Abbattuto l’ecomostro di Alimuri, altri quattro attendono ...Abbattuto l’ecomostro di Alimuri,...

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P PRIMO PIANO L’ozono, in Italia, uccide 3400 persone l’anno Buonfanti a pag.3 È risaputo che riciclare la plastica è cosa buona e giu- sta. Ma nessuno avrebbe mai immaginato che si po- tesse creare una vera e pro- pria isola.... Paparo a pag.5 Clima, il nuovo rapporto in breve Il comitato sui cambiamenti climatici dell'ONU lancia allarmi accurati sugli effetti del riscaldamento globale, infatti, nell’ultimo rapporto presentato a Copenaghen Maisto a pag.8 Fotosintesi clorofilliana? Dalle reminiscenze scolasti- che, è facile figurarci nella nostra mente il processo chi- mico, mediante il quale le piante in presenza della luce solare producono... Clemente a pag.15 L’antropizzazione dei paesaggi montani Palumbo a pag.16 Strutture abusive anche in Sicilia, Puglia e Calabria Nell’era della fotosintesi artificiale Abbattuto l’ecomostro di Alimuri, altri quattro attendono le ruspe Finalmente abbattuto l’ecomostro di Alimuri, che deturpava l’omo- nima spiaggia di vico Equense, perla della splendida Costiera Amalfitana. Sono passati ben 14 anni dalla denuncia di Legam- biente. Pochi minuti e 1.200 micro- cariche da 50 grammi hanno spazzato via quello che sarebbe stato un lussuoso hotel di 150 ca- mere. La vittoria viene così com- mentata dalla direttrice generale di Legambiente Rossella Muroni: ''È una grande giornata di legalità e giustizia. Chiediamo l'inserimento dei reati ambientali nel nostro co- dice penale''. Arrivano a cinque, dunque, gli edifici abbattuti in Campania secondo il report Goletta Verde fornito da Legambiente. Tra gli altri: le villette abusive di Eboli, il Fuenti, le torri del Villaggio Cop- pola Pineta Mare e gli scheletri di Montecorice nel Cilento. Esposito a pag.4 Nuovo ciclo di incontri di educazione ambientale Quest’anno alla scuola elementare Rodari di Pagani abbiamo avviato un percorso di edu- cazione ambientale affrontando il tema dei rifiuti e della differenziata. Siamo partiti da cosa significa la parola rifiuto e perché è così importante fare la differenziata dei rifiuti e quanto è utile e funzionale la raccolta porta a porta, che è la formula vincente della rac- colta differenziata. Gaudioso a pag.6 Speciale Natale Ci sono luoghi che non lasciano spazio alla tristezza. So- prattutto a Natale. E nonostante in voi batta un cuore ar- rabbiato, tormen- tato o mesto, sappiate che la città di Napoli, è sempre pronta a regalarvi un sorriso e tante altre cose belle. Lasciate per- dere i “grandi” sondaggi, i commenti artefatti e tutti gli altri tentativi di nascondere quella che è l’unica e sola verità: l’ex Capitale delle Due Sici- lie è, e sarà per sempre, la città più calda e acco- gliente che abbiate mai visitato. pagg.9-12 Bove a pag.13 Organismi Geneticamente Modificati Il sogno segreto di ogni consumatore che si rispetti è di possedere qualcosa di nuovo un po' prima di quando ne- cessario, il desiderio gli procura un pe- renne stato di fibrillante eccitazione compulsiva. Tafuro a pag.19 Ricicliamo le nostre ricchezze Dacci il superfluo e faremo a meno del necessario (J. L. Motley) Joyxee Island: nasce l’isola di plastica DAL MONDO NATURA & BIODIVERSITÀ BIO-ARCHITETTURA SCIENZA & TECNOLOGIA AMBIENTE & SALUTE NATUR@MENTE Ancora tanto clamore su una riforma appena approvata dalla Camera dei deputati. In Senato già si è pronti ad af- frontare un acceso confronto per il nuovo passaggio del di- segno di legge che, senza ulte- riori correzioni, potrebbe raggiungere la propria defini- zione, sebbene in un clima quanto mai teso. In effetti, il via libera della Camera alla legge di stabilità è stato ottenuto con 324 sì e 108 no. L’obiettivo della ma- novra è essenzialmente quello di combattere i finti poveri, di incentivare le assunzioni a tempo indeterminato me- diante la decontribuzione per ogni nuovo assunto a partire dal 01/01/2015, nonché la de- duzione integrale del costo del lavoro dall’imponibile IRAP. Ferrara a pag.18 L’attuazione del Jobs Act LAVORO & PREVIDENZA ARPAC

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PPRIMO PIANOL’ozono, in Italia, uccide3400 persone l’anno

Buonfanti a pag.3

È risaputo che riciclare laplastica è cosa buona e giu-sta. Ma nessuno avrebbemai immaginato che si po-tesse creare una vera e pro-pria isola....

Paparo a pag.5

Clima, il nuovo rapporto in breve

Il comitato sui cambiamenticlimatici dell'ONU lanciaallarmi accurati sugli effettidel riscaldamento globale,infatti, nell’ultimo rapportopresentato a Copenaghen

Maisto a pag.8

Fotosintesi clorofilliana?Dalle reminiscenze scolasti-che, è facile figurarci nellanostra mente il processo chi-mico, mediante il quale lepiante in presenza della lucesolare producono...

Clemente a pag.15

L’antropizzazione deipaesaggi montani

Palumbo a pag.16

Strutture abusive anche in Sicilia, Puglia e Calabria

Nell’era della fotosintesi artificiale

Abbattuto l’ecomostro di Alimuri, altri quattro attendono le ruspe

Finalmente abbattuto l’ecomostrodi Alimuri, che deturpava l’omo-nima spiaggia di vico Equense,perla della splendida CostieraAmalfitana. Sono passati ben 14anni dalla denuncia di Legam-biente. Pochi minuti e 1.200 micro-cariche da 50 grammi hannospazzato via quello che sarebbestato un lussuoso hotel di 150 ca-mere. La vittoria viene così com-mentata dalla direttrice generale diLegambiente Rossella Muroni: ''Èuna grande giornata di legalità egiustizia. Chiediamo l'inserimentodei reati ambientali nel nostro co-dice penale''. Arrivano a cinque,dunque, gli edifici abbattuti inCampania secondo il report GolettaVerde fornito da Legambiente. Tragli altri: le villette abusive di Eboli,il Fuenti, le torri del Villaggio Cop-pola Pineta Mare e gli scheletri diMontecorice nel Cilento.

Esposito a pag.4

Nuovo ciclo di incontri di educazione ambientale

Quest’anno alla scuola elementare Rodari diPagani abbiamo avviato un percorso di edu-cazione ambientale affrontando il tema deirifiuti e della differenziata. Siamo partiti dacosa significa la parola rifiuto e perché è cosìimportante fare la differenziata dei rifiuti equanto è utile e funzionale la raccolta portaa porta, che è la formula vincente della rac-colta differenziata.

Gaudioso a pag.6

Speciale NataleCi sono luoghi chenon lasciano spazioalla tristezza. So-prattutto a Natale.E nonostante in voibatta un cuore ar-rabbiato, tormen-tato o mesto,sappiate che la cittàdi Napoli, è semprepronta a regalarviun sorriso e tante altre cose belle. Lasciate per-dere i “grandi” sondaggi, i commenti artefatti etutti gli altri tentativi di nascondere quella che èl’unica e sola verità: l’ex Capitale delle Due Sici-lie è, e sarà per sempre, la città più calda e acco-gliente che abbiate mai visitato.

pagg.9-12

Bove a pag.13

Organismi Geneticamente Modificati

Il sogno segreto di ogni consumatoreche si rispetti è di possedere qualcosadi nuovo un po' prima di quando ne-cessario, il desiderio gli procura un pe-renne stato di fibrillante eccitazionecompulsiva.

Tafuro a pag.19

Ricicliamo le nostre ricchezzeDacci il superfluo e faremo a meno del necessario (J. L. Motley)

Joyxee Island: nascel’isola di plastica

DAL MONDO

NATURA & BIODIVERSITÀ

BIO-ARCHITETTURA

SCIENZA & TECNOLOGIA

AMBIENTE & SALUTE NATUR@MENTE

Ancora tanto clamore su unariforma appena approvatadalla Camera dei deputati.In Senato già si è pronti ad af-frontare un acceso confrontoper il nuovo passaggio del di-segno di legge che, senza ulte-riori correzioni, potrebberaggiungere la propria defini-zione, sebbene in un climaquanto mai teso.In effetti, il via libera dellaCamera alla legge di stabilitàè stato ottenuto con 324 sì e108 no. L’obiettivo della ma-novra è essenzialmente quellodi combattere i finti poveri, diincentivare le assunzioni atempo indeterminato me-diante la decontribuzione perogni nuovo assunto a partiredal 01/01/2015, nonché la de-duzione integrale del costo dellavoro dall’imponibile IRAP.

Ferrara a pag.18

L’attuazione del Jobs Act

LAVORO & PREVIDENZAARPAC

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MANUALE ISPRA SUL SISTEMA FLUVIALE ITALIANO

Angelo Morlando

Citiamo la pubblicazionecome richiesto dagli autori:Rinaldi M., Surian N., ComitiF., Bussettini M. (2014):IDRAIM – Sistema di valuta-zione idromorfologica, analisie monitoraggio dei corsi d'ac-qua – ISPRA – Manuali eLinee Guida 113/2014.Roma, giugno 2014.È giusto citare anche i contri-buti di B. Lastoria, L. Nardi,S. Mariani, C. Percopo, L.Marchi e V. D’Agostino. Il primo capitolo è inerente aiconcetti di base della geomor-fologia fluviale, quindi, sonodefiniti: il sistema fluviale ela connettività dei processi, lescale spaziali, gli alvei (zone

collinari, montane e di pia-nura) il trasporto solido e se-dimenti del fondo, le portateformative, la mobilità late-rale e l'erosione delle sponde,la vegetazione e i processifluviali, le variazioni morfolo-giche degli alvei fluviali, ter-minando con una descrizionedelle attuali conoscenze suicorsi d’acqua italiani.Il secondo capitolo riguarda imetodi idromorfologici e geo-morfologici esistenti, appro-fondendo le metodologie divalutazione delle condizioniidromorfologiche dei corsid’acqua, di rilevamento deglihabitat fisici e ripariali, dellecondizioni morfologiche, dellealterazioni del regime idrolo-gico, della continuità longitu-

dinale e della riqualificazionefluviale. Il terzo capitolo ap-profondisce la struttura me-todologica e le principalicaratteristiche del sistemaIDRAM che si sviluppa attra-verso una "fase 1" nella qualesi esegue la caratterizzazionedel sistema fluviale, con l'in-quadramento e suddivisionedel reticolo idrografico, la de-finizione di grado e indice diconfinamento, della morfolo-gia dell’alveo, dell'indice di si-nuosità, dell'indice diintrecciamento e dell'indicedi anabranching (è un ter-mine derivato dall'ingleseche sta a definire la variabi-lità di sezione del fiume). La fase 2 è inerente alla rico-struzione della evoluzione

passata e alla valutazionedelle condizioni attuali, conla valutazione della qualità edella dinamica morfologica.La fase 3 è inerente al moni-toraggio morfologico, dell’al-veo e del sistema fluviale.La fase 4 è inerente alla ge-stione, con la valutazionedelle possibili azioni e la pro-cedura per l’identificazionedei corpi idrici fortementemodificati. Sono presenti leseguenti appendici, estrema-mente utili: indice di qualitàmorfologica (iqm) e classifica-zione di dinamica d’evento(cde) e schede di valutazioneper alvei confinati e semicon-finati, per conoidi e alvei nonconfinati.

Fabio Cuoco

Il vaccino stagionale per l’in-fluenza, quello che que-st’anno, si sospetta, abbiacausato anche qualche de-cesso, insieme agli altri vac-cini costituisce il businessmaggiore per i colossi farma-ceutici mondiali.La diffusione dei farmaci attialla prevenzione delle malat-tie è, infatti, alimentata,anche da campagne di vero eproprio “terrorismo media-tico”, in cui si spaventa il po-tenziale cliente al punto daindurlo a prevenire la malat-tia attraverso il vaccino.Secondo l’OMS, infatti, sep-pur tale business incida soloper il 2-3% sui ricavi comples-sivi ottenuti dai farmaci, nel

2013 è valso ben 20 miliardi dieuro, un valore che è destinatoa crescere, fino ad arrivare aquota cento miliardi nel 2025. Questo giro d’affari, però, ècircoscritto a 4-5 colossi: inparticolare, il nostro paese,dal 2008 ad oggi, ha fatto re-gistrare un aumento notevoledelle esportazioni di vaccini,pari ad oltre il 118%. Ogni anno in Italia, infatti,vengono venduti circa 15 mi-lioni di dosi di vaccino antin-fluenzale, che comportano unrisparmio di oltre il 90% ri-spetto alle spese che si soster-rebbero per l’assistenza aimalati. Le statistiche perl’anno in corso, poi, farannoregistrare un sensibile au-mento dovuto all’introduzionedei vaccini conto l’Ebola: fin-

ché il virus era confinato nelcontinente africano, nonaveva ancora destato l’atten-zione dei colossi; con il suo av-vento in occidente, invece, le

grandi multinazionali del far-maco hanno dato vita ad unavera e propria “corsa allo stu-dio” del vaccino, con protocollisperimentali, spesso finan-

ziati da fondi pubblici.Un dato che può dare un qua-dro più accurato in merito al“terrorismo mediatico” finaliz-zato al business dei vaccini, ri-guarda il virus dell’influenzaA: nel 2010 hanno prospettatouna vera e propria pandemia,poi mai verificatasi, facendoacquistare agli italiani 48 mi-lioni di dosi di vaccino, per unbusiness di oltre 330 milionidi euro, dichiarate poi ineffi-caci dall’OMS, che in pochigiorni fece dissolvere tutto inuna bolla di sapone.Bisogna dunque stare attentialle notizie che arrivano dalmondo farmaceutico, e magariprendersi anche una sana in-fluenza, anziché prevenirla,per non prendere rischi ulte-riori.

