A.3 RELAZIONE IDROLOGICA ED IDRAULICA

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MATERA BIOMETANO S.r.l. – Matera (MT)

Località Le Matine – 75100 Matera (MT) 

IMPIANTO DI DIGESTIONE ANAEROBICA PER PRODUZIONE BIOMETANO 

AUTORIZZAZIONE UNICA – ex art. 12 D.Lgs 387/2003 e smi 

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I N D I C E

1.  PREMESSA ........................................................................................................................... 2 

2.  QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ......................................................................... 2 

3.  INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E CATASTALE ........................................................... 2 

  ELENCO DELLE PARTICELLE CATASTALI INTERESSATE DALL’IMPIANTO CON INDICAZIONE DELLE DESTINAZIONI D’USO PREVISTE DAL PROGETTO ........................ 5 

4.  AREA INTERESSATA DAL PROGETTO ............................................................................. 7 

5.  PROGETTO DI GESTIONE DELLE ACQUE METEORICHE DI DILAVAMENTO ............ 13 

  DIMENSIONAMENTO DELLE OPERE .................................................................................... 13 

  Indagine meteorica – curva di possibilità pluviometrica.................................................. 13 

  Portata di progetto .......................................................................................................... 18 

  Descrizione della rete idrica di collettamento ................................................................. 19 

  Dimensionamento della rete idrica in PVC ..................................................................... 20 

  Posa in opera dei tubi di drenaggio in PVC .................................................................... 20 

  Dimensionamento impianto di trattamento in continuo delle acque meteoriche ............ 23 

  Trincee disperdenti.......................................................................................................... 26 

  Scarico ............................................................................................................................ 28 

6.  GESTIONE DELLE ACQUE REFLUE CIVILI ..................................................................... 28 

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1. PREMESSA

La presente Relazione idrologica e idraulica è parte della documentazione tecnica a corredo della

domanda di Autorizzazione Unica Regionale, di cui al all’art. 12 del D.Lgs 29 dicembre 2003 n. 387,

relativa alla costruzione ed esercizio di impianto di produzione di biogas e successivo trattamento

upgrading a biometano, da immettere in rete SNAM, che la società MATERA BIOMETANO S.r.l.

intende realizzare in agro di Matera.

Il presente documento è redatto in conformità a quanto previsto dall’allegato tecnico al Disciplinare

Procedure per l’attuazione degli obiettivi del Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale

(P.I.E.A.R.) e disciplina del procedimento di cui all’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre

2003, n. 387 per l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di impianti di produzione di energia

elettricità da fonti rinnovabili e linee guida tecniche per la progettazione degli impianti, approvato, ai

sensi e per gli effetti dell’articolo 3, comma 2, della L.R. n. 1/2010 e s.m.i., con D.G.R. 29 dicembre

2010, n. 2260

La relazione descrive il progetto riguardante la gestione delle acque meteoriche ricadenti sui

piazzali impermeabilizzati del sito di progetto e la gestione delle acque reflue civili provenienti dai

servizi igienici dei locali utilizzati come uffici.

2. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

Dal punto di vista normativo le acque meteoriche sono disciplinate dalle seguenti norme:

Decreto Legislativo del 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i., il Testo Unico Ambientale, che nella

parte terza definisce le norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di

tutela delle acque dall’inquinamento e di gestione delle risorse idriche.

Piano Regionale di Tutela delle Acque per la Regione Basilicata, approvato con D.G.R. n.

1888 del 21/11/2008.

Norma UNI-EN 858-1. Impianti di separazione per liquidi leggeri (ad esempio benzina e

petrolio) – Principi di progettazione, prestazione e prove sul prodotto, marcatura e controllo

qualità.

Norma UNI-EN 858-12 Impianti di separazione per liquidi leggeri (ad esempio benzina e

petrolio) – Scelta delle dimensioni nominali, installazione, esercizio e manutenzione

3. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E CATASTALE

L’area interessata dall’intervento è ubicata in agro di Matera in località Le Matine (vedi figura

successive e TAV. A.14.a.1. Corografia di inquadramento dell'area di ubicazione dell'impianto su

CTR e A.14.a.3 Corografia generale dell'area di ubicazione dell'impianto su CTR), ad una altitudine

di circa 406 m s.l.m., a Est-Nord Est ed a circa 6 Km, in linea d’aria, dal perimetro del centro urbano

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di Matera. L’area è adiacente al centro della Cooperativa Agricola Le Matine scarl, socia della

proponente il presente progetto d’impianto.

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Fig. 1: Stralcio corografia generale area di intervento

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ELENCO DELLE PARTICELLE CATASTALI INTERESSATE DALL

CON INDICAZIONE DELLE DESTINAZIONI D’USO PREVISTE DAL P

I riferimenti catastali, relativi alle particelle interessate dall’intervento come individuate n

successiva e nella TAV. A.14.a.18.Planimetria catastale aree oggetto dell'intervento, s

nella tabella successiva.

