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Una bianca corteccia che si sfoglia

Incontri con la cultura russa

a cura di

Barbara Ronchetti

Con la collaborazione di

Alessandra FiandraNiccolò GalmariniAlessandra Moretti

Con la partecipazione di

Marco BiasioliSara Botti

Paolo De LucaMartina FioreNataliya KolosLaura Pugliese

Alessandra ScozziAntonella Tanca

Copyright © MMXIVARACNE editrice S.r.l.

[email protected]

via Raffaele Garofalo, /A–B Roma()

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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: settembre

Indice

PremessaNiccolò Galmarini e Alessandra Moretti

Introduzione con betulleBarbara Ronchetti

Parte IPreludi letterari

Letture critiche dell’ode classicistaGiovanna Moracci

I drammi storici di Caterina Giovanna Moracci

Parte IIFughe ottocentesche

Letture puškiniane. Pikovaja damaCaterina Graziadei

Il naso e la nasologia russa in prospettiva europeaMichaela Böhmig

Storie di Otelli, Violette e Masnadieri nel romanzodostoevskiano. Il paradigma melodrammatico in DostoevskijDamiano Rebecchini

Una bianca corteccia che si sfoglia

Parte IIIAlle radici del XX secolo

Dedicato al Dèmone. Lermontov, Blok e Vrubel’Caterina Graziadei

Aleksandr Blok e Vjaceslav Ivanov. Un tentativo di (ri)scriverela storia del Simbolismo russoAndrej Shishkin

Parte IVUtopie e ricerche del Novecento

Majakovskij e l’utopia del secoloRossana Platone

Il mondo di Andrej PlatonovPaola Ferretti

Parte VVerso il nuovo millennio

Urgenza autobiografica e letteratura russa contemporaneaBarbara Ronchetti

Parte VIStrumenti di lavoro

Repertori linguistici e lessicografici. Il Nacional’nyj korpusLucyna Gebert

Biblioteche virtuali e basi di dati di interesse slavisticoGabriele Mazzitelli

Indice

Parte VIIAppendice

Il parlato accademico. Aspetti informativi e pragmatici dellalezione universitariaMaria Carmela Benvenuto

Indice delle immagini

Una bianca corteccia che si sfogliaISBN 978-88-548-5338-6DOI 10.4399/97888548533861pag. 9–12 (settembre 2014)

Premessa

N G A M

Il presente volume è il risultato del progetto didattico–scientifico In-contri con la cultura russa promosso dal Dipartimento di Studi Europei,Americani e Interculturali della “Sapienza”, Università di Roma, cheha coinvolto docenti, studenti, laureati e dottorandi nella realizzazionedi due cicli di conferenze tenute da studiosi italiani e stranieri, durantegli anni accademici / e /, nonché nella successivapreparazione del presente volume. Gli incontri, inseriti nell’offertadidattica del corso di letteratura russa per la Laurea Specialistica coor-dinato dalle prof.sse Paola Ferretti e Barbara Ronchetti, erano volti adapprofondire, attraverso la lettura di testi esemplari, le caratteristichespecifiche di alcuni snodi storico–letterari della cultura russa moderna.La riflessione su aspetti rilevanti di estetica e poetica è stata accompa-gnata da due contributi dedicati agli strumenti di ricerca disponibili inambito slavistico.

Il coordinamento della seconda parte del progetto, ovvero la pro-duzione di questa raccolta di saggi in forma di “lezione scritta”, hapresentato una serie di problemi di carattere meramente organizzati-vo, ma il lato più complesso del lavoro ha investito, naturalmente, lasfera metodologica, costituendone però, allo stesso tempo, l’aspettopiù interessante. Si è manifestata da subito la necessità di scegliereuna strategia comune nella trasposizione del discorso orale in for-ma scritta. Il fattore di maggior criticità si è individuato soprattuttonella necessità di adattare dei discorsi orali, seppur riconducibili atipologie di comunicazione medio–alte tipiche delle relazioni colte,ad una forma non soltanto scritta, ma adatta alla diffusione in ambi-to universitario, senza rinunciare, tuttavia, a mantenere l’improntaorale dell’intervento originario. Per questo, i lavori si sono aperticon una lezione tenuta dalla prof.ssa Maria Carmela Benvenuto, delDipartimento di Scienze Documentarie, Linguistico–filologiche e

