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a.a. 2011-2012 Corso di Storia moderna Modulo 2 Re e regalità nell’età moderna

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a.a. 2011-2012

Corso di Storia moderna

Modulo 2

Re e regalità

nell’età moderna

2

L’idea imperiale

Ludovico Ariosto, Orlando furioso

edizione 1532canto XV, ottave XXIII-XXVI

Astolfo, nobile inglese e cavaliere di Carlo Magno, è liberato dall’incantesimo di Alcina, fugge dall’isola e percorre il mondo da est a ovest per tornare in Francia / Andronica, che lo accompagna per volontà della maga Logistilla, gli mostra i luoghi anticipandogli eventi futuri / in queste ottave si luoghi anticipandogli eventi futuri / in queste ottave si annuncia l’avvento di Carlo V imperatore

Le ottave su Carlo V furono aggiunte fra il 1526 e il 1532, quando i rapporti fra gli Este, duchi di Ferrara, erano buoni.Sembra che Carlo abbia ricompensato Ariosto con un diploma di poeta laureato.

edizione a cura di Lanfranco Caretti, Einaudi, Torino 1985

Ludovico Ariosto, Orlando furioso, canto XV, ottave XXIII-XXIV

XXIII

Veggio la santa croce, e veggio i segni,

imperial nel verde lito eretti:

veggio altri a guardia dei battuti legni,

altri all’acquisto del paese eletti:

veggio da dieci cacciar mille, e i regni

di là da l’India ad Aragon suggetti;

e veggio i capitan di Carlo quinto,e veggio i capitan di Carlo quinto,

dovunque vanno, aver per tutto vinto.

XXIV

Dio vuol ch’ascosa antiquamente questa

strada sia stata, e ancora gran tempo stia;

né che prima si sappia, che la sesta e la settima età passata sia:

e serba a farla al tempo manifesta,

che vorrà porre il mondo a monarchia,

sotto il più saggio imperatore e giusto,

che sia stato e sarà mai dopo Augusto.

Ludovico Ariosto, Orlando furioso, canto XV, ottave XXV-XXVI

XXV

Del sangue d’Austria e d’Aragon io veggio

nascer sul Reno alla sinistra riva

un principe, al valore del qual pareggio

nessun valor, di cui si parli o scriva.

Astrea veggio per lui riposta in seggio,

anzi di morta ritornata viva;

e le virtù che cacciò il mondo, quandoe le virtù che cacciò il mondo, quando

lei cacciò ancora, uscir per lui di bando.

XXVI

Per questi merti la Bontà suprema

non solamente di quel grande impero

ha disegnato ch’abbia diadema

ch’ebbe Augusto, Traian, Marco e Severo;

ma d’ogni terra, e quinci e quindi estrema,

che mai né al sol né all’anno apre il sentiero:

e vuol che sotto a questo imperatore

solo un ovile sia, solo un pastore.

Riferimenti ariosteschi / 1

“d’ogni terra, e quinci e quindi estrema”:

VIRGILIO, Eneide, canto VI, vv. 795-6 [Cesare Augusto]

“solo un ovile sia, solo un pastore”:Vangelo di Giovanni, cap. X, parabola del buon pastore, Vangelo di Giovanni, cap. X, parabola del buon pastore, v. 16 [“E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore” / http://www.maranatha.it/Bibbia/5-VangeliAtti/50-GiovanniPage.htm ]

Riferimenti ariosteschiASTREA

ASTREA - Divinità dell’antica Grecia, figlia di Giove e di Temi, che presiedeva alla formazione delle leggi ai tribunali. Discese in terra nell’età dell’oro, ma il primo delitto degli uomini la costrinse a rifugiarsi in cielo, dove formò il segno zodiacale della Vergine. Madre di Hypnos (il Sonno).

