioni di tipo areale). Potranno essere prelevati ed analizzati campioni di sedimenti di fondo subsuperficiale per la redazione di cartografie tematiche.Dovrà essere effettuata una serie di foto subacquee a colori. Lungo la costa alta possono essere presenti fenomeni di instabilità nei versanti rocciosi, che possono risultare, per dimensioni e caratteri cinematici, di elevata pericolosità in relazione alle strutture antropiche ivi presenti. E’ necessario pertanto procedere in tal caso a una approfondita analisi dei fenomeni franosi finalizzata alla definizione di idonee soluzioni di intervento. ELABORATI

− Carta delle tracce dei profili batimetrici in scala 1:500÷1:2.000; − Carta batimetrica dei fondali della costa alta in scala 1:500÷1:2.000, con relativi files in formato GIS; − DTM (Digital Terrain Model) dei fondali della costa alta; − Atlante fotografico subacqueo; − Carta geolitologica e geomorfologia dei fondali in scala 1:500÷1:2.000; − Carta delle frane della costa alta in scala 1:500÷1:2.000; − Carte delle variazioni volumetriche dei fondali sottocosta in scala 1:500÷1:2.000.

1.2 - Indagini sedimentologiche

Analisi sedimentologiche applicative

Su tutti i campioni prelevati sulla spiaggia emersa e sommersa saranno eseguite analisi sedimentologiche applicative (analisi granulometriche ed eventuale analisi dinamico-modale per gli interventi di maggiore consistenza) per la determinazione delle caratteristiche tessiturali.

La rappresentazione dei dati granulometrici sarà effettuata in forma consueta (tabelle, istogrammi e curve cumulate; calcolo dei parametri statistici, diagrammi di Riviere, di Visher) e mediante carte tematiche georeferenziate.

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Ove necessaria, l’'analisi modale seguirà le metodologie ricorrenti nella letteratura scientifica: verranno determinate le formule modali di ciascun campione, quindi la formula modale media al fine di individuare le subpopolazioni granulometriche che partecipano alla dinamica litorale. ELABORATI

− Tabelle e diagrammi dei dati granulometrici; − Carte tematiche (carta della distribuzione areale dei sedimenti, della deviazione standard,

etc.) in scala preferibilmente da 1:500 a 1:2.000.

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CAP. 2 - STUDIO IDRAULICO-MARITTIMO Lo studio idraulico marittimo prevede la determinazione del clima ondoso del paraggio e del regime delle pseudo correnti costiere indotte dal moto ondoso che hanno influenza diretta sui fenomeni di trasporto. A partire da tali dati viene effettuata l’analisi del trasporto dei sedimenti costieri e lo studio dell’evoluzione della linea di riva. In presenza di foci, lo studio si estende per gli interventi di maggiore consistenza anche alla determinazione delle caratteristiche idrologiche e idrauliche del bacino tributario e alla valutazione dell’apporto solido terrigeno. Anche per lo studio idraulico marittimo, potranno proficuamente essere utilizzati gli studi già eseguiti e disponibili contenuti nel già richiamato studio ”Indagine conoscitiva delle coste calabresi” – ATI Technital et al., Regione Calabria, 2003. 2.1 - Regime dei venti Per la determinazione del regime dei venti vanno presi a riferimento i dati forniti dalle stazioni anemometriche presenti nella zona in esame o in zone limitrofe, previo l’accertamento della significatività dell’ubicazione della stazione di misura. I dati, riferiti a periodi di osservazione di almeno 15 anni, possono essere elaborati mediante distribuzioni di frequenza per settori direzionali, per campi di velocità e durata. 2.2 - Regime del moto ondoso La conoscenza del clima ondoso, caratterizzato dalla valutazione delle caratteristiche del moto ondoso di largo e di quelle sottocosta, costituisce uno dei presupposti fondamentali per la determinazione del trasporto solido costiero e l’analisi evolutiva della linea di costa. Lo studio del moto ondoso di largo dovrà essere effettuato mediante l’utilizzo di un idoneo modello matematico di hindcasting, opportunamente tarato, in cui vengono presi a riferimento i dati anemometrici e/o i dati ondametrici disponibili. La scelta delle stazioni anemometriche e delle boe ondametriche cui si farà riferimento dovrà risultare significativa per lo studio del paraggio in esame. Le caratteristiche della propagazione del moto dal largo sottocosta dovrà essere eseguita mediante idoneo modello matematico che riproduca almeno gli effetti dei fenomeni di shoaling e rifrazione e sia applicato sulla batimetria risultante dai rilievi già eseguiti e su quella desunta dalle cartografie disponibili. La calibrazione del modello di propagazione potrà avvenire mediante opportuno confronto con misure effettuate in sito. Dovranno essere definiti, a riva, il clima del moto ondoso in un anno statistico medio ed i valori delle onde di progetto con tempi di ritorno adeguati alle opere previste. 2.3 - Regime delle correnti Le correnti cui normalmente occorre far riferimento per la dinamica dei sedimenti costieri sono le pseudo correnti indotte dal moto ondoso al frangimento. Soltanto nei tratti in cui le correnti di marea e quelle generate dal vento assumono rilevanza per il movimento dei sedimenti nella spiaggia attiva si dovrà provvedere alla loro determinazione; in assenza di significative campagne di misure dirette, si potranno utilizzare adeguati modelli matematici di simulazione, opportunamente tarati.