Premessa

Geografiche della “Sapienza”, Università di Roma, intitolata Il parlatoaccademico. Aspetti informativi e pragmatici della lezione universitaria,sulle caratteristiche del discorso orale e, più precisamente, del di-scorso orale nella comunicazione accademica, che si è poi deciso diinserire nel volume.

L’attenzione al passaggio dalla forma orale a quella scritta hadeterminato anche la scelta di elaborare, piuttosto che un testo di-rettamente rivolto alla pubblicazione, una trascrizione della confe-renza e, solo successivamente, di sottoporre il testo ad una revisionelinguistica e stilistica.

I passi del percorso sono stati, pertanto, i seguenti: in primo luogo,ogni collaboratore ha operato la trascrizione dell’intervento orale,lavoro piuttosto meccanico e ripetitivo che ha però permesso diaffrontare e risolvere in prima persona le problematiche inerenti allinguaggio parlato. Fin da un primo confronto, infatti, ci si è resiconto della varietà dei registri utilizzati, pur nella sostanziale omoge-neità di formazione culturale dei relatori e di contesto di veicolazionedel messaggio. Questo si spiega anche con il fatto che alcune dellelezioni (come segnalato con una nota iniziale in ciascun intervento)si basano su articoli precedentemente pubblicati o comunque redattidai relatori; è chiaro che in questi casi il passaggio orale–scritto èstato, più precisamente, un passaggio scritto–orale–scritto, che po-trebbe risultare particolarmente interessante non solo nel confrontotra esposizione orale e testo scritto, ma proprio nella comparazionetra le due redazioni cartacee: appare evidente infatti, in questi casi,la differenza di registri tra il testo dell’autore e il testo elaboratodalla trascrizione della conferenza. Tale divario si spiega propriocon l’intenzione, come detto, di raccogliere nel presente volumedelle lezioni scritte, offrendo al lettore la possibilità di rivivere laconferenza come se la si ascoltasse ex novo.

Il secondo passo è stato quello di emendare la trascrizione deldiscorso orale di buona parte degli elementi tipici del parlato, nonaccettabili nella forma scritta, scegliendo tuttavia di mantenere, neilimiti del possibile, l’impronta efficace del discorso orale; si sono evi-tati, ad esempio, anacoluti, ripetizioni, ellissi, pleonasmi, ma si sonospesso conservati elementi fatici o interazioni con l’uditorio, nonchéuna generale predisposizione dei testi alla coordinazione e ad unasintassi piuttosto spoglia. Lo scopo di tale approccio è stato appunto

Premessa

quello di rendere nel testo finale il carattere prettamente formativodi una lezione accademica, piuttosto che quello di un saggio speciali-stico o di un intervento all’interno di una conferenza “fra studiosi”. Icicli di seminari, diretti in primo luogo a studenti del corso di laureaspecialistica, ma anche triennale, nonché a dottorandi, sono statipensati e organizzati come un’alternativa coinvolgente e innovativarispetto ai tradizionali moduli, tenuti generalmente da un unico do-cente, su un tema specifico, un particolare scrittore o un determinatoperiodo storico. Conferenze di argomenti vari, offerte da professo-ri di diverse generazioni, provenienti da numerose università, bennoti all’uditorio, si sono rivelate particolarmente stimolanti; tantopiù che ciascuna di esse prevedeva uno studio propedeutico su unabibliografia fornita dallo stesso relatore e un incontro preliminaretra gli studenti e i coordinatori del corso per uno scambio di opi-nioni e osservazioni che erano poi rielaborate autonomamente daciascuno in forma di intervento alla discussione prevista al terminedelle conferenze stesse. La decisione di raccogliere in questo volumecontributi scientifici con finalità educative e carattere, in un certosenso, “scritto–orale”, ha comportato anche la scelta di riportare, allafine di ogni conferenza, le domande poste dagli studenti ai relatori,testimonianza della particolarità distintiva del progetto, dell’interat-tività, del coinvolgimento diretto, in opposizione alla tendenza allamonologicità tipica, spesso, della comunicazione accademica.

