Aborto, ecatombe mondiale

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    LA VITA

    NEGATA

    MERCOLED11 AGOSTO 2010 7

    i buchi neriMentre in Italiai numeri vannodiminuendoassai lentamente,dallEuropa allAsiasono molti i Paesinei quali la piagadellaborto presenta

    ancora i dati di unavera e propria guerraLe sue vittime sonosempre i bambiniai quali viene negatoil diritto di nascere

    Aborto, ecatombe mondialePi di 40 milioni di interruzioni praticate ogni annoUn quarto delle gravidanze non viene portato a terminePrima la carrieraCome in OccidenteRUSSIAn Russia laborto consentito entro la 28 settima-na quando per la madre si configura il rischio di vi-ta, per preservare la salute fisica e mentale della

    donna, per ragioni socio-economiche e nel caso in cuiil feto sia malformato. I dati del 2006 resi disponibili dal-lOms riportano un rapporto di abortivit in continuocalo, ma ancora su livelli altissimi: 950 aborti ogni 1000nati vivi contro i 1500 di inizio millennio. Statisticheancor pi recenti calcolavano 670 aborti ogni 1000 na-scite, con oltre due milioni di aborti ogni anno. Nono-stante laumento continuo del numero di nascite, i de-mografi considerano ancora la situazione allarmante.Sergei Zakharov, vicedirettore dellIstituto di demo-grafia dellUniversit di Mosca, ha affermato che sonosolo l8% gli aborti praticati per ragioni economiche.Con lavvento dei valorioccidentali in Russia, sem-pre secondo Zakharov, og-gi la maggioranza delledonne sceglie di abortireperch antepone carrierae realizzazione personale

    ai valori della famiglia.

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    Un fenomenofuori controllo

    ROMANIA

    n Romania laborto si pu praticare nelle primequattordici settimane se esistono problemi psico-fisici. Oltre quel limite temporale linterruzione di

    gravidanza legale solo per ragioni terapeutiche. Il nu-mero riportato dallOms di 128 mila aborti nel 2008,unenormit se rapportato ai 22 milioni di abitanti. Nelgiugno del 2008 dest scalpore la notizia del via liberaallaborto per una bimba di 11 anni la cui gravidanzaera frutto di una violenza subta dallo zio. La bimba e-ra alla 21 settimana, ma fu dato il permesso per pre-servare la sua salute mentale. Prendendo spunto dallavicenda, Marie Stopes International organizzazioneattiva nellambito della pianificazione familiare chiese una revisione in termini pi permissivi della leg-ge. Nel 2007, il film 4 me-si 3 settimane e 2 giornidel regista rumeno Cri-stian Mungiu ridest il di-battito sullaborto clan-destino nellera Ceause-scu. E vinse il Festival diCannes.

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    Sistema al collassoIl figlio unico non paga

    CINA

    n Cina il tema dellaborto inscindibilmente legato alla politi-ca del figlio unico, che fa impennare le cifre riguardanti le in-terruzioni volontarie di gravidanza. I numeri sono esorbitanti:

    oltre sette milioni gli aborti praticati, per un rapporto di abortivitdi 41 su 100 nati, secondo le statistiche presentate dalGuttmacherInstitute. A cavallo tra gli anni 80 e gli anni 90 i numeri assolutihanno raggiunto i quattordici milioni, con rapporti di abortivitfino a 69 aborti ogni 100 nascite. Queste cifre si portano appressoil problema legato agli squilibri demografici, col rapporto tra ma-schi e femmine che nel Paese ha raggiunto valori allarmanti. Preoc-cupazione hanno recentemente destato anche studi socio-eco-nomici e demografici che mostrano come la Cina si stia avviandoverso un insostenibile divario tra la po-polazione in et produttiva e quella inet avanzata e dunque verso un collas-so del sistema economico. Per questo ilgoverno cinese, sin dallanno scorso, pa-re stia valutando attentamente una re-visione della sua tragica politica del fi-glio unico.

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    Nel continente nerodal veto al permissivismo

    AFRICA

    e varie legislazioni africane sullaborto presentano sensibilidifformit: si va dal divieto totale in Paesi come Angola,Egitto e Somalia a leggi estremamente permissive come

    quelle di Sud Africa e Tunisia, passando per Libia, Nigeria eUganda, dove lunica condizione il pericolo di vit a dellamadre. Per quanto riguarda lAfrica, i dati relativi alleinterruzioni volontarie di gravidanza sono forniti dalGuttmacher Institute come stime, con particolare attenzionededicata alla sicurezza della pratica abortiva nellinterocontinente. Un tema che determina un impegno costante dimoltissimi soggetti tra organismi internazionali eorganizzazioni non governative nellambito della cosiddettasalute riproduttiva e della pianificazione familiare, concampagne per la diffusione massiccia di anticoncezionali eaborto farmacologico. Il numero assoluto di aborti eseguiti nelcontinente africano viene stimato superiore ai 5 milioni emezzo, di cui oltre due milioni riguardano lAfrica Orientale. Ai300mila aborti stimati nella parte sud del continente,corrisponde il rapporto di abortivit pi alto, con 24 aborti ogni100 nascite.