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2.4 - Dinamica dei sedimenti Analisi delle variazioni della linea di riva Il progetto dovrà essere preceduto da uno studio sull’evoluzione planimetrica della linea di riva relativa almeno agli ultimi 50 anni attraverso il confronto tra le cartografie e le aerofotogrammetrie, relative a date diverse, purchè topograficamente congruenti, usando come base di riferimento il rilievo topografico di cui al punto 1.1. L’analisi dovrà essere estesa a tutti i rilievi disponibili nel tempo e dovranno essere individuate le tendenze all’avanzamento e all’erosione sia nel lungo periodo (50-10 anni) sia nel periodo più breve e recente possibile (1-4 anni) utilizzando anche i risultati dell’analisi di propagazione del clima ondoso sottocosta, nonché sui dati di carattere topografico e morfo-sedimentologico reperiti durante le campagne di indagini di cui al pargrafo 1. Dovranno essere individuate le cause delle variazioni delle linee di costa nel tempo ed esaminati gli effetti indotti dalle eventuali opere realizzate nel tratto. Potranno proficuamente essere utilizzati i confronti già disponibili contenuti nel già richiamato studio ”Indagine conoscitiva delle coste calabresi” – ATI Technital et al., Regione Calabria, 2003. Analisi delle variazioni volumetriche della spiaggia emersa Ove possibile, all’evoluzione planimetrica dovrà essere associato il calcolo delle variazioni volumetriche (“tasso di erosione”) attraverso il confronto tra le sezioni topografiche rilevate e analoghe sezioni ricostruite sui rilievi cartografici e su restituzioni aerofotogrammetriche a disposizione. Analisi delle variazioni volumetriche dei fondali Ove siano disponibili informazioni cartografiche o storiche di diversa natura, si dovranno valutare le variazioni planimetriche e volumetriche dei fondali fino alla profondità di chiusura attraverso il confronto tra rilievi di epoca diversa (metodo della sovrapposizione) o attraverso il confronto tra le sezioni batimetriche rilevate e analoghe sezioni ricostruite sulle carte batimetriche ufficiali a disposizione.

Analisi del profilo trasversale della spiaggia Dovrà essere esaminata la relazione tra il profilo trasversale della spiaggia e la granulometria dei materiali superficiali della spiaggia emersa e del fondo marino sulla base delle indagini indicate al capitolo 1 e dello studio del moto ondoso di cui sopra.

Valutazione del traporto solido costiero e simulazione dell’evoluzione della linea di riva La valutazione del trasporto solido costiero medio annuo in direzione crosshore e longshore dovrà essere eseguita mediante l’applicazione di un idoneo modello matematico in grado di riprodurre anche l’evoluzione della linea di costa nel tempo. Il modello dovrà consentire la simulazione dell’evoluzione planimetrica della linea di spiaggia, anche in presenza di opere marittime quali barriere distaccate emerse, pennelli, barriere sommerse, difese aderenti, sia con riferimento ai processi di dinamica in direzione longitudinale, connessi alle correnti costiere longshore, sia a quelli in direzione trasversale alla riva, determinati da correnti di tipo crosshore. In presenza di foci fluviali e/o torrentizie il modello dovrà portare in conto l’apporto solido proveniente dal corso d’acqua. Il modello, anche del tipo “a una linea”, dovrà aggiornare la configurazione della linea di costa permettendo la corretta riproduzione della variazione del trasporto solido con il tempo dovuto alla diversa curvatura della linea di spiaggia. Il modello dovrà inoltre portare in conto gli effetti della diffrazione del moto ondoso dovuti alla presenza di opere marittime e gli effetti dovuti alla trasmissione del moto ondoso attraverso le evenuali strutture a cresta bassa o sommerse. La calibrazione del modello dovrà essere effettuata prendendo a riferimento le effettive variazioni planimetriche assunte dalla linea di costa negli anni e tarando, in maniera opportuna, i coefficienti empirici presenti nelle equazioni differenziali di base.

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Le simulazioni dell’evoluzione della linea di riva dovranno essere condotte anche per analizzare la tendenza evolutiva futura del litorale, in presenza e in assenza delle opere in progetto. 2.5 - Bilancio dei sedimenti

Sulla base delle analisi sulla variazione di riva nel tempo, delle caratteristiche dei moti ondosi sottocosta, della dinamica costiera longitudinale e trasversale e dell’evoluzione della linea di riva deve essere redatto il bilancio dei sedimenti relativo alla spiaggia attiva, ovvero alla zona in cui i sedimenti sono mossi dai moti ondosi che è delimitata verso il largo in corrispondenza della profondità di chiusura. Il bilancio deve essere fatto suddividendo il tratto in esame in celle significative e dovrà tenere conto anche della dispersione verso il largo dei sedimenti più fini e, in presenza di foci, degli eventuali apporti di sedimenti fluviali.

