A TESTIMONIANZA APPASIONANTE DI UN SACERDOTE … · incontri tra gli studenti del Liceo Galilei e...

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Occupa un posto particolare nel lungo elenco degli incontri tra gli studenti del Liceo Galilei e importanti perso- nalità del mondo civile quello di venerdì 26 novembre scor- so: a Caravaggio è venuto don Luigi Ciotti, fondatore delle associazioni “Abele” e “Libera”, assiduamente impegnato nella lotta per la legalità e la solidarietà. Nella mattinata don Ciotti ha parlato alle classi del triennio del liceo radunate nel palazzetto sportivo interagendo con i ragazzi stessi. “Voglio ascoltare le vostre idee, la riflessione la costruiamo insie- me”, così si è espresso e di domande ne sono arrivate parecchie anche scottanti per la loro concreta attualità. Si può scendere a compromessi per la legalità? Qual è il corretto ruolo dell’informazione? C’è la mafia al Nord? Perché restare in Italia? Cosa ti spinge a parlare di questi argomenti alla gente? “Quand’ero piccolo mio padre ci dovette portare a Torino per lavoro, - ha raccontato don Ciotti - come casa avevamo la baracca di un cantiere, un posto che mi etichettò ma a cui rimasi legato per sempre. A vent’anni fondai con alcuni amici il gruppo Abele, cercavamo di aiutare i ragazzi tossicodipendenti a liberarsi dalle droghe e a integrarsi nella società con un lavoro senza distruggersi in galere o manicomi.” Già dagli anni Novanta, dopo la sta- gione delle stragi mafiose, don Ciotti si è occupato della sensibilizzazione alla legalità . “Dopo che la mafia uccise Falcone e Borsellino, in Italia si fecero sentire reazioni appassionate da tutti: allora nel 1995, io e i miei sostenitori pensammo di creare una rete nazionale contro le mafie. Nacque così “Libera”, l’associazione che riunisce scuole e gruppi italiani con lo scopo di promuovere la legalità e l’im- pegno di ciascuno. Col tempo ci siamo diffusi in ogni regio- ne d’Italia e anche in tanti paesi europei, perché la mafia è globalizzata, nasce in certi luoghi ma poi va dove ci sono i soldi.” Il discorso di don Ciotti si è così esteso alla presenza della mafia al Nord, soprattutto a Milano, che tante polemi- che ha suscitato nel dibattito pubblico. Don Ciotti è stato lapidario: “Nella sola zona di Milano sono stati sequestrati più di 600 immobili a membri della ‘ndrangheta. La presen- za della criminalità organizzata al Nord è nascosta, ma molto attiva.” Uno dei più grandi successi di “Libera” è stato la raccolta di un milione di firme per chiedere la stesura di una legge sull’utilizzo dei beni sequestrati alle mafie: la legge 109 del 1996 ha stabilito infatti che gli oggetti dei sequestri venga- no riutilizzati in ambito sociale. Oggi le ville confiscate a mafiosi e camorristi sono usate per ospitare ragazzi in diffi- coltà e disabili, sui terreni dei boss crescono grano e alberi da frutto tanto che i prodotti ricavati vengono venduti nei merca- ti locali. Diverse sono state anche le problematiche e le minacce che i membri dell’associazione e lo stesso don Ciotti, che durante la conversazione è stato sorvegliato con attenzione da una scorta di carabinieri, hanno subito. Ma tutto ciò non li ha fermati: Libera ha avuto la forza di continuare a impegnar- si per la sua causa, anche quando la stagione dell’entusia- smo e dei grandi proclami è stata soppiantata da quella del- l’apatia. “L’impegno è fondamentale in ogni campo, soprat- tutto nella politica: questa, come diceva Paolo VI, è la più alta forma di carità e ogni volta che voi vi associate fate una scel- ta politica, per il bene comune. Anche un’informazione docu- mentata e indipendente concorre allo sviluppo di una socie- tà più giusta e democratica.” Ha ribadito con serietà il sacer- dote. Quest’ultima affermazione ha riportato alla mente di don Ciotti un episodio, ricordato anche da Roberto Saviano nel libro “Gomorra”: l’assassinio di don Peppino Diana, parroco di Casal di Principe e assistente scout. “Don Peppino lottava pubblicamente contro la camorra e per il suo coraggio fu ammazzato vigliaccamente nella chiesa del paese. Ma il peggio fu che su un giornale di Caserta si spiegò che don Peppino era stato ucciso per una storia di donne: sua madre da allora ripete che