Un ulteriore passo verso la realizzazione del volume è stata lanecessità di uniformare il più possibile tutti i testi nella loro inevi-tabile varietà, dovuta alla soggettività dell’approccio di ogni autore,sulla base delle norme di carattere stilistico e linguistico concordate,unitamente all’adeguamento dei criteri più prettamente editoriali,quali ad esempio lo stile dell’apparato di note e dei rimandi biblio-grafici. Ogni saggio presenta una bibliografia ordinata secondo lescelte dell’autore e composta non solo dai testi letterari o dai sag-gi critici citati dai relatori nel corso dell’esposizione, ma anche daimateriali preparatori alle conferenze, assegnati agli studenti comestudio preliminare. Questo permette al lettore di “ritrovare” tuttele opere indispensabili a seguire l’intervento del relatore nonché diampliare ulteriormente la propria conoscenza sull’argomento dellospecifico intervento, ottenendo una panoramica più generale e piùampia sul tema, sull’autore o sul periodo storico trattato.

Premessa

Terminate queste fasi del lavoro, ogni testo è stato sottoposto alcuratore del progetto, prof.ssa Barbara Ronchetti, per una nuova let-tura e infine inviato agli autori per la revisione e l’approvazione dellaforma finale da inserire nel volume.

L’impostazione grafica è stata specificamente assegnata ad alcunipartecipanti al progetto, che si sono così uniti ai curatori dei singolitesti, ai redattori e a coloro che hanno realizzato gli apparati di suppor-to, quale l’indice dei nomi, ritenuto indispensabile in una raccolta disaggi di carattere scientifico indirizzata anche a futuri studenti. Altricollaboratori hanno svolto il lavoro di coordinamento tra i singolicomponenti del gruppo, facendo sì che la necessaria divisione deicompiti non comportasse mai una mancanza di comunicazione e nonfacesse venire meno la visione d’insieme e la coerenza di fondo delprogetto.

Il lavoro attorno al volume “Incontri con la cultura russa”, oltrea consentire uno stretto legame tra i contributi qui presentati e iseminari organizzati nelle aule dell’università, ha permesso a tutti ipartecipanti di vivere l’esperienza di curare un articolo e di conoscereil lavoro che sta dietro l’edizione di un libro.

Niccolò Galmarini e Alessandra Moretti“Sapienza” Università di Roma

Una bianca corteccia che si sfogliaISBN 978-88-548-5338-6DOI 10.4399/97888548533862pag. 13–24 (settembre 2014)

Introduzione con betulle

B R

Stormite, azzurre betulle

Velimir Chlebnikov

Un albero snello, con corteccia bianca, liscia, che si sfoglia, i ramisottili e le foglie pendenti, di un rosso bruno, conferiscono alla betullaun aspetto puro e delicato. Al tempo stesso la capacità di crescere sudiversi tipi di suolo e di resistere al gelo la rende simbolo di adattabilità,umiltà e tenacia. Fiorisce in tarda primavera ma le sue foglie perenniresistono anche a temperature fredde. La betulla, in natura, cresce so-litamente al di fuori dei boschi, preferisce posizioni soleggiate, moltoluminose, a una certa distanza da altri alberi. Pianta rustica che nonnecessita di cure particolari, il suo portamento leggero ed elegante,le piacevoli colorazioni primaverili e il giallo oro autunnale sono an-cora oggi i suoi pregi ornamentali. In Scandinavia era venerata comealbero aurorale, simbolo di nascita e rigenerazione, fra i primi nellaforesta a mettere le foglie e associata a feste popolari e religiose tipichedella stagione. Nell’antica Roma, i fasci intorno all’ascia che i littorireggevano al cospetto dei magistrati erano composti di rami di betulla,rappresentavano le punizioni da infliggere ai colpevoli ed avevano altempo stesso la funzione di purificare l’aria dinanzi ai giudici.