IDENTIFICAZIONE AREA FOGLIO PARTICELLA ESTENSIONE PARTICELLA

PRODUZIONE BIOGAS

56 181 6.250

57 188 1.680

74 8.180

LAGUNAGGIO DIGESTATO 57

123 3.840

124 3.680

125 4.800

PUNTO DI CONSEGNA RETE SNAM 56 130 21.913

LINEA BIOMETANO (A PUNTO DI CONSEGNA RETE SNAM)

56

609 1.442

104 30.566

130 21.913

57 39 3.580

LINEE VASCHE LAGUNAGGIO DIGESTATO (LINEA RECUPERO BIOGAS RESIDUO, LINEA INVIO DISGESTATO LIQUIDO)

57

39 3.580

136 2.126

Tab. 1: Riferimenti catastali

Da specificare, riguardo le superfici riportate, che:

il gasdotto sarà interrato ed occuperà una superficie pari al diametro del tub

concetto è valido per la linea di servizio (recupero biogas residuo, linea inv

liquido) che collega l’impianto alle vasche di lagunaggio;

il punto di consegna occuperà non interamente la particella 130 ma solo per

necessaria al posizionamento della cabina di compressione-connessione gasd

gas della SNAM.

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Fig. 2: Planimetria catastale

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4. AREA INTERESSATA DAL PROGETTO

Il progetto consiste in un nuovo impianto a Digestione Anaerobica (DA), alimentato con sottoprodotti

di cui all’art. 184-bis del D.Lgs 152/2006, rientranti nella Parte A dell’Allegato 3 al DM 10.10.2014

lettere d), e), f), j), m), r), provenienti da aziende agricole/zootecniche ed impianti di trasformazione

di prodotti agricoli ubicate in un raggio massimo di 70 Km (filiera corta). L’impianto in questione,

attraverso il processo di DA, permetterà la produzione di biogas che con successivo trattamento

upgrading di purificazione, sarà trasformato in biometano da immettere nella rete SNAM

Le strutture tecnologiche ed impiantistiche sono evidenziate nel lay-out dell’impianto (vedi figure

successive ed elaborati TAV. A.14.b.6. Lay-out impianto, TAV. A.14.b.7. Planimetrie reti,

A.14.a.26.Planimetria della sistemazione finale del sito, A.14.e.1.Planimetria generale impianto su

ortofoto e foto inserimenti nel paesaggio)

Sono parte degli impianti anche le reti gas ed elettricità oltre alla cabina di consegna alla rete gas

della SNAM.

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Fig. 3: planimetria generale – impianto, vasche lagunaggio digestato liquido, punto di consegna rete SNAM, reti.

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Fig. 4: particolari planimetrici - impianto DA e vasche lagunaggio digestato liquido

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Fig. 5: particolare planimetrico impianto 

 

 

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Fig. Fig.6: particolare planimetrico Punto di consegna SNAM  

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Fig. 7: foto inserimento particolare area di impianto

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5. PROGETTO DI GESTIONE DELLE ACQUE METEORICHE DI DILAVAMENTO

Gli interventi operativi per la gestione delle acque meteoriche di dilavamento, interessanti le

superfici scolanti del sito, in adempimento agli obblighi di legge previsti dalla normativa vigente,

consisteranno in:

collettamento di tutte le acque meteoriche ricadenti sui piazzali, attraverso opportune

pendenze, verso caditoie munite di griglia;

grigliatura delle acque meteoriche;

collettamento delle acque meteoriche ad impianti di trattamento in loco;

trattamento in loco delle acque meteoriche a mezzo di dissabbiatura e disoleazione, in

modo da conseguire il rispetto dei valori limite di emissione previsti dalla Tab.4, di cui

all’allegato 5 alla Parte III del D.Lgs. 152/2006 e smi, per le acque reflue urbane e industriali

che recapitano al suolo;

dispersione delle acque depurate nei primi strati del sottosuolo presso le aree a verde del

sito di progetto (subirrigazione) causa mancanza nella zona di una rete fognaria per le

acque bianche

DIMENSIONAMENTO DELLE OPERE

Per quanto concerne la superficie scolante, l’area complessiva misurata ai fini del dimensionamento

degli impianti è pari a 1.785 m2, ovvero le superfici caratterizzate da piazzali asfaltati. Le restanti

superfici, adibite ad aree a verde e alla parte impiantistica non concorrono, ai fini del

dimensionamento della rete di drenaggio, ai calcoli per definire le superfici scolanti:

Superficie totale 22.753 m2

Piazzale asfaltato 1.785 m2

Aree a verde 2.438 m2

Tab. 2: calcolo superfici scolanti

Il dimensionamento delle opere in progetto è legato al dato di “Portata di piena” calcolata sulla base

delle caratteristiche pluviometriche dell’area scolante, con un tempo di ritorno a 5 anni all’interno di

un campione di dati storici. Di seguito è descritto lo studio statistico che ha portato a definire la

curva di possibilità pluviometrica di progetto.

Indagine meteorica – curva di possibilità pluviometrica

Al fine di effettuare la caratterizzazione climatica della località di intervento si è provveduto alla

elaborazione della curva di possibilità pluviometrica su base storico – statistica ricorrendo al

trattamento dei dati di pioggia provenienti dalla stazione pluviometrica più vicina all’area di studio.