il figlio gliel’hanno ammazzato due volte. Insieme a lei denunciammo queste calunnie infamanti e si è poi scoperto che quel quotidiano era a libro paga della camorra, per cui i suoi direttori furono arrestati.” Una storia come questa suscita rabbia, voglia di gridare, di denunciare l’ingiustizia. Ma non basta la rabbia. “La rabbia è sorella del coraggio, - ha proseguito don Ciotti - e coraggio significa avere cuore, fare proposte! E’ l’impegno quotidiano, la cultura, la voglia di metterci in gioco che possono darci la speranza di contrastare una sempre più diffusa corruzione, aiutarci a non dimenticare tutti i morti di mafia, a non abban- donare i loro cari, a progettare una società più giusta. Non solo Legalità e Solidarietà, serve Responsabilità!” Questi pensieri gli studenti li avevano letti in un libricino, in classe durante le ore di lezione per prepararsi all’incontro, ma sen- tirli a viva voce da don Ciotti ha suscitato meraviglia e ammi- razione: più volte è sorto spontaneo un accorato applauso. I ragazzi del Galilei si sono lasciati positivamente coinvol- gere da un uomo che, nella sua semplicità, diventa un esem- pio perché arricchisce della sua esperienza gli interlocutori. Molti si sono stupiti di come abbia ricordato concetti magari ovvi ma che possono aiutarci a lottare per una società giusta, ha davvero colpito la fiducia nei suoi punti fermi, il Vangelo e la Costituzione. Quando l’incontro ufficiale è terminato diver- si studenti sono andati a parlare con il sacerdote di persona: ognuno nel profondo dell’animo ha portato a casa una bella lezione da queste due ore trascorse insieme perché la scuo- la era diventata la passione di una vita spesa per il bene del prossimo. Francesco Battistoni A CURA DELLA REDAZIONE DEL LICEO SCIENTIFICO E LINGUISTICO ʻGALILEO GALILEIʼ DI CARAVAGGIO - COORDINAMENTO DI CLAUDIO BOLANDRINI come un concreto esempio per spronare gli allievi futuri a mantenere alto il nome del Liceo, a prendere parte attiva all’interno del sistema scolastico e a sostenere il bene comu- ne. “Ovviamente è un incarico impegnativo che io ho deciso di ricoprire per la seconda volta consecutiva, ma l’idea di poter collaborare nuovamente per migliorare l’ambiente in cui sto maturando giorno per giorno e di agire per un bene non solo individuale ma collettivo ha avuto il sopravvento. È un’esperienza che aiuta a crescere”, ha affermato Paolo Bertocchi (5C) mentre chi scrive ha aggiunto: “Credo molto nel dialogo, nella collaborazione e sono convinta che, non- ostante il clima difficile e ostile in cui navighi il sistema dell’Istruzione oggi, la nostra sia una scuola valida”. Tra i quattro neoeletti anche Francesco Paladini di 3A, il più giovane ma non meno motivato ha concluso dicendo: “Fare il rappresentante è sempre stato un mio desiderio. La scuola non è solo studio, voti, esami ma è parte integrante del mondo in cui viviamo e per questo penso sia giusto tute- larla”. Progetti, modifiche e cambiamenti sono stati presentati nella popo-Lista il 12 novembre scorso al Palazzetto dello sport davanti alla folla degli studenti del Galilei. Tra le novità proposte le più interessanti sono la stesura di un nuovo progetto per la cogestione del secondo quadrime- stre e l’apertura di un sito dei rappresentanti d’Istituto, come Ci chiamano «Gioventù bruciata» Noi rispondiamo: «Popolista, together we can!» punto di riferimento per gli studenti del Liceo Galilei per eventuali richieste, comunicazioni e chiarimenti. I rappresentanti d’Istituto inoltre si occupano del coordi- namento del concerto di fine anno del prossimo 21 dicem- bre, anche quest’anno chiunque potrà mettersi in gioco col- laborando all’organizzazione o esibendo le sue capacità arti- stiche sul palco. Infine tra arte e divertimento, studio e svago i candidati caldeggiano la creazione di un annuario e si dimostrano sensibili ai problemi ambientali, proponendo una riduzione dello spreco di carta nella scuola attraverso la distribuzione online di avvisi e circolari, sia attivi nel sociale con l’iniziativa “Dona cibo” a sostegno della Caritas diocesana. Dopo la presentazione il pubblico dei compagni si è mostrato interessato, non sono mancati interventi e doman- de, qualcuno ha ricordato: “La scuola è nostra!” e questo richiede la disponibilità a rimboccarsi le maniche e impe- gnarsi, come dice il titolo della lista vincente con una nota di speranza, di incoraggiamento ma anche di entusiasmo, “Together we can!”