La pubblicazionesi intitola “Sistema di valutazione idromorfologica,analisi e monitoraggio dei corsi d'acqua“

Ebola ed influenza: il business dei vaccini

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Ilaria Buonfanti

L’inquinamento atmosfericocontinua ad avvelenare l’ariadelle città italiane ed europee.Anche se alcune politichehanno migliorato la qualitàdell’aria a livello globale, essoè ancora il principale pericoloper la salute ambientale, concosti elevati per i sistemi sa-nitari, e circa 400mila morti

premature in Europa nel2011.Sono questi i dati resi notidall’Agenzia Europea del-l’Ambiente nel nuovo rap-porto Air Quality in Europe2014. Nel Vecchio Continenteoltre il 90% dei cittadini dellearee metropolitane è espostoa livelli di PM 2,5 e ozono su-periori a quelli indicati dal-l’Organizzazione Mondialedella Sanità come i massimiammissibili per salvaguar-dare la salute. Tra le minacce che incombonosugli europei vi sono gli inqui-nanti più pericolosi come lepolveri sottili (PM 10 e PM2,5), il monossido di carbonio(CO), gli ossidi di azoto (NOx)e l’ozono (O3). La maggiorparte degli inquinanti atmo-sferici è lievemente diminuitanel corso dell’ultimo decennio,

tra cui il particolato e l’ozono.Il biossido di azoto (NO2) in-vece non è calato velocementecome previsto. Questo inparte perché i veicoli sonoun’importante fonte di NO2 ele norme sulle emissioni daessi generate non hanno sem-pre portato alle riduzioni pre-viste. Le situazioni più critiche perle polveri sottili e per i livelli

di ozono sono state rilevatenei Paesi Balcani, Bulgaria,Polonia, Slovacchia, Turchia,Repubblica Ceca, Romania ein Italia mentre per gli ossididi azoto ed il benzo(a)pirenealle nazioni citate precedente-mente si aggiungono ancheAustria, Germania, Francia eRegno Unito. Ma il nostro paese ha un pri-mato ben poco piacevole: l’Ita-lia ha il più alto numero dimorti premature dovute al-l’inquinamento da ozono concirca 3.400 vittime all’anno(dato relativo al 2012), se-guita da Germania, Francia eSpagna. Per quanto riguardale morti premature dovutealle polveri sottili (PM 2,5),nello stesso anno l’Italia si at-testa al secondo posto dietrosolo alla Germania con circa64.000 vittime. Inoltre, per il

monossido di carbonio, le 9stazioni di misura in Europache hanno superato il limitedi legge, si trovano tutte inItalia.“L’inquinamento atmosfericoè ancora alto in Europa,” hadetto il direttore esecutivodell’Agenzia Europea del-l’Ambiente Hans Bruyninckx,“Si arriva a costi elevati per inostri sistemi naturali, la no-

stra economia, la produttivitàdella forza lavoro europea, epiù gravemente, la salute ge-nerale dei cittadini”. Mentre si prende atto dellagravità della situazione, lanuova Commissione Europeasta ipotizzando un possibileritiro del “pacchetto sulla qua-lità dell’aria”, in discussionegià da tempo. Si tratta di unostrumento fondamentale peraiutare i governi a ridurrel’inquinamento sul proprioterritorio e a tutelare la salutedei cittadini, affinché venganoadottate misure restrittivepiù ambiziose e vincolantisulla base delle recenti racco-mandazioni fornite dall’OMS.La revisione del pacchettosulla qualità dell’aria pre-vede, tra le altre cose, la ridu-zione delle emissioni degliinquinanti più pericolosi.

L’ozono, solo in Italia, uccide3400 persone l’anno

Fabio Schiattarella

L’ Associazione Greencommerce ha lanciato un progetto no-profit chiamato Greenfunding.it volto ad offrire uno stru-mento di raccolta fondi per tutti i cittadini, le imprese, glienti e le associazioni che abbiano pensato ad un progetto ca-ratterizzato da un buon livello di sostenibilità ambientale.Tale iniziativa risulta importante dato il momento di pro-fonda crisi economica che attanaglia il paese. Gli ambiti edi settori che possono essere inseriti sono quelli relativi allagreen economy quindi dall’ agricoltura all’edilizia, dalla cul-tura all’editoria, ma anche cibo, produzione musicale e tantoaltro. La durata delle campagne di crowdfunding possonoessere flash cioè dalla durata di sette giorni, sino ai 270 percampagne più impegnative ed estese che hanno bisogno difarsi strada per raggiungere picchi di donazioni significa-

tive. Greenfunding non sipone come strumento al-ternativo alle forme di cre-dito tradizionale, ma comeun’innovativa integra-zione. Il suo meccanismoprevede che chi ha nuoviprogetti può decidere di av-viare una campagna dicrowdfunding e solo suc-cessivamente tentare di ac-cedere ad un credito di tipo

bancario, forte di un risultato concreto che dimostra la bontàdel progetto e la capacità di creare un seguito tra centinaiao migliaia di persone. Una campagna di crowdfunding disuccesso e la possibilità di accedere ad un credito bancariopotrebbero risultare la molla fondametale per attrare gli in-vestitori privati oppure i cosiddetti business angels capacidi dar forza economica maggiore a quello che pare un buonprogetto. Il funzionamento della piattaforma è semplice edintuitivo. Accedendo al sito, dopo l’opportuna registrazione,si può creare in totale autonomia una campagna che può es-sere di due formule, o quella della “donation” o quella “re-ward” che a differenza della prima prevede una ricompensaalla donazione. Esistono tre tipologie di target. Il sistema“all or nothing” il quale da la possibilità di incassare i pro-venti se raggiungono il target definito. Poi il sistema di rac-colta fondi semplice destinato soprattutto a progetti divalenza sociale che non si attengono ad un budget definitoda raggiungere. Greencommerce oggi pensa ad un target in-termedio che prevede la possibilità di interrompere le cam-pagne una volta raggiunto l’obiettivo di base.Greenfunding.it si riserva l’opzione di verificare quanto ilprogetto proposto sposi i temi di sostenibilità ambientale.Le donazioni sono restituite ai sottoscrittori se le campagnevanno male.

“Greenfunding.it” controla crisi economica

L’Agenzia Europea dell’Ambiente boccia l’Italia: troppi inquinanti!

Raccolta fondi per progetti sostenibili

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Domenico Matania

Natale a Napoli. Non è il titolodel solito Cinepanettone, ma loslogan che fa pensare che nontutto va male nel capoluogocampano. Basti pensare che ilprimo ponte natalizio ha vistoPartenope invasa da turististranieri ed italiani. Natale aNapoli calza a pennello, perchéle vie del centro sembrano lacornice perfetta a raccogliere lecalde atmosfere natalizie e laparte sana della sua cittadi-nanza (la maggioranza) sacome accogliere nel miglioredei modi tutti coloro che deci-dono di trascorrere le festivitàa Napoli. Senza dimenticare lacultura, la musica, la gastrono-mia; i musei e le chiese sonopresi d’assalto, gli spettacoli egli eventi si succedono, lestrade del centro sono coloratedi suoni napoletani e natalizi

che conferiscono ulterioremagia al tutto. E poi i profumi,gli aromi inconfondibili dellepietanze che allietano le tavo-late natalizie tutte napoletane.Ma si sa che a volte tanta bel-lezza se non abbinata ad unaoculata gestione può diventarecontroproducente. Gestire iflussi turistici nei periodi dioverbooking è indispensabileper qualsiasi città al mondo enon c’è bellezza che tenga, per-ché la cultura, oggigiorno, vaaccompagnata da un’adeguataofferta che soddisfi le esigenzedei clienti. Non vuol dire, comeritengono i più critici, mercifi-care la cultura, ma renderlaadeguata ed usufruibile a tuttinella maniera più consona.Napoli ci prova e i primi risul-tati sono tutt’altro che nega-tivi. Il Ponte dell’Immacolataha fatto registrare il tuttoesaurito nei bed and breakfast

sia nella zona del centro sto-rico che sul lungomare; senzatralasciare zona Vomero, areaflegrea ed area vesuviana. Iprezzi si aggirano tra i 55 e i110 euro a notte e solo nelPonte dell’8 dicembre si atte-stano circa cinquanta milatransiti tra arrivi e partenze aCapodichino. Di questi il 65 %sono stranieri, ma anche lapercentuale dei turisti “no-

strani” non è affatto negativa.A rendere ancora più allet-tante la proposta turistica na-poletana è stata l’apertura dimusei e siti culturali in ma-niera del tutto gratuito se-condo i dettami del Ministerodei Beni e Attività Culturali.Paestum, Pompei ed Ercolanohanno fatto parte, ad esempio,dei siti aperti al pubblico. Perl’occasione è stata possibile la

visita anche delle opere recu-perate della Biblioteca dei Gi-rolamini a Napoli. Lamacchina organizzativa comu-nale prova a farsi trovarepronta per l’occasione, a co-minciare dai trasporti. È statorinnovato il patto tra Metrona-poli e Comune per far sì che ilVenerdì e il Sabato Metro(linea 1) e funicolari restinoaperte fino alle 2 di notte; l’ac-cordo è stato raggiunto mo-mentaneamente fino alprossimo mese di marzo.Pronto anche il dispositivo ditraffico per evitare il supera-mento delle soglie di inquina-mento: fino al 31 dicembre illunedì, il martedì, il mercoledìed il venerdì ci sarà il divietodi circolazione dei veicoli pri-vati dalle 9 alle 12.30 e dalle14.30 alle 16.30 (sul sito delComune presenti le eccezionial divieto).

Alessia Esposito

Finalmente abbattuto l’ecomo-stro di Alimuri, che deturpaval’omonima spiaggia di vicoEquense, perla della splendidaCostiera Amalfitana. Sonopassati ben 14 anni dalla de-nuncia di Legambiente Pochi minuti e 1.200 microca-riche da 50 grammi hannospazzato via quello che sa-rebbe stato un lussuoso hoteldi 150 camere.La vittoria viene così commen-tata dalla direttrice generaledi Legambiente Rossella Mu-roni: ''E' una grande giornatadi legalità e giustizia. Chie-diamo l'inserimento dei reatiambientali nel nostro codicepenale''.Arrivano a cinque, dunque, gliedifici abbattuti in Campaniasecondo il report Goletta Verdefornito da Legambiente. Tragli altri: le villette abusive diEboli, il Fuenti, le torri del Vil-laggio Coppola Pineta Mare egli scheletri di Montecorice nelCilento (l’ultimo abbattutoprima di Alimuri, nel luglio2013).La Campania è del resto, se-condo le stesse fonti, maglianera per reati legati al ce-

mento con 838 illeciti accertatie 60mila abitazioni erette ille-citamente in dieci anni.Ma non è la sola regione coin-volta nella deturpazione pae-saggistica causata da opere dicemento costruite illegal-mente. Molte altre, come de-nuncia la stessa Legambiente,sono ancora in piedi anche inaltre regioni.Quattro sono, dopo Alimuri,quelle su cui si concentra mag-

giormente l’associazione am-bientalista. La prima opera, quella di PizzoSella, consiste in un’area occu-pata da circa 170 ville, poste suun’area con vincolo idrogeolo-gico a due passi dal mare diMondello. La zona viene chia-mata “la collina del disonore”:le costruzioni partirono allafine degli anni 70 e quasi tuttesono rimaste incomplete perl’ordine di confisca e di demoli-

zione disposti dal pretore diPalermo nel 2000.Dietro l’abuso di Pizzo Sella c’èl’ombra della criminalità orga-nizzata: l’area è stata offerta inlottizzazione con 314 conces-sioni edilizie rilasciate alla Si-cilcalce, società intestata allasorella del boss di Cosa NostraMichele Greco, per un intreccioinsieme di speculazione edili-zia e riciclaggioLa seconda area soggetta ad

abusivismo edilizio citata daLegambiente è Torre Mileto, inprovincia di Foggia: qui è laspiaggia dell’istmo di Lesinaad essere occupata da migliaiadi villette senza rete fognariané allacci, e praticamente nonagibili.Come terza opera c’è l’ecomo-stro di Aloha mare ad Acireale,struttura destinata a diven-tare un albergo, ma la cui co-struzione fu bloccata dalComune dopo due anni permancanza di permessi.Quarta opera denunciata daLegambiente sono le 35 costru-zioni (tra ville, condomini escalinate dirette al mare) delparco archeologico di Capo Co-lonna, a Crotone. Sequestratedal pretore già nel 1995, maattualmente ancora da demo-lire.Vergogne di un’Italia abusiva,dove l’ambiente, invece di es-sere patrimonio paesaggisticoda tutelare per migliorarel’economia del turismo con be-nefici per tutti, viene detur-pato per perseguire ilmalaffare e la ricchezza dipochi.Nel silenzio, e spesso pur-troppo nella complicità, di po-litici e istituzioni.

Abbattuto l’ecomostro di Alimuri, altri quattro attendono le ruspe da anni

Dicembre scintillante a Napoli nel segno del turismoSoddisfacenti i risultati di una gestione oculata dei flussi

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Anna Paparo

È risaputo che riciclare la pla-stica è cosa buona e giusta. Ma nessuno avrebbe mai im-maginato che si potesse creareuna vera e propria isolausando questo materiale. Cison volute ben 150 mila botti-glie di plastica e in 7 anni ilsogno di Richard Sowa, artistae ambientalista britannico disessantuno anni, è diventatorealtà, ce ne dà notizia il sito“In a bottle”. Joyxee Island,così è stata battezzata questafantastica isola. Estendendosiper 8 mila metri quadrati, sitrova in una laguna di IslaMujeres, "isola delle donne",vicino Cancun, in Messico. Sul-l'isola si trovano "una casa atre piani, elettricità, tre docce,una cucina, un bagno, una toi-lette ecologica, due camere daletto, una vasca idromassag-gio, connessione a internet". Citroviamo di fronte a un vero eproprio eco-paradiso in pienaregola. È un'isola fluttuante inmare che si trova a qualche de-cina di metri dalla riva, ma lacosa più importante è che èstata costruita - con estremaattenzione alle tematiche am-bientali - interamente con cen-

tocinquanta mila bottiglie diplastica. Sowa ne ha fattoanche un bellissimo ed inu-suale nido d'amore che condi-vide con la sua fidanzata. Puressendo a trenta metri dallariva e con una base fatta dibottiglie di plastica piened'aria, pallet di legno e sabbia- riferisce la webzine "In a Bot-tle" - Richard insiste nel direche la sua isola ha tutte le co-modità. Non manca proprioniente! Da una casa a tre pianiall’elettricità, da tre docce auna cucina, un bagno, una toi-lette ecologica, due camere daletto, il tutto accompagnato daogni sorta di comfort. La casaè circondata da palme, man-grovie, alberi da frutto ed erbecommestibili e piante che cre-scono dalla sabbia e dal ter-reno dell'isola. Joyxee Island ècollegata alla terraferma tra-mite un cordone che garantisceluce generata dal sole, acqua econnessione internet. In più,per non farsi mancare nulla,Sowa ha realizzato sempre conbottiglie di plastica una sortadi traghetto che può traspor-tare fino a 8persone. In realtànel 1998 aveva realizzato inuna laguna nei pressi diPuerto Aventuras, in Messico

un'altra isola fluttuante, Spi-ral Island: piattaforma di250mila bottiglie di plastica,tenute unite da reti, a sorreg-gere una struttura di compen-sato e bamboo delle dimensionidi venti metri per sedici. E an-cora: piante, un bilocale, un

forno solare, un bagno e trespiagge. Poi, nel 2005 l'ura-gano Emily ha spazzato viatutto. Nel 2009, infine, Sowa siè rimesso al lavoro per co-struire Joyxee; 2 anni dopo hachiesto al governo messicano ilpermesso di ancorare la pro-

pria isola nelle acque di IslaMujeres Bay. Il governo hadetto sì e ha classificato l'isolacome "Eco Boat". Ora un'attra-zione per i turisti. L’inventivadi certo non manca e acquistaancora più valore se è onlygreen.

