abruzzo economia ago/sett 2011
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AGOSTO / SETTEMBRE 2011
All’interno - INFRASTRUTTURE - A colloquio con Cristiana Coppola, vice presidente di Confindustria per il Mezzogiorno
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2011
INTERVISTA A GIANNI CHIODI«Adesso l’Abruzzo 2.0»
AUTOMOTIVEEcco il polo d’innovazione
MARCA ADRIATICAParla il governatore del Molise
Michele Iorio
Firapuntoe a capo
Rocco Micucci, presidente
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Firapuntoe a capo
Il nuovo corso della Finanziaria regionale passa per un piano strategico di ricostruzione economica e d’immagine, all’insegna della trasparenza e dell’apertura ai cittadini e alle imprese. Il presidente Rocco Micucci: «Così ci siamo reinventati facendo i conti anche con la carenza di fondi. Ora sarebbe necessaria una massiccia ricapitalizzazione per iniziare a camminare con le nostre gambe»
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COVER STORY
La Fira ricomincia da una nuova sede. Un anno e mezzo dopo l’insediamento del presidente Rocco Micucci, che ha avviato una fase di massiccia ricostruzione dell’ente strumentale della
Regione sul piano economico e finanziario ma anche di immagine, è nella nuova struttura di via Ferrari a Pescara, proprio alle spalle della stazione centrale, che si materializza il corso nuovo della Finanziaria Regionale Abruzzese. La Fira é una società per azioni con capitale misto pubblico-privato di 5milioni e 100mila euro, partecipata al 51% dalla Regione Abruzzo ed al 49% da banche operanti sul territorio. Si occupa prevalentemente della gestione di leggi agevolative attraverso l’applicazione di bandi che prevedono la gestione di fondi europei, nazionali e regionali e rappresenta lo strumento di attuazione della programmazione economica regionale. Dietro il trasloco dalla centralissima via Parini a questa nuova sede fronte strada, con le vetrate aperte sul marciapiede, non c’è solo una scelta economica di risparmio del canone annuale, ma una precisa strategia di trasparenza e apertura ai cittadini per dimostrare che «siamo una finanziaria che fa e che fa per tutti» dice il presidente Micucci. Originario di Rapino, dove tuttora vive, 47 anni, il presidente in carica dal novembre 2009 è anche il componente più giovane del Cda. Del nuovo corso della Fira e di come si è reinventata dopo lo scandalo del 2006, facendo anche i conti con la carenza di fondi, Micucci parla in questa intervista ad Abruzzo Economia proprio all’interno dei nuovi uffici -in cui si stanno ancora aprendo gli scatoloni- che saranno inaugurati a settembre ma che sono già attivi a pieno regime. Tre piani (per un totale di 770 metriquadrati lordi), uno dedicato al front-office, quindi all’accoglienza e all’informazione degli utenti, con una vetrina interattiva, in funzione a breve, che consentirà agli utenti di interagire con i servizi della società anche ad uffici chiusi. Al primo piano gli uffici, all’ultimo l’amministrazione. «Abbiamo voluto creare molti spazi comuni come punto d’incontro ed anche luoghi dedicati alla formazione continua dei dipendenti, che al momento sono dodici impiegati a tempo indeterminato a cui si aggiunge qualche collaboratore» spiega il presidente.Quali sono le linee-guida del nuovo corso della Fira?«Vogliamo ridare un ruolo alla finanziaria regionale -che amo si chiami così, come accade in ciascuna regione, anche se ci tengo a dire che non ho voluto cancellarne il nome quando tutti lo suggerivano- rispondendo
foto di Andrea Straccini
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l’opera di ricostruzione è stata pesantissima e improntata ad un rigore di gestione che togliesse le spese inutili: a dicembre 2009, appena entrati, abbiamo dovuto approvare un bilancio in forte passivo, senza che su quel bilancio avessimo interferito. Adesso abbiamo più che dimezzato le perdite e possiamo guardare un pò più positivamente al futuro».Della trasparenza lei ha fatto un punto cardine del suo mandato, e dopo quello che è accaduto non poteva essere diversamente. «Nei nuovi uffici abbiamo creato un front-office per l’accoglienza, che avrà anche la prima vetrina interattiva touch screen di Pescara, per arrivare a quei cittadini