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Il set di dati (vedi tabella successiva) è stato reperito dal sito Protezione Civile – Regione Basilicata

e contiene i valori delle massime altezze di precipitazione relative ad eventi di durata oraria (1 – 3 –

6 – 12 – 24 ore) registrati dal 1960 al 1999 presso il punto d’osservazione della stazione

pluviometrica di Matera. Per gli anni in cui i dati risultano assenti si è fatto riferimento alle stazioni

pluviometriche di Gioia del Colle.

Nel set non sono presenti dati ricostruiti mediante interpolazione lineare o valor medio.

Anno 1h 3h 6h 12h 24h

1935 55,6 140 178 203 210,8

1936 42,6 45 62 87 123

1937 32,6 71,8 79,8 85,2 85,2

1938 18 33 50 83,2 125,4

1939 28,5 55 76,3 101,1 156,9

1940 39 77 102,6 119 188,4

1941 17,8 36 51 82 93,2

1942 56,6 82,2 112,2 132,4 170

1943 41,4 46 57 119 162

1944 32,6 37,2 62,4 62 74,6

1945 13,6 26 36 64,2 76,6

1946 22 37 52 88,8 12,8

1947 31 43,5 55,3 78,6 59,9

1948 40 50 58,6 68,4 107

1949 16 27 42 71 90,2

1950 38 49 63 96,4 119

1951 30 41 54 112 161,4

1952 14 29 44 56 78,2

1953 50 56 63 119 210

1954 35 49,6 85 106 126,8

1955 32,25 45,2 84,25 100,5 128,6

1956 29,5 40,8 83,5 95 130,4

1957 24 32 82 84 134

1958 70 96 115 136,8 184

1959 35 75 110 175 309

1960 51 90,4 99,2 113,6 146,4

1961 18,8 41 79,2 130,6 160,6

1962 36,6 55 85 101,4 104,2

1963 28,4 45 70 109,8 173,6

1964 43,4 79 89 93,8 109

1965 26,4 28,2 34,2 54,4 83

1966 36,8 50 80 140 231,2

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Anno 1h 3h 6h 12h 24h

1967 22,2 34 57 78 95

1968 32,3 38,1 57,8 86,5 119

1969 79 96 48,8 59,8 69

1970 39 57,3 97,6 147,6 180

1971 30,6 44 52 75 95,2

1972 29,6 57,8 92,4 157,8 217,4

1973 19,4 43,4 65,4 114,6 161

1974 20,9 42,5 70,5 105 130,3

1975 34 87,2 134,6 211,4 301,8

1976 28,2 64,4 105,1 153,4 200,7

1977 22,4 41,6 75,6 95,4 99,6

1978 19 43,4 63,6 102,2 138,2

1979 18,5 39,4 59,5 96,1 124,2

1980 18 35,4 55,4 90 110,2

1981 14,2 31,8 57,4 90,6 99,4

1982 36,2 89,6 147 186,2 222,6

1983 28,4 45 70 109,8 173,6

1984 62,4 100,4 101,8 144 174,8

1985 33,2 56,4 79,8 99,2 161

1986 49,4 100,2 146 208,8 269,4

1987 29,2 51 65 88 127,6

1988 26,8 44,8 67,2 92,4 154,7

1989 21,7 32,4 48,8 74,4 133,4

1990 16,6 20 30,4 56,4 112,1

1991 24,4 28,8 34,4 42,4 50

1992 23,8 33,8 44,4 59,8 100

1993 23 57 78 84 124,8

1994 17 44 74 84 101,1

1995 17 36 57 109,1 156,1

1996 33 43 64 121,1 135,7

1997 37 43 51,8 61,4 80,4

1998 18 36 44,4 44,4 58,8

1999 37,4 74 83,4 89,8 102,8

Tab. 3: serie storica dati di precipitazione oraria

L’elaborazione statistica dei dati è stata effettuata avvalendosi della ben nota funzione di

distribuzione di Gumbel che ha permesso di pervenire alla definizione della curva di possibilità

pluviometrica mediante la quale è possibile definire il legame tra tempo di pioggia Φ, intensità di

pioggia i ed altezza di pioggia a(T), secondo la seguente relazione:

i = a(T) Φ n-1

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L’elaborazione dei dati pluviometrici forniti da una stazione di misura delle piogge si svolge

ricercando la relazione esistente tra l’altezza h delle precipitazioni e le loro durate Φ, base

essenziale per il calcolo delle portate di piena per una definita area.

Affinché le deduzioni siano attendibili è necessario che il periodo di osservazione sia

sufficientemente esteso nel tempo: si ammette che un periodo non inferiore a 20/30 anni possa dare

discreto fondamento alla elaborazione.

Inoltre è indispensabile definire il tempo di ritorno, ovvero l’intervallo di tempo in cui un dato valore

di una grandezza idrologica viene mediamente uguagliato o superato una sola volta.

La scelta del tempo Tr sul quale deve essere basato il dimensionamento della rete è in generale

funzione di numerosi fattori legati a considerazioni sia di carattere economico che tecnico. Nel caso

dell’opera in esame è stato assunto un valore di Tr=5 anni.