Joyxee Island: nasce l’isola di plastica

Sì alla patata transgenica. Ecco a voi: “Innate”L’Usda, il dipartimento del-l’Agricoltura, ha deliberato. La scorsa settimana negli StatiUniti ha dato il via libera allacoltivazione della patata tran-sgenica chiamata “Innate”. Aciò si aggiunge il fatto che lacommissione Ambiente delParlamento europeo ha appro-vato la nuova normativa sugliOgm che prevede che i singoliStati membri possano limi-tarne o vietarne la coltivazionesul proprio territorio anche sequesta è autorizzata a livellocomunitario. Ma vediamo piùda vicino di cosa si tratta. Lapatata Innate, realizzata dallaJ. R. Simplot Company consede in Idaho, non è la primapatata Ogm autorizzata negliUsa, ma è la prima non svilup-pata dalla Monsanto e laprima in oltre dieci anni dopoche le altre sono state un so-stanziale fallimento per il fattoche i grandi utilizzatori - come

riporta il New York Times -“suggerirono” agli agricoltori dinon piantarle temendo un ri-fiuto da parte dei consumatori.Dalla sua parte, la patata In-nate ha invece un grandissimosponsor, ossia McDonald’s.

Simplot, infatti, è il maggiorefornitore di patate congelateper il gigante dei fast food efino agli anni Sessanta l’unico.Ci troviamo di fronte a una pa-tata, l’ Innate, di seconda gene-razione. Il suo Dna non

contiene geni di altri organi-smi, ma è stato modificato alsuo interno. In particolare, attraverso unatecnica chiamata interferenzadell’Rna (Rna interference oRNAi), è stato, per così dire,

“silenziato” un gene in mododa ridurre la quantità di acri-lamide, una sostanza che siproduce quando le patate ven-gono fritte e che è ritenuta po-tenzialmente cancerogena.Secondo la società che l’hacreata, il contenuto di acrila-mide diminuisce del 50-75% ri-spetto alle normali patatinefritte. La “nuova” patata, inol-tre, non diventa scura pochiminuti dopo che è stata pelata.Oggi negli Stati Uniti oltre ilnovanta per cento delle coltiva-zioni di soia e circa l’ottanta-nove per cento di mais sonoOgm. La decisione dell’Usdapotrebbe aprire la strada al-l’autorizzazione della primamela Ogm in Nord America: la“Arctic Apple”, la cui polpa nondiventa scura pochi minutidopo averla sbucciata. Saràvera gloria? Ai posteri, o me-glio ai nostri palati l’ardua sen-tenza. A.P.

Ancorata nelle acque di Isla Mujeres Bay, è un’attrazione turistica

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Anna Gaudioso

Quest’anno alla scuola elemen-tare Rodari di Pagani abbiamoavviato un percorso di educa-zione ambientale affrontandoil tema dei rifiuti e della diffe-renziata. Siamo partiti da cosasignifica la parola rifiuto e per-ché è così importante fare ladifferenziata dei rifiuti equanto è utile e funzionale laraccolta porta a porta, che è laformula vincente della raccoltadifferenziata. Ci siamo avvalsi dell’aiutodella lavagna luminosa inte-rattiva multimediale, dettaanche LIM o lavagna elettro-nica, una superficie interattivasu cui è possibile scrivere, di-segnare, o far vedere imma-gini, insomma uno strumentoprezioso che ci ha permesso difar vedere una miriade di im-magini su come si effettua unacorretta raccolta differenziata. In particolare, è stata messa inevidenza l’utilità del sistemaporta a porta.Prima però di parlare del“come” differenziare abbiamocercato di dare qualche rispo-sta sul “perché” farlo: perché èimportante differenziare i ri-fiuti, ovvero separare il secco,l’umido, la carta, il vetro e laplastica? Perché attraverso laraccolta differenziata si contri-buisce a ridurre la quantità dirifiuti indifferenziati, cioè

quelli che non possono esserericiclati e che sono destinatiallo smaltimento in discarica. E alla domanda su quali van-taggi otteniamo dal differen-ziare i prodotti di consumo, larisposta è che attraverso laraccolta differenziata pos-siamo contribuire a salvaguar-dare l'ambiente in cui viviamorendendolo più pulito e igie-nico. È importante ricordare che lerisorse del nostro ambientenon sono infinite e che per ri-spettarlo bisogna innanzituttovalorizzare queste risorse edevitare che vengano sprecate.Poi abbiamo parlato del van-taggio economico che si ricavadalla differenziata, perché gra-zie all'introduzione di questosistema il Comune può rispar-miare sui costi di smaltimentodei rifiuti. Meno rifiuti indiffe-renziati si conferiranno in di-scarica meno si pagherà per illoro smaltimento.Non solo: più alta sarà la per-centuale di differenziata, piùbassa sarà la tariffa, quindipiù bassi i costi che le famigliedovranno sostenere per il ser-vizio di raccolta e smaltimentodei rifiuti. Infatti il sistema 'porta a porta'è molto efficace, sia in terminiqualitativi che quantitativi edè utile a sensibilizzare e re-sponsabilizzare gli utenti allagestione sostenibile del ciclo

dei rifiuti.L’organico è ilrifiuto che de-riva dagliscarti alimen-tari: una voltaraccolto è av-viato al ricicloe trova la suavalorizzazioneattraverso laproduzione dicompost.Il rifiuto orga-nico necessita,per non creareproblemi infase di riciclo,di essere rac-colto in sacchiin materialebiodegrada-bile/composta-bile. I sacchi de-vono esserecertificati anorma UNI

EN 13432-2002. I sacchi devono riportare la di-citura: «Sacco biodegradabilee compostabile conforme allanorma UNI EN 13432:2002.Sacco utilizzabile per la rac-colta dei rifiuti organici». Lapresenza di sacchetti in nylono altro materiale plastico in-fatti risulta essere elementoestraneo alla frazione selezio-nata e ne compromette la qua-lità. Dunque, la prima regola d’oronella raccolta differenziata èquella di separare i rifiuti. Se-parare i rifiuti è importanteperché grazie alla separazionedei prodotti, a seconda di comesono fatti, e grazie a chi seguecon cura questa operazione in-serendo negli appositi conteni-tori i materiali, nonché alcomune che li raccoglie, sepa-rare i rifiuti da la possibilità difar rinascere l’acciaio, l’ allu-minio, la carta, il legno, la pla-stica e il vetro.Seguono poi le altre regole dacompiere per una corretta dif-ferenziata dei prodotti di con-sumo, norme che il Conaidefinisce “le dieci regole d’oro”e cioè: separare, ridurre, divi-dere, togliere, sapere, fare at-tenzione, riconoscere,conferire, introdurre, ricor-dare.Separare, dunque, i prodottidestinandoli negli appositi cas-

sonetti, ridurre il volume degliimballaggi schiacciando le lat-tine, le bottiglie di plastica, estare attenti a dividere, a to-gliere il barattolo di vetro daltappo.Ridurre il volume degli imbal-laggi, abbiamo detto: schiac-ciando le lattine, le bottiglie diplastica e richiudendole poicon il tappo. Inoltre, compri-mere carta e cartone: se faiquesto renderai più efficace ilservizio di raccolta differen-ziata. Dividere gli imballaggicomposti da più materiali, i ba-rattoli di vetro dal tappo di me-tallo. Se fai questo, limiterai leimpurità e permetterai di rici-clare più materiale.Togliere gli scarti e i residui dicibo dagli imballaggi prima dimetterli nei contenitori per laraccolta differenziata. Se faiquesto, ridurrai le quantità dimateriali che vengono scar-tate.Sapere che la carta sporca dicibo (come i cartoni dellapizza), di terra, di sostanze ve-lenose come solventi o vernici,eccetera, i fazzoletti usati e gliscontrini non vanno nel conte-nitore della carta; e che il loroconferimento peggiora la qua-lità della raccolta differenziatadi carta e cartone.Fare attenzione, poi, a nonmettere nel contenitore delvetro oggetti in ceramica, por-

cellana, specchi e lampadine.Inserire tali materiali può va-nificare i tuoi sforzi perché ro-vina la raccolta del vetro.Riconoscere e conferire corret-tamente gli imballaggi in allu-minio. Oltre alle più notelattine per bevande, separareanche vaschette e scatoletteper il cibo, tubetti, bombolettespray e il foglio sottile per ali-menti.Riconoscere e conferire corret-tamente gli imballaggi in ac-ciaio, solitamente riportano lesigle FE o ACC. Si trovano subarattoli per conserve, scato-lette del tonno, lattine e bom-bolette, fustini e secchielli,tappi corona e chiusure divario tipo per bottiglie e va-setti.Introdurre nel contenitore perla raccolta differenziata dellaplastica tutte le tipologie di im-ballaggi. Fare attenzione a non intro-durre altri oggetti, anche se diplastica, come giocattoli, vasi,piccoli elettrodomestici, arti-coli di cancelleria e da ufficio.Ricordare che se si hanno im-ballaggi in legno si possonoportare alle isole ecologiche co-munali attrezzate. Cassette per la frutta e per ilvino, piccole cassette per i for-maggi, sono tutti imballaggiche possono essere riciclati([email protected]).

Si apprendono in classe le regole fondamentaliper separare correttamente i rifiuti domestici

A scuola. I piccoli alunni della Quarta C e dellaQuarta D della Rodari a lezione di ambiente.

EEducazione ambientale. Avviato un ciclo di appuntamenti didattici organizzato nelle scuole dall’Agenzia

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Gennaro Loffredo

Avanza l’inverno e la nostra Penisola ri-sulta interessata in maniera semprepiù consistente da masse d’aria piùfredda provenienti dalle latitudini set-tentrionali. Spesso a più di qualcunoverrà sicuramente il dubbio, guardandole carte meteo, che ci sono alcune on-date fredde solo all’apparenza, mentrein realtà, se si vanno a guardare le iso-terme, a 1500 metri si notano valori ditemperature tutt’altro che rigidi. Que-sto succede a causa delle caratteristichedelle diverse masse’d’aria che ora an-diamo ad illustrare. Oltre agli antici-cloni Africano o Azzorriano, ci sono benquattro masse d’aria differenti che pos-sono interessare il nostro Belpaese nelperiodo invernale e sono: Polare Marit-tima, Artico Marittima, Artico Conti-nentale, Polare Continentale. Essi sonotermini tecnici della meteorologia chevengono adoperati talvolta anche daimass-media ma molte volte in modoinappropriato. L’aria polare marittima,conosciuta anche come “Atlantico” spe-cie in estate, si origina nel Nord Atlan-tico e il calo delle temperature che essaapporta si avverte specialmented’estate. In inverno, invece, non portagrandi ondate di freddo e non portaneve alle basse quote, tranne in raris-simi casi. Tale massa d’aria inizial-

mente più fredda tende ad attraversarel’oceano mitigandosi ulteriormente. Habisogno di precipitazioni per riversareal suolo il freddo che è presente inquota. E’ dunque umida e poco freddaed è presente tutto l’anno. L’aria articomarittima si origina nella Groenlandiasettentrionale. E’ una massa d’aria leg-germente più fredda della polare marit-tima, ma comunque umida ed instabile.E’ generalmente presente tutto l’annotranne nei mesi estivi. Anche con que-sto tipo di masse d’aria il freddo inquota deve essere accompagnato dalleprecipitazioni per riversarsi al suolo. Laneve, dove colpisce, è più grossa e pe-sante. Non di rado causa neve a bassaquota e fino in pianura, specie al nord.L’aria artico continentale è la massad’aria più fredda che possa investirel’Italia, responsabile dei cosiddetti ”bu-rian” o “blizzard” ( tempeste di neve). Siorigina nel mar di Barents e in Siberiaed è più secca delle altre. E’ general-mente presente da pieno autunno a ini-zio primavera. Questo tipo di massad’aria è detta anche pellicolare poiché èpiù omogenea alle varie quote e quindinon ha bisogno di precipitazioni per ri-versarsi alle basse quote. E’ responsa-bile solitamente di temperature basse esottozero e di nevicate fino in pianura epersino sulle coste, specie del versanteadriatico direttamente esposto. L’ariapolare continentale è molto freddaquanto come quella artica continentalee anch’essa responsabile di minimemolto basse soprattutto a causa dell’in-versione termica che favorisce la forma-zione del famoso ”cuscino freddo”laddove l’orografia lo consente (in pia-nura padana specialmente). Si originanella Russia e nel comparto Euroasia-tico ed è inizialmente secca, ma si inu-midisce attraversando il Mar Adriatico.Anche questo tipo di massa d’aria cosiè presente quasi esclusivamente nellastagione invernale. Non ci resta che at-tendere e capire quale tra queste massed’aria sarà quella prevalente. Solo cosìsaremo in grado di analizzare l’anda-mento dell’inverno.

Luigi Mosca

E’ uno dei temi del momento, la tra-sparenza, perlomeno nell’ambitodella pubblica amministrazione.Anche le Arpa sono impegnate suquesto versante, tanto che alcuneagenzie hanno organizzato o sonoin procinto di organizzare appunta-menti aperti al pubblico, noti come“giornate della trasparenza”, in cuidialogano con i propri utenti e con icittadini: gli enti ambientali raccon-tano le attività che stanno portandoavanti, i risultati ottenuti, oltre a ognidettaglio tecnico e amministrativosul loro operato. E’ il caso dell’ArpaPiemonte, che ha programmato unaGiornata della trasparenza per ilprossimo 22 dicembre. Particolaresignificativo: l’evento non si terrà inun luogo specifico, ma verrà tra-smesso su internet, e qualsiasi citta-dino portà perciò prendervi parte dacasa. E’ prevista la possibilità, entroil 18 dicembre, di inviare domandeall’attenzione dell’agenzia, a cuiverrà data risposta nel corso dell’ap-puntamento. L’attenzione per questeiniziative sembra viva a tutte le lati-tudini, se è vero che, molto più aSud, l’Arpa Sicilia organizza il 16 di-cembre una Giornata della traspa-renza: un’occasione - si legge sulsito dell’ente – per far conoscere larealtà dell’Agenzia, i servizi erogati,le iniziative intraprese a favore delterritorio. Una notizia abbastanza singolarearriva invece da Firenze, dovel’Arpa Toscana mette in vendita ap-parecchiature e automezzi che sono

risultati in eccesso dopo la recenteriorganizzazione dell’ente. Si trattadi ben diciannove lotti di materiale,che verranno dismessi a partire dal17 dicembre, quando nella sede divia Porpora si terrà il primo pubblicoincanto (gli avvisi d’asta vengonodiffusi attraverso il sito dell’agenziatoscana). D’altronde le Arpa, come moltisanno, costituiscono anche unarete, che permette la collaborazionedi diverse realtà regionali a unaserie di attività. Una di queste, ormaigiunta alla decima edizione, è l’ela-borazione dell’annuale Rapportosulla qualità dell’ambiente urbano,pubblicazione che raccoglie unalunga serie di indicatori sulle condi-zioni ambientali di più di settantacittà capoluogo italiane, e nasce ap-punto dalla collaborazione tra leArpa, con il coordinamento del-l’Ispra. L’evento di presentazione delRapporto si terrà a Roma, nella salaUnicef di via Palestro, la mattina del18 dicembre. E’ prevista la parteci-pazione, tra gli altri, del ministrodell’Ambiente, Gianluca Galletti, deldirettore generale di Ispra, StefanoLaporta e del presidente dell’istituto,Bernardo de Bernardinis.Infine, nonostante ci avviamo ormaiverso l’inverno, è tempo di bilanciper la qualità del mare italiano nel2014. L’ultimo numero di Ecoscienza, la ri-vista curata dall’Arpa Emilia Roma-gna, illustra i dati elaboratiquest’anno dall’agenzia riguardoallo stato delle acque costiere dellariviera romagnola. .