Fonti:

- Ovidio, Metamorfosi, I, vv. 149-150 - Ovidio, Metamorfosi, I, vv. 149-150

Victa iacet pietas, et Virgo caede madentes,ultima caelestum, terras Astraea reliquit.[Vinta giace la bontà, e la vergine Astrea, ultima degli dei, lascia la Terra madida di sangue]

- Virgilio, Bucoliche, ecloga IV, vv. 5-8

Ultima Cumaei venit iam carminis aetas;

magnus ab integro saeclorum nascitur ordo.

Iam redit et Virgo, redeunt Saturnia regna;

iam nova progenies caelo demittitur ab alto.

Frances YatesAstrea. L’idea di Impero nel CinquecentoAstrea. L’idea di Impero nel Cinquecento

ed. or. Routledge, London 1975

trad. it. Einaudi, Torino 1978

La “speranza imperiale”

Al di là dei successi politici degli imperatori che si succedono nel medioevo, Yates individua una “speranza imperiale” latente, che si una “speranza imperiale” latente, che si risveglia in alcune epoche, incarnandosi in una cultura eclettica, che si tramanda nel tempo.

La speranza imperiale è l’auspicio che sia restaurato un potere politico unico e universale, sotto il quale l’umanità trovi la pace e la giustizia [Astrea].

Astrea fra utopia e storia

Il mito classico di Astrea sta a significare che la giustizia non è del mondo umano. Essa è utopia.

Astrea è legata all’idea dell’età dell’oro, all’Inizio, in una concezione ciclica che vede in sequenza digradante:

- età dell’oro, governata da Saturno

- età dell’argento (Giove)

- età del bronzo- età del bronzo

- età del ferro.

Quando sopraggiunge l’età del ferro, in cui l’uomo e il mondo sono totalmente corrotti a causa dell’empietà, Astrea lascia, ultima fra gli dei, la terra.

La “speranza imperiale” esprime l’aspettativa che l’utopia si trasformi in realtà, cioè che Astrea, contrariamente al mito, faccia ritorno, che l’età dell’oro, in cui Astrea è viva e presente, sia ripristinata nella storia.

Il Medioevo e la renovatio imperii

- Impero romano nella sua dimensione storica

- Esaltazione della età di Augusto come età di pace, di giustizia e di unità (Virgilio, I secolo), → ritorno dell’età dell’oro

- Costantino e l’avvento di un impero cristianizzato (Eusebio e Lattanzio / III e IV secolo)(Eusebio e Lattanzio / III e IV secolo)

- Agostino (IV-V secolo): alterità e contrapposizione fra la civitas Dei e la civitas terrena / introduce una concezione negativa dell’Impero, che però la cultura medievale riabilita inserendolo nell’ordine provvidenziale come premessa e scenario dell’avvento di Cristo e della cristianizzazione del Mediterraneo

- Carlo Magno: attua la renovatio imperii nell’Europa cristiana

Carlo Magno e la renovatio

- l’impero di Carlo Magno supera la dicotomia agostiniana, perché l’impero non solo ospita Cristo, come il romano, ma è pienamente e principalmente cristianoprincipalmente cristiano

- la qualità cristiana dell’impero rinnovato deriva:

a) dalla mediazione della Chiesa

b) dalla natura mista, laica e clericale dell’imperatore [imperatore = diacono / livello inferiore dell’ordine sacro; preposto fra l’altro alla lettura del testo sacro]

Recupero ‘figurale’ dell’opera virgiliana:

Permette di conciliare la componente ‘classica’ dell’ideologia imperiale con la visione cristiana

- Eneide, libro VI [celebrazione dell’impero di Augusto]- Eneide, libro VI [celebrazione dell’impero di Augusto]

- Bucoliche, ecloga IV [annuncio del ritorno dell’età dell’oro]

Visione ciclica e visione provvidenziale, che fondano l’idea di un periodico ritorno dell’età dell’oro sotto gli imperatori cristiani

DOTTRINA DELLA MONARCHIA UNIVERSALE CRISTIANA

Traslatio imperii: trasferimento dell’impero a settentrione

Impero franco → componente germanica:

- nobiltà- nobiltà

- feudalesimo

- spirito militare e cavalleria

Idea di un imperatore restauratore/riformatore che viene dal nord

[conciliazione di renovatio e translatio]

Il contributo della cultura giuridica romanistica e ghibellinismo

- Scuola di Bologna, XII e XIII secolo

- esempio di Federico II di Svevia, imperatore germanico e re di Sicilia, che arricchisce la tradizione imperiale cristiana di Sicilia, che arricchisce la tradizione imperiale cristiana con un’enfasi sulla giustizia [necessitas, iustitia, providentia]

- Contrapposizione con la Chiesa e sviluppo del ghibellinismo: rivendicazione dell’indipendenza e dell’autonomia dell’impero / pieno riscatto della civitasterrena

Dante, De monarchia, 1312-1313

“La Monarchia temporale, la quale si chiama impero, è un

principato unico e sopra tutti gli altri nel tempo, ovvero in quelle

cose che sono nel tempo misurate” (Libro I, § 2)

“Il perché, a queste guerre e a le loro cagioni torre via, conviene “Il perché, a queste guerre e a le loro cagioni torre via, conviene

di necessitade tutta la terra … essere Monarchia, cioè uno solo

principato, e uno prencipe avere; lo quale tutto possedendo, li

regi tenga contenti ne li termini de li regni, sì che pace intra loro

sia … in questo amore … l’uomo viva felicemente: questo è quello

per che esso è nato”

[Convivio, trattato IV]

Dante: Impero = riforma

Dante teorizza un impero autonomo rispetto alla chiesa e legittimato dalla missione di mettere in salvo chiesa e legittimato dalla missione di mettere in salvo la sfera temporale.ASSOCIA ALL’IDEA DI IMPERO IL CONCETTO DIRIFORMA DELLA SOCIETAS CHRISTIANA, DELLA POLITICA E DELLA CHIESA

Successivi sostenitori dell’idea imperiale sono Marsilio

da Padova e William of Ockham

Umanesimo: offuscamento dell’idea imperiale

- abbandono dell’interpretazione figurale e

storicizzazione

- avversione per la componente germanica

dell’impero vigentedell’impero vigente

- repubblicanesimo

- recupero dell’universalismo sul piano culturale

in alternativa

- nascita del realismo politico (Machiavelli)

Carlo Vimperatore del Sacro Romano Impero 1519-1556imperatore del Sacro Romano Impero 1519-1556

Yates

Brandi

Carlo V e la reviviscenza dell’impero

- elezione imperiale di Carlo

- religiosità personale di Carlo

- influssi erasmiani e stoici alla corte di Carlo

- idea di una riforma della Chiesa per la pace e la salvezza della cristianità (di origine erasmiana)

- recupero della dottrina dantesca attraverso Mercurino da - recupero della dottrina dantesca attraverso Mercurino da Gattinara

- ideale cristiano-cavalleresco e Toson d’oro

- carattere profondamente imperiale del sistema territoriale di Carlo

- inclusione delle terre americane e prospettiva di una universalità mai verificatasi in precedenza: PERFEZIONAMENTO dell’impero

- la divisa imperiale “plus oultre” e il nuovo simbolismo

L’imperatore Carlo V a Mühlberg

1547

ritratto di Tiziano

Vecellio,

1548

Museo del Prado,

Madrid

el

Campidogli

o

Mercurino di Gattinara e l’idea imperiale

«Sire, poiché Dio vi ha concesso la prodigiosa

grazia di elevarvi sopra tutti i re e i principi

della cristianità, ad una potenza che fino a

oggi ebbe soltanto il vostro predecessore Carlo oggi ebbe soltanto il vostro predecessore Carlo

Magno, voi siete sul cammino della monarchia

universale, della riunione della cristianità sotto

un solo pastore».

