A scuola dalle api: visita all’apiario · Sul numero di ottobre 2013 di Apitalia è partita...

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Sul numero di ottobre 2013 di Apitalia è partita l’iniziativa “i bambini raccon- tano le api”. Mi è piaciuta molto, so- prattutto perché mi ha ricordato un’esperienza che si faceva all’univer- sità di Udine tanti anni fa. Ospitavamo, presso il nostro apiario, scolaresche per una visita guidata, con assaggio di miele finale. Queste “le- zioni dal vivo” prevedevano tre mo- menti: visione interna di un alveare, visita al laboratorio di smielatura e as- saggio del miele. È chiaro che, in caso di cattive condizioni atmosferiche - evenienza piuttosto facile nella prima- vera udinese - il programma era modi- ficato. Da alcuni anni, questa attività è svolta dal Consorzio tra gli apicoltori della provincia di Udine; queste visite gui- date s’inseriscono in un programma che tenta di rovesciare il nostro com- portamento verso il mondo animale e quello umano. Imparando, infatti, a conoscere le differenze tra le varie spe- cie è possibile rispettare anche le diver- sità fra gli uomini. L’ape è molto im- portante in quest’ambito educativo in quanto serve a dimostrare come un es- sere, all’apparenza minimo ed effi- mero, gioca una parte essenziale per la nostra società ma anche, e soprattutto, per la stessa esistenza di tutti gli esseri viventi. L’ “uscita” si concludeva assegnando agli alunni intervenuti un “compito a casa”: far dei componimenti (di fan- tasia, poesie, disegni) sulla visita in apiario. Alcuni di questi sono diven- tati articoli, pubblicati dall’Ape nostra amica (rivista d’apicoltura, da anni chiusa): Udine, a scuola dalle api. L’Ape nostra amica, 19 (1) (1997): 36-40; Udine, alunni in visita al- l’apiario. L’Ape nostra amica, 19 (2) (1997): 38-40. Questi articoli sono stati ripresi da Pa- trizia Roca (www.cartantica.it/pages/ apiebimbi.asp) e da Giacomo Omal- 3/2014 Apitalia 40 A scuola dalle api: visita all’apiario i Bambini e le Api di Renzo Barbattini “I bambini raccontano le api”... con la loro fantasia, con il loro istinto, con la loro ingenuità, i loro disegni a colori tenui, le loro storie creative e fantastiche ma anche molto sensate ed educative; i bambini ci indicano che la vita che brulica negli alveari, non è solo un frenetico andirivieni (che a tutti appare sconsiderato) ma un modo d’essere finalizzato alla produzione del miele: il famoso cibo degli dei

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Sul numero di ottobre 2013 di Apitaliaè partita l’iniziativa “i bambini raccon-tano le api”. Mi è piaciuta molto, so-prattutto perché mi ha ricordatoun’esperienza che si faceva all’univer-sità di Udine tanti anni fa. Ospitavamo, presso il nostro apiario,scolaresche per una visita guidata, conassaggio di miele finale. Queste “le-zioni dal vivo” prevedevano tre mo-menti: visione interna di un alveare,visita al laboratorio di smielatura e as-saggio del miele. È chiaro che, in casodi cattive condizioni atmosferiche -evenienza piuttosto facile nella prima-vera udinese - il programma era modi-ficato.Da alcuni anni, questa attività è svoltadal Consorzio tra gli apicoltori dellaprovincia di Udine; queste visite gui-date s’inseriscono in un programmache tenta di rovesciare il nostro com-portamento verso il mondo animale equello umano. Imparando, infatti, aconoscere le differenze tra le varie spe-

cie è possibile rispettare anche le diver-sità fra gli uomini. L’ape è molto im-portante in quest’ambito educativo inquanto serve a dimostrare come un es-sere, all’apparenza minimo ed effi-mero, gioca una parte essenziale per lanostra società ma anche, e soprattutto,per la stessa esistenza di tutti gli esseriviventi.L’ “uscita” si concludeva assegnandoagli alunni intervenuti un “compito acasa”: far dei componimenti (di fan-

tasia, poesie, disegni) sulla visita inapiario. Alcuni di questi sono diven-tati articoli, pubblicati dall’Ape nostraamica (rivista d’apicoltura, da annichiusa): Udine, a scuola dalle api.L’Ape nostra amica, 19 (1) (1997):36-40; Udine, alunni in visita al-l’apiario. L’Ape nostra amica, 19 (2)(1997): 38-40.Questi articoli sono stati ripresi da Pa-trizia Roca (www.cartantica.it/pages/apiebimbi.asp) e da Giacomo Omal-