Dal sistema di protezione ambientale

In arrivo il Rapporto aree urbaneGiornata della trasparenza in Piemonte

Le differenze tra le varie masse d’ariaRRaccontiamo il meteo. Non tutte le correnti fredde sono uguali. Una piccola guida per distinguerle

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 dicembre 2014 - Anno X, N.23Edizione chiusa dalla redazione il 15 dicembre 2014

DIRETTORE EDITORIALEPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOD.Bove, I. Buonfanti, F. Clemente, F. Cuoco, G.De Crescenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R. Fu-naro, G. Loffredo, R. Maisto, D. Matania, B.Mercadante, A. Morlando, A. Palumbo, A.Paparo, F. Schiattarella, SEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Rosario Maisto

Il comitato sui cambiamenticlimatici dell'ONU lancia al-larmi accurati sugli effetti delriscaldamento globale,infatti,nell’ultimo rapporto presen-tato a Copenaghen, l'Interna-tional Panel Climate Change,il comitato intergovernativoincaricato di studiare i cambia-menti climatici, ribadisce l'al-larme che la maggioranzadegli scienziati di tutto ilmondo lanciano ormai da de-cenni e cioè che dobbiamo ri-durre drasticamente l'utilizzodi combustibili fossili se vo-gliamo proteggere il Pianeta. Ilquinto Assessment SynthesisReport, questo il titolo uffi-ciale, mette insieme le conclu-sioni dei tre gruppi di lavorodell'IPCC, che nel corso del-l'anno hanno affrontato rispet-tivamente il problema deifondamenti scientifici del ri-scaldamento globale, dei suoieffetti sul pianeta e dei modiper affrontarlo. Il rapporto è una sintesi delleconclusioni sul tema della co-munità scientifica, indirizzataai governi perché prendanoprovvedimenti concreti.Esso sostiene che è estrema-mente probabile che le attività

umane, prima fra tutte la com-bustione di carburanti fossili,siano state la causa dominantedel riscaldamento globale nelcorso degli ultimi decenni,sitratta di un'affermazione piùforte rispetto alla versione pre-cedente del rapporto, pubbli-

cata nel 2007, in cui la stessaeventualità era data per moltoprobabile. Inoltre, il rapportosostiene che senza provvedi-menti urgenti che abbattano leemissioni di gas serra, entro lafine del XXI secolo c’è il rischioche il riscaldamento globale

abbia conseguenze gravi, e ir-reversibili sul Pianeta, unesempio di "conseguenze irre-versibili" sarebbe il passaggiodel punto di non ritorno perquanto riguarda la calotta gla-ciale dell'Antartide occidentalecon il conseguente innalza-

mento (da 3m a 4m) del livellodei mari, gradualmente, e acausa dei cambiamenti clima-tici, una buona parte delle spe-cie dovrà affrontare un rischiodi estinzione più alto nel corsodi questo secolo e del prossimo.Per quando riguarda i nego-

ziati sul clima, Parigi, sembraoffrire gli ultimi barlumi disperanza. Si parla della pro-spettiva di concludere unnuovo trattato internazionalesul clima,in vista della confe-renza parigina del dicembre2015, dove si punta a conclu-dere un accordo che sostituiscail Protocollo di Kyoto. Il Proto-collo era un trattato vinco-lante, che imponeva aifirmatari di tagliare le emis-sioni di gas serra raggiun-gendo specifici obiettivi, perònon vincolavano i due paesiche emettono più gas cioè gliStati Uniti e la Cina, ma oggiil divario si è ridotto, tutti ipaesi, anche quelli meno indu-strializzati, sostengono di volerfare la loro parte, facendo così,i risultati arriveranno subito!

L’eliminazione del piombo dalle muni-zioni da caccia entro il 2017 e la messaal bando di insetticidi pericolosi, sonoalcuni dei risultati della conferenzadelle parti della Convenzione di Bonn,ovvero la Convenzione ONU sulla con-servazione delle specie migratrici, sot-toscritta da 115 paesi Italia compresa.Riuniti a Quito, i circa 900 delegatihanno approvato numerose deliberemirate sia a salvare interi ecosistemi,sia singole specie. Tra i risultati signi-ficativi c'è l'adozione delle linee guidaper prevenire il rischio di avvelena-mento degli uccelli migratori, il cuielemento chiave è l'eliminazione ditutte le munizioni al piombo usate perla caccia, non solo nelle aree umide main tutti gli ambienti. Lo scopo della de-libera è di prevenire, minimizzare edeliminare, avvelenamenti da pesticidi,esche avvelenate, trattamenti farma-ceutici veterinari e l'uso del piomboper la caccia e pesca. In tal sensoerano già stati mossi alcuni passi tra-

mite il Concordato sulla conservazionedegli uccelli acquatici migratori euro-africani (AEWA), che aveva portato al-l'eliminazione totale del piombo per lacaccia e pesca in alcuni paesi europeicome la Danimarca, ma ora si prevedeche la delibera venga attivata su scalamondiale. Il piombo, assunto con l'in-

gestione di pallottole o pesi per lapesca (all'interno di prede), è una delleprime fonti di avvelenamento per gliuccelli migratori, altri rischi vengonodall'ingestione di roditori e insettiesposti a pesticidi, di esche avvelenateo di carcasse di bestiame trattate confarmaci come il Diclofenac. Le solu-zioni per questi problemi sono la rimo-zione delle cause di avvelenamento,infatti vanno eliminati dal mercato gliinsetticidi pericolosi, che andrebberosostituiti con prodotti eco-compatibiliocon tecniche di integratedpest mana-gement che prevedono l'uso combinatodi insetticidi e predatori naturali pergli insetti nocivi. Quanto al diclofenac,un principio attivo presente in medi-cine contro i dolori articolari, vieneproibito e sostituito con altri farmacieco-compatibili. Si spera che tutti ipaesi firmatari, recepiscano le lineeguida, allontanando il rischio di col-lasso ecologico.

R.M.

A Parigi nel 2015 si potrebbe concludere un accordo costitutivo del protocollo di Kyoto

Clima, il nuovo rapporto in breve

Stop al piombo nell'ambienteAl bando anche alcuni insetticidi per proteggere le specie migratrici

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Fabiana Liguori

Se ripercorriamo gli ultimi do-dici mesi trascorsi a Napoli,tanti sono stati gli eventi, le vi-cissitudini, i traguardi, le scon-fitte e i felici momenti vissutidal popolo partenopeo. Noi ne ri-cordiamo davvero tanti: i corteidella gente scesa in strada, nellepiazze, per sostenere e difendereil proprio territorio, le parole diDon Patriciello, i divertenti se-gnali stradali donati alla cittàda Clet Abraham, e poi…le vi-site guidate, EnergyMed, Go-letta Tara e la tappa nel Golfo,le installazioni sostenibili delprogetto “Culture in Volo”,l’apertura della Metrò di PiazzaGaribaldi, Futuro Remoto, lelotte degli artigiani di San Gre-gorio Armeno, l’ombra perma-nente dei rifiuti, il mare chevorrei, la nave-scuola Matteo eil sogno di Stefano, Salvatore, ilragazzo ucciso dalla caduta dialcuni calcinacci in pieno centro,solo per citarne alcuni. Napoli è così. Piena di tutto.Piena di sorrisi, ma anche di la-crime. Le emozioni, le turbo-lenze, non mancano mai. Sisusseguono nel corso dei giorni,dei mesi, arricchendo, comun-que, le vite di ognuno. A Natale, tutto viene vissutoancor più forte. Ogni cosa sem-bra essere parte di un disegno“divino”, nel bene e nel male, le-gata all'unicità del momento.Una strana serenità si aggiraper i vicoli. La solidarietà è sem-pre di casa. Ma, è soprattutto inquesti giorni d’inverno, chequalcosa di magico riscaldaanche i cuori più freddi. L’atmosfera che aggroviglia Na-poli durante le festività natali-zie ha poche eguali nel mondo:certe cose non si possono spie-gare.Anche quest’anno il calendariodegli appuntamenti e deglieventi è corposo. La città si racconta attraverso isuoi colori, l'artigianato e le lucidei suoi mercatini. La musica egli zampognari per le vie nonmancano mai. Sì ai prodotti fattiin casa, economici e caratteri-stici. Sì all'arte, alle tipicità cu-linarie, sì all’allegria. Se siete incittà il 20 dicembre e avete vo-glia di condivisione e cose sem-plici ...fate un giro in piazza SanDomenico, "armati" di vecchi

libri, impacchettateli e parteci-pate al BookMob: lo scambioequo-solidale nato con lo scopodi tirare fuori i libri dagli scaffalie consegnarli a nuovi lettori, nelpieno arbitrio della casualità edella sorpresa.Per gli amanti della fotografia,due in particolare gli appunta-menti da non perdere: al Pa-lazzo delle Arti di Napoli lamostra di OBEY, Shepard Fai-rey, uno dei più celebrati streetartist americani. La rassegnaconsentirà al visitatore di con-frontarsi su tematiche socialisempre attuali, come la guerra,la repressione, la propaganda, ilrazzismo, la difesa dell’am-biente e il rapporto con la mu-sica e le icone del nostro secolo.Presso lo Spazio Kromìa, invece,potrete ammirare la mostra fo-tografica “Herzlich Willkom-men” del fotografo MarioLaporta, orgoglio e talento par-tenopeo: ventuno scatti ineditidi vibrante fotogiornalismo cat-

turati nelle ore palpitanti dellacaduta del Muro di Berlino, mo-strati per la prima volta al pub-blico venticinque anni dopo glieventi che cambiarono il mondo.Infine, da pochi giorni è statainaugurata presso il CAM – Ca-soria Contemporary Art Mu-seum: “I am woman“, la piùgrande mostra mai realizzatasul mondo delle donne, a cura diAntonio Manfredi. Per quantoriguarda il teatro vi segnaliamo"cose di casa nostra": Nu Petitodint’’a Scarpetta in scena allaSala Arcas fino al 6 gennaio,una trama ricca di gags e inven-zioni teatrali, con due veraciprotagonisti, Pulcinella e Feli-ciello; e Cuore Nero di Fortu-nato Calvino presso Sala Assoli(Napoli), in scena fino al 21 di-cembre: la storia di due malvi-venti, un amore taciuto,nascosto, stravolgente. Unamore inaccettabile. E poi unachiesa, abbandonata, come ri-trovo, nascondiglio, casa.

Il Natale a Napoli: l’emozione che non passa più

AALCUNI DEGLI APPUNTAMENTI NATALIZI IN CAMPANIA

Sorrento canta Gospel al Museo Correale 18 Dicembre 2014

Natale al Museo: alla scoperta del mondo della paleontologia

Fino al 22 Dicembre 2014. Organizzato dal Centro Musei delleScienze Naturali e Fisiche con l’Associazione Didattica Ediacara

presso il Museo di Paleontologia di Napoli.

Aria di Natale ad Acquavella (SA)Fino al 3 Gennaio 2015

Il Natale accende il Centro Antico di Castellammare (NA)Fino al 3 gennaio 2015

Christmas Time a Piano di Sorrento (NA) Fino al 04 Gennaio 2015

La Festa delle Quattro Porte e gli eventi natalizi di Alife (CE)Fino al 06 Gennaio 2015

“Viviamo il Natale” a Somma Vesuviana (NA) Fino al 6 Gennaio 2015

Santa Claus Village nel Giardino delle Meraviglie a Meta (NA)Fino al 6 Gennaio 2015

Musica, vino e teatro per il Natale a Tufo (AV)Fino al 6 Gennaio 2015

“Presepi in Mostra” ad Atripalda (AV)Fino al 6 Gennaio 2015

Il Borgo della biodiversità: Natale a Casalbuono Fino al 6 Gennaio 2015

Agropoli (SA) in Presepe Fino al 6 Gennaio 2015

Natale al Chiostro di Santa Chiara (NA) Fino al 6 Gennaio 2015

Borghi e Castelli in scena, gli eventi natalizi ad Acerra (NA)Fino al 6 Gennaio 2015

Palinuro (SA) si scopre bella d’inverno Fino al 6 Gennaio 2015

Con “Sembra quasi Natale” il borgo turistico cilentano si pre-para per il Natale.

Napoli. A Natale ritorna “Tu scendi dalle scale” Fino al 7 Gennaio 2015

Promuovere e valorizzare i percorsi pedonali lungo le scale e legradinate che collegano il centro storico di Napoli alle colline.