Karl Brandi, Carlo V, Einaudi 1961, p. 100

L’impresa di Carlo V, con le colonne d’Ercole e il motto “plus oultre”

Divisa di Carlo V

Divisa = motto

“Chiaramente si vede come ella fu fatta da quel

supremo principe, o più tosto da Dio inspirata, supremo principe, o più tosto da Dio inspirata,

come per augurio dell’acquisto di questi nuovi

mondi incogniti agli antichi e di tanto spazio che

sono molto più d’altretanto che non era il primo”

[Girolamo Ruscelli, Imprese illustri, Venezia 1572]

Porträt des Kaisers

Maximilian und

seiner Familie

(Kaiser Maximilian I. mit

seinem Sohn Philipp dem

Schönen, seiner Gattin Maria

von Burgund, seinen Enkeln

Ferdinand I., Karl V. und Ferdinand I., Karl V. und

seinem Schwiegerenkel

Ludwig )

***

Bernard Strigel

primo quarto XVI secolo

Olio su tavolaWien, Kunsthistorisches

Museum

L’Ordine cavalleresco del Toson d’oro

Istituito dal duca di Borgogna Filippo III nel 1430, a Bruges (Fiandre), sull’esempio dell’inglese Ordine della Giarrettiera.

L’emblema è il vello [tosone] d’oro dell’ariete, oggetto della ricerca degli Argonauti guidati da oggetto della ricerca degli Argonauti guidati da Giasone nella Colchide. Il vello pende dal collare di acciarini d’oro intervallati da pietre focaie.

Passata agli Asburgo la guida dell’ordine con Massimiliano I, questo diventa il più prestigioso d’Europa.

L’arciducaCarlo d’Asburgo

Erasmo da RotterdamInstitutio principis

christiani

1515[scritto per l’arciduca Carlo]

• ritratto di erasmo

trad. it. a cura di Margherita

Isnardi Parente,

Morano, Napoli 1977

Ritratto di Erasmo di Hans

Holbein il giovane, 1532

Museo del Louvre

Erasmo da RotterdamInstitutio principis christiani

1515 1

DESIDERIO ERASMO DA ROTTERDAM SALUTA L’ILLUSTRISSIMO

PRINCIPE CARLO, NIPOTE DELL’INVITTO IMPERATORE MASSIMILIANO

Se, o Carlo, il più augusto fra i principi, tutta la sapienza in ogni sua

forma è di per sé cosa egregia, nessun genere di essa peraltro

Aristotele ritiene più elevato di quello che insegna a comportarsi da

PRINCIPE OTTIMO.

Trad. it. a cura di Margherita Isnardi Parente, p. 49

Erasmo da RotterdamInstitutio principis christiani

1515 2

“L’unica cosa che il principe deve avere ben in vista nel reggere lo

stato è quella stessa cui deve mirare il popolo nell’eleggerlo:

l’UTILITA’ PUBBLICA, con la rimozione di ogni passione privata” (p.

54)

“Se fossero la collana, lo scettro, la porpora, il seguito a fare il re, che “Se fossero la collana, lo scettro, la porpora, il seguito a fare il re, che

mai vieterebbe di considerare re gli attori delle tragedie, che si

presentano sulla scena con i medesimi ornamenti?” (66)

“Non credere che Cristo stia nelle cerimonie, cioè nell’attenersi a ciò

che è stato istituito dalla Chiesa. Non è cristiano chi ha ricevuto il

lavacro del battesimo, o l’unzione, chi assiste alle sacre funzioni,

ma chi ama Cristo nell’intimo del suo cuore e lo porta espresso

nelle sue pie opere” (67)