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PARTE SECONDA

CAP. 3 - PROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI DI PROTEZIONE DELLA COSTA

Gli interventi di protezione costiera possono essere finalizzati o alla difesa diretta dei beni e

delle infrastrutture o al mantenimento e/o accrescimento delle spiagge. Poiché la presenza della spiaggia costituisce un valido elemento di protezione delle strutture retrostanti e la ricostituzione dei litorali è un obiettivo della programmazione regionale, è opportuno, anche per la difesa dei beni e delle infrastrutture, ricercare e prevedere soluzioni che contemplino, tra l’altro, il mantenimento e/o l’ampliamento della spiaggia. 3.1 – Individuazione della tipologia di intervento La individuazione della tipologia di intervento deve essere svolta considerando più soluzioni alternative oltre alla ipotesi di non intervento e tenendo conto dei seguenti parametri:

a) indifferibilità; b) efficienza idraulica e strutturale dell’opera; c) interferenza con i processi di dinamica costiera; d) disponibilità dei materiali di ripascimento; e) impatto sulle componenti ambientali e paesaggistiche del paraggio; f) costo delle opere.

Nei casi di indifferibilità ed urgenza andrà valutato il livello di rischio connesso al mancato intervento con riferimento ai criteri ed ai risultati dello studio ”Indagine conoscitiva delle coste calabresi” – ATI Technital et al., Regione Calabria, 2003; anche in questi casi sarà necessario eseguire tutte le indagini, gli studi propedeutici, le valutazioni e la progettazione dell’opera marittima secondo quanto indicato ai precendenti punti, con un livello di approfondimento commisurato alla natura dell’intervento.

Nell’Appendice A, al fine di fornire un supporto alla scelta della tipologia di intervento per la difesa della costa, sono riassunte le tipologie di opere di difesa comunemente usate e sono esaminati i meccanismi di protezione del litorale di ciascuna di esse, gli elementi che condizionano l’efficienza delle singole tipologie di intervento, nonché i prevedibili effetti indotti da ciascun intervento.

Per la tipologia di intervento individuata dovranno essere svolte le verifiche di efficienza e di impatto sulle componenti ambientali e paesaggistiche, dovranno essere effettuate le ricerche per il reperimento dei materiali necessari per la realizzazione, dovrà essere formulato un piano di monitoraggio e di manutenzione e dovranno essere determinati i costi con riferimento ai contenuti indicati nei paragrafi che seguono. 3.2 – Verifica dell’efficienza dell’intervento L’efficienza degli interventi dovrà essere verificata dal punto di vista sia strutturale (stabilità delle opere) sia idraulico-marittimo. Adeguate verifiche dovranno essere effettuate per l’analisi dell’interferenza delle opere in progetto con i processi di dinamica costiera.

Tenuto conto che il tipo di verifiche cambia a seconda del tipo di intervento, degli elementi disponibili, delle opere che si realizzano e che, per conseguenza, l’esplicazione di norme dettagliate non faciliterebbe l’applicazione delle Linee Guida, qui di seguito si indicano le verifiche

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che, in dipendenza dei casi, saranno, con motivazione, trattate come necessarie, auspicabili, non necessarie. a) - Verifiche di stabilità - Opere a gettata

Per quanto concerne la stabilità delle opere a gettata, essa andrà verificata mediante l’impiego delle note formulazioni di letteratura (Hudson, Van der Meer, etc.). Particolare attenzione dovrà essere dedicata alla valutazione dell’altezza d’onda di progetto, in relazione al prefissato periodo di ritorno; a tal proposito vanno seguiti i criteri indicati nelle “Istruzioni tecniche per la progettazione delle dighe marittime” del Consiglio Superiore dei LLPP, che consentono di determinare il periodo di ritorno in funzione della vita utile dell’opera e della massima probabilità di danneggiamento ammissibile. Ulteriori verifiche di stabilità a carattere geotecnico dovranno essere eseguite in conformità al D.M. LL.PP. del 11/3/1988 – capitolo E “Manufatti di materiali sciolti”). Infine, andranno eseguite specifiche verifiche finalizzate alla valutazione della stabilità del piede delle strutture sotto l’azione della mareggiata di progetto.

- Ripascimenti artificiali

Per quanto concerne la stabilità dei ripascimenti, essa andrà verificata mediante l’impiego dei criteri disponibili nella letteratura di settore (Krumbein - James, James, Dean e Hobson); in funzione delle caratteristiche granulometriche dei sedimenti di apporto e di quelli in sito e delle caratteristiche ondose del paraggio. Tali criteri consentono, inoltre, di stimare i fattori di compattazione e di perdita iniziale del materiale versato, mediante i quali è possibile valutare le quantità di materiale necessario da versare in sito per ottenere una predeterminata sagoma della spiaggia artificiale.