La probabilità secondo Gumbel che un evento si verifichi è data dall’equazione:

)( 0

)(xhe

ehP

Introducendo la variabile ridotta y:

𝑦 𝛼 𝑥 𝑢

I parametri 𝛼 , 𝑢 della distribuzione di Gumbel sono legati alla media e allo scarto quadratico

medio dalle relazioni:

𝛼 √ ∙ 𝑢 𝜇 0.5772 ∙ 𝜎

e risultano noti una volta stimati i valori della media e dello scarto quadratico medio a partire dal set

di dati osservato.

Introducendo ora il concetto di tempo di ritorno TR, ossia l’intervallo tra il verificarsi di un certo

evento e di un altro di entità uguale o superiore, si ottiene l’espressione che lega le altezze di

precipitazione in funzione del tempo di ritorno:

)(1

1

hPTR

==> R

R

T

ThP

1)(

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A.3 RELAZIONE IDROLOGICA E IDRAULICA

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)( 0xhe

e

R

R

T

T 1

==> 𝑢 𝑙𝑛

⎣⎢⎢⎢⎡

𝑙𝑛

⎜⎛

R

R

T

T 1

⎟⎞

⎦⎥⎥⎥⎤

Si ricava un’espressione analitica della funzione h(TR, t) che fornisce il valore di h in funzione del

tempo di ritorno per una prefissata durata di precipitazione (1,3,6,12,24 ore). Si vuole ora trovare

un’espressione analitica che, per un dato tempo di ritorno (Tr), fornisca l’altezza di precipitazione in

funzione di una durata qualsiasi. La funzione che esprime detta relazione è la seguente:

ℎ 𝑇𝑟, 𝑇 𝑎 𝑇𝑟 𝑡

Queste equazioni, una per ogni prefissato tempo di ritorno, sono dette curve di possibilità

pluviometrica (o climatica).

Passando ai logaritmi, l’equazione della curva di possibilità pluviometrica diventa lineare e si può

ottenere una stima dei coefficienti per regressione lineari ai minimi quadrati

Di seguito i parametri essenziali dell’elaborazione (vedi tabella successiva).

1h 3h 6h 12h 24h

Numero osservazioni

57 57 57 57 57

29,84 40,33 51,51 64,96 81,60

14,16 17,82 24,25 34,07 56,93

𝛼√6 ∙ 𝜎

𝜋 11,049 13,898 18,919 26,575 44,409

𝑢 𝜇 0.5772 ∙ 𝛼 23,46 32,31 40,59 49,62 55,96

Tab. 4: parametri essenziali dell'elaborazione statistica di Gumbel secondo il metodo dei momenti

Per il caso in esame la legge della curva di possibilità pluviometrica è espressa analiticamente e

graficamente (vedi figura successiva) come:

h (T) = 38,164 ꞏ t 0,130

M ihN

2

XN 1

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Fig. 8: Curva di Possibilità Pluviometrica per l'area oggetto di studio.

da cui si ricava il valore dell’altezza di precipitazione oraria h = 38,16 mm/h

Portata di progetto

Si definisce portata di progetto il valore di portata normalmente correlato ad un tempo di ritorno

assunto per il dimensionamento di un’opera idraulica o di un intervento di sistemazione idraulica di

un’area.

Trattandosi di un bacino di modesta estensione, il calcolo della portata massima di acqua meteorica

che potrebbe affluire alla rete di raccolta, a seguito di particolari eventi piovosi, è stato sviluppato

considerando l’altezza critica di pioggia misurata nell’arco temporale di un’ora, con un tempo di

ritorno di 5 anni.

Q= Φd * i * A

dove:

Q = portata massima (m3/s)

Φd = coefficiente di deflusso superficiale (adimensionale)

A = superficie del bacino (m2)

i = intensità di pioggia (m/sec)

Essendo direttamente proporzionale all’altezza di pioggia, e quindi all’equazione di possibilità

pluviometrica, il valore della portata di piena è legato in maniera analoga alla frequenza probabile di

accadimento ed al tempo di ritorno.

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Il coefficiente di deflusso Φd tiene conto in forma implicita di tutti i fattori che intervengono a

determinare la relazione tra portata al colmo e l’intensità media di pioggia; si utilizzano normalmente

valori di riferimento, tratti da letteratura scientifica (Fognature – L. Da Deppo e C. Datei).

Tipologia superficie Φd

Superfici pavimentate o impermeabili 0,7 – 0,9

Strade in terra 0,4 – 0,6

Superfici erbose 0,1 – 0,7

Aree residenziali 0,3 – 0,7

Boschi 0,1 – 0,3

Terreni coltivati 0.2 – 0.6

Tab. 5: Coefficienti di deflusso delle principali tipologie di superfici.

Sulla base dei dati relativi alle aree in esame, facendo sempre riferimento alla curva di possibilità

pluviometrica caratteristica, si ottengono le seguenti elaborazioni legate alla condizione areale

attuale e di possibile sviluppo futuro secondo la quale verrà effettuato il dimensionamento delle

opere.

a Coefficiente Curva Pluviometrica (mꞏh –n) 38,16

n Coefficiente Curva Pluviometrica (adim) 0,130

h Altezza di pioggia ad 1 ora (mm) 38,16

h Altezza di pioggia ad 1 ora (m) 0.03816

t Tempo (s) 3.600

A Superfici scolanti impermeabilizzate (m2) 1.785

Φarea

impermeabilizzataCoefficiente di deflusso (adim) 0,9

Qmax Portata di piena (m3/s) 0,017028

Qmax Portata di piena (l/s) 17,03

Tab. 6: Dati elaborazione Portata di Piena superficie scolante – Superficie piazzale asfaltato

Descrizione della rete idrica di collettamento

Il progetto prevede la realizzazione di una rete di scarico e raccolta acque costituita da canali

grigliati di drenaggio connessi da tubazioni in PVC agli impianti di trattamento delle acque.

