Abissino - Quattrozampe in fiera · La storia La razza abissina è considerata una delle più...

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quattrozampeinfiera.it MILANO 2017 Abissino La storia La razza abissina è considerata una delle più antiche tra quelle conosciute. I primi gatti abissini vennero importati in Inghilterra in seguito alla guerra d’Abissinia .Una prima menzione ufficiale di questo gatto - chiamato fin dall’inizio “Abissino” per l’area geografica da cui era stato importato - compare nel libro di Gordon Stables: Cats, theirpoints and theircharacteristics with a chapter on feline aliments, pubblicato nel 1874. La razza abis- sina venne ufficialmente riconosciuta nel 1882, ma un primo standard venne stilato solo nel 1929 e dalla selezione di questi primi esemplari nacque l’odierno abissino, una delle razze più apprezzate, tra i gatti a pelo corto, oltre oceano. Notevolissime sono inoltre le somiglianze con alcuni gatti selvatici africani di cui si fa menzione in un manuale del tedesco Eduard Rueppel, datato 1828-1834., straordinariamente somigliante all’odierno abissino per struttura fisica e colorazione del mantello. Quali che siano le sue origini prime, questa razza si è affermata nel mondo per le particolari caratteristiche che la contraddistin- guono e che rendono l’abissino un gatto veramente speciale. Descrizione L’abissino è un gatto di taglia media, cioè più piccolo dei nostri gatti di casa, dalla struttura elegante e snella, ma muscolosa; per questo motivo è considerato un gatto ‘foreign’, termine che designa le razze più leggere di quelle autoctone, come l’Euro- peo o il British. La testa è di media grandezza, cuneiforme, dai contorni morbidi ed aggraziati, senza spigoli vivi o linee piatte, non troppo allungata o troppo appuntita. E’ portata eretta su di un collo arcuato ed elegante; il profilo presenta una lieve rientranza tra la fronte, ampia e bombata, e il naso; il mento è forte. Le orecchie dalle punte arrotondate devono essere gran- di e bene aperte, come all’erta, piazzate piuttosto basse sul cranio e ben distanziate tra di loro, a continuare idealmente la linea della mascella; gli occhi sono grandi, a mandorla larga, particolarmente attenti e intelligenti: sono gatti famosi per il loro sguardo magnetico ed accattivante…queste caratteristiche nel loro insieme gli conferiscono il tipico portamento regale che lo contraddistingue. La pelliccia è lucente e ben aderente al corpo, elastica al tatto. Il caldo colore ‘mimetico’ del mantel- lo caratteristico di questa razza è dovuto ad un disegno detto ticking, che compare su tutto il corpo, tranne gola, ventre, par- te interna delle zampe: ogni singolo pelo presenta una serie di bande di colore diverso. La selezione operata nel corso di più di un secolo ha eliminato ogni altro residuo tabby: oggi sono richieste solo alcune striature minori sulla testa, come la ti- pica M. Nel lepre, si alternano i colori fulvo e nero, che danno come effetto risultante la caratteristica colorazione marrone- rossiccio. Carattere Nonostante il suo aspetto che ricorda tanto quello dei felini selvatici, è un gatto dal carattere affettuosissimo: ama moltis- simo le persone con cui vive e partecipa ad ogni momento della vita di casa. Richiede attenzione ed affetto, ma sa ricambiarli in modo così incredibile che bisogna viverci insieme per riuscire a capire che cosa si intenda…è una razza che, una volta conosciu- ta, è impossibile dimenticare. Date queste caratteristiche, è un gatto che ama stare con i bambini e con altri animali, molto equilibrato di carattere: non è né timido o aggressivo né di- struttivo. Ha solo bisogno di sentire intorno a sé vita e amore. ( Anfi Sezione Lombardia)

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MILANO 2017

Abissino

La storiaLa razza abissina è considerata una delle più antiche tra quelle conosciute. I primi gatti abissini vennero importati in Inghilterra in seguito alla guerra d’Abissinia .Una prima menzione ufficiale di questo gatto - chiamato fin dall’inizio “Abissino” per l’area geografica da cui era stato importato - compare nel libro di Gordon Stables: Cats, theirpoints and theircharacteristics with a chapter on feline aliments, pubblicato nel 1874. La razza abis-sina venne ufficialmente riconosciuta nel 1882, ma un primo standard venne stilato solo nel 1929 e dalla selezione di questi primi esemplari nacque l’odierno abissino, una delle razze più apprezzate, tra i gatti a pelo corto, oltre oceano. Notevolissime sono inoltre le somiglianze con alcuni gatti selvatici africani di cui si fa menzione in un manuale del tedesco Eduard Rueppel, datato 1828-1834., straordinariamente somigliante all’odierno abissino per struttura fisica e colorazione del mantello. Quali

che siano le sue origini prime, questa razza si è affermata nel mondo per le particolari caratteristiche che la contraddistin-guono e che rendono l’abissino un gatto veramente speciale.

DescrizioneL’abissino è un gatto di taglia media, cioè più piccolo dei nostri gatti di casa, dalla struttura elegante e snella, ma muscolosa; per questo motivo è considerato un gatto ‘foreign’, termine che designa le razze più leggere di quelle autoctone, come l’Euro-peo o il British. La testa è di media grandezza, cuneiforme, dai contorni morbidi ed aggraziati, senza spigoli vivi o linee piatte, non troppo allungata o troppo appuntita. E’ portata eretta su di un collo arcuato ed elegante; il profilo presenta una lieve rientranza tra la fronte, ampia e bombata, e il naso; il mento è forte. Le orecchie dalle punte arrotondate devono essere gran-di e bene aperte, come all’erta, piazzate piuttosto basse sul cranio e ben distanziate tra di loro, a continuare idealmente la linea della mascella; gli occhi sono grandi, a mandorla larga, particolarmente attenti e intelligenti: sono gatti famosi per il loro sguardo magnetico ed accattivante…queste caratteristiche nel loro insieme gli conferiscono il tipico portamento regale che lo contraddistingue. La pelliccia è lucente e ben aderente al corpo, elastica al tatto. Il caldo colore ‘mimetico’ del mantel-lo caratteristico di questa razza è dovuto ad un disegno detto ticking, che compare su tutto il corpo, tranne gola, ventre, par-te interna delle zampe: ogni singolo pelo presenta una serie di bande di colore diverso. La selezione operata nel corso di più di un secolo ha eliminato ogni altro residuo tabby: oggi sono richieste solo alcune striature minori sulla testa, come la ti-pica M. Nel lepre, si alternano i colori fulvo e nero, che danno come effetto risultante la caratteristica colorazione marrone-rossiccio.