I mercatini di Natale di Avellino Fino al 7 Gennaio 2015

In fondo al mare: il presepe di Conca dei Marini (SA)20 Dicembre 2014

I Mercatini di Natale a Casal Velino (SA)dal 20 al 23 Dicembre 2014

Torna a Napoli la “Tombola Vajassa 2014” dal 26 Dicembre 2014 al 10 Gennaio 2015

La tombola dei femminielli, un vero e proprio fenomeno di massa, tornaal Teatro Cabaret Portalba, nel cuore del centro storico partenopeo

Al Borgo Storico “Porti” di Faicchio (BN) rivive l’atmo-sfera del Presepe Vivente

dal 26 Dicembre al 04 Gennaio 2015

Il Presepe Vivente di Pietrelcina (BN)dal 27 al 29 Dicembre 2014

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Salvatore LanzaGennaro De Crescenzo

Paese che vai … tradizione chetrovi, specie a Natale. Anche intermini culinari Napoli e laCampania non si smentisconoin quanto a tradizioni ben radi-cate che si ripetono da secoli.Un po’ come nel caso della mu-sica popolare, si tratta di ritiche si tramandano di genera-zione in generazione e guai achi osa apportare modifiche allerinomate pietanze propostedalla tradizione. Già il fatto chenei giorni delle vigilie, a pranzosi mangi pizza è una tradizioneantica come il mondo, giusto per“mantenersi leggeri”. Si giungeal fatidico cenone del 24 dicem-bre belli, forti e carichi comenon mai! Si aprono le danze, so-litamente, con la celebre insa-lata di rinforzo, preparata concavolfiore lessato, olive verdi,cetriolini, cipolline, giardiniera,peperoni dolci o piccanti (papac-celle), tutti sottaceto e acciughesotto sale. Il tutto viene conditocon olio, sale ed aceto. Si ritieneche quest’insalata venga defi-nita di rinforzo non per le sueproprietà ma per il fatto che do-veva rinforzare l’intero pasto,che secondo la tradizione, es-sendo a base di pesce, prevede-rebbe portate piuttosto leggere.Il primo piatto passa quasi insecondo piano, di solito si ser-vono spaghetti con vongole opiù in generale frutti di mare.Si passa al secondo: le pietanzeimmancabili su ogni tavola na-poletana sono il baccalà ed il ca-pitone fritto. È mezzanotte, nasce il bam-bino, il cenone dovrebbe esserecompleto, ma a distanza di circadodici ore si ricomincia più ag-guerriti che mai. È Natale e ilpranzo merita la giusta atten-zione. Senza dimenticare le ri-manenze della “battaglia” dellasera precedente si aprono ledanze con la minestra rigorosa-mente maritata. Perché questoappellativo ad una minestra? Sidice che l’aggettivo derivi dalfatto che le verdure miste ven-gono bollite e aggiunte al con-sorte, cioè un gran misto dicarne che arricchisce il brodo.Gli ingredienti presenti sono unbrodo molto ricco, carota, ci-polla, sedano, pepe in grani,una gallina intera, due piedinidi maiale, un pezzo di coperta di

costato di manzo, un osso diprosciutto, due cotenne di pro-sciutto, due scorze di parmi-giano, salame, e un pezzo disalsiccia, puntine di maiale(tracchie). Tutto in un pento-lone che bolle dalla sera prima,e che viene accuratamenteschiumato togliendo l'eccesso digrasso. Si prosegue con la gal-lina della minestra e carne a vo-lontà: la prediletta dainapoletani è la carne di caprettocondita con patate. Per gliamanti del brivido, c’è chi osanon perdere la buona abitudinedi un piatto di pasta; oppure chipreferisce rimandare l’appunta-mento al giorno successivo, aSanto Stefano: è da buoni inten-ditori osare per il terzo giornoconsecutivo “consolandosi” conun bel piatto di fusilli al ragùcon la ricotta! Tutti e tre i giorni

(senza dimenticare che il 31 siricomincia) sono arricchiti dallafrutta secca e dal momento chetutti aspettano, quello dei dolci.Roccoco', susamielli, struffoli,pasta di mandorle, pasta reale,mustacciuoli, solo per citarnequalcuno. E solo per soddisfarequalche curioso i mustacciuolitraggono il loro nome dalle an-tiche preparazioni contadineche utilizzavano il mosto; “mu-stacea” era infatti il loro appel-lativo latino, col quale venivanopreparati per essere resi piùdolci. Il roccocò invece, a formadi ciambella, trae la sue originidal francese “rocaille” per la ba-rocca e rotondeggiante forma diconchiglia. I panettoni e i pan-dori poi … sulle tavole napole-tane lasciano il tempo chetrovano, al massimo li ritro-viamo nel latte, a colazione!

A tavola a Natale: viaggio nella tradizione culinaria partenopea

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I Napoletani, si sa, si distinguono per la loroinnata inventiva, per la capacità di riuscire a“cavarsela” in ogni situazione, anche quellapiù difficile. Tempi duri, soprattutto dal puntodi vista economico, il popolo partenopeo ne haaffrontati e ne continua ad affrontare tuttoraed è proprio nei giorni di magra che ha aguz-zato l’ingegno riuscendo, nonostante la povertàdilagante, ad assicurarsi un Natale all’insegnadell’abbondanza così come tradizione voleva.

Il segreto stava tutto in un “canisto”, ossia unacesta. Le famiglie facevano privati contratti coipizzicagnoli, dai quali, pagando un cinque o seigrani la settimana, ottenevano a Natale unacesta ripiena di cibi che si mangiavano in queigiorni. C’erano vari tipi di “canisto”: il più co-stoso conteneva un panettone chiuso in un car-tone azzurro scuro, una bottiglia di spumante,“’o ggancia”, e i mostaccioli e i roccocò. Riem-pivano il “canisto” gli ziti della Russo di Cic-ciano, fette di “caso muscio”, bottiglie di olioper friggere e per condire, “’nu lacierto”, unquarto di capretto, “scelle di baccalà”, capitoni,castagne del prete, rosolio, un melone verdeimbracato in un cappio di paglia gialla, mele.

E poi i due salami. Solitamente il quantitativodi pasta era molto elevato al fine di garantireun pranzo sicuro anche nel mese di Gennaio,tradizionalmente sobrio e misero nei consumicosì come ricordava il proverbio: “Gennaio,friddo e famme”. Cinquanta anni fa, il “ cestodi Natale”, lo organizzavano non solo i bottegaima anche i “mastri di festa”, che conoscevanotutte le famiglie e da tutti erano conosciuti: gi-ravano la domenica mattina, davano la voce

nelle strade e nei cortili e le signore uscivanoa consegnare “la semmana” e a controllare chel’esattore “mettesse ‘no scippo” su un enormeregistro nero: non c’erano ricevute, funzionavala fiducia, garantita da relazioni sociali che al-lora erano una salda trama e ora sono solo ungroviglio di sfilacci… Questa pratica, ancora viva in alcuni paesidella Campania, costituiva un’insolita formadi previdenza che trovava il suo fondamentonell’impossibilità economica di una famigliaproletaria a far fronte alle onerose spese nata-lizie: “‘o canisto” conteneva tutto quello a cuinessuno voleva rinunziare dopo un anno di sa-crifici, anche alimentari.

‘O canisto: un rito antico quanto mai attuale

Il 26 dicembre ricorre SantoStefano ma non tutti sannoperchè il nostro calendariosegni in rosso questa data.Ebbene, subito dopo il Natale,la celebrazione liturgica com-memora i “Comites Christi”,ovvero coloro che hanno se-guito Cristo fino a subirne ilmartirio e Santo Stefano è in-fatti detto il protomartire, cioèil primo testimone dei seguacidi Cristo che ha professato laparola di Gesù sino alla lapi-dazione per blasfemia.Ma in che modo Santo Stefanodivenne portavoce della pa-rola di Cristo? Gli apostoli, perdivulgare la fede in Gesù,scelsero sette Diaconi che liaiutassero a diffondere il mi-stero della nascita, della vita,

della morte e resurrezione delCristo; Stefano fu il primo deisette Diaconi.In Italia, prima del 1947, il 26dicembre era un giorno lavo-rativo, solo da quell’anno èstata considerata festa nazio-nale. Questa ricorrenza nonsolo allunga le festività nata-lizie, ma rendere ancora più

solenne il Natale, giorno dellanascita di Cristo. Viene spon-taneo chiedere cosa si usa farenel giorno di Santo Stefano.Per chi trascorre questogiorno tra le mura domesti-che,il pranzo di Santo Stefanoè sempre stata “la giornatadegli avanzi”. Vengono consu-mati i cibi reduci dal cenonedella vigilia e dal pranzo delNatale riadattati con un po’ diinventiva. La cosa che di solitonon manca nei giorni di festae soprattutto a Santo Stefanoè la tombolata con gli amicicon l’immancabile panettonea centrotavola. Un modo di-vertente e simpatico per starein compagnia, si gioca, sischerza, si chiacchiera e lafesta continua!

La ricorrenza di Santo Stefano Perché in Italia, ma non solo, è giorno di festa

Esiste il film di Natale per eccellenza? Ovviamente sì, "Lavita è meravigliosa" (1946) di Frank Capra. […] Nel "TimBurton's Nightmare Before Christmas" (1993), lo spirito na-talizio è vetrioleggiato. È alcolista, scalcinato e scorretto, in-vece, il "Babbo bastardo" (2003) di Terry Tzigoff: tuttavia,nello scioglimento, un'anima buonista viene fuori senzatroppa fatica. Tornando a più comuni interpretazioni, il pia-cere di stare a tavola è tra i temi che con maggiore frequenzas'associa alla serata del 24 dicembre: se la più sontuosa, fa-scinosa, pregnante sequenza del genere la si ritrova all'iniziodi "Fanny & Alexander" (1982), la straordinaria saga fami-gliare che segnò - a suo tempo - il congedo dal cinema dell'im-menso Ingmar Bergman, altri titoli son riconducibiliall'argomento. Ad esempio, il lieve "Pranzo di Natale" (1999)di Danièle Thompson. Ancora, il pungente, quasi risentito,"Benvenuti in casa Gori" (1990) di Alessandro Benvenuti.Quanto a crudeltà nessuno, però, può superare "Regalo di Na-tale" (1986) di Pupi Avati. Alla fine di questa ricognizione nonsi può non ricordare la sterminata serie dei cosiddetti "cine-panettoni" indigeni, iniziata con il gradevole "Vacanze di Na-tale" (1983) e via via degenerata in sempre più fiacchi epigoni.Per diminuiti incassi, la sfilata s'è finalmente chiusa: ed è dibuon auspicio che proprio in questi giorni, con l'ottimo "Unafamiglia perfetta" di Paolo Genovese, si sia visto il ritorno allanobile tradizione della commedia all'italiana, tra interpretieccellenti e sceneggiatura impeccabile. Francesco Troiano http://www.letteratura.rai.it/articoli/il-natalenelcinema/19335/default.aspx

LE FESTIVITÀ NATALIZIENEI FILM D’AUTORE

La tombola napoletana nac-que nel 1734 per una dia-triba sorta tra il re Carlo IIIdi Borbone, che era deciso adufficializzare il gioco del lottonel Regno (a quei tempi clan-destino) per sottrarlo al con-trollo delle organizzazionicriminali, ed il frate domeni-cano Gregorio Maria Rocco,che riteneva questo gioco unamorale e ingannevole di-letto per i suoi fedeli. Allafine riuscì a spuntarla il re,ma a patto che nella setti-mana delle festività natalizieesso venisse sospeso perché ilpopolo non doveva distrarsidalle preghiere. La popola-zione, però, che non volevarinunciare a giocare, si orga-nizzò in un altro modo: i no-vanta numeri del lotto furonoracchiusi in un "panariello"di vimini e furono disegnati inumeri su delle cartelle, così

la fantasia partenopea tra-sformò un gioco pubblico inun gioco a carattere fami-liare. Il nome tombola derivadalla forma cilindrica delpezzo di legno dove è im-presso il numero e dal ru-more che questo fa nel caderesul tavolo dal “Panariello”,che una volta aveva la formadel tombolo. Ad ognuno deinovanta numeri della tom-bola fu attribuito un simbolo,spesso diverso da città acittà, e a Napoli addiritturada quartiere a quartiere.Nacque così anche la famosa"Smorfia" napoletana.

Conteneva tutto quello a cui nessuno voleva rinunziare dopo un anno di sacrifici

L’origine della tombola

pagina a cura di Giulia Martelli

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Manca poco a Capodanno efortunatamente quest’anno,sulla scia dell’esempio di To-rino, dove è vietato spararebotti perché spaventano glianimali, altri comuni si ade-guano per seguire la norma. Ei divieti continuano a moltipli-carsi lungo tutto lo stivale, daNord a Sud. Da Milano a Bari,passando per Venezia, Siena,Modena, Palermo. Fino a Pe-saro, dove una ordinanza re-sterà in vigore addiritturafino al 9 gennaio, e ad Olbia,dove il sindaco ha vietato lavendita, il porto e l’utilizzo difuochi pirotecnici, mortarettie petardi dalle 17:00 del 31 di-cembre alle 6:00 del 1 gen-naio. E ancora Agrigento,Ragusa, Arezzo, Cosenza,Brescia, Asti e Firenze.Certo, ogni comune fa storia asé. Alcuni hanno emesso ordi-nanze di natura limitativa(sul tipo di botti e sugli orari ezone in cui sono vietati), altridi divieto totale o parziale inalcune zone del comune. Sitratta di decisioni che incon-trano il plauso delle associa-zioni animaliste, che chiedonoa tutti i comuni del Bel Paesedi vietare l’uso di materiali pi-rotecnici. Come l’Aidaa, Associazioneitaliana in difesa degli ani-mali e dell’ambiente, che, giàin passato ha dedicato gli ul-timi giorni dell’anno alla cam-pagna “No ai botti diCapodanno”, la cui petizioneha abbondantemente supe-rato le 10.000 firme. In Italia, spiega l’Aidaa sulproprio blog, sono 7 milioni lefamiglie che possiedono uno opiù animali domestici, nellenostre case e nei nostri giar-dini vivono circa 10 milioni dicani, altrettanti gatti e oltre40 milioni di altri animali do-mestici (pesci, uccellini, tarta-rughe, conigli, furetti, tarta-rughe d’acqua, animali eso-tici). Ma vi sono anche ani-mali cosiddetti “da reddito”,come cavalli, galline, mucche,e milioni e milioni di animaliselvatici e del bosco. Tuttiloro, la notte di San Silvestro,quella che per noi umani rap-presenta il passaggio da un

anno all’altro, vivranno unvero incubo, un incubo nelquale almeno in 5.000 perde-ranno la vita. Ma, nonostante l’importantesegno di civiltà dato dalle am-ministrazioni che li hanno vie-tati altrove i botti ci sarannoancora, come tutti gli anni. Ecome tutti gli anni, il primo di

gennaio si farà la conta dimorti e feriti, come se si trat-tasse di una notte di guerra.Questi argomenti sono da solisufficienti a stabilire che que-sta questione è di fattoun’emergenza di ordine pub-blico, prima ancora che di sen-sibilità.

I.B.

Botti di Capodanno: semprepiù comuni li vieteranno

Se volete fare un regalo diNatale che faccia bene nonsolo a chi lo riceve, ma ancheall’intero pianeta, il WWFpropone ancora quest’announa vasta scelta di doni “soli-dali”. Per i modaioli ci sono ibraccialetti Cruciani in edi-zione WWF di fattura e pac-kaging ecosostenibili, cosìcome l’eco agenda per i più or-ganizzati. Per gli amanti dellabuona tavola c’è invece “As-saggio di Natura”, un cestonatalizio contenente ingre-dienti tipici e genuini: pastadi grano duro, sale grosso eolio extra vergine di oliva, in-sieme ad una borsa di juta(biodegradabile e riciclabile).Si tratta di prodotti biologici

provenienti dalle oasi protetteWWF : il grano è un prodottoantico e con caratteristiche dielevata digeribilità, il sale èquello raccolto a mano all’in-terno dell’Oasi delle Saline diTrapani e Paceco, luogo checontribuisce alla tutela dimolti uccelli. L’olio, infine,proviene dall’Oasi del Lago di

Penne. Il ricavato viene rein-vestito nella gestione delleoasi. Per i bambini ci sono ipeluche, come il panda e ilpappagallo: con il ricavato siprovvede alla salvaguardia diqueste due specie. E il WWFha pensato anche agli amantidella tecnologia: per loro ènata la cover per smartphone

completamente biodegrada-bile. Infine la linea di bioco-smesi e creme per i più piccoliprodotti senza il ricorso al-l’olio di palma e ai test suglianimali. Per chi vuol fare unregalo del tutto speciale, poi,c’è l’adozione di un esemplareo di una specie: gli aderentiall’iniziativa riceveranno kitregalo WWF. E per tutti, in-fine, ci sono i bigliettini di au-guri ecocompatibili: un ottimomodo per ridurre lo spreco dicarta natalizio e per far sì cheun momento di gioia diventianche un gesto d’amore neiconfronti del pianeta. Per scoprire di più http://pan-dagift.wwf.it/

A.E.