- Opere combinate

Per le opere combinate (quali scogliere di protezione con ripascimento a tergo), valgono le considerazioni già fatte ai punti precedenti in merito alle opere a gettata e ai ripascimenti.

b) - Verifiche idraulico-marittime La verifica dell’efficienza idraulica degli interventi andrà eseguita con riferimento a diversi aspetti in relazione alla tipologia prescelta di interventi di difesa. Nel caso delle opere aderenti, andrà condotta una valutazione accurata dell’altezza di risalita dell’onda, nonché della possibilità di tracimazione, al fine di determinare il grado di protezione offerto dalla struttura. Per le barriere distaccate (emerse o sommerse)e per le celle costituite da pennelli a T, oltre al grado di trasmissione offerto dalle opere e al conseguente livello di protezione garantito al litorale dai fenomeni di tracimazione delle onde incidenti, andrà accuratamente studiato il campo di moto connesso alla circolazione idrica a tergo delle strutture, allo scopo di verificare che non si formino zone di ristagno d’acqua che possono determinare gravi problemi di carattere igienico-sanitario o che non avvenga un allontanamento di materiale dalla spiaggia per effetto del flusso dovuto alla tracimazione ondosa sulle opere foranee. Le verifiche effettuate dovranno consentire di valutare l’eventuale formazione del tombolo a tergo delle scogliere e di dimensionare correttamente la quota e la larghezza della struttura in corrispondenza del coronamento, nonché di definire la distanza più efficace di collocazione delle opere dalla linea di costa e l’ampiezza dei varchi nel caso di due o più barriere disposte in serie. Per quanto concerne i ripascimenti artificiali e/o gli interventi combinati, in relazione alla geometria del versamento e alla granulometria dei sedimenti di apporto e di quelli in sito, mediante l’applicazione di un idoneo modello matematico di tipo idrodinamico andrà studiata l’evoluzione del profilo trasversale sotto l’azione della mareggiata di progetto. Il modello dovrà essere applicato alla batimetria rilevata e dovrà tenere conto delle caratteristiche della mareggiata in termini di durata, altezze d’onda, periodi, etc., dell’effetto di decadimento dell’altezza d’onda nella zona di

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frangimento, della natura dei materiali costituenti il fondale (peso specifico, diametro sedimenti, spessore dello strato coesivo e di quello non coesivo, profondità dell’eventuale strato di roccia, etc.), nonché della presenza di una eventuale struttura di contenimento. Infine, sempre con riferimento ai ripascimenti artificiali e/o agli interventi combinati, sarà necessario stimare, anche mediante l’utilizzo di relazioni empiriche, l’altezza di risalita dell’onda sulla spiaggia emersa. c) - Analisi dell’interferenza delle opere con il regime della dinamica litoranea Lo studio dell’interferenza delle opere di difesa con il regime litoraneo andrà eseguito mediante l’utilizzo di un idoneo modello matematico, le cui caratteristiche sono illustrate al punto 2.4. Per la corretta interpretazione del fenomeno di interazione, gli studi andranno condotti con riferimento allo stato attuale in assenza delle nuove opere) e a quello di progetto. L’area oggetto di analisi sarà estesa all’intera linea di costa dell’unità/subunità fisiografica e le simulazioni dovranno riferirsi ad un arco di tempo congruente con le previsioni del piano di manutenzione dell’intervento e, comunque, non inferiore a 10 anni. L’evoluzione della costa, nei casi di interventi che prevedono la relizzazione in lotti successivi, dovrà essere esaminata anche al termine di ciascun lotto e, nel caso di interventi che richiedono più di due anni di lavori, durante la realizzazione.

d) - Modelli fisici

L’uso di modelli fisici è previsto per gli interventi più significativi per accertare sia la stabilità delle opere sia gli effetti di queste sulla costa. La verifica del progetto su modello fisico e la conseguente possibilità di ricalibrare opportunamente alcune sue caratteristiche geometriche, planimetriche e costruttive consentiranno di apportare modifiche migliorative al progetto stesso di tipo tecnico ed economico (riduzione del costo totale e/o degli impatti dell’opera). 3.3 - Ricerca delle cave di prestito per gli interventi di ripascimento Uno dei principali problemi legati alla realizzazione delle opere di ripascimento è il reperimento di adeguate quantità di materiale idoneo allo scopo ovvero con caratteristiche fisiche, sedimentologiche, microbiologiche e chimiche adeguate all’arenile da ripascere.

Il ripascimento artificiale

Atteso che non è pensabile di potere ripristinare in tempi brevi le portate solide dei corsi d’acqua né di continuare a realizzare sole opere di difesa - troppo onerose e sovente causa di degrado ambientale nonché di innesco di fenomeni erosivi nei settori contigui a quelli che si intende salvaguardare - ne deriva la necessità di compensare il deficit di materiale litoraneo con apporti artificiali di sabbia (ripascimento). Questa tecnica, se usata correttamente, può portare ad avanzamenti significativi della spiaggia senza determinare effetti negativi all’ambiente e alle spiagge limitrofe. Si rende essenziale, perciò, la disponibilità di quantitativi di materiali talvolta ingenti, che siano idonei dal punto di vista granulometrico e composizionale, considerando che occorrono generalmente tra 100.000 e 200.000 m3 di sabbia per ripascere adeguatamente 1 km di costa. Tali materiali possono essere reperiti lungo la costa, in ambito marino (sottocosta o in alti fondali), da cave nell’entroterra o da alvei fluviali. I materiali impiegabili per il ripascimento artificiale hanno caratteristiche e costi molto diversi e la progettazione deve individuare con precisione la fonte del materiale che dovrà essere usata per il ripascimento con esplicita indicazione delle indagini da svolgere sui materiali e delle procedure da seguire per l’ottenimento delle relative autorizzazioni.