CarattereNonostante il suo aspetto che ricorda tanto quello dei felini selvatici, è un gatto dal carattere affettuosissimo: ama moltis-simo le persone con cui vive e partecipa ad ogni momento della vita di casa. Richiede attenzione ed affetto, ma sa ricambiarli in modo così incredibile che bisogna viverci insieme per riuscire a capire che cosa si intenda…è una razza che, una volta conosciu-ta, è impossibile dimenticare. Date queste caratteristiche, è un gatto che ama stare con i bambini e con altri animali, molto equilibrato di carattere: non è né timido o aggressivo né di-struttivo. Ha solo bisogno di sentire intorno a sé vita e amore.( Anfi Sezione Lombardia)

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American Curl

La storiaL’american curl è il risultato di una mutazione spontanea che provoca la curiosa arricciatura della cartilagine delle orec-chie. Sebbene vi siano tracce di gatti con orecchie arricciate risalenti agli anni ‘60, la selezione dell’american curl è molto più recente e inizia nel 1981 quando nella fattoria dei coniugi Ruga, in Calafornia, si presenta una gatta nera a pelo semilun-go con delle curiose orecchie arricciate. Shulamit, così venne ribattezzata la gatta, nel dicembre del 1981 diede luce ad una cucciolata di 4 piccoli e quando i coniugi Ruga notarono che due di loro presentavano la stessa curiosa caratteristica della madre, decidesero di avviarne l’allevamento, non prima d’aver contattato un genetista che li rassicurasse sulla natura inno-cua della mutazione. Già, perchè contrariamente ad altre mu-tazioni del mondo felino, quella che provoca l’arricciatura delle orecchie nell’american curl non comporta alcun rischio per la salute del gatto, sebbene si tratti di una mutazione dominante (è sufficiente che uno solo dei genitori la esprima per trasmet-terla probabilisticamente al 50% dei figli) che può presentarsi anche in omozigosi. Così, nel 1983 il primo American Curl venne presentato ad un’esposizione felina e nel 1986 si ebbe il definitivo ricono-scimento come razza da parte del CFA, mentre attualmente la razza è riconosciuta da tutte le associazioni feline del mondo.

DescrizioneL’American curl è un gatto di dimensione media e può presen-tarsi sia nella variante a pelo semilungo che in quella a pelo corto. La testa è cuneiforme, senza superfici piane, caratteriz-zata dalla curvatura delle orecchie che si presentano con una gradazione tra i 90 e 180 gradi. Gli occhi sono grandi e a forma di noce e conferiscono al micio un’espressione dolce e sognan-te. Il mento è forte e in linea con il naso, il profilo presenta una dolce interruzione tra gli occhi e la punta del naso; l’American Curl è un gatto dall’ossatura leggera, il busto è lungo e snello, mentre il pelo, privo o carente di sottopelo, è morbido e setoso e deve presentare una lunghezza uniforme su tutto il corpo. L’America Curl, in entrambe le varianti di pelo, può presentarsi in tutti i colori del mantello, incluso il point; anche il colore degli occhi è ammesso in tutte le varianti, senza vincoli con il colore del mantello, salvo nel caso di gatti point che devono avere occhi blu.

CarattereL’America Curl è un gatto attivo, curioso, giocherellone, estre-mamente vitale. La differenza nella lunghezza del mantello non induce alcuna differenza di carattere tra le due varianti: sia i semilunghi che i peli corti sono gatti che amano partecipare attivamente alle attività della famiglia, che si dedicano con entusiasmo a qualunque nuova avventura venga loro proposta e non mancano mai di dimostrare le loro eccezionali doti di intelligenza e perspicacia. La lunghezza del mantello dell’Ame-rican Curl a pelo semilungo richiede qualche spazzolata in più per mantenerlo setoso e privo di nodi, tuttavia, se abituato sin da piccino, tollera bene le attenzioni umane a beneficio della sua bellezza.(Anfi Sezione Lombardia)

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Burmese

La storiaIl Burmese che conosciamo oggi è nato negli USA ed è frutto della selezione operata in seguito all’importazione dall’Oriente di una gatta, WongMau, la capostipite della razza, che venne affidata al dott. Joseph G. Thompson nel 1930. Le origini prime di questo gatto sono quindi ascrivibili alla Ma-lesia, dove era possibile vedere soggetti autoctoni che presen-tavano le stesse caratteristiche di WongMau e moltissime e affascinanti sono le leggende che circolano intorno a questa razza, che ha evidenti ascendenti comuni col siamese originale.

DescrizioneIl burmese è un gatto di media grandezza, muscoloso e piutto-sto compatto. Ha petto arrotondato, arti e coda di una lunghez-za armoniosa con le proporzioni del corpo. La testa è piuttosto arrotondata; il profilo, corto, presenta un netto stop con la fron-te, che deve essere bombata, e un mento forte. Gli occhi sono abbastanza grandi, espressivi, di un bel colore dorato, non ton-deggianti, ma neanche a mandorla. La caratteristica della razza è data anche dal mantello, particolarmente fine, aderente al corpo, setoso e naturalmente lucente, grazie alla presenza del gene cb (un gene dell’albinismo) che determina anche la pecu-liare colorazione propria del burmese (più chiara che nelle raz-ze dove non compare questo gene). I burmesi sono riconosciuti solo nei colori brown (o seal), chocolate, rosso genetico (con tutte le combinazioni di squama di tartaruga) e nei rispettivi

diluiti (blu, lilac, crema). Altre colorazioni o disegni non sono riconosciuti, al momento, né dalla FIFené dal CFA.

Carattere

E’ un gatto equilibrato, estremamente affettuoso e legatissimo alle persone con cui vive, realmente partecipe alla vita della fa-miglia. Ha una forte personalità che, in alcuni casi, lo può ren-dere un po’ esclusivo nei suoi affetti e possessivo nei confronti di spazi e persone. Pur essendo tendenzialmente tranquillo, è in grado di esprimersi in ottime performance atletiche, soprat-tutto quando decide di ottenere quanto desidera. Maria Grazia Bregani, con la supervisione di Fabio Brambilla, giudice internazionale FIFe.