. Ilaria Losapio C O N S I G L I O D I S T I T U T O Ci sono passati tutti. Eppure, ogni anno, migliaia di ragazzi temono l’Esame di Maturità. Perché non si tratta solo di qualche scritto e di una prova orale da non sottovalutare, l’Esame di Stato rappresenta una prova che riguarda il futuro dopo la scuola superiore. Purtroppo non tutti sanno già quale sarà la giusta direzione da prendere, chi diventeranno nel cammino nella loro vita, con chi condivideran- no i momenti di gioia e i tempi duri. Perché la scuola, seppure sia difficile da ammettere da parte degli studenti, in fondo piace, aiuta, fa crescere, protegge. È duro accet- tare che ad un certo punto lasci andare i ragazzi senza un orizzonte sicuro e una mano sulla spalla. Sembra strano ma la sveglia presto di mattina, i venti minuti passati sui pullman senza riscaldamento, le verifiche di matematica o le interrogazio- ni sulla Divina Commedia diventano necessari per un alunno. Andare a scuola è un po’ come andare a casa, al sicuro, lì ci sono gli amici e i professori che, sempre e comunque, avranno un posto indelebi- le nei ricordi da far rivivere in qualche cena tra ex compagni di liceo. Tra questi non possono man- care la Straliceo, la corsa campestre al freddo di novembre, la bidella che puntualmente ogni mat- tina rimproverava per i caffè lasciati sui davanzali delle finestre o per le scritte sui banchi, gli inter- minabili cinque minuti in cui ognuno sperava di non essere chiamato per l’interrogazione, la Cogestione, il concerto di Natale… Dopo solo cinque anni, tutto finisce: inizia il periodo forse più bello e libero della vita, il momento in cui finalmente si ha la possibilità di scegliere chi essere ma la nostalgia la fa da padrone perché le superiori, col senno di poi, non sono così male. Si fa largo la paura della maturazione, delle responsabilità che aumentano, del futuro da grandi che è tutto da costruire. E il dubbio assale… Quale sarà la scelta giusta? Corsi universitari o mondo del lavoro? Di certo benché siano offerti tutti gli strumenti, come i corsi di orientamento, i depliant, i questionari e il progetto Rotaract, necessari per una scelta serena è difficile preve- dere, capire quale sia il proprio posto nel mondo. Tra mille dubbi e timori, non resta che fare affi- damento allo straordinario entusiasmo dei giova- ni che accettano come una sfida anche le tribola- zioni, dopo tutto hanno una vita davanti colma di sogni da realizzare. SETTIMANALE | il Popolo Cattolico 26 | SABATO 18 DICEMBRE 2010 | UN GIORNALE NEL GIORNALE EDITORIALE LA TESTIMONIANZA APPASIONANTE DI UN SACERDOTE IMPEGNATO NELLA COSTRUZIONE DI UNA SOCIETÀ GIUSTA Responsabilità e legalità: l’incontro con don Luigi Ciotti L’ESAME DI MATURITÀ Sfida per crescere e paura del futuro di Valentina Adobati Troppo spesso accade di restare indifferenti a ciò che succede nel mondo in cui viviamo e di valutare con superfi- cialità una realtà che sembra non toccare noi giovani. Per questi motivi, noi ragazzi veniamo più volte additati e apo- strofati con l’appellativo di “Gioventù bruciata” che, fuor di metafora, indica una massa di fannulloni disinteressata alla propria vita, alla società, al futuro. Il messaggio che que- st’anno i candidati a rappresentare gli studenti nel Consiglio d’Istituto del Liceo Galileo Galilei di Caravaggio hanno cer- cato di inviare, può essere condensato in una sorta di appel- lo e di rivendicazione dell’immagine dei giovani che negli ultimi anni è parsa sempre più svilente e deludente. “Crediamo davvero in quello che facciamo e personalmente sono molto soddisfatto dei progetti finora proposti, siamo un bel gruppo ricco di idee e buoni propositi, ce la mettere- mo tutta!” ha confessato Riccardo Adorni (5C) da neoeletto. L’emozione provata nel parlare di fronte ad un auditorio di cinquecento studenti durante la presentazione della lista è stata grande, tuttavia i rappresentanti della componente studentesca hanno saputo gestirla al meglio presentandosi come portavoce delle esigenze della scuola ma soprattutto