La betulla è senza dubbio una pianta evocativa. Ad essa erano rico-nosciute qualità purificatrici. I rami di betulla erano usati in Europa perplacare gli invasati e gli alienati, punire i delinquenti, e in generale perallontanare gli spiriti maligni. Nelle tradizioni magiche dell’Est euro-

. Tutte le traduzioni sono a cura di Barbara R. Dei testi citati si indica iltitolo originale con la traduzione fra parentesi e si segnalano eventuali versioni italianeesistenti, rimandando alla bibliografia per i dati completi. “Usad’ba noc’ju Cingischan’!”,(Tenuta di notte — Gengiskhan!), v. , C –, p. . Trad. it. P ,p. ; R , p. ; C , p. .

Introduzione con betulle

peo la betulla veniva collegata alla fertilità e invocata per la protezionedell’abitazione, si usava piantarne una nei pressi della propria dimoradurante il solstizio d’inverno. Dagli sciamani siberiani era consideratal’albero cosmico, scelto come protagonista per riti di iniziazione ericordato nelle leggende. Nella mitologia slava l’immagine fiabescadella Baba Jaga ritrae una vecchia strega che vive in una capanna so-praelevata, poggiata su zampe di gallina, aiutata da servitori invisibili;malefica e generosa allo stesso tempo la maga si sposta volando ecancella i sentieri nei boschi con una scopa intrecciata di argentei ramidi questo albero. Le fiabe russe descrivono la betulla come principessavittima di un sortilegio, madre defunta che soccorre la figlia in perico-lo, aiutante magica. Nella tradizione popolare la betulla era l’alberodi maggio, nel mese della rinascita e della fioritura era protagonistadi festose cerimonie augurali per l’imminente raccolto. Vestita conabiti femminili, le cadenti fronde acconciate come capelli, le fanciulledanzavano attorno al suo fusto e pietanze prelibate erano deposita-te ai suoi piedi. Questa immagine caratteristica del folclore risuonanei versi di Nikolaj A. Nekrasov Zelenyj šum (Il rumore del verde),espressione popolare che indica il risveglio della natura in primavera:

E lì vicino giovani foglieBarbugliano nuove canzoniIl tiglio dalle pallide frondeLa bianca betullaCon la treccia verde.

I riflessi argentei del fusto lambito dal sole e la leggerezza dellefronde hanno suggerito la descrizione della betulla come albero diluce, nel medioevo era ritenuta simbolo di saggezza e spesso dai suoirami venivano intagliate le bacchette dei maestri. Bianca e luminosaera inoltre considerata una pianta purificatrice, fonte di rimedi pernumerosi malanni, con proprietà medicinali e curative; la cortecciaera usata per l’estrazione del tannino e le sono riconosciute capacitàdepurative e antipiretiche. Per distillazione del legno si otteneva l’oliodi betulla, impiegato come antisettico in numerose malattie della pelle.Sottili rami secchi di betulla vengono usati nella sauna russa, la banja,

. N, –, pp. –. Nelle canzoni popolari russe non si trovano riferi-menti al “zelenyj šum”, Nekrasov riprende l’immagine da un canto giocoso delle ragazzeucraine, stampato su “Russkaja beseda” nel , ibidem, p. .

Introduzione con betulle

per attivare la circolazione e agevolare la depurazione. La linfa, ricca dizuccheri, nei Paesi del Nord viene fatta fermentare per la produzionedi aceto e bevande alcoliche.