( Anfi Sezione Lombardia)

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Certosino

La storiaIl certosino è una delle razze feline più antiche, infatti se ne hanno notizie in Europa fin dal 500, sia su documenti scientifi-ci che su testi letterari. Questo ne fa una razza molto popolare e proprio per questo intorno alle sue origini sono nate svariate leggende. Ma perché si chiama certosino? sembra che il nome derivi da una lana pregiata conosciuta nel 1600 come “pile de char-treux”, lana di certosino, probabilmente a motivo della sua straordinaria e lanosissima pelliccia.

DescrizioneIl certosino è un gatto di taglia media e di corporatura robusta. Fanno da contrasto al corpo massiccio le zampe che sono piut-tosto esili e con piedi piccoli. Un certosino non è un certosino se il suo mantello non è completamente blu, ovvero grigio, sen-za nessuna macchia o sfumatura. Sono grigi anche il naso, le fibrille e i polpastrelli. Il pelo è corto e folto, con un sottopelo molto lanoso che se ben sviluppato tiene aperta la pelliccia. Gli occhi sono grandi, aperti e non troppo tondi. Il colore va dal giallo oro al cuoio, non sono tollerati occhi di altro colore o con sfumature verdastre. La testa la forma di un trapezio, molto accentuato nel maschio adulto ma sempre ben visibile anche nelle femmine. Le orecchie alte e dritte e la bocca che forma una specie di sorriso conferiscono alla testa del certosino un

aspetto inequivocabile.

CarattereIl certosino è quanto di più vicino al cane si possa trovare nell’universo felino. Ama il suo padrone, lo segue dappertut-to, ama giocare a riportare palline e oggetti vari, se abituato da piccolo tollera bene il guinzaglio. Dimostra il suo affetto in modo molto discreto, ma è sempre presente e partecipe del-la vita quotidiana. È un gatto equilibrato che ben si adatta sia a persone singole che a famiglie con bambini e altri animali. Estremamente intelligente, non è raro che riesca ad aprire da solo le porte o gli sportelli. Il suo antico retaggio di cacciatore è evidente ancora oggi, e spesso fa omaggio al proprio umano dei suoi trofei! Miagola pochissimo, e se lo fa emette un suono curioso che somiglia più ad un cinguettio.(Anfi Sezione Lombardia)

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Bengal

La storiaIl Bengal è una razza relativamente recente, nata negli Stati Uniti nel 1963 e che ha sedotto l’Europa da una quindicina di anni. Il Bengal è una razza creata grazie a un incrocio tra un gatto domestico e un PrionailurusBengalensisBengalensis. I matrimoni con gatti di tipo selvatico danno maschi sterili, per questo motivo solo le femmine furono utilizzate per dare origi-ne alla razza. Per questo motivo incroci con altre razze furono necessari per ottenere il Bengal. La selezione fu fatta dalla Signora Mills – allevatrice americana - che, affascinata dalla bellezza del Prionailurus, decise di creare questa nuova razza.

DescrizioneA partire dalla quarta generazione, questo piccolo tigrotto di-viene un bel soggetto piuttosto robusto, longilineo e di buona taglia, dal carattere socievole, giocherellone, sportivo, dolce ma anche molto intelligente, pesante e muscoloso e con os-satura consistente. La pelliccia è setosa, è un gatto definito a « pelo corto » e molto piacevole al tatto. E’ possibile incontrare Bengal in diversi colori, i brown dai più chiari ai più scuri, ma anche tonalità dorate o che virano verso

l’arancione; così come occhi gialli, verdi o marroni!

CarattereQuesto bel gatto è un piacevole compagno per i veri amanti dei felini. I Bengal amano giocare con l’acqua, sono complici del proprio proprietario (attenzione, ne hanno uno solo), amano essere ma-nipolati con dolcezza, pazienza e rispetto. Gatto-cane: vi seguirà ovunque e osserverà tutti i vostri gesti in continuazione. In generale è un gatto con temperamento dolce e socievole, normalmente i maschi (anche dopo la sterilizzazione) sono più dolci delle femmine, che a volte possono risultare un po’ ner-vose.(tratto da Catpedia – Anfi Sezione Lombardia)

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Blu di Russia

La storiaI gatti blu di Russia vengono citati in antichi racconti; avevano un posto privilegiato alla corte degli zar, vennero allevati nei palazzi reali di san Pietroburgo dalla zarina Elisabetta e dallo zar Pietro I; lo zar Nicola I permetteva loro di dormire con i propri figli. Sembra che alcuni gatti furono portati dal porto di Arkhangelsk in Gran Bretagna intorno al 1860, dove tali sogget-ti furono esposti riscontrando molto successo; nei primi anni della sua diffusione il blu di Russia venne conosciuto con nomi diversi, tra i quali “Spagnolo Blu”, “Arcangelo” e “Maltese”. Verso fine ‘800 tutti i gatti blu a pelo corto venivano giudicati insieme: per questo motivo il gatto British Blu, più imponente e forte, otteneva più successo in esposizione, facendo diminuire l’interesse verso questa razza. Solo verso il 1912 vennero sepa-rate le due razze e venne redatto lo standard del Blu di Russia che così riacquistò popolarità. Dopo la seconda guerra mon-diale rischiò l’estinzione, ma questo fu evitato grazie all’im-pegno di alcuni allevatori, tra i quali fu determinante l’inglese Mary Rochford che diede un contributo decisivo. I pochi blu di Russia vennero accoppiati con gatti di altre razze a colore blu (certosini, british blu e siamesi blu point) per aumentarne il pa-trimonio genetico. Nel 1966 fu definitivamente bandito il tipo

siamese e fu fondato il primo club di razza, il “Russian Blue Cat Club” con lo scopo di riportare la razza alle caratteristiche originarie e promuoverne la conoscenza. DescrizioneIl Blu di Russia è un gatto di struttura media, corpo allungato e piuttosto elegante, zampe fini e lunghe, pedi ovali, coda lunga e fine. La testa è corta e cuneiforme, il profilo è corto e dritto, la fronte è piatta e, vista di profilo, forma un angolo con il naso, il mento è forte. Le orecchie sono larghe alla base e, secondo lo standard, dovrebbero essere piazzate verticalmente sulla testa. Gli occhi sono grandi, a mandorla e di colore verde smeraldo, che contrasta con il colore del mantello che è di colore grigio blu chiaro. La pelliccia è corta, densa, fine e setosa al tatto; la tessitura è diversa da quella delle altre razze. Unico colore am-messo è il blu (grigio bluastro), che deve essere chiaro e uni-forme; a volte i cuccioli presentano una ombreggiatura di strie tabby (disegno fantasma) che di solito scompare con l’età.