In particolare, subito a monte dell’impianto di trattamento e lungo i piazzali in betonella, sono

installate le condotte in PVC interrate, secondo la norma UNI EN 10972, per lo scarico delle acque

meteoriche. Il PVC conferisce resistenza meccanica allo schiacciamento e agli urti, resistenza

chimica e alle abrasioni rendendo le tubazioni durevoli nel tempo.

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La rete sarà posizionata come in planimetria allegata (vedi elaborato TAV. A.14.a.19. Planimetria e

particolari delle opere permanenti di drenaggio dei piazzali di servizio e delle opere fognarie e di

trattamento dei reflui.).

Dimensionamento della rete idrica in PVC

Il dimensionamento del punto di scarico al sistema di trattamento è stato effettuato verificandone la

capacità di ricevere le portate di progetto. Tali portate vanno quindi confrontate a quelle di un canale

a pelo libero a sezione circolare caratterizzato da moto permanente. Il canale in questione è ora la

tubazione in PVC di diametro e pendenza prescelti per la realizzazione della specifica porzione di

rete.

Il dimensionamento è stato effettuato sulla base della formula di Gauckler - Strickler, sviluppata per

calcolare la portata massima di tubazioni circolari.

Qmax = Ks ꞏ i ½ ꞏ RH 2/3 ꞏ A

dove:

Ks = coefficiente di resistenza di Gauckler – Strickler (m1/3/s);

i = pendenza (adimensionale);

RH = raggio idraulico (m);

A = sezione idraulica o area bagnata (m2).

Il tronchi sono stati dimensionati rispetto alle portate calcolate per le diverse superfici scolanti,

verificando di volta in volta un riempimento massimo in condizioni di pioggia critica mai superiore al

85% ed una velocità caratteristica del flusso in condizioni critiche pari 1,5 m/s.

Tabella 5.

DATI PROGETTUALI DIMENSIONAMENTO

Area (m2)

Pendenza (-)

Portata (m3/s)

Coefficiente di scabrezza Ks

Dteorico

(mm) Dcommerciale

(mm)

1.785 0,02 0,01703 120 116,26 200

Tab. 7: Diametri condotta di scarico in PVC

Posa in opera dei tubi di drenaggio in PVC

La posa in opera dei tubi in PVC richiede una serie di operazioni: tracciatura, scavo delle trincee,

esecuzione del letto di posa, posizionamento di eventuali supporti e riempimento della trincea.

Nell’operazione di tracciatura si definisce il percorso delle tubazioni che verranno interrate.

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Si utilizzano traccianti ben visibili non facilmente asportabili da pioggia o vento.

Nel caso in tubazioni in PVC, materiale robusto ma poco elastico e flessibile, si cerca di eseguire il

tracciato il più rettilineo possibile.

Fig. 9: Trincea stretta

Dopo aver tracciato il percorso si esegue lo scavo delle trincee dove vengono alloggiati i pozzetti e

le tubazioni.

Per quanto riguarda i requisiti tecnici dello scavo essi sono strettamente connessi alla valutazione

del carico e al tipo di terreno; si tiene a precisare che per i suddetti scavi si intende utilizzare la

tipologia a trincea stretta in cui la larghezza B della trincea misurata al livello della generatrice

superiore del tubo è pari a:

B ≤ 3DN

B ≤ H/2

La tipologia trincea stretta è la migliore sistemazione nella quale collare un tubo in PVC in quanto

viene alleggerito del carico sovrastante riuscendo a trasmettere parte di esso al terreno circostante

in funzione della deformazione per schiacciamento alla quale il manufatto è sottoposto.

La profondità della trincea è determinata dalla pendenza che si vuole imporre alla tubazione e/o alla

protezione che si intende fornire alla medesima.

La profondità di posa, in generale, deve soddisfare i seguenti criteri:

H ≥ 1,0 m e H ≥ 1,5 DN tubi sotto franco stradale;

H ≥ 0,5 m e H ≥ 1,5 DN in tutti gli altri casi.

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La larghezza minima del fondo è di norma:

B = DN +0,5 m (per DN < 400mm);

B1 = 2DN (per DN > 500mm).

La larghezza è determinata dalla profondità di posa e dal diametro della tubazione, dovendo essere

tale da consentire la sistemazione del fondo, la congiunzione dei tubi e naturalmente l’agibilità del

personale.

Le trincee devono essere realizzate senza cunette o asperità, in modo da costituire un supporto

continuo alla tubazione. Si sconsigliano fondi costruiti con gettate di cemento o simili poiché

irrigidiscono la struttura.