Erasmo da RotterdamInstitutio principis christiani

1515 3

“D’accordo, il principe non è un sacerdote, e quindi non consacra il corpo di Cristo, non è un vescovo e quindi non predica al popolo sui misteri di Cristo, né ne somministra i sacramenti. Non ha abbracciato la regola di Francesco, ma quella di Cristo stesso, e da lui ha ricevuto la veste candida. Deve gareggiare con gli altri cristiani, se spera come loro in premi così grandi. O anche tu dovrai portare la tua croce, o CRISTO non ti riconoscerà. E qual è la mia croce? Dirai. Risponderò: il seguir ciò che è onesto, il non far del male a nessuno, non depredare nessuno, non vendere magistrature, non lasciarsi corrompere da doni; forse il tuo fisco vendere magistrature, non lasciarsi corrompere da doni; forse il tuo fisco ne avrà qualche svantaggio; sopporta questo possibile danno pur di guadagnare giustizia …

“Quando farai tutte queste cose, veramente degne di un principe cristiano, ci sarà forse chi dirà che sei un principe dissennato o da poco: conferma le tue buone disposizioni, e scegli piuttosto di essere uomo giusto che principe ingiusto” (68).

“Ma tu, che sei cristiano e insieme principe, quando odi o leggi che tu sei l’immagine di Dio, o il vicario di Dio, guarda di non gonfiarti l’animo di vanagloria, ma piuttosto preoccupati di risponder eil più possibile al tuo modello, bellissimo davvero, ma anche tale che adeguarvisi è bene difficile, non adeguarvisi condannabile” (71).

Erasmo da RotterdamInstitutio principis christiani

1515 4

“In origine i re furono istituiti con il CONSENSO DEL POPOLO, e non per altro motivo che per la loro virtù eccellente, virtù che si suole chiamare eroica, come vicina alla virtù divina e superiore all’umana” (87).

“Se è vero che la natura ha fatto tutti gli uomini liberi e che la servitù è stata introdotta contro la natura, cosa che riconoscono anche le leggi dei pagani [Dig., I, 1 (de iustitia et iure)], rifletti come sia leggi dei pagani [Dig., I, 1 (de iustitia et iure)], rifletti come sia disdicevole a un cristiano arrogarsi il titolo di padrone su altri cristiani, che neanche le leggi hanno considerati servi e che Cristo ha riscattato da ogni servitù” (91).

“Anzitutto, non sono tuoi coloro che tu soggioghi come servi, giacché è il tuo consenso che fa il principe. Veramente tuoi sono solo quelli che ti obbediscono di loro spontanea e libera volontà …

“Vige fra il principe e il popolo un RECIPROCO PATTO. Il popolo ti deve tributi, ossequio, onore; tu, a tua volta, devi al popolo un principe buono e vigile” (94).

Erasmo da RotterdamInstitutio principis christiani

1515 4

“Le arti della pace. … Per quanto sarà possibile, è bene che il principe eviti di cambiare l’assetto dello stato. Anche se il cambiamento è in meglio, è la novità della cosa di per sé che turba …” (123)

“Ottime LEGGI sotto un ottimo principe rendono felice al più alto grado una città o un regno; la condizione di questi è fortunata soprattutto quando il principe è obbedito da tutti, ma a sua volta obbedisce alle leggi, e le leggi rispondono al modello del giusto e dell’onesto, e a null’altro mirano che a rendere migliore la società.giusto e dell’onesto, e a null’altro mirano che a rendere migliore la società.

“Un principe buono, sapiente e incorrotto non è altro che una legge vivente … A una città ben fondata, infatti, retta da un buon principe e da magistrati onesti, sono sufficienti pochissime leggi. Se invece le cose non stiano così, il numero delle leggi non sarà mai sufficiente” (131)

“Un buon principe non entrerà in GUERRA se non quando, dopo aver tentato di tutto, vedrà che non può proprio evitarla con nessun mezzo. Se procederemo così, difficilmente una guerra potrà mai sorgere …

“Mediti poi quanto la pace sia desiderabile, onorevole, salutare; e per contro, che cosa sia perniciosa e sciagurata insieme sia la guerra, quanta schiera di mali porti con sé, anche nel caso che sia la più giusta, se mai vi sia guerra che possa essere chiamata giusta” (156-157).