CarattereIl Blu di Russia è un gatto raffinato, intelligente e aristocratico, come il suo aspetto, ma comunque molto affettuoso con il pro-prietario. Sono di solito abitudinari e amano la vita tranquilla, miagolano in modo discreto (nonostante tra gli antenati ci sia-no gli esuberanti siamesi). Nobile e tranquillo, è adatto anche alla vita in appartamento.(tratto da Catpedia – Anfi Sezione Lombardia)

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British short hair

La storiaStoricamente si sa che il progenitore del BritishShorthair visse in Inghilterra allo stato selvatico, o quantomeno non fu ricono-sciuto ed allevato come razza a sè, sino al XIX secolo. Harrison Weir decise di selezionare la razza di questo bellissimo gatto nella sua varietà blu, e lo presentò per la prima volta all’espo-sizione felina del Crystal Palace nel 1871. Ma la moda di inzio secolo per le razze rare, e soprattutto le due guerre mondiali, fecero progressivamente quasi scomparire i British. Nel secon-do dopoguerra.

DescrizioneIl Britishshorthair è un gatto tutto tondo, dalla punta delle orec-chie alla punta della coda! Per le sue tenere forme tonde e per sua dolcezza è chiamato anche il gatto-orsacchiotto. La testa deve essere massiccia e deve iscriversi perfettamente in un cerchio, con il sopratesta tondo, le guance ben pronunciate che gli conferiscono la classica espressione paffuta che lo ha fatto soprannominare il gatto che sorride, il mento forte e tondeg-giante anch’ esso. Il naso è largo e corto, non diritto come quel-lo del Certosino ma con una leggera depressione detta break che è però diversa dallo stop accentuato di Persiani ed Exotic.

Le orecchie sono ben distanziate, piccole e arrotondate sulla punta. Gli occhi sono tondi, grandi e distanziati anche se non dominanti nel contesto della testa, con un’ espressione spalan-cata e attenta. Il colore dipende dal mantello. Nel British blu e in gran parte degli altri colori gli occhi devono essere arancio, rame o cuoio, e più intensa e scura è la tonalità maggiormente vengono apprezzati. Nei mantelli silver gli occhi possono an-che essere verde smeraldo contornati di nero. Il corpo è mu-scoloso e massiccio, possente ma raccolto e arrotondato, con una struttura cobby e non allungata. Il petto è largo e la cassa toracica bel sviluppata. La pelliccia deve essere folta e densa, doppia: un pelo corto e un fitto sottopelo; non deve aderire al corpo ma deve essere gonfia con un effetto peluche, tale che infilando la mano tra il pelo rimanga l’impronta a guanto.

CarattereIl British gode generalmente di ottima salute e, così come è un gatto molto solido e robusto fisicamente, è altrettanto equili-brato psichicamente: non si lascia andare a crisi isteriche; è pacifico e non graffia e non morde per rabbia o per paura, e per questo è adatto alla compagnia di anziani e bambini. Non è invadente ma adora la compagnia dei padroni che ama seguire per la casa interessandosi e partecipando attivamente ad ogni momento della vita quotidiana della famiglia, tanto da meritar-si l’appellativo di gatto-cane. Si adatta bene ai cambiamenti e ai viaggi, per la sua curiosità innata e proprio perché è più legato ai padroni che alla casa. Il British è un gatto dominante, indipendente e molto fiero, con un gran senso della dignità per-sonale, non ama farsi stringere e strapazzare inutilmente ma si pone alla pari con gli altri componenti della famiglia e decide lui quando è l’ora delle coccole, tuttavia è sempre pronto a re-cepire gli inviti al gioco e non rifiuta mai un buon bocconcino!.(Anfi Sezione Lombardia)

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Devon Rex

La storiaLa storia del Devon Rex comincia nel 1960 in Gran Bretagna. Miss Cox rinvenne un gattino grigio con il pelo riccio che viveva in una colonia felina in una miniera a Buckfastleight (nel De-vonshire). I gatti col pelo riccio erano già conosciuti perché cir-ca dieci anni prima era comparso il Cornish Rex o gatto barbon-cino. Miss Cox adottò il gatto e lo chiamò Kirlee per richiamare il suo mantello riccio (curly, riccioluto in inglese). Kirlee venne affidato ad un allevatore di Cornish Rex per l’accoppiamento, ma con grande sorpresa da questo accoppiamento nacquero solo cuccioli con normale pelo liscio. Questo risultato rivelò che l’origine genetica dei mantelli del Devon e del Cornish è dovuta a geni differenti, entrambe recessivi, derivati da una mutazione spontanea. Miss Cox tentò allora l’accoppiamento di Kirlee con una cucciola di cui egli era padre, Golden Rain (portatrice del gene rex): nacquero così le prime generazioni di Devon Rex.

DescrizioneFisicamente ciò che più colpisce è il muso largo, corto, un cu-neo troncato bruscamente e uno “stop” (termine tecnico che definisce la depressione fronto-nasale) abbastanza marcato. Su una testa così strana fanno bella mostra di sé due enormi e sproporzionate orecchie ricoperte alla base da ciuffetti di pelo. “Divertenti” sono anche gli occhi grandi e spalancati, stupiti e distanziati tra di loro. “Ridicoli” sono i baffi e le sopracciglia, a volte assenti o spezzate. Il suo corpo è leggermente cilindrico con torace ampio ma non troppo profondo e la coda coperta di pelo ondulato. Il pelo deve essere presente su tutto il corpo, deve essere corto, sottile, soffice ed ondulato.

CarattereL’aspetto unico del Devon Rex si accompagna ad un carattere particolarissimo. Egli è totalmente dipendente dall’uomo senza il quale difficilmente sopravviverebbe. Il Devon ama il contatto fisico con il suo compagno umano, che spesso segue appolla-iato sulla sua spalla. Ama anche il contatto con i suoi simili ed ha spiccate “abilità sociali”: sa farsi amare e benvolere un po’ da tutti. E’ un gatto poco aggressivo, giocherellone, molto at-tivo e reattivo, a volte è timoroso e deve quindi essere trattato con gentilezza e sensibilità. Può vivere anche in ambienti dalle dimensioni contenute purchè ben riscaldati in inverno. Una delle sue caratteristiche è il suo forte appetito ed i suoi gusti alimentari che spaziano fino ad arrivare a cibi solitamente non appetiti dai gatti (verdure, minestre, pane, cereali e molto al-tro): va nutrito quindi con attenzione per evitare il sovrappeso. E’ fondamentale la pulizia dei suoi grandi padiglioni auricolari. E’ molto importante proteggerlo dalle correnti d’aria soprattut-to durante gli spostamenti nella stagione invernale (special-mente quando è ancora cucciolo).(Anfi Sezione Lombardia)