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Occupa un posto particolare nel lungo elenco degliincontri tra gli studenti del Liceo Galilei e importanti perso-nalità del mondo civile quello di venerdì 26 novembre scor-so: a Caravaggio è venuto don Luigi Ciotti, fondatore delleassociazioni “Abele” e “Libera”, assiduamente impegnatonella lotta per la legalità e la solidarietà. Nella mattinata donCiotti ha parlato alle classi del triennio del liceo radunate nelpalazzetto sportivo interagendo con i ragazzi stessi. “Voglioascoltare le vostre idee, la riflessione la costruiamo insie-me”, così si è espresso e di domande ne sono arrivateparecchie anche scottanti per la loro concreta attualità.

Si può scendere a compromessi per la legalità? Qual è ilcorretto ruolo dell’informazione? C’è la mafia al Nord?Perché restare in Italia? Cosa ti spinge a parlare di questiargomenti alla gente? “Quand’ero piccolo mio padre cidovette portare a Torino per lavoro, - ha raccontato donCiotti - come casa avevamo la baracca di un cantiere, unposto che mi etichettò ma a cui rimasi legato per sempre. Avent’anni fondai con alcuni amici il gruppo Abele, cercavamodi aiutare i ragazzi tossicodipendenti a liberarsi dalle droghee a integrarsi nella società con un lavoro senza distruggersiin galere o manicomi.” Già dagli anni Novanta, dopo la sta-gione delle stragi mafiose, don Ciotti si è occupato dellasensibilizzazione alla legalità . “Dopo che la mafia ucciseFalcone e Borsellino, in Italia si fecero sentire reazioniappassionate da tutti: allora nel 1995, io e i miei sostenitoripensammo di creare una rete nazionale contro le mafie.Nacque così “Libera”, l’associazione che riunisce scuole egruppi italiani con lo scopo di promuovere la legalità e l’im-pegno di ciascuno. Col tempo ci siamo diffusi in ogni regio-ne d’Italia e anche in tanti paesi europei, perché la mafia èglobalizzata, nasce in certi luoghi ma poi va dove ci sono isoldi.” Il discorso di don Ciotti si è così esteso alla presenzadella mafia al Nord, soprattutto a Milano, che tante polemi-che ha suscitato nel dibattito pubblico. Don Ciotti è statolapidario: “Nella sola zona di Milano sono stati sequestratipiù di 600 immobili a membri della ‘ndrangheta. La presen-za della criminalità organizzata al Nord è nascosta, ma moltoattiva.”

Uno dei più grandi successi di “Libera” è stato la raccoltadi un milione di firme per chiedere la stesura di una leggesull’utilizzo dei beni sequestrati alle mafie: la legge 109 del1996 ha stabilito infatti che gli oggetti dei sequestri venga-no riutilizzati in ambito sociale. Oggi le ville confiscate a

mafiosi e camorristi sono usate per ospitare ragazzi in diffi-coltà e disabili, sui terreni dei boss crescono grano e alberi dafrutto tanto che i prodotti ricavati vengono venduti nei merca-ti locali.

Diverse sono state anche le problematiche e le minacceche i membri dell’associazione e lo stesso don Ciotti, chedurante la conversazione è stato sorvegliato con attenzioneda una scorta di carabinieri, hanno subito. Ma tutto ciò non liha fermati: Libera ha avuto la forza di continuare a impegnar-si per la sua causa, anche quando la stagione dell’entusia-smo e dei grandi proclami è stata soppiantata da quella del-l’apatia. “L’impegno è fondamentale in ogni campo, soprat-tutto nella politica: questa, come diceva Paolo VI, è la più altaforma di carità e ogni volta che voi vi associate fate una scel-ta politica, per il bene comune. Anche un’informazione docu-mentata e indipendente concorre allo sviluppo di una socie-tà più giusta e democratica.” Ha ribadito con serietà il sacer-dote.

Quest’ultima affermazione ha riportato alla mente di donCiotti un episodio, ricordato anche da Roberto Saviano nellibro “Gomorra”: l’assassinio di don Peppino Diana, parrocodi Casal di Principe e assistente scout. “Don Peppino lottavapubblicamente contro la camorra e per il suo coraggio fuammazzato vigliaccamente nella chiesa del paese. Ma ilpeggio fu che su un giornale di Caserta si spiegò che donPeppino era stato ucciso per una storia di donne: sua madreda allora ripete che il figlio gliel’hanno ammazzato due volte.Insieme a lei denunciammo queste calunnie infamanti e si è

poi scoperto che quel quotidiano era a libro paga dellacamorra, per cui i suoi direttori furono arrestati.”

Una storia come questa suscita rabbia, voglia di gridare, didenunciare l’ingiustizia. Ma non basta la rabbia. “La rabbia èsorella del coraggio, - ha proseguito don Ciotti - e coraggiosignifica avere cuore, fare proposte! E’ l’impegno quotidiano,la cultura, la voglia di metterci in gioco che possono darci lasperanza di contrastare una sempre più diffusa corruzione,aiutarci a non dimenticare tutti i morti di mafia, a non abban-donare i loro cari, a progettare una società più giusta. Nonsolo Legalità e Solidarietà, serve Responsabilità!” Questipensieri gli studenti li avevano letti in un libricino, in classedurante le ore di lezione per prepararsi all’incontro, ma sen-tirli a viva voce da don Ciotti ha suscitato meraviglia e ammi-razione: più volte è sorto spontaneo un accorato applauso.