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Gli accumuli di sabbie in ambito marino (lungo costa,sottocosta o di largo)

Accumuli lungocosta. Si tratta di materiali presenti in tratti di litorale in evidente stato di avanzamento.

Accumuli sottocosta. Si tratta di adunamenti di materiali che si configurano, attraverso la dinamica costiera, nelle aree limitrofe di strutture aggettanti in mare, naturali o più comunemente artificiali - quali pennelli e moli portuali -, nello stesso ambito portuale o nei fondali al di fuori della fascia di frangenti tra 5 e 10 m di profondità. Accumuli di largo (offshore). Si tratta di adunamenti “relitti” che si configurano al largo della spiaggia sottomarina, sulla piattaforma continentale, dalla profondità di 10/15 m verso gli alti fondali (fin oltre 100 m), in relazione ad antichi depositi deltizi o costieri connessi con fasi di stazionamento del livello marino diverse dalle attuali, a seguito dei noti fenomeni di glaciazione (ad es., circa 18.000 anni fa la linea di costa si trovava a -120 m). Tali depositi, ricoperti generalmente da alcuni metri di peliti attuali, non sono sempre direttamente localizzabili né in base alla morfologia del fondo marino, né in base alle caratteristiche geomorfologico-strutturali del tratto costiero emerso antistante, bensì solo in base a indagini di sismica a riflessione ad alta risoluzione.Tali indagini consentono la ricostruzione dell’estensione e della geometria di dettaglio dei corpi sabbiosi presenti sul fondo o nell’immediato sottofondo. Opportuni carotaggi permettono di definirne lo spessore; lo studio dei sedimenti recuperati dai carotaggi consentirà di pervenire alla definizione della compatibilità (fisica, sedimentologica, chimica e microbiologica) dei sedimenti coltivabili con quelli della spiaggia da ripascere.

Gli accumuli di inerti negli alvei fluviali e cave di prestito.

Si tratta di materiali depositatisi in aree sovralluvionate negli alvei dei corsi d’acqua o a tergo di opere trasversali interrite (briglie) o materiali inerti estratti da cave di prestito.

Caratterizzazione chimica e microbiologica

Potendo avere diversa origine, il materiale destinato al ripascimento deve essere caratterizzato. Se proveniente da ambito marino è necessario considerare i parametri di origine di cui in precedenza. A livello nazionale si prende come riferimento quanto stabilito dal Decreto Ministeriale 24/01/96; alcuni Enti si riferiscono alle metodologie indicate nel volume “Metodologie analitiche di riferimento” elaborato da ICRAM in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente.

Inoltre, è possibile attenersi anche alle Linee guida canadesi per i sedimenti acquatici e ai valori soglia ERM e ERL definiti dal National Oceanic Atmospheric Administration (NOAA).

3. 4- Verifica dell’impatto degli interventi sulle componenti ambientali e paesaggistiche del paraggio Ad esclusione dei casi previsti dalla normativa vigente per i quali è necessaria la redazione di uno Studio di impatto ambientale o la Valutazione di impatto ambientale, l’effetto sulle componenti ambientali e paesaggistiche determinato dalla realizzazione delle opere di difesa potrà essere analizzato in un apposito ”Studio di inserimento ambientale e paesaggistico”. In esso:

a) si verificherà la compatibilità delle opere con le prescrizioni di eventuali piani paesaggistici, territoriali e urbanistici, di carattere sia generale sia settoriale;

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b) si valuteranno i prevedibili effetti, sia durante la realizzazione dei lavori, sia in fase di esercizio, sulle componenti ambientali interessate dalle opere, con particolare riferimento all’ecosistema costiero e alla dinamica della linea di riva nell’area di litorale limitrofa a quella di intervento;

c) si individueranno le eventuali misure di compensazione ambientale e gli interventi di ripristino e/o riqualificazione ambientale e paesaggistica con la stima dei relativi costi.

I punti a), b) e c) potranno essere sviluppati con riferimento a ciascuna delle soluzioni alternative individuate. Più in particolare, per gli interventi di maggiore consistenza, il progetto potrà tener conto degli impatti determinati dalle opere, sia durante i lavori, sia in fase di esercizio, sui seguenti fattori ambientali: d) impatto visivo dell’opera sia da terra sia da mare: perturbazione della visione dal basso

(alterazione del panorama naturale goduto dalla costa e dal mare) e dall’alto (alterazione del panorama dagli eventuali rilievi circostanti);

e) impatto sulla popolazione biologica dei fondali, sulla flora marina, sul suolo, sull’acqua, sull’aria, sui fattori climatici, sui beni materiali, compreso il patrimonio architettonico e archeologico, sul paesaggio, nonché sull’interazione tra i fattori suindicati;

f) interferenza con la spiaggia, sia nel senso dell’impossibilità o meno di utilizzare l’eventuale spiaggia esistente ai fini balneari, sia delle ripercussioni sulla dinamica litoranea dell’intera area costiera dell’unità fisiografica;

g) interferenza con i regimi di circolazione idrica costiera, soprattutto con riferimento alla qualità delle acque nelle aree soggette a eventuali fenomeni di ristagno;

h) interferenza con il regime della dinamica fluviale (nelle aree interessate dallo sbocco a mare di foci fluviali e/o torrentizie) e cioè con il regime degli apporti di materiale a mare e analisi dell’eventuale alterazione provocata dalla realizzazione dell’intervento sul processo di ridistribuzione dei sedimenti operato dal moto ondoso.