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MILANO 2017

Main Coon

La storiaAncora oggi le origini del Maine Coon sono avvolte nel mistero. Sono state fatte diverse ipotesi e conseguentemente sono nate alcune leggende. Si narra che questa razza sia il casuale frut-to di un amore impossibile tra un gatto e un orsetto lavatore. Infatti il suo nome deriva dal “Maine”, stato del Nord America situato sulla costa atlantica a sud del Canada, dove il nostro gattone sarebbe comparso per la prima volta e da “coon” che è parte del nome in inglese del procione (racoon). Dobbiamo aspettare però la fine degli anni ’60 prima che le più grandi associazioni internazionali feline (CFA e TICA) ratifichi-no lo standard della razza e la riconoscano ufficialmente; e solo alla fine degli anni settanta ne deriva la sua diffusione anche in Europa. Nel 1985 lo stato del Maine, con atto legislativo, ha proclamato il Maine Coon “gatto nazionale americano”. Oggi il Maine Coon è una delle razze più rappresentate nelle espo-sizioni feline, grazie al favore che riscuote fra il pubblico per il suo aspetto maestoso e il suo carattere socievole.

DescrizioneIl corpo deve essere di dimensioni medio/grandi, rettangolare, lungo e muscoloso. Il collo è possente, il petto largo, soprattut-to nei maschi, dona al gatto un aspetto di potenza e di fierezza. Le zampe sono forti e di media lunghezza e i piedi grandi e rotondi. La testa deve avere contorni angolosi, muso squadrato, mento forte e profilo marcato. Le orecchie sono grandi, a punta, larghe alla base e ornate da ciuffi di pelo all’interno e sulla sommità. Gli occhi devono essere grandi, leggermente ovali, ma non a mandorla. La coda deve essere lunga almeno quan-to la distanza tra la sua attaccatura e l’omero, larga alla base, affusolata in punta e folta di pelo. Il mantello deve essere folto e corto sulla testa e sulle zampe per poi allungarsi sul corpo e sulla coda. La tessitura del pelo deve essere setosa. Sono am-messi tutti i colori salvo il chocolate, il lilac e il point. Il Maine Coon è un gatto che non richiede cure particolari essendo un gatto rustico e robusto. Sono sufficienti una spazzolata setti-manale e periodicamente un bagno per garantire la perfetta toelettatura dell’animale.

CarattereMalgrado la sua mole imponente e l’aspetto fiero e selvaggio, aspetti che a prima vista potrebbero incutere soggezione, il Maine Coon ha un carattere molto equilibrato. E’ un gatto so-cievole con tutti, non a caso può convivere in perfetta armonia con altri animali, ad esempio i cani. Si adatta bene alla vita in appartamento anche se predilige gli spazi aperti dove può dar sfogo a tutte le sue energie. Il buon carattere del Maine Coon lo rende particolarmente adatto a convivere con l’uomo col quale riesce ad instaurare un rapporto di fiducia totale ed è una presenza costante nella sua vita quotidiana. Di fondamen-tale importanza è rispettarne la dignità essendo un gatto che non accetta di buon grado l’ eccessiva invadenza.(Anfi Sezione Lombardia)

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Don Sphynx

La storiaNel 1987 una gatta dalla pelliccia molto rada, a tratti assen-te, fu trovata a vagare in Russia fra le strade della cittadina di Rostov Na Donu; questa gatta, che prese il nome di Varya o Varvara, fu salvata da Elena Kovaleva e curata da lei contro ogni tipo di dermatite. Stranamente però il problema alla cute persisteva. Dopo una cucciolata di questa micia con un gat-to del quartiere, si scopri che il problema non era da ritenersi clinico, ma genetico. La prole di Varya infatti manifestava una sottile peluria che andava via via diradandosi fino a scomparire entro l’anno di vita dei cuccioli. Fu così che si scoprì che il gene nudità di questo gatto era di tipo dominante, e da allora iniziò in Russia un discreto programma di allevamento per cercare di far evolvere questa strana mutazione in una vera e propria razza, chiamata in seguito Don Sphynx (o Donskoi). Per l’ac-coppiamento vennero usati diversi gatti “di strada” sempre accoppiati con Varya e con la sua progenie. E’ bene ricordare che da questa razza nacque in seguito il Peterbald, l’orientale nudo. La FIFe ha riconosciuto definitivamente e completamen-te il Don Sphynx nell’assemblea del 2008.

DescrizioneIl Don Sphynx, come lo Sphynx, ha come principale caratteri-stica fisica la nudità. A differenza dello Sphynx però la pelle del Don Sphynx ha una tessitura più dura e compatta e la presenza

di peluria è più disomogenea e simile a simpatica lanetta. Il corpo del Donskoi dev’essere simile a quello di un “gatto di strada” rasato, un gatto semi-foreign dalla corporatura musco-losa ma non massiccia come lo Sphynx. La testa ha i contorni molto definiti, zigomi prominenti e mento forte con un pinch moderato; a differenza dello sphynx il naso è tendenzialmente dritto e la visione d’insieme della testa è meno “massiccia”. Nel gatto Don Sphynx notiamo la possibile presenza di vibrisse anche abbastanza lunghe e ricce e soprattutto dei magnetici occhi a mandorla. La forma degli occhi è fondamentale ed è ciò che lo caratterizza, assieme alla fronte piatta. Le orecchie devono essere larghe alla base ed arrotondate sulla punta.