I ragazzi del Galilei si sono lasciati positivamente coinvol-gere da un uomo che, nella sua semplicità, diventa un esem-pio perché arricchisce della sua esperienza gli interlocutori.Molti si sono stupiti di come abbia ricordato concetti magariovvi ma che possono aiutarci a lottare per una società giusta,ha davvero colpito la fiducia nei suoi punti fermi, il Vangelo ela Costituzione. Quando l’incontro ufficiale è terminato diver-si studenti sono andati a parlare con il sacerdote di persona:ognuno nel profondo dell’animo ha portato a casa una bellalezione da queste due ore trascorse insieme perché la scuo-la era diventata la passione di una vita spesa per il bene delprossimo.

Francesco Battistoni

A CURA DELLA REDAZIONE DEL LICEO SCIENTIFICO E LINGUISTICO ʻGALILEO GALILEI ̓DI CARAVAGGIO - COORDINAMENTO DI CLAUDIO BOLANDRINI

come un concreto esempio per spronare gli allievi futuri amantenere alto il nome del Liceo, a prendere parte attivaall’interno del sistema scolastico e a sostenere il bene comu-ne.

“Ovviamente è un incarico impegnativo che io ho decisodi ricoprire per la seconda volta consecutiva, ma l’idea dipoter collaborare nuovamente per migliorare l’ambiente incui sto maturando giorno per giorno e di agire per un benenon solo individuale ma collettivo ha avuto il sopravvento. Èun’esperienza che aiuta a crescere”, ha affermato PaoloBertocchi (5C) mentre chi scrive ha aggiunto: “Credo moltonel dialogo, nella collaborazione e sono convinta che, non-ostante il clima difficile e ostile in cui navighi il sistema

dell’Istruzione oggi, la nostra sia una scuola valida”. Tra i quattro neoeletti anche Francesco Paladini di 3A, il

più giovane ma non meno motivato ha concluso dicendo:“Fare il rappresentante è sempre stato un mio desiderio. Lascuola non è solo studio, voti, esami ma è parte integrantedel mondo in cui viviamo e per questo penso sia giusto tute-larla”.

Progetti, modifiche e cambiamenti sono stati presentatinella popo-Lista il 12 novembre scorso al Palazzetto dellosport davanti alla folla degli studenti del Galilei.

Tra le novità proposte le più interessanti sono la stesura diun nuovo progetto per la cogestione del secondo quadrime-stre e l’apertura di un sito dei rappresentanti d’Istituto, come

Ci chiamano «Gioventù bruciata»Noi rispondiamo: «Popolista, together we can!»

punto di riferimento per gli studenti del Liceo Galilei pereventuali richieste, comunicazioni e chiarimenti.

I rappresentanti d’Istituto inoltre si occupano del coordi-namento del concerto di fine anno del prossimo 21 dicem-bre, anche quest’anno chiunque potrà mettersi in gioco col-laborando all’organizzazione o esibendo le sue capacità arti-stiche sul palco.

Infine tra arte e divertimento, studio e svago i candidaticaldeggiano la creazione di un annuario e si dimostranosensibili ai problemi ambientali, proponendo una riduzionedello spreco di carta nella scuola attraverso la distribuzioneonline di avvisi e circolari, sia attivi nel sociale con l’iniziativa“Dona cibo” a sostegno della Caritas diocesana.

Dopo la presentazione il pubblico dei compagni si èmostrato interessato, non sono mancati interventi e doman-de, qualcuno ha ricordato: “La scuola è nostra!” e questorichiede la disponibilità a rimboccarsi le maniche e impe-gnarsi, come dice il titolo della lista vincente con una nota disperanza, di incoraggiamento ma anche di entusiasmo,“Together we can!”.

Ilaria Losapio

C O N S I G L I O D ’ I S T I T U T O

Ci sono passati tutti.Eppure, ogni anno, migliaia di ragazzi temono

l’Esame di Maturità.Perché non si tratta solo di qualche scritto e di

una prova orale da non sottovalutare, l’Esame diStato rappresenta una prova che riguarda il futurodopo la scuola superiore.

Purtroppo non tutti sanno già quale sarà lagiusta direzione da prendere, chi diventerannonel cammino nella loro vita, con chi condivideran-no i momenti di gioia e i tempi duri.