Alla canalizzazione in PVC deve essere assicurato un letto di posa stabile e a superficie piana,

nonché libero da ciottoli, pietrame ed eventuali altri materiali. Il letto di posa non deve essere

realizzato prima della completa stabilizzazione del fondo della trincea. Il materiale utilizzato in

condizioni di posa normali è sabbia mista a ghiaia, con diametro massimo di 20 mm. Il materiale

deve poi essere accuratamente compattato e raggiungere uno spessore di almeno (10+1/10DN)

cm. Poiché le tubazioni di PVC sono flessibili (o semi-rigide), l’uniformità del terreno circostante è

fondamentale per la corretta realizzazione di una struttura portante.

Prima della posa in opera, i tubi devono essere ispezionati singolarmente per scoprire eventuali

difetti; i bicchieri devono essere integri. I tubi e i raccordi devono essere sistemati sul letto di posa in

modo da avere un contatto continuo con il letto stesso. Le nicchie precedentemente scavate per

l’alloggiamento dei bicchieri devono, se necessario, essere accuratamente riempite onde evitare

eventuali vuoti sotto i bicchieri.

Per quanto concerne le operazioni di rinterro, si utilizza la seguente procedura (fig. 28):

1) Il materiale già usato per la costruzione del letto è sistemato attorno al tubo e

costipato a mano per formare strati successivi di 20 cm, fino alla mezzeria del tubo,

avendo la massima cura nel verificare che non rimangano zone vuote sotto al tubo

e che lo strato L1 di rinfianco tra tubo e parete sia continuo e compatto.

2) Il secondo strato di rinfianco L2 giunge fino alla generatrice superiore del tubo. La

sua compattazione deve essere eseguita sempre con la massima attenzione.

3) Il terzo strato L3 arriva a 15 cm al di sopra della generatrice superiore del tubo.

L’ulteriore riempimento (strati L4 e L5) sarà effettuato con il materiale proveniente dallo scavo,

depurato dagli elementi di diametro superiore a 10 cm e dai frammenti vegetali e animali.

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Fig. 10: Riempimento per strati successivi della trincea

La compattazione deve avvenire solo lateralmente al tubo, mai sulla verticale. Va lasciato, infine,

uno spazio libero per l’ultimo strato di terreno vegetale. Nel caso in cui, per ragioni tecniche,

l’altezza H di ricoprimento in qualche punto debba risultare inferiore ai minimi prescritti, occorre far

assorbire i carichi verticali da opportuni manufatti di protezione (diaframmi rigidi di protezione e di

ripartizione dei carichi da collocare sopra l’ultimo strato di materiale minuto compatto). Il materiale di

sottofondo e rinfianco deve essere installato in modo da evitare la sua migrazione (utilizzando ad

esempio tessuto geotessile). La rimozione della casseratura di contenimento deve essere effettuata

progressivamente durante la posa del materiale di rinfianco.

Per evitare infiltrazioni di acqua di falda dall’esterno e perdite di liquame dall’interno, che porta a

problemi di inquinamento del suolo e del sottosuolo con possibili rischi di contaminazione delle falde

acquifere (anche da fognature bianche ed allacci), i sistemi di giunzione dei tubi di PVC devono

garantire la tenuta idraulica in condizioni più gravose rispetto a quelle di esercizio; occorre, pertanto,

in fase di giunzione dei vari tronchi verificare la corretta esecuzione della operazioni di montaggio

da parte degli addetti.

Dimensionamento impianto di trattamento in continuo delle acque meteoriche

Lo schema depurativo adottato, in ottemperanza alla normativa nazionale e regionale vigente,

prevede che tutta l’acqua piovana subisca un trattamento di sedimentazione e disoleazione.

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SCHEMA DI FLUSSO ACQUE METEORICHE

DATI PROGETTUALI DIMENSIONAMENTO

Area (m2) Pendenza (-

) Portata (m3/s)

Coefficiente di scabrezza Ks

Dteorico

(mm) Dcommerciale

(mm)

1.785 0,02 0,01703 120 116,26 200

Tab. 8: Diametri condotta di scarico

In base ai calcoli delle portate di piena con T.R. 5 anni risulta che la portata totale delle acque è pari

a Qtot è pari a circa: 17 l/sec.

Le acque meteoriche di dilavamento, ricadenti sul piazzale, saranno quindi convogliate all’impianto

di trattamento, in grado di gestire una portata massima pari a 20 l/s.

L’impianto è composto da una vasca rettangolare prefabbricata in c.a.v., carrabile, comprensivo di

pozzetti prefabbricati in c.a.v. di arrivo e campionamento delle acque meteoriche, fori di ingresso e

uscita per l’innesto dei tubi in p.v.c., filtro a coalescenza con otturatore a galleggiante e solette di

copertura prefabbricate in c.a.v. del tipo carrabile per strade di prima categoria dotate di passo

d’uomo.

L’impianto succitato prevede il trattamento in continuo delle acque meteoriche di dilavamento ed è

composto da:

Scarico nei primi strati del sottosuolo

Scorrimento sul piazzale secondo le pendenze delle superfici

Impianto di trattamento (sedimentazione + disoleazione in continuo)

Acque meteoriche provenienti dalla superficie scolante

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Un pozzetto di arrivo delle acque meteoriche da trattare;

Un sedimentatore/disoleatore (costituito da una vasca a sezione rettangolare di dimensioni

pari a: lunghezza 325 cm, larghezza 250 cm, profondità 216 cm, dotata di filtro a

coalescenza);

Un pozzetto di campionamento delle acque meteoriche trattate.