Institutio principis christiani - 1

tradizione classica, poi medievale, dello

speculum principis, che si prefigge di:

“offrire al principe una imago perfetta di sé, “offrire al principe una imago perfetta di sé,

in cui specchiarsi e alla quale commisurarsi”

[Margherita Isnardi Parente, Introduzione, p. 13]

Institutio principis christiani - 2

- elementi di genere

- platonismo (concetto del modello ideale)

- pedagogia cristiana- pedagogia cristiana

- riferimenti classici: Platone (il filosofo e il

principe), Aristotele (il governo misto), Seneca

(dimensione etica della politica), Plutarco

(tradizione imperiale)

Institutio principis christiani - 3

- Qual è il fine del potere?

La publica utilitas, materiale e spirituale.

- Come si forma un buon governante?

Illuminandone la mente.

- A quale modello deve ispirarsi il principe?

A Cristo.

“Aut tua crux tibi quoque tollenda erit, aut non agnoscet te

Christus” (p. 148)

→ disinteresse, sobrietà, rinuncia, abnegazione,

sacrificio.

Institutio principis christiani - 4

- Il potere deve essere assoluto o limitato?Limitato.

- Quale deve essere il limite del potere?L’etica, la giustizia (intesa come rispetto e applicazione del diritto), il consensus populi, l’amore e la fratellanza fra governante e governati.governante e governati.

- In che cosa consiste l’esercizio del potere?Nel dicere legem, nell’amministrare (nel senso di custodire).

- Qual è la migliore forma di governo?L’Impero, che è elettivo, non ereditario, quindi basato su una scelta collettiva, razionale, meritocratica, riflesso di una costituzione mista.

Institutio principis christiani - 5

- È opportuno perseguire la Monarchia universalis?No. Essa conduce alla prepotenza e alla guerra.

Erasmo rifiuta la guerra.

Di universale c’è la christianitas, non impersonata dal potere ecclesiastico, ma come comunità di credenti.

Coesistenza del principio pluralista con quello unitario: la Coesistenza del principio pluralista con quello unitario: la funzione di garanzia della pace e della concordia è trasferita dal monarca universale al concerto dei principi cristiani

→ in questo Carlo si ispirerà non al magistero di Erasmo, ma a quello di Mercurino di Gattinara, il quale chiederà a Erasmo di curare un’edizione del De Monarchia di Dante, ricevendo un rifiuto.

Un esempio coevo alternativo di speculum principis

Niccolò Machiavelli

De principatibus [Il Principe]

redazione: 1513

prima edizione: 1532 (postuma)

Edizione 1550

Incoronazione imperiale

- Aquisgrana 1519

- Bologna 1530

Incoronazione ad Aquisgrana: 23 ottobre 1519

[Brandi p. 109]

22 ottobre 1519 Carlo era in Aquisgrana con un favoloso seguito. Giura la capitolazione elettorale, concepita soprattutto per salvaguardare la natura germanica dell’impero

23 ottobre mattina: incoronazione nella cattedrale / l’officiante è l’arcivescovo di Colonia.

Promessa solenne: Carlo promette, dicendo volo:

• la conservazione della fede tradizionale

• la protezione della Chiesa

• un regno giusto• un regno giusto

• la difesa dei diritti dell’impero

• la protezione delle vedove e degli orfani

• la devozione al Papa.

L’arcivescovo rivolge la domanda rituale ai presenti, che rappresentano il popolo tedesco: “se essi volessero obbedire a questo principe e sovrano secondo le parole dell’Apostolo”;

Il popolo risponde: “Fiat, fiat, fiat”.

Seguono l’unzione, la vestizione, l’incoronazione e l’intronizzazione.

3 giorni dopo viene annunciato che il Papa acconsente che Carlo assuma il titolo di IMPERATORE ROMANO ELETTO

Aquisgrana, città imperiale

Aquisgrana 1519

Brandi, p. 109

“Per il 22 ottobre fu fissato l’ingresso di Calo ad Aquisgrana, una specie di ‘joyeuseentrée’ nell’Impero.

