Abbonamento annuale: euro 46,00 - Conto dell’Arcidiocesi ... · Rifà scuola», «è il miglior...

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www.bo7.it versetti petroniani DI GIUSEPPE BARZAGHI a laicità esaltata è un po’ disturbata... e dunque umiliata. -Ma come, non è la base comune che mette d’accordo tutti? Non è il più alto baluardo della tolleranza e della democrazia? (G.Sartori) -Beh, dipende da che cosa si intende con «mettere d’accordo tutti», «tolleranza» e «democrazia». Anche con le bastonate si possono mettere d’accordo tutti e in tempi abbastanza celeri. La tolleranza imposta è intollerante: prova ad andare in giro a gridare: «vietato vietare!»... così, tanto per vedere l’effetto che fa. La democrazia, poi, porta incisa nel proprio nome una certa violenza: «kratos» è la forza del dominio. -Dio mio, si salvi chi può! -E anche questo non è certo una soluzione ragionevole. Se si salva soltanto chi può, non serve proprio invocare Dio. Se tutto dipende dal nostro potere, che senso ha invocare il potere di Dio? -Ma non ti va proprio bene niente allora?! -Niente affatto. Mi va proprio la laicità, che è questa roba qua! Non si esalta, perché è implicitamente scontata in ogni discorso dotato di senso: è il controllo critico di ogni discorso, ma non il suo contenuto interessante. Soltanto se umilmente esercitata la laicità può essere garbatamente lodata. L Il garbato elogio di un esercizio umile Domenica 13 febbraio 2005 • Numero 4 • Supplemento al numero odierno di Avvenire Pagine a cura del Centro Servizi Generali dell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 051 64.80.707 - 051 64.80.755 fax 051 23.52.07 email: [email protected] Abbonamento annuale: euro 46,00 - Conto corrente postale n.° 24751406 intestato ad Arcidiocesi di Bologna - C.S.G. Per informazioni e sottoscrizioni: 051. 6480777 (dal lunedì al venerdì, orario 9-13 e 15-18) La Giornata delle vocazioni Convegno su don Divo Barsotti Zamagni rilancia la fraternità a pagina 6 a pagina 2 a pagina 8 DI PAOLO ZUFFADA d Elena Ugolini, preside del liceo Malpighi, abbiamo chiesto quali siano le caratteristiche del Polo didattico di via Audinot. «Si tratta di un luogo», afferma, «dedicato soprattutto ai bambini tra gli 11 e i 13 anni. Infatti all’interno del Polo non vi sono solo le medie Malpighi ma Laboratori di italiano, matematica, arte e inglese aperti ai bambini tra gli 11 e i 13 anni della città: corsi pensati per il recupero delle conoscenze di base e per la cura dell’eccellenza in una fase fondamentale e troppo spesso trascurata della crescita dei ragazzi. Cito il laboratorio guidato da Arcadio Lobato, artista di fama internazionale che illustra libri per bambini (la "Bottega del libro illustrato") che «produrrà» proprio il 5 maggio il primo libro («La leggenda di S. Giorgio e il drago») nato utilizzando tutti i disegni prodotti all’interno della Bottega. Infine vi è un "Centro servizi per le difficoltà di apprendimento", nato per realizzare la diagnosi e l’impostazione del lavoro di A recupero dei ragazzi con difficoltà di apprendimento, in collaborazione con scuole e famiglie». Perché nasce Bologna rifà scuola? Anzitutto volevamo che la città prendesse coscienza che il bene più grande è rappresentato dall’educazione delle nuove generazioni, e che non è sufficiente dire educazione, occorre dire educazione di un certo tipo. Infatti nel nostro manifesto programmatico abbiamo fatto riferimento al «rischio educativo» di don Giussani e all’idea di educazione come introduzione alla realtà. E soprattutto abbiamo voluto sottolineare che questa educazione è responsabilità di tutti. L’altro motivo per cui è nato il progetto è che per educare occorrono persone e luoghi dove sia possibile farlo. E per questo abbiamo promosso la campagna di raccolta fondi per realizzare questo Polo didattico. Come ha partecipato al progetto la città? Anzitutto a livello di motivazione ideale e poi a livello concreto: in due anni infatti abbiamo raccolto quasi 600mila euro provenienti dall’impegno di aziende e famiglie. Fondamentale il contributo della Fondazione Carisbo, senza la quale non saremmo andati da nessuna parte. Un’idea di scuola REPRINT «PARITÀ» FA RIMA CON LAICITÀ Sul tema della parità scolastica proponiamo uno stralcio dell’intervista rilasciata da Angelo Panebianco, politologo ed editorialista del Corriere della sera, a Davide Perillo per la rivista Tracce (n. 4, aprile 2006). ei ha parlato della concorrenza tra scuola statale e non statale come strada per aumentare la qualità dell’insegnamento... Nell’Europa dell’Ottocento ci sono state grandi battaglie sulla scuola: i liberali volevano sottrarre alla Chiesa il controllo sull’istruzione perché dovevano creare lo Stato nazionale. Ma riproporre lo stesso slogan nel 2006 non ha senso. La scuola statale non è più quello che era un secolo fa o solo 50-60 anni fa. Allora avevamo scuole statali di alto livello. Adesso è il contrario. Ecco perché quella posizione è ideologica. Ma nel mercato della politica gli slogan sono vincenti rispetto ai ragionamenti. Soprattutto se la parte più ampia della popolazione è poco avvertita sui problemi. Sulla scuola succede così. Non è che il problema stia anche in un concetto di laicità riduttivo? In parte sì, ma questa è un’altra cosa. La parola laicità da noi ha un significato completamente diverso da quello che ha negli Stati Uniti. Lì non c’è mai stato conflitto tra Stato e Chiesa. Noi, invece, abbiamo ripreso un concetto prossimo a quello francese: qui laicità significa «spazio pubblico chiuso alle confessioni religiose». C’è poco da fare: la Storia pesa. Lei ha detto che la battaglia a favore del buono-scuola «per consentire anche ai meno abbienti la scelta» è una battaglia di laicità. Non le sembra che sia anche una battaglia di sinistra? Sì, se sinistra non volesse dire statalismo. Ma la sinistra europea ha sempre pensato che i problemi della disuguaglianza dovessero essere risolti attraverso lo Stato. Hai voglia a dire che attraverso i buoni - scuola offri una chance in più. Possono anche riconoscere che è una soluzione egualitaria. Ma si spaventano perché non passa attraverso lo Stato. L Educazione, il bene più grande Tante mani per un progetto enerdì 5 maggio alle 17 verrà inaugurato il nuovo polo didattico di via Audinot 43, promosso da «Bologna rifà scuola». Interverranno alla cerimonia l’arcivescovo cardinale Carlo Caffarra e il presidente della Fondazione Carisbo Fabio Alberto Roversi Monaco, porteranno il loro saluto l’assessore regionale alla Scuola Mariangela Bastico e il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia Romagna Lucrezia Stellacci. Il nuovo polo didattico ospita le medie Malpighi, il Centro specialistico per l’apprendimento «Casanova Tassinari» e i laboratori rivolti ai ragazzi della città. Fu il professor Poggeschi, presidente della Fondazione delle sordomute povere, il primo a ipotizzare, insieme a monsignor Dante Benazzi, presidente della Fondazione diocesana Ritiro San Pellegrino, il nuovo utilizzo per un immobile destinato dal lascito della signora Casanova Tassinari per la formazione delle sordomute povere nel 1936. Senza il contributo iniziale della Fondazione Carisbo e della Fondazione Falciola sarebbe stato impossibile per la giovane Fondazione Oppizzoni portare a termine l’opera. Dal 4 maggio 2004, giorno in cui è stato presentato il progetto «Bologna rifà scuola», il numero delle persone, delle famiglie e delle imprese che hanno voluto condividere con esso questa costruzione è cresciuto in modo straordinario. «Questo entusiasmo per il tema dell’educazione», affermano a «Bologna Rifà scuola», «è il miglior punto di partenza per continuare a costruire». V il punto di vista Formazione, un succedaneo na delle affermazioni che vanno più di moda è quella della cosiddetta fine dell’educazione. Questo è il titolo del libro di un pedagogista famoso, Giesecke. La conclusione è che poiché non si può educare bisogna cancellare dal lessico, oltre che dalla prassi, la parola educazione e sostituirla con formazione. E devo dire che fino a ora questi autori ci sono riusciti. Questa viene salutata da molti come una grande trovata. Io la trovo molto pericolosa. Bisogna tornare a parlare di educazione e di progetti educativi». Stefano Zamagni U « «Bella idea di sussidiarietà» l motivo per il quale abbiamo finanziato l’iniziativa di "Bologna rifà scuola" - spiega Fabio Roversi Monaco, presidente della Fondazione Carisbo - è che c’è necessità di buone scuole, c’è necessità di buoni insegnanti. E noi, riconoscendo il valore del pluralismo anche nell’ambito scolastico, abbiamo ritenuto che nel caso di questa scuola ci fossero le caratteristiche idonee a giustificare un nostro contributo, anche di notevole importanza. I modi con cui è stato realizzato l’intervento, così come lo svolgimento dell’attività del Liceo Malpighi, stanno confermando che abbiamo visto giusto e abbiamo fatto una cosa giusta». «Si tratta - aggiunge Roversi Monaco - di un ottimo esempio della cosiddetta sussidiarietà orizzontale o, come preferisco dire, di un intervento sussidiario di importanti formazioni sociali. Quindi l’espressione di quello che i singoli possono fare associandosi tra loro, spesso in collaborazione, talvolta invece in sostituzione del potere pubblico». «Se educare significa introdurre alla realtà, al suo significato ed al valore che hanno le cose - conclude Roversi Monaco - è ora di finirla di pensare che per questo motivo la scuola debba essere una scuola pubblica o statale soltanto: non deve essere né pubblica né privata, è espressione di una società ed è vero che se la società si organizza e quindi la scuola pubblica c’è e ci deve essere, è anche vero che quella società, poiché è una responsabilità di tutti, deve potersi organizzare in modi alternativi, che, in certi momenti, possono essere quelli che portano ad un miglioramento dell’istruzione nel suo complesso». (P.Z.) I « Fabio Roversi Monaco Elena Ugolini l di là dell’aspetto umano, che dovrebbe coinvolgere tutti», sottolinea il professor Carlo Boschetti, docente di Economia aziendale alla facoltà di Economia, «penso che anche dal punto di vista professionale la qualità della vita di un territorio dipenda molto dal suo livello di istruzione e di educazione. Quando perciò ho avuto notizia del progetto ambizioso di "Bologna rifà scuola" sono stato subito affascinato. La nostra società in questo momento», aggiunge Boschetti, «si basa soprattutto sulla competenza, sulla conoscenza. Un progetto forte sull’educazione A « allora ha sicuramente un impatto molto positivo su tutto il territorio. Su di esso è opportuno investire». «Mi pare che quello di "Bologna rifà scuola" sia un ottimo progetto di rilancio di un certo tipo di scuola, della formazione dei giovani per il mondo industriale, cosa di cui certamente le aziende hanno grande necessità», sottolinea l’ imprenditore Stefano Aldrovandi, tra i firmatari del manifesto sull’educazione, «e tutti gli investimenti che possono favorire una migliore scuola nel territorio sono da incentivare e sono positivi». «La Ducati ha nella sua missione quella di essere molto aperta verso il territorio», sottolinea l’amministratore delegato dell’azienda di Borgo Panigale Federico Minoli, «perché da esso in qualche modo ricava la sua forza. Abbiamo perciò deciso da anni di aprire la nostra fabbrica a tutti (e di fare un museo addirittura) per creare un legame costruttivo tra le persone che qui lavorano e chi sta fuori. Ovviamente la scuola è un punto di riferimento, sia perché da noi vengono in visita migliaia di ragazzi delle scolaresche, sia perché dalla scuola provengono i nostri futuri impiegati, tecnici ed operai. Abbiamo aderito al polo di Bologna rifà scuola perché ci sembra, nel panorama della scuola bolognese, il più ricettivo: hanno un progetto chiaro in mente e a loro volta cercano legami con le altre realtà del territorio». «Siamo i proprietari della struttura che ospita il Polo didattico», dice il professor Raffaele Poggeschi, presidente della Fondazione per le sordomute povere, «siamo quindi locatori di un lascito degli anni trenta del secolo scorso il cui scopo era costituire un collegio per ragazze sordomute "che respirassero l’aria salubre della periferia" e che fossero allevate ed educate. Con il tempo le ospiti sono andate diminuendo, perché venivano sostanzialmente "trattenute" dalle famiglie e non venivano più affidate ai collegi. Abbiamo perciò identificato un ente allineato con le nostre tradizioni cui affidare "in positivo" la nostra struttura (con un contratto di locazione trentennale). La tradizione del Pio Istituto delle sordomute povere costituito intorno al 1850 prosegue così anche in questo progetto». (P.Z.) La parola alla città. «Ok, l’istruzione ci interessa un sacco» Raffaele Poggeschi Federico Minoli Stefano Aldrovandi Carlo Boschetti, Raffaele Poggeschi. Stefano Aldrovandi e Federico Minoli confermano la necessità di radicare nel territorio progetti mirati Venerdì il Cardinale inaugura il nuovo polo didattico di via Audinot

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www.bo7.itversetti petroniani

DI GIUSEPPE BARZAGHI

a laicità esaltata è un po’ disturbata... e dunque umiliata. -Macome, non è la base comune che mette d’accordo tutti? Non è

il più alto baluardo della tolleranza e della democrazia?(G.Sartori) -Beh, dipende da che cosa si intende con «mettered’accordo tutti», «tolleranza» e «democrazia». Anche con lebastonate si possono mettere d’accordo tutti e in tempiabbastanza celeri. La tolleranza imposta è intollerante: prova

ad andare in giro a gridare: «vietato vietare!»... così, tanto pervedere l’effetto che fa. La democrazia, poi, porta incisa nelproprio nome una certa violenza: «kratos» è la forza del dominio.-Dio mio, si salvi chi può! -E anche questo non è certo unasoluzione ragionevole. Se si salva soltanto chi può, non serve

proprio invocare Dio. Se tutto dipende dal nostro potere, che sensoha invocare il potere di Dio? -Ma non ti va proprio bene nienteallora?! -Niente affatto. Mi va proprio la laicità, che è questa robaqua! Non si esalta, perché è implicitamente scontata in ogni discorsodotato di senso: è il controllo critico di ogni discorso, ma non il suocontenuto interessante. Soltanto se umilmente esercitata la laicitàpuò essere garbatamente lodata.

L

Il garbato elogiodi un esercizio umile

Domenica 13 febbraio 2005 • Numero 4 • Supplemento al numero odierno di Avvenire

Pagine a cura del Centro Servizi Generalidell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 051 64.80.707 -051 64.80.755 fax 051 23.52.07email: [email protected]

Abbonamento annuale: euro 46,00 - Contocorrente postale n.° 24751406 intestato adArcidiocesi di Bologna - C.S.G. Perinformazioni e sottoscrizioni: 051. 6480777(dal lunedì al venerdì, orario 9-13 e 15-18)

La Giornata dellevocazioni

Convegno su donDivo Barsotti

Zamagni rilanciala fraternità

a pagina 6

a pagina 2

a pagina 8

DI PAOLO ZUFFADA

d Elena Ugolini, presidedel liceo Malpighi,abbiamo chiesto quali

siano le caratteristiche del Polodidattico di via Audinot. «Sitratta di un luogo», afferma,«dedicato soprattutto ai bambinitra gli 11 e i 13 anni. Infattiall’interno del Polo non vi sonosolo le medie Malpighi maLaboratori di italiano,matematica, arte e inglese aperti

ai bambini tra gli 11 e i 13 anni dellacittà: corsi pensati per il recupero delleconoscenze di base e per la curadell’eccellenza in una fase fondamentalee troppo spesso trascurata della crescitadei ragazzi. Cito il laboratorio guidato daArcadio Lobato, artista di famainternazionale che illustra libri perbambini (la "Bottega del libro illustrato")che «produrrà» proprio il 5 maggio ilprimo libro («La leggenda di S. Giorgio eil drago») nato utilizzando tutti i disegniprodotti all’interno della Bottega. Infinevi è un "Centro servizi per le difficoltà diapprendimento", nato per realizzare ladiagnosi e l’impostazione del lavoro di

Arecupero dei ragazzi con difficoltà diapprendimento, in collaborazione conscuole e famiglie».Perché nasce Bologna rifà scuola?Anzitutto volevamo che la città prendessecoscienza che il bene più grande èrappresentato dall’educazione dellenuove generazioni, e che non è sufficientedire educazione, occorre dire educazionedi un certo tipo. Infatti nel nostromanifesto programmatico abbiamo fattoriferimento al «rischio educativo» di donGiussani e all’idea di educazione comeintroduzione alla realtà. E soprattuttoabbiamo voluto sottolineare che questaeducazione è responsabilità di tutti.L’altro motivo per cui è nato il progetto èche per educare occorrono persone eluoghi dove sia possibile farlo. E perquesto abbiamo promosso la campagnadi raccolta fondi per realizzare questoPolo didattico. Come ha partecipato al progetto la città?Anzitutto a livello di motivazione ideale epoi a livello concreto: in due anni infattiabbiamo raccolto quasi 600mila europrovenienti dall’impegno di aziende efamiglie. Fondamentale il contributodella Fondazione Carisbo, senza la qualenon saremmo andati da nessuna parte.