Nella tradizione europea i suoi rami erano appesi davanti allecase per difenderle dalla cattiva sorte, col suo legno si costruivanole culle per proteggere i bambini dalle streghe e le scope di betullaservivano per spazzare via gli spiriti maligni. Il legno di colore bianco,elastico e resistente, trovava impiego nella fabbricazione di oggettidi uso domestico come scope o sci; era talvolta utilizzato anche perfabbricare zoccoli, gioghi per i buoi o altro bestiame, freni per i carri,manici per falcetti e coltelli per tagliare la polenta. Rappresentavaun combustibile di ottima qualità e si impiegava per produrre carta,sandali intrecciati e coperture per i tetti. Dalla corteccia si ricavavanocalzari, cinture, lucignoli per torce e ceri, fibre per tessere abiti e vele,filamenti per corde.

Un vecchio contadino (che il principe Andrej aveva sempre visto, fin dall’in-fanzia, presso la porta della serra), seduto sopra una panchina verde, stavaintrecciando dei calzari di scorza di betulla. Era sordo e non lo aveva sentitoarrivare. Stava sulla panchina sulla quale amava sedersi il vecchio principe, eaccanto a lui strisce di corteccia, preparate per il suo lavoro, pendevano dairami spezzati e disseccati di una magnolia.

La betulla risulta l’immagine arborea più frequente tra le figurazio-ni della natura ricorrenti nella poesia russa. La stagione di maggiorfortuna giunge con la metà del secolo, grazie ai componimenti diAfanasij A. Fet e Nikolaj P. Ogorev nei quali il legame fra voce lirica,immagini della natura e fluire del tempo si incontra nella figura deldelicato albero. L’associazione dell’argentea betulla con il suolo natio

. Lev N. T, Vojna i mir (Guerra e pace, Libro terzo, Parte seconda, cap. ).T –, p. . Non è possibile dare conto delle numerosissime traduzioni italianesuccedutesi nel tempo fino ai nostri giorni, dalla primissima versione di alcuni branidell’opera ancora non completata, apparsi in Italia nel sul numero di gennaio della“Rivista contemporanea”.

. E: , Jazyk derev’ev. Bereza [versione digitale senza numerazione di pagine].. Fra le numerose strofe dedicate da Fet alla betulla è celebre l’immagine che apre il

componimento “Pecal’naja bereza” (Triste betulla). F, , p. .. Si ricorda in particolare il quinto componimento del ciclo Vospominanija detstva

(Ricordi d’infanzia) Krivaja bereza (La betulla ricurva). O , p. .

Introduzione con betulle

aveva già trovato espressione nei primi decenni del secolo; in uncelebre componimento del Rodina (Patria), Michail Lermontovdichiara di amare il suo paese “di uno strano amore”, riconoscendolonella vita semplice del popolo, nei minuti dettagli che richiama allamemoria “con gioia”:

[. . . ]Amo il fumo di stoppie bruciate,Un convoglio notturno nella steppaE su un colle nel giallo del granoUna coppia di candide betulle.[. . . ]

Le qualità proprie della pianta, la sua duplice natura luminosa e do-lente hanno parimente ispirato la fantasia degli artisti e trovato spazionei versi di epoca simbolista capaci di assegnare particolare risalto al-l’incontro fonetico–semantico di ‘bereza’ (betulla) e ‘serebro’ (argento).Il legame allegorico con le antiche consuetudini e tradizioni paganetrova rinnovato interesse nella poesia di inizio Novecento. Sergej Go-rodeckij apre le quartine dedicate alla Bereza (Betulla) dichiarando“Mi sono innamorato di te in un giorno d’ambra” e descrive la piantalussureggiante nella stagione della fioritura, vezzeggiata da Lel’ cheride tirando i suoi rami, neri capelli, mentre Jarila la cinge con unacorona di fronde sottili. Albero dalla natura femminile, è associatoalla gioiosa rinascita primaverile, celebrata dal folclore e dalle usanzetradizionali che prevedevano danze e canti muliebri attorno alle betul-

. Celebri le immagini dedicate alla betulla nei componimenti di Vasilij A. Ž,Slavjanka [nome di un fiume a Pavlovsk], Evgenij B, “Est’ milaja strana, est’ugol na zemle” (C’è un paese caro, c’è un angolo di terra), Petr A. V, Bereza (Labetulla). Cfr. Ž , pp. –; B , pp. –; V , p.. Cfr. C .