“Fu una serena giornata d’autunno quella in cui gli elettori mossero incontro al loro re fuori della città. Fino allora erano stati loro ad essere corteggiati; adesso la situazione si andava lentamente rovesciando … Egli aveva sempre saputo comportarsi bene e l’impenetrabile e un po’ orgogliosa espressione del suo volto dava l’impressione, nonostante la sua giovinezza, di un inaccessibile signore. A ciò si aggiungeva l’impressionante magnificenza del suo seguito, si aggiungevano titoli si aggiungeva l’impressionante magnificenza del suo seguito, si aggiungevano titoli e possibilità che permettevano a ogni fantasia di sbizzarrirsi. In silenzio, a capo scoperto, egli ricevette l’omaggio degli elettori, cui fece rispondere dal cardinale di Salisburgo.

“L’ingresso nella città avvenne con grande ostentazione militare; reparti di cavalleggeri, conti, signori, trecento lanzi al comando di Francesco di Castelalto, poi i senatori di Aquisgrana con le loro mazze bianche, il duca di Jülich venuto in qualità di vicino con quattrocento cavalli, il seguito degli elettori, la corte con tutti i suoi domestici, paggi ed araldi: tutti gettavano monete alla folla. Poi, fiancheggiati dagli alabardieri, i più alti dignitari, grandi di Spagna, cavalieri del Toson d’oro, principi ed elettori in persona. Precedeva il re il maresciallo ereditario di Pappenheim con la spada imperiale; e, infine, ecco il re stesso, con la corazza e una veste di broccato, splendente e fastoso, sicuro ed abile nel guidare il suo focoso destriero”.

Incoronazione a Bologna: 24 febbraio 1530

Brandi, p. 272

6 dicembre 1529: Carlo entra a Bologna provenendo dalla Spagna

6 dic – mar 1530: imperatore e papa si trattengono a Bologna; loro colloquio scarsamente documentati

Carlo è indeciso se farsi incoronare a Roma o optare direttamente per Bologna perché ha fretta di recarsi in Germania presso il fratello impegnato contro i Turchi.Turchi.

Vuole l’incoronazione italiana per uscire formalmente dalla condizione di Re dei Romani e preparare la strada alla designazione di Ferdinando.

22 febbraio: riceve dal papa la corona ferrea dei re longobardi

24 febbraio: riceve la corona imperiale. Il corteo nella cattedrale è preceduto dal conte palatino Filippo che regge il “globo dell’impero”.

Brandi sottolinea che questa fu “l’ultima volta che il mondo vide le due supreme dignità, quella pontificia e quella imperiale, nel loro pieno splendore, così come le raffiguravano numerosi affreschi nelle chiese e nei palazzi italiani (278)

Cornelius Schut, Incoronazione di Carlo V a Bologna 1530 (XVII secolo)

Carlo V: testamento politico (in Brandi, Carlo V, p. pp. 578-579)

Carlo V: abdicazione

1555, 25 ottobre, Bruxelles: cessione della guida dell’Ordine del Tosond’Orod’Orocessione dei titoli di signoria dei Paesi Bassi al figlio

1556, 16 gennaio cessione delle corone spagnole a Filippo

1558, febbraio rinuncia alla dignità imperiale a

favore di Ferdinando I, già re dei romani e

signore dei domini ereditari degli Asburgo

in Germania

Carlo V

ritratto di Tiziano

VecellioVecellio

1548

Monaco, Pinacoteca

Yates → influsso dell’idea imperiale sulle monarchie europee

L’esperienza politica legata all’universalismo imperiale si spegne con l’abdicazione di Carlo V.

Tuttavia l’idea imperiale, che sotto Carlo V si era rinvigorita e pure arricchita di nuovi contenuti, resta nella cultura delle monarchie europee, soprattutto francese e inglese, contribuendo a ridefinire la loro dottrina e rappresentazione della regalità.