I motivi della scelta progettuale compiuta tra le alternative individuate saranno dettagliatamente illustrati tenendo conto degli effetti del progetto sui fattori ambientali prima evidenziati.

3.5 - Piano di manutenzione e monitoraggio delle opere Il Piano dovrà costituire parte integrante del progetto e sarà coordinato con lo Studio di inserimento ambientale e paesaggistico ovvero con lo Studio di Impatto ambientale.

Nel Piano verranno definite le modalità operative e i tempi per l’effettuazione del monitoraggio e della manutenzione programmata delle opere.

Speciale attenzione dovrà essere rivolta al monitoraggio delle principali componenti ambientali con particolare riferimento ai seguenti aspetti:

− qualità degli specchi acquei interessati dalla realizzazione delle opere; − evoluzione della dinamica dei sedimenti relativi al tratto di costa influenzato dalle opere (linea

di riva e fondali).

La manutenzione programmata, pertanto, dovrà assicurare gli opportuni interventi di riequilibrio soprattutto in relazione agli aspetti prima riportati, che diventano rilevanti, anche in termini economici, laddove la soluzione prescelta è quella del ripascimento.

Il Piano dovrà indicare dettagliatamente: − i costi preventivati per tutte le attività di manutenzione e monitoraggio; − la tempistica per la redazione dei periodici rapporti riportanti i risultati delle attività suindicate

da trasmettere all’Autorità competente nonché all’Autorità di Bacino Regionale. Tali rapporti dovranno riportare il confronto tra i dati rilevati dal monitoraggio e quanto previsto nella fase progettuale.

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3.6 – Costo dell’intervento Il costo dell’intervento dovrà tenere conto oltre che dei costi di realizzazione anche di quelli connessi alla gestione e alla manutenzione delle opere e dei ripascimenti; in tal senso andrà opportunamente valutata la durabilità delle strutture e i relativi oneri di manutenzione legati ai processi di danneggiamento e degrado delle opere nel tempo e valutare le perdite del materiale di ripascimento da reintegrare. Un’adeguata valutazione andrà inoltre eseguita per gli oneri connessi al monitoraggio delle principali componenti ambientali, con particolare riferimento alla qualità delle acque, alla topografia della linea di costa e alla batimetria dei fondali in tutta l’area potenzialmente interessata dagli effetti della realizzazione dell’intervento.

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CAP. 4 - CONTENUTO DEGLI ELABORATI PROGETTUALI Con riferimento alle norme vigenti prima richiamate, si riportano nel seguito gli elaborati che devono essere predisposti con riferimento ai tre livelli di progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva 4.1 - Progetto preliminare In aggiunta e/o a integrazione degli elaborati previsti per legge (v. artt. da 18 a 24 del D.P.R. 554/99), il progetto preliminare dovrà contenere la documentazione di seguito elencata. I contenuti delle indagini, degli studi specialistici e delle verifiche eseguite per la predisposizione del progetto preliminare potranno essere predisposti ad hoc ed avere un livello di approfondimento adeguato anche ai livelli successivi della progettazione o essere derivati da quelli eventualmente già disponibili per l’area in esame. In questo caso dovranno essere indicate le fonti utilizzate, dovrà essere fatta una analisi critica degli elementi utilizzati e dovranno essere indicate in dettaglio le attività che saranno svolte nella fase della progettazione definitiva per raggiungere i livelli di aggiornamento, significatività, precisione e completezza ad essa adeguati.

a) - Relazione generale in cui: − viene riportata la descrizione delle opere, indicandone caratteristiche dimensionali,

tipologiche, materiali costituenti, nonché l’area a mare ed eventualmente a terra occupata; − vengono illustrate le ragioni della soluzione tecnica prescelta; − vengono illustrate le soluzioni tecniche alternative e i risultati del confronto elaborato ai sensi

del punto 3.1 delle presenti prescrizioni; − vengono sintetizzati i risultati degli studi a carattere idraulico-marittimo, di quello di

inserimento ambientale e paesaggistico, di quello geologico, geotecnico, idrologico, idraulico, idrogeologico, sismico di prima approssimazione e l’esito degli accertamenti in ordine agli eventuali vincoli di natura archeologica, paesistica e ambientale esistenti sull’area interessata;

− vengono indicate le fonti di approvigionamento dei materiali da impiegare per il ripascimento unitamente allo schema delle indagini che dovranno essere svolte per acquisire le relative autorizzazioni al prelievo;

− viene inquadrata l’opera nell’ambito degli strumenti di pianificazione urbanistica, paesistica e territoriale di competenza comunale e/o sovracomunale vigenti;

− vengono formulati gli indirizzi per la redazione del progetto definitivo e del progetto esecutivo, anche in relazione alle esigenze di gestione e manutenzione dell’opera;