. L , p. . Il titolo del componimento presenta anche la varianteOtcizna (Patria). Ibidem, pp. –. A questa versione fa riferimento la trad. it. di WolfGiusti (G , pp. –). È disponibile anche la trad. it. di Ettore Lo Gatto, L G, pp. –.

. H–L : pp. ; –.. Lel’: figura mitologica slava di genere maschile, ricordata nei canti popolari in

relazione alla passione amorosa e al matrimonio, celebrata nelle feste di primavera.. Jarila (o Jarilo): divinità della mitologia pagana slava, associata alla rinascita

primaverile e alla fertilità.. G , p. .

Introduzione con betulle

le in fiore nel mese di maggio. La sua fragile sagoma piangente dàcontemporaneamente voce al dolore della vedovanza.

E la betulla, il verde delle trecceOffrendo al pettine del vento,Come una vedova, pallida di pianto:

La sagoma familiare della betulla che evoca nella fantasia dei poetila terra natale giunge al suo culmine nei versi di Sergej Esenin, ai qualisi deve la diffusione di un vero culto della pianta; rappresentazionestessa della Russia e motivo ricorrente della sua poesia, è cantata sin dalprimo componimento pubblicato dal poeta, Bereza (Betulla), celebriversi mandati a memoria da numerose generazioni di scolari russi.

La sovrapposizione di immagini fra betulla e suolo patrio si con-solida profondamente nel corso del secolo, per perdere poi le suecapacità evocative e diventare oggetto di satira nei versi di GenrichSapgir:

“fortunato te che hai la tua betulla” disseun canuto americano guardando dal balconefortunato me che ho la mia betullafortunata la betulla che ha il suo americanofortunato l’americano che non ha la sua betullafortunato il balcone che quasi si spezza per tanta bellezza:la betulla l’americano e me [. . . ];

o comparire denudata di qualsiasi aura e valore estetico nella prosacorrosiva di Viktor Pelevin, uno dei maggiori scrittori contempora-nei. Vavilen Tatarskij, protagonista del romanzo Generation “P”, è unpubblicitario alle prime armi dell’era post–sovietica, alla ricerca diuno slogan capace di interpretare i cliché del nuovo consumatore pervendere, in patria, bevande occidentali; egli pensa immediatamenteche sia indispensabile

. S : pp. –. Cfr. A’ .. Nikolaj A. K, Vraž’ja sila (La forza del male, –). K –, pp.

–.. E: , Jazyk derev’ev. Bereza [versione digitale senza numerazione di pagine].. E , p. .. Genrich S, Pro berezku, in Razvitie metoda (Sulla betulla, in Lo sviluppo del

metodo). S , p. .

Introduzione con betulle

modificare la presentazione del prodotto da lanciare sul mercato russo.Anche in questo caso è necessario introdurre elementi dello stile pseudo–slavo. Il simbolo ideale è la betulla. Sarebbe opportuno cambiare il coloredella lattina dal verde al bianco con striscie nere, simile al tronco di unabetulla. Possibile testo per lo slogan pubblicitario: “Nel bosco primaverileho bevuto la Sprite di betulla”.