Un’idea di scuolaR E P R I N T

«PARITÀ» FA RIMA

CON LAICITÀ

Sul tema della parità scolasticaproponiamo uno stralcio dell’intervistarilasciata da Angelo Panebianco,politologo ed editorialista del Corrieredella sera, a Davide Perillo per larivista Tracce (n. 4, aprile 2006).

ei ha parlato della concorrenzatra scuola statale e non statalecome strada per aumentare la

qualità dell’insegnamento... Nell’Europa dell’Ottocento ci sonostate grandi battaglie sulla scuola: iliberali volevano sottrarre alla Chiesail controllo sull’istruzione perchédovevano creare lo Stato nazionale.Ma riproporre lo stesso slogan nel2006 non ha senso. La scuola statalenon è più quello che era un secolo fa osolo 50-60 anni fa. Allora avevamoscuole statali di alto livello. Adesso è ilcontrario. Ecco perché quella posizioneè ideologica. Ma nel mercato dellapolitica gli slogan sono vincentirispetto ai ragionamenti. Soprattuttose la parte più ampia dellapopolazione è poco avvertita suiproblemi. Sulla scuola succede così. Non è che il problema stia anche inun concetto di laicità riduttivo? In parte sì, ma questa è un’altra cosa.La parola laicità da noi ha unsignificato completamente diverso daquello che ha negli Stati Uniti. Lì nonc’è mai stato conflitto tra Stato eChiesa. Noi, invece, abbiamo ripresoun concetto prossimo a quellofrancese: qui laicità significa «spaziopubblico chiuso alle confessionireligiose». C’è poco da fare: la Storiapesa. Lei ha detto che la battaglia a favoredel buono-scuola «per consentire ancheai meno abbienti la scelta» è unabattaglia di laicità. Non le sembra chesia anche una battaglia di sinistra? Sì, se sinistra non volesse direstatalismo. Ma la sinistra europea hasempre pensato che i problemi delladisuguaglianza dovessero essere risoltiattraverso lo Stato. Hai voglia a direche attraverso i buoni - scuola offriuna chance in più. Possono anchericonoscere che è una soluzioneegualitaria. Ma si spaventano perchénon passa attraverso lo Stato.

L

Educazione, il bene più grande

Tante mani per un progettoenerdì 5 maggio alle 17 verrà inaugurato ilnuovo polo didattico di via Audinot 43,

promosso da «Bologna rifà scuola».Interverranno alla cerimonia l’arcivescovocardinale Carlo Caffarra e il presidente dellaFondazione Carisbo Fabio Alberto RoversiMonaco, porteranno il loro saluto l’assessoreregionale alla Scuola Mariangela Bastico e ildirettore generale dell’Ufficio scolasticoregionale per l’Emilia Romagna LucreziaStellacci. Il nuovo polo didattico ospita lemedie Malpighi, il Centro specialistico perl’apprendimento «Casanova Tassinari» e ilaboratori rivolti ai ragazzi della città. Fu ilprofessor Poggeschi, presidente dellaFondazione delle sordomute povere, il primo aipotizzare, insieme a monsignor Dante Benazzi,presidente della Fondazione diocesana RitiroSan Pellegrino, il nuovo utilizzo per unimmobile destinato dal lascito della signoraCasanova Tassinari per la formazione dellesordomute povere nel 1936. Senza il contributoiniziale della Fondazione Carisbo e dellaFondazione Falciola sarebbe stato impossibileper la giovane Fondazione Oppizzoni portare atermine l’opera. Dal 4 maggio 2004, giorno incui è stato presentato il progetto «Bologna rifàscuola», il numero delle persone, delle famigliee delle imprese che hanno voluto condividerecon esso questa costruzione è cresciuto inmodo straordinario. «Questo entusiasmo per iltema dell’educazione», affermano a «BolognaRifà scuola», «è il miglior punto di partenza percontinuare a costruire».

V

il punto di vista

Formazione, un succedaneona delle affermazioni che vanno più dimoda è quella della cosiddetta fine

dell’educazione. Questo è il titolo del libro di unpedagogista famoso, Giesecke. La conclusione è chepoiché non si può educare bisogna cancellare dallessico, oltre che dalla prassi, la parola educazionee sostituirla con formazione. E devo dire che fino aora questi autori ci sono riusciti. Questa vienesalutata da molti come una grande trovata. Io latrovo molto pericolosa. Bisogna tornare a parlaredi educazione e di progetti educativi».

Stefano Zamagni

«Bella idea di sussidiarietà»l motivo per il quale abbiamo finanziato l’iniziativa di "Bologna rifàscuola" - spiega Fabio Roversi Monaco, presidente della Fondazione

Carisbo - è che c’è necessità di buone scuole, c’è necessità di buoni insegnanti. Enoi, riconoscendo il valore del pluralismo anche nell’ambito scolastico,

abbiamo ritenuto che nel caso di questa scuola cifossero le caratteristiche idonee a giustificare unnostro contributo, anche di notevole importanza. Imodi con cui è stato realizzato l’intervento, cosìcome lo svolgimento dell’attività del Liceo Malpighi,stanno confermando che abbiamo visto giusto eabbiamo fatto una cosa giusta». «Si tratta - aggiungeRoversi Monaco - di un ottimo esempio dellacosiddetta sussidiarietà orizzontale o, comepreferisco dire, di un intervento sussidiario diimportanti formazioni sociali. Quindi l’espressione diquello che i singoli possono fare associandosi traloro, spesso in collaborazione, talvolta invece in

sostituzione del potere pubblico». «Se educare significa introdurre alla realtà, alsuo significato ed al valore che hanno le cose - conclude Roversi Monaco - è oradi finirla di pensare che per questo motivo la scuola debba essere una scuolapubblica o statale soltanto: non deve essere né pubblica né privata, èespressione di una società ed è vero che se la società si organizza e quindi lascuola pubblica c’è e ci deve essere, è anche vero che quella società, poiché èuna responsabilità di tutti, deve potersi organizzare in modi alternativi, che, incerti momenti, possono essere quelli che portano ad un miglioramentodell’istruzione nel suo complesso». (P.Z.)

Fabio Roversi Monaco

Elena Ugolini

l di làdell’aspettoumano, che

dovrebbe coinvolgeretutti», sottolinea ilprofessor Carlo Boschetti,docente di Economiaaziendale alla facoltà diEconomia, «penso cheanche dal punto di vistaprofessionale la qualitàdella vita di un territorio

dipenda molto dal suo livello di istruzione e dieducazione. Quando perciò ho avuto notizia delprogetto ambizioso di "Bologna rifà scuola"sono stato subito affascinato. La nostra societàin questo momento», aggiunge Boschetti, «sibasa soprattutto sulla competenza, sullaconoscenza. Un progetto forte sull’educazione

A« allora ha sicuramente un impatto moltopositivo su tutto il territorio. Su di esso èopportuno investire». «Mi pare che quello di"Bologna rifà scuola" sia un ottimo progetto dirilancio di un certo tipo di scuola, dellaformazione dei giovani per il mondoindustriale, cosa di cui certamente le aziendehanno grande necessità», sottolinea l’imprenditore Stefano Aldrovandi,tra i firmatari del manifestosull’educazione, «e tutti gliinvestimenti che possono favorireuna migliore scuola nel territoriosono da incentivare e sonopositivi». «La Ducati ha nella suamissione quella di essere moltoaperta verso il territorio», sottolineal’amministratore delegatodell’azienda di Borgo Panigale

Federico Minoli, «perché da esso in qualchemodo ricava la sua forza. Abbiamo perciò decisoda anni di aprire la nostra fabbrica a tutti (e difare un museo addirittura) per creare un legamecostruttivo tra le persone che qui lavorano e chista fuori. Ovviamente la scuola è un punto diriferimento, sia perché da noi vengono in visitamigliaia di ragazzi delle scolaresche, sia perché

dalla scuola provengono i nostri futuriimpiegati, tecnici ed operai. Abbiamoaderito al polo di Bologna rifà scuolaperché ci sembra, nel panorama dellascuola bolognese, il più ricettivo:hanno un progetto chiaro in mente e aloro volta cercano legami con le altrerealtà del territorio». «Siamo iproprietari della struttura che ospita ilPolo didattico», dice il professorRaffaele Poggeschi, presidente della

Fondazione per lesordomute povere,«siamo quindilocatori di unlascito degli annitrenta del secoloscorso il cui scopoera costituire uncollegio perragazze sordomute"che respirassero

l’aria salubre della periferia" e che fosseroallevate ed educate. Con il tempo le ospitisono andate diminuendo, perché venivanosostanzialmente "trattenute" dalle famiglie enon venivano più affidate ai collegi.Abbiamo perciò identificato un enteallineato con le nostre tradizioni cui affidare"in positivo" la nostra struttura (con uncontratto di locazione trentennale). Latradizione del Pio Istituto delle sordomutepovere costituito intorno al 1850 proseguecosì anche in questo progetto». (P.Z.)

La parola alla città. «Ok, l’istruzione ci interessa un sacco»

Raffaele Poggeschi

Federico Minoli

Stefano Aldrovandi

Carlo Boschetti,RaffaelePoggeschi.StefanoAldrovandi eFederico Minoliconfermano lanecessità diradicare nelterritorio progetti mirati

Venerdì il Cardinale inaugura il nuovo polo didattico di via Audinot

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taccuino

DI MICHELA CONFICCONI

ono don Paolo Dall’Olio,sacerdote diocesano e cappellanoa Castenaso, e suor Beatrice

Neroni, delle Figlie di Mariaausiliatrice, i due giovani testimoniall’incontro in Seminario con igiovanissimi (15-19 anni) il sabatoprecedente la Giornata. Quest’anno apresiedere l’appuntamento saràl’arcivescovo Carlo Caffarra, cheguiderà il momento di riflessione epreghiera. A tema: l’amicizia conCristo come perla preziosa e tesorodella vita che fatta fruttificare rende,anche nell’adolescenza, portatoridella speranza del Risorto nel mondodei coetanei. Per don Dall’Olio l’incontro conquesta «perla» è avvenuto davvero alla«prima ora»: è entrato in Seminario asoli 14 anni, e «pur tra alti e bassi -afferma - normali nel discernimentovocazionale, è sempre prevalso in meil desiderio di andare avanti, e servirela Chiesa in questo modo». «Èdifficile dire perché sono arrivato alpresbiterato - prosegue - È piùsemplice raccontare che sono andatodietro a una storia che mi ha fattoavvertire, fin da piccolo, il fascino delsacerdozio e che attraverso una seriedi incontri ed episodi mi ha fattocapire che questa intuizione inizialeera la verità per la mia vita». DonDall’Olio è un prete giovane, dallabattuta pronta e ricco di interessi:ama la meccanica, la musicamoderna, l’alpinismo. «Passioni -racconta - che non ho mai sentito incontraddizione con la mia chiamata,e che anzi mi hanno aiutato aconservare un rapporto equilibratocon il mondo». La chiamata di suorBeatrice è invece arrivata dopo anni dilontananza dalla Chiesa: «smisi difrequentare dopo la Cresima - ricorda- e praticai la vita di ogni giovane:studiavo, lavoravo e andavo a ballarepraticamente tutte le sere». Poi lasvolta: «era la solennità di Cristo Redel 1991 e accompagnai a Messa unamia amica in una chiesa salesiana. Leparole del sacerdote nell’omeliafurono come uno scossa: le sentivo

Srivolte a me, e mi dicevano che la miavita così non poteva andare, che nonstavo facendo bene. Così andai aconoscere quel religioso e nacque unrapporto con la comunità». «Ladifferenza è che ora - racconta - sonouna donna profondamenteinnamorata di un "marito" cheracchiude in sé ogni bellezza, e chenon mi fa mancare mai nulla». Edegli anni da «lontana» dice: «losguardo del Signore che ho sentito sudi me allora cerco di averlo neiconfronti dei ragazzi che incontro,anche quelli più scalmanati enegligenti - afferma suor Beatrice - Seora sono qui è perché c’è stato chinon si è fermato alle mie minigonnee jeans strappati, e mi ha guardatocome Cristo mi guardava».

«Anche tu in Cristo dai vita alla speranza»uomo chiamato a incarnare nel mondo la speranza portatadalla risurrezione di Cristo, accogliendo quel dono, affidato

dalla infinita bontà del Padre a ciascuno, che si chiama vocazione.Questo il tema della 43° Giornata mondiale di preghiera per levocazioni «Anche tu in Cristo dai vita alla speranza». E questo intendetradurre in immagine il logo della Giornata: un giovane davanti adun arcobaleno sul quale compaiono i volti di grandi testimoni delnostro tempo: la beata madre Teresa di Calcutta, missionaria efondatrice; il beato Pier Giorgio Frassati, ilgiovane delle beatitudini e del servizio ai poveri;Giuseppe Puglisi, sacerdote e martire ucciso dallamafia; santa Gianna Beretta Molla, medico emadre di famiglia; Fr Roger di Taizé, monacofondatore di una comunità apertaall’ecumenismo e al pellegrinaggio di giovani datutto il mondo; e Giovanni Paolo II. Le sei figuresono collocate sulla scia di un arcobaleno, chemostra la varietà dei colori della luce. Come adire che ciascuno è chiamato a dare attraverso ilsuo «colore unico e insostituibile» un voltoall’unica speranza cristiana, mettendo cioè afrutto la sua vocazione nel mondo. Le figure sonorappresentative delle diverse vocazioni. (M.C.)

’L

il tema

ono due i seminaristi che quest’anno verranno istituitiAccoliti nella Messa che l’Arcivescovo presiede domeni-

ca 7 alle 17.30 in Cattedrale per la Giornata mondiale dipreghiera per le vocazioni. Si tratta di Domenico Cambare-ri, 25 anni, originario di Catania ma residente con la fami-glia a Bologna dal 1992 (proveniente dalla parrocchia di S.Antonio Maria Pucci), e di Emanuele Nadalini, 24 anni, cre-sciuto nella parrocchia dei Santi Angeli Custodi dove eraimpegnato nell’animazione liturgica dirigendo il coro. «Ilservizio all’altare, proprio dell’Accolito - commenta Ema-nuele Nadalini, che svolge la propria esperienza pastoraleai Santi Savino e Silvestro di Corticella, nella Casa della ca-rità - mi pone più a stretto contatto con il sacrificio di Cri-sto. Questo mi educa sempre più a fare della mia vita undono». Sottolinea la portata educativa del ministero ancheDomenico Cambarareri, che opera attualmente nella par-rocchia di San Paolo di Ravone come aiuto educatore deigiovanissimi e animando l’oratorio: «è l’opportunità percrescere in una dimensione che è propria della vocazionepresbiterale, ovvero l’umiltà e la disponibilità al servizio al-la Chiesa e a Dio». (M.C.)

S

«Minime», sei professionielle sei suore Minime dell’Addoloratache faranno la professione perpetua,una è italiana, suor Vittoria De Vivo, e

ha visto nascere e maturare la propriavocazione a Bologna, nelle due parrocchie allequali ha fatto riferimento, ovvero S. MariaLacrimosa degli Alemanni e S. GiuseppeLavoratore. La sua esperienza è davverosingolare: la prima volta che il Signore ha«bussato» alla sua porta, per chiamarla allaconsacrazione, aveva 19 anni, e da quando neaveva 12 non frequentava più la parrocchia eandava a Messa solo nelle feste più importantidell’anno liturgico. «Non è che non credessi -racconta - La mia era piuttosto pigriziaspirituale affiancata a una dose di timidezzache mi faceva faticare nelle amicizie». Tuttavia,improvviso e inaspettato, è «nato un desideriofortissimo di consacrarmi a Dio - proseguesuor Vittoria - Ricordavo le religiose presso lequali avevo fatto le scuole elementari, ovvero leServe di Maria Mantellate di Pistoia, che

D avevano sempre suscitato in me grande fascinoe ammirazione, ma soffrivo perché non sapevocon chi confrontarmi». Poi l’incontroprovvidenziale con la congregazione delleMinime dell’Addolorata. Suor Vittoria ricordaperfettamente quel giorno: «era la domenicadelle Palme del 1990. Ero andata in chiesa conla precisa intenzione di avvicinare unareligiosa. Ne scelsi una giovane e l’andai aconoscere. Era una sorella delle Minime. Fu leia aiutarmi a inserirmi in parrocchia e ariprendere il cammino spirituale. Così per anniho insegnato catechismo ai bimbi delleelementari, e frequentato i gruppi di preghieraoltre che il Rinnovamento nello Spirito». Infineè arrivata la certezza: «più facevo silenziodentro me e più mi sentivo rivolto, in modopressante, l’invito di Gesù "vieni e seguimi".Così ho capito che prendendo ancora tempoavrei solo ritardato la mia felicità». SuorLusiana Kasmiri è invece l’unica africana delgruppo. La sua vocazione è maturata in

Tanzania, nella diocesi di Dodoma, ed è statapoi verificata nella Casa delle Minime diUsokami. «Ho trovato un libro su S. Cleliadalle Suore della Misericordia, dove studiavo -racconta - la "piccolezza" della sua vita spesanella semplicità della parrocchia si impresseroprofondamente nella mia anima. Clelia hadonato, con cuore semplice, tutta la sua vita aDio, amando la sua gente. Così desidero fareanche io. Le difficoltà non mancano. Holasciato tutto: affetti, terra natale per il Signore.Ma l’ho fatto con gioia, perché so che non saròdelusa. Rimetto tutta la mia vita nelle mani diDio». Dalla lontana India suor Maria JosephinaKallivalpil ha conosciuto il carisma della santapersicetana nel modo più semplice possibile: ledue sorelle maggiori, entrambe entrate primadi lei nella congregazione delle Minime.Sottolinea: «Clelia colpisce per l’umiltà dellasua testimonianza di fede, offerta con gioianell’ordinarietà della vita. Ora sono moltocontenta. Dio mi ha chiamato. La gioia diquesto fatto supera il dolore della distanzadalla mia famiglia».