− viene stabilito il cronoprogramma delle fasi attuative con l’indicazione dei tempi massimi di svolgimento delle singole attività.

b) Relazione tecnica in cui vengono riportati gli esiti degli studi e delle verifiche di cui al capitolo 2 ed al punto 3.2 delle presenti linee guida e illustrate le relative modalità di esecuzione; tali studi e verifiche dovranno essere condotti prendendo a riferimento i dati batimetrici e sedimentologici disponibili.

c) Studio di inserimento ambientale e paesaggistico in cui vengono riportati gli esiti degli studi e delle valutazioni di cui al punto 3.4 delle presenti linee guida; lo studio dovrà essere condotto prendendo a riferimento i dati ambientali disponibili.

d) Analisi dei costi di costruzione e gestione dell’intervento in cui vengono riportati gli esiti delle valutazioni di cui al punto 3.1 delle presenti linee guida; l’analisi dovrà essere condotta prendendo a riferimento i dati economici desumibile dal preventivo sommario di spesa.

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e) Piano di monitoraggio e manutenzione delle opere redatto ai sensi del punto 3.5 delle presenti linee guida; il piano fornirà indicazioni di carattere preliminare sulle modalità operative e dei tempi per l’effettuazione del monitoraggio e della manutenzione programmata delle opere.

f) Elaborati grafici: gli elaborati grafici minimi da produrre a corredo del progetto, redatti con un livello di definizione adeguato alla fase preliminare, sono i seguenti: − stralcio degli strumenti di pianificazione urbanistica, paesistica e/o territoriali vigenti in scala

non inferiore a 1:5000; − stralcio di eventuali piani territoriali vigenti in scala non inferiore a 1:5.000; − corografia del paraggio con indicazione dei settori di traversia principale e secondario (in

scala adeguata); − planimetria dello stato dei luoghi con indicazione delle quote topografiche e di quelle

batimetriche in scala non inferiore a 1:2000; − planimetria di progetto sovrapposta allo stato dei luoghi con indicazione delle quote

topografiche e di quelle batimetriche attuali e di progetto in scala non inferiore a 1:2000 (tale planimetria dovrà essere prodotta per ciascuna delle soluzioni alternative individuate);

− planimetria di progetto con indicazione dell’area richiesta in concessione (in scala adeguata); − planimetria di riferimento delle sezioni tipo (in scala adeguata); − sezioni tipo opere marittime (in scala adeguata).

4.2 - Progetto definitivo In aggiunta e/o a integrazione degli elaborati previsti per legge (v. artt. da 25 a 34 del D.P.R. 554/99), il progetto definitivo dovrà contenere la seguente documentazione:

a) Relazione generale in cui: − viene riportata la descrizione delle opere, indicando i criteri di scelta adottati anche con

riferimento alle soluzioni alternative considerate, la tipologia dell’intervento, le relative caratteristiche dimensionali, le caratteristiche prestazionali dei materiali impiegati, la superficie di area a mare ed eventualmente a terra occupata, l’inserimento delle opere sul territorio;

− vengono sintetizzati i risultati degli studi a carattere idraulico-marittimo, di quello di inserimento ambientale e paesaggistico, di quello geologico, sedimentologico, geotecnico, idrologico, idraulico, idrogeologico, sismico effettuati a carattere definitivo;

− vengono indicate le fonti di approvigionamento dei materiali da impiegare per il ripascimento unitamente allo schema delle indagini che dovranno essere svolte per acquisire le relative autorizzazioni al prelievo;

− vengono sintetizzate le indicazioni riportate nel Piano di monitoraggio e manutenzione definitivo e i risultati dell’analisi dei costi di costruzione e gestione dell’intervento.

− viene aggiornato il cronoprogramma delle fasi attuative con l’indicazione dei tempi massimi di svolgimento delle singole attività.

b) Relazione sulle indagini e rilievi geomorfologici e sedimentologici in cui si riportano i risultati e le modalità di esecuzione delle suddette indagini che dovranno essere effettuate secondo le indicazioni di cui ai punti 1.1 e 1.2 delle presenti linee guida.

c) Relazioni geologica, sedimentologica, geotecnica, idrologica, idraulica e sismica Gli studi geologici, finalizzati all’elaborazione di un modello di dettaglio, sufficientemente significativo per le problematiche connesse al progetto, elaborati sulla base delle conoscenze della geologia regionale opportunamente integrate da sopralluoghi e rilievi diretti, comprendono l’inquadramento geologico dei luoghi, la identificazione delle formazioni presenti in sito, lo