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    Numeri-record da ventanniE selezione in base al sesso

    SVEZIA

    n Svezia laborto si pu praticare entro le 18 settimane di gravi-danza su richiesta della donna, quando si configurino rischi perla salute psico-fisica o malformazioni del feto. richiesto un col-

    loquio con un assistente sociale, mentre oltre le 18 settimane il vialibera per linterruzione di gravidanza deve essere fornito dal Con-siglio nazionale della sanit e del welfare. La sezione europea del-lOms fornisce dati che per la Svezia mostrano un rapporto di a-bortivit che dalla fine degli anni 90 assestato costantemente trai 340 e i 350 aborti ogni 1000 bambini nati. Proprio il Consiglio na-zionale della sanit nel maggio dellanno scorso ha aperto le porteallaborto per la selezione del sesso del nascituro. La richiesta pro-veniva dallospedale di Mlaren, dove i medici si erano trovati difronte alla richiesta di una donna di a-bortire i due figli che stava aspettandoproprio perch non erano del sesso de-siderato. Listanza della donna fu con-siderata legittima poich avanzata en-tro le 18 settimane di gestazione: la-borto non si pu negare anche se i figlisono sani.

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    Regime in allerta:superate le nascite

    CUBA

    e condizioni per laborto legale a Cuba riguar-dano i rischi per la vita e per lo stato di salute del-la donna, oltre alle motivazioni legate alle

    malformazioni del feto e alle condizioni socio-eco-nomiche della madre. Cuba uno degli Stati dove ilnumero di gravidanze interrotte maggiore rispettoa quelle portate a terminine. Nel 2008 fu il quotidia-no del regime comunista Granma a dar voce allapreoccupazione di membri del governo a propositodellelevato numero di aborti. Ci non pu far di-menticare la condizione di prigionia di alcuni dissi-denti rei di aver denunciato le politiche pro-abortodella dittatura castrista. Oscar Elias Biscet, un medi-co incarcerato dal 2003, aveva portato alla luce le pra-tiche abortive spesso barbare e le preoccupanti cifretra le giovanissime. La cifra assoluta, secondo le sta-tistiche delle NazioniUnite, oscilla intornoalle 65 mila interruzio-ni di gravidanza, dopoaver raggiunto picchidi 80 mila alla fine de-

    gli anni 90.

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    Giovanissimein forte crescita

    VIETNAM

    n Vietnam le condizioni per interrompere la gravi-danza sono connesse ai rischi per la salute della don-na e alle eventuali malformazioni del feto, oltre che

    alle condizioni economiche della madre. Il GuttmacherInsitute inserisce il Vietnam tra quei Paesi per i quali lestatistiche sono incomplete o incerte, ma il quadro chene viene dipinto indica un rapporto di abortivit che o-scilla dai 78 aborti ogni 100 nati vivi del 1996 (un milio-ne e mezzo di interruzioni di gravidanza) ai 33 del 2003(oltre mezzo milione). Anche numeri pi recenti fannoimpressione: nel 2006 si calcolato che a fronte di 17bimbi nati ogni 1000 donne in et fertile si registrava-no 83 aborti, e che mediamente una donna vietnamitasubiva nellarco della propria vita 2,5 aborti. Nel mag-gio scorso il Vietnam en-trato nella classifica deidieci Stati con la pi altadiffusione dellaborto, conparticolare riferimento al-le interruzioni di gravi-danza in donne con menodi 19 anni.