Perché la scuola, seppure sia difficile daammettere da parte degli studenti, in fondopiace, aiuta, fa crescere, protegge. È duro accet-

tare che ad uncerto puntolasci andare iragazzi senzaun orizzontesicuro e unamano sullaspalla. Sembrastrano ma lasveglia prestodi mattina, iventi minutipassati suipullman senzariscaldamento,le verifiche dimatematica ole interrogazio-ni sulla Divina

Commedia diventano necessari per un alunno.Andare a scuola è un po’ come andare a casa,

al sicuro, lì ci sono gli amici e i professori che,sempre e comunque, avranno un posto indelebi-le nei ricordi da far rivivere in qualche cena tra excompagni di liceo. Tra questi non possono man-care la Straliceo, la corsa campestre al freddo dinovembre, la bidella che puntualmente ogni mat-tina rimproverava per i caffè lasciati sui davanzalidelle finestre o per le scritte sui banchi, gli inter-minabili cinque minuti in cui ognuno sperava dinon essere chiamato per l’interrogazione, laCogestione, il concerto di Natale…

Dopo solo cinque anni, tutto finisce: inizia ilperiodo forse più bello e libero della vita, ilmomento in cui finalmente si ha la possibilità discegliere chi essere ma la nostalgia la fa dapadrone perché le superiori, col senno di poi,non sono così male.

Si fa largo la paura della maturazione, delleresponsabilità che aumentano, del futuro dagrandi che è tutto da costruire.

E il dubbio assale…Quale sarà la scelta giusta? Corsi universitari o

mondo del lavoro? Di certo benché siano offertitutti gli strumenti, come i corsi di orientamento, idepliant, i questionari e il progetto Rotaract,necessari per una scelta serena è difficile preve-dere, capire quale sia il proprio posto nel mondo.

Tra mille dubbi e timori, non resta che fare affi-damento allo straordinario entusiasmo dei giova-ni che accettano come una sfida anche le tribola-zioni, dopo tutto hanno una vita davanti colma disogni da realizzare.

SETTIMANALE | il Popolo Cattolico26 | SABATO 18 DICEMBRE 2010 | UN GIORNALE NEL GIORNALE

E D I T O R I A L E

LA TESTIMONIANZA APPASIONANTE DI UN SACERDOTE IMPEGNATO NELLA COSTRUZIONE DI UNA SOCIETÀ GIUSTA

Responsabilità e legalità:l’incontro con don Luigi Ciotti

L’ESAME DI MATURITÀ

Sfida per cresceree paura del futuro

■ di Valentina Adobati

Troppo spesso accade di restare indifferenti a ciò chesuccede nel mondo in cui viviamo e di valutare con superfi-cialità una realtà che sembra non toccare noi giovani. Perquesti motivi, noi ragazzi veniamo più volte additati e apo-strofati con l’appellativo di “Gioventù bruciata” che, fuor dimetafora, indica una massa di fannulloni disinteressata allapropria vita, alla società, al futuro. Il messaggio che que-st’anno i candidati a rappresentare gli studenti nel Consigliod’Istituto del Liceo Galileo Galilei di Caravaggio hanno cer-cato di inviare, può essere condensato in una sorta di appel-lo e di rivendicazione dell’immagine dei giovani che negliultimi anni è parsa sempre più svilente e deludente.“Crediamo davvero in quello che facciamo e personalmentesono molto soddisfatto dei progetti finora proposti, siamoun bel gruppo ricco di idee e buoni propositi, ce la mettere-mo tutta!” ha confessato Riccardo Adorni (5C) da neoeletto.L’emozione provata nel parlare di fronte ad un auditorio dicinquecento studenti durante la presentazione della lista èstata grande, tuttavia i rappresentanti della componentestudentesca hanno saputo gestirla al meglio presentandosicome portavoce delle esigenze della scuola ma soprattutto

risolvere i dubbi e i quesiti degli ospiti accompagnandoli allascoperta delle svariate attività proposte nell’IstitutoSuperiore caravaggino.

PROGRAMMA

Incontro con il Dirigente Scolastico e con i Docenti in Aulamagna alle ore 14.30, 15.30, 16.30.

Attività nei laboratori di informatica/aula cablata, fisica,scienze e lingue a partire dalle 14.30 fino alle 17.00.

Incontro con i rappresentanti del Comitato genitori e deglistudenti.

Visita dell’Istituto e delle aule speciali.

S A B A T O 1 8 D I C E M B R E

E V E N T I

IL concerto di fine anno

Martedì 21 dicembre, palazzetto Caravaggio

La Commissione Cultura del comune chiuderà le manife-stazioni culturali promosse nel 2010 con un concerto gospelche si terrà questa sera, sabato 18 dicembre, alle ore 20,45nella chiesa di San Lorenzo. L’esecuzione è stata affidata algruppo Sant’Antonio David’s Singers.

Il coro, attualmente composto da cinquanta coristi e cin-que strumentisti, si è formato nel 1972 con lo scopo di ani-mare le funzioni liturgiche. Negli anni il gruppo ha ampliato leproprie conoscenze musicali attraverso seminari per la tecni-ca vocale e d’insieme proprie del canto afro-americano,diventando così un apprezzato esecutore di concerti che pro-pongono brani di estrazione Spiritual e Gospel.