CarattereIl Donskoy è un gatto estremamente dolce e affettuoso, il suo carattere assomiglia molto a quello dello Sphynx canadese. Estremamente devoto al padrone passa gran parte del tempo giocando e seguendo le orme di chi sta in casa. È molto allegro ed intelligente e adora essere parte integrante della famiglia, dormire con gli umani e non rimanere mai solo. Esattamente come il “cugino” Sphynx, il Don Sphynx non è un gatto adatto a quelle persone che ricercano nel gatto la notoria indipenden-za; lo sphynx è eccessivo in ogni suo atteggiamento e deve mettere “la zampa” in ogni vostra azione; coronando il tutto con un’enorme curiosità e allo stesso tempo una grossa gof-faggine. Come gli altri gatti nudi, il Don Sphynx ha bisogno di regolare pulizia della pelle, che tende a non trattenere le secrezioni di unto che negli altri gatti si depositano sulla pelle. (Anfi Sezione Lombardia)

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MILANO 2017

Esotico

La storiaL’esotico (o exoticshorthair) nasce a fine anni ’50 inizio ’60 quando per migliorare la struttura degli AmericamShorthair allevatori d’oltreoceano hanno incrociato questa razza con il persiano

DescrizioneGli standard del persiano devono essere posseduti anche dall’esotico, l’unica differenza è nella pelliccia che deve esse-re corta ma piena, non aderente al corpo, provvista di molto sottopelo. Anche l’esotico è un gatto dalla struttura forte, ben muscolato con zampe corte e possenti. Testa rotonda, orecchie piccole arrotondate e piazzate ai lati della testa il più lontano possibile tra di loro. Il naso è piccolo e posizionato tra gli oc-chi che, come per il persiano, devono essere tondi e sporgenti. La corta canna nasale termina con uno stop pronunciato che segna l’inizio della fronte tonda e bombata. L’aspetto generale è quello di un orsacchiotto con un doppio, ed a volte, triplo “mento” che accentua la dolcezza dell’espressione.

CarattereAnche per il carattere l’esotico ricalca quello del persiano, solo un po’ più giocherellone e vivace. Quasi sicuramente è la genetica dei “peli corti” a renderlo tale.(Anfi Sezione Lombardia)

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MILANO 2017

Norvegese delle foreste

La storiaIl Norvegese delle Foreste è conosciuto con tanti nomi, ma il suo nome originale “NorskSkogkatt” viene dal Norvegese e significa: Norsk = Norvegese,Skog = Foresta, Katt = Gatto. Si tratta di una delle razze più antiche e naturali conosciute, ri-salente all’epoca dei Vichinghi (790-1066). Proprio per queste loro antiche origini come compagni di viaggio dei primi scopri-tori dell’America del Nord, qualcuno azzarda che il Maine Coon sia una razza derivante dal Norvegese.

DescrizioneIl Norvegese delle foreste è un gatto di taglia grande, dal cor-po lungo e imponente, di ossatura robusta, con petto largo ed fianchi pesanti. La coda è lunga e folta. Le zampe sono robuste e piuttosto alte, quelle posteriori sono più lunghe di quelle an-teriori. I piedi sono larghi, ovali e arrotondati. La testa ha forma di triangolo equilatero, la fronte è leggermente arrotondata e il profilo dritto, senza stop. Le orecchie sono grandi, larghe alla base; sulle punte compaiono ciuffetti di pelo. Il pelo è semi-lungo, particolarmente folto intorno al collo (gorgiera) e sulle zampe posteriori . Il sottopelo lanoso è ricoperto da un pelo liscio ed idrorepellente. Sulla schiena e sui fianchi il pelo è molto lucido. Sono ammessi tutti i colori, incluse tutte le varie-tà con bianco. Sono invece esclusi il point (estremità più scure del corpo), il chocolate, il cinnamon e le loro diluizioni.

CarattereE’ un gatto che si affeziona molto all’uomo e ama la compa-gnia. E’ molto dolce e nonostante il suo aspetto e le sue origini che lo vorrebbero come un gatto selvaggio, il nostro norvegese delle foreste è un gattone bonaccione che ama stare insieme

ai bambini e anche con altri gatti e cani. E’ un gatto molto intel-ligente che può facilmente imparare molte cose. Si affeziona molto al padrone che diventa per lui un punto di riferimento nella famiglia. Ama la vita all’aria aperta, non teme il freddo grazie alla sua folta pelliccia. Si adatta molto bene alla vita in appartamento. Le femmine hanno calori più o meno frequenti, soprattutto in primavera, ed i loro miagolii possono essere più o meno rumorosi. La femmina può avere la sua prima gravidanza a partire dal suo decimo mese di età, anche se il consiglio dei vari allevatori è di attendere fino all’anno. Il maschio diventa maturo intorno al decimo-dodicesimo mese di età. La crescita avviene lentamente durante il primo anno, e si completa intor-no ai quattro anni. (Anfi Sezione Lombardia)

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Persiano

La storiaL’introduzione documentata di Gatti a pelo lungo in occidente risale alla seconda metà del secolo 15°. Essa fu dovuta anche all’operato dei carovanieri che, insieme a merci rare e pregia-te provenienti dalla Persia, l’attuale Iran, trasportavano anche gatti ritenuti di grande valore proprio per la bellezza del loro mantello. Questi furono chiamati appunto Persiani, per definire il loro paese d’origine. La razza Persiana è stata una delle pietre fondamentali su cui si è costruita la FIFe. Dopo essere stata per ben oltre cento anni la razza più popolare nel mondo della catofilia, ancora primeggia tra le razze più diffuse ed amate. Il suo riconoscimento ufficiale in FIFe risale al 1949.

DescrizioneI Persiani sono caratterizzati dalla loro espressione aperta, fac-cia tonda e paffuta, con la fronte bombata, orecchie piccole con la punta arrotondata e ben distanziate tra di loro. Gli occhi sono grandi e ben aperti. La loro forma tonda conferisce ai gat-ti un’espressione particolarmente dolce che stimola tenerezza nelle persone che li guardano. Il naso è piccolo e corto con uno stop molto pronunciato. Il mento è forte e la mascella inferiore larga e tonda. Gli occhi possono essere di vari colori, secondo quanto previsto dallo standard. In ogni caso il colore deve esse-re puro, limpido, intenso e brillante. Il corpo è corto, compatto e muscoloso. Il torace è ampio, il collo forte e corto, le zampe corte e muscolose. La coda è corta e ricca di pelo. I piedi ton-di. Il mantello nel Persiano ha una tessitura sottile e setosa, è molto folto, lungo e fluente. Un ricco collare di pelo circonda il collo, le spalle ed il petto. I colori del mantello sono centi-naia, pressoché tutti quelli esistenti, e possono essere divisi in: self, tabby( sono quelli che manifestano il gene agouti che

conferisce al loro mantello il cosiddetto “disegno selvaggio”), silver - golden - smoke, bicolori, colourpoint.