Michela Conficconi

Emanuele e Domenico nuovi accoliti

Dovadola, i bolognesi si raccontano

artedì scorso si è svolto a Dovadola il Convegno voca-zionale regionale, al cui centro era la figura della ve-

nerabile Benedetta Bianchi Porro. All’appuntamento, che haproposto numerose testimonianze delle diverse vocazioni dicui è ricca la Chiesa, erano presenti anche giovani bolognesiimpegnati in un cammino vocazionale, alla ricerca cioè delprogetto d’amore di Dio sulla propria vita, sia esso il matri-monio, la consacrazione, l’ordine sacro o altro ancora. «Dalconvegno e dal cammino "Vieni e Seguimi" - afferma Ema-nuela Ales, 18 anni - riscopro il fondamento dell’esistenza:la preghiera personale, che precede e accompagna ogni a-zione liturgico - sacramentale. Da qui nasce l’incontro conDio, l’origine di ogni chiamata, che nel segreto della propriacoscienza ci guida alla realizzazione del progetto divino i-scritto in noi». Anche Marco (il nome è di fantasia) era tra ipartecipanti del Convegno. «Nel cuore di ogni uomo risiedeil desiderio innato di essere felici e non c’è gioia più grandedi quella di sentirsi amati. Di fronte all’amore di Dio ti sco-pri piccolo, povero e scoppi in un pianto di gioia quando tiaccorgi che quello che stai vivendo altro non sono che le"Beatitudini". Sentirsi chiamati significa lasciarsi sedurre, si-gnifica innamorarsi di Dio. Se questo significa anche "voca-zione", allora sì, è qualcosa che mi appartiene». (M.C.)

M

«Over 18», video in stile «Matrix»

rmai è un classico. La veglia di preghiera vocazio-nale degli «over 18» in Seminario col cardinale Caf-

farra, che quest’anno avrà luogo martedì 2 alle 20.30,si conclude con la proiezione di un video preparato di-rettamente dai seminaristi. «Un gesto di attenzione -spiega Marco Aldrovandi, seminarista bolognese di 3°teologia, uno dei due "registi" - nei confronti di coloroche parteciperanno; un modo per manifestare loro lanostra voglia di incontro e dialogo». «Il filmato prepara-to per questa edizione - prosegue Marco - è sulla falsariga del talk show Matrix. Sono quindi presenti in scenaun presentatore e due seminaristi rispettivamente di 1°e 5° teologia. Nel ritmo di un dialogo - intervista riccoanche di umorismo, si vogliono mostrare le problemati-che di chi decide di entrare in seminario, e la progressi-va definizione della vocazione presbiterale negli anni diformazione. In particolare mostreremo come ogni ri-nuncia per Cristo corrisponda in realtà al "centuplo" dalui promesso». Il programma prevede prima l’Adorazio-ne eucaristica e a seguire un momento di convivialitàcon i seminaristi. L’appuntamento ha carattere regiona-le, e sono quindi invitati anche tutti i giovani in cittàper studio o lavoro. (M.C.)

O

2 Domenica30 aprile 2006

Ghirlandaio, La chiamata degli apostoli

Vocaziioonnii,,due stoorriiee

Domenica 7 maggiola Giornatamondiale dipreghiera

Tutti gli appuntamentiomenica 7 maggio la Chiesacelebra la Giornata mondiale dipreghiera per le vocazioni. Per

la diocesi di Bologna i momenticulminanti saranno due appuntamentipresieduti dall’arcivescovo CarloCaffarra: la Veglia di preghiera inCattedrale il 6 maggio, alle 21.15, e laMessa domenica 7 alle 17.30, semprein S. Pietro, nel corso della qualealcuni seminaristi saranno istituitiAccoliti. Sono inoltre in programmauna serie di iniziative preparatorienella settimana precedente laGiornata. Martedì 2, dalle 20.30 alle22.30, i Seminari Regionale eArcivescovile invitano giovani eragazze «over 18» in Seminario peruna serata di preghiera e animazionevocazionale insieme all’Arcivescovo.Giovedì 4 appuntamento al Santuariodi S. Maria della vita: alle 17.30Adorazione eucaristica, e alle 18.30

D Messa presieduta da padre ClaudioSantangelo (Cmp). Da venerdì 5 asabato 6 è poi in programma, per il 5°anno, l’Adorazione eucaristica «24 orenon - stop» nel monastero delleAncelle adoratrici del SantissimoSacramento (via Murri 70, ingresso davia Masi): aperta a tutti, è coordinatadal Serra Club in collaborazione con ilCentro diocesano vocazioni,Seminario e Rinnovamento nelloSpirito. Si aprirà alle 18.30 di venerdìper concludersi alla stessa ora disabato; chi desidera partecipare apiccoli gruppi può telefonare inSeminario (051.3392911). Infine,sabato 6 maggio, dalle 15 alle 18,sono invitati in Seminario igiovanissimi per l’incontrovocazionale in occasione dellaGiornata mondiale di preghiera per levocazioni; la preghiera sarà guidatadal cardinale Caffarra.

Il Santuario de «Le Budrie»

Sabato la Messaabato 6 maggio, nella chie-sa parrocchiale delle Budrie,

Santuario di Santa Clelia Bar-bieri, si terrà la professione per-petua di sei Minime dell’Addo-lorata, la congregazione fonda-ta dalla Santa persicetana. Sitratta di quattro suore indiane,una italiana e una africana. Que-sti i loro nomi: suor Vittoria DeVivo, 35 anni, italiana; suor Ma-ria Josephina Kallivalapil, 31 an-ni, indiana; suor FransiscaAnthikkattu, 30 anni, indiana;suor Lusiana Kasmiri, 34 anni, a-fricana; suor Elzagrace Ma-liakkal, indiana; suor PavanaChakkiath, 28 anni, indiana. Pre-siede la celebrazione, alle 9.30,il vescovo ausiliare monsignorErnesto Vecchi.

S

Le Budrie

Oggi alle 16 gli anziani delladiocesi parteciperanno in Cat-tedrale alla Messa per le voca-zioni che sarà celebrata dalVescovo ausiliare. Al termineconcerto della banda Puccini

Qui sopra: Terbrugghen Hendrick, «La chiamata di San Matteo», olio su tela

essuno di noi è al mondo "perfare numero". Ciascuno è dentro

un disegno di amore di Dio, ed è pensatocon un volto e un compito personale per ilbene di tutti. Questa coscienza vocazionaleva continuamente ravvivata poiché è inessa che risiede la bellezza della vita». Cosìdon Luciano Luppi, direttore dei Centriregionale e diocesano vocazioni, spiegacome i destinatari dell’appuntamento chevede annualmente la Chiesa riunita apregare per le vocazioni, siano non solo igiovani, ma tutto il popolo di Dio.Può spiegare il tema di quest’anno?Si rifà al Convegno ecclesiale di Verona«Testimoni di Cristo risorto speranza delmondo». Il taglio è però vocazionale -«Anche tu in Cristo dai vita alla speranza» -e sottolinea che ciascuno è chiamato a

dare un volto concreto alla speranzaattraverso la sua vita. Benedetto XVI, apartire dalla Gmg di Colonia e negliincontri successivi coi giovani, hasottolineato più volte l’origine di questasperanza, che per il cristiano non è utopia,ma la persona concreta di Cristo che harivoluzionato la storia con la risurrezione.Il cristiano è il destinatario pieno distupore di questo «salto di qualità», e allostesso tempo ne è il testimone ecollaboratore. La speranza cristianadiventa pertanto missione nei confronti ditutta l’umanità. È in questa prospettiva chei giovani possono uscire dalle «secche» delvagabondismo - nomadismo nelle qualivivono le proprie scelte di vita,determinate da una cultura che ha tagliatoogni dimensione trascendente

dell’esistenza e appiattisce tutto sulpresente. L’orizzonte vocazionale non hacome obiettivo «sistemarsi», ma "mettersiin gioco" alla luce della Pasqua di Cristonella quale l’amore di Dio si è messo ingioco per l’umanità.La Giornata riserva uno spazioparticolare ai «testimoni» del nostrotempo...Essi ci aiutano a fissare lo sguardo su coluiche è il volto della speranza, ovvero Cristo,e allo stesso tempo indicano un camminoconcreto per seguirlo e testimoniarlo, cia-scuno nella diversità della propria vocazio-ne. In questo senso ogni cristiano è chia-mato a essere testimone, sia la sua vocazio-ne la famiglia, la missione, l’impegno laica-le, sociale e civile, il presbiterato, la consa-crazione verginale, o altro ancora. (M.C.)

N«Dentro un disegno. Con un volto

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Un gruppo di parrocchiani di S.Antonio di Savena si è recato nelPaese e ha incontrato il Vescovo

DI MARIO ZACCHINI *

uest’anno la Pasqua diResurrezione ha portato consé la gioia di incontrare in

Moldavia nuovi volti e costruirenuove relazioni. Infatti, alcuni dinoi, accompagnati da me, sonostati ospiti a Chisinau dellaFondazione Regina Pacis e del suopresidente don Cesare Lodeserto,che da anni è impegnato in attivitàdi sostegno e promozione dellosviluppo umano e sociale del Paese. A Chisinau abbiamo incontrato ilVescovo Antonio dell’unica diocesicattolica di tutta la Moldavia, che ciha descritto gli annidel regimecomunista, durante ilquale tutte lereligioni erano messeal bando e le chiesevenivano distrutte odestinate ad altreattività. Con lacaduta del regime c’èstata una rinascitadella vita di fede cheora cerca di aprirsialla gente.Il Vescovo ci invita avedere l’ecumenismoin Moldavia comeuno strumento realedi incontro tracattolici e ortodossi,utile a tutti perpassare da unareligiosità «formale» e«tradizionale» a una fede matura,aperta al dialogo, allo scambio, allacarità cristiana e all’attenzione alsociale. La Moldavia vive una situazioneeconomica di lenta ripresa, e lamiseria è tanta, vissuta con dignitàma diffusa in tutto il paese.Come sappiamo molti lasciano laMoldavia per venire a lavorare inItalia e in altri Paesi «ricchi»,soprattutto mamme per aiutare leloro famiglie e giovani che cercanofuturo.Nonostante le difficoltà, ci sono,comunque, persone che vivono con

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tenacia la speranza cristiana,come don Andrei, giovaneparroco del piccolo paesecattolico di Cretoaia che ilVescovo ci ha affidato. DonAndrei sarebbe molto contentodi ricevere la nostra visita nelmese di agosto e don CesareLodeserto è disponibile a venirequi da noi a Bologna per alcuniincontri di preparazione. Inquel tempo in Moldaviasaranno presenti altri quattrogruppi di giovani e adulti dialtre realtà parrocchiali italiane.

* Parroco a S. Antonio di Savena

3Domenica30 aprile 2006

DI CHIARA UNGUENDOLI

essant’anni di sacerdozio sono un traguardoprestigioso: e monsignor Giulio Malaguti li haraggiunti in splendida forma. «Ricordo fin da

bambino le battute dei contadini sui preti "vestiti dadonna" - dice - ma nonostante ciò ho detto il mio "sì"al Signore, anche grazie all’esempio di mio fratello donDario, che fin da fanciullo ha avuto sempre chiaradavanti a sé la chiamata del Signore; e anche grazie almio parroco a Bazzano, don Angelo Romagnoli». Poi imomenti salienti della sua lunga vita sacerdotale.Anzitutto la Licenza in Teologia alla Facoltà teologica diMilano «dove ho incontrato maestri di grande spessoreintellettuale e spirituale, come monsignor Figini emonsignor Carlo Colombo: vi si respirava un’aria difedeltà alla Chiesa e insieme di libertà dei figli di Dio»;poi la Laurea in Teologia all’Università Lateranense diRoma: «il metodo, la profondità dello studio, la libertànella riflessione e nella ricerca, mi hannoaccompagnato nel mio cammino sacerdotale».Un altro momento fondamentale per don Giulio èstata la collaborazione alla triennale Missione

Sdiocesana sulla Messa tenuta dal cardinal Lercaro. «IlCardinale mi affidò il lusinghiero e delicato compitodi stendere il catechismo del secondo e terzo annodella Missione - racconta - Quell’opuscolo era la guidaalle catechesi parrocchiali dei piccoli e dei grandi, delleassociazioni e dei movimenti. Ancora oggi cerco divivere questa formazione eucaristica». Ancora,elemento fondamentale della vita sacerdotale di donGiulio sono stati i viaggi: «ho viaggiato in tutta

Europa, in MedioOriente, ma anche inEstremo Oriente e inSud America - spiega - equesto mi ha permessodi conoscere tanterealtà diverse, anchetante Chiese diverse, edi arricchirmimoltissimospiritualmente». E poil’insegnamento, pertrent’anni, nei liceibolognesi, prima il

«Fermi», poi al «Minghetti». Dal 1988 don Giulio guida la parrocchia dedicataai due protomartiri bolognesi Vitale e Agricola, «enon posso dimenticare quello che ci disse ilcardinale Biffi: "voi avete il compito di custodire anome della Chiesa di Bologna la memoria deinostri protomartiri". Per questo la nostracomunità ha cercato di mantenerne vivo il culto,ma anche di approfondire la ricerca scientifica: inquesti anni hanno visto la luce ben tre volumi suVitale e Agricola». Quanto all’esperienza pastorale,«è veramente soddisfacente, anzitutto per il fortespirito di famiglia che anima la comunità, il foltogruppo di catechisti e catechiste, un altro foltogruppo di signore sempre disponibili quando ènecessario, la grande partecipazione alla Messa».Monsignor Malaguti è stato anche per 28 annirettore della Chiesa universitaria di S. Sigismondo:«Il cardinal Lercaro, che mi mandò nel ’66, aveval’ambizioso progetto di costituire una vera epropria parrocchia universitaria, ma poi, lasciatalui la diocesi, il progetto si spense. Ciò nonsignifica che non siano continuate le attivitàbibliche avviate, come anche il servizio diaccoglienza per studenti fuori sede, che funzionaottimamente». Un sogno nel cassetto? «Un’altrapubblicazione su Vitale e Agricola che raccolgatutti i testi su di loro dal ’400 al 1400».

Vedove, quarant’anni di «Vita Nuova»

Don Malaguti

Le Missionarie in assembleaal 17 al 30 aprile scorsi, in pienoclima pasquale, le Missionariedell’Immacolata - Padre Kolbe si

sono riunite presso la sede centraledell’Istituto a Borgonuovo di PontecchioMarconi per celebrare la VII AssembleaGenerale Ordinaria. «Un tempo di grazia,di gioia, di festa, di particolare effusionedello Spirito», come è stato sottolineato inapertura dei lavori, che ha visto la presenzadi 33 Missionarie provenienti dalle diversecomunità dell’Istituto presente in Italia,Argentina, Stati Uniti, Bolivia, Brasile,Lussemburgo e Polonia: unarappresentanza ricca e composita coinvoltain una forte esperienza di comunione, difraternità e di condivisione dell’unicoideale di vita e di missione. Sin dall’inizioad alcuni momenti sono stati presentianche quattro Missionari dell’Immacolata- Padre Kolbe provenienti dal Brasile,mentre nella seconda fase, dedicata

D soprattutto alla programmazione futura,alle Missionarie si sono uniti anche iVolontari dell’Immacolata - Padre Kolbe,anch’essi rappresentativi delle varienazioni in cui l’Istituto opera. «Memoria» e «profezia» sono le dueparole-chiavi che hanno caratterizzatoqueste giornate; l’Assemblea, infatti,costituisce un’occasione importante perverificare il cammino fatto nell’ultimo

sessennio, e avviarsial futuro, rinnovandola consapevolezza diessere chiamati arealizzare dentro lastoria di questotempo una presenzasignificativa eprofetica in fedeltàdinamica e creativa alcarisma ricevuto. Sabato 22 aprile, alla

presenza di padreAlessandro Piscaglia,vicario episcopale per laVita Consacrata ha avutoluogo l’elezione dellanuova Direttrice generale,scelta nella persona diMarina Melis,riconfermata per ilsecondo sessennio inquesto servizio. Laaffianca un nuovoConsiglio generalecostituito dalleMissionarie: MariangelaCollari, Ana Isabel Merlo, RaffaellaAguzzoni, Anna Maria Calzolaro. L’Assemblea nelle sue diverse fasi ci rimettein cammino e rinnova la vocazione e lamissione della nostra Famiglia consacrata,il mandato che la Chiesa un giorno le haaffidato e per il quale si sente inviata a

orientare a Cristo il cuore degli uomini,con la testimonianza della vita e il serviziodell’evangelizzazione per essere nelmondo «presenza di Maria», riflesso dellabontà, della misericordia, della tenerezzadi Dio.