Un regalo di Natale che segue le ultime tendenze? I cosme-tici green: naturali ed ecosostenibili promettono di far benealla pelle e ridurre i danni all’ambiente. Una scelta cheaiuta il consumatore a prendere posizione contro la politicadi alcune multinazionali che producono ancora cosmeticicon contenuto di siliconi, petrolati e parabeni.Il potere d’acquisto è infatti un’arma fondamentale nellemani dei consumatori per far pressione sulle politicheaziendali. Inoltre regalare a Natale un cosmetico green puòessere una buona idea per far sperimentare il prodotto adamici e parenti, contribuendo a sviluppare buone pratiche.Tanti i principi alla base di questi prodotti green, tanti iproduttori – segnalati dall’Adnkronos - che hanno “risco-perto” antichi elisir di bellezza. Come il latte d’asina, usatoda Cleopatra e Poppea per una pelle liscia e senza rughe,oggi protagonista della linea Milkland, nata dalla creati-vità di Ettore Togneri, imprenditore agricolo di Frosinone(appartenente alla Confederazione italiana agricoltori). Poic’è la stella alpina: l’imprenditrice agricola trentina MoiraDonati, della Coldiretti, ha ideato cosmetici a base delleerbe locali. Per le creme antiage è invece impagabile l’ap-porto del veleno d’api. L’idea arriva da Catania grazie al-l’imprenditore Nicolò Lo Piccolo, che lo produce nellaRiserva Naturale del Bosco di Santo Pietro. E poi l’olio dioliva, utilizzato da Chiara De Miccolis (Coldiretti), per pro-durre creme corpo e saponi, ma anche da Mauro Ceci che,in provincia di Ancona, ha lanciato linea di cosmetici a kmzero, dalla crema esfoliante allo shampoo, dal latte per ilcorpo alla crema nutritiva per il viso. Non resta che scegliere! A.E.

Cosmetica green sotto l’albero

Dal WWF le idee regalo che fanno bene all’ambiente

Ordinanze comunali a favore degli animali e dell’ambiente

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Brunella Mercadante

Tutti ormai trascorriamo moltotempo davanti al computer estare diverse ore davanti alloschermo può provocare pro-blemi alla vista. È importantesottoliniare che, ad oggi, nonesiste ancora uno studio cheabbia dimostrato la correla-zione diretta tra l'uso del com-puter ed i difetti visivi.Comunque, è un dato di fattoche quando si sta diverse oredavanti al computer, l'occhiodeve continuamemte cam-biare fuoco, dal monitor allatastiera e viceversa e se, peresempio, vi è una presbiopialatente, quando l'occhio si af-fatica, essendo già predispo-sto, il difetto si manifesta. Ineffetti all'origine dei difetti vi-sivi provocati dall'uso del com-

puter possono esserci disturbipreesistenti della vista, comela presbiopia, ma anche mio-pia o astigmatismo, non cor-retti o non diagnosticati e chel'uso prolungato al computer,affaticando l'occhio, evidenzia.Il computer, inoltre, gene-rando un campo magnetico,che, fisicamente, attira a sé leparticelle di polvere, fa sì chel'ambiente di lavoro si inquinie aumenta il rischio di fastidiall'occhio. Quando si lavora alcomputer, poi, si è molto con-centrati, si tiene lo sguardofisso e attento diminuendo lafrequenza dell'ammiccamentodelle palpebre, che hanno ilcompito di idratare l'occhio di-stibuendo il film lacrimale allacornea. L'occhio, quindi, ri-mane secco a lungo e, comeconseguenza, maggiormente

esposto al rischio di irritazionio arrossamenti. Altri fattoriche possono provocare disturbiagli occhi, come l'affatica-mento oculare, sono legati allaqualità del computer: se il con-trasto dello schermo è sca-dente o la risoluzione non è di

qualità oppure se si sta troppovicini al monitor. Gli stessi ca-ratteri utilizzati per i docu-menti possono affaticarel'occhio, perché se si ingrandi-scono si può notare che sonogradinati e questo comportauno sforzo per la vista.

I segnali cui fare attenzioneperché possono essere la spiadi una non corretta salutedegli occhi sono un loro conti-nuo bruciore, il prurito, l'ar-rossamento, gli occhi gonfi, lalacrimazione e la stanchezzaoculare. Comunque, anche senon si evidenziano tali sin-tomi, è bene prendersi dellepause dal video. L'ideale èstaccarsi dal computer unquarto d'ora ogni due ore ed ef-fettuare esercizi con gli occhi,come sbattere le palpebre emuovere i muscoli oculari; sel'occhio è secco è bene utiliz-zare lacrime artificiali. Impor-tante poi è eseguire una visitaoculistica una volta all'anno inmodo da escludere o correg-gere eventuali difetti visivi chepossono peggiorare davanti alcomputer.

Daniela Bove

Cosa sono gli OGMUn organismo geneticamentemodificato (OGM) è un organi-smo, diverso da un essereumano, il cui materiale gene-tico (DNA) è stato modificato inun modo differente da quantoavviene in natura, con l’accop-piamento e la ricombinazionegenetica naturale. Il trasferimento, di tratti digeni selezionati, da un organi-smo all’altro anche di specienon correlate, per esempio trabatteri e piante avviene grazieall’utilizzo di moderne biotecno-logie. Gli OGM possono essere vege-tali, animali o microrganismiquali batteri, parassiti e funghi. Attualmente, gli OGM svilup-pati, autorizzati e commercia-lizzati sono piante, (mais, soia,colza e cotone), modificate ge-neticamente per conferire loroparticolari caratteristiche, comela resistenza ad alcuni insetti ola tolleranza a qualche tipo dierbicida.In Italia, ad oggi, nessuna diqueste piante geneticamentemodificate viene coltivata a finicommerciali, anche se è consen-tita la commercializzazione deiloro prodotti nel rispetto delleregole di etichettatura.

Commercializzazione degliOGMIn Italia, la commercializza-zione di questi prodotti è con-sentita purchè avvenga nelrispetto delle regole di etichet-tatura. Gli alimenti genetica-mente modificati (GM) possonoessere autorizzati nell’Unioneeuropea soltanto dopo aver su-perato delle rigorose proceduredi valutazione stabilite dal Re-golamento (CE) n.1829/2003 edal Regolamento (CE) n.

1830/2003, entrambi in appli-cazione dal 18 aprile 2004.La commercializzazione di unOGM o di un suo prodotto deri-vato nel mercato europeo puòavvenire solo a seguito diun’autorizzazione basata su diuna procedura che non puòprescindere da una valutazionedel rischio, sia per la saluteumana che per l’ambiente.Richiesta di AutorizzazionePer ottenere l’autorizzazione,gli operatori interessati pre-

sentano una richiesta all’Auto-rità nazionale competente diuno Stato membro, per ciascunOGM e per i suoi possibili im-pieghi alimentari/mangimi-stici. Quindi, l’Autorità europea perla sicurezza alimentare (EFSA)riceve il dossier con le informa-zioni relative all’OGM in que-stione che, dopo opportunavalutazione invia il parere allaCommissione europea e agliStati membri. Solo dopo l’ap-

provazione da parte degli Statimembri di una proposta di De-cisione predisposta dalla CE,l’OGM e i relativi prodotti og-getto della stessa possono es-sere immessi sul mercatoeuropeo, quindi anche in Italia,alle condizioni previste nelprovvedimento.Richieste di rinnovoConformemente alla legisla-zione dell’UE, se un richiedentedesidera continuare a commer-cializzare un OGM che è giàstato autorizzato all’originedieci anni prima, il prodottodeve essere nuovamente valu-tato dall’EFSA. Nel 2007 e 2008 il gruppo diesperti scientifici ha ricevutoun totale di 25 richieste di rin-novo per una serie di OGM, tracui il MON810 e altre varietà dimais, cotone e soia. Per esem-pio il gruppo scientifico ha adot-tato pareri in merito a richiestedi rinnovo per il mais GA21 eBt 11 e per la colza T45.L’EFSA ha inoltre organizzatouna riunione con gli Stati mem-bri in merito alla richiesta dirinnovo dell’autorizzazione peril MON810, onde scambiare in-formazioni e dare una rispostaai timori espressi da alcuniStati membri.Fonte : Ministero della Saluteed EFSA

Organismi Geneticamente ModificatiPossono essere vegetali, animali o batteri

Occhio al computer!Stare troppe ore davanti allo schermo può provocare disturbi visivi

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Fabio Cuoco

L’endometriosi è una malattiacronica e complessa che ri-guarda l’apparato genitalefemminile: in particolare si ve-rifica per la presenza anomaladel tessuto che riveste la pa-rete interna dell’utero, chia-mata, per l’appunto, endo-metrio, in altri organi, quali leovaie, le tube di Falloppio, ilperitoneo, la vagina o, addirit-tura, l’intestino.In passato, al fine di prevenirequesta malattia, si faceva affi-damento ai sintomi che la pa-ziente avvertiva, quali il dolorepelvico cronico e quello ovaricointermestruale. In ultima ana-lisi, era necessario effettuareun esame medico molto inva-sivo e con pericolosi effetti col-laterali, quale la risonanzamagnetica nucleare, accompa-gnata da alcuni esami gineco-logici, al fine di ottenere unadiagnosi più precisa.D’ora in avanti, però, tuttoquesto iter diagnostico nonsarà più necessario: i ricerca-tori della Fondazione ItalianaEndometriosi, infatti, hannoscoperto che, al fine di preve-nire e curare questa fastidiosae pericolosa malattia, sarà ne-

cessario esclusivamente ese-guire un banale esame del san-gue. Questo test sarà elaboratoutilizzando metodiche di nuovagenerazione, quali quelle diproteomica, come ad esempiol’analisi 2D Gel, le quali per-metteranno di individuare ra-pidamente, nel sangue delledonne a rischio malattia, unaspecifica proteina che, dalla ri-cerca degli studiosi della F.I.E.,risulta essere strettamente col-legata all’endometriosi.Tale innovazione è sicura-mente un enorme passo avantinella diagnosi e nella curadella malattia cronica uterina."Con questa scoperta si apreuna nuova era nella storiadella Endometriosi", ha dichia-rato Pietro Giulio Signorile,fondatore e presidente dellaFondazione Italiana Endome-triosi, che dal 2007 fa ricercasulla malattia. "Il nuovo testdiagnostico non invasivo, è al-tamente sensibile e quindiesaustivo, - prosegue - consen-tendo una diagnosi precoce enon invasiva anche quandol'endometriosi è ancora ad unostadio lieve". La sperimenta-zione è stata effettuata, comespesso accade in questo tipo diricerche, attraverso il metodo

empirico: sono stati prelevatidei campioni di sangue da ungruppo di donne affette dallamalattia ed altri da donne, in-vece, immuni dalla stessa. Cosìfacendo, è stato più sempliceconfrontarli e verificare l’effet-tiva presenza di quella speci-

fica proteina collegata all’endo-metriosi attraverso l’analisi del2D Gel, cioè la procedura di se-parazione delle proteine, e lamancanza della stessa nei pre-lievi delle donne non affette daendometriosi. Da oggi, dunque,le donne potranno avere una

diagnosi immediata e poco in-vasiva in merito alla presenzadi questa malattia cronica, che,seppur colpisca, secondo le sta-tistiche, soltanto il 10% di esse,è sicuramente un pericolo inpiù da prevenire ed evitare nelmodo più rapido possibile.

Nuovo test per diagnosticare l’endometriosi

Pile ad ossido di mercurioBrunella Mercadante

L'Unione Europea ha confer-mato il bando delle pile a bot-tone con mercurio dal mese diottobre 2015, escludendo chela scadenza della deroga checonsente ai produttori , fino al1 ottobre 2015, di immetteresul mercato pile a bottone con-tenenti mercurio, possa com-portare problemi per le protesiacustiche. La pila a bottone,chiamata anche pila ad ossidodi mercurio o pila Ruben-Mal-lory, fa parte delle pile alcaline,è una particolare cella galva-nica primaria, non ricaricabile.Si tratta di una pila miniatu-rizzata, costituita da un anododi zinco e un catodo di acciaio,separati da un elettrolita costi-tuito da una pasta alcalina diidrossido di potassio (KOH),utilizzata, per la ridotta dimen-sione e la lunga durata, sopra-tutto in apparecchi elettronici

di piccole dimensioni come oro-logi, calcolatrici, giochi ecc.Questa pila ha il vantaggio difornire un voltaggio costante,che implica uniformità dellacorrente erogata, fino al suo to-tale esaurimento, ma con

l'unico grosso inconveniente,che essendo costituita da Hg, èaltamente inquinante per l'am-biente.Il mercurio, infatti, è no-toriamente tossico e l'accumulonell'ambiente può causaredanni irreversibili. Nella rela-

zione finale della CommissioneUE del 15 ottobre 2014 - n° 632– si evidenza con chiarezza chesul mercato sono già presentialternative praticabili -senzamercurio- per le pile a bottoneusate nelle protesi acustiche,

come ad esempio, la tecnologiazinco-aria, il cui costo, attual-mente superiore di circa il 10%,dovrebb, peraltro, ridursi a se-guito dell'entrata in vigore delbando dell'Unione Europea. La questione è sorta dalla Di-rettiva 2006/66/CE che, cer-cando di rendere le batterie egli accumulatori il meno possi-bile dannosi per l'ambiente,come modificata nel 2013, sta-bilisce un divieto generale diimmettere sul mercato pile oaccumulatori contenenti piùdello 0,0005% di mercurio inpeso, ma prevede una derogatemporanea, appunto fino al 1ottobre 2015, per le pile a bot-tone con tenore di mercurio su-periore al 2%, affidando allaCommissione il compito di in-formare le altre istituzioni UE,entro il 1° ottobre 2014, sulladisponibilità di pile a bottoneper le protesi acustiche con-formi al divieto generale.