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A scuola dalle api:visita all’apiario

i Bambini e le Api di Renzo Barbattini

“I bambini raccontano le api”... con la loro fantasia, con illoro istinto, con la loro ingenuità, i loro disegni a colori tenui,le loro storie creative e fantastiche ma anche molto sensateed educative; i bambini ci indicano che la vita che brulicanegli alveari, non è solo un frenetico andirivieni (che a tuttiappare sconsiderato) ma un modo d’essere finalizzatoalla produzione del miele: il famoso cibo degli dei

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lini (www.apicolturaonline.it/apie-bimbi1.html) per il loro sito.Non potendo riportare tutti gli scritti- d’altra parte tutti molto interessanti- ne abbiamo scelti alcuni sotto ripor-tati; essi sono trascritti integralmentecosì come sono stati elaborati daglialunni, comprese inesattezze ed errori,per non perdere la freschezza e la spon-taneità dei racconti.

L’APE MAIABuongiorno ragazzi, indovinatechi sono? Sono l’ape Maia.Oggi è un giorno importanteper me: finalmente sono un’ape adulta.Come avete visto, l’apicultore Mauromi ha aiutato a uscire dalla celletta,che mi ha fatto da culla, grattando la cera dall’opercolo.21 giorni fa Teodolinda, la reginadell’alveare, ha deposto in fondoa questa cella un piccolo uovodal quale sono uscita sotto forma

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di larva tutta bianca. La mia buona nutrice mi ha subitodato la pappa reale per farmi crescere.Cresciuta fino a raggiungere l’apertura della cella, ho incominciato a tessere intornoal mio corpo un bozzolo. Là dentro è avvenuta la metamorfosiche mi ha trasformata in pupae infine in ape. Ora mi devo ripulire: ho ancoraqualche rimasuglio di bozzoloattaccato al corpo; poi andrò a conoscere la famiglia.Vi siete accorti anche voi di quantoc’è da fare nell’alveare? Api che vanno e vengono, ronzano,danzano, svolazzano... Domani incomincio il mio primo lavoro: la pulizia della mia cella.Farò l’ape spazzina per tre giorni epoi passerò al mio secondo mestiere,quello di nutrice.Che bello! Le piccole larve sono così simpatiche! Sarò indaffarata a preparare la pappa reale, masticando insieme miele e polline.Questa pappa, che darò solo nei primi giorni, farà crescere e diventare forti le api neonate.Ma un altro lavoro mi attende: mi toccherà “ventilare” la regina.Oh, che lavoro onorevole! Dovrò anche svolgere un lavorodi coraggio: sarò impegnataa fare la guardia e a difendereil mio alveare dai nemici.Infine, al compimento del mio20° giorno di vita, inizierò l’ultimaspecializzazione: l’ape bottinatrice.Volerò di fiore in fiore a succhiareil nettare per fare il miele.La nostra vita è molto corta ma intensa.Noi api possediamo un segreto:la natura ci ha dato delle ghiandoleche producono delle sostanzeche ci aiutano a svolgere i diversi compiti che man manodobbiamo svolgere...Oh mi chiamano. Mi dispiace devo andare.Salve ragazzi!