Angela Savastano

Con la Moldavia,accanto alla Chiesa

San Ruffillo, la Decennale

a parrocchia di S. Ruffillo stacelebrando la propriaDecennale eucaristica, sul

tema «Se condividiamo il Paneceleste come non condivideremoil Pane terreno?». Momento centrale di questecelebrazioni sarà la conferenzache l’arcivescovo cardinale CarloCaffarra terrà mercoledì 3 maggioalle 21 nei locali parrocchiali: iltema sarà «Eucarestia e vitacristiana». Ma questo momento èstato preceduto e sarà seguito daaltri momenti di riflessione e /odi spettacolo. Il primo è stato il 7aprile: monsignor TommasoGhirelli, vescovo di Imola, hatenuto una conferenza su«Eucaristia e carità». Il 20 aprile si è svolta un’Ora diAdorazione eucaristica. Giovedìscorso, 27 aprile, il Coropolifonico «Soli Deo Gloria» ,diretto da Gian Paolo Luppi, haeseguito un concerto di canti

L

eucaristici. Un appuntamentopreparatorio si svolgerà invecepiù avanti: venerdì 12 maggioalle 21 i giovani dellaparrocchia metteranno inscena «La locanda diEmmaus», un recital sul temadell’incontro e della cena diEmmaus.Da domenica 14 maggiocominceranno le celebrazionifinali: alle 10.30 ci sarà laMessa nella quale verrannoamministrate le PrimeComunioni; alle 17.30Adorazione eucaristica ecelebrazione dei Vespri.Lunedì 15 alle 21 Messa nelparco di Villa Pedrazzi (viadell’Angelo Custode) eprocessione eucaristica peralcune vie del circondario.Mercoledì 17 alle 21 Messa alCefal (via Nazionale Toscana1) e processione eucaristicaper le vie del circondario.Venerdì 19 e sabato 20maggio saranno giornatededicate all’Adorazionedell’Eucarestia. Il SS.Sacramento sarà esposto alle8.30 e lo rimarrà fino alle18.30, quando ci sarà laMessa; alle 17.30 Adorazionecomunitaria conclusa dallaBenedizione eucaristica.La Decennale si concluderàdomenica 21 maggio. Lamattina ci saranno due Messealle 8.30 e alle 11. Nelpomeriggio alle 17 Messasolenne seguita dallaprocessione eucaristica nellevie circostanti, conclusa dallaBenedizione eucaristica nelpiazzale davanti alla chiesa. Inquesta stessa piazza seguirà lafesta popolare.

Chiara Unguendoli

el 1966 molte vedove bolognesi,allora soprattutto vedove di guerraancora giovani, sentono il bisogno

di riunirsi, di stare insieme per condividereed elaborare il loro lutto. Ed è così che hainizio il Movimento Vedovile fondatodalla signora Rina Formaggio, che siprefigge due grandi scopi: sollecitarel’attenzione della comunità ecclesiale e deiparroci verso le persone vedove perché

N

Nazionale». Come si muove attualmentequesto Movimento su tutto il territorionazionale? Alcuni elementi. Vienestampato un periodico che traccia uncammino di spiritualità. OrganizziamoConvegni in molte parti d’Italia. Dal 1997facciamo quotidianamente serviziod’accoglienza nella Cattedrale di SanPietro a Bologna. Viene celebrata unaMessa una volta al mese per i nostriconiugi defunti sempre in San Pietro.Ogni mese le responsabili delleparrocchie si incontrano per discuteresulle iniziative del Movimento. Facciamopellegrinaggi nei vari Santuari Italiani.Ogni anno istituiamo un corso dispiritualità a Tossignano della durata di 3giorni con vedove provenienti da tuttaItalia. Siamo vicine ai Seminaristi che civengono affidati singolarmente per essereaiutati dalla nostra preghiera. Siamo alservizio nelle varie necessità delleparrocchie. Seguiamo anche i vedovi chenel quotidiano incontrano problemiancora maggiori rispetto alle donne.Siamo insomma persone vive, chenonostante una difficile, dura e talvoltasofferta quotidianità, riusciamo ancora asorridere, a parlare, a pregare e ad essered’aiuto alle persone che incontriamo sulnostro cammino.

Anna Maria Carli

siano aiutate e valorizzatecome tali all’interno dellaComunità parrocchiale;trovare un aiuto particolareper la loro situazionevedovile per capire comeattutire quell’immensodolore che le fa sentire sole,disarmate, con tantiproblemi da risolvere, alcunecon figli da crescere. Chi puòcapirti meglio di chi stavivendo la tua stessasituazione?E così con l’aiuto di Dio inbreve tempo il MovimentoVedove Cattoliche di Bolognasi diffonde in 36 parrocchiedella diocesi.Successivamente, nel 1992padre Giorgio Finotti,dell’ordine di San Filippo

Neri viene incaricato dall’allora cardinaleGiacomo Biffi di seguire come assistentespirituale questo gruppo vedovile. Dal1994 viene pubblicato un giornalinochiamato «Vita Nuova». Da allora ilMovimento è cresciuto in manieranotevole tanto che la CEI nel 2001 pervolere di monsignor Bonetti, direttoredella Pastorale Familiare l’ha decretatocon regolare atto notarile «Movimento

Incontro e festa brasilianaenerdì 5 maggio alle 20.45 nella parroccchia diS. Antonio di Savena si terrà un incontro nel

quale don Mario Zacchini e le altre persone chehanno compiuto con lui il viaggio di condivisione inMoldavia racconteranno la loro esperienza, anchein vista di un analogo viaggio che si prospetta perquesta estate. La sera successiva, 6 maggio, dalle 20alle 23 sempre in parrocchia si terrà una Festabrasiliana animata da ospiti speciali: ilpercussionista Thiago Santana Pecanha,direttamente da Rio De Janeiro e i ragazzi dellascuola Capoeira Angola Palmares di Bologna. Ilricavato della serata sarà devoluto per il progetto diun asilo nel «Bairro da Paz» a Salvador Bahia.

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Si dibatte sul tema «L’albero della vita»abato 6 maggio il movimento vedovile «Vita Nuova» organizza unConvegno dal titolo «L’albero della vita». Questo il programma:alle 9

accoglienza all’Oratorio San Filippo Neri, (via Manzoni 5); alle 9.30 salutodella presidente; alle 9.45 conferenza di padre Giorgio Finotti, assistentespirituale nazionale di Vita Nuova: «L’alfabeto d’oro della donna forte»;alle 10.30 conferenza di monsignor Massimo Cassani, vicario episcopaleper la Famiglia: «Vedovanza che continua nella famiglia e nella Chiesa"»;alle 11.30conferenza di monsignor Lino Goriup, vicario episcopale per laCultura e la Comunicazione: «Le difficoltà della condizione vedovilesecondo uno sguardo di fede e di speranza»; alle 12.15 Interventi; alle13.30 pranzo al ristorante «da Vito» a S. Luca; alle 15.30 visita al Santuariodi S. Luca; alle 16 Rosario e alle 16.30 Messa. Per informazioni e iscrizionirivolgersi ad Anna Maria Carli, tel. 051 241354/ cell. 338 61612560,possibilmente ore pasti.

S

il programma

Primi sabati del meseiprende anche quest ’anno aBorgonuovo di Pontecchio Mar-

coni la pratica dei primi cinque sa-bati del mese: una risposta al ri-chiamo che Maria ha rivolto a Fa-tima nel corso delle apparizioni:quello di vivere il Vangelo e di ac-cogliere con fiducia la salvezza chesolo Cristo può donare, attraversoun impegno personale di conver-sione, preghiera, penitenza e laconsacrazione al suo Cuore Imma-colato. Il tema di quest’anno sarà:«Guidati da Maria per rinascere inCristo, "Se uno è in Cristo è unacreatura nuova" (2Cor 5,17)». Il pro-gramma prevede alle 20.45 la fiac-colata dalla chiesa parrocchiale alCenacolo Mariano, poi la Messa pre-festiva. Il primo sabato sarà il 6maggio: celebrano i sacerdoti delVicariato di Setta.

R

1982

Mercoledì 3 maggiol’Arcivescovo terrà unaconferenza su «Eucaristia evita cristiana». Dal 14al 21 celebrazioni finali

Il gruppo delle Missionarie. In basso, Marina Melis

Pietro Ivaldi «Resurrezione del figlio della vedova di Naim»

Il gruppo di Sant’Antonio di Savena in Moldavia

La chiesa di San Ruffillo

Monsignor Malaguti, 60 anni da prete per il custode dei «protomartiri»

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Casa Marella e il tema «morte»l centro di ascolto e supporto psicologico «CasaMarella» e la parrocchia di S. Giorgio diVarignana (Osteria Grande) organizzano

mercoledì 3 maggio alle 20.45 nell’Oratorio dellaparrocchia di Osteria Grande un incontro-dibattitosul tema «L’ultimo saluto». L’evento è patrocinatodall’assessorato alle Politiche sociali del Comune diCastel S. Pietro Terme, dall’Ausl di Imola e da AntItalia. Interverrà il sindaco di Castel S. PietroVincenzo Zacchiroli. «Siamo un centro di ascolto esupporto psicologico per persone che convivonocon una malattia cronica invalidante (ad esempio,il diabete, disturbi renali cherichiedono la dialisi, la sclerosimultipla) - spiega laresponsabile del centro «CasaMarella» Adriana Di Salvo - eanche di supporto al lutto deifamiliari nell’accompagnamentodi una persona alla morte: inparticolare ci prendiamo cura difamiglie in cui ci sia un minoreche sta per perdere un genitore o

I in cui sta per morire una persona giovane. E ancora,supportiamo quelle mamme che hanno perso unbambino, anche in gravidanza. Abbiamo un Centroa Bologna, situato in via S. Mamolo 23, dettoappunto «Casa Marella» perché qui don Marellavisse da quando nel 1924 giunse a Bologna; e unonella zona di Castel S. Pietro». «Un altro nostroscopo - continua la Di Salvo - è reintrodurre nellanostra società una cultura del dolore e della morte,che ormai sembrano bandite. Vediamo infatti che lagente è molto impreparata ad affrontare il dolore,sia quando si presenta come forma cronica, sia

come forma acuta che prelude allamorte: per questo stiamo pensando adun progetto di "educazione alla morte".Altrimenti, se continuiamo ad ignoraredolore e morte, quando questi cicolpiranno, ci troveremo del tuttoimpreparati a questi che pure sonoeventi naturali. Nel convegno del 3maggio vorremmo avviare questodiscorso, per poi approfondirlo in unvero e proprio progetto». (C.U.)

uigi, un amico, se n’è andato: solo,nella notte, nel suo letto. La tristezza

per la sua perdita è tanta. Ancora oggine avverto la mancanza, a cominciaredall’ufficio della Caritas, dove arrivavaogni volta con quattro o cinque copiedei giornalini gratuiti e li appoggiavasul tavolo dicendo: «Ho portato lastampa, dottoresse, ho portato lastampa...». Poi si sedeva e accendevauna delle tante sigarette del giorno,mentre noi gli offrivamo il caffé dellamacchinetta. Intanto lui esponeva senzaindugi le sue necessità del giorno,ricordando scadenze o impegni conuna precisione incredibile. Il tuttoesposto in una ripetizione inarrestabiledi frasi. Gli dicevo:«Hai una memoriada computer! Perché non ne dai unpoco anche a me?» Rispondeva: «Non èvero, Carla. Sono "alfabeta", Carla,sono "alfabeta"». «Ma non c’entra se

L non sai scrivere, la tua mente è unregistro perfetto!». Sorrideva, allora, e gliocchi azzurri per un attimo brillavano.Diceva che tutti i suoi fratelli e sorelle,laggiù in Basilicata, da dove proveniva,avevano tutti studiato ed erano bensistemati. «E tu perché non hai fatto lostesso, Luigi?» gli chiedevo. Mirispondeva con un sorriso tra furbo emalinconico: «Preferivo giocare cheandare a scuola...». E soprattutto giocarecon il suo bel mare: «Sono un pescenell’acqua, Carla, sono un pescenell’acqua». Ogni tanto una sorella locercava telefonicamente per chiederglidi andarla a trovare al paese; lui dicevache ci sarebbe andato, ma sempre nellastagione successiva. Ci è tornato soloqualche giorno fa, nel paesedell’infanzia, in riva al mare. E questavolta per sempre.

Carla

DI CHIARA UNGUENDOLI

l Centro d’ascolto è un luogo diaccoglienza, di attenzione, diriconoscimento e di prossimità. È

uno spazio di relazioni, quindi uno spaziovivo, abitato, un incontrarsi di storie, diesperienze, di sentimenti e di cammini. Edè un’"officina", dove si tenta di ricostruireinsieme, operatori ed utenti, grazie ad uncontinuo lavoro in rete, la fiducia perduta,il rispetto di sè, la consapevolezza dellapropria dignità e delle proprie risorse. Unluogo dove si riconosce ogni giorno ilvalore del presente e si cerca una speranzaper il futuro». Così Maura Fabbri, laresponsabile, spiega «cos’è» il Centro diascolto per gli italiani della Caritas, in via S.Caterina 8. «E’ un crogiuolo diindividualità - prosegue - operatori,volontari, ragazzi del servizio civilenazionale, tirocinanti, che in un continuoconfronto nella realtà incontra l’altro:l’altro con l’"a" minuscola, che per noicristiani rappresenta l’Altro con l’"A"maiuscola».Le persone che si rivolgono a questo Centrosono in continuo aumento: il perché,anche se non «scientifico», lo spiega Maura:«il livello di "adeguatezza" alla societàdiventa sempre più alto: cioè per essere"adeguati" alle esigenze sociali occorronosempre più competenze. Qualche esempio:per lavorare in un’agenzia di pulizie occorreavere l’automobile, per fare il magazziniereoccorre sapere utilizzare bene il computer,eccetera. Quindi sono sempre di più lepersone che "rimangono fuori": persone adesempio che perdono il lavoro e hannooltre cinquant’anni, e non riescono più a

I«trovarlo; oppure persone che riescono atrovare solo lavori temporanei, precari:perché ciò che per chi ha un buoncurriculum è flessibilità, per chi hadifficoltà diventa precarietà». Aumentanocosì anche le persone residenti che sirivolgono al Centro: «sono sempre di piùanche i bolognesi che "non ce la fanno" -commenta Maura - ad esempio, a pagare lebollette, che si accumulano sui nostritavoli. Un problema che si affianca e nellostesso tempo è alimentato da quello dellavoro che non si trova, o si trova solotemporaneamente». Un altro scopo delCentro è quello di cercare di evitare chesituazioni temporanee di difficoltàdiventino croniche: «ma ciò è reso difficiledal pudore delle persone, che sivergognano di mostrare le propriedifficoltà, specialmente se fino a quelmomento sono sempre riuscite a "viveredel loro"».Tra i tanti problemi, uno importante è lacomplessità dei problemi stessi: «sonopoche le persone che vengono con una solaproblematica - spiega Maura - soprattuttofra chi vive in strada, e soffre quindiun’emarginazione grave, i problemi sisommano. In particolare, incontriamopersone con problemi di salute mentale.Rispetto a questo, abbiamo avviato unprogetto, finanziato dalla Cei, che vede unlavoro insieme fra noi, il Dipartimento disalute mentale e le parrocchie. Èimportante perché è un discorso "di rete":noi inviamo le persone che conosciamo aiServizi di Salute mentale, che le seguono, eforniscono loro di una borsa-lavoro cheessi vanno a svolgere in una parrocchia».24-continua

Con il secondo Centro d’ascolto della Caritasproseguiamo la nostra rassegnatra le realtà caritative diocesane

«Il mio lavoro insieme con gli altri»o Studio Filosofico domenicano propone un corso perimprenditori, dirigenti di enti pubblici e privati,

responsabili delle risorse umane e operatori del sistemaeducativo, dal titolo «Il mio lavoro insieme agli altri.Motivare chi lavora alla partecipazione e a una sanacultura dello sviluppo». L’obiettivo, spiegano gliorganizzatori, è «offrire ai partecipanti un contributo diconoscenze specifiche e di esperienze affinché chi ha laresponsabilità importante di dare una direzione aicollaboratori abbia la consapevolezza di poterlo fare conmotivazioni più strutturate». Nell’ambito delle lezioniverranno quindi offerti strumenti per la «comprensionedegli aspetti affettivi, relazionali, etici e culturali checaratterizzano il nostro agire anche nel lavoro». Due lesezioni del programma: «Ratio operandi», sviluppata daiprofessori domenicani, e «Gli esperti del settore»,sviluppata da operatori del settore economico. Il primoappuntamento è sabato 6 maggio alle 9.15 nella CappellaGhisilardi (piazza S. Domenico 12): interverrà AngeloFerro, presidente nazionale Ucid, su «L’impresa, unacomunità per lo sviluppo». I successivi appuntamenti siterranno nei giorni 13, 19, 20, 26, 27 maggio e 9, 10giugno (il venerdì nel tardo pomeriggio e il sabato almattino), per un totale di 32 ore. Informazioni e iscrizioni:tel. 051581683, [email protected].

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Luigi, l’amico dalla grande memoria

Aumentano i colloqui, specie coi residentiNel 1995, il Centro di ascolto per italiani della Caritas ha svolto un totale di ben 3579 col-loqui, dei quali 2584 con persone non residenti a Bologna e 995 con persone residenti.Confrontando questi dato con quelli degli anni precedenti, vediamo che il numero di col-loqui ha avuto notevoli oscillazioni: nel 1994 sono stati ancora di più, 3662, nel 2003 inveceerano stati molto meno: 2863, e ancora meno nel 2002, con 2286; un’altra «punta» si eraavuto invece nel 2001, con 3201 colloqui.Costante, invece, l’aumento delle persone ricevute: nel 2002 erano state 456, nel 2003606, nel 2004 687 e nel 2005 708: in pratica, in quattro anni si è avuto quasi un raddoppiodelle persone che sono ricorse al Centro.Costante anche la prevalenza dei colloqui con uomini che si sono recati al Centro rispet-to alle donne: 2332 colloqui con uomini rispetto a 869 con donne nel 2001, 1676 contro610 nel 2002, 2176 contro 692 nel 2003, 2761 contro 877 nel 2004, infine 2801 colloquicon uomini contro 779 con donne nel 2005.Sempre minoritario, ma in crescita, il numero di colloqui con residenti rispetto ai non resi-denti: 832 su 3201 nel 2001, 829 su 2286 nel 2002, 932 su 2863 nel 2003, 1009 su 3662nel 2004, 995 su 3579 nel 2005.

