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A. S. 2007-08 Prof.ssa Maria Vittoria M ulliri Liceo Scientifico Modica 1 Le Le FERITE FERITE della della MEMORIA MEMORIA

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Le Le FERITE FERITE

della della

MEMORIAMEMORIA

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27 gennaio - giorno in cui i cancelli di Auschwitz furono abbattuti-

è riconosciuto dalla Repubblica italiana

“Giorno della Memoria” con la Legge n. 211 del 20 luglio 2000

“al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali e la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati” ( ART. 1)

“[…]Conservare nel futuro dell’ Italia la memoria di questo tragico e oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, deve far sì che simili eventi non possano mai più accadere”(AR. 2 ).

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PRIMO LEVI Se potessi racchiudere

in una immagine tutto il male del nostro tempo, sceglierei questa immagine, che mi è familiare: un uomo scarno, dalla fronte china e dalle spalle curve, sul cui volto e nei cui occhi non si possa leggere traccia di pensiero.

Primo LeviPrimo Levi

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Se questo è un uomoVoi che vivete sicuriNelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a seraIl cibo caldo e visi amici:Considerate se questo è un uomoChe lavora nel fangoChe non conosce paceChe lotta per mezzo paneChe muore per un sì o per un noConsiderate se questa è una donna,Senza capelli e senza nomeSenza più forza di ricordareVuoti gli occhi e freddo il gremboCome una rana d’inverno.Meditate che questo è stato:Vi comando queste parole.Scolpitele nel vostro cuoreStando in casa andando per viaCoricandovi alzandovi;Ripetetele ai vostri figli.O vi si sfaccia la casa,La malattia vi impedisca,I vostri nati torcano il viso da voi.

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• 12 giugno 1929 nasce a Frankfurt, in Germania, da un agiato banchiere ebreo;

• 1933: leggi razziali e trasferimento della famiglia ad Amsterdam, in Olanda;

• Maggio 1940: invasione tedesca dell’Olanda;

• 6 luglio 1942: chiusura nell’alloggio segreto;

• 4 agosto 1944: irruzione della polizia nazista nell’alloggio e arresto dei rifugiati e trasferimento nel campo di Westerbork;

• 2 settembre 1944: trasferimento della famiglia ad Auschwitz;

• 30 ottobre 1944: trasferimento di Anna e della sorella Margot a Bergen Belsen;

• Marzo 1945: morte di Anna pochi giorni dopo la morte della sorella ;circa tre settimane più tardi il campo fu liberato dalle truppe inglesi.

Anna Frank(Annelies Marie Frank)

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Sabato, 20 giugno 1942 … I bei tempi finirono nel maggio 1940; prima la guerra, la capitolazione, l’invasione

tedesca, poi cominciarono le sventure per noi ebrei. Le leggi antisemitiche si susseguivano l’una all’altra.

• Gli ebrei debbono portare la stella giudaica. • Gli ebrei debbono consegnare le biciclette. • Gli ebrei non possono più andare in auto. • Gli ebrei non possono fare acquisti che fra le tre e le cinque, e soltanto

dove sta scritto “bottega ebraica”. • Gli ebrei dopo le otto di sera non possono essere per strada, né

trattenersi nel loro giardino o in quello di conoscenti. • Gli ebrei non possono andare teatro, al cinema o in altri luoghi di

divertimento; • gli ebrei non possono praticare sport all’aperto, ossia non possono

frequentare piscine, campi di tennis o di hockey ecc. • Gli ebrei debbono studiare soltanto nelle scuole ebraiche . E una quantità ancora di limitazioni del genere …

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Memoriale di Mimma Paulesu Quercioli

“L’erba non cresceva ad Auschwitz”

Testimonianza

di

AriannaFiglia di un banchiere ebreo di Fiume,

nel 1944 ha 11 anni e si trova nel KINDERBLOK di Auschwitz:

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Il kinderblock era formato da due baracche cintate di filo spinato. Ogni tanto, accompagnati da un tedesco col cane lupo, li portavano fuori dal lager.

Spesso andavano alla BUNA che era una fabbrica dove dovevano fare delle trecce per mine …

Dopo poche ore di questo lavoro le loro dita sanguinavano …

Arianna … da quando si era separata dalla mamma piangeva sempre.