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studio dei tipi litologici, della struttura e dei caratteri fisici del sottosuolo mediante apposito programma di indagini in situ. Gli aspetti geotecnici definiscono, sulla base delle indagini di campo disponibili o all’uopo effettuate, il comportamento meccanico del volume di terreno influenzato, direttamente o indirettamente, dalla costruzione delle opere. La relazione geotecnica deve riportare inoltre i calcoli geotecnici delle opere di fondazione relativamente alla portanza (carico limite) e ai cedimenti indotti a medio e/o a lungo termine dall’opera, nonchè le verifiche di stabilità locale e globale dell’opera e, nei casi di opere di maggiore rilevanza, la potenzialità di liquefazione del terreno di fondazione in presenza di sisma. Gli aspetti sedimentologici definiscono, sulla base di apposite indagini (v. punto 1.2 delle presenti prescrizioni), le caratteristiche tessiturali e dinamiche del materiale costituente il fondale marino lungo il tratto di litorale interessato dalla costruzione dell’opera. Gli aspetti idrologici e idraulici dovranno essere finalizzati alla valutazione dell’apporto di materiale solido proveniente dalle foci fluviali eventualmente presenti nell’unità/subunità fisiografica in esame. Gli aspetti sismici dovranno essere tenuti in debito conto nello sviluppo dei calcoli strutturali delle opere.

d) Relazione idraulico-marittima in cui vengono riportati gli esiti degli studi e delle verifiche di cui di cui al capitolo 2 ed al punto 3.2 delle presenti linee guida e illustrate le relative modalità di esecuzione; tali studi e verifiche devono essere condotti prendendo a riferimento i dati batimetrici e sedimentologici risultanti da appositi rilievi e indagini eseguiti secondo le indicazioni dei punti 1.1 e 1.2.

Nel caso in cui si faccia ricorso a un modello di tipo fisico, tale relazione viene integrata da un apposito rapporto con i risultati delle prove sperimentali eseguite.

e) Studio o Valutazione di impatto ambientale - Studio di inserimento ambientale e paesaggistico Lo studio di impatto ambientale o la valutazione di impatto ambientale, ove previsti, verranno redatti secondo le indicazioni della normativa di settore. In alternativa, viene redatto lo studio di inserimento ambientale e paesaggistico con un dettaglio adeguato allo sviluppo del progetto definitivo. Nel documento, con riferimento ai risultati degli studi e delle indagini eseguite nella fase definitiva della progettazione, sono analizzate le eventuali misure atte a ridurre e/o compensare gli effetti delle opere sull’ambiente, sia in fase di costruzione sia in fase di esercizio.

f) Analisi dei costi di costruzione e gestione dell’intervento in cui vengono riportati gli esiti delle valutazioni di cui al punto 3.6 delle presenti linee guida; l’analisi dovrà essere condotta prendendo a riferimento i dati economici definitivi dell’opera desumibili dal computo metrico estimativo dell’intervento.

g) Piano di monitoraggio e manutenzione delle opere redatto ai sensi del punto 3.5 delle presenti linee guida; il piano fornirà indicazioni di carattere definitivo sulle modalità operative e dei tempi per l’effettuazione del monitoraggio e della manutenzione programmata delle opere.

h) Disciplinare descrittivo degli elementi prestazionali tecnici ed economici in cui vengono precisate le specifiche tecniche delle opere e i requisiti prestazionali delle stesse; per quanto possibile, per la stesura del presente documento è necessario attenersi alle norme contenute nel Capitolato speciale per le opere marittime in uso presso il Ministero LL.PP. con particolare riferimento ai requisiti inerenti i materiali costituenti edalle modalità di esecuzione dei lavori.

Il disciplinare contiene la descrizione, anche sotto il profilo estetico, delle caratteristiche, della forma e delle principali dimensioni delle opere, nonché dei requisiti sui materiali necessari per integrare le informazioni contenute negli elaborati grafici.

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i) Elaborati grafici: gli elaborati grafici da produrre a corredo del progetto, redatti con un livello di definizione adeguato alla fase definitiva, sono i seguenti: − stralcio degli strumenti di pianificazione urbanistica, paesistica e/o territoriali vigenti in scala

non inferiore a 1:5000; − stralcio di eventuali piani territoriali vigenti in scala non inferiore a 1:5.000; − corografia del paraggio con indicazione dei settori di traversia principale e secondario (in

scala adeguata); − corografia dell’eventuale area di prelievo dei materiali di ripascimento in scala adeguata − planimetria di inquadramento del progetto nell’ambito dell’unità fisiografica in scala adeguata: − planimetria dello stato dei luoghi con indicazione delle quote topografiche e di quelle

batimetriche in scala non inferiore a 1:1000; − planimetria dell’area di prelievo dei materiali di ripascimento in scala adeguata − planimetria di progetto sovrapposta allo stato dei luoghi con indicazione delle quote

topografiche e di quelle batimetriche attuali e di progetto in scala non inferiore a 1:1000; − planimetria di progetto con indicazione dell’area richiesta in concessione in scala non

inferiore a 1:1000; − planimetria di insieme delle opere con indicazione delle principali caratteristiche dimensionali

dell’intervento e delle quote di progetto in scala non inferiore a 1:1000; − planimetria di riferimento delle sezioni tipo in scala non inferiore a 1:1000; − sezioni tipo opere marittime in scala non inferiore a 1:200; − particolari costruttivi delle opere (in scala adeguata) .

4.3 - Progetto esecutivo Il progetto esecutivo delle opere, redatto nel pieno rispetto del progetto defintivo, nonché delle prescizioni scaturite in sede di conferenza dei servizi o di pronuncia di compatibilità ambientale, dovrà essere corredato dagli elaborati indicati agli artt. da 35 a 45 del D.P.R. 554/99.

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