Lo «staff» del Centro d’ascolto italiani in un’uscita; sotto, una volontaria in servizio di accompagnamento

i dati

la proposta

ercoledì 3 maggio il cardinale CarloCaffarra sarà in visita all’Istituto Figliedel Sacro Cuore di Gesù, scuola paritaria

presente nel centro di Bologna dal 1865, e checomprende la scuola dell’Infanzia, quellaPrimaria, e quella Secondaria di I grado.«Questo appuntamento è per noi una pietramiliare di grande importanza storica - affermanodall’Istituto - che resterà per spronare tutti acontinuare con rinnovata fede ed entusiasmo ilcammino intrapreso circa 150 anni fa. La scuolaè in grande festa, pronta ad accogliere congioiosa riconoscenza, ma anche con un po’ ditrepidazione, la visita del Cardinale».Alle 10 ci sarà l’incontro con gli alunni, nelcorso del quale bambini e ragazziconsegneranno i loro piccoli omaggi,reciteranno alcune preghiere e poesie eproporranno un saluto musicale della bandadella scuola secondaria di I grado. Il Cardinaleincontrerà poi la comunità religiosa delle Figliedel Sacro Cuore di Gesù, i rappresentanti deigenitori, gli insegnanti e il personale noninsegnante.

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Pur essendo all’interno delle mura cittadinel’edificio ha aule grandi e luminose,biblioteche, sala computers, ampi spaziesterni, una bella palestra per le attivitàsportive e ricreative e mensa con cucinapropria. «In continuità con il carisma dellafondatrice, Santa Teresa Verzeri - proseguonodall’Istituto - la scuola si pone come finalitàla formazione integrale dell’alunno conparticolare attenzione alla sua crescitapsicologica, affettiva, relazionale, morale eculturale. Il piano dell’offerta formativa èricco di attività e progetti che spazianodall’informatica alle lingue,dall’orientamento al recupero e allo studioguidato, dalla psicomotricità ai laboratoricreativi e musicali, dai momenti formativi aitornei sportivi, promuovendo lapartecipazione e la collaborazione dellefamiglie».I tre ordini di scuola funzionano dal lunedìal venerdì con lezioni curricolari al mattino equalche rientro pomeridiano obbligatorio oopzionale. Vengono organizzati campi estivie soggiorni studio all’estero, corsi dipreparazione all’esame del Ket-Cambrige e siè attenti ai progetti offerti dal territorio.

Il Cardinale alla scuola S. CuoreNoè: «Parlare di droga nelle scuole»

nserire nel programma di studio di tutte le scuolemedie, inferiori e superiori, di Bologna e provincia

l’insegnamento dei rischi derivanti dall’assunzione sisostanze stupefacenti: è questa la proposta portataavanti dalla consigliera comunale de «La TuaBologna» Silvia Noè. Una proposta che nasce da unaserie di constatazioni negative che la Noè hasottolineato in una conferenza stampa: a Bolognadal 2004 al 2005 c’è stato un incremento dell’1,1 percento degli utenti dei Sert e una recente ricercarileva che fra i giovani si fa molto uso di cannabis,l’utilizzo di sostanze stupefacenti si concentraprevalentemente nei fine settimana, risulta diffusol’uso di cocaina che sembra stia sostituendo l’ecstasy.Inoltre nelle scuole non esiste un sufficientecontrollo e quindi si consumano sostanzestupefacenti, mentre gli insegnanti spesso non siprendono la responsabilità di informare i genitori.L’introduzione invece come materia obbligatoriadell’informazione sui danni derivanti daglistupefacenti responsabilizzerebbe i docenti einformerebbe tutti i giovani.

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4 Domenica30 aprile 2006

Porte aperte agli italiani

«Casa Marella»

Un’immagine della scuola S. Cuore

Celebrazioni per la Madonna del Votoa parrocchia della Beata Vergine del Soccorsocelebra in questi giorni la «Madonna del voto»,

festa di antichissima data, nata da un voto che leautorità civili ed ecclesiali bolognesi fecero nel1527 per ringraziare la Vergine della liberazionemiracolosa della città dalla peste. Oggi alle 10processione con la venerata immagine fino allechiese di S. Maria e S. Domenico della Mascarella edi S. Martino, dove si aggregheranno le dueparrocchie, e rientro alla chiesa della Beata Verginedel Soccorso dove sarà data la benedizione allacittà e alle 11.30 verrà celebrata la Messa del Voto.Nel pomeriggio, nella piazza antistante il Santuario,momento di festa, detto «armisdanza». Nel corsodella settimana ottavario in onore della Vergine:alle 18 Rosario e alle 18.30 Messa. A presiedere saràpadre Francesco Duci, dehoniano, cheapprofondirà il tema «Con Maria “testimoni diCristo risorto speranza del mondo”». L’ottavario siconcluderà domenica 7 maggio: alle 11.30 Messa acura del Sindacato esercenti macellerie di Bologna,alle 18 la «Madonna del voto» è trasportata inpiazza S. Francesco da dove avverrà la processionelungo via del Pratello fino alla chiesa di S. Rocco; lìalle 18.30 si terminerà con la Messa.

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DI CHIARA SIRK

iventa professore emeritoSante Tura, per trentasei annil’«ematologia» all’Università di

Bologna. Professore, che significato ha questomomento? È un riconoscimento all’attivitàd’insegnante e di ricercatore, che mionora. Qual è stato il suo impegno in que-sti anni? Il professore universitario dimedicina cura i malati con ilprodotto della ricerca sua e dei suoicolleghi sparsi nel mondo. Noisiamo professorid’ematologia, abbiamo ildovere di fare ricerca, nelnostro specifico settore, e diessere al corrente dei risultatidelle ricerche che si svolgononel mondo. Tutto questo lotrasferiamo nella terapia intempo reale. Noi abbiamo trefinalità soprattutto: la ricerca,l’insegnamento e l’assistenza. In questi anni com’è cambia-ta l’Università? L’Università è cambiata perché èinserita in un mondocompletamente diverso, globalizzato.Noi ci siamo fortementesprovincializzati. Quando mi sonolaureato in pochi erano andatiall’estero e conoscevano le lingue.Oggi siamo un po’ vasi comunicanti.L’aspetto più bello di questomomento è che penso di poter direquasi con certezza che unadeterminata malattia che conoscoviene curata nello stesso modo intutto il mondo, cosa che nonavveniva quando mi sono laureato. È un progresso, ci sono altri aspettiche oggi sono trascurati e per i qualipotremmo parlare di una "perdita"? Sì, c’è stata la perdita del cosiddetto rap-porto medico-malato. Un tempo, quan-do facevamo la visita, restavamo in re-parto tutta la mattina. Oggi abbiamo ilprodotto di una tecnologia talmente a-vanzata, che quasi al medico poco ser-ve vedere il malato. Se io vedo una tac,che mi metta a palpare una pancia, non

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ha molto senso. Se unofa un ecocardiogramma,

che dopo simetta ad a-scoltare i sof-fi, i battiti,non ha tantovalore. A fronte diquest’allon-tanamento,poco graditoai pazienti,che hannobisogno del-

l’uomo-medico, cosaabbiamo dato in questi anni? Un’altissima percentuale di guariti.Le faccio solo un esempio: quandoho iniziato, dei malati del linfoma diHodgkin, a cinque anni era vivo il 5per cento. Oggi, il 70 per cento daquel linfoma guarisce. Lei è credente: la fede c’entra con lasua attività? Se uno crede penso che ogni attodella sua vita sia pervaso dalla fede.Se lei mi chiede se questo èindispensabile per fare il medico lerispondo di no. Dopo questo diploma cosa farà? Continuo a fare la mia attività dimedico e di docente nel post-laurea.Io vivo nell’Istituto Seragnoli:continuerò a lavorare lì, un istitutoche ho visto nascere, come primoprofessore d’ematologia dell’Ateneodi Bologna, e che oggi è a livellointernazionale. Ne vado fiero, ancheperché i miei allievi hanno raccoltola mia eredità.

ell’estate del 2004 usciva"Con occhi nuovi", in cui

raccontavo come la fede fosseentrata qualche anno prima nellamia vita e come l’avesse cambiata.Credevo che si sarebbe trattatosolo di un libro. Invece si è rivelatauna nuova, affascinanteavventura. Speravo, naturalmente,che qualcuno si accorgesse di quelle pagine, ma non miaspettavo quello che invece è accaduto: richieste continuedi incontri per approfondire quello che avevo scritto;migliaia di lettere di persone che volevano pormi domandeo anche solo ringraziarmi o condividere con mel’esperienza di fede che anch’esse avevano vissuto», cosìracconta Alessandra Borghese, che, a 33 anni, quandomeno se l’aspettava, ha di nuovo fatto i conti con ilmessaggio cristiano. Una novità che ha sconvolto la suavita, ad iniziare dall’intenso lavoro di testimonianza che siè sentita chiamata a svolgere. Un impegno forte, checontinua nel nuovo libro «Sete di Dio», recentemente uscitoper le edizioni Piemme. L’autrice giovedì 4 maggio, alle ore21, sarà a Bologna, Oratorio di San Filippo Neri (viaManzoni 5, ingresso libero), invitata dal Centro culturaleEnrico Manfredini e dalla Casa editrice, per presentarlo.«Sete di Dio» racconta di conversioni «celebri», perché, dicela principessa Borghese, «raccontando d’altri convertiti horiletto con maggior consapevolezza la mia esperienza. Hodesiderato anche scrivere di due importanti eventi che mihanno toccato in profondità: la morte di papa Wojtyla el’elezione al soglio di Pietro di un Cardinale amico. Questolibro è per coloro che hanno condiviso con me tutto questoe per quanti credono che sia possibile cambiare il propriocuore e la propria vita. In meglio. Ogni giorno». All’incontropartecipa Davide Rondoni. Paola Contini legge brani dallibro. (C.D.)

«Soli Deo Gloria» in concertoa San Domenico Savio

a parrocchia di S. Domenico Savio,via Andreini 36 (che gode di una

singolare particolarità in quanto daquesta chiesa è stata trasmessa pertelevisione, il 7 marzo 1965, la primamessa celebrata dal cardinaleGiacomo Lercaro, con il nuovo ritosecondo la riforma liturgica scaturitadal Concilio Vaticano II), èdoppiamente in festa: per lecelebrazioni dell’anno liturgico e perla festa patronale. In questo ambito laCorale «Soli Deo Gloria» con unconcerto per soli, coro e orchestra,sabato 6 maggio, alle ore 21, offriràuna riflessione in musicasull’Eucaristia. All’organo sialterneranno i maestri GianpaoloBovina, Laura Mirri e Andrea Treggia.Al flauto Simone Ginanneschi, alcontrabbasso Luigi Borgogno; sopranosolista Chiara Molinari. Dirige ilmaestro Gianpaolo Luppi.

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Festa della storia, un gioioso ritornoa Festa della Storia dell’annoscorso ha registrato un successoche forse neanche gli organizzatori

si attendevano: 127 eventi, dal 16 al 23ottobre, sono stati seguiti da 7158persone. Al Passamano per San Lucahanno partecipato 11000 studenti,cittadini, rappresentanti diassociazioni.I numeri parlano chiaro: c’è voglia distoria. Per questo, nonostante il lavorosia tanto, e tutto basato sull’impegnovolontario, il Laboratoriomultidisciplinare di ricerca storica delDipartimento di Discipline storichedell’Università ripeterà l’iniziativa. Lapresenta Rolando Dondarini, ideatoree promotore instancabile della Festa,annunciando che quest’anno sarà dal15 al 22 ottobre. Per parlarne hachiamato diversi rappresentanti delleistituzioni. Per primo è intervenuto

L monsignor Lino Goriup, vicarioepiscopale per la Cultura e laComunicazione, che ha ricordatocome ci sia bisogno di storia, e,soprattutto, di testimonianzepersonali e come sia bella lapossibilità di fare una festa («non unfestival, che mi ricorda le luci alneon»). Ha espresso un augurio per ilprogetto perché «dentro la societàcrescano questi fermenti di vero.Cercate la verità, per quanto possibilenella storia e che sia davvero unafesta».Il professor Dondarini ha annunciatoalcune interessanti novità, comel’istituzione di un premiointernazionale dedicato alladivulgazione storica: «Non esisteniente di simile - ha spiegato - Lopresiederà Jacques Le Goff e sichiamerà "Il portico d’oro", per il

legame che abbiamo con la città. Cisono già state importanti adesioni».«Crediamo sia importante», haaggiunto Dondarini, «fare storia concorrettezza, in modo accattivante, masenza cadere negli abusi. Non è facile,soprattutto oggi». Per questo, continua,«uno dei temi che proporremo nellanuova edizione sarà "I misteri dellastoria", ovvero i temi che mettono inattrito i veri storici con i "parassiti" cheinventano, guardandosi bene però daldirlo ai lettori. Ci saranno anche altrenovità, come le iniziative intitolate"L’arte fa storia". Qui stiamocostruendo progetti con Art’è e con Ca’La Ghironda».«Vogliamo ricordare», ha concluso,«insieme al Centro sportivo italiano, icinquant’anni del PalaDozza, di unluogo dedicato allo sport e allospettacolo, coinvolgendo appieno glistudenti. Sono loro i veri protagonisti,grazie alla mediazione degliinsegnanti».

Chiara Deotto

Borghese. Sete di Dio

Organi antichi.Due appuntamenti

a rassegna «Organi antichi»propone venerdì 5 maggio,

ore 20.45, nella chiesaparrocchiale dei Ss. Filippo eGiacomo, a Ca’ De’ Fabbri(Minerbio), un concerto delTrio Dolce Sentire. SilviaCalzavara (soprano), Fabiano

Maniero (tromba) e Silvio Celeghin (organo) eseguirannoalcuni temi d’autore dedicati alla Madonna e composizionidi Händel, Vivaldi e Mozart. Silvio Celeghin, docente diOrgano al Conservatorio «B. Marcello» di Venezia, è statoospite di prestigiosi Festival internazionali in tutta Europa eda tempo collabora con Fabiano Maniero, dal 1998 PrimaTromba solista del Teatro «La Fenice» di Venezia. Il sopranoSilvia Calzavara fa parte del Coro del Teatro Comunale diBologna, dove interpreta frequentemente ruoli solistici.Sabato 6 maggio, ore 20.45, nella chiesa parrocchiale di S.Maria Assunta a Sabbiuno (Castel Maggiore), il sopranoLaura Fabris, accompagnata al fortepiano da CarloMazzoli, eseguirà un programma di Lieder Spirituali. Perentrambi gli appuntamenti ingresso libero.

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Jacques Luis David, La morte di Socrate

Emeritoematologo

Simoni, ingegnere «anomalo»

Tredici nuovi professori emeriti in Ateneoenerdi 28 aprile, nell’Aula Prodi di San Giovanni in Monte, nel corso di una solenne cerimonia, ilRettore Pier Ugo Calzolari ha conferito il diploma di Professore Emerito a tredici docenti dell’Ateneo

bolognese che, al termine della carriera, hanno ricevuto questa nomina dal Miur per i meriti scientifici eper l’impegno con cui si sono dedicati alla ricerca e alla didattica. I professori nominati emeriti sono:Antonello Rubatta, della Facoltà di Ingegneria, che si è occupato di Meccanica dei fluidi. Della stessaFacoltà Luciano Simoni, corso di laurea in Ingegneria elettrotecnica, si è occupato di ricerche sulla duratadi vita dei materiali isolanti. Per la Facoltà di Medicina e Chirurgia: Emanuele Cacciari, endocrinologo;Remigio Domini, Chirurgia pediatrica; Domenico Marrano, Clinica chirurgica; Sante Tura, ematologo.Della Facoltà di Lettere e filosofia: Italo Mariotti, docente di Storia della lingua latina; Augusto Vasina, siè occupato di Storia medioevale; Ovidio Capitani, docente di Storia medioevale; Anna Maria Matteucci,docente di Storia dell’arte medioevale. Giancarlo Di Sandro nella Facoltà di Agraria è stato docente diStoria del pensiero economico. Antonino Zichichi, fisico di fama internazionale, è stato presidentedell’Istituto nazionale di Fisica nucleare e Sergio Focardi, fisico, ne ha diretto la sezione di Bologna.

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uciano Simo-ni è diventa-

to emerito e gliabbiamo chiestoqualche impres-sione. «Andarefuori ruolo èstrano, perché sicontinua a faretutto, resta inva-riata la possibi-

lità di avere degli incarichi, ma nons’insegna. Il contatto coi giovani inve-ce era l’unica cosa che m’interessava.Quindi ho deciso di andare in pensio-ne per mantenere un insegnamentoa contratto. Però avrò più tranquillitàe più tempo per fare il musicista». Com’è cambiata l’università in tuttiquesti anni?

È cambiata moltissimo, da due puntidi vista. Da quello formale e daquello delle persone che lafrequentano. La ricerca è aumentata.Ai miei tempi i ricercatori eranopochi, si pubblicava in italiano, nonc’erano laboratori. Quando hofondato il mio gruppo di ricerca nonavevo niente. I primi risultati, moltoimportanti a livello internazionale, liho ottenuti con dei mezzi scarsissimi.