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… Un giorno, alcuni nazisti arrivarono davanti ad una platea composta di soli bambini, con un sacco dentro il quale avevano chiuso un neonato, lo gettarono in alto e spararono come se facessero un tiro al piccione.

Arianna era tra loro e sentì distintamente il pianto del bambino dentro il sacco.

Restò impietrita, non osò parlare con i suoi

compagni; ma pensò : questi non sono uomini, ma mostri.

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GULAG

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DIARIO DI VIAGGIO : OVERLAND N. 118 Febbraio, Pevek: I campi di lavoro correzionali

Lasciata Yakutsk, dobbiamo affrontare uno dei tratti più impegnativi del nostro lungo itinerario. Viaggiamo sul letto gelato dei fiumi, tra montagne e fitte foreste. Il paesaggio è stupendo, maestoso ed austero: colpisce soprattutto il silenzio, una grande pace che nonostante tutto rilassa. Il percorso si fa sempre più difficile, per percorrere 80 Km a volte siamo costretti a guidare anche 18 ore. Capiamo perché lungo le rive della Kolyma si concentrassero alcuni

dei gulag più terribili del regime sovietico, il freddo, la

monotonia, l’assoluto isolamento piegherebbero chiunque.

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“Gulag”

• Che cos’è: dipartimento di polizia segreta;• Quale compito svolge: gestione campi di lavoro “correzionali”;• Quando: 1919 – 1953; • Dove: Russia, Siberia, paesi del blocco sovietico;• Perchè: fornire mano d’opera gratuita per la costruzione di grandi opere (strade, ferrovie, canali e impianti industriali);

alle miniere, per lo sfruttamento delle foreste.

I prigionieri1. Chi erano: criminali comuni e prigionieri politici; 2. Quanti erano: circa 100.000 ( anni ’20) ; 5 milioni (1936 – 57); Le cifre ufficiali sovietiche parlano di un totale di 10

milioni di internati (1943 – 1947); però si ritiene che possano essere stati almeno il doppio.

La mortalita’• 1919 - 1956, quando il Gulag fu sciolto, si stima che siano deceduti da 15 a 30 milioni di prigionieri. La verità non si saprà mai, ma una preziosa testimonianza rimane nel romanzo autobiografico “ Arcipelago Gulag “

dello scrittore russo Solzhenitsyn.

Periodi di maggiore affluenza = regime staliniano: • 1)1929- 1932: collettivizzazione dell’agricoltura, deportazione in massa dei contadini più abbienti (“Kulaki”).• 2) 1936 - 38: grandi “purghe” ; circa 8 milioni di persone. • 3) Fine Seconda Guerra Mondiale: internati dissidenti, intellettuali, funzionari del partito in disgrazia, minoranze

etniche accusate di slealtà, ex prigionieri di guerra, sospetti collaborazionisti e traditori, criminali comuni e innocenti vittime della paranoia del regime.

I campi di lavoro “correzionali”

Solgenitsin( 1918-2008)Solgenitsin( 1918-2008)

““Il cantore dei gulag”Il cantore dei gulag”

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Condizioni nei campi

durissime specie in Siberia

CAUSE

• turni di lavoro massacranti,

• mancanza di cibo e di vestiario adeguato,

• divieto di contatti con l’esterno.

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Margaret Buber- Neumann Margaret Buber- Neumann (1901- 1989) (1901- 1989)

Karaganda Karaganda e e RavensbrückRavensbrück

gulag e lagergulag e lager

aa

confrontoconfrontoKaragandaKaragandaRavensbrRavensbrückck

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(Op. cit. pagg.56-7)[…] Nella grande Unione sovietica centinaia di campi di concentramento coprivano le

steppe del Kazakistan e i gelati deserti della Siberia rimanendo in pari tempo a distanza di centinaia di chilometri l’uno dall’altro […]