Lo spiritual è un genere musicale che nasce nei primi anni del 1700, quando donne e uomini africani fattischiavi sono stati deportati in America per lavorare nelle pian-tagioni. Si tratta di un canto religioso che unisce la musica

rituale africana ai testi della religione cristiana. Dal momentoche la schiavitù è contraria alla volontà di Dio, i neri cantanola speranza della liberazione prendendo ad esempio i raccon-ti della Bibbia: essi speravano che Dio li avrebbe liberati dallesofferenze così come aveva liberato il popolo di Abramo dallaschiavitù in Egitto.

Verso la fine del 1800 i fedeli delle chiese nere danzavanotutti in circolo, tenendosi per mano, ascoltando le melodieritmate del coro. Il battere delle mani e dei piedi, l’uso di tam-burelli e di percussioni creavano la tipica musica africanacarica di ritmo. Intorno al 1920 questo stile viene raccolto,studiato e arrangiato da Thomas A. Dorsey che, recuperandole forme tradizionali degli spirituals e attingendo musical-mente dalle nascenti forme del jazz e del blues, dà vita ad unnuovo genere musicale denominato Gospel.

A partire dagli anni cinquanta, quelli della segregazione e

repressione dei neri, il gospel servì come una forma nascostadi protesta politica e divenne così un valido modo per darevoce agli ideali del Movimento dei Diritti Civili.

Uscito dai confini delle chiese nere americane, questatipologia di canto venne diffuso ovunque grazie alle voci digrandi interpreti. Nel 1966, al Madison Square Garden diNew York, si tenne un grande festival di cori gospel che rap-presentò un’occasione unica nella storia della musicagospel.

Da quel momento in poi il Gospel divenne un genere musi-cale ascoltato e apprezzato in tutto il mondo, anche in Italia siè diffuso velocemente e si sono formati numerosi gruppivocali che mettono in scena concerti ricchi di forza ed emo-zione particolarmente seguiti e apprezzati nei nostri paesidurante le festività natalizie.

Marco Albertini

UN GIORNALE NEL GIORNALE | SABATO 18 DICEMBRE 2010 | 27SETTIMANALE | il Popolo Cattolico

LA PARTECIPAZIONE A «TOP OF THE POPS» IN ONDA SU RAI2

Per una volta... dentro la televisioneI ragazzi del Liceo Galilei alle prese con il magico mondo del tubo catodico

Nell’atrio d’ingresso del Liceoe nei corridoi sono stati messi inmostra inoltre ammirare alcunielaborati e progetti particolar-mente interessanti realizzati daglistudenti stessi e le riproduzionidei quadri del Caravaggio createin occasione delle celebrazionidedicate all’anniversario delgrande artista. Anche per il “bis”del pomeriggio di apertura dellascuola, uno staff di professori eragazzi di tutto rispetto è pronto a

Open-day al Liceo «Galilei»Informazione per una scelta responsabie e consapevole

IL SANT’ANTONIO DAVID’S SINGER NELLA CHIESA DISAN LORENZO DI ARZAGO D’ADDA

La voce e il ritmo delle emozioni dell’animaGospel e spitituals chiudono le manifestazioni culturali 2010

Martedì 21 dicembre alle ore 20 presso il palazzetto dellosport di Caravaggio si terrà il tradizionale spettacolo di fineanno con lo scambio degli auguri.

Si esibiranno sul palco gli studenti che hanno talento nelcampo della musica e della danza: dalle note classiche suo-nate al pianoforte a quelle folk e rock amplificate da chitarree ritmate dalla batteria, intervallate da balli coreografici.

Chiuderà la serata l’attesa esibizione del gruppo “Macchi& Friends”, composto dal professor Walter Macchi, leaderstorico della band, dalla prof.ssa Silvia Odone, voce, e dalprof. Giorgio Colombo alla chitarra.

La televisione è l’oggetto che fin da bambini cattura ilnostro interesse. All’inizio è la variazione dei colori e dei suoniad attrarre la nostra attenzione, poi la curiosità aumenta manmano che scopriamo quante opportunità il piccolo schermoci offre come se fosse una finestra aperta sul pianeta Terra enon solo. Grazie alla quantità infinita dei programmi trasmes-si, questo elettrodomestico riesce a farsi apprezzare da gran-di e piccoli. Non c’è una famiglia in Italia che non abbia alme-no un televisore tanto che la sua diffusione ha dato origine aun mondo nuovo, fatto di attori, attrici, presentatori, valletteche diventano idoli.

Ma come funziona questo mondo in realtà? Quanto lavoroè necessario per produrre i programmi che tanto ci appassio-nano? Giovedì 30 settembre i ragazzi di 4^A, 4^D e 4^Fhanno avuto la possibilità di scoprirlo, almeno in parte: gli èstato proposto di partecipare al programma musicale “Top ofthe Pops” in onda su Rai 2 in veste di pubblico.