Il fatto di essere credente, c’entracon la sua attività? Con la ricerca no. Nella didatticainvece, forse dà una marcia in piùnel rapporto con le persone. Adessomi piace suggerire argomenti che,apparentemente, non c’entrano conla materia. (C.S.)

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Il diploma al professoreche è stato il simbolo dellasua disciplina in Università

I classici e la morte, tema immortaleors: finis an transitus?» si chiedeva Seneca.La domanda è sempre attuale, le rispostecontinuano ad essere diverse. In un

momento in cui si parla di tutto, fuorché di morte, laquinta edizione delle letture organizzate dal CentroStudi «La permanenza del classico» dell’Università diBologna, sarà dedicata alla morte. Guidato da IvanoDionigi, il Centro come sempre «provoca» la città suigrandi temi dell’esistenza, echeggiati nella tradizionegreca, romana, ebraica e cristiana: uno sguardoall’indietro per trovare risposte alle domandedell’uomo contemporaneo. «Oggi i testi classicipossono soccorrerci - spiega Dionigi - in quanto vita emorte agli antichi appaiono una dualità costitutiva:Eraclito teorizza che la "stessa cosa sono il vivente e ilmorto, lo sveglio e il dormiente, il giovane e ilvecchio"; Euripide si chiede "se il vivere non siamorire e se il morire non sia quel che i mortalicredono vivere". Consacrata dall’immagine diFrancesco d’Assisi ("sora nostra morte corporale"),l’idea di coabitazione e quasi consustanzialitàattraverserà il concetto di vita e di morte fino ai nostrigiorni».

Chiara Sirk

A. Borghese

«Dolce sentire» trio

Un momento del «Passamano»

teatro

Amori e moschicidi al BellinzonaIl Laboratorio teatrale dell’Istituto Tincani presenta il6 maggio alle 16 al Teatro Bellinzona (via Bellinzona 6)«Amori e moschicidi», farsa in un atto di Luisa Pece,Giorgio Giusti & tutto il laboratorio teatrale Tincani.

incontri

Buscaroli e i segreti di Mozart«Mozart.Tre libri e tre serate di e con Piero Buscaroli» èun’iniziativa che affronterà «segreti,misteri,menzogne,af-fari, invenzioni in vita e dopo la morte» del compositore.La storiografia continua a proporre gli aneddoti più deifatti.Buscaroli,documenti alla mano, in «La morte di Mo-zart»,giunto alla terza ristampa,e nel nuovo «Al serviziodell’Imperatore.Come Giuseppe II spinse Mozart alla ro-vina» (pubblicato da Marietti),demistifica tanti luoghi co-muni.Degli esiti delle sue ricerche parleranno con l’auto-re, insieme al sovrintendente Stefano Mazzonis di Pralafe-ra,Alberto Mattioli,Chiara Sirk e Giovanni Gavazzeni. Ilprimo incontro venerdì 5,ore 18,nel Foyer Respighi delTeatro Comunale è dedicato all’opera più recente suirapporti fra Mozart e gli Asburgo, il secondo,giovedì 11,stesso luogo e stesso orario,alla morte di Mozart.Terzoappuntamento in autunno,25 ottobre,dopo l’uscita de«L’imbroglio del Requiem». Ingresso libero.

«Teatro Giovane»

In scena «Tredici a tavola»«Teatro Giovane» metterà in scena la commedia«Tredici a tavola» di Sauvajon sabato 6 maggio ore21 e domenica 7 maggio ore 16.30 nel teatro di San-ta Maria Madre della Chiesa, in via Porrettana 121.

Sante Tura

Luciano Simoni

I quattro incontri di maggiouattro sono gli incontri di quest’anno: si terranno concadenza settimanale, nei giovedì del mese di maggio,

alle ore 21, nell’Aula Magna di S. Lucia, via Castiglione. Nelprimo Massimo Cacciari e Ivano Dionigi proporranno unariflessione sulla morte dai Presocratici a Heidegger («Cotidiemorimur. Vivere per la morte»). La seconda serata, dicarattere scientifico, interrogherà filosofi e poeti antichisulla nascita, la morte e sul tempo («Nascentes morimur.Nascere, morire»). Commento della psicoanalista SilviaVegetti Finzi e del clinico Alberto Malliani. Il 18 maggiomonsignor Gianfranco Ravasi parlerà su «Ubi est morsvictoria tua? La morte della morte», commentando branidell’Antico e Nuovo Testamento. Infine, AlessandroBergamaschi, intesse un dialogo da attore-autore («L’albero,prima immobile, muore e diventa mobile») con alcuni testicentrali della riflessione antica sul lutto e sul suosuperamento. I testi sono sempre letti da attori-interpreti. Laregia, di Claudio Longhi, prevede anche una scelta dimusiche. Ingresso ad invito (si ritira martedì e mercoledìprecedenti ogni serata, dalle 14 alle 16, al Dipartimento diFilologia Classica, via Zamboni 32).

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5Domenica30 aprile 2006

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DI PAOLO ZUFFADA

l fatto più giornalisticamentesignificativo», afferma Marco

Invernizzi, giornalista e scrittore che nelconvegno di sabato 6 maggio tratterà iltema "Il vero lavoro del laico è lapreghiera", «è che sarò l’unico laico aintervenire. Non sono», continua, «unesperto su don Barsotti, ma l’ho sempreapprezzato e ho trovato più diun’occasione per studiarlo. Nel miointervento parlerò della sua spiritualità,confrontandola con quella di un autoreche conosco bene e la cui somiglianzacon don Divo mi ha impressionato. Sitratta di dom Francois de Sales Pollien,monaco certosino sepolto a Serra S.Bruno in Calabria. "La nostra vita è ilCristo", affermava Pollien, "è Lui chedeve vivere in noi e noi dobbiamo viverein Lui. Impareremo, dunque, aconoscerlo per conoscere noi stessi e permezzo di Lui vivere, non più solamentein dipendenza di Dio, come esige laragione, ma in unione con Lui, comerichiede la fede"». «Sia Pollien che donBarsotti», afferma ancora Invernizzi,«hanno intenzione di aiutare le persone ariconoscere che nella loro vita Dio deveessere il primo e poi il solo punto diriferimento delle loro azioni. E questo aprescindere dalla loro vocazione, dallostato in cui si trovano. Entrambi sirivolgevano a persone che eranosoprattutto dei laici. Il problema chepone l’opera di don Barsotti è: "comepuò un laico che vive nel mondo contutte le incombenze e i doveri del suostato attraverso la preghiera riconoscereDio come punto di riferimento delleproprie azioni?". La preghiera che donDivo consigliava era quella normale dellaChiesa, quella liturgica, dei sacramenti;non si tratta di una devozione particolarema dell’utilizzazione delle cose dellaliturgia. Però si tratta di una spiritualitàdi tipo monastico, nel senso che, purrimanendo nel mondo, questa preghieradeve essere il centro della vita, perché inessa noi riconosciamo la sovranitàassoluta di Dio sulla nostra vita».«Sostanzialmente», conclude Invernizzi,«illustrerò questo concetto che è moltoricorrente nelle oltre 160 opere di donBarsotti (in particolare è il titolo di unodei suoi ultimi volumi pubblicati nellacollana della S. Paolo). E poi spiegheròcome anche il monaco Pollienperseguisse lo stesso obiettivo: Dioprimo, Dio solo. E questo obiettivo è nonsolo condivisibile ma anche praticabile.Infatti ci sono almeno 2000 persone dellacomunità di don Barsotti che vivonoquesta spiritualità».

l’intervista

I laici centro della Chiesa

Alcuni momenti della vita di don Divo Barsotti

el pensiero di don Divo Barsottiil primo compito del laico -afferma per presentare il

Convegno Giuseppe Guarnieri, responsabiledelle Comunità di don Barsotti per l’Emiliaorientale - è quello di prendere coscienzadella propria dignità e della propriafunzione. Quando il laicato non ha avutoquesta consapevolezza i valori degli uominisi sono separati dalla Chiesa e si èconsumato il divorzio fra Chiesa e mondo.Il laico, in quanto battezzato, partecipa allamissione regale, sacerdotale e profetica delCristo. Ha un potere regale su se stesso, sulloStato, sui valori terreni, sulla cultura, sullatecnica, Tutto questo potere è in ordine alpotere sacerdotale. Questo implica lapromozione di un progresso in tutti i campidella vita umana».Che rapporto c’è fra sacerdozio ministeria-le e sacerdozio laicale? Il sacerdozio laicale è ordinato al sacerdozioministeriale, e questo a quello, in modo taleche, pur essendo distinti, non sonoseparabili. Il sacerdozio ministeriale èessenzialmente diverso dal sacerdozio deilaici per l’oggetto proprio dell’uno edell’altro sacerdozio. Ai laici è dato diriconsacrare tutta la creazione, che Dioall’inizio riconobbe buona e che è stata fattaschiava della vanità per il peccato dell’uomo.Meno vasto ma più alto è l’esercizio delsacerdozio ministeriale: solleva a Cristo e inCristo gli uomini e il mondo.Quale funzione esercitano i laici all’inter-no della vostra Comunità?La nostra comunità è un movimentomonastico e quindi laicale. Ci siamo donatia Cristo perché la nostra preghiera e ilnostro lavoro vogliono restituire a ogni cosail suo vero valore e la sua vera bellezza.Ordinare cioè secondo Dio le cosetemporali. Il governo della Comunità èesercitato dai laici; solo il moderatoregenerale è un sacerdote. Tuttal’organizzazione e la formazione viene fattada noi laici. Nella nostra comunità, laici esacerdoti operano con sinergia per il bene ditutto il movimento con la distinzione dellereciproche funzioni.Quale il messaggio che il Convegno vuolelasciare? Anzitutto far capire che tutti facciamo partedi un unico corpo: il corpo di Cristo. Questoimplica la consapevolezza che tutti nellaChiesa siamo membra attive di esso econcorriamo al suo bene. In secondo luogosottolineare che un vero rinnovamento delleChiesa si può fare con un laicatoconsapevole della propria dignità e delleproprie funzioni. Se i laici riescono a portarei valori degli uomini nella Chiesa creano lecondizioni per un lavoro efficace delministero sacerdotale. (S.A.)

Un convegno su don Divoa funzione e il ruolo del laiconella Chiesa e nel mondo, nel

pensiero di don Divo Barsotti». Questo iltema del convegno nazionale promossodalla Comunità dei figli di Dio che sisvolgerà sabato 6 maggio alla BibliotecaSan Domenico. Di seguito il programma:alle 8.30 Messa nella Cappella delRosario della Basilica di San Domenico;alle 9.15 saluto di padre Serafino Tognetti, superiore generaledella Comunità dei figlio di Dio; alle 9.30 intervento delcardinale Carlo Caffarra sul tema «La santità del laico:Concilio Vaticano II e don Barsotti»; alle 10.15 don PaoloProsperi (sacerdote della Fraternità dei missionari di SanCarlo Borromeo) interverrà su «Barsotti-Giussani, un primoapproccio»; alle 11.30 don Franco Giulio Brambilla (docentealla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale) affronterà iltema «La figura del laico nella Chiesa conciliare e la suaricezione in don Barsotti». Nel pomeriggio alle 15 relazionesu «Il vero lavoro del laico è la preghiera» di Marco Invernizzi(giornalista e scrittore); alle 15.45 monsignor Luigi Negri,vescovo di San Marino-Montefeltro parlerà su «Don DivoBarsotti nella temperie ecclesiale iniziata dal ConcilioVaticano II e maturata nel magistero di Giovanni Paolo II»;alle 16.30 video con immagini e parole di don Divo Barsotti.

il programma

uscito in libreria, proprio allavigilia del mese mariano dimaggio, il libro «Totus tuus» (euro

23,60), in edizione economica, dedicatoal ricordo di Giovanni Paolo II e al suomagistero mariano. L’opera, stampatadall’editrice Cantagalli, ripropone informato tascabile l’omonimo librod’artista a tiratura limitata edito da Art’è.L’edizione comprende una sceltaantologica dei testi tratti dagliinsegnamenti di Papa Wojtyla, leintroduzioni a cura di monsignor ArthurBurton Calkins della PontificiaCommissione «Ecclesia Dei» e laprefazione di dell’arcivescovo cardinaleCarlo Caffarra. L’opera è il primo volumedella «Bibliotheca Ioannes Paulus PP. II»,collana realizzata con la consulenzascientifica dell’Istituto Veritatis Splendor.Il libro si sviluppa seguendo i temi della

’E persona e vita di Maria Santissima, la suacooperazione all’opera di redenzione, ilsuo ruolo unico nella Chiesa e nel cultocattolico. «La lettura di questi testi - scriveil cardinale Caffarra nella prefazione altesto - e la suggestione della bellezza diquesto libro introdurranno sicuramente illettore nel mistero di una persona umana,quella di Maria, la cui grandezza ha unacerta misura di infinità, perché collocatadentro una relazione di maternità conuna persona divina». Dal canto suomonsignor Arthur Burton Calkins affermanell’introduzione: «Credo, senza minimaesitazione che l’eredità più grande cheGiovanni Paolo II ci ha lasciato sia il suomagistero mariano. C’è (in questo) unacerta continuità con tutta la grandetradizione cattolica e, nel contempo, unosviluppo organico».

Luca Tentori

«Totus tuus» in economica

Guarnieri: «Nel pensiero di don Barsotti primocompito del laicato è prendere coscienza dellapropria dignità e della propria funzione»

6 Domenica30 aprile 2006

Il cardinale Herranz: «Occorrecoltivare l’amicizia con Cristo,per vederLo in chi ci è vicino»DI ILARIA CHIA

bbiamo rivolto alcune domande alcardinale HerranzQuali sono i problemi più urgenti per

chi vuole praticare la carità oggi? La carità cristiana è essenzialmentesovrabbondanza di vita interiore, amicizia conCristo. La prima cosa da fare dunque è coltivarenella propria anima questa amicizia, attraversoil Pane e la Parola. In questo modo diventapossibile vivere la carità vedendo Cristo in tuttele persone che abbiamo intorno. Questo valeper ogni epoca storica. Oggi in particolare, ènecessario riflettere sul concetto di secolaritàlaicale, cioè sul compito dei laici nella società.Dobbiamo superare definitivamente quella

A

visione del laico impegnato in due missionidiverse: una nelle strutture dell’organizzazioneecclesiastica (curie diocesane, parrocchie,associazioni..) e l’altra nelle istituzioni sociali(lavoro, scuola, politica...). La missione dellaico è una sola: essere portatore di Cristo nelproprio contesto, nella vita di ogni giorno. Che cosa è cambiato con la prima enciclica diBenedetto XVI? Le parole del Papa rafforzano il desiderio diessere seminatori di carità, cioè di pace e digioia, e di trasmettere anche a chi non ècristiano quella carità che Cristo ha insegnatovenendo nel mondo. Essere cristiani nellasocietà di oggi significa molto spessoconfrontarsi con quell’atteggiamento cheBenedetto XVI ha definito un «modo di vivere edi presentare il mondo come se Dio nonesistesse». Ecco quello che, in tale contesto, illaico cristiano deve fare, coinvolgendo chi glista intorno: riflettere sulle vere ragioni della suadignità e sul destino eterno; imparare ariconoscere, dietro gli eventi della vita

quotidiana, la paterna volontà di Dio; lottareper rispettare i valori e le norme morali che Diostesso ha dato all’uomo per vivere al meglio lasua libertà.Giovanni Paolo II e San Josémaria Escrivà,due grandi modelli di carità cristiana deiquali ha parlato nel suo ultimo libro. Qualeil loro messaggio alla nostra società? Erano degli innamorati di Cristo. Persone chehanno coltivato con lui un’amicizia nella vitainteriore e che per questo sono diventatiapostoli e seminatori di dottrina cristiana. Acondurli negli areopaghi del mondo è stato illoro amore per Cristo, perché ognuno parlaagli altri del proprio amore. San Josémaria,fondatore dell’Opus Dei, descrive bene come sirealizza il passaggio tra amore per Cristo eamore per il prossimo, tra fede interiore eimpegno nel mondo: «Non ci può essere unadoppia vita, non possiamo essere come deglischizofrenici, se vogliamo essere cristiani: vi èuna sola vita fatta di carne e di spirito... Il cieloe la terra, figli miei, sembra che si uniscano

laggiù, sulla lineadell’orizzonte. Einvece no, è neinostri cuori che sifondono davvero,quando vivetesantamente la vitaordinaria». In cosa consistel’attualità dellasocietà di SanVincenzo de Pao-li?

È attuale come lo è la carità. Parlo di unaattualità perenne, come quella del cristianesimoche è la più grande rivoluzione che è maiavvenuta nel mondo. Fare partecipe l’umanitàdell’amore che Dio ha per lei: impossibilepensare un compito più attuale di questo. Uncompito però che, per essere attuato, non puòprescindere da un’adeguata formazione dellaico cristiano, da un equilibrio tra vitainteriore e attività nel mondo. Lo stesso SanVincenzo de Paoli ne era convinto quandoaffermava: «La vita apostolica non esclude lacontemplazione, ma la esige e se ne avvale perconoscere meglio le verità eterne che deveannunciare».