alle normative europee e a quelle impartite dalla Banca d’Italia per le finanziarie. Nell’ambito di questo ruolo di nuovo operatore finanziario territoriale, è naturale che Fira SpA, in quanto società finanziaria della Regione Abruzzo, intenda proporsi nel panorama regionale con progetti concreti, finalizzati ad agevolare le opportunità di crescita e di sviluppo derivanti dalle dinamiche economiche e sociali in atto. Allo scopo è stato stilato un piano strategico per i prossimi anni che passa per la gestione di leggi agevolative, il rilascio di garanzie alle piccole e medie imprese, la predisposizione di strumenti di ingegneria finanziaria e la consulenza agli enti locali. Siamo partiti un anno e mezzo fa da una massiccia ricostruzione dopo le conseguenze del terremoto che c’era stato in Fira e in Regione, perché negli anni successivi al ciclone nessuno ha cercato di capire quali erano le conseguenze sulla società e sulla regione. Quindi
Rocco Micucci, presidente della Fira; (in alto) uno scatto esterno della sede a Pescara in via Ferrari
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Vogliamo essere un punto di riferimento per lo sviluppo economico dell’Abruzzo, una finanziaria che fa e che fa per tutti
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BANCHE E FINANZA
dagli eventi. Un modo per dire che la finanziaria regionale non è il covo del malaffare. Abbiamo raggruppato i nostri servizi: nei locali che occupavamo prima c’erano due sedi, una per la Fira e una per la Fira servizi, società che era stata creata ad hoc per gestire i mandati di pagamento per le Asl. L’abbiamo liquidata in un solo anno perché aveva solo uscite per 600mila euro annui, eliminando perdite enormi, ma certo non ci si può vantare di aver liquidato una società con tutte le persone che ci lavoravano. Al momento siamo l’unica società ad aver liquidato un organismo che costituiva un costo per la Regione. Ma oggi dobbiamo pensare a risanare ancora la Fira. E dopo la presa di coscienza della situazione e la ricostruzione, con un’inversione di tendenza sulle spese, ci siamo riorganizzati con un piano strategico, presentato alla Regione e ai soci bancari, che fotografa la situazione attuale della Fira e dà delle prospettive per il futuro attraverso una serie di azioni».Ovvero? «Le prospettive sono quelle di diventare un punto di riferimento per tutto ciò che riguarda la finanza agevolata e lo sviluppo economico dell’Abruzzo. Tra le azioni, la prima dovrebbe essere una ricapitalizzazione della finanziaria regionale che le dia autonomia, perché non si può essere sempre a rimorchio della Regione. Dovrebbe essere fatta attraverso i fondi Fas, che adesso sono un punto interrogativo, e i fondi propri delle banche. Una società che ha 5milioni e 100mila euro di capitale sociale non ha grande autosufficienza. Nel frattempo abbiamo lavorato per attivare nuovi bandi, tra cui la prima casa e il turismo; inoltre gestiremo i fondi del protocollo di Kyoto per le energie rinnovabili, ed è appena stato pubblicato un bando per la
che passano davanti ai nostri uffici ma che non entrerebbero mai nei “piani alti” della Fira. Un servizio utile agli utenti che, in qualsiasi momento della giornata, possono verificare che, dovendo ad esempio aggiustare casa, ci sono dei finanziamenti magari non solo della Fira, ma anche di altri enti. Ecco la differenza rispetto al passato: prima nella Fira si muovevano solo i consulenti, noi vogliamo trattare con i cittadini e le imprese. Quest’apertura agli utenti passa anche attraverso un nuovo sito internet, che oltre a dare informazioni sulle opportunità attuali e future offerte dalla Fira, vuole essere l’incastro di tutte le opportunità che ci sono sul piano regionale ed europeo. E sempre nella volontà di avere un contatto più diretto con i cittadini e le aziende, continueremo a spostarci fisicamente organizzando delle giornate informative su tutto il territorio regionale, come abbiamo appena fatto per promuovere il bando per la prima casa, andando persino nei comuni di 1.500 abitanti. Forse i fondi non saranno sufficienti per accontentare tutti, visto il boom di domande -che sono state più di 1.600- ma certamente così abbiamo dato spazio ai più bravi e non ai più furbi. Ripeto, vogliamo avvicinarci alla comunità e far capire che oggi la Fira è al servizio dei cittadini ed è un posto dove si possono trovare delle opportunità». Nel piano di risanamento dei conti rientra anche la scelta della nuova sede.«Volevamo dare un’entità fisica a quello che era diventato solo un acronimo. E’ stata una scelta strategica quella di una sede dietro la stazione centrale, da dove passano tutti gli abruzzesi, per far capire alla gente che la Fira esiste ed é fatta di persone, non solo da un nuovo presidente ma anche da persone che non sono state toccate