Letizia, Leonardo, Marco

JUNIOR-FUCHETTO, FEREGINAE MAXI-FUCHETTOIn un’arnia vivevano tantissime apitra cui Feregina, Junior-fuchettoe Maxi-fuchetto.Un bel giorno... successe un guaio!Una celletta era stata rotta da unalarva perché questa era troppo grossa!Allora Feregina chiamò Junior-fu-chetto e Maxi-fuchetto e disse loro:«Distruggete tutte le cellette, ne faremo un parco giochi e chiameremo quest’arnia Api-Park».Così tutte le api si misero al lavoro.Qualcuna costruiva le scaledegli scivoli, qualcun’altra costruivale giostre, oppure la ruota-ape,l’apelascia, il brucomiele, la sala giocape e tanti altri divertimenti.Ma un brutto giorno arrivaronogli “8-8 api”. Scatenati com’erano,

cominciarono a dare fastidioagli abitanti di Api-Park.Feregina si arrabbiò molto congli “8-8 api”. E mandò Junior-fu-chetto e Maxi-fuchetto alla sede del Comune di Api-Park a chiedereun consiglio. Ma gli addetti comu-nali non seppero darne alcuno.I due fuchetti ritornarono da Fere-gina, riferendole l’insuccesso dell’im-presa.Feregina decise allora di andare a par-lare di persona con gli “8-8 api” edesclamò: «O ve ne andate entrostasera, o saranno guai per voi!»Gli “8-8 api” non dettero ascoltoalle parole di Feregina e continuarono a fare baldoria. Feregina si arrabbiò così tantoche diventò rossa come un cappellodi gnomo.Quindi si travestì da vespa e fece

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spaventare a morte gli “8-8 api”;questi s’impaurirono tantoche se la dettero... ad ali!Feregina ora era contentissima. Finiti i guai, Api-Park tornò comeprima: un parco di divertimentia prova di... insetti!Tutti gli abitanti di Api-Parkora erano super-felici:le signore api avevano trovatoil loro paese dei balocchi!

Mattia, Federica, Alessandro

TRE API AMICHE, IN CAMPAGNATre api amiche decidonodi effettuare una gita in campagnacon le loro api-cross.Una decide di fare uno spuntino:«Ragazzi, che ne dite,facciamo uno spuntino?».«Sììì!!!».Un’ape dice: «Io voglio una margherita».L’altra aggiunge:«Io voglio una capricciosa».E l’altra ancora: «Io desidero una con i funghi».La prima che ha parlato esclama:«Ragazzi, mica stiamo parlandodi pizze!!!...».E le altre rispondono:«Oh, hai capito,

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tu sì che sei intelligente!».«Be’, andiamo a mangiare un po’di miele nell’alveare! Sarà meglio!».«Sììì!!!».Tornate nell’alveare le api fannola pappa (da non confondersicon la pappa reale!).Il giorno dopo escono dall’alvearee volano da un fiore all’alvearee dall’alveare al fiore.

Michele

ZAP, L’APE GUARDIANAIn un alveare, un’ape guardianaaveva una fifa blu. Se vedeva una vespa sveniva e cadeva,bucando sicuramente una celletta.Un giorno la regina convocò l’apeguardiana che si chiamava “Zap”.Le disse:«Se non sarai più coraggiosa,la punizione sarà severa».Zap obiettò:

«Ma io avrò sempre una fifa blu!».«Allora impara, fatti insegnareda qualcuno ad essere coraggiosa!»,esclamò la regina.«Va bene, m’impegnerò», promise Zap.Dovete sapere che Zap, un giorno,ebbe persino paura di un manichinocon, solamente disegnata, una vespa!Questa era... il loro peggior nemico!Quella volta svenne e così fece anchedavanti a un manichino a formadi topo, a forma di lucertola,di mosca...Allora la regina, veramente arrabbiata,disse a Zap:«Avrai una punizione e anche severa!Non tornerai più all’alveare!».Zap pregò:«Noo, noo, perdonatemi, per favore!».Tutto fu inutile. Zap dovette andarsene dall’alveare.Ma in quel momento comparveuno sciame di vespe.