La carità, abbondanza di vita interioreMercoledì scorso si ètenuta al Centro S. Do-menico la conferenza«Fare la carità. Una spi-ritualità operosa perl’oggi», con il cardinaleJuliàn Herranz, presi-dente del Pontificioconsiglio per i Testi le-gislativi. L’appunta-mento rientrava ne «Imartedì di S. Domeni-co» ed era in collabora-zione con la SocietàSan Vincenzo de Paoli.Nel corso della serata ilCardinale ha parlatoanche del suo ultimolibro «Nei dintorni diGerico: gli anni passatiaccanto a S. Josémariae Giovanni Paolo II»(edizioni Ares).

Un Martedì di S. Domenicoin collaborazione con laSocietà di S. Vincenzo

Il cardinale Herranz

In mostra gli oggetti donatinche quest’anno il Museo Beata Vergine di SanLuca espone gli oggetti avuti in dono nell’anno

appena trascorso in una Mostra che sarà inauguratagiovedì 4 maggio alle 17,30. Il nucleo di questaesposizione è l’intera collezione di Piero Amorati(1946-1995), antiquario per professione e perpassione collezionista di tutto quanto riguarda lanostra Madonna di San Luca. Il fratello Mauro, beneinterpretando la sua volontà, ha fatto dono dellaraccolta: più di 40 pezzi, La mostra rimarrà espostafino al 25 giugno. L’inaugurazione è anchel’occasione per la collocazione di un ricordo diAntonio Brighetti (1916-2005), che nel 2004 haofferto l’intera sua collezione per costituire il nucleoespositivo del Museo: è qui fedelmenterappresentato in una sanguigna realizzata daRoberto Barbato. Alle 18,15 seguirà unaconversazione su «L’arrivo dell’Icona a Bologna, ilmiracolo del 1433 e le processioni in città», incollaborazione col Centro Studi per la CulturaPopolare e tenuta da Gioia Lanzi Arzenton.

A

museo B. V. S. Luca

Don Divo Barsotti

Invernizzi. «Dio prima di tutto, fulcro del suo pensiero»

Barsotti-Giussani, un ideale comuneanno in comune più di quanto non si possapensare». E’ questa la convinzione di don Paolo

Prosperi, sacerdote milanese della Fraternità dei missionaridi San Carlo Borromeo, a proposito di don Divo Barsotti edon Luigi Giussani. «Possono sembrare differenti performazione e carattere - continua don Prosperi cheinterverrà all’incontro di sabato prossimo, 6 maggio, conuna relazione su "Barsotti- Giussani: un primo approccio" -ma il loro pensiero è comune nell’intendere Cristo, l’uomo,la Chiesa e soprattutto il ruolo del laico, del semplicebattezzato». La santità non è un mestiere per pochi, è lavocazione di tutti. «Entrambi - prosegue - non hanno intesofondare nulla di nuovo: hanno voluto solo cogliere lacentralità del cristianesimo per tutti». Di fronte a unacultura che tende a separare la religione e la spiritualitàdal vivere concreto, dall’azione sociale e dalle scelteprivate, come profeti hanno cercato di ricomporre questodualismo che non è proprio del cristianesimo. E così, fedelial messaggio di Cristo, hanno rilanciato il «primato dellavita contemplativa». Hanno lottato duramente contro latentazione e il rischio di ridurre il cristianesimo ad etica. «Aquanto mi risulta - ha concluso - non si sono mai incontratidirettamente, anche se si sono scritti. Ognuno avevadell’altro profonda stima e si indicavano reciprocamentel’un l’altro come esempio ai propri "discepoli"».

Luca Tentori

Page 7: Abbonamento annuale: euro 46,00 - Conto dell’Arcidiocesi ... · Rifà scuola», «è il miglior punto di partenza per continuare a costruire». V il punto di vista Formazione, un

Monsignor Mario Cocchi parroco di S. Giovanni in Monte.Addobbi: Nostra Signora della Pace e Maria Regina Mundi

nominaS. GIOVANNI IN MONTE. L’Arcivescovo hanominato monsignor Mario Cocchiparroco di S. Giovanni in Monte.

parrocchieS. PAOLO DI RAVONE. Nella parrocchia di S.Paolo di Ravone sono iniziati ieri etermineranno domenica prossima gliEsercizi spirituali sul tema «Camminiamoinsieme a Maria la madre di Gesù». OggiMesse alle 8, 9, 10, 11,30, 18.30, Rosarioalle 11 e 17.30, Vespro alle 18. Ogni giornoferiale: alle 6.30 Messa per i lavoratori, alle7.20 incontro dei ragazzi delle Medie esuperiori, alle 7.50 dei bimbi delleelementari, alle 8.30 e alle 10 Messa, alle15.15 «Lectio divina», alle 16.30 incontrodei ragazzi delle medie, alle 17.30 deibambini delle elementari, alle 18 Rosario,alle 18.30 Messa, alle 19.15 incontro con igiovani, alle 21 «Lectio divina». Sabato 6maggio alle 8 Lodi, quindi Confessioni pertutta la giornata. Alle 8.30 e alle 10 Messa;alle 15.30 confessioni per i gruppi medie,alle 16 incontro con i Lupetti e leCocccinelle; alle 16.30 confesssioni deibimbi delle elementari; alle 18.30 Messaprefestiva, quindi Adorazione eucaristicafino alle 24. Infine domenica 7 maggioMesse alle 8, 9 e 10 e alle 11.30 Messa dichiusura.NOSTRA SIGNORA DELLA PACE. Inpreparazione alla Decennale eucaristica,nella parrocchia di Nostra Signora dellaPace giovedì 4 maggio alle 20.45 donMaurizio Marcheselli parlerà sul tema «Iosono il pane della vita».MARIA REGINA MUNDI.In vista dellaDecennale eucaristica, è cominciata ieri eproseguirà fino a domenica 14 maggionella parrocchia di Maria Regina Mundi laMissione dei Padri Missionari di S.Vincenzo de’ Paoli. Oggi Messe con orariofestivo con intervento missionario;incontro dei missionari con i bambinidelle elementari negli orari del catechismoe coi ragazzi delle medie dalle 15 alle 17.

associazioni e gruppiDEVOZIONE S. CUORE. Venerdì 5 maggio alle16 nel Monastero della Visitazione (viaMazzini 71) il vescovo ausiliare monsignorErnesto Vecchi celebrerà la Messa per ilgruppo devozione S. Cuore.

ADORATRICI SS. SACRAMENTO. Mercoledì 3maggio nella sede delle Adoratrici eAdoratori del SS. Sacramento (via S.Stefano 63) alle 16 incontro di culturareligiosa con monsignor massimo Cassani;segue alle 17 la Messa.CURSILLOS DI CRISTIANITÀ. Mercoledì 3maggio alle 21 Ultreya generale e Messapenitenziale a Crevalcore in preparazioneal 149° Cursillo Uomini.CENTRO DORE. Domenica 7 maggio alCenacolo Mariano di Borgonuovo diPontecchio Marconi si terrà un incontroorganizzato dal Centro G. P. Dore daltitolo «Perdono e riconciliazione come viedi superamento delle conflittualitàconiugali» con monsignor CarloRocchetta, fondatore del Centro familiare«Casa della tenerezza» di Perugia.Programma: alle 9.30 ritrovo, alle 10incontro guidato da monsignor Rocchetta,alle 12 Messa, alle 13 Pranzo al sacco, alle14.30 confronto e dialogo, alle 16.30merenda e saluti,SEPARATI. Incontri di preghiera per separatie divorziati: appuntamento venerdì 5 alle21 nella parrocchia di S. Silverio di ChiesaNuova (via Murri 179). Guidano donMaurizio Mattarelli e un separato/a,

società1° MAGGIO A CASALECCHIO.In occasione della Festa dellavoro del 1° maggio aCasalecchio ci sarannodiverse manifestazioni.Domani nella parrocchiadi S. Lucia (via Bazzanese,17) alle 11,30 Messa conomelia e preghiera deifedeli specificatamentededicate ai temi del lavoro;alle 13 pranzo sociale; alle15 pomeriggio insieme:gare di briscola,bigliardino, pallavolo edaltre piacevoli sorprese inallegria.

UCIIM-CIC. L’Uciim, incollaborazione con il Cicorganizza mercoledì 3maggio dalle 16 alle 19all’Istituto Veritatis Splendor (via Riva diReno 57) un incontro con la professoressaGabriella Gamberini, dirigente scolastico,sul tema «Le dinamiche relazionali nellascuola».

teologiaBONHOEFFER. Per iniziativa della Fter edell’Issr «Ss. Vitale e Agricola», incollaborazione con la Chiesa evangelicametodista di Bologna e il Sae, mercoledì 3maggio in Seminario si terrà un convegnosul tema «"Dio va a tutti gli uomini nellaloro tribolazione". Dietrich Bonhoeffer acento anni dalla nascita». Alle 17introduzione di don Erio Castellucci(Preside Fter); alle 17,15 Marcello Neri

(Fter): «Concreto cristiano e giudizio diciviltà. Intorno all’Etica di DietrichBonhoeffer»; alle 18 Fulvio Ferrario(Facoltà Teologica Valdese, Roma):«Mondo adulto e Teologia della Croce.L’immagine di Dio nelle Lettere dal carceredi Dietrich Bonhoeffer»; alle 19,15 dialogocon i relatori, moderatore Gian DomenicoCova.

ordinazioneBENEDETTINI.Domenica 7 maggio alle 10 nella Basilicadi S. Stefano dom Stefano Maria Greco osboliv. riceverà l’ordine del diaconato per lemani di monsignor Ioannis Spiteris,arcivescovo di Corfù, Cefalonia e Zante.

A cura di AcecEmilia-Romagna

ANTONIANOv. Guinizelli 3 Spider man 1051.3940212 ore 17

SyrianaOre 21

BELLINZONAv. Bellinzona 6 Proof051.6446940 Ore 16.30 - 18.30 - 20.30

22.30

CASTIGLIONEp.ta Castiglione 3 Il grande silenzio051.333533 Ore 15 - 18 - 21

CHAPLINP.ta Saragozza 5 In ascolto051.585253 Ore 16.30 - 18.30 - 20.30

22.30

GALLIERAv. Matteotti 25 La terra051.4151762 Ore 16.30 - 18.30 - 20.30-

22.30

ORIONEv. Cimabue 14 Syriana

051.382403 Ore 17.30 - 20.15 - 22.30051.435119 22.30

PERLAv. S. Donato 38 Orgoglio e 051.242212 pregiudizio

Ore 16 - 18.30 - 21.30

TIVOLIv. Massarenti 418 La pantera rosa051.532417 Ore 16.30 - 18.30 -

20.30

CASTEL D’ARGILE (Don Bosco)v. Marconi 5 Il caimano051.976490 Ore 18 - 20.30

CASTEL S. PIETRO (Jolly)v. Matteotti 99 L’Era glaciale 2051.944976 Ore 15 - 17 - 19 - 21

CREVALCORE (Verdi)p.ta Bologna 13 Scary movie 4051.981950 Ore 17 - 19 - 21

LOIANO (Vittoria)v. Roma 35 Uno zoo in fuga051.6544091 Ore 21.15

S. GIOVANNI IN PERSICETO (Fanin)p.zza Garibaldi 3/c L’Era glaciale 2051.821388 Ore 14.30 - 16.30 -

20.30 - 22.30

S. PIETRO IN CASALE (Italia)p. Giovanni XXIII L’Era glaciale 2051.818100 Ore 15 - 17 - 19 - 21

VERGATO (Nuovo)v. Garibaldi Inside man051.6740092 ore 21

Radio Nettuno. AlessandraServidori, domenica di Bologna

gni domenica mattina alle 10 sulle nostrefrequenze è in onda Alessandra Servidori

con la trasmissione «La domenica di Bologna».Ormai da qualche anno offriamo ai nostriascoltatori di Radio Nettuno, ospiti epersonaggi che approfondiscono temi digrande attualità giuslavoristi ed espertispiegano come cambia il mercato del lavoroed i risvolti economici; imprenditori e docentiillustrano cosa offre ai giovani l’Università diBologna; le consigliere di Parità ed irappresentanti istituzionali informano suiservizi a tutela dell’occupazione femminile.

O

12 Porte. Nel mese di maggioapprofondimenti sulle vocazioni

l mese di maggioavrà una forte

caratterizzazionevocazionale: 12PORTEseguirà conapprofondimentil’incontro giovanile dipreghiera di martedìprossimo, promossodalla comunità delSeminario, allapresenza del CardinalCaffarra. Anche gli

anziani simobiliteranno per unmomento dipreghiera. Quest’annoper la prima voltaBologna non potràcontare su candidatial presbiterato. Iservizi televisivi delladiocesi voglionomantenere vival’attenzione, su questoargomento.

I

Onarmo. 1° maggio, festa a Villa Pallavicini

l 1° Maggio a Villa Pallavicini siterrà la festa di S. GiuseppeLavoratore. Alle 10.30 inizio, alle

12 Messa presieduta da monsignorVincenzo Zarri, vescovo emerito diForlì e concelebrata dai sacerdotiOnarmo; alle 13 pranzo; alle 15giochi per bambini, spettacoli di artepopolare, mercatini delle Nonne.

I

dell’Eucaristia e anche dello svago». Si comincialunedì 1 maggio nella parrocchia di Sabbiuno:alle 10.30 ritrovo, alle 11 Messa presieduta dadon Luciano Luppi, direttore spirituale delSeminario Arcivescovile e docente alla Fter,quindi pranzo insieme e nel pomeriggio giochi etornei. Mercoledì 3 maggio nella parrocchia di S.Bartolomeo di Bondanello (Piazza Amendola 1)alle 21 conferenza: «Giovani al crocevia di tanteproposte: quale la via della speranza?», relatoremonsignor Lino Goriup, vicario episcopale perla Cultura e la Comunicazione. Venerdì 5maggio nella chiesa di S. Andrea di CastelMaggiore alle 21 «Giovani in adorazione diCristo Eucaristia, radice della speranza». Infinesabato 6 maggio nel Salone parrocchiale di S.Andrea (via Chiesa) alle 21 «Music party»:musica, divertimento, buffet e...chiacchiereinsieme.

Chiara Unguendoli

e parrocchie di Castel Maggiore,Bondanello e Sabbiuno propongonoper il terzo anno la «Settimana dei

giovani». «Il tema è sempre analogo -spiega il parroco di Castel Maggiore donArrigo Zuppiroli - cioè "Ho da dirti laParola": il primo anno fu "la Parola chesalva", cioè Cristo salvatore, sulla basedella catechesi del cardinale Biffi; ilsecondo "la Parola che ci fa Chiesa",sulla base della catechesi del cardinalCaffarra; quest’anno infine "la Parola chedà speranza", sulla base del tema delConvegno di ottobre a Verona». «Questasettimana è composta di diverse proposte- prosegue don Zuppiroli - rivolte ai

giovani dei gruppi parrocchiali, ma non solo:anche a quelli che hanno qualche contatto con laChiesa, anche se sporadico. Proprio per attirarli, imomenti proposti sono quelli della catechesi,

LCastel Maggiore. La «settimana dei giovani» sulla speranza

cine

ma

Una gita in Montagnola

Isola Montagnola

opo la presentazione del sussidiodidattico di Estate Ragazzi, «Un Grillo

per la testa», AGiO propone a tutte leparrocchie e gli oratori «Una gita inMontagnola». Dal 13 giugno al 4 luglio, solosu prenotazione, i centri di Estate Ragazzipotranno partecipare a una mattinata nelparco composta da uno spettacolo di teatroragazzi su Pinocchio, una grande caccia altesoro, canti, balli e animazione. Info: tel.0514228708 o www.isolamontagnola.it

D

Festa a Maranà-thal 1° maggio si terrà allaComunità Maranà-tha:

(Via Cinquanta, 7 S.Giorgio di Piano) latradizionale festa di S.Giuseppe lavoratore. Alle10.30 ritrovo, alle 11Messa, alle 13 pranzo aofferta libera e menùfisso (non è necessaria laprenotazione); alle 15 spettacolo per grandi e piccini:«La commedia di Narco» seguita da esibizione del CoroGospel di Crespellano; alle 17 merendone concrescentine e torte; alle 18 estrazione premi dellasottoscrizione.

I

Don Antonio Stefanelli,60 anni da prete

on Antonio Stefanelli (per tutti«Don Tonino»), ha «compiuto» il 6

aprile scorso i 60 anni di sacerdozio.Don Tonino è parroco da ben 33 anni aPontecchio Marconi. Perquesto i suoiparrocchiani lo voglionofesteggiare domenica 7maggio: alle 11 Messasolenne animata dallefamiglie; seguirà ilpranzo nel Salone dellaScuola materna.

D

L’Arcivescovo per suor Anania

iovedì prossimo 4 maggio alle20.30 nella chiesa di S. Giacomodi Piumazzo si celebrerà una

Messa particolare: l’arcivescovocardinale Carlo Caffarra ricorderà suorAnania Tabellini, missionaria, nel 72°anniversario della sua scomparsa. Lacelebrazione eucaristica avverrà vicinoai resti mortali di suor Anania, che sonoconservati nella chiesa.Suor Anania, al secolo Anna Tabellini,fu prima suora Visitandina, poiMissionaria della Consolata: inquest’ultima veste partì missionaria peril Mozambico, nel 1927, con il primogruppo di missionarie che si recavanoin quella terra. Là visse per sette anniuna vita di grandi fatiche e di forteunione con Dio, della quale sonotestimonianza le lettere inviate alla suafamiglia. Nel 1934, dopo 11 mesi dimalattia tubercolarepolmonare, morì, adappena 30 anni.Venne sepolta aMahate (PortoAmelia), inMozambico, poi nel1935 i resti furonotrasferiti a Montepuez,un’altra località delMozambico. Dal 1975le sue spoglie sono state trasferite nel

cimitero di Piumazzo edal 2004 nella chiesaparrocchiale. Le suelettere sono statepubblicate dal fratello,don Ernesto, e sono allaquarta edizione: la primarisale al 1994. «Gliepistolari - scrive nellaprefazione il cardinaleCarlo Caffarra - sono dasempre fonte privilegiataper conoscere la biografiainteriore di una persona,il suo itinerario spirituale.Tutto questo è vero inmodo particolare quandosi tratta del camminospirituale di una personache si è consacrata aCristo e si è donata perl’annuncio del suoVangelo. È questo il casodi suor Anania.. il fattoche l’epistolario abbiaraggiunto tante edizionisignifica l’interesse cheesso ha suscitato». (C.U.)