Si tratta di individuare una specifica proteina attraverso l’esame del sangue

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NELL’ERA DELLA FOTOSINTESI ARTIFICIALE

Fabiana Clemente

Fotosintesi clorofilliana? Dalle remini-scenze scolastiche, è facile figurarcinella nostra mente il processo chimico,mediante il quale le piante in presenzadella luce solare producono - a partiredall’anidride carbonica – una sostanzaorganica vitale per la pianta stessa. Ilglucosio!Ergo, è un processo biologicoin grado di raccogliere energia solare.Da qui in avanti sono stati numerosi itentativi realizzati con successo, pertrattenere luce solare, fonte inestima-bile di energia. Il fotovoltaico, peresempio, con modalità tecnologicheparticolari, soddisfa in pieno que-st’obiettivo. Ma lo sviluppo scientificonon si arresta qui! La fotosintesi natu-rale, come siamo abi-tuati a conoscerla, si èevoluta. Siamo entratinell’era della fotosin-tesi artificiale! E adaprire le porte in que-sto nuovo modo di in-tendere l’intelligenzaartificiale, è ancorauna volta il Giappone.Efficient light harve-sting via sequentialtwo-step energy accu-mulation using a Ru-Re5 multinuclearcomplex incorporatedinto periodic mesopo-rousorganosilica. È il

nome dello studio condotto da ungruppo di ricercatori giapponesi delTokyo Institute of Technology e del To-yota Central R&D Labs - un sistema ingrado di riprodurre la fotosintesi natu-rale. Si tratta di un meccanismo artifi-ciale che, attraverso l’utilizzo di foglieartificiali – progettate e realizzate adhoc – raccoglie la luce e rilascia ener-gia. Nello specifico della tecnica, ilteam di scienziati guidato da OsamuI-shitani, dell’Istituto di Tokyo, ha creatoun dispositivo con 440 foglie – utiliz-zate come assorbitori di luce - utiliz-zando tubi prodotti dalla cosiddettaorganosilica periodica mesoporosa(PMO) e bifenile (Bp) light-absorbing. Icomplessi PMO-Bp - collegati a cinquebastoni metallici di renio - trasferiscono

l’energia luminosaraccolta dai PMO-Bpad una sfera di ru-tenio centrale. I fotonidalla sorgente lumi-nosa sono concentratiprima attraverso i ba-stoncini renio e poi nelcentro di reazione delrutenio, limitando laperdita di energia du-rante il tragitto. In se-guito ad una serie disperimentazioni, ilgruppo di scienziatihanno dimostrato cheil centro di reazionedel congegno riesce ad

emanare una luce intensa, alimentatadall’energia fotonica proveniente dallefoglie artificiali. “Il nuovo sistema po-trebbe essere utilizzato per costruire fo-tocatalizzatori migliori, che possonoessere utilizzati per diversi scopi com-presa la riduzione della CO2 e l’ossida-zione fotocatalitica nell’acqua” –sostiene Ishitani. Una vera e propriarivoluzione scientifica che provoche-rebbe, di conseguenza, una rivoluzioneambientale – in termini di inquina-

mento atmosferico e cambiamenti cli-matici. L’importanza della fotosintesiartificiale è stata recentemente spie-gata da Elio Giamello – docente al-l’Università di Torino. Secondo le suespiegazioni, il nuovo sistema sarebbe lasoluzione ai problemi legati al consumospropositato dei fossili – combustibilialtamente inquinanti e per di più esau-ribili. Le tecnologie del futuro? Una ri-sposta ai danni che ci trasciniamo dalpassato.

DISSESTO IDROGEOLOGICO: DALLA TECNOLOGIA LE RISPOSTE ALLE EMERGENZERosa Funaro

La fragilità del territorio delnostro paese: un problema en-demico riportato alla ribaltadai recenti fatti di cronaca.Frane, alluvioni, terremotisono pericoli che troppo spessovengono affrontati in regimedi emergenza, in assenza diuna appropriata analisi del ri-schio e di una efficiente pro-grammazione a tutela delpaesaggio e dei cittadini. Ep-pure, oggi, gli strumenti of-ferti dallo sviluppo tecnologicosono molteplici e potrebberoessere di valido supporto allalimitazione dei danni a cose epersone.“Anticipare i dissesti causatidai fenomeni naturali è inparte possibile con nuove tec-nologie all’avanguardia che

sono state oggetto di studio ericerca per vari anni e cheoggi sono diventate realtà ma-ture, applicabili a prezzi ab-bordabili e quindi sfruttabilidai professionisti che ognigiorno si misurano con il no-stro territorio”, afferma Gian-luca Benedetti, consiglieredell’Ordine dei geologi del-l’Emilia Romagna.Come per esempio i droniprovvisti di sensori e videoca-mere che riescono a vedere erilevare dati in zone altri-menti inaccessibili. Oppurecon l’interferometria satelli-tare Permanent Scatters (PS).Attraverso i satelliti che pas-sano sopra le zone da monito-rare, permette di seguire neltempo lo spostamento di puntisul territorio (infrastrutture,edifici, affioramenti rocciosi).

“È un approccio indicato permonitorare l’evoluzione difrane lente o seguire i movi-menti indotti dallo scavo diuna galleria”, spiega sempreBenedetti.Tra le tecniche più promet-tenti spiccano inoltre le reti disensori wireless. Si tratta direti di strumenti capaci di co-

municare tra loro e con unacentralina madre che tramet-tono in tempo reale dati comela posizione o la velocità dispostamento. Informazionipreziose che consentono dimonitorare fenomeni defor-mativi di versante. Baste-

rebbe davvero poco per miglio-rare la qualità della vita dellepersone che vivono in contestiidrogeologici difficili. Basterebbe affidarsi a questi“angeli del cielo” prima, piut-tosto che a quelli “del fango”poi.

Il sistema ideato in Giappone che raccoglie luce e rilascia energia

Droni, satelliti, sensori wireless potrebbero essere impiegati nella sicurezza preventiva

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Antonio Palumbo

L’antropizzazione dei nostribellissimi paesaggi alpini, seb-bene necessaria allo sviluppodel turismo, importante fontedi profitto per le comunitàmontane, sta lentamente de-turpando le bellezze paesaggi-stiche delle nostre aree dimontagna. L’architettura delpaesaggio, in tal senso, è chia-mata ad affrontare tutte lecomplesse tematiche relativealla compatibilità delle trasfor-mazioni indotte con la tuteladell’integrità di questi territori.È però necessario che si rive-dano alcune concezioni tradi-zionali rispetto alle valenze,alle reali potenzialità e alle mo-dalità per interfacciarsi con taliaree. Lo spazio montano, in-fatti - e, segnatamente, quelloalpino - viene comunemente in-teso come spazio naturale con-nesso a dinamiche ed attivitàdi tipo antropico, ma continuaad essere visto come uno spazioisolato, come un mondo chiuso,una realtà a se stante: in que-sta prospettiva continuano adassumere una valenza nega-tiva tutte le “aggressioni” che atale spazio possono essere por-tate dal rapporto con la pia-nura e la città. Altro elementodi criticità è senz’altro legato alfatto che la pianura (e, peressa, la città) ha “usato” lamontagna, in questa prospet-tiva, come serbatoio di risorse(idriche, forestali, ecc.), comeostacolo da attraversare per la-sciare spazio alle comunica-zioni e ai commerci e, infine,come scenario e risorsa per le

molteplici attività del tempo li-bero (dunque, quale risorsa dasfruttare a fini turistici). Datutti questi “scambi” la monta-gna ha raramente tratto van-taggio, e, se vantaggio c’è stato,questo non è stato general-mente conseguito in modo di-retto, bensì attraverso politichepubbliche dirette alle aree mar-ginali del territorio: dunque, inuna logica di sostegno assisten-ziale e non di controprestazionee comunque in un rapporto di

sostanziale subalternità. Inuna nuova prospettiva di ri-cerca, pertanto, assume unruolo cruciale il concetto di“paesaggio”, inteso come sub-strato territoriale, tessuto con-nettivo della società locale edelemento propulsivo del suomodello di sviluppo. In talsenso, ogni trasformazione pae-saggistica va considerata comeun’occasione di mediazione e diincontro fra le comunità umanee l’insieme delle risorse am-bientali: un processo in conti-nuo divenire, che, per dirsi“sostenibile”, deve mantenerevitale e continuo il processo dicostruzione e ri-costruzione delpaesaggio. Vi sono tuttavia ancora moltisforzi da compiere per fondarequesto tipo di considerazioni suuna base scientifica, che con-senta di comprendere in modoesaustivo le interrelazioni esi-stenti fra lo sviluppo socio-eco-nomico e il paesaggio culturale:questo sia nel senso di com-prendere quali effetti di medio-lungo termine possonocomportare sul paesaggio cul-turale determinati scenari disviluppo, sia di individuare iltipo di paesaggio culturale ne-cessario a supportare determi-nate strategie di medio e lungo

periodo. Così soprattutto ri-guardo allo sviluppo turistico,cui, da circa un ventennio - dipari passo con una generalepresa di coscienza sulla neces-sità di tutelare l’ambiente ed ilpaesaggio - sembrano per for-tuna accompagnarsi fenomenidi ristrutturazione e valorizza-zione del territorio, allo scopo diridurre il più possibile gli im-patti degli interventi di trasfor-mazione in ambito montano. Inbuona sostanza, dunque, si

tratta di affrontare lo scenariofortemente dinamico che at-tende lo sviluppo territorialedelle aree montane nei pros-simi anni, mettendo a puntouna metodologia che permettadi leggere in anticipo gli esitidelle dinamiche sociali ed eco-nomiche in corso, correlandolecon le trasformazioni che è pos-sibile attendersi in termini dievoluzione del paesaggio e degliecosistemi che ad esso fanno ri-ferimento.

L’antropizzazione dei paesaggi montaniLe trasformazioni devono essere quanto meno impattanti sul territorio

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Cristina Abbrunzo

Per ogni società che si adattaal cambiamento c’è semprequalche nostalgico che portanel futuro un pezzo del pro-prio passato: è il caso di chi hariadattato le vecchie cabinetelefoniche per trasformarlein biblioteche alla portata ditutti, o meglio in “biblioca-bine”. È questo il nome del piano diriqualificazione degli spazipubblici che sta spopolando intutta Europa e che non pas-serà sicuramente inosservato.Colui che ha risollevato dalleceneri le cabine ormai in di-suso, vittime della rivoluzionesocio-comunicativa del Web2.0, ha il nome di John Locke,architetto newyorchese che,nel progetto di riorganizza-zione urbanistica “Depar-tment of Urban Betterment”,ha pensato bene di riproporlenell’inedita veste di “bibliote-che on the road” in modo daporre i riflettori sui libri, en-nesime vittime di Internet edegli e-book.Dopo vari tentativi non an-dati a buon fine, Locke ha inseguito trovato la formulaperfetta per rendere questoservizio alla portata di tutti eben accolto dall’utenza ne-wyorchese , tanto che la sua

originale idea è sbarcataanche nel vecchio continente.Stesso progetto diversa na-zione, questa volta le biblioca-bine sono arrivate nellaRepubblica ceca, a Praga,dove due giovani studentihanno compreso dai vari ten-

tativi di Locke l’importanza ditrovare una giusta locationper la realizzazione del pro-getto e quale miglior luogo senon l’ospedale IKEM. Qui infatti i pazienti possonofinalmente affrontare le lorolunghe giornate in compagnia

di un buon libro grazie al lorobox rosso. Finalmente un servizio senzascadenza che chiunque puòarricchire con donazioni ditesti da mettere a disposi-zione di tutti. Un’iniziativa di grande im-

portanza che mira al recuperodelle migliaia di cabinesparse in tutti i paesi europeiche come Germania, Svezia eRegno Unito stanno seguendocon successo le orme dellaRepubblica Ceca. E l’Italia? C’è stata una mag-gioranza di pessimisti che hacreduto l’iniziativa delle bi-bliocabine possibile dapper-tutto tranne che in una dellepietre miliari della culturacome l’Italia.Una contraddizione che vienesmentita dalla recente inau-gurazione della prima cabinadi bookcrossing della capitale.Sorta grazie all’impegno delComitato di quartiere Torre-sina, con l’aiuto di TelecomItalia, la bibliocabina made inItaly è situata nel parco Mon-tanelli.Il funzionamento è semplice:chiunque può entrare, sce-gliere un libro, e riconse-gnarlo una volta terminato.Ad evitare atti di vandalismoe furti, un severo sistema disorveglianza e timbratura deivolumi.La volontà è di creare anchenelle nostre strade uno o piùpunti di condivisione cultu-rale a disposizione di tutti co-loro che ne abbiano interessee perchè no, di far avvicinarepiù persone possibili all’im-menso mondo dei libri.

Solarbox: a londra le cabine telefoniche “verdi”Ricaricano gratis cellulari e tablet

Iconico simbolo di una dellecittà più belle al mondo, le vec-chie cabine telefoniche di Lon-dra, le box-red ormai in disusoda moltissimi anni, ritornano anuova vita e si vestono diverde, ma non è solo un fatto ditinta, le cabine diventano“green” anche nell’utilizzo, in-novativo e trendy.Dopo la splendida idea delle“Biblio cabine” che diventanomini biblioteche pubbliche,fuori dai concetti di spazio,tempo e monotonia o frenesiametropolitana che si voglia, na-scono le “Solarbox”.Le oltre 11mila cabine rossesparse nel paese, solo a Londrasono 2mila, verranno trasfor-mate in un impianto per l’ener-gia solare dove i cittadinipotranno entrare a ricaricare ilcellulare o altri dispositivi por-

tatili. Ogni cabina sarà dotatadi un pannello fotovoltaicoposto sopra il tetto in grado diimmagazzinare la luce solaredi Londra, ricaricando fino a100 cellulari o tablet al giorno,anche di notte e nelle giornatepiovose. La prima “solar-box” ègià stata messa in uso davanti

alla stazione della metropoli-tana di Tottenham CourtRoad, e via via tutta la cittàvedrà le cabine diventaregreen. L’interesse per l’usodello spazio pubblico e dellerinnovabili ha spinto KirstyKenney e Harold Craston, stu-denti della “London School of

Economics” a creare una gio-vane start up capace di trasfor-mare le cabine dismesse incentri di ricarica per smar-tphone, tablet e altri gadgetelettronici, senza produrre unsolo grammo di anidride carbo-nica. Il loro geniale progetto,grazie alla vittoria di un con-corso pubblico, verrà imple-mentato in tutto il paese entrola primavera 2015 e finanziatocon le pubblicità affisse nellestesse solar-box. Un utilizzo in-telligente per le vecchie cabinetelefoniche che fanno parte del-l’arredo urbano da sempre, matroppo superate e inutili; losmantellamento avrebbe pro-curato grandi disagi e spese ec-cessive alle casse pubbliche;cosi invece daranno nuovo co-lore alla città e un utilizzo alpasso con i tempi. C.A.