CarattereI Persiani sono gatti molto dolci ed affettuosi. Da cuccioli gio-cherelloni e da adulti molto più tranquilli e pacati, raramente arrampicatori. Sono gatti che vivono benissimo in appartamen-to e sono talmente adattabili da poter essere inseriti in un nuo-vo ambiente familiare a qualunque età. Sono molto interessati alla vita famigliare ed amano seguire i loro proprietari di stanza in stanza quasi a “controllare” le loro attività. Vanno facilmente d’accordo anche con i cani. Non soffrono ad essere lasciati soli in casa e attendono i loro padroni dormendo comodamente su cuscini o divani o nell’an-golo più tranquillo della casa che avranno scelto quale loro esclusivo rifugio. (Anfi Sezione Lombardia)

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Sphynx

La storiaFin dall’era più antica cuccioli totalmente nudi sono appar-si come mutazione spontanea (dovuta al gene recessivo hr, dall’inglese “hairless”) in cucciolate di normali gatti “domesti-ci” in varie parti del mondo. I primi esemplari a cui si riescono ad avere notizie certe sono Nellie e Dick, gatti acquistati da una coppia del New Mexico nel 1902, ultimi rimasti di una stirpe di gatti appartenuti ad indiani di un “pueblo” locale. I primi veri tentativi d’allevamento ebbero però inizio in Canada solo negli anni Settanta grazie al ritrovamento di un paio di esemplari nudi, nati in cucciolate di gatti “di strada” che fu-rono accolti in casa per evitare che il freddo invernale, acco-munato alla mancanza di pelo, impedisse loro di sopravvivere all’inverno. Nel 1978 , l’allevatore olandese Hugo Hernandez decise di diffondere la razza anche nel vecchio continente ed iniziò a selezionare questi gatti con l’ausilio di due gattine nude, dirette discendenti di quei gatti randagi nudi canadesi, di nome Punkie e Paloma, le quali furono le capostipiti della linea Europea della razza Sphynx. LoSphynx venne riconosciuto ufficialmente dalla FIFe nel 2001.

DescrizioneLo Sphynx è un gatto la cui principale caratteristica fisica è la nudità. La nudità dello sphynx può essere di diverso tipo; ci sono esemplari completamente nudi e con pelle simile alla cera (wax) mentre nella stragrande maggioranza troviamo esemplari

con un tipo di pelle che ricorda moltissimo una pesca (peach), ossia con una leggerissima peluria quasi invisibile su tutto il corpo. E’ accettato un diverso grado di pelo su orecchie, coda e zampe; il naso invece è l’unica parte che è sempre ricoperta di pelo. La testa dello sphynx dev’essere leggermente più lunga che larga, ma non dare assolutamente l’idea di essere lunga ed affusolata; il naso è segnato nel mezzo da una leggera piega (break) e non essere quindi dritto; le orecchie sono larga alla base, con punta arrotondata e posizionate laterali (in una posi-zione intermedia fra Devonrex e Cornishrex). Gli occhi devono essere molto espressivi e a forma di limone, il mento forte, e i polpastrelli devono essere “cicciottelli” per dare l’idea che il gatto stia camminando su cuscinetti ad aria. Fondamentale è il corpo muscoloso e possente, per nulla fragile, con zampe larghe ed un ventre ben tornito, come se il gatto avesse appena finito di mangiare; l’immagine che più gli si addice è quella di un piccolo bulldog con delle zampe allungate.

CarattereLo Sphynx è un gatto molto diverso da quelli a cui siamo abi-tuati, sia per il suo aspetto fisico ma soprattutto per il suo carattere davvero particolare. È un gatto molto allegro dotato di grande intelligenza, adora la compagnia dei membri della sua famiglia umana, degli altri gatti e di altri animali; qualsiasi tipo di compagnia per lui va bene pur di non rimanere solo. Detesta la solitudine, ed è adatto a chi desidera un gatto super affettuoso, che voglia partecipare ad ogni attività della casa; lui si sente membro della famiglia a tutti gli effetti, come un bambino. Non è un gatto adatto a quelle persone che ricercano nel gatto la notoria indipendenza; lo sphynx è eccessivo in ogni suo atteggiamento e deve mettere “la zampa” in ogni vostra azione; coronando il tutto con un’enorme curiosità e allo stes-so tempo una grossa goffaggine. Lo sphynx si dice assomigli ad un incrocio fra cane, gatto, scimmia e pappagallo; se volete un gatto che sia decisamen-te presente e bisognoso di attenzioni, avete trovato il vostro compagno ideale. Ma ricordate, da quel momento il padrone sarà lui!(Anfi Sezione Lombardia)

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Ragdoll

La storiaIl Ragdoll è una razza felina nata in California intorno al 1965 ad opera della signora Ann Baker. Per lungo tempo si è creduto che derivassero dai Sacri di Birmania ma oggi si sa che non è così. Ciò che appare oggi certo è che i Ragdoll derivano da una gatta bianca dal pelo semi lungo, tipo Angora di nome Josephi-ne e dai suoi figli, tra cui un maschio simile ad un Birmano, ma di padre ignoto, chiamato DaddyWarbucks. A questi gatti la signora Baker diede il nome di Ragdoll, che tradotto significa “bambola di pezza” per la loro attitudine a rilassarsi completa-mente quando venivano presi in braccio!

DescrizioneIl ragdoll è un gatto di taglia grande. I maschi pesano dai 5 ai 9 KG, le femmine dai 4 ai 6 KG. La loro crescita è lenta e prose-gue per 2-3 anni. I cuccioli nascono bianchi e si colorano len-tamente. Di struttura il Ragdoll è un gatto lungo e muscoloso con le zampe posteriori più alte di quelle anteriori. Petto è lar-go. La coda è spessa alla base e di lunghezza proporzionata al corpo. La testa presenta un piano piatto tra le orecchie. Guance e mento sono ben sviluppati. Il naso, senza stop, presenta una lieve curva nel terzo posteriore. Le orecchie sono leggermente piegate in avanti, arrotondate in punta. Gli occhi sono grandi e

ovali, di colore blu il più intenso possibile. I piedi arrotondati con ciuffi di pelo tra le dita. Il pelo è di lunghezza media, più lungo intorno al viso e sul collo, fitto, morbido e setoso e si solleva quando il gatto cammina. Esistono 3 varietà di Ragdoll:COLOURPOINT: le “punte” ( muso, orecchie, zampe, coda) sono colorate intensamente. Il corpo è di colore più chiaro del-le punte. Non devono esserci macchie bianche.MITTED (GUANTATO): le punte sono colorate, il corpo è più chiaro. Mento bianco. Guanti anteriori bianchi e simmetrici ma non devono essere alti oltre polso. Stivaletti posteriori bianchi fino al garretto. Una striscia bianca parte dal mento e arriva sino alla base della coda coprendo la pancia. Può esserci una fiamma bianca sul naso o tra gli occhi.BICOLORE: zampe, piedi, pancia e collaretta devono essere bianche. Una “V” bianca rovesciata copre la maschera sul muso. Orecchie e coda sono scure. Il corpo è più chiaro delle punte. Naso e cuscinetti plantari rosa.