G

[email protected]

Neocatecumenali. Calderara, la prima comunità finisce il Cammino

ra le cose «minori» successe nella Veglia pasquale diquest’anno, presieduta dal Cardinale Arcivescovo (minori

liturgicamente ma non pastoralmente!), una menzione merital’apparizione nella cattedrale di S. Pietro di neofiti «avvolti inbianche vesti», come recita l’inno di vespri. Era la primacomunità neocatecumenale della parrocchia di Calderara diReno. Si è trattato quindi di una particolare tipologia di neofiti.Battezzati tanti anni fa, hanno percorso, per tappe e sotto laguida dei loro catechisti, l’antico itinerario catecumenale dellaChiesa, secondo una modalità approvata, quella del "Camminoneocatecumenale", e sono giunti ad essere ammessi a rinnovaresolennemente e pubblicamente le rinunce e le promesse delloro Battesimo, avendo dato nel frattempo almeno qualcheprova di una fede adulta. Sono riapparsi i neofiti! Prendiamonediligentemente nota, perché in una cristianità indebolita dallamassiccia «catechesi» mondana che la assedia, incapace spessodi portare «alla statura adulta» il battesimo che ha ricevuto,illanguidita dal veleno del relativismo, questi particolari neofiti,rappresentano forse una risposta dello Spirito Santo allascristianizzazione in atto. A interrogarli, risulta infatti che le lorostorie personali sono le stesse di tanti. Battezzati e cresimati,avevano trovato, come tanti, nelle ideologie di fine millennio,nel Sessantotto, nella cultura dominante anticristiana cosiddetta«dei diritti civili», altrettanti potenti incentivi avoltare le spalle al Vangelo. A loro è venuta insoccorso la Chiesa con un cammino lungo epaziente, un cammino neo-catecumenale,che li ha condotti, a loro dire, a riacquistare lacapacità di gustare ciò di cui avevano smarritoil sapore: Gesù Cristo! Perché di questo si ètrattato, per loro, e dello splendido recuperoche questo «sapore» comporta sui matrimoni,sui figli, sul lavoro, sulla parrocchia... sullavita, insomma, che tutti vorrebbero a buondiritto felice. Tarcisio Zanni

T

La «Settimana deigiovani»

Villa Pallavicini

La prima comunità di Calderara

Suor Anania

Una festa degli scorsi anni

Pellegrinaggi marianin maggio il vicariato di Vergatosvolgerà una serie di pellegrinaggi

mariani. Ogni pellegrinaggio prevedealle 21 il Rosario, quindi meditazione eprocessione alla chiesa marianaprescelta. Questo il programma: 5maggio Beata Vergine Maria «AuxiliumChristianorum» di Brasa; 12 maggioMadonna dello Spirito Santo dei Cerretia Villa D’Aiano; 19 maggio: BeataVergine della Croce Martina di Rodiano;26 maggio: Beata Vergine dellaConsolazione di Montovolo.

I

Referenti catechesiomenica 7 maggio, in Seminarioincontro dei Referenti parrocchiali per la

catechesi: 5.45 Accoglienza, 16 Introduzione,16.15 Lavoro suddiviso per Vicariati, 17.15Pausa con gelato, 17.30 Preghiera, assembleae conclusioni. Obiettivo verificare il lavoroiniziato e preparare il prossimo Congresso.

D

Provini del 2 aprilel Centro Servizi generalidell’Arcidiocesi (Via Altabella, 6),

sono disponibili i provini delle fotorealizzate il 2 aprile scorso, in occasionedella concelebrazione eucaristicapresieduta dall’Arcivescovo per il suoingresso nel Collegio Cardinalizio.

A

7Domenica30 aprile 2006

OGGIAlle 10.30 a Lagaro Messa e istituzionead Accolito di Giuseppe Musco. Alle 17a Molinella: Processione e Messa aconclusione del Congresso eucaristicovicariale di Budrio.

LUNEDÌ 1 MAGGIOAlle 9 Cresime a Viadagola. Alle 11.30 inCattedrale Messa nella festa di S. Giuseppelavoratore.

MARTEDÌ 2Alle 20.30 in Seminario incontrovocazionale con i giovani

MERCOLEDÌ 3 Alle 10 visita alla Scuola elementare emedia «Sacro Cuore». Alle 21 nellaparrocchia di S. Ruffillo: incontrosull’Eucarestia

GIOVEDÌ 4Alle 20.30 a Piumazzo Messa in suffragiodi Suor Anania Tabellini.

VENERDÌ 5 Alle 17 inaugurazione del Polo Didatticodi Via Audinot 43.

SABATO 6Alle 9 al Convento S. Domenico: relazioneal Convegno su don Divo Barsotti. Alle15.30 in Seminario: preghiera con gliadolescenti per la Giornata mondialedelle vocazioni. Alle 21.15 in CattedraleVeglia di preghiera in preparazione allaGiornata.

DOMENICA 7Alle 8.30 Cresime a S. Biagio di Cento.Alle 17.30 in Cattedrale Messa eaccolitati.

Page 8: Abbonamento annuale: euro 46,00 - Conto dell’Arcidiocesi ... · Rifà scuola», «è il miglior punto di partenza per continuare a costruire». V il punto di vista Formazione, un

Una tesi praticamente cattolica...Certo. L’opinione prevalente fino a tutto il700 infatti era quella del filosofo ingleseHobbes, che nel «Leviatano» avevateorizzato che gli uomini fossero«ontologicamente cattivi e perversi» e chenell’arena economica e politica diconseguenza ognuno dovesse perseguire ipropri interessi, rubando e aggredendo glialtri. La cultura cattolica si è sempreopposta a questa tesi, ma certo dovevaspiegare come si potesse organizzarel’attività economica in modo datrasformare il «mors tua vita mea» in «vitatua vita mea» («per star bene ho bisogno dite»). Da qui è nata quella corrente di teoriaeconomica che va sotto il nome dieconomia civile. Ecco quindi cosa c’entra lafelicità pubblica. È un concetto

tipicamente cattolico. Lastoria dei cattolici è statasempre caratterizzata daltentativo di organizzarel’ordine sociale in modo taleda «rendere felici», da noncostringere cioè gli uomini arubare agli altri. Il giocoeconomico infatti deveessere, come si dice oggi, ungioco a somma positiva: «seio ottengo qualcosa,l’ottengo grazie a te e quindiil mio bene si deve sposarecon il tuo bene».

Ci sono novità su questo fronte?Ci stiamo accorgendo che l’impostazionedata all’economia e in generale allerelazioni sociali dalla matrice protestantefa acqua da tutte le parti: il bisogno difelicità è infatti insopprimibile nell’uomo.Ecco perché, e molti economisti lo fannoin maniera esplicita, si sta ritornando alleradici dell’economia civile.Come si fa?La risposta è: il «principio di fraternità».Fraternità era quella parola che ricorrevaall’inizio della Rivoluzione francese e che

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8 Domenica30 aprile 2006

Felicità è fraternità

L A P R O S P E T T I VA

LO SVILUPPOTRA PARADOSSIE NUOVE SFIDE

STEFANO ZAMAGNI

a domanda sul modello di sviluppo èsollecitata dalla seguente constatazione:quello che ormai tutti conoscono tutti come

«paradosso della felicità». Inventato dagliamericani, esso affermava che oltre una certasoglia di reddito procapite, ulteriori aumenti delreddito diminuissero la felicità pubblica anzichéaumentarla. Questo vuol dire che un ordine socialeperde la sua legittimazione quando non è in gradodi consentire che i miglioramenti di benesseremateriale portino con sé il miglioramento delbenessere spirituale. La nostra difficoltà oggi èquesta: siamo molto bravi a produrre beni e servizidi ogni tipo, però non ci rendiamo conto che questotoglie terreno alla dimensione espressivo-identitariadel nostro benessere. Il nostro stare bene infattidipende sia dalla dimensione acquisitiva(materiale) che da quella espressivo-identitaria(beni relazionali) una volta detta «spirituale». Ilproblema della povertà sociale oggi è che siamodiventati bravissimi sulla prima dimensione manon altrettanto nella seconda. Ancora una volta ilprincipio di fraternità ci dice che gli uomini hannobisogno di utilità però anche di essere felici. E nonsi può essere felici da soli: «Ho bisogno del volto diun altro». La felicità, diceva Hegel, è legata alriconoscimento: «Per essere felice ho bisogno diessere riconosciuto da un altro essere umano».Questa è una sfida intellettuale e politica cheriguarda il ruolo dei cattolici in questa fase storica,che è quello di dire queste cose spiegarle esoprattutto creare le condizioni perché ilcambiamento avvenga. Se continueremo a farecredere alla gente che per essere felici basta avere leutilità, avremo la distruzione della famiglia e deivalori fondativi dell’essere umano.

LDI STEFANO ANDRINI

rofessor Zamagni che cosa c’entral’economia con la felicità?Sino ai primi anni dell’800 la scienza

economica era chiamata «scienza dellafelicità pubblica». Dall’800 in poiinvece l’economista divenne lo«scienziato della tristezza» el’economia la «scienza triste», lascienza cioè che, occupandosi discarsità e di necessità diaccumulare dava il seguentemessaggio: per svilupparsi eprogredire occorre soffrire. Tipicoesempio di sofferenza era ilrisparmio, che invitava aconsumare poco e a fare sacrifici.Nei secoli precedenti, acominciare dal 1400, l’epocadell’umanesimo civile, non eracosì. I grandi economisti, da Bernardino daSiena ad Antonino da Firenze a Bernardinoda Feltre, per arrivare al Verri e al Beccaria esoprattutto agli abati Genovesi e Galliani,parlavano un linguaggio diverso (e non acaso divennero quasi tutti santi). Nei lorotesti affermavano di dover insegnare espiegare le regole dell’economia «per lafelicità pubblica», di dover insegnare comesi organizza la macchina economicaperché il gioco economico non induca gliuomini a comportarsi in manieramalvagia.

P

fu poi bandita con decreto dall’alloraministro dell’Interno Saint-Just. Essa fuletteralmente espulsa dal linguaggio e dallaprassi perché richiamava le radici cattolichedi tutto il discorso economico e sociale. Lasfida oggi è quella di reintrodurre ilprincipio di fraternità a livello economicoe sociologico. Perché altrimenti, questa è lamia tesi, i cattolici continueranno ad essereschizofrenici, a parlare cioè di fraternitàquando sono in chiesa ma a tornare aragionare, all’uscita dalla chiesa, con lalogica anticattolica. Il problema è chenessuno vuol fare lo sforzo intellettuale diconcettualizzare il principio di fraternitàcalandolo nell’economia, perché sipreferisce, per pigrizia mentale e qualchevolta per interesse di squadra, mantenerel’assetto istituzionale in senso economicoche è il modello del vecchio capitalismo. Quale sforzo debbono fare i cattolici?Mi ricordo il discorso di Giovanni Paolo IIquando insediò la Pontificia accademiadelle scienze sociali: «Voi, scienziati delsociale non potete limitarvi a fare voi labuona azione per dirvi cattolici, dovetetrasformare le categorie del vostropensiero, cioè far vedere come è possibiledeclinare nell’economia d’oggi il principiodi fraternità». Questa era la sfida lanciatadal Pontefice. Essa va raccolta epossibilmente vinta, perché l’alternativa èil mero adeguamento ad un pensieroprodotto da altri.In quali ambiti si può applicare il princi-pio di fraternità?Welfare, educazione e modello di sviluppo.E’nel nuovo Welfare che il principio siesprime al massimo. Non è più possibileinfatti andare avanti col Welfare State,perché non può essere lo Stato a generarela felicità. Lo Stato deve consentire allasocietà civile di esprimersi secondo i propricarismi, secondo le proprie caratteristiche,per rendere il principio di fraternitàpossibile. Il che vuol dire passare dalWelfare State alla Welfare society.

Sono in tanti nell’associazionismo cat-tolico ad occuparsi di lavoro. Una ope-ratività comune è possibile?Abbiamo bisogno di imparare ad averestima gli uni degli altri, ad apprezzarel’agire degli uni come degli altri.Imparare a dire «grazie che ci sei», aritenere la diversità come un dono e acogliere la Chiesa come il luogo e ilmomento della comunione. Proprioquesto è l’obiettivo della Commissionediocesana. (S.A.)

realtà ecclesiali che operano nella nostraChiesa bolognese.Stiamo collaborando ad una «tavolarotonda" che la Commissione regionaleha organizzato per il 17 giugno prossimoa Villa Pallavicini (nell’ambito dellapreparazione al Convegno di Verona);tavola rotonda che farà anche memoriadi alcuni amici che sono tornati alla casadel Padre (amici che hanno aperto lastrada, con la loro testimonianza, alVangelo in diversi ambiti lavorativi esociali).Ci sono difficoltà?Non parlerei di difficoltà,ma di un cammino chedeve essere percorsosapendo che la meta daraggiungere ha i suoitempi, condizionati anchedal nostro peccato. Ildesiderio è che cresca nellecomunità cristiane lasensibilizzazione riguardola dottrina sociale dellaChiesa. Far entrare sempredi più nella nostra catechesiil rapporto Fede e Vita. Farparlare il Vangelo riguardoai vari ambiti della vitaquotidiana (affettiva,lavorativa, del dolore edella gioia, della gestionedel tempo e del denaro,ecc.).

redo che la Chiesa non abbiala sensazione di irrompere inuna festa civile. Il credente non

vuole accaparrarsi nessuno spazioindebito.La Chiesa celebra la festa di SanGiuseppe lavoratore e riflette sul valore"teologico" del lavoro in quanto Gesù hasvolto questa attività insieme a SanGiuseppe per quasi trenta anni della suavita» Lo afferma don Giovanni Benassi,delegato arcivescovile per il mondo dellavoro. «Quest’ultimo» prosegue «occupauna parte "quantitativamente" moltorilevante nella vita di una persona; per ilcredente diventa quindi essenzialericercarne i valori e viverne la spiritualitàdirettamente collegata all’opera creatricedi Dio. Penso che tutta la società possabeneficiarne se le comunità cristianeoffrono momenti di riflessione,confronto e analisi perché i cristianipossano contribuire (coi propri specificivalori) all’organizzazione, il più possibilegiusta, dei rapporti sociali all’interno delmondo del lavoro. Con la

consapevolezza che quando si parla di"rapporti sociali" il cristiano sa che parladi "rapporti umani", tra persone contutta la loro dignità».Come è stato preparato l’appuntamen-to? La Chiesa di Bologna ha preparatoquesto appuntamento all’interno dellaCommissione diocesana, nella qualetrovano spazio le varie realtà ecclesialiche operano in vario modo nel mondodel lavoro. Prima di tutto si è volutovalorizzare la celebrazione della Messa.Come per ogni realtà della vita, ilcristiano coglie nella Pasqua del Signoreil fondamento del suo lavorare (in tutti isuoi aspetti di sacrificio, di offerta, diimpegno, di onestà, di costruzione dirapporti veramente umani....). Insecondo luogo ci è sembrato importantecome cristiani poter avere dal nostroPastore una parola che possa dare aicristiani e alla società un contributo avivere il lavoro nella sua profondadignità. Infine abbia organizzato unmomento di incontro, al termine dellaMessa, tra i lavoratori e l’Arcivescovo.C’è un progetto al quale state lavoran-do?Come Commissione diocesana per ilmondo del lavoro abbiamo riflettuto estudiato sul documento preparatorio alConvegno della Chiesa Italiana di Veronache si svolgerà nel prossimo ottobre. Unimpegno che ha visto collaborare le varie

i promotori

Le associazionii seguito le associazioni firmatarie delmanifesto di invito alla celebrazione

eucaristica del 1° maggio: Acli provinciali,Movimento cristiano lavoratori, Api Colf,Confcooperative Bologna, Cif, Ucid, Cisl,Gruppo impiegate cattoliche, ColdirettiBologna, Acai, Animatori ambienti di lavoro,Azione cattolica, Gioc.

D

Sabato 6 maggio alle 10 al«Veritatis Splendor» (Via Riva diReno 57) Stefano Zamagninell’ambito della Scuoladiocesana socio-politica terrà unalezione su «La fraternità ineconomia come via per la felicitàpubblica»

Lavoratori cristiani, «primo maggio» in Cattedrale

Stefano Zamagni

I cristiani possono contribui-re (coi propri specifici valo-ri) all’organizzazione, il piùpossibile giusta, dei rapportisociali all’interno del mondodel lavoro

Domani, festa di san Giuseppelavoratore, alle 11.30 in SanPietro l’Arcivescovo celebra laMessa. Al termine il Cardinaleincontrerà i partecipanti nelcortile dell’Arcivescovado