Le bibliocabine arrivano anche in Italia Per una cultura sostenibile ed on the road

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Eleonora Ferrara

Ancora tanto clamore su una ri-forma appena approvata dallaCamera dei deputati.In Senato già si è pronti ad af-frontare un acceso confronto peril nuovo passaggio del disegno dilegge che, senza ulteriori corre-zioni, potrebbe raggiungere lapropria definizione, sebbene inun clima quanto mai teso.In effetti, il via libera della Ca-mera alla legge di stabilità èstato ottenuto con 324 sì e 108no. L’obiettivo della manovra èessenzialmente quello di com-battere i finti poveri, di incenti-vare le assunzioni a tempoindeterminato mediante la de-contribuzione per ogni nuovo as-sunto a partire dal 01/01/2015,nonché la deduzione integraledel costo del lavoro dall’imponi-bile IRAP. Al contempo si au-menta il fondo per l’attuazionedella riforma degli ammortizza-tori, prevista dal Jobs act.Aumenta anche il Fondo per lenon autosufficienze con la previ-sione di risorse per far fronte anuove patologie come la ludopa-tia. Stabilizzato anche il bonusIRPEF do ottanta euro per i la-voratori dipendenti, con speri-mentazione, a partire dal 2015,dell’anticipazione del TFR inbusta paga a quei lavoratori chene facessero richiesta.Il Ministro Padoan, dal cantosuo, si dice convinto che questalegge di stabilità “ consentiràall’Italia di avviare quell’inver-sione di tendenza, in termini dicrescita economica e occupazio-nale, attesa da anni e di affron-tare il 2015 con una fiduciaaccresciuta”. Secondo il Mini-stro, quindi, l’esame alla Ca-mera del DDL di stabilità per il2015, migliorandone gli ele-menti fondamentali, non ne haalterato l’impianto, constatandoquanto gli emendamenti appro-vati abbiano rafforzato quegliaspetti della manovra, legatialle politiche per la famiglia edalle persone più disagiate, non-ché al reperimento delle risorseper i lavoratori svantaggiati, peril sostegno delle imprese ita-liane e per la ricerca e la cul-tura. Intanto, ad un Premierche afferma, mediante video-messaggio rivolto all’assembleadella CNA, “Chi la mattina sialza e prova a fare il suo me-stiere e lo fa mettendosi in giocotutto, è un eroe dei tempi nostri,è un eroe della quotidianità.Ciascuno di voi è un imprendi-

tore, un artigiano, un lavoratoree sa perfettamente che partirela mattina con il grido tanto nonce la faremo mai, non è soltantofrustrante, rende impossibilel’impresa” , Susanna Camusso,leader della CGIL, ha replicato“ Il futuro di un Paese non puòessere fatto da eroi, ma da per-sone normali. Quando si indi-cano degli eroi, bisogna indicarepersone che fanno cose straordi-narie”, Poi ha soggiunto ancora“ Il Premier dovrebbe ricordarsiche se gli imprenditori hannoattraversato questa crisi, è per-ché c’erano i lavoratori con i lorosacrifici. Penso che gli eroi sianoi lavoratori che continuano a la-vorare, nonostante ogni giornosi sentano più ricattati e tuttiquelli che non prendono lo sti-pendio da mesi, ma continuanoa recarsi sul posto di lavoro”.Intanto, dal canto suo, il presi-dente di Cinfindustria , GiorgioSquinzi, ritiene che “ Tutti gliItaliani sono eroi in questo mo-mento”. Il ministro Poletti tran-quillizza gli imprenditori chenessun onere sarà previsto inpiù per le imprese, affermando“ Non abbiamo intenzione diprodurre balzelli ulteriori, ele-menti di appesantimento. Sepossiamo fare qualcosa è tro-vare la maniera di costruire un

ponte che aiuti le imprese a cre-scere….” Ciò che continua a pre-occupare le imprese, resta,senz’altro, la questione del pos-sibile incremento dell’inden-nizzo economico per ilicenziamenti illegittimi. Il Go-verno, intanto, nell’attuazionedella delega, non sembra modi-ficare le cose per le imprese finoa quindici dipendenti, conside-rando, invece, la possibilità di

una doppia opzione per le mediee grandi imprese. In caso di con-tenzioso, infatti, il giudice puòordinare il pagamento di 1,5mensilità di ogni anno di anzia-nità aziendale, con un tetto chepotrebbe essere di 24 o 36 men-silità, in alternativa l’imprendi-tore può offrire al lavoratorelicenziato un’indennità di unamensilità per ogni anno di ser-vizio, con un tetto a 18 o a 24

mensilità.Si sa che il DDL delega prevede,per i licenziamenti economici il-legittimi, il pagamento di un in-dennizzo “ certo e crescente inbase all’anzianità di servizio”, alposto della reintegra, che verràconfermata “nei licenziamentinulli e discriminatori e per spe-cifiche fattispecie di licenzia-mento disciplinare ingiu-stificato”.

URBANISTICAL'art. 30 del d.l. 21 giugno 2013, n. 69 (c.d."decreto del fare"), convertito con legge 9agosto 2013, n. 98 ha mantenuto fermo ilprincipio che costituiscono interventi ditrasformazione urbanistica ed edilizia delterritorio e sono subordinati al permesso dicostruire gli interventi di ristrutturazioneedilizia che comportino un organismo edi-lizio in tutto o in parte diverso dal prece-dente, un aumento di unità immobiliari,modifiche del volume, dei prospetti e dellesuperfici ovvero che, limitatamente agliimmobili compresi nelle zone omogenee A,comportino un mutamento della destina-zione d'uso ed ha consentito, ricompren-dendoli nell'ambito degli interventi diristrutturazione edilizia soggetti perciò aScia, sia le opere consistenti nella demoli-zione e ricostruzione con la stessa volume-tria (non più anche con la stessa sagoma)del manufatto preesistente e sia gli inter-venti di ristrutturazione volti al ripristinodi edifici, o parti di essi, eventualmentecrollati o demoliti, attraverso la loro rico-struzione ma non ha sottratto, in tale caso,al regime del permesso di costruire le operedelle quali non sia possibile accertare la

preesistente consistenza, fermo restandoche se l'intervento è eseguito in zona vin-colata deve, in ogni caso, essere anche ri-spettata la medesima sagoma dell'edificiopreesistente tanto per gli interventi di de-molizione e ricostruzione quanto per quellivolti al ripristino di edifici, o parti di essi,eventualmente crollati o demoliti, attra-verso la loro ricostruzione. Cass. Sez. III n.40342 del 30 settembre 2014 (Ud 3 giu2014).

RIFIUTIAl di fuori dall'utilizzazione agronomica, sideve fare riferimento tanto per la sansaquanto per le acque di vegetazione alla ca-tegoria dei rifiuti qualora di esse si facciauna raccolta finalizzata, come nella specie,all'abbandono, mediante raccolta in conte-nitori o in invasi (nel caso di specie si è trat-tato di una vasca interrata nonimpermeabilizzata di vaste dimensioni).Corte Suprema di Cassazione Sez. III n.40533 del 1 ottobre 2014 (Ud 17 giugno2014)INQUINAMENTO ACUSTICOLa Cassazione Penale, Sezione III, con laSentenza n. 42026 09/10/2014 (udienza 18-09-2014), ha stabilito che, la condotta costi-tuita dal superamento dei limiti diaccettabilità di emissioni sonore derivantidall'esercizio di professioni o mestieri ru-morosi non configura l'ipotesi di reato di cuiall'art. 659 c.p., comma 2, ma il solo illecitoamministrativo ex L. 26 ottobre 1995, n.447, art. 10, comma 2, (legge quadro sul-l'inquinamento acustico), in applicazionedel principio di specialità contenuto nellaL. 24 novembre 1981, n. 689, art. 9.

A.T. e E.F.

Viaggio nelle leggi ambientali

L’attuazione del Jobs ActLLAVORO E PREVIDENZA

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Andrea Tafuro

Il sogno segreto di ogni consu-matore che si rispetti è di pos-sedere qualcosa di nuovo unpo' prima di quando necessa-rio, il desiderio gli procura unperenne stato di fibrillante ec-citazione compulsiva. Questosenso di appagamento gode-reccio è il frutto delle provoca-zioni di un espediente che sichiama obsolescenza program-mata, definizione coniata daldesigner americano BrookStevens nel secolo scorso, cioèla pratica di contenere artifi-cialmente il ciclo vitale di unprodotto in modo da incremen-tare le vendite a favore delproduttore. Ho ragionato suquesto concetto, perché la bat-teria del telefonino di mio fi-glio non carica più, sonoandato a chiederne il costo diuna nuova…questi superavadi gran lunga il costo comples-sivo di un nuovo cellulare. Misa che ha ragione Murphy,quando dice:”Se costa menocomprare un telefonino nuovo,insisteranno perché non si ri-pari quello vecchio”. Orbene,

ho spiegato a mio figlio che nel2003 la casa produttrice delsuo telefonino, al top tra gliaggeggi trendy, venne portatain tribunale con l'accusa diaver montato su un suo dispo-sitivo, una batteria progettataappositamente di breve du-rata per costringere i consu-matori a comprare un nuovomodello dopo poco tempo.In realtà l'idea risale a quasi

cento anni fa. Siamo nel Na-tale del 1924, i principali pro-duttori di lampadine, tra cuiGeneral Electric Company,Tungsram, Compagnie diLampes, Osram e Philips, isti-tuirono un cartello:Phoebus.Lo scopo era di controllare ilmercato delle lampadine e il

consumatore. I progettisti e gliingegneri furono indotti ad ab-breviare la durata delle lam-padine al solo scopo diaumentare la domanda. Finoad allora la durata pubbliciz-zata delle lampadine era di2500 ore mentre con il cartello,i membri del Phoebus, bandi-rono tutte le lampadine conuna durata superiore a 1000ore. Ufficialmente il cartello

non è mai esistito, ma l'ideolo-gia dell'obsolescenza program-mata da allora si diffusesempre di più. Nel 1928 un'im-portante rivista pubblicitariasentenziò:"Per il mondo degliaffari un capo di abbiglia-mento che rifiuta di consu-marsi è una tragedia". Pernostra fortuna sembra chesiamo usciti da un tale circuitodi assoggettamento, infattil’Europa sta, timidamente,iniziando a parlare di abban-donare la pervasiva culturadello spreco e passare a unmodello più circolare, ovvero aprodotti economici e innova-tivi, progettati per durare, peressere riparati e riciclati. Ilconcetto è quello dell’economiacircolare, in cui bisogna rici-clare le nostre ricchezze, per-ché i rifiuti sono troppopreziosi per andare sprecati.Pensate che il riciclaggio e leattività di urban mining, il re-cupero di materie prime dai ri-fiuti urbani, consentonoattualmente di ricavare 350grammi di oro da una tonnel-lata di rifiuti elettronici. Sitratta di un risultato di moltosuperiore a quello che è ingrado di ottenere l’industriamineraria tradizionale. Baste-rebbe riciclare in questo modosolamente il 3% dell’oro esi-stente, ad esempio estraendolodai telefoni cellulari… ancheda quello di mio figlio, per sod-disfare il 100% della nuova do-manda. Sono ben consapevole,d’altra parte, che passare aun’economia circolare implicauna trasformazione dell’interanostra bella società, che modi-

fichi i processi strutturali diuna organizzazione, che svi-luppi innovazioni di peso nelletecnologie e nella società nelsuo insieme, perché nessunomi può contestare se dico cheviviamo in paesi con alti tassidi consumo e quindi dispo-niamo di risorse riciclabili. Per circolare deve intendersiun’economia in grado di rige-nerarsi da sola, dove insistonodue tipi di flussi di materiali,vi sono quelli tecnici che pos-sono essere ottimizzati e riva-lorizzati cosi evitiamo direintrodurli nella biosfera equelli biologici in grado di es-sere reintegrati nelle zonedella Terra in cui le condizioniambientali permettono lo svi-luppo della vita. Si tratta diimplementare un sistema, incui tutte le attività sono piani-ficate in modo che i rifiuti diqualcuno formino risorse perqualcun altro. Mentre oggi lacatena economica si reggesullo schema dell’ estrazione,della produzione, del consumoe dello smaltimento/rifiuto, ca-ratteristiche dell’economia li-neare. Se davvero funzionassel’economia circolare, la primacosa a fallire sarebbe l’obsole-scenza programmata dei pro-dotti, poiché si svilupperebbeun’economia di tipo collabora-tiva dove al centro non c’è ilprodotto in quanto tale, tantomeno la proprietà, ma la suafunzione e il suo utilizzo. Seuna lavastoviglie viene conce-pita in grado di lavorare per10 mila cicli e non per 2 mila,potrà essere utilizzata da piùdi un consumatore attivando

meccanismi economici a filieracorta: noleggio, riadopero o ri-vendita diretta.Alla fine avremo reso possibilela realizzazione di una nuovacultura industriale, dove ver-ranno utilizzate fonti energe-tiche rinnovabili, dove vi saràun diffuso passaggio di infor-mazioni tra molteplici e di-versi soggetti economici. Ilcontesto dove si creeranno leopportunità avrà una forte ca-pacità di innovazione, in gradodi produrre prodotti efficienti,durevoli, riciclabili e riutilizza-bili in altre forme. Voglio cheil mio telefonino sia progettatoin modo da rendere sempliceed economico riciclarne i pezzie recuperarne i materiali rarie soprattutto abbia un prezzoaccessibile.Va bene Andrea! Ma per di-ventare appetibile l’economiacircolare deve garantire reddi-tività, cioè non basta che siabuona, deve essere conve-niente. L’Unione Europea cidice che: “La prevenzione deidanni ambientali e il passag-gio a un'economia a basseemissioni di carbonio rappre-sentano una sfida per la so-cietà, ma offrono anche nuoveopportunità di business per leimprese che immettono pro-dotti e servizi verdi sul mer-cato. La rifabbricazione, lariparazione, la manutenzione,il riciclaggio e l'ecodesignhanno grandi potenzialità didiventare volani della crescitaeconomica e della creazione diposti di lavoro, recando con-temporaneamente un signifi-cativo contributo nell'affron-tare le sfide ambientali”. Sa-rebbe una bella cosa pensareai regali di natalizi tenendopresente queste cose.

RICICLIAMO LE NOSTRE RICCHEZZE Dacci il superfluo e faremo a meno del necessario (J. L. Motley)

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11 dicembre 2014 - Yarn Bombing da New York a Napoli: l'arte di strada contro chi imbratta e sporca la città.

Elementi di arredo urbano realizzati da donne partenopee amanti del lavoro a maglia o ad uncinetto

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UN NATALE MOLTO SPECIALENuove "Luci di Speranza" illuminano le vie e le piazze diCasal di Principe, San Cipriano d'Aversa e Casapesenna,comuni del napoletano noti soprattutto come "Terra dei Fuo-chi". Il progetto è dell'artista Giovanni Pirozzi ed è statorealizzato grazie all'impegno e alla dedizione di circa 800volontari di alcune associazioni locali. Si tratta della realiz-zazione di circa 480 istallazioni decorative create con l'uti-lizzo di bottiglie di plastica riciclate e rimodellate: fiori emani giganti, alberi natalizi, renne, personaggi, uccelli, eanimali di ogni tipo animano un lungo tragitto che uniscei tre comuni. L'iniziativa vuole essere simbolo di un popolodesideroso di cambiamento per se stesso e le proprie terre,di un popolo che vuole ricominciare a camminare sulle pro-prie gambe e a dimostrare che, a volte, la volontà è moltopiù forte di ogni altra cosa.