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    na ecatombe di dimensioni inimmaginabili. questa la sensazione immediata che siaccompagna alla naturale difficolt di reperire

    dati ufficiali, omogenei e recenti quando lintento mettere assieme le statistiche sullaborto volontario intutto il mondo. Complessivamente, i dati mondialiparlano di una stima di ben oltre 30 aborti ogni 100bambini nati: quasi una gravidanza su quattrointerrotta volontariamente, per un totale di oltrequaranta milioni di aborti allanno. Oltre ai numeriassoluti, molto significativo il dato che va sotto ilnome di rapporto di abortivit, ovvero il numero diaborti ogni 100 nati vivi. Un numero che, Paese perPaese, fornisce limmediata fotografia della tendenza alricorso allinterruzione volontaria di gravidanza. Ementre in Italia si conferma un lentissimo calo ribadito dagli annuali dati ministeriali diffusi luned esistono angoli del pianeta dove quella dellaborto una tragedia che, lungi dal rallentare, sostanzialmentefuori controllo. Quanto alla situazione europea, leraccolte di dati pi omogenee sono quelle fornitadallOrganizzazione mondiale della sanit e del

    Guttmacher Institute, organico alla stessa Oms. Lestatistiche che immediatamente si impongono sonoquelle dellEst europeo che nel 2003 ha raggiunto unpicco di 103 aborti ogni 100 bimbi nati vivi, asignificare che pi di una gravidanza su due statainterrotta volontariamente. Neldettaglio impressionano i numeridegli anni 90, con picchi diRomania (oltre 300 aborti ogni 100nati vivi), della Federazione Russaa(oltre 200), della Bielorussia edellUcraina (intorno ai 150). Latendenza attuale quella di un bruscocalo, ma i numeri pi recenti degliaborti ufficialmente censiti dallOmssono ancora altissimi: 95 aborti ogni100 nati vivi in Russia, 45 in Ungheria eBulgaria, 55 in Romania, 32 inSlovacchia, con solo Repubblica Ceca eUcraina avviatesi verso la "normalit"(meno di 30 aborti ogni 100 nati vivi). Perquanto riguarda la penisola scandinava, il dato della Svezia a risaltare: dal 1997un rapporto di abortivit che staziona attorno ai 35aborti ogni 100 nascite, contro i 26 della Norvegia e i 18della Finlandia. Nel resto dEuropa da segnalarelinesorabile ascesa del rapporto di abortivit inSpagna, pi che raddoppiato da 11 a 23 negli ultimi20 anni, e i numeri di Francia e Regno Unito,assestatisi ormai da anni ben al di sopra dei 25 abortiogni 100 nascite. Uscendo dai confini europei, ilGuttmacher Institute un centro che si dedica allo

    Ustudio e alla diffusione della salute sessuale eriproduttiva a livello mondiale a fornire dati piomogenei e dettagliati. In una pubblicazione del 2007,che ha il pregio di aggregare una mole di numeri assaiconsistente, viene riportato un rapporto di abortivitper gli Stati Uniti pari a 31 aborti ogni 100 nati vivi, inlinea con quello del Canada, mentre per Cuba siraggiunge la stratosferica cifra di 109 (ovvero, sono pile gravidanze interrotte di quelle portate a termine). PerCina e Giappone si registrano rapporti di abortivitrispettivamente di 41 e 28. A proposito di Stati Uniti eCina, impressionano i numeri assoluti: rispettivamenteben oltre il milione e addirittura i sette milioni di abortilanno. ancora il Guttmacher Institute a parlare di unrapporto di abortivit di circa 17 su 100 nati vivi perlAfrica, con punte di 24 nella parte meridionale delcontinente. 34 gli aborti ogni 100 nascite in Asia, conpicchi di 51 per la zona orientale. America Latina eCaraibi si attestano intorno a una rapporto di abortivitpari a 35, media tra i numeri pi bassi dellAmericacentrale e quelli altissimi di regione caraibica (42) e Sud

    America (38). E c chi si batte a livello internazionale

    per estendere il diritto allaborto...

    IN ITALIA

    117 MILA: IN CALO

    MA ANCORA TROPPI

    Da 140 mila a 117 mila in dieci anni: ilbilancio degli aborti in Italia tra il 1999e il 2009, come emerge dallaRelazione annuale al Parlamentosullattuazione della legge 194depositata luned alle Camere dalMinistero della Salute. I 21,3 abortiogni 100 nati segnano il dato pibasso registrato nel nostro Paese,ma si tratta pur sempre di una cifrache indica come ogni cinque

    bambini nati ce ne sia uno al quale non concesso di venire al mondo. Se dunque il fenomenodelle interruzioni di gravidanza va lentamentecontraendosi occorre ricordare che i non nati lannoscorso sono stati ben pi di 100 mila. Una ferita socialeancora aperta, confermata dal fatto che la met delledonne che abortiscono sono sposate, occupate e senzafigli: dunque non abortiscono solo le indigenti, leimmigrate o le minorenni. Ridurre assai pi rapidamentegli aborti in Italia richiede dunque limpegno di tutti.

    I testi della pagina sono di Lorenzo Schoepflin