Il Cda della Fira, di cui fanno parte, oltre al presidente Micucci, Giacomo Agostinelli (vice-presidente del Cda), Giordano Albanese (consigliere), Tonino Di Berardino (consigliere), Claudio Di Gennaro (consigliere), Nicola Di Marco (consigliere), Andrea Di Prinzio (consigliere), Mario Falconio (consigliere), Marco Fanfani (consigliere)
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gestione di 24 milioni di euro per il rafforzamento del patrimonio dei confidi e per lo start up di nuove piccole imprese innovative: noi ci candidiamo a vincerlo per essere il soggetto gestore».Sta dicendo alla politica che è ora che la Fira inizi a camminare sulle proprie gambe?«Fino ad oggi la Fira non ha mai vissuto di vita autonoma, é sempre stata uno strumento della Regione, ma una società che ha questi numeri non può mettere in campo dei propri prodotti. La seconda azione da fare sarebbe quella di mettere in campo misure di ingegneria finanziaria (ovvero finanziamenti rotativi e non più a pioggia, come vuole l’Europa) a sostegno delle piccole e medie imprese, e questa è una cosa fattibile. Ad esempio, sulla legge 77 su turismo e bed & breakfast é stata fatta un’opera di ricognizione sullo stato di passività e abbiamo trovato fondi non usati per bandi precedenti che ora sono tornati disponibili, così come per la legge 25 sulla prima casa. E si é creato un bando che addirittura ha coperto due annualità. Questo dimostra che ci sono somme che si possono rimettere sul territorio. E ancora, la Regione potrebbe rifinanziare la legge 16 per le attività produttive, anche se oggi avrebbe bisogno di correttivi: questa é un’altra emergenza che il Cda ha dovuto affrontare perché questa legge aveva delle criticità intrinseche che hanno determinato una morosità da parte di aziende beneficiarie che ha superato ogni soglia di guardia. Il problema è stato affrontato con determinazione dall’attuale Cda, che con apposita task-force ha creato le condizioni per un monitoraggio costante e cominciato a ridurre l’indebitamento. Inoltre è stata portata a termine una importante operazione di rimodulazione dei mutui nei confronti di circa 40 aziende beneficiarie, che ha consentito un riallineamento delle relative posizioni debitorie, concedendo alle stesse il vantaggio di un prolungamento dei mutui con relativo abbassamento delle rate. Questa attività ha consentito di salvaguardare la Regione Abruzzo dal pericolo di dover attivare, in un momento particolarmente difficile, le garanzie poste a compensazione dei mutui sottoscritti dalla Fira su mandato della stessa Regione, rischiando di creare una situazione di deficit non facilmente riparabile, trattandosi di un importo vicino ai 150 milioni di euro. Sulle misure per le piccole e medie imprese la Regione è in ritardo perché oggi è presa dai problemi della sanità e della ricostruzione, ma noi possiamo dare suggerimenti ed agevolare questi processi. Si deve creare un circolo virtuoso con le banche, i confidi (e la loro riforma va in questa direzione perché avere confidi più grandi e forti consente di avere partners credibili) e le associazioni di imprenditori, in modo da associare negli anni un flusso continuo
di risorse per lo start up, l’innovazione e il consolidamento delle imprese in sofferenza».Le banche in questo hanno