CarattereIl Ragdoll è un gatto affettuoso ed affezionato al proprietario tanto da soffrire per la sua mancanza. Pur di stare col padrone il Ragdoll viaggia senza problemi e si adatta bene ai cambia-menti di ambiente. Questi gatti adorano stare in braccio, specie a pancia in su, come i bambini. Hanno un carattere tranquillo che li fa andare d’accordo con tutti, anche con gli altri animali domestici. Il Ragdoll è un gatto partecipe ma mai invadente: è gioche-rellone e possiede attitudine all’addestramento. Quando il pa-drone rientra a casa il Ragdoll lo accoglie festoso e lo segue devoto di stanza in stanza. (Anfi Sezione Lombardia)

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Sacro di Birmania

La storiaL’anima pura di un monaco gli ha donato zampe candide, il ricordo di un furto sacrilego gli ha prescritto le estremità co-lore della terra, una dea potente gli ha bagnato gli occhi col cielo, ma l’ammirazione dell’uomo se l’è guadagnata da solo. Con i suoi candidi guanti e l’aria da vera star il gatto sacro di Birmania stupisce tutti con la sua bellezza. E’disegnato dalla Natura e preservato dall’uomo per essere bello. La leggenda accresce il mistero delle origini ed accende di ulteriore fascino il suo famoso sguardo. Si dice fosse venerato dai monaci Bir-mani tanto da essere punita la sua esportazione con la pena di morte. La razza fu riconosciuta ufficialmente nel 1966 ma approdò in Italia solo nel 1979 dove incontrò subito il favore di molti appassionati.

DescrizioneIl gatto sacro ha taglia medio grande, ossatura robusta, pelo semilungo dalla tessitura setosa che non s’annoda poichè priva di sottopelo, occhi profondi e azzurri, in armonia con le marcature, su muso, zampe, coda. Le marcature o points sono accettate di colori dal marrone, al blù, al rosso e loro diluizioni crema, lilla, cioccolato, anche tabby e tortie. Ancora in fase di riconoscimento le varianti silver e golden. Il manto è sempre dorato, più lungo sui fianchi, sui pantaloni alla zuava delle zam-pe posteriori e intorno al collo a formare una gorgiera. I quattro piedi poggiano su corte zampe forti a colonna e sono calzati da guanti bianchi che uno standard, particolarmente rigoroso, vuole siano di forma perfettamente simmetrica e terminanti posteriormente a punta sulle quattro zampe. Il muso è caratte-rizzato da grandi occhi leggermente allungati, dal naso romano e dal mento forte.

CarattereIl Birmano si avvantaggia della crescita in famiglia dove può sviluppare il suo particolare carattere giocoso e allegro, l’amo-re per il gioco lo accompagna fino in tarda età. Non necessità di larghi spazi ma sopporta mal volentieri la solitudine che fru-stra il suo bisogno di comunicare. Si accorda con facilità con i cani dei quali non ha, in genere, alcun timore. L’armonia del suo aspetto si riflette nel suo carattere equilibrato e lo rende adatto a giovani e anziani e capace di plasmarsi ai bisogni della “sua” famiglia. Mentre la bellezza è fattore legato al gusto individua-le, l’eccezionale adattabilità all’uomo, la dedizione attenta e mai invadente sono doti che fanno del gatto Birmano un com-pagno ideale per quanti desiderano un amico a quattro zampe dotato di forte personalità ma non chiassoso o iperreattivo, e siano disposti a lasciarsi tiranneggiare da un gatto possessivo, curioso ed onnipresente.

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Neva Masquerade

La storiaL’anima pura di un monaco gli ha donato zampe candide, il ricordo di un furto sacrilego gli ha prescritto le estremità co-lore della terra, una dea potente gli ha bagnato gli occhi col cielo, ma l’ammirazione dell’uomo se l’è guadagnata da solo. Con i suoi candidi guanti e l’aria da vera star il gatto sacro di Birmania stupisce tutti con la sua bellezza. E’disegnato dalla Natura e preservato dall’uomo per essere bello. La leggenda accresce il mistero delle origini ed accende di ulteriore fascino il suo famoso sguardo. Si dice fosse venerato dai monaci Bir-mani tanto da essere punita la sua esportazione con la pena di morte. La razza fu riconosciuta ufficialmente nel 1966 ma approdò in Italia solo nel 1979 dove incontrò subito il favore di molti appassionati.

DescrizioneIl gatto sacro ha taglia medio grande, ossatura robusta, pelo semilungo dalla tessitura setosa che non s’annoda poichè priva di sottopelo, occhi profondi e azzurri, in armonia con le marcature, su muso, zampe, coda. Le marcature o points sono accettate di colori dal marrone, al blù, al rosso e loro diluizioni crema, lilla, cioccolato, anche tabby e tortie. Ancora in fase di riconoscimento le varianti silver e golden. Il manto è sempre dorato, più lungo sui fianchi, sui pantaloni alla zuava delle zam-pe posteriori e intorno al collo a formare una gorgiera. I quattro piedi poggiano su corte zampe forti a colonna e sono calzati da guanti bianchi che uno standard, particolarmente rigoroso, vuole siano di forma perfettamente simmetrica e terminanti posteriormente a punta sulle quattro zampe. Il muso è caratte-

rizzato da grandi occhi leggermente allungati, dal naso romano e dal mento forte.

CarattereIl Birmano si avvantaggia della crescita in famiglia dove può sviluppare il suo particolare carattere giocoso e allegro, l’amo-re per il gioco lo accompagna fino in tarda età. Non necessità di larghi spazi ma sopporta mal volentieri la solitudine che fru-stra il suo bisogno di comunicare. Si accorda con facilità con i cani dei quali non ha, in genere, alcun timore. L’armonia del suo aspetto si riflette nel suo carattere equilibrato e lo rende adatto a giovani e anziani e capace di plasmarsi ai bisogni della “sua” famiglia. Mentre la bellezza è fattore legato al gusto individua-le, l’eccezionale adattabilità all’uomo, la dedizione attenta e mai invadente sono doti che fanno del gatto Birmano un com-pagno ideale per quanti desiderano un amico a quattro zampe dotato di forte personalità ma non chiassoso o iperreattivo, e siano disposti a lasciarsi tiranneggiare da un gatto possessivo, curioso ed onnipresente.