La figura aggraziata ed elegante dell’albero, ornato di fronde leg-gere, allegre e al contempo dolenti, crea una ricchissima gradazionedi rappresentazioni artistiche capaci di cogliere la modulazione idealeper trasmettere i discordi sentimenti che la natura può ispirare, dallatenerezza all’irrisione. Di una simile varietà sono interpreti i contributiraccolti nel volume, frutto della collaborazione preziosa di generazionidiverse, unite da una comune curiosità e passione per la parola lettera-ria. Come la corteccia evocata nel titolo, le pagine del libro si possonosfogliare per scoprire suggestioni e incanti dell’arte verbale russa cheal pari della betulla incontra e si incontra con le tradizioni europee delpassato e dell’oggi.

Interpretazioni dissimili per prospettiva di indagine, orizzonti di rife-rimento e scelte metodologiche saranno svelate al lettore percorrendoil volume; mantenendo per quanto possibile l’andamento del colloquio,le parole fissate sulla carta sono in attesa di domande sempre nuove,affidate all’ingegno dei curiosi.

Osservate come insieme di suggestioni critiche, le pagine lascianotrasparire una rete di rimandi e di scambi fra voci e generazioni diverse,risultato di questi “incontri con la cultura russa”.

La prospettiva diacronica posta in evidenza dalla struttura del volumemostra i legami che si stabiliscono fra opere lontane nello spazio e neltempo e che uno sguardo comparativo contribuisce a sottolineare. Paral-lelamente si coglie la comunanza di modelli estetici di riferimento chein determinati periodi sono riconosciuti come dominanti in aree storico–culturali volta a volta diversamente composte. La nozione stessa di mo-dello si misura con il concetto di imitazione, valutato in modo dissimileattraverso i secoli, e rende necessaria una riflessione sulle ‘influenze’letterarie, percepite e organizzate dagli artisti combinando esperienzenon contigue, come ben dimostrato nella ricostruzione dell’incontro diDostoevskij con modelli teatrali tragici e melodrammatici.

. P , p. . Trad. it. P .

Introduzione con betulle

Lo studio della letteratura si colloca in tutti i contributi fra testoverbale e insieme culturale, con una costante attenzione al tessutolinguistico e ai problemi traduttivi che esso pone nel corso del lavoro.Trasferire i sensi di un’opera in un universo culturale diverso è infattiuna irripetibile occasione per comprendere in profondità l’originale. Laqualità della parola poetica, capace di addentrarsi nel tempo a venire,pone in risalto il legame dell’arte con la dimensione temporale. Il profilodel futuro può assumere i contorni di un incontro escatologico, cometracciato seguendo i versi dei poeti simbolisti, o anelare all’utopia, benevidenziata percorrendo una varietà di orientamenti diversi nella storiadi questa forma letteraria europea, capaci di illuminare il viaggio fra itesti majakovskiani. La spezzatura post–sovietica degli equilibri esteticie morali conduce oggi l’artista frammentato a una ricerca necessaria dilegami fra passato e futuro, riconoscendo nella concretezza del presenteindividuale dell’uomo il solo appiglio possibile.

Per la comprensione dei fenomeni letterari si mostra decisivo l’ap-proccio multidisciplinare che si intreccia con un lavoro scrupoloso discavo e di approfondimento, alla ricerca delle origini di certe sugge-stioni che sembrano a prima vista originali e che rivelano, al contrario,una lunga storia precedente, evidenziata con chiarezza nella ricostru-zione dei legami “nasologici” della cultura europea ottocentesca. Inquesti articolati percorsi critici il materiale linguistico è sempre alcentro delle osservazioni e del lavoro sui testi, per tale ragione (conla sola eccezione di questa introduzione) i brani discussi sono letti inoriginale, scegliendo di passare attraverso la traduzione considerata co-me strumento conoscitivo imprescindibile per uno studioso di letterestraniere. Talvolta, come nel caso di Platonov, la lingua stessa è postaal centro della discussione ed è capace di produrre effetti dirompentisui cliché più diffusi, sulle convenzioni, che investono innanzitutto ilpiano linguistico ma lo travalicano per toccare le radici del sentirecomune invitandoci a “correggere” mentalmente quanto leggiamo.Un’analoga riflessione sul significato più profondo delle parole (e deiconcetti) ritroviamo nelle discussioni contemporanee sui mutamentilinguistici nel mondo occidentale. La lettura di un’ode classicista di-venta, d’altro canto, un’occasione per ripensare le relazioni fra arte egodimento estetico nel corso dei secoli, rilevando, al tempo stesso,le differenze fra gli interessi di ricerca e gli interessi di fruizione piùgenerale.