[…] Ci accovacciamo sulle assi e Lüschen ci parlò della sua storia e del campo polare di Kolyma…nella Siberia settentrionale. Per la prima volta nella mia vita sentii parlare di campi di concentramento, di lavoro nelle miniere d’oro di Kolyma, della notte polare, di scorbuto e della lenta agonia per debolezza cardiaca.<<La cosa più pericolosa è ferirsi accidentalmente nella miniera e dover stare distesi. Allora le gambe cominciano a gonfiarsi come se si fosse affetti dall’idropsia. Kolyma è situata su un elevato pianoro a qualche centinaio di metri sulla superficie del mare e l’aria polare non è sufficientemente rarefatta. Il cuore non ce la fa. Oltre al giacimento d’oro c’è un centro di coltivazione sperimentale. Vi lavoravano soprattutto donne. A Kolyma sono nati quattrocento bambini e pensate che crescono tutti in buona salute. Il periodo migliore lassù è la raccolta del fieno durante la breve estate . Tutti devono partecipare. Sì, è nel frattempo si concludono matrimoni e vengono messi al mondo I bambini…>>.

Kolyma: miniera d’oroKolyma: miniera d’oro

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Arrivo a Karaganda(p.62,63)L’area concentrazionaria si estendeva complessivamente su una superficie pari al

doppio della Danimarca (p.135).

Alla sera ci fecero scendere alla stazione merci di Karaganda, un centinaio tra uomini e donne. Il terreno era ghiacciato e i prigionieri esausti ruzzolavano con i loro fagotti sulle traversine.[…] Ci lasciammo alle spalle un portone di legno illuminato a giorno, una garitta con una luce fioca ed un lungo recinto di filo spinato. Al comando <<Alt!>>entrammo uno per volta nel centro di quarantena del campo di concentramento di Karaganda … Ci accucciammo infreddolite sui nostri fagotti e poi ci fecero entrare nello stanzone da bagno … Il lavatoio era piantonato da alcuni uomini di guardia. Ribatterono con una risata alle nostre proteste per quest’intrusione … Alcuni uomini entrano ed escono riempiendo di acqua i barili, un lavoro che potrebbero di sicuro fare più tardi ma allora si priverebbero del piacere di schiaffeggiare sul sedere passando le prigioniere denudate.

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NINA LUGOVSKAJA• 25 dicembre 1918: nasce a Mosca Suo padre,Sergej Rybin( in seguito

Lugovskoj), è attivista del partito socialista rivoluzionario;

• 1932- 1937 : DIARIO• 3 marzo1937: perquisizione e confisca

documenti;

• Marzo 1937: arresto di Nina ( + madre) e condanna a 5 anni di lavori forzati nel campo di lavoro di Kolyma ( Siberia);

• 1942: lasciano i campi di lavoro;

• 1942- 1947: sono trattenuti a Kolyma;

• 1947: si trasferiscono negli Urali;

• 1949: Nina si stabilisce col marito a Vladimir, a 200 km da Mosca dove vive fino al

• 1993: morte di Nina .

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Nel 1937 Nina finì nel durissimo campo

di prigionia di Kolyma con l’unica colpa

di aver scritto nel diario frasi contro il

regime come le seguenti:

30 ottobre 1933

(…) Nella vita non c’è verità e giustizia, tutto è menzogna, tutto inganno.(…) Gli uomini non vedranno mai il tempo in cui al mondo tutti saranno uguali, quando uno non avrà il diritto di costringere e offendere l’altro, quando non ci saranno forti che decidono tutto e deboli che non hanno diritti (…)

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30 dicembre 1934[…]che diritto hanno questi bolscevichi di trattare il

paese e la sua gente in modo tanto crudele e arbitrario, di proclamare tanto impunemente leggi oltraggiose in nome del popolo, di mentire, di nascondersi dietro parole grosse

che hanno perso il loro significato: “socialismo” e “comunismo”?(…) Mio Dio, quando cambierà tutto questo? Quando potremmo dire davvero che tutto il potere appartiene al popolo, che abbiamo totale uguaglianza e libertà?

Quello che abbiamo ora non è il socialismo, è l’Inquisizione!

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Hiroshima e Nagasaki6 e 9 agosto 1945

<<(…) Per noi è imperativo abolire le armi nucleari e controllare scienza e tecnologia se vogliamo sopravviverea questa inumana epoca nucleare(…).La nostra umanità è andata sempre più

persa con la crescita degli stati nazionali intrecciata agli sviluppi scientifici e

tecnologici(…). Per sopravvivere all’eranucleare dobbiamo (…) ritornare alla

nostra vera umanità, (…) realizzare unmondo veramente democraticoattraverso la cooperazione di

tutti i popoli>>.