un ruolo fondamentale e voi raggruppate le quattro principali casse di risparmio abruzzesi.«E’ un ruolo fondamentale quello delle banche, con cui avere una sinergia strettissima: a me piace pensare che in questo motore economico che si va a disegnare, la Fira potrebbe essere la cinghia di trasmissione di questi ingranaggi perché è l’elemento che mette insieme istituzioni e banche. E non disdegnerei nella creazione di una cabina di regìa, che potrebbe essere la stessa Fira, anche il ruolo dell’università che abbiamo sul territorio -penso alle facoltà di Economia e Scienze manageriali- avvalendoci dei suoi studi per avere la certezza di ciò che facciamo, che un progetto sia attinente e risponda alle aspettative reali del territorio».Dopo un anno e mezzo di lavoro si può ormai fare un bilancio dell’attività svolta.«Abbiamo ristrutturato la società togliendo il superfluo e l’inutile e invertito i dati di bilancio, dando un nuovo corso e una nuova immagine alla Fira. Uno dei primi atti che ho voluto fare é stato quello di costituirci parte civile nel processo, e spero venga dimostrato che la società, che adesso è sana, ha subìto un danno notevole».Lei ha una lunga esperienza amministrativa: è stato per un decennio sindaco di Rapino, ma anche vicepresidente dell’Ente Parco Majella e dell’Ater di Chieti.«Cerco di mettere a disposizione la mia esperienza di amministratore perchè la Fira non ha bisogno solo di tecnici ed esperti del settore -come quelli presenti nel Cda- ma credo che la scelta del mio nome sia stata dovuta al fatto che era necessario qualcuno che guidasse un progetto di respiro più ampio»
(nella foto qui sopra) Un particolare interno della sede della Fira: un momento di lavoro con Rita Rosano (a destra) e Roberta Ambrosini; (nella foto accanto) il presidente Micucci fotografato insieme ai responsabili Maria Gabriella Pagano e Andrea Di Nizio
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BANCHE E FINANZA
UN NUOVO UFFICIO PER I FONDI DELLA COMUNITÁ EUROPEA
Nell’ambito della strategia di riorganizzazione dei servizi e degli uffici della Fira
per renderli maggiormente rispondenti alle esigenze del territorio, e in particolare
a quelle che vengono dagli industriali, è nato il nuovo Ufficio Relazioni Estere, già
attivo. Lo scopo è quello di intercettare i fondi diretti della Comunità Europea. Spiega
il presidente Micucci: «Di recente ho letto delle dichiarazioni di Confindustria che
lamentava la mancanza di una struttura dedicata ad accompagnare nella captazione
dei fondi europei le piccole e medie imprese, oltre che gli enti. Noi vogliamo essere il
punto di riferimento dell’Abruzzo, visto che siamo il braccio operativo della Regione,
per accompagnare le aziende nell’internazionalizzazione e per proporre agli enti locali
nuove possibilità di finanziamento, tenendo conto che l’85% dei fondi europei sono
quelli che bisogna andare a prendersi perché vengono messi a bando, e oggi l’Abruzzo
non è sufficientemente organizzato per intercettarli. É stato un mio progetto, condiviso
dal Cda, quello dell’Ufficio Relazioni Estere, proprio per cercare nuovi fondi. Lo abbiamo organizzato al momento con due unità di personale
-sempre nell’ottica della valorizzazione del personale esistente- che hanno già iniziato una formazione specifica ed un master in Progettazione
europea, oltre che uno stage della durata complessiva di un anno che periodicamente vanno a seguire a Bruxelles. Lì i nostri dipendenti faranno
da ponte tra la Fira e gli uffici della Regione a Bruxelles: in questo modo, stando sul posto, iniziamo ad introdurci in tutti i settori ed acquisiamo
il piccolo vantaggio di avere notizie di prima mano. Lo stesso ufficio ha poi il compito fondamentale di veicolare queste opportunità sul territorio.
Ormai le risorse sono sempre meno quindi cerchiamo di lavorare al contrario rispetto a quanto accaduto in passato, cioè di non privilegiare i
pochi ma di dare pari opportunità a tutti».
Quindi cosa vede nel futuro della Fira?«Il mio mandato scade il prossimo anno ma mi piacerebbe, a lungo termine, che la finanziaria regionale diventasse il motore della regione, seguendo l’esempio della finanziaria regionale del Friuli, che gestisce anche gli aeroporti. Mi piacerebbe che un domani la Fira
fosse coinvolta per esempio nella ristrutturazione delle aree di risulta di Pescara perché ha delle potenzialità straordinarie. Ma abbiamo ereditato delle macerie troppo pesanti, pesantissime, ci vorrà del tempo».
Il presidente Rocco Micucci insieme al suo team
Lo staff dell’Ufficio Relazioni Estere: Rita Rosano (a sinistra) e Federica Trovarelli, insieme al presidente Micucci