In condizioni normali, l’impianto lavorerà su tre strati, ovvero: sabbie sul fondo, acqua al centro e oli

in superficie. Il sedimentatore/disoleatore riceve l’acqua meteorica raccolta sui piazzali e ne rallenta

la velocità attraverso un carter di calma in acciaio inox, facilitando in questo modo la

sedimentazione dei materiali pesanti in essa presenti (terriccio, sabbie e morchie).

Successivamente, per effetto fisico della gravità, risalgono in superficie circa il 90% degli oli minerali

liberi contenuti nell’acqua, mentre l’acqua chiarificata attraversa il filtro a coalescenza e si immette

nella condotta di scarico.

Nell’attraversamento del filtro, le microparticelle oleose sfuggite al galleggiamento e trasportate

dall’acqua aderiscono al materiale coalescente (effetto di assorbimento) e, dopo essersi unite tra

loro aumentano la loro dimensione (effetto di coalescenza), e quindi ne viene favorita la flottazione

in superficie.

A valle del disoleatore è posizionato un pozzetto per il campionamento delle acque meteoriche

trattate prima del loro scarico nel corpo recettore.

Gli impianti sono dimensionati secondo le indicazioni della UNI EN 858-1 e, come certificato dal

produttore, assicurano il rispetto dei parametri di accettabilità per l’acqua in uscita previsti dal D.Lgs

n.152 del 3 aprile 2006 per gli scarichi nei primi strati del sottosuolo.

Di seguito e nell’elaborato allegato TAV. A.14.a.19. Planimetria e particolari delle opere permanenti

di drenaggio dei piazzali di servizio e delle opere fognarie e di trattamento dei reflui, è riportato lo

schema dell’impianto di trattamento installato presso l’area di intervento.

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Fig. 11: Schema impianto di trattamento acque meteoriche

Trincee disperdenti

Le acque meteoriche trattate vengono disperse, attraverso piccoli condotti sotterranei che formano

la trincea drenante, negli strati superficiali del sottosuolo.

In merito alle condizioni idrogeologiche dei terreni è stato possibile verificare che i tipi litologici

appartenenti alla Formazione del Calcare di Altamura, a causa delle discontinuità che la

caratterizzano, sia primarie che secondarie, presenta un valore della permeabilità variabile, ma

compreso tra 10 e 10-4 cm/s.

Per il dimensionamento del sistema di sub-irrigazione sopra descritto si è fatto riferimento alla

formulazione del Chiesa (1992).

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Essa prevede che la lunghezza della condotta disperdente sia tale da rispettare la seguente

equazione:

L min ≥ Qp / Qi

dove:

L min Lunghezza minima della condotta disperdente (m)

Qp Portata da smaltire (mc/sec).

Qi Portata unitaria di infiltrazione (mq/sec)

Considerato che gli strati superficiali del sottosuolo del sito di interesse nei quali si andranno a

disperdere le acque meteoriche opportunamente trattate, hanno una permeabilità K pari a 10-2 cm/s,

mentre la portata massima da smaltire, calcolata considerando l’altezza critica di pioggia di durata

oraria relativa ad un tempo di ritorno di 5 anni ricadente sulla superficie impermeabilizzata di 1.785

mq, risulta essere di circa 20 l/s corrispondenti a 0.020 mc/s e impostando i seguenti parametri per

la trincea disperdente di forma rettangolare:

Altezza trincea 0,7 m

Larghezza trincea L(m) = 0,4

Battente idraulico H (m) = 0.30

Angolo α = 90° (sezione rettangolare)

Si ha che il rapporto tra la portata da smaltire e la portata d’infiltrazione è pari alla lunghezza minima

per la condotta disperdente dell’impianto ossia Lmin = 175 ml. La condotta parte dalla vasca di

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rilancio delle acque per la subirrigazione e percorre l’intero percorso disperdente che risulta

dislocato lungo il perimetro di Nord-Ovest dell’impianto (vedi elaborato TAV. A.14.a.19. Planimetria

e particolari delle opere permanenti di drenaggio dei piazzali di servizio e delle opere fognarie e di

trattamento dei reflui.).

Le condotte disperdenti, di diametro esterno pari a 315 mm, saranno costituite da elementi tubolari

in PVC, avvitati in testa ed opportunamente feritoiati, nella parte inferiore fino al loro diametro,

escludendo ogni soluzione di continuità con la parte superiore.

Scarico

Le acque, a valle del trattamento di depurazione, saranno, dunque, scaricate al suolo mediante

condotta disperdente, al fine di riutilizzare la risorsa per la subirrigazione delle aree a verde presenti

in impianto.

Le acque scaricate rispetteranno i limiti di cui alla Tab. 4 dell’allegato 5 del D.Lgs 152/2006. Prima

dello scarico, sarà ubicato un pozzetto di controllo, identificato con la sigla S01, dove sarà possibile

eseguire i campionamenti delle acque depurate (vedi elaborato TAV. A.14.a.19. Planimetria e

particolari delle opere permanenti di drenaggio dei piazzali di servizio e delle opere fognarie e di

trattamento dei reflui.).