Naomi Shomo,Prefazione all’opera(1988)

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Giornata delle foibe10 febbraio

Subito dopo la fine della II guerra mondiale, tra il maggio e il giugno 1945, migliaia di italiani della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia vengono uccisi dall’esercito iugoslavo del maresciallo Tito: molti di loro sono gettati nelle foibe, che si trasformano in grandi fosse comuni …

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…FOIBE: l’abisso Bertanelli ( ca. 30 km a nord di Fiume)

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… Le stragi si inquadrano in una strategia politica mirata, diretta a colpire non gli italiani in quanto tali, ma tutti coloro che si oppongono all’annessione delle terre contese alla “nuova” Jugoslavia: cadono collaborazionisti e militi della repubblica di Salò, ma anche membri dei comitati di liberazione nazionale, partigiani combattenti, comunisti contrari alle cessioni territoriali e, ancora, cittadini comuni, travolti dal clima torbido di quelle settimane. Per oltre mezzo secolo, su questi eccidi- e sul successivo esodo forzato di oltre duecentomila compatrioti giuliani, dalmati e istriani- è gravato un pesante silenzio. Perché?

Gianni Oliva, studioso del Novecento, restituisce alle“stragi negate”la loro verità, proponendole come patrimoniocollettivo della storia nazionale. (Vedi opera presentata)

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IL DIARIO DI ZLATA ZLATA Filipovic

• 1980: nasce a Sarajevo da genitori musulmani di origine serba e croata;• 1991: guerra in Bosnia. Zlata ha 11 anni e vive in prima persona la tragedia

del conflitto civile che ha distrutto la sua città e determinato la scomparsa della Repubblica Iugoslava e la nascita di numerose nuove entità statali a costo di una spaventosa devastazione territoriale e di innumerevoli stragi ed eccidi.

• Tiene un diario dei propri giorni di guerra.• La sua vicenda personale ha un lieto fine.

Zlata = nuova Anna Frank

La sua testimonianza:simbolo delle sofferenze di un intero popolo toccante appello alla pace.

Zlata Filipovic, DIARIO di Zlata, Rizzoli, Milano, 1994I testi e il metodo – Minerva Italica- Le scritture – p. 178 ; Scritture e percorsi , vol. 5, p.109

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Venerdì 17 settembre 1993Cara Mimmy,

i <<ragazzi>> stanno nuovamente negoziando, firmando qualcosa, riaccendono ancora una volta in noi

la speranza che questa follia stia per finire. Domani dovrebbe esserci un cessate il fuoco, e il 21 settembre

all’aeroporto di Sarajevo tutti dovrebbero firmare PER LA PACE. La guerra finirà il giorno che segna il passaggio da una stagione

all’altra??? Sono così delusa da tutte le tregue e dagli accordi precedenti, che non riesco a crederci.

Non riesco a crederci perché anche oggi è caduta un’altra orribile bomba che ha ucciso un

bambino di tre anni e ne ha ferito la madre e la sorella .Perché a Sarajevo il risultato dei loro divertimenti sono 15.000 morti,

fra cui 3000 bambini, e 50.000 invalidi permanenti, che si vedono per le strade con le loro grucce, le loro sedie a rotelle,

senza braccia e senza gambe. Non riesco a crederci perché nei cimiteri e nei parchi non c’è più posto

per seppellire le ultime vittime. Questo è forse il motivo per cui questa follia dovrebbe finire.

La tua Zlata

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Anna Frank : Diario Amsterdam,1947- Titolo originario

“Het Achterhuis” = Il retrocasa Sabato,15 luglio 1944 … Ecco la difficoltà di questi tempi: gli ideali, i sogni, le splendide

speranze non sono ancora sorti in noi che già sono colpiti e completamente distrutti dalla cruda realtà.

E’ un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità. Intanto debbo conservare intatti i miei ideali; verrà un tempo in cui saranno forse ancora attuabili.