Introduzione con betulle

Traspare in controluce fra i testi una testimonianza storica di quel-l’intento corale che ancora oggi caratterizza la percezione della culturarussa, riconoscibile nelle finalità didattiche di Caterina , la sovranatedesca che compone opere in russo per ammaestrare il suo popoloe magnificare le origini della dinastia imperiale. Attorno a questa au-to rappresentazione dell’eccezionalità russa, che si pone a colloquiocon il mondo circostante presentandosi come universo separato, dallastoria singolare, si svolge la trama di numerosi dibattiti nella culturacontemporanea, in Russia e al di fuori di essa, che osservano entro inuovi orizzonti del secolo l’intrecciarsi di fenomeni prima consi-derati “unici” e “irripetibili”, e ora misurati da analogie e differenzeincuranti dei confini nazionali.

La cronologia storica come chiave per la comprensione deve ri-guardare sia lo sviluppo artistico del singolo autore che la possibilitàdi individuare distanze e affinità temporali fra scrittori e testi dellacultura; come ben dimostrato attraverso lo studio delle figurazioni deldemone, è importante osservare in che punto dell’opera si trovinodeterminati versi o determinate pagine, perché è nell’equilibrio delleparti e nella collocazione che spesso si cela un’importante chiave dilettura.

Nell’incontro con il padre delle lettere russe moderne, tanto fa-miliare e al contempo distante da rendere la sua lettura ogni voltadiversa e diversamente complessa, gli studiosi, come ricordato nellepagine dedicate alla Dama di picche, hanno riconosciuto, nel tempo,qualcosa di inatteso, di sottile, quasi il testo fosse una somma di generie stratagemmi letterari, di mode e di canoni, artifici e trasgressioni,mettendo in luce l’aspetto a falde, da sfogliare come bianca corteccia,delle grandi opere letterarie di cui ciascuno può isolare e ingrandireun singolo tratto senza poter mai offrire una parola conclusiva, perchégenerazioni a seguire sapranno svelare prospettive inconsuete.

La velocità e l’ampiezza di scambi, comunicazioni e incontri chel’universo contemporaneo offre non potevano non rispecchiarsi in unprogressivo arricchimento degli strumenti di lavoro, come mostranogli esempi e le riflessioni sui repertori linguistici e le basi di dati virtuali.

I testi sono completati dagli interventi degli studenti che offronospesso l’avvio per approfondimenti e digressioni, e rappresentano unaparte rilevante dei contributi, proprio perché propongono riflessioninate da suggestioni ‘dialogiche’. Come ricorda il saggio posto a con-

Introduzione con betulle

clusione del volume, che nella realtà concreta del lavoro ha svolto ilruolo di premessa metodologica, la tendenza al discorso monologico,ancora dominante nelle aule accademiche, priva talvolta docenti estudenti di preziose occasioni di confronto e reciproco arricchimento.

Un ringraziamento affettuoso a Elena Nediakina per l’aiuto e agliamici che hanno accettato con generosità e partecipazione di collabo-rare al progetto, proponendo sentieri personali di studio e offrendosguardi diversi sul confine orientale dello spazio europeo. In questocomposito attraversamento la ricerca è valorizzata da inattese possibili-tà che ciascuno potrà approfondire e sviluppare orientando l’indaginesingola verso orizzonti di analisi complessi che accolgono porzioni disaperi multiformi e articolati, fragili e al tempo stesso resistenti comei boschetti di betulle con cui si apre il volume.

Luglio