6. GESTIONE DELLE ACQUE REFLUE CIVILI

Constatata la mancanza di pubblica fognatura nei pressi dell’area di progetto, l’impianto sarà dotato

di idoneo sistema di smaltimento reflui (assimilabili ai domestici) rappresentato da n.1 vasca Imhoff,

nella quale confluiscono le acque nere di scarico dei servizi igienici esistenti.

La Imhoff sarà costituita da tre anelli prefabbricati di diametro interno pari a 1 metro e altezza 2

metri. La fossa sarà posizionata a distanza maggiore di 10 metri da qualsiasi edificio preesistente.

Sarà composta da tre vani:

1. nel primo affioreranno le acque più chiare;

2. nel secondo avverrà l’inversione di moto delle particelle più solide;

3. nel terzo si depositeranno le frazioni più pesanti da smaltire periodicamente attraverso

l’impiego di ditte specializzate.

Le acque di risulta più chiare verranno convogliate in appositi tubi dispersori e smaltite diffusamente

nel terreno (sub-irrigazione). I tubi dispersori saranno interrati nella profondità di un metro con

sovrapposizione di breccia calcarea. La rete fognante si completerà con tubazione in pvc di

diametro DN200 con pozzetto d’ispezione.

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La vasca Imhoff è posta in opera completamente interrata con accesso dall'alto, ed è dotata di

chiusino in ghisa che consente la facile ispezione e manutenzione. Il liquame grezzo entra con

continuità e scorre lentamente attraverso la camera di sedimentazione, consentendo alle sostanze

leggere di galleggiare, e a quelle pesanti di depositarsi in fondo alla vasca di sedimentazione

passando attraverso la stretta fessura posta alla base della camera di sedimentazione. Il materiale

viene decomposto nella vasca inferiore da germi anaerobici che accelerano il processo di

fermentazione e lo trasformano in melma. L'estrazione del fango avviene periodicamente (circa ogni

6 mesi).

Nel dimensionamento si è tenuto presente che il comparto di sedimentazione deve permettere

almeno 4 - 6 ore di detenzione per le portate di punta. Come valori medi del comparto di

sedimentazione si ipotizzano 40-50 litri per utente. Per il comparto del fango si ipotizzano circa 100-

200 litri pro capite, in caso di due estrazioni all’anno. Il liquame proveniente dalla chiarificazione,

mediante condotta a tenuta, perviene in un pozzetto in cls a tenuta, il quale viene periodicamente

svuotato.

Per l’esercizio si controllerà ciclicamente, che:

non vi sia intasamento del pietrisco o del terreno sottostante;

non si manifestino impaludamenti superficiali;

il perfetto funzionamento del sifone;

non aumenti il numero delle persone servite ed il volume di liquame giornaliero disperso;

il livello della falda non subisca oscillazioni superiori a quelle considerate nel progetto.

Le tubazioni degli scarichi delle acque nere saranno separate dalle acque bianche e confluiranno in

un pozzetto di raccolta immediatamente a monte dell’impianto Imhoff.

Ai fini del dimensionamento della vasca Imhoff si è considerato 1 A. E. ogni 3 dipendenti, fissi.

Considerando un numero di dipendenti pari a 4 unità, la vasca Imhoff potrà essere dimensionata su

n. 2 A.E.. A vantaggio di sicurezza, tuttavia, si è ipotizzata una vasca Imhoff idonea per n. 5 A.E..

Considerando, inoltre, una dotazione idrica giornaliera/A.E. = 200 l/giorno, il volume minimo della

fossa IMHOFF sarà pertanto il seguente: 5 A.E. x 200 litri/A.E. giorno = 1000 litri/giorno.

Pertanto, la vasca Imhoff prevista per l’impianto in oggetto avrà le seguenti caratteristiche:

Diametro interno: ø 1,00 m

H interna: 2,00 m

Volume totale = mc 1,57 pari a litri 1.570

Page 31: A.3 RELAZIONE IDROLOGICA ED IDRAULICA

MATERA BIOMETANO S.r.l. – Matera (MT)

Località Le Matine – 75100 Matera (MT) 

IMPIANTO DI DIGESTIONE ANAEROBICA PER PRODUZIONE BIOMETANO 

AUTORIZZAZIONE UNICA – ex art. 12 D.Lgs 387/2003 e smi 

A.3 RELAZIONE IDROLOGICA E IDRAULICA

30 di 30

Le acque chiarificate provenienti dalla fossa Imhoff saranno convogliate, mediante condotta

disperdente, negli strati superficiali del sottosuolo (vedi elaborato TAV. A.14.a.19. Planimetria e

particolari delle opere permanenti di drenaggio dei piazzali di servizio e delle opere fognarie e di

trattamento dei reflui), e riutilizzate per la subirrigazione delle aree a verde presenti in impianto).

Considerando la litologia del suolo in corrispondenza dell’area di interesse e del livello di

permeabilità dello stesso, è possibile ipotizzare una lunghezza unitaria di condotta disperdente pari

a 2 ml per A.E. Per tale ragione, la condotta sarà lunga complessivamente 10 m.