Nello studio il lavoro svolto è inimmaginabile: basti pensa-re che la registrazione delle canzoni di soli tre artisti ha impe-gnato i ragazzi per l’intero pomeriggio. Prima dell’arrivo deicantanti infatti, bisogna eseguire tutte le prove con le teleca-mere per far sì che le inquadrature siano perfette e che ilvideo risulti migliore possibile. Solo in un secondo momentoavviene la registrazione vera e propria, che però talora deveessere ripetuta più volte.

Il risultato di tutte queste ore è un programma di circa 120

minuti in cui anche il pubblico ha il suo ruolo da sostenere …e non è sempre facile, basta notare la variazione di coloredelle mani dei ragazzi da rosa a bordeaux per il troppo applau-dire! Il pubblico infatti si deve impegnare per sostenere gliartisti, c’è un addetto di studio che ha il compito di guidarlo inmodo che appaia sempre sorridente e partecipe.

“Questa esperienza ci ha avvicinato al mondo della tv, l’hareso più reale! – ha commentato una studentessa - Ora,infatti, ci rendiamo conto dell’enorme quantità di lavoro cheserve per realizzare i programmi che noi seguiamo e in chemodo viene organizzato. Abbiamo capitoto che non dobbia-mo ringraziare solo i cantanti e gli attori ma anche tutta quel-la gente che, pur senza apparire sullo schermo, ha un ruolofondamentale nella registrazione dei programmi. Dietro l’ap-parenza, dietro quello che vediamo c’è un lavoro smisurato acui noi non pensiamo mai. Il funzionamento dei programmi ècome il televisore stesso: noi vediamo e ci preoccupiamosolamente dello schermo, ma è molto importante anchequello che c’è all’interno, ciò che lo fa funzionare.

Nonostante l’avvicinamento alla realtà del mondo televisi-vo, questa esperienza ha avuto per certi versi l’effetto contra-rio: il sabato pomeriggio, vedendo se stessi e i propri compa-gni in tv e ricordando come erano stati vissuti alcuni momen-ti mentre si aveva il ruolo di pubblico presente in studio, si èavvertita la sensazione di essere stati trasportati in un altrouniverso, di essere stati estraniati dalla quotidianità. Questo

è il potere della televisione: rende tutto più fantastico, lonta-no dalle nostre esperienze, in qualche modo tutto sembra piùdesiderabile ed emozionante, tanto da portarci a idolatraregente che nemmeno conosciamo.

I cantanti incontrati durante la puntata sono stati i “TheBaseballs”, i “Finley” e Anna Oxa, che hanno cantato rispet-tivamente le canzoni ‘Hot and cold”, “Per la vita che verrà” e“Tutto l’amore intorno”. Vederli nelle pause in cui smetteva-no di registrare ha provocato strane sensazioni: il loro com-portamento, il modo in cui scherzavano tra di loro era assolu-tamente normale, non sembrava di trovarsi di fronte a perso-ne famose, ma comuni. Tutti i ragazzi hanno apprezzato ladisponibilità dei cantanti nel firmare gli autografi, anche quel-li per le professoresse Claudia Ganzerla, Loredana Carminatie Adelaide Scaramuzzi! Ci sono stati altri momenti diverten-ti, come quando alcune ragazze sono state chiamate sulpalco per sostituire i “Finley” durante le prove e si sono esibi-te per i compagni o durante le simpatiche selezioni per can-didati presentatori.

La maggior parte degli alunni del Galilei che sono stati in tvda grande probabilmente eserciterà professioni utili e impor-tanti, chissà se diventeranno famosi… Tuttavia è certo chesabato 2 ottobre, mentre si rivedevano durante la proiezionedella puntata di “Top of the pops”, si sono tutti sentiti starsper un giorno!

Francesca Beretta

Dopo il successo di sabato 11 dicembre il rinomato istitu-to caravaggino, che offre i percorsi di studio del LiceoScientifico, Liceo scientifico opzione Scienze Applicate eLiceo Linguistico, apre di nuovo i battenti sabato 18 dicem-bre dalle 14.30 alle 17. Gli alunni delle scuole medie deipaesi del circondario e i loro genitori già la scorsa settimanahanno potuto parlare con la preside del Liceo Rosa RomanaMarchetti e gli insegnanti, ascoltare le testimonianze deglistudenti più grandi, visitare le aule e gli ambienti scolastici,seguire alcuni laboratori ed esperimenti. In particolare èstato possibile visitare le aule all’avanguardia per l’insegna-mento della fisica, delle scienze, della chimica, dell’informa-tica e delle lingue.