Per fortuna l’apicoltore aveva messouna trappola contro di loro; tuttaviaquattro vespe riuscirono a evitareil tranello, mettendo però in allarmeun’ape guardiana intenta al suo lavoro.Le vespe conficcarono i loropungiglioni nella malcapitata che,ahimè, cadde a terra stecchita.In quel momento Zap, dimenticòla paura, si lanciò all’attaccoe conficcò il suo pungiglionenel cuore di quattro vespe.La regina allora le disse: «Brava Zap, per la prima voltahai avuto un po’ di coraggio!Puoi tornare all’alveare».«Grazie, grazie mille, regina!»,esclamò Zap.La regina, disse solennemente: «Ti nominerò capo guardiano!»«Oh... che bello!», riuscì a dire Zap...e svenne dall’emozione.

Mauro, Martina, Michela

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L’APE ESPLORATRICEUn giorno l’ape esploratrice partìdall’alveare, per esplorare la natura. Arrivò su un fiore tutto giallo. «Attenta ... arrivano i calabroni!».L’ape lanciò un raggio di parole all’alveare e così arrivarono l’artiglieria e la truppa d’assalto.Le api soldato tirarono fuori le spadee ferirono due calabroni di cuiil generale morì; ma la guerra continuò a lungo.Ad un certo punto sparò ancheil cannone che colpì il fiore giallotanto utile alle api. Arrivò il carro armato che,finendo in una pozzanghera,fece schizzare l’acqua sui calabroni.Questi caddero a terra tramortiti;le api cominciarono a pungerli.Le api vinsero; presero tutto il nettaregiallo e lo portarono all’alveare.In quel momento arrivaronotutte le api d’assalto che avevanogià seppellito i calabroni.E fu una grande festa!Le api però pensarono: «Sarebbe più bello, però,se potessimo vivere sempre in pace!».

MarcoUN’APE RACCONTA…Martedì, 2 maggio ‘95, sono nata;ero piccola, tutta bianca, l’alveareera pieno zeppo di api.Per prima cosa le api operaie corseroalla mia celletta e la pulirono svelte

svelte, con le zampette piene di peli.C’erano larve di fuchi vicino a me;le api bottinatrici volavanoverso il polline per darlo a noi,api appena nate. Oh!!! C’era anche l’ape regina,la madre di tutte le api.Era un viavai continuo di api che si davano da fare per sfamarci.L’ape regina era un gigante!!!Sarà stata alta di sicurodue volte più di me!Ad un tratto comparve una lucertola;mamma che paura, mi sonobuttata a terra, ferma e immobile;per fortuna c’erano delle api adulteche cominciarono a pungerlain continuazione, finché questa morì. Allora api imbalsamatrici emiserodalla bocca un liquido verdeche serviva per imbalsamarela vittima, e così immobilizzarlae farla morire.Mmm!!! Che buono questo nettare!A forza di essere imboccatasono diventata tanto grossa...Ancora un paio di giornie sarò pronta per volare fuoridall’alveare, oppure aiutarele mie compagne operaie.Finalmente è arrivato quel giorno:prima di tutto devo aiutarele mie colleghe a pulire le cellettedelle api appena nate.Dopodiché comincio a imboccarle;così continuo per giorni.

Dopo un periodo in cui ho altremansioni, l’ape regina mi chiamaal suo cospetto e mi dice: «Adesso tu diventerai un’apebottinatrice e andrai in giroa fare provviste di polline e di nettare».Subito dopo esco dall’alvearee comincio a raccoglierli,di fiore in fiore. A un tratto mi imbatto in una ragnatela. Ahimè, arriva un ragno cheha intenzione di mangiarmi.Per fortuna ho il mio coltellinodi scorta: taglio la ragnatela e vadovia lasciando il ragno con un palmodi naso.Vado a raccogliere altro nettare,senza accorgermi di un calabroneche svolazza vicino.Quella bestiaccia mi punge.Riesco a depositare il nettare,ma subito dopo sono morta.Vi devo salutare, adesso vado lassùdove sono andate le altre api!CIAO!!!!!

Valentina

Renzo BarbattiniUniversità di Udine

Ringrazio Massimo Ghirardi (Insegnanteatelierista del Comune di Reggio Emilia)

e Patrizia Fontana Roca (www.cartantica.it)per la collaborazione prestata

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